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WINTER EDITION 2018

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Editoriale G. MercataliEditoriale L. BartolettiFocus Focus on Tuscany & ArtSpecial EventTuscan Food & ArtTuscany & Art Made in TuscanySpecial EventTuscan Wine Tuscan Charme & Relax Tuscan Food

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Tuscan Charme & Relax The Way We WereMade in TuscanyTuscan Routes Tuscan Food Tuscan Cooking Tuscan Routes Special EventTuscany & ArtTuscan PeopleTuscany & ArtMade in TuscanyTuscan People

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Life StyleRecommended ReadingLife StyleTuscany & TechnologyChosen for youEvents in Tuscany

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TOSCANA & CHIANTIANNO I numero 4 - WINTER 2018

Direttore responsabile:Gianni Mercatali

Editore:Leonardo Bartoletti - Headline Giornalisti, Sede legale: via Capo di Mondo 78, Firenze

Redazione:Headline Giornalisti viale G. Matteotti, 25, Firenze [email protected]

Advertising & Marketing:Headline Giornalisti, Chiara Biagiotti

Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Gianpaolo Ansalone, Alessandro Barbati, Federico Bellanca, Marco Bellentani, Giuliana Cantini, Jacopo Carlesi, Sabrina Carollo, Fiammetta Casprini, Giovanni Cianferoni, Fabrizio de’ Marinis, Marco Gemelli, Salvatore La Lota di Blasi, Sandra Massai Fallaci, Gianni Mercatali, Carolina Natoli, Francesco Querusti, Giulio Saturnini, Patrizia Samorì, Francesca Soldani, Mark Taylor

Traduzione dei testi a cura di:Anne Vassallo

Hanno collaborato i fotografi:Marco Anelli, Niccolò Cambi, Maurizio Ciampolini, Maurizio Cristofani, Martino Dini, Alessandro Gambinossi, Enrico Lanari, Francesco Lo Cullo, Luca Managlia, Paolo Matteoni, Claudio Mollo, Simona Palumbo, Roberto Quagli, Massimo Sestini, Gianni Ugolini, Lido Vannucchi; Marina Abramović Archives©, Abramović by SIAE 2018, Archivio Studio Mercatali, Egonipse, LIMA, MAC/2017/062 Sean Kelly, New York, MAC/2017/071

Progetto grafico e impaginazione:Headline Giornalisti, Alessia Romagnoli

Distribuzione:Servizi Pubblicitari s.r.l.

Stampa e confezione:Nuova Fag litografica, via S. di Giacomo 60/70, Pistoia [email protected]

In copertina: Firenze sotto la neve (Collezione Essential)

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore.Registrazione del Tribunale di Firenzen° 6075 del 21.03.2018

Nuova Fag litografica S.r.l.Via S. di Giacomo 60/7051100 Pistoia

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IN THIS ISSUE / IN QUESTO NUMERO

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Winter, time for snow. Right from the cover take in the emotion of the city clad in snow. But the focus of this number is Leonardo da Vinci celebrating 500 years from his death at the royal castle

of Amboise. Instead, 100 years have passed since the birth of Negroni as told by the bartender Thomas Martini at Harry’s Bar Firenze. We’ll talk about art with Marina Abramović’s exhibition at Palazzo Strozzi and with the work by photographer Roberto Quagli as well as with the collective photographic exhibition where the theme is the Florentine steak, pre-sented at the last Culinary Biennale. Keeping in Florence, we live the uniqueness of an event such as the Stefano Ricci Heritage Trophy. Out of the city, Francesca Soldini recounts winter at the spa in the fascinating Val d’Orcia. After that, we move on to the Casentino to discover the museum of the coloured material of the same name up to the Hermitage of Camal-doli. For good food and good wine, Marco Gemelli tells us tales regarding the search for the while truffles in the land of San Miniato guided by Cristiano Savini, up to Prato where he reveals the cuisine and a recipe by Mirko Giannoni, chef of the restaurant Pepe Nero. Marco Bellentani, in-stead, describes a brunch in Versilia at Pozzo di Bugia of the chef/owner Gaio Giannelli. But winter is also the time of the olio novo (new oil) which we went looking for at Colle di Bordocheo on the hills of Lucca.

Inverno, tempo di neve. Fin dalla copertina si respira l’emozione della città sotto il manto innevato. Ma il focus di questo numero è Leonardo da Vinci per i 500 anni della sua morte al Castello reale

di Amboise. 100 anni invece dalla nascita del Negroni raccontati dal bartender Thomas Martini di Harry’s Bar Firenze. Si parla d’arte con la mostra di Marina Abramović a Palazzo Strozzi e con l’opera del foto-grafo Roberto Quagli, oltre ad una mostra fotografica collettiva dove il tema è la bistecca fiorentina, presentata all’ultima Biennale Gastrono-mica. Sempre a Firenze viviamo l’unicità di un evento come lo Stefano Ricci Heritage Trophy. Fuori città, Francesca Soldani ci racconta le terme d’inverno nell’affascinante Val d’Orcia. Si va poi nel Casenti-no a scoprire il museo del colorato tessuto omonimo fino all’Eremo di Camaldoli. Per il buon bere e il buon mangiare Marco Gemelli ci racconta tutte le curiosità della ricerca del tartufo bianco nelle terre di San Miniato guidato da Cristiano Savini, fino a Prato dove ci fa scoprire la cucina e una ricetta di Mirko Giannoni chef del ristorante Pepe Nero. Marco Bellentani ci racconta invece un brunch in Versilia al Pozzo di Bugia del cuoco/oste Gaio Giannelli. Ma l’inverno è anche tempo di olio novo che siamo andati a scoprire a Colle di Bordocheo sulle colline lucchesi.

FROM SNOW TO TRUFFLE, AS LONG AS IT’S WHITEDALLA NEVE AL TARTUFO, PURCHÉ SIA BIANCO

Gianni Mercatali

Il direttore

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È la bella immagine della nostra copertina a dimostrarlo: l’inverno non è certo una stagione senza colori. Certo, il freddo e l’idea più lontana - in senso strettamente temporale - delle vacanze

estive sembrano offrire un’immagine meno nitida, quasi sbiadita, di tanti territori. Eppure, seppur davanti ad un’impressione che appare così netta, la sostanza è ben altra. La Toscana, nei mesi più freddi dell’anno, offre panorami inaspettati, luoghi d’incanto e bellezze che non aspettano altro che essere scoperte. Anche per questo il nostro magazine si presenta - alla vigilia delle feste - con una serie di conte-nuti utili anche in chiave di ‘vacanze brevi’. La nostra redazione ha lavorato con grande impegno per offrire uno spaccato in grado - fino dalle foto e dai testi - di convincere il visitatore. Per capire, già dalle im-magini, che la Toscana invernale non è da meno di quella estiva. Che le occasioni per visite fuori porta sono davvero mille, tutte di grande interesse ed unicità. Che la voglia di scoprire qualcosa di originale ed inaspettato può partire anche dalle pagine di una pubblicazione come Toscana&Chianti. In questo contesto, tra curiosità e scoperte, gli augu-ri dalla nostra regione assumono un valore ancora più prezioso.

Our beautiful cover is proof: winter is certainly not a season lacking in colour. Sure, the cold and the distant idea - but only in terms of time - of summer holidays seem to offer an

unclear image, nearly faded, of many lands. And yet, even in front of a picture that seems so clear, its substance is made of other stuff. Tuscany, in the coldest months of the year, offers startling views, alluring places and beauties just waiting to be revealed. And this is also why our magazine presents itself - on the eve of the Christmas holidays - with contents offering useful suggestions for short breaks away. Right from the photos and texts, our editorial staff has worked hard to offer a cross section able to convince visitors; to understand, straight from the pictures, that a wintry Tuscany is no less than the summery one; that opportunities to go away on trips are truly many, all extremely interesting and unique; that the desire to discover so-mething original and unexpected can even start from the pages of a magazine like Toscana&Chianti. In this context, amongst oddities and discoveries, our region’s season’s greetings take on an even more precious value.

COLOURS OF WINTERI COLORI DELL’INVERNO

Leonardo Bartoletti

L’editore

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IN THE NAME OF LEONARDONEL NOME DI LEONARDO

by Carolina NatoliFOCUS I Leonardo da Vinci

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Luigi Pampaloni’s statue of Leonardo da Vinci outside the Uffizi Gallery Statua di Leonardo da Vinci di Luigi Pampaloni, Loggiato degli Uffizi, Firenze

Perspectival study for The Adoration of the Magi

Studio per l’Adorazione dei magi

The Adoration of the Magi, Uffizi Gallery, FlorenceAdorazione dei Magi,

Galleria degli Uffizi, Firenze

Annunciation, Uffizi Gallery, FlorenceAnnunciazione, Galleria degli Uffizi,

Firenze

Florence and Italy, with other 11 countries from three con-tinents, are getting ready to

celebrate Leonardo da Vinci on the 500th anniversary of his de-ath. Born in 1452 in Anchiano, a district of Vinci in the heart of Valdarno, it is difficult to find one word to define what the Flo-rentine genius was, symbol of the Renaissance who started out at Verrocchio’s workshop: scientist and painter, inventor and sculptor, innovator and visionary. But, most of all, Tuscan. And it is precisely the Region of Tuscany who is pro-moting the “Celebrazioni Leonar-diane” (Leonardian Celebrations), an agenda full of events which will

Firenze e l’Italia, con altri 11 paesi di tre continenti, si pre-parano a celebrare Leonardo

da Vinci nel 500° anno dalla sua morte. Nato nel 1452 ad Anchia-no, frazione di Vinci, cuore del Valdarno, è difficile definire con un’unica parola quello che è stato il genio fiorentino simbolo del Ri-nascimento che mosse i primi passi nella bottega del Verrocchio: scien-ziato e pittore, inventore e sculto-re, innovatore e visionario. Ma so-prattutto toscano. Ed è proprio la Regione Toscana a farsi promotri-ce delle Celebrazioni Leonardiane, calendario ricco di appuntamenti che si svolgerà per tutto il 2019, con mostre, convegni, spettacoli

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Leonardian Museum in Vinci Museo Leonardiano di Vinci

The Great Kite, described in the Codex on the flight of birdsGrande Nibbio, descritto nel Codice sul volo degli uccelli

take place all through 2019 with exhibitions, conventions, shows and events touching all the discipli-nes and languages Leonardo took on, animating the places where he played a prominent role between Vinci and Florence. Moreover, the same Region is endorsing a coope-ration agreement with the Loire Valley Region (the area where Am-boise is, Leonardo’s final dwelling where he died on 2nd May 1519) where there will be events touching three specific sectors: culture, tou-rism and research. For tourism, in-depth information on itinerari-es will be elaborated, promotional tools, both on and off line, will be made for the promotion and spre-ading of the programmes of the-med itineraries. Furthermore, two presentation/publicity events will be organized, one in Tuscany and one in France aimed at promoting

ed eventi che toccheranno tutte le discipline ed i linguaggi abbraccia-ti da Leonardo, animando i luoghi che lo hanno visto protagonista tra Vinci e Firenze. Inoltre, la Regione stessa ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Regione Centro - Valle della Loira (territo-rio dove si trova Amboise, dimora ultima di Leonardo che qui morì il 2 maggio del 1519), verranno sviluppate attività attorno a tre specifici settori: cultura, turismo e ricerca. Per il turismo, saranno elaborati contenuti approfonditi sugli itinerari, realizzati strumenti promozionali congiunti on e offli-ne per la promozione e la divul-gazione della programmazione di itinerari tematici. Inoltre, saranno organizzati due eventi di presenta-zione/divulgazione, uno in Tosca-na ed uno in Francia finalizzati a promuovere i percorsi leonardiani

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the “Leonardian” itineraries with best practice exchanges. For cultu-re, there will be a joint promotion of Leonardian celebrations both in Tuscany and in the Loire Valley at the same time, a cross-referen-ced and reciprocal promotion of museums and cultural locations involved as well as an integrated cultural offer. What is more, cultu-ral and entertaining initiatives will be exchanged, especially favouring the circulation of artists and works; and also student-exchange schemes between young students. For rese-arch, there will be an interchange between research teams working on Leonardo da Vinci’s works, support for joint research activities carried out by Italian and French scholars. Support will also be gi-ven to initiatives aimed at collabo-rations and cooperation between schools, universities and seconda-ry schools, particularly favouring the circulation of students and tea-chers. A complete programme will soon be available on www.regione.toscana.it.

con scambio di best practice. Per la cultura, è prevista la promozio-ne congiunta dei calendari delle celebrazioni leonardiane della To-scana e della Valle della Loira, la promozione incrociata e reciproca dei musei e dei luoghi della cultura coinvolti, nonché dell’offerta cultu-rale integrata. Inoltre, lo scambio di iniziative culturali e di diverti-mento, favorendo in particolare la circolazione degli artisti e delle opere; e scambi di visite di giova-ni in età scolare. Per la ricerca, ci sarà il raccordo fra i team di ricerca impegnati sull’opera di Leonardo da Vinci, il supporto alle attività di ricerca congiunta realizzate da studiosi italiani e francesi. Verrà anche dato supporto alle iniziative che consentono collaborazioni e cooperazioni tra scuole, università e scuole di istruzione superiore, favorendo in particolare la circola-zione degli studenti e insegnanti. Programma completo presto dispo-nibile su www.regione.toscana.it

Leonardo da Vinci self portraitAutoritratto di Leonardo da Vinci

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by Sandra Massai Fallaci, ph. Alessandro GambinossiFOCUS ONI Firenze sotto la neve

MAGIC OR REALITY?MAGIA O REALTÀ?A DIFFERENT FLORENCE UNDER THE SNOW / CON LA NEVE, ECCO UN’ALTRA FIRENZE

È magia o realtà? Viene proprio da domandarselo passeggiando per le strade di Firenze bianche di neve, nascoste da una coltre di ovatta, e magari

con una leggera nebbia che “sfuma” cose e persone. L’in-canto inizia fin dal mattino quando, aprendo le finestre, si rimane affascinati dalla città imbiancata di neve che la rende ancora più unica. L’aria rarefatta profuma di ghiaccio e purezza e i palazzi e i monumenti così noti, assumono una connotazione straordinaria che rende il paesaggio quasi fiabesco. Una meraviglia che lascia a bocca aperta non solo i turisti, ma i fiorentini stessi. È nevicato spesso negli ultimi decenni e ogni nevicata ha una sua storia particolare. Nel gennaio ‘85, il più fred-do del secolo scorso con temperature minime di meno 20 gradi, anche l’Arno si era ghiacciato. Sulla neve, che aveva raggiunto i 40 centimetri in città, i pareri erano

Is it magic or reality? This question pops to mind walking along the snowed streets of Florence, hidden beneath a blanket of cotton wool and maybe with a light

mist which “blurs” things and people. The enchantment begins immediately in the morning when, opening the windows, one is fascinated by the city whitened with snow rendering it all the more unique. The rarified air, scen-ted with ice and purity and the palaces and monuments which are so well-known, take on an extraordinary aura where the landscape is like something out of a fairy tale. A splendor, where not only tourists but the very same Flo-rentines are left open-mouthed. It has often snowed in the last decades and each snowfall has its own special story. In January ‘85, the coldest of the last century with minimum temperatures of minus twenty, even the Arno was frozen. There were contrasting opinions about the snow which

View of a snowy Florence from Piazzale Michelangelo

Vista di una Firenze innevata dal Piazzale Michelangelo

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had reached 40 centimetres in the city: from the children’s eagerness to the car drivers’ imprecations and the shop keepers’ disappointment, passing through painters’, photo-graphers’, intellectuals’ and poets’ appreciation. Snow is always fasci-nating because, just like magic, it transforms the scenery inspiring paintings, tales, stories, fairytales, poems, proverbs, anecdotes, aphori-sms, metaphors. From the world of art to literature to the rural saying: “Sotto la neve, pane” (Beneath the snow, there’s bread) it has always stirred interest, curiosity, wonder. Russian literature is an example: Tolstoj’s “The Snow Storm” or the great blizzard which hit Anna Karenina. Not to forget Chekhov, Pushkin, Pasternak, Gogl, Turge-nev. It is normal to talk about snow in Russia, of course, but we’re not lesser than them: maybe we did not have the “screaming silence” of the

contrastanti: dall’entusiasmo dei bambini alle imprecazioni degli au-tomobilisti e al disappunto dei ne-gozianti, passando per l’apprezza-mento di pittori, fotografi, letterati e poeti. La neve affascina sempre, perché come una magia, trasfor-ma il paesaggio ispirando dipinti, racconti, novelle, fiabe, poesie, proverbi, aneddoti, aforismi, me-tafore. Dal mondo dell’arte e della letteratura a quello rurale “Sotto la neve, pane” ha sempre suscitato interesse, curiosità, meraviglia. Ne è un esempio la letteratura russa: ricordiamo di Tolstoj “La tempesta di neve”, o la grande bufera che in-veste Anna Karenina. Per non par-lare di Chekhov, Pushkin, Paster-nak, Gogol, Turgenev. È naturale parlare di neve in Russia, certo, ma noi non siamo stati da meno: magari non avremo avuto lo “squil-lante silenzio” del grande inverno

Piazza Santa Croce with its typical Christmas market

Piazza Santa Croce con il caratteristico mercatino di Natale

Lungarno degli Acciaiuoli and Ponte Vecchio

Lungarno degli Acciaiuoli e Ponte Vecchio

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great Russian winter nor the bells of Trojka but listen here to the Poet: “dilated flakes, falling slowly, like snow in the windless mountains..” (Inferno, XIV). It feels like being there, under the soft falling fla-kes. A sensation that repeats itself in front of certain paintings: how much does it move us to see snow with the eyes of Monet, Bruegel, Chagall, Cézanne, Sacharov? What is certain is that snow, like fog, cre-ates a strange sensation of mystery, an atmosphere not to be missed sometimes like something out of Pascoli, suspended between reality and the unreal. It seems like a dre-am, but it isn’t: it’s Florence under the snow, and among the misty veils which wrap around it, it reveals a se-cret soul. An oxymoron? No, becau-se mystery and reality merge. Be-cause Florence is all this, and more. An eternal, extraordinary city.

russo né le campanelle della Troj-ka, ma sentite qua il divino Poeta: “…dilatate falde come di neve in alpe sanza vento.” (Inferno, XIV). Sembra di essere lì, sotto i soffici fiocchi che cadono. Una sensazione che si ripete davanti a certi dipinti: quanto può emozionarci vedere la neve con gli occhi di Monet, Brue-gel, Chagall, Cézanne, Sacharov? Certo è che la neve, come la neb-bia, crea uno strano senso di mi-stero, un’atmosfera imperdibile a volte quasi pascoliana, sospesa fra reale e irreale. Sembra di sognare, ma non è così: è Firenze innevata, che fra i veli nebbiosi che l’avvol-gono svela una sua anima segreta. Un ossimoro? No, perché mistero e realtà si fondono. Perché Firenze è tutto questo, ed altro ancora. Eter-na, straordinaria città.

The Giambologna‘s Ratto delle Sabine in Loggia dei LanziIl Ratto delle Sabine di Giambologna nella Loggia dei Lanzi

Piazza Santa Maria Novella Piazza Santa Maria Novella

Piazza Santo Spirito Piazza Santo Spirito

View over Arno river with Church of Cestello

Vista sull’Arno con la Chiesa di Cestello

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TUSCANY & ART I Marina Abramović by Sandra Massai Fallaci

BEYOND THE LIMITOLTRE IL LIMITEOVER 100 WORKS TELL THE STORY OF MARINA ABRAMOVIĆ’S ARTISTIC LIFE AT PALAZZO STROZZIA PALAZZO STROZZI OLTRE 100 OPERE RACCONTANO LA VITA ARTISTICA DI MARINA ABRAMOVIĆ

Just by entering Marina Abramović’s exhibition on at Palazzo Strozzi, one is immediately captured by the ex-pressive power of the artist who, with her need to go

beyond the limit of traditional art, takes us into her world, often baffling us. A world starting from a strong, explosive idea: to use performance to transfer sensations and concepts to totally involve the public. Certainly not a new idea: it is enough to think of Dadaism, of Yves Klein, Andy Warhol, John Lennon and Yoko Ono, all those who, from 1962 till today have experimented it as a means of expressing a socio-political message. Indeed, in Abramović the most urgent need, also or above all, springs from a decided rebellion against the situation which she herself grew up in and ma-tured: that of Jugoslavia in the 50s and the following ye-ars, with sovietism, the Cold War, the Prague Spring and more. But beware: as she herself warns “…if Art is just po-litics, it becomes like a newspaper”. It is a risk which she has somewhat warded off with the efficacy of her pictures, using her own body to obtain the maximum resonance of an evident political reference: like the five-pointed star which burns on the floor with her laid out within in, a breathta-king scene. Hers is a controversial figure who has obtained prestigious acknowledgements and created admiration but also perplexities: in any case, there has been, and there still

Già entrando alla mostra di Marina AbramoviĆ esposta a Palazzo Strozzi si è subito catturati dalla potenza espressiva dell’artista che, con la sua esigenza di ol-

trepassare i limiti dell’arte tradizionale, ci proietta nel suo mondo, spesso sconcertati. Un mondo che parte da un’idea dirompente, forte: usare la performance per trasferire le sen-sazioni e i concetti, per coinvolgere totalmente il pubblico. Idea non nuova, certamente: basti pensare al dadaismo, a Yves Klein, a Andy Warhol, a John Lennon e Yoko Ono, a tutti quelli che dal ‘62 ad oggi l’hanno sperimentata come mezzo per esprimere un messaggio sociopolitico. Ed infatti in Abramović l’esigenza più urgente scaturisce anche, o so-prattutto, da una decisa ribellione verso la situazione in cui lei stessa è cresciuta e si è formata: quella della Jugoslavia anni ‘50 e dei seguenti, nel sovietismo, in piena guerra fred-da, con la Primavera di Praga, ma non solo. Ma attenzione: come lei stessa avverte “…se l’Arte non è che politica, di-venta come un giornale”. È un rischio che lei ha comunque scongiurato con l’efficacia delle sue immagini, utilizzando il proprio corpo per ottenere la massima risonanza di un evi-dente riferimento politico: come la stella a cinque punte che brucia per terra, con lei distesa all’interno, una scena moz-zafiato. Si tratta di una figura controversa, che ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi e suscitato ammirazione ma anche

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Marina Abramović, Artist Portrait with a Candle (C) dalla serie Places of Power, 2013, Courtesy of Marina Abramović Archives© Marina Abramović by SIAE 2018

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is, great interest in her work because nobody can remain indifferent in front of her works. The soul of her itinerary is the exploration of the duality body-mind and art-life, aiming at “shaking” the pu-blic up to the point of rendering it so participating to become an accomplice. Sometimes she’s able to touch very deep strings, heart wrenching feelings, with nearly moving tones: “This is the first exhibi-tion dedicated to a female artist”, Arturo Galansi-no, general manager of Palazzo Strozzi, explains, “which retraces her artistic life in over 100 works starting from the 60s when Marina Abramović was still in Belgrade up to the 2000s”.

perplessità: in ogni caso, per la sua opera c’è stato e c’è tuttora grande interesse perché nessuno può ri-manere indifferente davanti alle sue opere. L’anima del suo percorso è l’esplorazione delle dualità cor-po-mente e arte-vita, con l’obiettivo di “scuotere” il pubblico al punto da renderlo talmente comparteci-pe da diventarne complice. Talvolta riesce a toccare corde molto profonde, sentimenti struggenti, con toni quasi commoventi. “Questa è la prima mostra dedicata ad un’artista femminile - ha spiegato Artu-ro Galansino, direttore generale di Palazzo Strozzi - che ripercorre in oltre 100 opere la sua vita artistica a partire dagli anni ’60, quando Marina Abramović era ancora a Belgrado, fino agli anni 2000”.

Marina Abramović Dragon Heads 2018,video installazione a 9 canali (colore, senza sonoro),

60’. New York, Abramović LLC. Courtesy of Marina Abramović Archives©.

Marina Abramović by SIAE 2018

Marina Abramović The Artist is Present 2010, installazione video a 7 canali (colore, senza sonoro)

New York, Abramović LLC. Courtesy of Marina Abramović Archives e Sean Kelly, New York,

MAC/2017/071. Credit: Photography by Marco Anelli.

Courtesy of Marina Abramović Archives© Marina Abramović by SIAE 2018

Marina Abramović Portrait with Golden Mask 2009, video (colore, senza sonoro), 30’05”. Amsterdam, LIMA Foundation. Courtesy of Marina Abramović

Archives© e LIMA, MAC/2017/062. © Marina Abramović. Courtesy of Marina Abramović

Archives©

MARINA ABRAMOVIĆTHE CLEANERSeptember 21st 2018 - January 20th 2019 21 settembre 2018 - 20 gennaio 2019 Palazzo Strozzi - Piazza Strozzi - Firenze Tel. +39 055 [email protected]

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SPECIAL EVENT I Stefano Ricci Heritage Trophy by Gianni Mercatali, ph. EgonIpse, Massimo Sestini, Niccolò Cambi

Huge turnout for the second edition of the “Stefano Ricci Heritage Trophy” at Piazza Pitti where over forty dream cars coming from the most important

international collections were exhibited for a weekend. It was like magic: out of the blue, the square in front of the Palace was covered by a green mantle of grass upon which these forty true automotive jewels were laid down. Models which have made history and the evolution of the four whe-els. Thousands of Florentines and tourists were thus able to admire the masterpieces of design and mechanics with a constant flow of visitors. In the “Sport” category, the “Best

Grande successo di pubblico per la seconda edizio-ne dello “Stefano Ricci Heritage Trophy” in piaz-za Pitti dove, per un weekend, sono state esposte

quaranta auto da sogno provenienti dalle più importanti collezioni internazionali. Sembrava una magia: come per incanto il piazzale antistante il Palazzo è stato ricoperto da un manto di prato verde sul quale sono stati “adagia-ti” questi quaranta veri gioielli dell’automotive. Modelli che hanno segnato la storia e l’evoluzione delle quattro ruote. Migliaia di fiorentini e turisti hanno potuto così ammirare i capolavori del design e della meccanica con

STEFANO RICCI HERITAGE TROPHY40 DREAM CARS AT PALAZZO PITTI40 AUTO DA SOGNO A PALAZZO PITTI

Stefano Ricci Heritage Trophy in Piazza Pitti

Stefano Ricci Heritage Trophy in Piazza Pitti

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of” awards were conferred to cars that ran the ori-ginal Mille Miglia, and on this occasion to the 1954 Pinin Farina GCS A6 Maserati of the Destriero Col-lection, while in the “Elegance” category, to the 1934 Lancia Asturia IV Serie Convertible Pinin Farina belonging to Salus Karosas. The initiative, as wanted by the Florentine designer, was a tribu-te to the elegance of the most representative cars produced between the 20s and the 70s. The public was able to discover the history of these cars which are part of the Automotive Masterpieces, also cal-led the Archives of Masterpieces, with the App of the same name which thanks to an innovative technology sends a feed with all the information of the exhibited vehicle. It was the same Stefano Ricci who handed out the awards with a ceremo-ny in the cortile dell’Ammannati of Palazzo Pitti and who opened the evening Celebrity Fight Night made with the Andrea Bocelli Foundation and the Mohamed Alì Parkinson Center with the support of Stefano Ricci S.p.A. and the Antico Setificio Fio-rentino.

un flusso costante di visitatori. I premi “Best of” sono stati attribuiti per la categoria “Sport”, autovetture che hanno corso l’originale Mille Mi-glia, alla Maserati A6 GCS Pinin Farina del 1954 di Destriero Collection, mentre nella categoria “Elegance” si è affermata la Lancia Asturia IV Serie Convertibile Pinin Farina del 1937 di Salus Karosas. L’iniziativa, voluta dal designer fiorentino, è stata un tributo all’eleganza delle vetture più rappresentative prodotte tra gli anni 20 e 70. Il pubblico ha potuto scoprire la storia di queste autovetture che fanno parte dell’Auto-motive Masterpieces, chiamato anche l’archivio dei capolavori, con l’omonima App che, grazie a una tecnologia innovativa, invia un feed con tutte le informazioni del mezzo esposto. È stato lo stesso Stefano Ricci a consegnare i premi con una cerimonia nel cortile dell’Ammannati di Pa-lazzo Pitti che ha aperto la serata del Celebrity Fight Night, realizzata con la Andrea Bocelli Foundation e la Mohamed Alì Parkinson Center con il sostegno di Stefano Ricci S.p.A. e Antico Setificio Fiorentino.

1954 Maserati A6 GCS_Destriero Collection 1954 Maserati A6 GCS_Destriero Collection

Elegance prize1937 Lancia Asturia IV Series Convertible

of Saulius KarosasVincitore del premio Eleganza

1937 Lancia Asturia IV Serie Convertible di Saulius Karosas

Stefano Ricci Heritage Trophy ceremony in Cortile dell’Ammannati in Palazzo Pitti

Cerimonia dello Stefano Ricci Heritage Trophy nel cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti

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TUSCAN FOOD & ART I La bistecca by Marco Gemelli

From a cultural and culinary symbol of Florence to Unesco World Heritage. For the bistecca alla fio-rentina, the following months can ratify the achie-

vement of a global goal, as well as its consecration in the Olympus of planetary cuisine. Launching this proposal was Dario Nardella, the mayor of Florence who has star-ted the procedure by informing the Italian ambassador for Unesco in Paris, Vincenza Lomonaco, the town hall’s intention - in full accord with the Accademia della Fio-rentina - to kick off the procedure for the bistecca alla fiorentina to be included in the world heritage. “It is not

Da simbolo culturale e gastronomico di Firenze a patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Per la bistecca alla fiorentina i prossimi mesi potrebbero

sancire il raggiungimento di un traguardo di livello globa-le, nonché la consacrazione nell’olimpo della cucina plane-taria. A lanciare la proposta è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha avviato l’iter comunicando all’amba-sciatrice d’Italia presso l’Unesco a Parigi, Vincenza Lomo-naco, l’intenzione del Comune - in accordo con l’Accademia della Fiorentina - di avviare la procedura per l’inserimen-to della bistecca alla fiorentina nell’elenco del patrimonio

WHEN STEAK BECOMES PHOTOGENICQUANDO LA BISTECCA DIVENTA FOTOGENICAA PHOTOGRAPHIC EXHIBITION DEDICATED TO IT FOR THE FOOD-AND-WINE BIENNALEUNA MOSTRA FOTOGRAFICA A LEI DEDICATA PER LA BIENNALE ENOGASTRONOMICA

Gianni Ugolini’s photography

Foto di Gianni Ugolini

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an easy procedure, but not impossible”, the ma-yor explained, reminding us that “food is culture and the bistecca alla fiorentina is a symbol of quality and tradition of our land” which is tied to the respect “of some precise rules of cuts and cuisine”. After the Neapolitan pizza, therefore, another typical dish of Italian tradition is nomi-nated to be acknowledged as national heritage. In the meantime, in Florence, someone has ce-lebrated the steak with an ad hoc photographic exhibition: Trattoria dall’Oste, presented an exhibition at the Food-and-Wine Biennale in No-vember, organized in two distinct sections. The first one included shots taken by five of the most esteemed food photographers - Paolo Matteoni, Claudio Mollo, Andrea Moretti, Gianni Ugolini and Lido Vannucchi - while the second gathered the 30 best pictures sent by “amateurs”, blog-gers, instagramers, amateur photographers, en-thusiasts, chosen by a specific committee throu-gh an online competition. For three days, the ten photos by professionals and the thirty amateur ones gave life to an unprecedented exhibition where the bistecca alla fiorentina was declared a muse for artistic inspiration and a cultural

mondiale dell’umanità. “Non è una procedura faci-le, ma neanche impossibile”, ha spiegato il sindaco ricordando che “il cibo è cultura e la bistecca alla fiorentina è un simbolo di qualità e tradizione del nostro territorio” che si lega al rispetto “di alcune precise regole di taglio e della cucina”. Dopo la piz-za napoletana, dunque, un altro piatto tipico della tradizione italiana si candida a essere riconosciuto come patrimonio internazionale. Nel frattempo, a Firenze c’è chi ha celebrato la bistecca con una mostra fotografica ad hoc: è la Trattoria dall’Oste, che a novembre ha presentato alla Biennale Eno-gastronomica fiorentina un’esposizione articolata in due sezioni distinte. La prima comprendeva gli scatti realizzati da cinque dei più quotati fotografi di food - Paolo Matteoni, Claudio Mollo, Andrea Moretti, Gianni Ugolini e Lido Vannucchi - mentre la seconda riuniva le 30 migliori immagini inviate da “amatori”, blogger, instagramers, fotografi di-lettanti, appassionati, selezionate da un apposito comitato attraverso un contest online. Per tre gior-ni, i dieci scatti dei professionisti e i trenta degli amatori hanno dato vita a un’esposizione inedita in cui la bistecca alla fiorentina è stata declinata come musa per l’ispirazione artistica e fattore di

Cutting the steakIl taglio della bistecca

Paolo Matteoni’s photographyFoto di Paolo Matteoni

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identity factor tied to the value of quality of what ends up on our ta-bles. “For us”, explained Antonio Belperio, owner of the Trattoria, “the steak is a pleasant obsession, meaning that by refining the palate we realized just how vast and struc-tured is the world of meat. This is where we set out on our itinerary in search of traceability, sustai-nability and knowledge, discove-ring the nuances of taste which, for example, a correct nutrition gives to each breed of cattle. The cut and cooking are important, as much as the piebald marking and the hanging, but at the base of a good Florentine steak there has to be a huge passion for quality meat by all those who make up the food chain, from the breeders to the se-lectors, from the butchers to the caterers”.

identità culturale legata al valore del-la qualità di ciò che finisce sulle no-stre tavole. “Per noi - spiega Antonio Belperio, titolare della Trattoria - la bistecca è una piacevole ossessione, nel senso che affinando il palato ci siamo resi conto di quanto il mon-do della carne sia vasto e articolato. Da qui è partito il nostro percorso all’insegna della tracciabilità, della sostenibilità e della conoscenza, sco-prendo le sfumature di sapore che, ad esempio, una corretta alimenta-zione dà ad ogni razza bovina. Il ta-glio e la cottura sono importanti, così come la pezzatura e la frollatura, ma alla base di una buona bistecca alla fiorentina dev’esserci anche un’enor-me passione per la carne di qualità da parte di tutti gli anelli della filiera, dagli allevatori ai selezionatori, dai macellai ai ristoratori”.

Lido Vannucchi’s photographyFoto di Lido Vannucchi

Claudio Mollo’s photographyFoto di Claudio Mollo

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A N T I Q U A R I AT O C O N T E M P O R A N E O

O N L I N E C A T A L O G : C O R Y D O N I T A L I A . C O M

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TUSCANY & ART I San Lorenzo by Sabrina Carollo

Complesso of San Lorenzo

Complesso di San Lorenzo

THE TREASURES OF SAN LORENZO

“Lisa, wife of Francesco del Giocondo passed away on this day of 15th July 1542, buried here in S. Orsola”. This is the entry in the register of Monna Lisa’s fu-

neral, the woman who passed into history for having been portrayed by Leonardo in the painting “La Gioconda”. The authentic document is one of the many jewels that are emerging from the archives of the Basilica of San Lorenzo, recently reorganized, open to academics and public - only upon request for the moment, but it is hoped to start on a regular basis soon -. A treasure of extraordinary value, made up of documents which go from the 9th century right up to our days, one of the most important ecclesiastic archives in Florence. 10,000 volumes, 1,180 of which parchments, over 2,000 photographs, an important musical collection of which 32 beautiful illuminated choral music and a small library. It very nearly seems like entering the magic world of Har-ry Potter, amongst books of huge proportions and leather bindings and studs, yellowed parchments and ribbed regi-sters in an elegant calligraphy full of flourishes. Here, you can come across diaries of notable families or even personal ones, bring to light ancient profane pieces of music careful-ly cancelled to use the parchments upon which they were written once more to write the list of assets of the Chapter

“Lisa donna fu di Francesco del Giocondo morì addì 15 di luglio 1542 sotterrossi in S.Orsola tolse tutto il capi-tolo”. È la registrazione del funerale della Monna Lisa,

la donna passata alla storia per essere stata ritratta da Leo-nardo nel dipinto “La Gioconda”. Il documento, autentico, è uno dei tanti gioielli che stanno emergendo dall’Archi-vio della Basilica di San Lorenzo, di recente riorganizzato, aperto agli studiosi e al pubblico - al momento su richiesta, ma si auspica presto con una certa regolarità -. Un tesoro di straordinario valore, formato da documenti che vanno dal IX secolo fino ai nostri giorni, uno dei più importanti archivi ecclesiastici di Firenze. Ben 10.000 volumi di cui 1180 pergamene, oltre a 2000 fotografie, un fondo musicale importante di cui fanno parte 32 bellissimi corali miniati e una piccola biblioteca. Sembra quasi di entrare in un mondo magico alla Harry Potter, tra libri di dimensioni enormi e dalle rilegature in pelle e borchie, pergamene ingiallite e registri vergati in una elegante calligrafia piena di svolazzi. Qui ci si può imbatte-re in diari di famiglie notabili o anche personali, riportare alla luce antiche musiche profane cancellate accuratamente per poi riutilizzare i fogli di pergamena su cui erano state annotate per sovrascriverci l’elenco dei beni del Capitolo, ritrovare rari e preziosi sigilli. E ancora, tutti i carteggi

I TESORI DI SAN LORENZOHISTORIC ARCHIVES REBORN / LA RINASCITA DELL’ARCHIVIO STORICO

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over them, rediscover rare and precious seals. And also all the correspondence between the Medici family and the religious authorities of the time, especially those necessary for the making of the Chapels dedicated to the family; moreover, the Syl-loge notariorum is kept here, a 1688 register filled in by the prior Giovan Battista Frescobaldi where the signum tabellionis used to be carefully drawn and written, that is, the symbol that notaries put before underwriting a guarantee of authenticity of a document. The most ancient of these “marchi” belonged to a notary who actually worked in 1013.The recovery works of the archives are part of the general redevelopment of the areas and restoration of some facilities of the Laurentian complex aimed at rendering all the area a cultural centre open to tourists: concerts, expositions, conventions, a bo-okshop, public convenience and places for trave-lers to rest - recovering that which was once the most ancient traditions of monasteries, the welco-ming of pilgrims.In this large and magnificent area it is now easy to visit the marvelous Basilica of San Lorenzo, the

intercorsi tra la famiglia dei Medici e le autorità religiose del tempo, in particolare quelli necessari per la realizzazione delle cappelle funebri dedica-te alla famiglia; è conservata qui inoltre la Sylloge notariorum, un registro del 1688 fatto compilare dal priore Giovan Battista Frescobaldi, in cui sono annotati e accuratamente disegnati i signum tabel-lionis, cioè il segno che i notai apponevano prima della loro sottoscrizione a garanzia dell’autenticità del documento. Il più antico di questi “marchi” ap-parteneva a un notaio attivo addirittura nel 1013. I lavori di recupero dell’archivio si inseriscono nell’ambito di un generale ripensamento degli spa-zi e risanamento di alcune strutture del complesso laurenziano, con la prospettiva di rendere tutta l’area un polo culturale aperto ai turisti: concerti, esposizioni, convegni, un bookshop, bagni e locali per la sosta dei viaggiatori - recuperando quella che era una delle tradizioni più antiche dei complessi monastici, l’accoglienza ai pellegrini.Lo splendido ed enorme spazio consente ora di vi-sitare naturalmente la meravigliosa Basilica di San Lorenzo, chiesa di elezione della famiglia Medici

Book and documents from the historic archivesLibri e documenti dell’archivio storico

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selected church of the Medicis who built the first Florentine palace right next to the historic religious building - precisely Palazzo Medici Riccardi; the superb Medici chapels, the con-structions of which have names of the caliber of Michelangelo, Brunel-leschi and Donatello; the amazing Medici Laurentian library made by Michelangelo as well as two har-monious cloisters - the major one, known as that of the canons, and the second, smaller and more ancient.Thanks to the renovation works in progress it will be possible also for tourists to visit the area of San Lo-renzo more comfortably, enjoying the new settings and the various cultural proposals which fill its bill-board.

che costruì il primo palazzo fioren-tino proprio accanto allo storico edi-ficio religioso - Palazzo Medici Ric-cardi, appunto -; le superbe cappelle Medicee, alla cui costruzione si av-vicendarono nomi del calibro di Mi-chelangelo, Brunelleschi e Donatel-lo; la spettacolare biblioteca medicea laurenziana realizzata da Michelan-gelo, oltre a due chiostri armoniosi - il maggiore, detto dei canonici, e il secondo più piccolo e antico.Grazie all’opera di rinnovamento in atto, sarà possibile anche per i tu-risti visitare l’area di San Lorenzo con maggiore comodità, godendo dei nuovi allestimenti e delle numerose proposte culturali che ne affollano il cartellone.

COMPLESSO DI SAN LORENZOOpening Hours:Monday - Saturday from 10.00 am to 5.30 pmClose on SundayOrario di apertura:Lunedì - Sabato dalle 10.00 alle 17.30Domenica chiusoP.zza San Lorenzo 9 - FirenzeTel. +39 055 214042info@operamedicealaurenziana.orgwww.operamedicealaurenziana.org

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P A L L A D I OQ u o t i d i a n o p i a c e r e d a l 1 9 1 0

www.sbordoniceramica.com

PROUDLY HANDMADE IN ITALY SINCE 1910

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There are stories which seem to have been made purpo-sely to inspire novelists. Stories of extraordinary lives, rich in twists and unexpected passages, with surpri-

sing epilogues. The story of count Camillo Negroni, born and died on the banks of the Arno (1868 - 1934) is one of these. That’s right, because if the beginning and the end of his saga took place right here in the Tuscan capital, all that lies in between is an extraordinary journey which, after one hundred years, still fascinates lovers of mixed drinks. Even after a century from his birth, indeed, the cocktail bearing his name has lost nothing of its international appeal and is confirmed as the second most popular drink in the world after the “Old Fashioned”.Everything started in Florence where the count Negroni was born into a noble family, Italian father and British mother, Ada Savage Landor, daughter of the poet Walter Savage Lan-dor. Romantic and restless, he got into trouble for sentimen-

Ci sono storie che sembrano fatte apposta per ispira-re i romanzieri. Storie di vite straordinarie, ricche di colpi di scena e passaggi inaspettati, con epiloghi

sorprendenti. La storia del conte Camillo Negroni, nato e morto sulle rive dell’Arno (1868 – 1934) è una di queste. Già, perché se l’inizio e la fine della sua epopea si svolgono proprio nel capoluogo toscano, tutto ciò che sta in mezzo è un viaggio straordinario che a cent’anni di distanza anco-ra affascina gli amanti del bere miscelato. Anche dopo un secolo dalla sua nascita, infatti, il cocktail che porta il suo nome non ha perso nulla del suo appeal internazionale e si conferma il secondo drink più gettonato al mondo dopo l’Old Fashioned.Tutto ha origine a Firenze, dove il conte Negroni nasce da nobile discendenza, padre italiano e madre inglese Ada Savage Landor figlia del poeta Walter Savage Landor. Di animo romantico e irrequieto, fin da giovane si mette nei

MADE IN TUSCANY I 100 anni del Cocktail Negroni by Marco Gemelli, Federico Bellanca, ph. Luca Managlia

COCKTAIL NEGRONITHE FIRST 100 YEARSI MIEI PRIMI 100 ANNITHE IMPORTANT ANNIVERSARY CELEBRATED AT HARRY’S BAR FLORENCEFESTEGGIATO ALL’HARRY’S BAR FIRENZE L’IMPORTANTE ANNIVERSARIO

A close up of the cocktail

Un primo piano del cocktail

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tal reasons at a young age and - as was the custom at that time - was forced to leave to save his honour. Here is whe-re his journey starts: in Wyoming as a cow-boy, at New York teaching fen-cing and in London amongst the high society. A real and true cosmopolitan training which brings him to Floren-ce once more after years, enriched with experience and good taste. And new things, as his tastes soon showed in drinks. At a time when everybody ordered the most fashionable drinks, that is the Vermouth from Turin and the Bitter from Milan, count Camil-lo convinced a young bartender, we would call barman today, Fosco Scar-selli to add the very British Gin. A homage to his travels and his origins, who knows, but what is certain is the result: in a short time this version of the “Americano” conquered other clients.

guai per faccende di cuore e - come usava all’epoca - fu costretto a partire per salvare l’onore. Da qui comincia il suo viaggio: in Wyoming a fare il cow-boy, a New York a insegnare scherma e a Londra nell’alta società. Una vera e propria formazione co-smopolita, che lo riporta dopo anni a Firenze arricchito d’esperienza e di buon gusto. E di novità, come dimo-strarono presto i suoi gusti nel bere. In un’epoca in cui tutti ordinavano le bevande più alla moda, ossia il Ver-mouth torinese e il Bitter milanese, il conte Camillo convinse il giovane barista, che oggi chiameremmo bar-man, Fosco Scarselli ad aggiungervi l’inglesissimo Gin. Un omaggio ai suoi viaggi o alle sue origini, chissà, ma quel che è certo è il risultato: in breve tempo questa versione dell’A-mericano conquistò gli altri clienti.

Thomas Martini, barman of Harry’s Bar in Florence

Thomas Martini, barman dell’ Harry’s Bar di Firenze

Cocktail Negroni and the bottles of ingredients

Vermouth, Bitter and GinIl Cocktail Negroni e le bottiglie

degli ingredienti Vermouth, Bitter e Gin

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It was 1919 when this cocktail was served for the first time, and today, precisely one century later - all over the world, it is still called with his name: a Negroni, please.And if the success of his creation has travelled more than count Camillo, the centenary will be celebrated in every coc-ktail bar of the planet but especially in the city where he was born. The historic Caffè Casoni, later Giacosa, where the cocktail had its origins no longer exists but in order to under-stand Negroni’s cultural impact, there is no better place than Harry’s Bar in Florence, maybe the place where the continu-ity between the count’s epoch and ours can be felt most. It is the ‘reign’ of the barman Thomas Martini, who, each day from behind the counter, keeps tradition high. “The name Negroni is now more famous than the story of its creator, “ he explains, “and it is the duty of us Florentine barmen to be creators of culture in this regard. Here, at Harry’s Bar we have a very international clientele and every time I can, I tell the story of the count. It is enough to mention a few hints of his life and his intuition to make people change their order but mostly to create an eternal memoir, rich in charm for holidaymakers who know to have drunk the most Florentine of cocktails just a few steps away from where it was born”.

Era il 1919 quando per la prima volta quel cocktail fu servi-to, e oggi - precisamente un secolo più tardi - in tutto il mon-do lo chiamano ancora con il suo nome: un Negroni, please.E se il successo della sua creazione ha viaggiato più del conte Camillo, il centenario verrà celebrato in ogni cocktail bar del pianeta, ma in modo speciale nella città dov’è nato. Lo storico caffè Casoni, diventato poi Giacosa, dove il cocktail ha avuto origine non esiste più, ma per capire l’impatto cul-turale del Negroni non c’è luogo miglior dell’Harry’s Bar di Firenze, forse il locale dove più si può percepire la continu-ità tra l’epoca del conte e la nostra. È il feudo del barman Thomas Martini, che ogni giorno, da dietro il bancone, man-tiene viva la tradizione. “Il nome nel Negroni è ormai più celebre della storia del suo ideatore - spiega - ed è compito di noi bartender fiorentini essere creatori di cultura in merito. Qui all’Harry’s Bar abbiamo molta clientela internazionale, e ogni volta che ho modo racconto la leggenda del conte. Bastano pochi cenni sulla sua vita e sulla sua intuizione per far cambiare ordinazione, ma soprattutto a creare un ricordo eterno e ricco di fascino per i vacanzieri, che sanno di aver bevuto il più fiorentino dei cocktail proprio a pochi passi da dov’è nato”.

The phases of making Cocktail Negroni

Le fasi della creazione del Cocktail Negroni

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SPECIAL EVENT I Ego Circus by Marco Gemelli, ph. Martino Dini

A tour around the temples of Florentine “good drin-king”, a 4-month journey which, starting from the Empireo Ground Floor of the Hotel Plaza Lucchesi

touches the best city cocktail bars and - in a total of 18 ap-pointments - sees the most trendy barmen at work, called to demonstrate to the public their forte in terms of cocktails. It’s Ego Circus, a review devised by Gabriele Frongia who, until March, puts the clubs which have brought Florence in the Olympus of the cities of good mixed drinks under the li-melight. Also thanks to initiatives like the Florence Cocktail Week, the Tuscan capital has seen the level of cocktail bars in the city rise considerably, between established bars and new high level ones. The secret of this success lies also in hotel bars which thanks to a mix of international guests and city enthusiasts have been able to experiment, create and enhance the art of mindful drinking. And this is precisely

Un tour tra i templi del “bere bene” fiorentino, un viaggio lungo 4 mesi che partendo dall’Empireo Ground Floor dell’Hotel Plaza Lucchesi tocca i mi-

gliori cocktail bar cittadini e - nel giro di 18 appuntamenti - vede all’opera i bartender più trendy, chiamati a mostrare al pubblico i propri cavalli di battaglia. È la rassegna Ego Cir-cus, ideata da Gabriele Frongia, che fino a marzo mette sot-to i riflettori i locali che negli ultimi anni hanno portato Fi-renze nell’olimpo delle città del buon bere miscelato. Anche grazie a iniziative come la Florence Cocktail Week, infatti, il capoluogo toscano ha visto crescere moltissimo il livello dei cocktail bar in città, tra realtà affermate e nuove aperture di livello. Il segreto di questo successo sta anche nei grandi bar d’hotel, che grazie a un mix di clientela internazionale e appassionati cittadini sono riusciti a sperimentare, creare e valorizzare l’arte del bere consapevole. Proprio da qui na-

EGO CIRCUS A JOURNEY THROUGH FLORENTINE MIXOLOGYVIAGGIO NELLA MIXOLOGY FIORENTINA

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how the idea of Ego Circus 2018 of the Plaza Luc-chesi took off, the mixology circus: until March, there will be 9 “return” evenings having Empireo Ground Floor, the bar of the hotel on the lungar-no Zecca Vecchia, as a fixed location. From Julian Biondi to Simone Corsini up to Sasha Mecocci, the mixing artists will exchange their counters for an evening, making their creations known in loca-tions other than their usual bar. For each evening at the Empireo Ground Floor, a “twin” one will be held at the counter of the guest bartender. After the debut in November with Simone Corsini of the Atrium Bar at Four Seasons, on 20th December, Sasha Mecocci from Fusion will face the theme of cocktail territoriality while 2019 will open with Ju-lian Biondi who, on 17th January, will bring the irreverent spirit of MAD. 31st January will be the occasion to see the staff of Rasputin for a night out from the most secret of bars in Florence while 14th February, Saint Valentine’s will be celebrated with Manuel Perreto’s whisky from Lovecraft, the first whisky bar of the city. On 28th February beer mixing will be the topic with the guys from Black Lodge while the beginning of March will see the “neighbours” from FUK behind the counter. The end of March will see the closing evening at Out of Ordinary thanks to the guys from OOO at the Student Hotel.

sce l’idea del Plaza Lucchesi di Ego Circus 2018, il circo della mixology: fino a marzo vanno in scena 9 serate andata e ritorno che hanno come punto fermo L’Empireo Ground Floor, il bar dell’hotel sul lungarno della Zecca Vecchia. Da Julian Biondi a Simone Corsini fino a Sasha Mecocci, per una sera gli artisti della miscelazione si scambiano di bancone, per far scoprire le loro creazioni in un ambiente diverso dal solito. Per ogni serata all’Em-pireo Ground Floor ne corrisponde una “gemella” dietro al bancone del guest bartender. Dopo il de-butto a novembre con Simone Corsini dell’Atrium Bar at Four Seasons, il 20 dicembre Sasha Mecocci del Fusion affronta il tema della territorialità dei cocktail, mentre il 2019 si aprirà con Julian Biondi che il 17 gennaio porterà lo spirito irriverente del MAD. Il 31 gennaio sarà l’occasione per vedere lo staff del Rasputin per una notte fuori dal più se-greto dei bar fiorentini, mentre il 14 febbraio San Valentino lo si festeggia col whisky di Manuel Per-reto del Lovecraft, il primo whisky bar della città. Il 28 febbraio si parlerà di birra in miscelazione coi ragazzi del Black Lodge, mentre l’inizio di marzo vedrà dietro il bancone i “vicini di casa” del FUK. Si chiude a fine marzo una serata Out Of Ordinary, grazie ai ragazzi di OOO allo Student Hotel.

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by Patrizia Samorì, ph. Enrico LanariTUSCAN WINE I Famiglia Cecchi Distribuzione

FAMIGLIA CECCHI DISTRIBUZIONE TELLS ITS STORYFAMIGLIA CECCHI DISTRIBUZIONE SI RACCONTATASTING THE THREE WINES PROPOSED BY THIS NEW TRADING ORGANIZATION, ITALIAIN DEGUSTAZIONE I TRE VINI PROPOSTI DA QUESTA NUOVA STRUTTURA COMMERCIALE ITALIA

The best Tuscan catering, and not just that, was present at the presentation of the new distribution organiza-tion of Famiglia Cecchi. A company which, even if it

has been living for 125 years amongst vineyards and cellars, only since 2011 has it created, within its own trading organi-zation Italia, a sector dedicated to distribution and therefore to the research of those products and companies that can have quality affinities regarding the product but also of corporate philosophy as regarding the property. Famiglia Cecchi, and it is no chance that it proposes itself with this brand, is nowa-days led by the brothers Cesare and Andrea. They are sided by a managerial unit going from the general management to the trading one for Italy and that for the foreign market, to Marke-ting and Communications. “With these preconditions”, said Luca Stortolani, trading manager Italia, “we commit oursel-ves to single out those who would have been able to complete and enrich our trading offer so that we can be all the more competitive especially in the horeca* sector”. Therefore, the

C’era la miglior ristorazione toscana, ma non solo, alla presentazione della nuova struttura distributiva di Fa-miglia Cecchi. Un’azienda che, se anche vive da 125

anni fra vigne e cantine, soltanto dal 2011 ha creato all’inter-no della propria struttura commerciale Italia un settore dedi-cato alla distribuzione e quindi alla ricerca di quei prodotti e di quelle aziende che potessero avere affinità qualitativa per quanto riguarda il prodotto ma anche di filosofia aziendale per quanto riguarda la proprietà. Famiglia Cecchi, che non a caso si propone con questo brand, è guidata oggi dai fratelli Cesare e Andrea. Accanto a loro una struttura manageriale che va dalla direzione generale a quella commerciale per l’Italia e a quella per l’estero, alla direzione marketing e comunicazione. “Con queste premesse - ha detto Luca Stortolani, direttore commerciale Italia - ci siamo impegnati per individuare coloro che avrebbero potuto completare ed arricchire la nostra of-ferta commerciale in modo da essere sempre più competitivi soprattutto nel canale horeca”. L’obiettivo era quindi quello

View from the Luxury Hotel Il Salviatino

Il panorama dal Luxury Hotel Il Salviatino

*horeca: short for “hotels, restau-rants, catering”

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Wine tasting in the Luxury Hotel Il Salviatino’s garden

Degustazione nel giardino del Luxury Hotel Il Salviatino

Poggio Antico - Brunello of MontalcinoPoggio Antico - Brunello di Montalcino

Federico Trost, Andrea Cecchi, Ines Giovanett, Olivier Collard and Luca Stortolani

Federico Trost, Andrea Cecchi, Ines Giovanett, Olivier Collard e Luca Stortolani

objective was to expand our line of products miscel-laneously considering market trends. ”From the very start”, Stortolani continues, “we approached the Champagne area because we absolutely wanted this kind of wine and we found what we wanted with the Collard-Picard family”. In 2016 it was the turn of Castelfeder. Even in this case, what won Famiglia Cecchi over was the strong characters of its wines but also the values that Famiglia Giovanett has been pursuing since 1969. The agreement with Poggio Antico, a very well-known company in Montalcino, took place this year. A unique tasting session was the one organized by Famiglia Cecchi, who for the occasion proposed Collard-Picard Champagne 1969 vintage, 100% Pinot Meunier, described by Olivier Collard, Castelfeder Chardonnay Riserva Bugum Novum 2010 presented by Famiglia Giovanett, thus Poggio Antico Brunello di Montalcino Riserva 1997 proposed by Federico Trost. With determination, Luca Stortolani leads a group of sales professionals made up of three internal area managers and a net-work of agents formed by 120 “selling heads”. The company marked the meeting in an exceptional loca-tion as the Luxury Hotel Il Salviatino in line with the image of its products.

di ampliare in modo eterogeneo la linea dei prodotti considerando le tendenze del mercato. “Fin dall’ini-zio - ha continuato Stortolani - ci siamo indirizzati nell’area della Champagne perché volevamo assolu-tamente questo tipo di vino ed abbiamo trovato nella Famiglia Collard-Picard quello che cercavamo”. Nel 2016 è stata la volta di Castelfeder. Anche in questo caso a conquistare Famiglia Cecchi è stato il forte ca-rattere dei suoi vini ma anche i valori che la Famiglia Giovanett porta avanti dal 1969. È di quest’anno poi l’accordo con Poggio Antico, celeberrima azienda di Montalcino. Una degustazione unica quella organiz-zata da Famiglia Cecchi, che per l’occasione ha pro-posto Collard-Picard Champagne millesimato 1969 100% Pinot Meunier, raccontato da Olivier Collard, Castelfeder Chardonnay Riserva Burgum Novum 2010 presentato dalla Famiglia Giovanett, quindi Poggio Antico Brunello di Montalcino Riserva 1997 proposto da Federico Trost. Luca Stortolani dirige con determinazione un gruppo di professionisti del-la vendita costituito da tre area manager interni e una rete di agenti formata da 120 “teste vendenti”. L’azienda ha voluto sottolineare l’incontro in una lo-cation d’eccezione come il Luxury Hotel Il Salviati-no in linea con l’immagine dei suoi prodotti.

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TUSCAN WINE I La terracotta e il vino by Giulio Saturnini

Before steel there was wood. Before wood, there was terracotta. That of vinification in a terracotta ampho-ra is a tradition as old as the wine itself which is no-

wadays brought to life again under new shapes thanks to the passion and experience of the producers of our land.The bond with terracotta has its roots in the Roman-Greek period when this material was used as much for preserving as for the transport and trading of wine. Its thermic-isolation ability and its porosity makes it possible for the terracotta to let just enough oxygen transpire to guarantee an excellent process of the maturing of red wines.The clay of Impruneta, for its own peculiar physical and che-mical features, has shown to be especially suitable for use in the wine sector. Always used to make huge containers and the most various decorations, this material has been histori-cally used all over Tuscany to keep olive oil in. Then, thanks

Prima dell’acciaio, fu il legno. Prima del legno, fu la ter-racotta. Quella della vinificazione in anfora è una tradi-zione antica quanto il vino stesso, che oggi viene fatta

rivivere in forme nuove grazie alla passione e all’esperienza dei produttori del nostro territorio.Il legame con la terracotta affonda le proprie radici nell’epoca greco-romana, quando questo materiale veniva utilizzato tan-to per la conservazione quanto per il trasporto e per il com-mercio del vino. La sua capacità di isolamento termico e la sua porosità consentono alla terracotta di lasciare traspirare l’ossigeno quanto basta per garantire un ottimale processo di maturazione dei vini rossi.L’argilla di Impruneta, in particolare, per le proprie peculia-ri caratteristiche fisiche e chimiche ha dimostrato di essere specialmente idonea per l’utilizzo nel settore vitivinicolo. Da sempre utilizzato per la realizzazione di orci e degli oggetti

LA TERRACOTTA E IL VINOAN ANCIENT BOND BUT FUTURE-ORIENTEDUN LEGAME ANTICO CHE GUARDA AL FUTURO

Composition Artenova 2018 with corks

Composizione Artenova 2018 con sugheri

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to an intuition by Fornace Artenova of Imprune-ta and to the will to experiment of various wine estates in the area, terracotta became established even in this field which had been abandoned for centuries.The earthenware jars produced by Artenova have set the standard in the sector and have been adop-ted by various producers in the area, first, and all over the world, later, and more recently used to also preserve beer.If on the one hand, the bond between terracotta and wine is connected to a history and a natural itinerary based on the extraordinary capacity of this material, it must be pointed out that its relaun-ching is also the result of vast research work and technological innovations. The companies which produce “cotto” that have known how to renew themselves and update this ancient tradition are also those who, better than the others, have been able to react to the terrible crises that hit this sec-tor, especially in the Florentine area.

ornamentali più disparati, questo materiale è stato storicamente impiegato in tutta la Toscana per la con-servazione dell’olio d’oliva. Poi, grazie all’intuizione della Fornace Artenova di Impruneta e alla volontà di sperimentazione di diverse aziende vinicole del-la zona, la terracotta si è affermata anche in questo campo, da secoli ormai abbandonato.Le giare prodotte da Artenova hanno fissato lo stan-dard del settore e sono state adottate da numerosi produttori della zona - prima - e poi di tutto il mondo, fino ad essere utilizzate più di recente anche per la conservazione della birra.Se da un lato il legame tra terracotta e vino risponde ad una storia e ad un percorso naturale basato sulle straordinarie capacità di questo materiale, va sotto-lineato che la sua riscoperta è anche il frutto di un grande lavoro di ricerca e di innovazione tecnologica. Le aziende del cotto che hanno saputo rinnovarsi e aggiornare questa antica tradizione sono anche quel-le che meglio di altre hanno saputo rispondere alla tremenda crisi che ha colpito questo settore, specie nell’area fiorentina.

The making of jarsLa lavorazione delle giare

The finishing of the jars in the Fornace ArtenovaLa rifinitura delle giare nella Fornace Artenova

Panoramic of Fornace ArtenovaPanoramica della Fornace Artenova

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LA TERRACOTTA E IL VINOAntica Fornace AgrestiVia Europa 10/12Impruneta (FI) www.terracottaevino.com

Jars just out of the ovenGiare appena uscite dal forno

Winery of a Chianti farm with Artenova jarsCantina di una fattoria del Chianti con giare Artenova

Detail of a terracotta jar frome aboveParticolare di una giara vista dall’alto

One of the first to believe in this project, Fornace Artenova has been celebrating this lucky binomial in the two-yearly event “La terracotta e il vino” (terracotta and wine), the lar-gest one on a global scale dedicated to this theme. The third edition took place last 24th-25th November at An-tica Fornace Agresti of Impruneta. The main objective of “La terracotta e il vino” is the spreading of aware-ness of this method of wine-making, through guided tastings of wine refi-ned in terracotta jars and encounters between Italian and foreign produ-cers, experts and academics. The future of a sustainable agriculture passes even through this renewed tradition.

Tra le prime a credere in questo pro-getto, la Fornace Artenova dal 2014 celebra questo fortunato binomio nella manifestazione biennale “La terracotta e il vino”, la più grande a livello mondiale dedicata al tema. La terza edizione ha avuto luogo lo scorso 24-25 novembre nell’Antica Fornace Agresti di Impruneta. Obiettivo prin-cipale de “La terracotta e il vino” è la diffusione della conoscenza di questo metodo di vinificazione, attraverso degustazioni guidate di vini affinati in giare di terracotta e incontri tra pro-duttori italiani e stranieri, esperti ed accademici. Anche da questa rinnova-ta tradizione passa il futuro di un’agri-coltura sostenibile.

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OGNI SORSOUN’EMOZIONE

www.famigliacecchi.it

Ci sono momenti che hanno un sapore speciale

OGNI SORSOUN’EMOZIONE

www.famigliacecchi.it

Ci sono momenti che hanno un sapore speciale

OGNI SORSOUN’EMOZIONE

www.famigliacecchi.it

Ci sono momenti che hanno un sapore speciale

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TUSCAN CHARME & RELAX I Castello di Meleto by Francesco Querusti

Viticola Toscana, owner of Castello di Meleto at Gaiole in Chianti, has celebrated 50 years from its founding. It did it inaugurating an ambitious project, the Pieve

di Spaltenna Foundation, a project for the area which, as a first objective, will enable the restoration of Pieve di Santa Maria at Spaltenna, an ancient 11th century church. The an-niversary was celebrated with a series of initiatives, amongst which was the convention “Viticola Toscana & Castello di Meleto: 50 years of opportunities between wine and touri-sm”, moderated by the journalist Leonardo Romanelli, and apart from the participation of Lucia Pasquini, president of Viticola Toscana and Michele Contartese, general manager of Castello di Meleto, also the mayor of Gaiole in Chianti, Michele Pescini and the president of Centro Studi Chianti-giani ‘Clante’, the historian Renato Stopani attended.“With the constitution of the Foundation “la Viticola Tosca-na”, Lucia Pasquini explains, “it will transfer this monu-ment from its assets aiming at donating it to the communi-ty of Gaiole in Chianti and make it habitable once more”. Thus, Castello di Meleto renews the crowdfunding opera-tion to which it owes its birth: in 1968 it was Gianni Mazzoc-

Ha festeggiato 50 anni dalla sua fondazione la Vitico-la Toscana, proprietaria del Castello di Meleto a Ga-iole in Chianti. Lo ha fatto inaugurando un progetto

ambizioso, la Fondazione Pieve di Spaltenna, progetto per il territorio che, come primo obiettivo, permetterà il restauro della Pieve di Santa Maria a Spaltenna, antica chiesa dell’XI secolo. L’anniversario è stato celebrato con una serie di ini-ziative, tra cui il convegno “Viticola Toscana e Castello di Meleto: 50 anni di opportunità tra vino e turismo”, mode-rato dal giornalista Leonardo Romanelli, cui hanno parteci-pato oltre a Lucia Pasquini, presidente di Viticola Toscana, e Michele Contartese, direttore generale di Castello di Mele-to, anche il sindaco di Gaiole in Chianti, Michele Pescini e il presidente del Centro Studi Chiantigiani ‘Clante’, lo storico Renato Stopani. “Con la costituzione della Fondazione la Viticola Toscana - ha spiegato Lucia Pasquini - alienerà questo monumento dal proprio patrimonio, con l’obiettivo di donarlo alla comunità di Gaiole in Chianti e renderlo di nuovo agibile”. Castello di Meleto rinnova, così, l’operazione di crowdfunding a cui deve i natali: nel 1968 fu Gianni Mazzocchi a invitare i letto-

VITICOLA TOSCANAA FIFTIETH ANNIVERSARY FACING THE FUTUREUN CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO CHE GUARDA AL DOMANI50 YEARS FROM ITS FOUNDING, THE COMMITMENT WITH FONDAZIONE PIEVE DI SPALTENNA IS RENEWEDA 50 ANNI DALLA NASCITA, L’IMPEGNO SI RINNOVA CON LA FONDAZIONE PIEVE DI SPALTENNA

Aerial view of the Castle

Vista aerea del Castello

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Castle’s exterior viewVista esterna del Castello

Castel’s theatreTeatro del Castello

Michele Contartese, Managing Director of Castello di Meleto

Michele Contartese, Direttore Generale del Castello di Meleto

chi who invited the readers of the magazine 4Soldi to take part in the Operazione Vigneti, thanks to which Viticola Toscana was born, today owner of the building and the 1,000 hectares of surroun-ding land. Since its foundation, Viticola Toscana has been committed to the redevelopment of the property also recovering its historic and architec-tural wealth made up of the Castle (13th century) and of many ancient buildings. On occasion of the convention there has also been a presentation of a limited edition of the Chianti Classico Docg 2016 with a sole label inspired by the historic bottles of Castello di Meleto.With its 1,600 shareholders, Viticola Toscana re-presents a unique and efficient corporate model. Castello di Meleto is a splendid hospitality facility and a perfect example of a complete agricultural enterprise: the wine, especially with the Chianti Classico, represents the flagship product sided by the organic extra-virgin olive oil, honey and the breeding of the Cinta Senese (a Sienese breed of swine). For information and participation in the Foundation, call +39 0577.749217 or write to: [email protected]

ri della rivista 4Soldi a partecipare all’Operazione Vigneti, grazie alla quale nacque Viticola Toscana, proprietaria oggi della struttura e dei 1.000 etta-ri di terreno circostante. Fin dalla sua fondazione Viticola Toscana si è impegnata nel risanamento della proprietà, recuperando anche il patrimonio storico e architettonico costituito dal Castello (XIII secolo) e dei molti edifici antichi. In occasione del convegno è stata inotre presentata un’edizione li-mitata del Chianti Classico Docg 2016 con un’eti-chetta unica ispirata alle bottiglie storiche di Ca-stello di Meleto. Con i suoi 1.600 azionisti, Viticola Toscana rappre-senta un modello aziendale efficiente e unico. Ca-stello di Meleto è una splendida struttura ricettiva e un perfetto esempio di azienda agricola completa: il vino, anzitutto con il Chianti Classico, rappresen-ta il prodotto bandiera, cui si affiancano l’olio extra vergine d’oliva biologico, il miele, e l’allevamento di Cinta Senese. Per informazioni e partecipare alla Fondazione, rivolgersi allo +39 0577.749217 oppure scrivere a [email protected]

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L’autunno, ma soprattutto l’inverno, in Toscana è il periodo del nuovo “oro verde”. Così viene definito l’olio extravergine d’oliva. Il raccolto di quest’an-

no ha dato un olio di alta qualità anche se con una resa minore. Ogni area di questa regione ha dei tratti che la differenziano e la rendono unica, proprio come l’olio che da lì proviene. Ecco perché l’olio EVO toscano, connotato da un suo preciso carattere, può presentare lievi differenti accenti di gusto. Proprio per queste differenze abbiamo voluto provare due oli insieme ai piatti di Riccardo Serni a Trattoria Moderna di Firenze e a quelli di Monika Fili-pinska, di origine polacca ma ormai chiantigiana in tutto, chef al ristorante Novecento dell’Azienda Dievole a Radda in Chianti. A Trattoria Moderna ci siamo incontrati con l’oro verde di Colle di Bordocheo, una piccola azienda agricola guidata dalla giovane Barbara Chelini sulle colli-ne lucchesi con attività anche di agriturismo oltre che di

Autumn, but especially winter, is the time for the new “green gold” in Tuscany. This is what the ex-tra-virgin olive oil is called. This year’s harvest has

yielded a high quality oil even if less in quantity. Every area of this region has different traits making it unique, as is the oil that comes from these areas. This is why Tuscan EVO oil, marked by its particular characteristic, can have slightly different tastes. Precisely for these differences we wanted to try two oils together with dishes by Riccardo Serni of Trattoria Moderna in Florence and those by Mo-nika Filipinska, Polish of origin but totally “Chiantigiana” now, chef at the restaurant Novecento at Azienda Dievole in Radda in Chianti. At Trattoria Moderna we became ac-quainted with the green oil of Colle di Bordocheo, a small farm managed by the young Barbara Chelini on the hills of Lucca which is also a holiday farm as well as a wine-producing estate, rising between the historic Villa Mansi

TUSCAN FOOD I Olio novo della Toscana by Mark Taylor

“Tocca Stelle” oil from Dievole

L’olio Tocca Stelle di Dievole

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GREEN GOLD OF THE TUSCAN COUNTRYSIDEL’ORO VERDE DELLA CAMPAGNA TOSCANADIEVOLE & COLLE DI BORDOCHEO: TWO OILS FOR A UNIQUE EMOTIONDIEVOLE & COLLE DI BORDOCHEO DUE OLI PER UN’UNICA EMOZIONE

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On the top left Barbara Chelini during a tasting session

In alto a sinistra Barbara Chelini durante la degustazione dell’olio novo

On the top right a handful of olives ready for oil millIn alto a destra una manciata di olive pronte per

la frangitura

Traditional tasting glassesI classici bicchieri da degustazione

Harvest at Colle di Bordocheo Un uliveto a Colle di Bordocheo

and Villa Torrigiani. It is the fruit of about 1,650 plants of the classic Tuscan variety - fantoio, mo-raiolo, leccino and pendolino - treated with all the due attention of organic olive growing: no syste-mic treatments (the oil fly is neutered with the bacillus thuringiensis), pruned on alternate years, grassed field, harvest starting in October to im-mediately capture the best features of the fruit, cold-pressed olives every evening in an oil mill of the area. Thus a tasty, strong and spicy, but not aggressive, oil is born, clear, fruity, only slightly bitter with a hint of tomato leaves. An oil rich in poliphenols and taste but not too fatty or slimy. At Dievole we tasted more oils but the one which lingered on the palate in a new and more decisive way was “Tocca Stelle”, a product obtained from their historic olive grove in the Chianti Classico just to mark the strong bond with tradition and the production area. It is an oil with hints of al-monds, dried fruit and green notes of cut grass and artichokes.

produzione di vino, che sorge fra le storiche Villa Mansi e Villa Torrigiani. È il frutto di circa 1650 piante delle classiche varietà toscane - frantoio, moraiolo, leccino e pendolino - curate con tutte le attenzioni dell’olivicoltura biologica: niente trattamenti sistemici (la mosca olearia viene con-trastata con il bacillus thuringiensis), potatura ad anni alterni, campo inerbito, raccolta che parte a ottobre per cogliere fin da subito le caratteristi-che migliori del frutto, olive spremute a freddo ogni sera in un frantoio della zona. Nasce così un olio gustoso, intenso e piccante ma non aggressi-vo, limpido, dal gusto fruttato, con una lievissima nota amara e un sentore di foglia di pomodoro. Un olio ricco di polifenoli e di sapore ma senza eccessive grassezze e vischiosità. A Dievole abbia-mo degustato più oli ma quello che si è fermato al palato in modo nuovo e più deciso è stato il “Tocca Stelle”, un prodotto ottenuto da una loro storica uliveta nel Chianti Classico giusto per sottolineare il forte legame con la tradizione e la zona di produzione. È un olio con sentori di man-dorla, frutta secca e note verdi di erba tagliata e di carciofo.

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TUSCAN CHARME & RELAX I Hotel Athena by Jacopo Carlesi

HOTEL ATHENAA WINTER “PACKET”UN INVERNO DA METTERE NEL “PACCHETTO”

In summer Siena is without doubt one of the places most visited by tourists thanks to the Palio, the Contrada fe-stivals and the various summer events. Notwithstanding

this, even in winter the beautiful medieval city can give unex-pected emotions and moods. There is a particular charm in visiting the monuments, palaces and churches without the queues, being free to move around in peace, in full admi-ration and wonder, amongst the masterpieces of art. This is possible with Hotel Athena offering a special packet “Arte & Sapori” (Art & Tastes) (two or three nights) to discover all the museum complex of the Duomo with the Opa Si Pass ticket valid for 3 days including entrance to the Duomo and Bat-tistero, the Crypt, the Piccolomini Library, “Museo dell’O-pera”, “Porta del Cielo” at the Duomo and the Oratory of San Bernardino. Moreover, it includes a delicious dinner, sampling Tuscan specialities enriched with local wines, at “Mangia” the hotel’s restaurant. The hotel is less than 10 minutes away on foot from the Duomo and in the historic centre of Siena having the convenience of a private car park guaranteed for all guests. Bring the year to an unforgettable and sparkling end by ce-lebrating midnight in the splendid Piazza del Campo: during the festivities, Hotel Athena offers an exclusive packet of 4 nights with the New Year’s Eve night completely free of char-

Siena durante la bella stagione è senz’altro una delle mete più visitate dai turisti, grazie al Palio, le feste di Contrada ed i numerosi eventi dell’estate. Nonostante

questo, anche in inverno la bella città medievale sa regalare emozioni e atmosfere inaspettate. C’è un fascino particolare nel visitare monumenti, palazzi e chiese senza fare file, po-tendosi muovere liberamente tra i capolavori dell’arte con ammirazione e stupore in tutta tranquillità. Questa opportu-nità è possibile con l’Hotel Athena che offre il pacchetto spe-ciale “Arte & Sapori” (da due o tre notti) che vi farà scoprire tutto il complesso museale del Duomo con il biglietto Opa Si Pass valido 3 giorni, inclusivo dell’ingresso al Duomo e al Battistero, alla Cripta, alla Libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera, alla Porta del Cielo del Duomo e all’Oratorio di San Bernardino. Inoltre, comprende una gustosa cena degu-stazione toscana nel ristorante “Mangia” dell’Hotel arricchi-ta dai vini locali. La struttura ricettiva si trova a meno di 10 minuti a piedi dal Duomo e nel centro storico di Siena, con la straordinaria comodità di un parcheggio privato garantito per tutti gli ospiti. Per concludere l’anno in modo indimenticabile e frizzante, si può festeggiare la mezzanotte nella stupenda Piazza del Cam-po: in questi giorni di festa l’hotel Athena mette a disposi-zione un pacchetto esclusivo da 4 notti con il pernottamento

Terrace with view over Siena

Terrazza con vista su Siena

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HOTEL ATHENAVia P. Mascagni, 55 - Siena Tel. +39 0577 [email protected]

ge. There is a vast choice both for the day of arrival and the kind of room making this packet dynamic and customized. An ideal solution also for families.If, on the other hand, you love sports and cycling you cannot miss the Gran Fondo Strade Bianche on 10th March 2019. Now reaching its 12th edition, it is the most southern European Classica del Nord race. A competition that reaches significant num-bers every year and has gained relative importance not only on a national level but mostly international. Departure and arrival in Siena following a circular itinerary of 184km crossing the most beautiful Tu-scan landscapes. On this occasion, for all athletes and supporters who wish to take part in this event, Hotel Athena has created a packet of 2 or 3 nights also including the essential late check-out on the Sunday of the race as well as the garage for the bikes and a buffet breakfast with the richest of choices for all kinds of needs.Therefore, the next will be a winter to wrap up in a packet, where all guests can find their own dimen-sions, their perfect room, cultivate their interests in Siena pampered by the staff at hotel Athena.

per la notte di San Silvestro completamente gratui-to. Ampia la scelta sia sul giorno d’arrivo che sulla tipologia della camera, rendendo così il pacchetto dinamico e personalizzabile. Una soluzione ideale anche per le famiglie. Se invece siete sportivi e appassionati di bicicletta, non potete perdere la Gran Fondo Strade Bianche il 10 marzo 2019. Giunta alla 12° edizione, è la Classica del Nord più a sud d’Europa. Una competi-zione che ogni anno fa contare numeri importanti e che ha acquisito una rilevanza non solo a livello nazionale ma soprattutto internazionale. Partenza e arrivo a Siena per un anello di 184 km attraverso i paesaggi toscani più belli. In quest’occasione, per tutti gli atleti e supporters che desiderano partecipa-re all’evento, l’Hotel Athena ha ideato un pacchetto da 2 o 3 notti che comprende anche l’essenziale late check-out la domenica della gara alle ore 17, oltre a rendere disponibile il garage per le biciclette e una colazione a buffet ricchissima di scelta per tutte le esigenze. Il prossimo sarà quindi un inverno da impacchetta-re, dove ogni ospite può trovare la sua dimensione, la sua camera perfetta, coltivare i suoi interessi a Siena, coccolato dallo staff dell’Athena.

A suite superiorUna suite superior

Terrace with view over SienaTerrazza con vista su Siena

Aerial view over the HotelVista aerea sull’Hotel

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THE WAY WE WERE ph. Archivio Studio Mercatali

Arcadia was the one and only caba-ret theatre in the region to be inau-gurated in the 70s. Its playbill has

always had a programme of a high cultural level. Many performers rose to fame on that small stage and others, coming from outside Florence, have gained fame in that corner on the first floor of a patrician pa-lazzo in via Pandolfini. Amongst these are Cochi and Renato who have always loved Tuscany both personally and professional-ly. In this photographic story we find the charming duo of the Derby in Milan with their old friends, at theatre in their show and then there is Pozzetto performing in the countryside with friends where, impro-vising, he decides to be a “jester”.

È stata l’Arcadia il primo ed unico teatro-cabaret della regione inaugu-rato all’inizio degli anni ’70. La sua

locandina ha sempre avuto un programma di grande livello culturale. Molti artisti sono nati su quel piccolo palco e altri, provenien-ti da fuori Firenze, si sono affermati in quell’angolo al primo piano di un palazzo patrizio di via Pandolfini. Fra questi Cochi e Renato che hanno sempre amato la Tosca-na, personalmente e professionalmente. In questo racconto fotografico il simpatico duo al Derby di Milano con gli amici di sempre, in teatro nel loro spettacolo e poi Pozzetto in una performance in campagna fra ami-ci dove, improvvisando, ha deciso di fare il “saltimbanco”.

Cabaret in Tuscany

Il teatro-cabaret in Toscana

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Suggestions

Beauty, serenity, authenticity, hospitality are the key words to describe Villa Le Ba-rone. Staying at Le Barone is very much

like visiting friends in a private, elegant home set in the gorgeous Tuscan hills. The lounges are inviting, beautifully furnished with family anti-ques and paintings. There are 28 guestrooms, some with their own terrace. All are differently decorated, with modern tiled bathrooms. Typical Tuscan dinners prepared are served in the wel-coming restaurant or on the terrace weather per-mitting. Wonderful little secluded hideaways are found in the greenery where guests can read or just soak in the beauty of the surroundings hills. There is a lovely swimming pool, romantically set on a rose garden terrace and a tennis court, both with magnificent views on the Chianti hills. Villa Le Barone is an ideal base from which to explore art cities, as well as Chianti wineries. Wonderful hiking and biking possibilities are available around the Villa.

Bellezza, serenità, autenticità e ospitalità sono le parole chiavi per descrivere Vil-la Le Barone: una elegante e raffinata

casa di campagna situata tra le meravigliose colline toscane. In totale ci sono 28 camere, alcune con terrazza privata, tutte decorate in stile differente. I salotti sono invitanti, arreda-ti elegantemente con mobili e quadri d’epoca. Su richiesta, nell’antica cantina oppure sulla terrazza, il ristorante serve cucina tipica tosca-na. Molti gli incantevoli angoli isolati, situati nel parco, dove gli ospiti possono immergersi nella lettura o semplicemente sedere per go-dere del paesaggio. La piscina è circondata da grandi giardini di rose ed il campo da tennis offre una vista meravigliosa sulle colline del Chianti. Villa Le Barone è il posto ideale per esplorare alcune delle città più belle della To-scana e visitare le aziende agricole più rinoma-te del Chianti. Possibilità di passeggiate a piedi e in bicicletta.

VILLA LE BARONEPanzano in Chianti - Greve in Chianti (FI) Tel. +39 055 852621 [email protected] www.villalebarone.com

VILLA LE BARONE, FOR A FABULOUS HOLIDAYVILLA LE BARONE, PER UNA VACANZA DA FAVOLA

Sprearhead of the group Compagnie Des Hotels, Hotel Radda is located in the heart of Chianti, at Radda, cradle of

Chianti Classico Consortium. The love for the land, the traditions, the quiet life, clean air and simplicity shines in the eyes of the people, make Chianti a realty like few in the world. “We have worked hard to be able to obtain all the features of the place, we have lived reality of every day and we have chosen a local Staff, so that the hotel could reflect this enchantment and could help leave a nice memory of the territory to the millions of tourists who choose us to visit this land every year” says Piero Donato, general ma-nager of the hotel. De Gustibus restaurant, rustic atmosphere with local cuisine, SPA My Wellness with Jacuzzi, Turkish bath, sau-na, outdoor swimming pool and wine the-rapy, Wine Bar overlooking the picturesque courtyard, make Hotel Radda a lovely place to relax with taste.

Punta di diamante per il gruppo Compagnie Des Hotels, l’Hotel Radda si colloca nel cuore del Chianti, a Radda, culla del Con-

sorzio Chianti Classico. L’amore per la terra, le tradizioni intatte, il quieto vivere, l’aria pura e la semplicità che traspare negli occhi degli abitanti, fanno del Chianti una realtà come poche al mon-do. “Abbiamo lavorato molto nel corso degli anni per poter assorbire tutte le caratteristiche del po-sto, ci siamo immersi nella realtà di tutti i giorni e abbiamo scelto uno Staff che vive qui da anni, affinché anche l’hotel potesse rispecchiare questo incanto e potesse contribuire a lasciare un ottimo ricordo del territorio ai milioni di turisti che scel-gono di visitare questa terra ogni anno” afferma Piero Donato, Direttore dell’hotel. Il Ristorante De Gustibus, dall’ambiente rustico e dalla cuci-na rigorosamente tipica, la SPA My Wellness con idromassaggio, bagno turco, sauna, piscina e vino terapia, il Wine Bar con affaccio sulla suggestiva corte interna, fanno dell’Hotel Radda un luogo incantevole dove rilassarsi con gusto.

CDH HOTEL RADDAStrada Statale, 429 - Loc. La Calvana Radda in Chianti (SI) - Info: + 39 0577 73511 [email protected] www.hotelraddainchianti.it

A CORNER OF PARADISE IMMERSED IN CHIANTIUN ANGOLO DI PARADISO IMMERSO NEL CHIANTI

Traditional cuisine in the heart of FlorenceLa cucina tradizionale nel cuore di Firenze

Piazza Lorenzo Ghiberti - Firenze - Tel. 055.2343885www.gildabistrot.it - [email protected]

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MADE IN TUSCANY I Museo dell’Arte della Lana by Sandra Massai Fallaci, ph. Alessandro Gambinossi

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It’s easy to say fabric. The entry in the Italian dictiona-ry goes: “A thick and heavy fabric made of wool, used for coats, military uniforms, etc… more generally, any

kind of fabric”. Any? Yes, but not for the “Panno del Casentino”, which does not fit in this definition at all. It is understood when visiting the Museum of Wool Art at Stia, precisely in the Casentino. There, you can ascertain what kind of exquisite craftsmanship - which becomes art - produces that “fabric”, so prestigious and particular, unique in the world. Just look at the coloured garments exhibited to be convinced that, yes, that is what it’s really all about: refined craftsmanship. But the Panno Casen-tino did not always have those colours. Originally it was only of one colour: orange. Ever since the Middle Ages Stia has been the manufacturing centre for this precious

Si fa presto a dire panno. Il dizionario italiano ri-porta: “Tipo di tessuto di lana spesso e fitto, usato per cappotti, divise militari ecc… più genericamen-

te, qualsiasi tipo di stoffa”. Qualsiasi? Sì, ma non per il Panno del Casentino per il quale questa definizione non vale proprio. Lo si capisce visitando il Museo dell’Arte della Lana a Stia, nel Casentino appunto. Lì si può con-statare quale squisito artigianato - che diventa arte - pro-duca quel “panno” così prestigioso e particolare, unico al mondo. Basta guardare l’esposizione dei capi colorati per convincersi che sì, proprio di raffinato artigianato si tratta. Ma il Panno Casentino non ha sempre avuto tutti quei colori. In origine c’era un colore soltanto: l’a-rancione. È dal Medioevo che a Stia si trova il centro di lavorazione di questo pregiato prodotto, sottoposto alme-

Museum of Art of Wool in Stia

Museo dell’Arte della Lana a Stia

NO ORDINARY FABRICPANNO SÌ, MA DI PREGIOA VISIT TO THE “MUSEO DEL PANNO COSENTINO” IS AN EXPERIENCE OF SENSESUN’ESPERIENZA DEI SENSI LA VISITA AL MUSEO DEL PANNO CASENTINO

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product, which is subjected to at least six operations after the she-aring of the sheep: carding, spin-ning, warping, weaving, dyeing, napping. The carding, useful for untangling the knots making the wool untwisted and soft, used to take place under the porticos of Piazza Tanucci in Stia in the past. After that, the spinning was left to the women who made a very long thread using a spindle. The ladies who did the spinning then wound all the threads around a cylinder called “subbio” to proceed with the weaving. Instead, the dyeing was generally left to the men. The last phase, the napping, was used to create the “curls” which make this fabric unique. This Museum is a true richness for all the area, to be visited at least once in a lifetime. It is an example of industrial archi-tecture of a high historic interest. The “panno grosso di Casentino” is indeed a very ancient rustic fa-

no a sei operazioni dopo la tosatura delle pecore: cardatura, filatura, or-ditura, tessitura, tintura, ratinatu-ra. La cardatura, utile a sciogliere i nodi per rendere la lana districata e morbida, in passato avveniva sotto i portici di Piazza Tanucci a Stia. Dopodiché la filatura era affidata alle donne che realizzavano un filo molto lungo facendo girare il fuso. Le filatrici avvolgevano poi tutti i fili a un cilindro detto “subbio”, per passare infine alla tessitura. La tintura invece era generalmen-te affidata agli uomini. L’ultima fase, la ratinatura, serviva a creare i “ricciolini” che rendono questo panno unico. Questo Museo è una vera ricchezza per tutto il com-prensorio, assolutamente da non perdere. Si tratta di una struttura di archeologia industriale ad alto interesse storico. Il “panno grosso di Casentino” è infatti un antichis-simo tessuto rustico, così chiamato dai mercanti fiorentini del ‘300.

Some machines that tell us the art of weaving

Alcune macchine che raccontano l’arte della tessitura

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bric, so called by the 14th-century Florentine merchants. Still now, it comes from the sheep of the same area and it had a great increase in popularity when its manufacture became industrial. It is a warm fabric, very comfortable and resi-stant. Its orange hue, also called “goose’s beak”, was then followed by green and black, and later on, many other colours. Let us then be carried away by the harmonic play of this show of colours in the Museum which is a real and true centre of textile culture where a visit here is rightly called “an expe-rience of the senses” because you do not only learn interesting things but you feel, touch, listen and sniff to better understand the world of art, precisely, of wool.

È ricavato tuttora dalle pecore del territorio stesso, ed ha avuto una grande espansione quando dalla manifattura si passò alla lavorazio-ne industriale. È una stoffa calda, molto confortevole e resistente. Il colore arancio, chiamato anche “becco d’oca”, fu poi seguito dal verde e dal nero e, successivamen-te, da molte altre colorazioni. La-sciamoci quindi catturare dal gioco consonante dell’esposizione di co-lori nel Museo, che è un vero e pro-prio centro di cultura tessile la cui visita è giustamente definita “un’e-sperienza dei sensi” perché non solo s’imparano cose interessanti ma si prova, si tocca, si ascolta e si annusa, per capire meglio il mondo dell’Arte, appunto, della Lana.

A vintage Singer sewing machineUna macchina da cucire Singer d’epoca

Inside the museumAll’interno del museo

Typical Casentino woolen coat Tipici cappotti in lana del Casentino

MUSEO DELL’ ARTE DELLA LANAVia Sartori, 2 Pratovecchio Stia (AR)Tel. +39 0575 582216+39 338 [email protected]

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TUSCAN ROUTES I Terme di Toscana by Francesca Soldani, ph. Francesco Lo Cullo

VAL D’ORCIA AND ITS NATURAL SPASVAL D’ORCIA E LE SUE TERME NATURALIWHEN LANDSCAPE BECOMES ART AND GEOLOGY BECOMES ITS STORY TELLERQUANDO IL PAESAGGIO SI FA ARTE E LA GEOLOGIA DIVENTA LO STILE NARRATIVO DEL SUO RACCONTO

Think of hills and say Tuscany. Imagine paths zig-zag-ging downhill drawn by rows of cypress trees and cry out “Val d’Orcia”.

For the director Ridley Scott THIS is the true earthly tran-sfer of paradise and the landscapes of the SP14 between San Quirico d’Orcia and Pienza are the best accomplices to perfectly construct the famous scene from “The Gladia-tor” where Massimo Decimo Meridio crosses wheat fields to reach his loved ones, making it work out perfectly.We are in the south of Tuscany, in that hilly area confined between Siena and Grosseto, to the North-East of Monte Amiata and on the border with Umbria.

Pensi colline e dici Toscana. Immagini sentieri che scendono a zig zag disegnati da file di cipressi ed esclami “Val d’Orcia”.

Per il regista Ridley Scott è Lei la vera traduzione terrena del paradiso e i paesaggi della SP14 tra San Quirico d’Orcia e Pienza, sono i migliori complici perché la celebre scena de “Il Gladiatore” di Massimo Decimo Meridio che attraversa i campi di grano per raggiungere i suoi affetti, possa essere perfettamente costruita e impeccabilmente riuscita. Siamo nel sud della Toscana, in quella zona collinare com-presa tra Siena e Grosseto, a nord est del Monte Amiata e al confine con l’Umbria.

Val d’Orcia, heaven on Earth

La Val d’Orcia, un paradiso in Terra

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Everything in Val d’Orcia seems to have found its own natural connection, every detail is planned for falling in love at first sight with it.Part of the Unesco World Heritage in 2004, the whole natural area has been inserted in the World Heritage List for the excellent state of preservation of the landscape as a perfect bond between nature and man: “Val d’Orcia is an exceptional example of how a natural landscape has been re-drawn du-ring the Renaissance to reflect the ideals of good governance and create a pleasantly esthetic image. Its landscape has been celebrated by painters of the Sienese School and its representation where people are shown living in harmony with nature have be-come the icons of the Renaissance” IV and VI crite-ria of Unesco.Clean and clear lines like soft patterns crisscross like balls of wool, colours which remain bright in all their tones even in the coldest season of the year, time seems to have stopped: Val d’Orcia was not made to be explored in a hurry. So let time itself guide you amongst the pathways of the Via Francigena, the itineraries joining the

In Val d’Orcia tutto sembra trovare il proprio natu-rale collegamento, ogni dettaglio è pianificato per essere un piacevole colpo di fulmine. Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 2004, l’intera area naturale è stata inserita nella World Heritage List per lo stato di conservazione eccellente del panorama come perfetto connubio tra natura e uomo: “La Val d’Orcia è un ecceziona-le esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo rinascimentale per rispec-chiare gli ideali di buon governo e per creare un’im-magine esteticamente gradevole. Il suo paesaggio è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese e le sue rappresentazioni dove le persone sono raffigu-rate mentre vivono in armonia con la natura, sono diventate un’icona del Rinascimento” criterio IV e criterio VI dell’Unesco.Linee pulite e rigorose che si intrecciano a dise-gni soffici come gomitoli di lana, colori che riman-gono vividi in tutte le loro sfumature anche nella stagione più rigida dell’anno, il tempo che sembra fermarsi: la Val d’Orcia non è fatta per essere esplo-rata di corsa.

Avenue with cypress trees on the SP14 between San Quirico d’Orcia and Pienza

Viale con i Cipressi sulla SP14 tra San Quirico d’Orcia e Pienza

The rectangular pool in Piazza delle Sorgenti, Bagni Vignoni

La vasca rettangolare di Piazza delle Sorgenti, Bagni Vignoni

One of the thermal water brooks which join Piazza delle Sorgenti to the scarp of the Mulini Natural

Park Uno dei gorelli di acqua termale che collega Piazza delle Sorgenti alla scarpata del Parco Naturale dei

Mulini

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most beautiful medieval hamlets in Italy, culinary stops to taste the pecorino cheese of Pienza, Sie-nese pici and tastings of Brunello di Montalcino.If there is a way to enjoy the spectacle nature has to offer in total relaxation then stops at the natural spa of Bagno Vignoni and Bagni San Filippo are not to be missed.First architectural-thermal jewel in the heart of the Natural Artistic Park of Val d’Orcia: Bagni Vigno-ni, the only district of San Quirico d’Orcia in the province of Siena, which during the Roman times, with its thermal waters, offered pleasant stops to the pilgrims who passed along the nearby Via Fran-cigena.Piazza delle Sorgenti in the centre of the hamlet is very famous with its 16th-century rectangular pool where a thermal spring bubbles to the surface from its volcanic rocks. The passage of the waters conti-nues then towards the scarp of the Mulini Natural Park: here, amongst water rivulets and limestone concretions, we meet pools of crystal clear water and whirlpools dug in the rocks which, originally, worked the wheat even in summer thanks to the constant flow of the thermal spring.

E allora lasciate che sia il tempo stesso a guidarvi tra i sentieri della Via Francigena, i percorsi di col-legamento tra i borghi medievali più belli d’Italia, gli stop enogastronomici di pecorino di Pienza, pici senesi e degustazioni di Brunello di Montalcino. Se c’è un modo per godere dello spettacolo della natura in completo relax, immancabile il pit-stop alle terme naturali di Bagni Vignoni e di Bagni San Filippo. Primo gioiello architettonico-termale nel cuore del Parco Artistico Naturale della Val d’Orcia: Bagni Vignoni, l’unica frazione di San Quirico d’Orcia in provincia di Siena, che in epoca romana, con le sue acque termali ha offerto piacevoli soste ai pel-legrini che passavano dalla vicina Via Francigena. Famosissima la Piazza delle Sorgenti al centro del Borgo con la sua vasca rettangolare cinquecentesca dalle cui rocce vulcaniche sgorga in superficie una sorgente di acqua termale. Il percorso delle acque prosegue poi verso la scarpata del Parco Natura-le dei Mulini: qui, tra rivoli d’acqua e concrezioni calcaree, incontriamo vasche d’acqua cristallina e mulini scavati nella roccia che, originariamente, la-voravano il grano anche d’estate grazie alla portata costante della sorgente termale.

The Spa of Bagno Vignoni, a stop pilgrims made when travelling along the Via FrancigenaLe Terme di Bagno Vignoni, sosta dei pellegrini che percorrevano dalla Via Francigena

The scarp of the Mulini Natural Park crossed by the brookLa scarpata del Parco Naturale dei Mulini percorsa dal gorello

An oasis of peace at the Mulini Natural Park Un’oasi di pace nel Parco Naturale dei Mulini

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A soli venti minuti di macchina da Bagni Vignoni, incontriamo i Bagni San Filippo, perla naturalistica più unica che rara. Qui, nell’area del Fos-so Bianco, le acque termali hanno creato un paesaggio magico, quasi lunare, perché il loro scorrere nei secoli ha portato alla formazione di rocce calcaree, piccole cascate e poz-ze di diverse dimensioni dove fare il bagno immersi nel bosco.Degna di nota, la Cascata della Bale-na Bianca, un enorme blocco di cal-care su cui scorrono le acque termali più calde (circa a 45°C) miscelate alle acque piovane ricche di minerali che, integrando i loro componenti, creano sulle rocce sottostanti varie sfumature di colore cangiante dal verde al marrone. Zaino in spalla e via, pronti per fare un tuffo in un passato che sembra sospeso nel tempo e dove i ricordi profumano di miele e zafferano.

Just twenty minutes by car from Ba-gni Vignoni, we encounter Bagni San Filippo, a nature pearl rather unique in its kind. Here, in the area of Fosso Bianco, the thermal waters have cre-ated a magical landscape, nearly lu-nar, because their flowing in the cen-turies has formed limestone rocks, small waterfalls and wells of various sizes where to swim in the middle of the wood.Worthy of note is the Cascata della Balena Bianca, an enormous lime-stone block on which the warmest thermal water (about 45°C) mixed with rain water rich in minerals which, integrating their compo-nents, create various hues of colours ranging from green to brown on the rocks below.Backpack on and we’re off, ready to dive into the past which seems su-spended in time and where memori-es smell of honey and saffron.

Rock detail: layers of calcite deposited with the flowing of waters

in thousands of years Dettagli di roccia: strati di calcite

depositati con il defluire delle acque nel corso di migliaia di anni

Cascata della Balena Bianca at Bagni San Filippo, limestone rock

La Cascata della Balena Bianca di Bagni San Filippo, roccia calcarea

A detail of the pool at Bagni San Filippo

Dettaglio di una vasca dei Bagni di San Filippo

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TUSCAN FOOD I Il tartufo by Marco Gemelli

HIS MAJESTY THE TRUFFLE SUA MAESTÀ IL TARTUFO THE WHITE GOLD OF TUSCANY / L’ORO BIANCO DELLA TOSCANA

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Experts were optimistic: this year the white Tuscan truffle has been the protagonist on the tables in restaurants and homes. The esteemed hypogeous

mushroom - which belongs to the family of tubers (Tuber mgnatum pico) but not a tuber - finds, in Tuscan woods, a series of factors which render it among the most appre-ciated in Italy and the world. This is well known by truffle hunters, who, until the end of the year go around the paths armed with spades and accompanied with dogs of a super-fine sense of smell. From the Sienese clay hills to San Gio-vanni d’Asso, from San Miniato to the hills of Pisa and the Chianti until Valdelsa, Mugello, Val Tiberina and Casentino, the truffle-growing areas in the region draw out a natura-listic-culinary itinerary which has no equal. Once cleaned, the white truffle presents a yellowish colour with greenish

Gli esperti erano stati ottimisti: quest’anno il tartufo bianco toscano è stato protagonista delle tavole di ristoranti e famiglie. Il pregiato fungo ipogeo - che

appartiene all’ordine delle tuberacee (Tuber mgnatum pico) ma non è un tubero - trova nei boschi toscani una serie di fattori che lo rendono tra i più apprezzati in Italia e nel mondo. Lo sanno bene i cercatori, che fino a fine anno si aggirano per i sentieri armati di vanghetto e accompagna-ti da cani dall’olfatto sopraffino. Dalle Crete senesi a San Giovanni d’Asso, da San Miniato alle colline pisane e del Chianti, fino alla Valdelsa, il Mugello, la Val Tiberina e il Casentino, le zone tartufigene della regione disegnano un itinerario naturalistico-gastronomico senza pari. Pulito, il tartufo bianco si presenta alla vista di colore giallino con tonalità tendenti al verde, con superficie liscia e dimensio-

Tuscany’s “white gold”, the white truffle

”Oro bianco” della Toscana, il tartufo bianco

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Rocco with Cristiano Savini in the woods near Forcoli on the hills of Pisa

Il cane Rocco con Cristiano Savini nel bosco vicino a Forcoli sulle colline Pisane

A Guiness record-breaking white truffle found by Rocco in 2007

Un tartufo bianco da Guinnes trovato dal cane Rocco nel 2007

tones, with a smooth surface and sizes that range from a peanut to a grapefruit. Instead, inside is a faded brown with reddish hues and thin lighter vei-ning. It must be strictly eaten fresh and the “gre-at classics” are to have it with fresh pasta, eggs or potatoes. If events for enthusiasts are not lacking, insiders all agree it has been a rich year: “An im-portant increase” Cristiano Savini explains, fourth generation of a truffle-searching family, “enabling to keep the prices accessible both for restaurants and family use. The selling price has a range of between 2,000 and 4,000euros/kg but it is always a good idea to have a look at the online truffle bank, updated every week. An interesting movement is developing around the white truffle in Tuscany: the awareness raising actions carried out in the last five years are yielding fruit and it is important to insist on the culture of the product in order for this course to continue”. After all, the truffle is the drive for a more complex economy: “Without in-vestments in the culture of the product” adds Savi-ni, who in 2007 found a world-record truffle, “even

ni che oscillano da un’arachide a un pompelmo. L’interno è invece marrone sbiadito con sfumature rossastre e sottili venature più chiare. Va consu-mato rigorosamente fresco, e i “grandi classici” lo vedono accompagnare pasta fresca, uova o patate. Se gli appuntamenti per gli appassionati non man-cano, gli addetti ai lavori concordano su un’annata ricca: “Un aumento importante - spiega Cristiano Savini, quarta generazione di una famiglia di tar-tufai – che consente di tenere prezzi più accessibili sia per la ristorazione che per i consumi familiari. Il prezzo di vendita ha una forbice tra i 2000 e i 4000 euro/kg, ma è bene consultare sempre il borsino online, aggiornato ogni settimana. In To-scana si sta sviluppando un bel movimento intorno al tartufo bianco: l’azione di sensibilizzazione fatta nell’ultimo lustro sta dando i suoi frutti, e occorre insistere sulla cultura del prodotto per far sì che questo percorso continui”. In fondo, il tartufo è motore di un’economia più complessa: “Senza chi investe nella cultura del prodotto - aggiunge Savini, che nel 2007 trovò un tartufo da record mondia-

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the woods would suffer: the white truffle has now become a symbol of the safeguarding, the care and revival of the whole ecosystem espe-cially regarding landslides, floods or frosts. Where truffles grow, the envi-ronment is healthy: just think of the Sienese clay hills where the quality has grown thanks to major attention. The landlords and truffle companies are now aware of having a treasure at hand: first, the important Tuscan families were interested in vineyards and sacrificed the truffle-growing areas for vineyards, now this ten-dency has inverted. From our side” he concludes, “we have exceeded 10 thousand annual visits in companies with the truffle experience and acqui-red 33 organic hectares, a natural truffle-growing area in the heart of Palaia on the hills of Pisa where a “stylish” one will be made”.

le - anche i boschi ne risentirebbero: il tartufo bianco è diventato stimolo alla salvaguardia, alla cura e al ripri-stino dell’intero ecosistema specie in caso di frane, acquazzoni o gela-te. Dove cresce il tartufo l’ambiente è sano: pensiamo alle Crete Senesi, dove la qualità è aumentata proprio grazie alla maggiore attenzione. I proprietari dei terreni e le aziende di tartufi hanno maturato la consa-pevolezza di avere in mano un teso-ro: prima le grandi famiglie toscane guardavano con interesse alle aree vitate e sacrificavano le zone tartu-figene alla produzione vinicola, ora la tendenza si è invertita. Dal canto nostro - conclude - abbiamo superato le 10mila visite annue in azienda con le truffle experience, ed acquisito 33 ettari biologici, una tartufaia natu-rale nel cuore di Palaia sulle colline Pisane, dove ne realizzeremo una stylish.”

Fresh tagliolini with white truffles Tagliolini all’uovo con tartufo bianco

The traditional tuscan “white gold”Il tradizionale “oro bianco” toscano

Poached egg by Paolo ParisiUovo di Paolo Parisi poché

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TUSCAN COOKING I Pepe Nero by Marco Gemelli, ph. Lido Vannucchi

Da sedici anni rappresenta un baluardo di alta cucina a Prato, città dalle enormi potenzialità gastronomiche - basti pensare al settore della pasticceria, da Paolo

Sacchetti a Luca Mannori -, ma non sempre espresse a pieno regime. A mantenere alto l’interesse del mondo food sulla città laniera è lo chef Mirko Giannoni, anima del Pepe Nero insieme al padre Marino e alla moglie Sara Sanesi, maître e somme-lier. Una cucina che Mirko modella intorno alle eccellenze di un territorio prodigo di storia e di materie prime, vermouth e alchermes in primis, così pure le carni della macelleria Manno-ri, il pane come la bozza pratese Dop, i prodotti caseari della Calvana, le farine Bardazzi. L’attenzione per le materie prime della zona si traduce in piatti dalla forte personalità, come il risotto al vermouth con mortadella di Prato e gamberi rossi sici-liani che è stabilmente nella carta di Mirko Giannoni. “Questo

It has represented a stronghold of haute cuisine for sixte-en years in Prato, a town of huge culinary potential - just think of the confectionary sector, from Paolo Sacchetti

to Luca Mannori - but not always fully appreciated. Keeping high the interest of the food world on the city of the wool industry is chef Mirko Giannoni, soul of Pepe Nero together with his father Marino and his wife Sara Sanesi, maître and sommelier. A cuisine which Mirko shapes around the finest produce of an area generous in history and raw materials, vermouth and alchermes first of all, as well as meat from the Mannori butchers, bread such as the “bozza pratese Dop”, the dairy products of Calvana, the Bardazzi flours. Special care for the area’s raw materials means dishes of a strong personality such as vermouth risotto with Prato mortadella and red Sicilian prawns which is a constant on Mirko Gian-

Chef Mirko Giannoni

Lo Chef Mirko Giannoni

PEPE NEROGOURMET SOUL OF PRATOL’ANIMA GOURMET DI PRATOFROM FATHER TO SON: FROM TRADITION TO INNOVATION / DI PADRE IN FIGLIO: DALLA TRADIZIONE ALL’INNOVAZIONE

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noni’s menu. “This risotto,” explains the chef, “is in honour of my town. The union of all the ingredients took place in my head after having tasted the ver-mouth prepared by Sara, the emotion this aromatic wine gave me immediately drew all the other ingre-dients together and we created a dish with a great aromatic boost which honours my land and its peo-ple. After having chopped the mortadella di Prato, peel the red prawns and reduce the vermouth in a saucepan for 10 minutes and then blend it with xan-tana until it is smooth and creamy. In another sauce-pan, toast the rice with evo oil and more vermouth and let it cook with fish broth. When cooked, take it off the heat adding half of the previously chop-ped prawns. After having creamed the risotto with evo oil, serve with the remaining raw prawns and the mortadella. Finally, pour the vermouth reduc-tion sauce on top of everything”. If Mirko Giannoni has created the dish, it’s his father Marino, class of 1931, who describes it in the dining room; still acti-ve after 46 years at Baghino, historic restaurant of Prato where many figures from the world of culture called, between the 70s and 80s, from Vittorio Gas-sman to Paolo Poli, from Franco Zeffirelli to Alberto

Lampredotto and tuscan kale at Pepe & Vino Lampredotto e cavolo nero a Pepe & Vino

The staff in the restaurantLo staff di sala

The classic vermouth risotto with Prato mortadella and red sicilian prawns

Il classico risotto al vermouth con mortadella di Prato e gamberi rossi siciliani

risotto - spiega lo chef - vuol essere un omaggio alla mia città. L’unione di tutti gli ingredienti si è realiz-zata nella mia testa dopo aver assaggiato il vermouth preparato da Sara, l’emozione che questo vino aroma-tizzato mi ha provocato ha attratto immediatamente a sé gli altri ingredienti e si è venuto a creare un piatto con una grande spinta aromatica che celebra la mia terra e i suoi abitanti. Dopo aver tagliato la morta-della di Prato a cubetti, occorre sgusciare i gamberi rossi e far ridurre il vermouth in casseruola per 10 minuti, per poi frullarlo con la xantana fino a quando non risulterà omogeneo e cremoso. In un’altra casse-ruola va tostato il riso con olio evo e altro vermouth, e portato a cottura con un brodetto di pesce. A fine cottura va tolto dal fuoco, aggiungendo metà dei gamberi prima tritati. Dopo aver mantecato il risotto con olio evo, va impiattato con i rimanenti gamberi crudi e la mortadella. Infine, si versa sul piatto finito la riduzione di vermouth”. Se a creare il piatto è Mir-ko Giannoni, a raccontarlo in sala è babbo Marino, classe 1931, ancora attivo dopo aver accompagnato per 46 anni l’epopea di Baghino, storico ristorante di Prato da cui è passato tanto mondo della cultura, tra gli anni ‘70 e gli ‘80, da Vittorio Gassman a Paolo

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Sordi. His successful career has seen him gathering acknowledgements and honours but in spite of the age, Marino works alongside his son every day with enthusiasm and dedication. Last but not least, an important ele-ment at Pepe Nero is contemporary art - one of Prato’s greatest pride, thanks to the Pecci Museum and va-rious events which take place during the year - which is Sara’s occupation having always been an art lover. And since a few weeks ago, Pepe & Vino has opened an adjacent place with a smarter formula and 500 labels to match with crudité, platters and di-shes from the restaurant but in smal-ler portions.

Poli, da Franco Zeffirelli ad Alberto Sordi. La sua luminosa carriera gli ha valso riconoscimenti e onorificenze, ma nonostante l’età Marino ogni gior-no lavora a fianco del figlio con entu-siasmo e dedizione. Last but not least, elemento importante del Pepe Nero è l’arte contemporanea - uno dei vanti della città di Prato, grazie al museo Pecci e a varie manifestazioni che si svolgono durante l’anno - di cui si oc-cupa Sara, da sempre appassionata. E da poche settimane è aperto il Pepe & Vino, piccolo spazio adiacente con una formula più smart e 500 etichette per accompagnare crudité, taglieri e piatti del locale in versione mignon.

Tacos, Calvana beef tartare, tarragon, black truffle at Pepe & VinoTacos, tartare di manzo della Calvana, dragoncello, tartufo nero a Pepe & Vino

The Chef Mirko Giannoni with his wife and his father MarinoMirko Giannoni con la moglie Sara Senesi e l’ottuagenario padre Marino

Confit tuna in a cube in aromatic pork, with onion and confit tomato, cannellini bean and crispy wafer at Pepe & VinoTonno confit in cubo in porchetta aromatica, con cipolla e pomodoro confit, fagiolo cannellino e cialda croccante a Pepe & Vino

PEPE NEROVia A Zarini, 289 - PratoTel. +39 0574 550353ristorantepepenero@hotmail.itwww.ristorantepepeneroprato.it

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REGIONE TOSCANATUSCAN WINESPagina a cura dell’Associazione Italiana Sommelier Toscana

WINE IS TOO EXPENSIVE? 49,000 EUROS FOR A GLASSIL VINO COSTA TROPPO? 49.000 EURO PER UN BICCHIERE

La normalità è acquistare il vino in enoteca oppure quando lo ordinia-mo al ristorante. Meno frequente e normale è acquistare del vino alle aste dove i prezzi battuti suscitano stupore e interrogativi. Proprio

quest’anno si è battuto un record mondiale per una bottiglia di vino francese di Romanée-Conti del 1945 che è stata venduta dalla casa d’aste Sotheby’s di New York a 558.000 dollari, all’incirca 490.000 euro. Viene da domandarsi chi possa permettersi una spesa del genere, ma anche se un vino di oltre set-tant’anni sia ancora bevibile. Ma accettando che abbia ancora caratteristiche organolettiche apprezzabili e nell’ipotesi ulteriore che da una bottiglia del genere si riesca a servire dieci meravigliosi calici di vino, ciascuno di questi bicchieri avrebbe un valore di 49.000 euro. La nostra mente come può reagire ad una emozione di questo tipo? Sarò sincero, non ho la risposta perché non sono mai riuscito ad essere tra quei pochi eletti. Posso provare a fare delle ipotesi e con tutta probabilità ritengo che le singole percezioni visive, olfattive e gustative non sarebbero poi così importanti e decisive. Invece particolare stupore potrebbe arrivare nel rendersi conto che per produrre quel vino che si sta sorseggiando, la vendemmia è stata di soli cinque mesi successiva alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Poi realizzare che la prima macerazione delle uve a base pinot noir e la successiva fermentazione hanno preso corpo e sostanza all’incirca nell’ottobre del 1945 e che nello stesso momento proprio la Francia estendeva il diritto di voto a tutte le donne. Avrete compreso che po-trei continuare, ma il concetto è chiarito. Quello che contribuisce ad un gran-de e sproporzionato valore per una bottiglia di vino è nel considerarla parte di un contesto passato, una testimonianza reale di un epoca che è diventata per tutti Storia. Assaggiare quel vino vuol dire diventare per un breve momento protagonista assoluto di quella Storia, grazie ad una speciale macchina del tempo, la bottiglia, che però ha solo dieci posti per i suoi passeggeri.

What we normally do is buy wine from a wine bar or order it in a restaurant. What is less frequent and normal is to buy wine from an auction sale where the prices elicit amazement and questio-

nings. Precisely this year, a world record price went under the hammer for a French bottle of wine, a 1945 Romanée-Conti which was sold at auction at Sotheby’s in New York for $558,000, about €490,000. Who has all this money to be able to afford such an expense one wonders, not only, but is a wine that is over seventy years old still drinkable? So let’s say it has still preserved appreciable organoleptic characteristics and in the ulterior hypo-thesis that ten wonderful stem glasses of wine can be served from such a bottle, each one of these glasses would cost €49,000. How would our brain react to such an expense? To be honest, I have no answer because I have never been able to be among those favoured few. I can only come to some conclusions and in all probability I believe that the single visual, olfactory and taste perceptions would not be so important and decisive. On the other hand, what is particularly amazing is actually realising that to produce the wine that is being tasted, the harvest had taken place only five months prior to the Second World War. Then realise that the first maceration of the pinot noir grapes and the following fermentation became the body and substance of the wine at around October 1945 and that, at that very moment, France gave all women the right to vote. You can see that I could go on and on but the idea is clear. What contributes to a huge and unproportioned value for a bottle of wine is to consider it in a historical context, a true witness of an era which then became history. Tasting that wine means becoming for a fleeting moment an absolute protagonist of that history, thanks to a special time machine, the bottle, which, however, only has ten “seats” for its passengers.

AIS Tuscany, Leonardo Taddei AIS Toscana, Leonardo Taddei

PIETROSO LE CINCIOLECamalaione

OUR WINE SELECTION / LA NOSTRA SELEZIONE DI VINI

Montalcino (SI)Brunello di Montalcino DocgVendemmia 2013ABV 14,0%Sangiovese 100%

Greve in Chianti (FI)IGT ToscanaVendemmia 2013ABV 14,5%Cabernet sauvignon 70%, Merlot 15%, Syrah 15%

Castagneto Carducci (LI)Bolgheri Superiore DocVendemmia 2015, ABV 14,0%Cabernet sauvignon 40%,Cabernet franc 32%, Merlot, 28%

Fiesole (FI)Igt ToscanaVendemmia 2015ABV 14,0%, Sangiovese 34%, Canaiolo 33%,Colorino 33%

Intense ruby with garnet hints. Flowery to the taste and with delicate fragrances of leather and topsoil which seem to over-ride the portions of berries, cherry jam and spicy hints. Strong to the palate but measured, tasty to the entrance with a growing tannic texture but already of gre-at satisfaction. Coherent and long finish.Match with: “Cinta senese” stew.

Intense and very concentrated ruby. Wide and elegant range to the nose, iris, violets and blackberry jam, black pepper, cedar wood and myrtle. Embracing to the palate with a freshness making the sip li-vely and dynamic. Silky tannins which linger the persistence with a fruity and spicy finish.Match with: roast leg of lamb.

Bright and lively ruby. Very intense bouquet of maraschino cherries, blackberries, blue-berry juice, potpourri of red flowers, minty sensations of wild pine and black pepper, co-coa and underwood. Intense, juicy and enfol-ding in the mouth. Fresh, with a well woven tannic texture and integrated with the struc-ture. Persistent finale with minty returns. Match with: grilled Aberdeen Angus fillet.

Intense ruby red. Intense to the nose and aristocratic at the same time. Recalling of cherry chocolates, pipe tobacco, quinine, tamarind, crème di cassis, topsoil and traces of iron-like minerals stand out. Full bodied to the palate guided by a warm and fresh sip whose tannic trace perfectly sums it up. Very persistent wine with a fruity and mineral fi-nish. Match with: stewed deer with potatoes.

Rubino intenso con cenni granato. Si pre-senta floreale e con delicati profumi di cuoio e humus che sembrano prevalere sull’apporti di frutti di bosco, confettura di ciliegia e richiami speziati. Al palato risulta potente, ma con misura, saporito all’ingresso con una trama tannica in pro-spettiva evolutiva ma già adesso di grande soddisfazione. Finale coerente e lungo.Abbinamento: spezzatino di cinta senese.

Rubino intenso e molto concentrato. Venta-glio olfattivo ampio ed elegante, iris, viola e confettura di mora, pepe nero, legno di cedro e mirto. Avvolgente al palato con una dotazione di freschezza che rende il sorso vivace e dinamico. Tannini setosi che con-tribuisco ad allungare la persistenza con un finale fruttato e speziato.Abbinamento: cosciotto di agnello al forno.

Rubino luminoso e vivo. Bouquet molto intenso di ciliegia sotto spirito, mora, succo di mirtillo, pot-pourri di fiori rossi, sensazio-ni mentolate di pino silvestre e pepe nero, cacao e sottobosco. In bocca entra intenso, succoso e avvolgente. Fresco e con una trama tannica ben tessuta e integrata con la struttu-ra. Finale persistente dai ritorni mentolati.Abbinamento: filetto di Aberdeen Angus alla brace.

Rosso rubino intenso. Olfatto intenso e al tempo stesso aristocratico. Emergono ri-cordi di cioccolatino alla ciliegia, tabacco da pipa, china, tamarindo, crême di cassis, humus e tracce di minerali ferrosi. Al pala-to ha un gusto pieno, guidato da un sorso fresco e caldo la cui traccia tannica fa da co-rollario perfetto. Vino molto persistente dal finale fruttato e minerale. Abbinamento: bocconcini di cervo in umido con patate.

TENUTA CACCIA AL PIANO 1868Levia Gratvia

BIBI GRAETZColore

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TUSCAN COOKING I Il brunch della domenica by Marco Bellentani, ph. Simona Palumbo

POZZO DI BUGIATHE VERSILIA BRUNCH IL BRUNCH DELLA VERSILIAGAIO’S WINTER PROPOSAL IN HIS LUXURY TRATTORIALA PROPOSTA INVERNALE DELL’OSTE GAIO NELLA SUA TRATTORIA DI LUSSO

Il brunch. Usanza di stampo internazionale che uni-sce elementi tipici della colazione e del pasto, ha preso piede anche nello stivale. In Versilia, con la sta-

gione estiva ormai alle spalle, alcuni ristoranti sul mare chiudono i battenti e può essere davvero gratificante sco-prire le alternative di un litorale ancora magico, complici le belle giornate e la classe di alcuni ristoratori capaci di rinverdire con profumi e sapori di casa nostra il brunch time. Gaio Giannelli, talentuoso cuoco/oste del Pozzo di Bugia di Seravezza, nasce dalla scuola di Bruno Vietina, personaggio noto per il suo Maitò di Forte dei Marmi, e affina le sue conoscenze sia in loco, sia con esperienze all’estero. Francia e Stati Uniti sono le tappe fondamen-tali di un cuciniere fantasioso, ma concreto. Sostanza,

Brunch. A custom of an international stamp which unites typical elements of breakfast and lunch, has taken on even on the boot. In Versilia, with

summer now behind our backs, some restaurants by the seaside close and it can really be gratifying to discover alternatives on a coast that is still magic, with the help of beautiful weather and the class of some restaurant ow-ners able to revive brunch time with local fragrances and tastes. Gaio Giannelli, talented chef/landlord of Pozzo di Bugia at Seravezza comes from Bruno Vietina’s school, well-known for his Maitò at Forte dei Marmi and refines his knowledge both on site and with experience abroad. France and the United States are the fundamental stops for a creative and practical cook. Substance, value and

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Sunday brunch - Egg Benedict

Brunch della domenica - Egg Benedict

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quality are his essential coordinates, always renovated by a continuous study of tradition and modernity. The spi-rit remains that of the trattoria. Luxury, for the level of what is served. This cultural baggage is elevated in the di-shes of il Pozzo, be they starters dedicated to the cuisines from all over the world, first courses of a Versilia stamp or meat - from beef to duck passing through lamb and pigeon - of renowned value. Recently, Gaio, the landlord, opened his doors to a succulent Sunday brunch, welco-ming us in warm comfortable rooms of a refined rusticity. The service is courteous and informal and the tastings, whether they are knifed-chopped or directly on the pla-tes, enthrall. The formula leaves free choice to choose a more traditional lunch but reveals, on the menu, the brunch time selection seeing Giannelli busy at the table of cold cuts - from Joselito ham to Italian salamis - and to the sumptuous trolley of French and local cheeses, with homemade pies of a “Lunigiana” inspiration. The eggs Benedict are sinful: juicy and lingering, followed by a sesame-seed bread roll with wild salmon, robiola cheese and truffle honey. A play on contrasts making it all the more mouth-watering with bufala mozzarella with an-chovies from Cantabrico or with the spicy chicken wings matched with local potatoes cooked in duck’s fat. Tuscan livers become a hit and run on brown bread. Omelettes are not lacking and neither is the classic hamburger with chips, made from excellent raw materials. Finally, the ha-

valore e qualità sono le sue coordinate imprescindibili, sempre rinnovate da un continuo studio della tradizione e della contemporaneità. Lo spirito rimane quello della trattoria. Di lusso, per il livello delle proposte. Questo bagaglio culturale viene sublimato nei piatti del Pozzo, siano essi antipasti dedicati alle cucine di tutto il mondo, primi di matrice versiliese e carni - dal manzo, all’ana-tra passando per agnello e piccione - di rinomato pregio. Recentemente, l’oste Gaio ha aperto le sue porte ad un succulento brunch domenicale, accogliendoci in ambien-ti caldi, confortevoli e di ricercata rusticità. Il servizio è cortese e informale e gli assaggi, in punta di coltello o direttamente sul piatto, incantano. La formula lascia la libertà della scelta di un pranzo più tradizionale, ma ci fa scoprire, in menu, la sezione brunch time, che vede Giannelli impegnato al tavolo degli affettati – da Joselito agli insaccati italiani - e al sontuoso carrello dei formaggi francesi e locali, con torte salate home made di ispira-zione lunigiana. Peccaminoso è l’eggs Benedict: succu-lento e persistente, seguito da un panino al sesamo con salmone selvaggio, robiola e miele al tartufo. Un gioco di contrasti che aumenta l’acquolina per la mozzarella di bufala con acciughe del Cantabrico o per le alette di pollo piccanti, accompagnate da patate nostrali cotte nel grasso di anatra. Il fegatino toscano diventa mordi e fug-gi, su pane integrale. Non mancano le frittate e il classico hamburger con patate fritte, ricavato con materie prime

Gaio at workGaio all’opera

HamburgerHamburger

Mozzarella and anchovies of

CantabricoMozzarella e acciughe del

Cantabrico

Sunday brunch room

Sala del brunch della domenica

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POZZO DI BUGIAVia Federigi, 544Querceta (LU)Tel. +39 0584 [email protected] www.trattoriapozzodibugia.it

bit of proposing some impromptu dishes, according to the fruit in season and the customers’ instant desires, made on the spot, is so-mewhat extravagant. Gaio Gian-nelli pampers and amazes with his great care for detail, research of the materials and a class with no cloying, at the hob. An unbeatable place for meat, now also for your brunch, but only on Sundays.

d’eccellenza. Sfiziosa, infine, è l’usanza di proporre alcuni piatti estemporanei, fatti al momento, secondo i frutti delle stagioni e i desideri istantanei del cliente. Gaio Giannelli coccola e stupisce con la cura del dettaglio, la ricerca sulla materia e con una classe pri-va di stucchevolezze tra i fornelli. Un indirizzo sempre imperdibile per la carne e, solo di domenica, anche per il vostro brunch time.

Tuscan crostiniCrostini toscani

Spadellata extemporeSpadellata estemporanea

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TUSCAN ROUTES I Eremo di Camaldoli by Sandra Massai Fallaci, ph. Alessandro Gambinossi

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Quando si avverte l’esigenza di staccarsi dalla quotidianità, di isolarsi, o di mettere distanza

emotiva fra noi stessi e quello che ci circonda, si cercano i luoghi del silen-zio. Il Monastero di Camaldoli, nel Par-co Nazionale delle foreste casentinesi, è uno di questi da oltre 1000 anni. Il senso di distacco soddisfa questo bi-sogno perché quel luogo avvolge in un’atmosfera particolare regalando una sensazione di pace e riconciliazione. Camaldoli è costituito da due corpi che distano pochi chilometri e sono acces-sibili anche a piedi passando dall’uno all’altro attraverso un bosco secolare. Più in basso la chiesa, il convento con il suo chiostro, l’antica farmacia, mentre a oltre 1000 metri sorge l’Eremo con le sue celle e una piccola chiesa per le preghiere. Un ambiente che offre un saggio equilibrio di solitudine e di vita comune grazie alla presenza e all’acco-glienza dei monaci benedettini. Per poter apprezzare questo mondo è suffi-ciente dedicare una giornata a se stessi ma si può rimanere anche più a lungo perché è tutto ben organizzato per ospi-tare i visitatori nella foresteria del Mo-nastero. La Comunità Benedettina apre le sue porte a uomini e donne, laici e

When one feels the need to get away from the daily routine, to cut off from everything or

to put an emotional distance between ourselves and what surrounds us, we look for places of silence. The Monaste-ry of Camaldoli in the National Park of the Casentino forests has been one of these for over 1,000 years. The sense of detachment satisfies this need be-cause this place embraces everything in a particular atmosphere giving a sensation of peace and reconciliation. Camaldoli is made up of two buildings a few kilometres away from each other and can be reached even on foot pas-sing from one to the other through a century-old wood. Further down, there is the church, the convent with its cloi-ster, the ancient pharmacy while the Hermitage rises well over 1,000 metres with its cells and a small church for praying. A place offering a wise balance of solitude and life in common thanks to the presence and welcome of the Be-nedictine monks. To fully appreciate this world, it is enough to dedicate a day for ourselves but you can also stay for longer periods because everything is well organized to host visitors at the Monastery’s “foresteria”. The Benedic-

CAMALDOLIAN OASIS OF PEACE UN’OASI DI PACEA FASCINATING DILAGUE WITH SILENCE / UN AFFASCINANTE DIALOGO CON IL SILENZIO

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religiosi, singoli, famiglie e gruppi, credenti e non credenti, desiderosi di confrontarsi e di ospitarsi reci-procamente nel rispetto dei propri cammini persona-li. Da non perdere l’Antica Farmacia completamente arredata in legno, dove si trovano magnifici vasi in ceramica dipinta a mano che in Toscana vengono chiamati “alborelle”, utilizzati per contenere erbe e spezie curative. Si possono anche acquistare cosme-tici, liquori, prodotti alimentari. Vengono organizzati stage, seminari e convegni di vario tipo: Camaldoli Cultura onlus è molto attiva. Un’impostazione mo-derna su un’anima antica, dunque. All’interno della biblioteca si trova la cella di San Romualdo, fondato-re dell’Eremo che trascorreva quasi tutto il tempo fra preghiera, lavoro e studio nel suo ambiente composto da tre elementi caratteristici: studio, cappella e came-ra. Si può poi visitare la bellissima chiesa: costruita poco dopo l’anno 1000, con il passare del tempo si degradò e venne ricostruita nel XIII secolo. Si narra che San Francesco fosse presente alla consacrazione. L’attuale stile barocco è dovuto ai restauri nel XVI e XVII secolo, mentre la facciata è del XVIII. Si viene così proiettati indietro in un tempo che ci avvolge col suo fascino antico di 1000 anni, carico di storia eppu-re così attuale nella sua accoglienza, nella sua orga-nizzazione e in ciò che è in grado di offrire. Per mag-giori informazioni sulle attività: www.camaldoli.it

tine Community opens its doors to men and women, lay and religious people, singles, families and groups, believers and non-believers, each longing to measure themselves and to mutually host respecting everyo-ne’s own personal path. The Antica Farmacia, com-pletely furnished in wood, is not to be missed where wonderful, hand-painted pottery vases, which are cal-led “alborelle” in Tuscan, are found, used for keeping healing herbs and spices. It is also possible to buy cosmetics, liquers, food.Various kinds of internships, seminars and conventions are organized: Camaldoli Cultura onlus is very active. Thus, a modern setting on an ancient soul. Within the library, there is the cell of San Romualdo, founder of the Hermitage who spent nearly all his time in prayer, work and the stu-dy of his environment made up of the characteristic elements: study, chapel and cell. It is also possible to visit the beautiful church, built a little after the year 1000 which, with the passing of time became rather degraded and was rebuilt in the 13th century. It is said that St. Francis was present at the consecration. The present Baroque style is due to 16th and 17th-century restoration works while the façade is of the 18th century. We are thus taken back to a time which embraces us with its ancient 1000-year-old charm, se-eped in history yet so topical in its hospitality, or-ganization and in what it is able to offer. For more information about the activities: www.camaldoli.it

The courtyardIl chiostro interno

The churchLa chiesa

Eremo’s Cells Le celle dell’Eremo

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THE ROAR OF THE “LEONESSA”IL RUGGITO DELLA “LEONESSA”PELAGO AND ITS CYCLING TOURISM / PELAGO E IL SUO PERCORSO CICLOTURISTICO

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A cycling tourism itinerary to get to know the beauty of the area of Pelago better. The 80-kilometre-long itine-rary is called “Leonessa” wholly dedicated to cycling

tourists and all those who want to enjoy the wonderful scenery of Valdisieve. The idea for this project was born simply after the vintage historical cycling event, precisely called “La Leo-nessa”, which has been animating these areas for the last four years. So much has been the appreciation of the contestants that it has been decided to render these streets accessible all year round.It is a track of 80 km, nearly all dirt roads: zero km is marked in the county town, in the charming piazza Ghiberti of Pelago; the route then proceeds to Paterno, Tosi and goes down to Donnini and Carbonile. From here it goes uphill and reaches where ancient fort of Altomena used to be which is now a farm producing a world-famous oil, going once more to Paterno and to Pelago to then make a rush to a new hill towards Diacceto and Ferrano. After that, it crosses a stretch of slightly sloping

Un percorso cicloturistico per conoscere a fondo la bellezza del territorio Pelaghese. Si chiama “Leo-nessa” l’itinerario di 80 km interamente dedicato ai

cicloturisti e a tutti coloro che vogliono godersi il meravi-glioso paesaggio della Valdisieve. L’idea di realizzare questo progetto è nata semplicemente a seguito della ciclostorica vintage che si chiama appunto “La Leonessa” che da quat-tro anni anima questi territori. Tanto è stato il gradimento dei partecipanti che si è deciso di rendere percorribili que-ste strade tutto l’anno.Si tratta di 80 km di tracciato, quasi tutto caratterizzato da strade bianche: il km zero è segnato nel capoluogo, nella suggestiva piazza Ghiberti di Pelago; si passa poi da Pater-no, Tosi e si scende per Donnini e Carbonile. Da qui parte la risalita e si arriva dove era situato l’antico fortilizio di Altomena, che ora ospita una fattoria che produce un olio famoso in tutto il mondo, per ritrovarsi ancora a Paterno e a Pelago, per lanciarsi verso una nuova salita verso Diacceto

SPECIAL EVENT I La Leonessa by Giuliana Cantini

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ground which leads to Ristonchi going decidedly uphill: cycling 8 km of a dirt road you reach Consu-ma in piazza La Pira, the highest point of the bike ride.At this point, the worst is over and you begin to go down towards Borselli, touching Tosina and Pomino where it is possible to stop for a break and admire two beautiful country parish churches to go on the road again towards Rimaggio and Castiglioni. After a short stretch on the busy SS67 to reach the county town of Rufina, you go uphill once more towards Casi and Falgano reaching Poggio del Commissario. The last 10 km will also be full of surprises because you will find yourselves in the beautiful hamlet of Nipozzano, seat of the castle of the counts Guidi, today owned by the Marchesi Frescobaldi. The final lap takes the cycling tourists back to Pelago.The itinerary can be done from April to October but what we advise is to take part in the historic cycling event (it will take place on 28th and 29th April in 2019), equipping yourselves with vintage clothes and bicycles made before the 80s. Apart from the won-derful landscape you will find yourselves immersed in another era, for a real and true blast from the past when cycling was truly an adventure.

e Ferrano. Successivamente si attraversa il tratto di falsopiano che porta a Ristonchi, cominciando a salire decisamente: percorrendo 8 km di strada bianca si arriva a Consuma in piazza La Pira, punta più alta della “pedalata”. A questo punto il peggio è passato e si comincia a scendere verso Borselli, toccando Tosina e Po-mino, dove è possibile fermarsi per una sosta e ammirare due bellissime pievi, per ripartire verso Rimaggio e Castiglioni. Dopo un piccolo passaggio per la trafficata SS67 per giungere il capoluogo di Rufina, si risale nuovamente verso Casi e Falgano, giungendo al Poggio del Commissario. Gli ultimi 10 km saranno anch’essi ricchi di sorprese, perché ci si ritroverà nel bellissimo borgo di Nipozzano, sede del castello dei conti Guidi oggi di proprietà dei marchesi di Frescobaldi. Il tratto finale ricon-durrà i cicloturisti a Pelago. L’itinerario è percorribile da aprile fino ad ottobre, ma il consiglio che vi diamo è quello di parteci-pare alla ciclostorica in prima persona (nel 2019 è prevista per il 28 e 29 aprile), munendovi di abiti vintage e bici costruite prima degli anni ‘80. Ol-tre al paesaggio meraviglioso, vi troverete immersi in un’altra epoca, per un vero e proprio tuffo nel passato quando pedalare era davvero un’avventura.

INFOTel. +39 348 [email protected]

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TUSCANY & ART I Palazzo Blu by Fiammetta Casprini

DA MAGRITTE A DUCHAMP1929: THE GREAT SURREALISM FROM CENTRE POMPIDOU1929: IL GRANDE SURREALISMO DAL CENTRE POMPIDOUESCAPE FROM REALITY / IN FUGA DALLA REALTÀ

From 11th October 2018 to 17th February 2109, Palaz-zo Blu in Pisa hosts the exhibition “From MAGRITTE to DUCHAMP. 1929: the Great Surrealism from the

Centre Pompidou”. In the ancient noble palace, full of illu-strious 20th century artists, the visitor will cover an itinerary of the most abstract art. Surrealism, an avant-garde cultural and artistic movement, was founded in France in 1924 aimed at searching for the meeting point between dreams and rea-lity. The ideas and art of René Magritte, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giorgio De Chirico, Alberto Giacometti, Joan Miró, Yves Tanguy, Pablo Picasso and many others return to life in the beautiful setting of the city of Pisa. The exhibition offers a brand new itinerary made up of one hundred and fif-ty works including paintings, sculptures, surreal objects, dra-wings, collages, installations and photographs. Masterpieces which talk of love, dreams, folly and freedom and let us flee logic. The selection of the works, all coming from the Centre

Dall’11 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019, il Palazzo Blu di Pisa ospita la mostra “Da MAGRITTE a DU-CHAMP. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre

Pompidou”. Nell’antico palazzo nobiliare, animato da illustri artisti novecenteschi, il visitatore percorrerà un cammino nell’arte più astratta. Il Surrealismo, movimento culturale e artistico d’avanguardia, nasce in Francia nel 1924 ed è volto alla ricerca di un punto di incontro tra sogno e realtà. Nella bella cornice pisana tornano a prendere vita le idee e l’arte di René Magritte, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giorgio De Chirico, Alberto Giacometti, Joan Miró, Yves Tanguy, Pablo Picasso e molti altri. La mostra propone un inedito percor-so composto da centocinquanta opere tra dipinti, sculture, oggetti surrealisti, disegni, collage, installazioni e fotografie. Capolavori che parlano di amore, sogno, follia e liberazione e che permettono di fuggire dalla ragione. La selezione del-le opere, provenienti dal Centre Pompidou, è avvenuta per

“Chimere”Max Ernst 1928

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Pompidou, is the work of the internationally-known curator Didier Ottinger, considered one of the ma-jor experts of Magritte, Picasso and Surrealism in the world. Welcoming the visitor is a large variety of works of primary importance, the main part of which executed between 1927 and 1935. Amongst these is the symbol of the same exhibition, the ma-sterpiece Double Secret by Magritte and even, Dor-meuse, Cheval, Lion invisibles and L’âne pourri by Salvador Dalì. This variety of works would not have been complete without Leonardo da Vinci’s Monna Lisa, merrily desecrated by Duchamp with mou-stache and a “goatee” beard. Palazzo Blu boasts a large number of successful artistic exhibitions: Mat-tiotti, Michael Yamashita, Escher, Dalì are but some of the prominent names which have rendered this building famous these last few years. Thus, Pisa asserts its importance on the artistic Italian scene hosting a cultural event not to be missed by art lo-vers. The exhibition is open to public from Monday to Friday from 10.00am to 7.00pm; from 10.00am to 8.00pm on Saturday, Sunday and holidays. The ticket with audio guide included is 12 euros full price and 10 euros reduced price.

mano dal curatore di fama internazionale Didier Ottinger, considerato uno dei massimi esperti al mondo di Magritte, Picasso e del Surrealismo. Ad accogliere il visitatore una grande varietà di opere di primaria importanza, per la maggior parte realizzate tra il 1927 e il 1935. Tra queste, l’immagine simbolo della mostra stessa, il capolavoro Double Secret di Magritte, e ancora Dormeuse, Cheval, Lion invisi-bles e L’âne pourri di Salvador Dalì. A completare la varietà di opere non poteva mancare la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, allegramente dissacrata da Duchamp con baffi e pizzetto. Il Palazzo Blu van-ta numerose mostre di successo in ambito artistico: Mattiotti, Michael Yamashita, Escher, Dalí, sono solo alcuni dei nomi di spicco che negli ultimi anni hanno reso celebre l’edificio. Pisa si conferma così centro del panorama artistico italiano ospitando un evento culturale imperdibile per gli appassionati d’arte. L’esposizione è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 20. Biglietto con audioguida inclusa intero 12 euro e ridotto 10 euro.

DA MAGRITTE A DUCHAMP1929: IL GRANDE SURREALISMO DAL CENTRE POMPIDOUOctober 11th 2018 - February 17th 2019 11 ottobre 2018 - 17 febbraio 2019 Palazzo Blu - Lungarno Gambacorti 9 - Pisa Tel. +39 050 22 04 650www.palazzoblu.it

“Double secret” Rene Magritte

1927

“L.H.O.O.Q.”Marcel Duchamp

1930

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by Gianpaolo AnsaloneTUSCANY & ART I Fondazione Geiger

GIACOMETTI’S LITHOGRAPHY

Tipici boulevard parigini, caffè, grandi monumenti, scene e azioni di vita quotidiana. Sono le immagini contenute nelle centocinquanta litografie di Alberto Giacometti,

che compongono “Paris sans fin”, la meravigliosa opera con-siderata il testamento artistico del celebre scultore e pittore svizzero. Oggi questi preziosi lavori, realizzati da Giacometti con l’immediatezza di una matita litografica, possono essere ammirati in Italia, grazie alla Fondazione Culturale Hermann Geiger, che presenta la mostra “Paris sans fin. Litografie origi-nali di Alberto Giacometti” all’interno dei propri spazi esposi-tivi a Cecina (piazza Guerrazzi 32). Curata da Klaus Littmann, l’esposizione potrà essere visitata da sabato 1° dicembre (inau-gurazione ore 17) a domenica 24 febbraio, tutti i giorni dalle ore 16 alle 20 con ingresso libero. A corredo delle opere, anche una selezione di fotografie di Ernst Scheidegger, che ha docu-mentato il lavoro dell’amico artista per oltre due decenni. Il materiale esposto proviene dalla collezione di Carlos Gross, che

Typical Parisian boulevards, cafés, large monuments, scenes and daily actions. These are the images in the one hundred and fifty lithographs by Alberto Giaco-

metti, which make up “Paris sans fin”, the wonderful work considered the artistic will of the famous Swiss sculptor and painter. Today, these precious works made by Giacometti with the rapidity of a lithographic pencil can be admired in Italy thanks to the Herman Geiger Cultural Foundation which pre-sents the exhibition “Paris sans fin. Original lithographs by Alberto Giacometti” on its premises in Cecina (no. 32 piazza Guerrazzi). Curated by Klaus Littmann, the exhibition can be seen from Saturday, 1st December (inauguration at 5.00pm) to Sunday, 24th February, every day from 4.00pm to 8.00pm, free entrance. Along with these works there is also a selection of photographs by Ernst Scheidegger who documented the work of his artist friend for over two decades. The exhibits come from the collection belonging to Carlos Gross who owns

The artist Alberto Giacometti at work

L’artista Alberto Giacometti a lavoro

A NEW IMPORTANT GEIGER FOUNDATION EXHIBITION UNA NUOVA GRANDE MOSTRA DELLA FONDAZIONE GEIGERFROM 1ST DECEMBER TO 24TH FEBRUARY, IN CECINA “PARIS SANS FIN” / DAL 1° DICEMBRE AL 24 FEBBRAIO, A CECINA, “PARIS SANTS FIN”

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Alberto Giacometti’s

lithographies

Litografie di Alberto Giacometti

one of the major collections of lithographs by Giacometti in-ternationally. After the Italian lap, the exhibition will move to Austria and the States. The visitor will not only be able to clo-sely observe the single lithographs which make up this mar-velous graphic poem but also enjoy a global vision of a work that is unique in its genre, rendering both Giacometti’s maste-ry and his love for Paris tangible. “Paris sans fin” is indeed a “journey” through the French capital, captured through a personal and subjective look which tries to detach itself from the nearly obsessive routine of the atelier, the familiar mo-dels, the extremely long posing sessions and the incessantly modified, undone, restarted work. “Paris sans fin” was born from the initiative of his editor friend, Tériade. Giacometti, at first enthusiastic at the idea of this kind of reportage, found it difficult to carry out: the complexity of the project, the strain of having to go out and draw from real life and his unstable health brought about long interruptions of a work which was done from 1958 to 1965. The pictures should have come with a text but Giacometti was not able to complete it and it was included albeit unfinished. The work was published posthu-mous in 1969 with only 250 pieces.

possiede una delle maggiori raccolte di litografie di Giacometti a livello internazionale. Dopo la tappa italiana, la mostra si spo-sterà in seguito in Austria e negli Stati Uniti. Il visitatore potrà non solo osservare da vicino le singole litografie che compongo-no questo meraviglioso poema grafico, ma anche godere di una visione d’insieme di un’opera unica nel suo genere, che rende palpabili tanto la maestria di Giacometti quanto il suo amore per Parigi. “Paris san fin” è infatti un “viaggio” attraverso la ca-pitale francese, colta attraverso uno sguardo personale e sogget-tivo che cerca di distaccarsi dalla routine quasi ossessiva dell’a-telier, dai modelli familiari, dalle lunghissime sedute di posa e dall’opera incessantemente modificata, disfatta, ricominciata. “Paris san fin” nacque dall’iniziativa dell’amico Tériade, edito-re. Giacometti, inizialmente entusiasta all’idea di questa sorta di reportage, incontrò molte difficoltà nella sua realizzazione: la complessità del progetto, la fatica delle uscite per disegnare dal vero e la salute malferma lo portarono a lunghe interruzioni di un lavoro che sarà realizzato tra il 1958 e il 1965. Un testo avrebbe dovuto accompagnare le immagini, ma Giacometti non riuscì a portarlo a termine ed è infatti stato incluso incompiuto. L’opera fu pubblicata postuma, nel 1969, in soli 250 esemplari.

PARIS SANS FIN. LITOGRAFIE ORIGINALI DI ALBERTO GIACOMETTIDecember 1st 2018 - February 24th 2019 Free entry / 1° dicembre 2018 - 24 febbraio 2019 Ingresso liberoFondazione Culturale Hermann Geiger - Piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI) - www.fondazionegeiger.org

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TUSCAN PEOPLE I Roberto Quagli by Fabrizio de’ Marinis, ph. Roberto Quagli

INTROSPECTION WITH A CLICKQUANDO UN CLICK DIVENTA INTROSPEZIONE ROBERTO QUAGLI’S VERSATILE ART / LA POLIEDRICA ARTE DI ROBERTO QUAGLI

Renaissance portraits in a room. Sculpt light with chiaroscuro contrasts, with depth and evanescen-ce. Create an artistic picture where luminosity

and shadows blend becoming emotions. Precisely an al-chemy of balances and shades which work deeply, take life and transmit the essence of things with unique and intense images.Research used as a tool for investigation to move forward is for Roberto Quagli, a Florentine photographer, eclec-tic and versatile artist of light, a bridge towards imagi-native and emotional places gaining inspiration from the universality of the infinitive and specifics. He must feel, transpose, listen, come into syntony with the matter and, like a reborn Renaissance person who applies the Leonardesque thought of the projective mind, shape his portraits with light, be they people or things.Contemporary interpretations, with an ancient and fu-ture awareness and which describe the century-old and

Ritratti rinascimentali in un interno. Scolpire la luce di chiari e di scuri, di profondità ed evane-scenze. Realizzare un quadro d’autore, dove lumi-

nosità ed ombre si fondono trasformandosi in emozioni. Un’alchimia di equilibri e chiaroscuri, appunto, che lavo-rano in profondità, prendono vita e trasmettono l’essen-za delle cose con immagini uniche e intense. La ricerca come strumento d’indagine per andare oltre è per Roberto Quagli, fotografo fiorentino, eclettico e poliedrico artista della luce, un ponte verso luoghi im-maginifici ed emozionali che si ispirano all’universalità dell’infinito e del particolare. Egli deve sentire, recepire, ascoltare, entrare in sintonia con la materia e, come un novello rinascimentale che applichi il pensiero leonarde-sco dalla mente proiettiva, plasmare con la luce i suoi ritratti d’autore, siano essi di persone o di cose.Interpretazioni contemporanee, che sanno d’antico e di futuro e che descrivono l’operosità secolare e concreta

Salvatore Ferragamo’s “Tramezza”

La “Tramezza” di Salvatore Ferragamo

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solid industriousness of mankind where matter takes shape becoming a successful product of Italian make. For him, brought up in the high Florentine school of introspection and testimony, of inve-stigation and proactive approach - the Locchi archives, the agency, Leader, the photographer Bruno Novaresi are the anvils of this training - photography is a purpose of balances to be made with various tools, lights, shadows, chromatic harmonies, defined hues and depth of field. The camera’s click is automatic, when everything is done and equilibrium reached like in a Zen ca-thartis.Thus his pictures take life, his portraits, while the products of his clients become protagonists of unique sceneries, lost in time, immortalized in moments almost eternal and universal. Im-portant advertising and communication cam-paigns bearing the names of Ferragamo, Fre-scobaldi with their cellars at Ornellaia, Stefano Ricci, Gucci, Versace, Ungaro, Enoteca Pin-chiorri, Piaggio and Reebok just to mention a few amongst tens of others, all founded on time-

degli uomini, dove la materia prende forma, di-ventando prodotto di successo del fare italiano.Per lui, allevato all’alta scuola fiorentina dell’in-trospezione e della testimonianza, dell’indagine e della propositività - l’archivio Locchi, l’agenzia Leader, il fotografo Bruno Novaresi sono le in-cudini della sua formazione -, la fotografia è un fine di equilibri da realizzare con vari strumen-ti, luci, ombre, armonie cromatiche, sfumature derimenti e profondità di campo. Il click della macchina fotografica viene da sé, quando tutto è compiuto e l’equilibrio raggiunto, come in una catarsi Zen.Ecco allora che prendono vita i suoi quadri d’autore, i suoi ritratti mentre i prodotti dei suoi committenti si trasformano in protagonisti di scenari unici, persi nel tempo, immortalati in momenti quasi eterni e universali. Grandi campagne pubblicitarie e di comunicazione che portano i nomi di Ferragamo, Frescobaldi con le loro cantine dell’Ornellaia, Stefano Ricci, Gucci, Versace, Ungaro, l’Enoteca Pinchiorri, Piaggio e Reebok, per citarne solo alcuni, tra le decine di altri. Tutte, fondate sui valori intramontabili tra

Gruppo Storico ADV Campaign B/W photo, hand-coloured without Photoshop, of the painting

”Il quarto stato” by Pellizza da Volpedo Campagna ADV Gruppo Storico

Interpretazione fotografica in B/N colorata a mano senza Photoshop del dipinto Il Quarto Stato di

Pellizza da Volpedo

Portrait of Brunello CucinelliRitratto di Brunello Cucinelli

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less values between an enlightened client and an author of vast artistic depth, in a dialogue of Renaissan-ce styles.Years of searching for equilibrium, of daring and profound synthesis define Quagli’s photographic art. In his heart is the vast open sea he navigates with his wife Maria Grazia, his sailing boat and the skies he furrows in a hot air ballo-on because nature inspires him. In his “ancient artisan shop”, among his apprentices, he shapes the mo-ment. There, hues, flashes, depths of field, stroboscopic flashes are only multipliers of the ancient wisdom of illusion which becomes emotion, without any more limits, neither of space nor time.

una committenza illuminata e un autore di vasto spessore artistico, in un colloquio dagli stilemi rina-scimentali. Anni di ricerche di equilibri, di sintesi ardite e profondità, defini-scono l’arte fotografica di Quagli. Nel cuore, il vasto mare aperto che naviga con la moglie Maria Grazia, la sua barca a vela e i cieli che sol-ca in mongolfiera, perchè la natura lo ispiri. Nella sua “antica bottega artigiana”, tra si suoi apprendisti, plasma l’istante. Lì, sfumature, flash, profondità di campo, lampi stroboscopici sono solo strumenti moltiplicatori dell’antica sapienza dell’illusione che diventa emozio-ne, senza più limiti né di spazio e né di tempo.

Vintage sailing boat regataRegata con vele d’epoca

Stefano Ricci ADV Campaign set in MateraCampagna ADV Stefano Ricci ambientata a Matera

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TUSCAN PEOPLE I Francesco Pasqualetti by Salvatore La Lota di Blasi

Italian theatres adore him and he is sought after abro-ad! It’s Francesco Pasqualetti, a young orchestra con-ductor from Pisa back from last autumn’s Festival

Verdi at Bussetto and now, in the new year, going towards Lubecca to conduct two concerts: in Georgia for “Simon Boccanegra” and, lastly, in France for “Rigoletto”. A pro-fessional life dedicated to music and travelling. “Ever sin-ce I was a child, I used to sing anything that came within earshot,” the Maestro recounts. “So my parents sent me to study piano. I became the organ player of the parish church and then conductor of the small local choir”. His passion grew so much that at seventeen years and a half he conducted Schubert’s ‘unfinished’ Symphony for the first time. Francesco Pasqualetti became a pianist, com-poser and orchestra conductor graduating from the con-servatories of Florence and Lucca. His meeting with the maestro Gianluigi Gelmetti was important because not only did he specialize with him at the “Accademia Musi-cale Chigiana” but he was also his personal assistant at “Teatro dell’Opera” in Rome. “At that time I was twenty-three,” continues Pasqualetti, “and I was happy to have found my road”. A musical prodigy who graduated cum

I teatri italiani lo adorano e all’estero è ricercatissimo. È Francesco Pasqualetti, giovane direttore d’orche-stra pisano reduce nell’autunno scorso dal Festival

Verdi di Bussetto e ora, nel nuovo anno, proiettato verso Lubecca per dirigere due concerti, in Georgia per il Si-mon Boccanegra e, in ultimo, in Francia per il Rigoletto. Una vita professionale dedicata alla musica e al viaggio. “Cantavo sin da bambino tutto ciò che mi capitava a portata d’orecchio - racconta il Maestro -. I miei genitori mi mandarono quindi a studiare pianoforte. Diventai or-ganista della parrocchia e poi direttore del piccolo coro locale”. La passione gli si era accesa a tal punto che a diciassette anni e mezzo, dirigeva per la prima volta la Sinfonia ‘incompiuta’ di Schubert. Francesco Pasqualetti è diventato pianista, compositore e direttore d’orchestra diplomandosi ai conservatori di Firenze e Lucca. L’in-contro con il maestro Gianluigi Gelmetti è stato impor-tante perché non solo con lui si è perfezionato all’Ac-cademia Musicale Chigiana, ma di lui è stato assistente personale al Teatro dell’Opera a Roma. “In quel periodo avevo ventitré anni - continua Pasqualetti - ed ero felice d’aver trovato la mia strada”. Un prodigio della musica

FRANCESCO PASQUALETTI A LIFE BETWEEN MUSICAL NOTESUNA VITA TRA LE NOTE

Francesco Pasqualettidirecting the orchestra

Francesco Pasqualettimentre dirige l’orchestra

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Francesco Pasqualetti

laude in Philosophy from the University of Pisa he used philosophy to better understand music. Finally, he specialised at the Royal Academy of Music in London guided by the Maestro sir Colin Davis. “It was like something that had to happen”, the conductor adds, “that enabled me to tie together three aspects of my artistic profes-sion: to prepare an opera score I play it on the piano before conducting it and to complete the study, I examine it through the eyes of the com-poser; then I grasp the nuances of the orchestra-tion and harmonic language. At that point, I am ready to conduct it”. The secret of such a suc-cess is revealed when his thoughts go to his dear partner, Sonia a soprano, with whom he shares his life in harmony. Because, it is a fact, where there is a team and harmony, you always win. “When the dates of a concert draw nearer, mine or hers”, concludes the maestro, “it’s necessary to be careful to avoid sparks”. And how can you not let go to feelings if, amongst the notes of every single day a careful observer, who listens to them, turns up? Is it your first passionate cri-tic? I ask the maestro. “No, no, it’s Leone, our two-year-old child, our real boss”.

che si è laureato con lode in Filosofia all’Uni-versità di Pisa e che ha fatto della filosofia uno strumento per capire meglio la musica. Infine, è alla Royal Academy of Music di Londra che si è perfezionato sotto la guida del Maestro sir Colin Davis. “È stato tutto un divenire - aggiunge il direttore - che mi ha portato a legare con un filo unico tre aspetti della mia professione artistica: per preparare una partitura d’opera prima di di-rigerla la suono al pianoforte e per completarne lo studio la analizzo a tavolino con gli occhi del compositore; poi ne colgo le sfumature di or-chestrazione e di linguaggio armonico. A quel punto sono pronto per dirigerla”. Il segreto di tanto successo si svela quando il suo pensiero va alla sua cara compagna Sonia, soprano, con la quale condivide la vita in armonia. Perché si sa, dove c’è squadra e armonia si vince sempre. “Quando si avvicinano i giorni dei concerti, i miei o i suoi - conclude il maestro - è necessario usare cautela per evitare scintille”. E come non ci si può accendere di sentimento, se tra le note di ogni singola giornata sbuca anche un attento osservatore che li ascolta. Sarà un loro primo cri-tico appassionato? - chiedo al maestro - “No no, è Leone, il nostro bimbo di due anni, il nostro vero padrone di casa”.

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by Carolina NatoliTUSCANY & ART I EneganArt

ENEGANRETURNS WITH THE EXHIBIT “IN-DIFFERENZA” TORNA CON LA MOSTRA “IN-DIFFERENZA”FOURTH EDITION OF THE ENEGANART NATIONAL COMPETITION FOR ITALIAN ARTISTSQUARTA EDIZIONE DEL CONCORSO NAZIONALE ENEGANART RIVOLTO AGLI ARTISTI ITALIANI

Un progetto di portata nazionale, giunto alla sua quarta edizione, rivolto a tutti gli artisti e finaliz-zato a promuovere i migliori talenti italiani che ha

destato grande entusiasmo tra i partecipanti. È il Concor-so Nazionale di Arte Attuale EneganArt che quest’anno ha avuto come tema e titolo della mostra “In-differenza”. L’in-differenza è uno stato di completo disinteresse per il destino altrui e per il pianeta che abitiamo, ma Enega-nArt ha voluto stimolare la creatività e la sensibilità dei partecipanti per farli andare oltre l’accezione negativa.

A project on a national scale which has reached its fourth edition directed at all artists and aimed at promoting the best Italian talents which has rou-

sed great enthusiasm amongst the contestants. It’s the EneganArt National Competition of Present-day Art, the theme and title of which this year was “In-differenza”. “In-differenza” (Indifference) is a state of complete di-sinterest in other people’s destinies and for the planet we inhabit but EneganArt wanted to stimulate the conte-stants’ creativity and sensitivity to make them go beyond

Andrea Savazzi’s Armonia antropocentrica, Special Jury Prize

Armonia antropocentrica di Andrea Savazzi, Premio speciale della Giuria

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the negative accepted meaning.The project is promoted and supported by Ene-gan Spa, leading company in the electricity, gas and telecomunications sector. The competition is aimed at all artists, painters, photographers and sculptors - professionals and non - from all parts of the world, adults and residing in Italy. The National Competition of Present-day Art is directed at the promotion of contemporary art and at the enhancement of our artistic heritage. After the numerous participations of the first three editions, a record number of over 1,700 contestants has been reached in 2018 and, from these, only 24 have been exhibited. The 4 win-ners received money prizes for a total of 10,000 euros and the publication in the Art Catalogue. The winning works are now part of the Enega-nArt Collection.

Il progetto è promosso e sostenuto da Enegan Spa, azienda leader nel settore della fornitura di luce, gas e telecomunicazioni. Il Concorso è ri-volto a tutti gli artisti pittori, fotografi e scultori - professionisti e non - provenienti da qualsiasi paese del mondo, maggiorenni e residenti in Italia. Il Concorso Nazionale di Arte Attuale è finalizzato alla promozione dell’arte contempo-ranea e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Dopo i numeri importanti delle prime tre edizioni, per il 2018 si è raggiunta la cifra re-cord di oltre 1.700 iscritti, con altrettante opere presentate e, di queste, solo 24 sono state quelle esposte. I 4 vincitori finali si sono aggiudicati un premio in denaro per un totale di 10.000 euro e la pubblicazione sul Catalogo d’Arte. Le opere vincitrici sono entrate a far parte della Collezio-ne EneganArt.

Francesca Pili with #ABRUXAUS, First Prize EneganArt

Francesca Pili con #ABRUXAUS, Primo Premio EneganArt

Winners of EneganArt 2018I vincitori di EneganArt 2018

The exhibit in Fortezza da Basso with visitorsLa mostra alla Fortezza da Basso con alcuni visitatori

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MADE IN TUSCANY I El.En. by Giuliana Cantini

Un’eccellenza a livello globale nel cuore della Toscana. El.En., con la sua sede a Calenzano (Firenze), esporta laser in tutto il mondo e lo fa mettendo in campo de-

dizione, professionalità e competenza che la rendono leader a livello mondiale. Uno degli artefici di questa crescita è Paolo Salvadeo, Direttore Generale di El.En., che sta sviluppando la crescita del Gruppo grazie anche ad intuizioni come Re-naissance, un progetto nato dall’unione delle due realtà del Gruppo El.En., Deka e Quanta System, che produce laser da utilizzare in campo medicale, estetico e nel recupero di beni artistici. Con lui parliamo della visione dell’azienda.Ing. Salvadeo come nasce e si integra la realtà del gruppo El.En. nel territorio toscano? Avete mai pensato a trasfe-rire la sede?El.En. (Electronic Engineering) nasce dall’intuizione di un professore ordinario di Ingegneria Elettronica all’Università di Firenze, ben 36 anni fa. Il Professor Leonardo Masotti, una delle menti più brillanti del nostro paese, scelse il suo migliore studente, l’Ing. Gabriele Clementi, oggi Cavaliere del Lavoro e presidente di El.En., per costituire la società. La sede iniziale era la classica cantina di uno spin off universi-tario. Questa cantina però crebbe presto e diventò un doppio garage, con la claire che veniva sollevata ogni mattina. Sino ai giorni nostri, dove il Gruppo El.En., con crescita per linee in-

Global excellence in the heart of Tuscany. El.En., with headquarters in Calenzano (Florence), exports lasers all over the world and this is done with great dedica-

tion, professionalism and competence rendering it world lea-der. One of the creators of this growth is Paolo Salvadeo, ge-neral manager of El.En. who is developing the growth of the Group also thanks to intuitions such as Renaissance, a project born from the merger of two realities of the El.En Group, Deka and Quanta System who produce lasers for use in the medical and aesthetical field and for the restoration of artistic heritage. We talked to him about the company’s vision.Mr. Salvadeo, how was El.En. founded and integrated in Tuscany? Have you ever thought of moving the headquar-ters?El.En. (Electronic Engineering) was born from the intuition of an ordinary professor of Electronic Engineering at the Uni-versity of Florence, 36 years ago. Professor Leonardo Masotti, one of the most brilliant minds of our country, chose his best student, the engineer Gabriele Clementi, now knighted for his services to labour and president of El.En., to set up the company. The early headquarters was the classic basement of a university spin off. This basement soon started growing and became a double garage raising the roller shutter every morning and it has reached our day, where the El.En. Group,

EL.EN.’S LASERSFROM TUSCANY TO THE REST OF THE WORLDDALLA TOSCANA AL RESTO DEL MONDOA GLOBAL REALITY / UNA REALTA’ GLOBALE

CS vascular lesions

CS lesioni vascolari

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An El.En.’s lasers working on a restorationUn laser di El.En. utilizzato per un restauro

Thunder MT treatment Trattamento con Thunder MT

Fiona May next to MotusAY Fiona May di fianco al MotusAY

having grown internally and through subsequent acquisitions, is amongst the first 10 groups in the world in the laser sector (industrial, medical and scientific) and amongst the first 5 in the medical la-ser sector. In the area of Calenzano there are 7 com-panies. With El.En. (the parent company) there are: Deka, Esthelogue, Actis, ElEsta, CutLite Penta and Otlas, even if the group boasts 28 companies spread all over the globe, from the Americas to Japan. In spite of now being an international group, the en-trepreneurial culture has remained Italian, with a touch of Tuscany giving a certain colour and flair to things. The company has been on the stock market (Star-Mid Cap sector of the Italian stock exchange) since 2000. We have never thought of moving the headquarters of our parent company elsewhere be-cause the Florentine scientific district is rife with talents churned out from the universities and that is where we go to to get our best employees.Can we compare the intuition which has per-mitted the construction of your first laser to the inspiration and creativity of the masters of the Renaisssance?In a certain sense, we can. Even they were pioneers and have left an indelible sign in the history of man. Something we believe to have done, with our mis-sion to continue doing so, in the history of medici-

terne e attraverso acquisizioni successive, si posizio-na tra i primi 10 gruppi al mondo nel segmento dei laser (industriali, medicali e scientifici), e tra i primi 5 nel settore dei laser medicali. Nel comprensorio di Calenzano ci sono ben 7 aziende. Con El.En. (la capogruppo), si annoverano: Deka, Esthelogue, Ac-tis, ElEsta, CutLite Penta e Otlas, anche se il gruppo vanta in tutto 28 aziende sparse in tutto il globo, dalle Americhe al Giappone. Nonostante sia ormai un gruppo internazionale, la cultura imprenditoria-le è rimasta italiana, con una punta di toscanità, che dà un colore ed un sapore particolare alle cose. La società è quotata in borsa (segmento Star-Mid Cap di Borsa Italiana) dall’anno 2000. Non abbiamo mai pensato di trasferire la sede della capogruppo altrove, in quanto il distretto scientifico fiorentino è florido di talenti che vengono sfornati dalle univer-sità, e da lì abbiamo sempre attinto i nostri migliori dipendenti.Possiamo paragonare l’intuizione che ha per-messo di costruire il vostro primo laser, all’estro e alla creatività dei maestri del Rinascimento?In un certo senso sì. Anche loro sono stati dei pio-nieri, e hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità. Cosa che noi pensiamo di aver fatto, con la missione di continuare a farlo, nella storia della medicina. Estro e creatività non manca-

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ne. Inspiration and creativity are not lacking in our people and especially in our group. And we are envied the world over precisely for this.The El.En. Group exports its own lasers all over the world. Does your base in Tuscany (heart of the artistic heritage) particularly influence your foreign customers?Yes, that’s right: we export our Made in Italy in over 100 countries in the world. Sometimes, we also use our Made in Tuscany because this is evocative of quality products of an Italian region that is well-known inter-nationally. We are rather proud of it. Florence, then, is the cradle of the Renaissance, and in a certain sense, we feel flattered at the thought of “cradling” Florence with our lasers which are also used for the cleaning and restoring of works of art. Being able to use our lasers on a Miche-langelo, a Donatello, a Giotto, a Cimabue, a Vasari or other masterpieces gives us great credibility even in the medical sector. The same care we put on a work of art is the same we put on skin in dermatology and tissues in surgery with the light of our machines.El.En. also works in the sector of the conservation of artistic heri-tage: what restoration projects have been made for works of art in Tuscany?What if I said: St. John’s Baptistry in Florence, with the Porta del Para-diso by Ghiberti and that of Andrea Pisano, the Porta della Mandorla of the Duomo, the bell tower by Giotto, Basilica di Santa Croce, Abacuc by Donatello, David by Verrocchio, David by Donatello, Ratto delle Sabine by Giambologna, the Ciborium of the Basilica di San Miniato, the Tower of Pisa, Fonte Gaia in Piazza del Campo in Siena (just to mention a few), would you believe me? It’s all true! With our lasers we bring masterpieces back to their original splendor which would have otherwise gone irre-mediably lost, respecting, in a selective way, their valuable patinas and original surfaces.How important are people and the passion put at the base of every project, development and production of your products?Passion, work, difficulties and sacrifice are all great values we apply in

no di certo al nostro popolo ed in particolare al nostro gruppo. E siamo invidiati nel mondo proprio per questo.Il Gruppo El.En. esporta i propri laser in tutto il mondo. Verso i clien-ti esteri, la vostra base in Toscana (cuore del patrimonio artistico) ha un significato particolare?Sì, è corretto: esportiamo in più di 100 paesi del mondo il nostro Made in Italy. A volte usiamo anche il Made in Tuscany, perché ciò è evocativo di prodotti di qualità di una regione italiana molto conosciuta a livello inter-nazionale. Un po’ ce ne vantiamo. Firenze è poi la culla del Rinascimento, e in un certo senso noi ci pregiamo di “cullare” Firenze con i nostri laser, che sono anche impiegati per la pulitura ed il restauro conservativo delle opera d’arte. Il fatto di poter usare i nostri laser su un Michelangelo, un Donatello, un Giotto, un Cimabue, un Vasari o su altri capolavori, ci dà grande credibilità anche nel settore della medicina. La stessa cura che ab-biamo di un’opera d’arte è quella che portiamo sulla pelle in dermatologia e sui tessuti in chirurgia, con la luce delle nostre macchine.El.En. opera anche nel settore della conservazione dei beni artistici: quali sono gli interventi realizzati per il recupero delle opere in To-scana?Se dicessi: il Battistero di San Giovanni a Firenze, con la Porta del Para-diso del Ghiberti e quella di Andrea Pisano, la Porta della Mandorla del Duomo, il campanile di Giotto, la Basilica di Santa Croce, l’Abacuc di Donatello, il David del Verrocchio, il David di Donatello, il Ratto delle Sa-bine del Giambologna, il Ciborio della Basilica di San Miniato, la Torre di Pisa, la Fonte Gaia in Piazza del Campo a Siena (solo per citarne alcuni), mi credereste? E’ tutto vero! Con i nostri laser riportiamo al loro splen-dore originario capolavori che andrebbero altrimenti irrimediabilmente perduti, rispettandone in modo selettivo le patine di valore e le superfici originarie.Quanto sono importanti le persone e la passione che è alla base della progettazione, lo sviluppo e la produzione dei vostri prodotti?La passione, il lavoro, la fatica ed il sacrificio sono tutti grandi valori che

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EL.EN.via Baldanzese, 17 - Calenzano (FI) - Tel. +39 055 8826807

the company and on the field. But also keeping a watchful eye on human resources with our project El.En. People is fundamental. Having motivated people in a healthy and sti-mulating work place also helps creativity and productivity. In december 2018 we will finally open a corporate gym even here in Calenzano which will create more integration and motivation amongst our personnel. There will be important sportspeople at the opening. Generally, we are proud to be Italian and of our Italian identity. It’s time to stop feeling sorry for ourselves. We are a great people who can still do and give a lot to the world. We want to be an example in our own small way.As a Lombard and “adopted” Tuscan, what do you appre-ciate of this region?I’m originally from Vigevano. Leonardo da Vinci also worked in my city with his projects of the Castle’s stables and the hydraulic ones to bring water, uphill, towards Milan with a system of sluice gates and controlled closures. But Tuscany, and especially Florence, are another thing. The air one bre-athes has no price. There is a surprise wherever you turn. I’m also lucky to live between the city centre and the border of Chianti. In a few minutes I can find myself and my family deep into fairytale ambiences and landscapes. I appreciate a bit of everything of Tuscany. From food, to wine, to works of art. I’m even beginning to like the accent of the true Tuscans and after about two years I’ve learnt several local expressions. For example, this Sunday I’ll wear “il toni” and I’ll go for a run in the countryside.

dispieghiamo in azienda e sul campo. Ma anche l’attenzione alle risorse umane, con il nostro progetto El.En. People, è fondamentale. Avere persone motivate, in un ambiente di lavoro sano e stimolante, aiuta anche la creatività e la produt-tività. A dicembre del 2018 apriremo finalmente una palestra aziendale anche qui a Calenzano, che contribuirà a creare ancora più integrazione e motivazione al nostro personale. Saranno presenti importanti personaggi dello sport, all’inau-gurazione. Siamo in generale orgogliosi di essere italiani e della nostra italianità. È ora di smetterla di piangersi addos-so. Siamo un grande popolo che può fare e dare ancora tanto al mondo. Nel nostro piccolo vogliamo essere di esempio.Da lombardo, ‘adottato’ toscano, cosa apprezza di questa regione?Io sono vigevanese di origine. Anche nella mia città ha ope-rato Leonardo da Vinci, con i suoi studi delle scuderie del Castello, e quelli idraulici per portare l’acqua, in salita, verso Milano, con sistemi di chiuse ad apertura e chiusura control-lata. Ma la Toscana, ed in particolare Firenze, sono un’altra cosa. L’atmosfera che si respira è impagabile. Ovunque ti giri trovi una meraviglia. Ho anche la fortuna di abitare in una zona che si trova tra il centro della città e l’inizio del Chianti. In pochi minuti posso così immergermi con la famiglia in atmosfere e paesaggi da favola. Della Toscana apprezzo un po’ tutto. Dal cibo, al vino, alle opera d’arte. Inizia anche a piacermi l’accento dei toscani doc, e dopo circa due anni ho imparato varie espressioni locali. Ad esempio, questa dome-nica indosserò “il toni” e mi farò una corsetta nel verde.

Paolo SalvadeoDG Gruppo El.En.Paolo SalvadeoCEO Gruppo El.En.

Motus AY blackDekS-751Paolo Motus AY nero

DekS-751

Thunder MTThunder MT

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TUSCAN PEOPLE I Witapp by Alessandro Barbati

WITAPP AN AVANT-GARDE START UP IN FLORENCEA FIRENZE UNA START UP ALL’AVANGUARDIA

A start up based on innovation, technology and avant-garde ideas. This is Witapp’s project, a Florentine, information technology en-gineering company committed to the realization and implemen-

tation of Web Platforms and Mobile Applications, which for over more than two years has been developing applications also in the futuristic sector of Mixed & Augmented reality.As the President Luigi Fici and the managing director Giovanni Pugliese explain, the company is developing products which make it possible to add and to visualize “virtual” objects and information as though they were physically present in reality.Among the most important projects Witapp is developing, there are plat-forms for the Misericordie of Italy and for the SDA Bocconi in Milan. For the Misericordie, Witapp is developing a platform and a Mobile Ap-plication which will enable all the Italian facilities and all the voluntary workers and/or simple users of the services to dialogue and share infor-mation and contents on a national base, rendering the various processes much more simple and immediate. The other application, a flagship of the start-up, is that of the SDA Bocconi which has been included in the list of best Apps for 2017 by Corriere della Sera. The platform is locali-zed in 2 languages (Italian and English) and its main function is that to aggregate contents present on various information sources and integrate services to facilitate access to schools and the students’ lives.(In the picture Giovanni Pugliese, CEO Witapp).

Una start up basata su innovazione, tecnologia e idee all’avan-guardia. È questo il progetto di Witapp, azienda fiorentina di ingegneria informatica impegnata nella realizzazione ed imple-

mentazione di Piattaforme Web e Applicazioni Mobile, che da oltre due anni sta sviluppando applicativi anche nell’avveniristico settore della Mixed e Augmented reality.In questo ambito la società, come spiegano il Presidente Luigi Fici e l’AD Giovanni Pugliese, sta sviluppando prodotti che consentono di ag-giungere e visualizzare oggetti e informazioni ‘virtuali’ come se fossero presenti nella realtà fisica in cui siamo immersi.Tra i progetti più importanti che Witapp sta sviluppando, ci sono le piattaforme per le Misericordie d’Italia e per la SDA Bocconi di Mi-lano. Per le Misericordie, Witapp sta sviluppando una Piattaforma ed una Applicazione Mobile che consentirà, a tutte le strutture italiane e a tutti i volontari e/o semplici fruitori di servizi, di poter dialogare e con-dividere informazioni e contenuti su base nazionale, rendendo i vari processi molto più snelli e immediati. L’altra applicazione, fiore all’oc-chiello della start up, è quella della SDA Bocconi, che è stata inserita tra le migliori App del 2017 dal Corriere della Sera. La piattaforma è localizzata in 2 lingue (italiano e inglese) e la sua funzione principale è quella di aggregare contenuti presenti su più fonti di informazione e in-tegrare servizi per facilitare l’accesso alla scuola e la vita degli studenti.(Nella foto Giovanni Pugliese, Amministratore Delegato di Witapp).

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a cura della redazione, ph. Maurizio CristofaniLife Style

IL NUOVO RINASCIMENTO ITALIANO È PARTITO DA FIRENZEAll’evento ForbesLive, al Four Seasons del capoluogo toscano, sono intervenuti sull’argomento, davanti a una platea d’eccezione di oltre 200 persone, alcuni nomi di spicco del mondo imprenditoriale. A condurre l’incontro il direttore di Forbes Italia Alessandro Rossi con una introdu-zione dell’editore di Blue Financial Communication Denis Masetti e del presidente di Kon, società di advisory finan-ziario, Francesco Ferragina. Fra gli sponsor Auto In Group per Porsche, Credit Suisse Italia, Champagne Pommery, Famiglia Cecchi.

THE NEW ITALIAN RENAISSANCE HAS KICKED OFF FROM FLORENCEAt the ForbesLive event, at the Four Seasons of the Tuscan regional capital, some of the most distinctive names in the entrepreneurial world had their say upon the topic in front of an audience of over 200 people. Presenting the meeting was the director of Forbes Ita-lia, Alessandro Ross with a presentation by the editor of Blue Financial Communication Denis Masetti and the president of Kon, a financial advisory company, Francesco Fer-ragina. Auto in Group for Porsche, Credit Suisse Italia, Champagne Pommery, Cecchi family were some of the sponsors.

Norbert Niederkofler

Alessandro Rossi, Francesco Ferragina, Denis Masetti

Auto In Group presenta Porsche Panamera

Gianluca Tenti, Alessandro Rossi, Marco Squillantini

Paolo Fantacci

Patrizia Samorì, Claudio Tronci

Mimma Posca, Alessandro RossiDue hostess Auto In Group

Stefania Rossi

Alessandro Giusti, Elisabetta Fabri Niccolò Ricci e Andrea Cecchi

Anna Lebole Cammi con la figlia Alberica

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RECOMMENDED READING a cura della redazione

TOTÒ METÀ - FISICOTOTÒ METÀ - FISICO

This book, created as a photo feature, is a journey along the Peninsula in search of traces which still reveal the strength of the message of Totò. Murals, dedi-cated locations, thoughts by VIPs and common people. A selection of thirty

exclusive shoots reminding us of the uniqueness of Antonio de Curtis’s message. In support of the venture, the company Once – Extraordinary Events, who follows the launching of the volume, has developed the competition “Totò Locator” inviting all lovers of Totò to point out places where the memory of the Prince is strongest (www.totoprincipe.com). A 96-page book, printed on refined uncoated paper, it also includes a preview of the next editorial project “I tre nonni” (The three granddads) in which Antonello Buffardi de Curtis, Totò’s grandson, reveals the family secrets.

Il libro, pensato come fotoreportage, è un viaggio lungo la Penisola alla ricerca delle tracce che ancora oggi testimoniano la forza del messaggio di Totò. Murales, luoghi dedicati, pensieri di vip e gente comune. Una selezione di trenta scatti

d’autore che ci ricordano l’unicità del messaggio di Antonio de Curtis. A sostegno dell’iniziativa la società Once - Extraordinary Events, che cura il lancio del volume, ha sviluppato il contest “Totò Locator” invitando tutti gli amanti di Totò a segnalare i luoghi dove più forte è il ricordo del Principe (www.totoprincipe.com). Volume di 96 pagine, stampato su raffinata carta uso mano, include anche un’anticipazione sul prossimo progetto editoriale “I tre nonni”, nel quale Antonello Buffardi de Curtis, nipote di Totò, svela i segreti di casa.

Antonello Buffardi de Curtis, Gianluca Tenti Photography by Massimo SestiniTOTÒ METÀ - FISICOGruppo Editoriale - Euro 9,50Realised with the support of: Poste Italiane e Isaia NapoliDistributed by Mondadori

Antonello Buffardi de Curtis, Gianluca TentiFoto di Massimo SestiniTOTÒ METÀ - FISICO Gruppo Editoriale - Euro 9,50Realizzato grazie al sostegno di: Poste Italiane e Isaia NapoliDistribuito da Mondadori

TUSCANY IS THE FIRST REGION OF “XXI. GUIDE D’ARTISTA”LA TOSCANA È LA PRIMA REGIONE DI “XXI. GUIDE D’ARTISTA”

Twenty-one artist books make up the new book series on Italy which the Centro Di, together with the artist Giacomo Zaganelli, have come up with to create exploration and alternative knowledge itineraries different from the most conventional ones. An artist, a region. Each

artist will be given a region where to focus their work, revealing unknown or forgotten natural features. Projects which will be proposed by the artists little by little and transformed into books together with the curators and the editor. The first volume of “XXI. Guide d’Artista” (XXI. Artist Guides) is dedicated to Tuscany and gets its lead from the project La Mappa dell’Abbandono”(Map of Dereliction) by Zaganelli (www.giacomozaganelli.com/projects/la-mappa-dell-abbandono), who carried out a vast digital mapping (on Google Maps) of places in Tuscany that have been ‘forgotten’, are in disuse, are now industrial archeology or just old.

Ventuno libri d’artista comporranno la nuova collana sull’Italia, che il Centro Di, insieme all’artista Giacomo Zaganelli, ha ideato per costruire un percorso di esplorazione e co-noscenza alternativo agli itinerari turistici più ortodossi. Un artista, una regione. A ogni

artista sarà affidata la regione nella quale si concentra il suo lavoro, per rivelarne una geografia sconosciuta o dimenticata. Progetti che saranno via via proposti dagli artisti e trasformati in libri insieme ai curatori e all’editore. Il primo volume di “XXI. Guide d’artista” è dedicato alla Toscana e prende le mosse dal progetto La Mappa dell’Abbandono di Zaganelli (www.giacomozaganelli.com/projects/la-mappa-dell-abbandono), che ha compiuto una vasta mappatura digitale (su Google Maps) dei luoghi della Toscana ‘dimenticati’, in disuso, di archeologia industriale oppure antichi.

Collana XXI. GUIDE D’ARTISTA1. TOSCANA. LA MAPPA DELL’ABBANDONO

Editore Centro Di - Euro 30,00Collana XXI. GUIDE D’ARTISTA

1.TOSCANA. LA MAPPA DELL’ABBANDONOEditore Centro Di - Euro 30,00

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a cura della redazione, ph. Maurizio Ciampolini Life Style

Marco De Benedetti e Dario Nardella

Food & beverage a teatroTanti chef e produttori di vino per raccontare il meglio del “ristoran-te e vigneto d’Italia” nell’edizione 2019 de Le Guide de L’Espresso pre-sentata a Firenze lo scorso mese di ottobre al nuovo Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Food & beverage at theaterMany chefs and wine producers tell the best of “restaurant and vineyard of Italy” in the 2019 edi-tion of “Le Guide de L’Espresso” presented in Florence last October at the new Teatro del Maggio Mu-sicale Fiorentino.

Romano e Roberto FranceschiniGioacchino Pontrelli e Andrea Mattei

TOTÒ METÀ - FISICOTOTÒ METÀ - FISICO

Gabriele Fedeli, food and beverage manager del Palagio con due suoi collaboratori riceve il premio Famiglia Cecchi come servizio di sala dell’anno da Andrea Cecchi ed Enzo Vizzari

Norbert Niederkofler Fiammetta Fadda Andrea Cecchi Marcello Lunelli

Moreno Cedroni

Massimo Bottura Aldo Fiordelli Alessandro Regoli Valentino Cassanelli

Cristoforo Trapani Davide Oldani e Pino Cuttaia

Albiera Antinori

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TUSCANY & TECHNOLOGY I Vita social by Giovanni Cianferoni

THE (NEGATIVE) POWER OF SOCIAL MEDIALA POTENZA (NEGATIVA) DEI SOCIAL

In this winter issue of Toscana&Chianti I want to tell you of the Cambridge Analytica scandal which filled newspaper pages in 2018. The affair was not fully grasped by the public opinion and

this is why I would like to better explain what happened. Through a game, a kind of short questionnaire to download from Facebook, this company managed to come into possession of about 75 million user profiles complete with everything: posts, pictures, ecc. They were inserted in a mega computer for the elaboration of “Big Data” and then on the occasion of elections (everything seems to have started with Brexit) they started to send personal notifications to each of these 75 million users with the wording studied according to each user’s preferences. To better explain: to convince voters to vote for Trump, (another case which has to do with the scandal) if users had made a research or a comment about a red cabriolet car the system would send them this message: “Hi Gianni! Did you know Trump loves red sports cars?”. This way the potential voter would empathise with the candidate, finding things in common. This had an explosive effect on the ballot boxes on a subliminal level, making Brexit in England and Trump in the States win against all odds. My explanation was very simplified in that the techniques used have been greatly sophisticated like the earnings Cambridge Analytica pocketed.

In questo numero invernale di Toscana&Chianti vi voglio parlare dello scandalo Cambridge Analytica che nel corso del 2018 ha riempito le pagine dei giornali. La vicenda non è stata del tutto percepita dalla

pubblica opinione per questo vorrei spiegarvi meglio quello che è succes-so. Tramite un gioco, poco più di un piccolo questionario da scaricare su Facebook, questa società è riuscita ad impossessarsi di circa 75 milioni di profili utenti completi di tutto: post, immagini, etc. Li ha inseriti in un mega computer per l’elaborazione dei “Big Data” e poi in occasione di appuntamenti elettorali (sembra che tutto sia iniziato con la Brexit) hanno iniziato a mandare comunicazioni personali a ciascuno di questi 75 milioni di utenti il cui testo veniva studiato sulla base delle preferenze di ciascun individuo. Per spiegare meglio: per convincere a votare Trump (altro caso inerente allo scandalo) se un utente aveva fatto una ricerca o un commento su un’auto rossa cabriolet il sistema gli mandava questo messaggio: “Ciao Gianni! Lo sai che Trump adora le auto sportive rosse?”. In questo modo il potenziale elettore entrava in empatia con il candidato trovando con lui punti in comune. A livello subliminale questo ha avuto un effetto esplosivo nelle urne facendo vincere contro ogni pronostico la Brexit in Inghilterra e Trump negli Stati Uniti. La mia spiegazione è stata molto semplificata poichè le tecniche utilizzate sono state di grande sofisticazione come i guadagni che si è incassata Cambridge Analytica.

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GIULIANO MAZZUOLI www.mazzuoli.it

LORENZO VILLORESI www.lorenzovilloresi.it

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FRANCHI SALUMI www.salumeriafranchi.com

IL CANTUCCIO DI SAN LORENZO

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BIOFFICINA TOSCANA www.biofficinatoscana.com

TEATRO FRAGRANZE UNICHEwww.taetrofragranzeuniche.it

CASA CECCATELLIwww.casaceccatelli.com

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Events a cura della redazione

Mercoledì 20 MARZO

00DAY

CITYVENUEMONTH - YEAR

INFO: 02.36751937 www.barleyarts.com BarleyArts BarleyOfficial BarleyArtsReal

johnmayall.com

85th Anniversary tourJOHN MAYALL

Merc 27 MARZO

POLITEAMA GENOVESE

Lun 25 MARZO

Sabato 2 FEBBRAIO

info 055 21 23 20

www.wwry-themusical.it WeWillRockYouItalia WeWillRockYou_Italia

WE WILL ROCK YOU is presented through special arrangement with Theatrical Rights Worldwide.

Regia di TIM LUSCOMBE

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SUONATE DALVIVO!

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22 23 24 Marzo 28 29 30 31 Marzo

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055/66 75 66www.bitconcerti.it

Segui

Sostenitori della rassegna “Grandi Eventi 2019”

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GRANDI EVENTI 2019con il Patrocinio del Comune di Firenze

PREVENDITE: INFO:055/667566-WWW.BITCONCERTI . IT

GEALive PRESENTS

THE PIONEER OF DANCE MUSIC ON HIS FIRST EVER LIVE TOURINCLUDING HIS HITS WITH DONNA SUMMER, DAVID BOWIE, AND DAFT PUNK

SABATO 18 MAGGIO 2019FIRENZE

Teatro della PergolaVia della Pergola, 12/32 - Firenzewww.teatrodellapergola.com

27 Dicembre - 2 Gennaio: A testa in giù

Gioele Dix dirige Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni in A testa in giù di Florian Zeller.L’interesse è meno su ciò che viene detto che su ciò che non lo è. Perché qui non esistono più le apparenze, le maschere cadono, l’individuo si trova faccia a faccia con la complessità del suo essere.Il testo è stato portato in scena, nel gennaio 2016, al Théâtre De Paris, con Daniel Auteil nel ruolo di protagonista e regista.

8 - 13 Gennaio: Copenaghen

Torna in scena l’evento Copenaghen di Michael Frayn con Umberto Or-sini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice, nella storica regia di Mauro Avogadro. Un “processo privato” a porte chiuse, che di continuo si aprono proiettando i personaggi verso azioni e luoghi mentali, forse, ma per noi tutti reali: la bomba atomica, il genocidio, la funzione positiva, e al tempo stesso pericolosa, della scienza.

15 - 20 Gennaio: Miss Marple, Giochi di prestigio

Siamo alla fine degli anni ’40. Miss Marple è andata a trovare la sua vecchia amica Caroline, una filantropa che vive lì col terzo marito, Lewis, e vari figli e figliastri dei matrimoni precedenti. Di questa famiglia allargata, fa parte anche uno strano giovane, Edgard. Durante un tranquillo dopocena, improvvisamente Edgard perde i nervi: pistola in pugno minaccia Lewis e lo costringe a entrare nel suo studio. Il delitto avviene sotto gli occhi terrorizzati di tutti. Ma le cose non sono come sembrano. Toccherà a Miss Marple, in attesa dell’arrivo della polizia, capire che ciò che è successo non è quello che tutti credono di aver visto. Pierpaolo Sepe dirige Maria Amelia Monti in Miss Marple, la più famosa detective di Agatha Christie, per la prima volta su un palcoscenico in Italia.

22 - 27 Gennaio: Il penitente

Uno psichiatra affronta una crisi professionale e morale quando rifiuta di testimoniare in tribunale a favore di un paziente accusato di avere com-piuto una strage. Luca Barbareschi dirige e interpreta Il penitente David Mamet con Lunetta Savino, Massimo Reale e con Duccio Camerini. Una tragedia moderna, un dilemma morale. Un uomo buono, la gogna mediati-ca e giudiziaria. Otto scene, otto atti di confronto tra marito e moglie, con la pubblica accusa e con il proprio avvocato. Fino al colpo di scena finale.

29 Gennaio - 3 Febbraio: I fratelli Karamazov

Matteo Tarasco dirige Glauco Mauri Roberto Sturno ne I fratelli Kara-mazov, ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. Un inferno dantesco, una “comédie humaine” alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove il denaro, il fango e il sangue scorrono insieme. Un ca-polavoro che ci restituisce il coraggio di essere nuovamente eloquenti e profondamente umani.

5 - 10 Febbraio: Il padre

Piero Maccarinelli dirige Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere ne Il Padre di Florian Zeller. La forza di questa pièce consiste nel saper rac-contare con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo affetto da Alzheimer, la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tem-pi, luoghi e persone.

12 - 17 Febbraio: La notte poco prima delle foreste

Essere stranieri. Abbordare un nuovo e giovane amico sotto la pioggia. Avere in cuore una ragazza notturna, un ectoplasma da lungofiume. Odia-re gli specchi. Amare le puttane matte. Distinguere il ‘nervosismo’ dei macrò usciti dritti dritti dalle gonne di mamma. Farsi un’idea di qualcuno solo se te lo scopi. E però poi filarsela, senza discorsi. Denunciare la divi-sione in zone di lavoro settimanale, in zone per le moto, o per rimorchiare, o per le donne, o per gli uomini, o per i froci, e avvilirsi per zone della tristezza, della chiacchiera, dei venerdì sera. Lorenzo Gioielli dirige Pierfrancesco Favino ne La notte poco prima delle foreste di Bernard-Marie Koltes. I temi assoluti di questo autore prematuramente scomparso a quarant’anni affiorano in un poema per voce sola che sconta i problemi dell’identità, della moralità, dell’isolamento, dell’amore non facile. Poco prima del pun-to di non ritorno della nostra umanità.

19 - 24 Febbraio: Io e Pirandello

Io e Pirandello è un recital interpretato e voluto fortemente da Sebastiano Lo Monaco. La vita dell’attore siciliano e quella dello scrittore Luigi Piran-dello si incontrano, si contaminano, si intrecciano. Spiritualmente insieme sul palcoscenico per raccontarci di un teatro vissuto visceralmente. Seba-stiano Lo Monaco ci trasporta in una Sicilia lontana, ma non dimenticata, per farci riassaporare i sapori e gli odori della sua infanzia e della sua ado-lescenza: gli aneddoti della sua storia personale sono il filo conduttore per raccontarci l’incontro con il teatro attraverso la tragedia greca (numerose le citazioni e le interpretazioni di autori come Sofocle ed Euripide), che lo porteranno poi, in età matura, all’incontro spirituale con Luigi Pirandello.

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