Dai DSA ai BES: metodologie didattiche inclusive

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Dai DSA ai BES:

metodologie didattiche inclusive

Adele Maria Veste

ITS “Olivetti” Lecce, 26 Novembre 2015

Un po' di storia

L’espressione “alunni con bisogni educativi speciali ” (Special Needs nella letteratura anglosassone) compare per la prima volta nel Rapporto Warnock in Inghilterra, nel 1978 per abolire il termine “handicap” e per sottolineare la necessità di un rinnovamento in ambito pedagogico.

Con la Dichiarazione di Salamanca, i “Bisogni Educativi Speciali” sono assunti come definizione, a livello internazionale, di un ambito educativo che ricomprende disabilità, difficoltà e svantaggio. In Italia tale concetto viene introdotto quando è già maturo in altri Paesi.

Unicuique suum

In italiano è tradotto come “dare a ciascuno il suo”, ossia “che a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto”.

“Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali” Don Lorenzo Milani

L’Unicuique suum lo possiamo intendere anche nel senso che “ciascuno deve fare ciò che è nelle sue competenze”: ai clinici la diagnosi, agli insegnanti gli interventi educativi.

● Poiché stiamo parlando di bambine e bambini, di esseri umani, di ciò che vi è di più bello, delicato e complesso al mondo è richiesto uno sguardo psicopedagogico: che sappia intelligere ossia leggere dentro (intus legere) le cose e le persone, per trarne poi orientamenti ad agire.

● Ci vuole un insegnante, con la competenza e la capacità di percepire l’essere umano in tutta la sua complessità e di saper scegliere una strategia, di applicare un metodo.

R. Ciambrone “Verso una cultura sociale dei BES”

Non è sufficiente preoccuparsi di definire chi sono gli studenti in situazione di BES; importante è cambiare il modo di insegnare e di valutare, affinché ogni studente in relazione alla sua condizione e alla sua manifesta difficoltà, possa apprendere.

La nozione di BES

Non è univocamente definita. Tutte le definizioni descrivono situazioni in cui la proposta educativa scolastica quotidiana, “standard” non consente allo studente un apprendimento e uno sviluppo efficace, a causa delle difficoltà di varia natura.

Gli studenti si devono adattare alle attività didattiche messe a punto sulle caratteristiche dello “studente tipo”

Se uno studente non risponde adeguatamente e produttivamente, è necessario che anche la scuola attui degli adattamenti alla propria proposta, per favorire il successo formativo dello studente.

Da una posizione statica: constatare le difficoltà

Ad una posizione dinamica: rispondere alle necessità della persona in formazione.

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● Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“.

● Indicazioni operative concernenti la direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 recante "Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica" - (C.M. n. 8 del 6 marzo 2013)

● Piano annuale per l'inclusività (Nota 27 giugno 2013)

● Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica - Chiarimenti - (Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013)

Adele Maria Veste

Si delinea e si precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, si evidenzia il ruolo dell'azione didattico-educativa e il dovere di tutti I docenti di realizzare la personalizzazione attraverso l'utilizzo di misure dispensative e strumenti compensativi

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Art. 1 1. Per affermare il ruolo centrale della scuola nella societa'della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale eprofessionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica

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In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di “speciale attenzione”

DISABILITA'

DISTURBIEVOLUTIVISPECIFICI

SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO

LINGUISTICOCULTURALE

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“I disturbi evolutivi specifici”

Competenze intellettive nella normaLe difficoltà degli studenti risiedono nell'incontro tra le loro caratteristiche e l'ambiente, sia extrascolastico che scolastico: il contesto sociale, i docenti, le modalità didattiche, le risorse disponibili.

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D S ADisturbi specifici dell’apprendimento

Dislessia

Disortografia

Disgrafia

Discalculia

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Deficit del linguaggio

“DSL: sono dei disturbi nell’acquisizione del linguaggio in bambini con intelligenza e udito normali, senza apparenti problemi neurologici (5% dei bambini in età scolare)

I Disturbi Specifici del linguaggio sono spesso associati a difficoltà di coordinazione motoria, di funzionamento cognitivo, e a disturbi dell’attenzione.

ritardo nella comparsa e nel successivo sviluppo

sviluppi differenziati nell’uso di una stessa flessione per due funzioni grammaticali diverse;

frequenza anormale di errori

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Deficit del linguaggio

● In Italia, alcuni importanti studi (Rescorla, 1998; Gagliano e coll., 2007; Stella, Franceschi, Savelli, 2008) hanno rilevando percentuali significative di correlazione (15-20%) tra difficoltà di lettura e disabilità del linguaggio.

● I DSL possono manifestarsi come disturbi della codifica fonologica (potta per porta, podo per dopo, areio per aereo, ecc.) e/o semantico-lessicale (mano per dito, sedia per tavolo…) e/o morfo-sintattica (dammi regalo, i bambini giocare, vado della nonna).

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Disturbo non verbale

Cadute specifiche in compiti di natura non verbale (intelligenza verbale superiore a quella spaziale)

● Difficoltà scolastiche nelle discipline che sottendono abilità visuo-spaziali e grafo-motorie

● Problemi di coordinazione motoria (goffagine, scarsa agilità)

● Tendenza a bloccarsi innanzi a compiti complessi

● Compromessa abilità di pianificazione

● Compromessa abilità di pragmatica sociale

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Disturbo dello spettro autistico lieveQuesta definizione (spettro autistico) significa che il disturbo colpisce ciascuna persona in modo differente variando da una lieve a una grave sintomatologia. I disturbi dello spettro autistico originano comunque da una compromissione dello sviluppo che coinvolge le abilità di comunicazione e di socializzazione, e sono in generale associati a comportamenti inusuali (ad esempio comportamenti ripetitivi o stereotipati) e a un’alterata capacità immaginativa.

A volte non rientra nelle casistiche previste dalla legge 104

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● L’autismo è stato per anni erroneamente considerato un disturbo dovuto a inadeguate relazioni nell’ambiente familiare dipendenti dal comportamento dei genitori (origine psicodinamica).

● Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello internazionale considera l’autismo una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del cervello (porta con sè alterazioni della struttura e delle funzioni nervose) e della mente (include alterazioni dello sviluppo psico-cognitivo ed emozionale) con esordio nei primi tre anni di vita.

● La sindrome si configura come una disabilità permanente che compare in età infantile ma accompagna il soggetto per tutta la durata della vita.

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Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività

(1% dei casi)

(Regione Lombardia 0,33%)

E' un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Comorbilità con: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc.

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Sintomi

● l'essere facilmente distratti, perdere i dettagli, dimenticare le cose, passare da un'attività all'altra

● l'avere difficoltà a concentrarsi su una cosa

● l'essere annoiato con un compito, dopo pochi minuti, a meno che si stia facendo qualcosa di divertente

● l'avere difficoltà a focalizzare l'attenzione sull'organizzazione e completamento di un compito o nell'imparare qualcosa di nuovo

● l'avere difficoltà a completare o svolgere compiti a casa, spesso perdendo le cose necessarie per completare le attività

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● non sembra ascoltare quando gli si parla

● sognare ad occhi aperti, facilmente andare in confusione e muoversi lentamente

● l'avere difficoltà di elaborazione delle informazioni con la stessa rapidità e precisione degli altri

● difficoltà a seguire le istruzioni.

● dimenarsi e contorcersi da seduti

● parlare senza sosta toccare o giocare con qualsiasi cosa sia a portata di mano

● avere difficoltà a star seduti durante la cena, la scuola ecc..

● essere costantemente in movimento

● avere difficoltà a svolgere compiti o attività tranquille.

● essere molto impaziente

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● proferire commenti inappropriati, mostrando le proprie emozioni senza inibizioni, e agire senza tener conto delle conseguenze

● La maggior parte delle persone mostra alcuni di questi comportamenti, ma non nella misura in cui tali comportamenti interferiscono significativamente con il lavoro di una persona, le relazioni, o lo studio.

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Funzionamento cognitivo limite

Alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline) (2,5% casi)

Talvolta il ritardo è legato a fattori neurobiologici (in comorbilità con altri disturbi)

Adele Maria Veste

Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale

● Citando la Direttiva: “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.

● Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.

Le misure avranno carattere transitorio e attinenti aspetti didattici, privilegiando dunque le percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative.

(C.M. n°8 del 6 Marzo 2013)

Adele Maria Veste

Sentenza n. 9261 del 1° settembre 2014

● Il Tar Lazio ha annullato la non ammissione di un alunno dal terzo anno al quarto della scuola primaria. Il motivo è da rintracciarsi nella mancata considerazione, nella valutazione finale, del disagio della situazione familiare.

● La scuola era a conoscenza della situazione familiare del bambino (figlio di una cittadina peruviana e di padre italiano, con notevoli difficoltà economiche), ma non aveva messo in relazione le evidenti difficoltà espressive del minore con la sua complessiva situazione familiare.

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BES da condizioni fisiche difficili

● Ospedalizzazioni● Malattie acute croniche (diabete, allergie)● Lesioni● Fragilità● Anomalie cromosomiche

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Procedura di individuazione di BES

“E' compito doveroso dei Consigli di classe o dei team dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.

(C.M. n°8 del 6 Marzo 2013)

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Procedura di individuazione delle situazioni di BES

● Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche

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Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013)

● In presenza di richieste di genitori accompagnate da diagnosi il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se personalizzare la diattica, ma la decisione deve essere verbalizzata ed è valevole per l'anno in corso.

Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013)

Distinzione fra

● Ordinarie difficoltà di apprendimento● Gravi difficoltà● Disturbi di apprendimento

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Strategie di intervento per i BES

Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato

attraverso

la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

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Piano Didattico Personalizzato● “Strumento privilegiato è il percorso

individualizzato e personalizzato, redatto in un PDP che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti”.

● È firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia.

● Non è accettabile che un intervento educativo debba dipendere da un atto formale di natura burocratica.

● Le nuove disposizioni sui bisogni educativi speciali cercano di rompere il legame tra certificazione e intervento educativo e didattico.

● Per questo si evidenzia, ad esempio, “la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono”, sempre fondandosi su “considerazioni psicopedagogiche e didattiche”.

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Passi che la famiglia può compiere a tutela del percorso scolastico del

proprio figlio

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● Far protocollare sempre la diagnosi o spedire con raccomandata R/R

● Far protocollare o spedire la richiesta di compilazione del PEP o PDP

● Protocollare la richiesta di accesso alla documentazione scolastica ai sensi della legge sulla trasparenza Legge 241/90

“Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi.”

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Con questa procedura si ha diritto ad avere le fotocopie dei compiti in classe

Si possono avere inoltre, anche le fotocopie dei verbali di classe e interclasse

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Sentenza del Tar Toscana n. 529 del 18 marzo 2014:

● Secondo i giudici “anche a voler ammettere che si sia raggiunta la prova in ordine alla effettiva applicazione degli ausili deliberati dal Consiglio di classe (e, a questo fine, le dichiarazioni scritte rilasciate dai singoli docenti hanno al più valore indiziario), il giudizio conclusivo di non ammissione non reca traccia del loro impiego, così come non reca traccia di considerazione della condizione patologica dell’alunno, sebbene lo stesso Consiglio di classe se ne fosse espressamente fatto carico. Ed è proprio nella violazione dell’autovincolo assunto dal Consiglio di classe che risiede l’illegittimità del provvedimento: infatti, una volta riconosciuta la condizione dello studente come alunno con bisogni educativi speciali, ancorché in presenza di una certificazione sanitaria non rispondente ai requisiti indicati dalla legge, il Consiglio di classe avrebbe dovuto coerentemente orientare le proprie valutazioni”.

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Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)

I compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES.

I suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola

● funzioni strumentali,

● insegnanti per il sostegno,

● AEC,

● assistenti alla comunicazione,

● docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi,

● genitori ed esperti istituzionali o esterni

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Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) svolge le seguenti funzioni:

● rilevazione dei BES presenti nella scuola;

● raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi

● focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

● rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

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Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)

● elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno).

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Didattica inclusiva

E' sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.

Adele Maria Veste

Esiste una didattica per alunni con DSA?

Esistono buone modalità didattiche, che consentono a tutti gli allievi il raggiungimento della massima competenza possibile in relazione alle specifiche possibilità di ciascuno.

Esistono poi cattive modalità didattiche, che consentono apprendimenti formali soltanto ad una parte (più o meno grande) degli allievi. Gli attuali risultati italiani nelle valutazioni internazionali parlano di troppa cattiva didattica nelle nostre scuole.

I primi a farne le spese sono i ragazzi in difficoltà. Tutti gli altri seguono a ruota.

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Fonte Tuttoscuola MIUR “Dispersione”

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A livello di scuola primaria, non si osservano differenze di rilievo fra le cinque macro-areeLo scarto è, nella seconda classe, a un massimo di7 punti in Italiano e di 6 punti in Matematica, NordOvest- Sud

Nella seconda classe dellascuola secondaria di secondo grado, le differenze rispetto alle due aree del Nord salgono, inItaliano, a 18 punti per il Sud e a 20 punti per il Sud e Isole, e in Matematica a 21 e 26 punti.

Adele Maria Veste

Il concetto di equità educativa è innanzitutto legato all’idea di eguaglianza delle opportunità: un sistema scolastico può essergiudicato “giusto” nella misura in cui esso riesce nell’impresa dirender l’accesso ai più alti livelli d’istruzione e alle professioni piùappetibili indipendente dall’origine familiare e sociale degli allievi.Si ha quindi assenza o carenza di equità ogniqualvolta gli esiti delsistema d’istruzione sono sistematicamente diversi per gruppi diversidi soggetti.

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LA SCUOLA CHE SI INTERROGA

La presenza nelle nostre scuole di ragazzi con BES ha la valenza fondamentale di obbligarci a riconsiderare la nostra azione educativa e didattica

Adele Maria Veste

Ci invita ad individuare in ciascun allievo:

lo stile cognitivo specifico

le modalità di apprendimento

i punti di forza (cognitivi, culturali e di carattere)

la zona di sviluppo prossimale (cioè cosa riesce a fare e con quale tipo di aiuto) (Lev S. Vygotskij)

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Rendimento a montagne russe

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Punti di forza nei ragazzi con DSA

● Intelligenza nella norma● Visione d'insieme (immagine nel suo

compesso)● Percezione globale● Apprendono dall'esperienza● Ragionano in modo dinamico (collegamenti

inusuali)● Ricordano I fatti● Pensano e memorizzano per immagini

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Misure dispensative

“Le misure dispensative sono interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.”

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Strumenti compensativi

Tali strumenti sollevano lo studente da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.

L’utilizzo di tali strumenti non è immediato.

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Tavola degli elementi

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3 x 7 5 x 7

MCD(21,35) = 7

Eliana Francot

RIDURRE UNA FRAZIONERIDURRE UNA FRAZIONE

12 2 2 3

3= =

18=

2 3

2

3

23

Eliana Francot

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Usare un registratore

Le indicazioni di compiti da svolgere (consegne) e le specifiche lezioni possono essere registrate.

Riascoltare puo' facilitare la comprensione di compiti o concetti.

Lo studente può leggere mentalmente le parole stampate sul testo mentre le ascolta sul nastro.

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Consegna uno schema della lezione

Uno schema può aiutare alcuni studenti aseguire la lezione con successo e a prendere appunti appropriati.

● Aiuta gli studenti a vedere l’organizzazione del materiale e a fare domande pertinenti e al giusto momento.

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Semplificare le consegne scritte

Molte indicazioni (consegne) contengono parecchie unità di informazioni.

L’insegnante può sottolineare o evidenziare le parti significative delle indicazioni del compito o riscriverle per favorire la comprensione da parte dell’alunno

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Semplificare le consegne scritte

Scrivi delle frasi comparative

Usa una parola per ogni colonna

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Bloccare gli stimoli estranei

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● Per incolonnare I numeri usare I fogli a righe ruotandoli

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Dare agli studenti un organizzatore grafico

Uno schema, una tabella o una mappa da completare può essere dato allo studente che lo riempirà durante la lezione. Questo aiuta lo studente a focalizzare la propria attenzione sulle informazioni chiave e a vedere la relazione tra concetti e informazioni collegate.

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Mappe concettuali● strumento grafico per rappresentare informazione e

conoscenza,

● teorizzato da Joseph Novak negli anni settanta

● rappresentano in un grafico le conoscenze intorno a un argomento

● Seguono un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all'interno di un contesto,

● mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all'apprendimento meccanico

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Le mappe mentali

Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti.

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Cambia la modalità di risposta.

Per gli studenti che hanno difficoltà nella rispostamotoria fine (come ad esempio nella calligrafia), la modalità di risposta può essere cambiata attraverso il sottolineare, lo scegliere tra risposte multiple, il selezionare e il marcare la risposta corretta.

Agli studenti può essere permesso di completare un progetto invece di una interrogazione orale e viceversa.

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Fornire un glossario per aree di contenuto.

Nella scuola secondaria, il linguaggio specifico di alcune materie richiede una lettura molto attenta. Gli studenti spesso traggono beneficio da un glossario che spieghi il significato dei termini specifici.

DISNOMIADISNOMIA

• Schemi riassuntivi con le parole chiaveAbbinamento nome – immagineAbbinamento nome - simbolo

• Esercizi con domande possibilmente chiuse fornendo liste di parole

• Esercizi vero-falso

• Preferire esercizi di applicazione piuttosto che definizioni

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Le proteine sono macromolecole biologiche formate da una o più catene di amminoacidi. In analogia con altre macromolecole biologiche come i polisaccaridi e gli acidi nucleici, le proteine costituiscono una parte essenziale degli organismi viventi.

Molte fanno parte della categoria degli enzimi, la cui funzione è catalizzare le reazioni biochimiche vitali per il metabolismo degli organismi.

Alcune hanno funzioni strutturali e meccaniche, come l'actina e la miosina nei muscoli, il collagene in ossa e tessuti, e come componenti del citoscheletro cellulare.

Amminoacidi

Collagene

Enzimi

Polisaccaridi

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Scrittura dei punti chiave o delle parole alla lavagna

Prima di una presentazione l’insegnante può scrivere un piccolo glossario con i termini nuovi che gli studenti incontreranno sulla lavagna.

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Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive.

Le informazioni verbali possono essere date assieme a quelle visive (ad es: opuscoli, volantini, lavagna luminosa ecc…).

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Uso di presentazioni ed attività bilanciate.

● Uno sforzo dovrebbe essere fatto per bilanciare le presentazioni orali con quelle visive e con le attività partecipative. Inoltre ci dovrebbe essere un equilibrio tra le attività in grandi gruppi, in piccoli gruppi ed individuali.

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Uso delle tecniche di memorizzazione

Nell’ambito delle strategie di apprendimento possono essere usate tecniche di memorizzazione per aiutare gli studenti a ricordare le informazioni chiave o le varie fasi di un processo.

● Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine, Alpi Lepontine,

Alpi Retiche, Alpi Carniche, Alpi Noriche, Alpi Giulie.

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Enfasi sul ripasso giornaliero.

● Il ripasso giornaliero degli argomenti già studiati aiuta gli studenti a collegare le nuove informazioni con quelle precedenti.

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Crea fogli di lavoro gerarchici.

L’insegnante può costruire fogli di lavoro con problemi disposti in senso gerarchico dal più facile al più difficile. Il successo immediato aiuta lo studente a iniziare il lavoro.

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Il compito deve essere difficile quel tanto che basta per far progredire la conoscenza, e facile al punto di rendere più probabile il successo che l’insuccesso

S. HarterSFIDA COGNITIVA OTTIMALE

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Mostrare esempi del lavoro.

Esempi del lavoro completato possono essere mostrati agli studenti per aiutarli a costruirsi delle aspettative e per pianificare il lavoro in accordo con questi.

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Verifica e valutazione

Dispensa dalla lingua straniera scrittaPuo' essere data in corso d'anno e in sede d'esme di Stato

● Se la certificazione di DSA reca esplicita richiesta

● Se la famiglia richiede la dispensa dalla prova scritta

● Se c'è l'approvazione da parte del CdC

Le modalità e I contenuti delle prove orali (sostitutivi delle prove scritte) sono stabiliti dalla Commissione d'esame sulla base della documentazione presentata dal CdC

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Verifica e valutazione

● Esonero dalla lingua stranieraE' previsto nei casi di particolare gravità

In questo caso il percorso di apprendimento è differenziato e dà diritto soltanto all'attestato certificante le competenze raggiunte. Non al titolo di studio con valore legale

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Difficoltà nello studio della lingua straniera

● Allegerimento del carico della scrittura almeno in una prima fase

● Compiti di completamento piuttosto che di scrittura autonoma

● Lettura da parte dell'insegnante● Uso di registratori● Uso dei colori

● C6. Completa nel modo corretto le parole incomplete.

● 1. Maria è una nuotatrice ecce…………nale.● 2. Aveva la co…………enza sporca perché

sapeva di aver mentito.● 3. Lavarsi le mani prima di mangiare è una

buona regola i…………enica.● 4. Questo cane è del tutto inno…………o:

abbaia ma non morde.● 5. Il preside non ha concesso l’assemblea: dice

che è ille…………ittima.C6 4,3 E71,1 24,6

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Centre for Studies on Inclusive Education

“Inclusione è ciò che avviene quando ognuno sente di essere apprezzato e la sua partecipazione è gradita”

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Metodologie didattiche “attive”

● Problem solving● Metacognizione● Apprendimento cooperativo

Adele Maria Veste

Metodologie attive...

Mi dispiace che dobbiate venire a scuola così presto la mattina, anche se varie ricerche nel campo delle neuroscienze hanno appurato che il cervello degli adolescenti non funziona in modo ottimale prima delle dieci.

Mi dispiace che dobbiate chiedermi il permesso di uscire dalla classe per andare a fare pipì anche se avete già la patente, un lavoro part-time e state prendendo decisioni importanti per il vostro futuro dopo la scuola.

Mi dispiace che ogni giorno siate costretti a stare seduti per sei ore anche se molti studi hanno dimostrato che stare seduti troppo a lungo danneggia sia le capacità cognitive sia la salute.

Mi dispiace che siate divisi per età e costretti a procedere attraverso il sistema scolastico con i vostri coetanei come se l’età anagrafica avesse qualcosa a che vedere con l’intelletto, la maturità, le competenze o l’abilità

● Mi dispiace che dobbiate studiare materie che non vi interessano in un’epoca in cui la somma totale delle conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi.

● Mi dispiace che vi facciano credere che per ottenere il massimo dei voti dovete competere tra voi, quando i progressi umani sono sempre stati frutto di una collaborazione che spesso a scuola viene considerata “imbrogliare”.

● Mi dispiace che siate costretti a usare dei libri di testo che contengono informazioni superate e troviate a scuola tecnologie obsolete della cui manutenzione nessuno si occupa.

Vorrei che la vostra curiosità non fosse soffocata dal conformismo scolastico.

● Vorrei avere una bacchetta magica per darvi il tipo di scuola in cui ci sono spazi per analizzare ed esplorare, sperimentare e apprendere in modo diverso.

● Vorrei avere il potere di riaccendere la passione e il desiderio di imparare che leggo nei vostri occhi prima che entriate a scuola.

● Vorrei potervi aiutare a ricordare che prima di essere studenti eravate scienziati che sperimentavano, scoprivano, si ponevano domande e facevano collegamenti.

● Siete nati per imparare. Non potete non imparare.

● Mi dispiace che vi facciano credere che l’unico apprendimento che conta sia quello che avviene a scuola. Anzi, poi, solo quello che avviene in classe. E nemmeno conta tutto quello che si impara in classe: alla fine conta solo quello che troverete nei test.

Adele Maria Veste

Il Problem Solving è una metodologia didattica “attiva” applicata nell'America degli anni '70 basata sulla risoluzione di problemi in contesti di vita reale.

Il Problem solving

Che cos’è un problema?

“Un problema sorge quando un essere vivente ha una meta ma non sa come raggiungerla.”

[Duncker, 1935]

Psicologia della Gestalt

Viene posto alla classe un problema da risolvere a partire da una domanda, stimolando gli allievi a raccogliere informazioni e a ricercare ipotesi di verifica.

L'apprendimento è caratterizzato da un carattere dinamico. Gli studenti devono:

acquisire informazioni dal docente per poter affrontare il problema,

essere in grado di costruire in gruppo le conoscenze disciplinari

essere consapevoli dei processi di riflessione attuabili, indagando tutte le soluzioni possibili, valutandone l'efficacia e ponendo alla fine nuovi problemi.

L'insegnante può mostrare egli stesso come risolvere il problema o chiedere ai ragazzi quali soluzioni attuare, valutando in base alle caratteristiche del gruppo classe e alla natura del problema come calibrare i seguenti aspetti:

modalità di formulazione della domanda; passaggi da esplicitare; spazi problematici insoluti; dati da fornire

per risolvere l'enigma.

Il docente: valuta le fasi di risoluzione del problema e le tipologie

di ragionamento più efficaci; colloca le scoperte degli allievi in un sistema ordinato

di conoscenze disciplinari tramutandoli in contenuti consolidati

Il  Problem Solving  non riguarda solo le discipline scientifiche e può essere attuato in ogni ordine di scuola, purché si pongano problemi adeguati al grado di comprensione degli allievi, in situazioni reali o verosimili.

In questo modo è possibile insegnare in modo critico la Matematica

l'Italiano (per la risoluzione di un giallo o la scrittura di un testo),

le Scienze (attraverso la conduzione di esperimenti in laboratorio),

La Storia (ponendo una controversia da analizzare, ricostruendo i processi che hanno dato vita ad alcune grandi vittorie o sconfitte),

La didattica per problemi ha una cruciale valenza educativa-formativa in quanto consente a ciascun allievo di: 

Ricercare dati ed informazioni;

Fare stime e calcoli

Formulare ipotesi;

Proporre soluzioni;

Prendere decisioni.

I vantaggi per un alunno con DSA

1) La responsabilità,

2) L’autonomia,

3) La fiducia in sé,

4) La stima di sé,

5) La cooperazione con gli altri, 

6) La solidarietà,

7) Le capacità decisionali.

Comprendere un problema, quindi, significa capirne le difficoltà, tentare di risolverlo con un’applicazione tenace e responsabile, con perseveranza e gratificazione intellettiva, legata alla soluzione del problema stesso. Con tale metodo si possono sviluppare alcuni aspetti fondamentali della personalità quali:

Ciò che generalmente impariamo a scuola è il risultato definitivo, la formalizzazione, ignorando le inquietudini, le idee geniali e i fallimenti che si celano dietro di essi.

Il problema dei 9 punti (Scheerer, 1963):Il problema dei 9 punti (Scheerer, 1963):

Unire i nove punti con 4 segmenti retti continui (senza staccare la matita):

La maggior parte delle persone incontrano difficoltà nel risolvere il problema dei nove punti perché suppongono che i punti formino un quadrato che limita lo spazio di lavoro.

I tre interruttori

Fuori da una stanza chiusa, ci sono tre interruttori, uno soltanto comanda una lampadina che si trova all'interno della stanza; i tre interruttori sono tutti in posizione "spento".

Rimanendo fuori dalla stanza e senza la possibilità di sapere cosa accade all'interno, si possono azionare gli interruttori a piacimento; per una volta, e solo una, si può poi entrare nella stanza e fare le verifiche desiderate.

Soluzione

Si accende un interruttore e lo si lascia acceso per un po' di tempo; lo si spegne, se ne accende un altro e si entra subito nella stanza. Se la luce è accesa l'interruttore collegato è ovviamente l'ultimo azionato; se la luce è spenta e la lampadina è calda l'interruttore collegato è il primo azionato, che è rimasto acceso per un po'. Diversamente l'interruttore giusto è il terzo che non avete ancora toccato.

Esempio: misura di un'area

A quattordici anni il concetto di area è stato già soppiantato da una regola mnemonica di calcolo. Gli studenti effettuano i calcoli delle aree regolari A e B utilizzando le formule, ma incontrano difficoltà quasi insormontabili quando affrontano il problema posto dalle figure C e D.

“Quando gli scienziati della NASA investirono una fortuna per inventare una penna a sfera che scrivesse nello spazio in assenza di gravità, i loro colleghi russi, per mancanza di soldi, pensarono che si potessero usare più semplicemente le matite”