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notizie ZOGNO ZOGNO notizie Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo) FEBBRAIO 2011 PARROCCHIA ANNO 101 N° 2 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

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notiziePoste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo)

FEBBRAIO 2011

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ANNO 101 N° 2 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

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NUMERI UTILI

Don Angelo Vigani (Prevosto) 0345-91083

Don Samuele Novali (Direttore Oratorio) 0345-91138

Mons. Giulio Gabanelli 0345-91972

Don Umberto Tombini 0345-91141

Suore Scuola M. Cavagnis 0345-91246

Monache di Clausura 0345-91130

Giorgio Avogadro (sacrista) 3388644024

G. Mario Pesenti (sacrista) 0345-92647

Casa Mons. Giuseppe Speranza 0345-91029

Casa S. Maria - Laxolo 0345-53436

Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 4Tel: 0345/91083http://web.tiscalinet.it/parrocchiadizognoe-mail: [email protected]@tin.it

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo Vigani

Registrato al Tribunale di Bergamoil 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

Foto di Giorgio Avogadro

La foto di copertinadel numero scorso era di MatteoFoiadelli (Albegno di Treviolo)

Calendario ParrocchialeFEBBR AIO 2011

Mercoledì 2 PRESENTAZIONE DEL SIGNOREOre 8.55 Sul sagrato della parrocchiale benedizione delle candele15ª Giornata mondiale della vita consacrata

Giovedì 3 SAN BIAGIO, VESCOVO e MARTIREOre 8.55 In Parrocchia e ore 17.00 in Foppa benedizione della gola

Sabato 5 SANT’AGATA, VERGINE e MARTIREA Brembilla Corso Fidanzati

Domenica 6 5ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Il giusto risplende come luce”33ª Giornata nazionale per la vitaChiusura settimana San Giovanni Bosco

Lunedì 7 SAN PAOLO MIKI e COMPAGNI, MARTIRIOre 20.30 In Oratorio incontro genitori dei ragazzi di 1ª media

Martedì 8 SAN GIROLAMO EMILIANIOre 20.30 In Parrocchia Adorazione e Benedizione Eucaristicaper catechisti genitori e ragazzi

Mercoledì 9 A Somendenna Caritas Interparrocchiale

Venerdì 11 BEATA VERGINE MARIA DI LOURDES19ª Giornata mondiale del malato

Sabato 12 A Brembilla Corso Fidanzati

Domenica 13 6ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Beato chi cammina nella legge del Signore”

Lunedì 14 Ss. CIRILLO, MONACO, e METODIO, VESCOVO - PATRONI D’EUROPAOre 20.30 In Oratorio incontro genitori dei ragazzi di 2ª elementare

Mercoledì 16 Ore 20.30 A Ubiale Scuola di Preghiera

Venerdì 18 SANTA GELTRUDE COMENSOLI, VERGINEOre 20.30 In Seminario Scuola di Preghiera

Sabato 19 A Brembilla Corso Fidanzati

Domenica 20 7ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Il Signore è buono e grande nell’amore”

Lunedì 21 SAN PIER DAMIANI, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESAOre 20.30 In Oratorio incontro genitori dei ragazzi di 3ª elementare

Martedì 22 CATTEDRA DI SAN PIETRO, APOSTOLOOre 20.30 In Oratorio incontro catechisti

Mercoledì 23 SAN POLICARPO, VESCOVO e MARTIREFormazione gruppi missionari

Sabato 26 A Brembilla Corso Fidanzati

Domenica 27 8ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Solo in Dio riposa l’anima mia”

Lunedì 28 Ore 20.30 In Oratorio incontro genitori dei ragazzi di 4ª elementare

MARZOMartedì 1 Ore 20.30 In Oratorio incontro catechisti

Mercoledì 2 Ore 20.30 In Oratorio Consiglio Pastorale Vicariale

Giovedì 3 Ore 20.30 In Oratorio Consiglio Pastorale Parrocchialeaperto a tutta la comunità

Sabato 5 A Brembilla Corso Fidanzati

Domenica 6 8ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugio”Ore 14.00 Sfilata di carnevale

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oglio tentare di chiarire qualche dubbio e qualche critica che alcuni di voi mi hanno comunicato in questigiorni, e che mi hanno portato a riflettere e a scrivere questi miei personali pensieri, resi personali da unacultura e da un educazione dei miei tempi, ma che in fin dei conti credo ancor oggi validi e significativi.A chi mi poneva quei dubbi, lì su due piedi, ho risposto che forse non ero la persona adatta a soddisfarequegli interrogativi, dato che il tema principale era l’Oratorio e che forse dovevano rivolgersi al miocurato, poi però essendo stato anch’io curato ho tentato di dare una risposta ma non ben percepita dallapersona che avevo di fronte dato che l’ho vista ancora perplessa e non molto soddisfatta di ciò che le

avevo detto. Tornato a casa, mi sono messo a riflettere e a scrivere ciò che per me (ma penso per tutti i credenti) si-gnifichi l’Oratorio:L’Oratorio è una missione, da portare avanti con umiltà e tenacia, avendo come mira fondamentale la crescita umanae cristiana di quanti vi accedono. L’Oratorio è una missione aperta nel continente giovanile, ma è un luogo che non deve essere chiuso a coloro che vivogliono far parte. Tutti hanno il diritto di entrarci!L’Oratorio non deve essere solo un luogo di divertimento, ma anche un luogo dove si insegnano i principali valori:- valori umani: educazione, famiglia, servizio, affabilità, rispetto, accoglienza, onestà, perdono, pace, tolleranza, ecc.- valori cristiani: conoscenza di Gesù, amore alla Chiesa, preghiera, vita sacramentale, integrazione nella vita vicarialee diocesana, ecc.Il progetto educativo dell’Oratorio deve lavorare su tutti questi aspetti, mettendo in cima alla scala dei valori quellicristiani. I valori umani ricevono la loro perfezione dall’annuncio di Gesù, reso oggi vivo dall’annuncio della Chiesa,e vengono pertanto trasmessi facendo riferimento primario al Vangelo. Le attività pratiche (gioco, manualità, musica,danza, film, ecc.), offrono divertimento, e devono esserci, ma integrate all’interno del progetto educativo.Tutto questo sotto la stretta “sorveglianza” del curato, dell’educatore e dell’animatore.Il curato sta in ascolto dello Spirito, perché crede che è Lui il regista dell’azione educativa. Ne ascolta la voce, e sisforza di creare le condizioni adatte perché lo stesso Spirito agisca nelle persone a lui affidate. Vive in prima personal’impegno della preghiera quotidiana e della Eucaristia della domenica, delle quali fa le strutture portanti dellapropria vita e le fonti a cui attinge per il proprio servizio spirituale. Ha scelto il servizio pastorale come risposta aduna chiamata del Signore al servizio della crescita dei propri fratelli.L’educatore è innanzitutto un testimone: di Cristo, dal quale si sente amato e che ama; della fede che ha accolto concuore di bambino e che comunica; della Chiesa che ama e della quale si sente parte attiva. Ha cura della propria fedepuò proporre un cammino di crescita alle persone che gli sono affidate perché si mette egli stesso in cammino di for-mazione.L’animatore-adolescente vive alcune fasi principali del servizio educativo, con l’aiuto degli educatori, impara a de-dicarsi agli altri, e a verificare le sue capacità ad un servizio educativo più maturo e stabile. Sa mantenere il controllodi se stesso, e gestisce le situazioni difficili con uno stile di attenzione alle persone.

Tante belle parole, mi direte voi, che ai giorni nostri possono essere o non essere percepite, possono volare via senzache nessuno se ne accorga, senza capire ciò che significano e valgono.È vero, purtroppo, i fatti e ciò che la nostra società ci mette sempre davanti agli occhi, porta a cancellare tutti queiprincipi che ci portano a Lui, unico e vero modello di vita.Quello che posso dire a voi carissimi, è di continuare a credere in quello che l’Oratorio-Parrocchia è, non fermatevia situazioni o avvenimenti che si possono creare, non ascoltate la gente in piazza o meglio ascoltatela e poi, sepensate ne valga la pena, rispondete che certe volte è meglio stare zitti se non si è certi di ciò che si dice e che peravere una risposta o cancellare dubbi e critiche è sempre meglio rivolgersi a coloro che vengono tirati in ballo. Non abbiate paure e timori nel relazionare con me, (anche se alcune volte sembro burbero e distaccato!!) e anche condon Samuele, sono sicuro che certe situazioni e certe male lingue si possono ricredere.Le situazioni e gli avvenimenti di una Parrocchia e di un Oratorio non sono messe li così per caso, ma studiate ed ela-borate per tentare di far vivere al meglio una comunità cristiana. Non sempre ciò che si fa è ben visto da tutti, ma cre-detemi certe scelte, certi tentativi, si fanno solo ed esclusivamente per tenere ben saldi quei principi e quei valori cheuna realtà come la nostra si propone da sempre.Sempre a vostra disposizione, con l’aiuto del Signore un abbraccio a tutti.

Angelo prete

Il 19 gennaio si sono tenute le elezioni del rappresentante vicariale al consiglio presbiteralediocesano. E’ stato eletto don Cesare Micheletti parroco di Brembilla. Questa elezione locondurrà per scelta del Vescovo ad essere il nostro nuovo Vicario.Auguro a lui un buon cammino e assicuro la collaborazione di tutti noi.

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Carissimi parrocchiani

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In attesa che il nostro Don Rubbi(Rubis di nascita) venga proclamato

beato, ritengo opportuno riproporloagli zognesi con una breve sin-tesi della sua vita.Don Giovanni Antonio Rubbiè senz’altro tra i personaggipiù insigni che annoveri la sto-ria di Zogno e della Chiesa diBergamo. È nato a Padroneccodi Zogno il 29 settembre 1693e morto all’età di 92 anni inconcetto di santità a Sorisoledove era stato Prevosto e Vica-rio dal 1740 al 1785.Ancora oggi è venerato inquella comunità sorisolese co-me “Ol Preòst Sànt” e a lui siricorre tuttora per otteneresoccorso in ogni caso di neces-sità. La sua tomba è collocataaccanto all’altare della Ma-donna, nella parrocchiale, dicui era stato tanto devoto e dacui impartiva le sue benedizio-ni, dove tuttora non mancanomai fiori freschi e lumi accesiche sono la dimostrazione del-la profonda devozione dellasua gente di Sorisole. Le gra-zie ricevute in vita e in mortenon si possono numerare.La prerogativa di questo no-stro santo zognese, oltre che sorisole-se, sono state le benedizioni che im-partiva ai devoti pellegrini che soprag-giungevano a decine di migliaia, senzaesagerare, da ogni parte d’Italia e di

mezza Europa. Giungevano a Sorisolefolle di persone umili e povere e perso-naggi ricchi e di alto rango, sia del

mondo politico che ecclesiastico, co-me principi, prelati famosi, vescovi earcivescovi senza che Don Rubbi fa-cesse delle preferenze. Le grazie e leguarigioni venivano elargite in misura

straordinaria, così come risulta dalleinnumerevoli testimonianze scrittepervenute da ogni parte d’Italia e

d’Europa. Non mancarononeppure acerrimi nemici, co-me un certo Antonio Piazzache pubblicò persino un libel-lo diffamatorio contro il Rubbicon disgusto di tutti di fronte atanta perfidia diabolica. DonRubbi, come il santo Curatod’Ars, si dedicava alla predi-cazione a cui si preparava conlo studio e la preghiera e lamacerazione fatta di digiuni,di veglie e di fustigazioni, rite-nendosi un peccatore. Era as-siduo al confessionale e predi-ligeva l’assistenza agli amma-lati e ai moribondi, per i qualisospendeva per intere giornatele benedizioni ai pellegrini cheattendevano pazientemente ilsuo ritorno in parrocchia. Set-timanalmente, attraverso ilCanto Alto, si recava a Spinoper la confessione dal parrocoAbate Chiesa, dottore in utro-que Jure, senza badare al belloo al brutto tempo. In una suatraversata, temette di morire,per cui infilzò su un ramo ilsuo cappello come richiamo in

caso di morte. Era devotissimo delS.mo Sacramento, della Passione dinostro Signore e della Beata VergineMaria, senza dimenticare i morti. Vi-veva nella più squallida povertà, dor-

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Don Antonio Rubbi

Noter ché de Zogn d’invèren Mons. Giulio Gabanelli

A me rèsta lé’ncantàccquàndo’l sùl in de leàdasöi nòs mùcc cargàcc de nìfa l’ghe dà la prima ögiàda!

Col sò föch che l’isbrasèlacome l’fös inamuràta l’culùra sö la nìfche la pàr de or culàt!

Sübet dòpo l’và a speciàscoi so ràgi lüminùszo’ndè àl ‘ndo l’cor ol Brèmpa fa pròpe’n po’ ‘l curiùs!

Po’l’isfióra töce i piànteco la nìf che l’fa crödàe po’apéna l’rìa söi tècca i se mèt a lacrimà!

A mesdé la crùs del Càtla sömelga per ol sùlche l’rìa lé a sbarbelàpo’l’ìscàpa vià de ùl!

Me l’contèmpla con piasérperché l’porta la sperànsadel bèl tép ch’è dré a riàcuntra’l frècc che urmài l’me ànsa!

Dopo’l sùl l’scapa viàe n’ghe dà amò ön ögiàdaprim che l’rìe a tramontàa fa l’öltema fermàda!

Per riflètes sö chì mùccche l’gh’ìa dàcc la prima ögiàdaa la nìf che sö la sìrala te pàr töta doràda!

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Ol Nìko di Marco Pesenti

miva infatti su fasci di legna ed elargi-va ai poveri le offerte dei pellegrini ole impiegava, ad abbellire la chiesa.Costruì pure la Chiesa del Petosino.Questo straordinario fenomeno da de-finirsi “Evento di grazia Don Rubbi”durò circa tre anni in tono maggiore,dal 1770 al 1773, anche se in tono mi-nore è iniziato già al Monte di Nesedov’era parroco dal 1727 al 1740, e viadi seguito sino alla sua morte 1785. Lacausa di questo fenomeno può avere lesue origini nell’ambito della famigliamedesima di Don Rubbi, ma ricondot-to tuttavia nell’ambito del mondo del-la fede, sorretto dalla preghiera e dallapenitenza. Don Rubbi, e con Don Rub-bi, molti sacerdoti hanno saputo darecon la loro fede, sostenuti dalla graziadi Dio, anche attraverso le benedizio-ni, la miglior risposta all’invadenzadelle molteplici eresie in voga a queltempo: come i deismo e la massoneriain Inghilterra, il giansenismo e il galli-canesimo in Francia, il febronianismoin Germania, il giuseppinismo in Au-stria, e via dicendo. In particolare, aqueste provocazioni eretiche è stataassai efficace la pastorale del nostroDon Rubbi, tra le popolazioni rurali,condivisa da tanti altri sacerdoti di fe-de. È questo infatti l’ambiente in cui èesploso il fenomeno Don Rubbi che siè esteso in Italia e in mezza Europa.Si attende ora finalmente, col consen-so del nostro Vescovo di Bergamo e ilsuo diretto intervento, che venga pro-mossa la beatificazione o che vengaalmeno proclamata ufficialmente dallaChiesa “Servo di Dio”.

Mons. Giulio Gabanelli

Riàt da la Sicilia sesant’agn fà, l’éra töt contét,söbet deentàt orgugliùs de Zògn e de la sò zét,per abitüàs al nòst dialèt l’fàa töcc i sacrefése,i la mes-ciàa col sò, l’sè fàa capì sénsa pretése.

Ol Nìko, fórt del sò mestér e de la öia de laurà,söl cantù de la Margherita, la bütiga la ülìt pruà,l’ìa alùra, ‘l pòst lasàt dal Salvatore de Carnìt,gh’éra póch agio e de atresadüra mia tàt förnìt.

Ol laùr piö car, sémper a tracòla, la sò machinèta,e la öia de parlà cóme nóter, sénsa la sò etichèta,Gentilèsa, simpatéa e rispèt, negót l’ghe mancàa,

de caratér bù e bèl manesà, per i óter l’se desfàa.

L’fàa de töt, l’meritàa d’ès capìt da la zét de Zògn,ömel co i ècc, zùegn e töcc chi de lù gh’ia bisògn.Ol Niko, contét de ès riàt a la edrìna in mès al paìs,l’fàa capì la sò giòia col vülì la zét a lù töcc amìs.

Co l’onestà ‘n del sò cör e ‘n di öcc tanta sincerità,riàt ol dé de pensà a mèt famèa, l’è finìt a Trefuntà,

l’amùr l’à trionfàt e la sò Maria Pirülina l’à spusàt,e ‘nsèm co i tri fiòi i problemi de la éta i a afrontàt.

In del bé e ‘n del màl sémper responsabèl e leàl,per la scöla ai pötèi, laurà a Serina bisognàa fàlDe la sò éta a Zògn l’se mai lömentàt ma contentàt,pecàt che töt chèsto, ‘ndü atèm, per lü l’sè smorsàt.

Per la Chiesa € 1.211,50In M. Gianfranco Sonzogni € 150,00In M. Matteo Pesenti per Battesimo € 400,00Funerale Giuseppe Cavalleri € 50,00Funerale Giovanni Zanchi € 150,00Funerale Battista Trionfini € 50,00Battesimo € 25,00Battesimo € 50,00Dagli ammalati € 380,00Vendita radio parrocchiale (1) € 60,00Vendita Zogno Notizie (nov. - dic.) € 282,50Rinnovo Zogno Notizie € 8.735,00Missioni € 100,00

Affitto € 516,46Elemosine 29/11 - 5/12 € 982,20Elemosine 6/12 - 12/12 € 1.085,00Elemosine 13/12 - 19/12 € 567,00Elemosine 20/12 - 26/12 € 2.196,08Foppa (ott. - nov. - dic) € 162,82San Bernardino (ott. - nov. - dic) € 41,00Carmine Nuovo (nov. - dic) € 980,00Pesca Sport € 100,00Vigili del fuoco € 30,00A.N.G.E.T. € 40,00

ENTRATE: € 18.344,56

RESOCONTO DICEMBRE 2010

NIKOBURGARELLA

† 16-1-2011

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Costituiti padri e madri per essere e costruireun tessuto educativo vitale nella Chiesa e nella società

La paternità e la maternità è un servire la vita“in” e “fuori” casa(...) La realtà dell’essere “figlio”: essa passa dall’essere accoltiappena concepiti in totale dipendenza dai genitori all’acquistare,molto gradualmente, qualche autonoma capacità espressiva finoalla totale autosufficienza, ma continuando a rimanere figli, an-che quando ci prendiamo totalmente carico dei nostri genitori chedovessero essere incapaci per l’età di provvedere a se stessi.Così si può dire della dimensione della paternità e della maternità.Essa è donare la vita e accompagnarla nei migliori modi possibilifino all’ultimo respiro che si ha a disposizione. La genitorialità è,infatti, un percorso che ha varie fasi e modi d’esercizio di respon-sabilità. Fermarsi solo ad una di esse significa tradire la stessa vitache stiamo aiutando a crescere. Considerare il figlio come “il miobambino” per tutta la vita significa, come è ben noto, impedirneuno sviluppo sereno, armonico e completo.Un padre e una madre possono, quindi, passare da un iniziale “da-re tutto”, senza ricevere nulla se non la gioia immensa del dare, al“ricevere tutto” senza più possibilità di contraccambiare. E tuttociò rimanendo permanentemente presente il sentirsi e l’essere pa-dre e madre.Infatti l’amore di un genitore, che inizialmente si profonde in mil-le attenzioni verso il figlio neonato, non viene meno nel corso del-la vita. Semplicemente si evolve in differenti modalità, ma essorimane tale, anzi continua a crescere fino all’ultima stagione dellavita (...).Si è, dunque, sempre “figli”, si è sempre “genitori” (e anche non-ni, amici, fratelli ecc), pur verificandosi in ogni momento della vi-ta un cambiamento che richiede un nuovo modo di esercitare re-sponsabilmente il proprio essere figli, genitori ecc.Tutto ciò, allora, significa che, anche nell’educazione dei figli av-viene una modificazione da parte dei genitori nell’esercizio delloro compito. E la modificazione più importante riguarda il fattoche essi sono chiamati ad educare sempre più i propri figli non dasoli, ma all’interno di quella “rete relazionale” che si allarga attor-no al figlio man mano che esso cresce.Questa “rete relazionale” è un elemento costante di grandissimo va-lore con il quale ogni padre e madre è chiamato ad interagire. Essodiventa, dalla nascita in poi, come il nuovo grembo all’interno delquale la vita generata può crescere e svilupparsi nel modo migliore.

È sì una “rete” che inizialmente è intessuta unicamente dai due ge-nitori, ma poi si allarga grazie ad altre persone fino a che la nuovavita diventa adulta in grado cioè di contribuire a tessere essa stessanuove reti (...).In ogni caso, senza valutare l’ampiezza e l’intensità di queste re-lazioni, sta il fatto che il bimbo è inserito in una “rete relazionale”che è essenziale e vitale per la qualità e lo sviluppo della sua vita.Non si può, dunque, volere il bene di un bimbo senza favorire e“coltivare” questo “reticolo” che gli sta attorno.Ora, va sottolineato che la rete relazionale che avvolge il bambinosi allarga moltissimo non appena egli entra a contatto con l’istitu-zione scolastica.Qui molti genitori cominciano a sperimentare una sorta di “limi-tazione” alla loro paternità e maternità che finora esercitavano atutto campo. Addirittura alcuni si sentono espropriati del loro“potere” educativo di genitori ed entrano in ansia per la colloca-zione del figlio, per come sarà capito, trattato, aiutato.Molti genitori si trovano fin dai primi anni a gestire la crescita delfiglio in “condomino” con altri inquilini con il grave rischio, chesi verifica troppo di frequente, che in tantissime famiglie i genito-ri, davanti ai nuovi interlocutori, continuano ad educare i proprifigli nella più totale solitudine. Ogni coppia di genitori instaura ilsuo “singolo”, velleitario e “inconcludente” rapporto con l’istitu-zione.Si accorgono talvolta che trasmettere i propri valori ai figli è un“combattere” da soli contro un “mondo” che sembra incurante deilegami e della solidarietà tra adulti genitori.Molti, allora, si rassegnano a che il proprio slancio educativo ven-ga “giocato”, esercitato unicamente all’interno della loro perso-nale relazione con i figli; si rassegnano a venire semplicemente“convocati” dalle istituzioni; si rassegnano a continuare ad esseretitolari di responsabilità o di riferimento per quanto riguarda figlifuori casa, ma senza possibilità di influire.Ma è proprio qui che viene in evidenza quale modificazione dellapaternità e della maternità dovrebbe verificarsi per continuare avivere il vero amore genitoriale e ad esercitarne la responsabilitàche ne deriva: al crescere della vita del figlio va gradualmenteadeguato l’ambiente relazionale circostante.Come il grembo subisce trasformazioni graduali nel crescere delbimbo, come per esso via via si modifica culla, cibo, parole, gestie vestiti, così la paternità e maternità è chiamata ad evolversi nelmomento in cui il figlio approda a nuove spiagge educative.Il passaggio dei figli all’adolescenza e alla giovinezza, da casa afuori casa, deve corrispondere all’evoluzione di una paternità-maternità “solitaria”, ad una paternità e maternità “in rete”. Signi-fica costruire tra genitori una modalità stabile di confronto e col-laborazione da costituire effettivamente una “forza” genitorialeunitaria capace di “dare forma”, per quanto possibile, all’ambien-te circostante e nello stesso tempo diventare interlocutore autore-vole dell’istituzione.

Padri e madri “insieme” per “dare forma e qualità”all’ambienteEducare i propri figli assieme ad altri genitori non è una stranezza,bensì è una realtà che già si realizza inconsapevolmente molte

LA RUBRICA DELLA GENITORIALITÀ 3

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volte, almeno in piccola parte, e che andrebbe, quindi, ripropostapiù ampiamente e consapevolmente come metodo.Accade spesso, infatti, che varie coppie di genitori stabiliscano permotivi diversi, rapporti d’amicizia tra di loro, al punto da frequen-tarsi con i rispettivi figli. In genere sono forme primarie aggregativeche mettono insieme famiglie simili per quanto riguarda sensibilitàe valori. In questo modo i figli si trovano a contatto con altri adultie con altri figli per uno stare insieme che propone comunque dei va-lori umani: accoglienza, rispetto, amicizia, incontro con varietà po-sitive di volti e capacità umane ecc. In questo caso la vita di questifigli si trova inserita, almeno per un po’ di tempo, in una rete rela-zionale, in un ambiente di vita nel quale si vedono condivise e am-pliate in risonanza le qualità stesse registrate in casa (...).Ovviamente questa rete vitale allargata non è destinata a fossiliz-zarsi né a rimanere esclusiva e protezionista, ma a modificarsi ecambiare nei modi e nei tempi secondo l’età dei figli.Al di là di queste realizzazioni aggregative spontanee è indispen-sabile comunque che i genitori si rendano costruttori e protagoni-sti degli ambienti che frequentano con i figli perché si realizziquella “continuità educativa”. Viene perciò in evidenza che l’es-sere papà e mamma nel percorso di crescita del figlio deve diven-tare paternità e maternità condivisa e fatta crescere con altri perpoter dare il meglio di sé ai figli.

Padri e madri “insieme” per essere collaboratorio interlocutori dell’istituzioneIl magistero della Chiesa ha sempre promosso e difeso il dirittoprimario, originario e insostituibile che hanno i genitori verso i fi-gli, rispetto alle istituzioni pubbliche.Così si esprime la Familiaris consortio al numero 36: “Il diritto-dovere educativo dei genitori si qualifica come essenziale, con-nesso com’é con la trasmissione della vita umana; come originalee primario, rispetto al compito educativo di altri, per l’unicità delrapporto d’amore che sussiste tra genitori e figli; come insostitui-bile ed inalienabile, e che pertanto non può essere totalmente de-legato ad altri, né da altri usurpato”.E ancora al numero 45: “Ma la società, e più specificamente loStato, devono riconoscere che la famiglia è «una società che godedi un diritto proprio e primordiale” (Dignitatis Humanae, 5), equindi nelle loro relazioni con la famiglia sono gravemente obbli-gati ad attenersi al principio di sussidiarietà”.Ora, come abbiamo visto, questo diritto dei genitori non è eserci-tabile “singolarmente” davanti all’istituzione, bensì è un dirittoche è possibile esercitare solo al plurale.Questo perché l’istituzione (quale che sia) ha una maggioranza chela indirizza e una minoranza che, nei casi migliori, la controlla e laverifica, ma che per lo più finisce per delegare il “potere” a chi laguida. Una sola famiglia davanti a valutazioni sulle scelte di chi di-rige le istituzioni conta poco, ma insieme ad altre può ottenere lagiusta attenzione. Non si tratta di mettere in piedi nessuna “lobby”né di praticare delle strategie democratiche o forme assicurativeper tutelare i figli, ma di “dare forma” a ciò che è scritto da sempredella paternità e maternità. È che la famiglia isolata sarà sempreininfluente nei confronti di qualsiasi istituzione anche per i proble-mi più gravi che possono accadere ai figli. Quindi il mettersi insie-me delle famiglie non è una iniziativa solo per sostenere i casi piùdrammatici, semmai questa sarà una conseguenza, ma è proprioperché è nella natura della genitorialità diventare una ampia reterelazionale per favorire la creazione di un ambiente sociale checonsenta ad ogni figlio di crescere al meglio di sé.Ci possono essere di sprone alcune espressioni del magistero cheesortano gli sposi e le famiglie cristiane ad aiutarsi tra loro nelgravissimo compito dell’educazione dei figli.Nella Lettera alle famiglie al numero 16 si tratta dell’educazione.Dopo aver affermato che i “genitori sono i primi e principali educa-

tori dei propri figli” e che tutte le altre agenzie educative ed istitu-zioni (compresa la comunità cristiana) devono agire nella “correttaapplicazione del principio di sussidiarietà”, il Papa scriveva: “... vasottolineata l’esigenza di una particolare solidarietà tra le famiglie,che può esprimersi attraverso diverse forme organizzative, come leassociazioni di famiglie per le famiglie. L’istituzione familiare traevigore da tale solidarietà, che avvicina tra loro non solo le singolepersone, bensì anche le comunità, impegnandole a pregare insiemeed a cercare con il contributo di tutti le risposte alle domande essen-ziali che emergono dalla vita. Non è questa una forma preziosa diapostolato delle famiglie tra di loro? È importante che le famigliecerchino di costruire tra loro vincoli di solidarietà. Ciò, oltretutto,consente loro di prestarsi vicendevolmente un servizio educativo: igenitori vengono educati attraverso altri genitori, i figli attraverso ifigli. Si crea così una peculiare tradizione educativa, che trae forzadal carattere di ‘Chiesa domestica’ che è proprio della famiglia.”L’accompagnamento, dunque, da parte dei genitori del cresceredei figli non viene mai meno in intimità affettiva e nel dono-com-pito di farli arrivare all’età adulta, soltanto si modifica nei modi enei tempi.Fondamento della rete relazionale per la crescita di ogni vitaAccanto all’evidenza dei principi sopradetti, sperimentata quoti-dianamente da quei genitori che tentano di comporre un “ambien-te educativo” per dare una continuità alla loro azione educativa, viè per noi cristiani una verità che li riassume e li sorpassa tutti: “ Inrealtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formareun solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo ab-beverati a un solo Spirito.” (1Cor 12,13)Per esprimerlo nel concreto san Paolo usa il paragone del corpo:Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo alcorpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orec-chio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al cor-po”, non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpofosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dovel’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distin-to nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro so-lo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma unosolo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisognodi te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quellemembra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; equelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondia-mo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con mag-gior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dioha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne man-cava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le variemembra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro sof-fre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato,tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo esue membra, ciascuno per la sua parte (1Cor 12, 15-27).Il compito educativo, quindi, come la trasmissione della fede è

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per una coppia di genitori cristiani una responsabilità che va par-tecipata con gli altri genitori cristiani in quel intreccio che, peropera dello Spirito, ci fa divenire tutti “un sol corpo in Cristo”.Amando i figli degli altri fuori casa, ami ancor più i tuoi figli.E ciò ha almeno tre conseguenze educative.La prima conseguenza è che aiutare un figlio che sta crescendovuol dire passare da una gestione privatistica della sua educa-zione ad una gestione condivisa e ciò significa realizzare un ve-ro confronto tra genitori sulla educazione dei figli non solo suprincipi generali, ma anche per le scelte concrete chiedendo, peresempio, volentieri consigli e aiuto a genitori amici per i com-portamenti da tenere nei confronti di un particolare problemaeducativo o di relazione con il figlio (...). Dato che solo da chi ciama si accetti la verità, l’aver trovato dei fratelli nel Signore coni quali condividiamo un affetto intenso ci consentirà di sentirciliberi di chieder loro se stiamo sbagliando qualcosa, o semplice-mente se stiamo dando troppo valore ad alcune cose piuttostoche ad altre e ciò ci darà sostegno nei momenti di difficoltà, co-me pure condivideremo con loro la gioia per ogni successo oprogresso di nostro figlio.La seconda conseguenza concreta del costituire delle forme ag-gregative stabili tra genitori è che, dato il realizzarsi di una co-stante frequentazione reciproca, esse diventano anche delle formedi mutuo-aiuto tra famiglie che consentono di aiutarsi nella custo-dia dei figli, in qualche lavoro, in qualche servizio di apostolato odi volontariato sociale, per lo studio, per la preghiera.Il terzo effetto sta nel fatto che diventa “facile” organizzarsi in for-me associative per la collaborazione con le pubbliche istituzioni.Così in maniera ufficiale i genitori potranno molto più facilmenteinteragire con la scuola, con le autorità pubbliche per tutto ciò cheottiene la vita dei figli (...).ConclusioneEssere padri e madri è un fatto che riguarda la singola persona che

lo vive, ma l’esercizio di questa identità non è autonoma o solitaria,pena andare contro la vita stessa che si vuol far crescere.Essere padri e madri è un dono che si vive condividendolo! La co-munità cristiana è un luogo privilegiato per la condivisione dellagenitorialità. Essa si manifesta come vera comunità di famiglie,nella quale la figura del padre e della madre siano avvalorate peril contributo donato alla formazione delle nuove generazioni.D’altro canto, anche la comunità socio-politica più ampia è chia-mata in causa, soprattutto per l’esigenza improrogabile di dareconsistenza ad una politica della famiglia, attraverso la quale met-tere in condizione il nucleo domestico ad essere vero luogo dieducazione.Ciò porterà a colmare quella “terra di nessuno”, che può venir fa-cilmente occupata da chi ha più potere. La “terra di nessuno” èquello spazio sociale che esiste fuori casa, fuori famiglia, dove sipensa termini la responsabilità diretta dei genitori e dove non vi èancora una responsabilità precisa di altre istituzioni.È su questa “terra” che intervengono soggetti come la stampa, latelevisione, la pubblicità, le amicizie, le offerte di divertimentoche non hanno sempre come scopo lo sviluppo educativo.Davanti a queste situazioni scattano tre atteggiamenti: il primo èquello della proibizione, mettendo in atto un proibizionismo esa-gerato; il secondo è un lasciar fare pensando che prima o poi deveaccadere che il figlio sia libero e autonomo; il terzo è la rassegna-zione tentennante tra lascia fare e proibire!Va invece aperto il capitolo delle alternative che possa essere rea-lizzato all’interno della comunità dalla collaborazione dei genitorioppure dal loro mettersi insieme per interagire con questi “liberiimprenditori” della creazione di “bisogni” e di risposta ad essi.Una semplice espressione può sintetizzare questi contenuti: l’eser-cizio della paternità e della maternità è chiamato ad uscire anche dicasa e dalla solitudine per articolarsi in forme collaborative.

Vescovo Francesco

3 Dal 18 al 24 luglio TOSCANA(dalla 3ª media alla 4ª superiore, dalla 5ª in su animatori)

3 Due proposte per MADRID - Giornata Mondiale della gioventù(dalla 3ª superiore in su e giovani)

• dall’11 al 23 agosto insieme a tutta la Valle Brembana accompagnati da donClaudio (Ambria) e don Giò (Alta Valle) e don Antonio (S.Pellegrino)

• dal 16 al 23 agosto raggiungendo il nostro gruppo (della Valle) accompagnatida don Samu (Zogno) e don Raffaele (Brembilla)

Termine iscrizioni Martedì 15 marzo

3 Dal 25 agosto al 1° settembre TERRASANTA(catechisti, giovani e chi della nostra comunità desidera partecipare)

3 Date ancora da definire per le esperienza missionarie in ROMANIA e CIAD.

ESTATE 2mila11Ciao! Ecco le proposte e prendi nota!!!

Per eventuali

informazioni contatta

direttamente il don

ai seguenti numeri:

0345-91138 o 3336341454

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L’educazione è la sfida e il compitourgente a cui tutti siamo chiamati,

ciascuno secondo il ruolo proprio e laspecifica vocazione.Auspichiamo e vogliamo impegnarciper educare alla pienezza della vita, so-stenendo e facendo crescere, a partiredalle nuove generazioni, una culturadella vita che la accolga e la custodiscadal concepimento al suo termine natu-rale e che la favorisca sempre, anchequando è debole e bisognosa di aiuto.Come osserva Papa Benedetto XVI,«alla radice della crisi dell’educazionec’è una crisi di fiducia nella vita» (Let-tera alla Diocesi e alla città di Romasul compito urgente dell’educazione,21 gennaio 2008). Con preoccupantefrequenza, la cronaca riferisce episodidi efferata violenza: creature a cui è im-pedito di nascere, esistenze brutalmen-te spezzate, anziani abbandonati, vitti-me di incidenti sulla strada e sul lavoro.Cogliamo in questo il segno di un’este-nuazione della cultura della vita, l’unicacapace di educare al rispetto e alla curadi essa in ogni stagione e particolar-mente nelle sue espressioni più fragili.Il fattore più inquietante è l’assuefazio-ne: tutto pare ormai normale e lascia in-travedere un’umanità sorda al grido dichi non può difendersi. Smarrito il sen-so di Dio, l’uomo smarrisce se stesso:«l’oblio di Dio rende opaca la creaturastessa» (Gaudium et spes, n. 36).Occorre perciò una svolta culturale,propiziata dai numerosi e confortantisegnali di speranza, germi di un’auten-tica civiltà dell’amore, presenti nellaChiesa e nella società italiana. Tanti uo-mini e donne di buona volontà, giova-ni, laici, sacerdoti e persone consacra-te, sono fortemente impegnati a difen-dere e promuovere la vita. Grazie a loroanche quest’anno molte donne, seppurin condizioni disagiate, saranno messein condizione di accogliere la vita chenasce, sconfiggendo la tentazionedell’aborto.Vogliamo di cuore ringraziare le fami-glie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i

consultori d’ispirazione cristiana e tuttele associazioni che giorno dopo giornosi adoperano per sostenere la vita na-scente, tendendo la mano a chi è in dif-ficoltà e da solo non riuscirebbe a farefronte agli impegni che essa comporta.Quest’azione di sostegno verso la vitache nasce, per essere davvero feconda,esige un contesto ecclesiale propizio,

come pure interventi sociali e legislati-vi mirati. Occorre diffondere un nuovoumanesimo, educando ogni persona dibuona volontà, e in particolare le gio-vani generazioni, a guardare alla vitacome al dono più alto che Dio ha fattoall’umanità. «L’uomo - afferma Bene-detto XVI - è veramente creato per ciòche è grande, per l’infinito. Il desideriodella vita più grande è un segno del fat-to che ci ha creati Lui, che portiamo lasua “impronta”. Dio è vita, e per questoogni creatura tende alla vita; in modounico e speciale la persona umana, fattaad immagine di Dio, aspira all’amore,alla gioia e alla pace» (Messaggio perla XXVI Giornata Mondiale della Gio-

ventù 2011, 6 agosto 2010, n. 1).È proprio la bellezza e la forza del-l’amore a dare pienezza di senso allavita e a tradursi in spirito di sacrificio,dedizione generosa e accompagnamen-to assiduo. Pensiamo con riconoscenzaalle tante famiglie che accudiscono nel-le loro case i familiari anziani e aglisposi che, talvolta anche in ristrettezzeeconomiche, accolgono con slancionuove creature. Guardiamo con affettoai genitori che, con grande pazienza,accompagnano i figli adolescenti nellacrescita umana e spirituale e li orienta-no con profonda tenerezza verso ciòche è giusto e buono. Ci piace sottoli-neare il contributo di quei nonni che,con abnegazione, si affiancano allenuove generazioni educandole alla sa-pienza e aiutandole a discernere, allaluce della loro esperienza, ciò che con-ta davvero.Oltre le mura della propria casa, moltigiovani incontrano autentici maestri divita: sono i sacerdoti che si spendonoper le comunità loro affidate, espri-mendo la paternità di Dio verso i picco-li e i poveri; sono gli insegnanti che,con passione e competenza, introduco-no al mistero della vita, facendo dellascuola un’esperienza generativa e unluogo di vera educazione. Anche a lorodiciamo grazie.Ogni ambiente umano, animato daun’adeguata azione educativa, può di-venire fecondo e far rifiorire la vita. Ènecessario, però, che l’anelito alla fra-ternità, posto nel profondo del cuore diogni uomo, sia illuminato dalla consa-pevolezza della figliolanza e dalla gra-titudine per un dono così grande, dandoali al desiderio di pienezza di senso del-l’esistenza umana. Il nostro stile di vi-ta, contraddistinto dall’impegno per ildono di sé, diventa così un inno di lodee ci rende seminatori di speranza inquesti tempi difficili ed entusiasmanti.

Roma, 7 ottobre 2010

Memoria della Beata Verginedel Rosario

“Educare alla pienezza della vita”MESSAGGIO PER LA 33ª GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA (6 febbraio 2011)

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

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Lettera a Maria di MagdalaC arissima Maria,

voglio indirizzare a te questa mialettera proprio perché in questi giorniil nostro paese è sulla bocca di tutti pervia di tristi e quanto mai avvilenti vi-cende che stanno tracciando in manie-ra inequivocabile il percorso declinan-te di un certo modo di intendere l’artedella politica.Scrivo a te che sei donna perché credoche tu possa capirci e darci qualchesuggerimento per ridare dignità allanostra umanità.Sei nata a Magdala, a circa 5 km a norddi Tiberiade, una cittadina famosa perl’industria conserviera del pesce sala-to. Gesù, il tuo Gesù, doveva passareproprio da Magdala per recarsi da Na-zaret a Cafarnao. Della tua vita nonsappiamo nulla o quasi. Vieni ricorda-

ta perché Gesù “scacciò da te sette de-moni”. E questo fatto rappresenta for-se il principio della tua avventura. Pri-ma di conoscere questo uomo, Yeshuaben Yosef, Gesù figlio di Giuseppe, vi-vevi completamente squilibrata, lace-rata interiormente, senza una tua iden-tità, vittima indifesa di forze oscureche ti distruggevano. In poche parole,vivere in maniera sana e bella era perte un’impresa impossibile. IncontrareGesù ha significato per te smettere disopravvivere e ricominciare a vivere.Per la prima volta ti sei imbattuta in unuomo che ti ha amato per te stessa, par-tendo dall’amore e dalla tenerezza diDio. Mai un uomo si era avvicinato ate in quel modo; mai nessuno ti avevaparlato così. Avevi trascorso tanti anninell’oscurità, priva della benedizione

di Dio; ora finalmente riesci a sentirlopiù vicino che mai grazie alla presenzaguaritrice di Gesù, tanto che poi diven-tasti la prima testimone della sua risur-rezione.Solamente molto più tardi, purtroppo,verrai confusa con la “peccatrice” delracconto di Luca (cap 7) diventandocosì una prostituta. Non solo. La leg-genda denigratoria andrà crescendo.Gerarchi della Chiesa, teologi ed arti-sti, tutti maschi, faranno di te una don-na lasciva e lussuriosa, posseduta da“sette demoni”, ossia dedita ai settepeccati capitali, tanto che solo più tar-di, pentita e perdonata da Gesù, avrestidedicato la tua intera esistenza a farepenitenza,Per tanto tempo, nella chiesa e nellacristianità, sei stata considerata l’icona

DON ANTONIO MAZZI incontrerà giovani e famigliee provocherà il dibattito sul tema della vita, contro la droga, l’alcolismo,

la cultura dell’abbandono e la morte.MARTEDÌ 1 FEBBRAIO alle ore 20.30 al Cinema TRIESTE.

Domenica 6 marzo presso il monastero

delle monache di clausura per tutte le donne

(mamme, giovani...) che desiderano vivere

una giornata di preghiera e ritiro spirituale

il ritrovo è alle 9 in chiesa del monastero.

Noleggio vestiti di carnevalepresso la sala costumi-cinema Trieste

Venerdì 18 febbraio 16.00 - 18.00

Sabato 19 febbraio 16.00 - 18.00

Giovedì 24 febbraio 15.00 - 17.00

venerdì 25 febbraio 15.00 - 17.00

Per riconsegnare i costumi

Venerdì 18 marzo 16.00 - 18.00

Sabato 19 marzo 15.00 - 17.00

Grazie!

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della donna che Gesù solo può riabili-tare. È per me dunque un onore e unonere riparare, per quanto poco la miapenna possa fare, a questo torto. E vo-glio farlo precisamente in que-sto periodo in cui la dignitàdella donna é ancora una voltacalpestata e infangata proprioda chi, per le responsabilità ci-vili e sociali assunte, dovrebbeproteggerla e onorarla,Stiamo assistendo, quasi conrassegnazione e abitudine, allamessa in atto di comportamentie linguaggi che sono profonda-mente lesivi della dignità dellepersone e della donna in parti-colare. Dico quasi con rasse-gnazione e abitudine perchéanni e anni di “lavaggio del cer-vello” televisi-vamente condot-to ci hanno portato a questasorta di apatia per la quale tuttoè concesso, tutto è permesso.La donna è tale solo quando “favedere”, solo quando “ammic-ca”, “provoca”, “seduce”, “am-malia”; oppure, dall’altra par-te, la donna è tale solo “quando serve”,solo quando “produce”, e soprattutto“quando non rompe le balle” (intesonel significato etimologico bergama-sco). Noi cristiani stessi facciamo an-cora molta fatica a uscire da certi sche-mi mentali, preferendo spesso restarecon San Paolo (che non ti nomina maitra i testimoni della risurrezione, tu chepossiedi il duplice criterio per essereeletta tra gli apostoli perché sei statacon Gesù per un bel po’ e sei anche te-stimone della sua risurrezione, dal ve-ro e non ex post come il signor Paolo

cui va tutto il mio rispetto ma che,sempre con rispetto parlando, un po’troppo maschilista era!),Dunque, carissima Maria, credo che tu

abbia un bel po’ di cose da insegnarci.Anzitutto che la dignità della persona,e della donna in particolare, non si mi-sura in base al miglior offerente. Nonsi acquista dignità sulla base delle per-sone che frequenti o delle ville cui ac-cedi o dei letti in cui entri. La dignitànon dipende nemmeno dal valore pe-cuniario che viene attribuito alle tueperformances siano esse lavorative odi altro tipo. La dignità e l’importanzanon acquisiscono maggior peso in ba-se ai minuti di apparizione in tv o allecapacità personali di soddisfare i desi-

deri di vecchi erotomani bavosi chepossiedono i mezzi pecuniari per com-perare uomini, donne e cose. Ci inse-gni, Maria, che la dignità è insita già

nella nostra natura umana, eche non deve essere accresciu-ta ma solamente rispettata pro-fondamente e in ogni istantesalvaguardata.Noi cristiani siamo oggi testi-moni del Risorto come te; forseun po’ impacciati, a volte in-coerenti, ma la dignità dell’es-sere testimoni è un dono chenon possiamo lasciare cadere.Maria carissima, non permette-re che ci addormentiamo sedot-ti dai tanti mezzi di distrazionedi massa; non permettere che inostri occhi diventino teleca-mere che cercano solo le sensa-zioni del momento; non per-mettere che i nostri occhi spo-glino della sua dignità qualsiasipersona e fa’ che nessuno maici accusi di essere stati accondi-scendenti in nome di una priva-cy per cui a casa propria ognu-

no fa ciò che vuole (degli altri). Rendi-ci strumenti al servizio della dignità.E, tra parentesi, aiuta questa nostraChiesa a non aver così paura delladonna e a non vedere in essa unica-mente i tratti di una “suora” che servee obbedisce. D’altra parte, se la Chiesadice, e per quanto mi riguarda lo cre-do, di voler essere una madre, perchénei suoi comportamenti spesso assumei panni di un padre severo?Ciao Maria, a presto e... grazie per ilcoraggio che hai dimostrato.

Don Luciano Locatelli

Preghiamo con la Chiesa (L’Apostolato della preghiera)Le intenzioni devono essere precedute dalla recitadella preghiera riportata qui sotto:

Cuore divino di GesùIo ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Ma-ria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eu-caristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sof-ferenze di questo giorno, in riparazione dei peccatie per la salvezza di tutti gli uomini, nella graziadello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre.

Generale - Perché la famiglia sia da tutti rispettata nella sua identità e siariconosciuto il suo insostituibile con tributo in favore dell’intera società.

Missionaria - Perché in quei territori di missione dove più urgente è la lottacontro le malattie, le comunità cri stiane sappiano testimoniare la presenzadi Cristo accan to ai sofferenti.

Dei Vescovi - Perché lo Spirito Santo ci renda capaci di incarnare in ognisituazione i valori del Vangelo, acco gliendo, custodendo e promovendo lavita umana dal concepimento alla sua fine naturale.

Mariana - La Vergine offerente nel tempio e orante nella comunità aposto-lica, ravvivi la nostra coscienza ecclesiale.

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Molto Rev.do don Samuelee catechisti di 3ª media,sento il dovere di ringraziare per aver accom-pagnato i ragazzi di 3ª media ad Assisi, cittàdi belle cose naturali, artistiche, spirituali,grazie a San Francesco suo figlio più illustre...È stata per i nostri ragazzi un’esperienza eun’occasione per respirare lo Spirito di Assisie la condivisione con i loro educatori. Adultiveri che esigono dai ragazzi, nel rispetto delloro sviluppo, il meglio che è nel profondodel loro cuore. Non voglio anch’io associarmia quelli che da ogni parte denunciano caren-ze educative ma voglio gridare con forza lamia riconoscenza e l’incoraggiamento aquanti, Sacerdoti, Catechisti, Educatori, san-no seminare le cose più belle, più semplici,più profonde e propongono esempi signifi-cativi. Pertanto una immensa gratitudine aquanti, con amore e sacrificio, si dedicano adiffondere il bene fra tante proposte che ilmondo offre e impedisce lo sviluppo fisico,intellettuale, etico e sociale.Vi abbraccio tutti

Una nonna

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E ancora...A come Amore fraterno,

come Amicizia,come Armonia,come Allegria,come Affidamento.

Don Samuele ha proposto anche quest’anno al gruppo diterza media un pellegrinaggio ad Assisi, invitandoci poi araccogliere i pensieri che ci risuonano nel cuore dopol’esperienza vissuta. Eccone alcuni:

Sono felice di aver accompagnato i ragazzi ad Assisi. Lagioia, l’energia, la vitalità dei ragazzi è sempre positiva eAssisi ha reso tutto questo speciale e benefico. Ho percepitouna particolare sintonia tra noi catechisti/animatori e i ra-gazzi e ho pensato che forse a dirigere tutto sia stata la dolcepresenza del nostro grande Maestro Gesù. Nella preghierala mia tenerezza è stata soprattutto per i ragazzi, vedere co-me questo grande mistero che è la fede sta prendendo postonel loro cuore. Li ho visti consapevoli che essere cristianinon è facile; ma gioiosi e determinati, per quanto hanno vis-suto nei tre giorni di vita comune, a portare a termine gli im-pegni presi, fino alla professione di fede e contenti di esserenella comunità e nella Chiesa perché amati.

Franca

Che soddisfazione condividere tempi, spazi, emozioni e fa-tiche con ragazzi che stanno crescendo e prendendo deci-sioni importanti; e riconoscere, anche nei loro gesti piùsemplici, che han saputo mettere in pratica un tuo consiglioe ciò non può non toccarti il cuore... Quello che mi ha datola conferma del salto di maturità che i ragazzi stanno com-piendo è stata la capacità che hanno avuto di farsi conta-giare dalla semplicità che c’è nell’aria di Assisi, dove tuttosembra essere racchiuso in un’atmosfera davvero partico-lare... Quello che ognuno di noi sicuramente si è portato acasa dopo questi 3 giorni è la semplicità nelle relazioni,nella preghiera, nel decidere come e con chi trascorrere ilnostro tempo e nel modo di pensare e fare scelte! Per far ve-ramente tesoro di questa esperienza di Assisi bisogna saperportare con sé questa atmosfera nella vita di tutti i giorni efar in modo che chi ci sta intorno sappia accorgersene!Forza ragazzi!

Michele

Mi è piaciuto molto il piccolo ritiro che abbiamo fatto adAssisi, ci sono stati molti momenti di preghiera ma non so-no stati molto pesanti perché eravamo tutti molto seri e con-centrati sul senso che avevano. Forse è stato anche grazieagli amici che ci hanno aiutato ad affrontare le cose, semprein modo serio, ma più leggero.

Nicole

Ad Assisi mi sono divertito molto ma sono stato serio neimomenti di preghiera che mi ha aiutato nella scelta dellascuola e altre cose. Il viaggio è stato un po’ lungo però misono divertito lo stesso.

Mattia

Ad Assisi ho potutomigliorare e appro-fondire il rapportocon alcune mie com-pagne o compagni;l’amicizia è moltoimportante in que-sto cammino versola professione difede, perché tipuoi confrontaree aiutare a vicen-da. L’altro aspettoè che mi sono sentitapiù vicina al Signore equesto era il mio obiettivo. Devo ammettere che èstato molto difficile perché devi metterci il cuore el’impegno. Le nostre catechiste/i sono stati molto vi-cini a noi, con il loro aiuto siamo riusciti a raggiunge-re il Signore. Ringrazio loro e il Don che ci hanno ac-compagnati in questo viaggio che personalmentenon dimenticherò MAI!!

Alice

I 3 giorni ad Assisi sono stati molto belli. Sono statiutili perché con questa esperienza ci siamo avvici-nati a San Francesco, che ci insegna ad avvicinarcia Dio. È stata bella anche perché ci siamo avvici-nati di più fra noi amici seguendo la Parola del Si-gnore.

Diego

Mi è piaciuto davvero molto andare ad Assisi eintraprendere questa meravigliosa esperienza.Ho conosciuto meglio nuove persone e mi sonodivertita in ogni momento. Mi ha affascinatamolto la visita all’ Eremo, anche se è stato fati-coso arrivarci ma ne è valsa veramente la pena.Qui ho partecipato, secondo me, a una delleMesse più belle che ha celebrato don Samuele.Un’ altro momento entusiasmante, in cui devo direche mi sono emozionata, è stata l’ultima Messa, pro-prio davanti alla tomba di san Francesco. Lì ognuno di noiha preso degli impegni da portare fino alla Professione difede e li ha letti davanti a tutti. Come ultima cosa, il postoche mi è piaciuto di più è stato San Damiano, quella piccolachiesa in mezzo agli ulivi e ai campi. Se chiudevo gli occhimi immaginavo come poteva essere nel silenzio senza la

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A come Assisi

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gente, veramente fantastico. Ringrazio tutti per questa ma-gnifica esperienza perché ho capito cosa è la professione difede e la sua importanza.

Roberta

È stata un’esperienza bellissima. È stata anche impegnati-va perché non ero molto abituata ad andare a Messa tutti igiorni, ma tutto sommato sono state celebrazioni semplici eadeguate. La cosa che mi è piaciuta di più è stata quella

della preghiera della do-menica sera, quando al-

l’hotel abbiamo presodegli impegni da por-tare fino alla profes-sione di fede che ab-biamo poi presen-tato al Signore du-rante la S. Messaalla tomba di SanFrancesco. Spe-ro in futuro dipoter rifare que-sta esperienza,

che mi fa capire lavita di persone che han-

no creduto in Dio e si sono sacrificate per sem-pre con gioia a Lui.

Paola

L’esperienza dei 3 giorni vissuti ad Assisi èstata molto bella per il perfetto connubio tragioco e preghiera. Il “dosaggio” di questi 2“ingredienti” è stato semplicemente ottimo.L’intensità della preghiera e la bellezza delgioco. Nel viaggio a piedi all’eremo, purnon essendo un grande scalatore, non misono stancato, mi è sembrato come sequalcuno mi desse la forza. Mi sonostupito delle numerose chiese e deipresepi giganti fuori dalle due basili-che con personaggi ad altezza natu-rale. La caccia al tesoro è stata

anch’essa molto divertente.M.

P.S. dopo questa esperienza sono riusci-to a capire il vero significati della carità.

Nei 3 giorni vissuti ad Assisi, mi sono divertita moltosoprattutto quando abbiamo fatto il gioco notturno per il

centro storico. Mi ha molto affascinato la città e soprattuttola chiesa di San Francesco. Ho pensato a quanto sacrificioha fatto San Francesco anche se i suoi genitori erano con-trari a quel tipo di vita, ma non si è lasciato persuadere e hacontinuato per la sua strada. Mi ha colpito il suo comporta-mento perché è una scelta difficile da affrontare. È statomolto bello andare all’eremo, anche se faticoso!!! però unavolta arrivata mi sono trovata subito contenta, cosi ho po-tuto visitare il luogo dove il Santo si rifugiava per pregare.

Questo viaggio è stato molto divertente e anche istruttivo,mi sono divertita. Mi piacerebbe tornarci cosi da poter visi-tare meglio la meravigliosa città.

S.

Il viaggio ad Assisi mi ha fatto molto riflettere, ho veramen-te capito quanto Dio nella mia vita è davvero importante.Credo che questa esperienza mi sia servita per affermare lamia fede. Oltre alla riflessione mi sono molto divertita so-prattutto nel gioco notturno. Devo dire che noi ragazzi cisiamo comportati bene, e il Don e le nostre catechiste si so-no davvero meravigliati. Inoltre abbiamo camminato tantis-simo fino all’eremo, uff che fatica!!! Faceva molto freddo ec’era molta aria... L’ hotel era confortevole a parte il man-giare (perché usavano sempre tartufo e spezie e a me nonpiacciono). Sono molto felice di aver vissuto questa mera-vigliosa esperienza, spero di rifarne un’altra.

Greta

I tre giorni ad Assisi sono stati molto intensi, ogni più pic-colo momento richiedeva tanta concentrazione e attenzio-ne. La città di Assisi è bella e mi è piaciuto visitarla. È statobello stare insieme, approfondire l’amicizia con qualcuno etrovare nuove amiche, un po’ lungo il viaggio.

Letizia

Ad Assisi mi sono stupito per la moltitudine di chiese edognuna ospitava molti fedeli. Assisi di sera, tutta illuminata,sembrava un presepe vivente e infatti ho scoperto che fuSan Francesco ad inventare il presepe. Pensare ad Assisi,ora, mi ha ispirato questa idea perché ricordo che c’era unclima di pace e le luci non erano accecanti ma soffuse, deli-cate e dolci.

Nicola

Ad Assisi mi sono divertito molto, soprattutto nel gioco:raggiungendo vari luoghi che avevamo visitato in giornata,dovevamo poi lì risolvere alcuni dilemmi. A me è piaciutamolto la chiesa di S.Maria degli Angeli, una chiesa gran-dissima al cui interno c’è la Porziuncola (una chiesa moltopiccola). L’unica cosa che non mi è piaciuta è stato il ciboal ristorante. Mi è piaciuta molto questa esperienza e sperodi farne una simile in Toscana.

Andrea

Santa Maria degli Angeli, Giorgio l’ha definita una chiesa“incinta”. Grazie Giorgio per questa tua brillante affermazio-ne! Per ragioni di spazio abbiamo dovuto scegliere i pensieriscritti, ma quelli non presenti vi assicuriamo che sono altret-tanto belli! Durante la preghiera abbiamo ricordato gli amicie le catechiste che non sono potuti venire, le famiglie, donAngelo e tutta la comunità. Un particolare grazie a Martina,Davide, Marco, Mauro (mitico Paci), Daniela e Marzia, glianimatori che ci hanno accompagnato. Un grazie di cuore adAgnese che con la sua semplice presenza ha portato al gruppoquella speciale gioia che... tocca il cuore. Grazie ai genitori ea chi ha pregato per noi. Grazie alle suore di clausura che cihanno custodito nel loro cuore. Grazie e lode a Dio Padre.

I catechisti

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GRUPPO ADO

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Vita comunEdicembre 2mila10

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“Una giovane vita comune”Come molti altri lunedì mi avvio anche oggi in orato-

rio... il gruppo Ado aspetta anche sotto la neve..que-sti 80 ragazzi sanno il fatto loro a quanto sembra!!! Entroin sala stampa per un saluto agli altri animatori e incon-sapevolmente i miei occhi si soffermano sul calendario...nooo... non è possibile... lo guardo e lo riguardo ma allafine non posso fare a meno di costatare che oggi è propriol’ultimo lunedì del gruppo Ado del 2mila10!Due pensieri irrompono subito nella mia mente... il pri-mo ... un po’ malinconico... questo bellissimo anno (!!!)sta per finire; il secondo è molto più positivo... mancanosolamente sette giorni alla nostra rinomata “Vita comu-ne” e.... tadan...È tutto già pronto!!! Impensabile!! Sem-bra che tutti i presenti mi abbiano letto dentro perché unsorriso di gioia riempie la sala...I turni di pulizia, i gruppi(ben 51 ragazzi!), gli orari, i quintali di cibo (mangianotanto: devono crescere!), le serate, l’adorazione notturnae perfino i famigerati “lavori di gruppo” appaiono sul de-sktop del PC... miracolo!!??! Nooo... probabilmente soloquestione di qualche “pressione” in più sui nostri ragazzidi 5ª superiore che quest’anno avevano l’arduo compitodi preparare le tanto (in) aspettate ore di “vero lavoro”,che durante la vita comune rappresentano un giusto mo-mento di stop in mezzo al frastuono (positivo, eh!) deiquattro giorni..il frastuono che ha portato il nostro facto-tum don Samu verso la ricerca del tema... avete due se-condi per pensare... pronti?... ci siete arrivati?! Ma si è fa-cile! Durante questi lavori di gruppo, parlare di semplici-tà è sembrata una cosa adatta!!!“La bellezza del bianco come la sintesi di tutti i colori(Dante)”; “Un mistero che è il riflesso in noi di una lucedivina”; “Il sorriso di un bimbo”; “L’essenziale è invisi-bile agli occhi”.Con questi brevi ma intensi input i nostri amici di 5a sonopartiti per cercare un contesto adatto e nello stesso mo-mento esplicativo, da proporre ai ragazzi nella vita co-mune.Da animatrice presente in quel momento potrei dipingereil punto di domanda che quei dieci ragazzi avevano stam-pato sul volto... la richiesta d’aiuto, il vuoto cosmico che

aleggiava nelle loro menti... beh effettivamente comeprima volta l’inizio era piuttosto tosto! Conoscendoli sa-pevo però che, orgogliosi come sono, non si sarebbero la-sciati intimorire facilmente ed infatti così è stato ... supe-rata la prima fase di spaesamento e rimboccate le mani-che (a forza di dire, fare... guarda che otteniamo il primofrutto!) alla data stabilita il lavoro di gruppo è pronto... ilrisultato non è proprio niente male! Per la prima parte ini-ziale i ragazzi hanno deciso di mettersi addirittura in gio-co e di proporre ai loro (quasi) coetanei una parte recitatache, tramite diversi oggetti e differenti effetti luminosi,facesse ritrovare la semplicità nelle varie fasi di crescitadell’uomo...Un tenero Winnie Pooh ha aperto così la scena con la suavoglia di coccole e tenerezze, per poi arrivare, passandoda un i-phone 4 e da un orologio all’ultimo oggetto sim-bolo della semplicità estrema: la Bibbia... solo grazie aduna stella fissa verso cui dirigere i nostri passi anchequando tutto sembra prendere una brutta piega, il cam-mino sembra meno altalenante.Dopo una riflessione personale fatta a piccoli gruppi sucosa appunto fosse l’essenzialità e la semplicità, i ragazzihanno deciso di concludere l’incontro con un piccolo edivertente giochino.. trovare “la ricetta della semplicità”con l’apposita lista degli ingredienti e le modalità di pre-parazione... trasformandosi così tutti in provetti cuochi!Direi che il bilancio può essere positivo per questi giova-ni nuovi animatori, che hanno saputo fare squadra permettersi al servizio degli altri Ado; un impegno profusoanche durante l’intero svolgersi della vita comune, anchese qualcuno di loro in alcuni casi si è un po’ scordato delnuovo ruolo e non ha saputo resistere al richiamo del-l’adolescenza... trasformandosi per un momento da ani-matore ad “aizzatore...”Niente musi lunghi... la tiratinad’orecchi era doverosa! Il vostro cammino, come sapete,non è ancora finito! Altrimenti noi poi che facciamo?!In fin dei conti, spero che tutto ciò sia di buon auspicio esoprattutto d’esempio per gli altri Ado più “piccoli”...Che dire... semplicemente GRAZIE RAGAZZI!!!

Uno di noi

Gruppo Giovani InterparrocchialeUn grazie di cuore a tutti coloro che in vari modi hanno collaborato alla raccolta fondi pro-Ro-mania, attraverso la vendita torte e lavoretti sul sagrato della Chiesa e alla bancarella in paesenel giorno 12 dicembre 2010. Il totale raccolto, incluse le adozioni a distanza è di € 2.665,00

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Cervelli in fuga

Adobati Clarissa, 14 anni

Ho capito molte cose riguardo la vita diS. Francesco... un conto è sentire parlare deiluoghi in cui ha vissuto, un conto è visitarli

rendendo la sua “storia” più interessante;è una persona da stimare da noi ragazzi

e da tutti, per quello che ha fatto!!

Il gruppo ADO è come una grande famiglia,per come la si vede dal fuori.

Spero di integrarmi al meglio in questogruppo e vivere al massimo

questa esperienza che mi aspetta.

Insieme a Daniela, la mia compagnadi intervista, il martedì pomeriggio

siamo al bar dell’oratorio a prestareservizio. Per me donare tempo

agli altri è importantissimo. Dà moltesoddisfazioni ed è divertente.

In certi momenti mi sento prontissimain altri sono un po’ più preoccupata,

anche se da quello che mi diconole persone più grandi non è “difficile”.La scuola non l’ho ancora scelta sono

ancora un po’ titubante, ma punto sul liceoscientifico. Questa scuola, mi è stata

consigliata dai professori, che ritengonoche abbia la capacità di affrontarla.

Ti apre molte “strade” su un futuro lavoro.

Secondo me, per trovare la felicità, bisognarapportarsi con gli altri e avere sempre

qualcuno come punto di riferimentoe su cui contare. Per rapportarsi con gli altri

è necessario essere pazienti, comprensivie accettare ogni giudizio perché ci aiuta

in un modo o nell’altro a crescere.

Mi incuriosisce la loro capacità di rimanerechiuse in un monastero. Durante le ore

di catechismo siamo andati da loro in visitae ci hanno raccontato la loro vita e le cosea cui hanno dovuto rinunciare. È un gesto

che pochi sono pronti a compiere e perquesto dovrebbero godere di più stima da

parte delle persone che le vedono dal fuori.

Presentati

L’esperienza fattaad Assisi...

Cosa ti ha lasciato?Perché?

Senti nell’ariache tra poco farai parte

del gruppo Ado....Cosa ti piace di questo

gruppo?? Perché??

In parrocchiao in oratorio, svolgi un

servizio?? È importanteper te donare un po’

di tempo agli altrigratuitamente?

Quest’anno a giugnoavrai gli esami....Ti senti pronta?

Quale scuolahai scelto di fare??

Affinché tuttisiano felici nella vita,cosa consigli loro??

A Zogno si trovail monastero abitato

da alcune suoredi clausura...

cosa ti affascinao ti incuriosiscedella loro vita?

Magnati Daniela,14 anni

L’esperienza fatta ad Assisi mi ha lasciatoun bel ricordo: è stato bello poter vivereun momento di preghiera nei luoghi visitatida S. Francesco insieme ai miei amici.Abbiamo potuto condividere domandee opinioni sulla vita di questo ragazzoche ha mollato tutto ciò che avevaper dedicarsi completamente a Dio.

Il gruppo Ado mi affascina molto:penso sia bello incontrarsi una voltaa settimana a discutere e soprattuttomi incuriosisce la vita comune, un modoin più per potersi trovare con gli amici!

Sì, al martedì pomeriggio prestoil mio servizio al bar dell’oratorio insiemealla mia amica Clarissa. È molto bellopoter donare un po’ di tempo agli altriperché sai che quando ne avrai bisognoci saranno loro per te.

Riguardo agli esami ho un po’ di timorema spero di riuscire a dare il 100% in questaprova che mi indirizzerà allo studio dellesuperiori. Ho deciso di frequentareil Liceo Scientifico, perché sono indecisasulla mia professione futura e quindi hooptato per una scuola che sia adeguata adiverse attività.

Secondo me non esiste la “ricettadella felicità”. Ognuno può raggiungerlaa modo suo: infatti siamo tutti diversi.Una cosa che può emozionare una personapuò lasciare indifferente un’altra.Sta a noi raggiungere questo obiettivo.

Ciò che mi affascina di queste donneè che hanno “rinunciato” alla loro vitaper donarla a Dio. È fantasticocome possano pregare tutto il giornotutti i giorni senza mai stancarsi e senza maiavere la possibilità di sfogarsi in un’attivitàdiversa. Sono davvero fantastiche!

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T ra Febbraio e Marzo dovrebbe es-sere presente al Centro l’equipe

dei tecnici per il controllo delle attrez-zature adibite alla radiologia e alle saleoperatorie; verrà effettuato il comple-tamento dell’installazione dei pannellisolari sia per la produzione di energiaelettrica che di acqua calda.Domenica 9 Gennaio 2011, con la ri-correnza del Battesimo di Gesù, è ter-minata nella Chiesina della Confrater-nita la mostra dei Presepi a scopo be-nefico. Tanti i visitatori e coloro chehanno acquistato i presepi e l’artigia-nato Rwandese esposto.Il ricavato è stato di € 10.520,00 (die-cimilacinquecentoventi); le libere of-ferte messe nella damigiana o conse-gnate personalmente sono state di €3.850,00 (tremilaottocentocinquanta).Grazie al fratello Lorenzo e non soloper la collaborazione e il contributodato con la vendita dei suoi presepi;grazie a Ezio e Bruna Rigamonti diVercurago per il contributo dato sottovarie forme; grazie a Virginio Fustino-ni per i quadri e a Giuliano Boffelli peril paesaggio del Presepio grande; gra-zie al piccolo grillo saltellante, LucaPandini, nostro assistente alla mostra!

Il consiglio di AUGERE - onlus rin-grazia tutti i collaboratori. Un cordia-lissimo saluto.

Rino

È in scadenza e rinnovo il Consigliodirettivo dell’associazione AUGEREONLUS, che ha l’impegno del soste-gno al Centro S. Maria di Rilima inRwanda. È l’organizzazione di cuitanto si è parlato anche sulla stampa,grazie al nostro ALPINO RINO che èstato fondatore ed è ancora una granderoccia di sostegno. Sarebbe bello, ce lo

auspichiamo, che il rinnovo fosse ve-ramente anche una nuova ventata divolti, di vivacità partecipativa, di nuo-vi soci che vengono ad allargare, sosti-tuire e assicurare la continuità di que-sta associazione.Aspettiamo amici di buona volontà edi voglia di fare insieme qualcosa cheveramente vale. Ce n’è bisogno!Rino è sempre il riferimento, unita-mente al responsabile sede operativaCalvi Ambrogio.

Il presidente di Augere-OnlusDon Giancarlo Bresciani

MONDO MISSIONI • Centro S.ta Maria di Rilima-Rwanda

ENTRATEVoci €• Residuo bancario anno 2009 1.170• Offerta in memoria sig.ra Maria Laura 500• Offerte anonime 350• Vendita mobilio usato 765• Vendita indumenti usati 2.133• Banco Vendita 11.160TOTALE 16.078

Il Gruppo Missionario ringrazia tutte le persone che con illoro lavoro, la loro dedizione, la loro attenzione, hanno re-so possibili le iniziative volte a raccogliere fondi per so-stenere i Missionari.

USCITEvoci ۥ Per i ragazzi delle missioni di Bolivia,

Costa d’Avorio, Romania (tramite don Samuele) 1500• Missione di suor Vincenziana Propersi, Eritrea 1000• Suor Giovanna Colombo, Bolivia 2000• Don Maurizio Cremaschi, Brasile 1000• Padre Luis Carascal, Colombia 1000• Centro S. Maria, Rilima, Rwanda 2000• Suor Celestina Pompeo, Colombia 1000• Suor Dina Repetti, Colombia 1000• Suor Mercedes Pegnà Colombia 1000• Suor Lucia Bonzi, Brasile 1000• Silvia Fazzari per parrocchia del Brasile 1000• Suore del Divino Amore per parrocchia povera 1000• Nuova adozione di un seminarista

tramite le Pontificie Opere Missionarie 500Totale 15.000

GRUPPO MISSIONARIO: BILANCIO DELL’ANNO 2010

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“...Ancora un anno volge al termine e voi con il vostro lavo-ro avete contribuito in modo notevole perché ogni bambinopotesse ricevere alimento, vestiti, materiale per la scuola, econ lui anche la famiglia ha potuto ricevere aiuto materialee orientamento spirituale e umano! Grazie a tutti voi delgruppo missionario e a quanti collaborano ciascuno nel mo-do che può. ...” Suor Lucia e tutti i piccoli

“... Dalla contemplazione del Verbo fatto carne scaturisceogni giustizia, ogni atto d’amore. La contemplazione dellaVerità ci rende capaci di abbandonarci alla sua Misericordiae nello stesso tempo ci spinge ad essere noi stessi fautori digiustizia e misericordia affinché tutti possano arrivare a me-ravigliarsi davanti all’amore di Dio e a scoprire quanto pro-fondo sia il desiderio di Bene e di Pace che Egli nutre perciascuna delle sua creature.Grazie per il vostro grande impegno per la Missione e so-prattutto per l’amore che testimoniate nei confronti di fra-telli e sorelle che incontrate: questo sia fonte di pace nei vo-stri cuori e gioia per la vostra vita. Grazie per la vostra ge-nerosità nei nostri confronti e per la nostra genet; ogni offer-ta viene utilizzata per il “Progetto cucina” per i bambini delnostro Internato...” Suor Giovanna

Esaurito il proprio compito di sostegno al Seminarista del-l’India, ormai ordinato Sacerdote, il gruppo Missionario haavviato una nuova opera di aiuto e accompagnamento neglistudi in Seminario di un nuovo Seminarista (vedi voceUscite del Bilancio).

Riconoscenti, i Missionari scrivono...

Domenica 9 gennaio 2011 Festa del Battesimo di GesùS. Messa con alcuni bambini battezzati nell’anno 2010

NON POSSIAMO PREGARTI...“O Dio, veramente non possiamo pregarti perché cessi la guerra:infatti sappiamo che Tu hai fatto il mondo in modo tale che l’uomodeve trovare la strada per la pace, in se stesso e con il suo vicino.O Dio, veramente non possiamo pregarti perché cessi la fame:infatti Tu ci hai dato risorse abbondanti, sufficienti a nutrireil mondo intero, a condizione di usarle con saggezza.O Dio veramente non possiamo pregarti di sradicare l’ingiustizia:infatti Tu ci hai dato occhi capaci di vedere il bene presentein ogni creatura, a condizione di usarli con saggezza.O Dio, veramente non possiamo pregarti di far scomparirela disperazione: perché Tu ci hai dato il potere di trasformare i tugurie di seminare la speranza, a condizione di usarlo con saggezza.O Dio, veramente non possiamo pregarti di far cessarele malattie: poiché Tu ci hai dato un’intelligenza capace di trovarecure e medicamenti, a condizione di usarla con saggezza.Per questo, o Dio, Ti preghiamo piuttosto: di darci forza,determinazione e coraggio di agire e non solo di pregare, e soprattutto di vivere e non soltanto di sperare!”

(da “Popoli”, rivista internazionale dei Gesuiti, dicembre 2010)

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Omaggio all’Italia UnitaCavour negli scritti di Bortolo Belotti

I l 150° anniversario deve farci riflette-re su quanto sia stata positiva l’Unità

d’Italia per il progresso della popolazio-ne e deve farci ricordare chi si è battutoper raggiungere questo grande risultato.Ricordiamo certamente i 5 zognesi checombatterono tra le fila dei garibaldinicome quel Pietro Volpi che si arruolò a17 anni, colmo di fervore per quell’im-presa. Ricordiamo anche quei grandiche hanno entusiasmato la popolazionee hanno realizzato quel sogno, pur aspi-rando a forme diverse dello Stato unita-rio: Cattaneo, che voleva gli Stati Unitid’Italia, Mazzini che la sognava repub-blicana e inserita in una Europa demo-cratica e pacifica, Vittorio Emanuele IIche, unico tra i governanti italiani, ri-schiò il suo regno per realizzarlo, e Gari-baldi, che auspicava la rivoluzione dalbasso.Tra questi l’unico ad avere una visioned’insieme e gli strumenti per guidare ilprocesso unitario fu Camillo Benso con-te di Cavour (Torino, 10.VIII.1810 -6.VI.1861). Fu lui, ministro del Regnodi Sardegna dal 1850 al 1852 e Presiden-te del Consiglio dal 1852 al 1861, a gui-dare il processo unitario, e che avvicinòFrancia e Inghilterra all’idea di Italiaunita, grazie alla partecipazione del Re-gno di Sardegna alla guerra di Crimea:senza una decisa approvazione interna-zionale non sarebbe stata possibile l’uni-ficazione della penisola. Ma Cavour fuanche il fondatore del regime liberaleitaliano: chiese ed ottenne lo Statuto Al-bertino; diede dignità al Parlamento e alGoverno; fece del Regno di Sardegna loStato italiano più progredito con l’ado-zione di politiche liberistiche, i primi in-terventi statali a sostegno dei poveri, lelibertà di pensiero, di stampa e di co-scienza e lo sviluppo dell’istruzione sta-tale.Cavour ebbe la fortuna di proclamare lacostituzione del nuovo Regno d’Italianel marzo del 1861, 70 giorni prima dimorire a 51 anni.Grande fu la sua fortuna in vita, ma scar-sa ora: lo scorso anno ricadeva il 200°della nascita, quest’anno il 150° della

sua morte e il governo nazionale non haritenuto di organizzare un comitato ap-posito per celebrare il nostro maggiorestatista.In questo panorama desolante, in cui sidileggiano simboli dello Stato e si im-piega tempo a ristrutturare lo Statoquando le sfide che abbiamo di fronte cidovrebbero spingere a costruire su unaEuropa più efficace, uno dei pochi segnipositivi è la ristampa anastatica del librodedicato a Cavour nel 1925, La paroladi Camillo Cavour , pubblicato dall’edi-tore Gabrielli grazie al nipote di Belotti,l’avv. Gianluca La Villa, ed introdottodal senatore Valerio Zanone, già segre-tario nazionale del Partito Liberale Ita-liano.Il saggio è ancor più significativo perchéBelotti prima di diventarne studioso fuseguace di Cavour. Per esempio, il pro-gramma politico con cui si candidò alleelezioni del 1913 era dichiaratamentecavouriano. È proprio nel 1913 si rendeconto della difficoltà del liberalismo ita-liano ormai stretto dall’accordo tra Gio-litti e il cattolico Gentiloni, che a Berga-mo aveva significato la cessione di molticollegi ai clericali. Ed è in questa situa-zione che comprese che per chi vuole vi-vere la fede pura (pure tanto criticatodalla curia) è essenziale il cavouriano“Libera Chiesa in Libero Stato”.Belotti sedette alla Camera dei Deputatidal 1913 al 1924 e partecipò anche aconsessi internazionali, quali la Societàdelle Nazioni. Si dedicò anche a riorga-nizzare le fila liberali sia nel Parlamen-to, tramite la fondazione del Partito Li-berale Democratico e, a livello locale,dell’Unione liberale democratica berga-masca. Tra i cardini del suo programmapolitico troviamo l’estensione della pro-prietà fondiaria, la riforma tributaria avantaggio delle attività produttive e del-le classi meno abbienti, la centralità del-la Camera dei Deputati, il decentramen-to amministrativo basato su comuni e re-gioni e l’adesione del Regno alla Legadelle Nazioni. Nel congresso nazionaledelle forze liberali dell’aprile 1921, Be-lotti propose anche il ritorno all’ordine

con la restaurazione dell’autorità delloStato, l’esaltazione della Patria e una ri-gorosa educazione della gioventù italia-na.Belotti fu anche potente ministro dell’In-dustria, Commercio e Marina Mercantilenella breve esperienza del governo Bono-mi tra il 1921 e il 1922: si dedicò a trattatiinternazionali, a misure per rilanciarel’industria italiana, ma con il governo futravolto dalla crisi della 3° banca nazio-nale, la Banca Italiana di Sconto, che mi-se in amministrazione controllata evitan-do di salvarla con i soldi dei contribuenti.Il mancato salvataggio della Sconto e delcontrollante gruppo Perrone (grande fi-nanziatore del fascismo) rovinò irrime-diabilmente la relazione tra Belotti e il fa-scismo stesso, per cui nel 1924 non fu in-serito nel listone liberalfascista. Peraltroil momento di maggiore successo perso-nale di Belotti, cioè la partecipazione algoverno Bonomi, coincise con la crisi delliberalismo italiano.È in questo periodo che si approfondisceper Belotti la revisione del liberalismodi destra e dei suoi rapporti con il fasci-smo e la critica ai disorientati ambientiliberali di opposizione. Se consideriamopoi che una generazione di influenti li-berali appare in chiaro declino (Giolitti,Luzzatti, Salandra, Nitti), per Belotti è ilmomento di prendere atto della fine diun’epoca di resistenza agli estremismi,della necessità di definire la linea delPLI e di provvedere alla formazione cul-turale della gioventù liberale. Il ritorno aCavour risulta quindi necessario per lanecessità di dare sicuri punti di riferi-mento ad una base giovanile liberale chesi presenta allo sbando: la cultura risultaessere necessaria per Belotti per risolle-varsi dalla presente situazione.Da questi presupposti nasce la pubblica-zione de La parola di Camillo Cavour,elaborata soprattutto nell’estate del1924 trascorsa a Zogno. Il testo è pole-mico e insieme didascalico: polemiconei confronti del nascente regime fasci-sta e nei confronti di quanti avevano pre-ferito l’ordine sociale e il protezionismoeconomico garantiti dal fascismo alla

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dialettica, anche aspra e talvolta violen-ta, provocata dall’apparire sulla scenapolitica italiana di nuovi gruppi sociali.È didattico in quanto dichiarata-mente destinato alla formazionepolitica dei giovani liberali.Il libro tratta della dottrina dellalibertà e del partito liberale conchiaro riferimento alla politicariformatrice di Cavour reso pos-sibile dall’accordo tra centrode-stra progressista e sinistra de-mocratica. Quindi discute dellelibertà civili (di stampa, di inse-gnamento) e soprattutto della li-bertà di coscienza basata sullaseparazione Stato - Chiesa, conBelotti che rileva soprattutto ibenefici che la religione avreb-be avuto dall’abbandono ponti-ficio del potere temporale.Successivamente espone il so-stegno di Cavour alla libertàeconomica, con chiaro riferi-mento ad un liberismo modera-to che prevedesse l’interventostatale suppletivo a sostegno deisettori più delicati, come l’agri-coltura, e la costruzione delleinfrastrutture.Non meno importante ancor og-gi per noi è la lettura del capito-lo dedicato alle libertà politiche con lapiena accettazione delle dinamiche par-lamentari del liberalismo cavouriano,scevro da ogni tentazione autoritaria.L’ultimo capitolo è dedicato al metododi Cavour, in cui è evidente quel sensodello Stato che solo rende grande chi sivolge all’attività politica: il principio daseguire è uno solo sintetizzato in “La pa-tria prima della propria persona e primadella popolarità”. Metodo, per Belotti, èanche l’avversione al ritorno dei locali-smi (diverso dal riconoscimento delleautonomie locali), retaggio (per me) diuna nazione arcaica e antimoderna.La pubblicazione dell’opera dedicata aCavour probabilmente rese ancora piùdifficili i rapporti con il regime dittato-riale e dovette contribuire non poco alsuo arresto nel 1930 e alla condanna alconfino che scontò a Cava de’ Tirreni,unico fra gli ex ministri del Regno, conla motivazione di costante atteggiamen-to antifascista. Fu una breve, ma duraesperienza che segnò profondamente ilpolitico bergamasco, ma che non lo in-

dusse ad un atteggiamento più conci-liante nei confronti del regime. Con il 25luglio 1943 Belotti coordinò a Bergamo

il passaggio alla democrazia, ma, in se-guito all’occupazione nazifascista fu co-stretto all’esilio in Svizzera, dove mori-

rà nel luglio del 1944. Si trattò di pochimesi di attività culturale volta all’unifi-cazione delle forze moderate antifasci-

ste: collaborò con Einaudi ad uninserto settimanale, “L’Italia e ilsecondo Risorgimento: la testa-ta richiama certamente il perio-dico di Cavour, “Il Risorgimen-to”. Tra le attività svolte da Be-lotti nelle ultime settimane di vi-ta vi è anche la partecipazionead una serie di conferenze per igiovani italiani sfollati nellaConfederazione Elvetica: perquesti approfondì la Perennitàdel pensiero di Cavour, confe-renza tenuta il 28 aprile 1944 al-l’Università di Losanna.Di nuovo Belotti prese spuntoda Cavour per riflettere sulle li-bertà fondamentali dell’uomo,ma anche per dichiarare che lasocietà è cambiata e che le ur-genze impongono duttilità: im-proponibile, per esempio, limi-tare l’azione dello Stato nella si-tuazione che prevede un im-menso sforzo di ricostruzionepostbellica; inoltre Belotti espo-se il suo giudizio positivo sullapartecipazione al governo diforze politiche un tempo com-

battute da Cavour e dai liberali, come icomunisti.Vi è nella dispensa di Losanna l’indica-zione che Cavour non potesse aver previ-sto tutto, che la società è profondamentecambiata, ma oltre a molte intuizioni, ri-mane perennemente vivo il metodo ca-vouriano. Di nuovo, però, un’opera dida-scalica, di nuovo, in un periodo difficilis-simo per l’Italia si erge il messaggio diBelotti che invita a ricostruire la patriafacendo riferimento al nostro maggiorestatista e ad interrogarlo, perché, comesoleva dire Luigi Luzzatti: “Meglio lo siinterroga, più alto risponde”. E bisognarinnovare lo studio di Cavour ora che laPatria sta vivendo tempi difficili, biso-gna far rivivere i grandi ideali laici di na-zione, di responsabilità, di legalità, di li-bertà di coscienza. Bisogna ogni giornosoffermarci davanti alla stele di piazzaGaribaldi che ricorda i 5 zognesi che ri-schiarono la loro vita per il grande idealedella Patria e chiederci di quale tradizio-ne ci sentiamo figli!

Ivano Sonzogni

Il libro di Belotti sul pensiero di Cavour

Omaggio all’Italiaunita

In occasionedelle commemorazioniper il 150° dell’Unità

della nostra patria

il Museo della Valleil Centro Storico Culturale

di Val Brembanae i Lions Club Val Brembana

invitano a partecipare a dueconferenze di Ivano Sonzogni:

CAVOUR NELLE OPEREDI BORTOLO BELOTTI

(26 febbraio 2011, ore 16.00)

FRATELLI D’ITALIADI GOFFREDO MAMELI(26 marzo 2011, ore 16.00)

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La tregua, libro del ritorno, odissea dell’Europa tra guerra e pace, è il seguito di Se questo èun uomo, il libro che resta tra i più belli della .letteratura europea nata dal campo di sterminio.L’avventura di Primo Levi non si conchiuse con la liberazione di Auschwitz per mano russa.li rimpatrio ebbe luogo molto tardi, alla fine del 1945, dopo un viaggio tortuoso e assurdo, at-traverso mezza Europa.Questo volume è il diario del viaggio che ha inizio dalle nebbie del Lager ancor pieno dimorte, e si dipana attraverso scenari inediti, popolati di personaggi indimenticabili: i mercaticlandestini di Cracovia e di Katowice; le tradotte bibliche e zingaresche dell’ Armata Rossain smobilitazione; una Russia ridente e tragica, picaresca ed epica. E la storia movimentata,variopinta, struggente di una non più sperata primavera di libertà. Primo Levi - LA TREGUA - Ed. Einaudi - pagg. 255.

Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d’Elsa, che all’indomani dellaLiberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi,tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delittoe, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere.Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna,decide di aspettare l’amato con animo fedele e ostinato. Con questo romanzo - pubblicatonel 1960 e seguito nel 1963 da una celebre versione cinematografica interpretata da ClaudiaCardinale - Cassola si aggiudica il premio Strega e raggiunge il successo anche internazio-nale. “La ragazza di Bube” segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra:benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psi-cologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiutodei dogmatismi ideologici. “Il romanzo” sostiene infatti Cassola “viene prima di ogni in-terpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini.” Carlo Cassola - LA RAGAZZA DI BUBE - Ed. Super Pocket - pagg. 268.

Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e più duraturi riflessinella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già neltitolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi,a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade dellamemoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. Scrive laGinzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero:e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indif-ferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quellefrasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire“Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna” o “De cosa spussa l’acido cloridrico”,per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata in-

dissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole». Natalia Ginzburg - LESSICO FAMIGLIARE - Ed. Einaudi - pagg. 278

Invito alla lettura febbraio 2011

Le proposte di lettura per febbraio sono, forse, un po’ particolari: si tratta di “classici”,testi che molto spesso anche gli insegnanti propongono ai nostri figli studenti,come arricchimento di cultura e buona formazione. Buona lettura!

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La sottosezione in Repubblica Ceka

Dopo un gelido e precoce avvio della sta-gione invernale che ha coperto di neve le

montagne della nostra valle, velocemente sia-mo giunti al periodo natalizio e con esso le lu-ci, le feste e le giornate con i propri cari.Per molti soci CAI il periodo invernale è anchela stagione degli sport sulla neve e per la Sotto-sezione l’inverno è l’ occasione per far cono-scere a grandi e piccini il gusto dello sci e delleescursioni sulla neve. In collaborazione conTiraboschi Sport viene organizzato il corso disci Alpino per ragazzi in età scolare. In colla-borazione con la Scuola Orobica vengono ef-fettuati corsi di sci-alpinismo per principianti enon. In collaborazione con i maestri di sci diZambla viene effettuato il corso di fondo.Ma le attività non si esauriscono con i corsi: un ricco pro-gramma di uscite invernali consente di aggregare i soci inescursioni sciistiche (a questo proposito vi invitiamo a con-sultare il sito www.caizogno.altervista.org) sia in valle chein mete più distanti.A questo proposito edopo le esplorazioni interra scandinava in visi-ta alla patria dello scinordico (prima in Fin-landia e poi in Norvegia)la voglia di conoscere investe invernale i paradisidello sci di fondo questavolta ha spinto alcuni socidella sottosezione a piani-

ficare una trasferta in Repubblica Ceka sulle Jizera Moun-tains.La trasferta in Boemia Settentrionale è stata l’occasione per

partecipare alla Jizerská Pade-satka, una gara di fondo in tec-nica classica di 50km inseritanel circuito mondiale di gareda lunga distanza Worldlop-pet.Chiaro che ognuno dei parte-cipanti aveva in cuor suol’ambizione di riuscire nel-l’obiettivo sportivo che siera prefissato ma soprattuttol’elemento aggregante è sta-ta la voglia di condivideretra amici alcuni giorni divacanza visitando luoghi

pieni di storia. La trasferta ha in-cluso la visita di Praga, stupenda ed accoglien-te città le cui vestigia ci hanno ricordato unastoria a noi vicina non solo geograficamente.Bei ricordi e grande motivazione da portarsi acasa e trasmettere agli altri amici della Sottose-zione.

Prossimi appuntamenti invernali:• 11 febbraio ore 21,00 serata con SERGIO

BRASCA presso sala video dell’oratorio diZogno - LADAKH & ZANSKAR - In bici-cletta sugli alti passi himalayani

• 13 febbraio - gita sci nordico sulle piste diCampra (CH)

Sottosezione di Zognodel Club Alpino Italiano di Bergamo

Ettore Ruggeri - Galaverna

Ettore Ruggeri Granfonfdo Jizerska

Ettore Ruggeri

foto ricordo

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notizie26

Mamma, chi è Dio?SCUOLADELL’INFANZIAPARITARIACAVAGNIS

Q uante volte i nostri bambinici fanno delle domande che

li per lì sembrano semplicissime,ma la risposta non sempre ci ri-sulta altrettanto semplice espesso ci mette in un vero imba-razzo. Cosa rispondere ad unbambino che ci dice: “Ma Diochi è?”La prima soluzione per parlaredi Dio è quella del racconto ri-spettando il suo modo di pen-sare. Uno scrittore disse: allaverità ci si può opporre,ma ad una storia è impos-sibile resistere. A sua voltal’esperto BRUNO FER-RERO aggiunge: “La nar-razione è un modo comuni-cativo che abbatte anche lebarriere più incredibili”. Ilracconto piace perché è vici-nissimo al linguaggio televi-sivo che, ormai è diventato illinguaggio universale dei nostribambini. Come il linguaggio te-levisivo, il racconto è visivo, èveloce, è fortemente impregnatodi affettività.Ecco perché i racconti riesconoa far concentrare su un argo-mento molto di più di quantoriuscirebbe un discorso astratto.Dunque non raccontare, soprat-tutto oggi, è non arrivare albambino. È non intercettare illoro cervello. È uscire dalla sto-ria! Insomma parliamo di Dioraccontando! Senza timore dicompiere un atto infantile. Per-sino i teologi sostengono, or-mai, apertamente la “teologia narrativa”cioè riflettere su Dio servendosi dei rac-conti. Raccontiamo pure e senza paura diperdere tempo. Un competente in materia VINICIO ORE-FINI, parlando agli insegnanti diceva: “Seun maestro racconta una fiaba in classe,non s’illuda di star facendo l’intervallo!”Una volta un sacerdote chiese a papa Lu-ciani: “Eccellenza quante storielle raccon-terà oggi?” E lui: “Storielle nessuna, ma lastoria della salvezza raccontata in esempie parabole sullo stile di Gesù che sapevadi pedagogia e di didattica, più di me”

Se voi genitori non sapete da che parte co-minciare, lasciatevi aiutare da tanti piace-volissimi volumetti che troverete con faci-lità in qualsiasi libreria cattolica, anche quia Zogno nel nostro “SPAZIOvolontali-bro”, proprio di BRUNO FERRERO lacui penna racconta tante piccole storie perl’anima piacevolissime che fanno vera-mente bene al cuore e ci inducono ad unaprofonda riflessione. Personalmente ne holetti tanti e appena sono a conoscenza dellenuove edizioni corro ad acquistarli e nonvi nascondo che con loro riesco anche afare tante meditazioni. Ve ne voglio dareun saggio riportandovene una.

IL CONTOPreoccupato del senso della vitae dell’ultimo giorno e soprat-tutto del Giudizio finale a cuiprima o poi certamente sarebbeandato incontro, un uomo feceun sogno.Dopo la morte di avvicinò titu-bante alla porta della casa diDio. Bussò e un angelo sorri-

dente lo fece accomodarenella sala d’aspetto del Pa-radiso.L’ambiente era molto se-vero aveva l’aspetto diun’aula di tribunale.L’uomo aspettava semprepiù intimorito poi l’an-gelo tornò con un foglioin mano su cui c’erascritto in alto la parola“CONTO”. L’uomo loprese e lesse.“Luce del sole e stor-mire delle fronde,neve, vento, volodegli uccelli e erba.

Per l’aria che abbiamo respi-rato e lo sguardo alle stelle, lesere e le notti...”La lista era lunghissima...“...il sorriso dei bambini, gli oc-chi delle ragazze, l’acqua fre-sca, le mai, i piedi, il rosso deipomodori, le carezze, la sabbiadelle spiagge, la prima paroladel tuo bambino, una merendain riva al mare, il bacio di unnipotino, le onde del mare...”Man mano che proseguiva nellalettura l’uomo era sempre più

preoccupato. Quale sarebbe stato il to-tale? Come e con che cosa avrebbe maipotuto pagare quelle cose che avevaavuto?Mentre leggeva con il batticuore, arrivòDio. Gli batté una mano sulla spalla: “Hoofferto io “ disse ridendo “fino alla finedel mondo . È stato un vero piacere!”.Dio conosce la parola “gratis”

E allora perché non proviamo a raccontaree a raccontarci per il bene delle nostreanime????

Suor Nives

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notizie27

Èproprio vero che non finiamo mai di stupirci! L’ennesimaoccasione è stato il concerto del Coro Fior di Monte che,

domenica 9 gennaio, ci ha regalato un meraviglioso pomerig-gio. Una ventina di voci maschili, in una affascinante divisabordeaux e grigia, ha invaso con una voce dolce e melodiosa lanostra piccola chiesetta, intonando canti natalizi e canti dellamontagna. Il viso dei nostri ospiti non ha lasciato spazio a dub-bi: occhi rapiti da quelle voci e volti distesi e rasserenati nelsentire le canzoni della loro vita. C’ è stato anche chi non ha re-sistito e ha cantato qualche strofa della famosissima “Monta-nara” e del “Me compare Giacomèto” insieme ai coristi.Al termine del concerto, Maria ed Ines (due nostre ospiti) sonosalite sull’altare e hanno ringraziato di cuore per il meraviglio-so spettacolo che ci è stato regalato, invitandoli a condividerecon noi il rinfresco che avevamo allestito in sala animazione.Ha concluso il concerto il presidente del coro, Franco, che conparole semplici e profonde ha espresso l’ammirazione verso inostri ospiti: persone che hanno visto cosa è davvero la vita!Noi animatrici non possiamo che ringraziare il Coro Fior diMonte per aver portato una ventata di dolcezza e serenità agliospiti e a tutti quanti hanno assistito al concerto!

Le animatrici Milena e Cinzia

Il coro Fior di Monte uee, si sente cantare!

Il vestito di ArlecchinoPer fare un vestito ad Arlecchinoci mise una toppa Meneghino,ne mise un’altra Pulcinella,una Gianduia, una Brighella.Pantalone, vecchio pidocchio,ci mise uno strappo sul ginocchio,e Stenterello, largo di manoqualche macchia di vino toscano.Colombina che lo cucìfece un vestito stretto così..Arlecchino lo mise lo stessoma ci stava un tantino perplesso.Disse allora Balanzone,bolognese dottorone:“ti assicuro e te lo giuroche ti andrà bene il mese venturose osserverai la mia ricetta:un giorno digiuno e l’altro bolletta!”Gianni Rodari

Come si festeggiava il carnevale ai tem-pi in cui i nostri nonni erano bambini?Immaginate una tranquilla mattinata incasa di riposo, un bel gruppo di ospitisedute attorno a un tavolo con un bic-

chiere di the caldo e fumante tra le mani.Poche parole, sguardi timidi all’inizio,ma poi i ricordi che riaffiorano e a pocoa poco diventano parole, racconti, risa-te...Non era certo una grande festa il carne-vale perché, come ci racconta la nostraGiovannina, le mamme non volevanoche ci si mascherasse. Non c’erano sfila-te colorate come oggi. “Andare in ma-schera era peccato perché si usciva la se-ra, al buio; ci si copriva il viso e si ca-muffava la voce per non farsi riconosce-re. Bisognava stare attenti perché se siaveva qualcosa con qualcuno si rischia-vano scherzi pesanti”. Luigina aggiun-ge:“ a casa mia non si potevano fare lefeste, solo lavoro, lavoro, lavoro...”Natalina di Serina ricorda che al suopaese erano le suore a far mascherare ibambini ma, siccome non c’erano gran-di vestiti, la cosa più semplice era vestirele bambine con i vestiti dei maschietti eviceversa. La sua mamma però non vo-leva che si perdesse tempo in cose frivo-

le e non esitava certo ad usare le maniper fargliela capire!Il martedì grasso si mangiava proprio“di grasso”: gnocchi o cotechini bolliticon la polenta (quella sì, non mancavamai!). E le frittelle? Le nostre nonne lepreparavano per i loro figli... farina, zuc-chero, latte, uova, uvetta e mele; quantoalle dosi si facevano “a stem” (a occhio),ma venivano buone lo stesso. Attenzio-ne però, fritte “col gras dè porsèl i ve fòpiö bune, più saporite!”E così, ricorda e racconta, ci è venutauna gran voglia di far festa con il gruppoArlecchino di San Giovanni Bianco chesi esibirà in casa di riposo per far vivereai nostri nonni l’allegria del carnevalecon i colori vivaci delle maschere tradi-zionali, la gioia della musica e delle dan-ze e il sapore goloso delle frittelle...Da Casa Monsignor Speranza auguria-mo a tutti, grandi e piccini, un gioiosocarnevale.

Le animatrici Grazia,Valentina e Anastasia

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notizie28

Eccoci, siamo pronti per sposarci...Preparativi per il matrimonio: so-

no tanti, troppi! E c’è pure il corso fi-danzati per dieci serate, come sarà?Siamo partiti con qualche perplessità,ma strada facendo, ci siamo ricreduti.Il corso fidanzati ci è stato utile, ognisera si affronta il matrimonio sotto unpunto di vista diverso.In realtà ce ne sono molti: la fede reli-giosa, il sacramento religioso, di-ritti e doveri del matrimonio civi-le, la coppia, la società, i figli ecosì via... Sui quali non si riflettemai abbastanza!Per ogni argomento è assegnatoun relatore che offre un punto di ri-flessione su cui discutere. Accantoa lui ci sono alcune coppie sposateche portano la loro esperienza dimatrimonio, a volte positiva, a vol-te negativa... così è la vita.Si cerca di sottolineare che il matri-monio è un impegno, in primis unascelta d’amore, ma comporta ancheproblemi da affrontare, interni edesterni alla coppia.Quando si decide di convivere conun’altra persona, ognuno di noi entranella nuova casa con una valigia, ilproprio bagaglio passato e varca la so-glia entusiasta verso la nuova avventu-ra, il rischio è che strada facendo lacoppia diventi esclusiva. Bisognamantenerla aperta all’esterno verso leproprie famiglie d’origine ed ancheverso la propria comunità parrocchia-

le. Tra i mille impegni quotidiani sipuò trovare un po’ di tempo da dedica-re agli altri? Quando ci si sposa, si ha inmano solo un progetto di vita, è neces-sario trovare un modo per costruire unadimora stabile e sicura per la propriafamiglia.Saremo pronti ad affrontare quello checi proporrà il nostro domani? Ce lametteremo tutta! Comunque sarà, sap-piamo di non essere soli, perché guar-dando nel nostro cuore troveremo il Si-gnore, che ci è sempre vicino, ci sarà di

supporto nei momenti difficili econdividerà con noi le gioie del-la vita.Alla fine del corso è prevista unadomenica mattina di ritiro, nellaquale abbiamo avuto il piaceredi incontrare un relatore parti-colare. Ci ha portato la sua te-

stimonianza religiosa di missionariocon un’infinita gioia nel cuore, nono-stante abbia vissuto realtà nelle quali latragedia è all’ordine del giorno. I suoiracconti dell’Africa e dell’ India ci han-no toccato molto ed anche il suo mododi vedere il matrimonio ci ha stupito.Vi lasciamo con una delle sue frasi adalto impatto emotivo: “Quando ci sisposa, non esiste più un io ed un tu, di-ventate un NOI, con un terzo commen-sale alla vostra tavola, il Signore: vive-te insieme e sposatevi tutti i giorni!”.

Isabella Giovanni & Valentino

Corso fidanzati 2mila10

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CONCORSO PRESEPIS. NATALE 2mila10

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notizie30

Ricordiamoli “Chi vive e crede in me, anche se muore vivrà”

BATTISTAPESENTI

† 12-1-1983

BATTISTACORTINOVIS† 17-1-2003

EMILIA BRUNA PESENTIin Gotti

† 23-2-2005

MATTEO GIOVANNIPESENTI

† 2-2-2008

ERNESTOBONALDI† 5-2-2008

AMILCARINA MAGNIin Rondelli† 4-2-2009

CARMELOGERVASONI† 12-2-1972

CARLORINALDI

† 7-12-2010

Hanno raggiunto la Casa del Padre

Giovanni Zanchi, di anni 74 il 21 dicembreMaria Mazzoleni ved. Bettinelli, di anni 89 il 31 dicembreGinetta Brevi, di anni 88 il 6 gennaioAnna Sonzogni ved. Propersi, di anni 90 il 6 gennaioBruna Lipparini ved. Rigoni, di anni 89 il 10 gennaioNiko Burgarella, di anni 88 il 16 gennaioMaria Rinaldi ved. Pessina, di anni 88 il 17 gennaioRenato Masoni, di anni 69 il 18 gennaio

Fuori paeseM.Grazia Pacchiana in Volpi, di anni 45 il 20 dicembre aCarvico (Bg)

Il 6 gennaio 2011 è morta Brevi Luigia Antonia, me-glio conosciuta come Ginetta. Per oltre 60 anni haaccudito amorevolmente la “sua” chiesina di MariaBambina in Poppa, incarico che ha lasciato a malin-cuore, pochi anni fa, a causa della malattia, ma cheha conservato nel cuore.

La nostra Ginetta Brevi, zelante sagrestana per moltianni della Chiesa di Maria Bambina in Foppa, è pas-sata a miglior vita per ottenere dalla Vergine Mariaquanto non ha potuto ottenere in vita dai responsa-bili della strada provinciale, allargata e sopraelevatascaricando le acque della valletta a ridosso dellaChiesa medesima, recando gravissimi danni.

Mons. Giulio Gabanelli

PAOLA RUBISved. Lazzaroni

† 14-1-2009

CATERINALAZZARONI† 15-12-2005

BRUNOROTA

† 19-12-2010

GIOVANNIZANCHI

† 21-12-2010

MARIA MAZZOLENIved. Bettinelli† 31-12-2010

ANNA SONZOGNIved. Propersi

† 6-1-2011

BRUNA LIPPARINIved. Rigoni† 10-1-2011

GINETTABREVI

† 6-1-2011

ALESSANDROBELOTTIdi Nicolae Daniela Curnisnato l’1 novembre 2010,battezzatoil 26 dicembre 2010

CHIARAMICHELETTIdi Lorise Barbara Torrianinata il 5 ottobre 2010,battezzatail 9 gennaio 2011

PIERO e VITTORIACORTINOVISnel giornodel loro 50° di nozzeil 26 dicembre 2010AUGURI

NICOLE GOTTIdi Lucae Mara Norisnata il 18 settembre 2010,battezzatail 26 dicembre 2010

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Anagrafe della Parrocchia di San Lorenzo Martirein Zogno dell’anno 2010

BATTESIMI: 26nel 2009: 45

Raffaele Francesco Zanotti, il 24 gennaioSofia Pesenti, il 14 febbraioGreta Brissoni, il 14 febbraioAndrea Zanchi, il 28 febbraioAndrea Gavazzi, l’11 aprileNicholas Barbera, il 25 aprileLorenzo Zambaiti, il 25 aprileAlice Gervasoni, il 25 aprileLetizia Maria Gotti, il 25 aprilePaolo Pellegrini, il 9 maggioMartina Sonzogni, il 9 maggioMichela Avogadro, il 23 maggioSyria Foresti, il 23 maggioValentino Angeretti, il 13 giugnoTommaso Giuseppe Amore, il 13 giugnoAnna Pesenti, il 13 giugnoJennifer Locatelli, il 25 luglioGiorgia Capelli, il 25 luglioGloria Mazzoleni, il 22 agostoFilippo Rinaldi, il 26 settembreNicholas Busi, il 24 ottobreGaia Mazzoleni, il 24 ottobreGiovanni Rubis, il 14 novembreRebecca Carsana, il 14 novembreNicole Gotti, il 26 dicembreAlessandro Belotti, il 26 dicembre

MATRIMONI: 15nel 2009: 3

Andrea Ernesto Carminati con Mayeline Ballate, il 19 marzoGiuseppe Ruggeri con Yudith Maria Arias Cruz, il 19 marzoManuel La Bianca con Desirèe Carrara, il 10 aprileMattia Carminati con Fabiana Ferrari, l’1 maggioAlessandro Tiburzi con Irene Gherardi, l’1 maggioFrancesco Cadei con Silvia Sonzogni, il 21 maggioGiorgio Gervasoni con Barbara Ferrari, il 21 maggioDemis Previtali con Erika Salvi, il 12 giugnoGiovanni Sonzogni con Silvia Cortinovis, il 3 luglioLuca Tiraboschi con Sara Salvi, il 9 luglioAlberto Zanchi con Donatella Morgante, il 10 luglioLorenzo Rubis con Laura Locatelli, il 24 luglioAndrea Paninforni con Sara Cicognani, il 31 luglioFabrizio Carminati con Chiara Bigatti, l’8 ottobreMarco Pesenti con Cristiana Milesi, il 23 ottobre

DEFUNTI: 51nel 2009: 50

Antonia Sonzogni ved. Sonzogni, di anni 95 il 2 gennaioPietro Carminati, di anni 74 il 25 gennaioVincenzo Gervasoni, di anni 85 il 28 gennaioEdoardo Moioli, di anni 20 il 28 gennaioSimone Pesenti, di anni 19 il 28 gennaioLorenzo Sonzogni, di anni 81 il 2 febbraioVirginio Fustinoni, di anni 88 il 22 febbraioGioconda Scuri ved. Ghisalberti, di anni 87 il 25 febbraioBruno Mazzoleni, di anni 53 il 26 febbraioFrancesco Rinaldi, di anni 75 il 2 marzoGiovanna Ferrari ved. Rubis, di anni 81 l’8 marzoGemma Persico in Sonzogni, di anni 76 il 18 marzoPierina Rubis in Sonzogni, di anni 75 il 18 marzo

Rosanna Mazzoleni, di anni 68 il 28 marzoLuigi Brevi, di anni 87 il 29 marzoMaria Laura Carminati ved. Bettinelli, di anni 102 il 4 aprileSanto Pesenti, di anni 61 il 22 aprileEgidio Pesenti, di anni 74 il 3 maggioFrancesco Pesenti, di anni 83 il 17 giugnoErcole Ruggeri, di anni 88 il 19 giugnoLuigi Risi, di anni 95 il 20 giugnoFrancesco Rubis, di anni 86 il 23 giugnoGiuseppe Pacchiana, di anni 66 il 27 giugnoRenzo Rinaldi, di anni 84 il 7 luglioFernanda Venturoli in Ferrari, di anni 79 il 9 luglioLouisette Ghisalberti ved. Sonzogni, di anni 82 il 18 luglioAnna Ferrari, di anni 46 il 9 agostoRinaldo Rinaldi, di anni 64 il 26 agostoMaria Gagni ved. Vigani, di anni 98 il 27 agostoAntonio Micheli, di anni 86 il 9 settembreAntonia Sonzogni ved. Sonzogni, di anni 82 il 17 settembreGiuditta Rubis, di anni 85 il 19 settembreMons. Gianfranco Gherardi, di anni 79 il 30 settembreGuido Tiraboschi, di anni 82 il 2 ottobreMaria Baroni ved. Mazzoleni, di anni 75 il 12 ottobreRosa Pettenati ved. Valle, di anni 100 il 14 ottobreMassimo Previtali, di anni 51 il 14 ottobreAngela Sonzogni in Ruggeri, di anni 68 il 18 ottobreValentino Cattaneo, di anni 53 il 21 ottobreAntonietta Covelli ved. Ginami, di anni 96 il 5 novembreGiovanni Gervasoni, di anni 75 il 16 novembreMichele Bellini, di anni 70 il 19 novembreGabriella Rho ved. Ponti, di anni 86 il 20 novembreGiuseppe Perri, di anni 86 il 26 novembreMaria Dellagiacoma in Buratti, di anni 81 il 28 novembreGiuseppe Cavalleri, di anni 90 il 2 dicembreBattista Trionfini, di anni 61 il 2 dicembreCarlo Rinaldi, di anni 75 il 7 dicembreBruno Rota, di anni 61 il 19 dicembreGiovanni Zanchi, di anni 74 il 21 dicembreMaria Mazzoleni ved. Bettinelli, di anni 89 il 31 dicembre

PRIME CONFESSIONI: 39nel 2009: 37

PRIME COMUNIONI: 36nel 2009: 45

CRESIME: 46nel 2009: 45

Abitanti della Parrocchia e del Comune di Zognoal 31 dicembre 2010

Zogno (capoluogo) n. 4.637 (4.634 al 31/12/2009)Endenna n. 1.316Poscante n. 755Stabello n. 534Spino Al Brembo n. 519Ambria n. 436Somendenna n. 365Grumello De’ Zanchi n. 326Miragolo S. Marco n. 150Miragolo S. Salvatore n. 59

TOTALE COMUNE n. 9.097 (9.080 al 31/12/2009)

Page 32: ZOGNO · e-mail: angelo.vigani@alice.it oratorio.zogno@tin.it Direttore responsabile: Don Lino Lazzari Editore: Don Angelo Vigani Registrato al Tribunale di Bergamo il 26-6-1975 al

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