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World Atlas: per una geografia del BUON SAMARITANO Esperienza estiva 2012 Animazione Missionaria: SDB Salesiani Don Bosco - FMA Figlie di Maria Ausiliatrice

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World Atlas: perunageografiadel BUON SAMARITANO

Esperienza estiva2012

Animazione Missionaria: SDB Salesiani Don Bosco - FMA Figlie di Maria Ausiliatrice

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A cura di Emma Colombatti e Francesco Capodieci

Ciao, siamo Livia e Gianni, due giornalisti che lavorano per una testata giornalistica online.Sapendo che ti piace andare in giro per il mon-do vogliamo portarti con noi e farti conoscere cose nuove.Per poterlo fare dovrai seguirci con le nostre storie tra le pagine di questo sussidio.Ah... dimenticavamo di dirti che con noi ci sarà anche Giulio, il nostro collega e corrisponden-te dal mondo. Giulio

LiviaGianni

Ogni giorno ci incontreremo per lanciare il tema della giornata, fai sempre riferimento al brano del Vangelo di Luca per il ver-setto su cui rifletterai quel giorno. Potrai approfondire la tematica leggen-do l’ di Papa Giovanni Paolo II.Allo stesso modo potrai confrontarti con i di giovani

come te ed aprire lo sguardo con un .

In tutto questo sarai accompagnato da e dal racconto di Giulio che ogni giorno ci manderà la storia di un “buon Samaritano”.

In redazione

Editoriale

Quanti dubbi...Occhio al mondo

I nostri esperti

dalla teoria alla pratica

Parole chiave

Chatroom

Spazio webPreghiera

Filo rosso

Dopo aver riflettuto su tutto questo, potrai passarecon alcune rubriche fisse per ogni giorno:

Diario online

Ed arriverai a concludere la tua giornata con la

Per poter accompagnare la riflessione quotidiana avrai a tua disposizioneil

Giovani a confronto partendo dallo stimolo del diario online

Sensazioni quotidiane di giovani come te

Parole importanti tratte dalle riflessioni quotidiane

Indicazione di un sito dove imparare e crescere

BUONA NAVIGAZIONE!!!

Un dottore della legge si alzò per metterlo alla pro-va: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eter-na?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai».Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacer-dote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versan-dovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno se-guente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, di-cendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo ri-fonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

Lc 10, 25-37

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1° G

ior

no

Editoriale

Che cosa è la vita oggi?

La vita umana è il fondamento di tutti i beni, la sorgen-te e la condizione necessaria di ogni attività umana e di ogni convivenza sociale. In nessuna altra epoca sono stati compiuti tanti sforzi mediante la tecnica e la medi-cina per salvaguar-dare la vita umana. Allo stesso tempo, però, nessun’altra epoca ha prodotto tanti luoghi e tanti metodi di disprez-zo e di distruzione dell’uomo.

Cosa centra l’amore di Dio

con la mia vita? Milly

Che senso ha la cultura, oggi?

Simo

Livia: ciao Gianni, senti una cosa... l’altro giorno mi è capita-to tra le mani il testo di una strana intervista fatta molto tem-po fa ad un tale di nome Gesù. Potremmo usarla per il pezzo di approfondimento che dobbiamo preparare per l’uscita del nuovo numero.

Gianni: ah, si... Ma di che si tratta?

Livia: diciamo che spiega come vivere in pienezza l’amore di Dio e del prossimo.

Gianni: ma sei fuori! A chi credi che possa interessare un tema tanto “fuori moda” come questo?? Ormai la gente com-pra la rivista solo se scriviamo di gossip, sport o altre banalità simili.

Livia: tu credi? Non ne sono troppo convinta. Probabilmente le persone rispondono in base agli stimoli che vengono lan-ciati e si conformano al livello culturale che va per la maggiore nella nostra società. Ma comunque, prova a sentire l’intervi-sta e poi ne riparliamo.

Gianni: ok, fa come vuoi. Sono pronto ad ascoltarti.

In Italia aumentano le persone in condizioni di povertà. La povertà assoluta in Italia (le persone che non hanno un paniere di beni essen-ziali) coinvolge 3 milioni e 120mila persone. Nel 2010 8 milioni e 272 mila persone erano povere (13,8%), contro i 7,810 milioni del 2009 (13,1%). Secondo i dati Istat (2011) il 2010 ha registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà: si è passati da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%).I più colpiti: nel 2010 la povertà relativa è aumentata, rispetto all’an-no precedente, tra le famiglie di 5 o più componenti, tra le famiglie monogenitoriali, tra i nuclei residenti nel Mezzogiorno con tre o più figli minori e tra le famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro.

EditorialeIn redazione

Quanti dubbi... Occhio al mondo

Eccomi qua ragazzi. Inizio il mio viaggio dall’Italia e vi mando il file della prima storia fra tante che vi racconterò dal mondo e inizio proprio con la storia di un uomo particolare! Fatemi sapere se è OK. Don Tonino Bello. Comunione, evangelizzazione e scelta degli ultimi sono i perni su cui svilupperà la sua idea di Chiesa (la “Chiesa del Grembiu-le”). Lo troviamo così assieme agli operai delle acciaierie di Giovinazzo in lotta per il lavoro, in-sieme ai pacifisti nella marcia a Comiso contro l’installazione dei missili, insieme agli sfratta-ti che ospiterà in episcopio (“Io non risolvo il problema degli sfrattati ospitando famiglie in vescovado. Non spetta a me farlo, spetta alle istituzioni: però io ho posto un segno di con-divisione che alla gente deve indicare traiettorie nuove”). Rinuncia ai “segni di potere” e sceglie il “Potere dei Segni”: nascono così la Casa della Pace, la comunità per i tossicodipendenti Apu-lia, un centro di accoglienza per immigrati dove volle anche una piccola moschea per i fratelli Musulmani. L’inevitabile scontro con gli uomini politici si fa durissimo quando diventa presi-dente di Pax Christi. Dopo gli interventi sulla guerra del Golfo venne addirittura accusato di incitare alla diserzione. Eppure c’è stata sempre una limpida coerenza nelle sue scelte di uomo, di cristiano, di sacerdote, di vescovo. E’ sta-to così coerente da creare imbarazzo perfino in certi ambienti, compresi quelli curiali: sapeva di essere diventato un vescovo scomodo. Ma la fe-deltà al Vangelo è stata più forte delle lusinghe

dei benpensanti e delle pressioni di chi avrebbe voluto normalizzarlo.

Don Bosco

Pensa ad avere uno scopo nella vita perchè raggiunge-

rai la felicità solo donan-doti agli altri. Il mondo ha

bisogno di te!

I nostri esperti

Filo rosso

“Amare tutti in modo che ognuno pensi di essere un prediletto”

è importante ca-pire e compren-dere fino in fon-do che la vita deve avere un senso, altrimen-ti perchè vivere? E una vita vissu-ta in pienezza si realizza nel mo-mento in cui non sono io al cen-tro, ma l’amore che nutriamo per i nostri si-mili. Ricordate-vi queste parole e la vostra vita sarà piena di fe-licità.

Gesù

Il nostro corrispondente

4 5

Il buon samaritano

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Caro diario, oggi non mi sento per niente bene, non so perché ... ho una grande tristezza addosso.La mia vita mi fa schifo, i miei non mi capiscono

chicca18: non credere che cambiando famiglia i pro-blemi si risolvano. I genitori sono tutti uguali.

fred90: sapete solo lamen-tarvi. Provate ad apprezzare di più ciò che avete e vedrete come la vita sarà più bella.

vita umanaconvivenza sociale

amorepienezzaprossimo

segni

Parole chiave

www.misna.org

Missionary InternationalService News Agency

Spazio web

dalla teoria alla pratica

e anche gli amici ci sono solo quando fa comodo a loro.Non è giusto vivere così. Quanto vorrei essere nata in un’altra famiglia!!!

Elena

Diario online

SIGNORE, AIUTAMI

Signore, fammi buono amico di tutti,fa’ che la mia persona ispiri fiducia

a chi soffre e si lamenta,a chi cerca luce lontano da Te,

a chi vorrebbe incominciare e non sa come,a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.

Signore aiutamiperchè non passi accanto a nessuno

con il volto indifferente,con il cuore chiuso,

con il passo affrettato.Signore aiutami ad accorgermi subito

di quelli che mi stanno accanto,di quelli che sono preoccupati e disorientati,di quelli che si sentono isolati senza volerlo.

Signore, dammi una sensibilitàche sappia andare incontro ai cuori.

Signore, liberami dall’egoismoperchè Ti possa servire,perchè Ti possa amare,

perchè Ti possa ascoltarein ogni fratello

che mi fai incontrare.

Preghiera

La vita va vissuta in pienezza, avendo ben chiaro il proprio scopo e accontentandosi di quello che si ha.

Il mondo non ha bisogno di persone che si lamentano,ma di gente che si rimbocca le maniche e con gioia dona la propria vita.

Filo rosso

disprezzodistruzione

povertàincomprensione

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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2° G

ior

no

Che ruolo per la religione, oggi?

La società in cui vi-viamo è dominata dalla civiltà delle immagini e dalla rapida diffusione di notizie, idee, valori, dati cultural e scien-tifici, trasmessi con linguaggio facile e incisivo. Per lo più, in questo contesto, non si parla di Dio; la religione è consi-derata un fatto pri-vato, quando non viene presentata sotto un’angolatura critica o negativa. Il risultato è una fede non approfondita, debole, fragile al punto che sembra ormai inesistente.

Perché ci piace mettere in dif-ficoltà l’altro?

Morena

Esistono ancora i bravi ragazzi?

Gigi

Livia: allora: un giorno mentre Gesù stava trascorrendo un po’ di tempo con i suoi amici gli si avvicinò un dottore della legge che non lo apprezzava affatto proprio per chiedergli al-cune cose e metterlo in difficoltà con le sue domande.

Gianni: aspetta, fermati un attimo: un dottore di che??

Livia: ma sì, i dottori della legge sono quelle persone che pen-sano di conoscere molto bene le sacre scritture e che in realtà identificano la fede con la legge, parlano spesso di Dio senza però restarne intimamente coinvolti e senza che la loro vita venga modificata alla luce dei suoi insegnamenti.

Gianni: ok, vai avanti. No aspetta un attimo: hai detto che questo dottore voleva metterlo in difficoltà. Ma perchè?

Livia: diciamo che Gesù non era molto amato quando ha iniziato a girare la Palestina raccontando la storia di un Dio diverso rispetto a quello che i suoi contemporanei conosce-vano, proponendo una religione che non era solo per i “bravi ragazzi” e che non richiedeva solo il rispetto di norme, riti e regole, ma una religione che andava vissuta nel proprio quo-tidiano. Proprio per questo motivo il dottore della legge ha voluto mettere Gesù alla prova, per fargli fare una figuraccia davanti a tutti quelli che erano lì per ascoltarlo e quindi gli ha chiesto delle cose che secondo lui Gesù non sapeva, ma in re-altà si è messo nei guai da solo... aspetta di sentire le risposte di Gesù.

Dai territori occupati. Secondo le autorità israeliane le case che vengono demolite sono state costruite e occupate illegalmente e co-stituiscono una minaccia per la sicurezza. Tutte le case vengono ab-battute in conformità ad un mandato. I palestinesi accusano il comu-ne di Gerusalemme di attuare delle discriminazioni nei loro confronti e di rendere praticamente impossibile ottenere i permessi legali per la costruzione di nuove case. Ogni anno molte case vengono erette illegalmente dai palestinesi e Israele continua ad eseguire gli ordini di demolizione. Anche l’ONU è intervenuto chiedendo ad Israele di bloccare la demolizione delle abitazioni palestinesi.

Editoriale

Occhio al mondo

Sii sempre convinto dei tuoi ideali e della tua fede, ti accompagneranno per ogni

strada della vita!

I nostri esperti

Filo rosso

“Così io voglio bene a voi due; siete come due dita della mia stessa mano”

Don Bosco

Non è possibile vivere nel mon-do senza avere lo sguardo sem-pre rivolto al cielo. Sono gli i n s e g n a m e n t i del padre che ci aiutano a vivere degnamente que-sta vita con noi stessi e con tutti i nostri fratelli. Vivere con i piedi per terra, inseri-ti nella realtà quotidiana, ma con il cuore e la mente rivolti all’intimità con Dio.

Gesù

Quanti dubbi...

8 9

In redazionePer metterlo alla prova...

Eccomi qua ragazzi. Questa volta mi trovo nella stri-scia di Gaza. Nel file che vi ho appena mandato tro-vate il racconto della storia di Rachel Corrie, una gio-vane che ha dato la vita per gli ideali in cui credeva. Fatemi sapere se è OK. Rachel Corrie (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003) era un mem-bro dell’International Solidarity Movement (ISM) e aveva deciso di andare a Rafah, nella striscia di Gaza. Fu ferita a morte mentre protestava contro l’occupazione israelia-na, nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell’esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi. Rachel, oltre a partecipa-re attivamente, si definiva un “osservatore dei diritti umani”. “Credo che sia una buona idea, mollare tutto e dedicare le nostre vite affinché ciò finisca. Voglio davvero andare a ballare al suono di Pat Benatar e avere dei ragazzi e disegnare fumetti per quelli che lavorano con me. Ma voglio anche che que-sto finisca. Quello che provo è incredulità mista a orrore. Sono delusa, mi rendo conto che questa è la realtà di base del nostro mondo e che noi ne siamo in realtà partecipi. Non era questo che avevo chiesto quando sono entrata in questo mondo. Non è que-sto il mondo in cui tu e papà avete voluto che io entrassi, quando avete deciso di far-mi nascere (da una lettera ai genitori).

Il nostro corrispondente

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Preghiera

Filo rosso

PREGHIERA DELLA STRADA

Aprimi, o Signore il sentiero della vita e guidami sulla strada dei tuoi desideri;insegnami i luoghi della tua dimora

e fa’ risplendere ai miei occhi la meta delle mie fatiche.Dammi di capire questa inquietudine che mi fa uomo della strada,

questa curiosità che mi fa investigatore di bellezze,questa gioia che mi dà il gusto della vita e la volontà di fare del bene sulla terra.

Dammi di capire la bellezza delle cose e la Parola che tu esprimi a mio insegnamento dalle loro profondità.Dammi di comprendere la bontà delle cose

e di saperne rettamente usare per la tua gloria e per la mia felicità.La mia preghiera, il mio canto, il mio lavoro,

tutta la mia vita siano espressioni di riconoscenza verso di te.Concedimi di capire gli uomini che incontro sul mio cammino,

e il dolore che nascondono,e quelli che dividono con me la fatica della strada,

l’amore dell’avventura, la soddisfazione della scoperta;dammi il dono della vera amicizia e della vera allegria;

fammi cordiale, attento, magnanimo, puro, misericordioso.Fammi sentire la voce della strada:

quella che mi invita sulle vie del mondo a conoscere sempre di più i segni del tuo amore:

quella che batte il cammino dei cuori,quella che conosce il sentiero delle altezze dove Tu abiti nello splendore della verità.

Lontano da Te e dalle tue vie, fammi sentire l’inutilità del tutto,il silenzio delle cose e della Casa.

A questa Casa dammi di poter giungere dove Tu per tutti i Santi sei Bellezza vera,

Luce increata, Amore pieno, Riposo perfetto. Amen.

La fede in Dio sia il motore di ogni azione umana e il rispetto per gli altri sia alla base di ogni relazione.

Caro diario, non la sopporto più!!!!!!!! Ogni giorno a dirmi: comportati bene, stai at-tento a quello che dici, fai così, fai “colì” …

chicca18: Alberto, anche io mi sento oppressa come te. Mai libera di essere me stes-sa. Sempre regole da segui-re.

fred90: questo è vero, a volte le mamme esagerano, ma non credo che lo facciano con cattiveria.

religionefedeDio

intimitàquotidiano

donovita

Parole chiave

www.ohchr.org

Office of the HighCommissioner for

Human Rights

Spazio web

dalla teoria alla pratica

ma perché non si fida di me? Perché non mi lascia un po’ di autonomia?

Alberto

Diario online

difficoltàprovaorrore

delusionegenocidio

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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3° G

ior

no

Editoriale-

Comportarsi

correttamente?

L’esistenza perso-nale si riferisce al concreto della vita, al saper prendere posizione, in un senso o nell’altro: è inevitabile che nell’agire concreto noi operiamo del-le scelte, che sup-pongono una certa concezione del no-stro destino perso-nale e della finalità concrete da dare alla nostra vita. Il problema che resta, allora, è solo quello che si tratti di una scelta giusta, con-forme al progetto di Dio.

Perché devo pen-sare alla vita eter-na, quando è già

abbastanza difficile stare al mondo?

Pippo

Salvezza? Ma che significa?

Bea

Gianni: sì, ma non mi hai ancora detto qual è stata la prima domanda di questa strana intervista a Gesù.

Livia: allora, dammi il tempo di raccontarti. Il dottore della legge gli ha chiesto che cosa doveva fare per ottenere la vita eterna.

Gianni: stai scherzando? la vita eterna? roba da matti...

Livia: sì, gli ha proprio chiesto: “Signore, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. E Gesù gli ha risposto con un’al-tra domanda: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Come puoi sentire Gesù è stato molto furbo perchè ha fatto in modo che il dottore della legge si rispondesse da solo. Il dottore della legge pensava infatti che fosse necessa-rio acquisire dei meriti per ottenere la salvezza e invece Gesù voleva fargli capire una cosa completamente diversa.

Gianni: ...ma dimmi, come ha risposto il dottore della leg-ge?

Livia: oh, gli ha risposto in modo molto corretto, peccato che non sapesse il reale significato delle parole che stava dicen-do.

Ulaanbaatar, capitale della Mongolia. Una città di un milione di per-sone. Il 60% di loro vive in insediamenti formati dalle tradizionali tende mongole, senza acqua, servizi igienico-sanitari o infrastrutture di base. Queste persone utilizzano stufe a legna o carbone per cu-cinare e riscaldare, con costi del carburante fino al 40 per cento del proprio reddito. Che disagio quando è notte e ci sono -35 gradi Cel-sius e bisogna andare in bagno, e pensare che si trova all’aperto! E l’aria che respirano è per 24 su 24, 7 giorni su 7, quella delle stufe!Così vive oltre mezzo milione di persone nei distretti della capitale.

Editoriale

Punta in alto e non accontentarti di

sopravvivere, la vita è una sola e vivila in bella copia!

I nostri esperti

Filo rosso

“Mi avvicinerei ai fanciulli, li chiamerei intor-no a me, vorrei amarli, farmi amare da essi, dir

loro delle buone parole, dare loro dei buoni consigli”

Don Bosco

Occhio al mondo

la fede va vissuta nel quotidiano, non bastano le belle parole per definirsi cristia-ni, ma bisogna sapere far segui-re ai bei discorsi anche dei com-portamenti che siano degni del nostro essere fi-gli di dio.che io vi possa essere d’esempio in questo: la coerenza nelle scelte quotidia-ne prima di tut-to perchè prima di tutto viene l’amore per il pa-dre.

Gesù

Quanti dubbi...

12 13

In redazioneChe devo fare per avere la vita eterna?

Eccomi qua ragazzi. Oggi mi trovo in Mongolia e vi mando il file della storia di Sr. Sandra Garay. Fatemi sapere se è OK. Sr. Sandra Garay è una Missionaria della Consolata, partita per la Mongolia nel 2003. La sua testimonianza è un invito ad affrontare con semplicità e gio-ia la realtà mongola, fatta di silenzio, di so-litudine, di freddo e di tante opportunità per trovare il Dio della Vita nelle immensità delle steppe e nel cuore del popolo. “Ecco dov’è, secondo me, la bellezza di questo popolo: la durezza del presente, l’incertezza del futuro e un passato assai sconvolto, non sembra-no aver indurito il loro cuore. Sono ancora fiduciosi, accoglienti, alle volte rivelando-si anche con l’incanto della freschezza dei bambini. Siamo ospiti di un popolo aperto all’incontro, e che offrendoci uno spazio per condividere la vita con loro ci invita alla conoscenza reciproca. La speranza è che un giorno ci incontreremo anche a parlare loro di Dio. Forse i Malchin, conoscitori di ogni valle e sentiero, ne sanno già qualche cosa del Dio che si nasconde in queste im-mensità. È molto difficile pensare che chi guarda i cieli azzurri della Mongolia non si interroghi qualche volta su Dio e non abbia in cuore almeno il desiderio di sapere di più di Lui. I nostri mondi possono essere mol-to diversi, ma l’incontro può trasformarsi

in una esperienza così bella!”.

Il nostro corrispondente

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AIUTACI, SIGNORE GESÙ

Signore, tu che hai dato per tutti noi la Tua vitae ci fai vivere in questo mondo stupendo e terribile

dove gli uomini amano e odiano:aiuta noi che Ti riconosciamo,

ad incontrati nel Tuo continuo dono:aiutaci, Signore,

ad essere personeche sanno donare e ricevere,capaci di condividere,

di portare i pesi gli uni degli altriper soffrire e godere insieme.

Suscita in noi, Signore, una volontà decisaa collaborare con Te

alla liberazione dell’uomodalla miseria, dalla sofferenza, dal male.liberaci da ogni chiusura e dall’egoismo.

Ti ringraziamo, Signore,per il dono della fede,

questa fede che noi vogliamo viva e responsabile.Aiutaci a crescere e ad essere,

giorno dopo giorno, più conformiall’ideale cristianoche Tu ci proponi.

Preghiera

“Con le parole e con le opere”.Solo se alle nostre parole seguiranno fatti concreti e coerenti

potremmo essere testimoni credibili e persone felici di ciò che siamo!

Filo rosso

Caro diario, fin da quando ero piccola ho do-vuto capire da sola come crescere in questo mondo. Ormai sono abituata a questa solitudine

chicca18: felicità! Quando ero piccola mi sembrava di essere felice. Adesso non lo so...

fred90: è chiaro che la vita ha alti e bassi, ma cadere in depressione... dai, no... alla nostra età.

conoscenzasemplicitàcorrettezza

scelteprogetto di Dio

leggefiducia

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Spazio web

dalla teoria alla pratica

però mi chiedo perché vedo in giro tanta feli-cità in altre famiglie?

Anna

Diario online

silenziosolitudine

disagio

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Gio

rn

o

Editoriale

Xenofobia

L’assurdo concetto espresso nel termi-ne “xenofobia” è la contraddizione di-retta del sentimen-to cristiano. Dalla mentalità pregiu-diziale che esso esprime – basata sulla gelosia e sulla paura che l’uomo venuto da fuori fi-nisca per alterare o mettere in pericolo l’identità della so-cietà ospitante – si sviluppano atteg-giamenti di diffi-denza, suscettibili di tradursi in vera e propria ostilità e non raramente in meccanismi di ri-getto, comunque camuffati.

Amare il pros-simo? La vedo

dura!Camilla

Perché dovrem-mo essere tutti

uguali?Sandro

Livia: gli ha risposto dicendo: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”.

Gianni: uau!

Livia: è già, proprio “uau”... che parole profonde! Come vedi il dottore della legge conosceva bene le sacre scrit-ture e per lui era molto semplice il rispetto di queste pa-role in quanto il comandamento di Dio “Amerai il prossi-mo tuo” aveva un significato piuttosto limitato nel senso che la parola prossimo si riferiva solo all’ebreo o a coloro che appartenevano al proprio gruppo religioso. Gli altri venivano dopo e non erano certo “il prossimo”.

Gianni: e quindi, gli stranieri come venivano conside-rati?

Livia: beh, gli stranieri erano considerati dei “prossimi” solo se vivevano nella terra d’Israele e questo nonostan-te nelle sacre scritture si esortasse ad amare proprio an-che gli stranieri ricordando che in Egitto Israele stesso aveva vissuto un’esistenza da forestiero.

In Sicilia, l’incidenza della povertà relativa è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 27% delle famiglie siciliane si collocava sotto la linea di povertà relativa. Rispetto al 2009 la povertà è aumentata di 2.8 punti percentuali (coinvolgeva il 24,2% delle famiglie residenti). Nel quadro complessivo, la Sicilia risulta essere una delle regioni più povere d’Italia, preceduta in termini percentuali solo dalla Basilica-ta; al contrario la Lombardia, l’Emilia Romagna e l’Umbria risultano le tre regioni meno povere.

Editoriale

Non avere paura di ciò che è diverso da te.

Siamo tutti figli di Dio!

I nostri esperti

Filo rosso

“Io sono un tuo amico”

Don Bosco

ricordatevi che siamo tutti uguali a questo mondo. non fate mai distinzioni fra le persone in base a strani cri-teri che vi mette-te in testa. ogni uomo bisognoso è un fratello a cui ci dobbiamo avvicinare con rispetto, affetto e dedizione.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

16 17

In redazioneAmerai!!

Eccomi qua ragazzi. Vi chiamo dall’Italia. Vi mando l’audio del racconto della propria vita da parte di uno strano personaggio italiano. Fatemi sapere se la voce si sente bene. “Sono Biagio Conte, un fratello, che stanco di tutte le ingiustizie quotidiane, ha deciso di staccarsi da tutto. La mia vita per tanto tempo è stata normale. Durante il lavoro, girando per i quartieri di Palermo, mi accorgevo delle tante difficoltà e miserie esistenti. Quando tornavo a casa la sera, mi accorgevo che io avevo tutto e loro neanche il necessario. Fu allora che lasciai, in silen-zio, mio padre, mia madre, il lavoro e la ditta, per donare totalmente la mia vita ai poveri. A questa scelta sono arrivato attraverso un duro cammino. Ho voluto vivere in silenzio staccato da tutto e da tutti, soprattutto dalle cose materiali. Poi feci ritorno a casa, per riabbracciare, dopo una lunga assenza, mia madre. Tornato a Palermo speravo che qualcosa fosse cambiato in meglio, ma ri-trovai gli stessi problemi di prima, anzi più grandi di prima. Subentrò in me un momen-to di indecisione... Volevo andare in Africa a fare il missionario, dedicare la mia vita ai poveri del terzo mondo. Invece, ho sentito qualcosa che mi bloccva qui nella città di Palermo. Così, dalla stazione centrale sino in via Archirafi, è nata la Missione di Spe-ranza e Carità che si occupa di assistenza

ai poveri, tossicodipendenti, senzatetto, prostitute.”

Il nostro corrispondente

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UN CUOR SOLO

Signore Gesù aiutaci ad essere un cuor solo e un’anima sola,nell’impegno di condividere gioie e dolori,

fatiche e speranze dei nostri fratelli.Fa’ che ognuno di noi sia Vangelo vissuto,

dove i lontani, gli indifferenti, i piccoliscoprano l’amore di Dio e la bellezza della vita cristiana.

Donaci il coraggio e l’umiltà di perdonare sempre,di andare incontro a chi si vorrebbe allontanare da noi

e di mettere in risalto il molto che ci unisce e il poco che ci divide.Dacci vista per scorgere il tuo volto

in ogni persona che avviciniamoe in ogni croce che incontriamo.Donaci un cuore fedele e aperto

che vibri ad ogni tocco della tua parola e della tua grazia.Ispiraci sempre nuova fiducia e slancio

per non scoraggiarci di fronte ai fallimenti, alle debolezze e alle ingratitudini.

Fa’ che ci sentiamo tutti una famigliadove ognuno si sforza di

comprendere, perdonare, aiutare, condividere;dove l’unica legge che ci lega e ci fa essere tuoi veri seguaci,

sia l’amore scambievole.Amen.

Preghiera

La diversità sia una ricchezza e non una limitazione.Ognuno è unico con i propri talenti e le proprie mancanze,

ed è così che Cristo ci ama!

Filo rosso

Caro diario, oggi a scuola è successa una cosa brut-tissima… mi sono dovu-to chiudere in bagno per sfogarmi e piangere da solo. Non è giusto

chicca18: mi sembra stra-no che un ragazzo pianga.

fred90: e perchè credi che solo voi ragazze potete esse-re sensibili? Anche noi sof-friamo come voi soprattutto quando ci sentiamo soli.

amarestranieriprossimofratelloscelta

assistenza

Parole chiave

www.un-ngls.org

UN Non-GovernmentalLiaison Service

Spazio web

dalla teoria alla pratica

trattare le persone così! Avevo solo chiesto loro di poter partecipare all’attività e loro, e loro mi hanno scaricato addosso tutta quella spazzatura.

Enrico

Diario online

solitudineingiustiziapericologelosia

xenofobia

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

18 19

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5° G

ior

no

Editoriale

Un mondo di giustizia

Per creare un mon-do di giustizia e di pace, la solida-rietà deve scalza-re le fondamenta dell’odio, dell’egoi-smo, dell’ingiusti-zia erette troppo spesso a principi ideologici o a leg-ge essenziale della vita nella società. La solidarietà che trova la sua origine e la sua forza nella natura del lavoro umano e dunque nel primato del-la persona umana sulle cose, saprà creare gli strumenti di dialogo e di col-laborazione.

Che cosa centro io con gli altri?

Luca

Un rapporto con Dio? E come lo

faccio?Sara

Gianni: ovviamente Gesù era d’accordo con quanto detto dal dottore della legge, vero?

Livia: ma certo, e infatti gli ha risposto facendogli i com-plimenti, quasi dicendogli: “Bravo, si vede che hai studiato, adesso vivi proprio come hai appena detto”. Solo che il con-cetto di amore che Gesù aveva in mente era ben diverso da quello del dottore della legge e soprattutto per Gesù non era importante capire chi è il nostro prossimo, ma piuttosto im-parare a farsi prossimo degli altri. Pensa, infatti, che il dot-tore della legge era sempre più convinto del proprio punto di vista che ha chiesto a Gesù: “Chi è il mio prossimo?”, come ad intendere che voleva chiaramente una risposta precisa da Gesù per poi poterlo cogliere in flagrante una volta che lui avesso manifestato amore verso qualcuno che non veniva de-finito prossimo.

Gianni: ma perchè questo dottore della legge vuole per forza far cadere Gesù con delle domande tendenziose?

Livia: beh, sai... Gesù stava un pò rivoluzionando la religione dell’epoca, stava dimostrando che si poteva avere con Dio un rapporto molto più intimo, concreto e quotidiano e questo non piaceva ai suoi contemporanei.

In Brasile i latifondisti sono l’1% della popolazione e detengono il 44% delle terre coltivabili, di cui il 62% resta improduttivo. Ci sono 4,8 milioni di contadini che non hanno accesso alle terre. I latifon-disti spesso le lasciano improduttive. Nelle leggi della Costituzione c’è scritto che le terre non utilizzate possono essere espropriate. Ma questa legge non è mai stata messa in atto. I Sem Terra si battono per l’applicazione della riforma agraria attraverso l’esproprio delle terre. Ma in molti casi i latifondisti e la polizia militare usano la vio-lenza per espellere le famiglie dalle terre occupate. Negli ultimi 10 anni sono state uccise più di 1000 persone, e gli assassini rimangono spesso impuniti.

Editoriale

La tua vita sia un impegno costante di amore

e donazione al prossimo, chiunque egli sia!

I nostri esperti

Filo rosso

“Non accontentatevi di amare i vostri compagni con le sole parole, ma aiutateli in

ogni sorta di servizio”

Don Bosco

donare la vita, farsi prossimo degli altri... ma non vi rendete conto di quan-to bello possa es-sere? Non capite che spenderci per gli altri è ciò di cui abbiamo bi-sogno per essere felici e arrivare alla fine della nostra vita sen-za alcun rim-pianto?provateci e tro-verete conferma alle mie parole.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

20 21

In redazioneE chi è il mio prossimo?

Eccomi qua ragazzi. Vi chiamo dal Brasile e vi ho appena mandato il file della storia di un gran-de uomo di giustizia. Fatemi sapere se è OK. Il 24 Luglio 1985 a Cacoal veniva ucciso padre Ezechiele (Lele) Ramin, missionario com-boniano. Aveva 32 anni. Martire della carità lo ha definito Papa Giovanni Paolo II, qualche giorno dopo la sua morte. La sua uccisione è da attribuirsi alla sua azione in difesa de-gli Indios Suruì e dei lavoratori della terra nello Stato di Rondonia (Brasile). Ezechiele era fiero di servire una Chiesa che aveva fat-to la scelta preferenziale per i poveri e che promuoveva le comunità di base. Il mondo latinoamericano lo affascinava da sempre: “Mi sento in sintonia con le sue angustie e le sue grandi speranze”. Solo chi alza la sua voce contro l’ingiustizia, può annunciare il Vangelo. Denunciando l’ingiustizia era però consapevole di rischiare la vita. “Fa male al cuore vedere tanta ingiustizia e sapere di poter fare così poco”. La giustizia era per lui una ragione sufficiente e necessaria per vivere e per morire. Perdere la vita per la giustizia era la più alta testimonianza della propria fede, della “sequela” di Cristo mor-to su un patibolo per salvare gli altri, e del proprio amore per gli oppressi. “Dopo che Cristo è morto vittima di ingiustizia, ogni in-giustizia sfida il cristiano”. “La vita è bella

e sono contento di donarla”.

Il nostro corrispondente

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FAMMI CAPIRE L’AMORE CRISTIANO

Fammi comprendere come ami tu, con santo ardore.Fammi comprendere sempre più

l’importanza capitale dell’amore del prossimo.Mostrami tutte le esigenze della carità

affinchè io non mi permetta di restringerle indebitamente.Fammi guardare gli altri con benevolenza,

così da saper scoprire tutto il bene che nascondono in sè.Fammi partecipe della tua dolcezza,

affinchè mi avvicini al prossimo con umiltà.Fa’ scaturire in me

la spontaneità della dedizione,la sollecitudine nel soccorrere gli altri o nel servirli.

Impregnami del profumo della tua bontà,perchè essa si rifletta in me

attraverso un’amabilità delicata e preveniente.Rendimi accogliente per i dolori e le gioie altrui,

comprensivo nelle loro difficoltà.Sostieni la mia pazienza

e dammi la forza di dimenticare immediatamentetutto ciò che mi ferisce e che mi irrita.

Fammi amare il prossimo sinceramentee fino in fondo,

con un dono di me stesso che non indietreggi mai davanti al sacrificio!

Preghiera

Gli occhi sappiano sempre cogliere le necessità altruie il cuore sia sempre pronto a mettersi in gioco

perchè una vita attenta è una vita donata.

Filo rosso

Caro diario, oggi ho cercato di parlare con quella ra-gazza dell’ufficio del se-condo piano, quella che è sempre da sola. Pensavo di farle una cosa

chicca18: magari in quel momento voleva stare da sola, non puoi farle una col-pa.

fred90: guarda che Maria stava solo cercando di esser-le amica, un po’ di gentilezza poteva manifestarla.

giustiziapace

solidarietàlavorodialogo

prossimoservire

Parole chiave

www.coe.int/it

Portale del Consigliod’Europa

Spazio web

dalla teoria alla pratica

gradita, ma lei, sen-za alzare lo sguardo, mi ha detto che aveva da fare e che non ave-va tempo per fare due chiacchiere.

Maria

Diario online

violenzaingiustiziaegoismo

odio

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Gio

rn

o

Editoriale

Carità

La carità è sempre necessaria, come stimolo e comple-mento della giusti-zia. Nella società contemporanea , che cerca di pro-muovere sia delle legislazioni sia gli strumenti adatti a dare a tutti i cittadi-ni una sicurezza in campo economico, sanitario, sociale, esistono purtroppo situazioni di po-vertà fisica e psi-cologia. La pratica della carità eviden-zia il vero cristiano secondo l’espressa volontà di Cristo: “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”.

Come fa l’amore ad essere egoista?

Beppe

Aiutare?Francy

Livia: e questa diversa mentalità che Gesù aveva emerge proprio nel momento in cui risponde alla domanda: “Chi è il mio prossimo?” in quanto lui nella risposta che dà stravolge proprio la prospettiva. Gesù non pone l’accento sul “mio” in quanto esprimerebbe un amore che accentra, un amore egoi-sta, non necessariamente un amore che si dona, come invece è l’amore del Padre.

Gianni: ma quindi la domanda del dottore della legge potreb-be anche essere riscritta così: “Di chi io sono il prossimo?”

Livia: perfetto! Hai proprio capito che cosa Gesù voleva in-segnare con le proprie parole. Gesù ci insegna a superare la visione di un amore per riconoscenza, per dovere e ci invita a farci prossimo di chi ci vive accanto in famiglia, nella comuni-tà, nell’ambito del lavoro o anche di chi incontro occasional-mente. Chiunque abbia bisogno del nostro aiuto, di una pa-rola buona o anche semplicemente di un sorriso è il prossimo di cui dobbiamo prenderci cura. Siamo prossimi di qualcuno quando gli siamo “vicini”.

Gianni: ma scusa, come ha fatto Gesù a far capire al dottore della legge questo suo nuovo modo di intendere le cose?

L’Egitto è un paese con fonti di approvvigionamento idrico mol-to limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le ori-gini del fiume non si trovano all’interno del paese. Per soddisfare il suo fabbisogno l’Egitto integra l’acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l’acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. L’acqua acquista un valore crescente, si avvicina al petrolio e a ricchezze minerali come risorsa strategica. La sua rarità porterà sempre più a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest’ultima un’importanza di primo piano.

Editoriale

Percorri la strada della carità e poniti al fianco di chi ha

bisogno di te, non te ne pentirai!

I nostri esperti

Filo rosso

“Il miglior atto di carità è l’aver zelo del bene spirituale del prossimo”

Don Bosco

essere vicino a qualcuno vuol dire preoccupar-si perchè possa avere una vita felice, vuol dire avere attenzio-ne alle sue ne-cessità materiali e spirituali, vuol dire restargli ac-canto in qual-siasi situazione si venga a trova-re. Non facciamo mai mancare la nostra presenza premurosa a chi ne ha bisogno, ricordatevi di mia madre.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

24 25

In redazioneE chi è il mio prossimo?

Eccomi qua ragazzi. Mi trovo in Egitto. Vi mando un nuovo file sulla vita di Suor Giacinta Spiller (suora comboniana). Fatemi sapere se è OK. «Ero ancora novizia quando sbarcai per la prima volta in Egitto nel lontano 1951. La missione che mi sorrideva e mi invitava nella mia gio-vinezza, rimane una passione e un richiamo a vivere il mio quotidiano per Dio a quanti avvicino, soprattutto nel campo infermieri-stico. I malati sono stati sempre al centro della mia vita missionaria. I malati erano per me “immagini sacre”. Più volte li ho visti tornare sui loro passi, una volta guariti, per ringraziare per il bene ricevuto, non soltanto per la guarigione, ma anche per sentirsi più vicini a Dio al quale si cercava di portare tutti, pur rispettando la loro religione, in-fondendo in loro fiducia nel Padre comune… Ogni incontro con questa parte di umanità è per me un richiamo a mettermi a loro di-sposizione con cura e amore, anche quando a metà mattina vedo allungarsi la fila dei pazienti che vivendo in ambienti poco puliti esigono cure particolari: lavaggio di occhi e orecchi, estrazione di insetti penetrati nella notte a causa del dormire per terra. ». Fino al 2006 Suor M. Giacinta va ogni giorno al dispensario, a “parlare” ai poveri di Dio con la sua accoglienza, l’attenzione, le cure. Il Signore viene per portarla con Sé, la mattina

del 21 luglio 2009.

Il nostro corrispondente

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L’EREDITÀ DI UN CATINO

Tu o Signore,dal catino per lavare i piedi,

hai lasciato erede ogni comunità cristiana,in quella sera del testamento dell’amore,

quando tu stesso lavasti i piedia Pietro smarrito e agli altri apostoli con lui.

Da allora, ripulire le miserie estreme che offuscano in tutti i sensi,

non è forse dovere di ogni discepolo di Cristo?Ma l’eredità di un catino per servire

forse è stata dimenticata nelle nostre comunitàe pochi escono e si inginocchiano

dinanzi ai piedi sporchi dell’umanità,ignorando che Cristo va adorato nel sacramento

e servito sotto le spoglie di ogni uomo.Amen.

Preghiera

La carità e il servizio siano due elementi fondantinella vita di ognuno. Cristo ha insegnato ad essere

persone di bene. Non deludiamolo!

Filo rosso

Caro diario, che barba! Oggi mi tocca accompa-gnare mia mamma da quella sua amica che ha la casa piena di gatti… e io odio i gatti. Ma

chicca18: sai quante cose mi tocca fare che neanche mi piacciono. Non sei mica l’unico.

fred90: comincio a stancar-mi delle tue lamentele, non sai fare altro. Ma guardati un po’ attorno e poi ne riparlia-mo.

caritàsicurezza

vero cristianoamorecura

quotidianobene ricevuto

Parole chiave

www.massviolence.org

Online Encyclopediaof Mass Violence

Spazio web

dalla teoria alla pratica

perché mi costringe una volta a settimana a fare queste visite che non mi piacciono?

Andrea

Diario online

povertà psicologicapovertà fisica

conflitti

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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ior

no

Editoriale

Perché la violenza?

Occorre risalire a quelle concezioni, a quei gruppi che hanno proclamato ed inculcato nelle coscienze dei gio-vani, come ideale di vita, la lotta con-tro l’altro, l’odio contro chi pensa o agisce diversa-mente, la violenza come unico mezzo per il progresso so-ciale e politico. Ma la violenza genera violenza, l’odio ge-nera odio e l’uno e l’altro umiliano ad avviliscono la per-sona umana.

Perché non possiamo arrab-

biarci? Anna

Perché è così difficile stare in

pace? Checco

Livia: Gesù gli ha raccontato una storia. Devi sapere che ho scoper-to che Gesù amava raccontare delle storie per far capire alla gente come poteva migliorare i propri comportamenti, come poter amare Dio e il prossimo in modo più profondo e vero.

Gianni: allora dai, racconta anche a me questa storia. Inizio ad ap-passionarmi alla vita di Gesù e al suo modo di pensare.

Livia: ok. Gesù racconta di un uomo che stava percorrendo la stra-da che da Gerusalemme porta a Gerico, una strada ripida in mezzo a dirupi e burroni, e che durante questo suo viaggio è stato assalito dai briganti che lo hanno spogliato, percosso e lasciato sulla strada mezzo morto prima di andarsene.

Gianni: chi era questo poveretto assalito dai briganti?

Livia: non lo sappiamo e per Gesù non era importante far sapere chi fosse... quello che è importante è capire che i ladroni non sono un incontro casuale o un imprevisto marginale, ma fanno parte del-le regole di questa vita sbagliata. Questo tipo di vita che gli uomini hanno disegnato e impiantato sulla legge dell’egoismo e del torna-conto, questa vita fondata sulla ricerca del successo personale ad ogni costo. Una vita in cui la violenza ha un ruolo sempre più in primo piano, violenza verso l’uomo, qualsiasi tipo di violenza.

Gianni: ho capito, quell’uomo potrebbe essere il simbolo di ognu-no di noi che potrebbe ritrovarsi solo e in balia di ladroni.

El Salvador, un paese di soli sei milioni e mezzo di abitanti, è lo sta-to più violento al mondo in termini di violenza sulle donne. Nel 2011 sono stati registrati 647 femminicidi, 12 ogni 100.000 donne. Sempre nel 2011 la polizia ha riportato che 1272 donne sono state vittime di altre violenze, tra cui lesioni, stupri, molestie sessuali e violenze in-trafamiliari. La prima causa di morte violenta non riguarda i conflitti armati, ma il crimine. El Salvador è il paese in cui i livelli di violenza armata in tempo di pace si avvicinano a quelli delle zone dei conflitti. Tra il 2004 ed il 2009 sono state uccise più persone in El Salvador che in Irak. La violenza di genere conta, inoltre, sull’impunità di cui possono essere quasi certi gli autori di delitti così efferati. Negli anni scorsi, su 7.000 casi di violenza sessuale denunciati, solo 436 si sono conclusi con una condanna.

Editoriale

La non-violenza sia parte del tuo essere nel

quotidiano, nelle piccole o grandi azioni che compi!

I nostri esperti

Filo rosso

Non chiedetevi chi siano le persone che incontrate sul vostro cam-mino, potrebbe-ro essere disone-ste o ladre, ma prima di tutto ricordatevi che sono esseri uma-ni. Uomini e don-ne spesso spoglia-ti, colpiti, soli e mezzi morti. uo-mini e donne che necessitano che ti avvicni a loro e che hanno bi-sogno della tua c o m pa s s i o n e . non c’è umanità senza compassio-ne e senza farsi vicino.

“Quanti stenti, quante umiliazioni... per dare ad essi pane, casa, maestri e specialmente per

procurare loro la salute delle loro anime ”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

28 29

In redazioneUn uomo scendeva da Gerusalemme...

Eccomi qua ragazzi. Sono a El Salvador. Vi mando il file della storia di un testimone dimenticato. Fatemi sapere se è OK. Ignacio Ellacuria già a diciot-to anni fu inviato a terminare il noviziato nella Compagnia di Gesù a Santa Tecla, in El Salvador. Dopo vari spostamenti ritornò definitivamente in El Salvador, come insegnante dell’Università Cen-tro Americana José Simeón Cañas (UCA) di San Salvador. Fu fondamentale l’incontro con Monsi-gnor Romero, col quale collaborò intensamente fino all’uccisione dell’Arcivescovo nel 1980. La sua lotta per la trasformazione dell’Università da un’ottica di sviluppo a quella della liberazio-ne, per portarla ad essere coscienza critica della società, lo condusse ad implicarsi sempre mag-giormente nella sua gestione, fino a diventarne il Rettore dal 1979. Nonostante minacce continue, il suo impegno continuò, nella convinzione che non avrebbero potuto nuocergli, perché la sua morte sarebbe stata sconveniente per il governo degli Stati Uniti, principale artefice dei tristi de-stini del Centro America. Ma durante l’offensiva guerrigliera dell’11 novembre 1989 avvenne l’impro-babile. In una riunione con lo stesso presiden-te della repubblica Alfredo Cristiani, l’oligarchia salvadoregna decise la sorte dei padri gesuiti del-la UCA e principalmente di Ellacuría. Uno squa-drone del reparto speciale Atonal dell’esercito governativo, al comando del Colonnello Benavides, tuttora impunito, entrò nella residenza universi-taria della UCA per eliminarne i dirigenti: insieme ai padri Ignacio Ellacuría, Ignacio Martín Baró, Segundo Montes, Juán Ramón Moreno, Amando

López e Joaquín López y López, furono uc-cise Elba e Celina Ramos.

Il nostro corrispondente

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IL VANGELO DI CARITÀ

Ti abbiamo conosciuto, Signore Gesùcome uomo tra gli uomini,come povero tra i poveri,

come Figlio che annuncia la vitadonando se stesso per salvare l’uomo.

Vogliamo vivere, Signore Gesùil tuo Vangelo di carità

nelle situazioni che ci farai sperimentare,attenti al grido di chi soffre accanto a noi

nel dolore e nella solitudine. Rendi veri i passi della nostra comunità

sulla strada della prossimitàperchè sia ogni giorno segno e strumento

del tuo amore gratuito,senza incertezze o compromessi,

ricca solo della tua misericordia infinita.Amen.

Preghiera

Non importa quante siano le difficoltà che si affrontano ogni giorno, non importa quante siano le prove

che si è chiamati a superare, perchè la nostra forza è data dalla capacità di trasformare il negativo in positivo.

Filo rosso

Caro diario, v o r r e i spaccare tutto. Ho una rabbia dentro che mi verrebbe di buttare tutto fuori dalla finestra! Non sopporto, non sopporto,

chicca18: sfogati, ogni tan-to fa bene perdere le staffe. Poi ti sentirai sicuramente meglio.

fred90: sfogarsi sì, fa bene... ma non necessaria-mente si deve essere violenti o rompere tutto ciò che ci ca-pita sottomano.

coscienzamigliorare

amoreprossimoimpegno

Parole chiave

www.humanrightseducation.info

Human RightsEducation of UNRIC

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dalla teoria alla pratica

non sopporto più il fatto che non mi capiscono.

Manuela

Diario online

solitudineegoismo

umiliazioniodio

violenza

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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8° G

ior

no

Editoriale

L’esperienza della

solitudine

L’esperienza della solitudine diventa così il passo deci-sivo. Essa genera infatti un legame profondo con gli altri uomini, che sono accomunati dallo stesso destino e animati dalla stes-sa speranza. Così, da questa abissale solitudine nasce l’impegno serio dell’uomo verso la propria umanità, un impegno che di-viene passione per l’altro e solidarietà con ciascuno e con tutti.

Mi fa soffrire l’in-differenza?

Elena

Che cosa è la sof-ferenza, per me?

Gio

Livia: immagina la scena: un uomo ferito, lasciato per terra in mezzo alla polvere e poi finalmente appare all’orizzonte qualcuno giunto per salvarlo.

Gianni: meno male che la storia finisce bene, iniziavo già a preoc-cuparmi.

Livia: non correre troppo! Gesù continua il suo racconto dicendo che stava arrivando un sacerdote, ma che quando vide il poveretto per terra, passò oltre dall’altra parte.

Gianni: ma che dici? Non può essere: un prete, un uomo di Dio, che non si ferma a prestare soccorso? Non ci posso credere!

Livia: è sì, un prete, un “professionista” della religione che cono-sce molto bene la legge di Dio e che guida la preghiera in chiesa ogni giorno non si è curato di aiutare un uomo in difficoltà. L’essere accanto all’uomo che soffre non fa parte dei suoi programmi, non rientra nei suoi doveri: lui deve solo interessarsi delle cose di Dio.

Gianni: ma scusa, non capisco proprio… abbiamo appena detto che le sacre scritture dicono che bisogna amare il prossimo, come è possibile questo che racconti?

Livia: infatti, Gesù racconta questo fatto proprio per colpire una liturgia e una pratica religiosa avulsa dalla carità e dalla vita, vuole mettere in guardia la sua comunità dal pericolo di ridurre la religio-ne ad un culto vuoto, fine a se stesso, che ignora gli uomini e le loro tormentose vicende.

Nella R. D. del Congo, teatro di una delle più gravi crisi umanitarie, con oltre 5milioni di morti dal 1998 ad oggi, la condizione degli uomini, delle donne e dei bambini è ogni giorno più difficile. Il 76 per cento della popolazione è afflitta da uno stato di fame cronica, più della metà vive con meno di un dollaro al giorno. La comples-sa situazione politica, sociale ed economica fa si che nonostante la ricchezza naturale del territorio, la RDC sia il Paese col più basso PIL al mondo. Secondo la classifica dell’Indice di Sviluppo Uma-no dell’UNDP il Congo è all’ultimo posto tra tutti i paesi analizzati nell’ultimo anno.

Editoriale

Non lasciare che l’indifferenza faccia parte

delle tue scelte di vita!

I nostri esperti

Filo rosso

non è possibile amare dio senza amare il pros-simo perchè un tale amore sa-rebbe falso. non siate dei cattolci vuoti! program-mate sempre tut-to: la messa, la novena, la dot-trina e, spesso, anche i fuochi d’artificio, ma un programma per eliminare la miseria e com-batterla, a que-sto non si pensa affatto. manca, e non senza col-pa, un migliore sforzo per sco-prire e sollevare i figli del Padre confinati nella desolazione.

“Carità, pazienza, dolcezza, ... fare del bene a chi si può, del male a nessuno”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneUn sacerdote passò oltre...

Eccomi qua ragazzi. Vi vhiamo dalla Repubblica De-mocratica del Congo. Vi ho appena mandato il file sulla vita di un grande martire. Fatemi sapere se va bene. Il 29 Ottobre 1996 per Christophe Mun-zihirwa, arcivescovo di Bukavu, si è compiuto il martirio per l’Africa, attraverso le mani di un gruppo di militari rwandesi. “Ci sono cose che non si vedono bene se non con occhi che han-no pianto” ripeteva spesso mons. Munzihirwa. Sono parole che esprimono bene il modo con cui ha vissuto il dramma della popolazione dei Grandi Laghi, con una com-passione e parte-cipazione totale: i suoi giudizi avevano perciò l’occhio penetrante di chi soffre e il coraggio di chi ama davvero. Aveva una grande libertà di spirito, per cui non ha avuto paura di parlare perché non aveva niente da perdere. Mons. Mun-zihirwa ha sempre detto forte le sue convinzio-ni, contro tutte le ipocrisie. Ha tempestato di lettere i responsabili di organismi internazionali e ha sempre detto quello che pensava, quello che vedeva stando sul posto. “Cristiani, anche se non possiamo impedire le violenze, dobbiamo sempre disapprovarle: bisogna saper dire No, un no assoluto. Anche se non arriviamo a sciogliere i nodi gordiani dell’ipocrisia, dobbiamo sempre denunciarli: bisogna saper dire No, un no altret-tanto assoluto”. La terza qualità da ricordare è la coerenza. Il non cercare niente per sé, il fat-to di dover difendere solo la verità, ha fatto sì che fosse al suo posto al momento giusto. A certi appuntamenti con il martirio si arriva solo dopo un’abitudine alla coerenza. Altrimenti ci

sono tante vie d’uscita, tante scuse per es-sere sempre altrove… magari per un bene superiore!

Il nostro corrispondente

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Padre onnipotente e santo, tu sei la fonte perenne dell’amore,la sorgente inesauribile della carità,

poiché sei una cosa sola con il Figlio tuo,nella comunione dello Spirito santo.

Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che tu hai per noi,abbiamo contemplato il tuo mistero di grazianella morte in croce del tuo Figlio unigenito,

egli ci ha amato sino alla finee ha accettato di essere trafitto sul patibolo

per donarci la tua vitae strapparci dalla tristezza del peccato.

Sii benedetto, o Padre, per la tua opera di salvezza:rigenerati dal sangue di Cristo

e rinati per la potenza del suo Spirito,noi riceviamo infatti da te un cuor nuovo

e possiamo amarci gli uni gli altri come fratelli.Il tuo Figlio Gesù, nostro Signore,

ci ha lasciato il suo comandamento,ci ha esortato ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amato;

da questo tutti sapranno che siamo suoi discepoli.Fa’, o Padre, che questo comandamento diventi realtà.

Aiutaci ad avere un cuor solo e un’anima sola,ad accoglierci nelle diversità e a rispettarci,

a sentirci in te una sola cosapur nelle differenze che ci contraddistinguono.

Il fuoco di carità che giunge a noi dal tuo mistero trinitarioriscaldi il mondo attraverso la tua Chiesa,

renda le nostre comunità cristiane luoghi di vera fraternità,perché il mondo creda in te, o Padre,

che tutto hai creato per la vita e l’immortalità.

Preghiera

Possiamo essere soli o possiamo vedere altri nella solitudine, ma qualunque siano le cause

del nostro sentire o vedere dobbiamo sempre avere il coraggio di chiedere o dare una mano.

Filo rosso

Caro diario, quanto lo amo, è troppo bello, quando lo vedo mi fa morire e sento qualche cosa allo stomaco!!!!

chicca18: e fai qualche cosa per farti notare se ti piace tanto.

fred90: come se fosse sem-plice. E poi, se a lui non inte-ressa non si accorgerà mai di lei. Io lo so come funzionano queste cose.

destinosperanzaumanità

compassionecoerenza

veritàlibertà

Parole chiave

www.coe.int/t/dg4/nscentre

Council of EuropeNorth-South Centre

European centre for globalinterdependence and solidarity

Spazio web

dalla teoria alla pratica

Peccato che lui non si accorga neanche di me.

Gianna

Diario online

drammacrisi umanitaria

indifferenzadifficoltàsolitudine

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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9° G

ior

no

Editoriale

La vita in profondità

Se guardiamo in profondità alla no-stra vita, la scopria-mo come un dono. Ci siamo e potrem-mo non esserci. Ogni giorno ci ri-svegliamo alla vita, e sentiamo sprigio-narsi in noi le forze e aspirazioni più grandi, di cui non riusciamo a son-dare l’origine. Ad ogni momento la vita cresce per l’in-flusso di realtà che noi non abbiamo predisposto. C’è dunque un mistero immenso a soste-nere la nostra vita, mistero che chiamo “Dio Vivente”.

Essenza del-la vita? Boh.

Bobby

Perché seguire delle regole?

Paola

Gianni: adesso inizio a capire perché Gesù non era tanto amato dai suoi contemporanei!

Livia: lasciami continuare. Dopo il prete che non ha aiutato l’uomo vittima dei ladroni, è passato per la stessa strada anche un levita che, giunto sul posto, allo stesso modo lo ha visto, ma è passato oltre.

Gianni: tutti vedono l’uomo in difficoltà, ma nessuno si ferma… non capisco, come è possibile? A me sembra la cosa più naturale di questo mondo.

Livia: spesso ciò che a noi sembra normale e naturale, non lo è per altri. Non dobbiamo dare per scontato delle cose, ma dobbiamo far capire a tutti l’essenza stessa della vita e della felicità. Ad ogni modo anche il levita, che aveva sempre vissuto la propria vita se-condo delle regole ben precise, è convinto che bisogna stare sempre dalla parte dei più forti e comportarsi come loro. Proprio per questo sta alla larga dell’uomo in difficoltà.

Gianni: e io che mi aspettavo proprio da questi due un gesto di carità. Invece niente. Questi due agiscono in modo diverso rispetto a ciò che insegnano e a ciò che rappresentano. Hanno un’immagine di Dio, confezionata da loro stessi, che è solo esteriorità e niente sostanza. Solo spiritualismo fine a se stesso e basta. Amare Dio nel prossimo è, per loro, una frase da insegnare ma non da praticare.

Livia: hai proprio ragione: il prete e il levita sono l’espressione dell’indifferenza verso chi è caduto vittima dei ladroni.

Il commercio miliardario dei diamanti provenienti da zone di guerraha finanziato e finanzia ancora oggi guerre civili che in Africa hanno provocato dal novanta più di 3,7 milioni di vittime e milioni di rifu-giati. Il denaro ottenuto con il commercio dei diamanti ha permesso ai gruppi ribelli di vari paesi di acquistare illegalmente armi e finan-ziare conflitti devastanti, con la complice indifferenza dell’industria dei diamanti e degli Stati coinvolti.Ancora oggi, anche se in quantità minore, i “diamanti di sangue” raggiungono le vetrine delle nostre gioiellerie.

Editoriale

Ama la vita, non sprecarla!

I nostri esperti

Filo rosso

spesso l’uomo ha un cuore di pietra. ha una terribile tendenza a fare i “fatti propri”, a non interessarsi degli altri e a pen-sare “non voglio disturbi”. no, così non può essere. seguite il mio cuo-re: un cuore che è tutto un aprir-si verso i bisogni degli altri, un cuore che porta ad arrivare vi-cino all’uomo e non solamente sul posto come ha fatto il levita che è arrivato e se ne è andato subito dopo perchè non è stato in grado di arrivare “vici-no all’uomo”.

“Trattiamo i giovani come tratteremmo-Gesù Cristo, se fanciullo,

abitasse in questo collegio”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneAnche un levita lo vide e passò oltre...

Eccomi qua ragazzi. Questa volta vi chiamo dalla Liberia. Vi mando il file sulla vita di un volontario salesiano. Fatemi sapere se va bene. Sean Deve-reux, nato nel 1963 in Inghilterra, fu allievo al Collegio salesiano di Farnborough. Dopo aver incontrato il Papa prese una decisione importante per la sua vita: partire per l’Afri-ca come volontario laico presso i salesiani in Liberia. Realizzò il suo sogno nel febbraio del 1989. A causa dello scoppio della guerra civile, nel 1990, Sean cominciò a lavorare con l’ONU, sempre come volontario. La grande scelta della sua vita era ormai stata fat-ta: si trovava in una delle nazioni più povere dell’Africa per aiutare i bambini e i ragazzi. Parlava con tutta franchezza dell’anarchia di un paese dove la gente stava soffrendo così tanto, e dell’insensibilità che lo cir-condava; denunciava la corruzione dei capi e l’egoismo profittatore. Questo può esser-gli costata la vita! L’attacco assassino nel porto di Kismayo (il 3 gennaio 1993) ha posto fine a una vita di coraggioso ideale. Quan-do gli parlavamo dei pericoli e dei rischi del suo lavoro, la risposta era sempre la stes-sa: «Finché il mio cuore batte, devo fare ciò che penso di poter fare, aiutare quanti sono meno fortunati di me»”. Sean, l’uomo del sorriso luminoso, del coraggio, dell’im-pegno, della coerenza, ha dato la sua vita

lavorando per aumentare le aspettative e le possibilità della gente, per ridar loro dignità e speranza!

Il nostro corrispondente

Page 20: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

Apri i nostri occhi, Signore,perché possiamo

vedere te nei nostrifratelli e sorelle.

Apri le nostre orecchie,Signore,

perché possiamo udirele invocazioni di chi ha

fame, freddo, paura.Apri il nostro cuore,

Signore,perché impariamoad amarci gli uni

gli altri come tu ci ami.Donaci di nuovo

il tuo Spirito, Signore,perchè diventiamo un cuor solo

e un’anima sola,nel tuo nome.

Amen.

Preghiera

Scoprire il progetto di Dio su ognuno di noi,vuol dire accettare di essere felici.

Filo rosso

Caro diario, oggi ho visto una pubblicità in TV in cui dicevano che per essere felici basta comprarsi un coca-cola. Ma si può essere così

chicca18: a volte credo-no che noi giovani siamo dei cretini. Credono che non ab-biamo una testa con cui pen-sare.

fred90: e spesso credono che non abbiamo neanche un cuore.

vitadono

misteroDio

caritàvolontariato

missione

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www.salto-youth.net

cultural diversityresource centre

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dalla teoria alla pratica

stupidi da credere a questa buffonata? Ba-sta una coca-cola…ma fammi il piacere.

Fabio

Diario online

sofferenzaguerra

difficoltà

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Page 21: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

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Editoriale

L’immagi-ne di Dio

“E Dio disse: fac-ciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglian-za”. Come se il Creatore entrasse in Se stesso; come se, creando, non sol-tanto chiamasse dal nulla all’esistenza, ma, come se, in particolare, traesse l’uomo dal mistero del suo Essere. Il Creatore dice inol-tre “a nostra somi-glianza”. Non deve intendersi come un “ritratto”, ma come un essere vivo, che viva la vita simile a quella di Dio.

Come posso amare l’uomo?

Barby

Che senso ha amare Dio?

Marco

Gianni: è sì, passano davanti all’uomo senza neanche considerar-lo.

Livia: per fortuna, sai, non siamo tutti uguali a questo mondo. Quando ormai la vittima dei ladroni aveva perso le speranza che qualcuno potesse trovarlo ancora in vita e salvarlo, è passato di là un samaritano che era in viaggio.

Gianni: un samaritano? Ma che vuoi che abbia fatto un samarita-no, se né un prete né un levita hanno aiutato il malcapitato, perché avrebbe dovuto farlo questo straniero diffamato, inesperto delle cose di Dio?

Livia: ma non l’hai ancora capito che la logica di Gesù non è la logica dell’uomo? Lui ha scelto per il suo racconto proprio un sama-ritano perché era la persona meno adatta. Gesù lo preleva dalla sua irregolarità e lo pone, come salvatore, accanto all’umanità sofferen-te e tradita. Le due persone che erano passate in precedenza vicino all’uomo ferito, due persone religiosamente ineccepibili, sono state riprovate da Gesù perché hanno fallito nell’amore al prossimo e gli hanno negato la loro misericordia; ora un miscredente viene appro-vato e portato come un esempio da imitare, solo perché ha avuto compassione.

Gianni: adesso mi sembra tutto molto più chiaro. L’insegnamento che Gesù ci ha voluto lasciare è questo: la nostra appartenenza a Dio la decide il nostro amore per il prossimo. Il nostro amore a Dio è vero, se è altrettanto vero il nostro amore per l’uomo.

L’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SI-PRI), un istituto di ricerca sui conflitti, il controllo delle armi e il disarmo, ha indicato per il 2010 la Lockeed Martin come il più gran-de fornitore di armi al mondo, con vendite che ammontano a 35,7 miliardi di dollari. Nell’annuario 2012 del SIPRI tra le prime 10 so-cietà soltanto tre non sono statunitensi – la britannica BAE Systems, l’europea EADS e l’italiana Finmeccanica. Il SIPRI ha dichiarato che “le vendite complessive di armi delle 100 società della classifica hanno conservato nel 2010 la loro tendenza al rialzo, anche se in realtà dell’1%”. I dati del 2010 dimostrano una volta di più la capa-cità dei maggiori protagonisti di continuare a vendere armi e servizi militari nonostante le crisi finanziarie.

Editoriale

Vivi l’amore come un sentimento concreto che ti

aiuta a costruire giorno dopo giorno una vita degna!

I nostri esperti

Filo rosso

che senso può avere la vita se non viene do-nata per far fe-lice qualcuno? la vita è ricca quando è cari-tà! e la carità è spendersi, la ca-rità è mettere tutto il cuore nel soccorrere. non è una cosa fredda, un but-tare là l’aiuto quasi dicendo: “ora va a farti benedire”. No, questa non è la carità. carità è dimenticarsi, carità è sacri-ficarsi, carità è annientare il proprio egoi-smo.

“Ricompensa della carità cristiana è il pia-cere che ognuno prova nel cuor suo nel fare

un’opera buona”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneInvece un samaritano...

Eccomi qua ragazzi. Torno in Italia per un’altra bel-lissima storia. Vi ho mandato l’audio dell’intervista. Fatemi sapere se si sente bene. Tre figli propri e decine di migliaia adottati in tutto il mondo : ex-tracomunitari, drogati, carcerati… È la famiglia di Ernesto Olivero, tranquillo dirigente di Banca, divenuto agente mondiale di solidarietà.Come incomincia la tua avventura? “Credo che le vere avventure inizino nel cuore di Dio, perché chi le vive non se ne accorge. La mia avventura, in fondo, è nata da un’emozione, da una compas-sione, volevo dar da mangiare agli affamati”.Come è nato l’arsenale della pace? ”È nato nel pensieri di Dio. Lo abbaimo preso in considera-zione quando abbiamo incontrato Giorgio La Pira che ci invitava a tramutare le armi in strumenti di lavoro e di pace. Raccogliemmo subito l’in-vito. C’e stato, poi, un altro fatto importante. Nel 1974 fui accolto da Paolo VI, il quale, dopo avermi ascoltato, mi disse che le mie lamentele erano anche le sue e che anche lui desiderava una Chiesa come la sognavano i giovani. Alla fine dell’incontro Paolo VI mi disse: “Spero che da Torino, dal Piemonte, terra di santi, venga una rivoluzione d’amore”. E proprio a Torino abbia-mo scoperto che esisteva un arsenale militare ed, allora, abbiamo deciso di avvolgerlo di pre-ghiere. Ci sarebbero voluti 100, 200 miliardi per rimetterlo a posto, e noi, senza una lira in tasca abbiamo cominciato a lavorare e siamo riusciti nel nostro intento, grazie all’aiuto ricevuto da milioni di persone. Questa è una delle tante me-raviglie della Provvidenza”.

Trovi il tempo anche per pregare? “Se non pregassi tre o quattro ore al giorno non riuscirei a fare nulla”.

Il nostro corrispondente

Page 22: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

O Signore,tu ci hai insegnato che l’amore più grande è

dare la vita per i propri amici.Aiutaci a scoprire nel nostro impegno l’opportunità

di incontrare non solo la sofferenza umana,ma di vivere l’amore.

Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni uomoil tuo volto e la tua presenza.

Apri le nostre menti a valorizzarel’unicità di ogni persona,con la sua storia e cultura.

Apri i nostri orecchi ad accogliere con gentilezzale voci che chiedono ascolto.

Apri i nostri cuori ad offrire speranza dove c’è paura,solidarietà dove c’è solitudine,

conforto dove c’è tristezza.Aiutaci, o Signore, a testimoniare il vangelo

con un sorriso, una parola, un gesto di affetto.Donaci l’umiltà di riconoscere che noi

non siamo la luce,ma strumenti della Tua luce,

non siamo l’amore,ma espressioni del Tuo amore.

Amen.

Preghiera

Cristo ci ha dato l’esempio più grande di amore fraterno,ascoltiamolo e seguiamolo anche nelle difficoltà,

ma con coraggio e coerenza, senza il timore di essere giudicati dagli altri.

Filo rosso

Caro diario, oggi in biblioteca ho assistito ad una scena un po’ bruttina: c’era un ragazzo di colore che si è seduto al tavolo vicino alle finestre per

chicca18: ‘ste cose mi fan-no arrabbiare da morire. Hai sbagliato a non dire o fare niente.

fred90: questa volta sono d’accordo con Chicca18. Nel momento in cui non fai nien-te sei quasi complice di quel-lo che è successo.

amoreuomo

immagine di Diouguaglianza

pacerivoluzione d’amore

preghiera

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www.hrbaportal.org

UN Portal on Human RightsBased Approach

Spazio web

dalla teoria alla pratica

studiare e subito dopo coloro che erano al ta-volo si sono alzati e se ne sono andati. Però, non ho fatto niente!

Barbara

Diario online

distruzionearmi

umanità sofferente

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

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Editoriale

Il cristiano

Inserita in Dio me-diante Cristo, la vita del cristiano è vita di membra uni-te in un unico corpo attorno al Capo. Il nostro cuore deve perciò conformarsi a quello di Cristo: egli è il cuore ed il centro dell’unica e definitiva auto-comunicazione di Dio agli uomini. Cristo è la defini-tiva verità di Dio Padre, da Lui tutto il corpo riceve for-za per crescere in modo da edificarsi nella carità. Perciò ogni cristiano deve cercare nella parola di Dio la verità che guida.

Perché devo amare?Paolo

Non so entra-re in relazione con gli altri …

Saby

Livia: è vero, alla fine questo è importante: avere compas-sione. Il samaritano gli è passato accanto, lo ha visto e ne ha avuto compassione. Gli occhi del samaritano sono legati al suo cuore. Sa soffrire con chi soffre. Molto probabilmente anche lui in passato ha vissuto un’esperienza simile e quindi capisce che cosa significa.

Gianni: compassione… non è una parola molto comune oggi-giorno. Non saprei neanche come inquadrarla.

Livia: mi fai sorridere. Noi giornalisti dovremmo saper usare le parole con molta facilità e invece vedo che ti trovi un po’ in difficoltà con questo linguaggio di Gesù! La compassione è quel sentimento divino che ci fa patire insieme all’altro il suo dolore, che ci comunica un po’ di quella onnipresenza di Dio facendoci rompere il cerchio dell’ “io” per andare a vive-re nel cerchio del dolore dell’altro. La compassione non è un istinto, è una conquista che mette al centro il dolore dell’al-tro, non il proprio sentire. Dobbiamo ritornare ad una frase sentita all’inizio dell’intervista “amerai il prossimo tuo come te stesso”, è proprio nel verbo amare che si racchiude la pos-sibile soluzione della Storia, la sorte del mondo e il destino di ognuno. Tutto il nostro futuro è in un verbo: tu amerai. Con la continuazione del racconto sentirai come il concetto di amore viene da Gesù declinato in varie azioni a partire da quelle che abbiamo appena sentito: “Lo ha visto e ne ha avuto compassione”.

Il Brasile ha sorpassato la Gran Bretagna nella classifica mondiale delle potenze economiche, è sesto, dietro a Usa, Cina, Giappone, Germania e Francia e davanti, appunto, alla Gran Bretagna e all’Ita-lia. Ma se il Brasile è emergente, la poverà è purtroppo resistente. La bilancia commerciale è sempre più gonfia di utili, l’occupazione cresce velocemente. Per milioni di famiglie aumenta la disponibilità economica, il mercato interno cresce, il gettito fiscale è da record e perfino le situazioni di miseria nera si riducono. Ma tutto ciò non toglie il fatto che il divario fra i grandi ricchi e la massa dei poveri resta enorme e la classe media non cresce.

Editoriale

Se sei un cristiano vero saprai senza dubbio quale

strada seguire!

I nostri esperti

Filo rosso

la compassione non è pietismo, sentimentali-smo, un’emo-zione forte che presto sva-nisce. la com-passione è un amore puro e profondo che dura per sem-pre, non è un obbligo, ma una necessità per vivere per-chè fa parte di un proget-to che il padre mio ha pensa-to per ognuno personalmen-te.

“Il Signore ci ha messi al mondo per gli altri”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneNe ebbe compassione...

Eccomi qua ragazzi. Di nuovo dal Brasile vi ho man-dato il file della storia del “vescovo delle favelas”. Fatemi sapere se è OK. Dom Helder Camara, nato in Brasile nel 1909 e ordinato sacerdote nel 1931. Acquistò il titolo di “Vescovo delle favelas”. Un giorno esordì dicendo:”Nel nor-dest del Brasile, Gesù Cristo si chiama Zè, Maria e Severino. Ha la pelle scura e sof-fre la povertà”. Dom Hélder è stato prima di tutto un cristiano che in ogni fratello e sorella che incontrava vedeva la presenza divina. La sua passione per i poveri trovò nelle condizioni miserabili di centinaia di mi-gliaia di agricoltori e operai lo stimolo im-mediato per un’azione illuminata e profonda. In un messaggio scriveva: “Avremo cura dei poveri, per evitare che la povertà degeneri in miseria. Non c’è dubbio, ci sono miserie spettacolari davanti alle quali non abbiamo diritto di rimanere indifferenti”. Un giorno, una donna nera lo cerca e gli racconta che il marito era stato arrestato dalla polizia perché ubriaco. Dom Hélder la accompagna fino al commissariato. E dice al responsabi-le: “Sono venuto a trovare mio fratello che lei ha messo in prigione” L’uomo ordina di liberare il detenuto e, mentre glielo conse-gna, commenta: “Ma voi due siete fratelli? Come è possibile, se lui è nero e lei è bian-co?” Dom Hélder risponde senza esitare: “E’

che siamo figli di madri diverse. Ma dello stesso Padre.”

Il nostro corrispondente

Page 24: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

GESÙ MAESTRO

Signore Gesù, ti sei curvato dal cielo sulla terra,ti sei fatto fratello di tutti,

ti sei abbassato al livello dell’umanità,hai immesso sentimenti

di bontà e di amorenei cuori esasperati degli uomini,

e hai detto loro: venite alla mia scuola,dove si insegna a vedere in ogni uomo un fratello,

non un rivale, non un nemico;venite alla mia scuola che fa umani i cuori,

sensibili all’altrui bisogno,rispettosi dell’altrui dignità.

Io sono il maestro della fraternità e dell’amicizia,perchè io sono la sorgente dell’amore

che ha Dio per principio:in me tutti potete e dovete essere uno sola cosa;

l’umanità redenta e riconciliatacon se stessa e con Dio,

il Padre di tutti.Signore Gesù,

fa’ che tutti apprendano questa tua lezione,che tutti ascoltino queste tue parole.

Amen.

Preghiera

La vita del cristiano ha una strada già battuta davanti a sè: la via delle Beatitudini.

Con buona volontà mettiamoci in cammino per realizzare veramente quel mondo d’amore che Gesù ci ha fatto vedere.

Filo rosso

Caro diario, quanto è difficile seguire gli inse-gnamenti di don Federi-co. Per lui è tutto faci-le, essere amici di tutti , aiutare chi è in

chicca18: io, no. Io mi ten-go lontana dai preti. Non mi faccio accalappiare!

fred90: quanta forza in questa tua scelta. Ma sei ri-masta scottata qualche volta o lo fai per partito preso?

compassionecuoreveritàcaritàparolaamore

presenza divina

Parole chiave

www.uhri.ohchr.org

Universal HumanRights Index

Spazio web

dalla teoria alla pratica

difficoltà, essere bravi in ogni occasione… ma, forse non fa proprio per me questo tipo di vita.

Francesco

Diario online

miseriapovertàdolore

soffernza

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Editoriale

L’ a m o r e sociale

Con quale gioia, ed insieme con quanta riconoscenza, ho seguito in questi ultimi giorni i nu-merosi episodi in cui, a seguito della mancanza di perso-nale negli ospedali, tanti si offrirono volontari, adulti e in particolare giovani, per servire con pre-mura i malati. Se è valida la ricerca della giustizia nella vita professionale, tanto più deve es-sere vigile l’amore sociale.

Come dimostrar-gli che gli voglio

bene?Laura

Con le difficoltà si cresce davve-

ro?Gimmy

Livia: dopo averne avuto compassione gli si è avvicinato.

Gianni: ho già capito come andrà a finire la storia. Il samari-tano gli ha curato le ferite, lo ha rimesso in piedi e poi ognuno è andato per la propria strada.

Livia: ma quanta fretta! Non è andata proprio così. Come ti dicevo prima l’amore si dimostra con una serie di azioni e adesso il nostro samaritano si è avvicinato all’uomo steso a terra. Prima gli è passato vicino e poi si è avvicinato: due azio-ni che messe così di seguito danno il senso dell’unificazione delle due sorti. La vicinanza è la residenza della compassione e dell’amore, è la condizione richiesta perché l’amore possa operare.

Gianni: sembra proprio che il destino stesse aspettando il sa-maritano. Sembra quasi che il suo viaggio fosse proprio diret-to ad arrivare vicino a quell’uomo in difficoltà. Ora è arrivato a destinazione, ha trovato quello che cercava, si è fermato proprio dove voleva.

Livia: stavo pensando la stessa cosa, sembra proprio che Gesù voglia farci capire che lo scopo della nostra vita non è arrivare da qualche parte, ma arrivare vicino a qualcuno. Il farsi vicino ci dimostra come è la persona stessa che ci avvicina, si fa pros-simo di chi vede in difficoltà, e lo fa in prima persona.

Il gruppo Sendero Luminoso continua a utilizzare minori di età nei suoi attacchi.Vengono infatti addestrati bambini tra i 7 e i 12 anni di età, portano armi e partecipano ad un addestramento di tipo milita-re. Il Diritto Internazionale Umanitario stabilisce che i minori di età, principalmente i minori di 15 anni, non dovrebbero par-tecipare direttamente agli scontri e dovrebbero astenersi dalle Forze Armate e dai Gruppi Armati.

Editoriale

Ricordati la semplicità in ogni aspetto della tua vita!

I nostri esperti

Filo rosso

che ve nefate di tutto quello che pos-sedete se non vi serve per allon-tanare lo scon-forto e la solitu-dine dalla vita di qualcuno che ha perso le speran-ze? che ve ne fate di tutto quello che possedete se non c’è qualcuno che ricevendo-lo dalle vostre mani, riprenda ad amare quella vita che prima te-meva perchè ora potrà mangiare, vestirsi, studiare, nutrire i propri bambini, smettere di tremare di pau-ra per il domani, perchè voi siete diventati la sua speranza?

“Se amate la carità, procurate di essere affabili e mansueti con ogni genere di persone”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneGli si fece vicino...

Eccomi qua ragazzi. oggi mi trovo in Perù e vi ho appena mandato il file sulla vita di un donna molto coraggiosa. Fatemi sapere se è OK.Maria Elena Moyano fu assassinata e il suo corpo fatto saltare con la dinamite da Sen-dero Luminoso il 15 febbraio del 1992, men-tre assisteva a un’iniziativa di un Comitato del Bicchiere di Latte a Villa El Salvador, in compagnia dei suoi figli Gustavo e David Pi-neki. Il suo assassinio colpì il paese intero. Il suo funerale rappresentò una fra le più affollate manifestazioni che il Perù ricordi. Circa trecentomila persone accompagnaro-no il feretro, prova lampante del rifiuto del terrorismo di Sendero Luminoso. Perché la sua morte? Di certo María Elena rappresen-tava la speranza per un paese stanco della violenza e un pericolo per il progetto dei terroristi.Marìa Elena fu animatrice, costruttrice in-stancabile di uno spirito di solidarietà co-struttivo ed autentico. Si dedicò all’orga-nizzazione di gruppi di donne e di bambini e divenne man mano che la presenza del ter-rorismo si faceva sempre più minacciosa, il simbolo del coraggio e della resistenza, l’apostolo della non violenza e della giustizia sociale ottenuta con l’amore e la pace.Una donna, che è stata e lo è ancora speranza del Perù e dell’intera America Latina.

Il nostro corrispondente

Page 26: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

Padre onnipotente e santo,tu sei fonte della carità perfetta,

da te proviene l’amore puro e santo,saldo fondamento dell’esistenza cristiana

e unico criterio di giudizio per ogni dono dello Spirito.Donaci, o Padre, l’amore che viene dall’alto,

la capacità di amare che fa risplendere nel mondo la gloria del mistero trinitario.

Donaci, o Padre, la carità paziente,benigna, mite e serena;

la carità che non si vanta, non si gonfia,non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,non si adira, non tiene conto del male ricevuto;

la carità che non gode dell’ingiustizia,ma si compiace della verità;

la carità che tutto copre, tutto spera, tutto sopporta.Rendici perseveranti e fermi nel coltivare queste virtù,che fanno brillare la carità dei suoi molteplici colori.Aiutaci a comprendere che senza l’amore nulla vale,

che con l’amore tutto trova la sua consistenza e la sua verità.Aiutaci ad accogliere con riconoscenza i doni che ci concedi,senza però pretenderli e senza trasformarli in motivo di vanto.

Fa’ che tutto serva sempre e solo al bene della tua Chiesa.Rendi il nostro cuore sensibile,

perché sappiamo riconoscere nel mondo i bagliori dell’eternitàche sprigionano dalla testimonianza d’amore dei veri credenti:

per questa testimonianza noi ti benediciamo,mentre ti supplichiamo di fare anche della nostra vita

un segno luminoso del tuo amore,un riflesso della tua gloria, o Padre.

Amen.

Preghiera

L’ amore si dimostra a parole e con i fatti, l’amore si vive in concreto e con semplicità,

l’amore va donato senza distinzione .Perchè è così che Dio ci chiede!

Filo rosso

Caro diario, ho già pensato a chi vorrei es-sere da grande, ma mia mamma continua a ripe-termi che la cosa impor-tante è che io sia

chicca18: magari perchè la tua felicità non corrisponde a quella di tua madre!

fred90: io credo che ognu-no debba scegliere in libertà e poi ci sono molto modi per essere felici.

amore socialegioia

speranzasolidarietàcoraggioresistenza

giustizia sociale

Parole chiave

http://temi.repubblica.it/limes

rivista italiana di geopolitica

Spazio web

dalla teoria alla pratica

qualcuno che aiuta gli altri. Ma perché non posso scegliere quello che voglio per essere fe-lice?

Filippo

Diario online

bambini soldatoterrorismopericoloviolenza

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Page 27: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

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Editoriale

Una cura umana

Ogni cura comporta una reciprocità. Da una parte chi neces-sita di cure si affida a voi riconoscen-dovi la sua fiducia, dall’altra, voi avete bisogno di capire tutto il suo vissuto per offrirgli un’as-sistenza personaliz-zata. Occorre che si instauri un legame tra la sfera psico-affettiva del sof-ferente e il vostro mondo interiore di uomini. Il rapporto che si instaura deve essere un autentico incontro tra due uo-mini.

Non so curare me stessa, come curo

gli altri?Stefania

Non devo ri-sparmiarmi?

Giovy

Gianni: e dopo essersi avvicinato? Che cosa ha fatto il sa-maritano? Effettivamente è stato anche coraggioso, poteva anche essere una trappola… ma lui si è fidato di ciò che gli suggeriva il proprio cuore!

Livia: allora, riprendiamo. Gli si è avvicinato, molto proba-bilmente ha cercato di capire le reali condizioni dell’uomo e infatti lo ha subito curato, per quello che poteva, fasciando-gli le ferite sanguinanti, magari con qualche pezzo di stoffa recuperato dai propri vestiti, dopo averle ripulite con olio e vino.

Gianni: che strano non avrei mai pensato di pulire delle feri-te con olio e vino, non mi sembrano proprio dei farmaci!

Livia: probabilmente erano le uniche due cose che aveva a portata di mano. Cerca di rimediare alle necessità immediate di chi ci chiede aiuto e lo fa con cura, usando tutto ciò che ha. Comunque anche nelle sacre scritture si parla più volte dell’olio per curare le ferite, solo che è la prima volta che lo ritroviamo insieme al vino in questa veste di medicina. Forse si vuole dare molta importanza al fatto che il samaritano non si è risparmiato per poter aiutare l’uomo ferito e ha usato olio e vino che indicano effettivamente l’abbondanza del raccolto e il tripudio della mensa.

La tubercolosi uccide ancora: provoca nel mondo quasi 2 milioni di morti all’anno. E sono nove milioni e mezzo i nuovi casi ogni dodici mesi. Molti nuclei familiari sono colpiti dal dramma della malattia, soprattutto chi vive nelle baraccopoli. Le condizioni sono miserabili: la povertà e il sovraffolla-mento caratterizzano la vita delle persone. Le scuole non sono equipaggiate, le abitazioni sono piccole, anguste e senza finestre né aereazione. Non c’è elettricità e i problemi più gravi coinvolgono la situazione sanitaria: le ba-raccopoli sono sprovviste di presidi sanitari adeguati e, quando ci sono, gli ambulatori sono stretti e non aerati così che i pazienti proprio lì si trovano esposti al contagio per via respiratoria. Si muore di tubercolosi anche per l’impossibilità di seguire con costanza le cure adeguate perché le condizioni di indigenza e di malnutrizione impediscono la corretta assimilazione degli antibiotici, soprattutto nei bambini.

Editoriale

Non vivere chiuso nella tua vita, ma fai in modo che chi ti passa accanto possa sentirsi

un tuo fratello!

I nostri esperti

Filo rosso

“Vogliatevi tutti bene come fratelli; amatevi, aiutatevi e sopportatevi

a vicenda come fratelli”

Don Bosco

lo so che non sempre è facile avvicinarsi alle persone con cui non si va d’ac-cordo, oppu-re alle persone che non sempre si comportano bene, ma ricor-datevi che tutti hanno diritto ad una secon-da chance, tutti hanno diritto a rifarsi una vita anche se han-no già sbaglia-to. l’amore del padre e l’amore nostro non può avere limiti.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazionegli fasciò le ferite, versandovi olio e vino...

Eccomi qua ragazzi. Vi chiamo dalla Somalia. Nell’audio che vi ho mandato trovate la testimoniana-za di Annalena Tonelli, una persona speciale che qui a Borama ricordano ancora con tantissimo affetto. “Mi chiamo Annalena Tonelli. Sono nata in Italia nel 1943. Lavoro in sanità da trent’anni, ma non sono medico. Sono laureata in legge in Italia. Lasciai l’Italia a gennaio del 1969. Da allora vivo a servizio dei Somali. Ho sem-pre vissuto con loro. Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: LUI e i poveri in LUI. Per LUI feci una scelta di povertà radicale ... anche se povera come un vero povero, i poveri di cui è piena ogni mia giornata, io non potrò essere mai. Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazio-ne, senza uno stipendio, senza versamento di contributi volontari per quando sarò vec-chia. Volevo essere tutta per DIO. Era una esigenza dell’essere quella di non avere una famiglia mia. E così è stato per grazia di DIO”. Il 5 ottobre 2003 Annalena Tonelli è uccisa a Borama, in Somalia, a colpi d’arma da fuoco nell’ospedale da lei stessa fonda-

to, da un commando islamico somalo.

Il nostro corrispondente

Page 28: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

L’ACCOGLIENZA

Signore Gesù,aiutami ad essere per tutti un amico

che attende senza stancarsi,che accoglie con bontà,

che dà con amore,che ascolta senza fatica,che ringrazia con gioia.

Un amico che si è sempre certi di trovarequando se ne ha bisogno.

Aiutami ad essere una presenza sicuraa cui ci si può rivolgere quando lo si desidera;

ad offrire un’amicizia riposante,ad irradiare una pace gioiosa,

la Tua pace o Signore;fa’ che sia disponibile ed accogliente

soprattutto per i più deboli ed indifesi.Così, senza compiere opere straordinarie,

io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicinoe a ritrovare nuove strade di amore e di pace.

Sull’esempio di Maria,che ti ha accolto con infinita tenerezza,

e sul Calvario è divenuta Madre dei cristiani,mi impegno a vedere in ogni persona il volto del Padre,

del perdono e della speranza.Amen.

Preghiera

Chiunque ci incontra nella nostra vitanon possa mai dire che non siamo stati

un fratello amorevole. Fare il bene non è mai una vergogna!

Filo rosso

Caro diario, b a s t a ! Basta! Basta! Sono arcistufa di dover esse-re sempre quella “brava ragazza” che i miei vo-gliano che sia. Appena

chicca18: la signorina per-fettina, ma chi vuoi prendere in giro.

fred90: questa volta sono io che ti capisco bene. Anche a me sembra di dover rispon-dere sempre ad aspettative troppo alte.

curaincontrofiducia

donazione

Parole chiave

www.fortresseurope.blogspot.it

blog di Gabriele Del Grande racconti di drammidi immigrati in fuga

attraverso il Mediterraneo

Spazio web

dalla teoria alla pratica

faccio qualche cosa che esce dai loro schemi ne fanno un dramma.

Chiara

Diario online

violenzasofferenza

povertàmalattie

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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14°

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Editoriale

R i d a r e voce alle coscienze

Ridare forza alla voce della coscien-za è la prima esi-genza per realizza-re una vera crescita umana. E questo è anche il contributo principale che po-tete e dovete recare al mondo. La storia non è fatta solo con avvenimenti este-riori: essa è scritta prima di tutto dal di dentro. Il progresso dell’umanità non si misura tanto in ter-mini di conquiste tecnologiche quan-to piuttosto col me-tro della sensibilità morale raggiunta dai suoi compo-nenti.

Mettermi a disposizione? E perché dovrei?

Vale

E io come faccio se penso agli

altri?Pier

Livia: dopo averlo ripulito e fasciato come meglio poteva il samaritano lo ha caricato sul proprio giumento, mettendo le proprie risorse a disposizione di colui che ne aveva bisogno, rinunciando alla propria comodità, facendosi da parte per ac-cogliere il più debole, e lo ha portato in una locanda.

Gianni: ma dai, non posso crederci. Dopo averlo curato lo porta pure in un albergo? E perché? Non aveva già fatto ab-bastanza?

Livia: tu e la tua logica! Piuttosto viene da pensare che invece di portarlo in un albergo e spendere ancora delle sue risorse, poteva portarlo a casa propria o se proprio doveva accompa-gnarlo da qualche parte poteva riportarlo a casa sua.

Gianni: effettivamente è vero: se Gesù voleva farci capire an-cora meglio il significato dell’amore fraterno poteva far si che il samaritano portasse l’uomo ferito nella sua propria casa, come ulteriore prova di amore partecipante e ospitale; oppu-re se proprio voleva dare un seguito alla storia poteva fare in modo che il ferito venisse riportato a casa propria come segno e prova di un’opera di carità felicemente conclusa e compiuta fino in fondo.

Livia: anche a me non sarebbe mai venuto in mente l’alber-go.

Haiti a due anni dal terremoto. Sono stati ottenuti dei risultati un po’ ovunque, anche se permangono gravi lacune e inadeguatezze nelle strutture di governance di base di Haiti. Non bisogna fare errori: il paese rimane in uno stato fragile, afflitto da povertà cronica e sotto-sviluppo. Più di 500.000 persone vivono ancora rifugiati negli oltre 800 siti per sfollati intorno all’area colpita dal terremoto; di questi, circa il 77% erano affittuari prima del terremoto, il che significa che molte persone non hanno una casa in cui tornare.

Editoriale

Che la tua vita e ciò che ti appartiene siano un

dono per gli altri!

I nostri esperti

Filo rosso

l’albergo, la mia chiesa, simbolo dell’accoglienza universale, che diventa il luogo in cui continua-re l’opera d’amo-re da me iniziata. io sono venuto per curare l’uo-mo, ma ora toc-ca ad ognuno di voi prendere la consegna di condurre a com-pimento ciò che io ho iniziato. la chiesa che vi ho lasciato deve continuare ad essere cosmopo-lita e occuparsi della sua mis-sione verso gli ultimi.

“La familiarità porta amore e l’amore porta confidenza”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazionelo portò ad una locanda...

Eccomi qua ragazzi. Vi ho mandato il file con il rac-conto dell’impegno verso i poveri di una donna di Haiti. Fatemi sapere se è OK. Grazie alla con-vinzione e alla caparbietà di Elane Printem-ps, detta “Dadoue” è sorta una scuola che progressivamente ha coinvolto bambini, ra-gazzi e adulti del territorio in un lavoro di alfabetizzazione e di formazione professio-nale, creando nel contempo un movimento sociale e culturale. Racconta Dadoue: “In questa zona si può vedere la mancanza di varie cose come le strade, un centro di sa-lute, acqua potabile, elettricità, trasporto. Nel 1987, quando siamo arrivati, Dofinè era un deserto; non c’era niente, né scuola, né organizzazioni agricole. Così è nata l’idea di mettere in piedi una scuola.” I problemi che la scuola tenta di affrontare possono essere riassunti in: analfabetismo di adul-ti e bambini, esodo dalla terra da parte dei giovani ma anche di intere famiglie verso le bidonville della capitale. Ora a Dofiné c’è una scuola per l’infanzia, una scuola di base, una scuola professionale, corsi di alfabe-tizzazione per gli adulti.“Il nostro orgoglio - dice la direttrice - è quello di voler co-struire una scuola di tipo moderno, diffe-rente dalla tradizionale, una scuola dove i bambini possano imparare le cose più utili per la comunità.” Dadoue Elane Printemps è

stata uccisa ad Haiti dopo il suo grande impegno per i bambini e di rinascita so-ciale del quartiere dell’Artibonite.

Il nostro corrispondente

Page 30: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

Aiutami, Signore, ad essere per tutti,fratello che attende senza stancarsi,

che ascolta senza fatica,che accoglie con bontà, che dà con amore,

fratello che si è certi sempre di trovare,quando se ne ha bisogno.

Aiutami ad essere una presenza sicuraa cui si può rivolgere quando lo si desidera,

ad offrire questa amicizia riposante,che accresce con te e per te,

sempre disponibile ed accogliente con tutti.E perciò il tuo pensiero non mi abbandoni,

per rimanere sempre nella tua veritàe non venir meno alla tua legge.

E così, senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria,

io possa aiutare gli altri a sentirti più vicino,perchè la mia anima ti accoglie ad ogni istante.

Amen.

Preghiera

Ogni parola e ogni gesto sia frutto delle nostre convinzioni più profonde.

Non si escluda mai una scelta in cui si crede per paura.

Filo rosso

Caro diario, ieri ho ascoltato la testimonian-za di Gianni e Lucia, una coppia che ha la-sciato il proprio lavoro per andare a vivere in

chicca18: è proprio una cosa che non capisco. La-sciare tutto per gli altri? Non so se ne sarei capace.

fred90: oh io credo di si. Quando crediamo ferma-mente in qualche cosa siamo capaci di superare monta-gne.

coscienzacrescita

sensibilità moraledisponibilità

Parole chiave

www.missionline.org

Portale del PIME – Pontificio Istituto Missioni Estere

Spazio web

dalla teoria alla pratica

una comunità per aiu-tare i tossicodipendenti. Ma come si può lascia-re tutto per aiutare gli altri?

Daniele

Diario online

sofferenzarifugiatipovertà

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Insidie alla vita cristiana

La vita cristiana è insidiata. Bisogna far fronte con co-raggio e con sag-gezza, senza timo-ri ed incertezze, alle grandi sfide dell’ora presen-te, per ricondurre l’umanità nel cam-mino del suo vero progresso. Occorre inserire anche le ri-sposte della nostra fede negli interro-gativi posti dalla cultura di oggi, per liberarla da peri-colose tentazioni e ristabilire all’inter-no della società le ineludibili istanze dello spirito.

Non so reagire di fronte agli

imprevisti. Come si può?

Gabriele

Esiste il senso del dovere?Monica

Livia: non avrei mai pensato all’albergo e non avrei mai pen-sato che continuasse a prendersene cura anche per tutta la notte.

Gianni: che strano, però… il samaritano stava viaggiando, andando chissà dove, eppure non ha esitato un attimo a cam-biare il programma della propria giornata. Si è trovato di fronte ad una necessità più urgente e non si è sottratto a que-sto, anzi sembra proprio che stia cercando di essere prossimo dell’uomo ferito nel modo migliore possibile. Ce ne dovrebbe-ro essere di più di persone così!

Livia: Gesù racconta proprio che il samaritano, una volta giunto in albergo, ha voluto prendersi cura personalmente del ferito, non lo ha lasciato alla servitù, ma lo tiene sotto le sue cure dirette e personali.

Gianni: ti ricordi che prima avevamo parlato del fatto che il prete e il levita hanno agito in modo diverso rispetto a ciò che insegnavano e a ciò che rappresentavano? E che per loro amare Dio nel prossimo è una frase da insegnare ma non da praticare.? Beh, non possiamo proprio dire la stessa cosa del samaritano che invece sta facendo proprio di tutto per amare il suo prossimo. Credo che questa sia la manifestazione più grande dell’amore verso Dio.

Nelle foreste rurali dell’India le compagnie minerarie e milizie dello Stato hanno lanciato una violenta offensiva contro i guerriglieri ma-oisti e le comunità tribali senza terra. Nell’area c’è principalmente una tribù, chiamata Gonds. E lì, negli ultimi 30 anni, è esistito una sorta di movimento maoista incipiente, che ora è venuto allo scoper-to in modo molto tangibile perché il governo indiano ha assegnato molte di queste terre selvagge, i fiumi, le montagne, tutto, alle varie multinazionali perché vi costruiscano dighe, impianti siderurgici e raffinerie di alluminio. Ci sono, in tutta l’India, 100 milioni di indi-geni sotto grave minaccia, che vivono una vita assai fragile.

Editoriale

Non avere paura se la tua strada diventa tortuosa.

Ogni cosa ha un suo significato!

I nostri esperti

Filo rosso

tutti devono provvedere alle necessità degli altri, sono “af-fari nostri” e non possiamo lasciare che sia-no altri a fare ciò che ci viene richiesto dal padre. per poter mostrare amore è necessrio ve-derlo praticare. solo seguendo l’esempio di chi è già sulle mie orme riuscirete ad essere anche voi portatori dell’amore uni-versale.

“Se si vuole fare un cuor solo e un’anima sola per amore di Gesù bisogna che si rom-pa quella barriera della diffidenza e suben-

tri una confidenza cordiale”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneE si prese cura di lui...

Eccomi qua ragazzi. Oggi trasmetto dall’India. Vi ho appena mandato il file sulla vita di una suora indiana. Fatemi sapere se è OK.Suor Valsha John, 53 anni, indiana, delle Suore della Carità di Gesù e Maria, svolgeva da 20 anni la sua opera pastorale soprattutto fra i poveri, gli emarginati, i tribali nel distretto di Pakur, nel territorio della diocesi di Du-mka. P. Nirmal Raj SJ, Provinciale dei Ge-suiti a Dumka ha dichiarato: “Suor Valsha viveva con i poveri, dava la sua testimonianza cristiana e li evangelizzava, condividendo le loro fatiche e difficoltà. Stava accanto alle comunità tribali più emarginate. Si era im-pegnata soprattutto nel difendere gli indigeni dall’alienazione della loro terra, operata dalle compagnie minerarie di estrazione del carbo-ne. Questo impegno le è costato la vita.”Più volte era stata minacciata da crimina-li che l’avevano diffidata dal contrastare l’opera di alcune compagnie, ma le autorità statali hanno ignorato le sue richieste di aiuto e l’hanno lasciata senza protezione. È stata uccisa la notte del 15 novembre 2011 nella sua casa, nel villaggio di Pachwara, di-stretto di Pakur, nello stato di Jharhkand (India settentrionale).

Il nostro corrispondente

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RENDICI CAPACI DI SERVIRE

O Dio nostro Creatore, Tu hai cura paterna di tuttie hai voluto che gli uomini

formassero una sola famigliae si trattassero tra loro come fratelli,

e dividessero nella giustizia i beni della terra.Oggi viviamo in un mondo dove gli uomini dipendono

sempre più gli uni dagli altri.Donaci la forza del Tuo Spirito

perchè non ci chiudiamo in noi stessi,ma sentiamo viva la responsabilità sociale

e la esercitiamo attivamente.Rendici aperti e sensibili alle necessità altrui,

pronti a sacrificare qualcosa di nostroper collaborare all’edificazione

di una società più giustanella quale l’uomo sia sempre più uomo.L’amore per l’uomo di Cristo Tuo Figlio

sia l’esempio e la sorgente del nostro impegno.Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera

La vita non è fatta per essere un’agendada seguire alla lettera. I nostri impegni non soffochino

il nostro “Impegno” di cristiano.

Filo rosso

Caro diario, che rabbia. Avevo già programmato il weekend. Due giorni al mare, tranquilla con pochi amici intimi e in-vece niente. Mi hanno

chicca18: mamma mia quante storie, ti riposerai un’altra volta.

fred90: sei proprio strana chicca18. A volte sembri una ribelle, altre volte proprio una brava e tranquilla ragaz-za.

cambiamentovita cristiana

saggezzaprossimo

amorediritti umani

Parole chiave

www.saverianibrescia.com/csam.php

Centro SaverianoAnimazione Missionaria

Spazio web

dalla teoria alla pratica

chiamato per una cosa urgente dal lavoro e ad-dio riposo!

Sara

Diario online

violenzaincertezze

timori

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

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Editoriale

I valori più alti

I giovani devono avere il coraggio di lasciarsi guidare dalla forza di una coscienza retta, fondata sui valori più alti della fede e dell’umanità, inserendosi con chiarezza di vedu-te, onestà e spirito cristiano nella vita sociale. Parimenti invito i genitori a fare in modo che la famiglia sia il pri-mo luogo dove la mente si apre alla parola di Dio, atte-so che i primi passi della vita cristiana sono fondamento per una fede libera e consapevole.

Fare le cose gratuitamente?

Perché? Emma

Mi fanno pau-ra le sofferen-ze degli altri?

Ste

Livia: sicuramente il samaritano avrà trascorso una not-te insonne continuando a curare il ferito e gli avrà cam-biato le fasciature diverse volte... poverino, sarà sfinito pure lui.

Gianni: e poi, come continua il racconto di Gesù? Che cosa succede ai due uomini? Come continuano le loro vite?

Livia: prima di andare avanti volevo riflettere insieme a te su una cosa che mi è venuta in mente ripensando a tutta questa intervista di Gesù e che conferma proprio l’unicità di quest’uomo. La novità che Gesù ha portato è incredibile, mai prima di allora se ne era parlato: l’op-presso è stato raccolto e curato senza alcun interesse per il soccorritore, anzi, con suo scapito. Una novità as-soluta di cui la storia dopo di lui (il giorno dopo) non riuscirà mai più a dimenticarsi e di cui gli uomini, dopo di lui, non riusciranno mai più a liberarsi. La vecchia religione ebraica, rappresentata dal sacerdote e dal levi-ta, non aveva mai fatto niente del genere per quest’uo-mo sfortunato e carico di piaghe; il samaritano, invece, rompe con tutto il passato e mostra un nuovo modo di vivere, un nuovo modo di amare concretamente.

I media sono un’opportunità per la solidarietà perché l’informazione “coincide con un elemento fondamentale della democrazia. In assen-za di informazioni uno è più povero, e più povero significa che è più soggetto agli altri. In assenza della possibilità di comunicare uno è più povero perché non può trasmettere se stesso, non può dar notizia agli altri dei propri valori e in qualche modo è più isolato”. Ma non basta dar voce agli ultimi, un’informazione volta a promuovere un mondo più solidale offre occasioni di riflessioni, strumenti di analisi, affinché il dar voce a chi non ne ha permetta di creare un dialogo e una maggiore comprensione della problematica.

Editoriale

Non aspettarti ringraziamenti per quello

che fai, fallo e basta!

I nostri esperti

Filo rosso

prendetevi cura di loro! ogni po-vero e ogni mo-rente, abbando-nato sul ciglio della strada, or-mai sa che qual-cuno dovrà passare a racco-glierlo. quello che è successo quel giorno sul-la strada ha la-sciato un segno che non possia-mo far finta di non conoscere. il samaritano è stato un esem-pio.

“Lavora, ma lavora per amore di Gesù; soffri tutto, ma non rompere la carità”

Don Bosco Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazione... e si prese cura di lui...

Eccomi qua ragazzi. Oggi sono in Italia e vi ho man-dato da poco il file del racconto della vita di Padre Piero Gheddo. Fatemi sapere se è OK. Nato nel 1929, ha frequentato il seminario diocesano di Moncrivello, è entrato nel Pime nel 1945 e ordinato sacerdote nel 1953. Sarebbe dovuto partire per l’India, invece i superiori l’han-no voluto impegnare nel mondo della co-municazione, all’inizio in modo provvisorio, poi la sua opera nei mass media è diventata importante per l’Istituto e la Chiesa ita-liana: ha finito per restare in Italia e nel 2003 ha celebrato i 50 anni di sacerdozio. E’ stato fra i fondatori dell’Editrice Mis-sionaria Italiana (EMI) nel 1955 e di “Mani Tese” nel 1963. Questo gli ha permesso di prendere posizioni contro corrente, come durante la guerra del Vietnam e i Khmer ros-si in Cambogia: in Italia è stato il primo a denunziare che i “liberatori” erano in realtà nuovi oppressori del popolo. Così ha molto scritto sulla fame nel mondo e il sottosvi-luppo dei popoli, che attribuisce anzitutto a fattori educativi-culturali-religiosi, prima che economico-tecnici. Padre Gheddo ha scritto più di settanta volumi e collabora con vari giornali e radio-televisioni. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del Pontificio istituto missioni estere a Roma. Ha utiliz-zato prontamente le proprie doti al servizio

dell’informazione, proprio perchè quella parte di mondo sommerso, di poveri, di emarginati, di dimenticati, avesse voce.

Il nostro corrispondente

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O GESÙ CHE HAI DETTO

O Gesù che hai detto:“Dove due o più sono

radunati nel mio nome,ivi sono io in mezzo a loro”,

aiutaci ad “essere un cuor soloed un’anima sola”,

condividendo gioie e dolori, avendo cura particolare per gli ammalati,

gli anziani, i soli, i bisognosi.Fa’ che ognuno di noi si impegni

ad essere vangelo vissuto,dove i lontani, gli indifferenti, i piccoli

scoprono l’amore di Dioe la bellezza della vita cristiana.

Donaci il coraggio e l’umiltàdi perdonare sempre,

di andare incontroa chi si vorrebbe allontanare da noi

e di mettere in risaltoil molto che ci unisce e non

il poco che ci divide.

Preghiera

Spesso è difficile far comprendere le motivazioni della nostra gratuità a chi non condivide

le scelte della donazione al prossimo.Non importa, comprenderanno al momento opportuno!

Filo rosso

Dacci la vista per scorgere il tuo voltoin ogni persona che avviciniamo,e in ogni croce che incontriamo.Donaci un cuore fedele e aperto,

che vibri ad ogni toccodella tua parola e della tua grazia.

Ispiraci semprenuova fiducia e slancio

per non scoraggiarcidi fronte ai fallimenti,

alle debolezze e alle ingratitudini degli uomini.

Fa’ che ci sentiamo tuttiuna famiglia, dove ognuno si sforza

di comprendere, perdonare,aiutare, condividere;

dove l’unica legge che ci lega e ci fa’ essere veri tuoi seguaci

sia l’amore scambievole.

Caro diario, ieri c’è stata una festa in fami-glia, c’erano tutti i miei nipotini. È successa una cosa assurda: ho chiesto a Giacomo, quello di

chicca18: è proprio vero, la gente non fa più niente per niente.

fred90: no, dai... non sia-te così pessimiste. Io credo che si possa sempre impara-re a comportarsi meglio, so-prattutto se si seguono degli esempi positivi.

valoricoraggio

guidacoscienza

fede“senza interesse”

solidarietà

Parole chiave

www.unimondo.org

testata giornalistica su sviluppo umano, pace, diritti umani,…

Spazio web

dalla teoria alla pratica

14 anni, di farmi un favore e lui mi ha rispo-sto: “OK, ma tu cosa mi dai in cambio?”

Silvia

Diario online

sottosviluppopovertàsfortuna

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

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Editoriale

La carità spicciola

Non è raro trova-re nella mentalità contemporanea , marcatamente sen-sibile ai canoni del-la giustizia, varie controindicazioni alla carità spiccio-la. Eppure Gesù as-sicura che neppure un bicchiere d’ac-qua, dato nel suo nome, sarà dimen-ticato nel bilancio della vita. Basta la parola del Maestro a premunire dalle varie insinuazioni dell’egoismo, che vorrebbe indurre il cristiano a chiudere la mano e voltare la spalla a chi chiede qualche cosa.

Gratis e pure devo usare mie

risorse? Giulia

Che senso ha ser-vire in un mondo come il nostro?

Antonio

Livia: e pensa che cosa ha fatto ancora il samaritano, il gior-no dopo ha dato due denari all’albergatore chiedendogli di avere cura dell’uomo ferito. Seguendo il suo esempio, anche l’albergatore deve imparare a prendersi cura di chi ha bisogno. Che bella persona il samaritano!

Gianni: anche questa volta hai ragione. Dimostra veramen-te come essere prossimo di qualcuno, si preoccupa dell’uomo fino a quando non sarà completamente guarito. Non lo scari-ca, dopo quella notte insonne, ma lo lascia nelle mani di un’al-tra persona che se ne prenderà cura.

Livia: credo che anche questo aspetto metta in evidenza una caratteristica dell’amore che Gesù propone: impegnarsi in tutti i modi e con tutte le proprie risorse nelle opere di mise-ricordia. Forse un po’ tutti noi dobbiamo ripercorrere il cam-mino del samaritano: un cammino sicuramente arduo, pieno di difficoltà e incomprensioni, ma che va vissuto in pienezza fino a vivere totalmente di carità, consapevoli di essere stati messi al mondo per amare e per servire. Solo così potremmo diventare delle persone libere.

Gianni: la fai tanto facile tu. Hai iniziato con la storia della strana intervista, da inserire come approfondimento nel no-stro prossimo numero, e già mi vuoi convincere a cambiare il mio modo di pensare e di vivere perché solo seguendo Gesù possiamo essere liberi! Mi pare che tu stia un po’ esageran-do.

La povertà in Guatemala continua ad attestarsi su altissimi livelli (circa il 50% della popolazione), con una situazione di estrema po-vertà sempre più allarmante (15%). Anche la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza in materia educativa e sanitaria pregiu-dica un giudizio positivo sul Paese. Come conseguenza di questa situazione sociale, la sicurezza per le strade rimane un forte ostacolo all’espansione del turismo e del commercio in generale. Insicurez-za, che coinvolge principalmente la capitale. C’è una crescente pe-netrazione del crimine organizzato principalmente dedito al narco-traffico.

Editoriale

Che la tua vita sia un costante impegno

per il bene!

I nostri esperti

Filo rosso

nell’aiutare gli altri non siate soli, tutti devo-no collaborare a questo grande progetto d’amo-re. il samarita-no chiede aiuto all’abergatore per continua-re ad occuparsi dell’uomo feri-to e io chiedo il vostro aiuto perchè la cura dei cristiani per gli abbando-nati e i vinti fa parte essenzia-le dell’identità della chiesa e della sua somi-glianza con Si-gnore.

Don Bosco Gesù“Se salvi l’anima, salvi tutto”

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneAbbi cura di lui...

Eccomi qua ragazzi. Mi trovo in Guatemala.Vi ho mandato il file sulla vita di una donna forte e corag-giosa. Fatemi sapere se è OK. Rigoberta Menchu’, testimone della cultura di popoli ricchi di storia e tradizioni e fieri della propria iden-tità. Nasce nel 1959 in Guatemala e fin da bambina lavora come contadina. Cresce tra discriminazione, sfruttamento, repressioni, ignoranza e desiderio di riscatto. Contro ogni forma di dominio straniero Rigoberta affer-ma: “I popoli indigeni non devono essere più considerati manodopera a basso costo, og-getti di studio, nativi da catechizzare, solda-ti costretti ad assassinare la propria gente, cittadini di seconda classe”. Testimone della morte del suo fratellino e di sua madre e de-gli abusi dei militari ai danni dei campesinos soffre con la sua gente il potere che il go-verno “bianco” esercita sul paese. A 20 anni è già nell’organizzazione sindacale del CUC (Comitato di Unità Contadina) e comprende subito che la liberazione non può avvenire se non attraverso l’apprendimento della lingua, la nonviolenza, l’istruzione. Rigoberta parla di unità nella differenza: “Quando qualcuno si vergogna delle proprie radici o si sente superiore delle culture altrui, l’umanità fa un passo indietro” Il suo impegno politico, sociale e sindacale è per promuovere azioni per la prevenzione della discriminazione e la

tutela della minoranze etniche degli in-dios e dei meticci del Guatemala.

Il nostro corrispondente

Page 36: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

AIUTACI AD AMARE

Ti preghiamo Signoredi aiutarci ad amare come tu hai amato

Vogliamo essere testimoni del tuo amoreche si prende cura di ogni vita.

Via da noi ogni ipocrisia,il sentirci a posto soltanto perchènon abbiamo mai concretamente

commesso errori gravissimi.Signore Gesù, tu che conosci i cuori,

aiutaci a scoprire, con l’aiuto della tua parola,le profondità del nostro cuore

e a liberarci dal male che lo attanaglia,affinchè siamo resi liberi di amare.

Amen.

Preghiera

Qualsiasi sia la strada da percorrerelo sforzo e l’impegno non potranno mai mancare.Che nessuno possa dirti “Non ce l’hai messa tutta”.

Filo rosso

Caro diario, mi sono proprio sforzata per po-ter fare quella scheda che il capo mi aveva chiesto. Guarda, ho passato al-zata tante notti perché il

chicca18: ma perchè ti aspetti dei ringraziamenti? Io non dico quasi mai grazie a qualcuno.

fred90: beh, sbagli molto. Non ci si deve aspettare di essere ringraziati, ma ringra-ziare spontaneamenteè una bella cosa.

caritàgiustizia

vitacristianoimpegnoamore

Parole chiave

www.antislavery.org

Anti-Slavery International

Spazio web

dalla teoria alla pratica

lavoro fosse eccellente e… quando gliela ho data non mi ha anche ringraziata!

Erica

Diario online

violenzainsicurezza

disuguaglianzaincomprensioni

difficoltàegoismo

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Page 37: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

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Gio

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Editoriale

Cuore umano

Sembra che i biso-gni dei nostri fratel-li ci sorpassino, che siano più grandi dei mezzi che noi por-tiamo, soprattutto nei nostri cuori. Sono convinto che nel mondo i mate-riali ci sarebbero. Molte volte manca quel mezzo prin-cipale che si chia-ma cuore umano, sensibilità umana, ciò che costituisce anche il centro pro-pulsivo della fra-ternità, dell’essere fratello per i fratel-li; quello che ci ha portato Gesù con il cuore, con il suo amore.

C’è un limite all’aiuto?

Silvia

Che significa do-nare la mia vita?

Paolo

Livia: non sono io ad esagerare… è Gesù che dice certe cose. Però non continuare ad interrompere il mio racconto perché altrimenti non lo finisco più e non torniamo più a casa questa sera.

Gianni: va bene, va bene. Continua la storia e stupiscimi an-cora di più.

Livia: beh, dopo aver dato all’albergatore i due denari per prendersi cura dell’uomo ferito gli dice anche che se spenderà di più…

Gianni: se spenderà di più? Non dirmi che dopo averlo lascia-to all’albergatore continuerà ad occuparsi di quest’uomo…non ci posso credere, solo un pazzo può pensarla in questo modo.

Livia: sai, credo che in questo caso Gesù voglia farci capire che al di là delle cose materiali, possiamo spendere molto di più per aiutare gli altri.

Gianni: spendere di più? E che cosa?

Livia: si può spendere il proprio cuore! C’è sempre l’amore che deve essere dato in più delle cose. Le cose non possono sostituirci nel dono di noi stessi. È vero che bisogna amare con il dono delle cose, perché sono necessarie ai bisogni reali della vita, senza di esse l’amore sarebbe inefficace, ma queste cose devono nascere dal dono del cuore e devono preparare il dono della vita.

L’India é solo sulla carta definita come una nazione unica. In con-creto é l’unione di realtà economiche e culturali profondamente differenti e che singolarmente per popolazione e ricchezze culturali potrebbero essere comparate ai principali stati europei (l’Uttar Pra-desh, stato più popoloso dell’India, se indipendente risulterebbe la quinta nazione più popolosa al mondo), basti pensare all’esistenza di 22 diverse lingue ufficialmente riconosciute e la maggior parte di esse con alfabeti completamente diversi gli uni dagli altri. Questo si riflette nella realtà politica.

Editoriale

Nonostante la stanchezza quotidiana, non ti

risparmiare se ti viene chiesto aiuto!

I nostri esperti

Filo rosso

Don Bosco

“Lo scopo della vita è trovare la felicità nell’amare e nel servire il Signore”

non è facile ama-re fino in fon-do soprattutto quando i nostri limiti umani si fanno presen-ti con forza. è normale che la stanchezza cer-chi di prendere il sopravvento su di noi, ma in questi casi è im-portante tenen-re bene a men-to l’obiettivo di tutte le nostre azioni e allora si che le forze ritorneranno e anche più di pri-ma.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneCiò che spenderai in più...

Eccomi qua ragazzi. Torno in Asia e vi sto chiaman-do dall’India. Vi ho appena mandato un file in cui è raccontata la grande esperienza di Madre Teresa. Fatemi sapere se vi piace. “Un giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ri-tornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole, sottile e ma-grissima, si vedeva che era molto malata e l’odo-re del suo corpo era cosi’ forte che stavo per vomitare. Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa e’ la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita. Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il piu’ presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai piu’. E ho co-minciato a correre. Ma prima che avessi raggiun-to l’angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta li’, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco cosi’ bene, e ho visto che quella non era l’unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede. Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l’ho sollevata e portata al piu’ vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, fin-che’ non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l’ho curata. Da quel giorno la mia vita e’ cambiata. Da quel giorno il mio progetto e’ stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con il

piu’ povero dei poveri su questa terra, do-vunque lo avessi trovato.”

Il nostro corrispondente

Page 38: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

DONACI OCCHI PER VEDERE

Donaci Signore,occhi per vedere le necessità del mondo

e un cuore per amare l’universo che tu ami.Donami un cuore di carne,

non un cuore di pietra,per amare Dio e gli uomini,donami il tuo stesso amore

per amare veramente,dimentico di me stesso.

Donami la tua luceper riconoscere i tuoi segni.

Donami di conoscerti negli altri e di conoscerein loro, la tua voce e i tuoi desideri.Signore, ho bisogno dei tuoi occhi:

dammi una fede viva.Ho bisogno del tuo cuore:

dammi una carità a tutta forza.Ho bisogno del tuo soffio.

dammi la tua sapienza,per me e per la tua Chiesa.

Dammi la capacità di compiere pienamenteciò che tu mi chiedi.

Preghiera

Nonostante le difficoltà di ogni genere che si possono incontrare relazionandosi

con gli altri, la serenità di essere nel giustoci accompagni per sempre .

Filo rosso

Caro diario, ho proprio bisogno di sfogarmi… nessuno mi chiama, nes-suno mi manda messag-gi… perché sono così an-tipatica… appena provo

chicca18: purtroppo c’è tanta cattiveria in giro e spesso non ci possiamo fare niente.

fred90: non credo che non si possa fare niente. L’impe-gno di ognuno è già un buon inizio.

cuorefratelli

sensibilità“spendere”

donovita

progetto

Parole chiave

www.echr.coe.int

European Court for Human Rights

Spazio web

dalla teoria alla pratica

a fare la simpatica ven-go presa in giro. Io cer-co di far contenti tutti e nessuno si preoccupa di me.

Laura

Diario online

povertàdifferenze

bisogni

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Gio

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Editoriale

Una forza di prim’ordine

In una società per-corsa da numerosi fenomeni di egoi-smo e di crudeltà a danno dell’uomo, il servizio al prossimo costituisce una for-za di prim’ordine, un autentico valo-re. È uno dei segni positivi del nostro tempo, il segno che l’apertura della vo-lontà e del cuore al bene comune è accuratamente col-tivata e vissuta. Per questo il servizio al prossimo è un va-lido coefficiente di civiltà e fraternità.

Quando pen-so a me?

Ale

Posso mettere un limite alle mie buone azioni?

Fede

Livia: aspetta e senti questa. Dopo avergli detto: “Se spende-rai di più…”, il samaritano ha continuato dicendo che lo avreb-be ripagato al suo ritorno. Come siamo diversi invece noi: la nostra carità è ambiziosa, è sempre incompleta, quando non è fatta dall’alto al basso, è pretenziosa, attende la riconoscen-za degli uomini, si scandalizza e non ammette l’ingratitudine dell’interessato.

Gianni: effettivamente mettiamo sempre un limite alle no-stre buone azioni. Spesso anche io mi ritrovo a dire: “Ho già fatto abbastanza, adesso devo pensare a me”.

Livia: dal samaritano dobbiamo proprio imparare un nuovo modo di comportarci con gli altri. Se ci ripensi, appena ha vi-sto l’uomo ferito, non ci ha pensato neppure un istante; non ha badato ai suoi interessi particolari; non si è chiesto se era un connazionale o uno straniero, se aveva o no soldi in banca per rimborsargli le spese; non badò a ciò che lo divideva da lui. Per lui era un uomo che soffriva; la sua compassione lo immedesimò immediatamente nelle sofferenze di quell’uomo che giaceva sulla strada e fece quel che avrebbe desiderato che altri facessero a lui se si fosse trovato nella stessa situazione; per lui era un suo simile e per questo si fece prossimo, cioè si avvicinò a lui e lo aiutò. E non si limitò a questo: si assunse le spese del suo futuro. Il suo non fu proprio un aiuto dato di sfuggita, ma un aiuto dato guardando il futuro di quella persona...

La Caritas è l’organismo pastorale della Cei che opera per diffonde-re – nella Chiesa e nell’intera società - la testimonianza della carità, la logica del servizio, l’amore preferenziale per i poveri e gli emargi-nati. Caritas Italiana nasce dopo il Concilio Vaticano II, ne è un frutto maturo e consapevole. Si colloca nel solco della “Gaudium et Spes”, il grande documento sulla Chiesa nel mondo contemporaneo il cui celebre prologo vale la pena di ricordare: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini del nostro tempo, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le spe-ranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo...».

Editoriale

Ricordati che la tua forza è l’amore di Cristo!

I nostri esperti

Filo rosso

alla fine sare-te ricompensati, soprattutto, per questo bene fatto ai miseri. Il padre vi ha consegna-to i due denari, tutte le ricchezza dei popoli, ma per chi si prodiga ad aiutare i bisogno-si, non c’è paga adeguata in que-sto mondo: tutti i beni del mondo sono insufficien-ti e sono ancora troppo poco. l’ope-ra di misericor-dia è così gran-de che per essere adeguatamente ricompensata c’è bisogno dei beni eterni.

Don Bosco Gesù“La fede deve essere viva!”

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneTe lo rifonderò al mio ritorno...

Eccomi qua ragazzi. Anche oggi sono in Italia e vi ho mandato il file con la storia di un piccolo grande uomo. Fatemi sapere se è OK. Quella di don Luigi di Liegro è stata, fino all’ultimo giorno del-la sua vita, una incessante battaglia contro ogni forma di esclusione. “L’unico valore assoluto è la dignità umana. Ogni uomo è una strada che in qualche modo conduce a Dio”. Lui richiamava severamente i pote-ri alle loro responsabilità, lontana da una concezione pietistica e individuale della ca-ritas cristiana. Nel 1979 nacque la Caritas Diocesana di Roma. Don Luigi ne divenne fin dall’inizio il direttore, o meglio l’anima. Una Caritas pensata per praticare “una carità che tende a liberare le persone dal bisogno e quindi a renderle protagoniste della propria vita”. Don Luigi fece del suo ufficio un interlocutore decisivo della vita cittadina: giunte, realtà ecclesiali, forze civili e politi-che dovevano confrontarsi con lui e con la sua strategia tesa ad alleviare le sofferenze degli esclusi. Mobilitando migliaia di volon-tari, ingaggiò una vasta battaglia contro la povertà, l’emarginazione e l’indifferenza. Co-minciarono a sorgere centri di ascolto, am-bulatori, un ostello, una mensa per i senza fissa dimora. Il povero, secondo don Lui-gi, non era solo un problema del cristiano. Trattandosi non già di beneficenza ma di giu-

stizia e di diritti civili, la questione non può non essere politica. E la politica andava sollecitata di continuo.

Il nostro corrispondente

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INNO ALLA CARITÀ

Se parlo la lingua degli uominie anche quella degli angeli,

ma non ho amore,sono un metallo che rimbomba,

uno strumento che suona a vuoto.Se ho il dono di essere profetae di conoscere tutti i misteri,se possiedo tutta la scienza

se anche una fede da smuovere i monti,ma non ho amore,io non sono niente.

Se do ai poveri tutti i miei averi,se offro il mio corpo alle fiamme,

ma non ho amore,non mi serve a nulla.

Preghiera

Gesù ha mostrato un nuovo modo di amaree di partecipare delle vite degli altri.

Il suo esempio ci sia da stimolo per incontrarein ogni uomo un fratello.

Filo rosso

Chi ama è paziente e generoso.Chi ama non è invidioso,

non si vanta,non si gonfia di orgoglio.

Chi ama è rispettoso,non cerca il proprio interesse,

non cede alla collera, dimentica i torti.

Chi ama non gode dell’ingiustizia,la verità è la sua gioia.Chi ama tutto scusa,

di tutti ha fiducia,tutto sopporta,

mai perde la speranza.Ecco le tre cose che contano:

fede, speranza, amore.Ma più grande di tutte è l’amore.

Caro diario, non ci avevo mai pensato, ma quando oggi ho visto Anna pian-gere in silenzio ho pensa-to a quanto poco ci conosciamo

chicca18: beh, scusa... che ti costa scambiare due chiac-chiere con la tua vicina?

fred90: non è questione di “costo”, è che con la frenesia del quotidiano spesso non ci si ferma un attimo.

riconoscenzaservizio

prossimoamore preferenziale

compassione

Parole chiave

www.childsrights.org

International InstituteChildren’s Rights

Spazio web

dalla teoria alla pratica

nonostante viviamo sul-lo stesso pianerottolo.

Roberto

Diario online

esclusionesofferenza

povertàcrudeltàegoismo

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

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20°

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Editoriale

È un momento difficile

La solidarietà è un imperativo che si va sempre più acu-tamente imponen-do a misura delle crescenti difficoltà del momento. Il momento che sta attraversando ora il mondo del lavo-ro è indubbiamente difficile, a motivo, in linea generale, degli aspetti deca-denti che contras-segnano negativa-mente il volto della civiltà, e, specifica-mente, a motivo dei complessi fenome-ni dipendenti dalle rapide, profonde e incessanti trasfor-mazioni.

Di chi mi dovrei occupare?

Giusy

Come mi avvicino alle persone?

Daniele

Livia: la storia che Gesù ha raccontato è ormai finita, ma l’intervista prosegue ancora con qualche importante battu-ta. Dopo aver terminato il proprio racconto Gesù riprende la domanda iniziale e chiede al dottore della legge chi fra le tre persone della storia sia stato il prossimo di colui che è incap-pato nei ladroni.

Gianni: e lui, e lui che cosa ha risposto?

Livia: aspetta, bisogna cercare di comprendere meglio il mo-tivo per cui Gesù fa nuovamente la domanda dopo aver rac-contato questa storia.

Gianni: certo, sicuramente Gesù aveva in mente una cosa ben precisa altrimenti non l’avrebbe raccontata... ho iniziato a capire che Gesù non fa niente per caso, ma ogni sua parola, ogni suo gesto ha uno scopo ben preciso.

Livia: la prospettiva del dottore della legge era rivolta a sape-re l’oggetto dell’amore, quella di Gesù invece è rivolta al sog-getto dell’amore. Prima ancora di sapere dove deve andare l’amore dobbiamo sapere da dove deve partire. Prima di tutto dobbiamo assicurare l’esistenza dell’amore, poi se ne definirà l’operare. Il prossimo non è più colui che deve essere amato, ma colui che deve amare. Nella mente di Gesù c’è stato un trasferimento dell’idea di “prossimo” dall’altro a noi. Egli ci sorprende rivelandoci che la legge dell’amore al prossimo non è comandata dalla diversa condizione dell’altro, ma dalla na-tura del nostro essere.

L’Orissa è uno degli stati più poveri dell’India: il 50% della popola-zione è tribale e vive nelle foreste e nelle aree remote; l’85% della popolazione vive in aree rurali; il 47% vive al di sotto della soglia di povertà; è infestato dai gruppi rivoluzionari dei Naxals; ha un alta percentuale di mortalità dovuta a malaria e tifo.La violenza sui cristiani nel distretto di Kandhamal, in Orissa, è ini-ziata durante il Natale 2007. Nel periodo successivo, ad agosto 2008, si è dispiegata in massa contro i cristiani a Kandhamal.

Editoriale

Il tuo amore non venga mai a mancare a chi

ne ha bisogno!

I nostri esperti

Filo rosso

un cristiano è tale solo se ama sempre. la do-manda del dot-tore della legge “chi è il mio pros-simo?” è sbaglia-ta perchè essen-do tu il prossimo devi amare sem-pre, chiunque ti si avvicini dovrà sempre ricevere questo amore. non è possibile, dunque, sospen-dere l’amore in alcuni casi o di-stinguere tra caso e caso. non è mai lecito so-spendere questa emissione d’amo-re, pena la perdi-ta della nostra identità di cri-stiani.

Don Bosco Gesù“Servire Dio vuol dire fare il bene”

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneChi è stato il prossimo?

Eccomi qua ragazzi. Sono in India e più precisamente nello stato dell’Orissa e vi ho appena mandato la tri-ste storia di un laico indiano. Fatemi sapere se è OK. Il catechista e attivista cattolico Rabin-dra Parichha, 47 anni, è stato ucciso in Orissa, stato dell’India orientale. Parichha operava nel distretto di Kandhamal, teatro dei massacri anticristiani del 2008 e parte della diocesi di Cuttack-Bhubaneswar, ma è stato ucciso mentre si trovava a Bhanjana-gar, nella diocesi confinante di Berhampur, sempre in Orissa. L’omicidio è avvenuto fra la sera del 15 dicembre 2011 e le prime ore del mattino del 16. L’attivista era stato chiama-to sul cellulare da un vicino e non ha fatto più ritorno a casa. La moglie e i figli lo han-no cercato e hanno avvisato la polizia, che la mattina del 16 dicembre ha rinvenuto il ca-davere. Parichha aveva la gola tagliata e ferite da taglio alle mani e allo stomaco. Parichha, ex catechista itinerante della parrocchia di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa a Mondasore (nel distretto di Kandhamal), da tre anni lavorava nell’Orissa Legal Aid Centre, sostenuto dalla Chiese cristiane a Kandha-mal, molto impegnato come legale e attivista dei diritti umani.

Il nostro corrispondente

Page 42: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

GESÙ SIGNORE

Signore, Guaritore supremo,mi inchino davanti a te

perchè ogni dono perfetto deve provenire da te.Ti prego,

concedi abilità alle mie mani,una visione chiara alla mia mente,gentilezza e umiltà al mio cuore,

dammi unicità di intenti,forza per sollevare una parte del fardello

del mio prossimo sofferentee la comprensione del privilegio di cui godo.Togli dal mio cuore scaltrezza e mondanità,

perchè possa confidare in tecon la semplice fede di un bambino.

Amen.

Preghiera

La legge dell’amore sia la legge che governa la nostra vita.

Filo rosso

Caro diario, mi rendo conto che la mia idea di amore non corrisponde a quella della maggioran-za delle persone. Non lo so, per me è qualche

chicca18: è si, hai proprio ragione.

fred90: mah... secondo me vi sbagliate. Ci sono tante cose brutte al mondo, ma an-che tante altre che mostrano come l’amore sia concreto.

solidarietàamore

prossimodiritti umani

Parole chiave

www.hrea.org

Human RightsEducation Associates

Spazio web

dalla teoria alla pratica

cosa di veramente gran-de, ma proprio per que-sto difficile da trovare quotidianamente.

Arianna

Diario online

difficoltàpovertàviolenza

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Page 43: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

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Editoriale

Il senso della vita

Esiste nel mondo contemporaneo una grande tensione. In fin dei conti questa è una tensione per il senso della vita umana, per il signi-ficato che possia-mo e che dobbiamo dare a questa vita se essa deve essere degna dell’uomo, se deve essere tale che valga la pena di essere vissuta. Cristo insegna che la vita umana ha senso in quanto è testimonianza della verità e dell’amore.

Dicono che le apparenze

ingannano. Non ne sono convinta.

Sandra

Fare del bene. Concretamente, che significa?

Nicola

Livia: comunque, torniamo a noi. Giustamente il dottore del-la legge gli ha risposto che chi si è comportato da “prossimo” è stato “colui che ha usato misericordia” nei confronti dell’uo-mo ferito.

Gianni: beh, almeno alla fine ha capito gli insegnamenti di Gesù.

Livia: credo che sia importante soffermarci sulle parole usate dal dottore della legge: “Ha usato misericordia”. Vedi, anche lui alla fine identifica l’amore del prossimo con l’amore di mi-sericordia e capisce che l’essenza del vero amore al prossimo è la misericordia, tanto che senza di essa, l’amore si perde in inutile e ingannevoli slanci.

Gianni: sai, credo di aver imparato una cosa: dobbiamo guar-dare con molta attenzione gli altri, senza farci ingannare dalla loro apparenza. Dobbiamo cercare di avvicinarci a loro come ha fatto il samaritano per poterli vedere nel profondo della loro vera realtà. Mi tornano in mente tutte le azioni che ha compiuto dal momento in cui ha visto l’uomo ferito lungo la strada...quanto volte effettivamente noi usiamo la stessa at-tenzione quando incontriamo qualcuno?

Livia: vedi che alla fine ci è servito questo racconto! Magari riusciamo a farne un buon approfondimento.

“Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica, l’impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera.

Editoriale

Le tue attenzioni possano sempre aiutare coloro che

stanno soffrendo!

I nostri esperti

Filo rosso

l’uomo è un mi-sero, incapace di salvarsi da solo chiunque esso sia e dovunque si trovi; ma rifiu-terà ogni sorta di aiuto se son si incontrerà con un amore mise-ricordioso che, conoscendo il suo male, non lo offenderà; che volendolo curare, non lo vorrà assog-gettare. allora egli troverà il coraggio di far-si aiutare e si ri-metterà in cam-mino.

Don Bosco Gesù“Quando ti vedono compiere bene i tuoi do-veri di cristiano hanno grande stima di te”

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneColui che ha usato misericordia...

Eccomi qua ragazzi. Dall’Italia vi ho appena man-dato il file con la storia di un prete “scomodo”. Fate-mi sapere se è OK. Don Giuseppe Puglisi è stato ucciso in “strada”. Dove viveva, dove incontrava i “piccoli”, gli adulti, gli anziani, quanti avevano bi-sogno di aiuto e quanti, con la propria condot-ta, si rendevano responsabili di illegalità, soprusi e violenze. Probabilmente per questo lo hanno ucciso: perché un modo così radicale di abitare la “strada” e di esercitare il ministero del par-roco è scomodo. Lo hanno ucciso nell’illusione di spegnere una presenza fatta di ascolto, di de-nuncia, di condivisione. Ricordare quel momento significa non soltanto “celebrare”, ma prima di tutto alzare lo sguardo, far nostro l’impegno di don Giuseppe. Cosa ci ha consegnato don Giu-seppe? Innanzitutto il suo modo di intendere e di vivere la parrocchia, di essere parroco. Non ha pensato, infatti, come comunità di credenti sle-gata dal contesto storico e geografico in cui è inserita. L’ha vissuta come territorio, cioè come persone chiamate a condividere uno spazio, dei tempi e dei luoghi di vita. Per partecipare alla vita di chi gli era vicino ha accettato di percorrere e ripercorrere le strade del rione Brancaccio. Ha vissuto la strada -quella strada che Gesù ha fatto sua- come luogo di povertà, di bisogni, di linguaggi, di relazioni e di domande in conti-nua trasformazione. L’ha abitata così e ha tentato, a ogni costo, di restarvi fedele. In altre parole, ha incarnato pienamente la po-vertà, la fatica, la libertà e la gioia del vivere,

come preti, in parrocchia.

Il nostro corrispondente

Page 44: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

SIGNORE VUOI LE MIE MANI?

Signore,vuoi le mie mani per passare questa giornata

aiutando i poveri e i malati che hanno bisogno?Signore,

oggi ti do le mie mani.Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata

visitando coloro che hanno bisogno di un amico?Signore,

oggi ti do i miei piedi.Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata

parlando con quelli che hanno bisogno di parole d’amore?Signore,

oggi ti do la mia voce.Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata

amando ogni uomo solo perchè è un uomo?Signore,

oggi ti do il mio cuore.

Preghiera

Spesso, fuggire dalle nostre responsabilità di cristiano può sembrare la via più facile,

ma la nostra coscienza sarà sempre lì a ricordarci il cammino da seguire per essere un vero uomo.

Filo rosso

Caro diario, non è sempre facile essere at-tenti alle esigenze degli altri. A volte proprio vorrei poter dimenticare tutto e tutti e pensare

chicca18: giusto o no, a volte bisogna essere egoisti.

fred90: anch’io a volte pen-so ad andarmene per conto mio, ma non so se sarebbe la scelta giusta.

senso della vitamisericordia

amoreprossimoattenzione

uomodignità

Parole chiave

www.donboscoland.it

Movimento GiovanileSalesiano Triveneto

Spazio web

dalla teoria alla pratica

solo a me.Allontanarmi da quests mia vita, anche se mi rendo conto che non sa-rebbe giusto.

Nicola

Diario online

ingannosofferenza

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Page 45: World Atlas Estiva 2012.pdf · Signore, fammi buono amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe

22°

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Editoriale

Possedere la conoscenza di Dio

Possedere la cono-scenza di Dio! Ave-re Dio per Padre! Dio è il Signore del-la vita e della storia e nel suo amore paterno il cristiano si abbandona con fiducia. La vita del giusto è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade, e così finisce con l’essere di rimpro-vero e di condanna per coloro che non vivono rettamente. Il cristiano infatti è nel mondo, ma non è del mondo.

Ha senso vive-re per gli altri?

Stella

Chi sono i miei “vicini”?

Mario

Gianni: ok, dai ci vediamo domani. Vado a casa.

Livia: aspetta un attimo... ancora non è finito il racconto. Gesù, ovviamente, vuole lasciare un ultimo messaggio al dot-tore della legge dicendogli: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso!”.

Gianni: ma perchè dice così?

Livia: ma come perchè... non ti ricordi che all’inizio ti avevo detto che Gesù voleva insegnare a vivere in pienezza? beh, con questa storia ci indica come vivere in pienezza l’amore di Dio e del prossimo, insegnandoci ad essere dei “buoni samari-tani”. Anche noi dobbiamo essere prossimo di tutti gli uomini senza distinzione di razza, condizione sociale o religione, di chiunque la vita e le circostanze ci mettono accanto, colui che incontriamo, amico o nemico, chiunque ha bisogno di noi.

Gianni: è vero, Gesù chiama prossimo colui che ha messo in pratica il comandamento dell’amore, chi apre il proprio cuore agli altri, chi tende la mano, chi aiuta le persone vicine e lon-tane.

Livia: quando Gesù dice: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso!” ci sta dicendo di vivere cristianamente imitandolo nel profondo. Quello che Gesù ci insegna, infatti, l’ha vissuto in pienezza. Chi più di lui ha amato il Padre e il prossimo? Gesù si sente dono agli uomini dell’amore del Padre e proprio per questo si dona fino alla fine.

Le cause dell’analfabetismo fra gli adulti possono essere tante. A volte si è analfabeti perché membri di una famiglia numerosa nel-la quale i genitori hanno dovuto operare una scelta e investire solo su alcuni. Altre volte, perché si è membri di una comunità indigena discriminata, isolata e emarginata. Ma a prescindere dalle diverse cause, il risultato è lo stesso: migliaia di persone non sono in grado di leggere i termini di un contratto di lavoro, o le indicazioni su come si vota alle elezioni politiche. Migliaia di persone, quindi, dipendono da qualcuno che sia in grado di leggere e scrivere per loro e che fini-sce per detenere un potere smisurato sulle loro vite.

Editoriale

Imita Cristo!

I nostri esperti

Filo rosso

“Dio ti ha regalato la vita perchè tu viva felice volendogli bene e volendo bene a tutti

quelli che ti stanno intorno”

Don Bosco

non pensate che sia impossibile met-tere in pratica l’in-segnamento della carità fraterna così come lo abbia-mo sentito nella storia del samari-tano, certo non è facile... andare per strada e riconosce-re in ogni persona che si incontra, di qualsiasi fede o nazionalità, un proprio fratello e sorella mette a dura prova il de-siderio di vivere la fraternità. Sen-za però lasciarvi sconfiggere dalle insicurezze segui-te i miei insegna-menti. ce la potete fare.

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneVa’ ed anche tu fa’ lo stesso...

Eccomi qua ragazzi. Di nuovo dal Brasile vi ho appe-na mandato la storia di un uomo definito “il pedagogi-sta degli oppressi”. Fatemi sapere se va bene.Paulo Freire è stato uno dei più grandi pedagoghi del nostro tempo. Nato a Recife nel 1921, il suo messaggio può essere sintetizzato in questa frase: “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si edu-cano insieme, con la mediazione del mondo”. Forse la dittatura militare del Brasile nel ‘64 scoppiò anche per “colpa” di Paulo Freire. Questo scrittore aveva elaborato un metodo di alfabetizzazione che in sole 40 ore inse-gnava agli adulti non solo a leggere e scrive-re, ma soprattutto a capire un po’ meglio il mondo nel quale vivevano. Scelto dal governo Goulart come responsabile del Plano Na-cional de Alfabetizaçâo, prometteva di alfa-betizzare in dodici mesi 6 milioni di brasiliani (che quindi sarebbero stati in grado di vota-re l’anno seguente). Se si pensa che nel ‘63 gli elettori erano meno di 12 milioni, si ca-pisce quale importanza politica avesse tale programma. Con l’appoggio del governo, delle correnti politiche di sinistra e della Chiesa, Freire iniziò la formazione di 20.000 circoli culturali, che avrebbero reso possibile il piano. Questa pagina di storia però non venne mai scritta, perchè il “golpe militar” can-

cellò il piano e incarcerò il “pericoloso” pedagogo, che in seguito preferì la via dell’esilio in Cile.

Il nostro corrispondente

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IL SERVIZIO

Se dovessi scegliere una reliquia della Tua passione

prenderei proprio quel catino di acqua sporca.

Girerei il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi

del vagabondo, dell’ateo, del drogato, del carcerato,

dell’omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno

per cui non prego mai, in silenzio.

Finché tutti abbiano capito nel mio, il Tuo amore.

Preghiera

La testimonianza vera e profondadell’essere cristiano è la nostra stessa vita.

Filo rosso

Caro diario, oggi ho letto un articolo in cui si parlava della vita come dono. Mi sono ferma-ta a riflettere e mi sono chiesta se la mia vita

chicca18: vita come un dono, carina questa! Non l’avevo mai pensata così.

fred90: hai visto, non si fi-nisce mai di imparare e bi-sogna essere sempre aperti a cambiare opinione sulle cose.

conoscenza di Diogiustizia

vitafiducia

vivere in pienezzaprossimo

educazione

Parole chiave

www.infoans.org

Agenzia InfoSalesiana

Spazio web

dalla teoria alla pratica

è un dono per me e per la mia famiglia… Non lo so.

Luca

Diario online

analfabetismopovertà

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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23°

Gio

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Editoriale

La vita, una testimonianza

La testimonianza personale dovrà corrispondere a quello che gli uo-mini attendono da ognuno. Superare la scissione tra cre-denza religiosa e quotidiano opera-re, accogliendo la logica della fede, ecco il nostro co-mune impegno. Questo invito io ri-volgo in particolare ai giovani, i quali possono operare quella giusta svol-ta, di cui la società ha bisogno per non impoverirsi sempre di più.

Essere testimoni? È troppo per me.

Annalisa

Non so come vi-vere in pienezza…

Gianni

Gianni: adesso torno a casa e racconto questa bella, ma stra-na intervista a mia moglie e ai miei figli.

Livia: fai proprio bene. Se abbiamo imparato una cosa oggi è quella che dobbiamo seguire gli esempi positivi che ci vengo-no mostrati e, come è successo a noi oggi, dobbiamo educare gli altri attraverso il racconto e l’esempio. Si educa al valore della carità solo attraverso l’esempio, non bastano le parole. Dobbiamo mostrare atteggiamenti di disponibilità e, nello stesso tempo, suscitare una mentalità di collaborazione e di aiuto reciproco, superando anche l’idea del “dovere” per en-trare nella dimensione della gratuità e della volontà.

Gianni: senza dubbio non possiamo mai dimenticare che i bambini imparano da noi adulti il rapporto con le persone al di fuori della famiglia, da noi apprendono la timidezza o la cordialità, l’apertura o la chiusura, la verità e spontaneità o la falsità e l’apparenza, la generosità gratuita che non chiede nulla in cambio.

Livia: effettivamente abbiamo una grande responsabilità con la nostra vita! Gesù ci chiede di imitarlo per essere un esem-pio per chi ancora non ha scoperto come la vita deve essere vissuta in pienezza.

Gli indios oggi sono consapevoli della necessità di aprirsi al mondo. Sanno di non poter restare chiusi nella foresta. Imparano la lingua nazionale per il commercio, per usare i mezzi tecnologici, per inse-gnare ai propri figli a convivere con il mondo culturale che li circon-da. Oggi gli indios sono elettori nel municipio dove risiedono. Gli indios continuano a mantenere le proprie caratteristiche: sono ottimi osservatori, conoscono perfettamente l’utilità e la funzionalità della flora e della fauna, sia della foresta che delle acque amazzoniche. Ma oggi un computer, un motore ad elica per la canoa, l’energia elettrica per il villaggio, sono mezzi tecnologici che alleggeriscono le fatiche e accorciano le distanze.

Editoriale

Che tu possa essere una testimonianza viva dell’amore di Cristo

per gli uomini!

I nostri esperti

Filo rosso

“Fatti amare!”

Don Bosco

essere testimoni credibili perchè gli altri possano imparare da noi. questo è impor-tante!vivere secondo i miei insegnamen-ti, mettendoli in pratica nella quotidianità e facendo in modo che gli altri se ne accorgano perchè solo così potranno cam-biare le proprie vite. non abbiate timore ad essere voi stessi nella società in cui vi-vete!

Gesù

Quanti dubbi... Occhio al mondo

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In redazioneLa vita come testimonianza

Eccomi qua ragazzi. Resto in Brasile per l’ultimo rac-conto. Vi ho appena mandato la storia di Dom Franco, come lo chiamavano da queste parti. Fatemi sapere se va bene. Monsignor Gianfranco Masserdotti aveve un sorriso sempre accogliente, la voce ferma ma pacata, l’entusiasmo e la passione nella difesa “degli ultimi” per il diritto a una “terra senza mali”, un antico mito degli indios Tupis-Guaraní che, come ci spiegò, “indica un luogo senza do-lore, dove le piante nascono spontaneamente, la manioca è già disponibile in farina e la cacciagio-ne va da sé nelle mani del cacciatore”. “Questa terra dove la natura è rispettata e la cultura di ogni popolo diventa armonia universale, è il sogno dei popoli ancestrali e dei popoli di oggi”, un so-gno per cui “vale la pena vivere e seminare quelli che un giorno saranno alberi e frutti di pace”. Nell’aprile di sei anni fa quando era a Porto Se-guro, nello stato di Bahia, dove migliaia di indigeni si erano riuniti in occasione dei 500 anni dalla ‘scoperta’ del Brasile, la polizia è intervenuta disperdendo i manifestanti. Tra loro c’era un in-dio, Gildo Jorge Terena, che si trascinava in gi-nocchio e con le braccia aperte verso gli agenti, implorando di non essere colpito. Non ho potu-to fare a meno di pensare alle braccia aperte di Gesù crocifisso, che dovette affrontare dolo-re e morte perché noi vivessimo in abbondanza”. Monsignor Gianfranco Masserdotti ci lascia con il suo messaggio di dialogo e amore come “semi che germinano in un campo arido per un Brasile che senta davvero l’orgoglio di essere multiet-nico e multiculturale, che abbia cura dei più

piccoli, affinché le culture oppresse siano finalmente riscattate e valorizzate”.

Il nostro corrispondente

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Tu, Signore, ci liberi da ogni obbligo,ma ci rendi completamente dipendenti

da una sola necessità: la carità.La carità è

più del necessario per esistere;più del necessario per vivere;più del necessario per agire.

La carità è la nostra vitache diventa eterna.

La carità non la si impara:la si conosce poco a poco

facendo la Tua conoscenza, o Cristo.È la fede in Te che ci rende capaci di carità;

è la Tua vita che ci mostra comedesiderare, domandare, ricevere la carità.

È il Tuo Spiritoche ci rende vivi di carità,attivi mediante la carità,

fecondi di carità.Dilata il nostro cuore, Signore,

perché vi stiano tutti gli uomini;incidili in questo cuore, perchévi rimangano scritti per sempre.

Preghiera

La cosa più bella che ognuno possa sentirsi dire è:“Vorrei essere come te!”.

L’ augurio vero è che il nostro esempio sia di stimolo a tanti altri giovani, proprio

come gli esempi letti in questo sussidio lo sono stati per noi!

Filo rosso

Caro diario, mi rendo conto che mio fratello più pic-colo vuole assomigliarmi sempre di più. Non so se è una bella cosa… que-sto mi obbliga a dargli

chicca18: e che cosa ci tro-vi di male? Magari avessi io una sorella che mi vuole co-piare.

fred90: vedi, fai tanto la dura, ma in fondo anche tu cerchi la felicità. Torno su quanto detto giorni fa: im-para ad apprezzare di più le cose e sarai più felice.

vita

testimonianza

impegno

esempi positivi

Parole chiave

www.hrw.org

Human RightsWatch

Spazio web

dalla teoria alla pratica

sempre un buon esem-pio.

Piero

Diario online

generosità

gratuità

Hai fatto, nella giornata di oggi, l’esperienza di una di queste

parole?

Chatroom

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Via di San Saba, 1400153 Romatel. [email protected] - www.videsitalia.it

Il VIS è un Organismo di laici che si ispi-ra al carisma di Don Bosco ed affianca il tradizionale impegno educativo dei Sale-siani nella formazione integrale umana, scolastica e professionale di bambini e ragazzi.Il VIS è un Organismo Non Governati-vo nato nel 1986, riconosciuto idoneo dal Ministero degli Affari Esteri italiano e dall’Unione Europea a progettare e rea-lizzare interventi di sviluppo umano nei paesi poveri e di educazione allo sviluppo in Europa.

Nel 2009 ha ricevuto dal Consiglio Eco-nomico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) lo status consultivo speciale.

Via Appia Antica, 12600179 Romatel. [email protected] - www.volint.it

Il VIDES è una Organizzazione Non Gover-nativa voluta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per la promozione della donna, per interventi educativi a favore di bambini e giovani svan-taggiati, per la cooperazione nei paesi in via di sviluppo.

Crede nell’intuizione di Don Bosco e di Madre Mazzarello che sia possibile educare i giovani ad essere protagonisti della loro formazione e che questo sia un mezzo efficace per miglio-rare la società.