INSEGNAREDUCANDO. N ° 10 - Luglio e Agosto 2011

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Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunità educante.

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Luglio/Agosto 2011 Eventi speciali: VACANZA = TEMPO SGOMBRO

News insegnanti News insegnanti Gruppo AbeleGruppo Abele

Sommario: Vacanza = tempo sgombro...

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Non bocciate: è dannoso! I consigli dell’ OCSE ai prof.

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Una scuola da rifare: lettera ai genitori

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Un anno vissuto intensa-mente

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Apre in questo numero la rubrica AGORA’ , su invito di diversi insegnanti legati dall’impegno per LlBERA: essi chiedono uno spazio sulla news per confrontarsi e scambiare idee e buone prassi. Come rispondere se non con la nostra dispo-nibilità? Anche noi abbiamo nel cuore l’impegno di LIBERA per l’educazione alla responsabilità, alla giustizia sociale,

alla partecipazione, alla democrazia, temi forti che la Scuola è chiamata a fare propri nella quotidianità.

Questa parola, tanto anelata da tutti noi, soprattutto in questi ultimi giorni di luglio, proviene dal latino "vacantia", da va-cans, participio pre-sente di "vacare" che significa "essere va-cuo, sgombro, libero, senza occupazioni". Ma… “In nome della merita-ta vacanza abbiamo assistito alla cementifi-cazione di paradisi na-turali, alla nascita dei villaggi vacanza all-inclusive destinati al turismo di massa, alla costruzione di super-

mercati dove prima c'era il niente, alle co-de d'auto sulle strade dove prima al massi-mo passava un'auto all'ora. La vacanza più seria, quella più leg-gera, più armonica, più salutare, non vie-ne contemplata in Italia tra quelle possi-bili”. Sono queste le riflessio-ni di Silvia Ricci, autri-ce dell'articolo "Il vero senso della vacan-za" (su Terranova.it). È necessario allora un grande spirito critico per riscoprire il prezio-so significato insito nel-

la parola “VACANZA” Infatti, esso parte e si realizza da un cambia-mento interiore: attra-verso l'ascolto delle nostre necessità, in-quietudini, bisogni, la vacanza diventa il mo-mento per ritrovarsi e rinnovarsi profonda-mente. Ci viene un dubbio al-lora: che la SCUOLA non faccia una vera vacanza da molti an-ni !!!???!!! A tutti voi (e noi) che nella SCUOLA credia-mo davvero, l’augurio di una vera vacanza ri-generante!

Cari colleghi…

Ripetere un anno di scuola non sempre serve a recuperare il ritardo sul programma. Anzi, spesso è un mo-do di penalizzare anco-ra di più l'alunno in difficoltà. Numeri alla mano, l'organizzazione internazionale dimostra che laddove esistono molti "ripetenti" peggio-rano i risultati comples-sivi delle classi e, in finale, anche la per-centuale degli alunni che riescono a diplo-marsi. Se anziché boc-ciare si organizzano corsi di recupero per-sonalizzati o altre mi-sure di sostegno (succede per esempio in Finlandia o in Gran Bretagna), allora l'effi-cienza nello studio mi-gliora e il ritardo didat-tico può scomparire.

Come il voto e le pa-gelle, la bocciatura fa parte di una scuola "all'antica" oggi rimes-sa in discussione. ...

"Nei paesi in cui un

maggior numero di stu-denti ripete gli anni scola-stici - osserva l'Ocse - la performance globale ten-de ad essere inferiore, e il background sociale ha un impatto maggiore sui risul-tati di apprendimento". Ovvero: la bocciatura raf-forza le disuguaglianze, emargina ancora di più quei bambini o ragazzi con problemi scolastici. I ragazzi che devono ripete-re l'anno non vengono quasi mai seguiti indivi-dualmente, perdono fidu-cia in se stessi e si allon-tanano dallo studio. Eppu-re, nonostante le tante critiche, continua a essere una tendenza diffusa. Se-condo la classifica Pisa - che valuta i sistemi educa-tivi nell'area Ocse - più di uno studente su dieci (il 13%) è stato bocciato al-meno una volta nel suo percorso di studio. Il 7% alle elementari, il 6% alle scuole medie e il 2% al liceo. L'Italia si colloca appena al di sopra della media Ocse, con una per-centuale di allievi bocciati

del 18%. I ricercatori danno inoltre un giudizio negativo su un'altra prati-ca comunemente utiliz-zata per trattare gli stu-denti che vanno male a scuola, o hanno un com-portamento inadeguato: il trasferimento in altre strutture scolastiche. Un metodo che, scrivono, "tende ad essere asso-ciato con una segrega-zione nel sistema scola-stico, in cui gli studenti che provengono da con-testi avvantaggiati fini-scono in scuole con risul-tati migliori mentre quelli di origini svantaggiate finiscono in scuole peg-giori".

L'Ocse raccomanda an-che maggiore elasticità da parte dei dirigenti sco-lastici sulla valutazione di fine anno, in base a crite-ri meno rigidi. Laddove i presidi hanno infatti più autonomia nel decidere la promozione, spesso vengono agevolati per-corsi di accompagna-mento che incentivano gli alunni più in difficoltà.

in media tra i 10 e i 15 mila dollari annuali. In paesi come la Spagna, il Belgio o l'Olanda, i "ripetenti" incidono sul 10% del budget com-plessivo per l'educazio-ne. Un altro effetto di lungo termine, registrato dall'Ocse, è il ritardato

Oltre a non garantire il progresso educativo, far ripetere un anno scolasti-co pesa sui bilanci dell'I-struzione pubblica, pro-prio in un momento di crisi economica e tagli alle scuole. Ogni boccia-tura, hanno calcolato gli esperti dell'Ocse, costa

ingresso dello studente nel mondo del lavoro e la diminuzione di manodo-pera qualificata. Se le bocciature si ripetono nel ciclo scolastico, gli alunni tendono ad abbandonare lo studio, già prima del diploma. Un fallimento. Non solo per loro.

Non bocciate, è dannoso! I consigli dell' OCSE ai prof

L'Organizzazione OCSE contesta …

il vecchio sistema di far ripetere l'anno scolastico

rafforza le disuguaglianze e pesa

sui bilanci.

L'Austria vuole abolirlo,

la Francia discute la riforma.

L'Italia ventiduesima nella classifica dei Paesi

più severi.

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Lo stuzzicadenti …

Ultimo argomento: bocciare costa.

26 luglio 2011 http://www.repubblica.it/scuola/2011/07/26/news/ocse_prof-19618397/?ref=HREC1-1

della scuola io ci gua-dagno, sono i tuoi figli a perderci … E ho tentato di parlare di responsabilità. Di auto formazione... Co-sa ricevevo in cam-bio? Sorrisi. Così ho deciso di scri-vere “Una scuola da rifare”… una lunga let-tera ai genitori degli alunni. Per spiegare perchè i docenti non s o n o f a n n u l l o n i . Per raccontare un po-co di quello che fanno oggi i loro figli a scuo-la. .... Ma per parlare ai geni-tori anche della scuola che abbiamo abban-donato. E di quella che vorrei. Non si tratta solo di un libro sull’orgoglio do-cente. Ho cercato di parlare anche di mae-stri come don Milani, Gianni Rodari, Loris

Malaguzzi, Mario Lodi. Ho cercato di difende-re la scuola pubblica italiana – una delle migliori al mondo per qualità di insegnamen-to prima della controri-forma Gelmini: la pri-ma in Europa (ora sia-mo al tredicesimo po-sto), la quinta nel mon-do. A tratti ho provo-cato anche i genitori degli alunni, ricordan-do loro che l’istruzione primaria non è una bambinaia che tiene impegnati i loro figli per qualche ora al giorno, ma è il mo-mento fondamentale della loro formazione... Una formazione che da sempre deve inse-gnare la condivisione. Alla fine ho pensato bene di scrivere un decalogo della scuola che vorrei.

“Tre mesi di vacanza, eh? Bel lavoro l’inse-gnante!” Questa è la battuta che a fine anno scolastico tanti docenti italiani sopportano. ... Dal 2008 se ne è aggiun-ta un’altra: “Adesso ci pensa il Ministro all’Istru-zione a farvi lavorare!” Ti verrebbe da dire: come ti permetti? Poi lasci per-dere. O quasi. E’ vero, sono battute. Ma na-scondono quello che pensa oggi la maggior parte degli italiani. Quando iniziai a inse-gnare, più di venticinque anni fa, non era così. C’era più rispetto per i docenti. C’era un patto di fiducia tra insegnanti e genitori. Ora questo patto si è rotto. A volte ho tentato di difender-mi, di spiegare. “Le lezio-ni non si improvvisano, bisogna prepararle. ... E con la nuova riforma

“Una scuola da rifare: lettera ai genitori”.

di Giuseppe Caliceti Ed. Feltrinelli

“Vogliamo una scuola

senza paura di sbagliare

e senza fretta: neppure di

diventare grandi”

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Il binocolo …

Una scuola da rifare: lettera ai genitori Aprile 2011. Giuseppe Caliceti scrive una lunga lettera ai genitori d’Italia per difendere una

conquista preziosa che abbiamo faticosamente costruito: la scuola pubblica.

“ A scuola effettuo una doppia valutazione. Del singolo alunno all’interno dalla classe e, al tempo stesso, del singolo alunno nel piccolo gruppo dei compagni in cui è inseri-to. Banchi disposti non frontalmente, ma a blocchi di quattro o cinque. Ogni quattro ore si valutano i gruppi dando un punto al migliore e ricordando i criteri. Non solo la correttezza e l’autonomia nello svolgere i compiti assegnati, ma anche la capacità

di lavorare insieme. Di andare d’accordo. Di risolvere i conflitti. Di aiutarsi. Di non prendersi in giro. Di incoraggiarsi. Di farsi i complimenti. Di avere cura del proprio ma-teriale. Di parlare sottovoce. Di esprimere tutti le proprie opinioni. Di stare bene con

gli altri. Se una valutazione del merito solo individuale rischia di essere letta dagli alun-ni, ma anche da voi genitori, come essenzialmente prestazionale, affiancandole

quella di gruppo - cioè una valutazione di sistema, orientata maggiormente agli a-spetti relazionali e comportamentali - un feedback di se stessi più ricco e aperto che

fa vivere al meglio il tempo scuola e offre più stimoli di riflessione e di crescita.” (pag.200)

Quando a scuola si educa alla cittadinanza, ogni giorno.

Cari Docenti, vi ricordate? In uno dei primi numeri della news insegnanti vi avevamo comunicato la nostra intenzione di costituire un Presidio della Scuola a Perugia, sulla scia di un’attivi-tà portata avanti in questi ultimi anni dai volontari di Libera Umbria. Era novembre e nell’aria continuava quel clima sta-gnante che da più di 15 anni ammorba ogni cosa in que-sto paese, compresa la Scuola sempre più ridotta ad un contenitore svuotato di senso. Allora, per reazione (o per passione?) alcuni di noi hanno cominciato a vedersi con regolarità, una volta al

mese, in uno spazio bello e stabile, e già questo è stato un bel successo. Insegnanti di varie Scuole Superiori di Perugia e Provincia – dai Licei ai Professionali, di diffe-rente e varia competenza disciplinare, di formazione diversa - si sono messi intor-no ad un tavolo ed hanno condiviso un progetto in-centrato sui temi della lega-lità, della cittadinanza atti-va, dell’ antimafia sociale. Questo è stato poi coniuga-to in tre tematiche da pro-porre ai propri studenti. Tre temi, tre idee per costrui-re saperi sociali ed etici, finalizzati alla partecipazio-ne collettiva. Una didattica

che superi l’astrattezza e l’individualismo imperanti nel-la Scuola odierna. Questo è stato il nostro modo di iniziare ed ora che l’anno scolastico è finito, abbiamo tirato le somme e ve le vogliamo partecipare nella speranza di diffonde-re una buona pratica ad altri Presidi, se ci sono, della Scuola in altre regioni italiane.

Abbiamo intenzione di continuare la nostra attività e stiamo progettando il 2012 con lo spirito di collaborazione e con l’impegno che fino ad ora ab-biamo dimostrato di poter esprimere al di là delle nostre specifiche com-petenze e appartenenze a Scuole che spesso i Dirigenti fanno apparire in competizione tra loro pur di aumentare le iscrizioni! Ci piacerebbe utilizzare la news per scambiare altre esperienze fatte e magari incontrare alla Festa di Libera a Firenze in luglio altri insegnanti che come noi hanno voglia di pensare, dire e fare!

Presidio insegnanti Libera Umbria

in ambienti ostili e vari Incontri con le Scuole superiori nell’ambito del progetto Professione cittadino: imparare la democrazia sui temi : Unità d’Italia e mafie, Narcomafie Memoria. Vi hanno partecipato circa 1000 studenti. Ha seguito con le Scuole superiori del Comune di Perugia, su richiesta del-la commissione Regiona-

le Antimafia, incontri con 200 studenti circa sulla Memoria delle vittime delle mafie , e DALLA MEMORIA AL-L’IMPEGNO per saluta-re Roberto Morrione, ricordandone la figura e l’impegno che in questi anni ha testimo-niato. Vi hanno parte-cipato circa 350 stu-denti con le loro fami-glie.

Il Presidio si è costituito ufficialmente a Novem-bre 2010 per poi effettua-re un incontro al mese fino a Giugno 2011. Ha visto la partecipazione stabile di circa 25 docen-ti, prevalentemente della Scuola superiore di Se-condo grado. Ha organizzato a Perugia il II Seminario di Formazio-ne e aggiornamento dal titolo Come sopravvivere

“ A cosa serve esser

vivi se non si ha il

coraggio di lottare?”

Giuseppe Fava

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Agorà LIBERA … UN ANNO VISSUTO … INTENSA-MENTE!!

Bilancio Sociale del Presidio Insegnanti “G. RECHICHI” di LIBERA Umbria

DETTO FATTO! È PROPRIO DALLA FESTA DI LIBERA A FIRENZE, DOVE INCONTRIAMO TANTI INSEGNANTI MOTIVATI E CORAG-

GIOSI DI TUTT’ITALIA, CHE ULTIMIAMO QUESTA NEWS E VI AUGURIAMO BUONE VACANZE. ARRIVEDERCI A SETTEMBRE!