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Gloria Conti: «Oggi emerge la necessità di rivedere la trasmissione generazionale della fede»

Educare e accompagnare,compiti primari della ChiesaIl 27 e 28 giugno si sono svolti in Seminario ad Albano gli esercizi spirituali per insegnanti di religione cattolica,guidati dalla riflessione di padre Ernesto Della Corte su un tema più che mai attuale: «Lo educò, ne ebbe cura»

DI GIOVANNI SALSANO

ducare sui passi di Dio, per percorrere ilcammino dell’insegnamento – dienorme responsabilità e per questo

bisognoso di essere sostenuto da fede emotivazioni – muovendo dal suo esempioper accompagnare gli studenti a diventarepersone in grado di affrontare seriamente lavita. Si sono svolti nell’ultimo weekend di

Egiugno, nel seminariovescovile di Albano, gliesercizi spirituali per gliinsegnanti di religionecattolica della diocesi,organizzati dall’ufficiodiocesano per l’educazione,la scuola e l’insegnamento direligione cattolica, e guidatida padre Ernesto DellaCorte, docente di Sacrascrittura presso la Facoltàteologica dell’Italiameridionale, sul tema Loeducò, ne ebbe cura. «Il passodel Deteuronomio (Dt32,10) scelto come tema pergli esercizi spirituali – spiegaGloria Conti, direttoredell’ufficio diocesano –descrive l’azione educativa diDio verso il suo popolo eciascuno dei suoi figli. Dioparte dal punto in cui ilpopolo si trova: una terra deserta, una landadi ululati solitari, luoghi dove sembra nonesserci vita. All’apparenza il luogo peggioreper iniziare un’azione educativa. Eppurecomincia proprio da qui, ha cura dell’uomo,lo cerca, lo ama, gli ridona speranza propriolì dove egli è: “Lo educò, ne ebbe cura, loallevò, lo custodì”». In questo contesto si èsviluppato, nelle due giornate, il percorso dipadre Ernesto della Corte, nell’intento diaiutare gli insegnanti a guardare all’educaredi Dio quale parametro essenziale diconfronto per ogni educare, anche sulla sciadi quanto sottolineato nel recente convegnodiocesano Adulti per iniziare: «Perché questo– aggiunge Gloria Conti – significa, tral’altro, sentirsi parte di una Chiesa cheabilita e invia a insegnare gli elementiessenziali della religione cattolica. Da tempo

ormai si parla di “sfidaeducativa”, “rischioeducativo”, “emergenzaeducativa”. Non si tratta diun tema nuovo, ma di unarinnovata percezione della sua importanza.In particolare, emerge la necessità di rivederela trasmissione generazionale della fede».Anche su questo ultimo concetto si èconcentrata la relazione di padre ErnestoDella Corte, che ha sottolineato comel’educazione alla fede sia, per la Chiesa, uncompito primario: «Tuttavia – ha aggiunto ilrelatore – nel tentativo di riuscirvi possiamoimboccare molte strade, alcune decisamentesbagliate, altre poco efficaci. Tutto dipendein verità dalla nostra capacità di assumere lastessa pedagogia vissuta da Gesù

nell’incontrare gli uomini e le donne. Ancheoggi la fede può essere generata, destata,fatta emergere da chi, desideroso testimoneed evangelizzatore di Cristo, sa incontrare gliuomini in modo umanissimo, ossia: essereuna persona affidabile, la cui umanità ècredibile, fare dono all’altro della propriapresenza e infine, decentrato dal sé, faresegno a Gesù e attraverso di lui, indicare ilPadre. L’educazione, come ogni vera arte,non tollera ricette, formule, cliché. Esigenell’educatore originalità e individualità:chiede che si educhi con gioia. Insieme esigeun grande rispetto dell’individualità eoriginalità della persona». E questa sfidadell’educare – che impegna le famiglie inprimo luogo – è rivolta anche agli

insegnanti, e nonrimane circoscrittaagli ambiti familiario scolastici, maprende ogni aspettodella vita:«Insegnare – hadetto ancora padreDella Corte –significa abituare idiscenti alla vita,dare loro lemotivazioni percollocarsi inatteggiamento diapertura neiconfronti della sfidadel futuro adiventare ognigiorno sempre più

persona. La vita nella sua globalità è unascuola permanente e ogni giorno è unapprendere impegnativo, faticoso, doloroso,frustante, occorre aggiornarsi sempre.Diventa fecondo quando il discente imparaanche a superare le difficoltà, mentre ildocente non va ridotto in alcun modo alruolo dell’animatore o del moderatore.Essenziali per il successo dell’educazionesono poi il ruolo della comunità e laconsapevolezza che Dio è il primo maestro epertanto ogni insegnamento umano puòaver successo solo nel dialogo con Lui».

Lo storico incontro dei due Papi

l Santo dei poveri, degli e-marginati e degli oppressi (inparticolare per via dell’usura),

e al contempo insigne predica-tore, in grado con la sua paroladi toccare il cuore della gente e ri-portarla o convertirla a Dio. Suquesti due aspetti si è concentra-ta maggiormente l’omelia del ve-scovo Marcello Semeraro pro-nunciata sabato 27 giugno nellachiesa dei Santi Pio e Antonio diAnzio, in occasione dei festeg-giamenti per il patrono, Sant’An-tonio di Padova, e nell’ambitodell’Anno innocenziano che la cittàsta celebrando in onore dei 400anni dalla nascita di papa Inno-cenzo XII. «Antonio – ha dettomonsignor Semeraro – ha cam-minato per le vie dell’Italia e an-che della Francia meridionale. Ri-guardo alla sua predicazionequaresimale del 1231 tenuta a Pa-dova, le cronache del tempo didicono che grande moltitudinedi gente accorreva per ascoltarnela parola, che spingeva alla ri-conciliazione con Dio e alla pa-cificazione tra le persone. La pre-ghiera liturgica, però, aggiungeche sant’Antonio non è stato sol-tanto un insigne predicatore delVangelo, ma pure un patrono deipoveri e dei sofferenti. Questo se-condo titolo si armonizza benecon le onoranze che in questi me-si dell’Anno innocenziano, lacittà di Anzio sta tributando alpapa Innocenzo XII, riconosciu-to come suo padre fondatore».Infatti, Sant’Antonio ebbe dav-vero a cuore la sorte dei poveri,degli emarginati, dei deboli e deisofferenti: «In una sua omelia –ha aggiunto Semeraro – richia-mando un passo dell’Apocalisse,egli dice che “adesso il Signore,nella persona dei suoi poveri, staalla porta e bussa; gli si aprequando il povero viene ristorato.Ristoro del povero, riposo di Cri-sto”. Quest’ultima frase la si po-trebbe scrivere sulle porte dellenostre caritas parrocchiali. Essami ricorda tanto quell’altra, spes-so ripetuta da papa Francesco,che i poveri sono la carne di Cri-sto. Nella predicazione disant’Antonio il povero è soprat-tutto difeso dagli usurai. Egli lichiamava “gente maledetta, chenon si piega di fronte a Dio e nonteme l’uomo; nella cui bocca c’èsempre il letame del denaro e losterco dell’usura; gente che ruba,distrugge e ingoia i beni dei po-veri, degli orfani e delle vedove “.Che dire? Anche in Italia, certo,c’è una legislazione antiusura, maci sarebbe da domandarsi: quan-ta prassi finanziaria, anche se informe legali, invece di aiutare ipoveri li mantiene nelle loro dif-ficoltà e assiste inerte al loro ag-gravarsi? Chissà cosa direbbesant’Antonio di Padova, se pre-dicasse oggi sulle nostre piazze».

Alessandro Paone

I

Sant’Antonio,un esempio di caritàe di preghiera

La Messa dal Santuarioa martedì scorso, e fino al prossi-mo 2 agosto, la Messa delle 8,30

in programma sull’emittente televisi-va TV2000 è trasmessa dal santuario diSanta Maria di Galloro, ad Ariccia, chefa da cornice artistica e spirituale aduno degli appuntamenti più attesi e si-gnificativi del palinsesto, che raggiun-ge gli ammalati e gli anziani, oltre aitanti che iniziano la giornata con laParola del giorno. «TV 2000 – com-menta il parroco, don Andrea De Mat-teis – ci offre la possibilità di portareil Vangelo della speranza, della vita edella misericordia nelle case e nellavita quotidiana degli uomini e delledonne del nostro tempo. Oggi più chemai i mezzi di comunicazione socialesono il canale con cui apprendiamociò che accade nel mondo e intorno anoi. La televisione ha rivoluzionato lecomunicazioni influenzando profon-damente la vita familiare. Oggi, la te-levisione è una fonte primaria di no-tizie, di informazioni e di svago per in-numerevoli famiglie fino a modellarei loro atteggiamenti e le loro opinionie i loro valori».

D

clero.Definito il calendariodelle Giornate residenziali

stato definito il calendario delle tradizionali Gior-nate residenziali per il vescovo e sacerdoti della dio-cesi, primo appuntamento del prossimo anno pa-

storale, inserito nell’itinerario di formazione permanen-te del clero, quale momento di condivisione per impo-stare il cammino in comunione. Le Giornate si svolge-ranno presso la Piccola Opera Sacro Cuore dei padri Deho-niani a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, suddivise indue turni: dal 7 al 10 settembre e dal 21 al 24 settembre.«Avremo anche la possibilità – ha detto il vescovo Seme-raro – di incontrare il vescovo emerito di Albano, DanteBernini, a noi carissimo. Lo schema delle giornate saràquello ormai consolidato: incontro introduttivo al po-meriggio del lunedì e ritiro spirituale al mattino del gio-vedì». Le due giornate del martedì e mercoledì sarannorispettivamente impegnate sui temi: La sessualità e il gen-der, con la guida di fra’ Paolo Benanti, teologo moralista,francescano del Terzo ordine regolare e La predicazione o-miletica oggi: come e perché, con la guida di don Chino Bi-scontin, della diocesi di Concordia–Pordenone, teologoe direttore della rivista Servizio della Parola.

ÈSe lo sport guarda a poveri e a creatoSvolto a Torvaianicail torneo solidaleE durante la festal’attenzione ai rifiuti

DI VALENTINA LUCIDI

port e solidarietà con losguardo rivolto allasalvaguardia del creato,

tema di stretta attualità e diimpegno pastorale,sottolineato con forzadall’uscita di Laudato Si’, laseconda enciclica di papaFrancesco. Si è concluso allafine di giugno, nell’oratoriodella parrocchia Beata VergineImmacolata di Torvaianica,

S

guidata dal parroco donGianni Masella, il torneosportivo solidale organizzatodal gruppo Caritasparrocchiale: unappuntamento che si rinnovaogni anno e che ha permessodi raccogliere con leiscrizioni, anche in questaedizione, fondi per sostenerele famiglie bisognose,facendo vincere, al terminedei tornei di calcetto epallavolo, la solidarietà. Asostenere le iniziativeambientaliste legate allamanifestazione, disensibilizzazione al correttoconferimento dei rifiutidifferenziati e all’utilizzo dimateriali riciclabili, è stata

l’associazione Fare verde diPomezia: «Quest’anno – diceGiancarlo Lanzone, referentelocale di Fare verde – ilgruppo organizzatore havoluto porre attenzione anchealla cura del creato facendoattenzione, nel giorno dellafesta di chiusura, nel crearemeno rifiuti possibili conl’utilizzo di stoviglie inmater–bi compostabili etovaglioli realizzati in cartariciclata. Come associazioneabbiamo fornito brevispiegazioni sull’importanzadi imitare la natura, che noncrea rifiuti pericolosi che solol’uomo invece è capace diinventare». Per fare ciò,hanno spiegato i

rappresentantidell’associazione, una dellebuone pratiche è evitarel’utilizzo di stoviglie usa egetta in plastica, che spessofiniscono per non essere benriciclate o per essere dispersenell’ambiente, preferendo lestoviglie lavabili o, quandorealmente non possibile,utilizzando le stovigliecompostabili, che possonoessere gettate nell’umido.«Dotandosi di un unico tipodi busta, anch’essa mater–bi –conclude Giancarlo Lanzone– si possono introdurre piattisporchi, tovaglioli usati, edeventuali avanzi di ciboresiduo. Semplici pratiche chenon stravolgono lo

svolgimento della festa, mache senz’altro incidono sullaqualità della vita.Ringraziamo gli organizzatorie il parroco don Gianni cheha apprezzato l’iniziativa cheha assunto alla fine anche unaspetto formativo. La raccoltadifferenziata porta a porta siinsegna giocando edivertendosi. Questo è ilmiglior veicolo per fargiungere l’informazione erendere partecipi i cittadini».

Preghiere per i Papial 30 giugno, il papa e-merito, Benedetto XVI si

trova nella sede pontificia diCastel Gandolfo, per un perio-do di riposo, accolto dalla pre-ghiera e dall’affetto filiale a luirivolti dalla comunità dei fe-deli della diocesi di Albano. Al-lo stesso modo, la diocesi di Al-bano intende accompagnareanche papa Francesco nel suoviaggio apostolico in Sud Ame-rica, da oggi al 13 luglio, tra E-cuador, Bolivia e Paraguay.

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Beata Vergine Immacolata

3verso Firenzewww.diocesidialbano.it

Pagina a cura dell'Ufficio Comunicazioni Sociali

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Tel.: 06/93.26.84.01Fax: 06/93.23.844

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ALBANONelle relazioni nasce l’umano

imanendo centrati su noi stessi facciamofatica a riconoscere il volto dell’altro. Que-

sto causa anche il dissolversi del nostro vol-to, perché solo nella relazione prendono for-ma i volti. Se la relazione fosse negata o soffo-cata, saremmo solo un fascio di bisogni e uninsieme di accadimenti. Difficilmente com-prenderemmo che cosa significhi essere u-mani.

Marcello Semeraro, vescovo

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Domenica, 5 luglio 2015