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Fallimenti del mercato: Aspetti microeconomici

Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma

Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome

Fallimenti micro

• Fallimenti nel ottenere l’efficienza derivano da violazioni delle assunzioni del primo teorema, quindi dall’esistenza di

– Regimi non concorrenziali

– Mercati incompleti

• Esternalità

• Beni pubblici

• Costi di transazione e asimmetrie informative

• Beni meritori e disuguaglianza (in seguito)

Concorrenza perfetta

• La concorrenza perfetta è una forma di mercato identificata dalla presenza di:

– beni omogenei

– elevata numerosità degli operatori (price taker)

– assenza di intese o di accordi tra di essi

– libertà di ingresso e di uscita dal mercato

– perfetta informazione

• Se ne manca anche uno solo il mercato acquista caratteristiche di concorrenza imperfetta.

Regimi non concorrenziali

• Principali esempi di concorrenza imperfetta: – Monopolio: una sola (grande) impresa e barriere

che impediscono l’ingresso di altre imprese nel mercato

– Concorrenza monopolistica: come la concorrenza perfetta ma prodotto non omogeneo (differenziato).

– Oligopolio: poche grandi imprese (ci possono essere o non essere barriere; il prodotto può non essere omogeneo).

Tanti singoli monopoli

(differenziazione di prezzo)

Strutture di mercato: sintesi

I prodotti sono differenziati?

Quanti

produttori ci

sono? Oligopolio

Concorrenza

perfetta

No

Uno

Pochi

Molti

Si

Concorrenza

monopolistica

Monopolio

Monopolio e barriere di entrata

• Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori

• Nei mercati ci possono essere diversi tipi di barriere di entrata: – economie di scala,

– barriere legali,

– merceologiche.

• Cause “non tecnologiche”: – Barriere legali (licenze, brevetti, ...) – Barriere all’entrata derivanti dal controllo su alcuni

input indispensabili per il processo produttivo – Economie di rete (network): valore di un prodotto

per i consumatori maggiore con il numero di utilizzatori

– Cartelli tra imprese

• Cause “tecnologiche”: – Rendimenti di scala crescenti: – Elevati costi fissi per intraprendere l’attività e

“irrecuperabilità” dell’investimento (sunk costs)

Principali cause

OPEC Vs.

World

We’d like some more!

Please!

Please!

Please!

Tipologie

• Monopolio delle risorse – una sola impresa detiene una risorsa chiave

• Monopolio legale – una sola impresa detiene il diritto esclusivo di

produzione di un bene

• Monopolio naturale – una sola impresa è in grado di fornire all’intero

mercato un bene o un servizio a costi più bassi di quelli che affronterebbero due o più imprese

Decisioni di produzione e di prezzo

• Monopolio e concorrenza → diversa percezione della domanda (elasticità della domanda dell’impresa rispetto al prezzo).

– Le imprese concorrenziali prendono il prezzo come dato → domanda orizzontale (perfettamente elastica).

– Essendo l’unico a vendere il bene, il monopolista → intera curva di domanda del mercato (inclinata verso il basso).

Il problema dl monopolista

• La curva di domanda è per il monopolista l’insieme delle sue possibilità di scelta.

– Può decidere qualsiasi coppia di quantità e prezzo (Q, P), purché, appunto, sulla curva di domanda.

– ↑ P (profitto ↑) ↔ ↓ Q venduta (profitto ↓).

• Come si ottiene l’ottimo? Con Cma=Rma! [non conveniente variare P] – come in concorrenza.

• Il prezzo risultante sarà però più alto.

Concorrenza perfetta

Offerta = NxCma

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa concorrenziale

Domanda dell’impresa individuale

10 20 30

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Rma

Monopolista

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa monopolista

Rma

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Decisioni di produzione e di prezzo

• Per un’impresa in concorrenza, il prezzo e il costo marginale sono uguali: P = Rma = Cma

• Per un’impresa monopolista, il prezzo è superiore al costo marginale: P > Rma = Cmq

• La formula del mark up è un altro modo per vedere il potere di mercato del monopolista

• Tanto più elevato (basso) quanto più la domanda è rigida (elastica) [nota |e|>1]

1

1

P CmaP Cma Cma

P

e

e e

Monopolista: Profitti (rendita)

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa monopolista

Rma

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Cu

Nota: il monopolio, in questo esempio, produce nel punto di costo medio minimo

Profitto

E in concorrenza… extraprofitti?

Offerta

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa concorrenziale

Domanda dell’impresa individuale

10 20 30

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Rma

Cu

Entrata e uscita

Offerta

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa concorrenziale

Domanda dell’impresa individuale

10 20 30

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Rma

Cu

Medio periodo: P=Cu

Offerta

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato Impresa concorrenziale

Domanda dell’impresa individuale

10 20 30

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Rma

Cu

Profitti, extra-profitti, rendita…

• In concorrenza perfetto spesso si parla di profitti (o profitti normali) contrapposti a extra profitti o quasi rendite. In monopolio di profitti oppure rendite.

Profitti, extra-profitti, rendita…

• In concorrenza perfetto spesso si parla di profitti (o profitti normali) contrapposti a extra profitti o quasi rendite. In monopolio di profitti oppure rendite.

1. Profitto normale → remunerazione imprenditore (in entrambi in regimi)

2. Profitto di monopolio = Rendita → monopolio con P>Cu

3. Extra profitto = Quasi rendita → concorrenza con P>Cu temporaneamente (breve periodo)

4. Perdita → P<Cu: monopolista non produce in perdita (se non sussidiato), in concorrenza può accadere nel breve periodo

Monopolio naturale

• Dipende dalle caratteristiche della tecnologia (in rapporto all’ampiezza del mercato) → rendimenti crescenti di scala (costi medi decrescenti)

• In questo caso P=Cma (efficienza) implica profitti negativi, per avere profitti positivi occorre P>Cma.

• Nota: concorrenza perfetta → rendimenti decrescenti di scala

Monopolio naturale

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Rma = Cma Regime di monopolio

Rma Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma

Cu Cu

Cma

Rendita? Perdita!

Monopolio naturale

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Mercato contendibile

(monopolio barriera)

Regime di monopolio

Rma Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Cu NxCu

NxCma

Rma

Rendita

Rendita = 0

Costi del monopolio

1. Inefficienza allocazione

2. Inefficienza produttiva

3. Inefficienza dinamica (innovazione)

– dibattito su efficienza dinamica e forme di mercato

4. Costi sociali di attività rent seeking

– Attività di lobby (political economy)

– Altri costi per il mantenimento delle barriere

1) Inefficienza allocativa

• La presenza di una condizione di monopolio comporta tipicamente perdite di benessere per la collettività:

– La conseguenza indesiderabile tradizionalmente messa in luce dalla letteratura economica è che il monopolista tipicamente produrrà/offrirà una quantità inferiore a quella efficiente e i consumatori sopporteranno un prezzo superiore a quello che avrebbero dovuto pagare ad una impresa operante in una industria concorrenziale (inefficienza allocativa)

Monopolista (distribuzione)

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Regime concorrenziale Regime di monopolio

Rma

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Offerta

Surplus del consumatore Surplus del produttore

Monopolista (inefficienza)

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Regime concorrenziale Mercato monopolistico

Rma

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Offerta

Inefficienza allocativa

2) Inefficienza produttiva

• Il potere di mercato consente al monopolista di non doversi preoccupare di produrre nel modo tecnicamente più efficiente

• Può massimizzare i profitti senza minimizzare i costi, ma perché dovrebbe produrre con una tecnologia meno efficiente (maggiori costi)? – non avendo rivali è meno spronato a innovare e

adottare la migliore tecnologia (effetto di rimpiazzo) – l’ambiente competitivo seleziona le imprese più

efficienti da quelle inefficienti (che falliscono); in un mercato monopolistico non avviene nessuna selezione

Inefficienza produttiva

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Monopolista Concorrenza (minimizza i costo)

Domanda

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

NxCma

NxCu

Rma

Cma

A

B

Cu

C

Inefficienza allocativa Inefficienza produttiva

Rma = P

Ricapitolando: Inefficienza

• Inefficienza allocativa

– Regime monopolistico → Prezzo > Costo medio

– Regime concorrenziale → Prezzo = Costo medio

• Nel medio periodo per effetto della libertà di entrata e di uscita dal mercato

• Inefficienza produttiva

– Regime monopolistico → Prezzo > Cma (=Rma)

– Regime concorrenziale → Prezzo = Cma (=Rma)

3) Efficienza dinamica

• Efficienza dinamica: possibilità di introdurre nuovi processi e prodotti da parte delle imprese

• Cosa cambia: – da un punto di vista statico, indaghiamo se la

concorrenza spinge le imprese ad operare sulla frontiera dell’efficienza produttiva corrente

– dinamicamente, indaghiamo se la concorrenza stimola le imprese a spostare la frontiera dell’efficienza produttiva/tecnica più velocemente e in avanti

• Minori incentivi ad innovare in monopolio?

Efficienza dinamica e forme di mercato

• Problema: le grandi imprese possono essere più efficienti delle piccole nell’innovare e, quindi, la concorrenza può essere di ostacolo a questa forma di efficienza dinamica?

• Due visioni: – Il potere di mercato riduce la rischiosità degli

investimenti in innovazione, il monopolio favorirebbe quindi il progresso tecnologico

– Il potere di mercato scoraggerebbe le imprese che lo possiedono ad innovare per accrescere la propria competitività

Pro monopolio (Schumpeter)

• Innovazione favorita in mercati caratterizzati da elevato grado di concentrazione: – innovazioni tecnologiche richiedono investimenti

ingenti in R&S (per incertezza esito ricerca / per rendimenti di scala crescenti della R&S);

– solo in presenza di potere di mercato si potrà sfruttare il vantaggio di costo derivante dall’innovazione.

• Schumpeter J.A., Capitalismo, socialismo e democrazia, 1967 (1943)

Contro il monopolio (Arrow)

• Entrambi i regimi sono subottimali, ma – monopolista considera solo profitto addizionale della

nuova tecnologia; – impresa in concorrenza considera l’intero profitto

• Quindi – Alti profitti del monopolista (senza innovare) sono un

disincentivo all’adozione di nuove tecnologie – Il maggiore incentivo per l’impresa in concorrenza è

che i suoi profitti (senza innovare) sono nulli

• Arrow K.J., Economic welfare and the allocation of resources for invention, 1962

Efficienza dinamica e forme di mercato

• Sul punto teoria economica ed evidenze empiriche non suggeriscono risultati univoci.

• Probabilmente l’ambiente più idoneo per investire in R&S prevede una situazione intermedia

• Comunque, criteri di valutazione diversi (efficienza dinamica invece che allocativa) possono portare a conclusioni diverse su cosa si debba preferire

• Dibattito sulla proprietà intellettuale (freeware) • Si veda: http://levine.sscnet.ucla.edu/general/intellectual/against.htm

4) Attività di rent seeking

• Il potere di mercato deriva dalle barriere

• Il monopolista, per salvaguardare il proprio vantaggio, destinerà risorse per preservarle oppure rafforzarle

• Risorse in attività di rent seeking:

– per creazione di monopoli legali (lobby)

– pubblicità differenziazione/fidelizzazione prodotto

Attività di rent seeking

• Profitti monopolio → risorse → rent seeking:

– La concorrenza in questa attività può spingere a spendere tutti i profitti attesi!!

• A volte queste attività hanno un valore sociale

– Pubblicità: se migliora l’informazione necessaria ai consumatori per comprendere le caratteristiche distintive del prodotto

• Ma generale: ulteriori costi sociali!!!

Interventi di politica economica

• Trasformando i monopoli privati in imprese pubbliche, cui viene imposto l’obiettivo di massimizzare il benessere sociale del profitto.

• Regolamentazione del comportamento del monopolista (per lo più fissando il prezzo)

• Stimolare la concorrenza (normativa antitrust)

• Non agire …

Inconvenienti

• Se vi sono costi medi decrescenti sia il monopolio pubblico che l’impresa regolamentata lavorerebbero in perdita e andrebbero sussidiate.

• Nelle imprese sussidiate (pubbliche o private) si indeboliscono fortemente gli incentivi a tenere comportamenti efficienti

Esternalità

• C’è una esternalità ogni volta ogni volta che una decisione economica di un soggetto influenza l’utilità o il profitto di un altro soggetto per una via diversa da quelle del mercato.

• Le esternalità possono essere positive (accrescono l’utilità o il profitto) o negative (li riducono); possono essere anche reciproche.

• Le esternalità provocano fallimento del mercato perché rendono diverso il costo marginale sociale da quello privato e/o il beneficio marginale sociale da quello privato.

Origine delle esternalità

• Assenza di diritti di proprietà individuali sulle risorse (ognuno le usa non tenendo conto degli effetti sugli altri)

• Attività di produzione o consumo congiunto (quando l’attività di un individuo determina congiuntamente beni o mali per altri) – Esempio, la fabbrica che inquina è come se avesse

oltre al proprio anche il prodotto congiunto dell’inquinamento.

Esempio: produzione che inquina • Cma Sociale > Cma Privato. Il prezzo rispecchia Cma e

non Cma Sociale. Il P di mercato (6) è minore del P ombra (8) e Q prodotta è maggiore di quella efficiente.

Bma Privato

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Privato

Cma Sociale

Esternalità negativa

Inefficienza allocativa

Esternalità

• L’esempio precedente ha un significato generale: quando l’esternalità è negativa il mercato produce una quantità maggiore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei costi: quelli privati e non quelli sociali).

• Vale anche il risultato reciproco: quando l’esternalità è positiva il mercato produce una quantità minore di quella ottimale (perché il mercato mette nel conto solo una parte dei benefici: quelli privati e non quelli sociali).

Esempio: produzione di tecnologia • Bma Sociale > Bma Privato. Il P rispecchia Bma e non Bm

Sociale. Il P di mercato (6) è minore del prezzo ombra (9) e la Q è minore di quella efficiente.

Bma Privato

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Privato

Esternalità positiva

Inefficienza allocativa

Bma Sociale

Rimedi alle esternalità

• Imposte pigouviane

• Regolamentazione

• Teorema di Coase (assegnazione dei diritti)

Rimedi alle esternalità (Pigou) • Imposte (sussidi) pigouviane

– Tassa per unità prodotta pari al danno marginale in corrispondenza della Q di produzione efficiente

Bma Privato

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Privato

Cma Sociale

Esternalità negativa

Cecil Pigou

PM

(1+t) PM = PE

Gettito fiscale

Rimedi (regolamentazione) • Contingentamento 1) alla produzione; 2) sull’inquinamento

(non proprio la stessa cosa)

• Alternativo vincoli sugli input (tecnologia)

Bma Privato

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Privato

Cma Sociale

Esternalità negativa

Quantità

regolamentata

1

Eventule rendimento licenze di produzione

Rimedi (regolamentazione) • Contingentamento 1) alla produzione; 2) sull’inquinamento

(non proprio la stessa cosa)

• Alternativo vincoli sugli input (tecnologia)

Bma Privato

1,000 3,000

Prezzo

€ 10

8

6

4

2

0 Quantità

Cma Privato

Cma Sociale

Esternalità negativa

Quantità

regolamentata

1 2

inquinamento

massimo

consentito

Problemi in entrambi i casi

• Difficoltà di determinare la funzione di danno marginale, difficile stabilire 1. quali attività generano sostanze inquinanti ed in che

quantità;

2. l’impatto delle sostanze inquinanti;

3. il valore del danno provocato

• In generale occorrono informazioni sui costi opportunità privati e sui costi e valori sociali che l’autorità pubblica di fatto non possiede.

• Problema informativo di Hayek/Mises.

Teorema di Coase

• Idea di fondo: l’assenza di diritti di proprietà come causa di esternalità, quindi per eliminarle occorre assegnare questi diritti. – Proposizione 1: in assenza di costi di transazione

se vengono assegnati i diritti di proprietà le parti troveranno un accordo che eliminerà l'esternalità.

– Proposizione 2: in presenza di costi di transazione può essere necessario per raggiungere l’efficienza non soltanto assegnare i diritti di proprietà, ma anche assegnarli a uno specifico soggetto.

Nota che il soggetto a cui sono assegnati questi diritti non è rilevante per l’efficienza!!!

R. Coase

Beni pubblici

• I beni pubblici sono identificati da due proprietà:

1. non rivalità: la stessa unità del bene può essere consumata da più soggetti, senza che ciò riduca la sua utilità per i soggetti che la consumano;

2. non escludibilità: se una unità del bene è offerta a un soggetto, è offerta (gratis) a tutti gli altri.

• Il problema è che il mercato non li produce!!! (sono un particolare tipo di esternalità)

Free riding

• Free rider chi che, pur godendo di un bene o servizio, non ne paga il relativo prezzo.

• Dato che – nessuno può essere escluso dal godere dei benefici di

un bene pubblico,

– ciascuno agirà da free rider confidando sul fatto che gli altri pagheranno per la produzione del bene.

• Ma se tutti agiscono così … nessuno paga per il bene, e quindi non esiste alcun incentivo per la produzione privata del bene pubblico.

Beni pubblici impuri

• La natura di bene pubblico non è assoluta, ma dipende dalle condizioni dei mercati e dai livelli tecnologici raggiunti – in un futuro non troppo lontano il faro potrebbe

diventare un servizio escludibile.

• I beni possono avere diversi gradi di non rivalità e non escludibilità si parla anche di beni pubblici impuri. Ad esempio, possono esistere: – beni rivali, ma non escludibili (le strade di un centro

cittadino nelle ore di punta) – beni escludibili, ma non rivali (una grande spiaggia)

Beni pubblici/privati: tassonomia

Beni pubblici/privati: tassonomia

Beni comuni (risorse collettive)

• Le risorse comuni = beni non escludibili, ma rivali. – Esempio principale è dato dai beni naturali ed ambientali.

• The Tragedy of Commons: – Essendo non escludibili chiunque può utilizzarli senza

pagare alcunché, ma essendo anche rivali l’uso da parte di ciascuno riduce la possibilità altrui di goderne.

– Le risorse comuni – proprio perché non escludibili – tendono ad essere usate troppo intensamente. Ciò crea un’esternalità negativa che – proprio perché sono beni rivali – ne compromette il godimento altrui.

• L’esternalità colpisce soprattutto le generazioni future.

Rimedi

• Beni pubblici puri → Produzione pubblica (impresa pubblica o sovvenzionata). Problemi: – Anche se tutti consumano la stessa quantità di un

bene pubblico, ciò non significa che tale consumo debba essere valutato da tutti allo stesso modo.

– Il valore che gli individui danno al bene pubblico è una informazione privata (free riding).

– Fallimenti pubblici (possibile che la cura sia peggiore della malattia).

• Beni comuni (esternalità) – Tassa Piguviana/regolamentazione/renderli privati

The Bowerbird’s story

Asimmetrie informative

Comportamento degli uccelli

Asimmetrie informative

• La selezione avversa (adverse selection) = quando in una transazione, un individuo (principale) non può osservare importanti caratteristiche esogene dell’altro (agente) o del bene che questo vende

• Il rischio di comportamento sleale o azzardo morale (moral hazard) = quando in una transazione, un individuo (principale) non può osservare importanti azioni dell’altro (agente)

Informazione e fallimenti del mercato

• Il mercato dei bidoni e la selezione avversa – L’acquirente (principale) non può osservare la qualità

dell’auto usata che il venditore (agente) propone – L’acquirente quindi sarà disposto a comprare solo

bidoni, non esiste il mercato della auto usate di buona qualità

– Soluzione Bowerbird: segnalazione (ma è costosa)

• Assicurazioni e il rischio di comportamento sleale – L’assicuratore (principale) non può osservare come

l’acquirente della polizza (agente) si comporterà – Proporrà quindi solo (costose) polizze per agenti

rischiosi, non esiste il mercato delle polizze per agenti poco rischiosi

Prezzi e informazione

• Tipi di bene in base alla capacità el prezzo di informare sulla qualità: – Search good

– Experience good

– Credence good

• Nel caso degli experience good e, soprattutto, dei credence good l’acquisto ed il consumo sono condizionati da un forte problema di asimmetria informativa:

– Solo il venditore ne conosce ex ante la qualità.

Search good

• Beni o servizi la cui qualità può essere facilmente riconosciuta dal consumatore anche prima dell’acquisto

• Si può cercare il bene di qualità migliore facendo confronti tra beni diversi, ma senza doverli necessariamente acquistare.

• Sono i beni di consumo corrente, dove il prezzo fa da segnale: cibo, vestiario, ...

Experience good

• Beni o servizi la cui qualità può essere accertata dal consumatore solo dopo l’acquisto (= solo dopo averli “sperimentati”). – Sono i beni più sofisticati (high tech) o i servizi

valutabili ex post (parrucchiere, meccanico). Il prezzo non è più un segnale sufficiente.

• Il produttore di un experience good ha interesse a creare e mantenere una reputazione di alta qualità che, di fatto, trasformi il bene in search good.

Credence good

• Beni o servizi la cui qualità non può essere accertata dal consumatore neppure dopo averli utilizzati (= ci si deve comunque fidare di chi ce li ha venduti o erogati).

• Tipici esempi di credence goods sono le prestazioni professionali del medico o dell’avvocato (o quelle dei prof universitari!). Il prezzo non segnala nulla!

Alcuni esempi …

• Gli esempi che seguono spiegano, con casi pratici, le asimmetrie informative

• Sono facoltativi e sono liberamente tratti dai lucidi di Nicola Giocoli dell’Università di Pisa …

Il calciatore pigro

• Calciatore (agente) ingaggiato da club (principale) con contratto pluriennale e multimilionario.

– Il calciatore, dopo la firma, è sicuro di ricevere l’ingaggio, a prescindere dall’impegno in allenamento e in campo. Potrebbe non impegnarsi …

• Tipica situazione di azione nascosta o azzardo morale:

– L’agente è incentivato a perseguire opportunisticamente il proprio interesse (non impegnarsi troppo) invece di quello del principale (massimo impegno)

• Il club può monitorare (controllare) il comportamento del calciatore,

– contratto con clausole che consentano di multarlo per uno stile di vita non professionale (Bacco, Tabacco e Venere …),

• Ma l’impegno profuso sul campo è difficile da monitorare. Come può il club difendersi da un comportamento opportunistico?

– Nel contratto una parte rilevante dell’ingaggio può dipendere dai risultati individuali (gol segnati) e/o collettivo (vittoria in campionato).

– Il principale “vende” all’agente parte del (valore economico del) risultato ottenuto grazie al suo comportamento. Ciò consente di riallineare l’interesse/incentivo di agente e principale

– il calciatore, impegnandosi al massimo, perseguirà sia il proprio interesse che quello del club.

(Informazione nascosta)

• Fallisto Manzi, proprietario del 100% di Marpalat, ha deciso di quotarla in Borsa, vendendo parte delle azioni. Il sig. Rossi, semplice risparmiatore, vuole comprare azioni, divenendo così proprietario di una piccola quota di Marpalat.

– Rossi non conosce il vero valore delle azioni, perché non conosce il vero valore della Marpalat, noto solo al proprietario. Manzi ha interesse a far credere che esso sia il più alto possibile.

– Esistono i bilanci della società, ma Rossi non può sapere se tali bilanci sono veritieri.

• Primo problema di asimmetria informativa → informazione nascosta: fidandosi dei bilanci, Rossi rischia di pagare le azioni molto più del vero valore.

– Soluzione: la legge impone che, a tutela dei risparmiatori, il bilancio di una società quotata in Borsa sia certificato (garantito nella sua verità) da una società di revisione. Il prezzo per le azioni Marpalat dovrebbe rispecchiare il vero valore, come risulta dai bilanci certificati.

• Ma... la società di revisione è, per legge, assunta e remunerata da Marpalat stessa.

– Rischio che essa non agisca per tutelare gli interessi del mercato e dei risparmiatori, ma quelli di Manzi, che può assicurarle nuovi e remunerativi incarichi da parte di altre sue società.

• Secondo problema di asimmetria informativa → azione nascosta: dopo essere stata ingaggiata per tutelare gli interessi dei risparmiatori (principale), la società di revisione (agente) persegue il proprio interesse, certificando un bilancio falso e quindi aiutando Manzi a sopravvalutare il valore delle azioni Marpalat.

– Soluzione: la legge potrebbe prescrivere che la società di revisione sia assunta e pagata da un’autorità indipendente che persegue fini collettivi, es. Consob.

Il caso Marpalat