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Prof. Domenico Milito

TFASecondo Modulo:

Interventi didattici per i BES

I DSA nell’ambito dei BES

8 aprile 2013

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Riflette una macrocategoria che comprende tutte le possibili difficoltà educative-apprenditive degli alunni:

- in situazioni di disabilità mentale, fisica, sensoriale, - con deficit in specifici apprendimenti clinicamente significativi, - con problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, appreditiva, di contesto socio-culturale

Il concetto di Bisogno Educativo Speciale

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Si collocano in tale scenario.

Essi si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.

I DSA

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a) Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010

b) Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011

c) Linee Guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA del 2011

La normativa di riferimento

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È la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 che, riconoscendo i Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), sancisce la necessità di:

- favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi, - incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione,- assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

a) La Legge n. 170/2010

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La Legge n. 170/2010

- sancisce il diritto all’istruzione

- focalizza la necessità di favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantendo una formazione adeguata e promuovendo lo sviluppo delle potenzialità degli alunni con DSA.

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In attuazione della Legge n. 170/2010

è stato emanato il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011 che riporta in allegato

le Linee Guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA.

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b) D.M. 12 luglio 2011

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Tale decreto individua:

- le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici,

- le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia,

- le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di DSA delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e nelle università.

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La scuolaè individuata come il soggetto politico-istituzionale

al quale affidare il compito di prendersi cura del soggetto con DSA,

adottando interventi che favoriscano l’individuazione precoce del disturbo

e gestendo tutte le azioni che possono portare ad un superamento delle difficoltà specifiche (1).

In tale contesto

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(1) D. Milito, Disturbi Specifici di Apprendimento e successo scolastico, Anicia, Roma, 2012

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I percorsi didattici da privilegiare con gli alunni affetti da DSA sono focalizzati su:

1.didattica individualizzata e personalizzata2.strumenti compensativi e misure dispensative3.adeguate forme di verifica e di valutazione.

Si incide, in buona sostanza, sul piano metodologico e non su quello contenutistico.

I percorsi didattici

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-Articolano gli obiettivi, compresi all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno con DSA

- Adottano proposte di insegnamento che tengono conto delle abilità possedute e potenziano anche le funzioni non coinvolte nel disturbo.

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1. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati

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Sono indicati nel Piano Didattico Individualizzato (PDP)

2. Strumenti compensativi e misure dispensative

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La valutazione, periodica e finale, degli alunni con DSA deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici.

Le scuole sono chiamate ad adottare modalità valutative che consentano all’alunno con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare.

3. Forme di verifica e di valutazione

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- Presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative

- Indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche per garantire il diritto allo studio degli alunni con DSA

c) Le Linee guida del 2011

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Riprendono

le definizioni dei disturbi specifici dell’ apprendimento

già espresse nel testo della Legge n. 170/2010.

I DSA nelle Linee guida

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Viene precisato che:

-la dislessia, da un punto di vista clinico, si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta;

-la disgrafia, che interessa la grafia, si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura e fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale; essa è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; una minore correttezza del testo scritto, riguarda, invece, l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale; la disgrafia, quindi, si può definire come un disordine di codifica del testo scritto;

I DSA nelle Linee guida

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-la disortografia, che interessa l’ortografia, riguarda un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto;

- la discalculia, infine, investe l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive .

I DSA nelle Linee guida

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Fanno riferimento alla comorbilità,

giacchè i disturbi specifici dell’apprendimento,

pur interessando abilità diverse,

possono coesistere in una stessa persona.

I DSA nelle Linee guida

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Le Linee guida riprendono il riferimento alladidattica individualizzata e personalizzata,

specificando che:

“individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo,

che diviene “personalizzato” quando è rivolto ad un particolare alunno.

I DSA nelle Linee guida

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Pone “obiettivi comuni” per tutti i componenti del gruppo-classe,

ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti,

con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo,

implicando di rivolgere particolare attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni.

L’azione formativa individualizzata

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Si prefigge l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità;

in tal modo è possibile prevedere “obiettivi diversi” per ciascun alunno,

essendo l’intervento formativo strettamente legato a quello specifico e unico alunno/studente a cui ci rivolgiamo.

L’azione formativa personalizzata

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La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che possono essere svolte dall’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio.

La didattica personalizzata calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo: si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue “preferenze” e del suo talento.

Didattica individualizzata e didattica personalizzata

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È la sinergia fra

didattica individualizzata e personalizzata

che determina le condizioni più favorevoli

per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento (2).

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(2) D. Milito, Inclusione, integrazione e bisogni educativi speciali, Anicia, Roma, 2012

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Le Linee guida specificano che:- gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria,

- le misure dispensative sono gli interventi che consentono di non svolgere alcune prestazioni, che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

Strumenti compensativi e misure dispensative

nelle Linee guida

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Sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.Fra i più noti si ricordano:· la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;· il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;· i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;· la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;· altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Strumenti compensativi

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•tabelle delle misure, delle formule geometriche, fisiche, chimiche;calcolatrice;•registratore: è l’insegnante a indicare la parte di lezione essenziale da registrare (ad esempio, il riepilogo di fine lezione);•cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo;•computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico ed eventualmente sintesi vocale;•registrazioni (dai docenti, dagli alunni, e/o allegate ai testi), mediante anche la predisposizione in ogni scuola di una fonoteca scolastica contenente il testo parlato dei libri in adozione, e altri testi culturalmente significativi,•audiovisivi; dizionari elettronici;•tabella dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri;•tabelle relativa alle difficoltà ortografiche;•tavola pitagorica; dizionari di lingua straniera computerizzati;• tabelle; •traduttori.

Altri strumenti compensativi:

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Gli strumenti compensativi sollevano l’alunno con DSA

da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo,

senza peraltro facilitargli il compito

dal punto di vista cognitivo.

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Sono, invece, interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

Misure dispensative

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L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli alunni con DSA, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno.

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Misure dispensative

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In tale scenario, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, deve essere garantita la dispensa da alcune prestazioni, quali:

-lettura a voce alta, scrittura sotto dettatura, scrittura alla lavagna, copiatura dalla lavagna,-lettura autonoma di brani la cui lunghezza non sia compatibile con il livello di abilità;-attività in cui la lettura sia la prestazione valutata;-copiatura di testi o di esercizi nelle verifiche, nelle esercitazioni e nei compiti a casa, disegni tecnici, uso del vocabolario, scrittura e lettura di numeri romani; studio mnemonico, per esempio di poesie, di regole grammaticali, di definizioni, di tabelline;-dispensa dal prendere appunti, in quanto compito cognitivo, non automatico (che, quindi, impedisce l’altro compito cognitivo di comprensione di quanto spiegato);

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Misure dispensative

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- dispensa dallo studio delle lingue straniere in forma scritta, a causa della difficoltà rappresentata dalla differenza tra scrittura e pronuncia;- tempi più lunghi per le prove scritte e lo studio, mediante un’adeguata organizzazione degli spazi e un flessibile raccordo tra gli insegnanti;-valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma;- organizzazione di interrogazioni programmate e somministrazione di massimo una verifica/interrogazione al giorno;- assegnazione di compiti a casa in misura ridotta;- possibilità di uso di testi ridotti, non come contenuti, ma come quantità totale di caratteri e di pagine (testi facilitati).

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Un ruolo importante è riservato alla famiglia, che:- si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o figlia,

- ne informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di osservazione.

La famiglia

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La scuola

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Al fine di avviare il percorso per la diagnosi,

provvede a segnalare alla famiglia le eventuali evidenze di un possibile disturbo specifico di apprendimento,

riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato.

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La legge tende a promuovere lo sviluppo delle potenzialità e la riduzione dei disagi relazionali ed emozionali, cosicchè, in presenza di studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentino persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia, affinchè questa si attivi tempestivamente, ricorrendo a interventi idonei, anche se l’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

La scuola

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La diagnosi dei DSA, come sancito dall’art. 3 della Legge n. 170/2010, è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente.

Pur non disponendo al momento di marker fisici per i DSA, che vengono diagnosticati sulla base di un quadro complesso di valutazioni cliniche, di risultati ai test standardizzati, di osservazioni dirette sia del clinico che della famiglia e della scuola , la diagnosi viene emessa sulla base del giudizio clinico dello specialista.

La diagnosi

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Una volta accertata la diagnosi di DSA all’alunnodeve essere garantita una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, con il ricorso ad una metodologia e ad una strategia educativa “adeguate”, come, del resto, esplicitato più dettagliatamente nelle Linee guida del Miur allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011.

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Viene consegnata dalla famiglia

ovvero dallo studente di maggiore età

alla scuola o all’università,

che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti.

La certificazione di DSA

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Fondamentale in tale scenario rimangono

la funzione e il ruolo del docente

nella gestione della classe con alunni con DSA

nella promozione

del processo di insegnamento/apprendimento

negli alunni in difficoltà.

Il docente

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I docenti che si trovano ad operare in una classe in cui sono presenti alunni con DSA sono chiamati a confrontarsi con il “referente d’Istituto”, figura istituzionale introdotta dalla recente normativa al fine di svolgere una funzione di supporto nell’applicazione didattica proposta, sulla base di una formazione specifica adeguata.

I docenti

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È chiamata in causa la formazione in servizio intesa come funzionale a fornire ai docenti competenze adeguate a fronteggiare e a risolvere il problema, con la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative idonee.

La formazione in servizio

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L’azione richiesta implica per ogni docente la revisione delle proprie impostazioni didattiche, allontanandosi da una didattica standardizzata e focalizzando l’attenzione su una serie di momenti che dalla fase di pianificazione, attraverso un monitoraggio continuo, possa tenere in debita considerare la verifica periodica dei risultati e degli obiettivi proposti con momenti di riesame della situazione, modificando, ove necessario, l’azione o adeguando la compensazione tecnologica a disposizione.

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È quella di dovere rimuovere ogni fattore che possa provocare momenti ansiogeni e squilibri negli alunni tendenti a percepire il successo nell’apprendimento come loro “irraggiungibile”.

La filosofia di fondo

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