Adelaide Ippolito 22/06/2012

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1 2° Modulo:Il Controllo di Gestione nelle Aziende Sanitarie; dalla Pianificazione strategica alla Creazione del valore: Il Costo Standard Adelaide Ippolito 22/06/2012

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2° Modulo:Il Controllo di Gestione nelle Aziende Sanitarie; dalla Pianificazione strategica alla

Creazione del valore: Il Costo Standard

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Definire il concetto di costo standard e la sua utilità nelle aziende sanitarie anche alla luce delle recenti normative sul federalismo fiscale.

GLI OBIETTIVI DELL’INTERVENTO FORMATIVO

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LA STRUTTURA DELL’INTERVENTO FORMATIVO

Concetto di costo Differenza tra costo e spesa Configurazioni di costo utilizzabili Costo standard e sue applicazioni in sanità Normativa sul costo standard in sanità Criticità sulla sua applicabilità ed effetti politici

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IL CONCETTO DI COSTO

Sono costi gli oneri sostenuti dall’azienda per acquistare i fattori produttivi necessari alla sua attività.I costi si ricollegano alle operazioni di investimento, cioè all’acquisto di beni strumentali (immobili, macchine, attrezzature) e di beni destinati alle lavorazioni o alla vendita (materie prime, sussidiarie, merci) ed all’acquisto di servizi (trasporti, luce, gas, consulenze, ecc.)

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IL CONCETTO DI RICAVO

Speculare al concetto di costo è quello di ricavo.Sono ricavi i corrispettivi derivanti dalla vendita di beni e dalla prestazione di servizi.

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LA DIFFERENZA TRA COSTO E SPESA

La spesa sostenuta in un dato periodo per l’acquisizione dei fattori produttivi utilizzati nell’ambito di un dato processo di produzione corrisponde alle risorse finanziarie erogate.

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IL COSTO COME ASTRAZIONE CONCETTUALE

La definizione stessa di costo conferisce a questa entità la connotazione di strumento di misurazione delle risorse utilizzate nell’ambito di un dato processo produttivo.Il concetto di costo è connotato da elementi di convenzionalità sia per la definizione dei criteri di misurazione che di valorizzazione degli stessi.

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LE PRINCIPALI CONFIGURAZIONI DI COSTO

Costi diretti ed indiretti Costi speciali e comuni Costi fissi e variabili Costi consuntivi e standard

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I COSTI DIRETTI ED INDIRETTI

COSTI DIRETTI

Sono i costi connessi alla valorizzazione economica dei fattori produttivi direttamente impiegati in un processo produttivo

COSTI INDIRETTISono i costi dei fattori produttivi di supporto o comuni

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I COSTI SPECIALI E COMUNI

COSTI SPECIALISono i costi associabili in modo specifico ad un oggetto di

costo

COSTI COMUNISono i costi associabili a più oggetti: l’attribuzione agli oggetti

di costo richiede l’identificazione di un criterio di ripartizione

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I COSTI FISSI E VARIABILI

COSTI VARIABILI

Variano all’incirca in proporzione al volume produttivo

COSTI FISSISono relativamente insensibili, almeno entro i limiti della

capacità produttiva a disposizione, rispetto al volume produttivo

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I COSTI CONSUNTIVI E STANDARD

COSTI CONSUNTIVISono i costi ottenuti valorizzando le quantità dei fattori

effettivamente utilizzati

COSTI STANDARDSono i costi ottenuti valorizzando le quantità di fattori

considerate in linea con standard di efficienza (desunti dalla normativa o da indicazioni tecniche elaborate da categorie

professionali)

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COME DETERMINARE I COSTI STANDARD

Il concetto di costo standard di produzione è legato al concetto di efficienza tecnica dell’unità produttiva.L’efficienza però non è l’unico fattore di variabilità dei costi, che dipendono anche da altri elementi spesso non agevoli da controllare e neppure da individuare.

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L’UTILITÀ DEL COSTO STANDARD DI PRODUZIONE

L’utilizzo più importante è sicuramente quello a livello di controllo di gestione. Un’azienda dovrebbe sempre verificare se i propri costi di produzione siano compatibili con i costi standard o siano a questo superiori. Uno scostamento significativo dallo standard dovrebbe essere sempre analizzato e spiegato

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COME POSSIAMO DEFINIRE IL COSTO STANDARD?

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Esso non identifica una misura economica unica ed effettiva dell’onere sopportato per ottenere/offrire un servizio o prestazione ai terzi, ma identifica un parametro di riferimento a cui si dovrebbe avvicinare la gestione economica del sistema aziendale a cui lo standard si riferisce.

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I COSTI STANDARD IDEALI E PRATICI-1

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I costi standard ideali sono definiti attraverso metodologie tutte orientate a migliorare il livello di efficienza e di organizzazione tecnico-produttiva che può essere raggiunta nel contesto interno dell’azienda o nei suoi rapporti economici esterni.I costi standard pratici, invece, sono determinati attraverso un’analisi empirica dei costi effettivamente verificati nel sistema azienda a cui ci si riferisce e per il livello di output il cui costo si intende determinare.

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I costi standard ideali (ideal standards) sono quelli che possono essere raggiunti solo nelle condizioni teoriche o in circostanze ottimali. Essi, fra l’altro, si riferiscono alle migliori condizioni di produttività dei fattori.I costi standard pratici (practical standards), invece, sono e per la loro configurazione e per la loro finalità organizzativa, costi standard che possono verificarsi in concreto. Essi hanno a base l’ipotesi di un andamento regolare del processo produttivo.

I COSTI STANDARD IDEALI E PRATICI-2

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Q (costo materie prime) x costo unitario

GLI ELEMENTI DEL COSTO STANDARD

Formulazione dello standardfisico-Condizioni operative standard-Livello di efficienza desiderato-Grado di motivazione atteso

Formulazione dello standardmonetario-Andamento dei mercati-Vincoli di approvvigionamento-Volumi di acquisto-Obiettivi e politiche aziendaliin relazione a rapporti confornitori

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I COSTI STANDARD E IL CONTROLLO DI GESTIONE

I costi standard sono funzionali al controllo perché permettono di:• definire a priori gli obiettivi di costo che l’azienda deve conseguire => redigere il budget,• definire gli obiettivi che i manager e il resto del personale devono realizzare (e che saranno poi confrontati con i risultati conseguiti) => motivare, orientare il comportamento e valutare le performance del personale,• valutare i costi effettivi sostenuti dall’impresa => controllare la gestione se si è svolta in modo conforme ai piani e sollecitano il management ad un’azione correttiva.Inoltre, essi definiscono il costo su cui calcolare il mark-up quando non sono disponibili dati consuntivi sui costi di prodotto = > definire il prezzo di vendita in modo immediato.

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IL COSTO STANDARD E LA SANITÀ

Di costi standard in sanità non si era quasi mai parlato fin tanto che la legge sul federalismo (L. 42/2009) non li ha portati prepotentemente alla ribalta. Infatti, la legge usa ben 33 volte il termine standard, o l’aggettivo standardizzato, peraltro non definendone il significato.

Legge 5 maggio 2009, n. 42 “Delega al governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 6 maggio 2009.

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INTRODUZIONE DEL COSTO STANDARD IN SANITÀ

In verità, il concetto di costo standard è stato introdotto dal decreto del ministro della sanità del 15 aprile 1994, che definiva i criteri ai quali dovevano attenersi le Regioni nello stabilire le tariffe per la remunerazione delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private operanti nel proprio ambito territoriale.

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GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA L. 42/2009

I capisaldi sui quali si regge l’impianto complessivo del federalismo delineato dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, sono sostanzialmente i seguenti:1) i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti sul territorio nazionale;2) il fabbisogno standard ed il costo standard che a tali livelli essenziali sono correlati

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LA LEGGE N. 42 DEL 2009

Art. 2 - Oggetto e finalità1) … i decreti legislativi… [da emanare] sono informati ai seguenti principi e criteri direttivi generali:

f) determinazione del costo e del fabbisogno standard quale costo e fabbisogno che, valorizzando l’efficienza e l’efficacia, costituisce l’indicatore rispetto al quale comparare e valutare l’azione pubblica…

m) superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore… del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali di cui all’articolo 117…

6) … Un altro decreto legislativo, da adottare … contiene ladeterminazione dei costi e dei fabbisogni standard sullabase dei livelli essenziali delle prestazioni.

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LA LEGGE N. 42 DEL 2009

Art. 5 - Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica

1) g) …è istituita una banca dati comprendente indicatori di costo, di copertura e di qualità dei servizi, utilizzati per definire i costi e i fabbisogni standard e gli obiettivi di servizio, nonché per valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi di servizio.

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LA LEGGE N. 42 DEL 2009

Art. 8 - Principi e criteri direttivi sulle modalità di esercizio delle competenze legislative e sui mezzi di finanziamento

1) b) definizione delle modalità per cui le spese… sono determinate nel rispetto dei costi standard associati ai livelli essenziali delle prestazioni…

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LA LEGGE N. 42 DEL 2009

Art. 9 - Principi e criteri direttivi in ordine alla determinazione dell’entità e del riparto del fondo perequativo a favore delle Regioni

… in modo da assicurare l’integrale copertura delle spese corrispondenti al fabbisogno standard per i livelli essenziali delle prestazioni…

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IL D.LGS N. 68 DEL 2011

Il capo IV del Decreto disciplina, a decorrere dal 2013, la determinazione dei costi standard e dei fabbisogni standard per le regioni a statuto ordinario nel settore sanitario, al fine di assicurare un graduale e definitivo superamento dei criteri di riparto previsti dalla L. 662/1996.I costi ed i fabbisogni standard così determinati costituiscono il riferimento cui rapportare il finanziamento integrale della spesa sanitaria

Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, “Disposizioni in materia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.

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LA DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO SANITARIO STANDARD NAZIONALE

Art. 26, comma1: A decorrere dall'anno 2013 il fabbisogno sanitario nazionale standard e' determinato, in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall'Italia in sede comunitaria, tramite intesa, coerentemente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) erogati in condizioni di efficienza ed appropriatezza. In sede di determinazione, sono distinte la quota destinata complessivamente alle regioni a statuto ordinario, comprensiva delle risorse per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale ai sensi dell'articolo 1, commi 34 e 34-bis, della citata legge n. 662 del 1996, e successive modificazioni, e le quote destinate ad enti diversi dalle regioni.

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LA DETERMINAZIONE DEI COSTI E DEI FABBISOGNI STANDARD REGIONALI-1

Art. 27 commi 1-3: Il Ministro della salute, di concerto con il Ministrodell'economia e delle finanze, d'intesa,…., con la conferenza Stato-Regioni determina annualmente, sulla base della procedura definita nel presente articolo, i costi e i fabbisogni standard regionali.Per la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali si fa riferimento agli elementi informativi presenti nel Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) del Ministero della salute.….. costituiscono indicatori della programmazione nazionale per l'attuazione del federalismo fiscale i seguenti livelli percentuali di finanziamento della spesa sanitaria:a) 5 per cento per l'assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro;b) 51 per cento per l'assistenza distrettuale;c) 44 per cento per l'assistenza ospedaliera.

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LA DETERMINAZIONE DEI COSTI E DEI FABBISOGNI STANDARD REGIONALI-2

Art. 27 comma 4: Il fabbisogno sanitario standard delle singole regioni a statuto ordinario, cumulativamente pari al livello del fabbisogno sanitario nazionale standard, e' determinato, in fase di prima applicazione a decorrere dall'anno 2013, applicando a tutte le regioni i valori di costo rilevati nelle regioni di riferimento. In sede di prima applicazione e' stabilito il procedimento di cui ai commi dal 5 all'11.

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LA DETERMINAZIONE DEI COSTI E DEI FABBISOGNI STANDARD REGIONALI-3

Art. 27 comma 5: Sono regioni di riferimento le tre regioni, tra cui obbligatoriamente la prima, che siano state scelte dalla Conferenza Stato-Regioni tra le cinque indicate dal Ministro della salute, …, avendo garantito l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizione di equilibrio economico, comunque non essendo assoggettate a piano di rientro …. sono individuate in base a criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri…. A tale scopo si considerano in equilibrio economico le regioni che garantiscono l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza e di appropriatezza con le risorse ordinarie stabilite dalla vigente legislazione a livello nazionale, ivi comprese le entrate proprie regionali effettive. Nella individuazione delle regioni si dovrà tenere conto dell'esigenza di garantire una rappresentatività in termini di appartenenza geografica al nord, al centro e al sud…..

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LA DETERMINAZIONE DEI COSTI E DEI FABBISOGNI STANDARD REGIONALI-4

Art. 27 comma 6: I costi standard sono computati a livello aggregato per ciascuno dei tre macrolivelli di assistenza: assistenza collettiva, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Il valore di costo standard e‘ dato, per ciascuno dei tre macrolivelli di assistenza erogati in condizione di efficienza ed appropriatezza dalla media pro-capite pesata del costo registrato dalle regioni di riferimento. A tal fine il livello della spesa delle tre macroaree delle regioni di riferimento:a) e' computato al lordo della mobilità passiva e al netto dellamobilità attiva extraregionale;e) e' applicato, per ciascuna regione, alla relativa popolazionepesata regionale.

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GLI INTERVENTI STRUTTURALI STRAORDINARI IN MATERIA DI SANITÀ

Art. 28: ….. sono previsti specifici interventi idonei a rimuovere carenze strutturali presenti in alcune aree territoriali e atte ad incidere sui costi delle prestazioni. Le carenze strutturali sono individuate sulla base di specifici indicatori socio-economici e ambientali, tenendo conto della complementarietà con gli interventi straordinari di edilizia sanitaria previsti dall'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67.

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LA REVISIONE A REGIME DEI FABBISOGNI STANDARD

Art. 29, comma 1:….. a valere dal 2014, al fine di garantire continuità ed efficacia al processo di efficientamento dei servizi sanitari regionali, i criteri di cui all'articolo 27 del presente decreto sono rideterminati, con cadenza biennale, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, ai sensi dell'articolo 3 del citato decreto legislativo n. 281 del 1997, comunque nel rispetto del livello di fabbisogno standard nazionale come definito all'articolo 26.

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EntrateProprie 2%

Regioni statuto Speciale 8%

IRAP 35%

Add. IRPEF 6%

D.L. 56 49%

DISPONIBILITA’ FINANZIARIA

REGIONI

5 % prevenzioneq. capitaria secca

44% ospedalieraMetà q. capitaria seccaMetà pesata per età

51% ass. territorialeParte q.cap. seccaParte pesataParte in %

Oggi non più del 40% delle risorse è attribuito su popolazione pesata

IL FINANZIAMENTO DEL SSN

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IL FONDO PEREQUATIVO

ART.9 comma 1 L. 42/2009a) istituzione del fondo perequativo (di carattere verticale) a favore delle regioni con minore capacità fiscale per abitante, alimentato dal gettito prodotto da una compartecipazione al gettito dell'IVA …. b) applicazione del principio di perequazione delle differenze delle capacità fiscali … c 1) … in modo da assicurare l'integrale copertura delle spese corrispondenti al fabbisogno standard per i livelli essenziali delle prestazioni ART.19 comma 1 L. 42/2009b) l'utilizzo dei criteri definiti dall'articolo 9 avviene a partire dall'effettiva determinazione del contenuto finanziario dei livelli essenziali delle prestazioni, mediante un processo di convergenza dalla spesa storica al fabbisogno standard in un periodo di cinque anni;

IL FONDO PEREQUATIVO COPRE IN FORMA DECRESCENTE ANCHELA SPESA STORICA?

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FONDO SANITARIO

DEFICIT

<7%

>7%

-razionalizzazioni-aumento aliquote fiscali- aumento ticket

- piano di rientro- commissariamento

SPES

A

A B CREGIONI

COSA ACCADE ATTUALMENTE

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CON IL FEDERALISMO FISCALE

DEFICIT

SPES

A

A B CREGIONI

COSTO STANDARD

?

Imposteregionali

CompartecipazioneRegionale a Imposte nazionali

Fondo perequativo

Quota fissa

Quota decrescenteNel tempo

?

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COME DEFINIRE IL COSTO STANDARD IN SANITÀ? -1

Costi di produzione efficienti

Costi di erogazione efficienti ed adeguati

L’elemento che congiunge i due costi e’ la definizionedi un fabbisogno standard (volume e tipologia di attività

corrispondente ad una determinata popolazione)

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Versus

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In sanità è opportuno distinguere in modo molto netto l’output dall’outcome, cioè la produzione di semplici prestazioni dall’ottenimento dei risultati clinici attraverso il mix dei prodotti necessari per far fronte ad un bisogno assistenziale.Ciò complica le nostre analisi…..

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COME DEFINIRE IL COSTO STANDARD IN SANITÀ? -2

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In sanità, anche se si fosse capaci di definire cosa sono gli standard, sarebbe pressoché impossibile definire il fabbisogno come somma dei costi di produzione necessari per erogare i percorsi assistenziali necessari a soddisfare i bisogni della popolazione: questa operazione è del tutto utopistica e non sarebbe serio continuare a proporla ritenendola realizzabile.

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COME DEFINIRE IL COSTO STANDARD IN SANITÀ? -3

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LE MODALITÀ DI DEFINIZIONE DEL COSTO STANDARD IN SANITÀ

Definito lo standard come modello di riferimento a cui ci si uniforma affinché sia ripetuto successivamente, si deve evidenziare come questo modello possa essere definito con criteri normativi o con criteri di normalità. Nel primo caso il modello è tale perché rispetta una norma, vuoi deontologica vuoi tecnologica, che definisce i contenuti del modello stesso; nel secondo invece il modello viene definito in base alla distribuzione dei comportamenti ad esso riferibili.

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STANDARD E TARGET

Vi è una terza modalità di definizione degli standard ed è quella dispositiva o programmatoria; in tal caso si preferisce sostituire al termine standard il termine target in quanto corrisponde all’obiettivo che il decisore pone rispetto ad un costo o ad una frequenza o ad una quantità.Il target si limita a stabilire un valore opportuno in funzione della realtà in cui si sta operando.

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STANDARD COME PANACEA?

Spesso governare per standard evidenzia una debolezza programmatoria rispetto all’alternativa del governare per obiettivi; è facile infatti che uno standard definito al di fuori di un contesto specifico non regga quando lo si cali in esso, mentre il governo per obiettivi procede da un’analisi della situazione e definisce i percorsi ed i risultati da ottenere.

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A livello aziendale il costo standard può essere utile per evidenziare le situazioni di inefficienza. È evidente, tuttavia, che non basta individuare una situazione di inefficienza, ma occorre anche individuarne le cause, e spesso ciò è possibile analizzando i dati analitici dei costi dei fattori produttivi impiegati nei processi produttivi, dati che però raramente sono disponibili a meno che si sia attivata una contabilità analitica avanzata emagari orientata alle attività specifiche.

IL RUOLO DEL COSTO STANDARD A LIVELLO MICRO

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A livello regionale e/o nazionale il costo standard di produzione potrebbe essere molto utile per valutare le performance aziendali sul versante dell’efficienza oppure per determinare i valori tariffari delle prestazioni.

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IL RUOLO DEL COSTO STANDARD A LIVELLO MACRO

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COME PUÒ ESSERE UTILE LA DETERMINAZIONE DEI COSTI STANDARD NELL’EROGAZIONE

DEI SERVIZI SANITARI?

Si stima che da un 10% ad un 30% delle attività sanitarie l’appropriatezza sia discutibile e quindi costituisca nel migliore dei casi uno spreco di risorse e nel peggiore un pericolo per gli utenti; ed allora devono essere intraprese delle azioni per raggiungere maggiori livelli di appropriatezza agendo sui fattori che la determinano.

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COSTI STANDARD ED INAPPROPRIATEZZA

Innanzitutto devono essere maggiormente controllate le situazioni in cui possono innescarsi effetti perversi di interessi privati, economici o di potere, valutando almeno a campione la correttezza delle prescrizioni che inducono, ad esempio, situazioni particolari.E.: Comparaggio, sovraprescrizione di indagini, il difensivismo, inerzia dei comportamenti,

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COSTI STANDARD E FABBISOGNI DELLA POPOLAZIONE-1

I costi standard di erogazione possono servire come strumento di valutazione dell’appropriatezza degli interventi, ma risulta difficile ipotizzare che possano essere utilizzati per quantificare i fabbisogni della popolazione

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La legge che ha definito in sanità i LEA, ha precisato che devono rispettare tre criteri: efficienza, efficacia e compatibilità economica. Questi sono i LEA, cioè i livelli assistenziali compatibili economicamente con la situazione del Paese. Di conseguenza, non è assolutamente possibile definire il fabbisogno standard globale per la sanità, ma è solo possibile definire il fabbisogno sanitario compatibile con le risorse disponibili.

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COSTI STANDARD E FABBISOGNI DELLA POPOLAZIONE-2

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IL CONCETTO DI FABBISOGNO STANDARD IN SANITÀ

Nello specifico settore sanitario il fabbisogno standard non può essere definito come uniforme distribuzione delle prestazioni erogate e delle risorse necessarie per erogarle, ma piuttosto come distribuzione delle risorse che garantisca eguali opportunità di accesso alle prestazioni necessarie, ferme restando le differenze che in termini epidemiologici e demografici connotano le diverse realtà regionali.

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L’EFFETTO A LIVELLO POLITICO DEL COSTO STANDARD-1

La definitiva entrata in regime di un modello federale imperniato su livelli essenziali delle prestazioni e costi standard consentirebbe, da un lato, di far convergere i territori su una maggiore omogeneità di offerta servizi, ma dall’altro, di perseguire questo risultato proprio svuotando di significato l’obiettivo ultimo di un sistema federale, l’autonomia delle scelte. In altri termini: i livelli essenziali di offerta e di costi standard per realizzarli vengono decisi centralmente, seppure attraverso un processo partecipato dalle autonomie, al governo territoriale rimane ben poco spazio per l’autonoma e originale formulazione di policy.

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Ecco allora il paradosso: in un paese che cerca un equilibrio federale, partendo da grandi differenziazioni nel soddisfacimento dei diritti, quest’ultimo obiettivo passa per una riduzione del significato classico di federalismo, mentre un federalismo senza contrappesi forti consegnerebbe in futuro (come è già accaduto in questo primo decennio di federalismo realizzato) un paese con differenziazioni ancora più nette.

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L’EFFETTO A LIVELLO POLITICO DEL COSTO STANDARD-2

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C’è poi da considerare quali potranno essere gli effetti a regime di un sistema basato sui costi standard e sul loro trasparente monitoraggio. Il costo standard, infatti, non assolve al solo compito di driver per calcolare (predefinendo un determinato livello di fabbisogno) la copertura finanziaria necessaria, ma può diventare un pesante fattore di controllo tra i territori. Occorre ricordare, infatti, che il finanziamento tramite il criterio del costo standard avverrà, per molte Regioni, in base anche alle risorse derivanti dal fondo perequativo.

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L’EFFETTO A LIVELLO POLITICO DEL COSTO STANDARD-3

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Ciò significa che il mancato rispetto tra costi effettivi e costi standard non rimane questione delimitata al confine del singolo ente, che non disponendo di ulteriori trasferimenti dovrà ridurre i finanziamenti di politiche che non rientrano tra i livelli essenziali oppure aumentare la pressione fiscale sui propri cittadini, ma può coinvolgere gli stessi rapporti tra Regioni: a fronte di un consolidato scarto le Regioni che alimentano il fondo perequativo potranno sentirsi legittimate a chiederne una limitazione della portata, per mantenere maggiori risorse in contesti dove il più alto grado di efficacia degli interventi si trasforma in maggiore garanzia di diritti civili e sociali.

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L’EFFETTO A LIVELLO POLITICO DEL COSTO STANDARD-4