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XXIII Congresso Nazionale CSeRMEG Costermano del Garda 28-29 ottobre 2011 Quale futuro per la gestione della cronicità ? Il punto di vista della Sanità Pubblica Riccardo Peasso Direttore Dipartimento Cure Primarie A.S.L. della Provincia di Mantova

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XXIII Congresso Nazionale

CSeRMEGCostermano del Garda

28-29 ottobre 2011

Quale futuro per la gestione della

cronicità ?

Il punto di vista della Sanità Pubblica

Riccardo PeassoDirettore Dipartimento Cure Primarie

A.S.L. della Provincia di Mantova

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argomenti della relazione

evoluzione demografica patologie croniche e disabilità Piano Sanitario Nazionale 2011 –

2013 gestione delle cronicità sistemi informativi a supporto delle

Cure Primarie esperienze ASL BS e ASL MN

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evoluzione demografica25 Paesi U.E.

anno 200618, 2 mln abitanti età >= 80 (4% tot )

Anno 201424, 1 mln abitanti età >= 80 (5,2% tot)

Anno 2025circa un terzo della popolazione europea avrà più di 60 anni

Progetto Healthy Ageing 2004-2007 cofinanziato dalla Commissione Europea

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Unione Europea

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ITALIA (www.demo.istat.it)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

anni

milioni di anziani in Italia - evoluzione 2000 - 2020

> 65

> 80

> 65 10,4 12,3 14,1

> 80 2,3 3,6 4,6

2000 2010 2020

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malattie croniche

malattia inguaribile con deviazione dalla normalità, caratterizzata da:

permanenza, disabilità residua, necessità di supervisione sanitaria e di

riabilitazione interpretazione/vissuto personale della

malattia

G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca

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l’approccio del medico

Malattia acuta Malattia cronicaResponsabilità diretta della gestione del paziente

Dirige il piano di cura, ma non è responsabile di esso. Paziente attivo

Guadagno secondario: la gratitudine del paziente genera soddisfazione dello staff

Non cura possibile. Stabilizzazione del quadro

Sensazione di onnipotenza, di essere di aiuto e salvare gli altri

Recidive ricorrenti possono essere frustranti

Risultati rapidamente visibili Decorso cronico e prolungato Interazione prolungata

G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca

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patologie croniche

… Le sindromi hanno soppiantato le malattie. Ciò impone una nuova e vivace capacità della medicina di superare i suoi tradizionali modelli per costruirne di nuovi …

(The end of the disease - Tinetti, Fried 2004)

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dis-abilitàDifficoltà a svolgere le attività della vita quotidiana normali per età, sesso e ruolo sociale: è una misura potente ed affidabile dello stato di salute perché è la “via finale comune” di tutte le fragilità e patologie. Circa il 20% degli anziani è cronicamente

disabile, circa il 30% ha limitazioni motorie, il 7-8% è affetto da demenza grave, il 20-33% ha deficit sensoriali.

Le donne, le minoranze etniche e le persone di basso livello socio-economico sono i gruppi di popolazione a rischio particolarmente elevato di disabilità G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca

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ITALIA evoluzione della disabilità(www.neodemos.it)

n. maschi disabili in Italia per età evoluzione 2005-2020

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000

65-69

70-74

75-79

80-84

85+

età

anziani

2020

2015

2010

2005

n. femmine disabili in Italia per età - evoluzione 2005-2020

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000

65-69

70-74

75-79

80-84

85+

età

anziane

2020

2015

2010

2005

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ITALIA evoluzione della disabilità“Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?”

F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it

Prima considerazione

ci si può attendere che gli anziani diventino disabili sempre più tardi

diminuisce la domanda di assistenza fino a soglie di età relativamente elevate (75-79 anni)

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ITALIA evoluzione della disabilità“Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?”

F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it

Seconda considerazione

nel prossimo decennio gli anziani disabili aumenteranno più velocemente degli anziani nel loro complesso

La disabilità tenderà a concentrarsi nelle età più avanzate

si dovrà rispondere a una domanda di assistenza complessa, espressa da una popolazione multicronica sempre più fragile, a cui la rete familiare informale, già ridotta di dimensioni e disponibilità, farà fatica a dare risposte adeguate

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patologie croniche invalidanti nell’anziano

Studio Longitudinale sull'Invecchiamento (ILSA: Italian Longitudinal Study on

Aging) patologie croniche invalidanti a elevata

frequenza nell’anziano, responsabili in larga parte della perdita di autonomia nelle persone anziane:demenza, parkinsonismo, ictus, sintomatologia depressiva, polineuropatie periferiche, cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, aritmie, arteriopatie periferiche, ipertensione, diabete, artrosi, broncopneumopatie croniche

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Demenze in ItaliaAlzheimer

“Il sole dietro la nebbia”Renato Bottura

età > 65>

80

% pazienti affetti da demenze sul totale della popolazione

10% 20%

tipo didemenza

% su totale demenze

Alzheimer 50%

pari al 5 % della popolazione di età > 65 aa

Multi-infartuale 15%

mista 15-20%

altre cause 15-20%

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Cesare Cislaghi – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (age.na.s)

Costi sanitari dell’invecchiamento e della non autosufficienza

Convegno : Terzaetà un mondo da scoprire, una risorsa da valorizzare – Roma 22 maggio 2008http://www.agenas.it/agenas_pdf/convegno_modelli_costi_anziani_assist_primaria/cislaghi.pdf

costi sanitari dell’invecchiamento

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la programmazione nazionale

http://www.agenas.it/agenas_pdf/181110_per_PSN.pdf

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Allegati PSN 2011-2013A) MUTAMENTI DEMOGRAFICI ED EPIDEMIOLOGICI

B) PATOLOGIE RILEVANTI MALATTIE CARDIOVASCOLARI MALATTIE ONCOLOGICHE CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE OBESITÀ DIABETE SALUTE MENTALE DIPENDENZE PATOLOGICHE ABUSO DI ALCOL TOSSICODIPENDENZE MALATTIE INFETTIVE MALATTIE RARE PAZIENTI AD ALTO GRADO DI TUTELA

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mutamenti demografici - anno 2009

Totale residenti in Italia 60,4 mln Incremento residenti 3,5 mln , di cui 1,9 mln soggetti

> 64 aanel decennio 2000-2009

Residenti >64 aa 20 % tot popolazione Residenti < 14 aa 14 % tot popolazione Indice vecchiaia (>64/<14) Anno 2009 144 (anno 2000)

127 Natalità 9,5 x 1.000 residenti Mortalità 9,8 x 1.000 residenti

Aspettativa di vita alla nascita 78,9 M 84,2 F (anno 2009)

74 M 80 F (anno 2000)

Aspettativa di vita a 65 aa 18,2 M 21,7 F (anno 2009)Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti demografici

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mutamenti epidemiologici

Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici

Elementi determinanti:

patologie degli anziani (che includono soprattutto malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurologiche),

ridotta natalità della popolazione italiana (che impone estrema attenzione alle condizioni di salute soprattutto nei riguardi della fertilità, della procreazione e dell’infanzia)

non trascurabile quota di popolazione immigrata da aree con caratteristiche epidemiologiche talvolta molto differenti dalle nostre e condizioni di vita in Italia sub-ottimali,

aumento continuo di condizioni cronico-degenerative che una volta insorte impongono assistenza sanitaria per il resto della vita e quindi un costante incremento di spesa, dalla necessità di integrare assistenza sociale e sanitaria per un efficiente utilizzo delle risorse.

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malattie cardiovascolari Sebbene il peso delle malattie cardiovascolari continui ad essere il

maggiore, osservazioni recenti indicano che tale trend non è irreversibile e che le azioni di prevenzione possono ancora più della terapia indurre riduzioni di incidenza molto favorevoli.

Ad esempio in Italia i tassi di mortalità per cardiopatia coronarica hanno avuto un andamento in discesa a partire dalla metà degli anni‟70, mantenendosi a livelli molto più bassi rispetto ai paesi del Nord Europa ed agli Stati Uniti.

Tale diminuzione è stata attribuita rispettivamente ai cambiamenti nei trattamenti e nei fattori di rischio nella popolazione, ma un‟analisi recente per il nostro Paese ha evidenziato che più della metà della riduzione (circa il 55%) è dovuta ai cambiamenti nei maggiori fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione italiana, principalmente la riduzione della pressione arteriosa (25%) e della colesterolemia totale (23%).

Circa il 40% della diminuzione è dovuta ai trattamenti specifici, principalmente trattamenti per lo scompenso cardiaco (14%) e terapie in prevenzione secondaria dopo un infarto del miocardio o una rivascolarizzazione (6%). Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici

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tumori I tumori in Italia, come nella maggior parte dei paesi

Europei, rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardio-vascolari.

Nel 2007, l‟anno più recente di aggiornamento delle statistiche ISTAT sulle cause di morte, si sono verificati circa 173.000 decessi per tumore, il 57% dei quali nella popolazione maschile.

Il maggior numero assoluto di decessi e‟ attribuibile ai tumori polmonari (33.200), seguono quelli del colon-retto (18.400), della mammella (12.000) e dello stomaco (11.000).

Oltre a queste, le sedi d‟insorgenza di tumore che comportano più di 5.000 decessi all‟anno sono: pancreas, prostata, fegato, leucemie e vescica.

Il complesso della patologia oncologica presenta in generale andamenti divergenti: in crescita per quanto riguarda l‟incidenza, in diminuzione la mortalità.

Da segnalare la continua ascesa della mortalità per tumore del polmone nelle donne e del melanoma della pelle negli uomini.

Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici

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consumo di farmaci in Italia anno 2008 mercato farmaceutico totale anno 2008 24,4 miliardi di

euro, di cui il 75% rimborsato dal SSN

spesa media per farmaci circa 410 euro/cittadino,

Farmaci di maggiore utilizzo 1. sistema cardiovascolare (copertura di spesa SSN di quasi il

93%)2. gastrointestinali (13% della spesa)3. sistema nervoso centrale (12,1%)4. antimicrobici (11%)5. antineoplastici (11%)

spesa pro capite assistibile di età >75 anni:oltre 12 volte maggiore di quella di assistibile di età compresa tra 25 e 34 anni

cittadini > 65 anni 60% della spesa (25% degli utilizzatori in questa fascia d‟età assumono mediamente nel corso di un anno più di 10 molecole diverse)

Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici

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prospettive In conclusione il quadro epidemiologico

nazionale presenta alcune modifiche che indicano importanti spazi per un miglioramento della salute degli italiani.

La quota di salute maggiore può essere guadagnata con attività di prevenzione primaria e secondaria

e in questo settore il SSN dovrà allargare il proprio impegno anche costruendo sinergie con settori extra-sanitari.

Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici

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gestire la cronicità

Chronic Care Model Edward H. Wagner, MD, MPH Director, MacColl Institute for Healthcare

Innovation

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i 6 elementi del C.C.M. (A) Le risorse della comunità. Per migliorare l’assistenza ai pazienti

cronici le organizzazioni sanitarie devono stabilire solidi collegamenti con le risorse della comunità: gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto, centri per anziani autogestiti.

Le organizzazioni sanitarie. Una nuova gestione delle malattie croniche dovrebbe entrare a far parte delle priorità degli erogatori e dei finanziatori dell’assistenza sanitaria. Se ciò non avviene difficilmente saranno introdotte innovazioni nei processi assistenziali e ancora più difficilmente sarà premiata la qualità dell’assistenza.

Il supporto all’auto-cura. Nelle malattie croniche il paziente diventa il protagonista attivo dei processi assistenziali. Il paziente vive con la sua malattia per molti anni; la gestione di queste malattie può essere insegnata alla maggior parte dei pazienti e un rilevante segmento di questa gestione – la dieta, l’esercizio fisico, il monitoraggio (della pressione, del glucosio, del peso corporeo, etc.), l’uso dei farmaci – può essere trasferito sotto il loro diretto controllo. Il supporto all’auto-cura significa aiutare i pazienti e le loro famiglie ad acquisire abilità e fiducia nella gestione della malattia, procurando gli strumenti necessari e valutando regolarmente i risultati e i problemi.G. Maciocco “Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona (person-focused care). pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011

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i 6 elementi del C.C.M. (B) L’organizzazione del team. La struttura del team assistenziale (medici di

famiglia, infermieri, educatori) deve essere profondamente modificata, introducendo una chiara divisione del lavoro e separando l’assistenza ai pazienti acuti dalla gestione programmata ai pazienti cronici. I medici trattano i pazienti acuti, intervengono nei casi cronici difficili e complicati, e formano il personale del team. Il personale non medico è formato per supportare l’auto-cura dei pazienti, per svolgere alcune specifiche funzioni (test di laboratorio per i pazienti diabetici, esame del piede, etc.) e assicurare la programmazione e lo svolgimento del follow-up dei pazienti. Le visite programmate sono uno degli aspetti più significativi del nuovo disegno organizzativo del team.

Il supporto alle decisioni. L’adozione di linee-guida basate sull’evidenza forniscono al team gli standard per fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici. Le linee-guida sono rinforzate da un’attività di sessioni di aggiornamento per tutti i componenti del team.

I sistemi informativi. I sistemi informativi computerizzati svolgono tre importanti funzioni: 1) come sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad attenersi alle linee-guida; 2) come feedback per i medici , mostrando i loro livelli di performance nei confronti degli indicatori delle malattie croniche, come i livelli di emoglobina A1c e di lipidi; 3) come registri di patologia per pianificare la cura individuale dei pazienti e per amministrare un’assistenza “population-based”. I registri di patologia – una delle caratteristiche centrali del chronic care model – sono liste di tutti i pazienti con una determinata condizione cronica in carico a un team di cure primarie.G. Maciocco - Dipartimento di Sanità Pubblica, Università di Firenze “Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona (person-focused care). pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011

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Nuovo Sistema Informativo Sanitario

Prevedere strumenti finalizzati a governare la crescente domanda di assistenza sanitaria di lungo periodoPrevedere strumenti finalizzati a supportare la cura del paziente, con particolare riferimento alla cronicità, privilegiando quanto più possibile, quale luogo di cura, il domicilio

ASSI DI INTERVENTO PRIORITARI

Rio

rgan

izza

zio

ne d

ella r

ete

d

i assis

ten

za t

err

itori

ale

Sistemi informativi a supporto dei diversi nodi della rete

Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute

SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011

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Parlare di sistemi informativi in sanità vuol dire parlare di due mondi diversi, sebbene collegati: uno più orientato al GOVERNO del SSN, l’altro alla CURA del PAZIENTE. La cornice di riferimento a livello nazionale è il NSIS

La cornice di riferimento a livello nazionale

Sistemi orientati al GOVERNO del

SSN

Sistemi orientati al SUPPORTO alla

CURA

Monitoraggio

evoluzione rete di offerta

MONITORAGGIO dei LEA

Definizione

fabbisogno

Analisi domanda soddisfatt

a

e-HEALTH

Dematerializzazione documentazione clinica

Possibilità per gli operatori di interagire on-line

Aumento qualità servizio al paziente

FSE CUPe-

Prescription

Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute

SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011

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Grazie alle informazioni attualmente disponibili, nell’ambito della Commissione per la definizione e l’aggiornamento dei LEA, è stata definita una metodologia per l’osservazione integrata di fenomeni relativi al paziente

Studiare la variabilità della domanda soddisfatta per MMG attraverso lo studio integrato dei fenomeni incentrati sul paziente

Assistiti per MMG

Do

ma

nd

a s

od

dis

fatt

a

MMG x

Ciascun MMG viene posizionato in funzione del numero di assistiti e delladomanda “soddisfatta” pro capite standardizzata per età e genere

Per domanda soddisfatta si intende la valorizzazione in € delle prestazionierogate agli assistiti di ciascun MMG, non generata necessariamente dal MMG stesso

OBIETTIVO

Assistito

Ass. Ospedaliera

Ass. Farmaceutica

Ass. Ambulatoriale

Ass. Domiciliare

Ass. Residenziale

Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute

SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011

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Strumenti a supporto dell’attività dei

MMG

30

Attraverso la raccolta di dati sulle prestazioni erogate ai singoli assistiti e la successiva standardizzazione sarebbe possibile mettere a punto uno strumento di autovalutazione per il MMG

MMGNR di assistiti

Mario Bianchi750

Periodo di analisi: 1^ trimestre anno XXXX

Liv di assistenzaValore rilevato1

Valore riferimento

Scostamento

Ambulatoriale 160 200 OK

Farmaceutica 220 250 OK

Ospedaliera 500 400 ?

1-Consumo procapite standardizzato (€/assistito)

Lo scambio puntuale di dati tra tutti i soggetti interessati contribuisce ad un costante miglioramento della qualità della pratica clinica, supportando l’analisi, la modellizzazione e la standardizzazione di percorsi

terapeutici

ASL

MMGMMG ASSISTITOASSISTITO

Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute

SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011

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L’esperienza dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie

cronicheriferimenti sito web ASL BS http://www.aslbrescia.it/bin/index.php?id=1567

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

Livelli informativi 1° livello: singoli archivi ASL “di esercizio”

Farmaci Specialistica ambulatoriale Pronto Soccorso Ricoveri

2° livello: archivi ASL integrati Banca Dati Assistito

3° livello: archivi informatici dei MMG aggregati

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Progettazione azioni di “regia” dell’ASL con coinvolgimento degli attori

PDT Territorio – Ospedale Strumenti professionali di riferimento Ritorni informativi personalizzati Formazione e aggiornamento Confronto tra pari

Verifica e riprogettazione sulla base dei riscontri

Una “Regia di sistema” delle patologie cronichea rilevante impatto sanitario - sociale - economico

Sistema informativo integrato per un monitoraggio permanente e complessivo delle patologie croniche

Conoscere la propria realtà

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Brescia --- Roma 11 giugno 2011

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Brescia --- Roma 11 giugno 2011

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Brescia --- Roma 11 giugno 2011

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Esempiodi Ritorno Informativ

o Personaliz

zatoai MMG

dell’ASL di Bresciarelativo

alla prevalenz

adei malati

cronicipresi in carico

(secondo

BDA) Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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Metodologia di audit clinico dei MMG sulle malattie croniche adottata nell’ASL di Brescia

I MMG estraggono dalle proprie cartelle, mediante apposite “query”, il report informatico (anonimizzato) contenente informazioni protocollate relative ai propri assistiti

Lo inviano al Dipartimento Cure Primarie dell’ASL in forma criptata, mediante il Sistema Informatico Socio Sanitario della Regione Lombardia (SISS)

I dati vengono quindi elaborati presso il Dipartimento Cure Primarie producendo un report generale ed uno per ogni MMG

Ad ogni MMG viene inviato un Ritorno Informativo Personalizzato con il confronto dei propri indicatori rispetto a quelli dell’intero gruppo per consentire l’analisi e il confronto secondo i principi generali del clinical audit

A livello distrettuale, i MMG si confrontano “tra pari” all’interno di piccoli “Gruppi di Miglioramento”, sulla base dei Ritorni Informativi Personalizzati

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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3,7%

11,1%

43,5%

54,3%

60,5%59,3%

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

dicembre 2005 dicembre 2006 dicembre 2007 dicembre 2008 dicembre 2009 dicembre 20100%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

n. MMG % pop sul totale ASL (>14anni)

Evoluzione temporale del numero di MMG dell’ASL di Brescia partecipanti al conferimento dati per il Governo Clinico

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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Esempio di risultato documentato:miglioramento degli indicatori di processo nell’ipertensione

Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di BresciaUn sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011

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L’esperienza dell’ASL di MantovaProgetti con i Medici di Medicina Generale

ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie

l’ASL di Mantova ha partecipato al Progetto regionale Rischio Cardiocerbro Vascolare - Lombardia Orientale (CCV-LO), avviato nel 2007 e conclusosi nel 2009, finalizzato al consolidamento degli

interventi di prevenzione e contrasto di tali patologie promuovendo lo sviluppo di:• strumenti professionali di governo clinico della

patologia cardiocerebrovascolare da parte dei MMG;

• meccanismi di integrazione dei nodi della rete degli attori coinvolti nella gestione delle fasi di esordio degli accidenti cardiocerebrovascolari maggiori;

• strumenti per la promozione/prescrizione di stili di vita a valenza preventiva.

Nell’ambito del Progetto è stato predisposto il manuale “ LO STILE DI VITA COME TERAPIA”, che fornisce specifici elementi informativi ai Medici di Famiglia e Medici Specialisti per la prescrizione di corretti stili di vita non solo alla popolazione in buona salute, ma anche ai soggetti affetti da patologie dismetaboloche e cardiocerebrovascolari.

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CONTINUITÀ ASSISTENZIALE OSPEDALE -TERRITORIO IN ETÀ EVOLUTIVA PER PATOLOGIA CRONICA (con A.O. Poma di Mantova)

Appropriatezza prescrittivaProtocolli Diagnostici Terapeutici su:

Obesità Asma Allergopatie

Trasmissione di report mensili informatizzati relativi a: Bilanci di salute Bilanci al cronico (asma, sovrappeso, patologie croniche) Prestazioni di particolare impegno

Gruppi di educazione terapeutica al corretto stile di vita rivolti ai bambini in eccesso ponderale

PREVENZIONE E TRATTAMENTO ECCESSO PONDERALE

Promozione dell’ottavo bilancio di salute (5-6 anni) Attività ambulatoriale e counselling su stili di vita sani (corretta alimentazione e attività motoria)Presa in carico assistiti da 2 a 14 anni in eccesso ponderale attraverso il bilancio al cronico

L’esperienza dell’ASL di MantovaProgetti con i Pediatri di Famiglia

ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie

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L’esperienza dell’ASL di MantovaProgetti con i Medici di Continuità Assistenziale

Progetto “fragili”

Integrazione dei Medici di Continuità Assistenziale con la rete dei Servizi Sanitari per

l’assistenza ai pazienti “fragili”

Scopo del progetto è la realizzazione di una maggiore integrazione dei Medici di Continuità Assistenziale con le altre componenti delle cure primarie

Il progetto è rivolto a pazienti che si trovano nelle condizioni di elevato rischio di instabilità clinica per patologie complesse e invalidanti con elevata necessità assistenziale o a rischio di riacutizzazioni o di ospedalizzazione.

Obiettivi primari :

Assicurare l’intervento appropriato del medico in caso di bisogno manifestato durante gli orari di attivazione della Continuità Assistenziale

evitare il ricorso improprio ai servizi ospedalieri

Azioni programmate

Tempestiva messa a disposizione dei Medici di Continuità Assistenziale di informazioni cliniche relative a “soggetti fragili”

Per fruire di tali informazioni, i Medici di Continuità Assistenziale potranno accedere, con modalità telematica, a banche dati appositamente predisposte.

ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie