INSEGNAREDUCANDO . N°23 dicembre 2012

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Sommario 1. L’unica lezione che non dimenticheranno. 2. Adulti in resa, inacapaci di educare. 3. Approcci educativi per non far danni? 4.Quali competenze per insegnare? 5. L’inserto da collezione: Accade a Terranova Piedixterra a Riva di Bra Estate I CARE a Ramini 15. Azzardo a scuola? Parliamone! Cari colleghi, in questo numero “natalizio” e di chiusura del 2012, vogliamo raccontarvi tre storie vere, ambientate in tre luoghi d’Italia, lontani tra loro; tre esperienze che hanno lo stesso sapore: sanno di terra, di mani, di aria e profumano di stupore, quello degli occhi sgranati dei ragazzi che vedono il mare per la prima volta, che provano a dare forma a un oggetto con la creta, che scoprono e imparano... Queste tre storie sono legate da un filo educativo che ricorda le montagne isolate del Mugello e hanno la stessa voce che si sentiva a Barbiana: quel suono che nasce dall’esperienza condivisa di chi prova, sperimenta e riflette in gruppo, discutendo e cercando un raffronto su testi diversi e collegando molti saperi; quel modo di apprendere che diventa CONOSCENZA con la C maiuscola ...e poi non si può più dimenticare! La prima storia è bellissima e per raccontarvela siamo andati a cercarla in un posto lontano da tutto e da tutti: a Terranova di Pollino, in Lucania. La seconda è piacevolissima e si vive in una sperduta frazione della campagna piemontese, uno di quei luoghi che se non ti accompagna qualcuno non li puoi trovare. La terza è una favola accaduta davvero quest’estate in una parrocchia toscana che ha trasformato la solita estate ragazzi in un’esperienza affascinante. Ve le regaliamo per Natale perchè offrono una bella speranza a chi opera in scuole stanche, con colleghi disillusi e burocrazie sempre più pesanti da ottemperare. Sono piccoli doni, ma sono genuini, portati avanti da insegnanti che ci credono ancora e non hanno mai smesso di provarci. Dopo anni e anni di messa alla prova, questi tenaci colleghi lavorano ancora per una scuola che accompagna, inte- ressa, sviluppa curiosità, mette in atto la ricerc-azione attiva e partecipata. Con lo stesso entusiasmo della giovi- nezza, amano don Milani e Danilo Dolci, provano e riprovano a incantare anche chi a scuola non ha mai trovato posto e alla fine ci riescono con risultati sorprendenti. A loro è dedicata questa news, al loro coraggio educativo, alla loro fermezza contro ogni moda o indicazione calata dall’alto da chi non è mai stato in classe coi ragazzi. A questi insegnanti “tosti” e a noi, che li guardiamo per non perdere la strada nel pandemonio scolastico di questi ultimi anni, l’augurio che l’entusiasmo educativo traspaia sempre dagli occhi : è l’unica lezione che i nostri allievi che ci osservano non dimenticheranno. G.L. News 23 Dicembre 2012 L’unica lezione che non dimenticheranno. L’unica lezione che non dimenticheranno. “Ciò che impariamo a fare lo impariamo facendolo”. Aristotele Scrivete a [email protected] per indicarci la scuola - comunità educante che conoscete. Andremo a “viverla” per un giorno in prima persona, per poterla “raccontare” a tutti i lettori della news. 1 Cari colleghi, eccovi l’ultima news del 2012. Un numero ricco di esperienze interessanti. piccoli spunti per riflettere, ricaricarsi, ripartire. Ecco il nostro dono di speranza per questo Natale. Gli insegnanti del Gruppo Abele

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Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunita educante.

Transcript of INSEGNAREDUCANDO . N°23 dicembre 2012

Sommario1. L’unica lezione che

non dimenticheranno.

2. Adulti in resa, inacapaci di educare.

3. Approcci educativi per non far danni?

4.Quali competenze per insegnare?

5. L’inserto da collezione:Accade a TerranovaPiedixterra a Riva di BraEstate I CARE a Ramini

15. Azzardo a scuola? Parliamone!

Cari colleghi, in questo numero “natalizio” e di

chiusura del 2012, vogliamo raccontarvitre storie vere, ambientate in tre luoghi

d’Italia, lontani tra loro; tre esperienze che hanno lo stesso

sapore: sanno di terra, di mani, di aria eprofumano di stupore, quello degli occhi

sgranati dei ragazzi che vedono il mareper la prima volta, che provano a dare

forma a un oggetto con la creta, chescoprono e imparano...

Queste tre storie sono legate da un filoeducativo che ricorda le montagne isolate del Mugello e hanno la stessa

voce che si sentiva a Barbiana: quel suono che nasce dall’esperienza

condivisa di chi prova, sperimenta e riflette in gruppo, discutendo e cercando

un raffronto su testi diversi e collegandomolti saperi; quel modo di apprendere che diventa

CONOSCENZA con la C maiuscola ...e poi non si può più dimenticare!

La prima storia è bellissima e per raccontarvela siamo andati a cercarla in un posto lontano da tutto e da tutti:

a Terranova di Pollino, in Lucania. La seconda è piacevolissima e si vive inuna sperduta frazione della campagna

piemontese, uno di quei luoghi che senon ti accompagna qualcuno

non li puoi trovare. La terza è una favola accaduta davvero

quest’estate in una parrocchia toscana che ha trasformato la solita estate ragazzi in un’esperienza affascinante.Ve le regaliamo per Natale perchè offrono una bella speranza a chi operain scuole stanche, con colleghi disillusi e burocrazie sempre più pesanti da ottemperare. Sono piccoli doni, masono genuini, portati avanti da insegnanti che ci credono ancora enon hanno mai smesso di provarci.Dopo anni e anni di messa alla prova,questi tenaci colleghi lavorano ancoraper una scuola che accompagna, inte-ressa, sviluppa curiosità, mette in atto laricerc-azione attiva e partecipata.Con lo stesso entusiasmo della giovi-nezza, amano don Milani e DaniloDolci, provano e riprovano a incantareanche chi a scuola non ha mai trovatoposto e alla fine ci riescono con risultatisorprendenti. A loro è dedicata questa news, al lorocoraggio educativo, alla loro fermezzacontro ogni moda o indicazione calatadall’alto da chi non è mai stato inclasse coi ragazzi. A questi insegnanti“tosti” e a noi, che li guardiamo pernon perdere la strada nel pandemonio scolastico di questi ultimi anni, l’augurio che l’entusiasmo educativotraspaia sempre dagli occhi : è l’unicalezione che i nostri allievi che ci osservano non dimenticheranno. G.L.

News 23

Dicembre 2012

L’unica lezione che non dimenticheranno.L’unica lezione che non dimenticheranno.

“Ciò che impariamo

a fare lo impariamo facendolo”.

Aristotele

Scrivete a [email protected] indicarci la scuola - comunità educante che conoscete.Andremo a “viverla” per un

giorno in prima persona, per poterla “raccontare” a tutti i lettori della news.

1

Cari colleghi,

eccovi l’ultima news del 2012.

Un numero ricco

di esperienze interessanti.

piccoli spunti per riflettere,

ricaricarsi, ripartire.

Ecco il nostro dono di

speranza per questo Natale.

Gli insegnanti

del Gruppo Abele

News insegnanti Gruppo Abele

Questo libro scritto da due psicoterapeuti di Viterbo, presenta un’analisi della realtà giovanilea partire dallo stile educativo messo in atto dagli adulti e propone un format educativo “innovativo”,La Didattica delle emozioni® che rappresenta la pratica scolastica dei principi dell’Intelligenza Emotiva. Questo approccio, sperimentato da annisu vasti campioni di alunni di ogni ordine e grado di scuola, sviluppa negli ragazzi fattori di protezioneefficaci per affrontare difficoltà e disagi, condotte devianti e dipendenze.I risultati sono entusiasmanti.

Questo è un libro dogmatico, senza “se” e senza “ma”. Si presenta come un manuale di pedagogia, un format educativo di nuova generazione.

In realtà è un testo che analizza lo stato dell’educare e fa riflettere sulla responsabilità del mondo adulto nei confronti delle nuove generazioni.

Eccovene alcuni stralci.

Adulti in resa: incapaci di educare.Adulti in resa: incapaci di educare.

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“Ogni insegnante sa che per mediare i saperi

(da saper giocare insieme, al saper leggere,

al saper tradurre Cicerone) devecostruire un rapporto

con ciascuno dei suoi alunni, motivare,

cogliere i segni del disagio, contenere con autorevolezza

i conflitti e sostenere le fragilità. Il tutto all'interno di una stanza

con 20/30 allievi”.

“Intelligenza emotiva a scuola - Percorso formativo per l’intervento con gli alunni” - di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli - Erickson 2012

Lo stuzzicadenti

“Negli ultimi anni si è assistito a un’inesorabile resa delmondo degli adulti alle richieste sempre più eccessivedei bambini di ragazzi, abdicando di fatto a quel potere contrattuale che invece dovrebbe essere costantemente tenuto alto con ogni figlio e con ognialunno di qualsiasi età. L'educazione non ha a chefare con la democrazia. I piloti di un aereo in volo o ilcapitano di una nave in mare non si rivolgono i pas-seggeri sul da farsi; non chiedono, impacciati impauriti,la rotta; non convocano assemblee per decidere insieme la migliore manovra per atterrare e poteruscire indenni da una tempesta. I passeggeri dormonosonni tranquilli quando piloti capitani non chiedono enon tentennano, quando, cioè, comandano o, almassimo comunicano le loro decisioni "non trattabili".Confusi “da un sistema educativo in dimissione, le gio-vani generazioni tendono a percepirsi imperatori-pro-digio(...) A casa comandano loro: in molti nucleifamiliari bambini e ragazzini decidono cosa fare, doveandare in vacanza, cose quando mangiare, rele-gando padri e madri a ruoli subalterni, sudditi obbe-dienti e impauriti, puntuali a versare ai propri figlisomme di denaro piu' simili a provvidenze pensionistiche che alle classiche paghette". (Pag.21)

“Non avendo bisogno di opporsi (contro chi? Per conquistarecosa?), nessun adulto che indichi loro un futuro per il qualevalga la pena impegnarsi sacrificarsi e un "premuroso" mer-cato creato ad arte "tutto intorno a loro" che invita all'ec-cesso (bevi! Fuma! Divertiti! Fai sesso! Compra! Abbuffati!Vomita! Scommetti! Rischia! Clicca! Quota! Tragga! Manda100 sms gratis!), i ragazzi percorrono strade obbligate e sem-pre più anguste, nel tentativo di recuperare una dimensionedi presenza e di visibilità… Dentro nicchie sempre più angustee claustrofobiche, ricolmi di inutili gadget mai appaganti (...)agli adolescenti non rimane che rivendicare il godimento,l'eccesso e la dismisura”. (Mariani e Schiralli, 2011).“Dov'è questo paese dei balocchi? È qui sotto gli occhi ditutti,tutti i giorni e (soprattutto) tutte le notti: si tratta dell'im-menso lunapark sapientemente costruito dal mercato ( unicaistituzione che pensa ai giovani!) per gestire le generazioniespulse dal mercato come produttori, facendo le rientrarecome fruitori. E che fruitori! Comprano auto con i soldi dipapà (e relative assicurazioni, bollì, carburante, manuten-zione, ecc.), vestiti e accessori sempre alla moda con i soldidella mamma, viaggiano e si divertono ( con Facebook, conle chat, con gli sms inviati da telefonini sempre più complicatie costosi)”col contributo di entrambi. (pag.32)

News insegnanti Gruppo Abele

Approcci educativi... per non far danni.Approcci educativi... per non far danni.

Lo stuzzicadenti

“Alcuni ricercatori stanno approfondendo la ricadutadegli stili educativi dei genitori sull'organizzazione sul successivo sviluppo dei centri nervosi del cervello deibambini.Delle prime ricerche sembra che le condotte educativedi genitori prevedibili, autorevoli, empatici e sicuri ottimizzino l'integrazione delle reti dei neuroni nel cervellodei loro figli e aumentino la vascolarizzazione, favorendolo sviluppo di autostima e autonomia nonché una più efficace reazione allo stress e alle frustrazioni. Qualora invece genitori mettano in atto condotte educative superficiali, imprevedibili e troppo permissive,i loro figli saranno più improntate ad attivare il sistemanervoso autonomo parasimpatico. Tale modalità di rispo-sta è caratterizzata da bassi livelli di espressione emozio-nale, evitamento del contatto, chiusura e ritiro.Quando invece si è in presenza di genitori ansiosi, distantie disorganizzati, non in grado di offrire dosi regolate di affetto, i bambini tendono ad attivare il sistema nervososimpatico, mostrandosi di solito iperattivi, con alti livelli diespressione emotiva non modulata, irritabili, dipendentie con una scarsa capacità riprendersi da una stress.

Queste modalità precoci di risposta gli stili educativi deigenitori tendono a persistere nella prima adolescenza,nell'adolescenza e anche più tardi, se non intervengonofattori correttivi come ad esempio una scuola efficace

nell'educare alla gestione delle emozioni.l cervello degli esseri umani termina il completo sviluppointorno ai 20anni. Fino al termine dell'adolescenza, dunque, è plastico e in continua trasformazione… Le strutture neurali dei giovani rimangano ricettive e sonosuscettibili di cambiamenti in relazione a quanto l'am-biente, la cultura, la scuola e gli adulti offrono in terminidi ascolto, contenimento e opportunità. Che la neutro biochimica di un giovane cervello

dipenda in gran parte da come si pongono genitori,

educatori e insegnanti rappresenta un evento di grande

responsabilità e di grande speranza per il futuro del

genere umano. Nessun carattere preformato, nessunapersonalità immodificabile, nessun primato della gene-tica, nessun alibi dunque... Occorre però lavorare e im-pegnarsi tutti su questa speranza affinché non si trasformiin una desertificazione emotiva e affettiva sulla qualecorrono sempre di più i disagi dei nostri figli”. (Pag. 57)

“Fino al termine dell'adolescenza, il cervello degli esseri umani è plastico e in continua trasformazione… Le strutture neurali dei giovani sono suscettibili di cambiamenti in relazione a quanto l'ambiente, la cultura, la scuola e gli adulti offrono in termini di ascolto, contenimento e opportunità”.

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Di fronte a noi una classe di ragazzi...col cervello in formazione! Ci viene subito da osservare quanta poca consapevolezza ci sia nell’approccio

educativo di alcuni loro genitori. La nostra analisi, però, è fuori luogo e inutile. Piuttosto efficace, invece, è cogliere nell’istante della lezione, la nostra potenzialità e possibilità educativa di insegnanti e aprire la “cassetta degli attrezzi” che teniamo nelcuore dove non c’è solo la conoscenza della materia da insegnare, ma molto di più.

News insegnanti Gruppo Abele

Quali competenze per insegnare Quali competenze per insegnare

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Lo stuzzicadenti

Allora, cosa è richiesto ad un insegnante? Quali competenze?“Almeno 10:1. Conoscere la materia che si insegna (sembra una cosa scontata, ma non sempre lo è);2. Saper ascoltare gli alunni;3. Cogliere in tempo il segnale del loro disagio;4. Sapere sempre cosa si deve fare quando si evidenzia un problema o esplode una crisi;5. Cogliere i fenomeni emergenti del mondo giovanile (le mode, i modi, dei linguaggi);6. Avere una certa conoscenza della psicologia dello sviluppo, aggiornandosi spesso sugli ultimi studi;7. Progettare strategie di intervento adeguate per affrontare i problemi (ci sono molte buone pratiche daadattare alle differenti esigenze);8. Sperimentare procedure e protocolli di intervento;9. Verificare sempre quanto si sta facendo;10 Avere passione, autorevolezza e la capacità di affascinare.

Si tratta di competenze poco tecniche e molto attitudinali da affinare e collaudare attraverso confronti,collaborazioni e formazione di un certo livello: una formazione intesa come sperimentazione di progetti edu-cativi condivisi, interessanti, innovativi ed entusiasmanti in quanto finalizzati alla crescita dell'intera comunitàscolastica.Non ci si aspetti che una riforma-magari la prossima o la successiva ancora-aggiusti le cose.La disponibilità interna, l'empatia, l'autorevolezza non si attivano a colpi di riforme. Sono qualità preziose chevanno coltivate nel tempo. Con pazienza e caparbietà. Altrimenti, la fatica sarà sempre più insopportabilee qualunque aumento di stipendio sarà sempre troppo esiguo”. (Pag. 40)

Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli

“Intelligenza emotiva a scuola - Percorso formativo per l’intervento con gli alunni” - di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli - Erickson 2012

Prosegue il viaggio alla ricerca

dell’ISOLA CHE C’E’.

Vi presentiamo 3 PERLEche rappresentano buoni esempi di

pedagogia applicata da conoscere,osservare, imitare.

Questa volta i protagonisti sono insegnanti con tanti anni di

lavoro sul campo o già in pensione, al fianco dei genitori.

Tutte e 3 le esperienzahanno in comune

il metodo di lavoro:

SUSCITARE APPRENDIMENTO!

Queste 3 esperienze, geograficamentelontane tra loro, La scuola I CARE di Terranova di Pollino, il CAMPO estivo PIEDIxTERRA e la SCUOLA ATTIVA di Ramini mettono in pratica i 10 obiettivi individuati per avere spazio su questa news:

1. sono vere comunità educanti, nellequali tutti i componenti (insegnanti, ge-nitori, operatori, dirigente, ...) operanoin sinergia e benessere; 2. gli spazi, le persone, gli atteggia-menti, i percorsi sono veramente accoglienti;3. i ragazzi ci stanno volentieri, maanche gli insegnanti, i genitori ...4. si impara molto perchè i saperi si “co-struiscono” insieme; 5. gli allievi non sono “imbottiti” di saperi, ma si insegna loro a valutare ipercorsi fatti per programmare insieme il “da fare”; 6. si apprende dalla diversità, dallacooperazione, dalla ricerca, dall’approfondimento; 7. l’esperienza è un valore importanteper apprendere; 8. l’orario non detta legge, ma il tempoper maturare un apprendimento, sì.9. la continuità è reale perchè gli adultidi riferimento “crescono” insieme econdividono davvero;10. l’esperienza è replicabile in altri con-testi.

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La perla

SUSCITARE CURIOSITA’ DI SAPERE

VUOL DIRE INSEGNARE A UN RAGAZZO

A TUFFARSI NEL MARE DELLA CONOSCENZA.

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News insegnanti Gruppo Abele

L’isola che c’è

La passione educativa abita qui.La passione educativa abita qui.

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Terranova di Pollino, Basilicata profonda. Cercatela con Google Earth. Sperduta nel parco dei pini loricati, unici superstiti di un'antica terra unitaalla Grecia. Fino a un mese fa era per noi un paese isolato senza alcun interesse. Oggi, no. È un luogo speciale nel nostro cuore. Che cosa e' accaduto?Avevamo ricevuto una segnalazione all'inizio dell'anno scolastico: a Terranova il 25% dei ragazzi dellaprima media viene bocciato. Uno su 4! Un po' alta la percentuale visto che dovremmo stare sotto il 10%secondo le indicazioni europee! Ma quel 25% chi è? È facile parlare di numeri... Queste cifre astratte... sono ragazzini della scuola dell’obbligo! Qualcuno di loro, bocciato anche due volte, a scuola non voleva più metterci piede. Un disastro professionale, insomma, la sconfitta degli insegnanti! Se la scuola di Terranova fosse stata un'azienda, i signori insegnanti avrebbero ricevuto la lettera di licenziamento, perché non è' tollerata una tale percentuale di scarto nel mondo produttivo.Chi ci segnalava l'accaduto era una coppia in pensione:lei un’ insegnante con l’entusiasmo dei principianti, lui da sempre un punto di riferimento nel paese. Come rimanere indifferenti? Abbiamo deciso di andare a vedere cosa accadeva...

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La parlata lucana di quattro ragazzini e gli occhi attenti dei loro instancabili maestri, che li stanno ri-appassionando allo studio dopo le ripetute bocciature.

Ecco cosa abbiamo trovato a Terranova: lo spirito di don Milani.

Questo inserto è dedicato a raccontare la passione educativa che abbiamo incontrato

qua e là per l’Italia, dentro esperienze straordinarie e spesso sconosciute.

Coloro che le portano avanti sono adulti coraggiosi, che nella loro professionalità ricordano

lo spirito educativo di don MIlani.

Mettere in luce queste perle e portarle alla vostra conoscenza è per noi un impegno importante

e un regalo che vogliamo farvi.

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La Perla

L’isola che c’è

Barbiana oggi... a Terranova di Pollino. Barbiana oggi... a Terranova di Pollino.

News insegnanti Gruppo Abele La perla

Difficile da raccontare. Bisogna vedere di persona. Questo paesino lucano che appare nellanebbia, dopo km percorsi tra le montagne poco abitate del Pollino...

Su per le sue stradine e scalette fino alla piazzetta superiore, in una stanzina chiamata I CARE,ogni giorno si ritrovano per imparare e recuperare il tempo perso 4 ragazzini bocciati e pluribocciati dalla scuola media, perchè a quella scuola non ci sono più voluti andare.

L’idea di questa scuolina I CARE in Basilicata nasce nel-l’estate, dopo le pagelle di giugno: Pasquale, bocciato eribocciato nella seconda media, va a vedere i tabelloniesposti e legge: respinto! Di nuovo, per la terza volta do-vrebbe frequantare la stessa classe! Lui, 15 anni, alto unmetro e ottanta, condannato a sedersi nei banchi coi icompagni dodicenni!!! Dice alla mamma che a scuolanon ci metterà mai più piede.La madre non sa che fare, di certo non potrà trasci-narlo al guinzaglio in classe, visto che suo figlio è benpiù grosso di lei. Non le resta che rivolgersi alla sua mae-stra ormai in pensione, la Maestra Piera di Ca’ delConte, quella tenace insegnante che negli anni ‘70 eravenuta a vivere qui dal nord e che aveva fatto scuolaa lei e a tanti somarelli come suo figlio, con una talepassione che ancora oggi tutti se lo ricordano. Va atrovarla e le chiede aiuto. Piera, quasi settantenne magiovanissima nell’anima e negli occhi, l’ascolta con at-tenzione e le propone di incontrare Pasquale per ca-pire che cosa non va. Così scopre l’inghippo: questoragazzone pluribocciato non sa nè leggere nè scrivere!Non è dislessia, no. E’ inadempienza. Otto anni di scuola senza nessuno che si fermasse ac-canto a lui a rivedere le basi della lettoscrittura!

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Ma che Scuola abbiamo creato?Programmazioni raffinate secondo competenze

europee, valutazioni effettuate con la massima

precisione scientifica e poi? Scriviamo su diari e

registri: “non sa far questo, non sa far quello...”

Ma la scuola non serve proprio per imparare afare ciò che non si sa???

I CARE, mi interessa. Il contrario di “Ho il programma da svolgere”.

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Piera e Pinuccio ci accolgono con l’entusiasmo che traspare dagli occhi. Quando ci avevano scritto di andarli a trovare, non pensavano che l’avremmo fatto davvero.

Invece eccoci qui, pronti ad imparare da questi due instancabili Insegnanti come non arrendersi alle difficoltà e mettercela tutta per restituire il desiderio d’apprendere a chi l’ha perso... a scuola.

Come continua la storia?

Piera, che l’I CARE ce l’ha nell’animo, ne parla a

Giuseppe, suo marito, il mitico don Pinuccio di

Terranova. “Andiamo alla scuola a vedere cosa

succede”.

Ed ecco il bello: oltre Pasquale altri bocciati, in

prima media 4 su 16, il 25%!

Si parla ai genitori, si parla coi ragazzini.

Nessuno vuole rischiare di ripetere l’anno e poi ri-

trovarsi di nuovo respinto, come accaduto al loro

compagno. I genitori a scuola non li mandano

più. Scrivono una lettera al preside e chiedono a

Piera e Giuseppe di seguirli.

Una stanzina affittata in centro diventa la

scuolina I CARE e si parte.

Unico obiettivo: Rimettersi in pista con la voglia di

apprendere, quella che i ragazzi non hanno più.

Nella scuola dell’obbligo si boccia ancora???Nella scuola dell’obbligo si boccia ancora???

“ Tua figlia non ha le basi”. Eccol’unica motivazione data a voce aigenitori di una ragazzina di primamedia al termine dell’anno scola-stico, prima di consegnare il ver-detto: non ammessa alla classesuccessiva. Hanno anche “condan-nato” un ragazzone simpatico, altoun metro e ottanta , a ripetere perla terza volta la classe seconda. In-tanto lui è cresciuto, nel mondo deigrandi è capace di condurre quasida solo l’azienda agricola dei geni-tori. Non saprà scrivere l’acca con ilverbo avere, ma, bocciandolo ,per il terzo anno sentirà ripetere lestesse cose sino alla noia. Le cosedella scuola gli sembrano puerili elontane dalla sua vita. Ormai èstato respinto, buttato fuori dallascuola. Questa volta i genitori, so-prattutto le mamme , non ci stanno

News insegnanti Gruppo Abele C’è posta per ...

Sembra una storia di altri tempi. Invece, nel 2012, ci sono ragazzi normali costretti a ripetere per tre volte la stessa classe nella scuola dell’obbligo.

Accade sempre più spesso. Qualcosa ha legittimato la boccciatura. Un tempo l’insegnante che bocciava era ritenuto un incapace. Oggi no, viva la

selezione e il raggiungimento dei programmi. Risultato? La dispersione è in aumento!Ci piace condividere il pensiero di un caro amico che si adopera, come Piera e Giuseppe,

per restituire SCUOLA = OPPORTUNITA’ a chi è stato respinto: “Cosa farei io? - dice Guido T. - Semplice! Decurterei lo stipendio degli insgnanti che bocciano!Se bocci, è perchè non ce l’hai fatta. Quindi stipendio dimezzato. Se un malato va dal medico e

gli dice <Ho tanto male, non ce la faccio più!> cosa fa il medico? Lo ammazza? Perchè allora nella scuola “uccidiamo” chi si presenta debole e non ce la fa ad imparare?

E’ proprio a chi è più carente che gli insegnanti devono FARE SCUOLA!”

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Quando nella scuola dell’obbligo si perde qualcuno, la scuola non è più scuola.

E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

Don Milani - Lettera a una professoressa

“Cari amici,

abbiamo iniziato il 17 settembre questa avventura con quattro ragazzi ritirati dai

genitori dalla Scuola Pubblica.

Abbiamo bisogno di consigli ... Gianluca Cantisani é già venuto a trovarci e ci sta

seguendo. Seguiteci anche voi mandando materiale, esperienze, idee.

La presenza é graditissima. Fatevi sentire e non ci lasciate soli.

L'esperienza del Seminario di Barbiana con voi ci ha caricati e motivati per poter

iniziare e continuare questa esperienza faticosa, ma necessaria, per

lottare con le famiglie e i ragazzi contro l'ingiustizia subita.

Il motto I CARE lo abbiamo messo nell'intestazione della scuola.

Un abbraccio a tutti!”

Piera e Giuseppe.

che per recuperare alunni senza basisi ricorra alla bocciatura. Per evitareche nostra figlia ripeta inutilmentel’anno (facendo la fine dei due com-pagni respinti per la seconda volta)forse saremo costretti a ritirarla dallascuola pubblica”. Nel frattempo le due alunne respintefrequentano un centro di scuola al-ternativa e gratuita per il recupero,con la speranza di sostenere a set-tembre un esame di ammissione allaseconda classe.

e non hanno gettato la spugna,come, invece, hanno fatto le do-centi, che hanno rinunciato al recu-pero delle alunne. Due famigliehanno scritto al Direttore Generaledell’Ufficio Scolastico Regionale diPotenza. Nelle lettere già pervenuteall’Ufficio, i genitori hanno ribattuto:“ Dopo cinque anni giudicare nostrafiglia senza basi significa accusaregli insegnanti della scuola primaria diaver sbagliato tutto. O hanno sba-gliato prima o sbagliano adesso”. Infatti nelle pagelle della scuola pri-maria, inviate al Direttore, il giudizioé che ” il livello di apprendimento èstato più che sufficiente.” Visto che “la cura della bocciatura “è fallita, i genitori sono molto preoc-cupati e lo hanno scritto: “ Certa-mente in noi è venuta meno lafiducia nella Scuola Pubblica di Ter-ranova di Pollino. Ci sembra strano

Chi vuole mettersi in contatto o sostenere il loro lavoro di Piera Gornati e Giuseppe Carbone, può scrivere a SCUOLA “DON MILANI”: [email protected]

L’isola che c’è

I ragazzi di terranova ci scrivono che...I ragazzi di terranova ci scrivono che...

Sono tre mesi che i ragazzini frequentano lascuolina I CARE e per otto ore al giorno stannoinsieme, imparano e si confrontando. E’ cosìche hanno iniziato ad appassionarsi a moltecose e hanno scoperto la voglia di scrivere! Ecco Maddalena, 12 anni, che ci regala un suotesto poetico, redatto spontaneamente. Parladell’autunno che lei vede nel suo paesino, tra iboschi di castagne, dove ancora ci si scaldacon la legna... e pensare che fino a pochi mesifa proprio lei cercava tutte le scuse per non an-dare a scuola. Non so a chi di voi lettori è capi-tato, ma vedere un allievo solitamente“passivo”, risorgere, prendere carta e penna edesprimersi, è una gioia grandissima. Cari Piera e Giuseppe, bravi! Obiettivo raggiunto!

News insegnanti Gruppo Abele lettera a una professoressa

Cosa accade ad un allievo bocciato? Ci sono adulti convinti che la bocciatura faccia riflettere e altri che dicono il contrario.

Abbiamo deciso di chiederlo direttamente agli interessati.Ecco le espressioni dei ragazzi, senza alcuna mediazione.

Cara Prof, forse ho voglia di scrivere!

Quando hai capito che saresti stato bocciato? Cosa hai pensato? Cosa hai avuto voglia di fare?

“Ho avuto voglia di spaccare la faccia alla professoressae ho deciso di non andare più a scuola. La scuola DON MILANI non é la stessa cosa della scuolapubblica. Qui studio perche voglio prendere la licenzamedia”. (Vincenzo)

“Io lo sapevo già che mi avrebbero bocciata perché laprof me lo faceva capire. Ero rassegnata.Ora mi é ritornata la voglia di studiare e conoscere cosenuove”. (Francesca)

“Anch'io lo sapevo, la prof coccolava le altre e trascu-rava me. Nella scuola I CARE si sta una meraviglia perché andiamo avanti tutti insieme senza lasciare nessuno indietro”. (Maddalena)

“Da Natale mi avevano puntato e sapevo della boccia-tura. Volevo stare a casa.Ora mi trovo bene perché studiamo insieme. Incomincioa leggere e scrivere”. (Pasquale)

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AUTUNNO.

In questi giorni il cielo é grigio. Soffia il vento che

fa volteggiare le foglie colorate perché è arrivato

l’autunno. Gli alberi sono dipinti di giallo, verde,

marrone e arancione. Tutte le piante hanno cam-

biato colore, come per magia. Il bosco profuma di

foglie secche e di funghi. La pioggia cade come

una rugiada e bagna le foglie a terra. Gli uccelli

insettivori, come le rondini, non trovando cibo,

emigrano. Le tartarughe riposano nel loro guscio.

I serpenti aspettano il ritorno del sole sotto le pie-

tre o sotto terra. Alcuni animali vanno in le-

targo; prima mangiano molto per accumulare

grasso e così difendersi meglio dal freddo.

A casa si sente l’odore di caldarroste che scoppiet-

tano sul fuoco. Così le lunghe sere d’autunno si

passano in allegria mangiando castagne vicino

al focolare. In Ottobre si vendemmia e si fa il

vino. Si raccoglie l’oliva per produrre l’olio, si

raccolgono tutti i frutti. Ogni seme è buono per

la provvista. Si lavora molto per procurare tutto

il necessario per l’inverno e tutto l’anno. Si taglia

la legna, si carica sul trattore, si trasporta a

casa, si scarica e si accatasta nel magazzino. Le

sere e le notti sono lunghe. Io mi metto vicino al

fuoco sotto le coperte e dormo come un ghiro in

letargo. 9

News insegnanti Gruppo Abele

Accade che, durante le formazioni più interessanti

sul SENSO dell’educare, tra i partecipanti ci siano

alcuni Dirigenti Scolastici in quiescenza. Restiamo piacevolmente meravigliati

dalla loro presenza e ci mettiamo in ascolto

di tanta esperienza e determinazione nel continuare a credere

in una SCUOLA EDUCATIVA capace di accompagnare veramente

i ragazzi nell’apprendimento.Questi Dirigenti hanno ben chiaro

qual’è il vero scopo dell’istituzione scolastica.Non si lasciano ingannare

da mode e convenienze economiche. Per loro l’obiettivo è uno soltanto:

il bene dei ragazzi.

Guido ha 73 anni, ma continua a partecipare ai convegni sulla dispersione scolastica. La sua esperienza quarantennale nella Scuola, attenta agli “ultimi dellaclasse”, ci aiuta a ri-orientare la bussola che oggi molti insegnanti hanno perso!

Quanto abbiamo ancora da imparare!Quanto abbiamo ancora da imparare!

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La bussola...

Sono Guido Piraccini, Dirigente Scolastico di un’istitu-zione scolastica di Torino, in quiescenza dal settembre2007. Nel mondo della scuola ho trascorso una doz-zina d’anni come docente di scuola media e discuola elementare e 28 come DS. Oggi ho 73 anni e cerco di rimanere informato sullavita scolastica e di dare una mano quando necessa-rio.Partecipando a convegni e seminari sulla scuola sonovenuto a conoscenza del caso clamoroso dellaScuola Secondaria di 1° grado di Terranova di Pollino,dove quest’anno in classe prima hanno respinto 4alunni sui 16. Nel mondo della scuola, nel corso di tanti anni, hovisto molte criticità, ma questa mi ha fatto inorridireper una serie di motivi, che vorrei esporre sintetica-mente. Innanzi tutto perché proprio il Ministero del-l’Istruzione ha assunto da tempo iniziative di contrastoa tutto ciò che innesca le varie forme di dispersionescolastica, sulle quali i Dirigenti Scolastici sono tenuti,ripeto tenuti, ad esercitare azioni di controllo e di con-trasto. Nel caso specifico,mi sono chiesto, quali azionisono state esercitate? Probabilmente gli aspetti for-mali delle decisioni sono stati rispettati. E quelli sostanziali?

In una classe di 16 alunni, nel corso dell’ ultimo annoscolastico (e degli anni scolastici precedenti) quali pra-tiche educative e didattiche sono state poste in essere

per consentire a tutti gli alunni di sviluppare gli apprendi-menti conformi alle loro potenzialità personali? In carenza, quali sollecitazioni culturali sono state effettuatedal Capo d’Istituto nei confronti dei docenti? La legge istitu-tiva della scuola media parla chiaro: i docenti di tale ordinedi scuola hanno il dovere di “prendere per mano” ognialunno e partire con lui dai suoi livelli di apprendimento reali.Non esistono astratte “basi” codificate, tanto più che l’istitu-zione ministeriale di un “primo ciclo”, che parte dalla primaelementare e arriva alla terza media, sancisce anche formal-mente quanto la legge istitutiva della scuola media stabilivain termini pedagogici.Il secondo motivo che mi ha indotto ad amare considera-zioni è che tale scempio dell’impegno educativo e didatticoche dovrebbe caratterizzare il corpo docente, della psico-logia dell’età evolutiva e del rispetto umano sia avvenuto inuna scuola della Regione Basilicata. Come tutti sanno, la Basilicata è una regione che fa regi-strare da qualche anno una crescita positiva di quasi tutti gliindici con i quali si misura la qualità del sistema scolastico.Da ricordare l’eccellenza dei suoi alunni in campo matema-tico, che collocano la regione al primo posto tra le regioniitaliane! I dati raccolti da “Save the Children” nella sua re-cente pubblicazionesulla dispersione registrano una posi-zione della Basilicata di tutto rispetto.

(Continua da pag.9 )

News insegnanti Gruppo Abele

Dirigenti in quiescenza: una grande risorsaDirigenti in quiescenza: una grande risorsa

(Continua da pag.8 )

Anche i dati raccolti da “Tuttoscuola” rilevano un avan-zamento del sistema scolastico regionale in molti campi,e giustamente nel sito dell’USR Basilicata il suo DirettoreGenerale, dott. Inglese, li riferisce con orgoglio. Proprioper questi motivi vorrei conoscere le azioni intraprese dalDirettore Regionale dopo che la notizia clamorosa dellebocciature a Terranova del Pollino gli è stata rappresen-tata, tanto più che il fattaccio ha avuto luogo in unascuola media, cioè in un ordine di scuola che nel suo in-sieme ha fatto perdere alcuni punti al sistema scolasticodella Basilicata, dove il costo complessivo dei libri ditesto adottati dai docentidelle scuole medie ha sopra-vanzato il tetto indicato dal Ministero (59% in più), dovel’età media dei docenti di tale ordine di scuola è supe-riore agli indici nazionali, già di per sé molto alti…

Mi fermo qui, per ricordare a tutti gli interessati che,guarda caso, proprio l’anno scolastico che a Terranovasi è chiuso in modo così vergognoso, era stato aperto dalMinistro con un Atto d’Indirizzo, trasmesso alle scuole indata 8 settembre 2011, con nota prot. 10227, in cui

veniva sottolineata la necessità di: “proseguire le azionidi contrasto della dispersione scolastica” e di “conti-nuare a favorire il passaggio da un modello di scuolache opera per progetti ad una scuola che introduce l'in-novazione nella pratica educativa, sia attraverso l'im-piego delle nuove tecnologie, sia con i nuoviinsegnamenti trasversali riconducendo le attività aggiun-tive nell'ambito dell'attività didattica quotidiana”.Certamente non esistono oggi le condizioni per un rientrodegli alunni bocciati in un contesto scolastico che haagito nei loro confronti in termini così riprovevoli, reite-rando addirittura per alcuni di loro vere e proprie perse-cuzioni pluriennali. Mi auguro che la società civile locale,Sindaco in testa, sappia sostenere chi si è assunto il com-pito di realizzare in un altro contesto quanto è necessarioper quei minori. Non solo, mi auguro che questo sostegnovenga anche dall’USR, in quanto l’iniziativa di tutela diquegli alunni, anche se si realizza in un contesto esterno,mi risulta impegnata proprio nella realizzazione di quantoespresso dal Ministro dell’Istruzione nel citato Atto di Indirizzo.

News insegnanti Gruppo Abele C’è posta per ...

Ci lamentiamo dell’ignoranza e della saccenza,

della pigrizia e dell’opportunismo, dellasuperficialità e della menzogna...

Eppure non facciamo nulla perchèquesti atteggiamenti si modifichino.

Quando abbiamo di fronte un ragazzino, eccoci pronti a predicare

“ Non fare così, non fare cosà”...ma non è così che si educa!

E’ponendo attenzione al quotidiano e ragionandolo insieme che i ragazzi troveranno

la strada migliore e noi adulti il coraggio di correggere i nostri errori.

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L’isola che c’è

Con i PIEDI x TERRACon i PIEDI x TERRA

News insegnanti Gruppo Abele La perla

Maria Teresa ha fatto una carriera al contrario: da insegnante elementare a insegnante dell’infanzia: perchè?

Accompagnare i bambini nell’apprendimento richiede tempo, calma, osservazione, pazienza... Sono loro che scoprono e noi adulti che abbiamo la gioia di accompagnarli in

questo processo. Nessun programma fisso. La vita regala le occasioni migliori per apprendere.

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E' venerdì pomeriggio. Due bimbi stanno gio-

cando a pallone nel prato. Mi avvicino e vedo le

gambette stranamente puntinate. La mattina es-

sendo nel gruppo che si prendeva cura degli ani-

mali avevano dato l'impregnante ad acqua al

recinto del laghetto, dove convivono in buona ar-

monia conigli e paperelle. Dico loro che è necessario

pulire bene le macchioline, la pelle va sempre ben

ripulita da simili sostanze. Lasciano a malin-

cuore il pallone e cominciano a sfregare, con lo

strofinaccio imbevuto d'acqua, le macchioline.

Mi allontano per rifinire lo steccato e loro mi rag-

giungono per farmi vedere se il lavoro di pulizia è

sufficiente. Purtroppo non lo è e quindi li ri-

mando a fregare con più energia e in modo più

mirato. Si ripete la stessa scena per ben tre volte.

finchè si presentano con le gambette completa-

mente deterse. A questo punto do l'ok per tornare

a giocare a pallone. Si allontanano soddisfatti

mentre uno dice all'altro:- hai visto, ce l'abbiamo

fatta, non bisogna mai mollare – e l'altro di ri-

mando:– si c'abbiamo messo tutta l'energia e ce

l'abbiamo fatta – si voltano a guardarmi, fieri del

loro operato.

Tutto nasce sette anni fa quando viene donato uncascinale in stato di abbandono per scopi sociali a Un gruppo di amici con un grande un sogno: creareun luogo dove sperimentare una vita genuina, con iPIEDI X TERRA, nel ritorno al rispetto della natura edove mettere in atto pratiche di vita molto semplici,“allenandosi sulle strade della consapevolezza”. Perfare questo, gli amici si rimboccano le maniche e ini-ziano la sistemazione dello stabile, fondando l’asso-ciazione PIEDI X TERRA. Poi iniziano ad organizzarecampi esperienziali, convinti che solo l'agire concretopermetta a ogni persona di acquisire consapevo-lezza e possibilità di esprimersi con più compiutezzamettendo in luce risorse da sviluppare e limiti da rico-noscere, accettare e superare. E’ proprio il CAMPOESTIVO in CASCINA l'esperienza più coinvolgente chemeglio rappresenta le finalità dell'associazione. Nel2006 comincia quasi per scherzo, come momento divacanza per le famiglie del gruppo e allargato qual-che amico dei figli. E’ un successo! Grazie a ungrande staff di adulti responsabili che credono nel-l'educare, i ragazzi che partecipano al campo pos-sono sperimentarsi nell'agricoltura, nell'allevamentodegli animali, nel fare insieme dei piccoli e grandi la-voretti necessari alla cascina, possono cucinare, ap-parecchiare sparecchiare, riassettare, costruire,abbellire, occuparsi del bene di tutti e tutti insieme. Ecosì facendo, crescono e imparano tante cose: ilciclo alimentare, dalla terra alla tavola, la potenzia-lità del cibo genuino, il prendersi cura degli animali,la cooperazione, il senso della vita; imparano chenon si può fare tutto da soli, che è bello accettarel'aiuto degli altri e insieme si sta meglio.Ora l’associazione ha prenotazioni già a partire dal-l'anno precedente e ha superato la quota dei 40bambini partecipanti. L’

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L’isola che c’è

Imparare facendo... in cascinaImparare facendo... in cascina

“Ad Agosto sono andato alla cascina Piedi X Terra per2 settimane.Là ho fatto dei lavori che a casa mia non si fanno mai.Per esempio:

-ho dato da mangiare agli animali-ho innaffiato le piante-ho lavato i piatti

Alla fine di lavorare si faceva l’intervallo.Dopo di mangiare o facevamo i compiti o facevamouna passeggiata.Alla fine delle 2 settimane abbiamo fatto una bellissima festa dove abbiamo mangiato alcuni prodotti della cascina.Questa esperienza è stata spettacolare.Io adesso continuo a frequentare la cascina perchéè diventato un posto importante per me”.

Matteo

News insegnanti Gruppo Abele La perla

Non ci sono bambini iperattivi! Ci siamo noi adulti con le nostre difficoltà a gestire la loro energia”

di Maria Teresa Casavecchia

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Cosa pensano i ragazzi con i piedi x terra?

Chi fosse interessato a conoscere meglio l’iniziativa visiti il blog: http://piedixterrabra.blogspot.it/Chi desidera mettersi in contatto con Maria Teresa Casavecchia per saperne di più, può scrivere a: [email protected]

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SABATO 11 AGOSTO 2012 (h. 5,43)

Pensavo di aver bisogno di dormire tre giorni, per ri-prendere le forze dopo il Campo Estivo di Piedi xTerra. Se torno col pensieo ai preparativi, rivedo lasolita “crisi” più o meno profonda, dovuta alla lottainteriore tra l'impegno per il Campo con annessa si-stemazione della cascina, e il godermi le vacanzeda insegnante dedicando il tempo a me stessa, allamia famiglia, alla mia casa almeno una volta ogniqualche anno. Poi, come ogni fine Campo la soddi-sfazione per il lavoro compiuto, la gioia di veder rea-lizzato in piccola scala il sogno che abbiamointrapreso insieme ben nove anni fa, la serenità deibambini e di chi ha dedicato a questa esperienzatutto o parte del suo tempo, insieme all'apprezza-mento manifestato dai genitori durante il percorsoe ancor più la sera della festa di chiusura, confer-mano che la strada tracciata e collaudata in questisette anni, ha i numeri per poter diventare un'espe-rienza vincente. E questo, creativamente parlando moltiplica vera-mente le energie, tanto che, azzardo il pensiero, sipotrebbe pensare per i prossimi anni di aprire ilCampo per tutto il periodo delle vacanze estive. Tra i tanti spunti di riflessione.... “pedagogica” mi sof-fermerei su due episodi, in grado a mio parere didare un senso all'esperienza.

“Come rispondono i ragazzi, dipende essenzialmente da noi,

dalle esperienze che proponiamo, dal nostro atteggiamento interiore,

da ciò in cui crediamo e dal modo di dar lorotempo e attenzione”. M.T. Casavecchia

“Per me questi sono stati i giorni più belli dell'estate.

Mi sono divertito con i miei amici e con gli animatori e tutte

le attività che ho fatto.

Ogni giorno cose diverse: il lunedì sono andato in cucina per

la cura del pasto e ho preparato i pomodori. Dopo mangiato

avevo il tempo libero quindi ho giocato e chiacchierato con

gli amici, martedì sono andati in vigna, ma io non c'ero.

Mercoledì col mio gruppo mi sono preso cura degli animali:

cavallo, pecore, conigli, anatre e cani. Dopo pranzo ho spa-

recchiato e scopato, poi avevo il tempo libero. Giovedì mi

sono preso cura dell'ambiente e il venerdì ci siamo allenati

per il torneo del nocciolo e la partita di calcio a piedi per

terra sull'erba.

Eravamo divisi in tre squadre: timo, rosmarino e salvia. Io

ero nel rosmarino, insieme a me c'era mia sorella che però

era nella salvia.

Questa è l'estate ragazzi con Piedi x Terra”. Gerald

5 scatti per raccontare ... 5 scatti per raccontare ...

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Una comunità educante per imparare davvero

News insegnanti Gruppo Abele La perla

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Estate ragazzi I CAREEstate ragazzi I CARE

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“Restituire la voce e la cultura ai bambini nel segno di don Lorenzo”

Pistoia. Poteva essere un’esperienza estiva come un’altra, di quelle che nascono ovunque, dove i ragazzi “passano il tempo” in compagnia. Invece no.

A partire da una lettera collettiva scritta dai bambini al loro Parroco e alla Comunità, viene coinvolta lascuola e poi il centro documentazione Don Milani e i genitori.

Nasce un’esperienza interessantissima di scuola attiva estiva che ora è raccontata da una mostra curata dall’architetto Isralel Abifarin Oduola.

"Quando avrai perso la testa,

come l'ho persa io, dietro poche decine di

creature, troverai Dio come un premio"

Don Lorenzo Milani, Lettera a Nadia Neri

Questa esperienza straordinaria è iniziata l'11 giugnopresso la canonica della chiesa di Ramini e si è pro-tratta per quasi tutta l'estate grazie ad alcuni generosivolontari. È stata una vera e propria SCUOLA ATTIVA con moltis-sime attività culturali ed educative condotte con me-todo cooperativo: incontri con artigiani, esperti dimestieri, artisti, le proiezioni di video, le visite guidate aluoghi significativi, gli esercizi di creatività linguistica e ar-tistica, la propedeutica allo studio. Tutto il laboratorio discuola attiva ha dimostrato che il desiderio del saperepuò e deve rappresentare un ideale alto per i nostribambini Si è cercato di ricostruire l'unità del sapere, po-nendo sullo stesso piano quello teorico, quello manuale,quello artistico, con la costante attenzione alla globalitàdell'educazione del bambino. Hanno partecipato circa45 bambini (con una crescita continua di adesioni).L'iniziativa ha avuto origine dalla catechesi di ungruppo di bambini del pre-cresima conclusosi con latoccante lettera collettiva a don Massimo e alla comu-nità e con la visita a Barbiana. In collaborazione conl'istituzione scolastica, si è cercato quindi di fare un’ana-lisi della situazione scolastica e sociale dei bambini e siè colta l'esigenza di una risposta concreta sul territorio,che ha incontrato subito l'adesione dei genitori. Infatti crediamo che una scuola attiva sia possibile solose è anche una scuola comunitaria, che è comunità eche produce comunità nel territorio.Ora, quest’esperienza è ben illustrata in una Mostra cheMauro Matteucci ci descrive:

Nella Mostra “Restituire la voce e la cultura ai bambini nel segno di don Lorenzo” realizzata dalle Parrocchie

di Ramini-Bonelle in collaborazione col Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo Milani - che,

con i primi allestimenti nelle chiese di Ramini e di Vicofaro, ha incontrato già notevole successo e interesse

- si propone di rappresentare un messaggio costruttivo per i bambini nella memoria del grande Maestro.

Hanno spazio nella mostra le iniziative delle nostre comunità per approfondire la riflessione e l'azione soli-

dale verso gli ultimi, nello spirito più autentico del messaggio di don Lorenzo, al quale s'ispira da tempo la

nostra ricerca di coerenza evangelica. Proprio l'entusiasmo nell'aderire e nel partecipare alla scuola attiva

è un'ulteriore dimostrazione della straordinaria attualità della lezione milaniana, che, partendo dall'atten-

zione e dall'amore per i bambini, mirò costantemente a dare loro voce, a formarne e valorizzarne la per-

sonalità, a costruire consapevolezza. La mostra insieme a questa piccola, ma significativa esperienza

concreta si pone all'interno di un percorso di lavoro futuro aperto a tutti, per dare una risposta globale alle

esigenze educative e per ricostituire sui territori, luoghi di aggregazione, che vedano i bambini protagonisti

e gli adulti partecipi in modo cooperativo alla loro crescita. Intendiamo ringraziare tutti coloro che hanno

collaborato attivamente e in particolare l'architetto Israel Abifarin Oduola, autore della realizzazione grafica

della mostra.

Don Massimo Biancalani e Mauro Matteucci

Comunità di Bonelle-Ramini e Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo Milani

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Forse è la prima volta che gli insegnanti di una scuola superiore s’interrogano sul giocod’azzardo, con un approccio interattivo: partire dalle emozioni coinvolte nel gambling,per tentare per capire il fenomeno in profondità e affrontarlo in classe nel modo giusto .

Azzardo a scuola? Parliamone!Azzardo a scuola? Parliamone!

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Per approfondimenti: http://www.andinrete.it/portale/index.php?page=27&sid=321bd14619bac1cef7994d65eaadfbd7

Il binocolo

L’Italia, un paese dove si spendono circa 1260 europrocapite, neonati compresi, tra videopoker, slot-ma-chine, gratta e vinci, sale bingo, per tentare la fortunache possa cambiare la vita. E dove si stimano 800milapersone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi duemilioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale stimatoin 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere,mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello ille-gale. E' "la terza impresa"italiana, l'unica con un bilan-cio sempre in attivo e che non risente della crisi checolpisce il nostro paese (Dossier Azzardopoli - Libera.Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – Gennaio2012).Anche se si pensa che il gioco d’azzardo problematicotocchi principalmente gli adulti, al giorno d’oggi risultache le attività di gioco d’azzardo siano particolar-mente attraenti anche per i ragazzi. Gli studi di preva-lenza condotti negli USA, in Canada, in Nuova Zelanda,in Europa e in Australia hanno costatato l’aumento deitassi di diffusione del comportamento di giochi d’az-zardo legali e illegali tra i giovani.Circa l’80% degli studenti di scuola superiore afferma

di avere giocato d’azzardo nell’ultimo anno:

tra loro, una quota tra il 4 e l’8% evidenzia segni digrave gioco problematico e un’ulteriore quota tra il 10e il 14% risulta essere a rischio di svilupparlo.Tuttavia, per la maggior parte dei genitori e dei ragazziil gioco d’azzardo è considerato un innocuo compor-tamento quasi privo di conseguenze negative.

A Lecce è partito un laboratorio di formazione su questotema dalla richiesta di alcuni insegnanti della Provincia che,tramite Libera locale, si sono interrogati osservando i loroalunni che sempre più frequentemente “bazzicano” intornoa sale da gioco e slot-machine.Mentre qualche adulto ancora si chiede: “cosa c’entra lascuola con il gioco d’azzardo?”, questo gruppo di 30 inse-gnanti ha deciso di interessarsi dei “soggetti” del proprio la-voro-impegno, a partire da ciò che osservano e ascoltano inclasse. In questo “laboratorio” di formazione, la capacità di “mettersiin gioco” da parte dei colleghi di Lecce è stata altissima. E’stata proposta loro una simulazione per cercare di capire ilcomportamento e il vissuto dei giocatori. Successivamente,attraverso un lavoro cooperativo, si è analizzato il fenomenoriuscendo ad interiorizzare con più profondità i suoi variaspetti. Ora l’idea è quella di sperimentare queste tecnicheanche con le classi, per provare a responsabilizzare maggior-mente i ragazzi. Chi fosse interessato a formarsi su questo argomento con icolleghi, può scrivere a [email protected]. A.E

Il 10% dei ragazzi compresi

tra i 12 e i 17 anni spende

una cifra che oscilla tra i 30

e i 50 euro al mese in gratta

e vinci, scommesse, lotto e

superenalotto ed è a rischio

di diventare un giocatore

patologico. Forte aumento anche tra le

ragazze. Fabrizio De Feo - Gio, 4/11/2011 – Il Giornale

Cari colleghi, con questa news “corposa” vi auguriamo buone feste di riposo e ricarica. Arrivedereci al 2013!

La capacità di ascolto e osservazione dovrebbe essere insita nella

professione docente, accompagnata dall’astensione dal giudizio

e dal desiderio di approfondire i temi più complessi della realtà

giovanile, con l’ aiuto di esperti che operano sul campo.

L’interessamento alla crescita sociale dei propri ragazzi dovrebbe

riscontrarsi sempre in questa categoria. Purtroppo spesso si

riscontra frustrazione...