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December 30th, 2010 Published by: webtravelmarketing 1 WTM | C-Magazine n.29 Stiamo progettando il 2011 con tante novità. Buon fine e inizio anno a tutti. Promuovere la destinazione turistica in solo 140 caratteri: My Irish 140 December 30th, 2010 Ultimamente, sono sempre alla ricerca di campagne di promozione turistica innovative. Quando l'altro giorno mi sono trovato di fronte ad un'azione davvero interessante. Siamo in Irlanda. Il servizio di turismo Irlandese ha lanciato una campagna via Twitter chiamata "My Irish 140 " che mira ad incoraggiare coloro che vivono nel Regno Unito con origini irlandesi tramite il microblogging. E 'un concetto semplice. Tutti gli utenti devono fare un tweet "aggiungendo l'hastag #makesmeirish. Hanno solo un margine di 140 ore per comporre il tweet più simpatico, più coinvolgente e intelligente. Al termine del contest, il tweet migliore vincerà un soggiorno di 140 ore in Irlanda, il tutto annunciato tramite Twitter ovviamente.[guarda qui il sito ] Trovo questa idea geniale nella sua semplicità . Queste sono le considerazioni e le motivazioni di questa stupenda campagna da parte di Niall Gibbons, responsabile del turismo irlandese. "Twitter è un ottimo modo per noi per promuovere l'Irlanda e impegnarsi direttamente con i potenziali turisti britannici in 140 caratteri". "Possiamo restare in contatto con le persone intorno a GB, traccia quello che stanno pensando, di informarli sulle novità e gli eventi in Irlanda, in modo divertente, ispirando loro di venire ad esplorare l'Irlanda." Un ottimo case history di implementazione di social media marketing nel settore turistico pubblico. Complimenti! p.s. le 140 ore scadono oggi ;) A noi italiani non rimane che "guardare"! Come i viaggiatori utilizzano l’online e i social media per scegliere l’hotel December 30th, 2010 Su una base di 2830 viaggiatori, lo studio condotta dalla Cornell University School of Hotel Administration , ha confermato una netta differenza nel processo di scelta di un hotel in base allo scopo del viaggio, affari o piacere.

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WTM | C-Magazine n.29Stiamo progettando il 2011 con tante novità. Buon fine einizio anno a tutti.

Promuovere la destinazioneturistica in solo 140 caratteri:My Irish 140December 30th, 2010

Ultimamente, sono sempre alla ricerca di campagne dipromozione turistica innovative.

Quando l'altro giorno mi sono trovato di fronte ad un'azionedavvero interessante. Siamo in Irlanda.

Il servizio di turismo Irlandese ha lanciato una campagna viaTwitter chiamata "My Irish 140 " che mira ad incoraggiarecoloro che vivono nel Regno Unito con origini irlandesi tramiteil microblogging. E 'un concetto semplice.

Tutti gli utenti devono fare un tweet "aggiungendo l'hastag #makesmeirish. Hanno solo un margine di 140 oreper comporre il tweet più simpatico, più coinvolgente eintelligente. Al termine del contest, il tweet migliore vincerà

un soggiorno di 140 ore in Irlanda, il tutto annunciato tramiteTwitter ovviamente.[guarda qui il sito]

Trovo questa idea geniale nella sua semplicità .

Queste sono le considerazioni e le motivazioni di questastupenda campagna da parte di Niall Gibbons, responsabiledel turismo irlandese.

"Twitter è un ottimo modo per noi per promuovere l'Irlandae impegnarsi direttamente con i potenziali turisti britannici in140 caratteri".

"Possiamo restare in contatto con le persone intorno a GB,traccia quello che stanno pensando, di informarli sulle novitàe gli eventi in Irlanda, in modo divertente, ispirando loro divenire ad esplorare l'Irlanda."

Un ottimo case history di implementazione di socialmedia marketing nel settore turistico pubblico. Complimenti!

p.s. le 140 ore scadono oggi ;)

A noi italiani non rimane che "guardare"!

Come i viaggiatori utilizzanol’online e i social media perscegliere l’hotelDecember 30th, 2010

Su una base di 2830 viaggiatori, lo studio condotta dallaCornell University School of Hotel Administration, haconfermato una netta differenza nel processo di scelta di unhotel in base allo scopo del viaggio, affari o piacere.

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La principale fonte d’informazione per un viaggiatore businessè la raccomandazione di un hotel da parte dell’azienda mentreper un viaggiatore di piacere la raccomandazione di amicie parenti è di gran lunga la più richiesta. Tripadvisor è ilsito maggiormente frequentato per consultare le recensionidi viaggio, seguito da Facebook (il suo ruolo come luogo direcensioni e raccomandazioni tende sempre di più a crescere).I motori di ricerca continuano ad essere la principale fonte diricerca delle informazioni nella fase di pre acquisto.

Questo dimostra come i social network non sono luoghi dove iviaggiatori ricercano le strutture ricettive ma luoghi dove poterleggere le opinioni delle persone ed essere influenzati dallarete di amici che hanno già utilizzato il servizio.

La studio How Travelers Use Online and Social MediaChannels to Make Hotel-choice Decisions è disponibilegratuitamente sul sito dell’Università dopo aver effettuato laregistrazione.

La maggior parte dei viaggiatori effettua un’ampia ricerca sullarete per raccogliere informazioni per organizzare il viaggio. Inquesta fase iniziale i viaggiatori consultano i social media emotori di ricerca, oltre ai canali più tradizionali. Ma quando èil momento di prenotare i viaggiatori utilizzano i siti web deglialberghi e le agenzie di viaggio online.

Oltre ai risultati dello studio, la relazione presenta anche leattuali migliori pratiche applicate da numerose aziende nelsettore alberghiero e le attività collegate. Una sezione specificadella ricerca è dedicata al ruolo delle recension online e aifattori vari che portano le persone a lasciare una valutazionepost viaggio.

Private Travel Club eTemporary Travel Shop: lasoluzione per un pricingalberghiero competitivoDecember 30th, 2010

Il fattore pricing, lo abbiamo già visto in un precedente post,è determinante nelle scelte del turista online, disposto acambiare idea se trova un offerta conveniente anche in unadestinazione non desiderata.

Cosa accade però quando il pricing è troppo basso? In tempidi crisi la questione per gli albergatori è molto seria: abbassareesageratamente le proprie tariffe, può causare dei contraccolpifuturi.

Questo problema è noto a molti alberghi, i quali dopol’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle, sono staticostretti ad effettuare un drastico taglio dei prezzi, impiegandopoi circa 2 o 3 anni prima di riportare il pricing complessivosu valori corretti.

Non mi riferisco dunque agli albergatori che offronosporadicamente ed in maniera adeguata delle offerte lastminute, ma più precisamente a coloro che cercano divendere le camere calando sistematicamente i prezzi, comese questa fosse l’unica via praticabile per ottenere una buonaoccupazione.

Spesso si abusa esageratamente di questa tecnica del ribasso,che a prima vista può sembrare la soluzione più semplice edimmediata, ma che allo stesso tempo è in grado di innescareun circolo vizioso molto pericoloso.

Diminuire bruscamente il prezzo delle camere per perioditroppo lunghi o troppo frequenti, è un’azione dannosa,che all’esterno viene recepita come una svalutazione, o undeclassamento della struttura ricettiva, perciò è opportunomuoversi con attenzione ed intelligenza prima di tagliare iprezzi con l’accetta.

Come fare dunque a non rimetterci l’immagine, tenendo contoche i competitor propongono offerte aggressive e che non sipuò stare con le mani in mano?

Vediamo nel dettaglio quali sono alcune soluzioni efficacianalizzando alcuni trend del momento.

OTA e tariffe opacheUn’alternativa nota da tempo è rappresentata dalle tariffeopache, solitamente proposte in pacchetti omnicomprensividalle OTA. In breve,gli alberghi creano delle offerte allinclusive (viaggio aereo a/r, pernottamento per 2 o più notti,a volte servizi aggiuntivi) acquistabili online e che non èpossibile “scorporare dal punto di vista economico”.

In questo caso il cliente non percepisce l’offerta comesottocosto da parte dell’hotel, ma come vantaggiosa perchéinclude il viaggio ed è legata comunque a periodi particolari,limitati nel tempo.

Molti albergatori, però non vogliono utilizzare questo sistemaper evitare di servirsi delle OTA, perciò il problema restairrisolto.

Una soluzione alternativa è rappresentata da un nuovo trend,che si sta diffondendo sempre più velocemente, ovvero iPrivate Travel Club.

Il loro successo è dato dall’esclusività, la vera leva che ha fattodecollare questi servizi: le offerte, infatti, non sono visibili atutti su Internet, bensì unicamente a chi si è registrato tramitee-mail ed è entrato a far parte del club.

Alcuni di questi club consentono addirittura l’adesionesolo tramite invito di un socio già iscritto, innalzandoulteriormente il livello di selettività. Per il travel ciòsignifica avere l’opportunità di praticare sconti notevoli senzasvendersi, considerando anche che le offerte sono valide soloper un periodo limitato nel tempo.

Questo modello di business permette anzitutto di avereuna lista di potenziali clienti altamente profilata, inoltrel’impressione di far parte di un club speciale (in realtà bastafare richiesta tramite un form per essere accettati) creauna nicchia che, adeguatamente nutrita con pacchetti promotargettizzati, crescerà soprattutto con il passaparola.

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Scopriamo quindi chi sono i player più importanti di questonuovo settore e quali prospettive si sono aperte.

VoyagePrivéFondato nel 2006 in Francia, VoyagePrivé.com è il sitoleader dei travel club, con 6 milioni di membri ed oltre150 dipendenti. Ha uffici in Spagna, Inghilterra, Italia e daquest’anno anche negli USA. Gli sconti proposti, solo perstrutture di lusso, vanno dal 30 al 70% e sono disponibili per4 giorni al massimo.

La VoyagePrivé preferisce puntare sulla qualità piuttosto chesulla quantità, perciò ogni settimana sono online 10-15 offertediverse.

Per entrare nel club e poter accedere al sito con tutte le offertespeciali bisogna necessariamente essere invitati da un altrosocio. Io sono iscritto, se volete un invito chiedete pure….:-)

Sito web ufficiale: www.voyage-prive.it

JetsetterE’ sicuramente il travel club più utilizzato dal pubblicoanglosassone, propone pacchetti sempre per hotel 4 o 5 stelle,e l’iscrizione si richiede tramite un form presente sul sito.

A differenza di voyage privè questo club avvisa gli iscritti delleofferte disponibili tramite newsletter, dopodichè è possibilescegliere destinazione e periodo o inserirsi in una sorta di listad’attesa, in stand by, qualora non ci siano disponibilità nelperiodo richiesto.

Ottenuta la membership, si può mandare un invito ad unamico e in questo modo avere un ulteriore sconto, se chiabbiamo invitato acquisterà un viaggio. Si incentiva così lafidelizzazione senza perdere l’aura di selettività.

Per entrare nel club gli utenti devono compilare un form,e si viene messi in una waiting list, ma in via deltutto straordinaria cliccando su questo link temporaneowww.jetsetter.com/register/promo/turismoeconsigli i lettoridi Turismo&Consigli potranno diventare membri del clubistantaneamente, contenti?:-)

Per gli albergatori che volessero promuoversi su Jetsetter,riporto di seguito le domande che ho rivolto allo staff e le lororisposte:

1) Gli hotel che vogliono inviare una richieste di inserimentocome possono farlo?

Risposta: inviando un Email a [email protected]. Unincaricato del nostro staff si metterà in contatto immediato.

2) Che tipo di hotel accettate e quali sono le condizioni delcircuito?

Risposta: solitamente accettiamo solo strutture e partner dialto livello, che sono sempre valutati uno ad uno dal nostroteam, composto da esperti in ambito viaggi e vacanze. LaJetsetter può vantare una folta schiera di partner di diversotipo, fra cui hotel di lusso, compagnie di crociere, touroperators e travel experience providers.

Valutiamo frequentemente i feedback dei membri del nostroclub, e qualora ci siano recensioni negative rimuoviamoil partner dal circuito. Come risultato oltre l’80 % dei

membri di Jetsetter prenota grazie alle raccomandazionidi altri membri,ed il 92% di loro indica che a loro voltaraccomanderebbero l’hotel prenotato ai loro amici e parenti.

3) Ci sono commissioni, costi di affiliazione, allotment,scontistica minima?

Risposta: si, contattate direttamente Jetsetter per i dettagli.

Sito web ufficiale: www.jetsetter.com

TravesseNato nel 2010, questo private club offre sconti fino al 70%.Le offerte temporanee sono chiamate flash sales e nel casorestino invendute tornano all’hotel o al tour operator e rimessein vendita a tariffa intera.

I membri del club vengono informati delle ultime offertetramite newsletter, e poi è possibile seguire l’andamento omettersi in attesa tramite la funzione waiting list.

Come per Jetsetter si accede facendo richiesta dall’appositoform, e poi si resta in attesa dell’invito ufficiale che arriveràsolo previa approvazione.

Sito web ufficiale: www.travesse.com

SniqueAwaySniqueAway è il club creato da Tripadvisor , propone solostrutture 4 o 5 stelle, ma anche quelle con il rating più altosulcelebre portale turistico.

I pacchetti proposti, chiamati Escape, includono nelladescrizione anche le recensioni degli utenti di Tripadvisor, ilche lo differenzia rispetto agli altri private club per il contenutogenerato dagli utenti.

Per il resto il meccanismo è identico: sconti per chi invitaamici, offerte limitate per pochi giorni ecc.

Sito web ufficiale: www.sniqueaway.com

Hotelyo

Hotelyo è un progetto tutto italiano, realizzato dall’amicoDanilo Gasperini di Babotel in collaborazione con Jakala. Ilfunzionamento è identico a quello degli altri club, l’utente si

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iscrive tramite un form di registrazione, e da quel momentoriceverà una newsletter settimanale con le offerte in corso, chesaranno prenotabili online sul portale tramite carta di credito.

Le strutture inserite sono hotel 4 e 5 stelle, ma ancheagriturismi e residenze di charme e gli sconti possono arrivareanche fino all’80%.

Ho chiesto a Danilo quali sono i requisiti necessari per lestrutture che intendono aderire al progetto, di seguito i puntiprincipali:

• sono selzionate solo strutture di alto livello e di pregio

• le offerte proposte dagli hotel devono essere inferiorialmeno del 20% rispetto alle rack rates

• le offerte concesse ad hotelyo non possono esserepresenti su nessun altro sito web

La commissione richiesta agli albergatori per ogniprenotazione andata a buon fine è del 15%, una percentualeonesta, quindi se volete aderire potete scrivere una email a:[email protected].

Sito Web Ufficiale: www.hotelyo.it

Temporary Travel Shop: Groupalia eGroupon

Molto diverso è il funzionamento di due aziende cheultimamente stanno facendo parlare di sé: Groupalia eGroupon che si fondano sul concetto di temporary shop anumero minimo e che sono aperte a tutti gli utenti attraversouna semplice registrazione.

Ogni offerta presente per un periodo massimo di 24 ore, peressere effettivamente valida, richiede un numero minimo diadesioni e questo incentiva la condivisione e la fidelizzazione.

Di solito su questi due portali si acquistano dei coupon, deibuoni sconto usufruibili per offerte esclusive, ma non solo peril travel.

Da sottolineare però come le proposte che vanno più a rubasono proprio quelle legate a pacchetti vacanza in hotel.

Di Groupon in particolare si è parlato molto sul web perchéGoogle ha fatto un offerta di acquisizione (si parla di 6 miliardidollari, ma non è mai stata confermata) che è stata rifiutata.

Per renderci conto della diffusione di Groupon, basta sapereche il fatturato annuo è di 500 milioni di dollari ed è presentein 35 nazioni, Italia compresa.

Nonostante la grande audience di questi due portali, bisognaconsiderare che la fruizione delle offerte è limitata entro unristrettissimo arco di tempo, quindi la grande esposizione nonè negativa, poichè da considerarsi alla pari di un semplice lastminute.

Va inoltre sottolineato il fattore visibilità dell’essere presentisu Groupalia e Groupon, che essendo due portali visitati damilioni di utenti, portano grandi benefici anche a livello dipromozione del brand alberghiero.

Sito Groupon: www.groupon.it

Sito Groupalia: www.groupalia.com

Emergenza neve: a Firenze ilsindaco e la gente comunicavia FacebookDecember 30th, 2010

Succede che in Toscana e a Firenze nevichi come non accadevada anni… succede che i mezzi di comunicazione tradizionalisiano lenti a dare le notizie, tranne le radio che si trasformanonell’unico strumento per sapere e dire cosa sta succedendo(le migliaia di persone bloccate sull’A1 fra Firenze e Arezzonon avevano nessuna informazione nè da Autostrade nè daaltri enti, potevano sapere qualcosa e lanciarsi messaggi, solotramite un paio di radio locali).

E succede allora che a Firenze il sindaco comunichi a tuttivia Facebook e via Twitter. Molti hanno criticato questocomportamento che io invece ho trovato molto intelligente:non solo le persone a casa potevano leggere e commentare(spesso aggiungendo dettagli su realtà locali su alcune zone,fra un insulto e l’altro all’amministrazione) ma era anche uncanale ufficiale e rapido per dire cosa fare.

Per esempio quando il sindaco ha detto che le scuoleoggi sarebbero state chiuse oppure che la ZTL era stataeccezionalmente aperta, o i parcheggi gratuiti per chi erarimasto bloccato a Firenze.

A quel punto erano i media tradizionali a sapere che esistevaun punto di accesso e distribuzione di informazione con notizieufficiali, da poter rilanciare (come ho sentito fare alla radio).

Nel mio piccolo quando volevo sapere se potevo andare arecuperare la mia auto mollata in un’altra zona di Firenze, miè bastato chiedere sulla bacheca di Facebook se qualcuno cheabita in quella zona aveva info + aggiornate rispetto ai giornalio alle radio (per non parlare della tv! troooppo indietro) e inpochi minuti ho avuto risposte da tutti! Con tanto di foto evideo!!

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Hai individuato l'oggettosocializzante del tuo Hotel?December 30th, 2010

E' importante essere presenti su facebook oggi, questo pensosia una questione già risolta. Gli hotel oggi sono presenti sufacebook ed una parte di essi (anche se minoritaria) dimostrapure un certo interesse ed una cura al dettaglio della paginama non vedo una grande interazione sulla pagina ad esclusionedei grandi gruppi sui quali però gioca l'effetto leva dei grandinumeri.

Mi sono chiesto quale può essere il problema ed ora provo adare una risposta.

Mafe de Baggis nel suo libro [ne consiglio la lettura il libro sichiama: world wide we] fa riferimento ai social object, ovverogli oggetti socializzanti che riescono ad innescare l'interazionetra gli utenti.

Ultimamente ho notato anche come l'attenzione di moltialbergatori si stia spostando verso l'online [fortunatamente],tralasciando però l'offline [non si prende pace] doveindividuare l'elemento che possa indurre alla socialità eall’interazione sul web. A pensarci bene l'utente raramenteinteragirà con voi online esordendo con un commento del tipo:“ma che bella pagina facebook che avete” oppure ma che bellatab di benvenuto” [le quali comunque vanno costruite condedizione ed attenzione]. Sono spinti a commentare ciò chevedono provano offline di voi, l'esempio più eclatante sono lerecensioni.

Prestate attenzione però, l'oggetto socializzante non é solo ilvostro hotel ma soprattutto tutta quella serie di eventi cheaccadono dentro [servizi, particolarità, esperienze, emozioni]e fuori il vostro hotel [eventi, fatti accaduti] la strutturafisica dell’hotel ne diventerà un contorno ma non l'oggettosocializzante.

Pensate ad una partita di calcio, qualcuno parlerà dellosplendido colpo d'occhio offerto da luci e cori e stadio,ma l'oggetto socializzante é quel maledetto rigore concesso,un qualcosa di emozionante che ho visto, un qualcosa diinaspettato, la struttura dello stadio interesserà ma di riflesso,salvo eccezioni ovviamente.

Avete trovato, pensato o creato il vostro oggetto socializzante?

Hotels & OLTA: regoli…amici?December 30th, 2010

E’ di questi giorni un documento prodotto da Hotrec che cercadi delineare delle regole di rapporto tra Hotels e OLTA. Mipiace l’idea di una sorta di carta dei rapporti, un codice diregolamentazione per una collaborazione vera e non di unacolonizzazione, da parte delle OLTA, come sembra verificarsiin certi casi.

Una delle maggiori colpe degli albergatori [sono anni chelo vado ripetendo] è stata quella di delegare a terzi sia lacommercializzazione che la reputazione delle proprie aziende.

I “20 comandamenti” di Hotrec sembrano voler porrel’accento su una regolamentazione chiara e veramentecollaborativa tra alberghi e agenzie on line [anche se c'è moltaacqua tirata al proprio mulino].

Analizzando i vari punti proposti dall’associazione ritengoabbastanza improbabile l’accoglimento di alcuni di essi daparte degli “intermediatori” on line.

Ma vediamoli analiticamente e nel dettaglio.

1. Commercializzazione e politiche tariffarie. Gli alberghi sisono resi conto che stanno perdendo il controllo sulla venditadel loro prodotto e ritengono che sia giusto porre le basiper una graduale riappropriazione della propria autonomiacommerciale e tariffaria.

2. Regolamentazione dell’uso del marchio e delnome dell’Hotel. Diversi intermediari utilizzano senzaautorizzazione il nome ed il marchio dell’hotel per le loroiniziative promozionali e nelle attività SEM [Marketing suiMotori di Ricerca]. Alcuni si spingono ben oltre registrandodomini e realizzando siti che generano, nell’utenza, confusioneo la consapevolezza di trovarsi al cospetto con il sito ufficialedell’albergo.

3. Aggiornamento costante dei contenuti che rappresentanol’albergo. I contenuti testuali, foto e video [quandopresenti] dovrebbero essere aggiornati rapidamente quandol’albergatore segnala o propone delle modifiche. Inoltre nondovrebbero essere pubblicate informazioni senza la revisioneed il consenso dell’albergo.

4. Autonomia nella determinazione delle offerte. Gli hotels,attualmente, vivono momenti di rigidità nella proposta diofferte e pacchetti [sui loro siti ufficiali] per evitare di incorrerein “lamentele” da parte delle OLTA che ritengono che esseviolino, in maniera oscura, la politica tariffaria concordata.

5. Nessuna disponibilità minima e vincolo sull’ultima camera.Sappiamo tutti che il buon rapporto tra OLTA e Hotelsè vincolato anche al numero di camere che si rendonodisponibili in allotment. Hotrec ritiene che questo “pseudovincolo” comprometta la gestione commerciale di un hotelmedio piccolo e con picchi stagionali della domanda.

6. Nessuna parità di disponibilità. Questa mi sfuggiva.Insomma nessun vincolo a concedere ugual numero di cameredisponibili a tutti i competitor intermediari.

7. Non obbligatorietà della parity rate. Le OLTA cercano,ovviamente, d’imporre una parità tariffaria a cui gli albergatori

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Hotrec vorrebbero sottrarsi [la vedo dura] per alimentareuna maggiore concorrenza tra i vari canali e per gestire lacommercializzazione in maniera più consona alle dinamichedel mercato.

8. Trasparenza nel ranking delle OLTA. Il cliente deve essereinformato che il ranking di visibilità è influenzato oltre che dacriteri oggettivi [stelle, tariffe, distanze, etc.] anche da “boost”legati ad eventuali overcommission.

9. Evitare il ripristino automatico delle camere relative aprenotazioni cancellate. I rapporti tra la maggior parte delleOLTA ed Alberghi consente agli intermediari di ripristinarein automatico le camere oggetto di una cancellazione. Glialbergatori vorrebbero concordare questa opzione.

10. Chiarezza e Trasparenza tariffaria nelle attività SEM.Insomma evitare il classico specchietto per le allodole nellecampagne di promozione sui motori di ricerca.

11. Controllo della commercializzazione e dei contenutiproposti da portali partner delle OLTA. Qui non cerco diapprofondire perchè credo di non aver capito fino in fondo ilconcetto

12. Tempi per la gestione e l’approvazione delle transazioni.Attualmente le OLTA consentono una verifica delletransazioni e dei no show entro pochi giorni dall’estrattoconto. Gli albergatori vorrebbero avere, soprattutto peralberghi più piccoli, dei tempi più adeguati.

13. Nessuna commissione sui NO Show.

14. I Meta Motori e i comparatori di prezzo dovrebberoelencare anche le proposte dei singoli alberghi. Vuoi vedereche fra qualche mese ci pensa Google che dopo l’acquisizionedi ITA Software si è lanciata in questo campo integrando nelleGoogle Places elementi di comparazione dei prezzi.

15. Apertura delle OLTA all’integrazione, tramite channelmanager a tutti [ma qui credo di non aver capito bene ]

16. Conoscere e concordare i canali di distribuzione utilizzatidalle OLTA.

17. Offerte chiare e non “spacchetizzate”.Le tariffe concesseper offerte pacchettizzate non dovrebbero essere riversate suproposte relative alla singola offerta di ospitalità.

18. Visualizzazione e controllo delle liste per standard legatoalle stelle. Le OLTA dovrebbere fare un controllo rigidosull’effettivo numero di stelle delle strutture presenti nei lorolisting e proporre una corretta visualizzazione degli elenchi inragione di questo criterio.

19. Commenti proposti secondo i 10 principi stabiliti daHotrec.

20. Proposte non “contaminate” da altre tipologie disistemazioni. Capita di vedere all’interno della proposta diospitalità alberghiera offerte di sistemazioni di strutture extrao para alberghiere. Gli Hotels vorrebbero fossero rispettate lenorme EN ISO 18.513

fonte liberamente interpretata: Hotrec.

Visualizzare i sottotitoli in unvideo di YoutubeDecember 30th, 2010

Youtube, ormai da anni il sito dei video per eccellenza, offrea tutti gli iscritti la possibilità di caricare i sottotitoli tramitel’editor online.

Grazie a questa funzionalità, potenzialmente possiamorendere fruibile un qualsiasi video a tutti i navigatori del globo,indipendentemente dalla lingua parlata.

Infatti per poterli visualizzare è necessario cliccare sull’iconaCC (vedi video sottostante), che non definirei esattamentepratica e intuitiva, soprattutto per un utente meno esperto.

Un altro strumento molto utile, ma ancora in versione beta(e si vede) è la trascrizione automatica delle voci presenti nelvideo, basato su un sofisticato programma di riconoscimentovocale. Ad oggi la funzione è disponibile unicamente in linguainglese e, come i sottotitoli, rimane nascosta ai più.

Per voi il video, ovviamente sottotitolato, che spiega comeinserire i sottotitoli in un video di Youtube.

http://www.youtube.com/watch?v=kTvHIDKLFqc

Posizionamento delle GoogleMaps? Ecco come fare!December 30th, 2010

Prima di iniziare a leggere ti informo che il post è molto lungoma allo stesso tempo mi auguro interessante e necessario.Quindi prenditi tutto il tempo che vuoi, ma leggilo!

Il tutto parte da un commento che mi è stato lasciato sullapagina facebook di Hotel 2.0.

Vorrei chiederti se puoi aiutarmi per quanto riguardail posizionamento della mia stuttura sulla GoogleMaps che ormai è diventata molto importante. Infattise sul motore di ricerca Google si ricerca un hotel iprimi sono quelli suggeriti dalle mappe di Google.

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Effettivamente questo aspetto sta diventando moltoimportante e i Seo e Web Agency cercano di ottenere irisultati migliori attraverso le mappe. Non si può trascurarlesoprattutto se si pensa che Google sta conquistando fette dimercato travel sempre più consistenti. Per tale motivo bisognacercare di sfruttare i vantaggi attuali e quelli futuri che possonoderivare da un buon posizionamento della mappa.

Ma cosa fare per migliorare il posizionamento della propriamappa su Google?

Nessuno ha la bacchetta magica. Fa tutto parte di impegno einvestimento consistente di risorse e tempo.

Devi sapere che gran parte delle ricerche effettuate sulweb avvengono attraverso la Local Search. E’ molto facileimmaginare come per gli hotel questa sia una ricercafondamentale. Se io stessi cercando un “hotel a verona”o addirittura uno specifico indirizzo, le mappe di Googlerisponderebbero benissimo a questa mia esigenza. Non esserepresenti nelle mappe con la propria struttura ricettiva rischiaquindi di far perdere una bella fetta di potenziali clienti evisitatori.

DA DOVE PARTIRE?Prima di tutto devi assolutamente iscrivere la tua strutturain Google Places. Nel momento in cui andrai a creare la tuascheda noterai che ci saranno diversi campi da compilare.Tieni presente che più informazioni inserisci meglio sarà per tee per l’utente che visualizzerà la tua scheda. Sostanzialmenteè qui che devi fare ottimizzazione. Più avanti ti elencheròalcuni aspetti che dovrai tenere in considerazione per ilposizionamento della mappa.

Intanto comincia a toglierti dalla testa che per migliorare ilposizionamento avrai bisogno di backlink, ovvero i famosi linkche puntano alla tua scheda di Google Places. Per la localsearch non funziona come per i siti web. Anche se otterraitanti link in entrata non ne gioverai per scalare la serp e percomparire tra le prime mappe.

L’INSERIMENTO E L’UTILIZZO DEI DATI DI“CONTATTO”Con le mappe di Google ciò che è fondamentale è aumentare iriferimenti di contatto provenienti da altri siti.

Ma che vuol dire?

Praticamente il motore di ricerca quando sul web trovadei riferimenti che combaciano con quelli presenti nellatua scheda di G.Places non fa altro che associare le cose.Google a quel punto ritiene che i dati combaciando allaperfezione possano essere fonti attendibili per migliorare ilposizionamento della mappa.

Perchè tutti vorrebbero iscriversi nelle Pagine Gialle pursapendo che una cosa del genere costa molti €?

Semplicemente perchè il sito delle Pagine Gialle è moltoforte sui motori di ricerca, ben posizionato e con ottimotrustrank. Essendo tale sito una fonte (d’oro), tutti i datianagrafici della tua struttura combacerebbero perfettamentecon quelli della tua scheda Google Places e questo ti aiuterebbemoltissimo. Nel momento in cui troverai altri siti, come PagineGialle, che consentono l’inserimento dei dati di contatto, anche

questi aiuteranno Google a percepire come fonti attendibili leinformazioni in essi presenti.

Quindi più riuscirai a trovare “luoghi” sul web in cui inserireil tuo indirizzo, telefono, email, fax etc. più sarà più facile perte aiutare Google e soprattutto gli utenti a trovare il tuo nomehotel + località.

Si però fai attenzione ad una cosa: quando inserisci i datidella tua struttura alberghiera non puoi diversificarli. Devonoessere sempre gli stessi. Solo se combaciano perfettamentequesti avranno una reale utilità. Ad esempio non puoi inserireun indirizzo su Places e poi inserirne un altro su Pagine Gialle.Così come lo metti su uno devi poi metterlo sugli altri.

Non dimenticarti mai che la mappa deve essere sempre e solouna. Punta tutto su quell’unica mappa. Se ne creerai tante escoordinate, getterai via un sacco di lavoro.

RECENSIONI E POSIZIONAMENTO MAPPEQuali altri fattori giocano a favore del posizionamento dellamappa?

Le tanto amate/odiate recensioni! Google percepisce larilevanza di una mappa e di una struttura alberghiera, cosìcome di una qualsiasi altra attività, sulla base dei giudiziespressi dagli utenti. Più la fonte da cui proviene la recensioneè attendibile più tu guadagnerai in posizionamento. Esempiopratico: prova ad entrare nella mappa di questo hotel. A metàpagina trovi la voce “Recensioni dal Web”.

Come puoi notare dall’immagine qui sopra sono diversi iportali da cui provengono le recensioni. Troverai Venere.com,Booking.com, TvTrip, HolidayCheck etc.

Cosa fa Google quindi? Lui sa benissimo che questi portalisono fonti attendibili e quindi prende le considerazioni degliutenti direttamente da essi.

Eccoti spiegato un altro motivo per cui abbandonarel’intermediazione dei portali non è poi una cosa da prenderealla leggera. Nel senso che si perdono diversi vantaggi eutilità. Ed eccoti spiegato anche un altro motivo del perchèè importante incentivare la scrittura di recensioni, che essesiano positive o negative. Rispondere sempre! Aumentare lapropria credibilità sul web è importantissimo (anche per lemappe).

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Anche per i portali in cui è inserita la tua struttura ricordatisempre di mantenere invariati i dati di ubicazione, per gli stessimotivi di cui ti parlavo prima.

LE FALSE E CATTIVE RECENSIONIPENALIZZANO LE MAPPE?Google considera anche le false recensioni per ilposizionamento?

Secondo me qualcosa può anche scappargli, ma sappi cheil motore di ricerca non è “scemo”. Riesce a capire laveridicità e il peso da dare ad una recensione. Se domaniricevessi una recensione poco professionale proveniente dalportale di “beppinolarrotino” stai pur certo che non verrà maiconsiderata al pari di una proveniente da Booking.com. E’come se Google percepisse i toni con cui una recensione vienescritta. Il taglio di originalità e professionalità. Consiglio mioper tanto è quello di non perdersi troppo nei meandri di comefar scrivere una recensione. Meglio lasciare carta bianca. Lecose spontanee sono sempre le migliori.

E le recensioni negative?

Quelle ti penalizzeranno. Non c’è scampo. L’unica cosa chepotrai fare sarà rispondere al tuo cliente spiegando le tueragioni, nella speranza che la prossima volta la recensione siamigliore.

Quindi fino adesso ti ho detto che le cose principali da tenerepresente sono due:

1. inserimento sempre uguale dei dati di ubicazione econtatti su qualsiasi sito web.

2. recensioni provenienti dai portali turistici o altre fonti.

ALTRE COSE CHE PUOI FARE PER ILPOSIZIONAMENTO DELLE GOOGLE MAPSAltri punti da tenere in considerazione per l’ottimizzazionedella tua scheda in Google Places e per il posizionamento sulmotore di ricerca Google. Vediamoli di seguito:

• Inserire nel Title nome dell’attività + località turistica.

• Nella descrizione della propria attività utilizza keywordrilevanti per te. Sicuramente “Hotel + località”.

• Scegliere delle buone categorie che descrivano la tuaattività.

• Incrementare il numero di recensioni presenti sul web.Più sono meglio è soprattutto se provenienti da siti diqualità.

• Gli utenti possono fare recensioni direttamenteattraverso Google. Invita a lasciare recensionidirettamente su Google Maps.

• Nella pagina contatti del tuo sito inserisci i recapiti cosìcome li inserirai sul web in altri siti.

• Ottimizzare il tuo sito web perchè più è ottimizzato ilsito istituzionale più Google effettuerà un “gioco” diassociazione. Della serie: sito buono allora buona anchela mappa.

• Ottenere link di qualità per la link popularity del sito webne farà giovare di riflesso anche la mappa.

• I link in entrata meglio ancora se presentano anchor textcon nome + località, es: Hotel Verona.

• Il proprio nome a dominio sarebbe meglio contenessela parola chiave con cui ti vuoi posizionare. Ovviamentequesto ora non deve portarti a stravolgere il tuo sito.Tieni pure quello che hai. E’ solo un informazione.Così ora sai che avere un dominio del tipohotelbeppinoverona.it è un vantaggio.

• Così come per il dominio anche le pagine del tuosito, laddove possibile e coerente con il contenuto dellepagine, dovrebbero presentare URL con la keyword dituo interesse. (hotel + località)

• Importante inserire dei video. Come ti dicevo all’iniziocerca di inserire quante più informazioni possibili. Ilvideo deve essere anch’esso ottimizzato e questa è unacosa che fai quando andrai a caricare il video ad esempiosu YouTube. Scegli title e description del video. Sfruttaquindi la keyword che ti interessa.

• Stesso discorso fatto per il video vale anche per le foto maqui importante sarà iltag alt.

• L’anzianità della mappa. Se domani crei la mappa peril tuo Hotel di Roma, dovrai sicuramente vedertelacon tutti i tuoi competitors che hanno inserito la lorostruttura in Google Places da un sacco di tempo. Dovraiquindi lavorare tanto e aspettare molto tempo prima diottenere buoni risultati.

Con questo spero di averti regalato un quadro generale su tuttele cose che puoi fare per la mappa della tua struttura ricettiva.Mi auguro che questi consigli possano servirti per cominciareil tuo personale lavoro di ottimizzazione e posizionamentodella Google Maps.

Rivelazioni: Google usa i datisocial per il ranking? MattCutts rispondeDecember 30th, 2010

A quanto pare è necessario tornare sull’argomento SEO /Social / Google: stavolta il buon Matt Cutts ci fornisceuna (mezza) risposta attraverso gli usuali video del canaleWebMaster Tools di Google.

Una cosa è certa: i link dal social un’influenza ce l’hanno già.Vuoi più o meno diretta, come ad esempio venire a conoscenzadi una pagina, leggerla o linkarla o condividerla a sua volta.E’ il social, anzi è il sociale che funziona così. Forse una tra lemassime espressioni di un comportamento umano è quello diadattare il passaparola attraverso il “social”.

Il link, s’è detto, è un consiglio e fino a prova contraria i consiglivivono di passaparola: il gioco è fatto. Uhm, quasi…

Attualmente i risultati in realtime dal social provengono daFacebook e Twitter, andando a finire nel tab “Aggiornamenti”di Google. Questi mostra i risultati in tempo reale di numerosiprofili. Il premio lo conferisce a chi riesce a cavalcare

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December 30th, 2010 Published by: webtravelmarketing

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l’onda con un profilo autorevole, anche nei risultati organici,attraverso il box con scrollbar di cui s’è già detto e stradettotutto.

Quello a cui Matt Cutts fà menzione nel video, che viripropongo di seguito -in lingua originale-, è di non illudersiche il solo numero dei follower possa bastare a contribuireal “social rank”, perchè innanzitutto Google si sta ancoramuovendo verso la direzione di considerare i link nei social,ma perchè in generale non è solo la quantità a determinare laqualità di una risorsa.Allora mi viene in mente di stilare una serie di fattori, unelenco di cose che a buon senso potrebbero esser consideratein un ipotetico computo dei fattori social che Google potrebbeprendere in considerazione, mutuando concetti dal SEO econcetti dalla vita di tutti i giorni.

1. Quantità vs Qualità: così come ben sappiamo per il linkbuilding, non è il numero di link a rendere importante unarisorsa linkata, ma la qualità e la spontaneità si ciascunlink. Per cui ripassiamo la famosa regola dei 100 link perpagina di Google, ricordiamoci delle proprietà dell’ip che i linkdevono avere -forse qui il social network di turno deve fare dagarante-. Ricordiamoci anche di chi ci linka, che è soggetto aquesto stesso giudizio, nella misura in cui tanti fattori possonodeterminarne la qualità.

2. Contenuti: un sito poco aggiornato è un sito che vale poco.Beh prendete una persona, uno che fa poche così e ha pocheesperienze da raccontare è poco interessante. Allora un profilosocial che parla poco, varrà poco. Però attenzione! Mutuandoal famoso detto che “chi si fà gli affari propri campa cent’anni”potrebbe anche essere che il parlare poco/molto sia valutatoin termini di gradimenti su post ricevuti. Tanto più quelloche uno dice è condivisibile e giusto, tanto più quella è unafonte autorevole socialmente. Beh qualcuno direbbe: l’arte diaccontentare tutti sarà l’arma migliore. Può darsi.

3. Linguaggio: sicuramente la lingua usata avrà un peso neilink in uscita da un profilo social. Difficilmente, ad esempio,potrei fidarmi di una persona che abita a 2000 km da mequando questa mi consiglia una pizzeria dietro casa miapiuttosto che un’altra. A meno che non sia un mago di GoogleMaps.Così come espressioni più ricercate o più giovanili sarannoun fattore determinate per stabilire un target demografico deilink in uscita che se rispettato sarà una risorsa utile, altrimentipoco credibile.

4. Fenomeno dei pianisti: beh credo che sarà più difficilefalsare certi risultati di gradimento (aka link spontanei) severamente il social fosse uno dei fattori di ranking dei siti.Vorrei vedervi ad impazzire dietro a 7.000 indirizzi email,altrettanti profili Facebook e Twitter, Flickr, Youtube, aricondividere e ripostare un singolo link, rispetto alle famosematrici di link, network creati ad arte o script che spammanoi template wordpress, tutt’ora in voga e usati da grandi epiccini. Un like è un voto, è un’ammissione di gradimento ecoscienza di ciò che ci piace e che consigliamo. Un pò com’èsuccesso per certi profili Facebook che inneggiavano ad azioniillecite contro questo o quel personaggio politico, l’azione delLike indica una ben precisa scelta. Su questo credo si possadiscutere ben poco.

5. Quanto vale Facebook rispetto a Twitter? Beh sicuramentesi cercherà di stilare una classifica su quale social porteràpiù social-rank dell’altro. Voglio sperare, e credere, che saràl’azione a valere non la piattaforma. La meta azione digradimento ad avere un peso, si chiami essa Like, ReTweet oCicciopasticcio. E’ così che dovrà funzionare se avrà un sensoalgoritmico all’interno di Google.

6. Profondità: secondo me Google tenterà di capire quant’èprofonda la nostra influenza. Può capirlo già da una banaleserie di fattori, spazio temporali. Innanzitutto può creare dellestatistiche nel tempo della nostra attività e del seguito cheabbiamo. Ma può anche capire se veramente con “7 retweetraggiungiamo il papa”, così come recita una scommessanazional-popolare. In questo cercherà di capire quanto inprofondità e a lungo riusciremo ad influenzare la massa, anzila nostra massa = il nostro seguito. Creerà sicuramente ungrafo pesato delle nostre connessioni, dove sarà in grado dipredire quanto il nostro verbo che ha un voto X riusciràad arrivare in profondità e quanto di quell’X rimarrà afine corsa. Questo grafo avrà anche un’altra dimensione,che è la geolocalizzazione. Quindi la profondità può essereinterpretata come: dove influisco, come e per quanto tempo.Un nostro link quindi sarà filtrato sulla base di questi concetti.

7. Reputazione: diciamo che la reputazione passa ancheattraverso ciò che si dice di noi in giro. Allora ecco chesicuramente Google cercherà di individuare nel nostro profiloo username un brand da monitorare. Quindi fare una stimasulla qualità della nostra profondità e vedere se nel tempoespressioni felici o infelici accompagnano il nostro parlare agran voce al pubblico social. Quanto si propagano le nostrefesserie e quanto si propagano invece le nostre intuizioni.Richiamo il concetto di profondità nel propagarsi di ciò,per dire che la reputazione potrebbe passare attraverso unprobabile ranking di parole positive o negative dette su di noi.E dove se non nel social, nella società la buona reputazionevale più di ogni altra cosa.

Diciamoci la verità ci sono grandi professionisti che alle voltescrivono cose veramente infantili, o si prendono il lusso diricopiare cose senza citare la fonte. Chissà, se come per ilTrustRank, anche in questo caso è la fonte a fare la notiziae non il vero padre. Se attraverso la reputazione social e ilconcetto di profondità si perderà ancora una volta la paternitàdi certe azioni e di certi link.

8. La macchia: è quel luogo virtuale attraverso il quale siespande la nostra social influence. Credo che la crossmedialitàin quanto tale, e non solo riconoscibilità e presenza diffusadel brand, sarà un fattore importante. Sarà quindi un mettersialla prova con discipline svariate, se non artistiche. Chissà seattraverso il social un brand legato al mondo della pittura,ad esempio un ecommerce di quadri, non venga penalizzatoperchè non corredato da una buona e attiva presenza suYouTube e su Flickr? O il sito web di un musicista riguardo lapresenza su Vimeo, Last.fm o MySpace.com? (Quest’ultimo…il caro estinto).

9. Partecipazione: dovremo dimostrare di essere vivi, ed averevita attorno a noi. Ecco perchè il modello quantitativo decadeancor più fortemente. E ancor più fortemente si stringerannoi legami tra gli utenti, tanto più sarà forte il legame e maggiore

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December 30th, 2010 Published by: webtravelmarketing

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sarà la reputazione dei profili e più densa la loro discussione.Credo verranno stilate delle intersezioni tra i grafi degli utentie delle loro conversazioni e dei comparatori di profondità perstilare una classifica dell’influenza. Se esisti devi dimostrarlo,devi essere attivo. Dopotutto non è quello che si è fatto con unblog o con un forum? Ora si chiama social.

Ogni profilo utente di un singolo brand, porterà con sè ungrafo di connessioni ognuno con la propria storia, le propriecaratteristiche e il proprio percorso in gran parte segnato dallapropria attività. Sembra un discorso poetico se consideriamole persone che stanno dietro ai nodi dei grafi e che quindi siprefigura uno scenario dove è la qualità umana a prevalere sulmezzo e non una preparazione tecnica. Sarà veramente così?Saranno questi i concetti chiave di una considerazione dei datisocial nel cuore dell’algoritmo di Google? Lui, il sommo, ilprimo ed unico player della ricerca che nelle ultime battute haanche azzardato la pretesa di sapere prima di noi quello chevolevamo cercare e magari c’è anche riuscito?

Altri l’hanno fatto (si chiama Blekko) o lo stanno facendo (sichiama Bing), ed in gioco non c’è solo l’esperienza utente, maun’Era. Forse il passaggio da un web più freddo ad un web piùumano.

http://www.youtube.com/watch?v=ofhwPC-5Ub4

Giornata tra le pasticcerie eJust Desserts BadgeDecember 30th, 2010

Oggi nel mio giro tra le pasticcerie a Cattolica ho sbloccato ilJust Desserts Badge su Foursquare. Ok per chi non sapessedi cosa sto parlando, facciamo un passo indietro e spieghiamobrevemente foursquare e le sue funzioni.

Avrete sentito parlare tutti di Fousquare, il social networkche sfrutta la geolocalizzazione e si usa tramite smartphone,quindi iphone e affini e che si trova a metà tra un gioco, per ipiù, e l’utilizzo professionale, per i pochi.

In sostanza arrivati in un luogo si può fare il check-in tramitesmartphone una sorta di eco virtuale che ai vostri amici sulsocial network risulta un po’ come un “hey sono qui, se sei neiparaggi puoi venirmi a trovare!”.

In pratica spesso è usato un po’ come raccolta di badges piccolibollini di varie entità, come quello sopra, carini soprattutto dacollezionare e per farsi belli con gli amici. Ma non solo, quandoarrivi in un luogo e ci fai check-in una volta in più di tuttigli altri ne diventi mayor, sindaco, in realtà puoi farci benpoco, ma alcune strutture (bar, locali, hotel, pizzerie) all’esterooffrono sconti per chi è il sindaco del posto.

Detto questo, un’infarinatura generale di Foursquare per chinon ne è avezzo, posso (ri)dire di aver preso il Just DessertsBadge, che mi è stato dato forse per aver passato 3 pasticceriein una giornata…eh sì sì sì, in ferie si fa anche questo.

La prima pasticceria a Rimini è stata la Belle Epoque, briocheseccezionali, soprattutto quella alla nocciola. Qui la categoria èsotto locali con cibo italiano, io l’avrei messa sotto caffè, chepoi è quella che è.

La seconda pasticceria è Il Circoletto a Cattolica, che piùche una pasticceria è un bar caffè, l’ho descritta molto benesu minube dove ci sono delle foto molto carine, ci torneròsicuramente. Hanno anche una pagina su facebook e un sitomolto carino.

La terza pasticceria è la famosa (per gli abitanti dellaRomagna) Staccoli sempre a Cattolica. Ce ne sono addiritturatre, io mi sono limitata a visitarne una sola. Anche questa

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December 30th, 2010 Published by: webtravelmarketing

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descritta molto bene su minube, se capitate nei paraggi il mioconsiglio è di provarne almeno una delle tre

Officina Turistica: SocialMedia Marketing [semplice]per ristorantiDecember 30th, 2010

E’ da giugno che avevo in mente questo post. Precisamente daquando un mio amico, gestore di un ristorante a Capoliveriall’Isola d’Elba, mi ha raccontato che, tutte le sere, quattroo cinque ospiti raggiungono il suo ristorante dicendo di averconosciuto il locale on line, in particolare su TripAdvisor .Ritengo infatti che per le piccole strutture turistiche comeristoranti o piccoli alberghi a conduzione familiare, è piùsemplice e più proficuo progettare una strategia di socialmedia marketing. Non ci credi? Proviamo a farlo insieme.

Primo passo : diamo per scontato che il tuo ristorante abbiagià un bel sito on line, ben posizionato, molto accattivante, condelle grandi immagini del locale e nelle apposite sezioni dellebelle immagini delle portate che servi in tavola. Poche pagine,ben strutturate. Iniziamo a dargli una "socialità" : dotiamo ilsito, in ogni pagina, dei sistemi di condivisione . Conterràanche una serie di link che permetteranno al visitatore diraggiungere i luoghi social dove avremo attivato i vari profili.Quali scegliamo? Non tanti , uno per ogni caratteristica chevogliamo esaltare: storie , immagini , filmati , localizzazione .

Secondo passo : Apriamo un blog ? Aprire un blog nonè cosa semplice, però ci sono migliaia di blogger, specialistimarketing e professionisti che spiegano come editare un blog, se hai pazienza sono tutti consigli che troverai on line. Lasola cosa che ti raccomando è di scrivere solamente di temi equestioni che possano interessare i tuoi lettori. Molte volte ciòche dici non interessa, non influenza ed è superfluo, tutto ciòsu internet è dannoso. Se non hai niente da dire esci e fai unpo’ di foto, una passeggiata, leggi un libro…La piattaforma più semplice e intuitiva per aprire un blog èquella offerta da Google e si chiama Blogger . Appena ti saraiimpratichito di blogging , la piattaforma Blogger ti staràstretta è ti maledirai per non aver utilizzato Wordpress . Cosati consiglio? Vai subito su Wordpress, arrabbiati, fai qualcheprova, prendi posto su questa piattaforma. I temi che potraitrattare sul blog saranno: la storia del locale, aneddoti e storiedi colore accadute nel ristorante e nel paese dove è locato, lastoria della città, ultime ma più importanti le ricette e i trucchidei tuoi cuochi …

Terzo passo : il blog, come il sito internet, rimanderà ai variprofili che avrai attivato sui social media tra i quali ti consiglio:

- su Facebook apri una pagina pubblica dell’attività (nonaprire un profilo personale) non c'è niente di più odioso diun pub o un ristorante che ti chiede: come stai? Tra lealtre cose Facebook lo sconsiglia vivamente e corri il rischioche il profilo personale utilizzato con finalità aziendali vengasospeso. Guarda, questo esempio con le recensioni degliospiti come pagina di benvenuto non mi pare male;

- attiva un canale su You Tube , dove caricherai videoche riguardano il locale, la sua storia, riprendi e diffondivideo dove i cuochi preparano e spiegano ciò che fanno, comequesto . Non servono effetti speciali, le storie devono essereoneste, vere e originali ;

- su Flickr pubblicherai le fotografie del locale, delle pietanze,delle materie prime che utilizzi, la foto del contadino e dell’ortodove ti rifornisci delle primizie di stagione, e tutto ciò cheaccade nella tua città…

- Twitter (solo per i più bravi) raccontare e interessarepersone in soli 140 caratteri è meraviglioso e produttivo madifficilissimo. Puoi usarlo per ritrasmettere quello che scrivi sualtri social media ma il pubblico di Twitter non è lo stesso diFacebook e quindi è preferibile una comunicazione diversatra l’uno e l’altro.Quarto passo : adesso non resta che andare a controllare cosasi dice on line della tua attività . Ci sono degli strumentiche possono aiutarti, quasi sempre puoi iscriverti al serviziofeed rss delle schede che riguardano la tua struttura suTripAdvisor e 2Spaghi per esempio (i due siti di recensionipiù usati per giudicare i ristoranti. Il servizio è disponibilevia mail oppure via feed rss (entrambi gratuiti) quando inuna data pagina trovi il simbolo che vedi nell'immagine alato). Anche se non lo sai è molto probabile che si parlidi te nella rete. Come scoprire chi, dove e come parla dite? La via più semplice è attivare Google Alert , segnalandocome parola chiave l’insegna della tua attività. L’abbonamentoai feed o alle comunicazioni e-mail dei siti di recensione el’attivazione di Google Alert ti permettereanno di gestire unaparte significativa della rete che ti interessa, controllare tuttoè impossibile proprio come nella vita di tutti i giorni.

Quinto passo : arriviamo adesso ai siti che offrono servizilegati alla geolocalizzazione . A cosa servono? Servono asegnalare che la tua attività esiste alle persone che sonovicine a te e stanno cercando un ristorante o un albergo. SuFoursquare , ad esempio, posso scoprire che a due passi dalluogo dove mi trovo c’è il tuo ristorante, addirittura possoanche notare se i miei amici lo hanno frequentato e se sisono trovati bene, in alcuni casi è addirittura segnalato ilpiatto migliore o comunque quello che hanno maggiormentegradito e che consigliano. “Impossessati” della scheda dellatua attività, sicuramente qualche avventore l’avrà già attivata.Una volta appurato che tu sei il gestore del locale, Foursquareti consentirà di gestire la tua scheda inserendo anche delleofferte (sono quasi sempre finalizzate a invogliare gli ospiti autilizzare il social network).

Sesto passo : il wi-fi free in sala da pranzo permette aituoi ospiti di comunicare "in diretta" le loro senzazioni el'accoglienza che ricevono. Quasi sempre sono le sensazionipositive quelle che si trasmettono in prima battuta on line.

Questo è quello che devi mettere in campo per sfruttare almeglio e con un impegno relativo le opportunità che i socialmedia possono offrirti. Più riuscirai ad interconnettere i variprofili e più il tuo network sarà efficiente e frequentato. Saràmolto semplice gestire le conversazioni sul tuo locale. Se il

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network è strutturato bene ti basteranno due tre ore allasettimana per parlare con i tuoi lettori/ospiti/amici, se tuttofunziona addirittura inizieranno a parlare tra loro rendendotiun servizio che ha un valore elevato.

Non ti preoccupare, internet non è il diavolo e neanche isiti di recensione lo sono. Su TripAdvisor, per esempio, lastragrande maggioranza delle recensioni è positiva. Se iltuo cuoco non sa cucinare e tu tra i tavoli sei quasi semprescortese, ti consiglio di non aprire i profili sociali e anche dievitare di controllare i luoghi on line dove si parla di te. Lasciaperdere i social network, hai evidentemente altre priorità.

Progetto WTMDecember 30th, 2010

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