X AGOSTO: PREMIO “GOCCIA D’ORO” - Notizie da Rocca … · 2014-08-04 · James Hilton, è uno...

16
Carissimi amici de “Lo Sperone” e dell’Associazione culturale “Mons. G. Centra”, domenica X agosto, alle ore 21, a Rocca Massima, nel “Parco della Memoria”, messo a disposizione dal- l’Amministrazione Comunale e dai curatori (“Pro Loco”), celebreremo la XII edizione del Premio “Goccia d’Oro”, concorso di poesia (adulti e ragazzi) e di fotografia. Quest’anno la partecipazione è ancora aumentata per la poesia, per la sezione adulti e soprattutto per la sezione ra- gazzi che ha fatto un balzo di circa 150 partecipanti in più rispetto al- l’anno scorso. Ciò non solo ci fa molto piacere ma sta anche a testimoniare la validità della nostra iniziativa e la stima degli insegnanti e docenti che seguono i ra- gazzi partecipanti. Tali insegnanti ve- dono la partecipazione al concorso di poesia come un’occasione per i ra- gazzi a fare un passo avanti e aggiun- gere qualche cosa di più alla loro preparazione scolastica, soprattutto per quanto concerne la lingua italiana. Il X agosto sarà una festa per tutti: per gli adulti concorrenti che potranno avere un responso, sulla loro capacità di poetare, da una commissione di per- sone competenti, assolutamente auto- nome nei loro giudizi. I ragazzi, da parte loro, rappresentati dai 12 vinci- tori, potranno dare sfogo alla loro gioia per aver lavorato e fatto qualche sacrificio che poi è stato ricompen- sato; per loro non finirà tutto quella sera, perché andremo a premiarli nelle loro scuole e ogni volta sarà una festa e uno stimolo anche per chi non ha partecipato. Mediante questo mensile, voce del- l’Associazione e di tutti i suoi iscritti, desidero ringraziare anzitutto i mem- bri dell’Associazione (specialmente il Direttivo) e tutti coloro che, in qual- siasi modo hanno “reclamizzato” il concorso o aiutato i partecipanti; un grazie sentito a tutti gli amici che ci sostengono, dalla Valle d’Aosta alla Mensile dell’ associazione culturale “Mons. Giuseppe Centra” ROCCA MASSIMA VELLETRI ricordato don Abbing ROCCA MASSIMA Estate rocchigiana CORI-GIULIANELLO ragazzi premiati Anno 14 numero 8 Associazionismo è confronto Sabato 2 Agosto 2014 X AGOSTO: PREMIO “GOCCIA D’ORO” Sommario X Agosto: “Premio Goccia d’Oro” 1 Invito alla lettura 2 Volo dell’angelo: quasi pronti 2 Tra natura e leggenda 3 Estate rocchigiana - Programma 4 Rocca Massima: che bel paesino! 5 Gita a Norcia 6-7 Momenti di gioia 8-9 Definizione del coraggio 9 Lingua e linguaccia 10 La Nuova Musa 11 14 lauree! 11 Ricordo di don Abbing 12 Giornata della memoria 12 Lettere al giornale 13 Lungaggini nella sanità 13 Artenelterritoriopontino… ed oltre 14 Scuole di Cori premiate 15 Le ricette della massaia 15 Voti si o voti no? 16 Sicilia, dalle scuole primarie alle se- condarie di primo e secondo grado. Di fronte a molte scuole in crisi, tutte quelle che hanno partecipato, dai con- tatti personali avuti, ci hanno data la chiara impressione positiva di atten- zione, disponibilità, competenza e de- dizione agli alunni. Grazie ancora a loro e ai dirigenti sempre cortesi e di- sponibili. Il catalogo con le migliori poesie e fo- tografie sarà disponibile già la sera del X agosto e sarà la dimostrazione pal- pabile del buon lavoro fatto. A tutti ancora un ringraziamento, con la speranza di incontrarci il X agosto sera. Prof. Enrico Mattoccia presidente Ass.ne “Mons. G. Centra” “POSTE ITALIANE - Spedizione in A.P. Tassa Pagata 70% art. 2 L 662/96 DC Latina” “In caso di mancato recapito inviare al CPO di Latina per la restituzione al mittente previo pagamento resi”

Transcript of X AGOSTO: PREMIO “GOCCIA D’ORO” - Notizie da Rocca … · 2014-08-04 · James Hilton, è uno...

Carissimi amici de “Lo Sperone” edell’Associazione culturale “Mons. G.Centra”, domenica X agosto, alle ore21, a Rocca Massima, nel “Parco dellaMemoria”, messo a disposizione dal-l’Amministrazione Comunale e daicuratori (“Pro Loco”), celebreremo laXII edizione del Premio “Gocciad’Oro”, concorso di poesia (adulti eragazzi) e di fotografia. Quest’anno la partecipazione è ancoraaumentata per la poesia, per la sezioneadulti e soprattutto per la sezione ra-gazzi che ha fatto un balzo di circa150 partecipanti in più rispetto al-l’anno scorso.Ciò non solo ci fa molto piacere masta anche a testimoniare la validitàdella nostra iniziativa e la stima degliinsegnanti e docenti che seguono i ra-gazzi partecipanti. Tali insegnanti ve-

dono la partecipazione al concorso dipoesia come un’occasione per i ra-gazzi a fare un passo avanti e aggiun-gere qualche cosa di più alla loropreparazione scolastica, soprattuttoper quanto concerne la lingua italiana.Il X agosto sarà una festa per tutti: pergli adulti concorrenti che potrannoavere un responso, sulla loro capacitàdi poetare, da una commissione di per-sone competenti, assolutamente auto-nome nei loro giudizi. I ragazzi, daparte loro, rappresentati dai 12 vinci-tori, potranno dare sfogo alla lorogioia per aver lavorato e fatto qualchesacrificio che poi è stato ricompen-sato; per loro non finirà tutto quellasera, perché andremo a premiarli nelleloro scuole e ogni volta sarà una festae uno stimolo anche per chi non hapartecipato.Mediante questo mensile, voce del-l’Associazione e di tutti i suoi iscritti,desidero ringraziare anzitutto i mem-bri dell’Associazione (specialmente ilDirettivo) e tutti coloro che, in qual-siasi modo hanno “reclamizzato” ilconcorso o aiutato i partecipanti; ungrazie sentito a tutti gli amici che cisostengono, dalla Valle d’Aosta alla

Mensile dell’ associazione culturale “Mons. Giuseppe Centra”

ROCCA MASSIMA

VELLETRIricordato don Abbing

ROCCA MASSIMAEstate rocchigiana

CORI-GIULIANELLOragazzi premiati

Anno 14 numero 8 Associazionismo è confronto Sabato 2 Agosto 2014

X AGOSTO: PREMIO “GOCCIA D’ORO” 

Sommario

X Agosto: “Premio Goccia d’Oro” 1Invito alla lettura 2 Volo dell’angelo: quasi pronti 2Tra natura e leggenda 3Estate rocchigiana - Programma 4Rocca Massima: che bel paesino! 5Gita a Norcia 6-7Momenti di gioia 8-9Definizione del coraggio 9Lingua e linguaccia 10La Nuova Musa 1114 lauree! 11Ricordo di don Abbing 12Giornata della memoria 12Lettere al giornale 13Lungaggini nella sanità 13Artenelterritoriopontino… ed oltre 14Scuole di Cori premiate 15Le ricette della massaia 15Voti si o voti no? 16

Sicilia, dalle scuole primarie alle se-condarie di primo e secondo grado.Di fronte a molte scuole in crisi, tuttequelle che hanno partecipato, dai con-tatti personali avuti, ci hanno data lachiara impressione positiva di atten-zione, disponibilità, competenza e de-dizione agli alunni. Grazie ancora aloro e ai dirigenti sempre cortesi e di-sponibili.Il catalogo con le migliori poesie e fo-tografie sarà disponibile già la sera delX agosto e sarà la dimostrazione pal-pabile del buon lavoro fatto.A tutti ancora un ringraziamento, conla speranza di incontrarci il X agostosera.

Prof. Enrico Mattocciapresidente Ass.ne “Mons. G. Centra”

“POSTE ITALIANE - Spedizione in A.P. Tassa Pagata 70% art. 2 L 662/96 DC Latina”“In caso di mancato recapito inviare al CPO di Latina per la restituzione al mittente previo pagamento resi”

PAGINA 2

James Hilton, è uno dei romanzierimoderni più conosciuto in tutto ilmondo. Il fatto che dai suoi scrittisiano stati tratti film di successo comeOrizzonte perduto, La contessa Ales-sandra, Addio Mister Chips, ha indub-biamente contribuito alla sua notorietàma, al di là di questo, gli va ricono-sciuta tutta la bravura nel saper mira-bilmente miscelare, nei suoi racconti,avventura e sentimento. “Addio, mi-

ster Chips!”, il suo romanzo che vipropongo questo mese, è forse l’operanella quale più emergono queste qua-lità. È una storia in cui emerge la deli-cata umanità del professor Chips,docente nel collegio di Brookfield.Una bella figura di uomo che puravendo grandi qualità non si dannal’anima per cercare onore e denaro.Amato dai colleghi e dagli alunni per

la sua disponibilità, per il suo spiritoarguto e, soprattutto, per il “sensodelle proporzioni”; la sua filosofia delvivere quotidiano è fondata sull’ironiae sugli insegnamenti delle esperienzeche, col passar del tempo danno ilvero significato alle cose e agli eventi.

Non leggo per imparare,leggo per vivere (Flaubert)

“…..una delle amabili gioie dell’in-vecchiare è appunto quella di accre-scere sempre la lista delle inezie di cuinon ci si cura, cosicché si trova iltempo da dedicare a quelle che nonsono inezie”. Il libro si struttura in dueparti: nella prima parte si ripercorronole vicende della vita di Chips che nonsono altro che la sovrapposizione allevicende della scuola di Brookfield conl’eccezione del breve lampo del suoamore con Katherine bruscamente in-terrotto dalla morte per parto delladonna; nella seconda parte con il titolo“Ghirlanda per mister Chips” vengonoriportati alcuni episodi della sua vitache ne mettono in luce la profondaumanità nell’esercizio del suo lavorodi insegnante.

Remo Del Ferraro

La Biblioteca: invito alla lettura“Addio, mister Chips!” di James Hilton

IL “VOLO” SCALDA I MOTORII lavori per il “volo dell’Angelo” continuano senza sosta! Finalmente si incominciano avedere i primi risultati del gran lavoro che gli addetti stanno facendo per rispettare itempi di consegna. Nei giorni scorsi sono stati terminati i basamenti in cemento armatospeciale dove sono stati collocati i piloni nei quali, lo scorso 25 luglio un elicottero ap-positamente attrezzato ha posizionato il “cavo pilota” partendo dal punto di lancio diRocca Massima sino all’arrivo in località Le Fevora. Poi, con vari passaggi, si procederàa collocare il cavo principale cioè quello nel quale si agganceranno i “temerari” volatori.Tempo permettendo e salvo imprevisti la consegna alla Società “Maxima”, titolare del-l’impianto, dovrebbe avvenire a ridosso del Ferragosto e quindi l’inaugurazione ci saràpresumibilmente nell’ultimo fine settimana di agosto. Come già più volte scritto questoimpianto a fune aerea denominato “Flying in the Sky”, noto comunemente come “Il volodell’angelo”, sarà il terzo in Italia (dopo Pietrapertosa (PZ) e Albaredo (SO) e il 16° co-struito nel mondo ma avrà il primato di essere il più lungo di tutti con i sui 2.213 metridi cavo ad estensione unica. Siamo tutti in speranzosa attesa, incrociamo le dita e spe-

riamo di potervi dare un ampio resoconto dell’inaugurazione nel prossimo numero di settembre. (A.A.)

Contrada Boschetto, 53 - ROCCA MASSIMA (LT)Tel. (+39) 06.9664152 - Fax (+39) 06.9665388

e-mail: [email protected] page: www.olivelucarelli.it

LUCARELLI ALFERINO s.r.l.

Da 60 anni, la qualità e la genuinitàdei nostri prodotti sulla vostra tavola.

PAGINA 3

la regressione dei gelonie degli edemi dovutialla stasi della circola-zione del sangue. L’in-fuso ha anche azionediuretica e depurativa.Forse per tutte questepreziose qualità, dalle

nostre parti, è chiamata anche “semesanta”. L’elicriso viene chiamato anche Erbadella Madonna, perchè secondo una an-tica leggenda la Madonna sopra di essoavrebbe steso i panni di Gesù e, grazie aquesto gesto, la pianta avrebbe acquisitoil caratteristico profumo. In una leg-genda si parla di una ninfa dai capellid’oro follemente innamorata di un dioma non corrisposta. La pietà degli deifece sì che, prima di morire, fosse tra-sformata in elicriso.Questa pianta compare nei riti magici in-sieme ad altri fiori; dopo aver lasciatoessiccare un mazzetto di elicriso pertutto l’anno, se si brucia in un falò du-rante la notte di S. Giovanni, presto si in-contrerà l’anima gemella. Un uso piùpratico dell’elicriso è quello di metteremazzetti dei suoi fiori tra gli abiti per al-lontanare tarli e tignole.L’altra pianta di cui parleremo questomese è l’ACHILLEA MILLEFOLIUM,molto comune lungo i margini erbosidelle strade, così frequente da passarequasi inosservata. Ha fiori piccoli riunitiin capolini che a loro volta formano in-fiorescenze corimbose che vanno dal

bianco al rosa chiaro. Le sue foglie sonomolto frastagliate e hanno quasil’aspetto di una piuma. Osservarle atten-tamente può aiutare a distinguere questapianta dalle ombrellifere più comunicome il sedano selvatico o la cicuta chesono anch’esse molto frequenti sui bordidelle nostre strade di montagna.È una pianticella nobile, come è facilecapire dal suo nome: una leggenda narrache l’eroe greco Achille, avendone ap-preso le proprietà terapeutiche dal cen-tauro Chirone, secondo la tradizione,inventore dell’arte medica, la utilizzòdurante una battaglia per curarsi le ferite.In effetti, oltre ad avere altre virtù, è an-tisettica, cicatrizzante e astringente esino al XVIII secolo era adoperata perdisinfettare e rimarginare le ferite deicombattenti. I Celti l’apprezzavano tal-mente che la raccoglievano con un ritoparticolare. Gli Irlandesi, che sono diorigine celtica, la usavano anche perscacciare il malocchio e le malattie ingenere e per proteggere una personadalle malignità del sesso opposto. Incampagna viene ancora utilizzata met-tendone un sacchetto nella botte perchèsembra che abbia la proprietà di conser-vare il vino.Questa pianta per il fatto di essere un ot-timo vulnerario (che cicatrizza cioè pia-ghe e ferite con applicazioni all’esterno)in passato è stata considerata l’erba em-blematica di guerrieri e spadaccini.

Luciana Magini

AGOSTO

ELICRISO

Passeggiando per la via che da RoccaMassima conduce a Cori, nelle zone roc-ciose e assolate si possono notare dei ce-spuglietti di colore bianco argentato elanoso, con fiori a capolino, riuniti in co-rimbri di colore giallo oro. Siamo difronte alla pianta dell’ELICRISO (HE-LICHRYSUM ITALICUM) dal pro-fumo intenso e piacevole che sa quasi diliquirizia e i cui fiori sono conosciuticome “sempre vivi o immortali” per laloro consistenza cartacea, che si possonofacilmente essiccare e utilizzare comefiori invernali, per mazzolini, coroncine,composizioni floreali varie e, i soli ca-polini, per profumare e decorare i pot-pourri. Questa specie che troviamo dallenostre parti è una delle circa cinquecentoche appartengono alla famiglia delleAsteracee. Il suo nome deriva etimolo-gicamente dalle parole greche helios echrysos, che significano sole e oro conchiara allusione al colore dei capolini.Questo cespuglio, che deve il suo pro-fumo ad un olio essenziale, l’elicrisina,sembra a prima vista piuttosto insignifi-cante ma i principi attivi del suo olio es-senziale hanno grandi capacità terapeu-tiche: possono essere usati come balsa-mico contro la tosse e il catarro bron-chiale (tanto che in alcune regioni questapianta viene chiamata “erba respiro”),nelle malattie della pelle, per lenire leustioni, curare gli eritemi solari, aiutare

TRA NATURA E LEGGENDAa cura della professoressa Luciana Magini

Gli articoli di questa rubrica sono dedicati soprattutto a coloro che amano passeggiare tra i boschi o lungo le strade che daRoccamassima portano a Segni, a Cori o a Giulianello, per scoprire che anche piante poco appariscenti hanno una loro bel-lezza, una loro importanza in fitoterapia e spesso nei tempi passati sono state usate come unici rimedi medicinali dai nostriantenati. Erano conosciute già nell’antichità e chi ne possedeva i segreti era una persona privilegiata con in mano grandi po-teri. Intorno a queste piante sono nate leggende e storie che vi proponiamo, mentre voi osservate lo spettacolo della naturache vi circonda e che cambia in ogni stagione dell’anno.

PAGINA 4

ESTATE ROCCHIGIANA 2014

Programma

AGOSTO

Ven. 1 - Ore 09:00 - Inaugurazione del Museo: “La grotta dell’Arcangiolodoro”.

Ore 22:00 - Notte Brava tra le stelle - concerto in Piazza con: “Coez in Tour” .

a seguire: “Passeggiata tra le stelle” con il prof. Miccoli

Sab. 2 e Dom. 3 Festa in onore di Sant’Antonio da Padova a Boschetto

Gio. 7 - Ore 09:00 - Passeggiata in Montain Bike

Ore 20:00 - Apericena al Parco della Memoria con musica Jazz dal vivo con i “Dionisius”

Ven. 8 - Ore 21:30 - Musica in piazza “Stornelli Romaneschi” con Albina e NeroneSab. 9 - Ore 17:30 - “Lectura Dantis” con il dantista prof. Aldo Onorati

Ore 21:30 - XV Rassegna Organistica Internazionale organista M° Ansgar WallenhorstDom. 10 Ore 21:00 - Premiazione del “Premio Goccia D’Oro” e spettacolo musicale di Sabrina Brodosi Lun. 11 - Ore 06:00 - Escursione a Monte Lupone

Ore 21:00 - “Waz…Zappe”, spettacolo del gruppo teatrale “Chi dice donna”Mar. 12 - Ore 09:00 - Bambini pasticcieri in piazza

Ore 22:00 - Gara di Karaoke in Piazza

Mer. 13 - Ore 21:00 - “Poesie della memoria” presso il Parco della Memoria

Gio. 14 - Ore 10:00 e ore 17:00 - “Grande Concerto Bandistico città di Ailano” in PiazzaOre 22:00 - Musica in piazza con il gruppo “Fabbricastorie”

Ven. 15 - Ore 08:00 - Ciambelle in piazza e Pesca con ricchi premiOre 21:00 - Arrosticini e pannocchie abbrustoliteOre 22:00 - Musica in piazza con la band “Io ci sto” - Omaggio a Rino Gaetano

Sab. 16 - Ore 21:30 - XV Rassegna Organistica Internazionale - Maratona organistica con:il M° Alessio Colasurdo e il M° Marialuisa Veneziano

Ore 22:00 - Semifinale del Karaoke

Dom. 17 - Ore 16:00 - Giochi popolari in piazzaOre 18:00 - Panzanella al metroOre 21:00 - Premiazione del Memorial “Gianfranco Brodosi”

Lun. 18 e Mar. 19

dalle ore 20:00 - “Antichi Sapori in RockMassima”, percorso Enogastronomico Musicale nei vicoli del Centro Storico

Gio. 21 - Ore 21:30 - XV Rassegna Organistica Internazionale, organista M° Liudmilla MatsyuraSab. 23 - Ore 15:00 - “Caccia al Tesoro”

Ore 21:00 - Finale del Karaoke

Gio. 28 - Ore 17:30 - Presentazione del libro “Nel riflesso dei giorni” di Carmelo Salvaggio Sab. 30 - Ore 21:30 - XV Rassegna Organistica Internazionale, organista M° Oliver LatryiDom. 31 - Festa in onore di San Michele Arcangelo patrono di Rocca Massima

SETTEMBRE

Sab. 6 - Ore 21:30 - XV Rassegna Organistica Internazionale, organista M° Matteo ImbrunoLun. 8 - Ore 08:00 - Partenza per il tradizionale Pellegrinaggio al Santuario

della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano (RM).OTTOBRE

Sab. 18 e Dom19 - IX “Sagra dei Marroni”

******************

L’Amministrazione Comunale e le Associazioni operanti sul territorio di Rocca Massimaaugurano ai residenti e ai graditi ospiti villeggianti una estate serena e rilassante

PAGINA 5

Quando sinasce in unpiccolo paesedi montagnama soprattuttoquando si de-cide di viverciper sempre sifa una scelta divita ma si devemettere anche

in conto che si dovranno affrontare nume-rosi sacrifici, sia dal punto di vista econo-mico, che da quello pratico di tutti i giorni.Abitare a Rocca Massima può sembrare,ai più, una bella cosa: paese tranquillo,aria buona, ambiente salubre, lontano“mille miglia” dal caotico traffico dellegrandi città, insomma una vera e propria“isola felice”! Purtroppo cosi non è oquantomeno non è proprio tutto così bellocome quello che può apparire agli occhidi chi vi trascorre soltanto qualche giornoe soprattutto nel periodo estivo. Certa-mente il problema non è solo di RoccaMassima, esso è riferito a tutti i piccoli co-muni montani che hanno visto, special-mente nel periodo postbellico, uninesorabile spopolamento verso le città.Una celebre canzone portata al successodai “Ricchi e Poveri” a metà degli anni‘70 recitava cosi: “Paese mio che staisulla collina, disteso come un vecchio ad-dormentato, la noia e l’abbandono sonola tua malattia, paese mio ti lascio e vadovia…”. Era proprio questo il vero pro-blema che si ponevano quanti decidevanodi lasciare il paesello d’origine per cercarfortuna altrove magari perché avevanotrovato un posto sicuro in fabbrica. AncheRocca Massima, ahimè, ha vissuto questo“dramma”! Dei circa 1600 abitanti che lapopolavano a metà degli anni ‘50, attual-mente, nel vecchio Borgo, ne sono rima-

sti poco meno di 400 poiché gli altri sonoemigrati sia nelle città limitrofe che nellenostre Contrade più a valle. È pur vero chevivere in città comporta qualche inco-modo perchè gli affitti o l’acquisto di unacasa sono senz’altro molto più cari che inpaese; il tenore di vita è più dispendioso elogicamente il modo di vivere è più cao-tico; però i disagi che hanno coloro chedecidono di restare in paese sono di certorilevanti anch’essi. La vita sociale, spe-cialmente in inverno, non esiste per nienteo quasi. Coloro che desiderano andare ateatro, cinema o in un qualsiasi localesono costretti a scendere in città. Se si hail bisogno di una farmacia, di acquistareun vestito, un paio di scarpe, andare dalparrucchiere, dal meccanico, dal tabac-caio, dal benzinaio ecc. la storia è semprela stessa, dobbiamo andare nelle cittadinelimitrofe! Comunque la rigiriamo siamocostretti a prendere l’auto e percorrere di-versi chilometri con relative spese aggiun-tive a quelle normali per gli acquisti. Nonparliamo poi dei costi che si sostengonoper recarsi al posto di lavoro (per chi cel’ha…!). Coloro che abitano in città uti-lizzano l’auto molto spesso per pura co-modità e non certo per necessità perchéhanno a disposizione tram, bus, metropo-litane e, al limite, anche il taxi. Alla luce ditutto questo mi domando: come si fa atrattenere i giovani, magari giovani sposi,in paese? Una mia personale risposta cisarebbe: ritengo che si dovrebbero faredelle leggi “ad hoc” atte a sostenere co-loro che decidono di restare in un piccolocomune montano e questo perché le spesedi conduzione ordinaria che si hannosono, senza ombra di dubbio, maggiori ri-spetto a quelle di chi risiede in grossi cen-tri. I legislatori dovrebbe sostenere coloroche, con la loro presenza o residenza, ten-gono ancora in vita i piccoli paesi. Si po-

trebbero favorire con agevolazioni fiscalicome per esempio: abbattere i costi diTasi, Tarsi, Imu o quant’altro, potersi sca-ricare dalle tasse il pagamento del bolloauto, proporre tariffe agevolare per i car-buranti, il gas sia domestico che da tra-zione, insomma tagliare i salatissimi costiche ha una famiglia abitante in localitàmontane rispetto agli altri cittadini di “pia-nura”. Se si potesse arrivare a tutto questosarebbe un ottimo viatico per disincenti-vare lo spopolamento dei piccoli centrimontani e tra questi anche Rocca Mas-sima. Anzi potrebbe verificarsi il tanto au-spicato ripopolamento dovuto, magari,proprio a questi incentivi. Ma si sa, tra ildire e il fare c’è di mezzo il mare e lebuone proposte quasi mai vengono presein considerazione, allora che fare? Beh,quando qualcuno dirà: “Beati voi chestate in questo bel paesino”. Vi suggeri-sco di rispondere con calma e garbo:“Beati? Non credo, casomai…poverinoi!”. Comunque vada noi restiamo osti-natamente orgogliosi della nostra rocchi-gianità per trecentosessantacinque giorniall’anno e non solo dal primo al trentunodi agosto! Concludendo, cari amici lettori,auguro buone ferie a tutti; godiamoci insanta pace questo festoso agosto rocchia-giano, settembre poi verrà e…!

Aurelio Alessandroni

ROCCA MASSIMAma che bel paesino…beati voi!

PAGINA 6

medioevo Norcia fu spesso saccheg-giata e devastata, specialmente dai Gotie dai Longobardi. Nel V secolo d. C. (esattamente nel480), nacque il più celebre cittadino diNorcia: S. Benedetto, il fondatore delmonachesimo occidentale. In tutto ilmedioevo la cittadina umbra conobbeperiodi di decadenza e depressione,tanto che nell’890 fu abbandonata dallapopolazione. Col tempo, con lo sviluppo dell’agricul-tura e dell’allevamento (specialmentedel maiale), Norcia risorse piano piano.Fu libero comune, poi, dal 1354 fu sog-getta alla Chiesa. Malgrado vari terre-moti che la distrussero diverse volte(1324, 1700, 1859….1979) fu semprericostruita dai suoi abitanti che furono iprimi ad edificare secondo rigide normeantisismiche (soprattutto palazzi bassi).Nel XX secolo c’è stata una forte mi-grazione verso gli USA e verso…Roma. Dopo il terremoto del 1979 è ini-ziata una rinascita e la promozione turi-stica che attualmente è preponderantesu tutte le altre attività, grazie anche alsuo patrimonio artistico ancora note-vole (basilica di S. Benedetto, Porticodelle Misure, la Castellina, Cattedraledi S.Maria Argentea, Palazzo Comu-nale, complesso monumentale S. Fran-cesco, chiesa di S. Agostino…), com-prese anche tante opere nelle frazioni elocalità vicine. L’evoluzione demogra-fica dai 9.204 abitanti del 1861 passò a10.754 nel 1961 e ora nel 2011 conta

4.915 abitanti; una crescita che si av-verte è dovuta alla manodopera stra-niera.Il turismo è ben attrezzato, malgrado ledifficoltà attuali che investono tuttal’Italia. Il turista è accolto molto bene,rispettato, quasi...“coccolato” e a suadisposizione viene messo tutto ciò cherichiede ed è possibile..., a prezzi con-venienti e qualità garantita. Tra il centroe tutti i piccoli agglomerati vicini sicontano circa 30 alberghi (molti break-fast) di dimensioni varie e prezzi di-versi, ma tutti organizzati, disponibili,rispettosi...con una “venerazione” perl’ospite.Il 6 luglio l’Associazione ha sperimen-tato ciò con la “Bianconi Ospitalità”,una organizzazione familiare che risaleal 1850 ed è la più grande del paese conHotels e Restaurants, un palazzettodello sport, sale per convegni con ca-pienza da 8 a 200 persone. Citiamo“Bianconi Ospitalità” perché li abbiamoconosciuti il 6 luglio, ma ciò non signi-fica disprezzo per gli altri che sono beneattrezzati e cortesi, come ho personal-mente notato in altre circostanze. Mi ri-sulta che tutti gli alberghi si aiutano tradi loro, specialmente quando i clientisono numerosi. A tutti l’augurio che leloro fatiche e la loro cortesia siano ri-compensate come meritano, per il benedelle famiglie dei dipendenti e dellacittà.

Enrico Mattoccia

Tra gli scopi e le iniziative dell’Asso-ciazione Culturale “Mons. G. Centra”c’è anche la conoscenza della storia edelle bellezze della nostra Patria; eccoperché ogni tanto si organizza una vi-sita a luoghi famosi ed interessanti, nontroppo lontani. Il 6 luglio un pullmanpieno di soci e di amici ci ha portati aNorcia, a scoprire la città e ammirare lebellezze di Castelluccio che è una fra-zione di Norcia; se ne parla in un altroarticolo, qui forniamo alcune notizie suNorcia.La Patria di S. Benedetto è una cittadinache attualmente ha circa cinquemilaabitanti ma la sua storia è antichissima.Secondo gli storici le sue origini risal-gono al neolitico (VIII secolo a. C.),mentre la città fu fondata dai Sabini nelV secolo a.C.; i Romani la conquista-rono due secoli dopo, ma le diedero lacittadinanza romana più di quattro se-coli dopo la conquista. Il rapporto conRoma fu però sempre privilegiato,anche per la bontà dei prodotti nursiniche arrivavano alla “caput mundi”. Nel

L’ Associazione Culturale dipromozione sociale “Mons.G. Centra” ha organizzatouna gita a Norcia e a Castel-luccio. Ci siamo andati ecosì abbiamo visitato lasplendida vallata di fiori co-loratissimi: il rosso dei pa-paveri, il giallo dellegardenie, il bianco dellemargherite e tanti altri fiori.Per andare a Castelluccioabbiamo affrontato le diffi-coltà del traffico. C’eranomoto e camper da tutte le parti; non siriusciva a passare!! Ci sono stati inci-

Abbiamo fatto il pranzo inun ristorante chiamato “IlGranaro del Monte”, conben sette portate (senza con-tare il dolce, il caffè el’amaro). Poi abbiamo visi-tato la chiesa della piazza eabbiamo acquistato dei sou-venir. Alle sei del pomerig-gio ci siamo ritrovati tuttiall’autobus e siamo ripartitiper ritornare alle nostrelinee di partenza. Ora possodire: “Che bella giornata!”

Erica Quadrotta

GITA A NORCIA1. Notizie sulla città - La patria di San Benedetto

2. La gita raccontata da una bambina

denti uno dietro l’altro: c’erano ancheambulanze. Dopo Castelluccio abbiamoimpiegato un’ora per arrivare a Norcia.

Castelluccio doveva essere la tappaprincipale e più suggestiva della gitama, per un evento imprevisto, nonabbiamo potuto godere a pieno dellepotenzialità attrattive del luogo.La data era stata scelta con cura per-ché fra la fine di giugno e la primametà di luglio nel vasto altopiano(1300 ettari) ai piedi di Castelluccio(1450 m di altitudine) si verifica unodegli eventi naturali tra i più belli econosciuti al mondo: la fioritura deicampi coltivati a lenticchie, famosoprodotto di eccellenza del territorio. Avevamo dato un’occhiata alle nu-merosissime foto reperibili su inter-net e il luogo ci era parso subitomolto bello per cui avevamo previ-sto di arrivare a Castelluccio versole 10,30 e fermarci un paio d’oreprima di scendere a Norcia per ilpranzo. Appena arrivati sull’alto-piano lo spettacolo della fioritura ciè apparso subito più affascinante diquanto avevamo potuto immaginarevedendo le foto su internet: unavasta pianura con strisce di terreno,anche piuttosto grandi, ognuna di uncolore diverso: sembrava di stare da-vanti a un quadro di Kandiskij. Il pullman procedeva verso Castel-luccio e tutti stavamo con gli occhifissi ai finestrini; era un continuo diesclamazioni: “Guarda là! Guardalassù! Che meraviglia…” fino a cheil pullman si ferma bloccato da uningorgo. Solo allora ci siamo resiconto che era un bel po’ che stavamoprocedendo fra due file di macchineparcheggiate ai bordi della strada,davanti a noi c’era un’area piuttostogrande completamente occupata dacentinaia di camper, motociclisti anon finire che si intrufolavano trauna macchina e l’altra…

Il pullman riparte, anche secon grande difficoltà, ma manmano che ci avviciniamo a Ca-stelluccio il caos aumenta. Unoslargo ci permette di fermarci;scendiamo e finalmente pos-siamo camminare ai bordi diquesto meraviglioso tappetoordito dalla natura; scatti foto-grafici uno dietro l’altro. Dopo pochi minuti, però, ve-

niamo avvicinati da volontari dellaProtezione civile e da due vigili checi invitano a risalire sul pullman e ri-partire perché la pressione di mac-chine e motocicli si stava facendopesante. Pensavamo di poter ammi-rare con calma la fioritura una voltaarrivati su a Castelluccio ma non èstato possibile: non ci hanno per-messo neppure di tornare indietro eci hanno fatto discendere dall’altroversante della montagna con un no-tevole allungamento del percorso.Le previste due ore di relax in mezzoalla natura si sono trasformate in unfaticoso trasferimento in pullman fraun traffico infernale. Mai e poi maiavremmo potuto immaginare di tro-vare là così tanta gente (e per for-tuna non avevamo scelto l’ultimadomenica di giugno quando c’è la“Festa della fiorita”!)Ma come avviene questo meravi-glioso fenomeno? Come era possi-bile che strisce di terreno avesserocolori così diversi? I semi delle di-verse piante, sparsi dal vento, sareb-bero dovuti stare su tutti i campi e suogni campo avrebbero dovuto starcifiori gialli, rossi, azzurri… Comemai un campo appariva tutto giallo,un altro tutto viola, un altro tuttorosso…? Durante il pranzo con imiei vicini di tavolo abbiamo avan-zato più di qualche ipotesi ma nes-suna ci convinceva.Siccome a pranzo con l’Associa-zione c’era il delegato alla culturadel comune di Norcia, mi sono al-zato e sono andato a chiederlo a lui.La spiegazione che mi ha dato èstata sorprendente ed è questa: tutti ifiori che si vedono sono di piante in-festanti dei campi di lenticchie, lecosì dette “erbe commensali” che si

sviluppano sulle colture. Questeerbe crescono e si sviluppano in pe-riodi diversi del ciclo produttivodella coltura. Delle numerose pianteche mi ha elencato ne ricordo soloalcune ma mi sono sufficienti perfarvi partecipi della mia nuova co-noscenza. Cominciamo col dire chei primi fiori a sbocciare sono i ra-nuncoli (colore giallo), poi sboc-ciano i papaveri (rosso) e, a seguire,i fiordalisi (azzurro), le sperarelle(viola)…Siccome i campi vengonoseminati non tutti nello stesso pe-riodo ma in un arco di tempo di unmese e anche più, succede che fragiugno e luglio si trovano ognuno inuna fase colturale diversa e con di-verso tipo di pianta infestante inpiena fioritura.

1 2 3 4

Ora tenete presente questo scheminoe seguitemi. Diciamo che il campo 1 è stato ilprimo ad essere seminato, il 2 dopouna settimana, il 3 dopo 20 giorni, il4 dopo 25...e così via. Nel periododella fioritura delle erbe infestantisuccede che, mentre i campi 2, 3 e 4ancora non hanno fiori, nel campo 1sbocciano i ranuncoli (un mare digiallo) che, come abbiamo detto,sono i primi a fiorire. Passa qualchegiorno e fioriscono i ranuncoli anchenel campo 2 mentre nel campo 1 giàappassiscono e vi fioriscono i papa-veri; avremo così il campo 1 rosso (ipapaveri) e il campo 2 giallo (i ranun-coli). Passa qualche tempo e anchenel campo 3 fioriscono i ranuncolimentre sul campo 2 appassiscono so-stituiti dai papaveri e nel campo 1compaiono i fiordalisi (di colore az-zurro). Quando compariranno i ra-nuncoli sul campo 4, nel campo 1sarà in fiore la varietà d’erba di colorviola. Osservando i quattro campi inquesto periodo avremo questa vi-sione: il campo 1 viola, il 2 azzurro,il 3 rosso e il 4 giallo.

La natura non finirà mai di stupirci!

Remo Del Ferraro

PAGINA 7

3. Lo spettacolo della “fiorita”

Ditta ERNESTO BRUSCHINI s.r.l.* * *

Contrada Boschetto, 78 - 04010 - Rocca Massima (LT)

tel. 06.9664965 - fax 06.9664151

www.bruschini.biz - [email protected]

“Olive dolci, piccanti e al forno...per soddisfare tutte le esigenze

dei consumatori attenti e sensibilialla qualità e alla bontà dei nostri

prodotti frutto di 40 anni di esperienzae di presenza su mercato olivicolo.”

PAGINA 8

MOMENTI DI GIOIA1. AUGURI A PEPPINO E ELENA

questo mensile, perché ne è stato ilprimo presidente. Il suo non è stato unlavoro semplice e facile, perché hadovuto iniziare tutto: organizzazione,rapporti con le autorità ed altre asso-ciazioni, divisione degli incarichi tra isoci, stesura di un regolamento, primieventi culturali. Egli in verità, avevauna certa esperienza, perché, dopo glistudi universitari nella facoltà di giu-risprudenza della Sapienza e un pe-riodo di praticantato nello studio delcelebre avvocato Mastrogirolamo diVelletri, aveva preso al balzo la par-tecipazione ad un concorso come im-piegato proprio all’università “LaSapienza” che gli affidò presto incari-chi di fiducia e controllo all’ospedaleUmberto I e in altri ambienti di suacompetenza. Per diversi anni fece laspola tra Rocca Massima, Cisterna eRoma, fino a quando l’Università aprìuna facoltà di medicina a Latina. Fecela domanda di trasferimento e così si

2. CENTO ANNI DI GIUSTINA CIOETA

Domenica 27 luglio Giuseppe Di Ste-fano e Elena Cucchiarelli si sono unitiin matrimonio nella chiesa parroc-chiale di Rocca Massima, giurando,davanti a Dio e alla comunità, il loroamore e la loro fedeltà per sempre.Ai novelli sposi facciamo i miglioriauguri di ogni bene e felicità. Losposo, dott. Giuseppe Di Stefano, èparticolarmente legato alla Associa-zione “Mons. G. Centra”, editrice di

trovò più vicino a casa. Tuttora vieneancora inviato “in missione” perconto dell’Università che conoscebene la sua preparazione, esperienzae precisione alle quali è stato indiriz-zato già dalla scuola elementare es-sendo stato alunno della indimen-ticabile Maestra Adelaide Centra e poinel famoso Liceo Mancinelli di Vel-letri. Per carattere Peppino è piuttosto ri-servato, non ama mettersi in mostra etanto meno autocelebrarsi ma ciònulla toglie alle sue eccellenti qualità.Della Sposa non abbiamo molte noti-zie. Sappiamo che è di Cori e lavora aLatina nel campo della sanità, che èpersona aperta al prossimo e al dia-logo, che verrà ad abitare a RoccaMassima nella bella palazzina in ViaFicorelle dove abita anche la famigliadello Sposo. L’Associazione rinnovagli auguri agli sposi e li estende ancheai loro familiari (E.M.)

Giustina Cioeta ha compiuto 100 annie, come tradizione, l’Amministra-zione comunale di Cori ha volutorendergli omaggio con una targa ri-cordo del traguardo raggiunto. Laconsegna è avvenuta ieri sera permano del Sindaco Tommaso Conti,nel corso dei festeggiamenti organiz-zati per lei dalla famiglia, pressol’oratorio della Parrocchia SS. Pietroe Paolo, dopo la messa celebrata daDon Angelo. Ultima di quattro figli,Giustina nasce a Cori il 3 Luglio

1914, da papà Benedetto e mammaNazzarena, trascorrendo la sua infan-zia nel centro storico del monte, inuna graziosa casina di via del Tempiod’Ercole, insieme ai fratelli, Dome-nico ed Attilio e all’inseparabile so-rella Filomena. Come tanti della suaetà, neppure Giustina scampò agli or-rori delle due guerre mondiali, che lesuscitano ancora tanta amarezza. LaSeconda guerra, in particolare,quando il paese fu colpito dai sangui-nosi bombardamenti alleati. Giustina

PAGINA 9

rella Filomena, nella casa natale, cir-condata dall’affetto dei nipoti. Unapersona umile, forte, intelligente esimpatica; una donna di grande fede,impegnata nell’attività parrocchiale,catechista di molte generazioni. Conla sua voce intonata animava le fun-zioni religiose e allietava le faticosegiornate di lavoro in campagna.Un’ottima pasticcera, che custodisce

ricorda bene quella domenica mattinadel 30 gennaio 1944: durante la litur-gia, la Chiesa SS. Pietro e Paolo, adue passi dalla sua dimora, cadde giùper le granate, lasciando a terra nume-rose vittime.Poi il rifugio nelle capanne a VallePera, sei mesi nella macchia perscampare a raid e scorribande. Nubile,Giustina ha sempre vissuto con la so-

gelosamente le sue ricette, e ancoroggi gode di buonissima salute. È ar-rivata al secolo con la tranquillità dichi ha pochi rimpianti, e la consape-volezza della meta toccata, felice dicondividere il centenario con i suoifamiliari, nella comunità dei fedeli aiquali tanto ha dato e ricevuto, sia a li-vello spirituale che umano. (A.A.)

Questo mese nella nostra rubrichetta,dedicata ai momenti felici dei nostrilettori, ospitiamo nonno Giuseppe

Della Vecchia che lo scorso 9 luglioha compiuto 90 anni. Giuseppe, na-tivo di Rocca Massima, ora risiede inuna bella casa situata in contrada aColle Tenne insieme all’amata moglieGioia Cioeta, anch’essa nata a RoccaMassima e sposata da ben 62 anni.Complimenti! Peppe e Gioia hannoavuto 3 figli: Renzo, Giampiero e Giu-liana che a loro volta gli hanno rega-lato la felicità di 6 nipoti: Francesco,Enrica, Angelica, Gianluca, Antonio eMartina. Francesco è, per ora, l’unico

presso la sua abitazione in allegra espensierata compagnia dei suoi tantinipoti, dei figli, delle sorelle e di suofratello, delle nuore Oliviana e Ros-sella e del genero Pietro. In una festache si rispetti non poteva certamentemancare tanta bella musica con cantie balli e, “dulcis in fundo”, anchespettacolari fuochi d’artificio dedicatial sorpreso e commosso nonno Peppe.La redazione de Lo Sperone si uniscealla gioia di nonno Giuseppe e gli au-gura ancora tanti anni felici e in buonasalute da trascorre insieme alla caramoglie Gioia e a tutti i famigliari.(A.A.)

sposato e vive a Roma; ed è in lui chei nonni confidano di diventare, quantoprima, anche bisnonni. Il compleannoè stato festeggiato sabato 12 luglio

“So che lei è professore di filoso-fia. Le affido dunque il corso chetutti gli altri ufficiali hanno rifiu-tato: il corso degli analfabeti.”Così nel 1925 al giovane sottote-nente Jean Guitton fu affidato ilpiù sgradevole compito del 24°reggimento di fanteria. Il giovaneprofessore, non sapendo come in-segnare l’alfabeto, decise di chiedere aisuoi uditori di proporgli le definizionidelle seguenti parole: “ubriachezza”, “pi-grizia”, “vigliaccheria”. E i contrari: “la-voro”, “ubbidienza”, “coraggio”.“Ricordo ancora, racconta Guitton, cheil semplice soldato Martin, mi aveva de-finito il coraggio così: “Il coraggio, si-gnor tenente, è quando qualcuno diceagli altri: “Sentite, ragazzi, ecco cosa fa-remo!”.Jean Guitton, fu lucida intelligenza del‘900, pittore, accademico di Francia, unodei massimi filosofi cattolici, amico per-sonale di Giovanni XXIII, Paolo VI;esperto laico del Concilio Vaticano II; ha

zione non mette i fiori nellestrade? Bisogna che Rocca Mas-sima durante l’estate favorisca ituristi! Perché la Pro Loco non in-crementa i concerti in chiesa? Per-ché la Associazione Centra nonorganizza incontri più frequenti...?Sarebbe una definizione appro-priata di partecipazione se dices-

simo: “Faremo la premiazione delconcorso di poesia! Terremo pulito ilmarciapiedi davanti casa! Terremo i fiorinel balcone! Non getteremo immondiziesotto gli Speroni!Non trufferemo i turisti con l’aumentodei prezzi o con la qualità della merce!Daremo del nostro tempo per organiz-zare la festa, la premiazione, il concorso,il concerto e quanto altro, senza distin-guere se è organizzato dalla parte A (percui va bene), dalla parte B (per cui vamale), o dalla parte C (per cui non ci ri-guarda)!

Virginio Mattoccia

lasciato una numerosa serie di opere de-dicate all’indagine del tempo, del mi-stero della vita e dell’uomo nel tempo.Nell’ultima e più confidente sua opera,“Lettere aperte”, così commenta la defi-nizione del soldato Martin: “Prima di ad-dormentarmi, serenamente, segreta-mente mi dicevo: in fondo non ho maidetto che una cosa sola, e sempre lastessa: “Sentite, ragazzi, ecco cosa fa-remo!”. Tutte le cose hanno una doppiadefinizione: del vocabolario, della elo-quenza, dei proclami, dei discorsi, equella dell’esempio. È inutile stare adire: “L’Amministrazione deve tenerepulito il paese! Perché l’Amministra-

Definizione del Coraggio

3. NOVANT’ANNI DI GIUSEPPE DELLA VECCHIA

PAGINA 10

POSSONO ESSERE CONSIGLI UTILI

È sempre piacevole leggere un brano scritto in maniera scorre-vole, curata e corretta, come pure dà soddisfazione anchel’ascolto di persone che usano un linguaggio appropriato. Or-dinariamente le persone quando parlano oscrivono solitamente evitano errori oforme poco chiare o disdicevoli. Per ren-dere più scorrevole il discorso è bene evi-tare quelle forme che lo rendono un po’lento, oppure usare qualche accorgimentoperché sia più spedito e preciso.Un caso che vi può esser collegato è l’usodella “d” eufonica delle due parolette “ad,ed”, detta così perché ha “un buon suono”.Questa “d” rigorosamente parlando non èobbligatoria. A chi legge i Promessi Sposi,capiterà varie volte di incontrare esempi incui l’autore nell’edizione definitiva, la usamolto raramente (“andare a aspettare, in-clinato a aiutare, e ilarità, e a ogni…”);come si vede egli non usa la “d” eufonicae neppure se c’è l’incontro di due vocali uguali.In quest’ultimo caso, le grammatiche in genere ne consiglianol’uso. Dire “Per cure vado a Abano, vado ad Abano”, sono cor-rette ambedue le forme, ma nella prima “a Abano”, per diffi-coltà di pronuncia di due “a” consecutive, si fa una piccolapausa, c’è quasi un freno che non c’è nella seconda forma piùscorrevole.Nell’incontro di due “e” il suono della seconda “e” può sugge-rire se usare o no la d eufonica: se il suono è uguale è più utilemettere “ed” (ed egli), se il suono è diverso si può ben dire“Pisa e Empoli, e erano felici”; tra le due espressioni “la legi-slazione nazionale e europea (come detto in televisione) - la le-gislazione nazionale ed europea, qual è la più semplice e facilea dirsi? Anche con la “o” vale lo stesso suggerimento: “...il ri-spetto che si muta in disprezzo od odio...” è una forma nonmolto bella, bastava dire “...o odio”, perché i due suoni sono di-versi.Rende più scorrevole il discorso l’osservanza della regola del“dittongo mobile”, detto così perché in una parola il dittongocade quando non è più accentato. Da “ruota” il dittongo uo di-venta “o” in rotellina, rotatoria, da “muovere” abbiamo movi-mento e quindi è corretto dire “movevo, promovevamo” (e nonpromuovevamo), da “suono” viene “sonare, sonavo, sonerò,denaro sonante”. Con il verbo “sedere” avviene lo stesso feno-meno (mi siedo, vi sedete), ma moltissimi italiani (per non direquasi tutti), sbagliano quando dicono “mi siederò…” invecedel corretto sederò; il futuro si forma dall’infinito “sedere” (nonesiste siedere).In tante parole già ci si comporta giustamente: da piede diciamopedestre e non piedestre; da scuola abbiamo scolaro, scolastico;con una maggiore attenzione si può essere più precisi.

Nuoce alla lingua l’invenzione di parole. Nei loro discorsi lofanno spesso i giovani, e non solo loro. Un giovane, interve-nendo alla radio, ha detto che dei compagni erano a “parodiz-zare” su vari argomenti e il giornalista è stato pronto a coglierela palla al balzo e ha ammesso che la “parodizzazione” è un at-

teggiamento tipico dei giovani: per lui nonesistono “parodia e parodiare” da vari se-coli. Per le tangenti “…solo una (ditta)aveva appilato (?) provviste illegali per 10milioni” (6-6-62014).Si è inventato “le parlamentarie”, da uninesistente “parlamentario”: c’è parlamen-tare; non è corretto dire filmissimi, fina-lissima: indicano cose diverse i film e lafinale.Un giornalista su un articolo su Mose hadefinito la segretaria di un uomo politico“la Dogessa”: non sapeva che da sette se-coli esiste “dogaressa”. Le “tecnalità di al-cuni politici corrispondono perfettamentealle “tecniche” che si usano per otteneredeterminati risultati.Se scappano degli errori possono essere

scusabili, ma quando la cosa si ripete non è più accettabile.Leggendo i giornali può capitare di trovare degli errori e que-sto perché i giornali richiedono fretta nella compilazione e nellastampa e quindi è comprensibile che ci possa essere qualcheerrore, ma questi non devono essere presi per forme esatte dausare continuamente. I bravi giornalisti in genere cercano diessere corretti.Per parlare bene è opportuno non usare delle parole che si di-cono continuamente, alle quali si attribuiscono tanti significatiper cui il senso spesso non è chiaro. Ad esempio, che cosa in-dicano queste frasi? “Gli sfoghi laterali (delle macchine) sonopiù estremi (dal Cabada, 8-62014); ci dovremo abituare ad uncambiamento climatico più estremo (Tg 15-6-2014). E “l’espe-rienza estremamente significativa” quanto lo è e che vuol dire?. La grammatica ci dice che gli aggettivi in -e sono maschili efemminili: il grande palazzo, la grande casa;di conseguenza“generale, giudice, presidente, vigile” non cambiano se si in-dica una donna: il/la generale, il/la vigile…; avvocato fa avvo-cata. Il femminile i -essa che spesso si sente, può avere unsignificato scherzoso ma tende anche a essere dispregiativo.Aiuta a parlare correttamente la giusta posizione dell’accentoin una parola. Non sono pochi quelli che sbagliano spostandol’accento quando dicono (solo pochi esempi) “èdile, guàina,sàlubre, Frìuli, zàffiro, persuàdere, dèvia….”, invece dei cor-retti “edìle, guaìna, salùbre, Friùli, zaffìro, persuadére,devìa….”.Purtroppo, anche alla televisione si fanno questi errori e la cosaè grave perché le persone ritengono che quelle siano le formegiuste e l’errore si radica nella popolazione.

Mario Rinaldi

LINGUA E LINGUACCIAPiccola rubrica del professor Mario Rinaldi sulle più importanti regole

per parlare e scrivere correttamente la nostra bella lingua

PAGINA 11

vano essere interpretate meglio edascoltate con più gusto dal pubblico.Le poesie sono state giudicate e clas-sificate da persone competenti e nel-l’incontro sono state lette e premiatele migliori.I premiati sono stati chiamati uno pervolta dalla presentatrice Tiziana Mi-gnosa; le poesie sono state lette, alter-nativamente da Mario Allegrezza eAntonio D’Arienzo; le motivazionisono state lette dal poeta e recensoreMoreno Tonioni; la medaglia e la per-gamena è stata consegnata a tutti dalpresidente Carmelo Salvaggio e dallafondatrice Fiorella Giovannelli. Nu-merose le poesie premiate (circa 50sulle circa 400 pervenute), tanti gli ap-plausi, tante le emozioni….; ovvia-mente c’è voluto del tempo, manessuno s’è annoiato. Era presentel’assessore alla cultura del comune diAprilia dott.a Francesca Barbaliscia everso la fine della cerimonia è arrivataanche la dott.a Laura Nolfi, assessorealla cultura per il Comune di Anzio,entrambe molto sensibili e disponibiliper tutto ciò che concerne la cultura.Finita la premiazione, quasi tutti i pre-senti hanno continuato l’incontro al“Maraschino beach” simpatico localesulla spiaggia di Anzio ed hannoscambiato con gli amici emozioni,giudizi e pareri, sempre con l’intentodi rendere le poesie più efficaci, piùdiffuse... perchè il poetare sicura-

mente aiuta a vivere meglio. A coro-namento della manifestazione lanternecinesi hanno preso la via del cielo por-tando come messaggio le poesie vin-citrici.Gli argomenti delle poesie ascoltatesono stati vari, attuali ed ampi:l’amore, le difficoltà della vita, ilsenso della vita, del dolore…la na-tura, gli animali, gli anziani, i ragazzi,la mamma….tutto descritto con com-petenza e passione, con l’intento diarrivare a creare un clima che spingaa guardare la vita con serietà e fidu-cia, evitando superficialità, espres-sioni insignificanti, anche se alla….moda.L’Associazione L@ Nuov@ Mus@,che si adopera nel Comune di Apriliaaiutata e sostenuta da volontarie sot-toscrizioni, spesso ospitata in grandeamicizia e solidarietà nei locali ampie confortevoli del comitato di Quar-tiere “Aprilia Nord”, è nello stessotempo una fucina di cultura e occa-sione di educazione per i giovani, siaper il valore intrinseco della poesia,sia per il contatto con persone adulteo anziane, esperte della vita.Mentre ci congratuliamo con gli amicidi Aprilia, li invitiamo alla conclusionedel nostro XII “Premio Goccia d’Oro”il 10 agosto prossimo, a Rocca Mas-sima, “Parco della Memoria”, ore 21.

Enrico Mattoccia

L@ Nuov@ Mus@

“La Nuova Musa” è un’associazioneculturale ed artistica che da diversianni opera ad Aprilia e organizza in-contri, convegni, concerti, concorsi dipoesia ai quali partecipano sempremolte persone. Con la nostra associa-zione “Mons. G. Centra” ci sonobuoni rapporti di amicizia, collabora-zione e partecipazione alle rispettivemanifestazioni. Anche quest’anno socidella “Nuova Musa” hanno parteci-pato alla “Goccia d’oro” con ottimi ri-sultati.L’Associazione L@ Nuov@ Mus@ diAprilia, per la poesia organizza tre in-contri all’anno: primavera, estate edinverno. L’incontro d’estate si è tenutoil 19 luglio scorso nella splendida emonumentale Villa Sarsina, sede delConsiglio Comunale di Anzio che,grazie all’interessamento dell’associa-zione “Pro loco Città di Anzio”, è statamessa a disposizione gratuitamentedall’Amministrazione: una sede eccel-lente, dove anche le poesie sembra-

I bene informati dicono che il prof. Ba-ietti è un fenomeno, un campione: ha

14 lauree; l’ultima è quella di “dottorein scienze della formazione”, conse-guita da poco tempo nella sessioneestiva presso la sede di Narni del-l’Università degli studi di Perugia. Hadiscusso una tesi “Dalla repressionealla prevenzione - Ripensare il terrori-smo”. Con i suoi 14 titoli accademici,il Professore è l’uomo più laureato delmondo, ma pare che voglia andare an-cora più avanti e raggiungere la quin-dicesima laurea. Ha 69 anni, abita aVelletri; è stato docente presso l’Isti-tuto Statale d’Arte, ora Liceo Artistico;poi è stato dirigente del II Circolo Di-dattico e in fine dirigente delle Scuolemedie “Andrea Velletrano” e “Aurelio

Mariani”. Proprio quando dirigeva laMariani venne a Rocca Massima peraccompagnare i suoi ragazzi che ave-vano partecipato al “Premio Gocciad’Oro”. Egli stesso premiò i ragazzisuoi e anche quelli di altre scuole.Ha avuto molti premi e riconosci-menti, specialmente dal Ministerodella Pubblica Istruzione; è colonnellodella Croce Rossa, ufficiale superioredei paracadutisti della Folgore. È rima-sto sempre legato ai suoi ragazzi.In una intervista ha detto: “Mediante lalettura, lo studio e la ricerca, riesco fi-nalmente a trovare me stesso per co-municare le mie esperienze positive aigiovani”. (E.M.)

PROF. LUCIANO BAIETTI: 14 LAUREE

PAGINA 12

Dopo lo sbarco di Anzio i paesi del li-torale e quelli limitrofi furono devastatidai bombardamenti (Cisterna, Velletri,Albano, Marino, Frascati, Aprilia…)c’era quindi molto da fare per aiutareimmediatamente la popolazione, i fe-riti, i malati, i senza tetto….Perespresso incarico del papa Pio XII P.Abbing senza badare alla fatica, con co-raggio e dedizione cercò di aiutare tuttie di colmare i vuoti del soccorso pub-blico. Distribuì viveri, medicine, attrez-zature per gli ospedali, anche aiuti indenaro che gli dava il Papa, al quale ar-rivavano le donazioni di associazionicattoliche dell’America, degli USA inmodo particolare. A Velletri favorì leiniziative del famoso padre Italo La-racca, come afferma più volte il mede-simo sacerdote nel suo famoso libro“Tra le rovine di Velletri”, una specie didiario preciso ed ampio di quei terribilimesi, iniziando prima dello sbarco diAnzio fino a quando la città riacquistòun po’ di tranquillità. I due sacerdoti ri-masero sempre amici e collaboraronoper aiutare tutti i bisognosi, vedendotutti come figli di Dio.Padre Abbing, all’inizio del suo impe-gno per i Castelli, un giorno ad Albano,vide una bambina che guardava i suoigenitori, entrambi morti per il bombar-damento. Rimase tanto scosso ed addo-lorato che decise di dedicarsi soprat-

tutto ai ragazzi, senza abbandonare gliadulti. Prima fondò a Roma un “Al-bergo degli sciuscià”, poi a Civitavec-chia la “Repubblica dei ragazzi”, allaquale seguì poi, a Roma, la “Città deiragazzi”, tuttora efficiente.P. Abbing, per le sue attività, ebbe moltiriconoscimenti sia a livello nazionaleche internazione, molti dottorati ad ho-norem, onorificenze a livello nazionaleed internazionale. Velletri lo dichiaròsuo cittadino onorario nel 1946 e nel1997 gli diede le chiavi della città comesegno d’onore e di gratitudine. Tutto ciò è stato ricordato con una mo-stra allestita nella sala “Marcello DeRossi” dell’attuale Liceo Artistico diVia Nati. Ci sono anche molte testimo-nianze della guerra, mediante fotogra-fie e l’esposizione di alcuni oggetti,con due manichini vestiti da soldati eanche con la proiezione di due filmatiavuti da archivi americani sullo sbarcodi Anzio e la successiva guerra nei din-torni.P. Abbing è un testimone dell’amoreper gli altri che ha predicato Gesù e chetroviamo nel Vangelo. Morì a Roma, il9 luglio del 2001, tra i suoi ragazzi diRoma; è sepolto a Roma, nella chiesadi S. Giuda Taddeo nella Città dei ra-gazzi.

Enrico Mattoccia

UN GRANDE AMICO DELLA GIOVENTU’

Nel pomeriggio di 9 luglio scorso, lacittà di Velletri ha voluto ricordare unsuo grande benefattore che ha fattotanto per i cittadini e specialmente peri ragazzi, nel periodo immediatamenteposteriore al passaggio degli Americaniche, alla fine di maggio 1944, attraver-sarono la città martoriata (distruttaall’80%) per andare a liberare Roma,dove arrivarono il 2 giugno.Il personaggio ricordato (John PatrickCarroll-Abbing) è un sacerdote inglesedi origini irlandesi, venuto a Roma a 18anni per completare i suoi studi teolo-gici; ordinato sacerdote nel 1936, pre-ferì rimanere a Roma, lavorò nelle“Congregazioni” ecclesiali e fu da tuttiammirato per la sua cultura e il suosenso pratico che lo guidava sempre.Nel 1941, senza trascurare i suoi impe-gni, si offrì come cappellano volontarionell’ospedale “Principe di Piemonte”dell’ordine dei Cavalieri di Malta.

e del Territorio e del Complesso Monu-mentale di S.Oliva, a cura dell’Associa-zione Culturale Arcadia. Dopo averassistito alle spettacolari esibizioni degliSbandieratori “Leone Rampante” e degliStorici Sbandieratori delle “Contrade”,hanno concluso la tappa corese del loroviaggio privato in Italia, a cena nella ta-verna di Porta Ninfina, dove si sono im-mersi nel calore popolare deifesteggiamenti rionali. Con loro anchePietro Vitelli e la consorte. L’ex sindacodi Cori, infatti, è colui che ha avviatoquesto rapporto di amicizia e di scambioculturale tra i due Comuni. Da decennitra italiani e polacchi, è stato tra gli ispi-ratori del Viaggio della Memoria, alquale l’Istituto Comprensivo Statale“Cesare Chiominto” partecipa ogni anno.

L’attuale Amministrazione, inoltre, findalla scorsa legislatura, ha contribuito alprogetto di edificazione del Tumulo dellaMemoria e della Riconciliazione nella“Città della Pace”. Un legame che si con-solida di anno in anno. Per due volte laCittà d’Arte ha aperto le sue porte ai de-legati del Comune di Oświęcim, accom-pagnati da gruppi di ragazzi in difficoltà.Nel 2013 hanno visitato Cori i pittori del“Grupa na Zamku” di Oświęcim, men-tre una delegazione comunale corese hapoi partecipato ai festeggiamenti del-l’anniversario di fondazione diOświęcim, insieme agli Storici Sbandie-ratori delle “Contrade”, agli Sbandiera-tori “Leone Rampante” e allaCompagnia di musiche e danze rinasci-mentali “Tres Lusores”.

CORIGiornata della Memoria ad Auschwitz, Sindaco polacco in città

La città di Cori ha accolto, lo scorso 13luglio, Janusz Chwierut, il sindaco diOświęcim, la cittadina polacca che dadieci anni, ogni 27 gennaio, in occasionedella Giornata della Memoria che cele-bra la liberazione del campo di sterminiodi Auschwitz, ospita centinaia di studentidelle scuole medie della Provincia di La-tina.Il primo cittadino polacco, accompa-gnato dalla sua signora, è stato ricevutoin Municipio da una rappresentanza del-l’Amministrazione comunale. Oltre alSindaco Tommaso Conti, erano presentiil suo vice con delega ai Lavori Pubblici,Ennio Afilani e l’Ass.re al Bilancio e alleAttività Produttive, Mauro De Lillis.I graditi ospiti hanno effettuato una visitaguidata del paese, del Museo della Città

PAGINA 13

Molti anziani sono stati ad aspettare illoro turno, naturalmente a digiuno, perpiù di due ore. Ho chiesto spiegazionialle impiegate del piano superiore,dove venivano effettuati i prelievi, emi hanno risposto che le analisi sonostate date in gestione a delle ditte allequali non interessa assolutamentenulla della lungaggine burocratica allaquale siamo sottoposti. Prima era tuttopiù celere, dopo pochissimo tempoveniva effettuato il prelievo e si an-dava subito a casa a fare colazione.Con questa mia testimonianza vorreirendere noto tutto ciò al responsabilesanitario della regione Lazio e rivol-gergli una domanda: “Lei non pensache questo sistema stia ancora piùsconvolgendo le nostre vite già colmedi tanti altri disagi? Non si può tro-vare un sistema per rendere tutto piùveloce?”. Poi sono venuta a cono-

scenza che la situazione è ugualeanche negli altri comuni e provincedel Lazio e a volte gli utenti sono co-stretti a chiamare i carabinieri per ri-solvere le suddette lungaggini buro-cratiche. Vi sembra una cosa normale?Sappiamo che in Italia si stanno ta-gliando i fondi in qualsiasi settore, maa mio avviso, la sanità dovrebbe re-stare incolume. Vi prego lasciateciquesto servizio, non toglieteci anchequesto. Che si fa, se una persona ha bi-sogno di curarsi e non ha i soldi perfarlo privatamente, lo facciamo moriresubito? A me questo sembra un argo-mento sul quale riflettere a fondo edapportare importanti correzioni da at-tuare al più presto.

Una comune mortale.

Missella Lucarelli

Non so se ultimamente è successo aqualcuno di voi di fare delle analisi delsangue in un presidio ospedaliero con-venzionato del Lazio. A me è suc-cesso, precisamente la settimanascorsa. Insieme a mio padre mi sonorecata a sottopormi a dei normali pre-lievi del sangue nell’ospedale di Cori.È stata un’esperienza a dir poco avvi-lente per la lunga attesa in coda da-vanti allo sportello di accettazione. Èpassata circa un’ora per “fare” sola-mente tre persone, mentre ve ne eranopiù di venti. Non vi dico dove era ar-rivato il malcontento e l’irritazionedelle persone in attesa, compresa meche ero una dei malcapitati. Due si-gnore in stato interessante sono statefatte passare per il nostro buonsenso,non certo per volontà dell’impiegataaddetta allo sportello, la quale non hafatto nulla per accelerare le cose.

Tel. 06.9665358Cell. 347.4666685 - 393.9059369

SERVIZI FUNEBRI(nazionali ed internazionali)

OPERAZIONI CIMITERIALICORONE E CUSCINI

(con consegna in tutta Italia)

ACCESSORI PER LAPIDI - LAPIDIGiulianello: via V. Emanuele II, 26

Lariano: via Trilussa, 10

Web site: www.palombelli.itE-mail: [email protected]

“...Recentemente ho letto che in Francia sono in atto discussioni su come valutare i risultati dei ragazziin classe; fra le proposte pare ci sia quella di non sottoporre i ragazzi alla valutazione con i voti.... Nonpare che la scuola stia rinunciando a un suo compito di far prendere coscienza agli alunni dei loro li-miti e impegnarsi e faticare per ottenere risultati?”

Gentile lettore,rispondo con piacere alla Sua domanda. La proposta francese parte probabilmente come tenta-tivo di ridurre l’ansia da prestazione a cui sono sottoposti gli alunni con i voti. È innegabile che

i voti generino forte ansia e preoccupazione per bambini e ragazzi, ma perchè? Molto spesso accade che il voto venga con-fuso con un giudizio globale sulla persona: ovvero “sei da 6”, e non “hai preso 6”; ecco allora instaurarsi disistima, scarsa fi-ducia nelle proprie capacità e il brutto voto diventa una profezia che si autoavvera. Questo non significa che sia impossibileo addirittura sbagliato valutare i ragazzi, ma bisogna farlo con il fine di favorire sempre il percorso di crescita evitando facili“etichettamenti”.Per una trattazione più completa dell’argomento, può fare riferimento all’articolo di psicologia di questo mese.Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Agozzino - Psicologa Psicoterapeuta

LETTERE AL GIORNALE

LUNGAGGINI NELLA SANITA’ DEL LAZIO

PAGINA 14

Rosaria col suo sorriso raggiante e un po’ misterioso, finalmentesi decise a fare qualche passo avanti dirigendosi come suo solitoverso l’armadietto dove sistemò gli indumenti puliti e stirati. Confare malizioso disse: <Ti ho salutato e non mi hai nemmeno rispo-sto, sembravi in estasi poco fa al telefono>.Vanni, senza scomporsi, si affrettò a rispondere che un amico cheaveva perso di vista da tanto tempo, gli aveva proposto di incon-trarsi non appena si fosse rimesso. Rosaria, che la sapeva lunga,annuì senza dare segno alcuno di animosità. Con i suoi lineamentieleganti e la figura accattivante sapeva riconoscere fin dove potevaavventurarsi la fantasia di un uomo per dissimulare un rapportopiccante. Sapeva anche come accattivarsi le sue simpatie utiliz-zando le malizie e l’arte della seduzione. Intuì tutto evitando dimostrarlo a Vanni. Scambiarono tra di loro alcuni pareri sulla giornata trascorsa, sultempo piuttosto incerto, sul lavoro di lei sempre più impegnativoe sulle tasse sempre più onerose; si sincerò che fosse migliorato ilsuo stato di salute, che avesse preso le medicine e che il piano diterapie progredisse. Gli riferì che in uno dei giorni prossimi sarebbe passata all’agen-zia di assicurazione per sollecitare le pratiche relative all’incidente,scherzarono un po’ sui luoghi comuni e sulle battute che normal-mente si fanno sulle compagnie di assicurazione e, dopo un’oretta,mentre fuori il buio ormai era fitto, si congedò da lui stampando-gli uno schioccante bacio sulla guancia. Raccolta la roba da lavare, dopo averlo nuovamente salutato, uscìchiudendo la porta alle sue spalle.Quella sera Vanni non restò solo. Il suo pensiero gonfio di senti-mento fu trasportato sulle banchine del mar piccolo di Taranto. Come dimenticare quelle idilliache passeggiate con Rosaria, ric-che di passione e di scambi di tenerezze con sullo sfondo la moledel castello aragonese ed in lontananza il ponte semovente ed ilgrazioso villaggio di Citrezza, come dimenticare la magia dei co-lori del tramonto screziati d’oro e d’argento, creati dalle luci e dalloJonio incombente? Vanni quella notte si addormentò immerso nelle luci e nei profumidi una terra e di un mare antichi, nel ricordo del primo abbraccioclandestino con la sua fiamma, consumato in un trullo che luiaveva in affitto. Il risveglio del giorno dopo, fatto dei soliti rumori e vocii che chiè stato in ospedale ricorda bene, lo colse attonito ma felice comecolui che assapora un senso di ritorno alla vita. L’areazione dellestanze, l’andirivieni degli infermieri, il personale delle pulizie, icarrelli della colazione su e giù per i corridoi, il tutto pervaso dalprofumo del latte e del caffè. Vanni fu coinvolto in questa frenesia

rigenerante e trovò il tempo per fare una piccola orazione cheaveva ereditato dall’infanzia quando la mamma lo tirava giù dalletto.Passato il giro delle visite, primario in testa attorniato dagli stagi-sti, il nostro protagonista pensò bene di attrezzarsi con una rivistaper passare il tempo visto che quella mattina gli avevano sospesola terapia e non aspettava nessuno.Lieta, per quanto inaspettata, gli giunse nell’ora delle visite, la ve-nuta del caro amico Alberto che, senza esitazione come per vo-lersi scaricare di un peso, gli porse frettolosamente una busta diplastica contenente tutta la posta che aveva raccolto dalla cassettadelle lettere del nonno. Si scambiarono una serie di battute e di convenevoli e con un sa-luto se ne andò. Vanni allibì, si stava verificando una vera e propria bufera. Tolti imessaggi pubblicitari ed i saluti elettorali arrivati già da qualchemese, tolte le offerte di vendita avanzate da più società immobi-liari, in mano al povero Vanni restavano quattro buste che mostra-vano una consistenza preoccupante. Le aprì: bollette della luce, solleciti di pagamenti e una, ancora piùpreoccupante, conteneva tutti i conteggi eseguiti dall’ufficio delleimposte per il casale e l’appezzamento di terreno: ben sessanta-mila euro. < Che tombolaaa!..> sbottò Vanni. Il pagamento doveva essere immediato pena l’interessamento del-l’ufficiale giudiziario.A farla breve, Vanni si stava rendendo conto che questa famigerataeredità sulla quale aveva fatto molto affidamento stava rivelandosiuna vera iattura. La casa era in condizioni penose, i debiti erano in-sostenibili, si era ritrovato con una sorellastra acquisita, personaggia cui doveva rendere conto per problemi che il nonno aveva in so-speso e per di più era mancato poco che se ne andasse all’altromondo.La crisi di rabbia man mano stava rientrando, era già il primo po-meriggio; Vanni intorpidito pensava agli eventi che gli erano ca-duti addosso dal momento dell’arrivo della prima lettera che gli erastata recapitata dal postino Gigi al casone in mezzo ai canneti. All’improvviso un lampo: <Ma l’eredità, il notaio non me l’ha an-cora trasferita!>. Proprio in quel momento il trillo discreto del telefono lo fece tra-salire facendo comparire il nome di Rossana. <Pronto> - risposeDall’altro capo un esitante silenzio poi.. <Pronto?... Ciao amore>

Continua…

Movimento culturale “Artenelterritoriopontino” ed oltre

Tel. 3450885421 e-mail: [email protected] scritto a più mani dai lettori de Lo Sperone, coordinati dall’Associa-zione “Artenelterritoriopontino… ed oltre”. Riassunto degli episodi precedenti:Vanni, dalle Valli di Comacchio, viene a Roma a seguito di una lettera del notaioSciallocca che comunica l’eredità di un podere nei pressi di Latina, lasciatoglidal nonno. Prima che il lascito venga perfezionato, Vanni deve contattare unaserie di persone. Sopravvive miracolosamente ad un grave incidente. Durante lalunga permanenza in ospedale, scopre di avere una sorellastra, Rosaria, e riescea rintracciare per telefono un suo vecchio amore giovanile: Rossana

PAGINA 15

della scuola secondaria di I gradoe a tutte quelle della scuola se-condaria di II grado, è organiz-zato dalla Fondazione MaurizioCianfanelli Onlus, in ricordo delgiovane filmaker vittima di un in-cidente stradale, in collabora-zione con l’Ufficio ScolasticoRegionale per il Lazio del Mini-stero dell’Istruzione, patrocinatodall’Associazione Italiana Fami-

liari e Vittime della Strada – Onlus,Regione Lazio, Provincia di Roma,Comune di Roma e della Polizia diStato. Tra 4mila scuole laziali solo do-dici sono state premiate. Per le prima-rie si sono classificate seconde leclassi V - A della «Virgilio Laurienti»di Cori, V - A e B della «Don SilvestroRadicchi» di Giulianello che hannorealizzato un volantino/manifesto sultema «Corretto comportamento e ri-spetto delle regole sulla strada». Perle secondarie di I grado invece, le

classi I - A, B, C e la II - C dell’«Am-brogio Massari» di Cori, sono arrivareprime con un filmato digitale (DVD)su «Le conseguenze del nostro com-portamento sulle strade». Nel 2013 leclassi elementari, V - A, B, C di Corie la V - A di Giulianello avevano vintoun tablet, dopo essersi aggiudicate unatelecamera nel 2012 insieme alla V -B di Giulianello. Una delegazione distudenti, guidata dalle maestre Fio-rella Marchetti; Enrica Marchetti, Ric-carda Berzi e dalla prof.ssa FrancescaLendaro, ha ritirato il premio, un ta-blet, presso l’Aula Magna dell’ITISGalileo Galilei di Roma. Nonostantela drammatica attualità dell’argo-mento trattato, la cerimonia di premia-zione rappresenta un momento di festae condivisione, caratterizzato dal rico-noscimento alla creatività e all’impe-gno degli alunni che, a livelloregionale, meglio hanno saputo inter-pretare le richieste concorsuali.

L’Istituto Comprensivo Statale «Ce-sare Chiominto» protagonista della10^ edizione de «I Corti di Mauri …Aiutateci a frenare la strage stra-dale». È il terzo anno consecutivo chele scuole locali partecipanti, sotto lasupervisione e il coordinamento delladocente referente progettuale, LauraCollinvitti, vengono premiate al con-corso per la diffusione dell’educa-zione alla sicurezza stradale nellescuole. Il premio, rivolto alle classi Vdi scuola primaria, a tutte le classi

CONCORSO REGIONALE “I CORTI DI MAURI”

primo e secondo posto per le classi di Cori e Giulianello

Ingredienti:

Melanzane 230 gr, prosciutto cotto 120 gr, provola affumicata 120 gr, pangrattatoq.b., uova 2, Farina q.b., sale q.b., pepe nero macinato q.b., olio di semi per frig-gere q.b, basilico 4 foglie.

Preparazione:Per realizzare i cordon bleu di melanzane iniziate dalla prepara-zione delle melanzane: prendete la melanzana lavatela, spuntate le due estremitàe tagliatela a rondelle dello spessore di ½ cm e del peso di circa 25 gr. Ponete lefette in un colino con sotto una ciotola, salatele e lasciatele riposare circa mezz’ora in modo che perdano la loro acqua di ve-getazione. Intanto tagliate a fette sottili anche la provola affumicata. Preparare ora il necessario per la panatura: sbattete le uovain una ciotola, salate, pepate e tenete da parte, in altre due ciotole separate ponete il pangrattato e la farina. Trascorsi i 30 mi-nuti, sciacquate le fette di melanzana sotto l’acqua corrente e asciugatele bene con un panno da cucina. A questo punto tuttoè pronto per comporre i cordon bleu: distribuite su un piatto le fette di melanzana, farcite con una fetta di prosciutto cotto (ilpeso di ciascuna fetta di prosciutto è di circa 30 gr) , con una foglia di basilico e con una fetta di provola affumicata anche ilpeso di ciascuna fetta di provola è di circa 30 gr. Ponete un’altra fetta di melanzana creando una sorta di sandwich. Ora pro-cedete con l’impanatura: prendete un cordon bleu passatelo nella farina sia da una lato che dall’altro poi immergetelo nelleuova sbattute e terminate passandolo nella panatura di pangrattato. Proseguite con la frittura: ponete l’olio di semi in una pen-tola dai bordi alti, riscaldate l’olio fino a raggiungere una temperatura di circa 180°, immergete i cordon bleu uno alla voltaaiutandovi con un mestolo forato, friggeteli fino a quando non risulteranno dorati da entrambi i lati, ci vorranno circa 2 mi-nuti per lato poi scolateli su un vassoio rivestito di carta assorbente. Una volta terminata la cottura, servite subito i cordon bleudi melanzane ben caldi. Se preferite potete cuocere i cordon bleu in forno: poneteli su una leccarda rivestita di carta da fornoe cuocete in forno preriscaldato statico a 200° per circa 20 minuti (o in forno ventilato a 180° per 15 minuti) avendo cura digirarli a metà cottura.

Antonella Cirino

LE RICETTE DELLA MASSAIACordon bleu di melanzane ( per 4 persone)

PAGINA 16

Recentemente nelle scuole si discute molto ri-guardo alla proposta del ministro francese Hamonche vorrebbe abolire i voti scolastici. Si tratta di untema molto dibattuto anche qui in Italia dove ha ac-ceso non poche polemiche, chi a favore chi contro.Non è semplice dare un parere univoco e valido intutti i casi.Sicuramente c’è da considerare l’età degli alunni.Per i ragazzi più giovani, intendendo scuola prima-ria soprattutto, effettivamente il voto numerico puòdavvero essere poco indicativo di un apprendimento fatto da tante cose, in primisl’impegno e il percorso di crescita del singolo alunno. In questi casi sarebbe piùopportuno un giudizio/resoconto che restituisca con maggiore completezza il li-vello e la qualità dell’apprendimento, evidenziando fattori di forza e fattori di cri-ticità ma soprattutto le strategie e le competenze necessarie per il raggiungimentodegli obiettivi. Bisogna ricordare che in questa fase, almeno fino alla scuola secon-daria di primo grado, abbiamo a che fare con alunni in crescita che cambianomolto rapidamente e che stanno gettando le basi per accedere verso una forma-zione sempre più complessa e articolata; sarebbe allora più opportuno guidarliverso un metodo che consenta loro di monitorare il proprio apprendimento, in-vece che “etichettare” precocemente con un voto numerico. È assai comune la cir-costanza in cui lo stesso “nove” abbia significato diverso a seconda del ragazzo:molto meglio allora precisare in cosa consista tale differenza piuttosto che ridurreal voto che non fornisce informazioni aggiuntive.Diversa è la questione per i ragazzi più grandi, fino ad arrivare all’università doveaddirittura la media degli esami diventa molto importante e discriminante per unapreparazione di alto livello; il voto numerico ha allora la sua reale motivazione.La proposta francese vorrebbe ridurre l’ansia da prestazione a cui sono sottopostigli alunni con i voti; quando infatti il voto diventa un giudizio globale sulla per-sona perde il suo valore formativo, ma anzi diventa motivo di scarsa autostima in-nescando atteggiamenti di rinuncia negli alunni. Il voto, per questi ragazzi, puòdiventare un giudizio implacabile mentre invece dovrebbe valutare semplicementeuna performance.Il voto, quando positivo, è sicuramente un valido rinforzo che premia l’impegnoe la bravura; al contrario, quando è negativo, dovrebbe soprattutto essere un’op-portunità di crescita che necessariamente passa anche attraverso momenti di dif-ficoltà. Il voto allora non va necessariamente “demonizzato” ma usato peró nel giustomodo affinchè produca reali benifici alla crescita del ragazzo, che è poi l’obiettivodell’educazione.

dott.ssa Nicoletta AgozzinoPsicologa Psicoterapeuta

La testata de “Lo Sperone” si riserva ilpieno ed esclusivo diritto di pubblica-zione e stampa a propria insindacabilediscrezione senza alcun preavviso ne au-torizzazione. La collaborazione, a qual-siasi livello e sotto qualsiasi forma, ègratuita salvo esplicito e scritto diversoaccordo. Manoscritti, foto ed altro anchese non pubblicati non si restituiscono.Riproduzioni e citazioni sono lecite, pur-ché si citi, espressamente e in formacompleta la fonte, autore dell’articolo,titolo dell’articolo, numero, data e paginadella testata.

EDITRICE ASSOC. CULTURALE“MONS. GIUSEPPE CENTRA”

Piazzetta della Madonnella,104010 Rocca Massima (LT)

www.associazionecentra.itE-mail: [email protected]

Tel./Fax 06.96699010C.F. 91056160590

Direttore Responsabile:Virginio Mattoccia

ResponsabiliRedazione, Sviluppo e Diffusione:

Aurelio AlessandroniRemo Del FerraroEnrico Mattoccia

Questo numero è stato inviatoin tipografia per la stampa

30 Luglio 2014

ISCRIZIONE AL N° 1017 DEL 15 / 01 / 2002DEL REGISTRO NAZIONALE DELLA STAMPA

DEL TRIBUNALE DI LATINA

Stampa: NUOVA GRAFICA 87 srlVia del Tavolato, 2597 - PONTINIA (LT)

Tel. 0773.86227

Questo numero è stampato in 1.500 copiee distribuito gratuitamente

I manoscitti anche se non pubblicati non si restituiscono

VOTI SCOLASTICI: SI O NO?