Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (3a lezione)

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Il medium televisivo: paleotelevisione e neotelevisione

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Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (Paolo Costa)

3a lezione, 24 febbraio 20111) Il medium televisivo:

paleotelevisione e neotelevisione2) La TV digitale

Insegnamento: Comunicazione Digitale e Multimediale A - a.a. 2010-2011

Agenda

• Funzione della televisione e strategie culturali

• Paleotelevisione

• Neotelevisione

• Le piattaforme digitali

• Televisione e realtà

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È possibile definire la televisione?

• Una parola, quattro significati

– Un insieme di contenuti caratteristici (telefilm, varietà,

informazione, reality e talent show, …)

– La trasmissione del segnale con cui i contenuti sono codificati

– Il dispositivo (“device”) che riceve il segnale e permette la

fruizione di tali contenuti: il televisore

– Un modello di business: fare soldi offrendo al pubblico i

contenuti ricevibili con il televisore

• Oggi queste quattro dimensioni non stanno più insieme

– I contenuti televisivi sono disponibili su molti dispositivi

(televisore, PC, smartphone, tablet)

– Il TV set permette anche la fruizione di contenuti non televisivi

– Le modalità di trasmissione del segnale sono molteplici

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La TV oggi: fra feticcio tecnologico …

… e retorica della libertà

Un apparente paradosso

• Più la televisione si arricchisce di connotati (interattività,

alta definizione, 3D, …) e di possibilità (“decidi tu cosa,

decidi tu quando, decidi tu dove”), meno ci appare

circondata dall’aura di magia e stupefazione che la

caratterizzava un tempo

– Oggi la televisione non incanta più

– Oggi non diciamo più: “l’ha detto la televisione”

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Il rapporto con l’industria culturale

• La televisione si è prestata a usi alternativi, che

corrispondono a fasi diverse dello sviluppo dell’industria

culturale in Italia e nel mondo

• In particolare è possibile distinguere quattro strategie

– Grillo

– Corvo

– Topo

– Gatto

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Fausto Colombo, La cultura sottile (1998)

Il grillo: educare con il consenso

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Il corvo: educare con la propaganda

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Il topo: divertire gli amatori

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Il gatto: divertire le masse

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Dal grillo parlante al paese dei balocchi

• Il modello della TV commerciale, fondato sulla strategia

del gatto, nasce negli Stati Uniti

– In Italia l’avvento della televisione commerciale in Italia è legato

alle sentenze della Corte Costituzionale che liberalizzarono la

trasmissione via cavo (1974) e over-the-air (1976), dando di fatto

via libera all’avventura imprenditoriale di Silvio Berlusconi

– Nel 1978 la Fininvest di Berlusconi lanciò l’emittente Telemilano

58, destinata a prendere il nome, negli anni successivi, di

Canale 5

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Franco Debenedetti e Antonio Pilati, La guerra dei trent’anni. Politica e televisione

in Italia 1975-2008 (2009)

Il “commercial deluge”: più pluralismo?

• Per Jay J. Blumler l’avvento della televisione

commerciale in Europa non ha accresciuto le opzioni

culturali per il pubblico

– La focalizzazione sull’audience (l’unico parametro che sembra

contare, dal punto di vista commerciale) comporta il fallimento

della televisione come servizio pubblico, finalizzato a sviluppare

la capacità critica e di scelta dei cittadini

– L’enfasi si sposta da un pluralismo dei principi a un pluralismo

pragmatico, nel quale è tollerato solo il quantitativo di diversità

che paga in termini economici

– Nasce una “bland and homogeneous international media culture”

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Jay J. Blumler, Television and the Public Interest: Vulnerable Values in West Europe

Broadcasting (1992)

Paleotelevisione vs neotelevisione

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Paleotelevisione Neotelevisione

Obiettivo Educare Intrattenere (l'intrattenimento tende a inglobare tutto: informazione, cultura ecc.)

Logica del palinsesto Evento (“TV festiva") Flusso (andamento ciclico, fatto di microeventi narrativi, quotidiani, senza cesure)

Linguaggio Mutuato da altri media Originale (televisivo)

Strategia di genere Adesione ai canoni Rottura

Strategia di affabulazione Distinzione fra spettacolo e realtà (i tempo del racconto non coincide con quello della fruizione)

Spettacolo come proiezione della realtà (tempo del racconto e tempo della fruizione si identificano)

Strategia promozionale Assente Improntata ai principi del marketing

Le espressioni “paleotelevisione” e neotelevisione” sono introdotte da Umberto Eco in Sette

anni di desiderio (1983)

Paleotelevisione

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Paleotelevisione

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Neotelevisione

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Strategie neotelevisive

• Giocare sul sicuro (stereotipi culturali, esperienze

comuni e condivise)

• Fare spettacolo (intrattenere)

• Riflettere i valori medi della società (minimizzare le

possibili obiezioni del pubblico)

• Riconoscibilità (fatti, situazioni e persone conosciuti dal

pubblico)

• Tutelare il prime time

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La TV fa male al giornalismo?

• È diffusa l’idea che la televisione abbia qualcosa di

tossico: l’impossibilità delle immagini di farci discernere

fra vero e falso

• Nell’era della televisione - si dice - il giornalismo non

viene meno in quanto spazio sociale, ma cessa di

esercitare la funzione che idealmente gli si attribuisce:

riferire i fatti per come essi sono

• L’immagine, soprattutto elettronica, ci cattura e ci

trattiene, a volte ci ossessiona, ma non ci aiuta a capire

la natura del reale

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Le concezioni apocalittiche

• Guy Debord: che veicolino informazione, propaganda o

pubblicità, i mass media replicano il modello dello

spettacolo, funzionale alla produzione e al consumo

• Raymond Williams: il flusso dei contenuti televisivi si

mescola in modo apparentemente innocuo al flusso

quotidiano della vita del pubblico, fino a confondersi con

esso e a sostituirlo

• Pierre Bourdieu: l’informazione televisiva esercita una

violenza simbolica, poiché crea la realtà, selezionando i

fatti in base al criterio dello spettacolare

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Guy Debord, La société du spectacle (1967)

Raymond Williams, Television: Technology and Cultural Form (1974)

Pierre Bourdieu, Sur la télévision (1996)

Derrida e Baudrillard: artefatti e simulacri

• Jaques Derrida: dall’attualità all’artefattualità

• Jean Beaudrillard: La televisione e i media elettronici in

generale annullano la distinzioni fra gli oggetti e le loro

rappresentazioni, fra il reale e l’immagine mediata

– I segni non sono più “cose che stanno per altre cose”: essi si

trasformano in simulacri, sostituendo il vero

– Questa scomparsa delle cose, a vantaggio delle loro simulazioni,

rappresenta il “delitto perfetto” perpetrato dalla televisione

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Jaques Derrida e Bernard Stiegler, Échographies de la télévision (1996)

Per quanto riguarda la riflessione di Baudrillard sulla crisi della realtà si vedano Pour une

critique de l’économie politique du signe (1972), Simulacres et simulation (1981) e Le crime

parfait (1995)

Lo spettacolo come simulazione

• La televisione fabbrica una serie di immagini artificiali, di

riproduzioni speculari della realtà

– Per Baudrillard la simulazione cancella il mondo

– Ma si potrebbe altresì dire che a simulazione ricrea il mondo, ne

genera una copia fittizia: la simulazione è un artifizio che

permette all’emittente e allo spettatore di comunicare insieme

– La televisione, dunque, ha caratteristiche comunicative, nel

senso che produce significati socialmente condivisi

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Francesco Marinozzi, Lo schermo del quotidiano. Lo spettacolo nella neo-televisione (2009)

Le piattaforme digitali

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* Fastweb e Alice Tv ritrasmettono via IPTV alcuni canali gratuiti disponibili su altre piattaforme. E’ attiva anche Wind con Infostrada Tv, ma

risulta avere ancora una diffusione del tutto marginale.

ANALOGICO

TERRESTRE

DIGITALE

TERRESTRESATELLITE IPTV *

FREE

TV

PAY

TV

La corsa dei canali tematici

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Fonte: elaborazioni su dati Auditel, intera giornata, individui 4+, anno solare. * Al 17.05.2010.

L’andamento dei ricavi

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Fonte: elaborazioni su dati bilancio consolidato Rai, Mediaset (solo Italian Business) e Sky Italia.

* L’esercizio fiscale Sky va dal 1° Luglio al 30 Giugno dell’anno successivo. Ad esempio il dato 2004 si riferisce al periodo 1§ Luglio

2003 – 30 Giugno 2004.

Rai Mediaset Sky

La pressione competitiva

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