La Goccia Aprile 2014

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMM 20/C LEGGE 662/96 – FILIALE DI BRESCIA - APRILE 2014 – ANNO XLVII – N. 176 PROVINCIALE SILVIO MONDINELLI Le vette della solidarieta ' calvisano Assemblea provinciale L ' avis del futuro La riorganizzazione Della raccolta Cento anni di donazioni periodico DCOER1717 Omologato

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La Goccia - Periodico - Aprile 2014 anno XLVII n.176 Periodico edito dall'Avis Provinciale di Brescia. Direzione Redazione e Amministrazione: Segreteria Avis P. tta AVIS, 1 - 25124 Brescia 0303514441 Dir. Responsabile: Marcello Zane [email protected]

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SILVIOMONDINELLI

Le vette della solidarieta'

calvisano

Assemblea provinciale

L'avis del futuro

La riorganizzazione

Della raccolta

Cento anni

di donazioni

periodico

DCOER1717 Omologato

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Mai stanchi di crescereLa stagione assembleare che si è appena conclusa ha reso l’immagine di una associativa viva e vitale a tutti i livelli, in grado di rinnovarsi, crescere e adattarsi alle nuove esigenze: trasfusionali, gestionali ed operative.

I dati della raccolta si sono mantenuti sostanzialmente costanti ma, in particolare, sono aumentati i

donatori e diminuito il numero dei sospesi per patologie o raggiunti limiti d’età e dei non salassati per

fattori di rischio o patologie “emergenti”.

Segnale importante di un percorso di educazione e prevenzione alla salute, ben recepito e compreso

dai donatori, risultato di una ulteriore consapevolezza e senso di responsabilità, ben maturato da chi

si avvicina alla donazione. Certezza maggiore per i malati che usufruiscono del nostro prezioso “dono”.

Lievemente in calo sono risultate le donazioni di sangue intero ma suffi cientemente compensate dall’au-

mento delle procedure di aferesi.

Del resto, l’applicazione delle nuove tecnologie e terapie, l’utilizzo di metodi diagnostici e operativi sempre

meno invasivi, la prevenzione delle malattie neoplastiche e cardiovascolari hanno fortunatamente ridotto i

rischi per i pazienti, i ricoveri ospedalieri e di conseguenza, l’utilizzo del sangue e dei suoi derivati.

Questo non deve però ridurre il nostro impegno a conservare la disponibilità, programmare le chiamate,

garantire i prodotti e le quantità necessarie, mantenere alto il livello di qualità e sicurezza, assicurare il

ricambio dei donatori e il progresso associativo.

Come avrete potuto notare da questo numero la nostra rivista ha una nuova veste grafi ca e una diversa

impostazione editoriale. Abbiamo ritenuto necessario incaricare uno studio grafi co in grado di rinnovarne

completamente la visibilità e di aprirci ad interviste a testimonial e altre realtà affi ni alla nostra.

Speriamo di incontrare il vostro interesse e soprattutto il vostro favore. Vorremmo che la nostra rivista

divenisse sempre di più uno strumento formativo e divulgativo, di interesse condiviso e che possa raggiun-

gere la curiosità e la partecipazione sempre maggiore, con contributi anche esterni e una diffusione oltre

i nostri limiti e confi ni.

A questa idea, vorremmo accompagnare lo studio di una univoca immagine associativa, da condivi-

dere con le sezioni, per cartellonistica, pubblicità, eventi e immagini divulgative. Un’indicazione di

messaggio e un input informativo che riesca a dare dell’Avis un immagine univoca ma non uguale, di

unità seppur nelle diversità dei singoli territori.

Gianpietro Briola

Presidente Avis provinciale

L’editoriale del Presidente Avis provinciale

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Attività avisine

sommario

Fonti: La valutazione dell’impronta carbonio è realizzata da Labelia Conseil conformemente al metodologia Bilan Carbone®. I calcoli vengono da un paragone tra la carta riciclata considerata ed una carta a fi bre vergini secondo gli ultimi dati disponibili dell’European Bref (per la carta a fi bre vergini). I risultati ottenuti sono generati da infor-mazioni tecniche e sono soggetti a modifi ca.

Utilizzando RePrint Deluxe FSC®

rispetto ad una carta non riciclata,

L’IMPATTO AMBIENTALESARÀ RIDOTTO DI:

Arjowiggins Graphic è membro del programma Climate Savers di WWF

2.887Kg di rifi uti

CO2

523Kg di CO2

5.233Km percorsi mediamenteda una macchina europea

13.558KWh di energia

4.695Kg di legno

54.662Litri di acqua

02 / Mai stanchi di crescere

04 / Silvio Mondinelli La quotidiana generosità del dono

10 / L’Avis bresciana: organizzazione e solidarietà

14 / Come stai a scuola?

16 / Sessantesimo di fondazione dei Pionieri avisini

18 / Requisiti minimi per i punti di raccolta

20 / Un dono lungo cent’anni

24 / Carta etica Avis, vita associativa e implicazioni educative

25 / Il futuro di Brescia

28 / Atelier Europeo per sostenere i progetti bresciani in Europa

30 / I 70 anni del Csi

31 / Il 1º Trofeo di nuoto Avis Csi

32 / NOTIZIE DALLE SEZIONI LOCALI

Montichiari

Lo sport solidale

Avis Comunali dell’Ovest Bresciano

Valle Sabbia

Lodrino

Roncadelle

Direzione, redazione e amministrazione

Segreteria AVIS

Piazzetta AVIS, 1 – 25124 Brescia

Tel. 030 3514411 – fax 030 3514490

Direttore responsabile: Marcello Zane

Registrazione del Tribunale di Brescia

n. 2 del 14/2/1968

Spedizione abbonamento postale art.2

comm. 20/c legge 662/96 Filiale di Brescia.

Progetto editoriale e stampa:

Grafi che Artigianelli – Brescia

Caffelatte Comunicazione – Brescia

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Protagonisti

Silvio Mondinelli, famoso alpinista bresciano ed amico dell’Avis si racconta ai lettori de “la goccia”. Coraggio, paure, gusto della sfi da e solidarietà per il “gnaro” bresciano sono...

La conquista del traguardo più ambito:

la quotidiana generosità del dono

SILVIO MONDINELLI

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Diamoci del tu. In montagna è come nella vita,

serve semplicità e generosità. Silvio Mondinelli,

per tutti semplicemente “il gnaro”, è uomo schiet-

to. Del resto chi, come lui, ha scalato tutte le 14

vette più alte al mondo senza l’ausilio di ossigeno

supplementare, quel che vale è la sincerità e l’im-

mediatezza. Lo seguiamo durante la sua recen-

te, gradita visita alla sede dell’Avis provinciale,

compiuta insieme al presidente Gianpietro Briola.

Mondinelli ha una parola e un sorriso per tutti, e

non nasconde la genuina curiosità di voler cono-

scere “dal di dentro” il mondo avisino, compren-

dere le sue modalità organizzative, i suoi numeri

e i suoi valori. In quel sorriso aperto si percepisce

una luce di robustezza, di vigore salutare e fi nan-

co di dolce ostinazione. Strette di mano, compli-

menti reciproci, silenzio che si fa ascolto. Come in

montagna, appunto.

Come nasce la tua passione per la montagna,

sino a trasformarsi in professione di guida alpina

e quindi a rivelarti scalatore di fama mondiale?

Per chi, come me, nasce in Valtrompia, la mon-

tagna appartiene ai panorami di tutti i giorni.

Ma la molla è scattata con l’arruolamento nella

Guardia di Finanza, di stanza davanti al Monte

Rosa. Una montagna incantata: dal 1978 entro

a far parte del soccorso alpino di Alagna Sesia

e nel 1981 divengo guida alpina. Da allora la

montagna appartiene alla mia quotidianità, un

feeling che dura tuttora e mai interrotto. Un ap-

proccio sempre rispettoso, ma anche una sfi da

con me stesso e con le asperità che madre na-

tura ha disseminato lungo la nostra strada, e in

montagna.

La tua carriera ti porta a scalare pareti impegnati-

ve in Italia, ma soprattutto a compiere ascensioni

in ogni angolo del mondo. Oltre le Alpi, le grandi

montagne, gli ottomila che increspano il nostro

pianeta. Esperienze extraeuropee che lasciano il

segno e che ti proiettano nell’Olimpo (non a caso

il nome di una montagna sacra dell’antichità)

dell’alpinismo mondiale.

Le Alpi italiane sono semplicemente fantastiche e

non meno impegnative di montagne più elevate e

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Protagonisti

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rinomate. Nel 1982 ho compiuto la prima salita in-

vernale della via Bertone sul Corno Bianco: 3320

metri, ma diffi coltà da grande ottomila, così come

per le ascensioni al Monte Rosa nel dicembre del

1988. Si tratta di montagne da decenni oggetto di

ascensioni: ma aprire nuove vie invernali – come

sul Pilastro San Vincent o alla parete sud–est di

Punta Gnifetti nella seconda metà degli anni Ot-

tanta – riveste sempre un senso di scoperta, quasi

la rivelazione di montagne che non fi nisci mai di

conoscere sino in fondo.

La curiosità di “assaggiare” da vicino, palmo a

palmo, altre montagne è inevitabile. Nel 1984

sono nelle Americhe e più avanti affronto l’Hima-

laya, la montagna mito per ogni alpinista, quindi

anche il Karakorum. Frattanto svolgo l’attività di

istruttore di guide alpine: anche in questo caso

un’esperienza straordinaria, nel continuo con-

fronto con altre esperienze e sensibilità, ma an-

che la consapevolezza di avvicinare nella massi-

ma sicurezza e capacità altri scalatori alle future

ascensioni.

Ma una data che non dimentico è l’11 ottobre

1993, quando raggiungo il mio primo ottomila

metri, il Manaslu. Toccare il cielo con un dito è

possibile. E ciò vale anche per il 26 luglio 2004

quando ho scalato il K2, eguagliando esattamente

50 anni dopo la straordinaria scalata italiana da

primato.

So che non vuoi dirlo, ma ci pare giusto viceversa

ricordarlo. In quell’occasione, durante la discesa,

alcuni partecipanti della spedizione si trovano in

diffi coltà sopraffatti dallo sforzo. E tu hai coordi-

nato in parete le operazioni di soccorso, correndo

non pochi rischi, ma garantendo alla fi ne l’incolu-

mità di tutti. Un’iniziativa che ti ha fatto meritare

la “Croce d’oro al merito della Guardia di Finan-

za”. Così, una dopo l’altra, inanelli le maggiori

vette del nostro pianeta. Ma nel 2001 strappi un

record che solo pochi alpinisti al mondo posseg-

gono.

Non si poteva non fare così, è naturale in monta-

gna e nella vita. Comunque nel 2001 scalo quat-

tro montagne oltre gli ottomila, nell’arco di soli

cinque mesi: l’Everest, il Gasherbum I, il Dhaula-

giri e il Gasherbum II. E negli anni successivi se-

guono altre sfi de, altre montagne. Nel 2010 torno

all’Everest, scalandolo dall’opposto versante: due

salite dai due lati, sempre senza ossigeno supple-

mentare.

La tua caratteristica di non utilizzare ossigeno

in alta quota, il tuo modo di avvicinare e sca-

lare una parete, la meticolosità con cui prepari

ogni tua spedizione dicono di un’attenzione che

potremmo defi nire “diversa” rispetto ad altri al-

pinisti, anche quando non c’è tempo per ammi-

rare il sole che si svena a ridosso delle cime più

lontane, iniziando a intaccare la cartilagine del

tramonto.

Credo di si. Occorre rispetto, quasi un colloquio

con la montagna. Non faccio paragoni, ognuno

scala come crede e vuole. Certamente l’alpini-

smo si è evoluto notevolmente negli ultimi anni

e sarebbe stupido non utilizzare materiali inno-

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vativi che garantiscono maggiore sicurezza. Ma

il rispetto va esercitato anche nei confronti del

proprio fi sico e della propria intelligenza. Niente

sfi de sciocche o fuori luogo, ma molta “educazio-

ne” mentale e fi sica, sviluppo di una vera armonia

interna, che alimenta la preparazione e la sempre

più esatta consapevolezza della propria forza e dei

propri limiti.

Visto che siamo presso la sede Avis e abbiamo

appena salutato alcuni avisini impegnati nel ge-

sto della generosità del dono di sangue, ne ap-

profi tto per farti una domanda forse inattesa, o

forse per te superfl ua.

Qualche giovane donatore a volte esprime un cer-

to timore nell’avvicinarsi al dono, dichiara di ave-

re “paura” di un ago o di non essere propriamen-

te “un leone” nel sentire una puntura nella pelle

o nel veder scorrere il proprio sangue. Insomma:

tu, quando l’alba fi ltra in lama di luce a recidere

la notte e il gelo appanna il pensiero, hai mai

provato paura? E hai mai pensato alla disgrazia,

alla morte, a raggiunge il tenebrore dove regna

colei che tiene la falce e recide i fi li del tempo?

Non vorrei sorprendervi, ma io ho sempre paura,

sarebbe sciocco negarlo. E se debbo dire la ve-

rità, è la stessa “paura” che proverei se dovessi

infi lare un ago per una donazione. Si tratta allora

di intendersi sul signifi cato da assegnare al ter-

mine paura. Io la provo come continuo paragone

con quel che sto facendo, come modo per essere

sempre sensibile e attento, connesso a quel che

mi circonda.

E la paragono al mio grado di preparazione, di

condizione psico–fi sica. La paura allora come una

sorta di “dialogo” fra me, la mia volontà e le con-

dizioni in cui mi trovo. Certo, quando le condizioni

sono critiche, occorre anche fortuna: il 23 settem-

bre del 2012 sono sopravvissuto ad una valanga

sul monte Manaslu; sono sopravvissuto con l’a-

mico Cristian Gobbi, mentre Alberto Magliano,

alloggiato nella tenda vicina è estratto ormai privo

di vita dalla massa di neve che ci aveva investito.

Si intravede negli occhi di Mondinelli muoversi la

gibigiana dei ricordi più dolorosi.

Inevitabile. Come inevitabile è il tema dell so-

lidarietà praticata dagli avisini, esercitata con

slancio, attenzione alle condizioni di sicurezza

sanitaria, apertura alla comunità, mi pare sia

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Non ci sono eroi o grandi imprese…C’è solo la determinazione di persone semplici che non si arrendono mai!

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Protagonisti

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in qualche misura paragonabile a quella che da

tempo tu eserciti con continuità, ovvero la parte-

cipazione a spedizioni di soccorso in alta quota

per raggiungere alpinisti in diffi coltà.

Vorrei dirlo con forza: la periodica donazione di

sangue o la spedizione di soccorso in montagna

non sono dissimili, e sono egualmente esperien-

ze a loro volta sia necessarie che straordinarie.

Lo penso da sempre: alcuni gesti quotidiani, che

sembrano semplici come il dono di sangue, sono

in realtà risultato di un impegno straordinario, lo

stesso che provo per una spedizione sull’Himalaya

o sulle Alpi. Serve preparazione e sicurezza, quin-

di bisogna essere “pronti”, sia dal punto di vista

sanitario che mentale, serve soprattutto la consa-

pevolezza che quel gesto va fatto perché serve ad

altri, perché nella vita bisogna essere generosi. E

nel mondo di oggi, così chiuso ed egoista, compie-

dizioni diffi cili, estreme o anche improvvise – una

volta, già pronti per un’ascensione, fummo chia-

mati a lasciare il campo base per una improvvisa

segnalazione di aiuto, doveva durare un pomeriggio

e restammo impegnati per oltre due giorni –, signi-

fi ca salvare la vita ad altri uomini, e instaurare così

un vincolo di amicizia e riconoscenza vicendevole.

La lunga frequentazione con le Alpi mi ha convin-

to a fondare l’Onlus “Amici del monte Rosa”, con

progetti di solidarietà: sono state realizzate una

re un gesto, ognuno per la sua parte, che possa

garantire benessere o la stessa vita al prossimo

non ha eguali.

Sappiamo che la montagna insegna ad essere

disponili, generosi, consapevoli. Ma tu hai fatto

molto di più e sarebbe bello poterne informare

anche gli avisini bresciani.

Partecipare ad una spedizione di soccorso in con-

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Protagonisti

tà a dialogare, a capire il mondo, magari guardan-

dolo dall’alto di una vetta. La prossima avventura?

Sarò in Alaska, a scalare il monte McKinley, la

vetta più alta del Nord America con i suoi 6.194

metri. Non ci sarà posto per l’improvvisazione.

Sarà soprattutto il gelo – si arriva anche a meno

40 gradi – a costituire la diffi coltà maggiore.

Silvio Mondinelli lo dice come si trattasse di una

… passeggiata. Una sorta di “birichinata” da vero

“gnaro”, anche se noi lo penseremo esposto all’in-

farla lui all’intera famiglia avisina. Avisini che da

oggi lo accolgono come nuovo amico.

scuola per 80 bambini di sherpa, un presidio ospe-

daliero con 20 posti letto e ambulatori attrezzati,

e con la stessa Associazione, grazie alla conoscen-

za della zona himalayana si è realizzato nel 2005

un “Trauma point” sulla via che collega la capitale

Kathmandu alla città di Pokara, con lo scopo di

assistere le numerose vittime di incidenti stradali.

Una vita piena, intensa, sempre con la disponibili-

crudire nell’aria livida, sferzata da una rabbiosa

tramontana. Intanto – nel massimo della limpidez-

za, con la perdita di frange ed inutili orpelli – visita

la sala prelievi, gli uffi ci, saluta in auditorium una

classe di studenti in visita incoraggiandoli al dono

e alla generosità. È lui che, alla fi ne, ringrazia l’A-

vis, scatta fotografi e con i donatori, non smette di

chiedere e domandare, quasi l’intervista dovesse

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L’Avis bresciana:organizzazione e solidarietàL’annuale assemblea provinciale rilancia la sfi da organizzativa e guarda al futuro

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Importante assemblea provinciale quella tenuta-

si a Calvisano a fi ne marzo. Un numero record

di delegati come non si era visto, la qualifi cata

presenza dell’assessore regionale Alberto Cavalli

e del sindaco della località della Bassa, dott. An-

gelo Formentini. Importante non solo nei numeri,

anche se questi restano importanti.

Il numero totale dei soci attivi è aumentato e si

è giunti al traguardo di 34.372 donatori attivi e

35.777 al totale dei soci con un saldo attivo di

637 associati. Per quanto riguarda le donazioni

e come era immaginabile, per il primo anno si è

evidenziato un calo sul totale: 65.920 contro le

66.929 del 2012. Quindi 1.009 unità in meno.

Nello specifi co, 58.587 unità di sangue intero a

fronte delle 60.230 nel 2012. Avis Provinciale

ha raccolto 39.705 più 232 rispetto all’anno pre-

cedente. Sono aumentate di 237 le donazioni dei

giorni infrasettimanali. Ciò signifi ca che il calo

effettivo del sangue intero raccolto si è eviden-

ziato nelle raccolte presso gli ospedali periferici.

A fronte di ciò, le donazioni in aferesi sono gene-

ralmente aumentate passando dalle 4.907 alle

attuali 5.513 plasmaferesi e dalle 1.792 piastri-

ne a 1.817.

Un impegno maggiore certo per gli ospedali e per i

donatori ma una giusta e adeguata strategia dona-

zionale: conferire sempre maggior plasma all’indu-

stria per l’autosuffi cienza nazionale di plasmaderi-

vati, anche in funzione del plasma master fi le.

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Oltre i numeri

Ma, si diceva, i numeri non sono tutto. Come ha

illustrato il presidente Gianpietro Briola, la riorga-

nizzazione dei punti di raccolta ha rappresentato

il tema predominante di questo intenso anno di

lavoro e soprattutto la continuità di impegno degli

ultimi anni. “Credo continuerà a caratterizzare e

catalizzare – così si è espresso il presidente – le

nostre attenzioni anche per il 2014 e il 2015 con

l’assetto della nuova organizzazione.

Alla fi ne di gennaio, dopo l’emanazione di alcu-

ne linee di indirizzo da parte della Regione circa

l’accreditamento, è stata nostra premura orga-

nizzare una giornata formativa e conoscitiva con

la Dr.ssa Giussani – Ispettore Nazionale accredi-

tato – e la Dr.ssa Marini per valutare insieme i

punti di criticità e le eventuali necessità di ade-

guamento e messa a norma. Il 06.03.2014 con

apposito decreto la Regione ha formalizzato tale

percorso con scadenza di presentazione delle do-

mande al 31.03.2014. Insieme, abbiamo tenu-

to conto delle necessità di ciascuno, delle varie

realtà strutturali e organizzative, delle possibili

soluzioni.

Compatibilmente con i costi di adeguamento e di

gestione”. Alcune scelte sono già compiute, altre

da studiare, altre ancora da verifi care. Talune de-

cisioni sono risultate dolorose ma non è certo re-

sponsabilità del provinciale. Semmai la necessità

di adeguarsi a una norma assolutamente in linea

con le moderne esigenze trasfusionali e di tra-

sformazione e lavorazione del sangue e del pla-

sma, da condividere nella loro ragione tecnica.

“A ciascuna sezione – ha detto Briola – abbiamo

fatto delle proposte senza prevaricare, proponen-

do soluzioni e condividendo le scelte. Peraltro,

l’Assessorato alla Salute della Regione ha impo-

sto una drastica riduzione dei centri di raccolta

periferici, in particolare per la nostra provincia,

pretendendo una reale razionalizzazione. Per

parte nostra, assumendo in toto la responsabilità

delle autorizzazioni e degli accreditamenti, non

ci pareva opportuno e ragionevole condurre le vi-

site ispettive nei centri che già sapevamo inade-

guati. È stata istituita una apposita Commissione

di lavoro a supporto del Consiglio Direttivo, che

seguirà direttamente le problematiche connesse

a tale percorso”.

Attività avisine

Page 12: La Goccia Aprile 2014

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Azioni concrete

Questa operazione di riorganizzazione cui il pro-

vinciale ha contribuito con notevole investimento

di risorse fi nanziarie, organizzative e di attrezza-

ture tecnologiche e informatiche, in collaborazio-

ne e condivisione con le sezioni periferiche, è un

processo in corso che vedrà tutti impegnati an-

che in futuro nella gestione e nel mantenimento

degli standard qualitativi e organizzativi.

Questi i passi da compiere, sempre nelle parole

del presidente Briola:

* La prima necessaria operazione sarà l’acquisto

bilancine. Abbiamo già accantonato 200.000,00

€ nei bilanci degli scorsi anni per ammoderna-

mento e manutenzioni cicliche anche straordina-

rie ai quali aggiungiamo ulteriori 50.000 € nel

bilancio di previsione del 2014 per le bilancine

del C.R. di Brescia. Operazione da concludere

entro il 2014 secondo le indicazioni del SIMT di

Brescia.

* Ogni sede di raccolta sarà dotata di PC in linea

collegati con il sistema informatico centralizzato

a cui si potrà accedere per i dati dei donatori e

la stampa delle etichette. L’acquisto dei PC e

l’installazione sarà a carico del provinciale così

come l’adeguamento tecnologico e dei software.

* Le linee di comunicazioni: chiavette o ADSL,

saranno da noi installate a seconda delle esigen-

ze e della stabilità e copertura di ogni singolo

territorio.

* Con le sezioni che accedono ad ogni singolo

punto raccolta, concorderemo i controlli, le puli-

zie generali, il ristoro.

* Abbiamo inoltre già provveduto a trattare l’a-

deguamento delle nostre polizze assicurative:

rischio, incendio e furto, atti vandalici e guasti

per allargarle a tutti i centri esterni accreditati,

sgravando le sezioni dal provvedervi.

* Le politiche di risparmio e previsione degli scor-

si anni ci hanno consentito di arrivare a questi

risultati con possibilità e disponibilità adeguate

allo scopo e in prospettiva suffi cienti a mantenere

attivi i nostri Centri.

Alla riorganizzazione dei Centri Raccolta si accom-

pagnerà anche il processo di riorganizzazione dei

SIMT, dei Centri trasfusionali e delle attività trasfu-

sionali. È un passaggio importante a garanzia dei

costi e delle semplifi cazioni ma anche della qualità

e sicurezza con la standardizzazione ottimale dei

risultati di validazione e della lavorazione.

Promuovere il dono

Per quanto concerne il tema della Scuola, pro-

segue con successo e con ottimi riscontri, l’ac-

cordo con l’Università Cattolica. Per quest’anno

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13

scolastico sono a disposizione 3 formatori e una

richiesta per contattare almeno 7000 studenti.

L’8 aprile si è organizzato il consueto convegno

formativo per i dirigenti e gli insegnati.

Inoltre, anche per quest’anno si è contribuito alla

realizzazione della giornata di premiazione delle

olimpiadi di matematica per le scuole superiori:

Brescia e Val Sabbia. Anche nel 2013 è prose-

guita la campagna di Spot nelle sale cinemato-

grafi che e sui bus di linea, sui giornali ed inserti

locali e anche sulle pagine lombarde del Corriere.

La strategia comunicativa è un impegno costan-

te, pur con gli strumenti in continua evoluzione e

in particolare, nell’intento di essere utile a tutti,

offrendo un’univoca immagine associativa. Per i

futuri giovani avisini.

20unità di raccolta

34.372donatori attivi

1.425soci non donatori

AVIS PROVINCIALE BRESCIA

101sezioni locali

65.565totale donazioni

22.046sangue intero

Avis

21.626sangue interoospedaliero

14.570CR Avis

15piastrine

5.513plasma

1.795Multi component

DATI ASSOCIATIVI 2013

Attività avisine

Donazioni Anno 2013 Provincia Sangue Intero Aferesi Multicomp. Totale Donazioni BERGAMO 54.379 16.416 0 70.795 BRESCIA 58.242 5.528 1.795 65.565 COMO 23.694 5.999 14 29.707 CREMONA 26.576 11.226 0 37.802 LECCO 24.323 5.683 0 30.006 LODI 14.980 2.272 31 17.283 MANTOVA 28.843 2.316 711 31.870 MILANO 80.977 15.202 725 96.904 MONZA-BRIANZA 35.451 9.520 1.293 46.264 PAVIA 17.288 3.457 324 21.069 SONDRIO 9.344 5.440 0 14.784 VARESE 37.113 5.648 1.167 43.928 Regione Lombardia 411.210 88.707 6.060 505.977

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Come stai a scuola?Continua il progetto Avis Scuola nella costante promozione della solidarietà

Si è tenuto martedì 8 aprile – dalle ore 16,00 alle ore 19,00 – presso la sede Avis provinciale di piazzetta Avis-Brescia, il secondo incontro, aperto ad educatori, docenti, oltre che ai referenti dei progetti scuola, dedicato alla metodologia didattica e progettuale che l’Avis provinciale, unitamente all’Università Cattolica di Brescia stà realizzando in decine di istituti scolastici e migliaia di studenti bresciani.

Il programma del seminario di studio – dal titolo

“Come stai a scuola? Come la scuola può favorire

la qualità della vita” – prevedeva l’introduzione ai

lavori di Gianpietro Briola – presidente Avis pro-

vinciale di Brescia e Gabriele Pagliarini- referente

gruppo giovani. Intervenuti quindi gli esperti inter-

nazionali Stun Vandevelde – docente Universitelt

Gent, Belgio; Luigi Croce – docente Università Cat-

tolica del Sacro Cuore, Brescia; Federica Di Cosi-

mo – referente per l’Educazione alla Salute – Uff.

Reg. Sc. per la Lombardia XI Brescia; Margherita

Marella – responsabile Educazione alla Salute – Asl

Brescia. Le conclusioni sono affi date a Luigi Pati

– docente Università Cattolica del Sacro Cuore,

Brescia.

Un confronto fra esperienze diverse e prime indi-

cazioni circa i risultati raggiunti dal progetto che

l’Avis provinciale e l’Osservatorio sul Volontariato

dell’Università Cattolica, stanno da tempo propo-

nendo alle scuole bresciane, nel segno di una espe-

COME STAI… a scuola?Come la scuola può favorire la qualità della vita

Gianpietro Briola; Gabriele Pagliarini (Avis Provinciale Brescia)

Stijn Vandevelde ( Docente - Universiteit Gent)

Luigi Croce (Docente - Università Cattolica del Sacro Cuore Brescia)

Federica Di Cosimo (Referente per l’Educazione alla Salute - Ufficio Scolastico Territoriale XI)

Margherita Marella (Responsabile Educazione alla Salute - ASL Brescia)

Dibattito

Luigi Pati (Docente – Università Cattolica del Sacro Cuore)

AVIS Provinciale, 8 aprile 2014

Progetti di promozione della solidarietà

Page 15: La Goccia Aprile 2014

rienza che appare in grado di elaborare itinerari per

i più giovani nella crescita civica e nella proposta di

un protagonismo attivo sul fronte della solidarietà.

Di grande interesse la relazione del docente belga,

che ha raccontato delle esperienze in atto nel pro-

prio paese, sollecitando comparazioni e differenze

utili a migliorare l’iniziativa bresciana.

Un progetto, è stato detto durante il convegno, che

interessa ad oggi ben 73 sezioni comunali e decine

di istituti scolastici: raggiunti ad oggi oltre 3.100

studenti, che un sondaggio ha rilevato decisi “a

fare qualcosa”, dopo aver ascoltato gli esperti della

comunicazione e gli insegnanti, nel 91% dei casi.

Fra l’altro il progetto avisino si articola ora in più

ambiti, allargatosi al tema delle diverse cultura e

costumi presenti nelle classi, all’“Offi cina del volon-

tariato” e alle “Olimpiadi della matematica”. Previ-

sti entro la fi ne dell’anno altri 153 interventi nelle

varie scuole e alcuni appuntamenti d’insieme rivolti

a tutti i partecipanti.

Questo nuovo numero de “La Goccia” viene stampato su carta ottenuta col sistema di certifi cazione FSC delle aziende forestali e ditte lavorazione del legno che perseguono una gestione delle foreste ecologica, compatibile con le esigenze di sostenibilità ambientale.

Una scelta concordata con le comunità locali e le imprese commerciali per salvaguardare il nostro pianeta e valorizzare le economie del territorio. L’Avis provinciale di Brescia ha compiuto questa scelta di carattere etico, nella consapevolezza di agire entro un sistema socialmente corretto, che alimenta un circuito virtuoso e attento al futuro. Una linea, perseguita unitamente agli stampatori bresciani Grafi che Artigianelli e all’agenzia Caffelatte Comunicazione, voluta per non rinunciare - anche col nostro periodico associativo stampato in circa 36.000 copie - a compiere scelte rispettose dell’ambiente e di un’etica produttiva e commerciale in grado di guardare ad un futuro solidale e lungimirante.

UNA RIVISTA DALCUORE VERDE

Page 16: La Goccia Aprile 2014

16

Sessantesimo di fondazionedei Pionieri avisiniSono stati festeggiati in città i 60 anni di fondazione del Gruppo Pionieri dell’Avis di Brescia, ovvero quei donatori di lunga data che pur avendo cessato la regolare donazione continuano ad animare alcune attività associative, vera memoria storica dell’Avis bresciana.

Alle cerimonia erano presenti l’Assessore regionale

alla Sanità Mario Mantovani, il Sindaco di Brescia

Emilio Del Bono, il Presidente Avis regionale Do-

menico Giupponi e il presidente dell’Avis Naziona-

le Vincenzo Saturni, il Presidente Avis provinciale

Gianpietro Briola.

Una platea di autorità convenuta a Brescia per

questa straordinaria occasione – che coincide

con i 100 anni dalla prima donazione effettua-

ta in città – e che oggi vede compiersi il gesto

di generosità per oltre 60.000 volte l’anno, ad

opera di circa 32.000 avisini della città e della

provincia. Un gruppo sorto nel lontano 1953, cui

si è affi ancato nel 1967 il Gruppo donatori an-

ziani, fra cui alcuni soci che già fra le due guerre

erano attivi nella donazione di sangue. Attual-

Page 17: La Goccia Aprile 2014

17

mente il Gruppo Anziani e Pionieri è guidato dal

presidente Aldo Fedeli, riconfermato nella cari-

ca triennale, affi ancato dal presidente onorario

Emanuele Tenchini, dal segretario Luigi Mussio e

da Ermanno Verardi, Gianfranco Callegari, Ilario

Guadagni, Agostino Bertoletti, Miriam Pasolini,

Augusto Presti. Con loro altri soci, fra cui il no-

vantaquattrenne prof. Mario Zorzi, già presidente

dell’Avis nazionale e provinciale. Fra gli impegni

del gruppo, la manutenzione del monumento agli

avisini presso il Vantiniano, l’attività di promo-

zione al dono nelle scuole, la vicinanza ad avisini

anziani e soli. Nel nome di un’inesausta genero-

sità al servizio della comunità bresciana.

Per quanti volessero aderire al gruppo si ricorda

che basta proporre richiesta scritta alla segre-

teria comunale; possono far parte del gruppo il

socio avisino iscritto all’Avis bresciana da alme-

no 30 anni; residente nel comune di Brescia al

momento della prima iscrizione; il socio avisino

ora collaboratore; il socio non più attivo nella

donazione per qualsiasi motivazione (ma con al-

meno 30 anni di iscrizione); il socio che pur non

possedendo i requisiti sopra ricordati, intende

volontariamente entrare a far parte del Gruppo

Anziani, inviando specifi ca domanda al capogrup-

po pro–tempore in carica, fatta salva l’accettazione

da parte del Consiglio del Gruppo anziani.

Le fi nalità, oltre all’assistenza – come da sempre

evidenziato sin dalla costituzione del 1967 – sono

la continuità dello spirito, delle fi nalità e delle idee

avisine.

Attività avisine

Page 18: La Goccia Aprile 2014

18

Requisiti minimi per i punti di raccoltaRazionalizzare, rendere più effi ciente e sicura la raccolta di sangue: una piccola, grande rivoluzione anche per l’Avis bresciana

I requisiti

Con l’Accordo tra il Governo e le Regioni del 2010,

sono stati approvati i requisiti strutturali, tecnologi-

ci e organizzativi minimi per l’esercizio delle attivi-

tà sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di

raccolta del sangue e degli emocomponenti, non-

ché il modello per le visite di verifi ca da applicare

nei processi di autorizzazione e accreditamento a

livello regionale.

Fra i presupposti condivisi come basi motivazionali

dell’Accordo – così ha ricordato la relatrice – è op-

portuno richiamare i seguenti:

• la necessità di garantire livelli qualitativi omoge-

nei delle attività trasfusionali su tutto il territorio

nazionale, a fronte di un quadro di signifi cativa di-

somogeneità fra regioni oggi esistente;

• la necessità inderogabile di conformare le attivi-

tà trasfusionali alle norme nazionali di recepimen-

to delle direttive europee in materia di sangue ed

emocomponenti (che prevedono la garanzia di li-

velli defi niti ed omogenei di qualità e sicurezza dei

prodotti e delle prestazioni del sistema trasfusiona-

le su tutto il territorio dell’Unione Europea), non-

ché di garantire la conformità a specifi ci requisiti,

previsti dalle norme comunitarie inerenti ai medici-

nali per uso umano, che si applicano al plasma pro-

dotto dai servizi trasfusionali italiani come materia

Il tema è noto: riorganizzazione dei

punti di raccolta, seguendo i nuovi

requisiti dettati dalle norme vigen-

ti. Se ne è parlato anche a Brescia

a gennaio, con l’intervento della

dr.ssa Barbara Giussani, referen-

te per la Regione Lombardia delle

verifi che ispettive. Erano presenti

numerosi presidenti e responsabili

delle sezioni comunali, interessati a

conoscere da vicino le normative per

i criteri strutturali per l’accredita–

mento delle articolazioni organiz-

zative delle unità di raccolta peri-

feriche. La scadenza, del resto è

vicina: entro gennaio del 2015 tut-

to dovrà essere in perfetta regola.

Page 19: La Goccia Aprile 2014

19

prima da avviare alla lavorazione industriale per la

produzione di medicinali emoderivati;

• l’esigenza di promuovere l’armonizzazione dei

criteri di valutazione del livello di conformità del-

le strutture operanti nel Sistema trasfusionale ai

requisiti minimi stabiliti dall’Accordo, mediante

l’applicazione in tutte le Regioni e Province au-

tonome di un modello per le visite di verifi ca dei

servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del

sangue e degli emocomponenti da adottare nei

processi di autorizzazione e accreditamento degli

stessi, ferme restando le prerogative e competen-

ze regionali;

• come previsto dal Decreto legislativo 20 dicem-

bre 2007, n. 261, la necessità di garantire l’eser-

cizio della responsabilità del rispetto dei requisiti

minimi defi niti nell’Accordo da parte delle autori-

tà all’uopo individuate ai sensi dell’articolo 3 del

medesimo decreto (Ministero della Salute, Centro

Nazionale Sangue, Regioni e Province autonome),

per le rispettive competenze.

Come noto, per il territorio bresciano sono previsti

i soli Punti di raccolta di Brescia, Adro, Rovato,

Urago d’Oglio, Travagliato, Berlingo, Quinzano

d’Oglio, Nave, Calvisano, Barghe, Bagolino, Ro-

dengo Saiano e presso gli ospedali di Iseo, Desen-

zano del Garda, Palazzolo sull’Oglio, Gardone V.

Trompia, Richiedei di Gussago, Leno, Manerbio e

Montichiari.

Attività avisine

Page 20: La Goccia Aprile 2014

20

Un dono lungo cent’anniPresentato il volume dedicato alla storia della trasfusione e dell’Avis bresciana

Presenze importanti presso la sede dell’Avis provinciale per la presentazione del volume dedicato alla storia della trasfusione di sangue e dell’Avis bresciana, curato da Marcello Zane. Fra gli ospiti e relatori l’Assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, il Sindaco di Brescia Emilio Del Bono, il Presidente Avis regionale Domenico Giupponi e il presidente dell’Avis Nazionale Vincenzo Saturni. A fare gli onori di casa il Presidente Avis provinciale Gianpietro Briola e il vice Ezio Quaglietti.

Un’importante occasione

L’occasione del centenario costituisce del resto,

traguardo importante, ma anche data che rap-

presenta fecondo stimolo per il ripensamento

della propria storia in termini “complessivi”. Un

volume ben lontano, quindi, dai toni compiaciuti,

autocelebrativi e semplifi catori che, normalmen-

te, queste pubblicazioni tendono ad assumere.

“Piuttosto”, ha ricordato il presidente Briola, “si

tratta di pagine ove prevale la ricerca di una più

esatta articolazione di una storia secolare, nar-

rata con rigore che informa l’intera opera, che ha

visto l’attiva partecipazione di tutte le 101 sezio-

ni e dell’Avis provinciale, nel riuscito tentativo

Page 21: La Goccia Aprile 2014

21

La nostra storia

Page 22: La Goccia Aprile 2014

22

di restituire i diversi legami che la storia della

donazione a Brescia e nella sua vasta provincia

ha intessuto con la società bresciana”.

Sono pagine, ed è questo altro elemento che dice

della “necessità” delle ricerche e del volume, in

cui si evidenzia la grande, (e forse per alcuni let-

tori, inaspettata e inconsueta) presenza dell’A-

vis nelle vicende che hanno segnato la Brescia

dell’intero Novecento.

Non mancano, nella prima sezione che compo-

ne il volume e così come nelle successive sche-

de riservate alle sezioni, le notizie riguardanti

lo straordinario sforzo compiuto nel corso dei

decenni del saper interpretare le aspirazioni ed

i bisogni dei donatori, nella capacità di ricono-

scere, di fronte ai cambiamenti della società,

la necessità di nuove proposte e nuove moda-

lità di iniziativa con cui l’Avis, a vari livelli, ha

saputo radicare la sua presenza nei luoghi del

bisogno, del volontariato e nell’intera società

bresciana.

La vicenda avisina

Pregio del volume – hanno ricordato i presenti –

è anche la capacità di far emergere la preminen-

za di una specifi ca tradizione in cui confl uiscono

una pluralità di elementi che rimandano tanto

alla storia quanto alla cultura del dono, forman-

do un mix inconfondibile, uno stile di vita prag-

matico, al di là del pluralismo indispensabile e

prezioso che ha sempre contraddistinto l’Avis in

età contemporanea.

Un atteggiamento che esce valorizzato da ricer-

che come queste, in cui si riconosce un’idea di

Page 23: La Goccia Aprile 2014

23

La nostra storia

storia che va al di là delle diverse opzioni me-

todologiche, che rifugge dai tecnicismi e dalle

mode (più o meno importate), per porre al cen-

tro dell’attenzione gli uomini, le loro azioni e la

loro generosità, la creazione di relazioni. E di

promozione al dono del sangue.

È la lettura di un fenomeno che consente di

far emergere nella loro singolarità irripetibile

i protagonisti più noti e meno noti: uomini e

donne che hanno vissuto e vivono da protago-

nisti, spesso silenziosi, le vicende della dona-

zione del proprio sangue, del proprio tempo,

della propria speranza. Ancora, l’attitudine,

dimostrata dall’Avis bresciana in tutte le sue

epoche, all’autonomia dal potere politico ed

amministrativo, per praticare con convinzione

una propria idea di volontariato e di presenza

attiva, un proprio “sguardo sociale”. Sfere del-

la sanità e della politica, del volontariato e del

dono, fra loro comunicanti, evitando di rego-

la tanto l’indebita ingerenza quanto la sterile

contrapposizione. Certo le cose non sono sem-

pre andate così, specie nei periodi di crisi e di

conflitto acuto, ma in una prospettiva storica

risalta fortemente questa specificità dell’Avis.

Non da ultimo, la straordinaria articolazione

geografica dell’Associazione.

Basta leggere le storie di ogni sezione, sia essa di

lunghissima data come di più recente costituzio-

ne, per rendersi conto di come questa presenza

sia sempre andata ben oltre l’organizzazione del

dono di sangue.

E non si può quindi non esprimere vivo apprez-

zamento per le diverse attività organizzate, che

vedono il pieno coinvolgimento nelle realtà comu-

nitarie, ove gli avisini operano con concretezza ed

intelligenza. Sezioni e gruppi – ha detto ancora

Gianpietro Briola – che con tenacia difendono la

propria identità senza chiudersi in una deleteria

solitudine, ma si aprono a collaborazioni ricche di

potenzialità e preziose opportunità, con generosi-

tà, dedizione ed entusiasmo. Grazie alle sezioni

ed alle innumerevoli attività connesse, è possibi-

le esercitare e promuovere azioni positive, tanto

in ambito, sociale che culturale e civico, lungo il

percorso tracciato dai fondatori e oggi, dai respon-

sabili locali.

Un volume, quindi, che racconta un denso intrec-

cio di storie e di valori, una vicenda che consiste

in un insieme di luoghi, di relazioni, di memorie,

di ethos, di affetti, di cultura, di corresponsabili-

tà, alla ricerca di una misura nella promozione e

nello sviluppo della donazione del sangue.

Page 24: La Goccia Aprile 2014

24

A Brescia il seminario annuale dedicato a Cristina

Rossi per la formazione continua.

Per ricordare la vita e l’impegno associativo nella

promozione del volontariato tra i giovani di Cristina

Rossi, presidente Avis Lombardia dal 1999 al 2002

e prematuramente scomparsa lo stesso anno, Avis re-

gionale Lombardia ogni anno organizza un seminario

destinato e dedicato in modo particolare ai giovani

volontari dell’associazione. A testimonianza di quanto

sia ancora forte la traccia lasciata dalla presenza di

Cristina Rossi all’interno dell’associazione, ogni anno

i seminari a lei dedicati vivono una grande parteci-

pazione ed un forte interessamento in tutta la rete

Avis. Il “Cristina Rossi” di quest’anno è stato dedicato

alla Carta etica realizzata da AVIS Nazionale in col-

laborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore

di Milano. La carta etica era già stata presentata in

occasione dell’Assemblea nazionale di Maggio a Ri-

mini e in occasione di un incontro specifi catamente

dedicato a Carta etica e Libro Bianco tenutosi a No-

vembre presso Università Bocconi, ma Avis regionale

ha voluto fare onore a questa iniziativa nazionale de-

dicandogli il Cristina Rossi di quest’anno. Ad ospitare

l’iniziativa le sede dell’Avis provinciale di Brescia.

Una carta etica, una vita solidale

Si è cercato di dare un taglio pratico alla presentazio-

ne della carta etica. Come usarla nelle sedi? Come

discuterne per crescere in gruppo? Come applicarla

nel quotidiano tra gli avisini? Ha aiutato in quest’o-

perazione utilizzare i video che rappresentano 4 tra

le tante storie contenute nella carta etica e partire

dalla loro visione per stimolare gruppi di discussio-

ne partecipati e creativi. Perché la Carta Etica non è

un testo defi nitivo, né vuole essere il Manuale con la

lezione del corretto comportamento da seguire, anzi

si propone come un insieme di storie, di esperienze

vissute realmente e raccontate da Avisini, utili a pro-

porre temi su cui confrontarsi, crescere, migliorare.

Una metodologia innovativa per parlare di Carta etica

e gestire il seminario Cristina Rossi 2013: partire dal

confronto delle esperienze vissute, dalla discussio-

ne, dalla relazione tra i presenti, per arrivare ad una

presentazione che valorizzasse la fi ducia e collabo-

razione. Divertenti i video, per un confronto su cosa

muovessero in ognuno dei presenti nel suo vissuto da

avisino e iniziando a pensare in modo costruttivo a

soluzioni per i problemi che si propongono. Un modo

creativo, con un gruppo di formatori esperti in crea-

tività e teatro che hanno tirato fuori da ognuno dei

presenti quel poco o tanto di espressivo e comunicati-

vo che tutti, nessuno escluso possiede. Alla fi ne tutti

hanno “messo in scena” le idee e le proposte. Alla

fi ne della giornata Brescia ha presentato un esempio

di come l’etica Avis venga praticata quotidianamente

nei progetti con le scuole e nelle collaborazioni sul

territorio bresciano. Come sempre è stato un modo

signifi cativo di ricordare Cristina, fortifi cando il pia-

cere di stare insieme, grazie anche all’accoglienza di

Avis Brescia, e di confrontarsi senza paura su come è

vissuta l’esperienza associativa. Solo le Associazioni

più mature non hanno paura del confronto interno,

perché discutere delle debolezze e dei punti di forza

ed orgoglio è crescere insieme.

Carta etica Avis, vita associativae implicazioni educative

Page 25: La Goccia Aprile 2014

25

Il futuro di BresciaEconomia, etica, mercato: il punto della situazione cui anche l’Avis guarda con attenzione

L’Avis vive nella comunità. E quindi intende conoscerne il presente e partecipare a costruire il futuro. Non è un caso, quindi che essa fosse presente – col vice presidente Ezio Quaglietti – al recente convegno svoltosi presso la sede di Aib, l’Associazione che riunisce gli industriali bresciani.

Brescia è tornata il terzo locomotore dell’economia

italiana, dietro solo a Torino e a Milano. Ma, così

è stato detto durante i lavori del convegno, è un

risultato che, “per essere raggiunto sotto il fuoco

incessante di cinque lunghi anni di crisi globale, ha

lasciato sul tessuto imprenditoriale locale profonde

ferite – a cominciare da un’emorragia occupaziona-

le che farà sentire i suoi effetti a breve – e che solo

un profondo ripensamento dell’assetto operativo e

una solida riorganizzazione dei canali commerciali

potranno cicatrizzare”.

Un passaggio storico

La fotografi a che Aib e Banco di Brescia con l’a-

iuto di Prometeia ha presentato racconta di un

passaggio determinate, forse storico, per l’industria

bresciana. Perché muovere i giusti passi oggi per

molti imprenditori signifi cherà trovare domani la

Attività avisine

Page 26: La Goccia Aprile 2014

26

via per uscire dalle sacche recessive e intercettare,

da qui al 2020, il nuovo ciclo espansivo che già

sta interessando gli avamposti nordeuropei. «Bre-

scia – ha ricordato Francesco Beghetti, responsa-

bile dell’area Sviluppo di Aib – dal 2008 a oggi ha

perduto il 16% delle sue industrie manifatturiere,

sconta un calo della produzione di 28,5 punti per-

centuali, registra una fl essione del 2,4% nell’export

e ha perso il 3% della sua forza–lavoro. La crisi

ha colpito duro, insomma, soprattutto perché ha

interessato più di altri alcuni settori, come la mec-

canica, l’automotive e la metallurgia, che pesano

per l’80% nella creazione del valore aggiunto del

territorio». Dati non certo incoraggianti, ma che

l’industria bresciana negli ultimi mesi sta cercando

di lasciarsi alle spalle. Per ora soprattutto grazie

al timido risveglio del mercato interno, anche se è

chiaro a tutti che alle nostre latitudini non potrà es-

sere la domanda nazionale a guidare la ripresa. Lo

ha chiarito Gianfranco Tosini, docente di Economia

internazionale alla Cattolica di Brescia, ricordando

l’eccessiva dipendenza delle aziende locali da mer-

cati saturi come quelli della zona euro e sottoline-

ando la necessità di intraprendere «una seconda

internazionalizzazione», questa volta incentrata

però su un processo di penetrazione più razionale

dei mercati emergenti. «Non possiamo pensare di

continuare a dipendere dalla domanda di beni che

proviene da Italia, Francia e Germania, direttrici

che rappresentano ancora i due terzi del fatturato

territoriale – ha sottolineato Tosini –, non solo per-

ché è rischioso dipendere da un solo committente,

ma anche perché la geografi a della domanda si sta

spostando e bisogna investire per inseguirla».

Non solo Germania

Un discorso che interessa soprattutto quelle fi lie-

re, come la meccanica e l’automotive, che pur non

esprimendo un prodotto fi nito (siamo spesso e vo-

lentieri fornitori e quindi parte sostituibile di una

catena complessa che il più delle volte fi nisce in

Germania), negli anni bui della crisi sono comun-

Page 27: La Goccia Aprile 2014

27

que riuscite a galleggiare grazie alla qualità delle

lavorazioni, al know how delle maestranze, alla

grande fl essibilità e alla capacità di rispondere alle

sollecitazioni dei clienti.

«Il problema – ha proseguito il docente – è che,

a fronte di uno scarso posizionamento sui paesi

emergenti, siamo troppo radicati su mercati che

crescono poco e cresceranno sempre meno nei

prossimi anni. Bisogna trovare un nuovo model-

lo di internazionalizzazione e bisogna fare presto,

perché i nostri competitor italiani sono più avanti

di noi». La via d’uscita, secondo l’analisi qualitati-

va del Centro studi di Aib, che in queste settimane

sull’argomento ha condotto una serie di interviste

alle imprese maggiormente export oriented, do-

vrebbe essere quella di investire maggiori risor-

se per il potenziamento degli uffi ci commerciali,

chiamati a ridisegnare il mix geografi co dell’export

e ad approntare una rete diretta per cercare di

bypassare gli intermediari e aumentare le margi-

nalità.

E se, in effetti, fa rifl ettere il dato secondo cui solo

il 15% del made in Brescia fi nisce oggi nei paesi

emergenti, che per il manifatturiero bresciano sia il

momento delle grandi scelte è convinzione anche

del presidente degli industriali, Marco Bonomet-

ti: «Questi anni – è stato il suo ragionamento – ci

hanno dimostrato come la crisi non abbia avuto un

carattere congiunturale ma strutturale. Abituiamo-

ci dunque a convivere con uno scenario diverso ri-

spetto al passato, in cui tuttavia il manifatturiero,

forte delle sue 16 mila aziende e di 34 miliardi di

ricavi, di cui 13,5 generati dalle esportazioni, con-

tinuerà comunque a essere trainante.

Serve tuttavia uno sforzo culturale per far conosce-

re a tutti che il mondo è cambiato, e per sempre».

«Se paragoniamo le performance del settore mani-

fatturiero con quelle del commercio, dei servizi e

dell’edilizia – ha aggiunto il direttore generale del

Banco di Brescia, Roberto Tonizzo – ci accorgiamo

che già qualcosa sta cambiando.

A differenza degli altri settori, infatti, il manifat-

turiero ha fatto registrare nell’ultimo trimestre un

recupero del 4,2%: uno scatto in avanti che il si-

stema bancario oggi è pronto a sostenere».

Modalità del futuro

Uno scatto in avanti che Prometeia ha cercato di

prefi gurare attraverso tre diverse lenti focali. «In un

primo scenario denominato base – ha puntualizza-

to Giuseppe Schirone, responsabile della linea di

consulenza dell’istituto di ricerche bolognese – l’at-

tività dell’industria bresciana è prevista svilupparsi

a un ritmo medio annuo del 5% a prezzi correnti

con prospettive migliori in termini di crescita dei

ricavi per la siderurgia (+8,5% da qui al 2020) e

la meccanica (+7%).

Se tuttavia il sistema manifatturiero bresciano

dovesse riuscire ad approntare in tempo uno spo-

stamento del baricentro geografi co dell’export, lo

scatto in avanti potrebbe essere più pronunciato.

Inversamente, le aziende dovessero ripiegarsi sui

mercati tradizionali, l’incremento riuscirebbe a

stento a coprire la dinamica dell’infl azione». Può

essere fastidioso sentirselo ripetere ma se, come

è ormai opinione comune fra gli imprenditori più

lucidi e attenti ai fenomeni macroeconomici, «l’in-

dustria italiana non tornerà più ai livelli pre crisi»,

il processo di selezione darwiniano ha comunque

fi nito per tracciare la strada che conduce fuori dal

tunnel. Spetta agli imprenditori coraggiosi imboc-

carla.

Attività avisine

Page 28: La Goccia Aprile 2014

28

Atelier Europeo per sostenere i progetti bresciani in EuropaAnche l’Avis provinciale partecipa come socio sostenitore. Un master per divenire “europrogettisti”

L’imperativo è intercettare in Europa le risorse ne-

cessarie a far crescere il territorio. Più in concreto,

saper attingere dai fondi che il parlamento di Bru-

xelles mette a disposizione dei paesi dell’Unione

per cooperazione, impresa sociale, cittadinanza,

sport e cultura. Per i prossimi anni si parla di una

cifra vicina ai 900 miliardi di Euro.

Riuscirci è possibile, ma servono chiavi d’accesso

e strumenti operativi effi caci. Per questo Atelier

Europeo – fanno parte del Consiglio E. Benzi, P.

Brunori, U. Gerola, M. Rocco, G. Valenti, segre-

tario A. Patti - ha presentato la prima edizione del

master europeo di specializzazione in Europroget-

tazione.

Un master promosso con convinzione da Atelier

Europeo, associazione bresciana senza scopo di

lucro e apartitica, che persegue esclusivamente

fi nalità di carattere sociale nel settore della promo-

zione e della partecipazione delle realtà associati-

ve bresciane e Lombarde alle opportunità offerte

dall’Unione Europea. L’Associazione ha del resto

come propria mission promuovere attività di diffu-

sione e partecipazione ai Programmi dell’Unione

con l’intento di incoraggiare la creazione di una

cittadinanza Europea.

È partito da un anno ma ha già

le idee chiare. Stiamo parlando

dell’Atelier Europa, – l’associazione

costituita nel 2013 da Cgil e

Cisl Brescia, Centro servizi per

il Volontariato, Koinon e Forum

Terzo Settore – in collaborazione

con Fondazione Politecnico di

Milano e con il patrocinio di

Regione Lombardia e Comune

di Brescia, con l’Avis provinciale

bresciana quale socio sostenitore

(Ezio Quaglietti, vice presidente

provinciale, ne è il Revisore unico),

nell’interesse ad essere parte attiva

di quanto si muove per il presente e

il futuro della comunità bresciana.

Page 29: La Goccia Aprile 2014

29

Un master per il futuro

Un percorso formativo e professionale, rivolto ai

giovani laureati e diplomati con buona conoscenza

della lingua inglese, strutturato in lezioni teoriche

e workbased learning per formare dodici professio-

nisti che sappiano portare le opportunità offerte

dall’Europa sul territorio.

Diretto da Eugenio De Caro, il master si propone di

conferire ai partecipanti una forte preparazione set-

toriale che li renda capaci di gestire la metodologia

di stesura dei progetti da fi nanziare richiesta dalla

Commissione europea.

Il master, al termine del quale potranno essere ef-

fettuate le prove di certifi cazione delle competen-

ze di Europrogettista, sarà diviso in due moduli:

una prima tranche composta da 48 ore di lezioni

frontali, tenute nella sede di Atelier Europeo, in

via Salgari 43b, – e dall’avviamento alla pratica di

progettazione completata dallo stage di 4 settima-

ne in strutture private e pubbliche coinvolte nello

sviluppo di politiche comunitarie. La seconda par-

te, lunga 14 mesi e durante la quale ogni corsista

avrà diritto ad una «borsa lavoro» del valore di

300 euro lordi mensili, coinvolgerà i partecipanti

in azioni concrete di progettazione guidate da un

team di tutor e valutate dagli attuali professionisti

dell’Atelier Europeo.

Come è stato notato, l’Italia è il terzo Paese euro-

peo per numero di domande inoltrate per l’accesso

ai fondi, ma è terz’ultima nella classifi ca di quelli

che riescono realmente ad ottenerli. Questo signi-

fi ca che generalmente i progetti sono presentati

male o nel modo sbagliato. Per quanto riguarda la

dimensione locale, Brescia e Provincia nel 2012

hanno preso meno di mezzo milione, mentre 46

sono fi niti solo a Milano». La quota d’iscrizione al

master è di 2.000 euro. Le domande di ammissio-

ne devono essere recapitate entro le ore 14 del 12

maggio alla segreteria di via Salgari 43.

Avis e comunità

Page 30: La Goccia Aprile 2014

30

I 70 anni del CsiAnche l’Avis bresciana ha festeggiato gli amici del Csi

Settant’anni costituiscono un traguardo signifi cativo. Certamente da festeggiare. Cosa che ha fatto anche il Csi bresciano, guidato dalla presidente Amelia Morgano, con l’intervento del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari, di numerose autorità e del vice presidente dell’Avis provinciale.

Il Centro Sportivo Italiano è un ente di promo-

zione sportiva riconosciuto dal Coni. 35mila tes-

serati e oltre 500 società affi liate sono i numeri

del solo comitato di Brescia, che organizza ogni

anno innumerevoli campionati ed eventi. Si va

dagli sport di squadra (calcio, pallavolo e basket)

alle discipline individuali (atletica, ginnastica ar-

tistica, arti marziali, tennis tavolo e sci), senza

dimenticare l’attività per diversamente abili e i

corsi di formazione dedicati ad arbitri, giudici di-

rigenti e allenatori. Il tutto con un occhio di ri-

guardo alle nuove generazioni e senza porsi limi-

ti, cercando di arricchire la proposta sportiva in

qualità e quantità attraverso progetti ambiziosi,

alimentati dalla dedizione alla causa dei volon-

tari e da una mission immutata nel tempo: con-

tribuire all’affermazione dell’educazione, di uno

stile di vita sano e del bene comune attraverso

lo sport. La formazione è un settore vitale per il

C.S.I. Brescia, snodo cruciale per la promozione

di un modello sportivo di qualità, e lo diventa a

maggior ragione in un momento storico in cui il

comitato provinciale ha deciso di investire con

forza sul settore giovanile. A partire da questa

stagione prenderà vita una scuola dello sport

arancioblù. L’obiettivo è quello di garantire a ora-

tori e gruppi sportivi la possibilità di percorsi stu-

diati per la crescita umana e tecnica di istruttori

e allenatori degli sport di squadra, differenziati

per disciplina e fascia d’età. Le realtà del nostro

territorio, infatti, devono avere a disposizione le

risorse per rispondere alla costante domanda di

sport nel migliore dei modi, soprattutto a livello

giovanile. Tutto questo avverrà grazie al supporto

di esperti qualifi cati, in parallelo con i corsi di

aggiornamento tradizionali e con i focus dedicati

a dirigenti, arbitri e giudici. Gli allenatori rice-

veranno il patentino e verranno iscritti all’Albo

Nazionale C.S.I.

Page 31: La Goccia Aprile 2014

31

Il 1° Trofeo di nuoto Avis CsiLa pratica sportiva per una vita sana, nel nome dell’Avis

L’Avis provinciale e il Gruppo giovani avisini sono

i protagonisti della I edizione del Trofeo di nuo-

to Avis – Csi che si svolge presso la piscina di

Lamarmora il 27 aprile. Una intensa giornata di

sport, che vedrà incontrarsi nelle acque brescia-

ne centinaia di giovani e giovanissimi (sino dai

dieci anni di età, ma soprattutto adolescenti),

ma anche le categorie master, per chi non ha

più l’età dell’agonismo ma ancor giovane non ha

perso la sfi da del nuotare in velocità.

Sport e donazione sono del resto, e da tempo,

una delle attenzioni che l’Avis bresciana intende

rivolgere alle giovani generazioni.

“In particolare – spiega il vice presidente pro-

vinciale Ezio Quaglietti – la collaborazione con

il Csi si sta mostrando di grande effi cacia nel

raggiungere ampie fasce di futuri donatori. Ed è

chiaro che non ci interessa il puro ed esasperato

agonismo, ma una pratica sportiva salutare che

accompagni uno stile di vita proprio degli avisini.

Per questo non dispenseremo premi o regali, ma

un segno simbolico e, soprattutto, doneremo a

tutti i partecipanti una nuova cuffi a da piscina

con il nostro marchio Avis. Un modo per rendere

questi nuotatoti, anche in futuro, ambasciatori

del dono di sangue”.

Avis e comunità

Page 32: La Goccia Aprile 2014

32

Si è svolta domenica 23 febbraio nell’Aula Magna

dell’Ospedale l’Assemblea annuale della nostra sezio-

ne Avis “Francesco Rodella”. Mons Fontana ha iniziato

la mattinata celebrando la S.Messa nella Cappella; ha

poi ringraziato ed esortato i presenti avisini a continua-

re la loro testimonianza di solidarietà e condivisione,

un po’ controcorrente in un periodo dove purtroppo c’è

tanto egoismo. Ulteriori ringraziamenti al Presidente

Bettenzoli e a tutti gli avisini da parte del sindaco Za-

nola. Il Presidente Bettenzoli ha ricordato con ricono-

scenza, in apertura, tre avisini mancati nel 2013: il

suo predecessore Giuliani, il Dott. Verzeletti e l’avisino

croce d’oro Bottoglia. Ringraziando il Consiglio Diret-

tivo e tutti i volontari disponibili nelle varie attività,

Bettenzoli ha ribadito che una delle priorità di cui ne-

cessita la nostra sezione, che conta ben 593 iscritti,

è una struttura più consona per le donazioni, magari

una Casa dell’Avisino, per rendere più agevoli e sicure

le tappe di ogni donazione, che ora si svolgono su tre

piani dell’ospedale, con disagi notevoli. Altra presen-

za indispensabile sarebbe un altro medico volontario

(essendo scomparso il Dott. Verzeletti) da affi ancare

al dott. Ciampa, volontario da ben 47 anni nella no-

stra sezione. Ha poi elencato le iniziative del 2013

organizzate in collaborazione con altre realtà locali per

condividere con la comunità gli scopi solidali dell’Avis:

concerti estivi con Aido e scuola d’Archi Pellegrino,

cicloraduno, due gite culturali, 2° festa giovani, 16°

Borsa di Studio Rodella, concerto natalizio degli allie-

vi della Banda, incontri nelle scuole monteclarensi di

tutti i livelli (in collaborazione con l’Avis Provinciale),

che ha dato ottimi riscontri, visibilità sui giornali locali

e nella programmazione del Teatro Gloria. È in atto

altro traguardo: una progressiva trasformazione di co-

municazione on line, per risparmiare almeno un 50%

rispetto al cartaceo, cifra non indifferente. Il Diretto-

re Sanitario Dott. Ciampa ha richiamato l’attenzione

sul problema della necessità del “farmaco salvavita “

qual è il sangue, reperibile solo dalle donazioni gratu-

ite degli avisini. La ricerca infatti prosegue, ma non è

ancora in grado ad oggi di produrre sangue artifi ciale.

La richiesta è in continuo aumento, per interventi chi-

rurgici, trapianti, malattie... in Italia i donatori sono

1.534.000, ma va potenziata la cultura del donare e

di conseguenza il numero di donatori, soprattutto nelle

grandi città e nelle zone più periferiche. A Montichia-

ri nel 2013, i donatori sono diventati 593: 74 nuovi

iscritti, soprattutto giovani equivalente ad un 8% in

più, che ha portato all’età media inferiore ai 45 anni,

a fronte di 32 sospesi, per un totale di 1094 donazio-

ni, quindi grande soddisfazione, rimarcata anche da

parte del vicepresidente provinciale Pagliarini. Molto

importante il sodalizio “Forum della salute” che l’Avis

ha creato con tutte le associazioni di volontariato di

Montichiari, in una forma di mutuo soccorso. Numero-

se le benemerenze anche quest’anno: 20 distintivo di

rame (8 donazioni), 20 distintivo d’argento (16 dona-

zioni), 3 distintivo argento dorato (36 donazioni). Da

specifi care: per le donne, che per legge in età fertile

possono donare solo 2 volte all’anno, le donazioni sono

cumulative fi no ai 50 anni. La mattinata si è conclu-

sa con un eccellente buffet preparato da Mario Motta,

sempre molto apprezzato. Un ringraziamento da parte

di noi avisini va sicuramente al Presidente Bettenzoli

per l’impegno e l’entusiasmo con cui coordina la nostra

sezione, nella quale si è creato un clima familiare che

dà la giusta carica a tutti.

Ornella Olfi

MontichiariUn anno denso di positivi traguardi

Page 33: La Goccia Aprile 2014

33

L’attività di promozione nelle scuole “Io Avis e tu?”

è iniziata quest’anno a Montichiari con incontri alla

scuola Tovini–Kolbe, sia con bambini delle elementari

che con ragazzi delle medie. Momenti molto parteci-

pati da tutti gli scolari, che hanno seguito con inte-

resse, curiosità, ponendo domande pertinenti, com-

mentando il breve video con entusiasmo e votando

positivamente questa esperienza, dimostrandosi sen-

sibili al tema della solidarietà in generale. La prof. Mi-

rela Tingire e il prof Federico Ratti, volontari dell’Avis

di Brescia, hanno condotto questi incontri non certo

come lezioni, ma come informazioni e proiezioni spie-

gate con semplicità, testimonianze dirette di quanto è

importante la solidarietà in generale e nello specifi co

dell’Avis la donazione di sangue, sia da fare in prima

persona o, come nel caso di questi ragazzi ancora mi-

norenni, il passaparola a casa con genitori e parenti.

Lo scopo è infatti far conoscere meglio il signifi cato

del dono del sangue e invogliarli a diventare avisini o

comunque ad entrare a far parte dell’Avis a vario tito-

lo. Infatti, tranne in una classe, pochi di questi alunni

hanno parenti avisini, per cui non conoscono da vici-

no l’Avis. Per questo sono molto utili queste iniziati-

ve nelle scuole: seminare bene dà speranza di buon

raccolto!...e come sempre fare del bene agli altri fa

molto bene anche a se stessi. Personalmente la loro

spontaneità, la loro sana curiosità e il loro ottimismo

mi hanno fatto ancora una volta credere in un futuro

dove ci sarà spazio per l’amore per il prossimo. Un

grazie alla coordinatrice didattica prof. Roberta Chiari

per la disponibilità e la cordiale accoglienza con cui ci

ha affi ancato durante questi incontri.

Montichiari“Piacere Avis e tu? “incontri alla scuola tovini kolbe di Montichiari

Quarantacinque anni e non sentirli. Ivo Codenotti

da Brione è un corridore nato. Un avisino doc, na-

turalmente, dall’età giovanile, ma soprattutto un

campione nello sport. L’amore per la corsa è scon-

fi nato e lo porta sin da adolescente a partecipare a

corse campestri, ma anche a sfi dare la fatica con

viaggi a piedi in Svizzera, l’intero percorso del Sen-

tiero 3 Valli, accompagnato dal padre ma anche in

solitaria. Non manca la passione per la motociclet-

ta, per lo sci, il nuoto – con la traversata del lago

d’Iseo –, l’alpinismo, le ciaspole con piazzamento

signifi cativi in gare valevoli per la coppa del mondo

di specialità e vittorie in tutta Italia.

Nel 2008 un grave infortunio pare interrompere la

promettente carriera, ma proprio la montagna aiuta a

riprendere. E la vittoria, fra duri allenamenti e fatica,

torna a sorridere, salendo con gli scii e conquistando

varie cime a tempi di record. Ma per Ivo Codenotti il

dono del sangue è sempre la vittoria più bella.

Lo sport solidaleUn avisino che si fa onore nello sport

Notizie dalle sezioni locali

Page 34: La Goccia Aprile 2014

34

Avis Comunalidell’Ovest Bresciano:un’esperienza di collaborazione per “fare sistema”

Le moderne organizzazioni industriali puntano molto

sul lavoro di gruppo come strategia per ottenere mi-

gliori risultati derivanti dai talenti collettivi del gruppo

stesso, dalla capacità dei membri di sostenersi l’un

l’altro per superare i momenti diffi cili, dalla possibilità

di moltiplicare le opzioni grazie alla creatività che de-

riva dal confronto di idee. Siamo convinti che quanto

sostenuto possa essere applicabile con ottimi successi

anche nell’ambito della nostra associazione soprattut-

to per quanto riguarda le realtà comunali. Un’interes-

sante esperienza di collaborazione da parecchi anni

sta coinvolgendo delle Avis comunali dell’Ovest bre-

sciano (così per meglio collocarle a livello geografi co).

Una storia signifi cativa

Tutto ebbe inizio ben quindici anni or sono, con il nu-

cleo di Avis che donavano presso le strutture dell’a-

zienda ospedaliera di chiari e precisamente le Avis

di Chiari, Castrezzato, Castelcovati, Coccaglio e Co-

mezzano–Cizzago con l’aggiunta dell’Avis di Rovato.

Si organizzavano riunioni periodiche dove tutti i par-

tecipanti portavano le proprie esperienze adottate per

favorire il reclutamento di nuovi donatori che per mi-

gliorare ed ottimizzare i lavori di segreteria che interes-

sano tutte le Avis con la gestione dei donatori; inoltre

era importante avere un aggiornamento costante sul

rapporto Avis – Azienda Ospedaliera in merito all’appli-

cazione delle convenzioni legate al dono del sangue e

delle problematiche relative ai donatori. Questa colla-

borazione oltre ad avere avuto il merito di aver favorito

scambi di idee con una maggiore conoscenza recipro-

ca, ha permesso di sviluppare dei progetti condivisi:

ebbe così inizio la manifestazione propagandistica

denominata Biciclettata tra Amici, giunta alla sua

quindicesima edizione, una pedalata non competitiva

con l’obiettivo di sensibilizzare al dono del sangue: il

successo della manifestazione è stato subito rilevante

con un serpentone di avisini pedalatori che ha sem-

pre superato le 300 unità. Il percorso varia di anno

in anno con gli obiettivi che gli organizzatori si sono

prefi ssati: coinvolgere il maggior numero di persone,

portare la carovana in tutti i paesi, mantenere il per-

corso chilometrico al di sotto dei 35 kilometri così da

favorire la partecipazione di tutti. Negli anni successivi

il gruppo delle Avis si è allargato alle sezioni di Urago

d’Oglio, Rudiano, Cologne, Roccafranca, Orzinuovi,

Orzivecchi e Trenzano, e le iniziative di collaborazione

sono state ampliate: si sono organizzate una serie di

serate di informazione sanitaria, che sono state mirate

ad argomenti di interesse sociale come la prevenzione

alle malattie cardiache, ad una corretta alimentazione

alle problematiche legate all’osteoporosi, agli inciden-

ti domestici con informative sul come comportarsi a

riguardo, relazione tra corpo e mente, ictus cerebrale

(stroke), fattori della crescita, allergie, vecchie e nuove

dipendenze. Non per ultimo, e di estrema importanza,

il signifi cato del dono (in senso generale dal dono del

sangue a tutte le altre forme di dono solidale, e molti

altri argomenti che grazie all’intervento di relatori più

che preparati sono state messe a disposizione di tutti

Page 35: La Goccia Aprile 2014

35

in una serie di serate itineranti nelle varie sedi Avis

della zona stessa. L’ottima riuscita di queste serate in-

formative è stata resa possibile grazie al prezioso lavo-

ro organizzativo e di coordinamento svolto dal nostro

Responsabile di Zona sig. Angelo Capitanio coadiuva-

to e sostenuto dai Presidenti delle comunali e di tutti

gli avisini che credono nel progetto di una grande Avis

sempre più unita e senza campanilismi.

Un ricco calendario di eventi

Anche quest’anno il calendario delle attività del gruppo

prevede la continuazione delle serate medico–informa-

tive e dell’ormai tradizionale appuntamento della Bici-

clettata tra Amici nel mese di Luglio. A livello organiz-

zativo va segnalato che sono ben sei le Avis comunali

della zona interessate agli adeguamenti necessari per

ottemperare alle normative sugli accreditamenti dei

punti raccolta, con decisioni che avranno un impatto

associativo rilevante: a tale proposito non mancherà

il sostegno e la solidarietà di tutte le Avis consorelle

anche se non interessate a questa problematica. Si

perché anche nel mondo del volontariato una rete in-

tegrata e organizzata di associazioni che siano capaci

di cooperare tra loro perché sorrette da valori e fi nalità

condivise, pur mantenendo la propria autonomia, sono

situazioni necessarie in vista dei futuri scenari che mo-

difi cheranno sostanzialmente la nostra organizzazione.

Paolo Bontempi

A Barghe è ormai rodato e operativo il Punto di

raccolta per le sezioni avisine della Valle Sabbia.

Presentato lo stato di avanzamento lavori alle auto-

rità locali lo scorso autunno, ora il punto per la rac-

colta delle donazioni di sangue dei volontari avisini

ha già concluso il suo primo “round”, accogliendo

nel corso delle settimane i donatori delle cinque

sezioni della valle del Chiese, con soddisfazione da

parte di tutti.

Certo, permane in molti la “nostalgia” delle

raccolte domenicali presso stanze di oratori o

scuole, ma la sicurezza dei donatori e dei ri-

ceventi deve naturalmente avere la massima

precedenza.

Non che prima non fosse così, ma la necessità di

garantire livelli qualitativi omogenei delle attivi-

tà trasfusionali su tutto il territorio nazionale, a

fronte di un quadro di signifi cativa disomogeneità

fra regioni oggi esistente, ha indotto la Regione

Lombardia a richiedere più stringenti criteri.

Così anche nella provincia bresciana si è avviata la

creazione di Punti di raccolta zonali, per conforma-

re le attività trasfusionali alle norme nazionali di

recepimento delle direttive europee in materia di

sangue ed emocomponenti, che giustamente pre-

vedono la garanzia di livelli defi niti ed omogenei

di qualità e sicurezza dei prodotti e delle presta-

zioni del sistema trasfusionale su tutto il territorio

dell’Unione Europea.

L’inaugurazione sabato 24 maggio.

Valle SabbiaA pieno ritmo il Punto di raccolta valsabbino

Notizie dalle sezioni locali

Page 36: La Goccia Aprile 2014

36

Gennaio, mese di bilanci per l’Avis Lodrino. Analiz-

zando i dati del 2013 possiamo con soddisfazione

notare che abbiamo raggiunto quota 350 donazioni e

per l’Avis Lodrino è stato il migliore risultato di sem-

pre. Va inoltre sottolineato che con i nuovi innesti (nel

2013 sono stati ben 32 di cui 12 femmine) a fi ne

anno l’Avis Lodrino conta ben 172 donatori effettivi,

questo dato ci fa ben sperare per gli anni successivi.

Questo può solo che far onore a tutti i nostri donatori

e ci serva per ulteriore stimolo nel coinvolgere sempre

nuovi amici nel nostro progetto, dimostrando cosi di

essere parte di una comunità sempre generosa e at-

tenta ai bisogni del prossimo. Dato per noi importante

e gratifi cante è stato vedere nuove donazioni e visite

d’idoneità da parte dei giovani, fondamentali per il ri-

cambio naturale dei donatori, queste nell’arco di que-

sti quattro anni si sono più che raddoppiate, facendo

emergere positivamente che anche i giovani se oppor-

tunamente stimolati ed informati, con interventi nel-

le scuole superiori in collaborazione con tutte le Avis

della Val Trompia, con l’appoggio e la perseveranza di

noi donatori “più esperti”, che decidono di impegnarsi

e donare il loro tempo ed energie per gli altri. Certo

non dimentichiamo la costanza di tutti gli altri Avisini

che garantiscono la continuità negli anni. Un ringra-

ziamento va rivolto a tutti quelli che hanno collaborato

e ci hanno sostenuto nelle varie iniziative riproposte

da anni nel mese di Luglio, la camminata non compe-

titiva, “GIR DE LUDRI’, e la tradizionale “FESTA IN

NASEGO” tutto sempre con ottimi risultati di parteci-

Lodrino2013 da record per l’Avis Lodrino

Donazioni effettuate

Page 37: La Goccia Aprile 2014

37

pazione, non dimentichiamo le nostre “donne” che ci

rifocillano dopo ogni donazione a cui dobbiamo un gra-

zie di cuore, al nostro Direttore Sanitario ed in fi ne ma

certo non per ultimo all’ Amministrazione Comunale

di Lodrino che nel 2012 ci ha assegnato un Locale

all’interno della “casa delle associazioni” nella strut-

tura Comunale Ricordo inoltre che a Febbraio 2013 è

stato eletto il nuovo Presidente e consiglio rinnovando

e ringiovanendo le forze presenti in esso con la certez-

za che anche questo darà risultati entusiasmanti. Un

ringraziamento al consiglio uscente.

Il Direttivo AVIS

Età donatori

Numero donatori

Notizie dalle sezioni locali

Page 38: La Goccia Aprile 2014

38

Don Franco Bettinsoli e Franco Ca-

puzzi ci hanno lasciato nell’arco di

pochi mesi, il primo in una torrida

giornata dell’estate del 2012 (10

luglio), il secondo in una fredda e

piovosa giornata dell’inverno 2013

(30 gennaio). Per cogliere l’impor-

tanza di queste due straordinarie

persone, bisogna riandare col pen-

siero alla fi ne degli anni Sessanta,

quando la funzione sociale dell’Avis era avvertita da

pochi, animati da spirito di solidarietà e dal coraggio

di iniziare un percorso nuovo nella comunità locale.

Nella storia dell’Avis di Roncadelle, infatti, li troviamo

nel 1969 quando, il 21 luglio, Franco Capuzzi va dal

parroco don Amilcare Gabelli per chiedere come fon-

dare insieme la sezione: tra l’altro si sente rispondere

che sarà coinvolto il curato don Franco, “che conosce

meglio di me la popolazione”. Nel successivo incon-

tro del 23 settembre, acquisite le informazioni ne-

cessarie, si avvia l’organizzazione del sodalizio e don

Amilcare delega uffi cialmente da Franco “a seguire la

nascita dell’Avis”. Così nel 1970, con l’incontro dei

primi collaboratori coinvolti nell’iniziativa, si formaliz-

za l’avvio della sezione locale.

Don Franco Bettinsoli, nato nel 1940, come sacer-

dote si è impegnato nelle molteplici attività e sedi

diverse (curato a Roncadelle dal 1966 al 1976,

missionario in Burundi per due anni, curato a Nozza

e poi parroco a Livemmo e Belprato sino al 1993,

parroco di Folzano dal 1993 al 2003 e infi ne a Mon-

tirone sino alla scomparsa). Don Franco non era do-

natore poiché non idoneo, ma la sua appartenenza

potenziale e intenzionale all’Avis era umanamente

e moralmente totale. Il suo fervore, la sua cordiali-

tà nei rapporti con tutte le persone che incontrava

erano di una sincerità coinvolgente. Si preoccupava

di tutti, soprattutto dei poveri. Amava la natura: i

suoi mondi, il mare, i luoghi lontani e sconosciuti.

Nell’omelia delle esequie il vescovo ha detto di lui:

“Perdiamo un uomo che è vissuto nel bene senza

conoscere orgoglio o presunzione. Prete e parroco,

ha dovuto assumere delle responsabilità grandi con

senso del dovere, anche se questo gli è costato mol-

to.” La salma riposa nel cimitero di Lodrino.

Franco Capuzzi, nato nel 1934, ha lavorato come in-

fermiere presso gli Spedali civili di Brescia, con tre

fi gli da far crescere, ha mostrato sempre il suo interes-

se per la comunità fondando l’Avis e successivamente

il gruppo Scout, ma il suo animo volto all’apertura al

prossimo si è esteso anche all’Aido, con la donazione

delle cornee dei suoi occhi, che sole gli erano rimaste

sane prima di lasciarci. Il suo funerale a Roncadelle è

stato molto partecipato dalla popolazione, commossa

per la sua dipartita. Il par-

roco ha parlato metaforica-

mente di dono delle pupille

come visione spirituale che

la fede cristiana ha della

vita. Il suo esempio rimarrà

indelebile e indimenticato

per tutti.

Avis di Roncadelle

RoncadelleLa scomparsa di due fondatori

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Angelo CaniniMedaglia Oro Rubino

Avis Lograto

Cesare AngoliAvis Cologne

Piero BaroliAvis Cologne

Bruna BattaglioAvis Nave-Caino

Bruno GhidoniAvis Lavone V.T.

Giovanni CominelliAvis Breno

Aldo DiniAvis Vobarno

Gabriele MagrottiAvis Offl aga

Piero MainardiAvis Poncarale Flero

Valentino NovaglioMedaglia Oro

Avis Nave Caino

Battista GandelliniCroce d’oro - Padrino del Monumento dell’Avis di Lograto

Carlo GiulianiAvis Brescia

Battista LanciniMedaglia Oro Diamante

Avis Pisogne

Pierluigi FoschettiAvis Rovato

Sara CiviniAvis Nave Caino

Angela StradaAvis Pisogne

Savino PiardiAvis Lavone V.T.

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In ricordo degli avisini scomparsi

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