4034sud 22 3-06

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PAGINA 18 — Mercoledì 22 Marzo 2006 - N. 11 IL SOLE-24 ORE SUDPROFESSIONI E LAVORO

Come era ipotizzabile,la campagna 2005 delpomodoro è stata pe-

santemente condizionata dal-la presenza di scorte 2004rilevanti nei magazzini delleindustrie di trasformazione edall’import di concentrato ci-nese, sebbene in misura mi-nore al 2004 (24 milioni diquintali, contro i 38 milionidel 2004). Ma si è aggiunta,per la prima volta, una consi-stente quota di polpa spagno-la, a prezzi molto bassi (200euro/tonnellata). Anche ilprezzo del concentrato spa-gnolo è stato molto basso ri-spetto al prodotto nazionale(320 euro/t contro 500), cre-ando addirittura difficoltà aquello cinese.

Tutto ciò è legato allagrande produzione di pomo-doro in Spagna nel 2005 (cir-ca 27 milioni di quintali),che oltretutto limiterà nel2006 la capacità del sistemadi sostegno comunitario di

assorbire gli splafonamentiitaliani in virtù del minor pro-dotto degli altri paesi comu-nitari concorrenti.

La cifra totale di materiaprima consegnata all’indu-stria a livello nazionale si èattesta sui 53 milioni di quin-tali, a fronte dei 62 che eranostati contrattati a inizio cam-pagna. Una cifra sicuramen-te minore del 2004 (64 milio-ni di quintali), ma comunquealta considerando che:

a) supera il plafond Ue at-tribuito all’Italia (43 milio-ni);

b) il conseguente splafona-mento nazionale non vienecompensato, come gli altrianni, da una minor produzio-ne di altri Paesi (come laSpagna);

c) si aggiunge a scorte con-sistenti e all’import da Cinae Spagna.

L’eccesso di prodotto hamantenuto bassi i prezzi del-la materia prima, soprattutto

al Sud, dove manca un accor-do interprofessionale e quin-di le industria hanno ampiadiscrezionalità sui prezzi rea-li. Numerosi problemi si so-

no verificati sia nelle modali-tà di consegna che di paga-mento. Tutto ciò ha influitopesantemente su consegne epagamenti ai produttori meri-

dionali e di alcune regionidel Centro (Umbria, Tosca-na) che si appoggiano abi-tualmente a industrie delSud. Al Centro-Nord c’è sta-ta invece una sostanziale te-nuta degli accordi contrattua-li (prezzo concordato di 41euro/t, più servizi aggiuntivie trasporto), grazie ancheall’accordo interprofessiona-le siglato solo per l’area.

Stante l’attuale sistema sucui è basata l’Ocm (Organiz-zazione comune di mercato)ortofrutticola Ue (che ricono-sce un aiuto ai produttori perl’effettiva consegna all’indu-stria della materia prima), laprogrammazione puntualedelle quantità di pomodoronecessarie per la trasforma-zione industriale resta la con-dizione principale per non in-golfare i mercati con ecce-denze e non obbligare i pro-duttori ad accettare condizio-ni-capestro.

Ma, se le possibilità di un

accordo interprofessionaleper tutto il territorio naziona-le continueranno ad esserescarse o nulle e non si riusci-rà a ottenere dalla Ue l’allar-gamento dei plafond naziona-li, sarà evidente la necessitàdi modificare il sistema diaiuto secondo lo spirito dellarecente riforma della Pac (Po-litica agricola comunitaria):un premio disaccoppiato ri-spetto all’effettiva produzio-ne e trasformazione. Un’ipo-tesi per alcuni versi rischio-sa. Sarà quindi utile comin-ciare a dibattere in seno allafiliera sulla reale opportunitàdi proporre alla Commissio-ne europea forme più o me-no parziali di disaccoppia-mento che tengano conto del-le caratteristiche nazionalidel mercato e dei rapportiinterprofessionali e che per-mettano di correlare l’aiutoanche a parametri qualitativiche salvaguardino il prodot-to.

A quasi tre anni dall’entrata in vi-gore del decreto attuativo dellaLegge Biagi, si sta ancora atten-

dendo l’avvio di alcune sperimentazio-ni. La riforma del mercato del lavoro è,infatti, contenuta in una legge speri-mentale che necessità di messe a puntoe correzioni una volta verificata sulcampo. Una volta, cioè, che la normasia stata messa a regime attraverso l’im-pegno di Regioni e parti sociali presen-ti sul territorio.

Questa caratteristica è propria solodi alcuni aspetti della riforma, tra i

quali quelloin materia dimisure di in-centivazionedel raccordotra settoreprivato e pub-blico ai finidell ’ inseri-mento o delreinserimen-to nel merca-to del lavorodei gruppi dil a v o r a t o r isvantaggiati(articolo 13del Dlgs276/03) equello in ma-teria di inseri-mento lavora-tivo dei lavo-ratori svan-taggiati e deilavoratori di-sabili attra-verso le coo-perative so-

ciali (articolo 14 del Dlgs 276/03). Que-sti istituti sono rimasti paralizzati inattesa delle normative regionali e/o sin-dacali di attuazione e solo recentemen-te sono stati oggetto di una parziale eframmentaria implementazione a livel-lo regionale.

Significativi sono i ritardi su altriaspetti centrali della riforma, tra cui sisegnala la regolamentazione del nuovoapprendistato, che ha subito una fortepenalizzazione per l’inerzia e talvoltaanche l’ostruzionismo delle Regioni eanche delle parti sociali. Ad esempio,la regolamentazione dell’apprendistato

professionalizzante in Puglia (si veda ilBollettino Adapt n. 43/2005), dove laRegione si è opposta frontalmente allalegislazione nazionale, provocando co-sì un lungo e inutile contenzioso con loStato e Regione Puglia, a solo dannodella certezza del diritto. E dunque, indefinitiva, a danno di giovani e impre-se che non potranno accedere all’uso diquesto importante canale di incontrotra domanda e offerta di lavoro.

In generale, i tempi di implementa-zione e messa a regime di molti istitutidel decreto legislativo 276/03 sono sta-ti dilatati a seguito dei ricorsi presenta-ti da alcune Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Provin-cia autonoma di Trento) che, comun-que, hanno portato alla conferma daparte della Corte costituzionale dellavalidità dell'impianto e della disciplinadi cui alla legge Biagi. Proprio la fasedi incertezza sollevata dai ricorsi delleRegioni ha, inoltre, reso tecnicamenteimpossibile dare attuazione anche almeccanismo di monitoraggio, là doveveniva messo in discussione il fonda-mento e l’impianto normativo dellaBorsa continua nazionale del lavoro.Quest’ultima era ritenuta da talune Re-gioni come di loro competenza, con gliannessi profili di monitoraggio. Ciò habloccato le procedure per la costituzio-ne della Commissione incaricata, exarticolo 17 del Dlgs, «di definire, entrosei mesi dalla attuazione del presentedecreto, una serie di indicatori di moni-toraggio finanziario, fisico e procedura-le dei diversi interventi di cui alla pre-sente legge».

È necessario quindi ancora una voltasollecitare gli attori pubblici e privatiaffinché si possano definire alcuni para-metri unici, magari quelli comunitari,per analizzare il mercato del lavoro. Inmancanza, continueremo ad assistere,soprattutto in fase pre-elettorale, al con-sueto balletto delle cifre che non haalcun senso se non quello di impedirequalsiasi intervento serio al capezzaledel mercato del lavoro. La prognosideve essere unica, sono le ricette chepotrebbero essere differenti. Il rischio èsempre uno: l’inefficacia degli interven-ti. E chi ne paga le conseguenze sonosempre i soliti: i lavoratori, le imprese,il sistema.

LUIGI DEGAN

Sono necessari più raccorditra pubblico e privato

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NAPOLI 1 Tre giorni di altaformazione a Napoli sui con-tratti di lavoro, per illustrarela trasformazione del dirittodel lavoro introdotta dalla Ri-forma Biagi (legge 30/03).Tutto ruota sulle forme con-trattuali flessibili, che stannocambiando il modo di lavora-re. Ciò determina nuove pro-blematiche sollevate da di-pendenti, collaboratori eaziende e la giurisprudenzacomincia a emettere le primesentenze in materia. Le gior-nate di formazione sono orga-nizzate dalla Guida al Lavo-ro del Sole-24 Ore e sonorivolte a consulenti del lavo-ro, avvocati e direttori delpersonale delle aziende cam-pane. I tre incontri avverran-no uno a settimana, da doma-ni (23 marzo) al 6 aprile.

Il primo appuntamento ver-terà su contratti collettivi ap-plicabili anche in relazioneall’inquadramento previden-ziale, regole d’interpretazio-ne dei contratti collettivi, raf-fronto con altri contratti col-lettivi e benefici normativi eprevidenziali.

Il 30 marzo si parleràdell’inquadramento giuridicodei contratti a progetto e de-gli strumenti per evitare laconversione a tempo indeter-minato. Dopo una panorami-ca sulle prime pronunce giuri-sprudenziali, verranno analiz-zati il sistema sanzionatorio,i costi del lavoro e la flessibi-lità nei contratti a progetto.

Il 6 aprile sarà la volta deicontratti di apprendistato einserimento e il lavoro a chia-mata in Campania. Si parleràanche di criteri di stesura deipiani formativi e d’inserimen-to, individuazioni delle for-

me retributive e benefici con-tributivi per le imprese.

I docenti sarannoMarcel-lo D’Aponte, ordinario di Di-ritto del lavoro pubblico allaFederico II di Napoli, edEn-zo De Fusco, consulente dellavoro specia-lizzato nelleproblematichedel rapporto dilavoro dipen-dente. Durantegli incontri ver-ranno affronta-te le problema-tiche da un punto di vista siateorico, con l’analisi dellanormativa vigente, sia prati-co, esaminando casi concreti.Inoltre, sarà favorito il dibat-tito coi partecipanti, che

avranno modo di riportare leproprie esperienze e manife-stare le difficoltà incontratenell’applicazione della nuo-va normativa sul lavoro.

«Ci sono alcuni punti dellaRiforma Biagi — dice

D’Aponte —che risultanopoco chiari: siindividuano for-me di flessibili-tà come i con-tratti a proget-to, ma non siindicano quali

debbano essere le caratteristi-che del progetto stesso. Diqui una serie di problemati-che per le aziende, con lapossibilità che, se il progettomanca o non è giustificato in

base all’attività che si svol-ge, il contratto si trasforma atempo indeterminato».D’Aponte ritiene inoltre chenella legge non vengano indi-viduate le professionalità perle quali è possibile adottare ilcontratto a pro-getto: «Sareb-be stato oppor-tuno affidare al-la contrattazio-ne collettival’individuazio-ne delle catego-rie professiona-li da contrattualizzare a pro-getto, anche per rendere par-tecipato il mercato del lavo-ro. La norma è apprezzabile,ma non è inserita in un qua-dro generale e questo può cre-

are un pregiudizio per leaziende».

Per De Fusco, «l’obiettivodegli incontri di studio di Na-poli è fare un’analisi appro-fondita sugli aspetti giuridicidei vari contratti di lavoro».

De Fusco an-nuncia che ver-ranno esamina-te le prime sen-tenze giurispru-denziali di me-rito sull’appli-cazione dei con-tratti a progetto

emanate dai Tribunali di Tori-no, Milano e Ravenna». Suicontratti di apprendistato, DeFusco sottolineato che c’è bi-sogno di chiarezza: «Va indi-viduata l’esatta normativa da

applicare. Attualmente c’èuna legislazione concorrente,con provvedimenti sia statalisia regionali. Ci proponiamocol nostro corso di dare aipartecipanti alcuni strumenticoncreti per individuare legiuste norme da applicareper evitare violazioni».

Il corso si rivolge anche aidirettori del personale delleaziende. «Spesso — spiegaDe Fusco — l’erronea appli-cazione di un contratto a pro-getto fa scattare l’assunzionea tempo indeterminato inazienda. Con questa iniziati-va, invece, vogliamo dare aprofessionisti e imprese glistrumenti adatti per la reda-zione corretta dei contratti inesame».

Nell’ultima giornata delcorso di formazione si tratte-rà anche dei contratti di inse-rimento in Campania. Una so-luzione giudicata positiva-mente da D’Aponte: «Creauna forma di accesso agevola-to al mercato del lavoro. Tut-tavia in tema di flessibilitàbisogna provvedere ad am-mortizzatori per i periodi incui il prestatore d’opera nonlavora ed è in attesa di unanuova occupazione». Il do-cente ha anche posto l’accen-to sulla necessità di rivedereil sistema della contrattazio-ne collettiva, valorizzando ildato locale: «Siamo in unafase di delocalizzazioneaziendale e ci deve essere lapossibilità di intervenire inmaniera più ampia a livelloregionale, anche derogandoai contratti collettivi per ga-rantire forme di inquadramen-to più adeguate su base terri-toriale».

VANNI TRUPPI

B R E V I D A L L E P R O F E S S I O N I

CENTRO STUDI MARCO BIAGI a cura di ADAPT

NAPOLI 1 La Riforma Biagi, vistadai professionisti napoletani, ha avutoeffetti positivi, ma non ha davverorisolto alcuni dei problemi fondamen-tali del mercato del lavoro locale e haavuto un’applicazione difficoltosa.Colpa innanzitutto del costo del lavo-ro, che resta alto anche nei contrattiflessibili previsti dalla riforma. E poi

ci sono anchequestioni nor-mative.

«La LeggeBiagi — diceil presidentede l l ’Ord inedei Commer-cialisti di Na-

poli, Achille Coppola — ha causatouna "fuga" verso le partite Iva. Il con-tratto a progetto previsto dalla riformaè nato per bloccare le elusioni dovuteall’uso improprio deico.co.co (le col-laborazioni coordinate e continuative,ndr), ma per le aziende si sono rivelati

costosi. Così ora si ricorre maggior-mente alle partite Iva». Un’altra for-ma di elusione? «Nel dibattito sullaflessibilità spesso c’è demagogia. Sitende a distinguere il mondo dell’eco-nomia in buoni e cattivi. Va però valu-tato che ci sono difficoltà per tutte leaziende, il costo del lavoro è troppoelevato. Bisogna intervenire per aiuta-re le imprese ed abbassare la pressio-ne contributiva a loro carico».

In ogni caso, anche gli stessi con-tratti a progetto sono talvolta utilizza-ti con finalità elusive, per celare verie propri rapporti di lavoro subordina-to a tempo pieno. Lo dicono siaEd-mondo Duraccio, presidente dell’Or-dine dei consulenti del lavoro, siaSergio Turrà, membro della Cameradegli avvocati lavoristi. In particola-re, Turrà ricorda che questi contrattidovrebbero avere durata ben precisain base a un evento straordinario perl’azienda, ma nei fatti sono utilizzatisolo per evitare di assumere. Tanto

che i lavoratori a progetto non do-vrebbero avere vincoli di orario, manella pratica sono inseriti in aziendacome dipendenti veri e propri.

Duraccio fa anche presente un pro-blema riscontrato con i contratti d’in-serimento: «Il decreto ministerialeche ha indicato quali sono le zone adalta disoccupazione nei quali applicar-li è stato emanato solo il mese scorso,quasi tre anni dopo la Legge Biagi».

VA.T.

Gli avvocati di Baricambiano il vertice

QUESITIIN CAMPO

Y La legge. La riforma delmercato del lavoro è contenutanella legge 30/03 (più notacome Legge Biagi), le cuinorme di attuazione sono stateemanate col Dlgs 276/03.

Y I problemi. Le norme attuativenon sono sufficienti da sole: peralcuni aspetti della riforma(come l’apprendistato e laBorsa del lavoro) richiedonoiniziative delle Regioni, le qualispesso si sono opposte ocomunque hanno creato ritardi

e-maildorsiregionali@ilsole24ore.com

Coppola: «I costisono troppo elevatiper le aziende»

È Franco Monaco, 65 anni, civilista, ilnuovo presidente dell’Ordine degli avvoca-ti di Bari. Succede a Giovanni D’Innella,che era stato indicato come il favorito aricoprire la carica anche per il prossimobiennio, visti i 1.870 voti ottenuti dalla sualista alle elezioni dei primi di febbraio peril nuovo Consiglio, che avrebbe poi dovu-to designare il presidente. Era quindi preve-dibile che fosse eletto D’Innella, ma èuscito a sorpresa il nome di Monaco. Sullascelta, non sembrano essere mancati i con-trasti in seno al Consiglio: alla prima sedu-ta, quella del 20 febbraio, era mancato ilnumero legale necessario per l’elezione.Faranno parte del nuovo esecutivo degliAvvocati baresi anche Giovanni Schiavoni(segretario) e Franco De Siati (tesoriere).Avvocati di Trani, presidente confermatoBruno Logoluso è stato eletto nuovamentepresidente dell’Ordine degli avvocati diTrani (in provincia di Bari e prossimocapoluogo della sesta provincia pugliese.Il nuovo esecutivo sarà formato da Salvato-re Pasquadibisceglie, eletto segretario, eda Tullio Bertolino, tesoriere. Logolusoaveva ottenuto 751 preferenze personalialle elezioni per il nuovo Consiglio, risul-tando il candidato più votato.

Commercialisti di Benevento alle urneIl 30 e 31 marzo si vota per rinnovare ilConsiglio dell’Ordine dei commercialistidi Benevento. La settimana scorsa è statapresentata ufficialmente la lista «Insieme -Rinnovamento - Trasparenza - Partecipa-zione», che avrà 15 candidati più MarcoSilvestri, che corre per la presidenza. Lapropone un profondo rinnovamentodell’Ordine, con l’aggiornamento delle tec-nologie e l’adozione di procedure traspa-renti per la formazione delle decisioni egestione delle risorse.Nuovo Consiglio per gli Agronomi campaniRinnovato il Consiglio direttivo della Fede-razione regionale dei oottori agronomi edei dottori forestali della Campania. Lanuova compagine resterà in carica nel bien-nio 2006-2008. Il Consiglio, nella sedutadi lunedì 13 marzo, ha designato all’unani-mità alla presidenza Alberto Cappelletti(presidente del Consiglio dell’Ordine pro-vinciale di Napoli), alla segreteria AntonioStornaiuolo (presidente dell’Ordine diAvellino) e alla tesoreria Umberto De Ni-cola, (presidente dell’Ordine di Caserta).Architettura bioecologica ad AvellinoL’Ordine degli architetti, pianificatori, pae-saggisti e conservatori di Avellino terrà il1˚ aprile il primo corso di architettura bio-ecologica della provincia irpina. L’iniziati-va, organizzata in collaborazione conl’Anab (Associazione nazionale architettu-ra bioecologica, si svolgerà nelle auledell’Istituto agrario «F. De Sanctis».

Pomodoro, il plafond Ue è stretto

Molti gli strumentiper non incorrere

nelle violazioni

Positivi in Campaniai risultati dei contratti

di inserimento

FERRUCCIO DE BORTOLIdirettore responsabile

Roberto Iotticoordinatore editoriale

Raimondo Grillo Spinaart director

SPORTELLOVERDE

Sull’apprendistatola Puglia ha apertoun contenzioso inutile

Per eludere il co.co.pro.fuga verso le partite Iva

CAMPANIA 1 Tre incontri di alta formazione organizzati da «Guida al Lavoro» del Sole-24 Ore

Lavoro a progetto da chiarireTra le difficoltà applicative della legge 30 l’obbligo di definire i piani che motivano la flessibilità

Commercialisti. Achille Coppola

L’incompiutaI problemi attuativi della Legge Biagi