Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    DIECI SOGNI DI

    DON BOSCO

    A. cura di

    Don Antonio Veneo> maestro dei NovizideirispettoriaSan Zeno

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    S O M M A R I O

    Introduzione.............................................................Pag-9

    Parte I 5 SOGNI SPIRITUALI FORMATIVI . . 15

    Primo sognoIl serpente ed il Rosario ......................................... 17

    Secondo sognoIl fazzoletto prezioso e la virt della purit 25

    Terzo sognoLa zattera ................................................................ 33

    Quarto sogno

    Il mistero di iniquit . . . . . . 55

    Quinto sogno

    La bella passeggiata in Paradiso . . . . 113 Parte II5 SOGNI MISSIONARI .............................................. 141

    Primo sogno missionarioIl sogno che gli sguarci del futuro il velame: la

    Patagonia .......................................................... 146

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    Secondo sogno missionarioAttraverso lAmerica del Sud..................................Pag.151

    Terzo sogno missionario

    A volo dalloratorio alPAmerica . . . . 171 Quarto sogno

    missionario

    Asia - Africa - Australia . . . . . 184

    Quinto sogno missionario

    Linea Santiago - Centro Africa - Pechino . . 190 Conclusione

    - 8-

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    INTR OD UZI ONU

    Cari Novizi,

    questi dieci sogni sono stati raccolti per voi, perch abbiate

    sottomano, con facilit, un aiuto pedagico nella difficile arte

    delleducazione dei giovani e una lettura spirituale che vi sia diincoraggiamento e di conforto.

    Ma i sogni possono essere un aiuto o una lettura spirituale f

    I sogni sono effetto di fantasia, non sono una realt:

    contengono le stramberie pi impensabili.

    S, vero! Ma i sogni di Don Bosco non sono da giudicarsi

    alla stregua degli altri sogni che tutti noi sogniamo.

    Dio parl a Don Bosco in sogno. In Don Bosco si avver la

    profezia di Joele quando previde che negli ultimi tempi, dopo

    che Ges avrebbe versato il suo Sangue, ci sarebbe stata una

    pi larga effusione dxllo Spirito Santo sopra i Redenti per

    render lieto il loro animo. J vostri figli sogneranno sogni, che

    sono una enunciazione dei pensieri reconditi di Dio agli uomini:

    somnia somniabunt v(Atti 2)17).

    I sogni di Don Bosco sono in numero stragrande: i suoi

    uditori ne raccolsero pi di 150. Alcuni sono profetici, altri

    pedagogico-formativi.

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    S O M M A R I O

    Introduzione............................................................Pag.9

    Parte I 5 SOGNI SPIRITUALI FORMATIVI . . 15

    Primo sognoIl serpente ed il Rosario .......................................... 17

    Secondo sognoIl fazzoletto prezioso e la virt della purit 25

    Terzo sognoLa zattera ................................................................ 33

    Quarto sogno

    Il mistero di iniquit 55

    Quinto sogno

    La bella passeggiata in Paradiso . . . . 113 Parte II5 SOGNI MISSIONARI .............................................. 141

    Primo sogno missionarioIl sogno che gli sguarci del futuro il velame: la

    Patagonia .......................................................... 146

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    Secondo sogno missionarioAttraverso lAmerica del Sud ..................................Pag.151Terzo sogno missionario

    A volo dalloratorio all5America . . . . 171 Quarto sogno

    missionario

    Asia - Africa - Australia . . . . . 184

    Quinto sogno missionario

    Linea Santiago - Centro Africa - Pechino . . 190 Conclusione

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    INTRODUZIONE

    Cari Novizi,

    questi dieci sogni sono stati raccolti per voi, perch abbiate

    sottomano, con facilit, un aiuto pedagico nella difficile arte

    delleducazione dei giovani e una lettura spirituale che vi sia di

    incoraggiamento e di conforto.

    Ma i sogni possono essere un aiuto o una lettura spirituale f

    I sogni sono effetto di fantasia, non sono una realt:

    contengono le stramberie pi impensabili.

    S7 vero! Ma i sogni di Don Bosco non sono da giudicarsi

    alla stregua degli altri sogni che tutti noi sogniamo.

    Dio parl a Don Bosco in sogno. In Don Bosco si avver la

    profezia di Joele quando previde che negli ultimi tempi, dopoche Ges avrebbe versato il suo Sangue, ci sarebbe stata una

    pi larga effusione dello Spirito Santo sopra i Redenti per

    render lieto il loro animo. J vostri figli sogneranno sogni, che

    sono una enunciazione dei pensieri reconditi di Dio agli uomini:

    somnia somniabunt^ (Atti 2)17).

    I sogni di Don Bosco sono in numero stragrande: i suoi

    uditori ne raccolsero pi di 150. Alcuni sono profetici, altri

    pedagogico-formativi.

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    Ci sono delle garanzie per dire che i sogni di Don Bosco sono

    soprannaturalif Si, e molte!

    1) Le condizioni di Don Bosco in sogno, U definisce lui stesso.

    Di un sogno avuto nella notte fra il 67 e il 68 dice:Era

    un sogno nel quale uno pu conoscere quello che fa, udire

    quello che si dice, rispondere, se interrogato. Il che certo

    non capita per i sogni semplicemente naturali.2) Aveva accanto di solito per guida e interprete un

    personaggio : chi era mai ? A volte un giovane allievo (p. es.

    Domenico Savio), oppure un Angelo o San Francesco di

    Sales o altri. Le spiegazioni di costoro sono sempre precise,

    altamente istruttive. Altra cosa questa che certo non capita

    nei soliti sogni di noi mortali.

    3) Don Bosco stesso temeva ehe fossero scherzi della fantasiaj

    ma gli lasciavano nellanimo unimpressione cos durevole

    che non riusciva toglierseli dalla mente. Prov a

    raccontarne qualcuno che conteneva previsioni del futuro,

    per vedere se si avveravano. Ma poi senti il bisogno di

    aprirsi con il suo confessore Don Ca- fasso, il quale, dopo

    matura riflessione, diede questa risposta al suo penitente:

    Giacch quel che dite si avvera, potete star tranquillo e

    continuare.

    Don Bosco tuttavia procedette ancora con cautela. Farmolte esperienze. Prendeva a parte dei giovani

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    visti sognando: diceva loro le cose tali e quali le aveva viste

    in sogno; ed essi dovevano ammettere che le cose delVanima

    loro stavano realmente cosi.

    Alla fine, visto che si trattava di realt e non di fantasie di

    mente esaltata, concluse :Io non potrei pi dubitare che

    questa sia una Grazia straordinaria che il Signore concede a

    tutti i figli dellOratorio. Io perci mi trovo in obbligo di

    dirvi che il Signore vi fa sentire la sua voceye guai a coloroche vi resistono!

    E come ci non fosse ancora sujficente, la sera del 30 aprile

    del 68, in una Buona Notte cosi si esprimeva con i suoi

    giovani:

    Miei cari giovani! Ho fatto un sogno, ed ero deciso di

    non farne parola a voi, sia perch dubitavo che fosse un

    sogno come tutti gli altri, che si presentano alla fantasia nel

    sonno, sia perch tutte le volte che ne ho raccontatoqualcuno, ci fu sempre qualche osservazione e qualche

    reclamo. Ma un altro sogno mi obbliga a parlarvi del primo

    .

    Gli si era presentato quel solito personaggio in sogno e gli

    aveva detto:Perch non parli?

    Certo on Bosco non difett di prudenza ! Ma dovette

    cedere davanti alla realt dei fatti. E in una confidenza

    fatta a don Giulio Barberis nel 76 lasci capire ben chiaro

    che i suoi sogni li considerava di provenienza

    soprannaturale :

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    Quando penso alla mia responsabilit per la posizione

    in cui mi trovo, tremo tutto. Le cose che vedo accader e, sono

    tali, che caricano sopra di me una responsabilit immensa.

    Che rendiconto tremendo avr da rendere a Dio di tutte le

    Grazie che ci fa per il buon andamento della nostra Pia

    Societ! Si pu dire che Don Bosco vede tutto ed condotto

    avanti per mano dalla Madonna... ad' ogni passo} in ogn

    circostanza, ecco la Beata Vergine.4) Don Bosco i suoi sogni li raccontava con grandissimo spirito

    di umilt, nientaltro che mirando al vantaggio spirituale

    dei suoi piccoli ascoltatori. E gli effetti che ne derivavano

    erano evidentissimi. Specialmente cresceva a pi ridopp

    lorrore del peccato: quindi un confessarsi con maggior

    compunzione, un moltiplicarsi di confessioni generali, una

    frequenza di tutti alla santa comunione. Lira insomma, per

    dirla con una frase usata da Don Bosco in simili occasioni,ula bancarotta del demonio

    6) Nei sogni naturali non si suol verificare n ordine razionale

    di rappresentazione, n concatenamento logico di pensiero?

    ma si salta di palo in frasca, con improvvisi scatti di

    bizzarrie e con repentini sbalzi nel ridicolo o nello

    stravagante. Tutto Vopposto accade nei sogni di Don Bosco.

    Essi sono rappresentazioni simboliche. Lintreccio vi

    sempre ordinato e logico.

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    Vi si ammira costantemente, nelle immagini vedute, un

    succedersi che ha sempre la sua ragion dessere, e nelle

    parole udite o lette, un significato preciso. Immagini e

    parole formano un tuttuno che al lettore d limpressione di

    sentir raccontare realt viste ad occhi aperti.

    6) Noi sappiamo quanto sia difficile anche con una mente

    sveglia e acutissima scandagliare lavvenire. Tanto piquindi nellincoscienza del sonno. Eppure i sogni di on

    Bosco contengono non presagi vaghi e sibillini, ma

    rivelazioni chiare e nette di eventi nascosti nelle profondit

    del futuro. Lo spirito profetico abitava in on Bosco: era

    lordinaria condizione della sua mente. Egli profetava

    pregando, conversando, celiando: e quasi n lui pi

    saccorgeva di profetare, n altri che egli profetasse. E

    profetava anche so~ gnando. Quanti annunci di morte non

    diede, perch avvertito in sogno!

    E on Bosco colpiva sempre nel segno. Tra gli altri mille, ce

    lo attesta anche il suo Segretario particolare, on Berto.

    Eccone un esempio. In un sogno fatto il 30 aprile 1875, on

    Bosco vide i giovani suoi a combattere con una forca a due

    denti contro animali feroci e serpenti. Finito il racconto,

    on Berto gli chiese: E io che parte vi facevo f . Si ebbe

    una risposta cos precisa, e che svelava cos bene i pi

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    intimi segreti del cuore, che il povero Segretario, pianse e

    poi esclam: Se fosse venuto un Angelo dal cielo non

    poteva colpire meglio nel segno.

    (M.B. XI, p. 261)

    7) on Bosco stesso confess candidamente il 17 febbraio 1861

    ad alcuni suoi intimi che il mondo giudicherebbe favole le

    cose che si dicono e si fanno in casa, se le conoscesse.

    Queste cose per sono certamente singolari, soggiunse, ma

    noi abbiamo per massima sempre, che, quando una cosa

    volge al bene delle anime?egli certo che viene da Dio e non

    dal demonio.

    Per informazioni pi ampie sui sogni di on Bosco vedi in

    DON BOSCO CON DIOu del Ceria, al capi tolo che tratta u

    Sogni, visioni, e s t a s i N o i vi abbiamo attinto a larga mano.

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    PARTE I

    5 SOGNI SPIRITUALI FORMATIVI

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    NOVIZIATO

    ^-Quadrio ik^C'dcH

    SALESIANO

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    PRIMO SOGNO

    IL SERPENTE ED IL ROSARIO

    Siamo nelVanno 1862, la sera del 20 agosto.

    Il cuore dellapostolo dei giovani sempre alla ricerca d

    nuovi mezzi di salvezza dellincauta giovent.

    Gli adolescenti non hanno un carattere ancora formato: la

    volont fiacca, la piet poca. Son troppo dissipati. E daltra

    arte le passioni si svegliano. Che cosa fare perch superino lacrisi della crescenza?

    1. Tener la mente loro, la fantasia lontana da cose delicate

    che possono turbare e sconvolgere lanimo. La curiosit l

    alletta. Trovano buona la carne del serpente; ne mangiano con

    avidit. Don Bosco grida, d pugni, d schiaffi. Ma inutilmente

    La forza della passione li travolge.

    2.

    C un mezzo che d loro la vittoria. La recita devotadellAve Maria e del Rosario. LAve Maria recitata con

    attenzione, lasciandosi quasi affascinare dallonda divina che

    emana da quelle espressioni angeliche che la compongono,

    soffoca le fantasie malsane e spegne il ri

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    chiamo dei sensi. Fede ci vuole, fede nellefficacia sopran-

    aturale dellAve Maria recitata nei momenti pericolosi. Allora

    l giovane, messo a contatto con una forza divina, si sente

    ifatto. F pu battere, vincere, distruggere tutti i demon

    dellinferno.3. Quale visione drammatica! Don Bosco, nonostante il suo

    gridare? si vede allintorno il terreno disseminato di giovani

    morti. La Confessione e la Comunione li fa rivivere; ma non

    tutti ne approffittanofperch fanno cattive Confessioni : manca

    il dolore e pi ancora il proposito di fuggire le occasioni. forte

    chi fugge! Nella fuga la vittoria.

    4. Una cosa molto importante, voi novizi dovete notare:

    on Bosco mette in mezzo ai giovani i chierici (e con essi dovetevederci anche i giovani coadiutori). Si diano dattorno perch i

    ragazzi non mangino carni avvelenate. Ma s! Alcuni degli

    stessi chierici si mettono a mangiarne. F anchessi muoiono.

    Diffidate sempre delle vostre forze. Lavorate sempre sotto

    lobbedienza? mai di vostra iniziativa?specialmente in fatto di

    castit. Siate sinceri in confessione e nei rendiconti a riguardo

    dei pericoli per la vostra castit. Nessun timore di perdere la

    fiducia dei Superiori. Tuttaltro! I Superiori stimano e amano igiovani salesiani che hanno apertura di cuore. La confidenza e

    la piet sono due baluardi inespugnabili. Assieme con la castit

    essi vi difenderanno la stessa Vocazione.

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    Il Cuore materno di Maria vi custodisca casti e puri al

    cospetto di Dio e degli uomini.

    Abbiate il gusto dallAve Maria: forza per i deboli, conforto

    per gli sfiduciati, balsamo nelle angustie. speranza per

    lavvenire. certezza di vittoria.Il Pater Noster la preghiera di tutti gli uomini, creature

    dellunico e medesimo Iddio.

    LAve Maria invece la preghiera del Battezzato, che cerca

    Ges e non lo vuole perdere mai. la preghiera del salesiano

    che vuole rimanere fedele alla sua Vocazione !

    Don Bosco ha eretto, per i secoli, il lavoro salesiano

    trovando una base e un appoggio sicuro su quellAve Maria

    detta con Bartolomeo Garelli l8 dicembre 1841, festadellimmacolata.

    # # #

    Parte prima - Efficacia dell ve Maria

    Voglio contarvi un mio sogno fatto poche notti or sono.

    (Deve essere la notte che precedeva la festa della Assunzione

    di Maria SS.)

    Sognai di trovarmi con tutti i giovani a Castelnnovo dAstia casa di mio fratello. Mentre tutti facevano ricreazione, viene

    a me nno chio non sapeva chi fosse, e mi invita ad andare con

    lui. Lo seguii e menommi in un prato attiguo al cortile e l mi

    indic fra Perba nn serpentaccio lungo sette od otto metri e di

    una gros

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    sezza straordinaria. Inorridii a tal vista e voleva fuggirmene:

    No, no, mi disse quel tale; non fugga; venga qui e veda.

    E come, risposi, vuoi che io osi avvicinarmi a quella

    bestiaccia? Non sai che capace di avventarmisi addosso e

    divorarmi in un istante? Non abbia paura, non le recher alcun male; venga con

    me.

    Ah! Non son cos pazzo da andarmi a gettare in tal

    pericolo.

    Allora, continu quello sconosciuto, si fermi qui ! E

    poi and a prendere una corda e con questa in mano ritorn

    presso di me e disse:

    Prenda questa corda per un capo e lo tenga ben strettofra le mani; io prender Paltro capo e andr alla parte opposta

    e cos sospenderemo la corda sul serpente.

    E poif

    E poi gliela lascieremo cadere attraverso la schiena.

    Ah! No per carit! Perch, guai se noi faremo questo. Il

    serpe salter su indispettito e ci far a pezzi.

    No, no; lasci fare a me.

    L, l! Io non voglio prendermi questa soddisfazione

    che pu costarmi la vita. E gi me ne voleva fuggire. Ma

    quel tale insistette di nuovo, mi assicur che non avevo di che

    temere, che il serpe non mi avrebbe

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    fatto male alcuno e tanto disse die io rimasi e acconsentii a far

    il suo volere. Egli intanto pass dallaltra parte del mostro, alz

    la corda e poi con questa diede una sferzata sulla schiena delserpe. Il serpente fa un salto volgendo la testa indietro per

    mordere ci che laveva percosso, ma invece di mordere la

    corda, resta da essa allacciato come in cappio corsoio. Allora mi

    grid quelluomo : Tenga stretto, tenga stretto e non lasci

    sfuggire la corda:E corse ad un pero che era l vicino, e leg

    a quello il capo di corda che aveva tra le mani: corse quindi da

    me, mi tolse il mio capo di corda e and a legarlo allinferriata

    di una finestra della casa. Frattanto il serpente si dimenava, si

    dibatteva furiosamente e dava gi tali colpi in terra colla testa

    e colle immani sue spire, che laceravaosi le sue carni e ne

    faceva saltare i pezzi a grande distanza. Cos continu finche

    ebbe vita; e morto che fu, pi non rimase di lui che il solo

    scheletro spolpato.

    Morto il serpente, quel medesimo uomo sleg la corda

    dallalbero e dalla finestra, la trasse a s, la raccolse, ne form

    come un gomitolo e poi mi disse: Stia attento neh! Cos

    mise la corda in una cassetta che chiuse e poi dopo qualcheistante apr. I giovani erano accorsi attorno a me. Gettammo

    locchio dentro alla cassetta e fummo tutti stupiti. Quella corda

    si era disposta in modo che formava le parole AVE MARIA I

    Ma come va! ho detto. Tu hai messa quella corda

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    nella cassetta cos alla rinfusa ed ora cos ordinata. Ecco, disse colui5 il serpente figura il demonio, e la

    corda PAYE MARIA o piuttosto il Eosario che unacontinuazione di AVE MARIA, colla quale e colle quali si

    possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni

    delPinferno.

    Fin qui, concluse D. Bosco, la prima parte del sogno. Ye

    n? unaltra parte, la quale sar ancor pi curiosa ed

    interessante per tutti. Ma Tor gi tarda e perci differiremo

    a contarla domani a sera. Frattanto teniamo in considerazione

    ci che disse quel mio amico riguardo alPAYE MARIA ed al

    Rosario. Recitiamola divotamente ad ogni assalto di tentazioni,

    sicuri di uscirne sempre vittoriosi. Buona notte!

    Il domani 22 Agosto, lo pregammo pi volte a volerci

    raccontare se non in pubblico, almeno in privato quella parte di

    sogno che aveva taciuta, Non voleva accondiscendere. Dopo

    per molte suppliche si pieg e disse che alla sera avrebbe

    ancor parlato del sogno. Cos fece.

    Parte seconda - Carni immonde del serpente

    Dette le orazioni, incominci:Dietro molte vostre istanze

    racconter la seconda parte del sogno. Se non

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    tutta, almeno vi dir quel tanto che potr raccontarvi. Ma

    prima debbo premettere una condizione, cio che nessuno

    scriva o dica fuori di casa quello che io racconter. Parlatene

    tra di voi, ridetene, fatene tutto quel che volete, ma fra di voi

    soli.Mentre adunque io e quel personaggio parlavamo della

    corda, del serpente e dei loro significati, mi volgo indietro e

    vedo giovani che raccoglievano di quei pezzi di carne di

    serpente e mangiavano.

    Io allora gridai subito: Ma che cosa fate! Pazzi che

    siete! Non sapete che quella carne velenosa e vi far molto

    male!

    No, no, mi rispondevano i giovani: tanto buona!Ma intanto, mangiato che avevano, cadevano in terra,

    gonfiavano e restavano duri come pietra. Io non sapeva darmi

    pace, perch non ostante quello spettacolo altri e altri giovani

    continuavano a mangiare. Io gridava alluno, gridava allaltro;

    dava schiaffi a questo, pugni a quello, cercando di impedire

    che mangiassero: ma inutilmente. Qui uno cadeva, l un altro

    si metteva a mangiare. Allora chiamai i chierici in aiuto e

    dissi loro che si mettessero in mezzo ai giovani e si

    adoperassero in ogni modo perch pi nessuno mangiasse di

    quella carne. Il mio ordine non ottenne leffetto desiderato, che

    anzi alcuni degli stessi chierici si misero a mangiare le carni

    del serpe e caddero egualmente che gli altri.

    Io era fuori di me stesso, allorch vidi tutto intorno

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    a me un gran numero di giovani distesi per terra in quello

    stato miserando.

    Mi rivolsi allora a quello sconosciuto e gli dissi:

    Ma che cosa vuol dire ci! Questi giovani conoscono che

    quella carne reca loro la morte, tuttavia la vogliono mangiare!E perch?Egli rispose:

    Sai bene: che ANIMALIS HOMO NON PERCIPIT E

    A QLLE DEI SUNT.

    Ma e ora non c pi rimedio per riaver di nuovo questi

    giovani?

    S che c!

    Quale sarebbe?

    Non vi altro che Pincudine ed il martello. Lincudine? il martello? e che cosa fare di tali cose?

    Bisogna sottoporre i giovani alle azioni di questi

    strumenti.

    Come? Debbo forse io metterli su di un incudine e poi

    batterli con un martello?

    Allora laltro spiegando il suo pensiero, disse: Ecco; il

    martello significa la confessione; Pincudine la

    S. Oumunione: bisogna fare uso di questi due mezzi. Mi

    misi allopera e trovai giovevolissimo questo rimedio, ma non

    per tutti. Moltissimi ritornavano in vita e guarivano, ma per

    alcuni il rimedio fa inutile. Questi sono coloro che non

    facevano buone confessioni.(M. B. VII p. 238)

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    SECONDO SOGNO

    IL FAZZOLETTO PREZIOSO E LA

    VIRT DELLA PURIT

    Questo del fazzoletto il sogno che vi avverte dessere

    pronti nella reazione in fatto di purezza. Lattendere fatale.

    Ohi spegne il fuoco quando tutta la casa in fiamme?

    Prima di tutto ritiratezza. Il fazzoletto bisogna tenerloriposto, custodito gelosamente. Spira il vento della tentazione9

    Rivolgetevi subito a destra, cio al soccorso di Maria.

    I giovani incauti che tengono spiegato il fazzoletto della

    REGINA VIRTUTUM, al soffiar del vento, prima lene, e poi

    sempre pi impetuoso fino a che comincia a tuonare con rovesci

    di pioggia, di grandine e in fine di neve, vedono sotto i propri

    occhi il loro fazzoletto crivellato e guasto, sicch pi nulla aveva

    di bello.

    Anche qui, come nel sogno precedente c un momento

    drammatico. In quei giovani che avevano rovinato %l fazzoletto,

    don Bosco riconobbe i suoi giovani. E li va interrogando:Che

    cosa fai tu quif Sei tu il tale?

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    Eh, s, risponde, son proprio io, qui; ma e anche il tale,

    il tale e il taV altro. A questo spettacolo don Bosco resta

    angustiato fino a rasentare la disperazione. Erano cos pochi

    quelli rimasti illesi conservando intatta la bella virt! E ruppe

    in pianto, oppresso dal dolore. Ma la Signora, lo conforta:Non ti affannare. Vieni e vedrai.

    La Signora aveva accanto a s degli uomini. Certo erano dei

    ministri di Dio. Uno di essi and davanti il balcone e grid:

    Voltatevi a destra. Quasi tutti si voltarono. Diedero ascolto

    alla voce facendo bene la loro Confessione. Ripararono il

    fazzoletto. Ma il fazzoletto rappezzato, anche se senza buchi,

    non aveva pi regolarit alcuna. Dio perdona. La natura no!

    Sono sempre gravi le tracce che i peccati brutti lasciano dietrodi s. Disperazione f No ! La piet, le opere di carit?lo spirito

    di sacrificio, Vumilt, Vaccettare qualsiasi prova fisica o morale

    in espiazione dei propri peccati colmer le lacune. Il tempo, la

    buona volont, la Grazia di Dio ripareranno i guasti.

    Non rimane che da amare molto il Signore, perch molto

    perdoni e risani anche la natura. Alla Maddalena molto fu

    perdonato, perch molto ha amato. E Ges risorto appare a Lei

    prima che agli apostoli e forse prima che a Sua Madre stessa.

    Ges la chiama^ per nome:Maria!Ed essa in un impeto

    di gioia grida:Maestro! E. cade in adorazione ai suoi piedi.

    Denso che la

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    natura in lei si fosse ristabilita del paii che la Grazia di Dio.

    Ges generoso con chi lo serve generosamente.

    Ma per quelli che non si ravvedono e non fanno penitenza,

    c il pericolo della dannazione eterna.

    # # #

    La sera del 18 giugno 1861 don Bosco raccont la seguente

    storiella, o specie di sogno, come la defin altra volta:

    Era la notte dal 14 al 15 del mese. Quando fui coricato,appena preso un po di sopore, sento un gran colpo sulla

    lettiera, come di uno che con un asse vi battesse sopra. Balzai

    seduto sul letto: mi venne subito alla mente il fulmine: guardai

    di qua e di l, ma nulla vidi. Perci persuaso di avere sognato e

    che nulla vi fosse di reale, mi tornai a coricare.

    Ma non appena ricominciava ad addormentarmi, ecco un

    secondo colpo mi ferisce le orecchie e mi scuote. Allora mi rizzo

    di nuovo sui cuscini, scendo dal letto, cerco, guardo sotto il

    letto, sotto il tavolino e nei cantoni della camera, ma non vidi

    niente. Allora mi rassegnai nelle mani del Signore; presi

    Pacqua benedetta e mi coricai. Fu allora che la mia mente si

    port di qua e di l e vidi quello che ora sono per narrare.

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    Parvemi di essere sul pulpito della nostra chiesa in atto di

    dar principio alla predica. I giovani erano tutti seduti ai loro

    posti collo sguardo fsso in me, ed aspettavano attenti che io

    parlassi. Io per non sapeva quale argomento dovessi trattare,

    ed in qual maniera incominciare la predica. Per quantofaticassi colla memoria, la mia mente rimaneva sterile e

    vuota. Stetti cos un po7 di tempo confuso ed angosciato, non

    essendomi mai accaduto un simile imbroglio dopo tanti anni

    che predico: ed ecco che in un istante veggo questa nostra

    chiesa convertirsi in una gran valle. Cercava le mura della

    chiesa e non le vedeva pi e non vedeva pi nessun giovane. Io

    era fuori di me per la meraviglia e non sapeva persuadermi di

    quel cambiamento di scena. Ma che cosa mai questo? dissi fra me: un momento

    fa io ero in chiesa, in pulpito ed ora mi trovo in questa valle!

    Sogno? Che faccio io? Mi risol- si allora di procedere per

    quella valle. Camminai alquanto e mentre cercava

    qualcheduno per esprimergli la mia meraviglia e chiedere

    spiegazioni, vidi un bel palazzo con molti grandi balconi o

    vasti terrazzi, come si vogliono chiamare, i quali formavano

    un sol tutto mirabile. Innanzi al palazzo stendevasi unapiazza. In un angolo di questa, a destra, scopersi un gran

    numero di giovani affollati, i quali stavano dintorno ad una

    Signora, che distribuiva a ciascheduno un fazzoletto.

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    !

    Costoro preso il fazzoletto salivano poi e si disponevano

    schierati un dopo laltro su quei lungo terazzo con balaustrata.

    Io pure mi avvicinai a quella Signora e udii che, nellatto

    di consegnare i fazzoletti, diceva a tutti i singoli giovani

    queste parole: Non distenderlo mai quando tira vento: ma

    se il vento ti sorprende, quando tu lavessi disteso, volgiti

    subito a destra, non mai a sinistra.

    Io osservava tutti quei giovani, ma in quel momento non

    ne conobbi nessuno. Finita la distribuzione dei fazzoletti,

    quando tutti furono sul terazzo, fecero un dopo laltro una

    lunga fila e stavano l ritti senza dir parola. Io continuava ad

    osservare e vidi un giovane che incominciava a trar fuori il

    suo fazzoletto e lo spiegava e poi gli altri giovani a poco apoco, successivamente trar fuori il proprio e spiegarlo, finch

    li vidi tener tutti il fazzoletto disteso. Esso era molto largo,

    ricamato in oro con un lavoro di grandissimo pregio e vi si

    leggevano queste parole anchesse in oro, che lo occupavano

    tutto: REGINA YIRTUTUM.

    Quandecco incominci da settentrione cio da sinistra, a

    spirare lene un po daria, poi a farsi pi forte e finalmente a

    levarsi il vento. Appena ebbe incominciato questo vento vidialcuni di quei giovani piegare subito il fazzoletto e

    nasconderlo: altri voltarsi

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    dal fianco destro. Ma ima parte stette immobile col fazzoletto

    spiegato.

    Dopoch questo vento erasi fatto gagliardo, incominci a

    comparire e stendersi una nuvola che ben presto vel tutto il

    cielo, quindi levarsi il turbine, scoppiare un gran temporale erombare spaventosamente il tuono: poi cadere la grandine,

    dopo la pioggia, e finalmente la neve.

    Intanto molti giovani stavano col fazzoletto disteso: e la

    grandine vi batteva dentro trapassandolo da parte a parte; ed

    anche la pioggia le cui gocciole pareva che avessero la punta;

    come pure lo foravano i fiocchi di neve. In un momento tutti

    quei fazzoletti furono guasti e crivellati, sicch pi nulla

    avevano di bello.Questo fatto dest in me tale stupore, che non sapeva

    quale spiegazione dargli. Il peggio si che avvicinatomi a quei

    giovani che prima non avea conosciuti, adesso, avendo

    guardato con maggior attenzione, li riconobbi tutti

    distintamente. Erano i miei giovani delPOrato- rio. Fattomi

    ancor pi dappresso andava interrogandoli:

    Che cosa fai tu qui! Sei il tale? S che son qui! Veda! c7

    anche il tale, il tale, il taP altro.Andai allora l dove era quella Signora che distribuiva i

    fazzoletti. Quivi stavano alcuni altri uomini e domandai loro:

    Che cosa vuol dire tutto questo?

    Quella Signora voltasi a me rispose: Non hai visto

    quello che vi era scritto in quei fazzoletti?

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    S: REGINA VIRTUTUM.

    Non sai perch?

    S che lo so.

    Ebbene; quei giovani esposero la virt della purit al

    ^ento delle tentazioni. Alcuni al primo accorgersene subito

    fuggirono e sono quelli che nascosero il fazzoletto; altri

    sorpresi e non avendo avuto tempo a nasconderlo si volsero a

    destra e sono coloro che nel pericolo ricorrono al Signore,voltando le spalle al nemico. Altri poi stettero col fazzoletto

    aperto alPimpe- to della tentazione che li fece cadere nei

    peccati.

    A questo spettacolo restai corrucciato ed era per

    disperarmi vedendo quanto pochi erano quelli, che avevano

    conservato la bella virt. Ruppi pertanto in un pianto doloroso

    e quando potei calmarmi, chiesi: Ma, come va che i

    fazzoletti rimasero forati, non solo dalla tempesta, ma anchedalla pioggia e dalla neve? Queste gocce, quei fiocchi di neve

    non indicano forse i peccati piccoli, ossia veniali?

    E non sai che in questo non datur parvitas

    materiae,,? Tuttavia non affannarti; vieni a vedere!

    Uno di quelli uomini si avanz davanti al balcone, fece

    segno colla mano a quei giovani e grid:A destra!

    Quasi tutti i giovani si volsero a destra, ma alcuni non si

    mossero dal luogo e il loro fazzoletto, fin con essereinteramente lacero. Allora io vidi il

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    fazzoletto di quelli i quali si erano voltati a destra divenir

    molto stretto, tutto rappezzato e cucito, in modo per che non

    si scorgeva pi nessun buco. Erano tuttavia in cos cattivo

    stato che facevano piet. Non avevano pi regolarit alcuna.

    Gli uni vedeansi lunghi tre palmi, altri due, altri uno.

    Quella Signora intanto soggiungeva: Ecco quelli che

    ebbero la disgrazia di perdere la bella virt, ma ci rimediarono

    colla confessione. Gli altri poi che non si mossero, sono quelli

    che continuano nel peccato e forse, forse, andranno alla

    perdizione.

    In fine poi mi disse: Nemini dicito, sed tantum

    admone,,.(M. B. VI p. 972)

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    TERZO SOGNO

    LA ZATTERA

    Cari novizi, eccovi ora il cosi detto SOGNO DELLA

    ZATTERA.

    Sempre cos ottimista, qui, don Bosco lo direste pessimista.

    Tutto il mondo unalluvione. E lo realmente. Unica arca di

    salvezza la Chiesa. Tutti sono travolti dalla marea montante

    della malvagit, che ricopre la faccia della terra.

    La Congregazione salesiana una gran nave, che laMadonna manda in soccorso dei giovani di tutto il mondo. Maria

    la stella del mare che scampa dai pericoli della navigazione e

    guida a porto sicuro e tranquillo. Don Bosco prende il comando

    di questa singolare nave, senza sponde. Solo chi obbedisce a

    comandi del capitano non precipita nelle acque naufragando

    miseramente. La navigazione su duna nave senza sponde

    sempre pericolosa. Daltra parte non c altro scampo. Sponda di

    salvezza Vobbedienza: unica sponda dei naviganti nel maredella vita. Bisogna quindi avere cervello a posto e volont retta.

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Se nei sogni precedenti abbiamo visto qualche scena

    drammatica, qui tutto un dramma. Ma, per fortuna, a lieto fine

    per i predestinati.

    Proprio come un dramma, il sogno possiamo dividerlo in

    Atti.

    Primo atto - La guarigione

    Davanti rincalzar delle onde, i giovani fuggono. Trovano

    salvezza in un mulino. Ma le acque limacciose e putride

    aumentano sempre pi. I giovani salgono su di piano in piano nemulino. Ma le acque non cessano di crescere. persa ogn

    speranza umana. Solo Dio li pu salvare, se si affidano alle

    braccia della cara Madre Maria. In mezzo allo spavento

    universale tutto il mulino sta per essere ingoiato dall7alluvione,

    quando compare una zattera. la salvezza. Attraverso un lungo

    e stretto tronco dalbero vengono traghettati. W il legno della

    Croce che salva. Ma per passare c bisogno di aiuto. on Bosco

    vi mette preti e chierici, che dopo poco, stanchi, cadono d

    sfinimento. Prova lo stesso don Bosco: pure lui si sente sUnito. I

    lavoro apostolico costa sacrifici enormi.

    Per un quarto di giovani vogliono fare di loro testa,

    capricciosamente, senza aspettare Vaiuto dei chierici e dei preti.

    Tentano altre vie che non sono quella della croce e affogano nelle

    acque torbide.

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Oli ultimi rimasti sono sul colmo del tetto. Le acque avevano

    gi sommerso parte anche del tetto. Come salvarsi f Con le acque

    era pur salita la barca. Pregassero, stessero zitti, si tenessero

    stretti lun laltro. Obbedirono, e cosi con laiuto dei compagni che

    erano gi salvi, vennero pur essi a bordo. Lapostolato giovanile un efficace aiuto nellopera di salvataggio.

    Secondo atto - Navigazione perigliosa

    La nave ben rifornita di molti canestri di pane: il pane

    dellEucarestia. La Madonna splende quale benigna stella che d

    la direzione alla difficile navigazione. Don Bosco prende in mano

    il comando di capitano. Le difficolt si vincono obbedendo ai suoi

    comandi. Le onde sono agitate dal vento. Ma tutti fanno un solcorpo vicendevolmente tra loro e il capitano. Fosse sempre cos!

    Ma ecco una tentazione: una bella collina in mezzo al mare.

    Molti giovani se ne invaghirono. Perch star qui in questa

    zattera f Le attrattive del mondo sono fallaci. Senza permesso

    scendono a riva. Per per un subito infuriare della tempesta sono

    travolti dalle onde e tra grida disperate affogano. Ah, linganno

    del mondo!

    Pare che la navigazione si faccia ancor pi difficile.I giovani sono pallidi in volto. Ma rimangono stretti per mano

    gli uni agli altri, in preghiera. Tuttavia fatale che ci sian degl

    sventati che:

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    a - si fan beffe di quelli che pregano, ginocchioni. Essi stanno

    dritti in piedi. Allimprovviso un vortice fa girare la nave su

    se stessa. E quelli sono sbattuti nelle onde. Sono gli

    indifferenti: non credono, non pregano, confidano in se

    stessi. Sciocchi che sono, non sanno che sicuro chi staumile, in ginocchio.

    b - peggio ancora: ci sono degli sfacciati e crudeli che,

    chiamando alcuni compagni vicino alla sponda, con uno

    spintone li gettano gi in mare. Sono gli scandalosi.

    c - in un momento di calma, si vedono avanzare altre zattere.

    C chi abbandona don Bosco e vuol fare a modo suo. Si

    pensano di conoscere gi abbastanza il mondo, e che

    pertanto ormai non sono pi dei bambini da lasciarsiguidare. Nel regno di io i furbi sono quelli che conservano,

    anche adulti, la semplicit dei bimbi. Non fare mai da s.

    Lamor proprio inganna: una guida stolta.

    Intanto ferve lopera di salvataggio per gli incauti:

    Confessione, Comunione e lAssistenza, queste saranno le gran

    armi di ogni salesiano.

    Terzo atto - Notte di naufragio, di smarrimentoNotte buia e spaventosa. Qui il dramma raggiunge la

    massima intensit. Nel buio tra linfuriare dei venti

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    e delle onde, si odono le grida strazianti dei naufraghi.

    I primi chiarori di quel fosco mattino offrono uno

    spettacolo ripugnante. La nave costretta a passare tra due

    sponde limacciose cosparse di cespugli, e di grosse schegge,

    ciottoli, pali, fascine? assi spezzate, antenne, remi. JEalVintorno animali schifosi: rospi, serpenti, vipere. Sui rami dei

    salici piangenti stanno gattoni che divorano membra umane, e

    scimmioni tentatori dei giovani.

    Tra tanto scompiglio fan orrida mostra di s membra

    spezzate dei compagni caduti, cadaveri galleggianti, altri

    immersi nel fango della sponda, altri sporgenti dallacqua con

    un braccio, o con il capo, o con il dorso. Uno divorato da un

    mostro a vista dei giovani della barca estere- fatti: un giovane lo

    chiama a nome gridando, tutto spaventato e angosciato. Oh, la

    lacrimevole fine! E pi in l sulla sponda si innalza una fornace

    ardente, gigantesca, che tutta un ribollimento di mani, piedi?

    testeytronchi di compagni dannati.

    II sesto e il settimo comandamento menano tanto disastro

    tra i giovani.

    Quarto atto - La guarigione

    Don Bosco non resta inattivo fra tanto disastro. Salva il

    salvabile. Scende a terra senza paura dei pericoli. Tra allievi

    disorientati c una moltitudine dei suoi gio

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    vani che muove a compassione. In tutti, vermi e insetti schifosi

    rodono gli occhiy le orecchie, la testa e il cuore. Soffrono dolori

    inenarrabili. Altri aprono i loro abiti mostrando serpenti che li

    stringono attorno al corpo, altri nascondono in seno vipere. Una

    sorgente dacqua fresca e ferruginosa guarisce allistante chi vaa lavarsi. Vefficacia della Confessione. Ma alcuni non

    obbediscono ai comandi di don Bosco e rimangono con i loro

    vermi schifosi. Lopera della nostra santificazione parte da Dio,

    ma non senza il concorso della nostra libera volont si compie.

    Quinto atto - Iride di pace

    Finalmente cessa la tempesta: laria si fa limpida. In cielo

    compare uniride che a grossi caratteri di luce porta scritto:

    MFDOUM, ossia: Madre e Signora di tutto lUniverso Maria. La

    navigazione tranquilla} e la nave corre veloce. Maria

    Ausiliatrice conduce i suoi figli nella terra della salvezza. Aria

    balsamica, luce splendente e soave, giardini fioriti e in mezzo un

    gran castello: ecco qual la terra promessa ! Li guida san

    Domenico Savio. Li porta fin dentro il salone centrale del

    castello, bellissimo e immenso. La, Madonna al centro: nonuna statua senza, vita, ma una persona vivente, una Madre!

    Essa stessa con voce argentina e soavissima si proclama per

    i suoi devoti:Madre pietosa.

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    La navigazione iniziata nel nome di Maria, travagliata

    lungo la rotta, ma sempre sotto la protezione di Maria, si

    conclude con il trionfo dei giovani prostrati davanti la loro

    Madre buona, Maria!

    Ma non tutti si sono salvati. Perch f Perch f Dio vuole

    salvi tutti. Si dannano solo gli stolti che vogliono fare di propria

    testa. Hanno i Sacramenti, li frequentino. Hanno dei Superiori,li ascoltino. Hanno un regolamento, hanno i comandamenti, li

    seguano. Hanno una Madre, Maria: lamino e saranno salvi.

    # # #

    D. Bosco adunque, innanzi alla moltitudine de suoi giovani,

    cos parl il luned a sera,primo giorno del 1866.

    Primo atto - Operazioni dimbarco

    Par verni di trovarmi poco distante da un paese che

    alPaspetto pareami Gastelnuovo dAsti, ma non lo era. I

    giovani tutti delPOratorio allegramente si ricreavano in

    un7immensa prateria; quandecco alPimprovviso si vedono le

    acque comparire sui margini di quella pianura, e ci vedemmo

    da ogni parte circondati da una inondazione, la quale cresceva

    a misura che si avanzava verso noi. Il Po era straripato eimmensi e desolanti torrenti traboccano dalle sue sponde.

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Noi, soprafatti da terrore, la demmo a gambe alla volta

    di un grande mulino isolato, distante da altre abitazioni colle

    mura grosse come quelle di una fortezza; ed io feci sosta nel

    suo cortile in mezzo ai miei cari giovani costernati. Ma le

    acque incorniciando a penetrare anche in quellarea, fummocostretti a ritirarci tutti in casa e poi a salire nelle stanze

    superiori. Dalle finestre si vedeva lestensione del disastro.

    Dai colli di Superga alle Alpi, invece di prati, campi coltivati,

    orti, boschi, cascine, villaggi, citt, non scorgeasi pi altro che

    la superficie di un lago immenso. A misura che lacqua

    cresceva, noi montavamo da un piano allaltro . Perduta ogni

    umana speranza di salvarci, presi a incoraggiare i miei cari,

    dicendo che si mettessero tutti con piena fiducia nelle mani di

    Dio e nelle braccia della nostra cara madre Maria.

    Ma lacqua gi era quasi al livello dellultimo piano. Allora

    lo spavento fu universale ed altro scampo non vedemmo che

    ritirarci in una grandissima zattera, in forma di nave, apparsa

    in quellistante, che galleggiava vicino a noi. Ognuno

    respirando affannosamente voleva essere il primo a

    rifugiarvisi, ma nessuno osava, perch non poteasi avvicinare

    il barcone alla casa a cagione di un muro che emergeva un po

    pi alto del livello delle acque. Poteva per prestare un solmezzo al tragitto un lungo e stretto tronco di albero : ma era

    tanto pi diffcile il passaggio in quanto che quel tronco

    poggiando

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    per Puna estremit sulla barca, muoveasi seguendo il

    beccheggio della barca stessa, agitata dalle onde.

    Fattomi coraggio vi passai per il primo e, per facilitare

    il trasbordo ai giovani e tranquillarli, stabilii chierici e preti

    che dal mulino sorreggessero alquanto chi partiva, e dalbarcone dessero mano a chi arrivava. Ma caso singolare! Dopo

    un po di quel lavoro, i chierici e i preti si trovavano cos

    stanchi che chi qua, chi l cadevano di sfinimento; e quelli che

    li surrogavano correvano la medesima sorte. Meravigliato

    anche io volli pormi alla prova ed io pure mi sentii cos

    spossato da non potermi pi reggere.

    Intanto molti giovani impazienti, sia per timore della

    morte, sia per mostrarsi coraggiosi, trovato un pezzo di asse

    lungo abbastanza e un po pi largo del tronco dalbero, ne

    fecero un secondo ponte e, senza aspettare laiuto dei chierici e

    dei preti, precipitosi stavano per slanciar visi non dando

    ascolto alle mie grida.

    Cessate, cessate, se no cadrete! Io gridava; ed

    avvenne che molti, o urtati, o perdendo lequilibrio, prima di

    arrivare alla barca, caddero e ingoiati da quelle torbide e

    putride acque pi non si videro. Anche il fragile ponte si era

    sprofondato con quanti gli stavano sopra. E si grande fu ilnumero di que disgraziati che un quarto de nostri giovani

    rest vittima del loro capriccio. Io che fino allora aveva tenuto

    ferma lestremit del tronco dalbero mentre i giovani vi

    montavano

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    sopra, accortomi che ^inondazione aveva superato Posta- colo

    di quella muraglia, trovai modo di spingere la zattera presso il

    mulino. Qui stava D. Gagliero il quale, con un piede sulla

    finestra e con Paltro sulPorlo della barca, vi fece saltare i

    giovani rimasti in quelle camere, dando loro la mano emettendoli in sicuro sulla zattera.

    Ma non tutti i giovani erano ancora salvati. Un certo

    numero erano ascesi nelle soffitte e di qui sul tetto, ove si

    erano aggruppati sul colmo stretti gli uni agli altri, mentre

    Pinondazione, crescendo sempre senza fermarsi un istante,

    copriva gi le grondaie ed una parte delle sponde del tetto. Ma

    colPacqua era pur salita la barca ed io vedendo quei poveretti

    in cos orribile frangente, gridai loro che pregassero di cuore,

    che stessero zitti, che scendessero uniti, legati insieme con le

    braccia per non scivolare. Ubbidirono, e siccome il fianco della

    nave era aderente alla grondaia, aiutati dai compagni,

    vennero essi pure a bordo. Qui vedevasi una grande quantit

    di pani, custoditi in molti canestri.

    Secondo atto - Navigazione perigliosa

    Quando furono tutti sulla barca, incerti ancora di uscireda quel pericolo, presi il comando di capitano e dissi ai

    giovani:

    Maria la stella del mare. Essa non abbandona chi in

    Lei confida: mettiamoci tutti sotto il suo manto;

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Ella ci scamper dai perigli e ci guider a porto tranquillo.

    Quindi abbandonammo ai flutti la nave, che galleggiava

    ottimamente e si muoveva, allontanandosi da quel luogo.

    (Facta est quasi navis institoris, de longe portans panem

    suum). Limpeto delle onde agitate dal vento la spingeva contale velocit, che noi abbracciati Fun Paltro facemmo un sol

    corpo per non cadere.

    Percorso molto spazio in brevissimo tempo, tutta un tratto

    la barca si ferm e si mise a girare attorno a se stessa con

    straordinaria rapidit, sicch pareva dovesse affondarsi. Ma un

    soffio violentissimo la spinse fuori del vortice. Prese quindi un

    corso pi regolare e ripetendosi ogni tanto qualche mulinello e

    il soffio del vento salvatore, and a fermarsi vicino ad una ripaasciutta, bella e vasta che sembrava ergersi come una collina

    in mezzo a quel mare.

    Molti giovani se ne invaghirono e dicendo che il Signore

    aveva posto Puomo sulla terra e non sulle acque, senza

    domandarne il permesso, uscirono dalla barca giubilando, e,

    invitando ancor altri a seguirli, ascesero su quella ripa.

    Breve fu il loro contento, perch gonfiandosi di nuovo le

    acque, per un subito infuriare della tempesta, invasero le falde

    di quella bella ripa, e in breve, gettando grida disperate, quegli

    infelici si trovarono nelPacqua fino ai fianchi; e poi capovolti

    dalle onde scomparvero. Io esclamai:

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

    43/197

    proprio vero che chi fa di sua testa, paga di sua

    borsa.

    La nave intanto in balia di quel turbine minacciava di

    nuovo di andare a fondo. Vidi allora i miei giovani pallidi in

    volto e ansanti e: Fatevi coraggio, gridai loro; Maria non ciabbandoner. E unanimi e di cuore recitammo gli atti di

    fede, di speranza, di carit e di contrizione, alcuni Pater ed

    Ave e la Salve Regina; quindi, ginocchioni, tenendoci per mano

    gli uni cogli altri recitavamo ciascuno particolari preghiere.

    Per parecchi insensati, indifferenti a quel pericolo, quasi

    nulla fosse avvenuto, alzatisi in piedi e dimenandosi, si

    aggiravano or qua or l, sghignazzando fra di loro e burlandosi

    quasi degli atteggiamenti supplichevoli dei loro compagni. Ed

    ecco che si arresta alPimprovviso la nave, e gira con rapidit

    su se stessa, e un vento furioso sbatte nelle onde quei

    sciagurati. Erano trenta, ed essendo Pacqua profonda e

    melmosa appena vi furono dentro, pi nulla si vide di loro. Noi

    intonammo la Salve Regina e pi che mai invocammo di cuore

    la protezione della Stella del mare.

    Sopravvenne la calma. Ma la nave, a guisa di un pesce,

    continuava ad avanzare senza che sapessimo ove ci avrebbe

    condotti. A bordo ferveva continuamente e in varie guiseunopera di salvazione. Si faceva di tutto per impedire ai

    giovani di cadere nelle acque e per salvarne i caduti. Poich vi

    erano di quei che sporgendosi

    44

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    incautamente dalle basse sponde della zattera cadevano nel

    lago; e ve ne erano molti altri sfacciati e crudeli che,

    chiamando alcuni compagni vicino alle sponde, con un urtone

    li gettavano gi.

    Perci vari preti preparavano canne robuste, grosse lenze,ed ami di varie specie. Altri attaccavano gli ami alle canne e li

    distribuivano a questi e a quelli: altri gi si trovavano al loro

    posto colle canne alzate, collo sguardo fsso sulle onde, e

    attenti al grido di soccorso. Appena cadeva un giovane le canne

    si abbassavano e il naufrago si afferrava alla lenza, oppure

    collamo restava uncinato nella cintura o nelle vesti e cos

    veniva tratto in salvo. Ma anche fra i deputati alla pesca

    alcuni disturbavano e impedivano i pescatori e coloro che

    preparavano e distribuivano gli ami. I chierici poi vigilavano

    tuttin torno per tenere indietro i giovanetti che erano ancora

    una moltitudine.

    Io stava ai piedi di un alto pennone piantato nel centro,

    circondato da moltissimi giovani e da preti e chierici che

    eseguivano gli ordini miei. Fintantoch furono docili e

    obbedienti alle mie parole, tutto andava bene: eravamo

    tranquilli, contenti, sicuri. Ma non pochi incominciarono a

    trovare incomoda quella zattera, a temere il viaggio troppolungo, a lamentarsi de disagi e pericoli di quella attraversata,

    a disputare sul luogo ove avremmo approdato, a pensare al

    modo di trovare altro rifugio, ad illudersi colla speranza che

    poco lungi vi fosse terra nella quale troverebbero sicuro

    ricovero, a

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    dubitare che presto sarebbero mancate le vettovaglie, a

    questionare fra loro, a rifiutarmi obbedienza. Invano io

    cercava di persuaderli colle ragioni.

    Ed ecco in vista altre zattere le quali avvicinandosi

    sembrava tenessero un corso diverso dal nostro, e quelliimprudenti deliberarono di secondare i loro capricci, di

    allontanarsi da me e di fare a loro modo. Gettarono nelle

    acque alcune tavole che erano nella nostra zattera e

    scopertene altre abbastanza larghe che galleggiavano non

    molto discoste, vi saltarono sopra e si allontanarono alla volta

    delle zattere apparse. Fu una scena indescrivibile e dolorosa

    per me: vedeva quegli infelici che andavano incontro alla

    rovina.

    Soffiava il vento, i flutti erano agitati: ed ecco alcuni si

    sprofondarono sotto di questi che si sollevavano e abbassavano

    furiosamente: altri furono involti tra le spire dei vortici e

    trascinati negli abissi : altri urtarono in ostacoli a fior dacqua

    e capovolti sparirono: parecchi riuscirono a salire sulle zattere

    le quali per non tardarono a sommergersi.

    Terzo atto - La notte

    La notte si fece oscura e buia: e in lontananza udi- vansi le

    grida strazianti di coloro che perivano. Naufragarono tutti. In

    mare mundi submergentur omnes illi

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    quos non suscipit navis ista, cio la nave di Maria SS.ma.

    IJ numero dei miei cari figliuoli era diminuito di molto; ci

    nonostante continuando a confidare nella Madonna, dopo

    unintiera notte tenebrosa la nave entr finalmente come in

    una specie di stretto angustissimo, tra due sponde limacciose,coperte da cespugli, e grosse schegge, ciottoli, pali, fascine,

    assi spezzate, antenne, remi. Tutto intorno alla barca si

    vedevano tarantole, rospi, serpenti, dragoni, coccodrilli,

    squali, vipere e mille altri animali schifosi. Sopra salici

    piangenti, i cui rami pendevano sopra la nostra barca, stavano

    gattoni di forma singolare che sbranavano pezzi di membra

    umane; e molti scimmioni che penzolando dai rami si

    sforzavano di toccare e arroncigliare i giovani; ma questi

    curvandosi impauriti schivavano quelle insidie.

    Fu col, in quel gretto, che rivedemmo con grande

    sorpresa e orrore i poveri compagni perduti, o che avevano

    disertato da noi. Dopo il naufragio, erano stati gettati dalle

    onde su quella spiaggia. Le membra di alcuni erano state fatte

    a pezzi per lurto violentissimo contro gli scogli. Altri era

    sotterrato nella palude e non se ne vedevano che i capelli e la

    met di un braccio. Qui sporgeva dal fango un dorso, pi in l

    una testa: altrove galleggeviava interamente visibile qualchecadavere.

    A un tratto si ode la voce di un giovane della barca,

    il quale grida:

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Qui un mostro che divora le carni del tale dei tali !

    B chiama ripetutamente per nome quel disgraziato,

    additandolo ai compagni esterefatti.

    Ma ben altro spettacolo presentavasi ai nostri occhi. A

    poca distanza innalzavasi una gigantesca fornace nella qualedivampava un fuoco grande e ardentissimo. In questo

    apparivano forme umane e si vedevano piedi, gambe, braccia,

    mani, teste, ora salire ora discendere tra quelle fiamme,

    confusamente, nella stessa maniera dei fagioli nella pentola,

    quando questa bolle. Osservando attentamente, vi scorgemmo

    tanti nostri allievi e rimanemmo spaventati. Sopra quel fuoco

    eravi come un gran coperchio, sul quale stavano scritte a

    grossi caratteri queste parole: IL SESTO E IL SETTIMO

    CONDUCONO QUI.

    Quarto atto - La guarigione

    L vicino vera pure una vasta e alta prominenza di terra

    con numerosi alberi silvestri disordinatamente disposti ove si

    muoveva ancora una moltitudine dei nostri giovani, o caduti

    nelle onde o allontanatisi nel corso del viaggio. Io scesi a terra,non badando al pericolo, mi avvicinai e vidi che avevano gli

    occhi, le orecchie^ i capelli o persino il cuore pieno di insetti e

    vermi schi

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    fosi che li rosicchiavano, e cagionavano loro grandissimo

    dolore. Uno di questi soffriva pi degli altri ; voleva accostarmi

    a lui, ma egli mi fuggiva nascondendosi dietro gli alberi. Altri

    ne vidi che aprendo pel dolore gli abiti, mostravano la persona

    cinta di serpenti: altri avevano in seno delle vipere.Additai a tutti una fonte che gettava in gran copia acqua

    fresca e ferruginosa; chiunque andava a lavarsi in quella

    guariva alPistante e poteva ritornare alla barca. La maggior

    parte di quegli infelici obbed al mio invito; ma alcuni si

    rifiutarono. Allora io troncando gli indugi, mi rivolsi a quelli

    che erano risanati, i quali alle mie istanze mi seguirono con

    sicurezza, essendosi ritirati i mostri. Appena fummo sulla

    zattera, questa, spinta dal vento, usc da quello stretto dallaparte opposta a quella per la quale era entrata e si slanci di

    nuovo in un oceano senza confini.

    Noi, compiangendo la triste sorte e il fine lagrimevole dei

    nostri compagni abbandonati in quel luogo, ci mettemmo a

    cantare: Lodate Maria, o lingue fedeli , in ringraziamento

    alla gran Madre celeste, di averci sino allora protetti; e

    sullistante, quasi al comando di Maria, cess rinfuriare del

    vento e la nave prese a scorrere rapida sulle placide onde con

    una facilit che non si pu descrivere. Sembrava che si

    avanzasse al solo impulso che le davano scherzando i giovani

    spingendo indietro Pacqua con la palma della mano.

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Quinto atto - Iride di pace

    Ed ecco comparire in cielo uniride, pi meravigliosa evaria di unaurora boreale, ove passando leggemmo scritta a

    grossi caratteri di luce la parola MEDOUM, senza intenderne

    il significato. A me parve per che ogni lettera fosse liniziale

    di queste parole: MATER ET DOMINA OMNIS UNIVERSI

    MARIA.

    Dopo un lungo tratto di viaggio, ecco spuntar terra in

    fondo allorizzonte, alla quale a poco a poco avvicinandoci

    sentivamo destarcisi in cuore una gioia inesprimibile. Quellaterra, amenissima per boschetti con ogni specie di alberi,

    presentava il panorama pi incantevole, perch illuminata

    come dalla luce del sole nascente alle spalle delle sue colline.

    Era una luce che brillava ineffabilmente quieta, simile a

    quella di una splendida sera destate, che infondeva un senso

    di riposo e di pace.

    E finalmente urtando contro le sabbie del lido e stri-

    sciando su di esse la zattera si ferm allasciutto ai piedi di

    una bellissima vigna. Si pu ben dire di questa zattera: EAM

    TU DEUS PONTEM FECISTI, QUO A MUNDI FLUCTIBUS

    TRAJICIENTES AD TRANQUILLUM PORTUM TUUM

    DEVENIAMUS.

    I giovani erano desiderosi di entrare in quella vigna ed

    alcuni curiosi pi degli altri con un salto furono sul lido. Ma

    fatti appena alcuni passi ricordandosi della

    50

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    sorte disgraziata toccata a quei primi che sinvaghirono

    della ripa posta in mezzo al mare burrascoso, frettolosi

    ritornarono alla barca.

    Gli occhi di tntti erano a me rivolti e sulla fronte diognuno leggevasi la domanda:

    D. Bosco, tempo di discendere e fermarci?

    Io prima riflettei alquanto e poi dissi loro: Di-

    scendiamo: giunto il tempo: ora siamo in sicuro!

    Fu un grido generale di gioia! Ed ognuno stropicciandosi le

    mani per la contentezza, entr in quella vigna disposta col

    massimo ordine. Dalle viti pendevano grappoli di uva simili a

    quelli della terra promessa e sugli alberi era ogni sorta difrutti che possono desiderarsi nella bella stagione, di un gusto

    mai pi sentito. In mezzo a quella vastissima vigna sorgeva un

    gran castello attorniato da un delizioso e regale giardino e da

    forti mura.

    Volgemmo il passo a quella volta per visitarlo, e ci fu

    concessa libera entrata. Eravamo stanchi ed affamati ed in

    unampia sala tutta guernita doro stava apparecchiata per noi

    una gran tavola con ogni sorta di cibi i pi squisiti, di cuiognuno pot servirsi a piacimento. Mentre finivamo di

    rifocillarci entr nella sala un nobile giovinetto, riccamente

    vestito, di unavvenenza indescrivibile, il quale con affettuosa

    e familiare cortesia ci salut chiamandoci tutti per nome.

    Vedendoci stupiti e meravigliati per la sua bellezza e per

    quella di tante cose

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    gi osservate, ci disse:Questo niente; venite e vedrete.

    Noi tutti gli tenemmo dietro e dai parapetti delle logge ci

    fece contemplare i giardini, dicendoci die di quelli eravamo

    padroni noi per le nostre ricreazioni. E ci condusse di sala insala, una pi magnifica dellaltra per architettura, colonnati e

    ornamenti di ogni specie. Aperta poscia una porta che metteva

    in una cappella, ci invit ad entrare. Di fuori la cappella

    sembrava piccola, ma appena ne valicammo la soglia, la

    scorgemmo s ampia che da una estremit allaltra appena ci

    potevamo vedere. Il pavimento, le mura, le volte erano guer-

    nite e ricche con mirabile artificio di marmi, di argento, di oro,

    e di pietre preziose, che io estatico di meraviglia esclamai: Ma questa una bellezza di paradiso: faccio patto di rimanere

    qui per sempre!

    In mezzo a questo gran tempio sinnalzava sovra ricca base

    una grande, magnifica statua rappresentante Maria

    Ausiliatrice. Chiamati molti giovani che si erano sparsi qua e

    l per esaminare la bellezza di quel sacro edifcio, tutta la

    moltitudine si rec innanzi a quella statua per ringraziare la

    Vergine Celeste dei tanti favori prestatici. Qui mi accorsidellimmensit di quella chiesa, poich tutte quelle migliaia di

    giovani sembravano un piccolo gruppo che occupasse il centro

    di quella.

    Mentre i giovani stavano mirando quella statua che aveva

    una vaghezza di fisionomia veramente celeste, ad

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    un tratto essa parve animarsi e sorridere. Ed ecco un

    mormorio, una commozione tra ]a folla. La Madonna muove

    gli occhi! Esclamarono alcuni. E infatti Maria Santissimagirava con ineffabile bont i suoi occhi materni su quei

    giovanetti. Poco dopo un secondo grido generale: La

    Madonna muove le mani. E infatti lentamente aprendo le

    braccia essa sollevava il manto come per accoglierli tutti sotto

    di quello. Le lacrime scorreano per forza di commozione sulle

    nostre guance.

    La Madonna muove le labbra! Dissero alcuni. Si fe7un

    silenzio profondo; e la Madonna aperse la bocca e con una voce

    argentina, soavissima ci diceva :

    SE VOI SARETE PER ME FIGLIUOLI DE- VOTI, IO

    SAR TER VOI MADRE PIETOSA !

    A queste parole cademmo tutti in ginocchio ed intonammo

    il canto: Lodate Maria, o lingue fedeli.

    Questa armonia era cos forte, cos soave, che sopraffatto

    da essa io mi svegliai e cos termin la visione.

    Don Bosco concludeva:

    Vedete miei cari figlioli? In questo sogno possiamo

    riconoscere il mare burrascoso di questo mondo. Se voi sarete

    docili ed obbedienti alle mie parole e non darete retta ai cattivi

    consiglieri, dopo esserci affaticati a fare il bene e fuggire il

    male, vinte tutte le nostre cattive tendenze, arriveremo

    finalmente sul termine di nostra

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    vita, ad una spiaggia sicura. Allora ci verr incontro, mandato

    dalla Madonna SS. chi, a nome del Nostro buon Dio,

    cintrodurr, per ristorarci delle nostre fatiche, nel suo realegiardino, cio nel Paradiso, alPamabi- lissima sua divina

    presenza. Ma se facendo il contrario di ci che io vi predico,

    vorrete scapricciarvi a vostro modo e non dar retta ai miei

    consigli, farete miserando naufragio.

    (M. B. Vili, 275)

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  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    QUARTO SOGNO

    IL MISTERO DI INIQUIT

    Carissimi novizi, leggendo queste pagine vi troverete

    davanti a un Don Bosco, impegnato nella lotta contro una forza

    Misteriosa che opera il male in mezzo ai figli degli uomini.

    Vedrete un mostro orribile, un Rospo schifosissimo? grosso a

    pari di un bue, che vorrebbe divorare Don Bosco stesso. Ma ne

    nome di Dio, per mezzo del segno della croce?ripetuto pi volte, e

    levando alte grida, Don Bosco riesce a metterlo in fuga.

    Non facile respingere Satana. Ci vuol coraggio e forza.

    la fede che ce la fornisce. Per ritenete che Satana non pu

    mente su di noi, senza che noi lo vogliamo. Ma la debolezza

    molta. Diffidiamo di noi, perch il Maligno sa cogliere ogn

    debolezza.

    Oggi non si vuol sentire parlare di Satana, dellinferno.

    Eppure la verit che ci fa liberi. Stiamo col Vangelo. La

    Missione di Ges tutta una lotta contro la Potenza delle

    Tenebre. In queste pagine cJ tutto un susseguirsi di sogn

    spaventosi. Don Bosco incerto, dopo un continuo susseguirsi dsogni spettrali, se parlare o non parlare.

    55-

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    Ma unaVoce dallalto gli si fa udire con parole ben distinte:

    Perch non parli?

    ffi volont di Dio, quindi, che io dica a voi ci che ho

    veduto, soggiunge Don Bosco.

    Per noi educatori, questo un monito ben chiaro. Bisogna

    parlare. Linferno esiste e molti vi precipitano. La verit mette

    in fuga Satana.

    Queste pagine, che intitoliamo Mistero di iniquit, sonquasi quaranta. Per metterci un po dordine le dividiamo cos:

    a) Il Rospo schifosissimo

    b) La Vite

    c) LInferno.# * #

    a) Il Rospo schifosissimo

    Un mostro orribileLa sera del 30 aprile, Don Bosco parl cos ai giovani:

    Voi sapete che sono stato a Lanzo; orbene, Pul- tima notte che

    dormii in questo collegio, mentre incominciava a prendere

    sonno, mi si present alla fantasia quanto sto per dire:

    Mi parve di vedere entrare nella mia camera un gran

    mostro, che si avanzava e and a porsi proprio ai piedi del

    letto. Aveva una forma schifosissima di rospo eia sua

    grossezza era quella di un bue.

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    Io lo guardava fsso senza trar fiato. Il mostro a poco a

    poco ingrossava; cresceva nelle gambe, cresceva nel corpo,

    cresceva nel capo, e quanto pi aumentava il suo volume,

    tanto pi diventava orribile. Era di color verde con una linea

    rossa intorno alla bocca e alla gola che rende vaio ancor pi

    terribilmente spaventoso.

    I suoi occhi erano di fuoco e le sue orecchie ossee molto

    piccole. Io diceva fra me osservandolo: Ma il rospo non ha leorecchie! E sul naso gli si elevavano due corna, dai fianchi

    gli spuntavano due alaccie verdastre. Le sue gambe erano

    fatte a guisa di quelle di un leone e dietro svolgeva una lunga

    coda che finiva in due punte.

    In quei momenti mi pareva di non avere affatto paura, ma

    quel mostro incominci ad accostarsi ognor pi verso di me e

    allargava la bocca ampia e fornita di grossi denti. Io allora fui

    preso da grande terrore, Lo credetti un demonio dellinferno,ch di demonio aveva tutti i segni. Mi feci il segno della Croce,

    ma a nulla valse; suonai il campanello, ma a quellora nessuno

    venne, nessuno ud; gridai, ma invano; il mostro non fuggiva:

    Che vuoi qui da me, dissi allora, o brutto demonio?

    Ma egli pi si accostava, e drizzava ed allargava le

    orecchie. Quindi pos le sue zampe anteriori sulla sponda in

    fondo del letto, e lentamente si tir su, afferrandosi eziandio

    alla lettiera con le zampe posteriori, e si stette immobile unmomento, fissandomi. Poi allun

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    gatosi in avanti protese il suo muso faccia a faccia con me. Io

    fui preso da tale ribrezzo che balzai seduto sul letto ed ero per

    gettarmi gi in terra: ma il mostro spalanc la bocca. Avrei

    voluto difendermi, respingerlo, ma era cos schifoso che anche

    in quel frangente non osai toccarlo. Mi misi ad urlare, gettai

    la mano indietro cercando lacquasantino e batteva le mani

    nel muro, non trovandolo; e il rospo abbocc per un istante la

    mia testa in modo che met della mia persona era dentro aquelle orride fauci. Allora io gridai:

    In nome di Dio! Perch mi fai questo? Il rospo alla mia

    voce si ritir un tantino, lasciando libera la mia testa. Mi feci

    allora di nuovo il segno della santa Croce ed essendo riuscito a

    mettere le dita nelFacquasantino gettai un poco dacqua

    benedetta sul mostro. Allora quel demonio, mandando un urlo

    terribile, precipit indietro e scomparve, ma nello scomparire

    io potei intendere una voce che dallalto pronunci distintequeste parole:

    Perch non parli?

    Il direttore di Lanzo don Lemoyne si svegli in quella

    notte ai miei urli prolungati, ud che battevo le mani nel muro

    e al mattino mi domand; Don Bosco, stanotte ha sognato?

    Perch mi fai questa domanda?

    Perch ho udito le sue grida. Aveva conosciuto adunque essere volont di Dio che

    io dicessi a voi ci che ho veduto: quindi ho determi-

    58

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    nato di raccontarvi tutto il sogno, e perch sono obbligato in

    coscienza a dirvelo e eziandio per liberarmi da questi spettri.

    Eingraziamo il Signore delle sue misericordie e intanto, in

    qualunque modo voglia Iddio far ci conoscere la sua volont,

    procuriamo di mettere in pratica gli avvisi che ci vennero

    offerti per la salvezza delle anime nostre. Io ho potuto

    conoscere in queste circostanze lo stato della cosciena di

    ciascheduno di voi.Desidero per che quanto sto per dire si conservi fra di noi.

    Yi prego di non volerne scrivere, n parlarne fuori di casa,

    perch non sono cose da prendersi in ridicolo, come taluni

    potrebbero fare, e perch non ne possano accadere

    inconvenienti che riescano disgustosi per D. Bosco. A voi io

    dico ci con confidenza come ai miei amati figli e voi ascoltate

    come dal vostro padre. Ecco adunque i sogni, che io voleva

    lasciar passare inosservati e che sono costretto a narrarvi.

    b) La Vite

    Il sogno della Vite una parabola:

    I

    PARTE - Stati di conoscenza

    a) Tutta foglie. Parvenza di opere buone. Realt, zero.

    Raffigura i giovani che non hanno per scopo di dar piacereal Signore.

    - 59

  • 8/10/2019 Don Antonio Venco - 10 Sogni Di Don Bosco

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    b) Grappoli guasti. il peccato che guasta i cuori. La

    tristezza tien dietro al peccato. La grazia di Dio e e la voce

    della coscienza li guarir. Ecco tutto.

    c) Uva bella, rubiconda e matura.

    Raffigura i giovani che corrispondono alle cure, ma son

    pochi, troppo pochi!

    Gi fin dai primi giorni della settimana santa incominciai

    ad avere sogni che dopo mi occuparono e mi molestarono per

    parecchie notti. Questi sogni mi stancavano cos, che la

    mattina seguente io era molto pi stanco di quello che se

    avessi lavorato tutta la notte; poich la mia mente era molto

    agitata e turbata. La prima notte sognai di essere morto. La

    seconda di essere al Giudizio di Dio dove mi toccava

    aggiustare i miei conti col Signore, ma poi mi svegliai e vidi

    che ero vivo nel letto e che aveva ancor tempo a prepararmi

    un po meglio ad una santa morte. La terza notte sognai di

    essere in Paradiso e l pareami di star molto bene e godere

    assai. Passata la notte e svegliatomi al mattino vidi sparire

    questa cara illusione, ma sentivami risoluto di guadagnarmi a

    qualunque costo quel regno eterno che aveva intravisto. Fin

    qui erano cose che non hanno alcuna importanza per voi e non

    hanno alcun significato. Si va a dormire con quel pensiero

    nella fantasia e nel sonno si riproducono le cose pensate.

    Sognai adunque una quarta volta ed questo il sogno che devo

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    esporvi. La notte del gioved santo, appena nn lieve sopore mi

    occup, parvemi nella mia immaginazione di essere qui sotto

    questi portici circondato dai nostri preti, chierici, assistenti e

    giovani. Mi sembr poi, essendo voi tutti scomparsi, di essermi

    inoltrato alquanto nel cortile. Erano con me don Rua, don

    Oagliero, don Erancesia, don Savio e il giovanetto Preti; e un

    po distante Giuseppe Buzzetti e don Stefano Rumi, addetto al

    seminario di Genova, nostro grande amico. Ad nn trattolOratorio attuale cambi aspetto e prese Paspetto della casa

    nostra come era ai suoi primordii, quando vi erano quasi solo i

    suddetti. Si noti che il cortile era confinante con vasti campi

    incolti, disabitati, e si estendevano fino ai prati della

    cittadella, ove i primi giovani sovente scorazzavano giocando.

    Io ero vicino al posto dove ora, sotto le finestre della mia

    stanza, sta il laboratorio dei falegnami, spazio una volta

    coltivato ad orto.Mentre seduti stavamo conversando degli affari della casa

    e dellandamento dei giovani, ecco che qui avanti a questo

    pilastro che sostiene la pompa, presso la quale era la porta di

    casa Pinardi, vedemmo spuntare dalla terra una vite

    bellissima, quella stessa che un tempo era gi in quel

    medesimo luogo. Noi abbiamo fatte le meraviglie che la vite

    ricomparisse dopo tanti anni; e Puno domandava allaltro che

    cosa mai fosse ci. La vite cresceva a vista docchio e si era

    alzata da terra

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    allaltezza circa di un uomo. Quandecco incomincia a stendere

    i suoi tralci in numero stragrande, di qua, di l, da tutte le

    parti e metter fuori pampini. In breve tempo si estese tanto

    da occupare tutto il nostro cortile e a protendersi oltre. Quel

    che era singolare si che i suoi tralci non si spingevano in

    alto, ma si stendevano parallelamente al suolo come un

    immenso pergolato, stando cos sospeso senza un visibile

    sostegno. Belle e verdi erano le sue foglie, spuntate allora: e ilunghi tralci di una prosperit e vigoria splendente; e tosto

    uscirono fuori i bei grappoli, gli acini ingrossarono e luva

    prese il suo colore.

    Don Bosco e quelli che erano con lui guardavano stupiti e

    dicevano: Come ha fatto questa vite a crescere cos presto?

    Ohe cosa sar?

    E Don Bosco agli altri: L! stiamo a vedere cosa

    succede.Io osservava collocchio spalancato, senza battere

    palpebra, quando ad un tratto tutti gli acini caddero a terra e

    diventarono altrettanti ragazzi vispi e allegri, dei quali in un

    momento fu ripieno tutto il cortile dellOratorio ed ogni spazio

    intorno ombreggiato dalla vite: saltavano, giocavano,

    gridavano, correvano sotto quel singolare pergolato, sicch

    faceva gran piacere il vederli. Erano qui tutti i giovani, che

    furono, sono e saranno nellOratorio e negli altri collegi,

    perch moltissimi non li conosceva.

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    Allora un personaggio, che sulle prime non conobbi chi

    fosse, e voi sapete che don Bosco ne suoi sogni ha sempre una

    guida, mi apparve al fianco ed osservava anchesso i giovani.

    Ma ad un tratto nn velo misterioso si stese innanzi a noi e cel

    quel giocondo spettacolo.

    Quel lungo velo non pi alto della vigna pareva come

    attaccato ai tralci della vite in tutta la sua lunghezza e

    scendeva al suolo a guisa di sipario. Non ve- de vasi pi altroche la parte superiore della vite che pareva un vastissimo

    tappeto di verdura. Tutta lallegria dei giovani era cessata in

    un istante e succedeva un malinconico silenzio.

    Vite tutta foglie.

    Guarda! mi disse la guida; e mi addit la vite. Mi

    avvicinai e vidi come quella bella vite, che sembrava caricaduva, non avesse altro che le foglie, sulle quali stavano scritte

    le parole del vangelo: Nihil invenit in ea!. Non sapeva ci che

    volesse significare e dissi a quel personaggio:

    Ohi sei tul.. Che cosa significa questa vite!

    Quegli tolse il velo come innanzi alla vite e sotto

    apparve solo un certo numero dei moltissimi nostri giovani

    visti prima, in gran parte a me sconosciuti.

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    Costoro, soggiunse, sono quelli che avendo molta

    facilit per farsi del bene non si prefggono per fine di dar

    piacere al Signore.

    Sono quelli che fanno solo le viste di operare il bene per

    non scomparire in faccia ai buoni compagni. Sono quelli che

    osservano con esattezza le regole della casa, ma per calcolo di

    schivare rimproveri, e per non perdere la stima dei superiori,

    si mostrano deferenti verso di loro, ma non riportano alcunfrutto dalle istruzioni, eccitamenti e cure che ebbero o avranno

    in questa casa. Il loro ideale di procurarsi una posizione

    onorifica e lucrosa nel mondo. Non curano di studiare la loro

    vocazione, respingono linvito del Signore se li chiama, e nello

    stesso tempo simulano le loro intenzioni temendo qualche

    scapito. Sono quelli insomma che fanno le cose per forza e

    perci non giovano loro niente per leternit.

    Cos disse. Oh! quanto dispiacere mi ha fatto il vedere inquel numero anche alcuni, che io credeva molto buoni,

    affezionati e sinceri!

    Grappoli guasti.

    E lamico soggiunse: Il male non tutto qui e lasci

    cadere il velo e ricomparve distesa la parte superiore di tutta

    quella vite.

    Ora guarda di nuovo!mi disse.

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    Guardai quei tralci; tra le foglie vedevansi molti grappoli

    duva che sulle prime mi parve promettessero una ricca

    vendemmia. Gi mi rallegrava, ma avvicinandomi vidi che

    quei grappoli erano difettosi, guasti; altri ammuffiti, altri

    pieni di vermi e di insetti che li rodevano, altri mangiati dagli

    uccelli e dalle vespe, altri marci e disseccati. Guardando ben

    bene mi persuasi che nulla si poteva ricavare di buono da que

    grappoli che facevano nientaltro che appestare Pariacircostante col fetore che da essi emanava.

    Quel personaggio allora alz di nuovo il velo, e:

    Guarda! esclam. E sotto apparve non il numero ster-

    minato di giovani nostri visto sul principio del sogno, ma molti

    e molti di essi. Le loro fsonomie, prima cos belle, erano

    divenute brutte, scure e piene di piaghe schifose. Essi

    passeggiavano curvi, rattrappiti nella persona e malinconici.

    Nessuno parlava. Tra questi ve ne- rano di quelli che giabitarono qui nella casa e nei collegi, di quelli che ora ci sono

    presentemente, e moltissimi che io non conosceva ancora.

    Tutti erano avviliti e non osavano alzare lo sguardo.

    Io, i preti e alcuni che mi circondavano, eravamo spa-

    ventati e senza parola. Finalmente domandai alla mia guida.

    Come va questo? Perch que giovani erano cos allegri

    e belli, ed ora sono cos tristi e brutti?

    La guida rispose:Ecco le conseguenze del peccato!

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    I giovani intanto mi passavano dinanzi e la guida mi

    disse:osservali un po bene!

    Attentamente li fissava e vidi che tutti portavano scritto

    sulla fronte e sulla mano il loro peccato. Fra questi ne vidi

    alcuni che mi fecero stupire. Avevo sempre creduto che fossero

    fiori di virt, e qui invece scopriva come avessero gravissime

    magagne nellanima.

    Mentre i giovani sfilavano, io leggeva sulla lor fronte: Immodestia - scandalo - malignit - superbia - ozio - gola -

    invidia - ira - spirito di vendetta - bestemmia - irreligione -

    disobbedienza - sacrilegio - furto.

    La mia guida mi fece osservare: Non tutti sono ora

    come li vedi, ma un giorno saranno tali se non mutano

    condotta. Molti di questi peccati non sono di per s gravi, ma

    sono per la causa ed i principii di terribili cadute e di eterna

    perdizione. Qui spernit modica, paulatim decidet. La golaproduce limpurit; lo sprezzo ai Superiori porta il disprezzo ai

    Sacerdoti ed alla Chiesa; e via discorrendo.

    Desolato a questo spettacolo presi il portafoglio, e ne

    trassi fuori la matita per scrivere i nomi dei giovani che

    conosceva e notare i loro peccati o almeno il vizio dominante di

    ciascuno; ch voleva avvertirli e cor- regerli. Ma la guida mi

    afferr il braccio e mi domand:Che fai!

    Scrivo ci che vedo loro stampato in fronte, sicch

    possa avvertirli, e si correggano.

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    Non ti permesso; rispose Parnico.

    Perch?

    Non mancano di mezzi per vivere scevri da queste

    malattie. Hanno le regole, le osservino; hanno Superiori, li

    obbediscano; hanno i Sacramenti, li frequentino. Hanno la

    confessione, non la profanino col tacere i peccati. Hanno la SS.

    Comunione, non la licevano con Panima brutta di colpa grave.

    Tengano custoditi gli occhi, fuggano i cattivi compagni, siastengano dalle cattive letture e dai cattivi discorsi, ecc., ecc.

    Sono in questa casa e le regole li salveranno. Quando suona il

    campanello siano pronti allobbedienza. Non cerchino

    sotterfugi per ingannare i maestri e cos stare in ozio. Non

    scuotano il giogo dei Superiori, considerandoli come

    sorvegliatori importuni, consiglieri interessati, come nemici, e

    cantando vittoria, quando riescono a coprire le loio magagne o

    a vedere impunite le loro mancanze. Siano riverenti epreghino volentieri in chiesa e in altri tempi destinati

    alPorazione senza disturbare e parlare. Studino nello studio,

    lavorino nel laboratorio e tengano un contegno decente.

    Studio, lavoro e preghiera: ecco ci che li manterr buoni.

    Non ostante questa negativa io continuai ancora a pregare

    istantemente la mia guida perch mi lasciasse scrivere quei

    nomi. E quella mi strapp di mano il portafoglio con

    risolutezza e lo gett per terra, dicendo:

    Ti dico che non occorre che tu scriva questi nomi.

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    I tuoi giovani con la grazia di Dio e colla voce della coscienza

    possono sapere quello che devono fare o fuggire.

    Dunque,dissi, non potr io manifestare alcuna cosa ai

    miei cari giovani'? Dimmi tu almeno ci che potr annunziar

    loro, quale avviso dare!

    Potrai dire, quello che ti ricordi, a tuo piacimento.

    Uva bella e rubiconda.

    E lasci calar il velo e di nuovo si scoperse dinanzi ai nostri

    occhi la vite, i cui tralci, quasi senza foglie, portavano una

    belluva rubiconda e matura. Mi accostai, osservai

    attentamente i grappoli e li trovai quali sembravano da lungi.

    Era un piacere vederli e davano gusto al solo mirarli. Tutto

    intorno spargevano un soavissimo odore.

    Lamico tosto alz il velo.Sotto quel pergolato cos esteso

    stavano molti nostri giovani che sono, furono, e saranno con

    noi. Erano bellissimi e raggianti di gioia.

    Questi, disse colui, sono e saranno coloro che mediante

    le tue cure fanno e faranno buoni frutti, coloro che praticano la

    virt e ti daranno molte consolazioni.

    Io mi rallegrai, ma restai nel tempo stesso afflitto, perch

    essi non erano poi quel numero grandissimo che sperava.

    Mentre li stava contemplando suon la campa-

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    na del pranzo ed i giovani se ne adarono. Eziandio i chierici si

    recarono alla loro destinazione. Guardai attorno e non vidi pi

    nessuno. Anche la vite coi suoi tralci ed i suoi grappoli era

    scomparsa. Cercai di quelluomo e pi non lo vidi. Allora mi

    svegliai e potei riposare alquanto.

    il PARTE - La grandine

    Grandine spaventosa, nera e rossa: immodestia e superbia

    Il 1 Maggio, venerd, Don Bosco continuava il racconto :

    Come vi ho detto ieri sera, io mi era svegliato

    parendomi di aver udito il suono della campana, ma tornai ad

    assopirmi e riposava con un sonno tranquillo, quando venni

    scosso per la seconda volta e mi sembr di trovarmi nella mia

    camera, in atto di sbrigare la mia corrispondenza. Uscii fuori

    sul poggiuolo, contemplai per un istante la cupola della chiesa

    nuova che sinnalza gigantesca, e discesi sotto i portici. A poco

    a poco arrivavano dalle loro occupazioni i nostri preti e i

    chierici che facevano corona intorno a me. Era questi erano D.

    Rua, D. Cagliero, D. Francesia e D. Savio. Io mintratteneva a

    parlare coi miei amici di cose diverse quando allimprovviso

    cambi scena. Scomparve la chiesa di M. Ausiliatrice,

    scomparvero tutti gli at-

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    fcuali edifzii dellOratorio, e ci siamo trovati innanzi alla

    vecchia casa Pinardi. Ed ecco nuovamente spuntare da terra

    una vite nello stesso posto che vidi la prima, quasi sorgesse

    dalle stesse radici, e questa elevarsi ad eguale altezza, quindi

    gettare fuori moltissimi tralci orizzontali distesi in un

    vastissimo spazio, i qua

    li si copersero di foglie, poi di grappoli e in ultimo vidi

    maturare le uve. Ma pi non comparvero le turbe dei giovani.I grappoli erano addirittura enormi come quelli della terra

    promessa. Gi sarebbe voluta la forza di un uomo per reggerne

    un solo. Gli acini erano straordinariamente grossi e di forma

    bislunga: il colore di un bel giallo doro: sembravano

    maturissimi. Uno solo avrebbe riempita la bocca. Avevano

    insomma laspetto cos bello che facevano venir laquolina e

    sembrava che ciascuno dicesse:Mangiami!

    Anche Don Cagliero osservava meravigliato quellospettacolo insieme con D. Bosco e cogli altri preti, e D. Bosco

    esclamava:Che uva stupenda!

    E Don Cagliero senza tanti complimenti si avvicin alla

    vigna,