AREA Magazine n°29

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Anno VIII - Spedizione in A.P. - 70% Filiale di Pordenone - Taxe perçue

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Quadrimestrale di ricerca, innovazione e impresa di AREA Science Park

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Anno VIII - Spedizione in A.P. - 70%Filiale di Pordenone - Taxe perçue

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Direttore responsabile:Leo Brattoli

Direttore editoriale:Francesca Tosoni

Comitato editoriale:Leo Brattoli, Paolo Cattapan,

Giuseppe Di Rosa, Gabriele Gatti,Giancarlo Stavro di Santarosa,

Francesca Tosoni

Redazione:Consorzio per l’AREA di RicercaScientifica e Tecnologica di Trieste

Padriciano 99 - 34012 Triestetel. 040 375 5221 - 5206

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Grazie per la collaborazione a:Stefania Bettini, Amanda De Felice,

Giulio Garau, Alessandro Piras,Eleonora Quadrelli, Renzo Rosei,Antonio Sfiligoj, Marina Silvestri,

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versione on line:www.area.trieste.it

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Registrazione Tribunale Triesten. 906 del 16.06.1995

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Nanotecnologie,la sfida parte

da Trieste

Nanotechnology, the challenge startsin Trieste

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Trieste must investin new technologies

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Lo sviluppoinnovativo

Innovativedevelopment

6Il centro di eccellenza

di Nanotecnologiedi Trieste

The TriesteNanotechnologyCentre of Excellence

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Cambia l’organizzazionedella ricerca

The changesin research

11Competenze

sulle Nanotecnologie in FriuliVenezia Giulia

Nanotechnologycompetencesin Friuli Venezia Giulia

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Area Europeadella Ricerca

EuropeanResearch Area

16Scientific infrastructuresas a driving forcefor Research

18Finanziamenti BEI

per ricerca, sviluppoe innovazione

EIB funding of research,development and innovation

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una formidabileopportunità

GRID,an extraordinaryopportunity

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Mobilitàe qualità

dell’università

Mobilityas a yardstickfor university quality

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Mobility: a right allstudents are entitled to

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Europa, casa comunedei ricercatori

Europe, commonhouse for researchers

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Trieste deve investiresulle nuove tecnologie

Infrastrutturescientifiche

volàno della ricerca

La mobilità, un diritto per tutti gli studenti

EuroNanoForum 2003

InfraEra 2003

International Mobility

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r e d a z i o n a l e

Il sempre maggiore interesse per le nanoscienzee le nanotecnologie sta a indicare quanto il lorosviluppo sia ritenuto una priorità strategica dellaricerca scientifica e industriale, infatti il fenomenodelle nanotecnologie potrà rappresentare la nuovarivoluzione industriale che inciderà profondamentesulle economie determinando le future linee disviluppo dei sistemi produttivi: alcuni settori nehanno già avuto un impatto importante con laminiaturizzazione di elementi elettronici, prodottifarmaceutici e sistemi di comunicazione; altri netrarranno benefici migliorando le caratteristichedei prodotti o facendone nascere di nuovi.L’EuroNanoForum 2003 rappresenta, quindi,un’occasione importante per la Regione FriuliVenezia Giulia e per Trieste in particolare chevede, così, valorizzata la sua vocazione di città delle scienze. La Friulia ha voluto esserepresente a questo importante appuntamento in coerenza con la sua missione dipromozione dello sviluppo economico della Regione Friuli Venezia Giulia, ritenendo checon il progressivo inserimento delle nanotecnologie nelle imprese regionali potrannoesserci notevoli ricadute e opportunità di crescita.In questa prospettiva, Friulia intende svolgere un ruolo di primo piano intervenendo nelcapitale di rischio delle pmi che realizzino progetti di ricerca o che acquisiscano i risultatida terzi per sviluppare la loro industrializzazione, favorendo così la loro crescitadimensionale o facilitando la nascita di nuove realtà imprenditoriali nella nostra Regione.

The costantly growing interest for nanoscience and nanotechnology confirms thestrategic priority given to their development by scientific and industrial research sectors.In fact, the nanotechnology phenomenon may represent a new industrial revolution,which could deeply affect the economy and determine the future developments ofmanufacturing systems: some sectors have already experienced an important impactthrough the miniaturization of electronic components, pharmaceutical products andcommunication systems; others may benefit from nanotechnology by improving productcharacteristics or by creating new ones.EuroNanoForum 2003 represents an important opportunity for the Region Friuli VeneziaGiulia and for Trieste in particular, thus furthermore confirming its vocation as a City ofScience. Friulia wants to be part of this important appointment, coherently with its missionof promoting economic development of the Region Friuli Vnezia Giulia, believing that theprogressive intorductione of nanotechnologies in regional enterprises will have significantreturns and development opportunities.In this prospect, Friulia intends to play a key role, partecipating in the venture capital ofsmall and medium enterprises that carry out research projects or acquire the result ofthird parties in order to develop their industrialization, thus favouring their dimensionalgrowth or facilitating the creation of new enterprises in our Region.

Franco Asquini

Friulia per lo sviluppodelle nanotecnologie nelle imprese regionaliFriulia for development of nanotechnologies

within regional enterprises

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NANOTECNOLOGIE,LA SFIDA PARTE DA TRIESTE

Nanotechnology, the challengestarts in Trieste

EuroNanoForum 2003, l’evento sulla nuova frontieradella ricerca, che cambia il modo di fare impresa,di investire, per migliorare la qualità della vita deicittadini

L’appuntamento, che si terrà dal 9 al 12 dicembre alcentro congressi della Stazione Marittima a Trieste,è stato promosso dalla Commissione Europea DGRicerca in collaborazione con Sviluppo Italia FriuliVenezia Giulia con il sostegno della Regione FriuliVenezia Giulia, Friulia e la Camera di Commercio diTrieste. EuroNanoForum 2003 farà il punto sullostato dell’arte delle nanotecnologie nel mondo,assieme ai massimi esperti, provenienti da tutti icontinenti.Il progetto, sin dall’inizio, vede tra i protagonistiINCE CEI-Iniziativa Centro Europea, che punta allosviluppo economico degli stati centro europei in viadi adesione ed ha come obiettivo l’attrazione e ilsostegno alla nascita di imprese innovative cheutilizzino le nanotecnologie per uno sviluppoeconomico in linea con le tendenze future delmercato globale.L’Unione Europea considera l’innovazione tecnologica,in particolare l’utilizzo delle nanotecnologie, unapriorità ed investe 700 milioni di Euro nell’ambitodel VI Programma Quadro. L’Ue ha intenzione diaumentare considerevolmente gli stanziamentisulla base anche delle indicazioni che emergerannodal Forum di Trieste.L’evento di Trieste darà l’avvio alla creazione di unCorridoio High-Tech verso i nuovi Stati che si affaccianoall’Europa, nel suo processo di allargamento,cogliendo in pieno le potenzialità e il ruolo di unacittà che si trova in posizione strategica e baricentricae che possiede centri di innovazione e ricerca dieccellenza: l’AREA Science Park, con il SincrotroneELETTRA e il Laboratorio INFM – TASC, le Universitàregionali, laboratori, infrastrutture, imprese,centri di formazione e servizio. Realtà che insiemecostituiranno il Corridoio High Tech, lavorando insinergia e contribuendo anche all’innovazione eallo sviluppo economico dei Paesi in via di adesioneall’Unione Europea.

EuroNanoForum 2003 - an event focussed on the

new research frontier that is affecting the world of

enterprises, opening up investments and

improving quality of life of for all

The meeting, which will be held betweenDecember 9th–12th at the Congress Centre“Stazione Marittima” in Trieste, is promotedby the European Commission DG Research incooperation with Sviluppo Italia Friuli VeneziaGiulia, with the support of the Region FriuliVenezia Giulia, Friulia and the Chamber ofCommerce of Trieste. EuroNanoForum 2003 willexamine the state-of-the-art of nanotechnology,along with experts from every continent.From the very outset the Central EuropeanInitiative - which aims at the economic developmentof the Central European accession countries - hassupported this project, whose goal is to attractand support the creation of innovative nanotech-nology-based enterprises, thereby promotingeconomic development along the lines of theglobal market’s future trends.The European Union considers technologicalinnovation, and nanotechnology in particular, asa priority and allocates 700 million Euros to thissector in the 6th Framework Programme. The EUintends to increase considerably the grants, andwill take into account the outcome of the Triesteforum.The event held in Trieste will give way to thecreation of a High Tech Corridor to link EUacceding countries. These will benefit from thepotential and the role played by a strategicallycentral city like Trieste that features innovationand research centres of excellence - first andforemost AREA Science Park. This institution,a long with the E let t ra Synchrotron L ightLaboratory and INFM – TASC and other laboratories,infrastructures, companies, training and servicecentres, is part of the High Tech Corridor, workingin synergy and aiming at global innovation andeconomic development of the EU accessioncountries.

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TRIESTE DEVE INVESTIRESULLE NUOVE TECNOLOGIE

Trieste must investin new technologies

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Intervista al Direttore della Commissione EuropeaDG Ricerca, Ezio Andreta

“Bisogna capovolgere il modo di produrre, investiresulle nuove tecnologie: è l’unica ricetta che haTrieste per contrastare la deindustrializzazione, ildeclino e ritrovare la strada dello sviluppo. La cittàdispone di strutture di alta conoscenza, quello cheserve per essere competitivi in questa sfida e sitrova in posizione strategica, cerniera tra la vecchiae la nuova Europa”. Il monito arriva da EzioAndreta, Direttore della Commissione Europea DGRicerca che si è concentrata sulle “priorità tecnolo-giche trainanti” e attraverso il 6° ProgrammaQuadro ha stanziato 700 milioni di Euro per il decol-lo dell’industria tecnologica. Uno dei settori scelti èquello delle nanotecnologie, le attività di lavorazionesu scala atomica o molecolare che permettono laproduzione di nuovi materiali, i cosidetti prodottiintelligenti, nei campi più disparati. “Le nanotecnologie – spiega Andreta – hannopotenzialità straordinarie, rappresentano unarivoluzione industriale. Il modo di produrre ècapovolto: oggi si fanno prodotti pesanti e conbasso contenuto di conoscenza, partendo dal grandeper arrivare al piccolo. Con le nanotecnologie siparte dal piccolo per arrivare al grande introducendoalta conoscenza nei prodotti. Chi investirà suquesto fronte diventerà competitivo e otterrà grandirisultati”.A confermarlo sono le previsioni economiche nellosviluppo di questo business: nel 2010 infatti il girodi affari dovrebbe raggiungere quota 1.300 miliardidi Euro.“Le nanotecnologie chiedono un approccio rivolu-zionario – insiste il Direttore della DG Ricerca – conla nascita di nuove industrie e la creazione di nuoveprofessionalità, tecnici e ingegneri. Questa nuovafrontiera dello sviluppo richiede infatti l’integrazionedi tre discipline: la fisica, la chimica e la biologia. ATrieste ci sono centri di ricerca di eccellenza in tuttiquesti settori. La città ha le carte in regola pervincere questa sfida. Bisogna investire”.Un’opportunità preziosa a Trieste è stata offertaproprio dalla Commissione Europea DG ricerca che

Interview with the Director of the EC DG Research,

Ezio Andreta

“It is necessary to turn manufacturing processesupside-down and invest in new technologies; thisis the only way for the city of Trieste to opposede-industrialization and decline and to grow andprogress. This city has the high-tech centres andinstitutions required to face this challenge and tobe competitive and it is strategically locatedbetween the new and the old Europe”. Thiswarning comes from Ezio Andreta, Director of theEC DG Research, the Directorate which has focussedon “technological key priorities” and which hasallocated 700 million Euro to promote them throughthe VI° Framework Programme. One of these prioritiesis nanotechnology, the manipulation of material atthe atomic or molecular scale, allowing thecreation of various new materials, so-called intelligentproducts. “Nanotechnology, Andreta explains, has a tremendouspotential and represents an industrial revolution.Manufacturing processes are turned up-side down:nowadays we have heavy, low tech products –going from large to small. With nanotechnologyyou go from small to large, putting high-technologyinto the products. Anyone investing in this sectorwill be competitive and achieve important results”.Financial forecasts confirm the development of thisbusiness: the nanotechnology sector is expected toreach a turnover of 1300 billion Euro by 2010.“Nanotechnology needs a revolutionary approach”,n

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the DG Research Director explains, “with theestablishment of new industries, the creation ofnew expertise, technicians and engineers. This newfrontier requires the integration of three branchesof knowledge: physics, chemistry and biology. InTrieste there are research centres of excellence inall these branches. The city is ready to take on thischallenge. We must invest in this”.A unique opportunity for Trieste has been given bythe European Commission DG Research with thepromotion of EuroNanoForum 2003.“It’s the first, large event of the EuropeanCommission in the framework of the ItalianPresidency”, Andreta continues, “and a conferenceof great interest that will give way to a Europeandebate. EuroNanoforum 2003 represents an oppor-tunity for the City of Trieste to gain visibility andprestige, an opportunity which has been entirelyseized. Researchers, entrepreneurs and investorsfrom all over the world will gather to discuss thestate-of-the-art of nanotechnology”.But the choice of Trieste is also in part symbolic.“The frontiers of knowledge are advancing”, addsthe Director, “as are the frontiers of the Union, withthe forthcoming enlargement which will includeCentral and Eastern European countries”. Trieste,linking the new and the old Europe, is a perfectstrategic location to discuss the barriers existingbetween new and old know-how.Moreover, during EuroNanoForum 2003, the proposalto create a high tech corridor linking the VenetoRegion with Central Europe will be presented anddiscussed. “700 million Euro have been allocated to promotethe industrial applications of this technology,Andreta concludes, and the Commission foreseesgrants covering 50% of the related costs. This is tosay that, with public and private investments, theaforesaid amount will be doubled and the overalleconomic impact will reach 2.5 billion Euro in theforthcoming years.A first announcement has been made and other twowill follow. The possibility of receiving funds willdepend on the capability of the various organisa-tions to build a critical mass and create networks.Trieste has the infrastructures and the institutionsthat could consitute the nodes of such networks -Trieste will take off if there are investments andpriority is given to this sector. It is up to thestakeholders of the regional, institutional, scienti-fic and financial Innovation System, to share aregional positioning strategy connected to the newhuge market opportunities, and thus establish thepriorities and link the institutions, the know-howand the relationships between eastern and westerncountries”.

ha promosso l’EuroNanoForum 2003. “È la prima grande iniziativa della CommissioneEuropea nell’ambito del semestre di presidenzaitaliano – continua Andreta – ed è una conferenza digrande risonanza che apre un dibattito europeo. Èun’opportunità per la città di mettersi in vetrina,che è stata colta in pieno. Giungeranno ricercatori,imprese e finanziatori da ogni parte del mondo perfare il punto sulle nanotecnologie”.Ma nella scelta di Trieste c’è anche un aspettosimbolico. “Si deve discutere sulle frontiere dellaconoscenza che si stanno spostando – aggiunge ildirettore – come si stanno spostando le frontieredell’Unione con l’allargamento ai Paesi centroorientali. Trieste è una città cerniera tra la vecchia ela nuova Europa, un luogo strategico per discuteredelle frontiere tra le conoscenze vecchie e nuove”.Con l’EuroNanoForum 2003 inoltre prenderà formaanche la proposta della creazione di un corridoiohigh-tech dal Veneto verso il Centro Europa. “Sonostati messi a disposizione 700 milioni di Euro per ildecollo di queste tecnologie nel mondo produttivo– conclude Andreta – e la Commissione prevede unintervento a fondo perduto del 50%. Significa che,con gli investimenti pubblici e privati, la cifra saràraddoppiata e il volano economico raggiungeràquota 2,5 miliardi di Euro nei prossimi anni. È statofatto un primo bando e ne seguiranno altri due. Lapossibilità di vedersi assegnate le risorse dipendedalle capacità delle varie organizzazioni di faremassa critica e mettersi in rete. Trieste dispone diinfrastrutture e centri che possono diventare nodidi una rete e può decollare se darà priorità a questosettore, investendo. Dipenderà proprio dagli attoridel Sistema di Innovazione regionale, istituzionali,scientifici e finanziari, condividere una strategia diposizionamento della regione sulle nuove grandiopportunità di mercato, e quindi scegliere lepriorità e mettere in rete le strutture, le conoscenzee i rapporti tra Paesi dell’Est e dell’Ovest”.

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LO SVILUPPOINNOVATIVO

Innovative development

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Il successo delle imprese è fortemente influenzatodall’ambiente che le circonda, che contribuisce inmodo determinante alla loro innovazione, alla lorocompetitività e alle loro competenze.Sono già moltissime le importanti scoperte scientifichee le innovazioni che hanno visto la luce nel FriuliVenezia Giulia: nella fisica, nell’ingegneria genetica,nei settori farmaceutico, delle telecomunicazioni edell’informatica. EuroNanoForum 2003 dimostra lagrande dinamicità dell’economia regionale, lacapacità di presidiare rapidamente settori comple-tamente nuovi (ad es. nanobiomedicina), la capacitàdi “fare sistema” e collegarsi ai network europei eglobali della società della conoscenza. L’attrattività del Friuli Venezia Giulia per gli investitoriè ancor maggiore se si considerano le potenzialitàderivanti dalla maggiore integrazione con le areevicine - Veneto, Slovenia, Carinzia - che hanno fattodell’innovazione l’aspetto centrale delle loro strate-gie di sviluppo. La “massa critica” di know howdisponibile aumenta se si considerano i Paesi

The performance of a company is strongly affectedby the surrounding business environment, whichcontributes to its innovation and competitiveness -shaping the skills, knowledge, and technologyavailable as well as its productivity.At the core of the business environment of the FriuliVenezia Giulia Region there is a system of interconnectedresearch facilities, companies, industries, universitiesand educational institutions which has alreadyproduced breakthroughs in physics, life sciences,genomics, biopharmaceuticals, as well as intelecommunications and information technology.EuroNanoForum 2003 demonstrates that the regionaleconomy is remarkably dynamic and very wellconnected with European and global networks ofknowledge. As a result, entirely new clusters (e.g.nanobiomedicine) are emerging thanks to thepresence of the excellent competencies and largeinfrastructure facilities existing in the region. Theavailable resources increase even more when

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NanoTech Young

In order to raise awareness among universityand high school students, the organisers ofEuroNanoForum 2003 have launched NanoTechYoung, a scientific exhibition of the ultra-small,hosted in Trieste between November 18 andDecember 5. The exibition has been organisedwith the scientific contribution of University ofTrieste, TASC-INFM Laboratory, APE Research srl,Sincrotrone Trieste Scpa, Child Hospital BurloGarofolo and Immaginario Scientifico. Mainissues of NanoTech Young were: research activi-ties performed in Trieste, scientific instruments,nano structured materials and nanotechnologicalapplications to the real life.Young PhDs and experts in nanotechnologyexplaned to high school students the scienceand applications behind nanotechnology. A CDROM containing the posters and animations ofthe exibition is available upon request (contactaddress: [email protected]).

Antonio Sfiligoj*

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adding the assets of nearby areas - Veneto, Carynthia,Slovenia – which put innovation at the core of theirregional development strategy. The critical mass ofknowledge leading to product and service innovationsfurther increases when considering the strongcultural, historic and business ties with countries inCentral and Eastern Europe, in the Balkans and inthe Mediterranean.The corporate sector, as well as many small technologybased start-ups, have already discovered theadvantages of being located in Friuli Venezia Giulia,but there are still considerable opportunities to betaken. Besides a local base of very skilled people,companies may take advantage of factors thatare fundamental to modern, knowledge-basedcompetition such as: specialized business services,favourable regional legislation supporting training,R&D and venture capital. Sviluppo Italia FriuliVenezia Giulia, the regional branch of SviluppoItalia - the national Agency for enterprise andinward investment development – provides, withits shareholder Friulia (Regional Investment Fund),and other partners, a vast array of supportingregulatory, financial, infrastructural instrumentsand incubation facilities that make Friuli VeneziaGiulia an ideal platform from where to plunge intothe exciting new world of nanotechnology.

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dell’Europa Centrale ed Orientale, dei Balcani, delMediterraneo, con i quali esistono forti legami storici,culturali e imprenditoriali.Alle aziende che vogliono affermarsi nell’era dellasocietà della conoscenza, in un’Europa ormai privadi confini, il Friuli Venezia Giulia offre personale adaltissima qualificazione, presenza di fornitorispecializzati, servizi aziendali avanzati, unalegislazione regionale di sostegno all’innovazione edi finanziamento alla ricerca, strumenti per laformazione delle risorse umane e capitale dirischio sia privato sia pubblico.Sono già numerose le grandi e le piccole imprese abase tecnologica che hanno scoperto i vantaggi diuna presenza nel territorio regionale, ma sonoancora molte le opportunità da cogliere.A queste aziende, Sviluppo Italia Friuli VeneziaGiulia, la società regionale di Sviluppo Italia (agenzianazionale per lo sviluppo d’impresa e l’attrazionedegli investimenti), insieme al socio FinanziariaRegionale Friulia e agli altri partner regionali, mettea disposizione servizi avanzati di accompagnamento,strutture di incubazione, Venture Capital, collega-menti con soci strategici ed investitori; perqualificare la regione quale piattaforma ideale dacui lanciarsi nell’eccitante nuovo mondo dellenanotecnologie.

NanoTech Young

Allo scopo di accrescere l’interesse tra gli studentidi università e scuole superiori, gli organizzatoridi EuroNanoForum 2003 hanno lanciato NanoTechYoung, mostra scientifica dell’ultra piccolo che siè tenuta a Trieste, nella Sala Giubileo, dal 18novembre al 5 dicembre scorsi.La mostra è stata organizzata con il contributoscientifico dell’Università di Trieste, del LaboratorioTASC-INFM, APE Research srl, SincrotroneTrieste Scpa, Ospedale Infantile Burlo Garofolo eImmaginario Scientifico. Sono state presentatele attività di ricerca più recenti svolte a Trieste inquesto settore, mostrati strumenti scientifici,materiali nano strutturati e le prime applicazionidelle nanotecnologie alla vita reale. Alcuni giovaniricercatori ed esperti nel settore delle nanotecnologiehanno ilustrato agli studenti delle scuole supe-riori i principali aspetti scientifici ed applicativi.E' disponibile su richiesta un CD ROM contenentei poster e le presentazioni della mostra(contatto: [email protected]).

*Amministratore Delegato, Sviluppo Italia Friuli Venezia Giulia.

CEO Sviluppo Italia, Friuli Venezia Giulia

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IL CENTRO DI ECCELLENZADI NANOTECNOLOGIE DI TRIESTE

The Trieste NanotechnologyCentre of Excellence

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Gli atomi sono i minuscoli mattoni con cui siamocostituiti, sia noi che tutto il mondo che ci circonda.Il motivo per cui gli atomi ci sono così poco familiaririsiede proprio nelle loro piccolissime dimensioni.Ce ne vogliono 4 per arrivare ad un nano-metro(cioè un miliardesimo di metro), e quaranta milioniin fila raggiungono appena un centimetro dilunghezza. Nel corso degli ultimi due secoli la scienza ne hadimostrato l’esistenza e li ha classificati nellaTabella Periodica degli Elementi, ma il dominioatomico è rimasto a lungo elusivo anche per gliscienziati.I progressi scientifici e tecnologici dell’ultimodecennio hanno portato però ad una vera rivoluzione.La Fig. 1 mostra una superficie di nickel dove sonostati posizionati, uno ad uno, 32 atomi di Xenonfino a formare la parola IBM. Questi risultatimostrano non solo che siamo in grado di “vedere”gli atomi, ma riusciamo anche a “manipolarli” perfar loro assumere una conformazione voluta.A Trieste e in alcuni altri laboratori nel mondo, losviluppo della strumentazione è arrivato al puntoda riuscire a “filmare” una reazione chimicaelementare durante il suo svolgimento.Parallelamente, lo sviluppo di moderne teoriedenominate “Density Functional Theory”, e la pos-sibilità di utilizzare a prezzo contenuto le impres-sionanti capacità di calcolo dei computer, ha porta-to ad una comprensione molto più approfonditadelle forze di interazione fra i diversi tipi di atomi(cioè della “colla” che li tiene insieme). Queste edaltre tecniche moderne e sofisticate hanno coagu-lato recentemente un campo di ricerca interamentenuovo (la nanoscienza) e portato a intravederne leapplicazioni industriali (le nanotecnologie).Le aspettative create dalle potenzialità insite nellenanotecnologie sono molto grandi e Stati Uniti,Giappone e Comunità Europea stanno investendoin esse ingenti risorse.I motivi che rendono così attraenti le nanotecnologiesono molti: per un verso, esiste la possibilità diinvertire completamente l’approccio alla creazionedi nuovi materiali tecnologicamente avanzatiprogettando letteralmente la loro costituzione

Atoms are those tiny bricks which we, and all thesurrounding world is made up of. The reasonatoms are so little known depends on their tinydimensions. To attain a nano-meter (i.e. a billionthpart of a meter) four atoms are required and 40 millionatoms in a row reach only a centimetre of length. During the past two hundred years, science hasdemonstrated their existence, classifying them inthe Periodic Element Table, but the domain ofatoms has for a long time remained elusive even toscientists.Nevertheless, progress in technology and sciencein the past decade has brought about a real revolution.Fig. 1 shows the surface of Nickel where, one byone, 32 atoms of Xenon have been positioned toform the word IBM. These results not only showthat we can actually see atoms, but that we can alsomanipulate them and displace them as we want.In Trieste and in some other laboratories aroundthe world, the development of the instrumentationhas reached a point that makes it possible to “film”a basic chemical reaction live. Meanwhile, then

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development of a modern theory called DensityFunctional, and the possibility of using, at a reasonablecost, the incredible calculating capacity of computers,have brought a much wider and deeper knowledgeof the interacting forces existing amongst atoms,i.e. the “glue” that keeps them stuck together.These and other modern and sophisticated techniqueshave recently coagulated a completely new researchsector (nanoscience) and its possible industrialapplications (nanotechnology).The expectations related to the potential ofnanotechnology are very high and the US, Japanand the European Union are investing huge resourcesin this sector.The reasons, which make nanotechnology soattractive, are many.On one hand, there is the possibility to totallyinvert the approach in creating new technologicallyadvanced materials by literally designing theirconstitution atom by atom. In this way, we can forinstance have materials much more resistant thansteel and, at the same time, much lighter. Or,catalysts (materials used in the industrial produc-tion of many consumer goods) much more efficientand cheap than those existing today.On the other hand, we will have the possibility ofproducing and manufacturing extremely smalldevices and tools which may have a very innovativerole in Biology and Medicine. Another interestingaspect of the nanometer scale is that matter, becauseof the quantum mechanics laws, behaves in a verydifferent and bizarre way compared to whathappens at the macroscopic scale. This fact willmake it possible to build structures and devicesoperating in a radically different way from theexisting ones. For example, the Quantum Effectscould bring about quantum computing architectu-

atomo per atomo. In questo modo potremo avereper esempio, materiali che sono molto più resisten-ti dell’acciaio e, nel contempo molto più leggeri.Oppure, catalizzatori (materiali che intervengononella produzione industriale di molti beni di consumo)molto più efficienti e meno costosi degli attuali.Per un altro verso, avremo la possibilità di produrreapparecchiature e strumenti di dimensioni estre-mamente ridotte, che potranno avere un ruolomolto innovativo in Biologia e in Medicina.Un altro aspetto interessante della scala nanometricaè rappresentato dal fatto che, a causa delle leggidella Meccanica Quantistica, la materia si comportain maniera bizzarra e assai diversa da quanto avvienesu scala macroscopica. Questa diversità offrirà lapossibilità di costruire strutture e congegni cheoperino in maniera radicalmente differente da quelladegli attuali. Per esempio, gli effetti quantisticipotrebbero portarci ad architetture di costruzionedei computer (Quantum Computing), totalmentenuove e immensamente più efficienti delle attuali,e a diversi principi di costruzione di oggetti(autoassemblaggio).Negli ultimi anni, il MIUR (Ministero ItalianoUniversità e Ricerca) e il Governo Italiano hannoistituito nuovi strumenti per la ricerca universitaria,denominati “Centri di Eccellenza”, dedicati a tematicheinterdisciplinari di interesse strategico per il Paese.L’intento insito in tali istituzioni è la promozionedell’integrazione di attività di ricerca avanzata conquella di alta formazione. Nel contempo, si desideraincentivare la capacità del sistema universitario disviluppare progetti che prevedano ricadute sulpiano industriale e la generazione di imprenditorialitàe di attività economiche innovative.L’Università di Trieste ha partecipato ad un recentebando del MIUR riguardante l’istituzione di Centridi Eccellenza nelle Nanotecnologie ed ha ottenutouno dei 5 centri assegnati (su un parco di circa uncentinaio di domande).Il Gruppo proponente è formato da 5 Unità diRicerca che operano attualmente nei Dipartimentidi Fisica e di Chimica della Facoltà di Scienze e nelDipartimento di “Material Science” della Facoltà diIngegneria e ha designato lo scrivente quale

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Coordinatore del Centro. La promozione a “Centro di Eccellenza” nelleNanotecnologie per l’Università di Trieste non èsolo un riconoscimento dell’elevato valore scientificodei risultati conseguiti, ma comporta anchel’erogazione, in tre anni, di 1.665.000 Euro per lacostruzione di nuovi apparati sperimentalipiù avanzati.Le aree di intervento del nuovo Centro di Eccellenzasaranno:■ superfici nanostrutturate per l’ottimizzazione di

processi catalitici;■ caratterizzazione nanometrica di superfici sotto-

poste a stati tensionali;■ preparazione e caratterizzazione di materiali

nano-strutturati;■ calcolo della struttura elettronica di superfici

nano-strutturate;■ nanotubi e semiconduttori nanostrutturati.L’attività del Centro potrà portare ad interessantiapplicazioni industriali di diverso tipo, comenuovi materiali e dispositivi elettronici perl’indutria dei computer, materiali biocompatibili perapplicazioni mediche, nuovi concetti e nuoviprodotti per l’industria dei catalizzatori.

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res, totally innovative and immensely more efficientthan those of today, and different constructionprinciples (self-assembling).During the past years, MIUR, the Italian Researchand University Ministry, and the Italian Governmenthave established a new kind of university researchinstitutions called “Centres of Excellence” to dealwith inter-disciplinary issues which are strategic forthe Country. The goal of these institutions is topromote the integration of advanced researchactivities with higher-level education. At the sametime, the aim is to spur the proficiency of theuniversity system to develop research projects withfeasible industrial applications, entrepreneurshipand innovative economic activities. The University of Trieste has recently participatedin a tender issued by MIUR concerning the establi-shment of Nanotechnology Centres of Excellenceand has been assigned one of five Centres to beestablished (about one hundred proposals werepresented). The proponent team is formed by fiveresearch units, presently operating in the Departmentsof Physics and Chemistry of the Faculty of Scienceand in the Department of Material Science of theFaculty of Engineering, and the undersigned hasbeen appointed Co-ordinator of the Centre. For theUniversity of Trieste, the promotion of the Centre asa “Nanotechnology Centre of Excellence” is notonly a recognition of the high scientific value of itsachievements, but also implies a funding, over athree year period, of 1.665.000 Euros for theconstruction of new and more advanced experimentaldevices.The area of intervention for the new Centre ofExcellence will be:■ nanostructured surfaces for the optimisation of

catalyst processes;■ nanometric characterization of surfaces exposed

to tensional states;■ preparation and characterization of nano-

structured surfaces;■ calculation of the electronic structure of nano-

structured surfaces;■ nanotubes and nano-structrured semiconductors.The activity of the Centre will result in interestingindustrial applications of various kind, like newmaterial and electronic devices for the Computerindustry, biocompatible materials for medicalapplications, new concepts and innovative productsfor the catalyst industry.

*Head of the Trieste Nanotechnology Centreof Excellence, University of Trieste

Responsabile del Centro di Eccellenza delle Nanotecnologie, Università di Trieste

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CAMBIA L’ORGANIZZAZIONEDELLA RICERCA

The changes in research

La rivoluzione nanotecnologica che va profilandosi

impone una profonda revisione dell’organizzazione

della ricerca e dei percorsi formativi dei ricercatori:

devono essere rimosse le paratie che separano la

fisica dalla chimica, dalla biologia, dalla medicina e

dall’ingegneria e devono essere costruiti gruppi di

ricerca interdisciplinari che sappiano affrontare la

competizione internazionale.

Su questa strada l’Italia è in grave ritardo: i meccanismi

concorsuali universitari premiano la monocromaticità

della cultura e ciò si riflette sulla formazione dei

giovani ricercatori, anch’essi incentivati ad essere

specialisti con paraocchi.

Il Friuli Venezia Giulia in questo scenario gode di

una situazione privilegiata: fruttuose collaborazioni

interdisciplinari tra i ricercatori delle Università

regionali, dell’ICGEB, del Laboratorio Nazionale

INFM-TASC, del Laboratorio di luce di Sincrotrone

ELETTRA, dell’IRCCS Burlo Garofolo sono avviate

da tempo e la scelta di Trieste come sede di

Euronanoforum 2003 è anche un riconoscimento

per tale situazione.

Partendo da queste basi è stato possibile attivare

presso l’Ateneo triestino il nuovo Dottorato di ricerca

in Nanotecnologie che vede coinvolti ben dodici

Dipartimenti dell’Università di Trieste, oltre a ricercatori

delle Università di Udine e Venezia e degli Enti

sopra citati.

Obiettivo del Dottorato è la formazione di giovani

ricercatori con una profonda preparazione interdi-

sciplinare che consenta di progettare, costruire e

sottoporre a prove di funzionamento e a test clinici

strumenti e dispositivi innovativi.

Brevi descrizioni delle tematiche di ricerca che

saranno proposte ai dottorandi sono riportate alla

pagina web:

http://physics.units.it/Ricerca/Dottorandi.php

The Nanotechnology revolution which is on our

doorstep calls for a deep reform in the organization

of research and in the training of young scientists.

The rigid boundaries which often separate disciplines

such as physics, chemistry, biology, medicine and

engineering have to be removed and interdisciplinary

research groups must be formed and grow

competitive at an international level. In this respect

Italy lags behind other countries. The criteria for

academic career advancement do not encourage an

interdisciplinary culture and this inevitably affects

the training of researchers, who in their turn are

inclined to become blindly over-specialized.

However, the situation in the Friuli Venezia Giulia

region is an exception. Interdisciplinary collabora-

tions involving the regional Universities, the ICGEB

international center, the INFM-TASC national

laboratory, the ELETTRA synchrotron radiation

laboratory and the pediatric hospital IRCCS Burlo

are under way, and the choice of Trieste as the venue

for the Euronanoforum2003 is also an acknowled-

gement of this state of affairs. It has thus been pos-

sible to launch a new Doctorate in Nanothecnologies

at the University of Trieste that involves twelve

different University Departments, as well as researchers

from the Universities of Udine and Venice and from

the above mentioned Institutions.

The doctorate aims to train young scientists and

provide them with a deeply-rooted interdisciplinary

culture that will allow them to design, build and

test innovative devices for biomedical research.

Brief descriptions of the research themes that will

be proposed to the Ph. D. students are available on

the following web page:

http://pysics.units.it/Ricerca/Dottorandi.php

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Fernando Tommasini*

*TASC-INFM Responsabile Divisione Struttura delle SuperficiTASC-INFM, Division Leader for Surface Structure Division

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COMPETENZE SULLENANOTECNOLOGIE IN FVG

Nanotechnology competencesin Friuli Venezia Giulia

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AREA Science ParkA.P.E. Research S.r.l. Produce e commercializzasistemi e strumentazione per l’analisi delle superficitra cui i seguenti microscopi a sonda: STM (scanningtunnelling microscope), AFM (atomic force microscope)e SNOM (scanning near-field optical microscope).EURAND S.p.A. Azienda farmaceutica multinazio-nale interessata allo sviluppo di principi attivi informa amorfa e nanocristallina rilasciati mediantecapsule costitute di materiale composito.ICGEBLaboratorio di Istopatologia Molecolare.

Principalmente interessato allo studio dell’RNAmessaggero per sviluppare nano-arrays per l’analisidi DNA, diagnostica e riconoscimento molecolare. INFM-TASCLaboratorio Interdisciplinare LITografia (LILIT).

Si occupa di esperimenti innovativi nel campo dellanano e micro-fabbricazione, con possibili applicazioninella bio-medicina, microchirurgia, nano-elettronicae nano-ottica.Surface reactivity unit.

L’attività del gruppo si concentra sulla determinazionedella struttura di superfici costituite da metalli ditransizione in presenza di molecole adsorbite, conparticolare riferimento alla reattività chimica. SincrotroneSezione di Scienza delle Superfici.

Utilizza le tecniche basate sulla luce di sincrotroneper studi in tempo reale di meccanismi di crescita,reazioni chimiche e proprietà elettriche e magnetiche.Litografia.

Il gruppo utilizza la luce di sincrotrone per effettuareil cosiddetto processo LIGA, una tecnica di produzioneche permette di lavorare ad una scala dell’ordinedel micro e del nano.Laboratorio di Nanostrutture.

Opera nell’area della dinamica chimica e dellascienza dei materiali, con particolare riferimento alcomportamento dei nanosistemi e dei nanomateriali.

SISSASettore di Teoria degli Stati Condensati.Questo settore di ricerca si dedica alla chimica

AREA Science Park

A.P.E. Research S.r.l. produces and markets systemsand instrumentation for surface analysis and very highresolution probe microscopes like STM (scanningtunnelling microscope), AFM (atomic force microscope)and SNOM (scanning near-field optical microscope).EURAND S.p.A. is an international specialtypharmaceutical company interested in compositematerials composed of inert carrier containing drugin amorphous and nanocrystalline forms.ICGEB

Molecular Histopathology Laboratory.The MH laboratory is primarily interested instudying messenger RNA to develop nano-arrays forDNA analysis, diagnostics and molecular recognition. INFM-TASC

Laboratory for Interdisciplinary LIThography.LILIT is involved in nanofabrication and microfabri-cation for novel physics experiments as well as forapplications ranging from bio-medicine to microsurgery,nanoelectronics and nano-optics.Surface reactivity unit.This group’s activities are focussed on determiningthe structure of transition metal surfaces in thepresence of adsorbates and coadsorbates, withrespect to their chemical reactivity.Sincrotrone

Surface Science Area.SSA exploits the capabilities of synchrotron radiationtechniques for “real-time” in situ studies of growthmechanism, chemical reactions, electronic andmagnetic properties.n

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Lithographies.The group uses synchrotron radiation to performthe LIGA process, a manufacturing technique workingat the micro and nano scales.Nanostructures laboratory.This laboratory is involved in the areas of chemicaldynamics and materials science with particularemphasis to the behaviour of nanosystemsand nanomaterials.

SISSA

Condensed Matter Theory Sector.

This research area is dedicated to a computationalapproach of the chemistry of solid-state surfaces,with particular emphasis to catalysis and to theunderstanding of the geometry and the electronicstructure of tip-suspended metal nanowires.

University of Trieste

Department of Biochemistry, Biophysics and

Macromolecular Chemistry (BBCM)

Laboratory of Physical and Macromolecular Chemistry.This laboratory deals with the chemistry and physicalchemistry of carbohydrate and biopolymers, withspecific emphasis to nanotechnology applications.Laboratory of Glycobiology and Glycobiotechnology.The main fields of interest are nano-structuredpolymer materials, nano-biotechnology applied tocartilage repair and molecular imaging, drug enca-psulation and delivery.Department of Biology

BIO.GE.N Unit studies complex protein-protein andprotein-ligand interactions by using phage displayexpression libraries for application in molecularrecognition and analysis, sensors based on biolo-gical molecules and DNA analysis.Department of Chemical, Environmental and Raw

Materials Engineering (DICAMP)

Computer-Aided Systems Laboratory.The CAS-Lab uses apt computing facilities toperform studies in three main, topical sectors: 1)materials sciences; 2) biomedical/pharmaceuticalsciences and 3) process engineering.Department of Chemical Sciences

Centre of Excellence in Biocrystallography (CEB).Its general aim is the design, synthesis and charac-terization of artificial proteins as new catalysts andof supramolecular complexes involving biomoleculesas biosensors.Heterogeneous Catalysis.The laboratory projects are mainly focussed onnanostructuring of supported metals to enhancetheir catalytic properties and stabilisation of nano-dispersed metals on matrices.Laboratory of nanoparticles.This laboratory is interested in the design, synthesis

computazionale dello stato solido e delle superfici,con particolare riferimento alla catalisi ed allageometria e struttura elettronica di nano-filamenti.

Università degli Studi di TriesteDipartimento di Biochimica, Biofisica e Chimicadelle Macromolecole (BBCM)Laboratorio di Chimica Fisica e Chimica delle

Macromolecole.

Si occupa della chimica e della chimica-fisica deicarboidrati e dei biopolimeri, con particolare enfasialle applicazioni nanotecnologiche.Laboratorio di Glicobiologia e Glicobiotecnologia.

Le aree di maggior interesse sono: materiali polimericinano-strutturati, nano-biotecnologia applicata allariparazione della cartilagine ed all’imaging di molecole,incapsulazione di farmaci e loro rilascio.Dipartimento di BiologiaGruppo BIO.GE.N.

Studia le interazioni dei complessi proteina-proteinae proteina-ligando utilizzando librerie di espressionefagica per applicazioni di riconoscimento e analisimolecolare, per sensori basati su molecole biologicheed analisi di DNA. Dipartimento di Ingegneria Chimica, dell’Ambientee delle Materie PrimeComputer-Aided Systems Laboratory (CAS-Lab).

Utilizza le capacità di calcolo degli elaboratori perstudi in tre aree di primaria importanza: 1) scienzadei materiali; 2) scienze biomediche/farmaceutiche;3) ingegneria dei processi.Dipartimento di Scienze ChimicheCentro di Eccellenza in Biocristallografia (CEB).

Il suo scopo è la progettazione, sintesi e caratteriz-zazione di proteine artificiali per nuovi catalizzatorie di complessi supramolecolari basati su biomolecoleda utilizzare come biosensori.Catalisi Eterogenea.

I progetti del laboratorio sono focalizzati principalmentesulla nano-strutturazione di metalli supportati per

AREA Science Park, campus di Padriciano

Page 16: AREA Magazine n°29

aumentare le loro proprietà catalitiche e sullastabilizzazione di metalli nano-dispersi su matriciopportune.Laboratorio di nanoparticelle.

Si interessa di progettazione, sintesi e caratterizzazionedi nuove nanoparticelle metalliche da utilizzarecome “impalcatura” per la realizzazione di nuoveentità supramolecolari.Laboratorio di Chimica Organica Supramolecolare.

Si occupa della preparazione di nuovi nanosistemisupramolecolari autoassemblanti, in particolaresfruttando le proprietà degli aggregati surfatanti,dei pepdtidi e delle nanoparticelle.Gruppo di Chimica Teorica.

Metodi di chimica quantistica vengono applicati percalcolare le proprietà ottiche delle molecole, deimateriali e dei nanosistemi.Dipartimento di Ingegneria Elettronica, Elettrotecnicaed Informatica (DEEI)Laboratorio di Processamento Immagini (IPL).

È attivo in diversi settori di ricerca: micro e nano-elettronica, bioingegneria, computer science,telecomunicazioni e dispositivi per sensori.Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e diChimica Applicata (DIMCA)Scienza computazionale dei materiali.

Una linea di attività basata sull’utilizzo di super-computer per la modellazione teorica nel campodelle nanoscienze e dell’ingegneria dei sistemi didimensioni ridotte.Materiali ceramici.

Si interessa dello sviluppo di materiali ceramici perapplicazioni strutturali, come ad esempio dispositivida taglio, teste di femore per protesi, rivestimentiresistenti al calore e schiume per applicazioni catalitiche.Dipartimento di Scienze della Riproduzione edello SviluppoUnità di Genetica.

Si occupa di genetica delle malattie autoimmuni,fattori genetici coinvolti nella trasmissione verticaledell’HIV e nell’avanzamento dell’AIDS, diagnosi dimalattie genetiche semplici e complesse.Dipartimento di Scienze Farmaceutiche.

Progetti di interesse: tecniche di purificazione di

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and characterization of new metal nanoparticles asscaffold for the realization of new supramolecular.Laboratory of Supramolecular Inorganic Chemistry.Preparation of new nanometer-sized supramolecularsystems of porphyrins endowed with photophysicalproperties that make them suitable for use ascomponents in molecular photonic devices.Laboratory of Supramolecular Organic Chemistry.This laboratory is involved in the preparation ofnew nanometer-sized self-assembled supramolecularsystems, in particular exploiting the properties ofsurfactant aggregates, peptides and nanoparticles.Theoretical Chemistry Group.Quantum chemistry methods are applied here tocalculate optical properties of molecules, materialsand nanosystems.Department of Electrical Engineering, Electronics,

and Computer science (DEEI)

Image Processing Laboratory.The IPL is active in several research fields: microand nano-electronics, bioengineering, computerscience, telecommunications and tools for sensors.Department of Materials Engineering and Applied

Chemistry (DIMCA)

Computational Material Science.A theoretical modelling line of activity usingmodern supercomputing facilities is specificallyfocussed on the field of nanoscience and engineeringof low dimensional systems.Ceramic Materials.

This group is interested in the study of ceramicmaterials for structural applications ranging fromcutting tools to ball-heads for hip-joint prosthesisto thermal barrier coatings and ceramic foams forcatalytic applications.Department of Science of Reproduction and Development

Genetic Unit.Genetics of autoimmune diseases, genetic factorsinvolved in HIV vertical transmission and AIDSprogression, diagnosis of simple and complexgenetic diseases.Department of Pharmaceutical Science.

Projects of interest include nanotubes purificationtechniques, nanostructures and nanotechnology,drug design and synthesis, controlled drug delivery,enzyme-catalyzed reactions, combinatorial chemistry.

University of Udine

Department of Pathology and Experimental and

Clinical Medicine

General and Molecular Pathology, Cells Transplant Unit.This unit is involved in developing cultures ofhuman cells to be used in therapy and diagnostics.Nanotechnologies are considered crucial asscaffolds and for developing immunoprotectivestrategies of the produced cellular material. Università di Trieste

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Department of Chemical Sciences and Technologies

Industrial Chemistry.This group is involved in the study and develop-ment of nanostructured catalysts/materials forapplication in the field of energy (hydrogen pro-duction) and pollution remediation.Nanophase Materials.This group is working in the field of dust nanomaterialsmetallurgy, with particular reference to the consoli-dation problems and properties of bulk materials.Department of Electric, Managerial and Mechanic

Engineering

MEMs Mechanical Design is developing methodologicaltools for the mechanical designing of microsystems,in particular it is involved in research activityconcerning numerical approaches for the analysisof microstructures.Micro and nanoElectronics is involved in thecharacterization and modelling of semiconductordevices, non-volatile memory cells and electronictransport properties in low-dimensional electronicstructures.Photonics is interested in theoretical study of elec-tromagnetic wave propagation in optical fiber andelectro-optic photonic components, in particular inthe modelling and design of photonic crystal wave-guides and integrated devices.

Other regional nanotechnology resources

Centro Ricerche Plast-Optica (CRPO).

Main areas of interest comprise composite materialscontaining nano-crystals or powders, nano-structuredpolymer materials, opto-electronics optical materialsand devices, deposition equipment and techniques.PROTOS Research Institute

It is interested in the development of NMRmicroimaging and high resolution NMR methodfor application in the biomedical field and inthe use of biomaterials for cartilage repair andbio-encapsulation.

nanotubi, nanostruture e nanotecnologia, progettazionee sintesi di farmaci, rilascio controllato di farmaci,reazioni catalizzate da enzimi, chimica combinatoriale.

Università degli Studi di UdineDipartimento di Patologia e Medicina Sperimentalee ClinicaPatologia generale, Patologia molecolare, Unità

trapianto di cellule.

Si occupa dello sviluppo di colture di cellule umaneda usare per terapia e nella diagnostica. Le nano-tecnologie vengono considerate cruciali come“impalcatura” e per lo sviluppo di strategie diimmunoprotezione del materiale cellulare prodotto.Dipartimento di Scienze e Tecnologie ChimicheChimica Industriale.

Si interessa dello studio e dello sviluppo di catalizzatorie materiali nanostrutturati per applicazioni incampo energetico (produzione di idrogeno) edabbattimento di inquinanti.Materiali nanofasici.

Il gruppo lavora nel campo della metallurgia dinanomateriali in polvere, con particolare attenzioneai problemi di consolidamento ed alle proprietàintrinseche del materiale.Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Gestionale eMeccanicaProgettazione Meccanica di MEMs.

Vengono sviluppate metodologie per la progettazionemeccanica di microsistemi, in particolare attività diricerca che mirano ad un approccio numerico perl’analisi delle microstrutture.Micro e Nano Elettronica.

Vengono caratterizzati ed eseguite modellazioninumeriche di semiconduttori, celle di memoria nonvolatile e proprietà di trasporto elettronico in strutturedi dimensioni ridotte.Fotonica.

Si interessa di studi teorici per la propagazionedelle onde elettromagnetiche nelle fibre ottiche edin componenti elettro-ottico fotonici, in particolaremodellazione e progettazione di cristalli fotonici edispositivi integrati.

Altre risorse nanotecnologiche regionaliCentro Ricerche Plast-Optica (CRPO).Aree di principale interesse: materiali compositicontenenti nano-cristalli o polveri, materiali polimericinano-strutturati, materiali e dispositivi ottici opto-elettronici, tecniche e strumentazione per deposizione. Istituto di Ricerca PROTOS Si interessa dello sviluppo di metodi di microimmagineNMR ed NMR ad alta risoluzione per applicazioni incampo biomedico, nonchè dello studio di biomaterialida utilizzare per la ricostruzione della cartilagine eper la bio-incapsulazione.

Università di Udine

Page 18: AREA Magazine n°29

AREA EUROPEA DELLA RICERCA

EuropeanResearch Area

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La Conferenza sulle Grandi Infrastrutture Europeedella Ricerca INFRA/ERA 2003, tenuta a Trieste il 20e 21 novembre scorsi è stato uno dei principalieventi congressuali del Governo Italiano nel seme-stre di presidenza dell'Unione Europea. Nella prospettiva di attuazione di un’effettivaEuropean Research Area (ERA) che includa anchegli Stati di prossima adesione, l’accesso e il comuneut i l i zzo da par te d i r icercator i e s tudent idell’Unione delle infrastrutture di ricerca esistenti efuture (biblioteche e banche dati per le scienzeumane ed economiche, satelliti o navi equipaggiateper le scienze ambientali e della terra, laboratori diluce di sincrotrone per le scienze dei materiali ebiologiche ecc.) è requisito essenziale per la creazionedi uno spazio scientifico e culturale comune.Le infrastrutture di ricerca europee sono oggiall’avanguardia in tutti i principali campi scientifico-tecnologici e i Programmi Quadro dell’UE ne stannoincrementando l’accessibilità, sia favorendo lamobilità dei ricercatori, sia sviluppando piattaformeinformatiche sempre più evolute, prima fra tutteGRID, per la messa in rete delle risorse e l’accessoin remoto alle infrastrutture.

On November 20th-21st Trieste hosted INFRA/ERA2003, the Conference on Large-scale EuropeanResearch Infrastructures, one of the main congressevents promoted by the Italian Government duringthe semester of the Italian Presidency of theEuropean Union. Keynote talks were deliveredby the European Commissioner for ResearchPhilippe Bousquin, the Italian Minister for EducationLetizia Moratti and the Minister for ResearchDimitrios Deniozos (Greece).In view of implementing a European Research Area(ERA) comprising the Acceding States that are soonto join the EU, large-scale research infrastructuresare a crucial issue. Providing access and sharingopportunities to research workers and students ofthe Union of present and future research infrastruc-tures (libraries and data banks for humanitarianand economic sciences, satellites or research vesselswith heavy equipment for environmental and earthsciences, synchrotron light laboratories for materialsand biological sciences, etc.), is an essentialpre-requisite for setting up a common Europeanscientific and cultural space. European ResearchInfrastructures are now extremely advanced in then

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main S/T fields and the EU Framework Programmesare increasing their accessibility, both by fosteringthe mobility of researchers and by developingincreasingly advanced computer platforms. Themost prominent example of the latter is Grid,a network for sharing resources and for the remoteaccess of infrastructures.INFRA/ERA focused on the role of researchinfrastructures in the advancement of Environmental,Biomedical, Human and Materials Sciences and onthe strategies and funds for European research overthe next few years. The main issues on the agendaincluded:■ the increasingly prominent role played by the

European Investment Bank (EIB), in providingfinancial backing for research, development andinnovation projects, thanks to the 50 billionEuros envisaged within the Innovation 2010Initiative;

■ the project for creating a European ResearchCouncil (ERC), an independent body forfostering and funding European fundamentalresearch;

■ the first report by the European Strategy Forumon Research Infrastructures (ESFRI), a panelformed by delegates of the Research ministersof the European Union, which deals withinternational collaborations and researchinfrastructures.

INFRA/ERA 2003 has been organised by SincrotroneTrieste, in cooperatione with ESFRI and AREAScience Park.

In questo scenario INFRA/ERA 2003 (organizzatadalla Sincrotrone Trieste in collaborazione conESFRI e AREA Science Park) è stata l’occasione perfare il punto sul ruolo delle infrastrutture di ricercanel progresso del le Sc ienze Ambiental i ,Biomediche, Umane e dei Materiali. Ma ciò che hacaratterizzato maggiormente la Conferenza sonostati i temi di taglio politico-istituzionale sulle strategiee i finanziamenti per la ricerca europea dei prossimianni:■ il ruolo crescente della Banca Europea per gli

Investimenti (BEI) nel sostegno finanziario aiprogetti di ricerca, sviluppo e innovazione grazieai 50 miliardi di Euro di crediti previsti nell’ambitodella Innovation 2010 Initiative;

■ il progetto per la creazione di un ConsiglioEuropeo delle Ricerche (CER), organismo autonomoche dovrà finanziare e promuovere la ricercafondamentale europea;

■ il primo rapporto annuale dell’ESFRI (EuropeanStrategy Forum on Research Infrastructures),l'organismo composto da delegati dei ministridella Ricerca dell'Unione, che si occupa dicollaborazione transnazionale e infrastruttureper la ricerca.

Alla Conferenza sono intervenuti il CommissarioEuropeo per la Ricerca Philippe Busquin, il MinistroItaliano Letizia Moratti e il Ministro della Ricercagreco Dimitrios Deniozos.

Letizia Moratti

Philippe Busquin

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INFRASTRUTTURE SCIENTIFICHEVOLÀNO DELLA RICERCA

Scientific infrastructures as adriving force for Research

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Intervista al presidente della Sincrotrone Trieste,Carlo Rizzuto.

Qual è il ruolo delle Infrastrutture di Ricerca nellacostruzione dell’Area Europea della Ricerca?Le infrastrutture di ricerca, aperte a un utilizzoampio e a una attività di servizio scientifico anche asostegno della formazione e della interazione trarealtà diverse, come ad esempio tra ricerca pubblicae sviluppo privato, sono dei centri di interazione,scambio confronto e crescita tra risorse umaneprovenienti da ambienti e Paesi diversi. Ad esempio,il Laboratorio di luce di sincrotrone Elettra è utilizzatoda oltre 1000 persone all’anno, provenienti da oltre24 Paesi, e una buona parte di questi utilizzatori,come pure una buona parte dello staff, sono personein formazione, che si inseriranno in differentipercorsi, dall’insegnamento universitario fino allaproduzione innovativa in imprese e servizi.L’esperienza e, soprattutto, la rete di conoscenzeanche individuali, costruita nei periodi di permanenzapresso l’infrastruttura, serviranno in tutta lavita professionale per migliorare le prospettiveprofessionali.

Interview with Professor Carlo Rizzuto, president

of Sincrotrone Trieste.

What is the role of Research Infrastructures in set-

ting up a European Research Area?

Research infrastructures open to extensive usageand to scientific service activities (includingtraining and the integration of different entities –i.e. public research and private development), con-stitute centres of interaction, exchange and growthamong human resources pertaining to differentenvironments and countries. For instance, Elettra isused by over 1,000 people a year coming from over24 countries; for the greater part these users andthe local staff are trainees having diverse ultimatedestinations, ranging from university teaching tothe production of innovation in the corporate orservice worlds. The experience they gain and, inparticular, the networks of acquaintances theydevelop while working in this infrastructure willhelp them throughout their professional life toimprove their career prospects.For the above reasons research infrastructures canbe viewed as a fundamental staring point fortraining and attracting the human resources requiredfor the growth of the European Research Area.Furthermore, owing to the exchange and cross-fer-tilisation opportunities they provide, they embodythe very essence of the Area, which will become atrue research area thanks to these intense exchanges,collaborations and cross-fertilisation opportunitiesfor increasingly higher quality targets.Will it be possible to actually share these

Infrastructures in the near future in terms of

usage, planning and construction?

Europe has a good track record in the joint planning,construction and shared usage of Infrastructures,staring with CERN and EMBL in the 1950s, andcontinuing with ESA, ESO, ESFR, etc. The EU’sFramework Programmes have contributed to extendingthe shared use of these Infrastructures, includingseveral state-owned and private infrastructures; inparticular, they have promoted shared usage intraditionally less dynamic sectors, such as humani-tarian and socio-economic sciences.n

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Building, and at times planning, new infrastructuresat a national level entails some problems if comparedwith the United States for instance, where there area Federal Government and Agencies. We run therisk of planning undertakings that duplicate oneanother, although this is also possible in the US,whenever States prevail over the FederalGovernment. It is for this very reason that theEuropean Forum on Infrastructures (ESFRI) hasbeen set up. ESFRI is constituted by the representativesof Ministers for scientific policy in each memberstate and in its first year it has already dealt with anarray of issues ranging from large-scale infrastructuresin the traditional sense (neutronic spectroscopy,synchrotron light beams, free electron lasers,nuclear physics, etc.), to infrastructures for theenvironment (oceanographic vessels and equipment),to libraries and data banks for humanitarian andsocio-economic sciences. These studies havetriggered an immediate response in terms ofcoordination, and may constitute a significant firststep in the development of a European policy,wherein the resources of individual states areintegrated with European ones. We can thereforehope that the process of European integration willbe accelerated, also thanks to the need forrationalisation measures required in order to facethe financial difficulties incurred in by the largestmember states.What is your view on the proposed European

Research Council and what role would it play?

This proposal resumes a propounding strain in theEuropean scientific environment, which had broughtabout the constitution of the European ScienceFoundation and of the European Academy in the1970s. Perhaps times are riper now, since we also

Per queste ragioni le Infrastrutture di ricercapossono essere considerate una base fondamentaleper la formazione e l’attrazione delle risorse umaneche servono per la crescita dell’Area Europea dellaRicerca. Esse sono anche, per le attività di scambioe confronto che sostengono, l’essenza stessadell’Area, che potrà definirsi tale proprio perl’intensità degli scambi, collaborazioni e confrontiverso livelli crescenti di qualità.Sarà possibile arrivare in tempi brevi alla loroeffettiva condivisione nell’utilizzazione, progettazionee realizzazione?L’Europa parte da esperienze consolidate di condi-visione, progettazione e realizzazione congiunte,iniziate fin dagli anni ’50 con il CERN e lo EMBL,proseguite con ESA, ESO, ESRF etc. I programmi-Quadro della EU hanno contribuito ad allargare lacondivisione, in termini di utilizzo, a molteinfrastrutture di proprietà nazionale e ad alcuneinfrastrutture di proprietà privata, estendendo latendenza alla condivisione anche a campi tradizio-nalmente meno dinamici, come le scienze Umane eSocioeconomiche.Esiste ancora una difficoltà nella realizzazione equalche volta nella progettazione di nuove infra-strutture che rientrano nelle possibilità di singoliPaesi. Ad esempio, a confronto con gli USA, in cuiesistono un Governo e delle Agenzie Federali, sicorre il rischio di iniziative che duplicano sforzi(qualche volta ciò avviene anche negli USA, quandoprevalgono gli Stati). Per questa ragione è statoavviato il Forum europeo sulle Infrastrutture(ESFRI), costituito direttamente da rappresentantidei Ministri e responsabili delle politiche dei singoliPaesi, che, nel giro del primo anno, ha già affrontatoun arco di aspetti che vanno da “grandi” infrastrutture

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Verso Trieste il FreeElectron Laser

A margine della Conferenza INFRA/ERA 2003 Ilpresidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy eil ministro all'Istruzione, Università e Ricerca,Letizia Moratti, hanno siglato un protocollo d’in-tesa per il potenziamento del sistema scientificoregionale e delle principali componenti che nefanno parte. È stata individuata l’esigenza disostenere AREA Science Park nello sviluppo delnuovo Centro di Biomedicina Molecolare e delleattività di ricerca nei campi della Chimica, dellaScienza e Tecnologia dei Materiali e Biomateriali,nelle applicazioni delle Nanotecnologie.Per quanto riguarda in particolare il Laboratoriodi Luce di Sincrotrone “Elettra”, ne sarà sviluppatoil ruolo quale centro di formazione e ne saràaccresciuta la compettività tecnologica attraversola costruzione di una sorgente ad alta brillanzabasata sul principio dei Laser ad elettroni liberi(FEL). Il ministro Moratti si è detto soddisfattodell'impegno dell'Italia in sede europea che haportato all'inserimento del FEL nella quick startlist dei progetti a massima priorità.Per il laser di nuova generazione sono già statiallocati finanziamenti per 60 milioni di eurodestinati ai laboratori di Trieste e Frascati.

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now realise that increased European funds forresearch cannot be managed centrally by a“government” body such as the EuropeanCommission, subject to the pressure exerted bylobbies, that would make selection based on qualitycriteria impracticable. Yet increasing the resourcesallocated to research is a must and the ERC, asESFRI itself, is most probably an indispensableinstrument. Great determination and strategicvision will be required to remove the encumbrancesthat currently diminish the effectiveness of almostall Research Councils.What of the financial issue: how can the European

system support research?

Europe has yet to bring to completion the transitionfrom the self-protection of weak industries such asCarbon, Steel, Agriculture, Car, etc. (the verysectors that led to the creation of EU financialprogrammes and of the European Union itself ), toa new era of innovation and competition, withinvestments in the future rather than in the past. Inparticular, 40% of European expenditure is stilldevoted mostly to agriculture and only 5-6% isallocated to research and innovation. Moreover,these meagre resources are still for the most partconnected to aid to specific, traditional, industrialsectors, such as transportation. This state of affairshas to change, also because of globalisation, whichcalls for removing barriers and subsidies to agricultureand fostering competitiveness through an increasein resources – particularly human resources – devotedto research and innovation. Another aspect that is rarely discussed but whichshould be borne in mind is research expenditure for

tradizionalmente intese (Spettroscopia neutronica,Luce di Sincrotrone e da Laser a Elettroni Liberi,Fisica Nucleare…) alle infrastrutture per l’ambiente(navi e attrezzature oceanografiche) alle bibliotechee le banche dati per le scienze umane e socioeco-nomiche. Queste analisi stanno inducendo unimmediato effetto di coordinamento e possono essereuna forte premessa per far crescere una politicaeuropea, in cui le risorse dei singoli Stati si integrinocon quelle europee.Tutto questo fa sperare che il processo di integrazioneeuropea possa essere accelerato, anche sulla spintadelle razionalizzazioni necessarie per far fronte alledifficoltà economiche dei maggiori Paesi.Come giudica e quale possibile ruolo ha il progettatoConsiglio Europeo della Ricerca?Questa proposta riprende una tendenza propositivadella base scientifica europea, che aveva datoluogo alla nascita della European ScienceFoundation e alla Accademia Europea, negli anni’70. Adesso forse i tempi sono più maturi, ancheperché ci si rende conto che un aumento di fondieuropei dedicati alla ricerca non può essere gestitocentralmente da un organismo di tipo “governativo”

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defence, which in the US is comparable with civilresearch expenditure. It will be interesting to seewhat Europe intends to do compared to the US. Itcan either raise its civil research budget and try andcompete with the USA’s overall research expenditure,or it can try and chase the US military research bud-get alone. Pending international affairs issues thatare still obscure will be decisive in this respect:whether Russia draws closer to Europe or to theUnited States and the developments in China andIndia.A novel fact that can be ascribed to the Italianpresidency, is the involvement of the EuropeanInvestments Bank, which will certainly – as far asresearch infrastructures are concerned for instance– add momentum to multinational initiatives.Another possible development, which has emergedover the past few weeks, may be a greater role forthe European Central Bank, which to date is still nota bank of the European government. The ECB couldopen credit lines and provide resources for research.This would be a crucial development towards agreater European integration and would becomethe main financial instrument used for Europeanpolicy in major strategic issues.

come la Commissione, che sarebbe soggetto aspinte particolaristiche, tali da impedire la selezionebasata principalmente sulla qualità. Una crescitadelle risorse dedicate alla ricerca è ora indispensabilee l’ERC, come del resto già ESFRI, è probabilmenteuno strumento indispensabile. Sarà necessarioavere molta determinazione e visione strategica,nel metterne in atto il funzionamento dettagliato,per evitare gli appesantimenti che riducono oral’efficacia di quasi tutti i Consigli delle Ricerche.Il problema finanziario: in che modo il sistemaEuropeo dà sostegno alla ricerca ?L’Europa deve ancora completare la transizione daun sistema di autodifesa delle produzioni deboli (ilCarbone e l’Acciaio, l’Agricoltura, l’Auto...), cheerano alla base della nascita dei programmi finanziaridell’UE e della UE stessa, a una nuova fase di sistemache innova e compete, investendo più nel futuroche non nel passato. In particolare la spesa europeaè ancora per circa il 40% nell’agricoltura e per soloil 5-6% nella politica di ricerca e innovazione (e,all’interno di questa modesta percentuale, ancorafortemente legata all’aiuto a specifici settori industrialitradizionali, quali i trasporti). Questo deve cambiareanche sulla spinta della globalizzazione, che richiederàuna diminuzione delle barriere e degli aiuti protettiviverso l’agricoltura, e un aumento della competitivitàcon lo stimolo alla crescita delle risorse, soprattuttoumane, dedicate alla ricerca e all’innovazione.Un aspetto di cui si parla poco, ma che è anche essopresente, è quello della spesa per la ricerca nelladifesa, che, negli USA, è confrontabile alla spesacivile. Sarà importante vedere come l’Europa sirapporterà agli USA su questo piano, tra l’opzionedi aumentare la spesa per la ricerca civile, tale daconfrontarsi nei totali con quella complessiva USA,oppure cercare di inseguire gli USA sulla spesamilitare. Qui giocheranno elementi attualmentepoco espliciti, come l’avvicinamento della Russiaall’Europa, o di più agli USA, lo sviluppo della Cinae dell’India, ecc.Un elemento nuovo, portato dalla presidenza italiana,è il coinvolgimento della Banca Europea degliInvestimenti, che sicuramente, ad esempio nel casodelle infrastrutture di ricerca, potrà dare un maggioreimpeto a iniziative multinazionali. Un altro sviluppo,che è stato appena accennato nelle settimane scorse,potrebbe essere un maggiore ruolo della BancaCentrale Europea (che non opera ancora comeBanca del Governo Europeo) ad esempio nellaconcessione di prestiti e nell’erogazione di risorse.Questo potrebbe essere un importante sviluppoverso una maggiore integrazione europea e potrebbediventare lo strumento finanziario principale peruna politica europea sui maggiori temi strategici.

The Free Electron Laserheading for Trieste

While the INFRA/ERA 2003 Conference was inprogress, the president of the Region FriuliVenezia Giulia Riccardo Illy and the Minister forEducation, University and Research LetiziaMoratti signed a memorandum of understrandingto strengthen the region’s scientific system andits main components. AREA Science Park will besupported in setting up the new Centre forMolecular Biomedicine, in its research activitiesin chemistry, materials and biomaterials scienceand technology, as well as in the applications ofnanotechnologies.As far as the Ellettra Synchrotron Light Laboratoryis concerned, its role as a training centre will bepromoted and its technological competitivenesswill be increased by building a source of highbrightness, based on the principle of the FreeElectron Laser (FEL). Minister Moratti stated thatowing to Italy's good performance at a Europeanlevel the Free Electron Laser has been includedin the quick list of top priority projects. This newgeneration laser has already been allocated 60million euros in funds for the Trieste and FrascatiLaboratories.

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FINANZIAMENTI BEI PER RICERCA,SVILUPPO E INNOVAZIONE

EIB funding of research,development and innovation

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Nel marzo del 2002, il Consiglio Europeo di Barcellonaha sollecitato un potenziamento degli investimentiper la Ricerca, lo Sviluppo e l’Innovazione (RSI),intraprendendo così delle misure importanti per lariduzione del divario tra l’Europa e i suoi principalicompetitori. Il Gruppo BEI (Banca Europea per gliInvestimenti) possiede una vasta esperienza nelsettore dei finanziamenti per la RSI, in particolare apartire dal 2000, nell’ambito dell’Iniziativa Innovazione2000 (15.8 miliardi di Euro). Il suo successore,l’Iniziativa Innovazione 2010 (i2i) è stato approvatodal Consiglio dei Governatori della Banca nel giugnodel 2003 e sancisce l’obiettivo dell’Unione Europeadi portare gli investimenti nella RSI dall’1,9% al 3%del PIL entro il 2003. Nel quadro della IniziativaInnovazione 2010, la BEI intende mobilitare il creditoper il finanziamento della RSI, fino a raggiungere i 50miliardi di Euro entro la fine di questo decennio.

REQUISITI PER ACCEDERE ALL’ I2IQualunque impresa o ente, sia privato che pubblico,può richiedere un finanziamento i2i. La RSIIndustriale rappresenta una componente di rilievodelle attuali attività di finanziamento per la RSI eriguarda prevalentemente aziende mutuatarie operanti

In March 2002, the Barcelona European Councillaunched a call for action to increase investment inResearch, Development and Innovation (RDI), in animportant effort to reduce the difference betweenEurope and its main competitors. The EIB Grouphas a successful track record of RDI financing, mostof it accrued since 2000 within the Innovation 2000Initiative (EUR 15.8 bn). Its extension, theInnovation 2010 Initiative (i2i), which was approvedby the Bank’s Board of Governors in June 2003,enshrines the EU’s objective to raise R&D-investmentsfrom 1.9% to 3% of GDP by 2003. Under theInnovation 2010 Initiative, the EIB intends to mobiliselending for investments in Research, Developmentand Innovation of up to EUR 50 bn by the end ofthis decade.

WHO CAN APPLY UNDER I2I?

Any private or public enterprise or organization canapply for EIB funding under i2i. Industrial RDIrepresents an important part of present RDI fundingactivity and mainly concerns private corporate bor-rowers. They are generally financed directly or indi-rectly through the EIB’s system of intermediarybanks with which the Bank has a working relationship.

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The latter system applies when the individualproject size is smaller than 25 million EUR. PublicRDI is also widely financed by EIB.

WHICH PROJECTS CAN BE FINANCED?

The EIB’s direct lending instruments can be used tofinance up to 50% of the eligible investment costs.These may include capital expenditures in R&D-facilities, as well as RDI operational expenditures,including personnel costs, expenditures related tocreation of intellectual property rights and patents,prototype building, or start-up costs. In detail, thefollowing costs can be included:Capital investments for research infrastructure orfor the RDI of new products, processes or services,related to the site clearance and preparation, thedesign and construction, renovation of buildings,acquisition of machinery and (IT)-equipment, includingtesting facilities, pilot plants and first commercialproduction units and investments related toprototype building;Operational costs of RDI underlying a new product,processes or service. These costs include the use ofmaterials, equipment and tools and personnel orservices costs directly related to the RDI-projects. Geographically, projects can be financed within:■ the existing Member States (EU 15) and

Cohesion Countries; ■ the ten Acceding States set to join the Union in

May 2004; ■ the Accession Countries: Bulgaria, Romania and

Turkey; ■ the Western Balkan countries.

nel settore privato. Solitamente queste ricevonofinanziamenti diretti o indiretti tramite il sistemaBEI di intermediari bancari con i quali la Banca haun rapporto di collaborazione. In tali casi le dimensionidel singolo progetto debbono essere inferiori a 25milioni di Euro. La RSI Pubblica viene anch’essafinanziata dalla BEI.

CARATTERISTICHE DEI PROGETTIGli strumenti di credito diretto della BEI possonoessere utilizzati per coprire il finanziamento del50% dei costi di investimento ammissibili, i qualipossono comprendere spese in conto capitale perimpianti di R&S, spese operative di RSI (tra cui icosti del personale, le spese per le pratiche relativeall’ottenimento di diritti di proprietà intellettuale ebrevetti, lo sviluppo di prototipi o i costi di iniziali).Per entrare nel dettaglio le seguenti voci sono comprese:Investimenti di capitale per le infrastrutture di ricercao per la RSI di nuovi prodotti, procedimenti o servizi,relativi alla sistemazione e preparazione del terreno,la progettazione, la costruzione e la ristrutturazioneedili, l’acquisizione di macchinari e attrezzatureinformatiche, compresi gli impianti di collaudo, gliimpianti pilota e le prime unità di produzionecommerciale, nonché gli investimenti relativi allacostruzione dei prototipi;Costi operativi di RSI inerenti un nuovo prodotto,procedimento o servizio. Tali costi comprendonol’utilizzo di materiali, attrezzature e strumentazione,nonché i costi per il personale o per i servizidirettamente connessi con i progetti di RSI.Potranno ricevere finanziamenti i progetti provenientidalle seguenti aree geografiche:■ gli attuali Paesi Membri dell’UE (15) e gli Stati

Membri beneficiari del Fondo di Coesione;■ i dieci Paesi in via di adesione che entreranno

nell’UE nel maggio del 2004;■ i Paesi candidati: Bulgaria, Romania, Turchia;■ i paesi dei Balcani occidentali.

DEFINIZIONE E VALUTAZIONE DEI PROGETTILa Banca eroga finanziamenti per progetti eprogrammi. Nell’ambito del finanziamento dellaRSI, un progetto può essere definito dagli investi-menti e dalle attività di RSI connessi a specifici pro-dotti, procedimenti o servizi, nell’arco di tempo tral’ideazione e l’industrializzazione.In alternativa, si potrà identificare un programmapluriennale o un portafoglio di investimenti e diattività di RSI per la richiesta di un finanziamento.La condizione per un finanziamento BEI è rappre-sentata dalla fattibilità dei progetti e programmisotto quattro diversi profili: economico, tecnicoambientale e finanziario.

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STRUMENTI DI CREDITO DELLA BEI A SOSTEGNODELLA RSII vantaggi dei finanziamenti della BEI per progetti eprogrammi di RSI non si limitano ai tassi di interessecompetitivi. Ad esempio la durata dei finanziamentiè considerevole: può arrivare a 12 anni nel compartoindustriale e fino a 20 per i progetti infrastrutturali.I mutuatari possono ottenere periodi di rimborsoche tengono conto del periodo generalmente piùesteso tra l’avvio del progetto, il lancio sul mercatoe le scadenze per la restituzione che caratterizza iprogetti di ricerca.Per rispondere adeguatamente e in modo pragmaticoalle esigenze dei mutuatari nel finanziamento diprogetti RSI, la BEI offre diversi strumenti di credito,sempre all’insegna di prassi e procedure bancariecorrette:Crediti individuali: questi possono essere erogatidirettamente per progetti aventi un importosuperiore a 25 milioni di Euro e intrapresi sia damutuatari operanti nel settore privato che in quellopubblico o a partecipazione statale. Il massimoimporto coperto corrisponde al 50% dei costi totalidel progetto.Prestiti globali: si tratta di linee di credito aperte aintermediari bancari o istituti finanziari i qualiforniscono poi i finanziamenti ai progetti di RDI didimensioni ridotte (con un costo totale inferiore a25 milioni di Euro); generalmente tali progettivengono intrapresi da PMI o enti pubblici o a parte-cipazione statale con meno di 500 impiegati e benifino a 75 milioni di Euro. Vige anche in questo casoil limite del 50% degli investimenti totali. Delleforme di credito appositamente studiate possonoessere erogate per progetti aventi caratteristicheparticolari in termini di struttura, dimensioni equant’altro.num

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PROJECT DEFINITION AND ASSESSMENT

The Bank provides funding for projects and programmes. In the financing of RDI, a project can be defined bythe RDI investments and activities related to specificproducts, processes or services, that can cover theperiod from conception to industrialisation.As an alternative, a multi-annual programme orportfolio of RDI investments and activities can beidentified for financing. The condition for EIB financingis that projects or programmes prove to be viablefrom four fundamental points of view: economic,technical, environmental and financial.

EIB LOAN INSTRUMENTS IN SUPPORT OF RDI

The advantage of EIB funding for RDI-projects andprogrammes comes not only from the competitiveinterest rates, but also from the extended duration:the latter can reach in the industrial sector 12 years,and for infrastructure projects up to 20 years.Borrowers may benefit from grace periods thataccommodate for the generally longer time spanbetween project start, market launch and pay backstages of research-based projects. To give answer adequately and pragmatically to aborrower’s needs in RDI financing, the EIB proposesdifferent lending instruments, always in respect ofsound banking practice and procedures:Individual loans: can be made directly available forprojects exceeding EUR 25 million and undertakenby both (semi-) public and private sectors borrowers.The maximum loan amount is up to 50% of thetotal project cost. Global Loans are credit lines, made available tointermediary banks or financial institutions, whichonlend the proceeds for smaller RDI-projects (thetotal cost of which is below EUR 25 M), typicallyundertaken by SMEs or (semi)-public entities withfewer than 500 employees and assets of up to EUR75 million. The same limit of 50% of total investmentapplies. Specifically designed loans can be made availableto projects with peculiar characteristics in terms ofstructure, size, etc.

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GRID, UNA FORMIDABILEOPPORTUNITÀ

GRID, an extraordinaryopportunity

GEANT è la rete telematica che costituisce la dorsaledi comunicazione Europea tra le reti telematiche dellaricerca e dell'università dei singoli paesi Europei.GEANT è la più avanzata e veloce rete di comunicazionitelematiche al mondo, superiore anche ad Abilene,il suo equivalente in Nord America, e raggiungevelocità dell’ordine di decine di miliardi di bit alsecondo (contro le poche decine di migliaia di bit alsecondo dei normali collegamenti Internet, comu-nemente definiti “larga banda”). GEANT, realizzata

The GEANT network represents the Europeancommunications backbone that connects theresearch and university computer networks of individualEuropean countries. GEANT is the most advancedand fastest communications network in the world,and even outranks Abilene, its equivalent in NorthAmerica. Indeed, GEANT’s speed can reach theorder of tens of billion bits per second (as againstthe tens of thousand bits per second of Internetconnections commonly know as “broad band”).The GEANT network has been set up on an equalfooting by the European Union and research anduniversity networks in individual member states(i.e. GARR in Italy). It enables the development ofnetwork applications and services that wereunthinkable until a short while ago and that willtake a great many years to become commonplacefor Internet users.The idea of “Grid computing” takes the computerand extends it on a worldwide scale by means ofultra high-speed networks like GEANT and Abilene.Thousands of computers, each with its data space,memory, processing and displaying capabilities,working together like a single, huge and ultra fastmachine, de-localised and distributed on a planetary

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scale. “Virtual” research communities can thusaccess from their place of work computation,memory and visual display resources that it wouldnot be feasible to concentrate in a single location.Needless to say, this is a protected environmentthat is accessible only to identified and authorisedusers.The DataGrid and the recent EGEE projects constitutethe European side of the “Grid”. Thanks to them, inthis sector Europe is in the forefront of its Americancounterpart. 32 million Euros have been earmarkedfor the EGEE Grid and will be used over the next twoyears to write new protocols and make the systemmore stable and less fragmented in scientific branches.The ultimate objective is to achieve a real e-infrastructureoperating 24 hours a day for the European andworldwide research communities at large. This willenable researchers to circulate freely and share theknowledge acquired in basic research, therebypromoting a better allocation of resources inEurope and stepping up the pace of research: amajor milestone in the construction of a EuropeanResearch Area.

con il contributo paritario dell’Unione Europea edelle reti nazionali della ricerca e dell’università(GARR in Italia), permette di realizzare applicazionie servizi di rete impensabili sino a poco tempo fa eche impiegheranno ancora molti anni prima didiventare la quotidianità per gli utenti di Internet.Il Concetto di “Griglia di calcolatori” (Grid) èl’estensione su scala mondiale, tramite l’uso di retisuperveloci come GEANT e Abilene, del concetto dicalcolatore elettronico. Migliaia di calcolatori, con iloro spazi dati, memorie, capacità di elaborazione evisualizzazione, lavorano insieme come se fosseroun’unica gigantesca e superveloce macchina,delocalizzata e distribuita su scala planetaria.Le comunità “virtuali” di ricercatori possonocosì accedere dal proprio posto di lavoro a risorsedi calcolo, memoria e visualizzazione irrealizzabiliin una singola soluzione. Il tutto in un ambienteprotetto e aperto solo ad utenti identificati eautorizzati. I progetti DataGrid ed ora EGEE realizzano la parteEuropea della “Griglia” e pongono in questo campol’Europa in vantaggio sui colleghi Americani. Per ilprogetto EGEE Grid è stato proposto un finanzia-mento di 32 milioni di Euro che dovrà servire neiprossimi due anni a scrivere nuovi protocolli e arendere il sistema più stabile e multidisciplinare.L’obiettivo ultimo è la realizzazione di una verae-infrastructure operativa ventiquattro ore suventiquattro, a disposizione di tutta la comunità diricercatori europei e mondiali. Un traguardo checonsentirà la libera circolazione e condivisionedelle conoscenze acquisite a livello di ricerca dibase, favorendo una migliore allocazione dellerisorse e delle energie su scala continentale per unpiù rapido progresso delle ricerche. Un tasselloimportante nella realizzazione di un’effettiva AreaEuropea della Ricerca.

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EUROPA, CASA COMUNE DEI RICERCATORI

Europe, common house forresearchers

Intervista a Raffaele Liberali, Direttore Direzione D

"Fattore umano, mobilità e azioni Marie Curie" -

Commissione Europea

Dott. Liberali, può indicarci dal suo particolareosservatorio le problematiche principali concernentila mobilità dei ricercatori in ambito europeo?La nuova strategia della Commissione Europea, lanciatanel 2000 e finalizzata alla creazione di uno SpazioEuropeo della Ricerca, che assegna alla ricerca ilruolo di “volano” per la crescita economica e la coesionesociale europea, poggia su una situazione ormaievidente: l’abbandono dell’Europa da parte deiricercatori che migrano verso realtà maggiormentein grado di rispondere alle loro esigenze professionali.Nell’ambito dello Spazio Europeo della Ricerca lerisorse umane sono un vero elemento chiave:adeguarle, dunque, alle future esigenze della ricercaeuropea diviene d’importanza cruciale. Nel contempo,assicurare una maggiore mobilità dei ricercatorirappresenta un obiettivo prioritario per consentireun effettivo trasferimento delle conoscenze e dellatecnologia. La mobilità dei ricercatori, infatti, da unlato aiuta ad attribuire una dimensione europeaalla carriera scientifica e dall’altro permette diattrarre ricercatori dal resto del mondo, ponendosicome strumento tra i più efficaci per la creazione diun vero e proprio mercato europeo della ricercacapace di competere con gli altri Paesi più avanzatie, segnatamente, Stati Uniti, Canada e Giappone.La consapevolezza della centralità del ruolo assuntodalla mobilità dei ricercatori ha reso necessariointerrogarsi circa gli ostacoli, di tipo giuridico,economico e sociale che affliggono tale mobilità alfine di adottare le opportune iniziative per rimuoverli.Uno studio ad hoc del 2001, condotto da un Gruppodi esperti ad alto livello per il miglioramento dellamobilità dei ricercatori e composto da rappresentantidei quindici Stati Membri, ha evidenziato come ledifficoltà in cui s’imbatte un ricercatore che deside-ri lavorare fuori del suo Paese siano molteplici e didiversa natura. Oggetto di analisi sono stati due tipidi mobilità: quella trans-nazionale (spostamenti daun paese all’altro) e quella intersettoriale (tra settoreindustriale e università, tra settore pubblico e

Interview with Mr. Raffaele Liberali, E.C., Director

of the Directorate D “The Human Factor, Mobility

and Marie Curie Activities”.

Mr Liberali, from your specific viewpoint, could

you describe the main problems regarding the

mobility of reasearch workers in Europe?

Before answering this question, I would like to givea short picture of the overall context of our activities,namely human resources and mobility. TheEuropean Commission launched in 2000 a strategyaimed at creating a European Research Area whereresearch plays a pivotal role for economic growthand social cohesion. Such a strategy also addressesa current reality: researchers leaving Europe to takeup opportunities more able to fit their professionalneeds. Within the European Research Area humanresources are a key element: matching them toresearch needs becomes of utmost importance. Atthe same time, boosting researcher mobility is oneof the priority goals to guarantee a real transfer of

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privato). Gli ostacoli che affliggono la prima sonoriconducibili a tre grandi categorie: quelli giuridici eamministrativi; quelli sociali, culturali e pratici equelli alla dimensione europea nella carriera deiricercatori. Quanto agli ostacoli alla mobilitàintersettoriale, essi costituiscono categoria a sé.Il quadro risulta maggiormente complesso quandosi considerino altri fattori non marginali: la figuradel ricercatore, ad esempio, non gode di uno statuslavorativo ad hoc, con conseguenze penalizzanti intermini di carriera. Lo stesso reclutamento dei ricercatorie la valorizzazione concreta del lavoro di ricercadagli stessi svolto, dipendono – in mancanza distrategie coordinate – da fattori contingenti legatialle politiche di settore adottate da ciascun Paese.Con lo Spazio Europeo della Ricerca, le istituzionicomunitarie raccolgono una serie di sfide importanti:dall’introduzione di una dimensione europea nellecarriere scientifiche, all’aumento della capacitàdell’Europa di attrarre i ricercatori del resto delmondo, dall’incentivo al rientro per coloro chehanno lasciato l’Europa per proseguire altrove lapropria formazione o carriera, all’integrazione dellecomunità scientifiche, delle imprese e dei ricercatoridell’Europa occidentale e orientale.Nel rispetto del principio di sussidiarietà che regolai rapporti tra Stati Membri e Unione Europea, è tuttaviafondamentale che ci sia una coerente e univocaazione finalizzata al sostegno a 360 gradi dei ricercatorise si vuole evitare che chi svolge la propria attività

knowledge and technologies. Researcher mobilityon the one hand gives a European dimension toscientific careers and, on the other hand, it is ameans to attract researchers from abroad. For thisreason, researcher mobility is one of the mostsuccessful tools to create a real European researchmarket able to compete with the most advancedcompetitors, namely US, Canada and Japan.Now, as to answer your question, in 2000 theCommission set up a High level Group on researchermobility, composed of representatives from thefifteen Member States, in order to analyse thedifferent obstacles affecting researcher mobility.Two main categories of obstacles were analysed:the first one concerned trans-national mobility(movements from one country to another) while thesecond one was focused on inter-sectoral mobility(movements from university to industry and viceversa, from public to private sector and vice versa).Obstacles affecting trans-national mobility havebeen classified into three categories: legal andadministrative obstacles; social, cultural and practicalobstacles and, third category, obstacles affectingthe European dimension of a research career. Withreference to obstacles affecting inter-sectoralmobility, they are a category themselves.The picture seems to be more complicate whenconsidering other important factors like the factthat researchers don’t have a specific work status,which entails disadvantageous consequences fortheir career. In addition recruitment and exploitationof research results – due to the lack of co-ordinatedstrategies- depend on sectoral policies adopted byeach country. Therefore, the creation of the EuropeanResearch Area includes a series of challenges:introducing a European dimension in scientificcareers; boosting the capacity to attract researchersfrom abroad; introducing return mechanisms forresearchers who have left Europe in order to continueelsewhere their training or career; integratingscientific communities, enterprises and researchersof Western and Eastern Europe.Bearing in mind the principle of subsidiarity regulatingrelationships between Member States and theEuropean Union, there should be a coherent andunique action aimed at supporting researchers.This should be done in order to avoid thoseworking in research – particularly in the public sector– to get discouraged, thus joining those giving upresearch or moving abroad.As for it, the Commission has planned a series ofactions aimed at improving European researcherconditions in order to reverse migratory flows. Iwould therefore highlight that the Sixth FrameworkProgramme (2002-2006) has almost doubled the

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budget for the valorisation of human resources (1,6billion Euro representing almost 1/10 of the totalexpenditure of 16,1 billion Euro). This is a clearexample of how much the European Union hascommitted itself to provide researchers with theright means to play a clear and broadly recognisedrole.What instruments is your Directorate General

deploying to foster and facilitate trans-European

mobility?

The Commission is currently implementing a seriesof initiatives aimed at removing some of the obstaclesaffecting trans-national mobility, namely:■ The first pan-European Researcher’s Mobility

Portal (ERACAREERS). On-line from July 2003, itprovides researchers with structured informationtailored to their needs. The Portal providesaccess through links to a selection of webresources covering information about researchfellowships and grants, research job opportunitiesand practical information about administrativeand legal issues as well as up to-date informationabout cultural and family-related aspects.Furthermore, research organisations may advertisetheir research jobs and search for suitablecandidates to recruit and researchers as wellmay add their CVs to the Researcher’s MobilityJob Database.

nel settore della ricerca – pubblica in particolare –si scoraggi, andando così a ingrossare le fila di quantiabbandonano la ricerca o si trasferiscono all’estero.Dal canto proprio, la Commissione ha predispostouna serie di azioni finalizzate al miglioramentodelle condizioni dei ricercatori europei per dar vitaad un’inversione di rotta dei fenomeni emigratori.Mi piace sottolineare che nel Sesto ProgrammaQuadro per la Ricerca (2002-06) i fondi destinatialla valorizzazione delle risorse umane ammontinoper la prima volta a 1,6 mld di Euro su un totale di16,1 mld di Euro (quasi 1/10). Ciò testimonia, dunque,la determinazione dell’Unione Europea a fornire airicercatori gli strumenti adatti perché questi abbianoun ruolo sempre più chiaro e riconosciuto.Quali sono gli strumenti che la sua DirezioneGenerale sta predisponendo per promuovere efacilitare la mobilità trans-europea?La Commissione ha risposto all’invito rivolto daglistessi Stati Membri ad adottare misure necessariea rimuovere entro il 2002 alcune delle barriere cheostacolano la mobilità trans-nazionale con leseguenti iniziative:■ Creando il primo portale europeo per la mobilità

dei ricercatori (ERACAREERS, the pan-EuropeanResearcher’s Mobility Portal) che, on-line daluglio 2003, offre ai ricercatori europei, ma nonsolo, un’informazione strutturata e focalizzatasecondo le loro esigenze maggiori. Il Portale èinnovativo nel suo genere non solo perché per laprima volta raccoglie in maniera organica l’infor-mazione destinata ai ricercatori, che fino ad oraera sparsa e di difficile accesso, ma anche perchéoffre loro e agli organismi di ricerca latu sensul’opportunità di depositare gratuitamente CV, daun lato, e offerte di lavoro, dall’altro, con lapossibilità di combinarli tra loro qualora i criteri diricerca contenuti in entrambi combacino.

■ Creando la prima rete europea di centri di mobilità(ERAMORE), finalizzata ad offrire ai ricercatoriinteressati a recarsi in uno dei trentatré paesipartecipanti al Sesto Programma Quadro per laRicerca, un’assistenza personalizzata che li aiutiad inserirsi al meglio nel paese di destinazione.Tali centri, diffusi sul territorio nazionale, forni-ranno ai ricercatori informazioni pratiche e utiliin ambito amministrativo, legislativo fino acoprire temi riguardanti la vita quotidiana (scuole,corsi di lingua, soluzioni logistiche, etc.). La reteeuropea sarà lanciata nella prima metà del 2004.

■ Avviando una proficua collaborazione con laDirezione Generale “Giustizia e Affari Interni”,della Commissione Europea, che culminerà,entro l’anno, con una proposta di direttiva delConsiglio e del Parlamento per l’adozione di una

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The pan-EuropeanResearcher’s Mobility Portalhttp://europa.eu.int/eracareers

The European Researcher’s Mobility Portal, ajoint initiative of the European Commission andthe 33 countries participating in the EuropeanUnion’s Sixth Framework Programme for Research.The purpose of this Portal is to create a morefavourable environment for career developmentopportunities for researchers in the EuropeanResearch Area by providing the necessarystructured information as proposed in theCommunication “A Mobility Strategy for theEuropean Research Area”. The Portal provides access through links to aselection of international, European, national,regional and sectoral web resources covering:• General information about research fellowshi-

ps and grants• Research job opportunities published by the

different actors of the Research community(universities, industries, research organisations,foundations …)

• Practical information about administrative andlegal issues when moving from one country toanother, as well as up to-date information aboutcultural and family-related aspects (housing,schooling, day-care, language courses, etc..)

• General information about research policiesrelevant to the career development of researchersin Europe

In addition to the information provided throughthe above-mentioned links, the Portal also offersthe following services:• Research organisations may advertise their

research jobs and search for suitable candidatesto recruit. The service is completely free ofcharge

• Researchers may add their CVs to theResearcher’s Mobility Job Database

• The European network of mobility centresoffers customised assistance to researchersand their families in all matters concerningtheir professional and daily lives

The project is managed by the EuropeanCommission - Directorate General for Research,Directorate D: The Human Factor, Mobility andMarie Curie Actions.

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procedura d’ammissione specifica per coloroche provengono da Paesi terzi ai fini di ricerca.La contestuale proposta di un piano d’azionegarantirà una certa gradualità nella adozionedelle misure necessarie assicurando nel contempoil coordinamento tra le iniziative dei Paesi Membri.

Sul tema mobilità, quali sono nell’UE i punti diforza e i Paesi meglio organizzati?Almeno in determinati settori, l’Europa ha soffertoil fatto di essere una realtà meno attraente e stimolanterispetto agli Stati Uniti e a Paesi dalla forte tradizionescientifica e tecnologica come il Canada e ilGiappone e di pagare tutto questo con forti perditein termini di risorse umane. La “fuga dei cervelli”ha reso necessaria l’adozione di strategie a largoraggio, come la creazione dello Spazio Europeodella Ricerca, che fossero in grado d’invertire ilflusso di marcia dei ricercatori e passare, così, dauna condizione di brain drain a una di brain gain ebrain circulation. Il tema della mobilità dei ricercatori,vale a dire misure concrete volte a favorire la lorocircolazione, non ha mai costituito l’oggetto diarmoniche politiche ad hoc a livello nazionale. Cisono, comunque, realtà che si sono poste prima dialtre il problema di offrire ai ricercatori un sostegnoutile in termini d’informazioni pratiche e di strutturedi riferimento cui indirizzarli. L’esigenza di offrire airicercatori europei, ma anche a quelli extra-europei,un quadro armonico fondato su parametri comuniin termini di qualità dei servizi offerti, ha fatto sìche la Commissione elaborasse iniziative partendodalle “migliori pratiche” in uso presso gli stati europeie, da lì, avviasse un processo di scambio per la loroattuazione. Le “buone pratiche”, infatti, hanno ilgrande pregio di avere un “effetto volano” capacedi creare tra tutti i Paesi partecipanti alle iniziativeeuropee, come queste per la mobilità dei ricercatori,un senso di comune appartenenza dei progetti e,soprattutto, di dimostrarne la fattibilità. Buoniesempi, in tal senso, sono offerti dai paesi del NordEuropa ma anche, per quanto riguarda la previsionedi visti ad hoc per i ricercatori provenienti da Paesi

■ The first European Network of Mobility Centres(ERAMORE) which aims to provide researchersmoving to one of the thirty-three countriesparticipating in the Sixth Framework Programmewith personalised assistance enabling them tofit in the best way into the country of destination.

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These centres, spread at national level, shouldprovide researchers with practical and usefulinformation about administrative and legalissues as well as cultural and family relatedaspects (schooling, housing, language coursesetc.). The European Network of mobility centresis to be launched early 2004.

■ Starting a useful collaboration with theCommission’s Directorate General “Justice andHome Affairs”, which will lead, by the end of thisyear, to a proposal of directive of the Counciland the Parliament for the adoption on theadmission of third county researchers. Thecontextual proposal of an action plan shouldguarantee a certain graduality in the adoptionof necessary measures as to provide co-ordinationamong member states’ initiatives

As far as mobility is concerned, what are the EU’s

strong points and which countries are poised to

address this issue?

There are sectors where Europe has suffered frombeing less attractive and stimulating than countrieswith a strong scientific tradition like the USA,Canada and Japan, resulting in huge loss of humanresources. In order to counteract this “brain drain”,large-scale strategies, like the creation of theEuropean research Area, have been adopted toreverse the researcher flow, to move from a “braindrain” condition to a “brain gain” and “brain circulation”one. The researcher mobility topic, in terms of concretemeasures aimed at fostering researchers’ circulation,has never been the object of tailored policies atnational level. Nevertheless, there are realities thathave tried to face this question by providing researcherswith useful support in the fields of practicalinformation and structures where to address them.That is why the Commission, in order to provideEuropean and extra-European researchers with anharmonic frame underpinning on common parame-ters, has elaborated initiatives based on “bestpractices” existing in European countries. “Bestpractices”, indeed, have a driving force enabling allparticipants in European initiatives, like the onesfor the researcher mobility, to share the feeling of acommon ownership of projects themselves.Furthermore they show the feasibility of Europeaninitiatives. Northern countries offer good examplesin this sense but good examples also come, asregards scientific visas for third countries resear-chers, from France, United Kingdom and Germany.Now, with the implementation of the recent initiativesas the European Portal and the European networkof Mobility Centres, it is interesting to see how this“best practices geography” is changing with astronger involvement of Mediterranean countries.

Il Portale pan-Europeo perla mobilità dei ricercatorihttp://europa.eu.int/eracareers

Il Portale pan-Europeo per la mobilità dei ricercatoriè frutto di un’iniziativa congiunta dellaCommissione Europea e dei 33 Paesi che partecipanoal Sesto Programma Quadro di ricerca dell'UnioneEuropea.Questo Portale si prefigge di creare un ambientepiù favorevole alle opportunità di evoluzioneprofessionale dei ricercatori nell’ambito delloSpazio Europeo della Ricerca, fornendo loro lenecessarie informazioni strutturate secondoquanto proposto nella comunicazione “Una strategiadi mobilità per lo Spazio Europeo della Ricerca”. Attraverso i links, il Portale consente di accederea una serie di risorse web internazionali, europee,nazionali, regionali e settoriali che forniscono:• informazioni generali sulle borse di studio e i

finanziamenti offerti ai ricercatori• opportunità di lavoro pubblicate dai diversi

soggetti operanti nella comunità scientifica(università, industrie, enti di ricerca, fondazioniecc.)

• informazioni pratiche su questioni amministra-tive e giuridiche che interessano chi si sposta daun paese all'altro e informazioni aggiornate suaspetti culturali e connessi alla famiglia (alloggi,scuole, asili, corsi di lingue ecc.)

• informazioni generali sulle politiche di ricercache incidono sull'evoluzione professionale deiricercatori in Europa

Oltre alle informazioni fornite attraverso i linksappena elencati, il portale offre i seguenti servizi:• gli organismi di ricerca possono pubblicare

offerte di lavoro e cercare candidati da assumere.Il servizio è interamente gratuito

• i ricercatori possono inserire il proprio curriculumnella banca dati delle offerte di lavoro per lamobilità dei ricercatori

• la Rete Europea dei Centri di Mobilità offreun'assistenza su misura ai ricercatori e alleloro famiglie per tutti gli aspetti della vitaprofessionale e quotidiana

Questo progetto è gestito dalla CommissioneEuropea - Direzione Generale della Ricerca, DirezioneD “Fattore umano, mobilità e azioni Marie Curie”.

terzi, dalla Francia, dal Regno Unito e dallaGermania. Ora, con l’attuazione delle recenti iniziativedel Portale Europeo e della Rete Europea di Centridi Mobilità, giusto per citarne alcune, sarà interessantevedere come questa “geografia delle buone pratiche”stia cambiando, con un deciso spostamento dellafreccia verso i paesi del bacino Mediterraneo.

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● In Italy the percentage of grant holders thathave gone abroad, compared to the totalnumber of students and university graduatesin the academic year 2000-2001 is 0.76%(13,783 out of 1,819,680), this figure decreasesto 0.43% in Southern Italy, whereas theNortheast has a higher figure: 1.16%.

● The country that is most often chosen bystudents is Spain (27.42%), followed byFrance and England.

● The percentage of grant holders coming toItaly - mostly Spanish, German and Frenchstudents - is even lower: 0.48%, that is 8,668students that go mainly to Central andNortheast Italy and rarely to Southern Italy.

● Only 6.6% of grant holders take part inuniversity-to-enterprise programmes. Northeastand Northwest Italy feature the highest ratesof mobility toward the corporate world, 8.6%and 8.5% respectively, as against CentralItaly’s 2.5%.

MOBILITÀ E QUALITÀDELL’UNIVERSITÀ

Mobility as a yardstickfor university quality

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La mobilità non è un semplice valore aggiunto, ma èil fattore su cui si misura la qualità di un’università. Èquesta la sostanza di molte considerazioni scaturitedal dibattito seguito alla presentazione della ricercasulla “Valutazione della gestione dei programmi dimobilità studentesca negli atenei italiani”, promossadal Comitato Nazionale per la Valutazione delSistema Universitario e affidata all’Università degliStudi di Trieste. La ricerca è stata illustrata all’AREAScience Park, nel corso del convegno su “La mobilitàinternazionale: situazione attuale e prospettivefuture”, organizzato nell’ambito delle iniziative delsemestre europeo di Presidenza italiana. Le duegiornate di confronto hanno registrato la presenzadi esperti e rappresentanti del mondo universitario,della cultura, della ricerca e degli enti del Dirittoallo Studio.I dati emersi compongono un quadro dell’univer-sità italiana molto poco “europeo” nonostante laquasi totalità degli atenei aderisca ai programmiSocrates-Erasmus. C’è ancora molto lavoro da fareper informare gli studenti, invogliarli e metterlinelle condizioni finanziarie per trascorrere unperiodo di studi all’estero. Meno di uno studente sucento oggi lo fa (0,76%), meno numerosi ancorasono gli stranieri che vengono a studiare in Italia(0,48%). Forte sembra essere lo scoglio linguistico: lapreparazione per i nostri studenti è coperta soloper due terzi, mentre è buona l’offerta di corsi inlingua italiana per chi viene da fuori. Un’implicita

Mobility is not merely an added value. It is thefactor for gauging the quality of university. This isthe bottom line of the debate following the presentationof a research on “The assessment of student mobilityprogramme management in Italian universities”,promoted by the National Committee for theAssessment of the University System and assignedto the University of Trieste. This research wasillustrated at AREA Science Park during the conferenceon “International Mobility: current situation andfuture prospects”, organised within the frameworkof initiatives for the semester of the Italian presidencyof the EU. The two-day conference was attended byexperts and representatives from the academic,cultural and research worlds, as well as fromgovernment agencies for the Right to Education.The data presented reveal Italian University to bewanting in terms of a European dimension, despitethe fact that almost all Italian academic institutionshave joined the Socrates-Erasmus programmes. Alot remains to be done to inform students, encourage

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them and assist them from a financial point of view,in order to enable them to spend some timestudying abroad. Less than one student out of ahundred does so nowadays (0.76%); foreignstudents coming to study in Italy are even morescarce (0.48%).Language problems seem to be the major hindran-ce. Only two thirds of university students havereceived some language training; on the otherhand, the offer of Italian language courses for foreignstudents is rather good. The role played by linguisticknowledge in students’ choices is confirmed by thelist of countries with which student exchanges aremore frequent, namely Spain, England and France,whose languages are the most frequently studiedin Italian schools.This problem also affects university personnel, whoare not sufficiently encouraged to take trainingcourses and do not have a solid knowledge of aforeign language. Hence, they cannot easily assiststudents in making a choice nor contact foreignuniversities and make assessments of their curricula.Only a small percentage of exams taken in a foreignuniversity is recognised. This is far from an incentivefor students, who find studying abroad to be apleasant interlude that must not come into conflictwith their ultimate goal of obtaining a universitydegree that will constitute an asset in theirprofessional careers. The recognition of internshipsis also scarce but on the increase; they are still intheir infancy and therefore cannot show significanttrends.

● In Italia la percentuale di borsisti che si sonorecati all’estero, rispetto al numero totale distudenti e neolaureati nell’anno accademico2000-2001 è stata del 0,76% ( 13mila 783 su1 milione 819mila 680), il dato si abbassa allo0,43% per il Sud, mentre il Nordest presental’incidenza più alta con un valore di 1,16%.

● Il Paese scelto con maggiore frequenza è laSpagna (27,42%), seguita da Francia eInghilterra.

● La percentuale dei borsisti in entrata nelnostro Paese - per lo più spagnoli, tedeschi efrancesi - è ancora più limitata: 0,48%, pari a8mila 668 studenti, indirizzata verso il CentroItalia ed il Nordest, scarsa verso il Sud.

● Solo il 6,6% dei borsisti partecipa a programmiverso università verso imprese. Il Nordest edil Nordovest presentano una percentuale piùalta di mobilità in impresa, rispettivamentel’8,6% e l’8,5%, a fronte del Centro con unapercentuale di solo 2,5%.

conferma del ruolo della conoscenza della linguastraniera nella scelta si evince anche considerandoi Paesi con cui gli scambi sono più frequenti, ovverosiaSpagna, Inghilterra e Francia, che sono Paesi la cuilingua è maggiormente studiata da noi.Il problema si ripresenta a livello di operatoridell’università, non incentivati abbastanza a frequentarecorsi di formazione, non perfettamente padroni diuna lingua straniera e quindi essi stessi in difficoltà,non solo nell’indirizzare gli studenti, ma anchenell’approccio con le università straniere per lavalutazione dei piani di studio. Bassa è la percentualedei riconoscimenti degli esami svolti fuori sede,circostanza che certo non invoglia i ragazzi per iquali lo studio all’estero può essere anche consideratoun piacevole intermezzo, ma deve in ogni casoessere finalizzato all’ottenimento di un titolo di studiospendibile al meglio nel mondo del lavoro. Basso,anche se in crescita, il riconoscimento dei tirocini,uno strumento ancora troppo giovane per daresegnali precisi. Un aspetto disincentivante è pure rappresentatodagli alti costi della mobilità per le famiglie: leborse di studio scarseggiano e forti sono i ritardinelle erogazione. A ciò si aggiunge che il valoremedio dell’integrazione mensile da parte degli ateneirisulta essere di circa 100 Euro soltanto. Sia inentrata che in uscita ci sono più studentesse chestudenti: maggiore dinamismo delle ragazze ol’esperienza è considerata un lusso non direttamentefinalizzato ad un impiego, quindi conforme ad altrestatistiche da cui risulta che la scelta professionale Giuseppe De Rita

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English language and the enhancement of excellenceThe English language used in Italian universities,particularly in the second academic cycle.Universities rated and ranged in a list in order toenhance the specific characteristics and assetsof each institution, thereby enticing foreign students.The selection criteria for university teachersoverhauled by modifying and streamliningrecruitment and advancement procedures.Improving on-campus facilities and infrastructuresand upgrading training grants.According to Adriano De Maio, dean of LUISSuniversity in Rome and special commissioner ofthe Council of National Research, these are stepsthat need to be taken to trigger the mobility offoreign students towards Italy. “We should notbrood over the fact that Italian students maychoose to pursue their higher education abroadend even decide to stay on in a foreign country -De Maio explained in a speech delivered at theconference International Mobility: current situa-tion and future prospects. What we should bedoing is striving for is a counter-flow of foreignstudents entering Italian universities and perhapsstaying on in Italy afterwards. Mobility is atwo-sided concept that can thus be pursued inboth directions.De Maio believes that for these improvements totake place we must focus on Italy’s most out-standing universities and thus concentrate availableresources, all the more so with respect to Italianresearch centres. Despite the presence of veryhigh scientific standards, these institutions areoften fragmented and lacking in critical mass.“The only way out is to take clear-cut decisions”- the CNR commissioner concludes - “and thismay entail closing some of the existing researchcentres”.

per le donne è più fluida e meno mirata ad unmestiere? In ogni caso ad oggi lo studio all’estero èprivilegio di pochi.Gli studenti in uscita provengono da disciplineeconomiche/giuridiche/socio-politiche e per lo piùda atenei statali o di grandi dimensioni, quindi conpersonale più attrezzato a promuovere mobilità e,sull’altro fronte, a gestire l’accoglienza; il quadroinvece si inverte quando si passa ad esaminare lamobilità in impresa, che è di poco più del 6 percento, e vede coinvolti laureandi provenienti quasisempre da atenei medio-piccoli, nati, si potrebbeazzardare, già sulla base delle esigenze del tessutoproduttivo di appartenenza. “Nel sistema universitario del 3 + 2” - ha sottolineatoGiuseppe De Rita, presidente del CNVSU ComitatoNazionale di Valutazione del Sistema Universitariodel MIUR – “il 3 deve essere un prosecuzione delprocesso di scolarizzazione, mentre il 2 dovrà esserel’occasione per relazionarsi con gli altri, dove lalogica dell’acquisizione della conoscenza si coniughicon la ricerca. Perché la ricerca è più relazionaledella didattica.” Per De Rita questa componentenon deve essere sottovalutata in termini formativiperché la mobilità è l’elemento più visibile dellarelazionalità che dovrebbe improntare l’università,mentre l’università italiana oggi ha ancora unadocenza troppo autoreferenziale, chiusa nella propriamateria, nella propria lingua, nella propria cultura.“La spinta endogena verso la mobilità c’è, la desti-

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Another deterrent is the high cost of student mobilityfor their families. Educational grants are scarce andare paid out with considerable delay and the averagecontribution made available by universities merelyamounts to 100 Euros on average. Incoming and outgoing students are mostly female.This may attest to a more dynamic attitude in femalestudents, but may also be a sign of the fact that astudy period abroad is understood to be a sort ofluxury with no bearing on the student’s careerprospects. The latter hypothesis is in line withTorsten Wiesel

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statistics showing that women’s career choices aremore flexible than men’s. The bottom line remainsthat nowadays in Italy an international studyexperience is a privilege enjoyed by very few students.Outgoing students mostly come from economic,legal and socio-political faculties, and mainly frompublic, large-scale universities whose personnel isbetter able to promote student mobility and dealwith incoming students. The opposite applies tomobility from university to the corporate world,which is just over 6%, and concerns university gra-duates that almost invariably come from small tomedium universities, supposedly set up in responseto the needs of the local productive system.“In our new 3 years + 2 years system” 1 - says GiuseppeDe Rita, President of the National Committee forthe Assessment of the University System (CNVSU)of the Ministry for Education, University andResearch - “the three-year course must bring abouta progression of school education. The two-yearcourse, on the other hand, should give students theopportunity to relate to others, thereby reconcilingthe concepts of knowledge acquisition and research.Indeed, research work involves much more relationalopportunities than classroom courses”.De Rita believes that the educational potential ofthe two-year course cycle should not be underestimated,as mobility is the most visible element of therelational dimension that ought to characteriseUniversity. Italian university professors, on the otherhand, are still excessively self-centred, trapped intheir specific field, language and culture.“There is an intrinsic thrust towards mobility butthere is no destination for mobility”, says De Rita.“There is data showing unmistakably that there ismuch room for improvement in the efficiency offacilities and services dedicated to the managementof mobility programmes. Enabling more Italianstudents to study abroad requires dedicatedinformation and guidance offices. This calls forgreater investments in training and incentives forthe human resources employed in these offices. Italso entails the cooperation of university teachersin supporting the mobility choices made by theirstudents”.The research described several critical points thatreveal the difficulties of the university system inplanning a network of relations with foreign universitiesand with the surrounding territory.

nazione della mobilità non c’è” ha detto De Rita. “Idati mostrano inequivocabilmente quanto lavoro cisia ancora da fare per migliorare la funzionalità el’efficienza di strutture e servizi preposti allegestione degli schemi di mobilità: per consentire ainostri studenti di recarsi più numerosi all’esterooccorrono uffici di supporto dedicati all’orientamento.E per fare questo sono necessari investimenti piùelevati nella formazione e nella incentivazione dellerisorse umane utilizzate in questi uffici, ma occorreanche un forte coinvolgimento dei docenti chedevono saper supportare gli studenti nella loroscelta verso la mobilità”. L’indagine ha evidenziato più di un punto di criticitàsegno di difficoltà del sistema universitarionell’impostare un sistema di relazioni sia con gli

Lingua inglese e valorizzazione dell’eccellenzaAdottare la lingua inglese nelle nostre università,in particolare nel secondo livello formativo.Avere il coraggio di stabilire un ranking tra idiversi atenei, una graduatoria che evidenzi evalorizzi peculiarità e punti di forza di ogni universitàper attrarre studenti dall’estero.Ripensare alla selezione del corpo docente,rivedendo e sburocratizzando l’istituto dei concorsi.Migliorare ricettività e infrastrutture, adeguare illivello delle borse di formazione.Sono queste secondo Adriano De Maio, rettoredella LUISS di Roma e commissario straordinariodel CNR, le tappe obbligatorie per attivare unamobilità degli studenti stranieri verso il nostroPaese. “Non deve preoccuparci il fatto chestudenti italiani possano scegliere percorsi formativiall’estero e al limite restare in altri Paesi - haspiegato De Maio intervenendo alla ConferenzaLa mobilità internazionale: situazione attuale eprospettive future. Ciò di cui ci dovremmo occupareè di fare in modo che si attivi un flusso in sensocontrario, di studenti che decidono di venirenelle nostre università ed eventualmente direstare in Italia. Il concetto di mobilità deve essereinteso e perseguito in entrambe le direzioni”.Ma perché gli interventi migliorativi siano possibili,occorre puntare sulle realtà di eccellenza econcentrare le risorse, è la considerazione di DeMaio. Ciò vale ancor di più per i centri di ricercache in Italia, pur in presenza di standard scienti-fici elevati, sono spesso frammentati e privi dimassa critica. “Una situazione dalla quale -conclude il commissario del CNR - si esce operandodelle scelte nette, che possono anche significarela chiusura di alcune realtà”.

1 A series of three-year courses of study for students with ahigh school diploma finishing with a degree. This providesaccess to two-year courses aimed at giving students anadvanced level of training. These courses result in a specia-lised degree, after which students can go on to completespecialisation courses and research Doctorates.

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The “brain drain”: universitiesand governmentsare to blame“In Europe it is hard for a young scientist to makehis way in the research world without supportfrom an influential university professor thattakes a junior researcher under his wing. Theconservative attitude of the academic world,combined with the decline of European researchinstitutions as against those in the USA has triggereda brain drain towards the United States. Theseproblems also plague Italy and every governmentshould do its best to address them”.This authoritative warning comes from TorstenWiesel, Nobel Laureate for Medicine in 1981 andkeynote speaker at the conference InternationalMobility: current situation and future prospect.Of Swedish origin but a long-time resident in theUnites States, Wiesel has reached this conclusionfrom a unique observation point, the HumanFrontier Science Program where he is serving asGeneral Secretary.This is an international collaboration program onbasic and interdisciplinary research in biologicalsciences, whose member states are the EU andG7 countries and which operates on a 50 milliondollar budget. Some of the findings revealed bythe Program directed by Wiesel for 1990-2003on long-term post-doc fellowships speak forthemselves. 70% of foreign researchers who goand train in the USA never return to their countryof origin. Only 38% of Italian researchers returnto their country from the US. The one exceptionis France, with 64% of researchers coming back.Conversely, very few US researchers come toEurope and only 1% of these come to Italy(approximately one thousand between 1990 and2003). These figures bear witness to just howunbalanced the brain drain from our continent is.Fellowships awarded by the Human FrontierProgram range between 35 and 46 thousanddollars per year.

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Nevertheless, it also illustrated - as intended - whatmeasures are to be undertaken in order to improvethe system: financial measures in support of studenthousing facilities and guidance, and greatersinergy with institutions, local bodies and theproductive system.The so called “3+2” reform will allow Italianuniversities to offer greater flexibility to itsstudents. The objective will be to provide qualitytraining, featuring a vast array of curricula, therebyencouraging student mobility to and from foreignuniversities. This is challenge that must be met.

“Fuga di cervelli”: la colpa è di università e governi“In Europa è difficile per un giovane ricercatorefarsi strada nel mondo della ricerca senza l’appoggiodi un professore universitario che ti prenda sottola sua ala. L’atteggiamento conservatore nelmondo universitario abbinato ad un arretramentodegli standard delle strutture di ricerca europeerispetto a quelle degli USA determina oggi unafuga di cervelli verso gli Stati Uniti. Sono problemiche riguardano anche l’Italia e che tutti i governidovrebbero affrontare seriamente”.Il monito autorevole è di Torsten Wiesel, premioNobel per la Medicina 1981, ospite d’onore dellaConferenza “La mobilità internazionale: situazioneattuale e prospettive future”. Svedese di origine,da molti anni stabilitosi negli Stati Uniti, Wieselformula il suo giudizio dal particolare osservatoriodello Human Frontier Science Program di cui èSegretario Generale, un programma collaborativointernazionale su ricerca di base e interdisciplinarenelle scienze biologiche, che vede membri iPaesi Ue e G7 e conta su un portafoglio di 50milioni di dollari.Alcuni dati del Programma diretto da Wiesel,riferiti al periodo 1990-2003 e relativi a borsepost-doc di lunga durata sono eloquenti. Il 70%dei ricercatori che dal resto del mondo svolgonoun periodo di formazione negli USA non tornapiù nel proprio Paese di origine. Il rientro deiricercatori italiani dagli USA è solo del 38%. Faeccezione in questo quadro la Francia, con unrientro del 64%. Di converso sono pochi i ricer-catori che dagli Stati Uniti vengono in Europa,l’1% dei quali arriva in Italia (circa mille nel periodo1990-2003). Numeri che non aiutano a riequilibrareil drenaggio di ricercatori fuori dal nostro continente. Le borse erogate dallo Human Frontier ScienceProgram hanno un importo variabile tra i 35milae i 46mila dollari l’anno.

atenei di altri Paesi che con il proprio territorio, maal tempo stesso - e questo era lo scopo - ha indicatogli interventi necessari per migliorare il sistema:sono interventi finanziari per garantire struttureper l’alloggio e l’orientamento ed una maggioresinergia con istituzioni, enti locali e tessuto produttivo. Con la riforma del 3+2 l’università italiana ha lapossibilità di offrire una grande flessibilità aglistudenti. Sarà questo l’obiettivo: un’offerta forma-tiva alta, di qualità, che diversifichi i piani di studio,incentivando la mobilità e attraendo studentidall’estero. È questa la sfida da vincere.

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LA MOBILITÀ, UN DIRITTO PER TUTTI GLI STUDENTI

Mobility: a right all studentsare entitled to

Intervista a Maria Cristina Pedicchio, presidente

dell’AREA Science Park e responsabile della ricerca

sulla “Valutazione della gestione dei programmi

di mobilità studentesca negli atenei italiani”

Il MIUR ha scelto di affidare l’incarico all’Universitàdi Trieste.Il Ministero ha guardato al Friuli Venezia Giulia peri buoni risultati ottenuti, attestati dal flusso dimigliaia di ricercatori transitati nelle nostre istituzioni,e per il successo di specifiche recenti iniziative.Abbiamo, infatti, a Trieste un sistema scientificonoto a livello internazionale per il prestigio dei centrie laboratori che lo compongono, che lavora in strettaconnessione con le Università di Udine e di Triestealle quali è tra l’altro conseguita una buona visibilitàdal progetto MOVE presentato come best practicedal Ministero del Lavoro.Lei aveva già alle spalle importanti esperienzepersonali in materia? Sono argomenti che ho vissuto in prima persona, apartire dal varo del Piano Azione Mobilità licenziatodal Consiglio di Nizza del 2000, dove la presidenza

Interview with the president of AREA Science Park,

Maria Cristina Pedicchio, who is also in charge of

the research “The assessment of student mobility

programme management in Italian universities”

The Ministry for Education, University and

Research has entrusted the University of Trieste

with this assignment.

The Ministry has singled out the Friuli VeneziaGiulia region both for its achievements, proven by aflow of thousands of researchers that have come toour institutions, and for the successful outcome ofrecent initiatives. Indeed, Trieste’s scientificsystem is renowned at an international level for theprestige of its research centres and laboratoriesthat work in c lose col laborat ion with theUniversities of Udine and Trieste. Moreover, thevisibility of these universities has been greatlyenhanced by the MOVE project, awarded the bestpractice status by the Ministry for Labour.Did you have any significant experience in this

field?

I gained first-hand experience in this sector as ofthe launching of the Mobility Action Plan by theCouncil of Niece in 2000, when the French presidencydid an outstanding job by setting up work teams oneducation and training. I then had the opportunityto play an active role as expert for the Union.Furthermore, as a faculty representative I was involvedat length in mobility issues in the Science Faculty.We had several incoming students and thus set upa network which has grown in time. Every outgoingstudent later became the tutor of an incoming one.Ten years on, we have an extraordinary network ofErasmus alumni, a network of people involved inresearch throughout Europe. Student mobilityprogrammes offer an extraordinary opportunityfrom a personal point of view (making one growand boosting self-confidence), as well as in termsof one’s disciplinary knowledge.Have the universities in Friuli Venezia Giulia been

able to seize these opportunities?

The research findings are unequivocal: comparedto the national average of 0.76%, Trieste and Udineare above 1% - 1.08% and 1.23% respectively - and

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francese ha fatto un lavoro eccelso istituendo deigruppi di lavoro sull’educazione e la formazione.Ho avuto l’opportunità di ricoprire un ruolo propositivoin qualità di esperto dell’Unione e, inoltre, comedelegato di Facoltà, ho seguito a lungo la mobilitàdella Facoltà di Scienze. Avevamo parecchi studentiin entrata, e abbiamo creato una rete che negli annisi è moltiplicata; ogni nostro studente Erasmusandato via, diventava tutore di uno in entrata. Oggi,dopo dieci anni di esperienza, la rete degli Erasmusstorici è molto forte, ed è diventata una rete dipersone che fanno ricerca in Europa. Sia dal puntodi vista umano, di crescita e di fiducia in se stessi,sia dal punto di vista scientifico–disciplinare questesono sicuramente opportunità straordinarie.Le università del Friuli Venezia Giulia hanno saputocogliere queste opportunità?I dati parlano chiaro: rispetto ad una media nazionaledello 0,76%, Trieste e Udine sono oltre la sogliadell’1%: Trieste ha una punta dell’1,08%, Udinedell’1,23% e si posiziona molto bene in generaletutto il Nordest. Infatti, anche le università diVerona, Venezia, Padova sono orientate sulla sogliadell’1%. Udine rappresenta una situazione di eccellenza,la migliore che c’è in Italia per quanto riguarda glistudenti in entrata: rispetto ad una percentualenazionale del 0,46% si attesta all’1%, mentreTrieste rimane nella media con lo 0,48%. Trieste eUdine hanno inoltre molta mobilità in impresarispetto alla situazione nazionale: entrambi gliAtenei gestiscono progetti che sono finanziati dafondi regionali e da fondi privati.Lo studio mette in evidenza luci e ombre.Dall’indagine emerge la necessità di individuare leazioni più idonee per aumentare e diversificare le

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the Northeast as a whole does very well indeed. Asa matter of fact, mobility in the universities ofVerona, Venice and Padoa is approximately at 1%.Udine in particular plays a remarkable role andranks highest in Italy as far as incoming studentsare concerned: 1% as against the national averageof 0.46%, while Trieste is not far from the averagerate (0.48%). Furthermore, Trieste and Udine haveexcellent levels of student mobility toward thecorporate world compared to the national average.Both universities are in charge of projects supportedby regional and private funds.The research in question, however, has shown

both positive and negative aspects.

It has identified the need to define the most appro-priate ways to increase and diversify educational,professional and research opportunities in foreigncountries, as well as to draw top level students andresearchers towards Italian universities. A lotneeds to be done and it is a highly complex taskthat requires skill and passion. The major futurechallenge for universities lies in student mobilitytowards the corporate world. We shall see whathuman and financial resources the universities willbe willing and able to deploy. Other entities mustalso participate, such as Chambers of Commerceand Industrial Associations, in order to strengthenthe relations between universities and the productiveworld. Indeed, strengthening a constructivecollaboration between universities and industry isnecessary for the transfer of knowledge andinnovation.Were any other studies considered before

undertaking this research?

Studies of this kind are unprecedented in Italy.

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Several studies have been made at a Europeanlevel: the research on the Single Network, on thesocial status of Socrates students, the Eurostudentstudies that are conducted every two or three years,those on the cost of living in foreign countries and onthe organisation of International Relations Offices.The European Commission and the Ministry forEducation, University and Research have collectedconsiderable quantitative data. We have tried toanalyse the situation in terms of quality.Is the research in question more focussed compared

to the previous research in the field?

Eurostudent assesses the living conditions ofEuropean university students from a very generalpoint of view: students’ tourist mobility is notdistinguished from their academic mobility, therebymerging two elements that are actually extremelydiverse. Placing these two aspects on the samelevel inevitably entails a loss of information andreduces opportunities for analysing this phenomenon.Other studies, on the other hand, are niche studiesand merely concern, for instance, the organisationof International Relations Offices. When theMinistry assigned this research we were asked topresent a global picture, analysing the mobilityprocess in all of its complex aspects.What are the critical points?

One of them is undoubtedly the preliminaryrecognition of curricula. We still rank very low in thisrespect. Only 64.8% of Italian universities guaranteethey will recognise examinations taken abroadbefore the student’s departure. Students should beable to leave knowing what’s in store for them –that if they sit for some examinations or do aninternship, these will not be ignored back at home.This represents a major setback for the Italianeducational system.

opportunità di studio/lavoro e ricerca all’estero,nonché per attrarre studenti e ricercatori di altolivello negli atenei italiani. Bisogna lavorare molto,è un campo complesso. È necessaria capacità epassione. La grossa sfida del futuro per gli Ateneisarà anche la mobilità in impresa: bisognerà vederequali risorse umane e finanziarie le universitàsapranno e potranno mettere in atto; è auspicabilee necessaria la partecipazione anche di altri soggetti,come ad esempio le Camere di Commercio e leAssociazioni Industriali, per rafforzare il rapportotra università e mondo produttivo, perché il conso-lidamento di una collaborazione costruttiva traaccademia e industria si connota come un datonecessario nei percorsi di trasferimento delle conoscenzee delle innovazioni. Sulla base di quali studi avete condotto questaricerca?A livello internazionale, studi di questo genere nonerano mai stati fatti in precedenza. Peraltro, a livelloeuropeo sono stati svolti diversi lavori, come laricerca sulla Rete Unica, quella sullo status socialedegli studenti Socrates, gli studi Eurostudent chevengono fatti ogni due, tre anni, quelli sui costi divita all’estero o, ancora, sull’organizzazione degliuffici Relazioni Internazionali. La CommissioneEuropea ed il MIUR possiedono una fotografianumerica del problema, noi abbiamo cercato difotografare la situazione dal punto di vista qualitativo. Questa ricerca sulla mobilità è stata condotta inmodo più mirato?Eurostudent valuta la condizione di vita dello studenteuniversitario europeo ma la dimensione in cui vieneaffrontato il problema è molto generale: la mobilitàturistica dello studente viene considerata congiun-tamente alla mobilità istituzionale, accorpando deimeccanismi completamente diversi. Trattare questi

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due aspetti insieme è senz’altro una perdita intermini di informazione e di possibilità di analisidel fenomeno da un punto di vista universitario.Altri studi, invece, sono di nicchia e prendono, adesempio, in considerazione solamente l’organizza-zione degli uffici Relazioni Internazionali. Quando ilMinistero ci ha affidato l’incarico, ci è stato chiesto dipresentare una panoramica globale analizzando ilprocesso della mobilità in tutti i suoi articolatiaspetti. Quali sono i punti critici?Uno degli aspetti è quello dei riconoscimentipreventivi dei piani di studio. Siamo ancora moltobassi a questo livello. Solo il 64,8% degli ateneigarantisce il riconoscimento degli esami primadelle partenza; uno studente dovrebbe sapere chese farà un certo percorso, se darà certi esami osvolgerà una certa attività lavorativa ciò gli saràriconosciuto. Questo dato riflette un punto di grandedebolezza del sistema educativo nazionale. Lo stesso vale per le borse di studio?Le borse di studio vengono anticipate solo nel 25%dei casi, nel 40% vengono erogate durante il periodoall’estero; ci sono delle sedi che danno tutto dopoe i ragazzi meno abbienti non ce la fanno. Più in generale, quale obiettivo deve darsil’università italiana?Il diritto allo studio è oramai acquisito. L’Italia devepuntare al diritto alla mobilità. Tutti gli studentidevono essere messi in grado di poter frequentarecorsi o tirocini all’estero. Il numero ancora basso distudenti beneficiari di un periodo di mobilità, indicala necessità di interventi sia a livello nazionale chelocale per promuovere una maggiore partecipazionead esperienze a carattere europeo.Un’indagine come questa è estremamente preziosaperché, pur evidenziando le problematiche esistenti,propone soluzioni concrete e, soprattutto, faemergere molte buone prassi nazionali, confer-mando un’evoluzione positiva del sistema universi-tario italiano.Appare comunque chiaro che bisogna elevare nelnostro Paese l’attrattività delle realtà scientificheanche in termini di accoglienza e di strutture, creandoun clima internazionale e dinamico come quelliriscontrabili, ad esempio, nei campus universitariinglesi o americani. Questo incentiverebbe studentie ricercatori stranieri a venire in Italia.In questa direzione AREA Science Park intendeinvestire progettualità e risorse, nella convinzioneche il fattore attrattività sia un fattore chiave di suc-cesso. Accanto, naturalmente, al riconosciuto, ele-vato standard scientifico assicurato dagli impor-tanti laboratori di ricerca pubblici e privati chefanno del Parco scientifico una realtà apprezzatasul piano nazionale e internazionale.

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What about educational grants?

Grants are paid out in advance only 25% of thetime, in 40% of cases students receive them whilethey are abroad and some universities only paythem out when the student has returned. Less welloff students simply cannot afford this.Which general objective should Italian universities

pursue?

Nowadays the right to education is a given. Italymust aim at the right to mobility. All students areentitled to take a course or do an internship in aforeign country. The low number of students who have taken advantageof mobility opportunities shows the need for nationaland local measures to foster the participation ofstudents in European schemes. A survey like as this is extremely valuable becauseit reveals current problems but also suggestspractical solutions and, most of all, illustratesinstances of good practice within the country, thusconfirming a positive ongoing trend in the Italianuniversity system.It is quite clear that Italy must improve the appealof its scientific institutions by upgrading theirreception potential and facilities, so as to foster aninternational and dynamic ambience like the oneon campuses in the UK and the US. This would certainly encourage foreign students andresearchers to come to Italy. In this respect we atAREA Science Park mean to invest our vision,endeavours and resources, as we firmly believe thatappealing to foreign students and research workersis a key factor for success. Along with the indisputably high scientific standardsthat are vouched for by the important public and pri-vate laboratories and research centres located here,which have warranted AREA Science Park with pre-stige and appreciation at both national and inter-national levels.

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