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Gloria Conti: «Oggi emerge la necessità di rivedere la trasmissione generazionale della fede» Educare e accompagnare, compiti primari della Chiesa Il 27 e 28 giugno si sono svolti in Seminario ad Albano gli esercizi spirituali per insegnanti di religione cattolica, guidati dalla riflessione di padre Ernesto Della Corte su un tema più che mai attuale: «Lo educò, ne ebbe cura» DI GIOVANNI SALSANO ducare sui passi di Dio, per percorrere il cammino dell’insegnamento – di enorme responsabilità e per questo bisognoso di essere sostenuto da fede e motivazioni – muovendo dal suo esempio per accompagnare gli studenti a diventare persone in grado di affrontare seriamente la vita. Si sono svolti nell’ultimo weekend di E giugno, nel seminario vescovile di Albano, gli esercizi spirituali per gli insegnanti di religione cattolica della diocesi, organizzati dall’ufficio diocesano per l’educazione, la scuola e l’insegnamento di religione cattolica, e guidati da padre Ernesto Della Corte, docente di Sacra scrittura presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sul tema Lo educò, ne ebbe cura. «Il passo del Deteuronomio (Dt 32,10) scelto come tema per gli esercizi spirituali – spiega Gloria Conti, direttore dell’ufficio diocesano – descrive l’azione educativa di Dio verso il suo popolo e ciascuno dei suoi figli. Dio parte dal punto in cui il popolo si trova: una terra deserta, una landa di ululati solitari, luoghi dove sembra non esserci vita. All’apparenza il luogo peggiore per iniziare un’azione educativa. Eppure comincia proprio da qui, ha cura dell’uomo, lo cerca, lo ama, gli ridona speranza proprio lì dove egli è: “Lo educò, ne ebbe cura, lo allevò, lo custodì”». In questo contesto si è sviluppato, nelle due giornate, il percorso di padre Ernesto della Corte, nell’intento di aiutare gli insegnanti a guardare all’educare di Dio quale parametro essenziale di confronto per ogni educare, anche sulla scia di quanto sottolineato nel recente convegno diocesano Adulti per iniziare: «Perché questo – aggiunge Gloria Conti – significa, tra l’altro, sentirsi parte di una Chiesa che abilita e invia a insegnare gli elementi essenziali della religione cattolica. Da tempo ormai si parla di “sfida educativa”, “rischio educativo”, “emergenza educativa”. Non si tratta di un tema nuovo, ma di una rinnovata percezione della sua importanza. In particolare, emerge la necessità di rivedere la trasmissione generazionale della fede». Anche su questo ultimo concetto si è concentrata la relazione di padre Ernesto Della Corte, che ha sottolineato come l’educazione alla fede sia, per la Chiesa, un compito primario: «Tuttavia – ha aggiunto il relatore – nel tentativo di riuscirvi possiamo imboccare molte strade, alcune decisamente sbagliate, altre poco efficaci. Tutto dipende in verità dalla nostra capacità di assumere la stessa pedagogia vissuta da Gesù nell’incontrare gli uomini e le donne. Anche oggi la fede può essere generata, destata, fatta emergere da chi, desideroso testimone ed evangelizzatore di Cristo, sa incontrare gli uomini in modo umanissimo, ossia: essere una persona affidabile, la cui umanità è credibile, fare dono all’altro della propria presenza e infine, decentrato dal sé, fare segno a Gesù e attraverso di lui, indicare il Padre. L’educazione, come ogni vera arte, non tollera ricette, formule, cliché. Esige nell’educatore originalità e individualità: chiede che si educhi con gioia. Insieme esige un grande rispetto dell’individualità e originalità della persona». E questa sfida dell’educare – che impegna le famiglie in primo luogo – è rivolta anche agli insegnanti, e non rimane circoscritta agli ambiti familiari o scolastici, ma prende ogni aspetto della vita: «Insegnare – ha detto ancora padre Della Corte – significa abituare i discenti alla vita, dare loro le motivazioni per collocarsi in atteggiamento di apertura nei confronti della sfida del futuro a diventare ogni giorno sempre più persona. La vita nella sua globalità è una scuola permanente e ogni giorno è un apprendere impegnativo, faticoso, doloroso, frustante, occorre aggiornarsi sempre. Diventa fecondo quando il discente impara anche a superare le difficoltà, mentre il docente non va ridotto in alcun modo al ruolo dell’animatore o del moderatore. Essenziali per il successo dell’educazione sono poi il ruolo della comunità e la consapevolezza che Dio è il primo maestro e pertanto ogni insegnamento umano può aver successo solo nel dialogo con Lui». Lo storico incontro dei due Papi l Santo dei poveri, degli e- marginati e degli oppressi (in particolare per via dell’usura), e al contempo insigne predica- tore, in grado con la sua parola di toccare il cuore della gente e ri- portarla o convertirla a Dio. Su questi due aspetti si è concentra- ta maggiormente l’omelia del ve- scovo Marcello Semeraro pro- nunciata sabato 27 giugno nella chiesa dei Santi Pio e Antonio di Anzio, in occasione dei festeg- giamenti per il patrono, Sant’An- tonio di Padova, e nell’ambito dell’Anno innocenziano che la città sta celebrando in onore dei 400 anni dalla nascita di papa Inno- cenzo XII. «Antonio – ha detto monsignor Semeraro – ha cam- minato per le vie dell’Italia e an- che della Francia meridionale. Ri- guardo alla sua predicazione quaresimale del 1231 tenuta a Pa- dova, le cronache del tempo di dicono che grande moltitudine di gente accorreva per ascoltarne la parola, che spingeva alla ri- conciliazione con Dio e alla pa- cificazione tra le persone. La pre- ghiera liturgica, però, aggiunge che sant’Antonio non è stato sol- tanto un insigne predicatore del Vangelo, ma pure un patrono dei poveri e dei sofferenti. Questo se- condo titolo si armonizza bene con le onoranze che in questi me- si dell’Anno innocenziano, la città di Anzio sta tributando al papa Innocenzo XII, riconosciu- to come suo padre fondatore». Infatti, Sant’Antonio ebbe dav- vero a cuore la sorte dei poveri, degli emarginati, dei deboli e dei sofferenti: «In una sua omelia – ha aggiunto Semeraro – richia- mando un passo dell’Apocalisse, egli dice che “adesso il Signore, nella persona dei suoi poveri, sta alla porta e bussa; gli si apre quando il povero viene ristorato. Ristoro del povero, riposo di Cri- sto”. Quest’ultima frase la si po- trebbe scrivere sulle porte delle nostre caritas parrocchiali. Essa mi ricorda tanto quell’altra, spes- so ripetuta da papa Francesco, che i poveri sono la carne di Cri- sto. Nella predicazione di sant’Antonio il povero è soprat- tutto difeso dagli usurai. Egli li chiamava “gente maledetta, che non si piega di fronte a Dio e non teme l’uomo; nella cui bocca c’è sempre il letame del denaro e lo sterco dell’usura; gente che ruba, distrugge e ingoia i beni dei po- veri, degli orfani e delle vedove “. Che dire? Anche in Italia, certo, c’è una legislazione antiusura, ma ci sarebbe da domandarsi: quan- ta prassi finanziaria, anche se in forme legali, invece di aiutare i poveri li mantiene nelle loro dif- ficoltà e assiste inerte al loro ag- gravarsi? Chissà cosa direbbe sant’Antonio di Padova, se pre- dicasse oggi sulle nostre piazze». Alessandro Paone I Sant’Antonio, un esempio di carità e di preghiera La Messa dal Santuario a martedì scorso, e fino al prossi- mo 2 agosto, la Messa delle 8,30 in programma sull’emittente televisi- va TV2000 è trasmessa dal santuario di Santa Maria di Galloro, ad Ariccia, che fa da cornice artistica e spirituale ad uno degli appuntamenti più attesi e si- gnificativi del palinsesto, che raggiun- ge gli ammalati e gli anziani, oltre ai tanti che iniziano la giornata con la Parola del giorno. «TV 2000 – com- menta il parroco, don Andrea De Mat- teis – ci offre la possibilità di portare il Vangelo della speranza, della vita e della misericordia nelle case e nella vita quotidiana degli uomini e delle donne del nostro tempo. Oggi più che mai i mezzi di comunicazione sociale sono il canale con cui apprendiamo ciò che accade nel mondo e intorno a noi. La televisione ha rivoluzionato le comunicazioni influenzando profon- damente la vita familiare. Oggi, la te- levisione è una fonte primaria di no- tizie, di informazioni e di svago per in- numerevoli famiglie fino a modellare i loro atteggiamenti e le loro opinioni e i loro valori». D clero. Definito il calendario delle Giornate residenziali stato definito il calendario delle tradizionali Gior- nate residenziali per il vescovo e sacerdoti della dio- cesi, primo appuntamento del prossimo anno pa- storale, inserito nell’itinerario di formazione permanen- te del clero, quale momento di condivisione per impo- stare il cammino in comunione. Le Giornate si svolge- ranno presso la Piccola Opera Sacro Cuore dei padri Deho- niani a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, suddivise in due turni: dal 7 al 10 settembre e dal 21 al 24 settembre. «Avremo anche la possibilità – ha detto il vescovo Seme- raro – di incontrare il vescovo emerito di Albano, Dante Bernini, a noi carissimo. Lo schema delle giornate sarà quello ormai consolidato: incontro introduttivo al po- meriggio del lunedì e ritiro spirituale al mattino del gio- vedì». Le due giornate del martedì e mercoledì saranno rispettivamente impegnate sui temi: La sessualità e il gen- der, con la guida di fra’ Paolo Benanti, teologo moralista, francescano del Terzo ordine regolare e La predicazione o- miletica oggi: come e perché, con la guida di don Chino Bi- scontin, della diocesi di Concordia–Pordenone, teologo e direttore della rivista Servizio della Parola. È Se lo sport guarda a poveri e a creato Svolto a Torvaianica il torneo solidale E durante la festa l’attenzione ai rifiuti DI VALENTINA LUCIDI port e solidarietà con lo sguardo rivolto alla salvaguardia del creato, tema di stretta attualità e di impegno pastorale, sottolineato con forza dall’uscita di Laudato Si’, la seconda enciclica di papa Francesco. Si è concluso alla fine di giugno, nell’oratorio della parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvaianica, S guidata dal parroco don Gianni Masella, il torneo sportivo solidale organizzato dal gruppo Caritas parrocchiale: un appuntamento che si rinnova ogni anno e che ha permesso di raccogliere con le iscrizioni, anche in questa edizione, fondi per sostenere le famiglie bisognose, facendo vincere, al termine dei tornei di calcetto e pallavolo, la solidarietà. A sostenere le iniziative ambientaliste legate alla manifestazione, di sensibilizzazione al corretto conferimento dei rifiuti differenziati e all’utilizzo di materiali riciclabili, è stata l’associazione Fare verde di Pomezia: «Quest’anno – dice Giancarlo Lanzone, referente locale di Fare verde – il gruppo organizzatore ha voluto porre attenzione anche alla cura del creato facendo attenzione, nel giorno della festa di chiusura, nel creare meno rifiuti possibili con l’utilizzo di stoviglie in mater–bi compostabili e tovaglioli realizzati in carta riciclata. Come associazione abbiamo fornito brevi spiegazioni sull’importanza di imitare la natura, che non crea rifiuti pericolosi che solo l’uomo invece è capace di inventare». Per fare ciò, hanno spiegato i rappresentanti dell’associazione, una delle buone pratiche è evitare l’utilizzo di stoviglie usa e getta in plastica, che spesso finiscono per non essere ben riciclate o per essere disperse nell’ambiente, preferendo le stoviglie lavabili o, quando realmente non possibile, utilizzando le stoviglie compostabili, che possono essere gettate nell’umido. «Dotandosi di un unico tipo di busta, anch’essa mater–bi – conclude Giancarlo Lanzone – si possono introdurre piatti sporchi, tovaglioli usati, ed eventuali avanzi di cibo residuo. Semplici pratiche che non stravolgono lo svolgimento della festa, ma che senz’altro incidono sulla qualità della vita. Ringraziamo gli organizzatori e il parroco don Gianni che ha apprezzato l’iniziativa che ha assunto alla fine anche un aspetto formativo. La raccolta differenziata porta a porta si insegna giocando e divertendosi. Questo è il miglior veicolo per far giungere l’informazione e rendere partecipi i cittadini». Preghiere per i Papi al 30 giugno, il papa e- merito, Benedetto XVI si trova nella sede pontificia di Castel Gandolfo, per un perio- do di riposo, accolto dalla pre- ghiera e dall’affetto filiale a lui rivolti dalla comunità dei fe- deli della diocesi di Albano. Al- lo stesso modo, la diocesi di Al- bano intende accompagnare anche papa Francesco nel suo viaggio apostolico in Sud Ame- rica, da oggi al 13 luglio, tra E- cuador, Bolivia e Paraguay. D Beata Vergine Immacolata 3 verso Firenze www.diocesidialbano.it Pagina a cura dell'Ufficio Comunicazioni Sociali Piazza Vescovile, 11 00041 Albano RM Tel.: 06/93.26.84.01 Fax: 06/93.23.844 e-mail [email protected] ALBANO Nelle relazioni nasce l’umano imanendo centrati su noi stessi facciamo fatica a riconoscere il volto dell’altro. Que- sto causa anche il dissolversi del nostro vol- to, perché solo nella relazione prendono for- ma i volti. Se la relazione fosse negata o soffo- cata, saremmo solo un fascio di bisogni e un insieme di accadimenti. Difficilmente com- prenderemmo che cosa significhi essere u- mani. Marcello Semeraro, vescovo R Domenica, 5 luglio 2015

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Gloria Conti: «Oggi emerge la necessità di rivedere la trasmissione generazionale della fede»

Educare e accompagnare,compiti primari della ChiesaIl 27 e 28 giugno si sono svolti in Seminario ad Albano gli esercizi spirituali per insegnanti di religione cattolica,guidati dalla riflessione di padre Ernesto Della Corte su un tema più che mai attuale: «Lo educò, ne ebbe cura»

DI GIOVANNI SALSANO

ducare sui passi di Dio, per percorrere ilcammino dell’insegnamento – dienorme responsabilità e per questo

bisognoso di essere sostenuto da fede emotivazioni – muovendo dal suo esempioper accompagnare gli studenti a diventarepersone in grado di affrontare seriamente lavita. Si sono svolti nell’ultimo weekend di

Egiugno, nel seminariovescovile di Albano, gliesercizi spirituali per gliinsegnanti di religionecattolica della diocesi,organizzati dall’ufficiodiocesano per l’educazione,la scuola e l’insegnamento direligione cattolica, e guidatida padre Ernesto DellaCorte, docente di Sacrascrittura presso la Facoltàteologica dell’Italiameridionale, sul tema Loeducò, ne ebbe cura. «Il passodel Deteuronomio (Dt32,10) scelto come tema pergli esercizi spirituali – spiegaGloria Conti, direttoredell’ufficio diocesano –descrive l’azione educativa diDio verso il suo popolo eciascuno dei suoi figli. Dioparte dal punto in cui ilpopolo si trova: una terra deserta, una landadi ululati solitari, luoghi dove sembra nonesserci vita. All’apparenza il luogo peggioreper iniziare un’azione educativa. Eppurecomincia proprio da qui, ha cura dell’uomo,lo cerca, lo ama, gli ridona speranza propriolì dove egli è: “Lo educò, ne ebbe cura, loallevò, lo custodì”». In questo contesto si èsviluppato, nelle due giornate, il percorso dipadre Ernesto della Corte, nell’intento diaiutare gli insegnanti a guardare all’educaredi Dio quale parametro essenziale diconfronto per ogni educare, anche sulla sciadi quanto sottolineato nel recente convegnodiocesano Adulti per iniziare: «Perché questo– aggiunge Gloria Conti – significa, tral’altro, sentirsi parte di una Chiesa cheabilita e invia a insegnare gli elementiessenziali della religione cattolica. Da tempo

ormai si parla di “sfidaeducativa”, “rischioeducativo”, “emergenzaeducativa”. Non si tratta diun tema nuovo, ma di unarinnovata percezione della sua importanza.In particolare, emerge la necessità di rivederela trasmissione generazionale della fede».Anche su questo ultimo concetto si èconcentrata la relazione di padre ErnestoDella Corte, che ha sottolineato comel’educazione alla fede sia, per la Chiesa, uncompito primario: «Tuttavia – ha aggiunto ilrelatore – nel tentativo di riuscirvi possiamoimboccare molte strade, alcune decisamentesbagliate, altre poco efficaci. Tutto dipendein verità dalla nostra capacità di assumere lastessa pedagogia vissuta da Gesù

nell’incontrare gli uomini e le donne. Ancheoggi la fede può essere generata, destata,fatta emergere da chi, desideroso testimoneed evangelizzatore di Cristo, sa incontrare gliuomini in modo umanissimo, ossia: essereuna persona affidabile, la cui umanità ècredibile, fare dono all’altro della propriapresenza e infine, decentrato dal sé, faresegno a Gesù e attraverso di lui, indicare ilPadre. L’educazione, come ogni vera arte,non tollera ricette, formule, cliché. Esigenell’educatore originalità e individualità:chiede che si educhi con gioia. Insieme esigeun grande rispetto dell’individualità eoriginalità della persona». E questa sfidadell’educare – che impegna le famiglie inprimo luogo – è rivolta anche agli

insegnanti, e nonrimane circoscrittaagli ambiti familiario scolastici, maprende ogni aspettodella vita:«Insegnare – hadetto ancora padreDella Corte –significa abituare idiscenti alla vita,dare loro lemotivazioni percollocarsi inatteggiamento diapertura neiconfronti della sfidadel futuro adiventare ognigiorno sempre più

persona. La vita nella sua globalità è unascuola permanente e ogni giorno è unapprendere impegnativo, faticoso, doloroso,frustante, occorre aggiornarsi sempre.Diventa fecondo quando il discente imparaanche a superare le difficoltà, mentre ildocente non va ridotto in alcun modo alruolo dell’animatore o del moderatore.Essenziali per il successo dell’educazionesono poi il ruolo della comunità e laconsapevolezza che Dio è il primo maestro epertanto ogni insegnamento umano puòaver successo solo nel dialogo con Lui».

Lo storico incontro dei due Papi

l Santo dei poveri, degli e-marginati e degli oppressi (inparticolare per via dell’usura),

e al contempo insigne predica-tore, in grado con la sua paroladi toccare il cuore della gente e ri-portarla o convertirla a Dio. Suquesti due aspetti si è concentra-ta maggiormente l’omelia del ve-scovo Marcello Semeraro pro-nunciata sabato 27 giugno nellachiesa dei Santi Pio e Antonio diAnzio, in occasione dei festeg-giamenti per il patrono, Sant’An-tonio di Padova, e nell’ambitodell’Anno innocenziano che la cittàsta celebrando in onore dei 400anni dalla nascita di papa Inno-cenzo XII. «Antonio – ha dettomonsignor Semeraro – ha cam-minato per le vie dell’Italia e an-che della Francia meridionale. Ri-guardo alla sua predicazionequaresimale del 1231 tenuta a Pa-dova, le cronache del tempo didicono che grande moltitudinedi gente accorreva per ascoltarnela parola, che spingeva alla ri-conciliazione con Dio e alla pa-cificazione tra le persone. La pre-ghiera liturgica, però, aggiungeche sant’Antonio non è stato sol-tanto un insigne predicatore delVangelo, ma pure un patrono deipoveri e dei sofferenti. Questo se-condo titolo si armonizza benecon le onoranze che in questi me-si dell’Anno innocenziano, lacittà di Anzio sta tributando alpapa Innocenzo XII, riconosciu-to come suo padre fondatore».Infatti, Sant’Antonio ebbe dav-vero a cuore la sorte dei poveri,degli emarginati, dei deboli e deisofferenti: «In una sua omelia –ha aggiunto Semeraro – richia-mando un passo dell’Apocalisse,egli dice che “adesso il Signore,nella persona dei suoi poveri, staalla porta e bussa; gli si aprequando il povero viene ristorato.Ristoro del povero, riposo di Cri-sto”. Quest’ultima frase la si po-trebbe scrivere sulle porte dellenostre caritas parrocchiali. Essami ricorda tanto quell’altra, spes-so ripetuta da papa Francesco,che i poveri sono la carne di Cri-sto. Nella predicazione disant’Antonio il povero è soprat-tutto difeso dagli usurai. Egli lichiamava “gente maledetta, chenon si piega di fronte a Dio e nonteme l’uomo; nella cui bocca c’èsempre il letame del denaro e losterco dell’usura; gente che ruba,distrugge e ingoia i beni dei po-veri, degli orfani e delle vedove “.Che dire? Anche in Italia, certo,c’è una legislazione antiusura, maci sarebbe da domandarsi: quan-ta prassi finanziaria, anche se informe legali, invece di aiutare ipoveri li mantiene nelle loro dif-ficoltà e assiste inerte al loro ag-gravarsi? Chissà cosa direbbesant’Antonio di Padova, se pre-dicasse oggi sulle nostre piazze».

Alessandro Paone

I

Sant’Antonio,un esempio di caritàe di preghiera

La Messa dal Santuarioa martedì scorso, e fino al prossi-mo 2 agosto, la Messa delle 8,30

in programma sull’emittente televisi-va TV2000 è trasmessa dal santuario diSanta Maria di Galloro, ad Ariccia, chefa da cornice artistica e spirituale aduno degli appuntamenti più attesi e si-gnificativi del palinsesto, che raggiun-ge gli ammalati e gli anziani, oltre aitanti che iniziano la giornata con laParola del giorno. «TV 2000 – com-menta il parroco, don Andrea De Mat-teis – ci offre la possibilità di portareil Vangelo della speranza, della vita edella misericordia nelle case e nellavita quotidiana degli uomini e delledonne del nostro tempo. Oggi più chemai i mezzi di comunicazione socialesono il canale con cui apprendiamociò che accade nel mondo e intorno anoi. La televisione ha rivoluzionato lecomunicazioni influenzando profon-damente la vita familiare. Oggi, la te-levisione è una fonte primaria di no-tizie, di informazioni e di svago per in-numerevoli famiglie fino a modellarei loro atteggiamenti e le loro opinionie i loro valori».

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clero.Definito il calendariodelle Giornate residenziali

stato definito il calendario delle tradizionali Gior-nate residenziali per il vescovo e sacerdoti della dio-cesi, primo appuntamento del prossimo anno pa-

storale, inserito nell’itinerario di formazione permanen-te del clero, quale momento di condivisione per impo-stare il cammino in comunione. Le Giornate si svolge-ranno presso la Piccola Opera Sacro Cuore dei padri Deho-niani a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, suddivise indue turni: dal 7 al 10 settembre e dal 21 al 24 settembre.«Avremo anche la possibilità – ha detto il vescovo Seme-raro – di incontrare il vescovo emerito di Albano, DanteBernini, a noi carissimo. Lo schema delle giornate saràquello ormai consolidato: incontro introduttivo al po-meriggio del lunedì e ritiro spirituale al mattino del gio-vedì». Le due giornate del martedì e mercoledì sarannorispettivamente impegnate sui temi: La sessualità e il gen-der, con la guida di fra’ Paolo Benanti, teologo moralista,francescano del Terzo ordine regolare e La predicazione o-miletica oggi: come e perché, con la guida di don Chino Bi-scontin, della diocesi di Concordia–Pordenone, teologoe direttore della rivista Servizio della Parola.

ÈSe lo sport guarda a poveri e a creatoSvolto a Torvaianicail torneo solidaleE durante la festal’attenzione ai rifiuti

DI VALENTINA LUCIDI

port e solidarietà con losguardo rivolto allasalvaguardia del creato,

tema di stretta attualità e diimpegno pastorale,sottolineato con forzadall’uscita di Laudato Si’, laseconda enciclica di papaFrancesco. Si è concluso allafine di giugno, nell’oratoriodella parrocchia Beata VergineImmacolata di Torvaianica,

S

guidata dal parroco donGianni Masella, il torneosportivo solidale organizzatodal gruppo Caritasparrocchiale: unappuntamento che si rinnovaogni anno e che ha permessodi raccogliere con leiscrizioni, anche in questaedizione, fondi per sostenerele famiglie bisognose,facendo vincere, al terminedei tornei di calcetto epallavolo, la solidarietà. Asostenere le iniziativeambientaliste legate allamanifestazione, disensibilizzazione al correttoconferimento dei rifiutidifferenziati e all’utilizzo dimateriali riciclabili, è stata

l’associazione Fare verde diPomezia: «Quest’anno – diceGiancarlo Lanzone, referentelocale di Fare verde – ilgruppo organizzatore havoluto porre attenzione anchealla cura del creato facendoattenzione, nel giorno dellafesta di chiusura, nel crearemeno rifiuti possibili conl’utilizzo di stoviglie inmater–bi compostabili etovaglioli realizzati in cartariciclata. Come associazioneabbiamo fornito brevispiegazioni sull’importanzadi imitare la natura, che noncrea rifiuti pericolosi che solol’uomo invece è capace diinventare». Per fare ciò,hanno spiegato i

rappresentantidell’associazione, una dellebuone pratiche è evitarel’utilizzo di stoviglie usa egetta in plastica, che spessofiniscono per non essere benriciclate o per essere dispersenell’ambiente, preferendo lestoviglie lavabili o, quandorealmente non possibile,utilizzando le stovigliecompostabili, che possonoessere gettate nell’umido.«Dotandosi di un unico tipodi busta, anch’essa mater–bi –conclude Giancarlo Lanzone– si possono introdurre piattisporchi, tovaglioli usati, edeventuali avanzi di ciboresiduo. Semplici pratiche chenon stravolgono lo

svolgimento della festa, mache senz’altro incidono sullaqualità della vita.Ringraziamo gli organizzatorie il parroco don Gianni cheha apprezzato l’iniziativa cheha assunto alla fine anche unaspetto formativo. La raccoltadifferenziata porta a porta siinsegna giocando edivertendosi. Questo è ilmiglior veicolo per fargiungere l’informazione erendere partecipi i cittadini».

Preghiere per i Papial 30 giugno, il papa e-merito, Benedetto XVI si

trova nella sede pontificia diCastel Gandolfo, per un perio-do di riposo, accolto dalla pre-ghiera e dall’affetto filiale a luirivolti dalla comunità dei fe-deli della diocesi di Albano. Al-lo stesso modo, la diocesi di Al-bano intende accompagnareanche papa Francesco nel suoviaggio apostolico in Sud Ame-rica, da oggi al 13 luglio, tra E-cuador, Bolivia e Paraguay.

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Beata Vergine Immacolata

3verso Firenzewww.diocesidialbano.it

Pagina a cura dell'Ufficio Comunicazioni Sociali

Piazza Vescovile, 1100041 Albano RM

Tel.: 06/93.26.84.01Fax: 06/93.23.844

e-mail [email protected]

ALBANONelle relazioni nasce l’umano

imanendo centrati su noi stessi facciamofatica a riconoscere il volto dell’altro. Que-

sto causa anche il dissolversi del nostro vol-to, perché solo nella relazione prendono for-ma i volti. Se la relazione fosse negata o soffo-cata, saremmo solo un fascio di bisogni e uninsieme di accadimenti. Difficilmente com-prenderemmo che cosa significhi essere u-mani.

Marcello Semeraro, vescovo

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Domenica, 5 luglio 2015