Wine Pass Piemonte 02

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www.winepassitaly.it TURISMO, OSPITALITÀ & EVENTI NEL PIEMONTE DEL VINO IL PRIMO MAGAZINE REGIONALE DEL TURISMO ENOLOGICO NO.02 MARZO 2013 Wine & Design Quando il vino incontra l’arte e l’architettura Il lato “dolce” del Piemonte Moscato d’Asti e Asti: due facce della stessa medaglia, d’oro Guida al Piemonte del Vino Mappe tematiche, itinerari e curiosità per chi vuole saperne di più

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Turismo, Ospitalità & Eventi nel Piemonte del Vino.

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due facce della stessa medaglia, d’oro

guida al piemonte del vinoMappe tematiche, itinerari e curiosità

per chi vuole saperne di più

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L’intervistaDal vino al territorio,la chiave è nella qualità

Il vino in vetrinaIl lato “dolce” del Piemonte

Turismo & CulturaUna selezione di Wine Pass

Andar per cantine Una selezione di Wine Pass

Wine & DesignVino tra arte e architettura

LangheCantine, itinerari, focus

BaroloCantine, itinerari, focus

BarbarescoCantine, itinerari, focus

RoeroCantine, itinerari, focus Acquese e OvadeseCantine, itinerari, focus

Gavi e Tortonese Cantine, itinerari, focus

Asti e MoscatoCantine, itinerari, focus MonferratoCantine, itinerari, focus TorineseCantine, itinerari, focus

Alto PiemonteCantine, itinerari, focus

Venti EventiCalendario 03.2013/10.2013

L’OpinioneAlessandro Masnaghetti

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EditorialeIl viaggio di Wine Pass prosegue con questo secondo numero che state per sfogliare. Intanto ringraziamo per l’accoglienza ricevuta: dal mondo dei pro-duttori di vino agli operatori turistici, dalle istituzioni al pubblico, possiamo dire di aver colto nel segno, offrendo una nuova e “ghiotta” opportunità a chiunque abbia l’intenzione di scegliere il Piemonte del vino come meta di un viaggio per vigneti e cantine, senza dimenticare gli aspetti collegati: eventi e manifestazioni, ma anche hotel, ristoranti, cose buone e belle da comprare o da vedere (esposizioni, musei, sentieri, panorami, monumenti, castelli).

Senza dubbio l’obiettivo di essere una testata che fa dell’interazione con i let-tori uno dei suoi principali punti di forza è stato ben percepito: ne sono testi-monianza puntuale ed efficace i molti suggerimenti che abbiamo ricevuto e che ci aiuteranno a fare sempre meglio. Certamente dobbiamo migliorare e lo faremo, gradualmente: qualche suggerimento speriamo di essere riusciti ad accoglierlo già da subito.

Questo numero rappresenta però anche una tappa molto significativa per la nostra giovane società editrice, in quanto prelude al lancio del portale Wine Pass (www.winepassitaly.it), dove questa interattività con il turista sarà ancora più marcata ed evidente. Il portale infatti è bilingue, affiancando all’edizione italiana quella in lingua inglese, e si propone come un vero e proprio portale del vino piemontese. La parola passa quindi ai diretti protagonisti del mon-do della produzione dei vini più celebri e conosciuti, ai wine maker, al report degli eventi e delle manifestazioni, a una vera e propria wine web tv sempre aggiornata e ricca di contenuti e di curiosità, news, informazioni di approfon-dimento, interviste.

Protagonista di questo numero è il mondo moscato, il lato “dolce” del Pie-monte, cui è dedicato l’approfondimento su “Il Vino in vetrina”, la presentazio-ne dell’Enoteca Regionale “Colline del Moscato” di Mango e il focus sulla città di Canelli, la storica capitale dello spumante italiano. Questo, natural-mente, senza trascurare gli itinerari in tutte le altre aree viticole piemontesi.

Al di là della promozione del vino come motore turistico anche di tipo cul-turale, di scoperta dei saperi tradizionali, delle aziende e della “gente del vino”, uno spazio particolare Wine Pass lo vuole destinare alla candidatura Unesco (unica candidatura italiana) del territorio di Langhe, Roero e Mon-ferrato, ormai prossimo al riconoscimento di “patrimonio dell’umanità” per quanto riguarda i paesaggi vitivinicoli. La nostra ambizione è quella di di-ventare i portavoce di questa istanza, che riteniamo di estrema importanza in quanto non farà che rendere ufficiale quello che già è riconosciuto nei fatti, che cioè i territori collinari di Langhe, Roero e Monferrato rappresen-tano una delle eccellenze mondiali per la cultura della vite e del vino che sono in grado di esprimere.Un riconoscimento che contribuirà a rendere turisticamente ancora più appetibile l’intero territorio vitivinicolo piemontese.

Benvenuti nel nuovo “Wine Pass” e buon viaggio!

L’Editore

L’intervistaDal vino al territorio,la chiave è nella qualità

Il vino in vetrinaIl lato “dolce” del Piemonte

Turismo & CulturaUna selezione di Wine Pass

Andar per cantine Una selezione di Wine Pass

Wine & DesignVino tra arte e architettura

LangheCantine, itinerari, focus

BaroloCantine, itinerari, focus

BarbarescoCantine, itinerari, focus

RoeroCantine, itinerari, focus Acquese e OvadeseCantine, itinerari, focus

Gavi e Tortonese Cantine, itinerari, focus

Asti e MoscatoCantine, itinerari, focus MonferratoCantine, itinerari, focus TorineseCantine, itinerari, focus

Alto PiemonteCantine, itinerari, focus

Venti EventiCalendario 03.2013/10.2013

L’OpinioneAlessandro Masnaghetti

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La redazione non è responsabile delle eventuali variazioni relative agli eventi in Piemonte, né del contenuto delle inserzioni pubblicitarie.Nessuna parte di questa rivista, comprese le inserzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.

Registrazione Tribunale di Alba N. C.C 290/011 Cron. 437/011

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Direttore responsabileGiovanni [email protected]

CaporedattorePietro [email protected]

RedazioneLaura Avidano, Gabriele Pieroni, Diana [email protected]

Responsabile pubbliche relazioniMarinella [email protected] [email protected]

Art DirectorJoanna Tupta [email protected]

Progetto grafico e fotografieI.Com Multimedia • [email protected]

Responsabile digital mediaGuido [email protected]

Consulente di redazioneSergio Miravalle

Hanno collaborato a questo numeroAlessandro Masnaghetti, Alessandra Testa, Axel Iberti, Beppe Orsini, Claudia Ferraresi, Enoteca Regionale del Roero, Giancarlo Gariglio, Umberto Soletti Editore

Concessionaria pubblicitàWell Com S.R.L.Via Rio Misureto, 8 - 12051 AlbaTel. (+39) 0173 [email protected]

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2numero

marzo 2013

COPERTINA: I.COM MULTIMEDIA

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L’intervista

Abbiamo la fortuna di abitare una terra straordinaria, che oltre al vino vanta ricchezze come il tartufo, le nocciole, la carne, lo stesso paesaggio. Tutto questo qualifica il presidio langarolo come elemento di interesse per il turismo.

al TErriTorio,

di piETro ramunno

La storia del marchio Ceretto comincia nel comu-ne di Santo Stefano Belbo agli inizi del ‘900, quan-do Riccardo, il patriarca, impara a fare il vino per i clienti della locanda di famiglia. Negli anni ‘30 si trasferisce ad Alba e comincia a produrre con il nome di Ceretto.Il successo si è costruito invece a partire da 50 anni fa, «con la grande intuizione di comprare Bru-nate, Cannubi, Le Rocche, Asili, oggi riconosciuti fra i migliori cru del Barolo e Barbaresco, quando non valevano niente». Ora Bruno e Marcello, i Barolo Brothers, affiancati dalle nuove generazioni (Ro-berta e Federico, Lisa e Alessandro), esportano in 80 Paesi e hanno conquistato mercati quali Stati Uniti, Giappone, Svizzera, Canada, Russia. Senza di-menticare la Cina, che «ha davanti a sé, fra 30 anni, un avvenire popolato da due miliardi di abitanti, di cui 200milioni di ricchi».Quella del vulcanico Bruno Ceretto, classe 1937, l’anima strategica dell’azienda, è una lucida analisi del mondo del vino.

la chiave è nella

L’analisi di Bruno Ceretto tra privatizzazione, turismo, ristorazione e castelli

dal vino

qualiTà

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Ceretto Aziende Vitivinicole

Strada Provinciale Alba/Barolo Località San Cassiano, 34 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173 282582 www.ceretto.com

«Io e mio fratello Marcello siamo arri-vati in azienda a fine anni ’50. Iniziai a frequentare il Consorzio diretto a quel tempo da Renato Ratti: si parlava del-l’invecchiamento dei Barolo che dove-va passare da 4 a 3 anni e le idee erano contrastanti. I “grandi vecchi” come Pira e Mascarello sostenevano che questi vini dovessero esser bevuti almeno dopo 7 anni. Pensavo allora che la giusta misu-ra fossero i 4 anni, ma ora mi ricredo e ritengo che soprattutto per le grandi an-nate siano necessari più anni di attesa.Un secondo errore che abbiamo com-messo negli anni ’80 è stato impiantare merlot, syrah, cabernet, seguendo una moda del tempo. Esaurito il loro ciclo questi vigneti non saranno più rinno-vati. Sarebbe stato meglio credere con maggiore decisione nel Barolo e nel Barbaresco, che all’estero erano consi-derati “buoni, ma...”. Così è rimasto fino al 1994, quando nelle Langhe per la prima volta arrivò Robert Parker: dopo la sua visita sono diventati “buoni e basta”, e i consumatori internazionali, educati fino ad allora ai gusti francesi, hanno comin-ciato ad apprezzare le sfumature dei nostri vitigni più nobili. Anche se, pure in questo caso, qualcuno si è lasciato sedurre e ha sposato la linea americana di vini strutturati e forti. Meglio i classici, e il Barolo deve essere un vino di asso-luto prestigio. Dodici milioni di bottiglie sono troppe, così come troppi sono i cru di eccellenza. Ci siam lasciati prendere dal profitto: sarebbe bene tornare indie-tro, riacquisendo quel prestigio che me-ritiamo e che faticosamente abbiamo raggiunto, arrivando ai vertici fra gli anni ’90 e 2000.Ma anche se mi rendo conto della dif-

ficoltà nell’invertire la tendenza, come sempre sono fiducioso nel fatto che alla lunga sarà il mercato a fare testo. Anche se mi dispiace vedere sugli scaffali dei supermercati e degli autogrill dei vini a prezzi ridicoli».

Il fUtURo dEl vIno PIEMontEsE? la PRIvatIzzazIonE«A fare la differenza sarà sempre la qua-lità. E anche il rigore nella produzione, la grande specializzazione, la ricerca. Per fare tutto ciò, sarebbe meglio privatizza-re. Mi spiego: se noi produttori fossimo più uniti, compreremmo la Scuola eno-

ché continueremo a perdere tempo in riunioni alla fine delle quali non si decide niente, non cresceremo davvero. Abbia-mo già fatto molta strada, ma potrem-mo fare molto meglio. E le chiavi sono due: privatizzazione e turismo».

Il tURIsMo è la ChIavE«Della prima ho già detto, sulla gestione del secondo, invece, bisognerebbe che ci fosse più iniziativa, perché è la nostra vera miniera d’oro. Abbiamo la fortuna di abitare una terra straordinaria, che oltre al vino vanta ricchezze come il tar-tufo, le nocciole, la carne, lo stesso pae-saggio. Tutto questo qualifica il presidio langarolo come elemento di interesse per il turismo. Poi ci sono dei numeri che parlano chiaro: nel ’99 gli addetti del settore erano 500, oggi sono diventati 6mila ed entro il 2020 arriveremo alle 10mila unità impiegate. Bisogna conti-nuare a investire nel turismo e bisogna farlo bene, perché così si progredisce. Occorre far crescere l’accoglienza di qualità, migliorare le strutture esistenti, dotarsi di una grande Sala dei Congres-si. L’anno scorso, per la nostra reception sono passate 10mila persone: il nostro obiettivo è quello di arrivare a 25mila persone all’anno nel giro di 5 anni. E qui educhiamo il turista: gli facciamo pa-gare il servizio, ma gli diamo anche dei consigli, suggerendo alberghi e struttu-

logica e la gestiremmo autonomamen-te. Non può essere gestita dallo Stato, perché così facendo non puoi metterci dentro uno come Lanati, un grande tec-nico che sarebbe perfetto come preside. Ma se guadagna meglio facendo il suo mestiere, perché dovrebbe accettare di prendere 1.800 euro al mese per dirige-re una scuola? Se invece fosse privata, il suo lavoro potrebbero pagarlo i produt-tori, che avrebbero a disposizione anche delle ricerche di eccellenza.Finché non saremo uniti, tuttavia, e fin-

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RIstoRazIonE dI qUalItà«Siamo un polo incredibile di qualità: dobbiamo solamente far conoscere quello che abbiamo.I ristoranti premiati con le Tre, Due, Una Stella Michelin sono utilissimi per il turismo sul territorio. Con il progetto di Piazza Duomo, grazie allo chef En-rico Crippa e alla sua capacità di dare esempio, già un suo collaboratore de-gli esordi è stato premiato con la stella Michelin e molti altri hanno aperto atti-vità promettenti. Per Piazza Duomo ab-biamo speso milioni di euro, ma c’è un maestro che insegna in cucina, usando solo materie prime piemontesi».

I CastEllI dEllE langhE«Abbiamo sul territorio un’altra va-lida attrazione, i numerosi Castelli. Mi dà buona speranza la nuova idea di unirli in un’unica gestione con la Barolo&Castles Foundation. Lodevole iniziativa, a Roddi, aprire una scuola di cucina di territorio e ci vedrei bene pure un Museo del Tartufo Bianco d’Alba. Eccellente la gestione a Barolo del Castello e spero in una buona so-luzione anche per il magnifico Castel-lo di Serralunga. Quanto a Grinzane, molto è già stato fatto, ma si potrebbe internazionalizzarlo ancora di più. Ma-gari recuperando il progetto originale dell’Asta del Tartufo Bianco d’Alba, che negli anni passati ha coinvolto e por-tato sul nostro territorio grandi ristora-tori – da New York, Los Angeles, Tokyo, Parigi, Londra – divenuti ambasciatori delle eccellenze delle Langhe, dei no-stri vini, dei nostri tartufi e dei nostri prodotti».

A fare la differenza sarà sempre la qualità. E anche la rigidità nella produzione, la grande specializzazione, la ricerca. E per fare tutto ciò, sarebbe meglio privatizzare.

re ricettive. Molti turisti che arrivavano da noi si lamentavano della mancanza di organizzazione del territorio. Dob-biamo evitare che vengano delusi con proposte assurde di aziende che ven-dono tre bottiglie per dieci euro o che li illudono con l’olio al tartufo. Va bene vendere, ma bisogna trasmettere la sensazione che qui c’è la disponibilità a far vivere momenti felici, a far godere delle nostre tavole e dei nostri vini, a suggerire percorsi nelle Langhe, cose che raramente si possono vedere tutte insieme in altri territori.Il turismo devono gestirlo i produttori di vino, che sono diventati ricchissimi e devono avere la pazienza di reinve-stire parte delle loro ricchezze in que-sto comparto. C’è gente che percorre 2mila km per venire ad Alba: deve tro-vare qualità. A me piace veder nascere

L’intervista

le cose che possono far entusiasmare i giovani: poi le lascio volentieri quando capisco che c’è gente più brava di me che può farle andare avanti.Sono un uomo di marketing e cono-sco l’importanza di una buona comu-nicazione».

L’intervista

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Moscato d’Asti e Asti:due facce della stessa

medaglia, d’oro

di giancarlo gariglio

il lato iL vino in vetrina

dEl piEmonTE“dolcE”

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Nel mondo del vino si parla con disarman-te ripetitività sempre e solo delle grandis-sime bottiglie, quelle in definitiva che fan-no notizia. Sarebbe come se un giornalista che scrive di auto recensisse solo Lambor-ghini, Ferrari e Porsche. Il vino in realtà è un prodotto popolare, o comunque lo è stato fino a pochissimi anni fa. Questa sua carat-teristica va non solo preservata, ma anche sottolineata e raccontata. Perché essere popolari non è per forza dispregiativo, anzi: il termine pop, nella sua valenza più nobile, è da apprezzare. Questa premessa per dire che il moscato è uno dei vitigni dal valore pop più alto del pianeta, tanto è vero che i rapper più famosi di New York gli hanno addirittura dedicato delle can-zoni. Grazie alla sua vinificazione nascono dei vini dalla semplicità disarmante, ma dai profumi complessi e dal valore orga-nolettico unico.La sua terra d’elezione è il Piemonte e in

particolare le tre province meridionali di questa regione. Un gruppo di 52 comuni che fanno parte del Cuneese, dell’Astigia-no e dell’Alessandrino. Un territorio com-patto, con l’esclusione di Serralunga d’Al-ba e di Santa Vittoria d’Alba che sono state inserite nel disciplinare di produzione (ol-tre cinque decenni fa) grazie alla presenza di due grandi aziende che risiedevano in quei Comuni, rispettivamente Fontana-fredda e la Cinzano.In Piemonte, dal vitigno moscato nascono due vini: il Moscato d’Asti e l’Asti, la versione spumante. Due tipologie assai differenti, non solo per il diverso tappo che chiude i due vini: il primo utilizza il cosiddetto “raso” e il secondo quello “a fungo” con la classi-ca gabbietta che preserva le bollicine. Le differenze, tantissime, non si fermano di certo qui, nonostante i due vini rientrino entrambi nel medesimo disciplinare e abbiano ricevuto la Denominazione di

iL vino in vetrina

Origine Controllata nel 1963 e la Docg nel 1993.L’Asti è a tutti gli effetti uno spumante, realizzato utilizzando il metodo Charmat (o Martinotti, visto che fu proprio l’enolo-go piemontese a inventarlo, ma il francese fu più lesto a brevettare il sistema), meno dolce, un po’ più alcolico (sempre molto poco, al massimo 7 gradi…) e con un per-lage più ricco. Lo stesso tessuto di azien-de che si dedica alla produzione dell’uno piuttosto che dell’altro vino differisce in modo piuttosto chiaro. L’Asti è prodotto da un piccolo numero di cantine di grandi dimensioni, mentre il Moscato vede un numero di attori molto più ampio, anche

Il moscato è una varietà delicata e ha quindi bisogno di molte attenzioni nella sua coltivazione, ma i produttori possono e devono fare un passo avanti per tutelare la bellezza di queste colline che nulla hanno da invidiare dal punto di vista paesaggistico alle più celebri e vicine Langhe dei rossi più famosi.

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QR: L’articolo online con contenuti extra.

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grazie a una maggiore facilità tecnica di produzione. Diciamo che il secondo si avvicina molto di più al classico modello produttivo piemontese, fatto di piccole aziende di tipo familiare. Una differenza che ha profonde radici storiche. Andiamo quindi a ricordarle.Il moscato, innanzitutto, si chiama così per via del suo sapore muschiato. La famiglia a cui appartiene è molto, molto ampia. Tan-tissimi sono i suoi fratelli e le sue sorelle. La grande variabilità genetica, che abbiamo scoperto solo grazie alle analisi del DNA, ci fa presupporre che questa varietà sia stata tra le prime a essere coltivata dall’uomo e che quindi abbia subito molte alterazioni genetiche proprio per la sua antichità. I Romani chiamavano il vitigno con il nome

di uva apiana (la sua dolcezza attirava le api). Nel Medioevo la sua diffusione era grandissima e i primi documenti certi che ne attestano la presenza in Piemonte risal-gono al Trecento. Proprio da allora si gene-rano un gran numero di omonimie, tanto che gli studiosi di ampelografia hanno compiuto sforzi non indifferenti per riusci-re a mettere ordine in questa famiglia così complicata. Alla fine sono stati individuati tre gruppi principali: il moscato bianco o di Canelli (di origine greca), il moscato giallo, di Sirio, o fior d’arancio (dalle radici siriane) e infine il moscato d’Alessandria o zibibbo (giunto dall’Egitto). Il primo, quel-lo che interessa noi, ha una diffusione nel mondo di circa 45.000 ettari, di cui 10.000 in Piemonte.

Ma non sarebbe possibile capire oggi il fenomeno economico e sociale del vino a base di moscato senza fare anche solo un breve accenno a Carlo Gancia, che dopo un viaggio in Champagne, a metà Ottocento, capì le potenzialità del vitigno che cresceva sulle sue colline e cominciò a vinificarlo con il metodo champenois. La fermentazione in bottiglia con così tanti zuccheri residui si rivelava molto compli-cata e quindi le cantine iniziarono nel No-vecento a sperimentare nuove tecniche di vinificazione in autoclave. Da allora l’Asti ha avuto uno sviluppo davvero molto im-portante, arrivando quasi a 100 milioni di bottiglie prodotte all’anno a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Un periodo d’oro, vissuto probabilmente con una scarsa programmazione strategica del futuro. La qualità dei vini ne ha risentito, presentan-do ai consumatori questa tipologia come eccessivamente “industrializzata”. Dal 2000 in poi abbiamo assistito, invece, al sorgere di un altro vero e proprio fenomeno, quel-lo del Moscato d’Asti, il vino a tappo raso, che sta avendo in questi ultimi anni una diffusione e una fortuna davvero sorpren-denti. I circa cento imbottigliatori di que-sta tipologia arrivano oggi a sfornare quasi quindici milioni di bottiglie, sopperendo quindi a un lieve calo del fratello maggiore, in modo che le colline di questo territorio continuano a vivere una storia di successi e di benessere economico grazie a questa varietà così pop e così gradevole.Uno dei punti fondamentali da affrontare oggi è quello di diminuire la chimica im-piegata dai viticoltori nel vigneto, soprat-tutto da parte di quelli che sono solamen-te produttori di uva e non la trasformano. Infatti, il moscato è una varietà delicata e ha quindi bisogno di molte attenzioni nel-la sua coltivazione, ma i produttori posso-no e devono fare un passo avanti per tute-lare la bellezza di queste colline che nulla hanno da invidiare dal punto di vista pae-saggistico alle più celebri e vicine Langhe dei vini rossi più famosi. Se si ha l’occasio-ne di visitare i vigneti di Santo Stefano Bel-bo, di Canelli, di Moasca o di Mango, solo per citare alcuni dei comuni della zona di origine, ci si stupisce delle pendenze vertiginose dei versanti e ci si sorprende a constatare come qui il tessuto urbano abbia un impatto minimo e come il verde delle vigne e dei tanti boschi riposi la vista e lo spirito, premiando l’intraprendenza e la curiosità del turista.

iL vino in vetrina

Il termine pop, nella sua valenza più nobile, è da apprezzare. Questa premessa per dire che il moscato è uno dei vitigni dal valore pop più alto del pianeta, tanto è vero che i rapper più famosi di New York gli hanno addirittura dedicato delle canzoni.

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Quando s’iniziò, vent’anni fa, l’obiettivo era ambizioso: salvaguardare la bio-diversità viticola del Piemonte, dando un’identità a tutte le varietà di uve. Oggi il vigneto sperimentale di Grinzane Cavour ha circa 4mila viti, si estende per 12mila metri quadrati e custodisce oltre 600 varietà. Molte rischiavano l’estinzione: sono varietà minori che oggi sono iscritte al Catalogo nazionale delle varietà di vite, come la Slarina, un’uva a bacca rossa tipica del Monfer-rato, la Malvasia moscata (o “greca”) e il Baratuciàt, un bianco tipico della Val di Susa. Altre varietà interessanti attendono il riconoscimento ufficiale con l’iscrizione al Catalogo: così la Montanera di Perosa, che dà un rosso tipico di numerose vallate alpine, dall’Ossola alla Val Chisone, e il Bian Ver (sinoni-mo del francese Verdesse), un profumato bianco sempre tipico delle valli montane. Il progetto del vigneto sperimentale è nato nel 1992, per volontà di Vignaioli Piemontesi e dell’Istituto di Virologia vegetale del CNR di Torino, finanziato dalla Regione Piemonte, da sempre sensibile ai temi legati alla biodiversità. La direzione scientifica e la redazione delle schede descrittive dei vitigni è affidata al CNR, mentre la Vignaioli Piemontesi si occupa dei controlli, dei rilievi e della gestione tecnica dei vigneti. Della conduzione del vigneto è responsabile la Scuola enologica di Alba.

A GrInzAne CAvour, il vigneto che salvaguarda la biodiversità viticola del Piemonte

i.p.

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo RuraleL’Europa investe nelle zone rurali

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – MIS. 133

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turismo & cuLtura

dEll’unEsco Langhe, Roero e Monferrato verso l’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità

nEll’olimpo

di piETro ramunno

Le piramidi d’Egitto come la barriera corallina au-straliana, le cattedrali barocche dell’America latina come la grande muraglia cinese, al pari – si spe-ra – dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato: la straordinaria bellezza delle colline vitate del Basso Piemonte, infatti, potrebbe pre-sto rientrare tra le meraviglie tutelate dall’Unesco, l’organizzazione internazionale emanazione delle Nazioni Unite la cui principale missione consiste nell’identificazione, nella protezione e nella tutela e nella trasmissione alle generazioni future dei pa-trimoni culturali e naturali di tutto il mondo.

Per modalità di impianto dei filari, metodi di coltivazione, tecniche di produzione vitivinicola e particolarità dei borghi e degli insediamenti che si sono succeduti storicamente in territori ove la vite e il vino improntano in modo sostanziale l’economia locale, i paesaggi vitivinicoli piemontesi rappresentano un elemento di unicità.

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Il Patrimonio dell’Unesco rappresen-ta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future: secondo la Con-venzione, per patrimonio culturale si intende un monumento, un gruppo di edifici o un sito di valore storico, esteti-co, archeologico, scientifico, etnologico o antropologico. Il patrimonio naturale, invece, indica rilevanti caratteristiche fi-siche, biologiche e geologiche, nonché l’habitat di specie animali e vegetali in pericolo e aree di particolare valore scientifico ed estetico.Sui 936 siti attualmente inclusi nell’elen-co, l’Italia è la nazione che detiene il primato, con 47 siti che – presto – po-

trebbero diventare 48. Nel giugno del prossimo anno, infatti, dovrebbe arri-vare il responso dei tecnici dell’Unesco relativo alla domanda presentata dal-l’associazione per il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte “langhe-Roero e Monferrato”, presie-duta da Roberto Cerrato.«La nostra proposta mira a veder ricono-sciuto il valore peculiare dei paesaggi vi-tivinicoli piemontesi che, per modalità di impianto dei filari, metodi di coltivazione, tecniche di produzione vitivinicola e par-ticolarità dei borghi e degli insediamenti che si sono succeduti storicamente in territori ove la vite e il vino improntano in modo sostanziale l’economia locale, rap-

presentano un elemento di unicità.Il 1° febbraio di quest’anno, a Parigi, al ter-mine di un lungo iter cominciato nel 2009, abbiamo presentato il dossier con la nostra candidatura, l’unica sostenuta dall’Italia – spiega Cerrato –. Sostegno che non va affatto sottovalutato, e per il quale il mio più sentito ringraziamento va all’onorevole Gianni Letta, che si è speso tantissimo per sostenere il nostro progetto. In ogni caso, pur certi del valore della no-stra candidatura, dopo il deferral arrivato lo scorso anno a San Pietroburgo ci siamo interrogati seriamente sul da farsi, prima di riprovare».«L’Icomos, organo tecnico incaricato dal-

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turismo & cuLtura

l’Unesco per l’analisi del dossier di can-didatura, ha riconosciuto come certo il valore universale dei nostri paesaggi vitivi-nicoli – gli fa eco il vicepresidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera –. È consuetudine nelle procedure di candida-tura richiedere approfondimenti finalizzati alla continuazione del processo valutativo.

da adottare per ottenere il riconoscimento ufficiale dell’Unesco. Quindi, abbiamo ade-guato il progetto alle osservazioni per ren-dere congruente il valore universale ricono-sciuto con i perimetri delle “core zone”».Le scelte non sono state indolori, ma il risultato è un progetto dalle ottime possibilità di successo: il nuovo dos-sier presentato ha visto una riduzione complessiva dell’area candidata all’in-serimento nel patrimonio Unesco, per un totale di 10.789 ettari su 29 Comuni (rispetto ai 101 della prima candidatura) all’interno delle sei core zone individua-te, arrivando a 101 Comuni se il discorso viene esteso alle “buffer zone” (che erano, inizialmente, 230).«Il ridimensionamento dell’area delle core zone non avrà particolari ripercussioni sui Comuni esclusi – garantisce annalisa Conti, consigliere dell’Associazione per

Ciascuna delle sei zone presenta caratteri di unicità, individuando altrettante peculiarità di un territorio meraviglioso, che diventa esclusivo nel momento in cui ogni area offre un particolare aspetto del mondo vitivinicolo.

ROBERTO CERRATO

UGOCAVALLERA

ANNALISA CONTI

GIAN FRANCOCOMASChI

Pertanto il gruppo di lavoro costituito da Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Regione Piemonte, Province di Alessandria, Asti e Cuneo, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli e Siti (Istituto Supe-riore sui Sistemi Territoriali per l’Innova-zione, associazione collegata al Politec-nico di Torino, ndr) ha valutato le strategie

l’altra, ma sono le Dolomiti nel complesso a essere ricordate come Patrimonio del-l’umanità. Qui vale lo stesso principio: nel momento in cui candidatura dovesse ot-tenere riconoscimento, ne godranno tutti i Comuni di Langhe, Roero e Monferrato».Ciascuna delle sei zone presenta carat-teri di unicità, individuando altrettante peculiarità di un territorio meraviglioso, che diventa esclusivo nel momento in cui ogni area offre un particolare aspet-to del mondo vitivinicolo. La “langa del Barolo” e le “Colline del Barbaresco”, alfieri del nebbiolo nel mondo, assieme al “Castello di grinzane”, testimonian-za mirabile della storia del vino italiano, legata a doppio filo al nostro Risorgi-mento. “Canelli e l’asti spumante”, omaggio alla città che ha visto nascere questo grande vino e patria della mec-canizzazione enologica. Quindi “nizza Monferrato e il barbera”, espressione della ruralità del territorio, sottolineando il carattere del primo vitigno piemon-tese, continuando ancora la provincia alessandrina, con il “Monferrato degli infernot”, le cave interrate così diffuse in questa zona, tipiche per la conserva-zione del vino.Al di là del prestigio, il riconoscimento porterebbe a indiscutibili vantaggi dal punto di vista dei flussi turistici, come sottolineato da gian franco Comaschi, vicepresidente della Provincia di Ales-sandria, oltre che dell’Associazione per il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte “Langhe-Roero e Monferrato”: «Nell’arco di un quinquennio, si stima che l’inserimento nel Patrimonio dell’Unesco potrebbe portare a un incremento degli arrivi del 30% annuo, arrivando a guidare in queste zone circa un milione e mezzo, due milioni di turisti ogni anno. E vista la tipologia dell’offerta di questi territori, dove l’eccellenza paesaggistica si coniuga con un’offerta gastronomica di assoluto livello, parliamo di un soggiorno sul ter-ritorio che non si esaurisce in una visita di giornata. Piazza dei Miracoli, a Pisa, è straordinaria, ma una giornata è suffi-ciente per ammirarla: non mancheranno picchi legati alla stagionalità, ma le nostre colline, pur mantenendo caratteri di uni-cità, per poter essere pienamente apprez-zate richiedono invece una permanenza media di tre o quattro giorni, garantendo un ulteriore sviluppo del comparto turisti-co e ricettivo».

il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte “Langhe-Roero e Monferrato”, rappresentante della Provincia di Asti –: siamo convinti che ogni Comune nel raggio di decine di kilometri dalle sei aree individuate beneficerà del riconoscimento dell’Unesco.Penso all’Astigiano, le cui aree inserite nella seconda domanda sono state modificate in maniera significativa rispetto alla prima versione, o al Roero, inserito nel titolo stesso della domanda di candidatura in continuità con le Langhe: la valenza culturale della Sinistra Tanaro è grandissima e costituisce un indiscusso valore aggiunto per la candidatura. Alla fine non è determinante l’inserimento nelle core zone, ma il risultato finale del riconoscimento, che avrà ricadute su tut-to il territorio. Prendiamo le Dolomiti, ad esempio, dove è stato utilizzato questo cri-terio: i turisti, e l’opinione pubblica in gene-rale, non fanno distinzione tra una cima e

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Dalla mappatura genetica del Nebbiolo alla creazione di una banca dati meteo, fino agli studi per la lotta alla Flavescenza dorata: da anni, la Vignaioli Piemontesi è impe-gnata in progetti di ricerca viticola ed enologica. Oggi è la più grande organizzazione di viticoltori del Piemonte con oltre 7mila aziende agricole associate (più di 400 sin-gole realtà e 43 cantine cooperative) che rappresentano una produzione di 850.000 ettolitri, ovvero il 30% del vino piemontese. La Vignaioli Piemontesi è diventata un punto di riferimento e il “braccio operativo” per gli studi e i progetti sperimentali della Facoltà di Agraria e degli istituti di ricerca come il CNR di Torino. Ultimo, in ordine di tempo, è “Nebbiolo Genomics”, una ricerca sul DNA del Nebbiolo per studiarne i meccanismi di difesa dalle malattie e mettere a punto soluzioni efficaci per contra-stare la diffusione della Flavescenza dorata. Il progetto, che studia i cloni di tre vigneti tra Monforte d’Alba e Treiso, è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cu-neo e vicollaborano anche il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e l’Istituto di Virologia vegetale di Torino. Anche “Elifito” è un progetto per la lotta alla Flavescenza: in questo caso si sperimentano diversi metodi e sostanze con l’obiettivo di rafforzare le difese naturali delle viti nei confronti del fitoplasma della Flavescen-za dorata. Altro progetto, stavolta di respiro europero, è “Vintage” che si propone di fornire ai viticoltori uno strumento telematico per una gestione integrata dei vigneti (dall’impianto alla vendemmia) a basso costo e facile da usare. Vignaioli Piemontesi è affiancata da partner europei: il Grupo de Empresas Vinicolas De Rioja (Spagna), le Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (Francia) e l’Associação Nacional das Denominações de Origem Vitivinícolas (Portogallo), e numerosi istituti di ricerca. Info: www.vintage-project.eu. Da ricordare, infine, la Banca dati agrometeorologici creata nel 1995: una rete di oltre 50 stazioni meteo elettroniche distribuite nelle prin-cipali aree viticole piemontesi, che da anni rileva e rende disponibili dati su tempe-ratura, umidità e precipitazioni. Con la successiva archiviazione dei dati, negli anni la banca dati ha raggiunto un indubbio valore, utile per tutti coloro che si occupano di agricoltura in Piemonte.

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Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – MIS. 133

vIGnAIolI PIemonteSI, un impegno nella ricerca vitivinicola lungo trent’anni

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A Monforte d’Alba Ferruccio Ribezzo propone l’eccellenza

AccoglienzA

langhE

«Per far qualcosa di buono nella vita, bisogna fare ciò che più piace, altrimenti le cose si fanno senz’anima. Questo è insieme un segreto e una ricetta». è la filosofia alla base del lavoro di ferruccio Ribezzo, un nome che – nelle langhe – è sinonimo di produzioni di qualità e accoglienza turistica: dall’antica dispensa all’acetaia Monforte acerba, dall’hotel villa Beccaris a Palazzo Martinengo, a Monforte d’alba non mancano le proposte di eccellenza per l’accoglienza turistica.

Palazzo Martinengo, accogliente come lo sono le case di Langa, è uno spazio poliedrico e versatile, anche se lo abbiamo battezzato venue pensandolo innanzitutto come luogo dedicato alla Moda: penso che questo territorio sia pronto per accogliere il Made in Italy di qualità.

di lusso nelle

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VILLA BECCARIS

Via Bava Beccaris, 112065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78158www.villabeccaris.it

antICa dIsPEnsaL’avventura imprenditoriale di Ribezzo comincia a Monforte nel 1986 con Antica Dispensa, attività dedicata alla produzione di specialità gastronomiche di qualità, un sodalizio fra tradizione e innovazione. La gamma prodotta nelle due cascine dove ha sede l’azienda, splendidamente ristrut-turate, è davvero variegata: antipasti, pasta, sughi, salse, dolci e creme, tutto all’insegna di una sapiente scelta delle materie prime, guidati dall’amore per una terra ricca e ge-nerosa come le Langhe.«Dopo gli studi da enotecnico, ho comin-ciato a insegnare Esercitazione Agraria, al-l’Istituto Enologico di Alba. Contemporanea-mente, lavoravo anche come consulente per alcuni produttori vinicoli del territorio, oltre che per la Comunità Europea, tenendo dei corsi di scolarizzazione per i vitivinicoltori. Era il 6 novembre 1992 quando decisi di farmi un regalo: andai dal Preside a rassegnare le mie dimissioni. Sentivo la necessità di cambiare: fu una mossa guidata dall’istinto. È così che mi sono potuto dedicare sempre più alla produzione di specialità gastronomiche, svi-luppando nel frattempo anche altre idee».

Nel tempo, Antica Dispensa è cresciuta sempre più, coinvolgendo tutta la fami-glia: Nadia, la moglie di Ferruccio, con ele-ganza e raffinatezza si occupa delle con-fezioni regalo e dell’oggettistica, mentre la freschezza del figlio Alberto ha portato alla nascita dell’acetaia Monforte Acerba, che produce aceti aromatici, delicati e corposi, con le due chicche degli aceti di vino da Barolo Docg e Roero Arneis Docg, che maturano in piccole botti di rovere e larice.E per il futuro? «Per quanto riguarda il pasti-ficio, dall’anno scorso abbiamo trasformato parte dello stabilimento attrezzandolo per produrre specialità dedicate alle persone intolleranti al glutine. Più in generale, invece, allargando il discorso ai nostri progetti fu-turi, va detto che il mercato si è modificato: a livello globale, stiamo attraversando un momento di crisi incredibile. Abbiamo di-scusso un’idea, con la mia famiglia: mante-nendo la dimensione attuale, quindi senza accrescere i nostri volumi, stiamo pensando allo sviluppo di una produzione da desti-nare direttamente al turista nella sua veste di consumatore, veicolando in maniera diretta la produzione. Evitando passaggi intermedi pensiamo di poterci presentare meglio, trasferendo l’entusiasmo che met-tiamo nella produzione direttamente al nostro interlocutore». hotEl vIlla BECCaRIsI nuovi progetti ai quali Ribezzo si è de-dicato, oltre ad Antica Dispensa, si sono orientati soprattutto verso l’accoglienza turistica. Il 16 settembre 1997, in concomi-

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tanza con la prima edizione della manife-stazione Cheese, a Bra, Ribezzo – insieme a Beppino Occelli, Ernesto e Anna Abbona – inaugura l’hotel Villa Beccaris.Villa di grande prestigio e dimora di charme, per l’epoca fu un’assoluta novi-tà: «C’era questa struttura praticamente sotto casa mia, lasciata vuota da alcuni anni: da sempre pensavo che, con un minimo di lungimiranza, si potesse im-piegare per l’ospitalità. Ora se ne vedono diverse, ma allora fui un precursore dei tempi: all’epoca il numero di posti letto sul territorio non arrivava a 4.000, oggi è più che triplicato. Tutto questo, senza un reale momento di cambiamento: anzi, la preservazione del nostro territorio e la semplice valorizzazione delle nostre tipi-

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cità hanno trainato il turismo. Paesag-gio, vino, tartufo… Il miglior richiamo nelle Langhe, per i turisti, è quella che io definirei “la pancia”, cioè quell’insieme di sensazioni che portano il mondo intero a interessarsi alle nostre zone.Avevo in mente un albergo che offrisse ospitalità di qualità, ma certo non pen-savo che avrei collezionato personaggi importanti nei settori più disparati: a Villa Beccaris abbiamo ospitato il batterista dei Rolling Stones, il presidente della Boe-ing, un miliardario sudamericano ai ver-tici mondiali in virtù del suo patrimonio, il presidente di McDonald’s, alti dirigenti della Coca Cola che si sono divertiti a pas-seggiare nel nostro parco, politici, grandi interpreti del mondo della musica, attori hollywoodiani, turisti da tutto il mondo che hanno scelto Monforte per la loro permanenza nelle Langhe. Ma non solo: da qui partono per scoprire il territorio, e oltre alle nostre colline visitano Bra, Che-rasco, Saluzzo, Torino, addirittura Milano.La stragrande maggioranza dei nostri ospiti è di provenienza europea, in parti-colar modo Germania, Svizzera, Austria e Belgio, ma lavoriamo molto anche con gli italiani, e il passaparola fra i nostri ospiti è il nostro miglior biglietto da visita. Se poi andasse in porto la candidatura delle nostre colline all’inserimento nel Patrimonio mondiale dell’Unesco – un ri-conoscimento al genio contadino, a tutte quelle persone che con sacrifico hanno valorizzato questa terra –, sono convinto che ne gioverebbe l’intero comparto turi-stico piemontese. Abbiamo di fronte una straordinaria occasione, che porterebbe nella zona di Langhe, Roero e Monferrato un’altra tipologia di turisti: oltre a quelli motivati “dalla pancia”, anche quelli sen-sibili al richiamo proprio dei territori di grande pregio.In ogni caso, per ogni tipologia di turista, il fascino di Villa Beccaris resterà immu-tato, mantenendo sempre la qualità nel-

l’ospitalità. La nostra ambizione è quella di diventare sempre più “una casa, lonta-no da casa”.Anche offrendo ai nostri ospiti un’atmo-sfera diversa: nel 2012, per le divise del no-stro personale, ci siamo ispirati all’elegan-za degli Anni Venti. E nel ristorante, a una certa ora spegnevamo luci lasciando che a illuminare l’ambiente fossero le cande-

gressi, meeting, workshop, ma anche set fotografici e sfilate di moda: Palazzo Mar-tinengo, accogliente come lo sono le case di Langa, è uno spazio poliedrico e versati-le, anche se lo abbiamo battezzato Venue pensandolo innanzitutto come luogo dedicato alla Moda: penso che questo territorio sia pronto per accogliere il Made in Italy di qualità. Ed essendo in una terra

le, luci decisamente più emozionali, col giradischi che diffondeva la musica del vinile». Palazzo MaRtInEngoL’ultima idea – in ordine cronologico – pro-posta da Ribezzo ha portato alla ristruttu-razione di Palazzo Martinengo, antico edi-ficio fortificato di origine medioevale nel cuore di Monforte, restaurato ad arte per soddisfare le richieste di location e di spazi adatti ad accogliere eventi di varia natura. Cinque piani, i primi due dei quali occupa-ti dalle “Sale dei Grifoni”, nove ambienti in totale, compresa una sala cinema attrez-zata per proiezioni in hD. Scendendo si in-contrano le vecchie cantine, molto lumi-nose perché aperte a valle, che ospitano la parte dedicata alla ristorazione, con una modernissima cucina. Dopo quattro anni di lavori, la struttura ha aperto i battenti svelando gli ambienti interni, trasformati in luoghi emozionali dotati delle tecnolo-gie più innovative, integrate nell’ambiente con grande discrezione.«Gli impianti audio e video sono impron-tati alla domotica, così come l’illuminazio-ne, che può essere classica tanto quanto dinamica, grazie ai faretti RGB, che per-mettono di proporre nove tonalità di colo-re per un numero incredibile di sfumature, aiutando a creare la giusta atmosfera a seconda del tipo di evento. Eventi, con-

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particolarmente vocata, ricca di produttori di qualità, non poteva mancare il collega-mento al mondo del vino. Offriamo infatti ai nostri ospiti la possibilità di degustare a bicchiere, con assoluta libertà di scelta, ol-tre 50 bottiglie di vino sempre aperte, gra-zie all’impiego dei distributori della società Enomatic, capaci di mantenere il vino nel-le condizioni ideali di servizio, temperatura e conservazione. Tutto avviene attraverso una wine card inserendo la quale si può accedere a un touch screen che presen-ta le caratteristiche di ciascun vino. Il chip elettronico di cui la carta è dotata imma-gazzina le informazioni, consentendo anche nel tempo di ricordare emozioni e sensazioni provate durante la degusta-zione. Oltre a questo, i nostri ospiti hanno la possibilità di entrare virtualmente nelle cantine dei produttori, venendo guidati dalla loro viva voce attraverso delle video-degustazioni. Per questo, devo dire grazie ai “Barolo Boys”, un gruppo straordinario di produttori, che dall’inizio ha creduto e tuttora sostiene questo mio progetto: stiamo definendo i dettagli per un grande evento che Palazzo Martinengo ospiterà il 10 e l’11 maggio prossimi, con i produttori di Monforte che presenteranno qui i loro vini assieme ad alcuni vignaioli francesi e toscani, per un grande gemellaggio tra Barolo, Champagne e Brunello».

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Tutti lo conoscono come il “vino del sindaco”. Sono cinque etichette: la Freisa di Chieri “Borbogliosa”, la Bonarda della Collina torinese “Villa Moglia” e poi, il “Podio”, in versione rosso, bianco e rosato. Una produzione di quasi 10mila bottiglie all’anno per autofinanziare la ricerca vinicola. Accade al-l’Istituto Bonafous, un centro sperimentale all’avanguardia sulla collina di Chieri. ha vigneto e terreni: in tutto attorno ai 35 ettari, di cui due vitati. E una cantina dove due ricercatori, Alberto Caudana e Michael hock, speri-mentano microvinificazioni di vitigni tipici della zona, ma anche di quelli rari, che rischiano di scomparire. La cantina Bonafous è nata nel 2002 da un accordo tra il Comune di Torino con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, oggi Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, che ha preso in gestione il vigneto sperimentale e usa la cantina per gli studi universitari. La Vignaioli Piemontesi si occupa della commercializzazione dei vini, il cui ricavato contribuisce al sostegno dell’attività di ricerca. Le bottiglie si possono acquistare nelle Enoteche Millevigne a Castagnito e Bricherasio, e da Eataly.Altre info: www.cantinasperimentale.it

I vInI dell’IStItuto BonAfouS finanziano la ricerca scientifica e la cantina sperimentale

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo RuraleL’Europa investe nelle zone rurali

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Clerico, si sente ancora un “aeroplano sel-vaggio”?Non proprio, anche se ho conservato il mio carattere, sempre impaziente. Con gli anni mi sono tranquillizzato, ma giro ancora molto, fa-cendo i miei 45mila km all’anno per promuo-vere i nostri vini. la sua avventura nel mondo del vino iniziò nel 1976, quando suo padre le consegnò le redini dell’azienda di famiglia, che all’epoca conferiva le uve senza vinificarle. lei ebbe una grande intuizione…

domenico Clerico ha gli occhi che brillano, e nel suo sguardo c’è tutto. è insieme pacifico e inquieto, allo stesso tempo allegro e malinconico. guardandolo negli occhi, lucidi per l’emozione, intuisci il perché del nomignolo con cui lo chiamava suo padre, “aeroplanservaj”: i suoi sogni si librano ad alta quota. E a incoraggiare i voli del vignaiolo di Monforte è la sua geniale irrequietezza.

anDar Per cantine

di vincEnzo damiano Domenico Clerico e il coraggio di sognare ad alta quota

AeroplAnservAj

La differenza fra ‘modernisti’ e ‘tradizionalisti’ non esiste più. E se penso a botte piccola o botte grande, penso che il legno è lo strumento che ciascun produttore utilizza per fare un grande vino, seguendo la propria interpretazione personale.

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DoMENICo CLERICo

Località Manzoni, 22/A 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 0173 78171www.domenicoclerico.com

All’epoca facevo l’agente di commercio, quando – assieme a mia moglie Giuliana – decisi di tornare alla vita di campagna. Raccolsi il testimone di mio papà, deci-dendo di vinificare in proprio le uve che fino ad allora conferivamo alla Cantina Sociale Terre del Barolo. Partimmo con cinque ettari di vigneti di dolcetto, cui negli anni si aggiunsero appezzamenti di altri cru, arrivando oggi a 21 ettari di proprietà: Bussia nel 1976, Ginestra nel 1981, Pajana nel 1990, Mosconi nel 1995, fino all’ultima sfida, nel 2006, con l’affitto della Badarina a Serralunga d’Alba. zone di eccellenza per il Barolo, an-che se la vostra gamma comprende anche altri vini.Solo rossi: Langhe Doc Dolcetto “Visadì”, Barbera d’Alba Doc “Trevigne”, Langhe Doc Nebbiolo “Capisme-e” e Langhe Doc Rosso “Arte”. Quanto al Barolo, ab-biamo fatto molta strada, dagli inizi, quando cominciammo acquistando botti di birra esauste, che dalla Germania arrivavano già smantellate alla stazione di Monchiero, che oggi non esiste più da vent’anni! Ce le consegnava un con-toterzista con il suo vecchio FIAT 142. Questo è ciò che potevamo permetter-ci. All’epoca le cantine erano piene dei vini a base nebbiolo: Barolo, Barbaresco, Roero, Gattinara, Ghemme… finché, con l’avvento delle moderne tecniche di produzione, si svegliò il mercato del Barolo. Era la prima metà degli anni ’90. Ma i promotori di questo movimento sono state le aziende storiche: i Conter-

no, Bruno Giacosa, Pio Cesare, Rinaldi, Gaja, Ceretto… Vinificare nebbiolo e tenerlo tre anni in cantina fu un bel sa-crificio, ma ne è valsa la pena. Modernisti contro tradizionalisti: termini che suonano antichi... è pas-sato il tempo di questa contrapposi-zione?In realtà, questa divisione fu un’inven-zione giornalistica che fece la fortu-na della nostra zona. Ad ogni modo, l’esasperazione dei concetti di “legno nuovo” e “barrique” allontanò da ciò che, realmente, i nostri diversi approc-ci significarono: il messaggio per cui i vini dei “modernisti” sanno di legno, visto l’invecchiamento in botti piccole, al contrario di quelli dei “tradizionalisti”, non è completamente corretto. Ciò che di moderno c’era, per l’epoca, furono in-

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novazioni oggi condivise da tutti i pro-duttori: in primis in vigna, con il dirada-mento, per puntare sulla qualità invece che sulla quantità. E poi in cantina, con la “pulizia del vino”. Fino ad allora i vini puzzavano: la grande intuizione fu quel-la di travasare più spesso i vini, cosa che in passato si faceva troppo poco perché non c’erano gli strumenti adatti e quindi non era facile. Oggi anche i “tradiziona-listi” diradano e usano i rotomaceratori, e i “modernisti” fanno macerazioni più lunghe rispetto al passato e scelgono le

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tostature dei legni con più cura…In conclusione, non esiste più questa differenza. E se penso a botte piccola o botte grande, penso che il legno è lo strumento che ciascun produttore uti-lizza per fare un grande vino, seguendo la propria interpretazione personale. Parliamo di mercati?Produciamo 110mila bottiglie, espor-tando in 43 Paesi di tutto il mondo, an-che se il nostro primo mercato rimane l’Italia, che assorbe oltre il 50% della nostra produzione. Fuori dai confini na-zionali vendiamo molto negli Stati Uniti, dove possiamo contare su una rete di 15 importatori in altrettanti Stati. Abbia-mo buoni numeri anche in Giappone e a hong Kong, e quello scandinavo resta un mercato costante, a differenza di altri “vecchi” mercati, decisamente al-talenanti. In ogni caso, non inseguiamo mai i gusti del mercato, così come non ci basiamo sui punteggi delle riviste: è tutto troppo volubile, come la moda… Oggi viene, domani va. Noi lavoriamo sempre per arrivare alla miglior ven-demmia possibile, prima in vigna e poi in cantina, cercando ogni anno di spe-rimentare qualcosa di nuovo. La parola chiave è “evoluzione”, perché ciò che un tempo cambiava lentamente, oggi è decisamente più rapido. a proposito di cantina e progresso, spenderei due parole sul progetto firmato dal geometra francesco Ro-mano e dall’architetto Marco gini, una vera e propria cattedrale del vino nel cuore delle langhe, uno scrigno che custodisce la perla pre-ziosa della moderna barricaia.Non è una cattedrale del vino… è una cantina. ho chiesto all’architetto di rea-lizzare qualcosa di originale, mantenen-do però la funzionalità al di là del fattore estetico, e che si inserisse nel paesaggio dolcemente. C’erano solo erbacce lì: ora c’è una struttura moderna, un segno del mio amore per queste colline. Perché chi non ama il lavoro che fa, ha sprecato la propria vita. Finché ci sarò, continuerò a lavorarvi, poi lascerò tutto ai miei nipo-ti e alla gente delle Langhe. se dovesse scegliere la sua “etichet-ta del cuore”?Percristina. Eccezionale nelle annate 2004, 2001 e 1999. Quelle più recenti

promettono benissimo, ma non sono ancora pronte. La vigna, ai Mosconi di Monforte, la comperai nel ’95 da un’an-ziana signora, Cristina, che insistette non poco per cedermela. Era una vi-gna vecchia, piantata negli anni ’50, qualitativamente importante ai miei occhi, perché rigogliosa e ben curata, con il portinnesto Rupestris du Lôt, pres-soché abbandonato in Piemonte a par-tire dagli anni ’70 – ’80, con il reimpian-to di viti nuove ovunque. Queste viti sono molto delicate, hanno bisogno di più cura rispetto ai vigneti più giovani. Ma in cambio producono uva di qua-lità estrema, che mi dà un Barolo che necessita di un affinamento più lungo rispetto alla media: io lo tengo in legno per cinque anni. Ma ne vale la pena. Il Percristina non assomiglia a nessun al-tro Barolo: è Percristina e basta! Chiudiamo con un aneddoto relati-vo alla sua vita di vignaiolo?Era l’inverno del 1993. Con Roagna e Altare avevamo programmato un viaggio nella Loira, per bere del buon vino e per carpire qualche segreto ai produttori francesi, dai quali abbiamo ancora da imparare parecchio, anche

solo per il fatto che noi abbiamo sì e no un secolo di storia vinicola alle spalle, loro almeno tre. Comunque: ci presentiamo all’appuntamento, preno-tato due mesi prima, puntualissimi per mezzogiorno. Ci accoglie una robusta signora di mezz’età, che ci chiede di tornare un’ora e mezza dopo, perché il responsabile non c’era. Piuttosto scoc-ciati, mangiamo due panini, e verso le 13.30 ci ripresentiamo. Eccolo che arri-va: grande, grosso, barbone incolto. Ci riceve, chiedendomi che lavoro faccio. “Sono viticoltore”, rispondo. “E non hai niente da fare in vigna?”, replica. Stesse domanda, medesima risposta, identica replica per Altare e per Roagna. “La vi-gna ha più bisogno di me di quanto ne abbiate voi – riprende, accomiatandosi –: se vi fa piacere, ci vediamo alle 21 stasera”. Perplessi, sconcertati e arrab-biati, lo vediamo allontanarsi. Tenaci e perseveranti, ci ripresentiamo in serata. Un’accoglienza strepitosa. Siamo anda-ti avanti fino alle tre di mattina degu-stando bottiglie eccezionali: a quell’ora la vigna riposava. Lui era Didier Dague-neau. Quanto abbiamo ancora da im-parare…

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Noi lavoriamo sempre per arrivare alla miglior vendemmia possibile, prima in vigna e poi in cantina, cercando ogni anno di sperimentare qualcosa di nuovo. La parola chiave è ‘evoluzione’, perché ciò che un tempo cambiava lentamente, oggi è decisamente più rapido.

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C’erano le etichette con la casetta del contadino e quelle con la vigna. C’erano quelle con il grappolo d’uva, le colline e, ancora, quelle con lo stem-ma di famiglia. E poi c’era l’etichetta di Passum, Barbera d’Asti Superiore pro-dotta da Cascina Castlet. Siamo nel 1985 e il design applicato alle etichet-te è ancora un campo da esplorare. Non per Mariuccia Borio, che con un gesto di ribellione rivelatosi vincente, commissionava a Giacomo Bersanetti (oggi uno dei più importanti artisti del packaging enoico in Italia) quello che sarebbe diventato il più celebre e bla-sonato “vestito” della Signora in Rosso: «Volevamo un’etichetta unica, ne abbia-mo creata una di avanguardia», dice la titolare di Cascina Castlet. «Avevamo capito che Passum meritava un segno di riconoscimento sperimen-tale perché era un vino inconsueto, da conservare per le occasioni speciali, ot-tenuto da uve appassite e vendemmia tardiva. In quegli anni produrre Barbe-ra era un’operazione controcorrente – continua Mariuccia Borio –. Così ci siamo detti: se Passum è speciale, meri-ta un’etichetta che non assomigli a nul-la di ciò a cui siamo abituati». Tanto che, di primo acchito, neanche a Cascina Castlet erano pronti. «Quando Bersanetti mi svelò la bottiglia – ricor-da la Borio – io esclamai: “Che cos’è?”. Non capivo. Mi piacque però così tan-to che decisi di lanciarla sul mercato». L’etichetta di Passum sfidava tutte le convenzioni. Niente supporto di carta adesiva, un unico segno in gioco con il colore del vino, l’utilizzo della seri-grafia direttamente sul vetro, primo esperimento di questa tecnica su bot-tiglia. «Sfidammo anche la disposizione dei dati dell’etichetta raccogliendoli sul collo, per enfatizzare l’essenzialità del contenitore». Anche il simbolo scelto

per rappresentare il Passum era miste-rioso e spiazzante, nato dall’esercizio grafico di Bersanetti sulla lettera “Phi” dell’alfabeto greco: «Ma ricorda anche la “P” di Passum – precisa la Borio – in un rincorrersi di antico e moderno che ben rappresenta la natura del nostro vino».L’etichetta fu un successo. Le riviste specializzate si contendevano l’im-magine di questo piccolo capolavo-ro: «Vinum la premiò con due pagine. Scrissero: “La svolta nelle etichette, l’in-novazione italiana”». oggi la “Phi” di Passum è un classico del design enoi-co, celebrata da mostre e citazioni. Come quando fu scelta per la rasse-gna Torino 2008 World Design Capital, inclusa nella mostra Enografie, che rappresentava il meglio dell’incontro tra Vino e Design.Un’altra etichetta di Mariuccia Borio fu scelta per l’occasione: quella dell’Avié, Moscato passito Doc di Cascina Ca-stlet. «Anche per questa etichetta, nata nel 1990, scegliemmo la stampa seri-grafica. Ma questa volta il simbolo fu sostituito dall’impronta della mia mano – racconta la produttrice –. È la mano che cura tutte le fasi della vinificazione, che in vigna compie la cernita e adagia i piccoli grappoli nelle ceste». Ma è anche il simbolo dell’incontro fra produttore e consumatore secondo il termine piemontese avié, che indicava il mo-mento in cui, durante le sere d’inver-no, le famiglie si trovavano nel tepore delle stalle per scambiarsi esperienze e raccontare le favole ai bambini.«Quello che più mi rende orgogliosa di queste etichette – conclude la Borio – è che sono diventate oggetti da collezio-ne. Le persone non buttano la bottiglia, ma la conservano in modo che possa continuare a raccontare la sua storia».

da Passum ad avié, la sToria dEl packaging enoico

ParLa L’eticHetta

Mariuccia Borio – Cascina Castlet

i.p.

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anDar Per cantine

di vincEnzo damiano

Nel Borgo Ascheri, a Bra, accoglienza a �60°

Il segreto?

nel cuore del Roero sorge la città di Bra, e nel centro della città della zizzola, affacciato su un cortile, c’è un luogo dove l’accoglienza si sviluppa a 360°: è il Borgo ascheri. qui lo spirito della famiglia, improntato da sempre alla ricerca della qualità, traspira ovunque: dalla cantina, all’osteria, all’albergo, ogni dettaglio del “progetto ospitalità” è stato studiato per consentire al turista di vivere un’esperienza indimenticabile.

Ogni vino è frutto di tre diversi fattori: origine, vitigno e interpretazione. La prima dipende dal terroir e dal vigneto; il secondo elemento è frutto di una scelta; l’interpretazione è il marchio che ciascun produttore imprime al proprio lavoro.

un mix fra TradizionE E innovazionE

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anDar Per cantine i.p.

CANTINE ASChERI GIACoMo

Via G.Piumati, 2312042 Bra (CN)Tel. +39 0172 412394 www.ascherivini.com

Il nonno di suo nonno, suo omonimo, era citato dal Fantini nella Monografia sulla viti-coltura ed enologia nella Provincia di Cuneo datata 1879, modello di innovazione per il suo metodo «che partecipa dell’antico e del moderno» grazie all’introduzione di fili di ferro nella palizzatura del vigneto. Gigante buono del vino italiano, anche Matteo ascheri è un innovatore: ha dato forma all’idea di far sentire l’ospite come a casa propria, ampliando l’attività avviata nel 1880 da Giacomo Ascheri, che si tra-sferì a Bra lasciando la borgata Ascheri, a La Morra, in cui la famiglia affonda le pro-prie radici con attestazioni che risalgono addirittura al 1196. A fine ‘800 Bra, com-plice la fortunata posizione geografica, era vivacissima dal punto di vista com-merciale, autentico snodo per il mercato di pellame, cuoio, vino, formaggi, prodotti agricoli da Langhe, Roero e Valli cuneesi: dopo due Guerre mondiali con la Grande Depressione nel mezzo, anche a causa del progressivo declino della Casa Reale, questa funzione di collegamento con la grande città, Torino, andò indebolendosi. Delle numerose cantine che un tempo ne animavano l’attività commerciale, la Can-tina Ascheri, oggi, è l’unica rimasta nel ter-ritorio di Bra, depositaria di questa antica e nobile tradizione.

frutto di ristrutturazioni susseguitesi negli anni, oggi il Borgo ascheri è un gioiellino di grande pregio architetto-nico, che ruota intorno al fulcro della cantina.Nel nostro lavoro abbiamo scelto un ap-

proccio naturale, con un utilizzo mode-rato della tecnologia, senza stravolgere il vino con trattamenti particolari, rivalu-tando l’affinamento in legni non nuovi ed elaborando da soli le nostre scelte. Non seguiamo le mode di biologico o biodi-namico, ma siamo attenti alla sostenibilità, lavorando con etica e nel rispetto della natura. Cerchiamo però di essere sempre pragmatici, nella vigna come in cantina, arrivando anche ai mercati: l’evoluzione tecnica e tecnologica ci ha permesso di produrre vini migliori. Fino alla fine degli anni ’70, su dieci annate 3 o 4 erano buo-ne, 3 o 4 medie, 3 o 4 scadenti. Adesso sono quasi sempre ottime, e non è solo una questione di clima: c’è una gestione professionale della produzione, con le tempistiche e gli strumenti giusti, che ha avuto un impatto positivo sulla qualità. qualche numero?Abbiamo 45 ettari di vigneti su tre diver-si poderi, per una produzione annuale di circa 240mila bottiglie, quasi la metà del-le quali di Barolo. Esportiamo in 50 Paesi esteri oltre il 97% della nostra produzione, e in particolar modo in Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Su Cina e Rus-sia andiamo molto cauti… Preferiamo mercati che garantiscano una continuità nel tempo e, in ogni caso, la nostra produ-zione è praticamente tutta allocata. se dovesse scegliere la sua “etichetta del cuore”? Una fra i vini di sua produ-zione, una di un collega produttore.Direi un Barolo Sorano, o un Nebbiolo

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d’Alba Bricco San Giacomo, senza indicare un’annata in particolare: sono dell’idea che le sensazioni possano variare da persona a persona. Uscendo dal nostro territorio, di-rei invece un Château-Grillet, una piccola denominazione nella Rhône Valley: il vio-gnier riesce sempre a sorprendermi...

a proposito di viognier, come mai sul-la collina di Montalupa avete scelto di piantare varietà internazionali?Nei nostri vigneti nelle Langhe siamo andati sul classico, utilizzando solo vitigni autoctoni per i poderi di Serralunga d’Alba e al confine tra Rivalta di La Morra e Verdu-no. Nel Roero, invece, abbiamo cercato di esaltare il territorio con le uve più adatte a esprimerne le potenzialità: syrah e vio-gnier.

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anDar Per cantine

Ma se è vero che non sono vitigni au-toctoni, è innegabile il fatto che terreno e produttore sono piemontesi. Poi dalle nostre parti, generalmente, i bianchi sono fruttati e freschi – basti pensare al Gavi o all’Arneis –, mentre noi volevamo prova-re un bianco nuovo, diverso, che avesse complessità e struttura. Il viognier secon-do me ha una vita anche di 12-15 anni: per un rosso è qualcosa di abituale, trovo che l’invecchiamento di un bianco sia un discorso più eccitante.

qual è il segreto per un buon vino?Ogni vino è frutto di tre diversi fattori: origine, vitigno e interpretazione. La pri-ma dipende dal terroir e dal vigneto; il secondo elemento è frutto di una scelta; l’interpretazione è il marchio che ciascun produttore imprime al proprio lavoro. Per me, è fondamentale la fedeltà a tre caratteristiche ben precise: eleganza, con-centrazione naturale ed equilibrio. E sono convinto che il vino si faccia in vigna, più che in cantina, dove credo gli interventi debbano essere ridotti al minimo. C’è una persona che più delle altre ha segnato il suo percorso di vignaiolo?L’enologo Armando Cordero, persona tan-to umile quanto dotata di una sensibilità davvero unica. Mi ha fatto capire che per descrivere un vino bastano poche parole. E che, in cantina come nella vita, essere è meglio che apparire. Come si comunica il vino, oggi?Non c’è modo migliore di comunicarlo at-traverso i fatti: tutto quel che un vino ha da dire è dentro la bottiglia. Bisogna lavorare con serietà: farsi apprezzare è un proces-

so che richiede tempo, ma normalmente viene premiato, anche dalla stampa di set-tore. In ogni caso, sia che riceviamo una recensione positiva, sia che ci muovano una critica, contentezza o delusione du-rano in entrambi i casi cinque minuti: poi, comunque, si torna a lavorare.

non solo vino: parliamo dell’osteria Murivecchi?Là dove, nel 1880, erano le prime canti-ne di affinamento del Barolo della nostra famiglia, nel 1993 abbiamo ricavato un ambiente famigliare e accogliente dove proponiamo solo piatti tipici piemontesi, con un’attenzione particolare alle ricette della tradizione. Volevamo un locale che avesse personalità e siamo stati pionieri-stici: all’epoca non lo faceva nessuno… Si stava perdendo questa tipicità e noi cer-cammo di recuperarla. Non ad arte, ma in maniera autentica: conduzione familiare, tavoli in legno, ricette semplici, ma gusto-se, piatti del giorno scritti sulla lavagna e vini venduti anche al bicchiere… Era una novità assoluta! E a completare il progetto, l’albergo Cantine ascheri, quattro stelle.Il nostro hotel di design è frutto di una ristrutturazione del 2005, con la struttura ricavata sopra la cantina, visibile dalla hall attraverso il pavimento di vetro: l’idea è quella di invitare i nostri ospiti a degusta-re le nostre etichette, facendo capire loro che si trovano in un luogo particolare, che ha nel vino il suo epicentro. Una grande hall con soppalco e biblioteca tematica, un lounge bar, una terrazza estiva con viti selvatiche, 27 camere di cui 4 jr suite e 2 suite: tutto è curato nei minimi particolari con gusto e stile. In diverse stanze, inseriti direttamente nel muro, sono presenti dei monocoli che evidenziano monumenti e peculiarità braidesi. Perché viviamo in un territorio meraviglioso… Sarebbe un pec-cato non sottolinearlo.

Frutto di ristrutturazioni susseguitesi negli anni, oggi il Borgo Ascheri è un gioiellino di grande pregio architettonico, che ruota intorno al fulcro della cantina.

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C’è un filo rosso che lega nel tempo due vini dell’azienda agricola Elvio Cogno: il Barolo Vigna Elena Docg e il Barolo Bricco Pernice Docg. E quel filo è stato tracciato dai disegni im-pressi sulle rispettive etichette. La storia che li lega passa dalle mani di Elena Fissore, figlia di Valter Fissore e Nadia Cogno, titolari della celebre azienda vitivinicola che svetta su Bricco Ravera, a Novello. «Quando nel 1991 nacque nostra figlia – racconta Valter Fissore – de-cidemmo che l’evento doveva essere celebrato con l’impianto di una nuo-va vigna, le cui uve sarebbero state vinificate separatamente, per creare un nuovo cru. È allora che nasce il Ba-rolo Vigna Elena Docg, che prende il nome da quello di nostra figlia». Non solo il nome. Perché Elena, all’età di 3 anni, traccia sul foglio un disegno che colpisce i genitori: «Si trattava di un pulcino tutto colorato di giallo e arancione. Ma, accanto, Elena aveva disegnato un uovo particolare». L’uo-vo conteneva due occhi gialli, come a voler sottolineare che, dentro il guscio, c’era una vita in potenza, pronta a spiccare il volo. «Il disegno di Elena ci è piaciuto proprio per que-sto: perché rappresentava qualco-sa di giovane e di vivace, di appena nato, come il Barolo e la vigna da cui proveniva».

«Questa immagine mi rappresenta molto – afferma Elena a proposito della sua etichetta – perché anche io sto attraversando la fase in cui la “piccola bambina” lascia il nido per lanciarsi in volo nel mondo».A distanza di 15 anni, dopo aver frequentato la scuola professio-nale di grafica pubblicitaria a Bra, Elena torna infatti sulle etichette di famiglia. L’occasione è data dal Barolo Bricco Pernice Docg, nome ispirato al luogo in cui le pernici in amore costruiscono il nido. Il lavo-ro su questo nuovo prodotto è più maturo ed elegante, ma trattiene dentro si sé quella spontaneità e quella passione per la stilizzazione grafica che già caratterizzavano la prima etichetta. «Mi guardo indietro e noto con piacere che sono maturata – racconta ancora Elena –: dal pulci-no infantile all’etichetta professiona-le. Mi sono posta un obiettivo e l’ho raggiunto. Sono grata ai miei genitori che mi danno la possibilità di mettere a frutto le mie capacità». «Abbiamo semplicemente utilizzato il talento di nostra figlia – spiega Valter Fissore –. Speriamo che Elena conti-nui a disegnare le etichette e – con-clude con un sorriso – a produrre i vini della nostra azienda».

in vignac’è un

pulcino

ParLa L’eticHetta

Valter Fissore – Elvio Cogno

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di piEro TEnaglia

Un 2013 ricco di proposte, per l’Enoteca Regionale “Colline del Moscato”

dolcE pEr

naTura

«l’Enoteca del castello è un grande scrigno che racchiude in sé tutte le bellezze e le peculiarità della langa del moscato, è una vetrina prestigiosa per i produttori dei cinquantadue Comuni, molti dei quali piccolissimi, che producono il re de vini dolci, ma è soprattutto un luogo di umanità e di cultura unico nel suo genere. frequentando Mango e la sua Enoteca, [...] abbiamo capito cosa vuol dire amare la propria terra e valorizzarne i prodotti».

Partita con una ventina di soci, l’Enoteca ‘Colline del Moscato’ oggi raccoglie la produzione di quasi cento produttori della zona, provenienti da tre province – Cuneo, Asti e Alessandria – per un totale di 5� Comuni.

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ENoTECA REGIoNALE “CoLLINE DEL MoSCATo”

P.zza XX Settembre 1912056 - Mango (CN)Tel. +39 0141 89291www.enotecamoscato.com

Così lo scrittore e giornalista Ginetto Pellerino scrive di Mango e dell’Eno-teca Regionale “Colline del Moscato”, un luogo che dalla fondazione a oggi non ha mai smesso di essere il punto di riferimento di un territorio, quello del moscato, che ha scritto la storia del vino. Prima regalando i natali e contri-buendo al successo dello spumante italiano più celebre nel mondo, l’Asti Docg, e oggi operando una continua e appassionata valorizzazione del Mo-scato d’Asti Docg, sempre più apprez-zato in Italia come all’estero. Una lUnga fEdEltàLa storia dell’Enoteca Regionale “Colli-ne del Moscato” è quella di una lunga fedeltà al proprio territorio. Nata nei primi anni ‘80 dall’infaticabile energia e creatività di Raoul Molinari, istrioni-co comunicatore che per primo intuì le potenzialità del turismo di queste zone, l’Enoteca era la settima del Pie-monte dopo quelle di Grinzane, Barolo, Vignale, Acqui Terme, Canale e Barba-resco. Costruita nello splendido castel-lo secentesco dei Marchesi Busca sulla cima di uno dei colli più suggestivi di tutta la Langa, l’Enoteca di Mango fu immediatamente il principale punto di selezione delle eccellenze vitivinicole e gastronomiche del territorio, divenen-do in breve tempo un luogo impre-scindibile per tutti quelli che vogliono assaggiare e conoscere le colline del moscato, senza rinunciare a capirne la cultura millenaria.

«L’intuizione di Raoul Molinari e di chi con lui fondò l’Enoteca fu quella di creare un centro polivalente in un luogo che fino ad allora, pur avendo moltissime cose da dire, aveva poche occasioni di comu-nicarle», spiega Valter Bera, produttore vinicolo e attuale presidente dell’Eno-teca Regionale “Colline del Moscato”. Fu così che, accanto alla vendita e alla degustazione del Moscato d’Asti e del-l’Asti, i locali del Castello cominciarono a raccogliere il meglio della cultura locale, a organizzare fiere ed eventi, mostre d’arte e prodotti della terra, dibattiti e kermesse in cui, a partire dal vino, la parola sgorgasse direttamente dall’incredibile ricchezza del territorio. Una ricchezza umana, prima di tutto, che con fatica e dedizione ha trasfor-mato luoghi un tempo isolati in zone riconosciute come le più belle e ospi-tali delle Langhe, in grado di esprimere una qualità vitivinicola unica al mondo. «Per molto tempo l’Asti è stato considera-to un vino “speciale” – continua Valter Bera – o, peggio, industriale. Oggi invece, dopo anni di attenta e costante comu-nicazione e valorizzazione, possiamo fi-nalmente accorgerci che possiede infiniti cru e sfumature degni dei più grandi rossi del Piemonte».

tUttI I nUMERI dEl MosCatoUn riconoscimento e un successo, quelli del moscato, che sono visibi-li anche dai numeri. Partita con una ventina di soci, l’Enoteca “Colline del

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Moscato” oggi raccoglie la produzione di 80 vitivinicoltori e 20 produttori di specialità enogastronomiche, prove-nienti da tre province – Cuneo, Asti e Alessandria – per un totale di 52 Co-muni. «L’intenzione dell’Enoteca è quella di porsi come punto di incontro e propul-sione di una zona strategica per l’econo-mia del Piemonte e dell’Italia – confessa Bera –. Basti pensare che con le uve mo-scato si producono quasi cento milioni di bottiglie in un territorio di oltre diecimila ettari, dove il vigneto è diventato la più importante fonte di sostentamento per quasi 5mila famiglie. Un’importanza commerciale che si ripercuote sull’econo-mia nazionale, visto che l’80% delle bot-tiglie prodotte viene acquistato all’estero e che nella zona di Canelli, proprio grazie al moscato, è sorto uno dei principali poli industriali di macchine per il vino e lo spumante». Una sfIda PER Il fUtURoIl territorio, l’economia, la passione per il vino, la bellezza struggente delle vi-gne che, osservate dall’alto dell’Eno-teca di Mango, danno l’impressione di stendersi come un mare di filari pun-teggiato da casolari a guisa di piccole

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imbarcazioni. Se aggiungiamo che Mango e le sue colline si incisero nelle pagine di Cesare Pavese e di Beppe Fe-noglio (che amò Mango in modo parti-colare), possiamo capire ancor meglio la ricchezza di questi luoghi. «Mango e la sua Enoteca possiedono un “paesag-gio culturale” fantastico – afferma Valter Bera –. La sfida che ci attende è quella di riuscire a comunicare in maniera sempre nuova questa fantastica eredità, con un piano di rilancio che sappia proiettare il nostro territorio nel nuovo millennio». è da questa consapevolezza che il 2013 si annuncia come un anno di importan-ti cambiamenti per l’Enoteca Regionale di Mango: «Intanto ci sarà un nuovo di-rettivo. Poi vogliamo parlare a tutti e per farlo abbiamo deciso di utilizzare le tecno-logie disponibili – continua Bera –. Oggi è importante che le nostre zone sappiano affascinare gli enoappassionati, amplian-do l’offerta delle Langhe. E l’Enoteca deve comunicare tutto questo senza mettersi in competizione con le zone del Barolo o del Barbaresco. Al contrario, il nostro obiettivo è quello della complementarietà. L’enotu-rista deve esclamare: “Non posso dire di conoscere le Langhe se non sono passato dalle colline del moscato”». Per restare al passo con i tempi l’Enote-ca si doterà di un nuovo portale web, moderno e dinamico, che non solo presenti le iniziative e le etichette dei

tanti produttori, ma, nello spirito della fondazione originale, diventi il punto di incontro per le notizie e la comunica-zione degli eventi di tutto il territorio. E il sito sarà il primo passo verso un utiliz-zo sempre maggiore dei social network, come piazza virtuale per diffondere la cultura del moscato. Cultura che non ha paura di confrontarsi con il mondo virtuale «perché è un’eccellenza più che reale», sottolinea ancora il presidente dell’Enoteca di Mango. Twitter e Facebook, ad esempio, grazie ai food blogger invitati per l’occasione, sono stati i protagonisti dell’evento “Dolce, di natura”, svoltosi all’Enoteca di Mango a marzo. Il Moscato Docg e l’Asti Docg hanno incontrato i più esperti lievististi italiani – Pasticceria

Terreno, Mondovì (CN), Pasticceria Bi-sco, Costigliole d’Asti (AT), Pasticceria Chieli, Sansepolcro (AR), Pasticceria Fili, Borghetto Santo Spirito (SV), Pasticce-ria Brena, Ponte San Pietro (BG) – che per l’occorrenza hanno svelato i segreti della lievitazione naturale con il lievito madre. Anche YouTube sarà sfruttato. In occasione del cinquantesimo anni-versario della morte di Beppe Fenoglio, l’Enoteca di Mango realizzerà alcuni video digitali alla riscoperta dei luoghi fenogliani, rendendo accessibili con un click le meraviglie che si fissarono sulle pagine di uno dei più importanti scrit-tori del Novecento. Proprio il rapporto tra l’Enoteca e Feno-glio sarà protagonista delle iniziative del 2013. Nei locali del Castello, per tutta la primavera, verrà allestita la mostra del pittore Sandro Chia ispirata al romanzo La Malora, epopea della Langa povera e coriacea, che non vuole arrendersi. Tra le 20 opere del maestro della tran-savanguardia ci sarà anche un ritratto di Beppe Fenoglio eseguito da Massimo Berruti, eroe della pallapugno, oggi pit-tore di fama internazionale: «Ho dipinto il viso di un uomo delle Langhe», dice Berruti. Che conclude, cogliendo in un tratto lo spirito che ha sempre animato il territorio: «Un uomo di quelle Langhe fatte di gente tosta e silenziosa, chiusa a riccio, ma sempre ricca di umanità».

L’intuizione di Raoul Molinari e di chi con lui fondò l’Enoteca fu quella di creare un centro polivalente in un luogo che fino ad allora, pur avendo moltissime cose da dire, aveva poche occasioni di comunicarle.

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Sappiamo bene tutti che il vino è fatto di sostanza, colore, profumi, sapore e soprattutto poesia. Una delle caratteristiche intrinseche di cui il vino è però privo è la forma. Le necessità, quindi, di conservare intatto questo prezioso nettare affinché fosse comodamente trasportato per essere distribuito e commercializzato hanno richiesto fin dagli albori della cultura enoica riflessioni di natura pratica riguardanti il problema di come dargli una dimensione. Risolte queste richieste, la sua diffusio-ne capillare e il mercato hanno imposto altre questioni dettate dalla comunicazione del prodotto, con il fine di conquistare e fidelizzare sempre di più il consumatore finale.Ed ecco che qui si inserisce il Design nell’accezione più contempora-nea e ampia del termine: come strumento del marketing (o meglio come elemento di promozione) e come espressione di un valore estetico che sottintende ed è affine alla qualità del prodotto (o me-glio come elemento comunicativo).Ad oggi con il termine wine design possiamo indicare tutte quelle azio-ni, progetti, e fenomeni di cultura visiva che riguardano il mondo del vino e sono studiati appositamente per ottimizzare la produzione, la promozione e il consumo del liquido amorfo e divino che tanto ado-riamo. Le aree di interesse riguardano l’aspetto con cui si presenta (labeling & packaging), etichetta e contenitore o anche “abbigliaggio”, quindi gli accessori con cui viene servito e degustato (glassware e tableware in gergo anglosassone), i luoghi dove viene prodotto e le sue architetture, le campagne pubblicitarie e i progetti speciali, anche di arredo, che vengono realizzati per offrire un corollario di contenuti utili a rafforzare il prestigio o il mito di uno specifico marchio.E negli ultimi anni un crescendo di esperienze progettuali concrete, con valenze multidisciplinari, ci permette di affermare che finalmente il vino non solo ha trovato una forma, bensì infinite e stupende dimen-sioni in continua evoluzione. Una mostra sarebbe di per sé limitata per esporre e contenere tutti i progetti già realizzati e quelli che ancora devono vedere la luce. Di seguito proviamo però a proporre alcuni esempi che si sono posti come pietre miliari, o perlomeno rappresen-tano un unicum nel loro contesto, o che lo hanno addirittura superato e ne sono usciti per narrare storie che hanno un solo punto di partenza comune: il vino.

di axEl ibErTi

Quando il vino inconTra il dEsign

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Wine & Design

Progetto: cantina domestica – wine storageTitolo: Vertical Limit by Vevue ClicquotAutore: Porsche DesignUn progetto dalle linee minimaliste, un totem elegante segnato da profili spic-catamente grafici che rimandano alla silhouette stilizzata di bottiglie accatasta-te una sull’altra. Ogni profilo un cassetto con apertura ad anta dal contenuto pre-zioso: un’annata millesimata dello cham-pagne della maison francese. A salire, dal cassetto più basso a quello più alto un’in-dimenticabile degustazione verticale di bollicine. Solo un dubbio: se prosciugato possiede ancora il suo valore o è un vuo-to a perdere?

Progetto: Show room & Wine shopAutore: Zaha Hadid per Vina Tondonia Lopez de HereidaSito web: www.zaha-hadid.comIn Spagna, nella zona della Rioja, hanno capito da tempo che l’architettura è da considerarsi insieme al paesaggio come elemento di marketing per il vino e come incentivo al turismo enologico. A Logroño, Zaha hadid per la Bodega Lopez de herei-da ha progettato – con il suo tratto deco-struttivista – questo piccolo negozio, ispi-randosi inequivocabilmente alle fattezze di un decanter senza rischiare di scadere nel ridicolo o nel grottesco. Attenzione quindi a non confondere l’edilizia con l’ar-chitettura.

Progetto: DecanterTitolo: Carafe n°5Autore: Etienne MeneauSito web: www.the-strange-decanter.blogspot.itIl cosiddetto “paradosso francese” codifica-to nel 1992 dal ricercatore francese Serge Renaud dell’Università di Bordeaux, dimo-stra gli effetti positivi sul sistema cardiova-scolare del consumo moderato del vino grazie al resveratrolo in esso contenuto, che ha un’azione antiossidante. Questo decanter di Etienne Meneau si sviluppa come la possibile ramificazione dell’ap-parato circolatorio. Bevete comunque re-sponsabilmente.

Progetto: PubblicitàAutore: Agenzia Y&RSito web: www.yr.com “Alfa Romeo promuove il godimento re-sponsabile del vino. Anche quello della guida. Per godere appieno di entrambe le passioni, per favore, non mischiate mai le due cose”. è questo il testo di una pubbli-cità che sensibilizza il consumatore su un tema tragico. Se in un primo momento la frase ci pare arguta e simpatica, dopo arriva la riflessione più seria che penetra con intelligenza nel nostro corredo di re-sponsabilità: quando beviamo e quando guidiamo.

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Piemonte

Progetto: EtichettaTitolo: TierraAutore: Eduardo del FraileSito web: www.eduardodelfraile.comIl mondo delle etichette è bello perché è vario. Ci sono una miriade di progetti stupendi e ben riusciti. Cantine storiche, anno dopo anno, con piccoli impercettibili aggiustamenti rie-scono ad aggiornare la propria etichetta mantenendo un’estetica intramontabile e al passo coi tempi. Nuovi marchi si affidano a grafici che riescono a produrre etichette accattivanti. In questo caso abbiamo scelto un progetto estremo: lo spagnolo Eduardo del Fraile ha immaginato questa etichetta “Tierra” come pura espressione del terroir di un vino. Più di cosi è impossibile!

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Progetto: Wine shopAutore: Arthur Casas per Mistral Wine ShopSito web: www.arthurcasas.comQuelli che definiamo mercati terzi hanno un potenziale di spesa e un interesse sem-pre più alto nei confronti del vino. In Bra-sile, a San Paolo, l’architetto Arthur Casas ha realizzato l’interior design di Mistral, un wine shop che, grazie a questo progetto ben riuscito, ha ottenuto le principali pa-gine delle riviste specializzate e non. Per scegliere e degustare un vino, creare la scena è fondamentale.

Progetto: CampanelloTitolo: Bottoms UpAutore: Peter Van Der Jagt per Droog DesignSito web: www.petervanderjagt.comUn vero WINEPASSionate non può non averlo in casa per sapere chi c’è alla pro-pria porta. Magari il corriere, con qualche fine bottiglia d’annata.Si installa per sostituire il fastidioso tono metallico del proprio citofono: una volta che l’ospite preme il campanello, la bobina elettrica fa vibrare il martelletto sul corpo dei bicchieri rovesciati, che riproducono e quindi amplificano il magico suono di un brindisi. Musica per le nostre orecchie. Cin cin e benvenuti!

Progetto: BicchieriTitolo: Seven Deadly GlassesAutore: KacperhamiltonSito web: www.kacperhamilton.comSette bicchieri ispirati ai sette vizi capitali. Evi-dentemente chi apprezza il vino, per indole, li commette tutti… Realizzati in cristallo da mae-stranze artigiane, possiedono un’appropriata allure gotica e barocca e chiaramente sono fatti per punire e non per premiare le menti pecca-minose. Ogni tipologia di peccatore incallito trova il proprio bicchiere che, per analogia o contrappasso dantesco, permette di degustare il vino a proprio rischio e pericolo.

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LangheTerra di grandi vini

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Langhe guida

LangheWINEPASS I �1vIsItE In azIEnda

a pagamentodEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

CEnaPrezzo medio

osPItalItàPrezzo medio

minestra di riso, latte e castagneIngredienti per 4 persone200 gr di castagne fresche 150 gr di riso 1/2 lt di latte25 gr di burro 2 lt di acqua sale q.b.PreparazioneSbucciate le castagne e lasciatele ammor-bidire in acqua tiepida per poter togliere la seconda pellicina. Mettete le castagne in una pentola di acqua salata e fate bollire per due ore e mezza. Aggiungete il riso e, a metà cottura, unite il latte e il burro. Lascia-te cuocere il tutto a fuoco lento finchè la minestra assume un aspetto denso e cre-moso. Questo è un ottimo piatto per scal-dare l’autunno, ma si può realizzare tutto l’anno utilizzando le castagne secche.

Ricetta tratta da: Le Ricette di Zia Fiorellawww.ricetteziafiorella.com

Bagna caudaIngredienti100 gr di acciughe salate4 spicchi d’aglio250 gr d’olio50 gr di burro1 tazza di lattepannaverdure crudePreparazioneSchiacciate gli spicchi d’aglio e teneteli a bagno per due ore nel latte. In un tegame di coccio scaldate l’olio, aggiungete gli spicchi sgocciolati e, con un cucchiaio di legno, riduceteli a crema. Unite le acciu-ghe dissalate e deliscate, due cucchiai di panna, una noce di burro e cuocete (sen-za far bollire) mescolando fino allo sciogli-mento delle acciughe. Ponete il recipiente sull’apposito fornello al centro della tavola, dove ogni ospite intingerà le sue verdure.

Ricetta tratta da: Il Cucchiaio d’Argentowww.cucchiaio.it

noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devo-no essere considerate come un’informazione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

ABBONABorgata San Luigi, 40 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 721317 • [email protected] www.abbona.com

C

ACCOMO F.LLI SILVANO E BRUNOStrada Sinaglio, Madonna di Como - 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173 612209 • [email protected] www.poderisinaglio.it

A 75

ALARIO CLAUDIOVia Santa Croce, 23 - 12055 Diano d’Alba (CN) Tel. +39 0173 231808 • [email protected] www.alarioclaudio.it

C

ANNA MARIA ABBONAFraz. Moncucco, 21 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 797228 • [email protected] www.annamariabbona.it

B

BRICCO MAIOLICAVia Bolangino, 7 - 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 612049 • [email protected] www.briccomaiolica.it

BD 80 con colazione

BRICCO MOLLEAVia Montex, 1 - 12080 Vicoforte (CN)Tel. +39 0174 563364 • [email protected] www.relais-art.com

A 120 con colazione

CA’ VIOLABorgata San Luigi, 11 - 12063 Dogliani (CN) Tel. +39 0173 70547 • [email protected] www.caviola.com

BC

40/50 40/50 180/210

CANTINE LUZI DONADEI FABIANIBorgata Chiecchi Soprani, 3 - 12060 Clavesana (CN) Tel. +39 0173 790387 • [email protected] www.cantineluzi.com

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CASCINA ROSSAVia Cane Guido, 24 - 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 231918 • [email protected] www.cascinarossa.com

AC

CHIONETTI QUINTO E FIGLIOBorgata San Luigi, 44 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 71179 • [email protected] www.chionettiquinto.com

B

CLAVESANAFraz. Madonna della Neve, 19 - 12060 Clavesana (CN) Tel. +39 0173 790451 • [email protected] www.inclavesana.it

A

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LA TORRICELLALoc. S.Anna, 98 - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78327 • [email protected] www.latorricella.eu

B

25/40 25/40 100 con colazione

GILLARDILoc. Corsaletto, 69 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 76306 • [email protected] www.gillardi.it

C 20 20

MASCARELLO GIUSEPPE E FIGLIOVia Borgonuovo, 108 - 12060 Monchiero (CN) Tel. +39 0173 792126 [email protected] www.mascarello1881.com

CE

MOSSIOVia Montà, 12 - 12050 Rodello (CN)Tel. +39 0173 617149 • [email protected] www.mossio.com

C

OLIVERO MARIOVia Fontanassa, 19 - 12060 Roddi (CN)Tel. +39 0173 615256 • [email protected] www.oliveromario.com

C

PECCHENINOBorgata Valdiberti, 59 - 12063 Dogliani (CN) Tel. +39 0173 70686 • [email protected] www.pecchenino.com

C 110

PODERI LUIGI EINAUDIBorgata Gombe, 31 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70191 • [email protected] www.poderieinaudi.com

BE 150

SAN FEREOLOBorgata Valdibà, 59 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 742075 • [email protected] www.sanfereolo.com

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TENUTA LANGASCOFraz. Madonna di Como - 12051 Alba (CN)Tel. +39 0173 286972 • [email protected] www.tenutalangasco.it

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il gusTo dEl TErriTorio

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Procedere da alba verso le colline dell’alta langa a bordo di un motociclo è prima di tutto un’esperien-za tattile ed olfattiva, una sorta di transizione sensoriale che attraverso i cambiamenti dell’aria indica al corpo l’attraversamento di confini spesso impercettibili alla vista. dall’afosa pianura di alba, ricca di umidità e pulviscoli, si passa all’etere cristallino di luoghi come Benevello, Borgomale, Manera e san Bovo, i cui boschi profumano di muschio e fango, felci e ombre gelide, anche in piena estate.

Salire in Alta Langa è anche un cambiamento di paradigma che, lasciando alle spalle le colline vitate dell’al-bese, conduce a zone selvagge, dove le vigne lasciano spazio a noccioleti, campi di grano, pascoli e gole dalla vegetazione rigogliosa. E dove l’antropizzazione del paesaggio, così netta e visibile nella Langa dei grandi vini, si va pian piano rarefacendo, riportando in vita lo splendore di una natura incontaminata e mai doma, coriacea e spesso avara di soddisfazioni, come ebbe a descriverla Beppe Fenoglio.Proprio uno dei luoghi fenogliani per eccellenza può costituire la prima tappa del nostro viaggio: la località del Pavaglione, attorno alla cui cascina è ambientato gran parte del romanzo La malora. Il Pavaglione

è uno di quegli antichi luoghi padronali dove si rac-coglieva la manodopera dei villaggi circostanti. Qui giovani manovali e garzoni imparavano presto che «la terra è bassa» (secondo il detto contadino), alternando il lavoro alle bevute, il gioco delle carte alla consapevo-lezza che, su quelle colline, la fatica accomunava tutti, come la morte.

La cascina del Pavaglione, dopo un lungo abbandono, nel 2006 è stata finalmente ristrutturata: oggi accoglie mostre fotografiche, eventi culturali, incontri artistici e letterari. Da Alba si raggiunge procedendo in direzio-ne di Cortemilia: giunti a Manera, si volta a sinistra per Mango e dopo l’agglomerato di Montemarino si

imbocca sulla destra la carreggiata che conduce a San Bovo, minuscola frazione di Castino.

Percorrere questa strada a bordo di una vespa o di una moto regala emozioni impareggiabili e soddisfa-zioni paesaggistiche che valgono viaggio. Man mano che si procede verso il Pavaglione ci si immerge in

il microcosmo anTico di san bovo

itinerari

�� I WINEPASS

PERCoRso: alba - Manera - san Bovo di Castino - Campetto - Borgomale - albalUnghEzza: 40 km

Il castello di Borgomale

La chiesetta di San Bovo

di GABRIELE PIERONI

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itinerari

un’atmosfera antica, dove la civiltà umana sembra scomparire a favore di boschi e campi incolti. Anche la vegetazione muta, mischiando le conifere alle latifoglie e aprendosi ad ampi spazi simili a pascoli d’alta quota.Dopo la visita ai luoghi fenogliani, non perdete l’occasione per spingervi fino a San Bovo, pochi chilometri più avanti. Il paesello è costituito da un’unica piazza sulla quale svetta la magnifica chiesa dedicata a Bovone (o Bovo), santo protettore del bestiame, taumaturgo e, prima ancora, cavaliere massacratore di Saraceni.Stupitevi della pace di questo luogo sostando nella piazza – immobile e bianchissima, sempre assolata – circondata da boschi e sentieri che si inoltrano nei rittani della Langa più inesplorata. Pur nella sua dimensione microscopica, San Bovo offre ristoro ai viandanti e la possibilità di fantastiche gite a cavallo. Si può mangiare o bere un bicchiere di vino alla locanda san Bovo, che durante la bella sta-gione è anche un affittacamere. Ristrutturata da poco, ha un bellissimo dehor che si affaccia sulla vallata.O ci si può dirigere verso il maneggio dell’ associazione Ippica san Bovo, di fronte alla Locanda. Fon-data da una simpatica ed eccentrica famiglia svizzera che nel 1988 decise di acquistare casa lì, è il punto di riferimento per le escursioni a cavallo nei dintorni. Per qualsiasi informazione chiedete di Michael o Sara, sono guide esperte e competenti.

Inforcate nuovamente la vostra vespa e percorrete a ritroso la strada che vi ha condotto in questo angolo di paradiso: dopo circa mezzo chilometro, svoltate sulla sinistra e lanciatevi giù per la stradina asfaltata che conduce in Valle Belbo. Questo è un altro tratto memorabile. Passerete fra boschi odorosi che all’improvviso aprono squarci di luce sulle colline circostanti, coltivate a noccioli o a vigneti di favorita, da cui a Rocchetta e Cossano Belbo nasce il Langhe Favorita Doc. La discesa è punteggiata di cascinali in pietra abbandonati o di recente recupero. Uno di questi, pregevolmente ristrutturato, presenta un pilone votivo assai particolare: la Madonna e il Cristo sono ospitati in una loggetta sormontata dalla scritta «Fate l’amore, non la guerra»: non proprio una citazione biblica.

La strada termina sulla Statale che a sinistra conduce a Rocchetta Belbo. Per tornare ad Alba prendete a destra fino a Campetto, frazione sorta sul ponte che attraversa il fiume Belbo. Qui potrete fare una pausa caffè o un aperitivo all’ osteria del Ponte, oppure guidare fino a Borgomale, per ammirare il magnifico borgo medievale dominato dall’imponente castello del XII secolo, poi riedificato nel 1429. In paese potrete cenare alla popolare osteria della Pace, famosa per i prezzi abbordabili e il cin-ghiale, o scegliere l’ Enoteca Comunale. Quest’ultima è stata restaurata nel 2005, portando a nuovo splendore gli antichi crutin e gli infernot (le cantine) del Castello. Qui Claudia e suo marito, oltre ad avere un’ottima scelta della migliore produzione vinicola delle Langhe, su prenotazione, preparano cene e merende sinòire (merende della tradizione contadina con salumi, formaggi e dolci) in cui protagonista d’eccellenza è la rinomata carne rossa di Cossano Belbo.

CasCIna dEl PavaglIonELocalità Pavaglione 12050 San Bovo di Castino (CN)Tel. +39 333 4663388www.terrealte.cn.it • [email protected]

assoCIazIonE IPPICa san BovoVia Trezzo Tinella, 30 12050 San Bovo di Castino (CN)Tel. +39 0173 82 45 03 / +39 328 3273404www.sanbovo.it • [email protected]

CastEllo dI BoRgoMalE(Proprietà privata)Piazza Castello – 12050 Borgomale (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

WINEPASS I ��

sPaghEttotECa CaMPolEonELocalità Manera, 6 – 12050 Benevello (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

loCanda san BovoVia Trezzo Tinella, 10 12050 San Bovo di Castino (CN)Tel. +39 333 8950328

ostERIa dElla PaCEVia Alba, 5 – 12050 Borgomale (CN)Tel. +39 0173 529037

ostERIa dEl PontELoc. Campetto, via Nazionale 3812050 Castino (CN)Tel. +39 0173 854232

RElaIs vIlla d’aMElIa ManERaLocalità Manera, 1 – 12050 Benevello (CN)Tel. + 39 0173 529225 [email protected]

hotEl RElaIs MontEMaRInoLocalità Manera, Via Alba, 6612050 Borgomale (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Ca’ PavaglIonE B&BLoc. Pavaglione, Via Trezzo Tinella, 19 San Bovo di Castino (CN)Tel. +39 335 5929263www.capavaglione.it • [email protected]

foRno a lEgna dI ManERaLoc. Manera, 4 – 12050 Benevello (CN)Tel. +39 0173 529406

salUMIfICIo sUBalPInoFraz. Ricca, Via Cortemilia, 92/A 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. + 39 0173 [email protected]

EnotECa CoMUnalE dI BoRgoMalEPiazza Castello – 12050 Borgomale (CN)Tel. +39 340 7510648 / +39 329 [email protected]

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“Paese contadino da sempre, case in maggior parte costruite con muri in pietra a secco e senza intonaco. Le vie e le strade sono sterrate, larghe il giusto per il passaggio dei carri, nessun tipo di illuminazione notturna, niente rumori di motori. Nelle orecchie, abituate a discernere e percepire, giungono altri suoni, come lo scalpiccio di passi, […] lo zoccolio di cavalli, asini e buoi, i cigolii di ruote, lo stormire di foglie, i cinguettii distinti uccello per uccello e spiegati dai nonni ai nipoti nell’interminabile ruota della vita.”

Mario Corrado Diano, figli del grande castello

Diano D’alba

�� I WINEPASS

Focus

Diano D’Alba è un guizzo improvvi-so ed elevato della terra, un colpo di pennello inaspettato che disegna un dosso prominente sulle colline: un muraglione di arenaria bianca che, a Nord, svetta e vigila sulla pianura di Alba, mentre a meridione punta gli occhi sul fascino magnetico dei vigne-ti del Barolo e l’aria tersa e misteriosa dell’Alta Langa.Molto del fascino di Diano, nonché della sua storia, alberga proprio nella posizione di questo borgo medioeva-le, il cui punto più alto e panorami-co sfiora i 500 metri e permette una vista a 360 gradi sulle Langhe.Su questo promontorio – che gli an-tichi Romani consacrarono alla dea Diana, da cui deriva il nome – sorgeva il più imponente e inespugnabile dei castelli della Bassa Langa. Un forte am-bìto dai signori feudali e conteso dai potenti perché poteva dominare tan-to sulla pianura quanto sulla collina. Il Comune di Diano si estende infatti sulla dorsale che separa due vallate: a Est quella del torrente Cherasca, che scende da Montelupo e sfocia nella valle del Tanaro; a Ovest la Valle Tallo-ria, percorsa dall’omonimo corso d’ac-qua, che separa l’Albese dai declivi di Serralunga d’Alba.Se oggi Diano ha l’aspetto di un picco-

lo paese a vocazione agricola e turisti-ca, un tempo rivestì un ruolo di prima-ria importanza e nell’Alto Medioevo subentrò addirittura ad Alba come sede per l’amministrazione civile. Tan-to che, quando Carlo Magno restituì al capoluogo il potere comitale, per lun-go tempo fu chiamato “Comitato Dia-nese” e non “Albese” come ci si sarebbe aspettato.Di questa gloria, però, non resta che l’elevazione del luogo e un “vuoto” creato dalla bella piazza che circon-da la settecentesca Parrocchiale di san giovanni. Perché il castello di Diano, oggi, non esiste più. Fu di-strutto fino alle fondamenta nel 1632 dal Duca Vittorio Amedeo I di Savoia, il quale, strappandolo ai Prìncipi del Monferrato, fece capire che nessuno dopo di lui avrebbe più potuto utiliz-zare Diano come roccaforte per domi-nare un territorio la cui importanza per i commerci e il vino cresceva di anno in anno.Sebbene orfani della protezione del castello, gli abitanti di Diano ripiega-rono sulla coltivazione della vite, i cui frutti erano già celebri nel Medioevo, ma che ebbero una rinascita proprio verso la fine del XVIII secolo, quando i nobili legati ai Savoia recuperarono le terre incolte e diedero nuovo impulso al vitigno autoctono: il dolcetto.è così che Diano divenne il regno del Dolcetto di Diano d’Alba Docg (o Dia-no d’Alba), vino di colore rosso rubi-no-porpora, profumi di frutta scura e

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di GABRIELE PIERONI

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PUnto PanoRaMICoVia Umberto I, piazzale della Chiesa 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 69101 / +39 0173 69191www.dianoalba.gov.it • [email protected]

PaRRoCChIalE dI san gIovannIVia Umberto I – 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 69101 / +39 0173 69191www.dianoalba.gov.it • [email protected]

Palazzo CoMUnalEVia Umberto I, 22 – 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 69101 / +39 0173 [email protected]

CantIna CoMUnalE “I soRÌ dI dIano”Via Umberto I, 11 – 12055 Diano d’Alba (CN)

bevibilità a tutto pasto. Al dolcetto è dedicato il 60% dei 473 ettari di ter-ritorio vitato del Comune, segno di un amore e di una fedeltà che trava-licano i secoli. Amore e fedeltà che nel 1986 si trasformarono nel primo piano regolatore dei vigneti condot-to da un Comune italiano, con l’indi-viduazione e la catalogazione delle aree vocate alla viticoltura e l’autoriz-zazione a usare in etichetta i toponi-mi tradizionali dei Sorì, che in dialetto significa “luogo solatìo”: microcosmo di perfezione per suolo, esposizione e clima.I Sorì autorizzati sono oggi 76 e gran parte del vino prodotto in queste aree può essere trovato alla Can-tina Comunale, punto di riferimento imprescindibile per chi vuole gustare appieno Diano e il suo terroir. La can-tina, ubicata nelle antiche prigioni di una ex caserma dei Carabinieri, acco-glie oltre 160 etichette di 43 produtto-ri locali, con l’obiettivo di valorizzarne il lavoro: per essere presenti bisogna infatti produrre almeno un Dolcetto di Diano d’Alba. Ma al suo interno si possono trovare anche bottiglie di Langhe Favorita, Langhe Arneis, Nebbiolo d’Alba e Barolo (una piccola parte del territorio di Diano rientra in-fatti nel disciplinare del nobile rosso). La cantina offre anche una selezione di prodotti locali come pasticceria secca, grissini e olio di nocciola.A Diano non manca infatti l’offerta ga-stronomica, così come la possibilità di soggiornare sulle colline, a due passi da Alba. Sulla piazza centrale, sotto la rocca della Parrocchiale, la locan-da ‘d Batista è un ristorante delizioso

per qualità, semplicità e prezzo. Per cenare immersi nei Sorì, consigliamo invece la trattoria nelle vigne, con veranda e terrazzini che si affacciano sulle colline. Nella parte di Diano che si sviluppa a Nord del centro storico si

trova infine l’ albergo e Ristorante ai tardì. Da poco rinnovato e ristrut-tutrato, gode di un panorama unico, che nelle giornate limpide spazia fino alla punta innevata del Monviso.

WINEPASS I �5

Focus

1 Tel. +39 0173 [email protected]

loCanda ‘d BatIstaVia Guglielmo Marconi, 11/A – 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 468011

tRattoRIa nEllE vIgnEVia Moglia Gerlotto, 7/A – 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

alBERgo RIstoRantE “aI taRdÌ”Via San Sebastiano, 81 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Il CoRtIlE ostERIa & CaMEREVia Santa Croce, 17 12055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 69595www.agriturismoilcortile.itilcortile@agriturismoilcortile.it

MUsEo dElla vItE dEl vIno E dElla CIvIltà ContadInaFrazione Valle Talloria – Via Cane Guido, 2412055 Diano d’Alba (CN)Tel. +39 0173 231918 / Cell. +39 333 [email protected]

fattoRIa lo stRUzzo alPInoVia San Sebastiano, 7 – 12055 Diano d’Alba (CN) Tel. +39 0173 [email protected]

Diano d’Alba possiede uno dei più singolari allevamenti avicoli della zona. Non si tratta di polli o galline, ma di magnifici e possenti struz-zi. Con amore e dedizione, Mario Proglio e la sua famiglia li hanno introdotti sulle colline delle Langhe verso la fine degli anni ‘80. Nel loro spaccio, lo struzzo alpino, oltre alla carne sottovuoto e ai sala-mi si possono acquistare tajarin e dolci all’uovo di struzzo, nonché le gigantesche uova di questo buffo pennuto, che posso pesare anche un chilo e mezzo.

Da non perdere, nella frazione di Valle Talloria, è il Museo della vite, del vino e della civiltà contadina, presso la Cascina Rossa. Beppe Veglio, il curatore, ha raccolto e catalogato strumenti, documenti e attrezzi della fatica contadina che ha reso il Dolcetto di Diano famoso nel mondo.

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dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

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ALESSANDRIA FRATELLIVia Beato Valfrè, 59 -12060 Verduno (CN) Tel. +39 0172 470113 • [email protected]. www.fratellialessandria.it.

C

ANSELMA GIACOMOPiazza Cappellano, 3/A - 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. +39 0173 613114 • [email protected] www.anselmaitalia.com

E

20/40 20/40 70/80

AZELIAVia Alba Barolo, 27 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62859 • [email protected] www.azelia.it

BARTOLO MASCARELLOVia Roma, 15 - 12060 Barolo (CN) Tel. +39 0173 56125

E

BATASIOLOFrazione Annunziata, 87 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50130 • [email protected] www.batasiolo.com

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BOROLIFraz. Madonna di Como, 34 - 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173 365477 • [email protected] www.boroli.it

B

70 70 140 con colazione

BOVIO GIANFRANCOFraz. Annunziata in Borgata Ciotto, 63 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50667 • [email protected]. boviogianfranco.com

B

BREZZA GIACOMO & FIGLIVia Lomondo, 4 - 12060 Barolo (CN) Tel. +39 0173 560921 • [email protected] www.brezza.it

D

30/35 30/35 110 con colazione

BRIC CENCIURIOVia Roma, 24 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 56317 • [email protected] www.briccenciurio.com

C

BROVIAVia Alba Barolo, 54 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62852 • [email protected] www.brovia.net

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CAPPELLANOVia Alba, 13 - 12050 Serralunga d’Alba (CN)Tel. +39 0173 613103 • [email protected]

BD

CASCINA ADELAIDEVia Aie Sottane, 14 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 560503 • [email protected] www.cascinaadelaide.com

C 20 20

CASCINA BALLARINFraz. Annunziata, 115 - 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 50365 • [email protected] www.cascinaballarin.it

D 80

CASTELLO DI VERDUNOVia Umberto I, 9 - 12060 Verduno (CN)Tel. +39 0172 470125 • [email protected] www.castellodiverduno.com

C

32 32 35

CAVALLOTTO TENUTA BRICCO BOSCHISVia Alba - Monforte, Bricco Boschis - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62814 • [email protected] www.cavallotto.com

E

CERETTOLoc. San Cassiano, 34 - 12051 Alba (CN)Tel. +39 0173 282582 • [email protected] www.ceretto.com

D

CIABOT BERTONFraz. S.Maria, 1 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50217 • [email protected] www.ciabotberton.it

D

COMM.G.B.BURLOTTOVia Vittorio Emanuele, 28 - 12060 Verduno (CN) Tel. +39 0172 470122 • [email protected] www.burlotto.com

E

CONTERNO E FANTINOBorgo Ginestra, 1 - 12065 Monforte D’Alba (CN) Tel. +39 0173 787326 • [email protected] www.conternofantino.it

E

CURTO MARCOBorgata Ciotto, 59 - 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 50640 • [email protected] www.vinicurto.it

D

DAMILANOVia Roma, 31 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 56105 • [email protected] www.cantinadamilano.it

DE

DOMENICO CLERICO Loc. Manzoni, 22/A - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78171 [email protected] www.domenicoclerico.com

D

E. PIRA E FIGLI - CHIARA BOSCHISVia Vittorio Veneto, 1 - 12060 Barolo (Cn) Tel. +39 0173 56247 • [email protected] www.pira-chiaraboschis.com

BE

ELIO GRASSOLoc. Ginestra, 40 - 12065 Monforte D’Alba (CN) Tel. +39 0173 78491 • [email protected] www.eliograsso.it

E

ELVIO COGNOLoc. Ravera, 4 - 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 744006 • [email protected] www.elviocogno.com

D

ENZO BOGLIETTIVia Fontane, 18/A - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50330 • [email protected] www.enzoboglietti.com

E 90 con colazione

FONTANAFREDDAVia Alba, 15 - 12050 Serralunga d’Alba (CN)Tel. +39 0173 626111 • [email protected]

BE

15 45 90

FRATELLI BORGOGNO SERIO E BATTISTALocalità Cannubi, Via Crosia, 12 – 12060 Barolo Tel. +39 0173 56107 • [email protected] www.borgognoseriobattista.it

BD

GERMANO ETTORELoc. Cerretta, 1 - 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. +39 0173 613528 • [email protected] www.germanoettore.com

D 80 con colazione

GIACOMO BORGOGNO & FIGLIVia Gioberti, 1 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 56108 • [email protected] www.borgogno.com

E 20/25

GIANNI GAGLIARDOBorgata Serra dei Turchi - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50829 • [email protected]

E 20 30

GIGI ROSSOVia Alba Barolo, 20 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 262369 • [email protected] www.gigirosso.com

D

GIUSEPPE RINALDIVia Monforte, 3 - 12060 Barolo (CN) • Tel. +39 0173 56156

C

LE STRETTE DEI F.LLI DANIELE MAURO & SAVIOVia Le Strette, 1/f - 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 744002 • [email protected] www.lestrette.com

C

Page 48: Wine Pass Piemonte 02

Barolo guida35

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LUCIANO SANDRONEVia Pugnane, 4 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 560023 • [email protected] www.sandroneluciano.com

MANZONE GIOVANNILoc. Castelletto, 9 - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78114 • [email protected] www.manzonegiovanni.com

E

MARCHESI DI BAROLOVia Roma, 1 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 564400 • [email protected] www.marchesibarolo.com

E 36 36

MASCARELLO MICHELE & FIGLIVia Garibaldi, 3 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50103 • [email protected] www.mascarello.com

C

MASSOLINOPiazza Cappellano, 9 - 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. +39 0173 613138 • [email protected] www.massolino.it

E

MAURO VEGLIOFraz. Annunziata, Cascina Nuova, 50 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 509212 • [email protected] www.mauroveglio.com

D

MONFALLETTO CORDERO DI MONTEZEMOLOFraz. Annunziata, 67 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50344 • [email protected] www.corderodimontezemolo.com

D

ODDERO PODERI E CANTINEFraz. S. Maria, 28 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50618 • [email protected]

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PAOLO SCAVINO DI SCAVINO ENRICOVia Alba Barolo, 59 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62850 • [email protected] www.paoloscavino.com

E

PARUSSOLoc. Bussia, 55 - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78257 • [email protected] www.parusso.com

D

PIO CESAREVia Cesare Balbo, 6 - 12051 Alba (CN)Tel. +39 0173 223869 • [email protected]

PODERE RUGGERI CORSINILoc. Bussia Corsini, 106 - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78625 • [email protected] www.ruggericorsini.com

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PODERI MARCARINIPiazza Martiri, 2 - 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 50222 • [email protected] www.marcarini.it

B

RENATO RATTIFrazione Annunziata, 7 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50185 • [email protected]

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RIVETTO dal 1902Loc. Lirano, 2 - 12050 Sinio (CN) Tel. +39 0173 613380 • [email protected] www.rivetto.it

D 65

ROCCA GIOVANNILoc. San Giuseppe, 43/A - 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. +39 0173 78504 • [email protected] www.roccagiovanni.it

D

ROCCHE COSTAMAGNAVia Vittorio Emanuele, 8 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 509225 • [email protected] www.rocchecostamagna.it

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ROCCHE DEI MANZONILoc. Manzoni Soprani, 3 - 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 0173 78421 • [email protected] www.rocchedeimanzoni.it

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SCARZELLO GIORGIO & FIGLIVia Alba, 29 - 12060 Barolo (CN) Tel. +39 0173 56170 • [email protected] www.scarzellobarolo.com

D

SCHIAVENZAVia Mazzini, 4 - 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. +39 0173 613115 • [email protected] www.schiavenza.com

D 33 33

SILVANO BOLMIDALoc. Bussia, 30 - 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 0173 789877 • [email protected] www.silvanobolmida.com

D

SORDO GIOVANNIVia Alba Barolo, 175 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62853 • [email protected] www.sordogiovanni.it

D

TERRE DA VINOVia Bergesia, 6 - 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 564611 • [email protected] www.terredavino.it

C 10/20

VIBERTI ERALDOFraz. Santa Maria, Borgata Tetti, 53 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50308 • [email protected] www.eraldoviberti.it

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VIBERTI GIOVANNIFraz. Vergne, Via delle Viole, 30 - 12060 Barolo (CN) Tel. +39 0173 56192 • [email protected] www.viberti-barolo.com

CE 30 30

VIETTIPiazza Vittorio Veneto, 5 - 12060 Castiglione Falletto (CN) Tel. +39 0173 62825 • [email protected] • www.vietti.com

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VIETTO LUIGILocalità Panerole, 22 - 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173731379 • [email protected] www.vietto-panerole.it

C

VIGNETI LUIGI ODDEROFraz. Santa Maria, Borgata Bettolotti, 50 - 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 500386 • [email protected] www.vignetiluigioddero.it

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VILLADORIALocalità Cappallotto, 5 Serralunga d’Alba (CN) Tel. + 39 0173 626231 • [email protected] • www.villadoria.it

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il gusTo dEl TErriTorio

vitello tonnatoIngredienti per 6 persone600 gr di girello di vitello30 gr di pane raffermo50 gr d’aceto250 gr di tonno sgocciolato5 gr di capperi100 gr di olio extravergine di olivauno spicchio d’aglio10 cl di vino bianco2 acciughe3 uova soderosmarino, salvia, brodo di carne, salePreparazioneSalate il girello e rosolatelo con l’olio in una teglia. Unite l’aglio e le erbe e infornate a 180-200 °C, cercando di mantenerlo rosa. Quando è cotto, toglietelo dalla teglia e deglassate il fondo di cottura con il vino bianco. Fate evaporare il vino e unite cap-peri e acciughe dissalate, tonno sottolio e pane raffermo precedentemente ammol-lato nell’aceto e strizzato. Cuocete il tutto per pochi minuti, quindi frullate assieme i tuorli delle uova sode e il brodo necessario a ottenere una salsa della giusta densità. Affettate il girello e servitelo con la salsa.

Ricetta tratta da: Academia Barillawww.academiabarilla.it

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Page 49: Wine Pass Piemonte 02

Azelia, Conterno Fantino,Cordero di Montezemolo,Damilano, Franco M. Martinetti,Gianni Gagliardo, Luciano Sandrone,Michele Chiarlo, Paolo Scavino,Pio Cesare, Poderi Luigi Einaudi,Prunotto, Vietti, Roberto Voerzio

È lieta di presentare la

CASTELLO DI BAROLO DOMENICA 12 MAGGIO 2013

XIV EDIZIONE

DELL’

Programma

Sabato 11 maggio

Nel pomeriggioVisite esclusive nei vigneti e nelle aziende dei produttori dell’Accademia del Barolo.

“Barolo Discovery”: un esperto guiderà i partecipanti in una piacevole conversazione dedicata al Barolo, alla sua storia, al suo territorio e ai metodi di produzione.

Cena dell’Accademia del Barolo.Una serata speciale in compagnia dei produttori al ristorante La Rei presso il Boscareto Resort &Spacon un menu dedicato ai 14 Baroli delle migliori annate delle aziende dell’Accademia del Barolo.

Accademia del Barolo Castello di Barolo, Piazza Falletti n. 1, Barolo (CN) www.accademiadelbarolo.comPer informazioni e prenotazioni [email protected] T. +39 0173 362958 Well Com/Alba - Segreteria Organizzativa

Domenica 12 maggio

Ore 11.00 XIV Edizione dell’Asta del Barolo

nella splendida cornice del Museo del Vino nel Castello di Barolo, saranno battuti all’asta lotti eccezionali di Barolo.Seguirà il Pranzo dell’Asta preparato da uno tra i migliori Chef italiani - nelle passate edizioni Davide Scabin del CombalZero** e Gianpiero Vivalda dell’Antica Corona Reale Da Renzo**. Il menu sarà abbinato ai 14 Barolo 2009 dei produttori dell’Accademia del Barolo.

Proposta “Il weekend dell’Asta del Barolo” per due persone

€ 1.400 quota per due persone in camera doppia – € 800 quota per una persona in camera singola.La quota comprende le visite in azienda, Barolo Discovery, la cena dell’Accademia del Barolo, l’Asta del Barolo, il Pranzo dell’Asta, due pernottamenti c/o Boscareto Resort & Spa - Serralunga d’Alba (arrivo previsto il sabato – il venerdì su richiesta) , trasferimenti in loco. Rimane escluso tutto quanto non evidenziato.Notti aggiuntive su richiesta.

Proposta Pranzo dell’Asta € 1 0 a personaLa quota comprende la partecipazione all’Asta del Barolo e al Pranzo dell’Asta.

Page 50: Wine Pass Piemonte 02

serpeggiando tra foreste e vigneti in una delle zone vitivinicole più celebri d’Italia, oltrepas-sando cantine e cascine in una spettacolare cornice paesaggistica, seguite questo percorso che vi farà conoscere e apprezzare tre gioielli delle langhe immersi nei vigneti di nebbiolo: Barolo, Monforte d’alba e novello.

Cominciate il percorso in piazza Cabutto, a Barolo, dove potete parcheggiare. Se volete visitare il pae-se vi consigliamo di farlo al termine della passeggiata: un meritato riposo sedendosi a uno dei suoi ristoranti, una degustazione in cantina o un acquisto di vino direttamente sul luogo di produzione sono il perfetto coronamento di una giornata dedicata alla scoperta di questo territorio.Imboccate vicolo del Pozzo di fronte al Municipio. La strada scende ripida: al bivio prendete a sinistra continuando a scendere. A fondovalle si trova un boschetto che circonda un’area da gioco: è questo il punto di partenza del nostro percorso, segnalato da cartelli e strisce rosse e bianche per tutta la lunghezza. Il sentiero si inerpica fra gli alberi fino a giungere in mezzo ai vigneti di nebbiolo dopo un’irta salita.

In cima, sbirciate fra le chiome alla vostra sinistra. I rami incorniciano un panorama mozzafiato: Baro-lo e il suo castello, vigneti a perdita d’occhio e, in alto a destra, il borgo di La Morra che troneggia su tutta la zona. Dopo un altro tratto di salita la strada diventa asfaltata e costeggia Cascina Boschetti, struttura che l’azienda Agricola Gomba ha ristrut-turato mettendo a disposizione alcuni alloggi per turisti.Durante il viaggio, fate una pausa ogni tanto per godere della grandiosa vista sulle colline circostan-ti. Specie quando sarete in prossimità di Casa Bric-co (bric in piemontese sta per “cima”, “bricco”), un vecchio cascinale in mattoni e intonaco bianco: a

Est si può ammirare la torre di Castiglione Falletto, mentre verso Ovest, con Barolo alle spalle, una giornata limpida vi permetterà di osservare le Alpi spesso incappucciate di neve e cinte in un ab-braccio dalla fondovalle del Tanaro.

Tra i colli del Nebbiolo

itinerari

50 I WINEPASS

PERCoRso: Barolo - Monforte d’alba - novello - BarololUnghEzza: 14 km

Monforte d’Alba

Le colline intorno a Barolo

di DIANA ZAhURANECin collaborazione con Trekking in Langa

Page 51: Wine Pass Piemonte 02

itinerari

Seguendo i segni rossi e bianchi attraverso tratti di foresta in cui filtrano sporadici raggi di sole (go-detevi l’ombra perché è rara, in una zona dove i boschi hanno ceduto spazio alle vigne), raggiungete località Bussia. Nelle vicinanze si trova Cascina sòt: la cantina e il negozio sono aperti ai visitatori.Ritornando al sentiero davanti a voi comparirà il primo lembo di Monforte d’Alba. La strada si im-mette sulla provinciale giusto dietro una piccola cappella: da qui è possibile raggiungere piazza Umberto I, nella parte bassa del paese, circondata di negozi, ristoranti e bar. Sotto i portici c’è la bi-blioteca civica da cui è possibile raggiungere piazza Caduti per La Patria e la chiesa neo-gotica della Madonna della Neve. Il borgo alto di Monforte merita una visita approfondita. Perdetevi fra le ripide stradine che salgono verso la cima del paese, passando accanto a edifici estratti direttamente dal Medioevo: molti di que-sti sono stati ristrutturati di recente e trasformati in appartamenti di charme, osterie o B&B. Osservate le incredibili Case della saracca oppure l’ osteria dei Catari (durante l’Alto Medioevo, Mon-forte fu un’enclave di questo movimento ereticale), i cui muri color pastello creano un affascinante contrasto con gli antichi palazzi circostanti.Dopo aver raggiunto la cima del borgo, la cui piazza è stata trasformata in un anfiteatro per concerti e manifestazioni ( anfiteatro horzowski: la vita culturale di Monforte è fitta di eventi culturali), ammirate le due chiesette del XVII secolo (gli oratori di S. Elisabetta e S. Agostino, il campanile cin-quecentesco) e concedetevi l’impagabile vista che si getta verso le colline dell’Alta Langa.Per continuare il percorso, tornate sul sentiero che vi ha condotto a Monforte, ma al bivio per Cascina Sòt seguite l’indicazione per Panerole e Novello.Dopo essere scesi fin sul fondo della valle, attraversando altri vigneti di nebbiolo, su un sentiero er-boso ricomincia la salita. Qui una pausa è d’obbligo: fate un salto da Elvio Cogno, famosa etichet-ta di Novello, la cui splendida cantina è costruita su di un poggio (Bricco Ravera) a lato della strada che conduce in paese. Su prenotazione è possibile visitare l’azienda e abbinare una degustazione dei suoi vini: Barolo, Barbaresco, Langhe Nascetta, Langhe Rosso, Barbera d’Alba e Dolcetto d’Alba.Continuate la salita fino a sbucare a Novello. Appena prima del paese, sulla destra, notate la Cappella di Santa Lucia, scavata nella roccia, e poco più avanti le rovine della Cappella di San Rocco (XV seco-lo), che veniva adibita a lazzareto durante le epidemie che saltuariamente colpivano la zona.Se decidete di fare una pausa a Novello, non perdetevi i suoi gioielli architettonici: il campanile me-dioevale, la Chiesa di San Michele Arcangelo e il Castello in stile neogotico, edificato attorno al 1880.Per tornare da dove siete partiti, uscite da Novello sulla stessa strada da cui lo avete raggiunto. In prossimità di Cascina Foglio, girate a sinistra seguendo le indicazioni. L’ultimo tratto di strada, ancora tra le vigne, mantiene davanti a sé il paese di Barolo, immerso nella luce. Al bivio tra via Veneto e via Einaudi restate sulla sinistra finché sbucherete nella piazza da cui siete partiti.

CastEllo dI BaRoloPiazza Falletti 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 56277www.barolodibarolo.com

anfItEatRo “MIECzYslaW hoRzoWsKI”Piazza Antica Chiesa 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 0173 78202www.comune.monforte.cn.it

CastEllo dI novElloPiazza Marconi, 4 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

WINEPASS I 51

RIstoRantE la CantInEttaVia Roma, 33 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 56198

ostERIa dEI CataRIVicolo Solferino, 4 12065 Monforte D’Alba (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Il gRECalEVia Giordano, 8 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

CasCIna BosChEttIVia Boschetti, 2 12060 Barolo (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

lE CasE dEllE saRaCCaVia Cavour, 5 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

hotEl BaRBaBUCVia Giordano, 35 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

PastICCERIa dolCE E salatoVia Roma, 46 – 12060 Barolo (CN)Tel. +39 338 1587667

azIEnda agRICola ElvIo CognoBorgo Ravera, 2 – 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

CasCIna sÒtLoc.Bussia San Pietro, 27 12065 Monforte d’Alba (CN)Tel. +39 334 5715233 +39 334 [email protected]

Page 52: Wine Pass Piemonte 02

“Si può vedere, ai piedi della collina, il grosso borgo dell’Annunziata, progenitore di La Morra perché di lì vennero, prima del Mille, i fondatori dell’attuale capoluogo, cercando rifugio dalle scorrerie dei Saraceni in vetta alla collina.”

Domi GianoglioInvito alle Langhe

La MorraFocus

Il borgo di la Morra è una meta impre-scindibile per un viaggio nelle terre del Barolo. questa cittadina del tredi-cesimo secolo, appoggiata sulla som-mità delle colline e retta da curvilinei bastioni attraversati da stradine ciot-tolate, vanta infatti la maggior produ-zione di Barolo e la maggior superficie di terreni vitati a nebbiolo.

Costruita a tredici chilometri da Alba – che ebbe il merito di dissodare le terre di que-ste colline nei primi secoli del II millennio –, nel 1340 La Morra passò sotto il dominio della famiglia Falletti, feudataria di Barolo. Ma dal 1402 si dotò di un codice di legge indipendente, importante perché, per la prima volta nella zona, viene citato il Ne-biolium, l’odierno nebbiolo, documentan-do così la lunga vocazione di queste terre alla coltivazione del prestigioso vitigno.Per una visita alla città vi consigliamo di salire a piedi o in bici fino al punto pano-ramico di piazza Castello. Qui potrete am-mirare uno straordinario panorama delle Langhe che muta con l’avanzare del gior-no: la foschia e la rugiada delle prime ore del mattino, il cielo terso di mezzogiorno, le ombre calde e oblique del tramonto. Gli edifici storici di La Morra rendono la passeggiata più interessante: ammirate il campanile barocco che svetta in piazza Castello e fermatevi un attimo nella piazza

5� I WINEPASS

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di DIANA ZAhURANEC in collaborazione con Claudia Ferraresi

Page 53: Wine Pass Piemonte 02

CantIna CoMUnalEVia Carlo Alberto, 2 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

vInERIa san gIoRgIoVia Umberto I, 1 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 509594

UffICIo tURIstICo IatPiazza Martiri – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 500344www.la-morra.it • [email protected]

l’osto Il dUCa BIanCoVia Umberto I, 27 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

del Municipio, su cui si affacciano la bella parrochiale di San Martino e, in posizione ortogonale, la chiesa di San Rocco. è da questa piazzetta che si affacciano sulla valle i bastioni di La Morra, le antiche mura che testimoniano il passato medievale della cittadina.Poco distante da piazza Castello, da via Carlo Alberto si accede alla Cantina Comunale, con etichette di oltre 70 pro-duttori di Barolo. Sull’angolo tra piazza Ca-stello e via Umberto I si trova la vineria san giorgio, dove si può degustare vino in abbinamento a piatti tipici e sfiziosi. La vineria è stata ricavata nei locali della set-tecentesca casa Gabetti, il cui nome deri-va dal famoso musicista Giuseppe Gabet-ti, che abitò a La Morra nella prima metà del XIX secolo.Scendete lungo via Umberto I fino a rag-giungere la piccola piazza Martiri Patrioti. A questo punto, imboccando via XX Set-tembre ci si imbatte in una serie di punti interessanti: l’Ufficio turistico, dove raccogliere informazioni sugli eventi, le cantine della zona, le mappe dei sentieri;

l’osto il duca Bianco, che offre piatti tradizionali e innovativi; l’osteria More e Macine, un ristorante accogliente che offre l’opzione “picnic take-away”. Nelle vi-cinanze troverete anche alcune enoteche, una gelateria e un bar.La Morra è un borgo con palazzi dipinti in colori luminosi: il più particolare e viva-ce si trova nelle vicinanze. è la moderna Cappella del Barolo, edificata in Borgata Cerequio sulla strada per Barolo. Costruita nel 1914, ma abbandonata prima della consacrazione, la cappella è stata letteral-mente rivestita dall’arte di David Tremlett e Sol Lewitt, che ne hanno dipinto i muri esterni con i colori dell’arcobaleno. Gli arti-

sti hanno lavorato per conto della famiglia Ceretto, proprietaria della cappella e della nota azienda vitivinicola. Più vicino a La Morra, annidato ai piedi del paese, si trova il B&B fior di farine, che è anche un mulino che produce farina biologica. Anche se non avete bisogno di un letto, entrate comunque a visitare il Mulino Sobrino, nucleo originario del B&B. Tornando in paese, fate un salto alla

Macelleria di alessandro garello, che serve carne di alta qualità e rifornisce di prelibatezze i partecipanti alla Mangialon-ga. Questa è un’imperdibile passeggiata enogastronomica che ha luogo l’ultima domenica d’agosto lungo i sentieri del vino di La Morra. Si cammina e si mangia a volontà, godendosi il vino grazie a un bicchiere contenuto nell’apposita tasca porta-bicchere: entrambi vengono forniti all’inizio del percorso.Continunado a gustare La Morra, in via Vittorio Emanuele troverete il labora-

torio di Pasticceria di giovanni Cogno che produce biscotti, torte e cioccolatini tradizionali di alta qualità. Assaggiate la loro specialità, i Lamorresi, prodotti con nocciole piemontesi e Barolo del cru Brunate. Poco distante si trova la popo-lare Pizzeria Per Bacco. Fermatevi se volete gustare una pizza napoletana o piatti tradizionali del Piemonte, correda-ti da una ricca carta di dessert.La Morra è unica e affascinante, ma le frazioni dell’Annunziata e di Santa Maria amplificano la sua bellezza. In frazione An-nunziata consigliamo l’ osteria veglio, la tradizione riproposta con cura ed ele-ganza, una ricchissima selezione di vini e una vista mozzafiato. A Santa Maria, inve-ce, il ristorante Eremo della gasprina offre vitto, alloggio e una scuola di cucina. Un ultimo consiglio: se volete alloggiare in un clima di assoluto comfort, optate per la Corte gondina, moderno hotel con piscina, lounge bar e centro benessere.

Focus

1 ostERIa MoRE E MaCInEVia XX Settembre, 18 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

fIoR dI faRInE - MUlIno soBRInoVia Roma, 110 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 509860www.fiordifarine.com • [email protected]

MaCEllERIa dI alEssandRo gaRElloVia Roma, 13 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 50397

laBoRatoRIo PastICCERIa dI gIovannI CognoVia Vittorio Emanuele, 18 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

PIzzERIa PER BaCCoVia Roma, 30 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

ostERIa vEglIoFraz. Annunziata, 9 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 509341

l’EREMo dElla gasPRInaFraz. Santa Maria - Borgata Cappallotti, 2 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 50498 www.eremodellagasprina.it • [email protected]

CoRtE gondIna hotElVia Roma, 100 – 12064 La Morra (CN)Tel. +39 0173 509781www.cortegondina.it • [email protected]

La Torre Campanaria fu costruita fra il 1709 e il 1711. La lieve pendenza verso ovest della torre convinse i costruttori a limitare il progetto a 5 piani più la cella campanaria anziché i 6 previsti dal progetto iniziale. La torre è stata restaurata ed è oggi visitabile. Giuseppe Gabetti, musicista e compositore doglianese, vissuto a La Morra fino alla morte avvenuta nel 1862, ha composto nel 1834 la Marcia Reale che fu l’inno nazionale italiano fino all’avvento della Re-pubblica. Presso l’Associazione Culturale Ca dj’Amis, in via Vittorio Emanuele 8, è consultabile la Biblioteca tematica “Libri da Gustare”, inserita nel circui-to delle Biblioteche Regionali.

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WINEPASS I 55vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

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Barbaresco guida

Barbarescol’eleganza del nebbiolo

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ADRIANO MARCO E VITTORIOFraz. San Rocco Seno d’Elvio, 13A - 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173 362294 • [email protected] www.adrianovini.it

C

ALBINO ROCCAStrada Ronchi, 18 - 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 635145 • [email protected] www.roccaalbino.com

D

BOFFA CARLOVia Torino, 17 - 12050 Barbaresco (CN) Tel. +39 0173 635174 • [email protected] www.boffacarlo.it

D 90 con colazione

BRUNO ROCCA AZIENDA AGRICOLA RABAJA’Via Rabajà, 60 - 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 635112 • [email protected] www.brunorocca.it

E

CA’ DEL BAIOLoc. Tre Stelle - Via Ferrere, 33 - 12050 Treiso (CN) Tel. +39 0173 638219 • [email protected] www.cadelbaio.com

D

CASCINA DELLE ROSEVia Rio Sordo, 17 - 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 638292 • [email protected] www.cascinadellerose.it

C 75/130

CASTELLO DI NEIVEVia Castelborgo, 1 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67171 • [email protected] www.castellodineive.it

C

FRANCONEVia Tanaro, 45 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67068 • [email protected] www.franconevini.com

B 30

GIACOSA FRATELLIVia XX Settembre, 64 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67013 • [email protected] www.giacosa.it

B

GRASSO FRATELLIVia Giacosa 1/b, Cascina Valgrande - 12050 Treiso (CN) Tel. +39 0173 638194 • [email protected] www.grassofratelli.it

B 50

LA CONTEAPiazza Cocito, 8 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677558 • [email protected]

BD

35 35 90

MANERA FRATELLIFraz. San Rocco Seno d’Elvio 8/b - 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173286956 • [email protected] www.maneravini.com

C

25 25 70 con colazione

MOCCAGATTAStrada Rabajà, 46 - 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

C

NEGRO GIUSEPPEVia Gallina, 22 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677468 • [email protected] www.negrogiuseppe.com

B

PELISSEROVia Ferrere, 10 - 12050 Treiso (CN) Tel. +39 0173 638430 • [email protected] www.pelissero.com

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PODERI COLLASan Rocco Seno d’Elvio, 82 - 12051 Alba (CN)Tel. +39 0173 290148 • [email protected] www.podericolla.it

D

PRODUTTORI DEL BARBARESCOVia Torino, 52 - 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 635139 • produttori@produttoridelbarbaresco.comwww.produttoridelbarbaresco.com

C

RESSIARegione Canova, 28 - 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677305 • [email protected]

D

RIZZILoc. Rizzi, 15 - 12050 Treiso (CN)Tel. +39 0173 638161 • [email protected] www.cantinarizzi.it

C 35/50

TENUTE CISA ASINARI DEI MARCHESI DI GRESYStrada della Stazione, 21 - 12050 Barbaresco (CN) Tel. +39 0173 635221 • [email protected] www.marchesidigresy.com

E 30/40

filetto di manzo al BarBarescoIngredienti per 6 persone900 gr filetto di manzo in fette da 150 gr150 gr carote120 gr sedano1 cipolla bianca150 gr funghi champignon6 bacche ginepro1 mazzetto prezzemolo75 cl vino Barbaresco Docg½ dado per brodo½ cucchiaio farina150 gr pancetta affumicata a dadini3 cucchiai burro1 cucchiaio olio d’oliva extra-verginepepe Q.B.PreparazionePulite il sedano, le carote, la cipolla e tagliate a bastoncini dello stesso spes-sore. Pulite, lavate e asciugate i funghi, tagliateli a fettine e teneteli da parte. In una padella larga fate imbiondire un cucchiaio di burro con uno di olio, unite i filetti di manzo leggermente in-farinati, salateli e pepateli, da entrambi i lati. Lasciateli in padella per circa 5-6 minuti, a seconda che si preferiscano più o meno cotti. Levate la carne dal fuoco, mettetela in un piatto e tenetela in caldo. Nella stessa padella, e relativo sugo, mettete la pancetta, le verdure, le bacche di ginepro e cuocete per un paio di minuti a fuoco medio. Aggiun-gete a questo punto il Barbaresco e, a fuoco piuttosto allegro, fatelo in parte evaporare. Quando la salsa comincerà a diventare lucida e amalgamata, unite il mezzo dado.A questo punto, aggiungete una pic-cola cucchiaiata di burro, muovendo la padella in senso rotatorio, in modo da scioglierlo uniformemente, senza lasciarlo soffriggere. Disponete i filetti su un piatto da portata caldo, versatevi sopra la salsa con il vino e le verdure, quindi spolverate tutto di prezzemolo tritato. Servite accompagnando con polenta o purè di patate.

Ricetta tratta da: Frasi.netwww.frasi.net

noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devo-no essere considerate come un’informazione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

il gusTo dEl TErriTorio

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questo breve sentiero è perfetto per esplorare il paese di Barbaresco e il suo territorio in poco meno di mezza giornata. Un percorso che permette di visitare le borgate della zona fra vi-gneti e boschetti di noccioli, tenendo sempre a portata di mano la possibilità di degustare il celebre vino figlio del nebbiolo.

Cominciate la passeggiata da piazza del Municipio: lasciamo a voi la scelta di camminare sulla centrale via Torino prima o dopo aver terminato l’itinerario. In ogni caso, vi consigliamo di fermarvi nella chiesa di San Donato, che oggi ospita l’ Enoteca Regionale di Barbaresco: ampia scelta dei migliori vini del territorio, degustazioni e informazioni turistiche.Sulla sinistra dell’Enoteca Regionale incomincia la strada asfaltata che porta al cimitero, situato ai piedi della collina su cui il borgo di Barbaresco è stato edificato. Potete parcheggiare l’auto qui, se non trovate posto nella piazza. Sulla destra del cimitero parte il sentiero: imboccate la prima svolta sulla destra e salite nel vigneto, ma non fino alla cima. Prendete a sinistra al primo bivio su una

stradina coperta d’erba e, prima che il sentiero si inerpichi, restate sulla sinistra fino a costeggiare un boschetto. Se le fronde degli alberi ve lo consentono, potrete intravedere il Tanaro attraversare la pianura che collega Alba e Asti, un fertile lembo di terra che si distende fino alle verdi colline del Roero, cosparse di paesi eretti sulle sommità: da sinistra a destra è possibile scorgere Guarene, Castagnito, Castellinaldo, Magliano Alfieri e Govone. Continuando a costeggiare il boschetto, dopo un saliscendi, si incrocia la strada asfaltata in prossi-mità di un albero solitario. Vi troverete davanti a un casolare abbandonato con vista sulla pianura astigiana: alla vostra destra le colline di Neive, la “Città dei quattro vini”: Barbaresco, Moscato d’Asti, Dolcetto d’Alba e Barbera d’Alba.Siete in località Ovello, sulla cresta di un colle che domina Barbaresco. Cominciate a scendere fino a incrociare la Provinciale e tenetevi sulla sinistra in strada Vincenziana. Scendendo a valle, davanti ai vostri occhi potrete osservare le curatissime colline attorno a Barbaresco, punteggiate da casci-ne, cantine e famose aziende agricole. Vedrete il traffico della strada provinciale 3: non appena la raggiungete, girate a destra sulla sterrata erbosa che la costeggia, vicino a un noccioleto.Oltrepassate i pioppeti che ombreggiano questo sentiero largo e piano guardando ogni tanto la

a spasso nEi vignETi dEl barbarEsco

itinerari

56 I WINEPASS

PERCoRso: Barbaresco - BarbarescolUnghEzza: 6 km

di DIANA ZAhURANEC

Barbaresco

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itinerari

terra sotto i vostri piedi: con un po’ di fortuna sarà possibile osservare tracce di cinghiale, le cui impronte sono simili a quelle del cervo, ma più squadrate. In questo tratto pianeggiante i vigneti cedono spazio ai campi coltivati: proseguite fino a un in-crocio dove una palina rossa e bianca indica la via per ritornare a Barbaresco. In questo punto il pendio è scosceso e vi strapperà qualche sospiro, ma ne vale la pena. Giunti in cima, nei pressi della frazione di Montestefano, voltatevi per un secondo: la trapunta delle vigne corre per ogni dove, circondando il borgo medioevale di Neive, che svetta sul lato opposto della valle, sul verde bricco di un colle.Dirigetevi sulla strada che da Montestefano risale alla provinciale. Attraversatela e appena gua-dagnerete la cresta, davanti a voi apparirà Barbaresco in tutto il suo splendore, con la torre pro-minente che appare disegnata sullo sfondo delle Alpi, le cui punte innevate si intravedono in lontananza. Al centro del paese si scorge il tetto dell’imponente castello: oggi di proprietà della

prestigiosa azienda vitivinicola Gaja, fu ricostruito in epoca barocca come residenza nobiliare e verso la fine del XIX secolo fu eletto a sede della Cantina Sociale del Barbaresco dal professor Domizio Cavazza, fondatore della Scuola enologica di Alba, strenuo difensore e promotore del Barbaresco, della sua valorizzazione e del suo prestigio internazionale.Da qui, imboccando l’omonima via dedicata al grande enologo, è possibile rientrare in paese nella piazza del Municipio, dove era incominciato il nostro percorso.

toRRE dI BaRBaREsCoVia Torino 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 635189www.comune.barbaresco.cn.itbarbaresco@comune.barbaresco.cn.it

ChIEsa dI san gIovannI BattIstaVia Torino12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 635162www.comune.barbaresco.cn.itbarbaresco@comune.barbaresco.cn.it

CastEllo dI BaRBaREsCo(Proprietà privata)Via Torino, 9212050 Barbaresco (CN)

WINEPASS I 57

RIstoRantE antInèVia Torino, 34/a 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

tRattoRIa antICa toRREVia Torino, 71 – 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

alBERgo RIstoRantE vECChIo tRE stEllEStrada Tre Stelle 21/2312050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

B&B Casa Boffa azIEnda vItIvInIColaVia Torino, 9 – 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Ca’ dU RaBaJàLocalità Rabajà, 28 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

B&B gIoRdano laURaVia Torino 27 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 338 [email protected]

EnotECa REgIonalE dEl BaRBaREsCoPiazza del Municipio, 7 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

PRodUttoRI dEl BaRBaREsCoVia Torino, 54 – 12050 Barbaresco (CN) Tel. +39 0173 635139www.produttoridelbarbaresco.comproduttori@produttoridelbarbaresco.com

azIEnda agRICola gIgI BIanCoVia Torino, 63 – 12050 Barbaresco (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Vigneti nella zona di Barbaresco

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“Johnny e i suoi scesero a Neive in un sereno vespro di settembre, nella sua mellowy, alitata freschezza tentante al paesaggio piuttosto che alla marcia.”

Beppe Fenoglio Il partigiano Johnny

NEIVE

58 I WINEPASS

Focus

abbarbicato sul colle più alto, con il paese basso ad accogliere l’espan-sione più recente, c’è uno dei “Borghi più belli d’Italia”: neive. già insedia-mento romano intorno al 100 a.C., il nucleo storico del paese risale al-l’incirca all’anno Mille: resiste ancora l’impianto medievale della cittadina, con le case dai tetti rossi addossate le une alle altre, a dominare – dal-l’alto – il paesaggio che si perde, di filare in filare, collina dopo collina, verso la langa astigiana a nord-Est e verso alba al suo opposto, chiuso a ovest dal fiume tanaro e aperto a Est, superato Mango, verso l’alta langa. Del periodo medioevale rimane anco-ra oggi la Torre dell’Orologio, che im-preziosisce il centro storico dove po-trete ammirare anche alcuni eleganti palazzi in cotto, quali l’attigua Casafor-te dei Conti Cotti di Ceres (risalente al XIII secolo, presso la quale Francesco Cotti scrisse uno dei più antichi testi piemontesi sulla coltivazione della vite), il Palazzo della Contessa Demaria (XVI secolo), poco distante dalla porta San Rocco, nei pressi della quale si tro-va anche il raffinato Palazzo Bongio-vanni Cocito (XVIII secolo), e ancora il Palazzo dei Conti di Castelborgo (XVIII secolo), dimora signorile accanto alla quale vale la pena visitare i Giardini Conti di Castelborgo, ai quali si accede attraverso un elegante ingresso ad ar-chi e colonne binate.Archiviati gli aspetti architettonici, il vostro tour di Neive non può prescin-dere da una visita alla Bottega dei quattro vini, in piazza Italia. Varcato

l’arco che conduce alle cantine del Pa-lazzo Comunale, è il posto ideale dove acquistare e degustare i vini prodotti sulle colline neivesi: Barbaresco, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba e Moscato d’Asti. Se è ora di pranzo, accanto alla Bottega troverete il Ristorante la luna nel Pozzo, cucina tipica con materie prime quasi tutte di provenienza biologica cer-tificata.In piazza Italia, proprio di fronte a voi, si affaccia la Casa della donna sel-vatica, museo dedicato al neivese Ro-mano Levi, il «grappaiol’angelico» le

cui etichette, disegnate a mano, sono autentiche opere d’arte. Il camino della sua distilleria a fuoco diretto, nel paese basso, ogni mese di ottobre ricomincia a fumare, riproponendo il rito dell’accen-sione del fiammifero: oggi che lui non c’è più, a tenerne viva la memoria prose-guendo l’attività della distilleria levi serafino è la famiglia Schiappapietra, con grandi progetti per il futuro.Tornando in piazza Italia, per l’aperiti-vo potete scegliere il Bar da Lele o, se avete anche appetito, il Wine Bar degusto.

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di PIETRO RAMUNNO

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BottEga dEI qUattRo vInIPiazza Italia, 2 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

RIstoRantE la lUna nEl PozzoPiazza Italia, 1 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67004www.lalunanelpozzo-neive.itristorante@lalunanelpozzo-neive.it

Casa dElla donna sElvatICaC/o Comune di Neive, Piazza Italia, 23 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67098

dIstIllERIa lEvI sERafInoVia XX Settembre, 91 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677139 [email protected]

Per i palati più raffinati, proseguendo verso piazza Cocito, il consiglio è quel-lo di sedersi ai tavoli del Ristorante la Contea: Tonino saprà guidarvi sa-pientemente nella scelta delle portate più intriganti e sfiziose.Proseguendo oltre, lungo via Cocito, superata la settecentesca chiesa del-l’Arciconfraternita di San Michele, a fianco della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo (fra gli edifici di culto meritano una menzione anche le chie-sette di San Rocco e San Sebastiano ai margini del borgo, e di San Gervasio, sulla collina che digrada verso il Tana-ro), completamente avvolto dall’edera troverete il palazzo seicentesco che ospita il Bed & Breakfast l’aroma-tario.Imboccate via Rocca, che chiude ad anello il percorso nel centro storico di Neive, passando davanti all’I.I.S.S. “Piera Cillario Ferrero”, meglio noto come l’Arte Bianca, scuola superiore di eccellenza nelle produzioni dolciarie. A proposito di specialità da fine pasto, imperdibile è la visita alla Pasticceria Curletti, famosa soprattutto per i suoi Golosini, e alla Pasticceria Dolce Neive, con i suoi Baci.Per il dopocena, salite in auto per rag-giungere il Bricco di Neive, dove nel 2007 – recuperando una vecchia scuola – Marco Marengo, scuola Baladin, ha avviato il Birrificio Citabiunda: oggi agli avventori offre nove birre di pro-duzione artigianale e serate di musica live nei mesi invernali, in un’atmosfera decisamente accogliente. Da provare la SensuAle, un omaggio alla grande tra-dizione monacale belga.Per i mesi estivi, invece, il fulcro della vita

di paese diventa il Centro sportivo di Neive basso, circolo Acli, luogo di ritro-vo transgenerazionale gestito da Max e Loretta: cucina semplice ma gustosa, con prezzi decisamente popolari, a fare da contorno a tornei sportivi e intermi-nabili partite a scopone scientifico.Da segnalare, infine, per gli amanti di carne e salumi, la Macelleria Corde-ro e l’azienda agricola la Pineta.Se un giorno solo non vi bastasse per

scoprire la bellezza di Neive e delle sue colline, potrete sempre pernot-tare in una delle numerose strutture alberghiere presenti in zona: sono ol-tre venti gli agriturismi, affittacamere e bed&breakfast fra i quali scegliere, mentre se voleste optare per la per-manenza in hotel, le scelte possibili sono l’ hotel Castelbourg, l’hotel La Contea – Locanda, l’hotel Villa Lauri e l’hotel dei Quattro Vini.

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Focus

WInE BaR dEgUstoPiazza Cocito, 1 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 679842

RIstoRantE la ContEaPiazza Cocito, 8 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67126 / +39 0173 677558www.la-contea.it • [email protected]

BEd & BREaKfast l’aRoMataRIoPiazza Negro, 4 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677206 / +39 338 4248131www.aromatario.com • [email protected]

PastICCERIa CURlEttILaboratorio: Via Tanaro, 18 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677109Punto Vendita: Via Neive 37, 12050 Castagnito (CN)www.pasticceriacurletti.com [email protected]

BIRRIfICIo CItaBIUndaFraz. Bricco di Neive – Via Moniprandi, 112052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67129www.birrificiocitabiunda.itbirrificio@birrificiocitabiunda.it

MaCEllERIa CoRdERoVia De Revello, 30 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 677474

azIEnda agRICola la PInEtaVia Boschi, 4 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 67631

hotEl CastElBoURgVia Cocito, 1 – 12052 Neive (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Il paese di Neive deve il proprio nome a una nobile famiglia romana, la gens Naevia, della quale fu possedimento. Ogni anno, a settembre, il paese si anima in virtù del Torneo dei Borghi, manifestazione goliardica in cui si accende la rivalità tra i borghigiani (Balluri, Borgo Civetta, Corso, Mon Cru e Stazione) che si contendono la vittoria misurandosi in gare di sport e altre attività. Tra i personaggi illustri di origini neivesi spicca Dante Giacosa, ingegne-re e designer di successo, considerato uno dei maestri della scuola mo-toristica italiana. Il suo capolavoro indiscusso rimane la mitica Fiat 500.

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vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

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ASCHERI GIACOMOVia G. Piumati, 23 - 12042 Bra (CN)Tel. + 39 0172 412394 • [email protected] www.ascherivini.it

B

30/35 30/35 130 con colazione

BATTAGLIOVia Salerio, 15 - 12040 Vezza d’Alba (CN)Tel. +39 0173 65423 • [email protected] www.battaglio.com

B

CANTINA DEL NEBBIOLOVia Torino, 17 – 12040 Vezza d’Alba (CN)Tel. +39 0173 65040 • [email protected] www.cantinadelnebbiolo.com

A

CASCINA CA’ ROSSALoc. Cascina Ca’ Rossa, 56 - 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 98348 • [email protected]

B

CASCINA CHICCOVia Valentino, 14 - 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979411 • [email protected] www.cascinachicco.com

BC

CORNAREAFraz. Borbore, Via Torino, 7 - 12040 Vezza d’Alba (CN) Tel. +39 0173 65636 • [email protected] www.cornarea.com

C 80

DELTETTOCorso Alba, 43 - 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979383 • [email protected] www.deltetto.com

B

ENRICO SERAFINOCorso Asti, 5 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979485 • [email protected] www.enricoserafino.it

AC

FRATELLI CASETTAFraz. Borbore, Via Castellero, 5 - 12040 Vezza d’Alba (CN) Tel. +39 0173 65010 • [email protected] www.flli-casetta.it

BE

GIACOMO VICOVia Torino, 80 -12043 Canale (CN) Tel. +39 0173 979126 • [email protected] www.giacomovico.it

B

GIOVANNI ALMONDOVia S. Rocco, 26 - 12046 Montà d’Alba (CN)Tel. +39 0173 975256 • [email protected] www.giovannialmondo.com

B

HILBERG PASQUEROVia Bricco Gatti, 16 - 12040 Priocca (CN) Tel. +39 0173 616197 • [email protected] www.hilberg-pasquero.com

C

MALABAILAMadonna dei Cavalli, 19 - 12043 Canale (CN) Tel. +39 0173 98381 • [email protected] www.malabaila.com

B

MALVIRàCase Sparse Canova, 144 - 12043 Canale (CN) Tel. +39 0173 978145 • [email protected] www.malvira.com

BC

MARSAGLIAVia Madama Mussone, 2 - 12050 Castellinaldo (CN) Tel. +39 0173 213048 • [email protected] www.cantinamarsaglia.it

B

MATTEO CORREGGIACase Sparse Garbinetto, 124 - 12043 Canale (CN) Tel. +39 0173 978009 • [email protected] www.matteocorreggia.com

B

MONTEOLIVETO DI CASA’ Fraz. Casà, 1 -12066 Monticello d’Alba (CN) Tel. +39 333 1004647 • [email protected] www.monteolivetodicasa.it

C 35/45 35/45

NEGRO ANGELO E FIGLIFraz. Sant’Anna, 1 - 12040 Monteu Roero (CN) Tel. +39 0173 90252 • [email protected] www.negroangelo.it

B

PONCHIONEVia R.Sacco 9/A 12040 Govone (CN)Tel. + 39 0173 58149 • [email protected] www.ponchionemaurizio.com

B

TENUTA CARRETTALoc. Carretta, 2 -12040 Piobesi d’Alba (CN)Tel. +39 0173 619119 • [email protected] www.tenutacarretta.it

C

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torta di pere “madernassa”Ingredienti3 kg di pere “Madernassa”4 uova intere150 gr di amaretti sbriciolati100 gr di polvere di cioccolato1 cucchiaio di cacao in polvere4 cucchiai di zucchero1 limone1 cucchiaio di rhumburroPreparazioneFate cuocere in forno le pere intere e passatele nel passaverdure, preoccu-pandovi di togliere il torsolo. Mettete la polpa in una terrina e aggiunge-te le uova, gli amaretti, la polvere di cioccolato con il cacao, lo zucchero, la buccia di limone grattugiata e il rhum a piacere. Mescolate bene tutti gli ingredienti e distendete l’impasto in una teglia da forno. Livellate bene e aggiungete alcuni fiocchetti di burro. Cuocete per 50 minuti alla tempera-tura di 180 °C, fino a che i bordi della torta non si staccano dalle pareti della teglia.

Le pere “Madernassa” sono una qua-lità tipica e pregiata del Roero (intro-dotte successivamente anche in Valle Grana). Le sue qualità rustiche sono espresse al meglio quando è cotta, ma è comunque deliziosa cruda, ed è ben conosciuta per la sua capacità produt-tiva e la sua durata di vita. Tradizione vuole che il seme originale cadde per caso nella terra della Cascina Gavello nel tardo ‘700, in Borgata Madernassa. Non appena cominciò a produrre frut-to, l’agricoltore ne riconobbe il valore e le potenzialità, innestando questa varietà su un altro albero di pere, dif-fondendolo quindi ai vicini e poi nella zona circostante. La pera Madernassa è un ottimo esempio di varietà nativa che prospera nella sua zona di origine.

Ricetta tratta da: Architinera, portale del Comune di Guarenewww.guarene.it

noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devo-no essere considerate come un’informazione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

il gusTo dEl TErriTorio

Page 62: Wine Pass Piemonte 02

nel cuore del Roero, lo sguardo a perdersi sulle colline delle langhe, c’è un sentiero d’altri tempi, che collega guarene a Castagnito, e passando per Castellinaldo si spinge fino a Magliano alfieri: una passeggiata tra i castelli della sinistra tanaro.

Giunti a Guarene, parcheggiate in piazza Roma, sede del Municipio e cominciate la vostra passeggiata con Palazzo Re Rebaudengo, dedicato alla promozione dell’arte figurativa contemporanea, aperto la do-

menica, solo in occasione di mostre. Una rapida visita alla chiesa della Santissima Annunziata – pregevole esempio di architettura sacra del ‘700 piemontese, di fronte alla quale si apre il panorama sulla città di Alba – poi via, lungo l’erbosa salita Armando Diaz. Imboccate via IV Novembre, e percorretela interamente, co-steggiando il parco che circonda il Castello di Guarene. Superate la chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo, e continuate a salire, tenendo il castello – fulgido esempio di architettura barocca piemontese, che rivela l’influenza dell’architetto Filippo Juvarra – sulla vostra sinistra. Attualmente in fase di ristrutturazione, non sarà visitabile fino alla primavera del prossimo anno. Per gli amanti del verde e dei giochi prospettici offerti

dalle rigorose geometrie delle siepi, da non perdere il giardino all’italiana, progettato nel 1740.Proseguite lungo l’acciottolato di via Alessandro Roe-ro, fino al punto panoramico: da qui, giunti all’incrocio con via Casoli, proseguite sulla strada provinciale 50. Risalitela per un centinaio di metri, fino a giungere al-l’incrocio: qui prendete la strada che volta a sinistra, in un tratto di cresta, tra le case, in direzione Castagnito, ammirando l’apertura panoramica sulle colline che culminano nella Madonna dei Boschi e in Vezza-Villa. Quasi in corrispondenza della strada che, a sinistra, scende verso la “sorgente del Borbore”, il lago di Gua-rene, si sviluppa a destra il tratto che si dirige verso il Bric San Licerio.

Superate alcune nuove costruzioni, piegate leggermente a sinistra, costeggiando un vigneto posto a destra: da questo versante, la vista spazia sulla valle del Tanaro e sulle colline delle Langhe. Proseguite finché appare sulla destra, in basso, la frazione di San Giuseppe di Castagnito e, sullo sfondo, il rilievo di Magliano Alfieri, meta finale del nostro itinerario. Avanzando ci si trova di fronte l’abitato di Castagnito, con i suoi edifici più

andarE di casTEllo in casTEllo

itinerari

6� I WINEPASS

PERCoRso: guarene - Castagnito - Castellinaldo - Magliano alfierilUnghEzza: 9,5 km

Castellinaldo vista dal castello

Il castello di Magliano Alfieri

di PIETRO RAMUNNO In collaborazione con Umberto Soletti Editore

Page 63: Wine Pass Piemonte 02

itinerari

rimarchevoli: parrocchiale, confraternita, palazzo comunale. Nessun maniero domina l’abitato: tradizione vuole che l’edificio, una semplice torre, fatta costruire nel XII secolo dal vescovo di Asti, sorgesse sulla spiana-ta ottenuta facendo ampliare e livellare la sommità del rilievo dai sudditi, i quali portarono la terra sulle spalle all’interno delle cavagne. Oggi, la sommità del rilievo ospita il Castelverde, punto panoramico adibito ad area attrezzata.Dove inizia l’asfalto, svoltate a destra seguendo la recinzione. A sinistra, i vigneti sembrano far da quinta al centro alto di Castagnito e, sulla destra, si staglia Castellinaldo col suo castello. Al fondo del tratto asfaltato rettilineo, quando la strada piega a destra, scorgete sul primo palo di una vigna il primo cartello S.3, che invita a inoltrarsi nella carrareccia, circondati dai filari. Finito il tratto in lieve discesa, altro cartello che invita a piegare a destra. Gustatevi il panorama, costeggiando un noccioleto sulla destra. Nuovo segnale arrivando in località Roncheiso, sbucando quindi sull’asfalto della strada Provinciale 50. Superata la chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco (nota anche come “Madonna del Popolo”), il tracciato prosegue nel borgo alto di Ca-stagnito, svoltando a destra in direzione della frazione San Giuseppe. Alla rotonda, all’uscita dal concentrico, prendete a destra e – oltrepassata la graziosa chiesa di San Bernardo – voltate a sinistra, a lato del cimitero, in direzione della cascina Tortorino.Giunti al trivio, tenete la strada centrale che corre pianeggiante tra i vigneti. Aggirate il Bric Zoanni a destra, toccando nuovamente la strada asfaltata. Scendete fino al successivo trivio e imboccate il percorso a sinistra, inoltrandovi tra i vigneti, interrotti dal rosa dei peschi in fiore, stagione permettendo. Ci si avvicina quindi a Castellinaldo bassa, lungo via Serra: inerpicandovi verso il paese alto, sulla sinistra, potete arrivare al Castello degli Aynaldi, nelle cui scuderie trova ospitalità la Bottega del vino gestita dall’associazione “I Vinaioli di Castellinaldo”. Proseguendo dritto, invece, attraversando la Strada Provinciale 176, sorpassate l’ agrituri-smo Mongalletto e inoltratevi fra i vigneti: a destra, dopo poche decine di metri, si intravede in fondovalle la deviazione della Sp176 che sale a Magliano Alfieri. Scendete fra le colture per raggiungere l’incrocio a breve distanza.Salite superando la tenuta gallarini sulla sinistra e, superato il pilone votivo dedicato a San Michele, ab-bandonate le indicazioni S.3 per dirigervi verso Magliano Alfieri, prendendo verso destra al bivio sulla strada Provinciale 177, quando sfocia nella strada Provinciale 2: il tratto pianeggiante, in cresta, porta in vista del paese. Salite dunque per via Asilo Alfieri fino a superare, sulla destra, il parcheggio che un tempo ospitava le partite di pallapugno. Sulla vostra destra, ecco il Castello di Magliano, edificato a partire dal 1649, con la caratteristica facciata barocca, un ingresso monumentale con portale ligneo e coronamento in arenaria, lo scalone d’onore che conduce al Salone delle Feste, decorato con stemmi a rilievo in gesso di famiglie nobili imparentate con i Conti Alfieri. All’interno del castello, che al piano nobile ospita il Museo di arti e tra-dizioni Popolari, trovano spazio anche il pub/pizzeria Alfieri (fornito di ampio dehor, ideale per le fresche serate estive) e il ristorante alla Corte degli alfieri di Stefano Paganini, cucina italiana di qualità in un ambiente elegante e suggestivo.

Palazzo RE REBaUdEngoPiazza Roma – 12050 Guarene (CN)Tel. +39 011 [email protected]

CastElvERdE dI CastagnItoPer info: Comune di CastagnitoPiazza Garibaldi, 1 12050 Castagnito (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

MUsEo dI aRtI E tRadIzIonI PoPolaRIVia Alfieri, 6 - 12050 Magliano Alfieri (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

WINEPASS I 6�

ostU dI dJUnVia San Giuseppe, 1 - 12050 Castagnito (CN)Tel. +39 0173 213600

tEnUta gallaRInIVia Magliano Alfieri, 13 12050 Castellinaldo (CN)Tel. +39 0173 213068www.ristorantetenutagallarini.com

alla CoRtE dEglI alfIERIVia Alfieri, 4 - 12050 Magliano Alfieri (CN)Tel. +39 0173 66244www.stefanopaganini.it

PIzzERIa Il PoModoRoVia IV Novembre, 44 12050 Magliano Alfieri (CN)Tel. +39 0173 66464www.ilpomodoro.it

alBERgo MIRalanghEPiazza Roma, 2 – 12050 Guarene (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

agRItURIsMo MongallEttoVia Priocca, 7 – 12050 Castellinaldo (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

Casta hotElFraz. Baraccone - via IV Novembre, 83 12050 Castagnito (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

PastICCERIa CURlEttIVia Neive, 37 – 12050 Castagnito (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

BottEga dEl vIno dI CastEllInaldoVia Trento, 2 – 12050 Castellinaldo (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

alfIERI sPECIalItà alIMEntaRICorso Marconi, 10/E 12050 Magliano Alfieri (CN)Tel. +39 0173 266025www.alfierialimentari.com

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“In questo dedaleo paesaggio di ‘rocche’ e di vallate profonde, di colline e di poggi ridenti ed alternantisi che si stende tra Bra, alba e Canale, stanno appollaiati numerosi comuni.”

Umberto SolettiRoero: viaggio in una terra ritrovata

CANALE

6� I WINEPASS

Focus

Canale, con il suo mercato, è il cuore mercantile del Roero. le prime atte-stazioni del mercato settimanale – che oggi anima la cittadina ogni martedì, mentre quello ortofrutticolo prospera tutti i giorni, tranne il sabato – risalgo-no infatti addirittura all’inizio del ‘200. l’anima commerciale del paese, oggi, è rappresentata dai portici di via Roma, la cosiddetta “via Maestra”, ma all’inizio del secolo scorso furono le piazze a de-cidere le fortune del paese, reso celebre innanzitutto dalle sue pesche, ma an-che dai rinomati vini del Roero.

Le fioriture del pesco hanno scritto pagine fondamentali nella storia del paesaggio e nella cultura del Roero, culla della frutticol-tura moderna. Un’avventura agraria che si è fatta epopea di una generazione conta-dina, capace di far assurgere a fama euro-pea il nome di Canale, mercato giornaliero del pesco fin dal 1908, e di estendere la col-tivazione del pesco su una superficie che, alla fine degli anni Venti, è stata calcolata in oltre mille ettari. Ogni varietà ha un angolo di Roero da descrivere, una pagina di epi-ca contadina da raccontare, con nomi che

rispecchiano emozioni, fatti e personaggi storici o inveterati abiti culturali: dalle Fior di maggio alle Beica bin (“guarda bene”), dalle San Giovanni alle Lenin, dalle Badoglio alle Repubblica.Pesche a parte, parlando di vino, il Roero – come i cugini Barolo e Barbaresco – è fi-glio del nebbiolo e porta il nome della ter-ra d’elezione, forte di oltre sette secoli di attestazioni storiche alle spalle e, insieme all’Arneis, alfiere della viticoltura roerina. Per qualunque informazione su questi e sugli altri vini espressione del territorio (Langhe Favorita, Cisterna d’Asti, Moscato d’Asti, Bir-bèt, Barbera d’Alba, Nebbiolo d’Alba e Lan-ghe Doc, nelle due versioni Rosso e Bianco), tappa obbligata è l’ Enoteca Regionale del Roero, presieduta da Luciano Bertello, che riveste un ruolo centrale e propulsivo nello sviluppo enogastronomico e turistico del Roero.L’Enoteca trova sede nell’ex asilo infantile “Regina Margherita”, complesso edilizio

dello scorso secolo accuratamente restau-rato, adiacente alla Parrocchia di San Vittore (ricostruita verso la fine del XIV secolo dalla famiglia Roero, caratterizzata dal grande campanile sormontato dalla statua bron-zea, alta sei metri, dedicata al Sacro Cuore, la cui costruzione fu fortemente voluta da monsignor Luigi Sibona e realizzata grazie al contributo di tutta la popolazione ca-nalese). Varcato il cancello, sul quale cam-peggia il caratteristico stemma della casata dei Conti Roero, riportante la scritta A’ bon rendre (“A buon rendere”), al piano terreno troverete il negozio con l’esposizione dei vini e dei prodotti tipici del Roero di oltre cento aziende, oltre al punto di informazio-ne turistica e a una sala conferenze.Il piano superiore dell’edificio ospita il rino-mato Ristorante all’Enoteca, dal 2000 stellato Michelin: due ampie sale per un ambiente curato e discreto in cui godere della tradizionale cucina piemontese, pro-posta con estro e creatività dallo chef Davi-

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di PIETRO RAMUNNO in collaborazione con l’Enoteca Regionale del Roero

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EnotECa REgIonalE dEl RoERoVia Roma, 57 – 12043 Canale (CN) Tel. +39 0173 [email protected]

RIstoRantE all’EnotECaVia Roma, 57 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

PastICCERIa saCChERoVia Roma, 39 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 95617

PastICCERIa PallUdaVia Roma, 138 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 95612

de Palluda, assieme alla sorella Ivana.Proseguendo lungo via Roma, incontrere-te la Pasticceria sacchero, specializzata nella produzione di cioccolato e famosa per le sue praline Duchesse, antica ricetta brevettata; restando in ambito pasticcerie, e sempre in via Roma, anche se fuori dal centro storico, un’altra specialità da non perdere sono le delizie al Frangelico (un liquore alla nocciola) della Pasticceria Palluda.Sul lato opposto della strada, da Bono formaggi troverete un’accurata selezione delle migliori produzioni, con la possibilità di acquistare anche tartufi.Una volta in piazza Italia, spingetevi fino alla chiesa di San Giovanni, alle cui spalle merita una visita la torre Campanaria, unico residuo dell’antica cinta muraria: recentemente ristrutturata, è possibile ac-cedervi salendo fino in cima, ma solo su prenotazione presso il Municipio.Tornati su via Roma, potete continuare la vostra passeggiata fino a giungere alla chiesa di San Bernardino, affacciata sul-l’omonima piazza e ricostruita in forme barocche: all’interno conserva pregevoli tele e un significativo crocifisso ligneo della metà del XV secolo. La credenza popolare vuole che i capelli del Cristo siano veri e si allunghino percettibilmente a presagio di annate disastrose, tanto che – in passato – si usava portare il crocifisso in proces-sione nei campi e nelle vigne, affinché vi estendesse la sua protezione.Dalla parte opposta della piazza, presso la

Macelleria e gastronomia damonte, il consiglio è quello di acquistare i salumi di produzione propria, in particolare il jambon rostì, ovvero il prosciutto arrosto di Canale, per il quale è famosa anche la salume-ria faccenda (celebre anche per la sua

galantina, la cui ricetta storica e artigianale viene tramandata di generazione in gene-razione dal 1894).Per chiudere il tour di Canale, tornando al punto di partenza, merita una visita il ca-stello, edificato nel 1270 dal Comune di Asti a difesa del paese, passato di proprietà

fino ad arrivare, nel 1512, ai Conti Malabai-la: collocato in un ampio parco con querce secolari, il castello è privato, per cui la visita è consentita solo previo accordo con la proprietà telefonando al numero +39 0173 95598.Se le tappe nelle botteghe con le specia-lità tipiche vi avessero messo appetito, a Canale abbondano i luoghi dove soddi-sfare il palato, dai centralissimi trattoria le tre galline e albergo Ristorante leon d’oro secolare alla lussuosa villa tiboldi, appena fuori Canale, così come l’ agriturismo le querce del vareglio.Per conciliare la digestione, infine, vale la pena avviarsi per una passeggiata lungo viale del Pesco, imboccando via Boschet-to e proseguendo verso il Santuario della Madonna di Mombirone, costruito sulla sommità di una collina che domina Canale dall’alto, offrendo un punto panoramico spettacolare dal quale si abbraccia con lo sguardo l’intero Roero.

WINEPASS I 65

Focus

1 Bono foRMaggIVia Roma, 44 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979083

toRRE CaMPanaRIaInfo: Comune di CanalePiazza Italia, 20 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979129www.comune.canale.cn.it

MaCEllERIa E gastRonoMIa daMontEPiazza Trento e Trieste, 75 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979327

salUMERIa faCCEndaVia Roma, 113 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

tRattoRIa lE tRE gallInEPiazza Trento e Trieste, 70 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979799

alBERgo RIstoRantE lEon d’oRo sEColaREVia Roma, 12 – 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 979296

vIlla tIBoldIVia Case Sparse, 127 - Località Tiboldi 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 970388www.villatiboldi.it • [email protected]

lE qUERCE dEl vaREglIoParco delle Rocche, Tenuta Vareglio - 12043 Canale (CN)Tel. +39 0173 [email protected]

L’Arneis è l’orgoglioso figlio delle colline del Roero. Artefice del più recente rilancio viticolo della zona, vanta attestazioni che risalgono al ‘400, tra le quali la forma renexij, toponimo che indica la collina Renesio, sita appunto a Ca-nale. La cultura popolare, attraverso vari passaggi linguistici, ha affermato il musicale nome arneis, termine con cui si indica anche un individuo estrover-so e un po’ ribelle, originale e simpatico: ogni anno, in primavera, l’Enoteca Regionale attribuisce a un personaggio con queste caratteristiche il premio ‘T ses pròpi n’Arneis. Canale viene anche soprannominata “Canale del Pesco”: la coltivazione di questa pianta infatti ha rappresentato per anni una delle voci principali del-l’economia locale. Al suo frutto inoltre è dedicata un’importante Fiera che si svolge tutti gli anni a cavallo tra l’ultima settima di luglio e la prima di agosto.

lo sapEvaTE chE ?

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Acquese e Ovadesesulla strada per il mare

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WINEPASS I 67vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

CEnaPrezzo medio

osPItalItàPrezzo medio

Acquese e Ovadese guida

Acquese e Ovadesesulla strada per il mare

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noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devono essere considerate come un’informazione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

CA’ DEI MANDORLIVia IV Novembre, 15 - 14040 Castel Rocchero (AT) Tel. +39 0141 760131 • [email protected] www.cadeimandorli.com

B

20 40 75

CASCINA LA MADDALENAFraz. San Giacomo, Loc. Piani del Padrone 257 15078 Rocca Grimalda (AL) Tel. +39 0143 876074 • [email protected] www.cascina-maddalena.com

B 60 con colazione

CASTELLO DI TAGLIOLOVia Castello, 1 - 15070 Tagliolo Monferrato (AL) Tel. +39 0143 89195 • [email protected] www.castelloditagliolo.it

B 60

LA GUARDIAPodere La Guardia, 74 - 15010 Morsasco (AL) Tel. +39 0144 73076 • www.laguardiavilladelfini.it

B 40

LA SLINALocalità Madonnina 29 - 15060 Castelletto d’Orba (AL) Tel. +39 0143 830542 • [email protected] www.laslina.it

A

MARENCO CASA VINICOLAPiazza Vittorio Emanuele II, 10 - 15019 Strevi (AL) Tel. +39 0144 363133 • [email protected] www.marencovini.com

B

MONTOBBIOVia Lavagello, 29/A - 15060 Castelletto d’Orba (AL) Tel. +39 0143 830147 • [email protected] www.altomonferrato.com

A

PIZZORNI PAOLOReg. Rocche - 15010 Ricaldone (AL) Tel. +39 0144 56550 • [email protected] www.vinipizzorni.it

A

TACCHINO LUIGIVia Martiri della Benedicta, 26 - 15060 Castelletto d’Orba (AL) Tel. +39 0143 830115 • [email protected] www.luigitacchino.it

B

VIGNE REGALI - BANFIVia Vittorio Veneto, 22 - 15019 Strevi (AL) Tel. +39 0144 362 600 • [email protected] www.castellobanfi.it

BD

polenta con cinghialeIngredienti per 4-6 persone400 gr di farina da polenta 2 kg di spezzatino di cinghiale 2 cipolle 2 carote 2 coste di sedano 2 spicchi d’aglio 4 pomodori 750 ml di passata di pomodoro 150 ml di aceto 150 ml di vino rosso 2 foglie di alloro1 mazzetto di prezzemolo 10 chiodi di garofano 10 bacche di ginepro farina , olio extravergine d’olivaPreparazionePreparate una dadolata con le verdure: cipolla, carota, pomodori e sedano. Unite le erbe aromatiche e le bacche. Mettete il tutto in un contenitore ca-piente col cinghiale, irrorate col vino e l’aceto e fate marinare per una notte intera (o comunque per 12 ore circa). Trascorso questo tempo, prelevate la carne e asciugatela con un panno. Passate i tocchetti di carne nella farina e fateli rosolare in una pentola in cui avete scaldato qualche cucchiaio d’olio con gli spicchi d’aglio. Rigirate per far dorare bene il cinghiale su tutti i lati, unite la passata di pomodoro e il resto della marinata. Portate a bollore, ab-bassate la fiamma e fate cuocere per circa 2 ore. Una volta cotto, prelevate il cinghiale e tenetelo da parte. Passate il sugo con un mixer a immersione e fatelo asciugare a fuoco basso per altri 30 minuti.Preparate la polenta: portate a bollore 2 litri di acqua con un pizzico di sale, versate la farina gialla a pioggia, poco alla volta, mescolando conti-nuamente. Portate avanti la cottura per un tempo variabile tra i 45 minuti e 1 ora; la polenta è pronta quando inizia a formare una crosta sul fondo e sui bordi della pentola. Versatela sulla spianatoia, unite il cinghiale e co-spargete col condimento.

La preparazione del cinghiale è lunga e delicata: potete anche preparar-lo in grandi quantità e surgelare le porzioni in eccedenza. Per abbreviare i tempi di cottura, si può usare anche la pentola a pressione. Polenta e cinghiale, infine, sono ottimi anche in bianco: in questo caso eliminate la passata di pomodoro e fate cuocere la carne irrorandola con vino bianco e brodo.

Ricetta tratta da: Gustissimowww.gustissimo.it

il gusTo dEl TErriTorio

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Un percorso gustoso con partenza dall’Enoteca Regionale di acqui terme, in direzione di Roc-caverano: alla scoperta della splendida e poco conosciuta valle Bormida, tesoro di specialità gastronomiche e paesaggi pedemontani. Partendo da Acqui Terme, la prima tappa del nostro itinerario è il borgo medievale di Monastero Bor-mida, patria di Augusto Monti, scrittore, giornalista e uomo politico del ‘900. A lui si deve il romanzo I Sansôssí (“Gli Spensierati”) saga che abbraccia tre generazioni di una famiglia divisa tra le Langhe e Torino, vita privata e impegno civile, ambientata in buona parte a Monastero: «La singolare terra posta fra Monferrato e Langhe, che tiene il castello in basso e il borgo in alto alla viceversa di tutte l’altre vicine».Il paese (con il ponte di accesso, il castello-monastero e il centro storico) fu fondato da un gruppo di monaci benedettini attorno all’anno mille. I monaci giunsero dall’abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, chiamati da Aleramo, Marchese del Monferrato, per dissodare e seminare le terre devastate dalle invasioni dei Saraceni.

La cittadina conserva i tratti dell’antico complesso monasteriale intorno al quale si è sviluppata la vita del borgo: l’accesso era garantito dal ponte che, no-nostante il trascorrere del tempo e le alluvioni, conti-nua a rimanere un solido simbolo del villaggio. Il Castello, che corrisponde al sito dell’antico monastero, oltre alle ampie sale con pavimenti a mosaico e soffitti a vela e a crociera, è arricchito da una torre alta 27 metri da cui si apre una fantastica visuale su tutta la Valle Bormida.Il centro storico presenta case in pietra e qualche portale tardo medioevale: passeggiare tra le vie vi darà la sensazione di tornare indietro nel tempo. La seconda domenica di marzo la piazza del castello

diventa teatro della famosa Sagra del Polentone, che si svolge almeno dal 1573. La leggenda narra che un Marchese Del Carretto, preso da un impeto di generosità, sfamò con polenta, frittata di cipolle e salsiccia un gruppo di calderai stremati dalla fame. Questi, riconoscenti, regalarono al paese un enorme paiolo di rame in cui – una volta l’anno – viene cotta una polenta di dimensioni pantagrueliche. In tale

la lEggEnda dEi polEnToni

itinerari

68 I WINEPASS

PERCoRso: acqui terme - Monastero Bormida - RoccaveranolUnghEzza: 30 km

La chiesa di Santa Maria Annunziata

a Roccaverano

Il castellodi Monastero Bormida

di LAURA AVIDANO

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itinerari

occasione, i vicoli del centro storico si animano di artigiani in costume che, muniti di attrezzi dell’epoca, ripropongono gli antichi mestieri. Il lunedì successivo al Polentone, si celebra invece il Polentino, questa volta a base di polenta e cinghiale. Lasciandosi alle spalle la magica atmosfera di Monastero Bormida, dirigetevi ora verso Roccaverano, patria della omonima Robiola Dop, capitale della Langa astigiana e paese più elevato della provincia. Roccaverano si trova a 750 metri di altitudine e, fra pascoli e boschi, si respira un’aria che sa già di mon-tagna.Vi consigliamo una passeggiata nel concentrico fino a piazza Barbero. L’imponente torre e i resti del castello sono del XIII secolo. I recenti restauri hanno reso la torre visitabile: basta chiedere le chiavi ai ge-stori dell’ osteria del Bramante, lì di fronte. Il nome dell’osteria richiama l’impianto bramantesco della parrocchiale in pietra costruita nella stessa piazza, con pianta a croce greca e inaugurata nel 1516. Dopo una scorpacciata di cultura, non resta che dirigersi verso il caseificio in regione Tassito per una visita al luogo dove nasce il famoso formaggio di Roccaverano. Qui potrete calmare il vostro appetito degustando la Robiola, una toma di capra morbida e profumata, dal sapore dolce e indimenticabile, il cui gusto viene esaltato in accompagnamento a miele, mostarda e un buon bicchiere di vino rosso.

CastEllo E BoRgo MEdIoEvalEPiazza Castello, 1 – 14058 Monastero Bormida (AT)Tel. +39 0144 88012www.comune.monasterobormida.at.it [email protected]

toRRE dI RoCCavERanoPiazza Barbero – 14050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 93025www.comune.roccaverano.at.it [email protected]

MUsEo dElla RoBIolac/o Comunità Montana Langa Astigiana Val BormidaVia Roma, 8 – 14050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 [email protected]

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agRItURIsMo san dEsIdERIoReg. San Desiderio, 40 14058 Monastero Bormida (AT)Tel. +39 0144 [email protected]

ostERIa dEl BRaMantEPiazza Barbero, 6 14050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 485252

Madonna dElla nEvERegione Madonna della Neve, 2 14050 Cessole (AT)Tel. +39 0144 850402www.ristorantemadonnadellaneve.itinfo@ristorantemadonnadellaneve.it

vIlla sCatILocalità Quartino, 115010 Melazzo (AL)Tel. +39 0144 [email protected]

REsIdEnza aUdèRegione S. Libera, 5214058 Monastero Bormida (AT)Tel: +39 346 [email protected]

aRvEIa B&BRegione San Gerolamo, 114050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 [email protected]

CasEIfICIo dI RoCCavERanoRegione Tassito, 1714050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 93068www.caseificioroccaverano.it [email protected]

agRItURIsMo lUna dI MIElEReg. San Desiderio, 48 14058 Monastero Bormida (AT)Tel. +39 0144 88150www.agriturismolalunadimiele.cominfo@agriturismolalunadimiele.com

CasCIna RossoReg. Caramello Piandonne, 2614050 Roccaverano (AT)Tel. +39 0144 [email protected]

Il ponte medievale di Monastero Bormida

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“…ubi aquae calidae sunt…” (dove vi sono acque calde)

Paolo Diacono Historia Langobardorum, II - VIII secolo d.C.

ACQUI TERME

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Focus

acque termali, ma non solo. Per de-scrivere in una parola l’identità di acqui si potrebbe parlare di sintesi, intendendo così esprimere il suo es-sere incrocio di molteplici culture, territori, elementi naturali.

La città sorge sulla sponda sinistra del fiume Bórmida, al confine Sud-orienta-le dell’Alto Monferrato, dove sino al 172 a.C., anno della conquista romana, vive-vano i Liguri Statielli. Proprio in ricordo del popolo sottomesso e per evidenzia-re come l’acqua abbia sempre rappre-sentato l’elemento distintivo della locali-tà, i Romani fondarono un nuovo centro urbano cui diedero il nome di Aquae

Statiellae. Acqui nasce quindi come città di conquista, centro strategico sulle prin-cipali vie di comunicazione tra la pianura e il mare (nel 109 a.C. venne costruita la Via Aemilia Scauri, per collegare Dertona, Tortona, a Vada Sabatia, Vado Ligure), in un territorio variegato, dove l’Appenni-no ligure si addolcisce nelle colline del Monferrato e la terra è arricchita dalle ac-que superficiali del fiume e sotterranee delle numerose sorgenti termali.Tutti questi elementi delineano la fisio-nomia multiforme della città e possono essere colti nella loro interezza iniziando a scoprire Acqui da Sud, dall’ottocente-sco ponte Carlo Alberto. Attraverso cor-so Bagni, collega il nucleo antico della

città alla sponda destra del fiume (dove si innestano le strade del Sassello e del Turchino verso la Liguria) e permette di ammirare i resti dell’Acquedotto roma-no. Quest’ultimo, costruito agli inizi del I secolo d.C., convogliava in città le fre-sche acque del torrente Erro, utilizzate per raffreddare le calde sorgenti termali, che i Romani sfruttavano sapientemen-te all’interno di un ampio complesso di età imperiale. Merita sicuramente una visita il sito della piscina con funzione di calidarium, emersa lungo corso Ba-gni, in prossimità di piazza Italia. L’uso dell’acqua termale si interruppe con le invasioni barbariche e rifiorì nel X secolo, e ancora oggi rappresenta un’attività di

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di ALESSANDRA TESTA

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staBIlMEnto tERMalE REgIna E sPa lago dEllE soRgEntIViale Donati – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 324390www.termediacqui.it • [email protected]

staBIlMEnto tERMalE nUovE tERMEVia XX Settembre – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 324390www.termediacqui.it • [email protected]

I CaffIVia Scatilazzi, 15 – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 325206www.icaffi.it • [email protected]

EnotECa REgIonalE aCqUI “tERME E vIno”Piazza Abramo Levi, 12 – Palazzo Robellini, Piano Interrato – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 770273www.termeevino.it • [email protected]

UffICIo InfoRMazIonI Ed aCCoglIEnza tURIstICaPiazza Abramo Levi, 12 – Palazzo Robellini, Piano Terra – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 322142www.comuneacqui.com • [email protected]

antICa ostERIa “da BIgat”Via G. Mazzini, 30/32 – Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 324283www.osteriabigat.it • [email protected]

soCIEtà agRICola vIttoRIa C/o vIlla ottolEnghIBorgo Monterosso – 15011 Acqui Terme (AL)Tel. +39 0144 [email protected]@borgomonterosso.com

grande valore per la città. Gli stabilimenti attivi si trovano in due zone distinte e uti-lizzano differenti sorgenti: alla destra del fiume, presso il Lago delle Sorgenti e il Fontanino dell’Acqua Marcia, il sito delle seicentesche Antiche Terme, attualmen-te strutturato nello Stabilimento Regina, di inizio Novecento, e nella più recente Spa Lago delle Sorgenti; sulla sponda sinistra, in prossimità di piazza Italia, le

nuove terme, di fine Ottocento, ali-mentate dalla Bollente.Proprio piazza della Bollente è un altro punto privilegiato da cui osservare la cit-tà. Qui, nel cuore del centro cittadino, da una fontana l’acqua sgorga a una tem-peratura di circa 75 °C: a farle da cornice un’edicola ottagonale in marmo, realiz-zata nel 1870. Dalla piazza si dipartono le strette e ripide vie che conducono alla parte alta, il Borgo Pisterna, nucleo me-dievale in declivio sul colle che domina Acqui. Percorrendo queste strade si giun-ge al Castello dei Paleologhi, originario dell’XI secolo. Ricostruito a partire dal

XVI secolo, oggi è sede del Civico Museo Archeologico. La salita è resa piacevole da numerosi ristoranti che propongono prodotti della tradizione locale in am-bienti accoglienti e suggestivi. Uno tra tutti I Caffi, che merita una sosta per la posizione (nell’antico palazzo comunale del 1500) e per la varietà e la qualità del-l’offerta. Nella discesa verso la città bassa non può mancare la visita al Duomo, la

Cattedrale di santa Maria assunta. Consacrata nel 1067 dal vescovo Guido, patrono della città, modificata nei secoli, conserva dell’impianto romanico il tran-setto, il campanile e le tre absidi semicir-colari. Attraversata la piazza quattrocen-tesca del Duomo, passando sotto l’arco del vicolo della Schiavia (testimonianza della cinta muraria medievale insieme alle porte della Pisterna e della Torre Civica), una scalinata conduce su corso Italia, il passeggio principale. Una stretta stradina lungo il corso, percepibile solo a un occhio attento, permette di accedere all’ Enoteca Regionale, sita nei locali sotterranei del cinquecentesco Palazzo

Robellini, dove ha sede anche l’Uffi-cio Informazioni e accoglienza turi-stica. L’ingresso principale del Palazzo è in piazza Abramo Levi, dove si affaccia il Municipio, dimora signorile seicentesca.A poca distanza da qui si trova l’antica Basilica di San Pietro, in piazza dell’Ad-dolorata: di origini paleocristiane, rico-struita in stile romanico nei secoli X e XI, poi abbazia benedettina, venne restau-rata completamente a partire dal 1930: conserva della costruzione medievale la base del campanile ottagonale, le absidi e la parte alta della navata centrale. Im-boccando la vicina via Mazzini, è d’obbli-go una sosta in una storica osteria: da Bigãt, che dal 1885 propone piatti della tradizione quali farinata di ceci, trippa con cotiche e stoccafisso all’Acquese.La visita di Acqui può concludersi in po-sizione opposta a dove è iniziata, ossia a Nord, sui declivi monferrini che domina-no la città. Ritornando su corso Italia, al termine dell’area pedonale, si percorre via Nizza, sino all’incrocio con strada Monterosso. In 2 Km si giunge a villa ottolenghi – Borgo Monterosso, sede della Società Agricola Vittoria. Tappa interessante per il grande valore archi-tettonico e artistico della Villa (realizzata nel 1920 da Marcello Piacentini e dal paesaggista Piero Porcinai, con la colla-borazione di artisti del calibro di Arturo Martini e Adolf Wildt), per la qualità dei vini prodotti dall’azienda, per le inizia-tive culturali ed enogastronomiche ivi organizzate e per ammirare Acqui dalle colline dell’Alto Monferrato, delle quali raccoglie degnamente la ricchezza sto-rica e culturale.

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Focus

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Un acquese autentico è, in dialetto locale, sgaientò, cioè “scottato”. Questo vocabolo nasce dalla leggenda secondo cui i bambini appena nati venivano immersi nella caldissima fonte della Bollente: solo chi sopravviveva poteva essere chiamato acquese. L’origine della leggen-da è incerta, sicuramente legata all’usanza di lavare i piccoli in acqua termale. Ovviamente raffreddata!

Ad Acqui è esistito sino agli anni Cinquanta un mestiere inedito: quel-lo del Brentau. Con la brenta in spalla (un contenitore da 50 litri a cono rovesciato in lamiera zincata, simile a quello in legno usato nelle canti-ne), il Brentau portava l’acqua calda della Bollente nelle case della città, quando ancora non esistevano gli scaldabagno.

lo sapEvaTE chE ?

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Gavi e TortoneseTerre d’incontro

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WINEPASS I 7�vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

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Gavi e Tortonese guida

Gavi e TortoneseTerre d’incontro

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ANDREA MUTTILoc. San Ruffino, 49 - 15050 Sarezzano (AL) Tel. +39 0131 884119 [email protected]

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BERGAGLIO NICOLAFraz. Rovereto - Loc. Pedaggeri, 59 - 15066 Gavi (AL) Tel. +39 0143 682195 [email protected]

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BROGLIA - TENUTA LA MEIRANALoc. Lomellina, 22 - 15066 Gavi (AL) Tel. +39 0143 642998 • [email protected] www.broglia.it

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CASTELLARI BERGAGLIOFraz. Rovereto, 136 - 15066 Gavi (AL) Tel. +39 0143 644000 • [email protected] www.castellaribergaglio.it

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CLAUDIO MARIOTTOStrada per Sarezzano, 29 -15057 Tortona (AL) Tel. +39 0131 868500 • [email protected] www.claudiomariotto.it

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LA RAIAStrada di Monterotondo, 79 - 15067 Novi Ligure (AL) Tel. +39 0143 743685 • [email protected] www.la-raia.it

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TENUTA LA GIUSTINIANAFraz. Rovereto, 5 - 15066 Gavi (AL) Tel. +39 0143 682132 • [email protected] www.lagiustiniana.it

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TENUTA LA MARCHESAVia Gavi, 85 - 15067 Novi Ligure (AL) Tel. +39 0143 743362 • [email protected] www.tenutalamarchesa.it

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CA’ DA MEO Via Pratolungo, 163 - 15066 GAVI (AL) Tel. +39 0143 667923 • [email protected] www.magdapedrini.it

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TENUTA SAN PIETRO IN TASSAROLOLocalità S. Pietro, 2 - 15060 Tassarolo (AL) Tel. +39 0143 342422 • [email protected] www.tenutasanpietro.it

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VIGNETI MASSAPiazza Capsoni, 8 - 15059 Monleale (AL)Tel. +39 0131 80302 [email protected]

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VILLA SPARINAFraz. Monterotondo, 56 - 15066 Gavi (AL) Tel. +39 0143 633835 • [email protected] www.villasparina.it

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risotto allo spumante e fragola profumata di tortonaIngredienti per 4 persone350 gr di riso1 cipolla piccola1 lt di brodo vegetalePreparazioneTritate finemente la cipolla e fatela rosolare con un filo d’olio. Aggiungete il riso per farlo tostare qualche minuto nel soffritto, in modo che si insaporisca. Gira-telo sovente perché non si attacchi. Bagnate il riso con lo spumante e lasciatelo evaporare. A questo punto aggiungete metà delle Fragole Profumate di Torto-na tagliate a pezzetti, bagnate con il brodo vegetale e lasciare cuocere per 15 minuti aggiungendo se necessario altro brodo. Terminata la cottura mantecate con il burro e le rimanenti fragole. Servire il risotto con qualche fragola fresca.

La Fragola Profumata di Tortona è presidio Slow Food. Si raccoglie tra maggio e giugno ed è venduta in cestelli da 200 grammi. È un frutto raro, con una produzione annua di soli 36 quintali.

Ricetta suggerita da Cascina CarcassolaLocalità Rivalta Scrivia, Strada Molino Bruciato, 9 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 817254 / +39 338 6471958www.carcassola.it • [email protected]

ravioli affogati al gaviIngredienti per 4 persone500 gr di farina “00”5 uova2 cucchiai di Gavi Docg500 gr di polpa di manzo300 gr di salsiccia di maiale1 fettina di mortadellaPreparazionePreparate una sfoglia con la farina “00”, 5 uova e 2 cucchiai di Gavi Docg. Per il ri-pieno rosolate a fuoco vivo la carne di manzo tagliata a tocchetti bagnandola mo-deratamente con il vino. Tritate finemente la carne ben cotta assieme alla salsiccia di maiale sbriciolata, una fettina di mortadella e un pugno di erbette (borragine o scarola) precedentemente bollite, amalgamando il tutto con 2 o 3 uova intere, una manciata di parmigiano grattugiato e sale quanto basta. Per aromatizzare il tutto aggiungete aglio, prezzemolo e maggiorana a piacere. Modellate i ravioli ponendo il ripieno a mucchietti sulla sfoglia per poi tagliarli nella forma consueta. Una volta ottenuti i ravioli, bolliteli per qualche minuto in acqua salata, trasferiteli in una scodella calda e affogateli nel Gavi Docg a temperatura ambiente.

Ricetta tratta da Giustiniana Antica Tenutawww.lagiustiniana.it

1 pugno di erbette2-3 uovaParmigiano grattugiatoaglioprezzemolo e maggiorana

1 cestino di Fragole Profumate di Tortona50 gr di burro20 cl di spumante brut

noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

il gusTo dEl TErriTorio

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se è vero che i turisti si “prendono per la gola”, ecco l’itinerario perfetto per chi vuole assaggiare i Colli tortonesi. In un viaggio che, di presidio in presidio (slow food), vi condurrà alla scoperta delle numerose prelibatezze e rarità enogastronomiche della zona. Il primo incontro che il vostro palato dovrà preoccuparsi di affrontare non può che avvenire con la fra-gola Profumata di tortona. Presidio Slow Food , simile al lampone per dimensione e colore, dolce e profumatissima, è una vera e propria rarità: essendo un prodotto dall’estrema delicatezza e deperibilità, è disponibile solo per una decina di giorni l’anno, tra la seconda metà di maggio e la prima di giugno. A Tortona si mangia da sempre intera, cosparsa di zucchero e innaffiata da una buona Barbera locale. Per poterla degustare in tutta la sua fragranza, fate un salto alla Cascina Carcassola, incastonata tra la frazione di Rivalta Scrivia e un’ansa dell’omonimo torrente. L’azienda persegue un metodo di coltivazione biologica volto a rispettare gli equilibri microrganici del terreno, evitando antiparassitari e concimi di sintesi chimica.

Chiedete della Fragolina a Patrizia, la titolare: sarà lieta di farvi assaggiare la propria produzione e di indicarvi alcune ricette facili da realizzare e gustosissime, come i Pasticcini artigianali dell’amica o il Risotto allo spu-mante e Fragola Profumata di Tortona. Memorizzatele e farete un’ottima figura con i vostri futuri ospiti.L’azienda agricola Carcassola coltiva anche un’antica varietà di granturco detto Ottofile Tortonese perché la pannocchia è formata da otto file di chicchi color arancione scuro, ricchi di amido. Un tempo assai pre-sente nelle campagne circostanti come piantagione per l’autoconsumo, dopo la seconda Guerra mondia-le l’Ottofile lasciò spazio a varietà di mais ibride più redditizie in quanto a resa e uniformità di prodotto.

La scomparsa fu repentina, tanto che la riscoperta di questo cereale si deve a un genetista autodidatta, Biagio Pelletta, il quale – avventuratosi nella campagna tortonese – trovò gli ultimi esemplari dell’Ottofile nelle pannocchie annerite da un camino di una cascina abbandonata. Erano i primi anni ‘80 e Pelletta, da quella manciata di chicchi, riuscì a far germogliare le piantine che riportarono l’Ottofile alla luce. Oggi

collinE da...gusTarE

itinerari

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PERCoRso: tortona - Costa vescovato - garbagna - Mongiardino ligurelUnghEzza: 60 km

Abbazia di Santa Maria di Rivalta Scrivia

La Torredel Castello a Tortona

di LAURA AVIDANO

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itinerari

dalle farine di questo mais – macinate rigorosamente a pietra – si ottengono polente eccezionali, biscotti e impasti dal sapore unico e antico.Scendendo verso la Val Curone si entra nel cuore dei presìdi Slow Food: è questo il luogo di elezione del Salame Nobile del Giarolo, l’antico formaggio Montébore e la Bella di Garbagna. Il salame del Giarolo è detto “nobile” perché devotamente ottenuto dai tagli migliori dei suini allevati in zona con particolari metodologie di conduzione a semibrado, che non costringono il maiale a vivere immobilizzato in celle anguste, con alimentazione controllata, assenza di mangime integrato o sommi-nistrazione di antibiotici. Nell’impasto del salume si utilizza anche il vino locale. Prodotto da ottobre ad aprile, il Salame Nobile del Giarolo è una rarità di pochi produttori. Potete trovarlo alla Cooperativa agricola valli Unite, sita in Costa Vescovato. Qui non ci sarà tempo per annoiarsi. La cooperativa orga-nizza decine di attività legate al territorio: dai laboratori per bambini al campeggio estivo, dal lavoro nei campi alle settimane in fattoria per le famiglie. Visitate il loro sito o telefonate per prenotare una vacanza divertente e al contempo educativa. Procedendo nel nostro itinerario, ecco il formaggio Montébore, presidio Slow Food. A colpire chi ancora non lo conosce è la forma, che si presenta come quella di una torta nuziale a più piani. La leggenda vuole che questa deliziosa stratificazione si ispiri all’antica torre diroccata dell’omonimo paese, mentre una spiegazione meno poetica vuole il formaggio di Montébore nato dalla sovrapposizione casuale di più robiole di diametro diverso.Comunque sia, l’aspetto a torta piacque così tanto da diventarne la forma caratteristica. Oggi la produ-zione di Montébore è un’arte raffinata ed esclusiva, riscoperta dopo decenni di abbandono e affidata a pochissimi produttori che possono vantare di aver salvato un formaggio «senza concessioni al moderni-smo, alla velocità, senza compromessi».Contattate la Cooperativa vallenostra per una degustazione: sono gli unici produttori riconosciuti dal disciplinare Slow Food. L’agriturismo collegato alla Cooperativa (aperto dal venerdì alla domenica) vi proporrà il Montébore nella sua forma migliore, abbinato al miele di castagno, alla marmellata di arancia o alla cognà (la tipica confettura piemontese a base di mosto d’uva), ai fichi, alle ciliegie in agrodolce o all’uva rosata. Se infine vorranno presentarvi la Bella di Garbagna, non aspettatevi una leggiadra fanciulla. In verità si tratta della classica ciresa, una ciliegia di colore rosso brillante, molto croccante e particolarmente adatta alla conservazione sotto spirito. Ideale come ripieno per i Boeri, i cioccolatini al liquore con un cuore di ciliegia, è possibile assaggiarla da aldo e Massimo Pisacco sotto forma di confetture, succhi, liquori e composte.

aBBazIa santa MaRIa dI RIvalta sCRIvIaViale di Rivalta – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

santUaRIo dElla Madonna dEl lagoVia Madonna del Lago15050 Garbagna (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

CastEllo dI gaRBagnaPro Loco Comune di Gargagna15050 Garbagna (AL)Tel. +39 0131 877645www.comune.garbagna.al.it

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loCanda dEI vIgnEtIVia Montale Celli, 2 15050 Costa Vescovato (AL)Tel. +39 0131 1935451 +39 342 [email protected]

UstERIa E fIRadÜVia Roma, 31/b – 15050 Garbagna (AL)Tel. +39 0131 877908

agRItURIsMo CooPERatIva vallEnostRaLocalità Valle, 1 15060 Mongiardino Ligure (AL)Tel. +39 0143 94131+39 340 [email protected]

Il CaRREttInoLoc. Rivalta Scrivia, Strada Prov. per Pozzolo, 15 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 860930+39 336 [email protected]

agRItURIsMo Casa CastEllInIFraz. Casa Castellini 15050 Garbagna (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

alBERgo MoRandoFrazione Lago Patrono, 6 15060 Mongiardino Ligure (AL)Tel. +39 0143 98118

CasCIna CaRCassolaLocalità Rivalta Scrivia, Strada Molino Bruciato, 9 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 817254 / +39 338 6471958www.carcassola.it [email protected]

CooPERatIva agRICola vallI UnItECascina Montessoro 15050 Costa Vescovato (AL)Tel. +39 0131 838100www.valliunite.com • [email protected]

aldo E MassIMo PIsaCCoFrazione Ca’ dei Bianchi 15050 Garbagna (AL)Tel. +39 0131 877694+39 338 [email protected]

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“tortona è una cittadina di venticinquemila abitanti in provincia di alessandria e sta a quaranta minuti di macchina da Milano e ad una cinquantina di minuti da genova. fai dieci minuti di auto e da tortona provincia di alessandria in Piemonte sei a voghera provincia di Pavia in lombardia. In circa un’ora d’auto si arriva a torino e in meno di un’ora si arriva a Piacenza in Emilia Romagna. Per questa ragione tortona è sempre stata considerata un crocevia, un luogo di transito e io è qui che sono nato.”

Marco CandidaDoppiozero - Paesi e Città

TorTona

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Focus

è nelle parole del giovane scrittore Mar-co Candida che si nasconde il segreto di Tortona, il suo passato di terra di transiti, commerci, confini e conquiste a opera dei tanti potentati che le crescevano intorno. Una storia di guerre e distruzioni, domina-tori e dominati, centro e periferia. Ma an-che la fierezza e l’orgoglio di una città che, come continua lo scrittore, è sempre esi-stita «resistendo alla forza del transito d’ener-gie che passa in quel luogo», rivendicando di epoca in epoca la sua indipendenza e lottando fino al sacrificio per mantenerla.Anche Federico Barbarossa dovette rico-noscerlo: i tortonesi sono gente coriacea. Quando, nel 1155, scese in Italia per doma-re le città italiane che non riconoscevano il suo potere, i suoi eserciti furono respinti più e più volte dalle mura di Tortona. Fino a che, stremati dalla resistenza dei borghi-giani, dovettero avvelenare le sorgenti della cittadella per ottenerne la resa.A memoria di questa e di cento battaglie che videro impegnati i Tortonesi, sul colle che domina la città resta un torrione, det-to la torre del Castello. Poco più di un rudere, si direbbe, ferito dal tempo. Ma nelle pietre e nei mattoni superstiti pas-sa la storia di tutta Tortona: dalla fortezza romana dell’antica Iulia Dertona – snodo cruciale per le comunicazioni tra Liguria e Pianura padana – a quella medioevale

che oppose resistenza ai tedeschi; dal Ca-stello rinascimentale dei Visconti al Forte San Vittorio, voluto dai Savoia nel ‘700 per controllare il Piemonte orientale. Fino al-l’ultima decisione di Napoleone Bonapar-te, che nel 1801 ne ordinò la demolizione.La Torre del Castello e il parco circostante sono un ottimo punto di partenza per visitare Tortona. Da qui si può scendere seguendo viale Vittorio Veneto e poi via XX Settembre in piazza Cavallotti, dove a fianco dell’Ospedale Civile comincia la Via Emilia, sulla quale si affacciano i principali monumenti cittadini. Era questa l’antica

Aemilia Scauri, importante direttrice volu-ta dal censore romano Emilio Scauro nel 109 a.C. per collegare lo Spezzino a Vado Ligure senza passare dalle coste, impervie e pericolose.La Via Emilia attraversa tutto il centro sto-rico in un susseguirsi di piazze, incroci e porticati, che a Tortona vengono chiamati “Portici Nuovi” e “Portici Vecchi”, divisi da piazza Duomo, il centro nevralgico e cultu-rale della città. è qui che sorge la Catte-drale dedicata alla Vergine Maria Assunta e a San Lorenzo, con facciata neoclassica, ma origini tardo cinquecentesche.

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di GABRIELE PIERONI

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la toRRE dEl CastElloParco Castello, Viale della Libertà 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 868940www.vivitortona.it • [email protected]

fondazIonE Cassa dI RIsPaRMIo dI toRtonaCorso Leoniero, 6 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 822965www.fondazionecrtortona.itpresidenza@fondazionecrtortona.it

CattEdRalEPiazza Duomo – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

Palazzo vEsCovIlEPiazza Duomo, 12 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

Palazzo gUIdoBonoPiazza Aristide Arzano, 1 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 868940

Dietro la Cattedrale, presso il palazzetto medievale di corso Leoniero, ha sede la

fondazione Cassa di Risparmio di tortona. Qui, nel 2012, è stata inaugurata la mostra permanente Il Divisionismo, nata da un nucleo originario di tele di Pellizza da Volpedo e poi arricchita con successivi acquisti. Oggi la permanente ospita più di cento lavori dei più importanti divisionisti italiani tra cui Plinio Nomellini, Emilio Lon-goni e Giovanni Segantini.Nelle vicinanze di piazza Duomo merita una visita il cinquecentesco Palazzo vescovile che custodisce il prezioso Tritti-co di Lucedio dipinto dal Macrino D’Alba.Per i vostri desideri enogastronomici, re-stando in zona, vi consigliamo la vine-ria derthona, con la sua ampia scelta di etichette locali e buone proposte culinarie (imperdibili gli agnolotti), in un ambiente semplice ma accogliente.Sotto i portici del Duomo, sull’angolo della piazza, una sosta golosa alla Pasticce-ria vercesi è un tributo alla storia enoga-stronomica di Tortona. è infatti in questo luogo che nacquero i Baci Dorati, variante dei Baci di Dama anch’essi, pare, di origine tortonese. Avvolti in carta dorata, legger-mente ovali e preparati con mandorle e cacao, i Baci di Vercesi vengono venduti assieme alla poesia degli anni ’30 che li celebrava: «Son squisitissimi, cari, gustosi \ Come i sorrisi d’Amanti e di Sposi».Proseguendo lungo la Via Emilia, la strada si apre su piazza Aristide Arzano, domina-ta dalla torre civica e cinta dal quattrocen-

tesco Palazzo guidobono, che ospita interessanti esposizioni ed eventi ed è sede dell’ Ufficio turistico. All’interno del Palazzo si possono ammirare alcuni importanti ritrovamenti di epoca roma-na: al piano terra il pregevole Sarcofago di Publio Elio Sabino in marmo bianco con bassorilievi, del III secolo d.C., men-tre i sotterranei conservano i resti di un pavimento a mosaico oltre a una nivie-ra rinascimentale, un tempo utilizzata come ghiacciaia per conservare i cibi deperibili.A fianco di Palazzo Guidobono, all’inter-no delle sale della Biblioteca Civica, il passato millenario della città chie-de un ultimo tributo. è qui che si può

ammirare il dipinto di Andrea Gastaldi La Costanza dei Tortonesi, noto anche come la Sete dei Tortonesi. Il quadro, in una scena di straziante realismo, ritrae le accanite lotte che si svilupparono per il controllo delle fonti d’acqua attorno alla città, durante l’assedio del Barbarossa. Come sappiamo, la Storia condannò i Tortonesi alla sconfitta, ma il loro sacri-ficio venne scolpito nella memoria a modello di fiera indipendenza e liber-tà. Come lapidariamente scrisse Carlo Varese nel suo romanzo storico sull’as-sedio di Tortona, il Folchetto Malaspina: «Ridurre il valor Tortonese era durissima impresa» in una città «determinata a re-sistere con ogni possa».

WINEPASS I 77

Focus

1 [email protected]

BIBlIotECa CIvICaVia Ammiraglio Mirabello, 1 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

ChIEsa santa MaRIa dEI CanalIVia Giulia, angolo via Baluardo – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

santUaRIo Madonna dElla gUaRdIaVia Don Sparpaglione, 15 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 863492 / +39 0131 [email protected]

Iat InfoRMazIonE E aCCoglIEnza tURIstICaPiazza Arzano (Palazzo Guidobono) 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 868940www.vivitortona.it [email protected]

PastICCERIa vERCEsIVia Emilia, 178 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 861822www.pasticceriavercesitortona.itpasticceriavercesi@libero.it

vInERIa dERthonaVia Seminario, 21 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

MUsEo oRsIVia Emilia, 446 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 [email protected]

MUsEo dEl MaREVia P. Pernigotti, 12 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 335 6715822 / +39 348 1498791www.vivitortona.it • [email protected]

tEatRo CIvICoVia Ammiraglio Mirabello, 3 – 15057 Tortona (AL)Tel. +39 0131 820195www.teatrocivicotortona.famafantasma.itteatrocivico@comune.tortona.al.it

Altri importanti monumenti di Tortona sono il Teatro civico, gioiello ar-chitettonico edificato nel 1836 e restaurato nel 1990 dopo mezzo se-colo di inattività; il Santuario Madonna della Guardia, fondato nel 1931 da Don Luigi Orione, santificato nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II; la chiesa di Santa Maria dei Canali, risalente XI-XII secolo, la più antica della città.

A Tortona si possono visitare due particolari musei. Il primo è il Museo Orsi, dedicato alle macchine agricole che resero celebre questa azienda tra gli anni ‘30 e ’40 del Novecento. Il secondo è il Museo del Mare, interessante raccolta di cimeli legati alla Marineria Italiana. Le aziende metalmeccani-che della zona fornivano infatti materiali bellici alla Marina e non pochi tortonesi decisero di prestare servizio di leva a bordo di una nave.

lo sapEvaTE chE ?

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Asti e Moscatole bollicine dolci

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WINEPASS I 79vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

CEnaPrezzo medio

osPItalItàPrezzo medio

Asti e Moscato guida

Asti e Moscatole bollicine dolci

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BERAVia Castellero Cascina Palazzo, 12 - 12050 Neviglie (CN) Tel. +39 0173 630194 • [email protected] www.bera.it

B

BOSCAVia Luigi Bosca, 2 - 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 96711 • [email protected] www.bosca.it

B

CA D’GALStrada Vecchia di Valdivilla, 1 - 12058 Santo Stefano Belbo (CN) Tel. +39 0141 847103 • [email protected] www.cadgal.it

B

35 35 85 con colazione

CASCINA FONDALocalità Cascina Fonda, 45 - 12056 Mango (CN) Tel. +39 0173 677877 • [email protected]

B

20 20 79/85

CAUDRINA DI ROMANO DOGLIOTTIStrada Brosia, 20 - 12053 Castiglione Tinella (CN) Tel. +39 0141 855126 • [email protected] www.caudrina.it

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CONTRATTO GIUSEPPEVia G.B. Giuliani, 56 - 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 823349 • [email protected] www.contratto.it

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ELIO PERRONEStrada San Martino, 3/bis - 12053 Castiglione Tinella (CN) Tel. +39 0141 855803 • [email protected] www.elioperrone.it

A

FONTANAFREDDAVia Alba, 15 - 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. +39 0173 626111 • [email protected] www.fontanafredda.it

BE

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FORTETO DELLA LUJARegione Candelette, 4 - 14051, Loazzolo (AT) Tel. +39 0141 831596 • [email protected] www.fortetodellaluja.it

AC

GANCIACorso della Libertà, 66 - 14053 Canelli (AT) Tel. +39 0141 830262 • [email protected] www.gancia.it

AB

LA MORANDINALocalità Morandini, 11 - 12053 Castiglione Tinella (CN) Tel. +39 0141 855261 • [email protected] www.lamorandina.com

C

MUSTELAFraz. Cappelletto, 54 - 12050 Trezzo Tinella (CN) Tel. +39 0173 630279 (3398120446)[email protected] • www.vinimustela.com

B

PAOLO SARACCOVia Circonvallazione, 6 - 12053 Castiglione Tinella (CN) Tel. +39 0141 855113 • [email protected] www.paolosaracco.it

B

TENUTA IL FALCHETTOVia Valle Tinella, 16 (Fraz.Ciombi) - 12058 Santo Stefano Belbo (CN) Tel. +39 0141 840344 • [email protected] www.ilfalchetto.com

B

coppi di langa di canelliIngredienti per 4 persone200 gr di farina di nocciole Tonda Gentile delle Langhe200 gr di farina170 gr di zucchero170 gr di burro a temperatura ambiente1 uovo4 cucchiai di miele millefiori dell’Alto Monferrato1/2 cucchiaino di cannella in polvere1 bustina di lievitoPreparazioneMescolate bene il burro ammorbidito e lo zucchero. Montate a neve ferma l’albume e unitelo al composto di burro, mescolando dal basso verso l’alto, fino a ottenere una crema liscia. Unite delicatamente la fari-na di nocciole e impastate. Poi unite la farina bianca, il miele e il lievito e impastate ancora fino ad avere un composto omogeneo. Stendete la pasta col mattarello e ritagliate dei pezzi di pasta a forma di coppi (tegole). Imburrate una teglia da forno, disponetevi i coppi distanziati l’uno dall’altro, preriscaldate il forno a 180 °C e cuocete i biscotti fino a quando saranno dorati, facendo attenzione che non si brucino.

I Coppi delle Langhe sono prodotti usando due ingredienti molto caratteristici del Piemonte: nocciole e miele millefiori dell’Alto Mon-ferrato. La loro forma richiama quella delle tegole una volta usate su tutte le case di Langhe e Monferrato. La produzione è cominciata nel 1970, quando un pasticcere ha elaborato una ricetta per i biscotti tradizionali; ma per i primi anni di vita i coppi venivano prodotti nel-la forma di tartelette, prendendo l’attuale sagoma della tegola solo più tardi. Sono certificati come “prodotto tradizionale” dalla Regione Piemonte, riconoscimento che esige determinati metodi di lavorazio-ne, conservazione e stagionatura.

Ricetta tratta da: Italy Recipeswww.italy-recipes.com

noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devo-no essere considerate come un’informazione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

il gusTo dEl TErriTorio

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terra al confine fra langhe e Monferrato, la zona dell’asti spumante e del Moscato d’asti ha la fortuna di poter riassumere in sé le caratteristiche peculiari di entrambi i territori. sul versante di sud–Est, passato santo stefano Belbo, crescono colline selvagge e ripide, valli verdi e poco esplorate come quelle del Bormida e del Belbo. Mentre sul versante nord–ovest, dalla parte di Canelli, si stende il Monferrato astigiano, con i suoi colli più dolci e disciplinati, punteggiati di pievi, campanili e castelli. Punto ideale di partenza per vivere il meglio di queste aree è San Marzano Oliveto, comune sorto su un’altura che svetta sulle colline di Canelli e di Nizza Monferrato. Il nome del paese è curioso: mentre la prima parte è dedicata a San Marzano, vescovo martirizzato a Tortona, la seconda deriverebbe dal fatto che, anticamente, qui prosperasse l’ulivo. Eppure San Marzano è famosa per la qualità delle sue

mele, molto apprezzate per la croccantezza e l’equi-librio tra acidità e dolcezza.In località Saline vi consigliamo di scoprire il lato “avventuroso” del moscato. è qui che ha sede la

freequadasti, che mette a disposizione i suoi quad per escursioni lontane dai sentieri più battuti. Il bello di viaggiare con questo mezzo è la facilità della guida e la stabilità sui terreni accidentati, con la possibilità di affrontare tratti off–road che sareb-be impossibile percorrere in moto o in auto. Si pos-sono prenotare gite di poche ore scorrazzando fra i vigneti o escursioni che durano tutta la giornata: in quest’ultimo caso, le guide messe a disposizione dalla Freequadasti vi condurranno nel cuore dell’Al-

ta Langa astigiana, attraverso i boschi e i bricchi di Cassinasco e Loazzolo, comune famoso per il suo rarissimo Moscato Passito: la più piccola Doc d’Italia.

Per un percorso più classico, da San Marzano Oliveto dirigetevi verso Calosso, importante non solo per la produzione di Moscato d’Asti, ma anche di Barbera, Dolcetto, Nebbiolo, Pinot, Chardonnay, Freisa e l’autoctono Gamba di Pernice, il cui singolare nome deriva dal raspo che tende ad arrossarsi

moscaTo, dolcE E un po’ sElvaTico

itinerari

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PERCoRso: san Marzano oliveto - Calosso - Canelli - Calamandrana - san Marzano olivetolUnghEzza: 29 km

Uno scorcio di San Marzano Oliveto

Il castello di Canelli

di LAURA AVIDANO in collaborazione con FreeQuadAsti

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itinerari

poco prima della maturazione delle uve, diventando di colore simile alle zampe di questi pennuti. Questo vitigno, coltivato in soli sei ettari, è scampato all’estinzione grazie alla dedizione e all’amore di alcuni viticoltori di Calosso, che lo hanno riportato in vita dopo le distruzioni causate dalla filossera nei primi del ‘900. Oggi il Gamba di Pernice viene aggiunto nella vinificazione della Barbera e di altri vini, ma qualcuno lo produce in purezza, ottenendo un vino di spiccata personalità, dai toni speziati e aromatici, adatto all’invecchiamento e meritevole di essere conosciuto ed apprezzato. Il Gamba di Pernice, di cui esiste anche una versione Passarà da uve passite, è diventato Calosso Doc nell’estate del 2011 e sono una decina i produttori che lo vinificano. Tappa di degustazione consigliata è la Crota’d Calos, vineria e ristorante con una splendida terrazza sui vigneti. Da Calosso seguite la strada per il punto panoramico Bricco Crevacuore. Si raggiunge dalla parte Sud del paese, imboccando via Crevacuore da viale Partigiani. Non dimenticate la macchina fotografica, lo scenario è da immortalare: vigneti a bordo strada, frutteti, peschi di vigna (rari, ma i migliori per ottenere deliziose marmellate), noccioleti e in ogni angolo un cartello che invita verso un’azienda vitivinicola. Dalla cima del Bricco, dopo aver superato la Cappella della Trinità, seguite le indicazioni verso Santo Stefano Belbo. La discesa, stretta e tortuosa, vi condurrà sulla provinciale. Prendete a destra e prose-

guite per Canelli. Questo tratto di strada non parti-colarmente attraente vi permetterà di attraversare una delle capitali del Moscato per giungere poi sull’Alessandria-Nizza in direzione di Calamandrana, che si annuncia con la rinomata azienda vitivinicola di Michele Chiarlo, Tre Bicchieri del Gambero Rosso per il suo Barbera d’Asti Superiore Nizza La Court del 2009. Tenete la strada che vi ricondurrà con un continuo saliscendi verso San Marzano Oliveto, da cui era cominciato il nostro itinerario. Ricordate che parla-vamo delle deliziose mele di queste colline? Bene, sulla strada bussate alla porta dell’azienda Ca’d Li-

sonna o di Renzo Lovisolo ( Consorzio Mela divina): saranno ben lieti di mostrarvi i loro frutteti, facendovi scoprire la bontà di un toccasana che assunto una volta al giorno, secondo il celebre detto, «leva il medico di torno».

CastEllo dI san MaRzanoVia Umberto I 14050 San Marzano Oliveto (AT)Tel. +39 0141 856121www.comune.sanmarzanooliveto.at.itsan.marzano.oliveto@ruparpiemonte.it

MUsEo dEl RICoRdoVia Roma – 14052 Calosso (AT)Tel. +39 0141 853312www.comune.sanmarzanooliveto.at.itsan.marzano.oliveto@ruparpiemonte.itPrenotazione obbligatoria

CastEllo dI CalossoVia Roma, 11 – 14052 Calosso (AT)Tel. +39 0141 853126 /+39 0141 [email protected]

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lE dUE CasCInERegione Mariano, 2214050 San Marzano Oliveto (AT)Tel. +39 0141 824525www.leduecascine.com [email protected]

la CRota’d CalosVia Cairoli, 7 – 14052 Calosso (AT)Tel. +39 [email protected]

ostERIa dElla gallIna svERsaFrazione Piana del Salto - via Battibò, 9 14052 Calosso (AT)Tel. +39 0141 853483+39 348 [email protected]

agRItURIsMo B&B CasCIna fasCIottIVia Crevacuore, 42 – 14052 Calosso (AT)Tel. +39 0141 853827 / +39 348 [email protected]

la CoRtE RElaIs dI CaMPagnaReg. Quartino, 7 – 14042 Calamandrana (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

RElaIs san MaURIzIoLocalità San Maurizio, 39 12058 Santo Stefano Belbo (CN)Tel. +39 0141 [email protected]

fREEqUadastILocalità Saline 14050 San Marzano Oliveto (AT)Tel. +39 0141 856373 / +39 340 [email protected]

ConsoRzIo MEla dIvInaRegione Saline, 51 14050 San Marzano Oliveto (AT)Tel. +39 0141 856546

MERCato dElla tERRa aMICaPiazzale della Stazione 14042 Calamandrana (AT)Tel. +39 0141 75114www.comune.calamandrana.at.itinfo@comunecalamandrana.itTutti i sabato mattina

Calosso

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“Canelli mi piaceva per se stessa, come la valle e le colline e le rive che ci sbucavano. Mi piaceva perché qui tutto finiva, perch’era l’ultimo paese dove le stagioni non gli anni s’avvicendano. Gli industriali di Canelli potevano fare tutti gli spumanti che volevano, impiantare uffici, macchine, vagoni, depositi era una lavoro che facevo anch’io – di qui partiva la strada che passava per Genova e portava chi sa dove. […] Canelli è tutto il mondo – Canelli e la valle del Belbo – e sulle colline il tempo non passa.”

Cesare PaveseLa Luna e i Falò

Canelli

Città di inizi, città di fini. Per i personaggi di Cesare Pavese era la porta del mondo o l’invalicabile cancello della loro vita pro-vinciale. L’ultimo baluardo delle Langhe (o il primo del Monferrato), dove lo scorrere del tempo si misurava ancora in base al lavoro contadino, di contro al calendario delle metropoli scandito dalla scientificità dell’orologio.Perché a Canelli ci puoi arrivare o da Ca-nelli puoi partire. E non sai mai se prender-

lo come punto di riferimento o luogo di passaggio, che si proietta altrove. La città è sorta nel primo vero slargo pianeggiante che il corso del torrente Belbo crea lungo il suo incedere verso la pianura del Tanaro ed è l’ultimo centro importante prima che le colline dell’Astigiano diventino Langa, poi Appennino. è qui che, anticamente, arrivavano le vie del mare dalla Liguria e da qui partivano le carovane di Asti per Vado e Savona. E, soprattutto, è dalle sue colline che è cominciata la storia dell’Asti Spu-mante, che – pur radicandosi nel territorio tanto da scavare le sue cantine nel sotto-suolo della città – ha conquistato i caveaux

d’ogni nazione diventando lo spumante dolce italiano più apprezzato e bevuto al mondo e contribuendo alla fortuna di aziende come Gancia, Martini&Rossi, Ric-cadonna, Cinzano, Bosca, Cora, Contratto, Fontanafredda.Anche la morfologia dell’abitato di Canelli è duplice. Il “Borgo” si corica sulla pianura, seguendo lo zig zag del Belbo, per poi inarcarsi improvvisamente sulla collina dove sorgono la “Villanova” e il castello: un tempo forte medievale poi smantellato dagli spagnoli nel ‘600 e infine restaurato dalla Gancia, famiglia che qui incarna la storia stessa delle bollicine. Fu infatti Carlo

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di GABRIELE PIERONI in collaborazione con Beppe Orsini

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hotEl astIViale Risorgimento, 174 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

RIstoRantE EnotECa REgIonalE dI CanEllICorso Libertà, 65/a – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 832182 / +39 346 3248546www.enotecaregionalecanelli–ristorante.com info@enotecaregionalecanelli–ristorante.com

san MaRCo RIstoRantEVia Alba, 136 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 823544www.sanmarcoristorante.it [email protected]

PastICCERIa BosCaPiazza Amedeo d’Aosta, 3 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

Gancia, verso il 1860, dopo un periodo tra-scorso nelle cantine della Champagne, a credere che a Canelli potesse nascere uno spumante a base di moscato, in grado di conquistare le tavole per la dolcezza e il finissimo perlage. Ma le bottiglie scoppia-vano in cantina come petardi, almeno a credere alle foto che ritraggono gli operai protetti da grembiuli in cuoio e maschere da scherma: gli “champagnisiti”, com’erano chiamati – non senza un filo di ironia – i precursori dell’Asti. Pochi anni più tardi, il processo di produzione dell’Asti venne stabilizzato e il suo commercio fu un suc-cesso immediato, da subito proiettato verso i mercati esteri. Quello dell’Asti fu anche il primo Consorzio di Tutela italiano a costituirsi nel 1932. Oggi Asti e Moscato d’Asti rimangono la colonna portante dell’economia di Canelli, che attorno a questi vini ha costruito una fiorente industria specializzata in macchi-ne enologiche. Tanto fiorente che i canel-lesi vantano la loro presenza in ogni canti-na del mondo degna di questo nome.Ma la cittadina amata da Pavese grazie al suo piglio metropolitano e industriale è anche un luogo affascinante per la sua storia, specie quella dell’età barocca, che ha lasciato segni inconfondibili sul terri-torio. Attraversando il borgo basso di Ca-nelli si susseguono una serie di piazzette con oratori, chiese e palazzi secenteschi. Come la Parrocchiale di San Tommaso, nell’omonima piazza ai piedi della collina, rimaneggiata nel XVII secolo. Da qui, a lato dell’Oratorio dell’Annunziata, si inerpica la Stërnia, la ripida strada ciottolata che, af-fiancando piccole abitazioni rurali e crotin scavati direttamente nella roccia, conduce

nella parte alta di Canelli fino al castello, offrendo punti panoramici. Al terzo tor-nante si incontrano i sinuosi volumi in pie-tra e mattoni dell’Oratorio di San Rocco (prima metà del XVIII secolo) e, di fronte, la Parrocchiale di San Lorenzo, ricostruita verso la fine del XVII secolo.è su questa suggestiva salita che ogni terza domenica di giugno si celebra la parte più animata dell’ assedio di Ca-nelli, rievocazione storica della battaglia che, nel 1613, vide la città dello spumante trionfare sulle truppe dei Gonzaga pronte a impadronirsi del Monferrato ai danni dei Savoia. Durante la rievocazione, Canelli e la Stër-nia si trasformano in una città del ‘600 che, grazie all’opera di più di mille figuranti, rivi-ve le fasi dell’assedio, coinvolgendo i turisti nella battaglia. Particolare attenzione viene prestata all’enogastronomia canellese, che ripro-pone i piatti della tradizione nelle osterie

e nelle taverne allestite in tutto il centro storico in un tripudio di agnolotti, bollito alla piemontese, arrosto cotto sullo spie-do, zuppe di legumi e robiole di pecora. Il tutto innaffiato da vini locali selezionati per l’occasione.Canelli, infine, non si può lasciare senza una visita alle Cattedrali sotterranee e al MU.s.a., il Museo Multimediale del Sud Astigiano. Le prime sono le incredi-bili cantine delle case storiche scavate nel tufo su cui sorge la città, perfetto isolante termico per l’affinamento dei grandi vini. Mentre il secondo è un ot-timo esempio di come si possa raccon-tare la storia di un territorio attraverso la cura che il mondo contadino ha sempre tributato al vino, dai secoli passati alla recente industrializzazione di Canelli, sempre «orgogliosa – come ha scritto l’indimenticabile Gianni Brera – di non essere mai completamente città, e nem-meno irrimediabilmente paese».

1 CattEdRalI sottERRanEECantInE BosCaVia G.B. Giuliani, 21 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

CantInE ContRattoVia G.B. Giuliani, 56 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

CantInE CoPPoVia Alba, 68 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

CantInE E MUsEo ganCIaCorso Libertà, 66 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

UffICIo InfoRMazIonI Ed aCCoglIEnza tURIstICaVia G.B. Giuliani, 29 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

MU.s.a. – MUsEo MUltIMEdIalE dEl sUd astIgIanoVia G.B. Giuliani, 29 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

MUsEo dElla dIstIllERIa BoCChInoVia G.B. Giuliani, 88 – 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 8801www.bocchino.com • [email protected]

assEdIo dI CanEllIUfficio Manifestazioni Via Roma, 37 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 820231www.comune.canelli.at.itmanifestazioni@comune.canelli.at.it

Durante l’Assedio di Canelli la città si trasforma. I turisti vengono coin-volti in modo scherzoso nelle scaramucce tra le truppe degli invasori, i Gonzaga, e i difensori, i Savoia. Ai visitatori viene consegnato il Tiletto, una sorta di lasciapassare che va vidimato in tre diversi punti della città. Tocca al turista muoversi per validarlo, altrimenti rischia l’arresto, la berlina o la gogna. Il Tiletto va dunque conservato gelosamente per tutta la manifestazione!

La resistenza degli abitanti di Canelli all’assedio dei Gonzaga fu ben ricompensata. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, esentò i canellesi dal pagamento delle tasse per trent’anni.

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Monferratola casa della signora in rosso

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WINEPASS I 85vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

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Monferrato guida

Monferratola casa della signora in rosso

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ACCORNERO GIULIOCascina Cima, 1 - 15049 Vignale Monferrato (AL) Tel. +39 0142 933317 • [email protected] www.accornerovini.it

B

ANTICA CASA VINICOLA SCARPAVia Montegrappa, 6 - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel. +39 0141 721331 • [email protected] www.scarpavini.it

D

BAVAStrada Monferrato, 2 - 14023 Cocconato (AT) Tel. +39 0141 907083 • [email protected] www.bava.com

C

BERSANOPiazza Dante, 21 - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel. +39 0141 720211 • [email protected] www.bersano.it

B

BORGO ISOLABELLARegione Caffi, 3 - 14051 Loazzolo (AT)Tel. +39 0144 87166 • [email protected] www.isolabelladellacroce.it

B

BRAIDA DI GIACOMO BOLOGNAS.P. 27, 9 - Loc.Ciappellette - 14030 Rocchetta Tanaro (AT) Tel. +39 0141 644113 • [email protected] www.braida.it

B

CANATO MARCOCa’ Baldea, 18/2 - 15049 Vignale Monferrato (AL) Tel. +39 0142 933653 • [email protected] www.canatovini.it

B 45

CANTINA IULIFraz. Montaldo, Via Centrale 27 - 15020 Cerrina (AL) Tel. +39 0142 946657 • [email protected] www.iuli.it

D 100

CANTINA NICOLAStrada degli Alberoni, 10 - 14023 Cocconato (AT) Tel. +39 333 3906436 • [email protected] www.nicolavini.com

A 30

CARUSSINRegione Mariano, 27 - 14050 San Marzano Oliveto (AT) Tel. +39 0141 831358 [email protected] www.carussin.it

B 15 15

CASCINA CASTLETStrada Castelletto, 6 - 14055 Costigliole d’Asti (AT) Tel. +39 0141 966651 [email protected] www.cascinacastlet.com

B

CASCINA GARITINAVia Gianola, 20 - 14040 Castel Boglione (AT) Tel. +39 0141 762162 • [email protected] www.cascinagaritina.it

B

CASCINA GILLIVia Nevissano, 36 - 14022 Castelnuovo Don Bosco (AT) Tel. +39 011 9876984 • [email protected] www.cascinagilli.it

B

CASCINA MONCUCCHETTOCascina Moncucchetto - 14032 - Casorzo (AT) Tel. +39 0141 929139 • [email protected] www.moncucchetto.it

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20/30 20/30

CASTELLO D’UVIGLIEVia Castello di Uviglie, 73 - 15030 Rosignano Monferrato (AL) Tel. +39 0142 488132 • www.castellodiuviglie.com [email protected]

B

COPPOVia Alba, 68 - 14053 Canelli (AT)Tel. +39 0141 823146 • [email protected] www.coppo.it

BD

CRIVELLIBricco La Morra - 14030 Castagnole Monferrato (AT) Tel. +39 0141 292357 • [email protected] www.ruchecrivelli.it

B 60

DAVIDE BECCARIA CASCINA MOSSAVia Giovanni Bianco, 3 - 15039 Ozzano Monferrato (AL) Tel. +39 0142 487321 • [email protected] www.beccaria-vini.it

B

FEAVia Fea, 11 - 14052 Calosso (AT)Tel. +39 0141 853217 • [email protected]

B

FRATELLI PAVIAVia Fornace Stazione, 6 - 14041 Agliano Terme (AT) Tel. +39 0141 954093 • [email protected] www.fratellipavia.it

B 25

HOLLBORN DI GIOVANNI BRIGNOLIOStrada Grazzano, 8 - 14036 Moncalvo (AT) Tel. +39 0141 [email protected]

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LA GIRIBALDINA Regione San Vito, 39 - 14042 Calamandrana (AT) Tel. +39 0141 718043 [email protected] www.giribaldina.com

B 85 con colazione

LA GIRONDAStrada Bricco, 12 - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel. +39 0141 701013 • [email protected] www.lagironda.com

B

LA SPINETTAVia Annunziata, 17 - 14054 Castagnole Lanze (AT) Tel. +39 0141 877396 • [email protected] www.la-spinetta.com

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LUCA FERRARIS VINEYARDSS.P. 14 Località Rivi, 7 – 14030 Castagnole Monferrato (AT) Tel. +39 0141 292202 • [email protected] www.lucaferraris.it

B

MACIOTVia Salvo d’Acquisto, 10/B - 14023 Cocconato (AT) Tel. +39 0141 907003 • [email protected]

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MARCHESI ALFIERIPiazza Alfieri, 28 - 14010 San Martino Alfieri (AT) Tel. +39 0141 976015 • [email protected] www.marchesialfieri.it

C 60

MASSIMO PASTURA CASCINA LA GHERSAReg. Chiarina, 2 - 14050 Moasca (AT)Tel. +39 0141 856012 • [email protected] www.laghersa.it

B

MICHELE CHIARLOStrada Nizza-Canelli, 14042 Calamandrana (AT) Tel. +39 0141 769030 • [email protected] www.michelechiarlo.it

B

MONTALBERA - TERRA DEL RUCHèVia Montalbera, 1 - 14030 Castagnole Monferrato (AT) Tel. +39 011 9433311 • [email protected] www.montalbera.it

B

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OLIVETTAVia Sogliano, 7 - 15020 Castelletto Merli (AL) Tel. +39 0141 918157 • [email protected] www.viniolivetta.it

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PICO MACCARIOVia Cordara, 87 - 14046 Mombaruzzo (AT) Tel. +39 0141 774522 • [email protected] www.picomaccario.com

B

PIN BOLOGNAVia Sardi, 35 - 14030 Rocchetta Tanaro (AT)Tel. +39 348 5728086 • [email protected] www.pinbologna.it

B 120

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Monferrato guida

34 PODERI DEI BRICCHI ASTIGIANIFraz. Repergo - via Ritane, 7 - 14057 Isola d’Asti (AT) Tel. +39 0141 958974 • [email protected] www.bricchiastigiani.it

B

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SCAGLIOLA GIACOMO E FIGLIORegione Santa Libera, 20 - 14053 Canelli (AT) Tel. +39 0141 831146 • [email protected] www.scagliolagiacomo.it

AB

SCRIMAGLIOStrada Alessandria, 67 - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel. +39 0141 721385/+39 0141 727052 [email protected] www.scrimaglio.it

B

TENUTA CASTELLO DI RAZZANOFraz. Casarello, 2 - 15021 Alfiano Natta (AL) Tel. +39 0141 922124 • [email protected] www.castellodirazzano.it

B 125

TENUTA DEI FIORIVia Valcalosso 3 - 14052 Calosso (AT) Tel. +39 0141 853819 • [email protected] www.tenutadeifiori.com

B 40/60

TENUTA LA PERGOLALoc. San Matteo, Regione Caso, 30 - 14010 Cisterna d’Asti (AT) Tel. +39 0141 979246 • [email protected] www.tenutalapergola.it

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TENUTA SAN MAUROLoc. San Mauro, 1 - 14054 Castagnole Lanze (AT) Tel. +39 0141 877283 / +39 333 8759382 [email protected] www.il-tenutasanmauro.com

B

TENUTA LA TENAGLIAStrada Santuario, 5 - 15020 Serralunga di Crea (AL) Tel. +39 0142 940252 • [email protected] www.latenaglia.com

B 50

VILLA GIADA ANDREA FACCIO Regione Ceirole, 10 - 14053 Canelli (AT) Tel. +39 0141 831100 • [email protected] www.andreafaccio.it

C

VITICOLTORI ASSOCIATI VINCHIO E VAGLIO SERRARegione San Pancrazio, 1 - 14040 Vinchio (AT) Tel. +39 0141 950903 • [email protected] www.vinchio.com

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WINEPASS I 86vIsItE In azIEnda a pagamento

dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

CEnaPrezzo medio

osPItalItàPrezzo medio

la finanziera reale alla moda del casòtIngredienti per 4 persone100 gr di filetto di vitello a dadini100 gr di filetto di maiale o lonza a dadini100 gr di animelle di vitello100 gr di crestine e bargigli di pollo100 gr di cervella di vitello100 gr di fegatini di pollo100 gr di filone di vitello100 gr di granelle di vitello150 gr di funghi porcini sott’olio100 gr di sottaceti misti50 gr di vino bianco secco50 gr di Marsala vergine50 gr di cipolla e rosmarino tritati finementeun poco di succo di limonesale e pepe

PreparazionePreparate il brodo con acqua, sale, alloro, cipolla e poco aceto bianco; pulite bene in acqua corrente tutte le interiora. Scottatele quindi nel brodo che avrà raggiunto il bollore, scolatele in un colapasta e fatele raffreddare. In una capace pentola scaldate una noce di burro e un cuc-chiaio di olio extravergine di oliva. Rosolate il trito di cipolla e rosmari-no, aggiungete quindi il vitello e il maiale che avrete prima infarinato e rosolato in una padella antiaderente. Quindi, sempre in una padella antiaderente, procedete nella stessa maniera con tutti gli altri ingredien-ti. Aggiungete infine i funghi porcini ben scolati e i sottaceti preventi-vamente lavati e tagliati a pezzi di media grandezza. Regolate di sale e pepe, poi sfumate con il vino bianco e il Marsala vergine facendolo evaporare a fuoco vivo. Sfumato l’alcool, abbassate la fiamma e cuocete per 40 minuti, se è il caso aggiungendo brodo di carne. Servite ben cal-da con qualche goccia di limone e abbinata a una buona Barbera d’Asti Docg Superiore, ben strutturato e corposo.

Ricetta di Ivan Cusotti, chef Ristorante del CasòtRegione Serra Perno, 76/77 – 14033 Castell’Alfero (AT) [email protected]

il gusTo dEl TErriTorio

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noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devono essere considerate come un’informa-zione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

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Prendete la bici e approfittate di una bella giornata di sole: le colline del Monferrato vi regaleranno splendidi panorami, ricchi di una vegetazione più che mai variopinta: dai vigneti di ruché ai girasoli, dai noccioleti ai frutteti, i vostri occhi saranno continuamente rapiti dai colori di questa magnifica terra. Il consiglio è quello di caricare la bici in auto e raggiungere Portacomaro, dove potrete lasciare la vettura in piazza Marconi. Accertatevi però che non sia in programma una partita di tamburello a muro, in piemon-tese tambass. Variante della pallapugno, il tambass è assai popolare nelle provincie di Asti e Alessandria, dove viene praticato nelle piazze dei paesi, sotto i bastioni, o negli sferisteri. La particolarità di questa variante del tamburello classico è che la palla può essere scagliata contro il muro di appoggio laterale per cercare effetti a cui gli avversari non siano in grado di rispondere.

A Portacomaro, dove il tambass è sport assai seguito e praticato, la leggera curvatura del muro del Ricetto medioevale sul quale si disputano le gare ha reso il campo celebre nella storia del tamburello. Le squadre ospiti temono questo campo di gioco, perché i pa-droni di casa sanno sfruttare a proprio vantaggio ogni sua irregolarità e spigolo.

Non trascurate il cartello stradale “Bergoglio” e “Bricco Marmorito”, luogo di origine della famiglia del Cardi-nale Bergoglio, Papa Francesco.Inforcate ora la bici: la direzione da prendere è quella per Scurzolengo, lungo un percorso ricco di vigneti di

grignolino. Svoltando verso Castagnole Monferrato affronterete il saliscendi, bello ma impegnativo, del Bricco Gioia. Al termine della discesa, dirigetevi verso Asti e sgambate per qualche chilometro in pianura fino alla frazione Valenzani dove, svoltando a sinistra, imboccherete la strada per Refrancore. Qui ci sarà un’altra salita ad attendervi: godetevela osservando i frutteti della Cascina la gioia, presso la quale

lE comari dEl monfErraTo

itinerari

PERCoRso: Portacomaro - valenzani - Montemagno - Castagnole Monferrato - PortacomarolUnghEzza: 30 km

Una veduta di Portacomaro

Il castello di Montemagno

di LAURA AVIDANOin collaborazione con Trekking in Langa

88 I WINEPASS

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itinerari

vi consigliamo una sosta. Secondo la stagione, potrete fare una scorpacciata di mele, albicocche o pere biologiche: i più stanchi potranno anche riposare in una delle tre stanze adibite a Bed&Breakfast. La discesa che vi porterà al centro di Refrancore sarà ristoratrice. Questo piccolo paese del Monferrato pare derivi il proprio nome dall’espressione Rivus Francorum, cioè “fiume dei Franchi”: l’attuale rio Gami-nella dove nel 663 si svolse una tremenda battaglia tra Franchi e Longobardi. Secondo lo storico alto-medievale Paolo Diacono, i transalpini ebbero la peggio, tanto che che il rivus divenne rosso ex sanguine Francorum, del loro sangue.

Prendendo la via principale del paese, è d’obbligo una tappa alla Pasticceria fratelli grossetti, dove troverete i rinomati finocchini, biscotti all’uovo a forma di parallelepipedo di colore bruno, con semi di finocchio, miele e anice. Molto friabili, nutrienti e di facile digestione, è usanza regalarli ai convalescenti. Si possono mangiare con lo zabaione o accompagnarli al Moscato d’Asti.

Uscendo dal paese, prendete sulla destra la ripida e faticosa salita verso Santo Stefano, sarete risarciti dal suggestivo panorama che si dipana lungo la strada che porta a Montemagno. Qui si può optare per una piccola sosta alla Chie-sa romanica dei SS. Vittore e Corona dietro il cimitero, con alcune panchine, un’area verde e una fontana: di fronte a voi si erge lo splendido Castello di Montemagno, di origine altomedievale. Continuando verso Castagnole Monferrato attraverserete una distesa di vigneti di ruchè, vitigno tra i più rari del Piemonte, che dà origine all’omonimo vino prodotto in quantità limitate. All’incrocio con la farmacia svoltate a destra verso Calliano e seguite la strada che torna a Portacomaro. La fatica è stata parecchia, ma vi siete guadagnati la cena alla locanda dell’antico Ricetto, tipica cucina monferrina abbinata a piatti di pesce. Il ristorante prende il nome dal Ricetto medioevale del paese, un raggruppamen-to di case cinte da mura munite di torri in cui si raccoglievano gli abitanti della campagna in caso di pericolo. L’accesso avveniva da una porta ad arco, posta

alla cima di una ripida rampa, chiamata “Ponte”, che conduceva dalla piazza inferiore (oggi piazza Marconi) a quella superiore (piazza Pinin Roggiero). Per accedere all’interno bisognava superare una spessa porta che la leggenda indica come punto di ritrovo delle donne dopo la recita dei vespri. Di qui il nome di “Porta delle comari”, contratto in “Portacomaro”, sostantivo che sarebbe poi stato assunto a toponimo del paese.

Il CastEllo dI MontEMagnoComune di MontemagnoVicolo Primo, 1 – 14030 Montemagno (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

Il RICEtto MEdIoEvalEComune di Portacomaro (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

tEnUta la MERCantIlEVia Vittorio Emanuele, 15 – 14030 Castagnole Monferrato (AT)Tel. +39 0141 292123www.comune.castagnolemonferrato.at.itcastagnole.monferrato@reteunitaria.piemonte.it

loCanda dEll’antICo RICEttoVia Dante Alighieri, 1 14037 Portacomaro (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

RIstoRantE la BRaJaVia San Giovanni Bosco, 11 14030 Montemagno (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

ostERIa da gEPPEVia Umberto I, 8 14030 Castagnole Monferrato (AT)Tel. +39 0141 292113

CasCIna la gIoIaVia Cascina La Gioia, 48 14030 Refrancore (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

la loCanda dEI MUsICIVia al Castello, 40 14030 Castagnole Monferrato (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

loCanda dEl MonaConEVia Roma, 12 14030 Viarigi (AT)Tel. 0141 [email protected]

PastICCERIa fRatEllI gRossEttIVia Umberto I, 39 14030 Refrancore (AT)Tel. +39 0141 67393

CantIna soCIalE dI CastagnolEVia XX Settembre, 64 14030 Castagnole Monferrato (AT)Tel. +39 0141 292131www.cantinasocialecastagnolemonferrato.itinfo@cantinasocialecastagnolemonferrato.it

salUMIfICIo aRtIgIanalE gRanEsEVia L. Balliano, 8 14031 Grana (AT)Tel. +39 0141 92625

Corso Umberto Ia Refrancore

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“Nella città di Asti, in Piemonte, il dì 17 gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti.”

Vittorio Alfieri Vita scritta da esso

ASTI

asti è vittorio alfieri e Paolo Conte; è palazzi e monumenti in stili diversi, che si alternano senza stonature tra Barocco, gotico e liberty; asti è edi-fici sacri e torri imponenti; è enoga-stronomia che si manifesta in eventi famosi anche all’estero. è una città a misura d’uomo, con i suoi 75.000 abi-tanti. Il modo migliore per conoscerla è viverla, immergendosi nelle sue vie.

Lasciate l’auto in piazza Vittorio Alfieri, dedicata al drammaturgo del Settecen-to che con la patria natia ebbe sempre un rapporto conflittuale: la riconoscerete dalla statua del poeta, confidenzialmen-te chiamata dagli astigiani Toju. Il merco-ledì e il sabato la piazza si colora dei ban-chetti del Mercato che coinvolge anche il vicino Campo del Palio. In piazza Alfieri, circondata da portici con negozi e locali visitabili anche nei giorni di pioggia, ha

sede l’ Ufficio turistico.Dopo una tappa allo storico Bar Coc-chi, imboccate corso Alfieri, fulcro dello shopping: disseminato di boutique, è ric-co di splendidi edifici e palazzi. Se è ora di pranzo, sedete ai tavoli del Ristorante tacabanda, altrimenti proseguite fino a incrociare sulla sinistra via Gobetti, che vi porterà in piazza San Secondo, patrono della città. Qui il Palazzo municipale e la

Collegiata di san secondo: vale la pena di ammirarne gli interni. Il secondo sabato di ogni mese, in piazza ha luogo il mercatino di prodotti biologici e arti-gianato locale, mentre il quarto sabato

troverete quello dell’antiquariato, con oltre 150 espositori. Se c’è il sole, perché non mangiare un gelato di grom sulle panchine? Oppure potete gustare un buon caffè seduti ai tavolini del bar lo stregatto.Dalla parte opposta rispetto al Municipio partono le piccole vie che conducono al-l’antico ghetto ebraico: una zona di rara bellezza. Via dei Cappellai, via Aliberti, via Garetti vi avvolgeranno in un’atmosfera singolare, dandovi la sensazione di vivere in una città nella città: intorno a voi nego-zietti, botteghe, locali piccoli e accoglien-ti. Qui potete trovare la Macelleria da

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di LAURA AVIDANO

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Focus

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UffICIo tURIstICoPiazza Alfieri, 34 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 530357 www.astiturismo.it • [email protected]

BaR lo stREgattoVia dei Cappellai ,1 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 530368

RIstoRantE Il Cavolo a MEREndaVia Garetti, 8 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 1720250 / +39 338 [email protected]

ConsoRzIo dEll’astI doCgPiazza Roma, 10 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 595138 / +39 0141 [email protected]

Ciccio, solo carni scelte, di prima qualità, ma anche luogo di ritrovo per paliofili; o l’enoteca, o ancora il Ristorante Cavo-lo a merenda dove lo chef Mario Morra vi farà assaggiare i deliziosi Spaghetti del Cavalier Cocco o il Guanciale di vitello glas-sato, entrambi insaporiti con la Barbera d’Asti. Per il dopocena, invece, è perfetta la chiesa sconsacrata di San Michele, oggi sede del diavolo Rosso, inesauribile fonte di ogni tipo di attività culturale.Proseguite dunque fino a via Ottolenghi con la Sinagoga, dalla quale potrete tor-nare su corso Alfieri, passando per piaz-za Roma. Nei palazzi che la circondano hanno sede, tra gli altri, l’Informagiovani del Comune di Asti dove trovare informa-zioni su attività di svago e il Consorzio dell’asti docg. Riprendendo corso Al-fieri, potete rilassarvi sulle panchine dei giardini Alganon o all’interno della Caf-fetteria Mazzetti, nata in seguito alla ri-strutturazione e riapertura dell’omonimo e adiacente palazzo, uno dei più maestosi di Asti. Sede di esposizioni prestigiose, ha ultimamente ospitato la mostra Gli Etru-schi e il vino lucente che ha accolto visita-tori da tutto il mondo.Poco più avanti, Palazzo Ottolenghi, altro orgoglio astigiano. Al suo interno è stato allestito il Museo del Risorgimento, dove ammirare nei sotterranei il restau-rato rifugio antiaereo. Arrivate alla Biblio-teca Astense, prendete via Goltieri e vi troverete in piazza Cattedrale, tripudio di maestosità: l’imponente edificio religioso è uno dei più importanti esempi di archi-tettura gotica del Piemonte. La piazza è spesso teatro di manifestazioni come Asti Musica o Gustadom, rassegna enogastro-nomica che coinvolge anche le vie, i cortili e i palazzi di questo rione. Ritornate su via

Goltieri e svoltate a sinistra in via Carducci; incontrerete, in ordine, piazza Castigliano, con i palazzi che regalano scorci meravi-gliosi, e piazza Catena dove ogni mattina i produttori agricoli espongono frutta e verdura di produzione propria: la qualità è assicurata. Asti è anche la città delle torri: si dice che ce ne fossero più di cento. Le più rinomate sono Torre Rossa, Comen-tina, Torre De Regibus e Guttuari. Non perdetevi l’aperitivo in cima alla Torre Troiana per degustare un buon bicchiere di Barbera d’Asti Docg a 44 metri di altez-za. Se deciderete di visitare la Torre Rossa, fermatevi a tastè vin, che si trova nei dintorni: un ristorantino che non man-cherà di stupirvi per la sua atmosfera e per i piatti prelibati. Se è una giornata di sole, vale la pena di salire fino a Viatosto, bor-gata a circa 4 chilometri dal centro, rag-giungibile in macchina: potrete ammirare la chiesetta romanica, mentre la piazzetta

prospiciente aprirà per voi un panorama strabiliante su tutta la città. Nella vostra vi-sita non dimenticate il Complesso di San Pietro, eccellente esempio di arte romani-ca, sede del Museo Paleontologico e archeologico.Il periodo dell’anno migliore per visitare Asti è sicuramente settembre: la Douja d’Or, il Festival delle Sagre, la corsa del Palio richiamano in città migliaia di tu-risti. L’ultimo evento in programma è la Fiera Regionale del Tartufo, la terza do-menica di novembre. A far da cornice, banchetti di prodotti enogastronomici locali, tra cui spiccano senza dubbio i vini: Barbera d’Asti Docg, Moscato d’Asti Docg e Asti Docg, vini simbolo del ca-poluogo piemontese, sono la punta di diamante di un’economia locale anco-ra profondamente basata sui prodotti dell’agricoltura.

1 CaffEttERIa MazzEttICorso Alfieri, 357 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 30890

tastE’ vInVia Vassallo, 2 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 320017 [email protected]

dIavolo RossoPiazza San Martino, 4 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 355699 [email protected]

RIstoRantE taCaBandaVia Teatro Alfieri, 5 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 530999+39 320 [email protected]

BaR CoCChIPiazza Alfieri, 64 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 355109

ChIEsa CollEgIatadI san sECondoPiazza San Secondo – 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 5300066

MUsEo dEl RIsoRgIMEntoPalazzo Mazzetti - Corso Alfieri, 357 – 14100 Asti (AT)Tel. +39 800 [email protected]

MUsEo PalEontologICo E aRChEologICoComplesso di S. Pietro - Corso Alfieri, 2 14100 Asti (AT)Tel. +39 0141 [email protected]

Milleduecento figuranti in costume medievale, ventuno cavalli al cana-po, la città imbandierata, le cene propiziatorie della vigilia: sono questi gli ingredienti che fanno del Palio l’appuntamento più atteso del set-tembre astigiano. Tra le iniziative collaterali, da non perdere il Palio degli Sbandieratori o Paliotto, che il giovedì antecedente il Palio accende di suoni e colori piazza San Secondo: una gara dedicata alla nobile arte della bandiera messa in scena dai gruppi rionali di sbandieratori.

Uno dei piatti tipici astigiani è l’Agnolotto Gobbo. L’aggettivo “gobbo” de-riva dal suo ripieno che si ammucchia su un solo lato, mentre gli altri tre lati vengono dentellati dai rebbi della forchetta. Per maggiori infor-mazioni potete rivolgervi alla Corte dell’Agnolotto Gobbo, associazione nata a difesa del tortello astigiano, poiché stufi di vedere agnolotti con quattro lati dentellati.

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crema catalana al passito di calusoIngredienti per 4 persone25 gr di maizena450 ml di latte intero1 stecca di cannella80 gr di zuccheroPreparazioneFate sciogliere la maizena (amido di mais) in un poco di latte. Portate a ebolli-zione il latte con la stecca di cannella, metà dello zucchero e la buccia grattu-giata di un limone. Mescolate bene per far sciogliere lo zucchero. Nel frattem-po, in un’altra casseruola sbattete i tuorli con il restante zucchero. Unite quindi la maizena, il latte bollente, filtrandolo con un colino, e il Passito. Portate a ebollizione il composto e lasciatelo cuocere per circa due minuti, mescolan-do sempre con l’aiuto di una frusta. Trasferite la crema ottenuta nelle coppet-te e fate raffreddare. Quando la crema è fredda, spolverate con lo zucchero di canna e caramellate le coppette mettendole sotto il grill del forno.

Può essere facile confondere la crema catalana con la crème brûlée di ori-gine francese. Anche se sono due delizie simili, la più grande differenza tra le due è l’utilizzo di cannella, agrumi o liquori per speziare la crema catalana. Che, oltre a includere il latte come ingrediente, viene poi fatta solidificare per raffreddamento. La crème brûlée, invece, usa soltanto panna e viene fatta solidificare attraverso la cottura a bagnomaria. Inoltre, la crema catalana vie-ne citata nei testi medievali già prima della crème brûlée, e si è generalmente concordi nell’attribuire alla prima origini più antiche.

Ricetta tratta da: Ricciolo di Burrowww.ricciolodiburro.blogspot.it

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dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

PRanzoPrezzo medio

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Torinesecorona di delizie

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BALBIANOCorso Vittorio Emanuele, 1 - 10020 Andezeno (TO) Tel. +39 011 9434044 • [email protected] www.balbiano.com

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BRIAMARAVia Trento, 1 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 338 [email protected] • www.cantinebriamara.it

B

CANTINA DEI PRODUTTORI NEBBIOLO DI CAREMAVia Nazionale, 32 - 10010 Carema (TO) Tel. +39 0125 811160 • [email protected] www.caremadoc.it

B

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CANTINA SOCIALE DELLA SERRAVia Strada Nuova, 12 - 10010 Piverone (TO) Tel. +39 0125 72166 • [email protected] www.cantinadellaserra.it

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CIEKFraz. San Grato - 10011 Agliè (TO) Tel. +39 0124 330522 • [email protected] www.cieck.it

B

DORA RENATOVia Roletto, 10/2 - 10060 Frossasco (TO) Tel. +39 0121 352193 • [email protected] www.doravini.net

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FAVAROStrada Chiusure, 1bis - 10010 Piverone (TO)Tel. +39 0125 [email protected] • www.cantinafavaro.it

B

FERRANDOVia Torino, 559/a – 10015 Ivrea (TO)Tel. +39 0125 [email protected] • www.ferrandovini.it

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ORSOLANIVia Michele Chiesa, 12 - 10090 San Giorgio Canavese (TO) Tel. +39 0124 32386 • [email protected] www.orsolani.com

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PICCO GIUSEPPEVia Cesare Battisti, 40 - 10014 Caluso (TO) Tel. +39 011 9831230 [email protected]

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BiovaIngredienti10 kg di farina70 gr di lievito di birra90 gr di sale2 lt d’acqua (10-12 °C)200 gr di strutto (a piacere)PreparazioneDopo aver deposto sulla spianatoia la farina, apritela a fontana, quindi versate gli ingredienti, badando di impastarli tenendo distanti il sale dal lievito; come dire prima il lievito e per ultimo il sale. Date alla pasta un tempo di lievitazione di 80-90 minuti circa, in un ambiente a 30 °C circa. Trascorsi i primi 45 minuti, fate una piega in quattro. Prendete l’impasto e formatelo a grosse pagnotte, copritele con un telo e lasciatele lievitare per circa un’ora a 30 °C. Tagliate in due le forme con la raschia di legno, onde evitare l’apertura del taglio prima dell’infornata. Mettete subito in forno a temperatura sostenuta (250-270 °C), per circa 30 minuti, secondo la pezzatura.

Ricetta tratta da: Cook Aroundwww.cookaround.com

1 limone4 tuorli d’uovo50 ml di Passito di Calusozucchero di canna

il gusTo dEl TErriTorio

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noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

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le colline del Canavese possono riservare piacevoli sorprese ai turisti in cerca di avventure enoiche fuori dai tracciati abituali. la zona di produzione dei vini di Caluso e Carema non solo è un territorio affascinante e ricco di storia, ma una realtà vitivinicola che di anno in anno sta raggiungendo una maturità qualitativa di tutto rispetto. Prova ne sono le prestigiose segnalazioni delle guide dedicate al vino, su tutte quella dei Vini d’Italia 2013 del gambero Rosso che premia ben cinque aziende con il suo riconoscimento più ambito: i tre Bicchieri. Un elemento di cui andar fieri, date le ridotte dimensioni del territorio e la scarsa superficie vitata, che sui monti di Carema è detta viticoltura “eroica” perché nel corso dei secoli i vignaioli, con immenso lavoro e dedi-zione, hanno dovuto terrazzare gli scoscesi declivi e far arrampicare le viti su pergole di legno e pietra.Il nostro viaggio alla scoperta dei migliori bicchieri dell’Alto Torinese comincia da San Giorgio Canavese, qual-che chilometro a Nord di Caluso. La città si adagia alle pendici della fascia collinare che chiude a Sud l’anfitea-tro morenico di Ivrea, lungo la vasta piana originata dal torrente Orco. Il paese è dominato dall’imponente Castello di san giorgio appartenuto ai conti di Biandrate. Originario del X secolo e restaurato nel Settecento secondo il gusto dell’epoca, oggi è stato trasformato in albergo, risto-rante e cornice per eventi e banchetti. Il castello è visitabile da maggio a settembre nei giorni festivi.La nostra prima degustazione è da Orsolani, imprescindibile punto di riferimento per i vini di Caluso. La storica azienda, con oltre un secolo di attività, è stata premiata per l’Erbaluce Caluso Docg La Rustìa 2011 con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, ma vanta altre prestigiose etichette. Come il Sulè Caluso Passito Doc del 2005, Tre Stelle sulla Guida I vini di Veronelli 2013. Lasciando San Giorgio Canavese, consigliamo una visita al Museo nossì Ràis (“Nostre Radici”), con la sua imponente collezione di documenti della cultura materiale di questi luoghi.Sulla strada per raggiungere Ivrea, le etichette da non perdere si trovano ad Agliè e Piverone. Il primo è il pae-se dove Guido Gozzano, celebre poeta crepuscolare, aveva la sua casa di campagna Il Meleto (visitabile tutti giorni tranne il lunedì e il venerdì), il cui pacchiano salotto venne descritto nel componimento l’Amica di Nonna Speranza (ricordate «le buone cose di pessimo gusto»?). Mentre il secondo è un borgo medioevale affacciato sul Lago di Viverone e dominato alle spalle dalle alture della Serra Morenica di Ivrea.Ad Agliè (dove merita una visita il favoloso castello secentesco) in frazione San Grato si trova l’Azienda Agrico-la Cieck, new-entry nel club dei Tre Bicchieri con il suo Erbaluce di Caluso Passito del 2006. Le uve di erbaluce, attentamente selezionate, vengono appese per quattro mesi su telai di legno, in modo da avere una certa areazione che eviti le muffe. A Piverone, il consiglio è quello di assaggiare l’Erbaluce di Caluso Le Chiusure

la via dEi TrE bicchiEri

itinerari

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PERCoRso: san giorgio Canavese - agliè - Piverone - Ivrea - CaremalUnghEzza: 60 km

La viticoltura “eroica” di Carema

di GABRIELE PIERONI

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itinerari

CastEllo dI san gIoRgIoVia del Castello 10090 San Giorgio Canavese (TO)Tel. +39 0124 [email protected]

MUsEo stoRICoEtnogRafICo“nossÌ RàIs”Via Campeggio, 810090 San Giorgio Canavese (TO)Tel. +39 0124 32121

vIlla Il MElEtoVia Meleto, 23 10011 Agliè (TO)Tel. +39 0124 330150

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sCUdo dI fRanCIaVia Principe Amedeo, 3010111 Agliè (TO)Tel. +39 0124 [email protected]

hotEl RIstoRantE tavERna vERdEStrada Statale 228, 28 10010 Anzasco di Piverone (TO)Tel. +39 0125 [email protected]

tRattoRIa Il RaMo vERdEVia Torino, 4210010 Carema (TO)Tel. +39 0125 811327

CastEllo dI stRaMBInEllo B&BVia Castello, 1 − 10010 Strambinello (TO)Tel. +39 0125 [email protected]

B&B vIa fRanCIgEnaStrada San Pietro, 12 10010 Piverone (TO)Tel. +39 0125 72573 / +39 339 [email protected]

sPazIo BIanCoVia Patrioti, 17 − 10015 Ivrea (TO)Tel. +39 0125 [email protected]

CantIna soCIalE dEl CanavEsEVia Montalenghe, 9 10090 Cuceglio (TO)Tel. +36 0124 [email protected]

PanEttERIa PastICCERIa alfonsIVia Gozzano, 16 − 10011 Agliè (TO)Tel. +39 0124 330175

PastICCERIa BallaCorso Re Umberto I, 16 − 10015 Ivrea (TO)Tel. +39 0125 641327 [email protected]

Il castellodi Agliè

2011, vinificato dalla Cantina Favaro: «L’Erbaluce ai massimi livelli», come descritto dalla Guida del Gambero.Abbiamo finora esplorato la parte bassa del Canavese assaggiando i suoi bianchi: ora è arrivato il momento di dirigerci a Nord, per scoprire i vigneti aggrappati alla roccia che producono il Carema Docg, nato da uve nebbiolo come i suoi parenti Barolo e Barbaresco. Tappa finale del nostro viaggio è la Cantina dei Produttori di Nebbiolo Carema, che raccoglie oltre ottanta viticoltori che conferiscono qui le loro uve lavorate esclusi-vamente a mano.Prima di osservare gli straordinari vigneti di questa zona, consigliamo una sosta a Ivrea, presso l’Azienda Agri-cola Ferrando, sinonimo di Carema di qualità da oltre un secolo. La Guida del Gambero assegna Tre Bicchieri al loro Carema Etichetta Nera del 2008: «Una magnifica struttura caratterizzata da avvolgente tannicità e profumi complessi di tabacco e genziana».Ivrea meriterebbe da sola un itinerario, ma sulla via dei Tre Bicchieri dobbiamo procedere verso Carema per la nostra ultima degustazione. Arrivando in questo piccolo paese sul confine con la Valle d’Aosta, fatevi stupire dall’architettura delle sue vigne. I terrazzamenti scavati nella roccia e delimitati da chilometri di muretti a secco, le viti costruite su pergole di legno montate su pilastri di pietra grezza, scale e viottoli: tutto concorre a creare un paesaggio unico nel suo genere. Il nebbiolo coltivato da queste parti, chiamato picutendro in

dialetto patois, è un vitigno prezioso perché raro: ne rimangono solo 20 ettari e l’abbandono dei vigneti, purtroppo, procede inesorabile, anno dopo anno.Assaggiare un vino della Cantina dei Produttori è allora un piacere duplice: non solo aiuta a valorizzare il territorio, ma il Carema Etichetta Bianca Riserva del 2008 è un “imperdibile” Tre Bicchieri, consigliatissimo agli appassionati di nebbiolo. Dulcis in fundo, il prezzo: potete portarvi a casa una bottiglia con meno di 15 euro.

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“Elbalus è uva bianca così detta, come albaluce, perché biancheggiando risplende: fa li grani rotondi, folti e copiosi, ha il guscio, o sia, la scorza dura: matura diviene rostita, e colorita, e si mantiene in su la pianta assai: è buona da mangiare, e a questo fine si conserva: fa i vini buoni, e stomacali.”

G.B. CroceDella eccellenza e diversità de i vini che nella

montagna di Torino si fanno e del modo di farli

Caluso

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Focus

Ciò che attrae i turisti a Caluso, un paesino di 8.000 abitanti, è il suo vino fresco e bianco, prodotto da uve erbaluce, varietà autoctona se-condo alcuni, un ibrido tra una va-rietà ligure e il meridionale greco. la storia di questa antica e nobile uva comincia nel 1606, data cui ri-salgono i primi riferimenti scritti al vitigno. tuttavia, il suo passito dal-le sfumature dorate venne lodato come “perfetto” già nel 1530 da Papa Paolo III farnese, secondo la testimonianza di sante lancerio, “bottigliere” del Papa. l’erbaluce, inoltre, si presta molto bene anche per la produzione di spumanti ele-ganti e raffinati.

Entrando nel paese dal lato orientale, cam-minate su via Vittorio Veneto e dopo un piccolo podere familiare troverete la Pa-netteria simeone & Montorio. Ogni ora della giornata è buona per una bella pausa caffè; entrate per un cappuccino con una spolverata di cacao, un cornetto a lievitazio-ne naturale o per i biscotti fatti con farina piemontese al 90%.Continuate lungo via Vittorio Veneto, poi girate a destra in via Garibaldi, arrivando infine in piazza Valperga con la sua chiesa ottocentesca di Santa Marta e la torre dell’orologio della chiesa parrocchiale, eretta nel 1660. Seguite la stretta strada che si incunea tra la chiesa e la torre per uscire nel parcheggio dal quale sono visibili, sulla sommità della collina, le rovine trecente-sche del Castellazzo. Le scale in pietra

salgono fino a giungere a un cancello il quale, nonostante venga chiuso nei mesi invernali, non impedisce ai visitatori più cu-riosi di accedere all’area attraverso un buco nella recinzione.Tornate sull’acciottolato di piazza Valperga, dove di fronte alla chiesa troverete l’entrata dell’ Enoteca Regionale dei vini della Provincia di torino, ospitata insieme agli Uffici del Comune nel trecentesco Palazzo Valperga di Masino, alle cui spalle si trova il Parco Spurgazzi. L’Enoteca, al piano interra-to, richiama fedelmente l’atmosfera di una cantina ben fornita con i suoi bassi soffitti a volta, gli archi in mattoni e un cammi-namento leggermente rialzato tra le file di bottiglie di vino. Un ampio spazio con lunghi tavoli di legno, infine, è riservato alle degustazioni.

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di DIANA ZAhURANEC

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RovInE dI CastEllazzoComune di CalusoPalazzo Valperga di MasinoPiazza Valperga, 2 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 011 9894911www.comune.caluso.to.it

RIstoRantE gaRdEnIaCorso Torino, 9 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 011 [email protected]

PanEttERIa sIMEonE s. & Mon-toRIo C.Via Trieste, 2 – 10041 Caluso (TO) Tel. +39 011 9833260

hotEl ERBalUCEVia Nuova Circovallazione, 1 – 10041 Caluso (TO)Tel. +39 011 9891503

Tornati all’esterno, dirigetevi giù verso piaz-za Ubertini, piena di movimento e gente. Qui troverete bar, salumerie, panifici e nu-merosi piccoli negozi per fare shopping lungo le strade che confluiscono in piazza. Passeggiando per queste strade noterete gli antichi archi in mattoni che gettano ponti tra un edificio e l’altro, affacciati sul-l’acqua del canale demaniale del XVI se-colo che origina dal torrente Orco, noto anche come Eva d’òr, cioè “Acqua d’oro” in canavesano.Imboccate quindi corso Torino: sulla sini-stra troverete il Ristorante gelateria dell’antico Peso, dove potrete conceder-vi una bella pausa per degustare il gelato artigianale al Passito di Caluso. La prossima tappa è lo stellato Michelin Ristorante gardenia che nel menù propone i sapori tipici del territorio, come la battuta di fasso-ne piemontese con insalatina di crescione; o i ravioli al plin (fatti con 25 tuorli) al sugo di tre arrosti. Sulla stessa porta è affissa l’in-segna della Cantina Roberto Crosio: qui troverete solo il punto vendita, mentre la cantina vera e propria – aperta per degu-stazioni e acquisti – si trova appena 5 minu-ti fuori Caluso, a Candia. Ancora lungo cor-so Torino, il Ristorante–Pizzeria grillo, decisamente più casual (e stellato Michelin nel 2008). Dopo aver saziato la fame, è tempo di sod-disfare la sete. Caluso ospita numerosi locali per degustare il suo ottimo vino bianco. Per un’atmosfera fra il rustico e l’elegante, fate una sosta all’ Enoteca di Corrado nicoli: Corrado aprirà pressoché qualsiasi bottiglia desideriate provare. Gli scaffali, di legno o in mattoni, espongono vini da tutta Italia: avrete solo l’imbarazzo della scelta! Nota positiva, potrete degustare al bicchiere

così come vi sarà possibile acquistare di-rettamente la bottiglia. Il venerdì e il sabato l’enoteca è aperta fino alle 22.00.La Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso è giusto dietro il grande parcheggio di piazza Mazzini, in una cantina dominata dai colori verde e giallo. Varcando la soglia potrete comprare i vini dei produttori del-la zona, in bottiglia o nei pintoni da 5 litri. Caluso può vantare un elevato numero di produttori proprietari di appezzamenti di terreno decisamente piccoli; 160 di loro sono soci della Cooperativa, che produce circa 200.000 bottiglie di vino all’anno.Se è vero che molti produttori fanno parte della Cooperativa, altri sono rimasti indi-pendenti. Nella Cantina Briamara, i fra-telli Claudio e Massimiliano producono vini di alta qualità, incluso l’Erbaluce di Caluso Docg, lo Spumante Caluso Doc e il Caluso Passito Doc. Il graziosissimo cortile interno,

durante i mesi più caldi, viene attrezzato per degustazioni in abbinamento con le specialità gastronomiche locali.Dirigendovi infine in direzione della stazio-ne ferroviaria, fate una breve deviazione in via Trieste per una pausa alla Bottega del vino. Questo piccolo negozio raccoglie il meglio della produzione locale e di altri produttori italiani, e non solo. La proprieta-ria, Laura Scapino, forte della sua esperien-za di 23 anni in Bottega, vi dirà che l’unicità nell’organizzazione produttiva di Caluso, con i suoi tanti piccoli viticoltori, potrebbe rappresentare un problema, siccome il la-voro nelle vigne non sembra attrarre suffi-cientemente le nuove generazioni. Caluso e i suoi vini eleganti e profumati, dunque, aspettano un rinnovato interesse da parte di nuovi produttori che vogliano valorizzare quest’angolo di territorio prealpino.

Focus

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EnotECa REgIonalE dEI vInI dElla PRovInCIa dI toRInoPalazzo Valperga di MasinoPiazza Valperga, 2 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 011 9894935www.enotecaregionaledicaluso.itinfo@enotecaregionaledicaluso.it

azIEnda vItIvInICola RoBERto CRosIoVia Roma, 75 – 10010 Candia Canavese (TO)Tel. +39 339 8636004

EnotECa CalUso dI CoRRado nIColICorso Torino, 51 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 347 8746347www.enotecacaluso.it • [email protected]

CooPERatIva PRodUttoRI ERBalUCE dI CalUsoPiazza Mazzini, 4 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 011 9831447www.canavaese.it/cpec • [email protected]

azIEnda vItIvInICola CantInE BRIaMaRaVia Trento, 1 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 338 [email protected]

la BottEga dEl vInoVia Trieste, 10 – 10014 Caluso (TO)Tel. +39 011 98314482

PanEttERIa sIMEonE s. & MontoRIo C.Via Trieste, 2 – 10041 Caluso (TO) Tel. +39 011 9833260

Il canale demaniale di Caluso, realizzato intorno alla seconda metà del ‘500, è stato costruito per l’irrigazione dei territori a vocazione prettamente agricola della piana del medio e basso Canavese e per garantire forza motrice a muli-ni e opifici. Alimentato dal torrente Orco, si estende per 28 km, dall’origine in regione Spineto, frazione di Castellamonte, sino alla Mandria di Chivasso. La Porta Crealis (nota ai più come le purtasse), in stile romanico-gotico, è l’unica rimasta delle quattro porte che esistevano un tempo a Caluso: è il monumento più antico del paese. Il Caluso Passito Doc viene prodotto esclusivamente con uve erbaluce, con i grappoli lasciati per mesi ad appassire, appesi ai telai in passitaia. Dopo la torchiatura il nettare ottenuto viene fatto fermentare e infine invecchiato per almeno 4 anni in botti di rovere prima della commercializzazione.

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Alto Piemontei nebbioli del nord

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grèjè di ghemmeIngredienti per 4 persone350 gr di farina di granoturco bianco (setacciata)300 gr di farina di segale300 gr di frumento25 gr di lievito di birra50 gr di strutto o grasso d’oca fuso e 1 cucchiaio di olio d’oliva500 gr di fichi secchi1/2 lt di acqua15 gr di salePreparazioneMescolate le qualità di farina e disponetele a fontana. Sciogliete il lievito e il sale nell’acqua tiepida e versatelo nella farina con lo strutto e l’olio. Lavorate il composto fino a ottenere un impasto consistente. Con l’aiuto del mattarello stendete la sfoglia fino a uno spessore di 1 cm circa. Disponete i fichi tagliati a pezzetti e arrotolate il tutto. Tagliate il rotolo in tre parti e appiattitele. Coprite con un panno umido e lasciate riposare per 30 minuti circa. Cuocete il tutto in forno, possibilmente a legna, a temperatura di 220-240 °C per 20 minuti.

I Grèjè erano dolci fatti dalle nonne quando si faceva il pane di meliga. Venivano confezionati per gratificare i nipotini che davano una mano durante le operazioni di panificazione.

Ricetta tratta da:Le ricette della tradizione, Agenzia Turistica Locale di Novara, 2010, p.70.

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dEgUstazIonI a pagamento

vEndIta dIREttaPREZZo MEDIo: A fino a 7 € B da 7 a 15 €C da 15 a 20 € D da 20 a 30 € E oltre 30 €

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noTa bEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

Le mappe e le descrizioni degli itinerari devono essere considerate come un’informa-zione indicativa. Per una visione più dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

ANTICHI VIGNETI CANTALUPOVia Michelangelo Buonarroti, 5 - 28074 Ghemme (NO) Tel. +39 0163 840041 • [email protected] www.cantalupo.net

BD

ANTONIOLOCorso Valsesia, 277 - 13045 Gattinara (VC)Tel. +39 0163 833612 • [email protected]

D

ANZIVINOCorso Valsesia, 162 - 13045 Gattinara (VC)Tel. +39 0163 827172 • [email protected] www.anzivino.net

B

25 25 75 con colazione

CA’ NOVAVia S. Isidoro, 1 - 28010 Bogogno (NO) Tel. +39 0322 863406 • [email protected] www.cascinacanova.it

B 120

CANTINE DEL CASTELLO CONTIVia Borgomanero 15 - 28014 Maggiora (NO) Tel. +39 0322 87187 • [email protected] www.castelloconti.it.

C

CENTOVIGNEFraz. Castellengo 31 - 13836 Cossato (BI)Tel. +39 338 3543101 • [email protected] www.centovigne.it

D 140 con colazione

LA TORRACCIA DEL PIANTAVIGNAVia Romagnano 69/A - 28074 Ghemme (NO) Tel. +39 0163 840040 • [email protected] www.torracciadelpiantavigna.it

C

MIRÙPiazza Antonelli, 24 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 840032 • [email protected] www.aziendaagricolamiru.it

A

ROVELLOTTIInterno Castello, 22 - 28074 Ghemme (NO) Tel. +39 0163 841781 • [email protected] www.rovellotti.it

B

TENUTE SELLAVia IV Novembre, 128 - 13853 Lessona (BI) Tel. +39.015.99455 • [email protected] www.tenutesella.it

D

TRAVAGLINIStrada delle Vigne, 36 - 13045 Gattinara (VC) Tel. +39 0163 833588 • [email protected] www.travaglini.com

CD

agoni del lago d’orta in carpioneIngredienti per 4 persone600 gr di agoni100 gr di farina1 spicchio d’aglio1 ciuffo di prezzemoloPreparazionePulite bene gli agoni, senza togliere loro la testa né la coda, ma liberateli sola-mente dalle interiora, poi passateli nella farina e friggeteli in abbondante olio. Metteteli a scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta da cucina e intanto preparate il carpione. Tenete l’olio già utilizzato per friggere il pesce, filtratelo e soffriggetevi l’aglio un po’ schiacciato, il prezzemolo e la cipolla tagliata ad anelli. A cottura avvenuta, dopo non più di 10 minuti, versate nel tegame l’aceto e portatelo a ebollizione. Versate il tutto in una terrina nella quale avrete messo il pesce fritto e lasciate marinare per almeno un paio di giorni prima di servire.

Ricetta tratta da: Italy Recipeswww.italy-recipes.com

1 cipolla½ lt di acetoolio per friggere

il gusTo dEl TErriTorio

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Meno conosciuto e meno famoso dei suoi fratelli maggiori – il lago Maggiore e il lago di Como – il bacino del lago d’orta non ha nulla da invidiare loro: è una meta affascinante per la sua di-mensione più intima e riservata, addirittura più romantica. orta san giulio, l’isola che svetta al centro del lago, la quiete dei sentieri che costeggiano spiagge e approdi ombreggiati da alberi, le sonnolenti cittadine medievali con i loro campanili in pietra e le finestre aperte sull’acqua: tutto concorre a rendere il lago d’orta un luogo affascinante e lontano dalle più consuete mete di turismo lacustre.

Il periodo migliore per organizzare una gita lungo le sue sponde è durante la primavera o la primissima estate, quando la natura torna a fiorire e la rigogliosa vegetazione del luogo “esplode” in tutto il suo poten-ziale. Il clima è temperato, ma fresco, grazie al bordo meridionale che, sollevandosi per alcune decine di metri dalla superficie dell’acqua, preserva il bacino d’Orta dall’afa della pianura padana. A Nord, invece, si innalzano le valli alpine da cui il lago è stato originato: è la zona dell’Ossola, ricca di natura incontaminata

e meravigliosi parchi.Punto di partenza ideale del nostro percorso è la cittadina di Gattinara, la cui fama crescente si deve all’omonimo vino, sempre più apprezzato in Italia come all’estero. Se disponete di qualche giorno di va-canza, vi consigliamo di dedicare alcune ore alla visita del paese le cui osterie si scolpirono nell’animo dello scrittore Mario Soldati, che ne parla nel suo racconto breve Un sorso di Gattinara.Da qui, procedete in direzione Nord-Est per raggiun-gere il Lago d’Orta attraverso la cittadina di Gozzano. Posta all’estremità meridionale del lago, fu residenza vescovile della diocesi di Novara. Quando il vescovo voleva raggiungere l’Isola di San Giulio si recava alla

frazione di Buccione, dove, su di un bucintoro riccamente decorato (una sorta di galea veneziana), rag-giungeva la basilica costruita sull’isola. Testimoni degli antichi fasti della piccola località sono gli affreschi situati sulla facciata delle case più antiche: recentemente restaurati, raffigurano vari stemmi vescovili.Da Buccione, procedendo sulla panoramica statale che costeggia il lago, raggiungete Orta San Giulio,

il romanTico dEsign dEl lago d’orTa

itinerari

100 I WINEPASS

PERCoRso: gattinara - gozzano - orta san giulio - omegnalUnghEzza: 60 km

L’Isoladi San Giulio

Il monasterosull’Isola di San Giulio

di GABRIELE PIERONI

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itinerari

imprescindibile tappa di una visita al lago. Orta è un piccolo e delizioso borgo medievale sulla sponda orientale, sito di fronte alla magnifica Isola di San Giulio che – come scrive Gianni Rodari, originario di Omegna – «sembra fatta tutta a mano, come un gioco di costruzioni. Metro per metro, secolo dopo secolo, dandosi il cambio, uomini e altri uomini le hanno dato forma con il loro lavoro». Per visitarla recatevi all’ Imbarcadero di piazza Motta e da qui raggiungete in battello l’isola: la leg-genda vuole che in questo lembo di terra San Giulio abbia sconfitto draghi e serpenti per fondare la sua chiesa numero cento. Ma non trovando alcuno disposto a traghettarlo, decise di fare da solo: posò il mantello sulle acque e vi navigò sopra, primo esempio agiografico di surf nella storia.Sull’isola osservate l’abbazia benedettina di clausura Mater Ecclesiae (che offre ospitalità per chi inten-de fare un’esperienza di preghiera) e percorrete la “Via del silenzio”: un vialetto acciottolato che consente di compiere l’intero giro con cartelli che offrono spunti per la meditazione. Quando il tempo è bello, l’acqua fa giochi di colore e i riflessi del sole si intrecciano alla vegetazione intrufolandosi fra le abitazioni in pietra, i giardini e le strette viuzze medioevali.Per godere di un panorama più vasto, da Orta si può raggiungere – consigliamo a piedi – il Sacro Monte. In un quarto d’ora vi regalerete viste mozzafiato e una passeggiata in un parco punteggiato di cappelle secentesche che ospitano sacre rappresentazioni in terracotta della vita del Santo di Assisi.Passando dal sacro al profano, per un aperitivo in piazzetta vi consigliamo il leon d’oro, ottimo anche

per una cena in terrazza con vista lago. Se siete alla ricerca di un’esperienza gastro-nomica di eccellenza, però, prenotate all’ hotel villa Crespi: in cucina possono vantare la presenza di Antonio Cannavacciuolo, chef stellato in grado di stupire i palati più raffinati.Sul Lago d’Orta, inoltre, non mancano le occasioni culturali, grazie alla ricca program-mazione stagionale che coinvolge tutto il distretto dei laghi. A Vacciago merita una visita il Museo della Collezione Calderara, aperta dal 15 maggio al 15 ot-tobre. Dedicato all’arte contemporanea e ospitato in una magnifica dimora tardo-rinascimentale, raccoglie centinaia di opere di pittura e scultura, oltre alla collezione personale del pittore Antonio Calderara (1903-1978), maestro dell’Astrattismo italia-no del ‘900.Anche lo shopping ha un suo tempio su queste sponde. Ultima tappa del nostro itinerario è infatti Omegna, cittadina a forte vocazione imprenditoriale, costruita sulla punta occidentale del lago. La località rappresenta il maggior centro della zona del Cusio ed è celebre per aver sviluppato una fiorente attività industriale legata ai ca-

salinghi. A testimonianza di ciò, oltre ai numerosi centri commerciali, stanno la Fondazione Museo Arti e Industria “Forum”, e alcuni dei nomi oggi più prestigiosi del design applicato ai casalinghi: Alessi (fate un salto all’ outlet alessi alla ricerca di un’offerta), Lagostina, Girmi, Piazza e Bialetti.

CollEzIonE CaldERaRa dI aRtE ContEMPoRanEa Frazione Vacciago – 20180 Ameno (NO)Tel. +39 0322 [email protected]

ConsoRzIo navIgazIonE sERvIzIo PUBBlICo Piazza Motta, 1 – 28016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 333 [email protected]

dIstREtto tURIstICo dEI laghI, MontI E vallI d’ossolaCorso Italia, 18 – 28838 Stresa (VB)Tel. +39 0323 [email protected]

WINEPASS I 101

vIlla CREsPIVia Fava, 18 28016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 0322 911902 / +39 334 [email protected]

hotEl RIstoRantE lEon d’oRoPiazza Motta, 4228016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 0322 911991 +39 347 [email protected]

al BoEUCVia Bersani, 28 28016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 339 5840039

hotEl aRaCoElIPiazza Mario Motta 34 28016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 0322 905173www.ortainfo.com

hotEl RIstoRantE CRoCE BIanCaVia Mazzini, 2 28887 Omegna (VB)Tel. +39 0323 [email protected]

Casa fRanCIsCa B&BVia Marangoni, 16 28024 Lido di Buccione, Gozzano (NO)Tel. +39 347 [email protected]

PastICCERIa MazzEttIVia Dante, 26 28024 Gozzano (NO) Tel. +39 0322 94086 +39 339 [email protected]

agRIgElatERIaVia Domodossola, 5 28016 Orta San Giulio (NO)Tel. +39 339 [email protected]

alEssI oUtlEtVia privata Alessi, 6 28887 Crusinallo di Omegna (VB)Tel. +39 0323 [email protected]

Piazza Mario Mottaa Orta San Giulio

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“«Quell no! Propi no! Ghe l’assicuri mi!» esclamò il Viscontini riscaldato, per disgrazia, da troppi bicchieri di Ghemme.”

Antonio FogazzaroPiccolo mondo antico

Ghemme

10� I WINEPASS

Focus

secondo la leggenda, le tribù di an-tichi Celti che conquistarono gli abi-tanti di ghemme nel 4 a.C. decisero di rimanere non solo per la posizione geografica strategica, ma anche per il suo eccellente vino. la sua alta qualità non è andata perduta: oggi, i vitivini-coltori di ghemme continuano a pro-durre un vino strutturato ed elegante: lo stesso che Camillo Benso, Conte di Cavour, paragonò ai migliori vini bor-gognoni. è il ghemme docg, prodot-to da uve nebbiolo (biotipo spanna), con una percentuale fino al 25% delle varietà autoctone vespolina o bonar-da. Come i suoi cugini più noti, Barolo e Barbaresco, questo vino offre il me-glio di sé dopo un adeguato periodo di affinamento, da un minimo di 4 anni.

La terra di Ghemme produce uve di un potenziale così nobile grazie alla com-binazione fra clima, suolo e tocco del vignaiolo. La ventilazione dell’aria fresca delle Alpi insieme con la dolce brezza pa-dana creano una microclima favorevole. Il suolo è roccioso, con poco gesso, ricco in ferro e contenente elementi residuali di un supervulcano preistorico che eruttò circa 280 milioni di anni fa nella Val Sesia.Entrando in paese da Ovest, attraversate il canale Mora (lungo in tutto 60 km) ed en-trate in un’atmosfera di serenità interrotta ogni tanto solo dal rombo del motore di una macchina o dalle voci di bambini in bici, all’uscita da scuola. Sembra quasi

che tutti si conoscano fra loro, in questo paese di meno di 4.000 abitanti, in cui chi porta a spasso il cane saluta i proprietari dei ristoranti e i passanti chiedono loro della famiglia. Nella strada principale, via Roma, ha sede l’Ufficio Turistico. Il touchscreen fuori dal-

l’ufficio è pratico e utile, ma se sorpassate la soglia dell’entrata potreste incontrare lo storico Sergio Monferrini, responsabile dell’ufficio e genuina fonte di informazio-ne.Per prima cosa, fate tappa alla chiesa di Santa Maria Assunta in piazza Antonelli,

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di DIANA ZAhURANEC

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BEata PanaCEaComune di Ghemme - Via Roma, 19 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 841870www.ghemme.net • [email protected]

CastEllo-RICEttoComune di Ghemme - Via Roma, 19 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 841870www.ghemme.net • [email protected]

CastEllo dEl CavEnagoCascina Cavenago - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 840215

dato che chiude a mezzogiorno. Questa chiesa settecentesca ospita lo scuro-lo della Beata Panacea, che fu uccisa dalla sua matrigna mentre pregava sulle colline di Quarone. Leggenda vuole che il carro nel quale la matrigna depose il corpo della Beata, senza essere trainato, procedette miracolosamente verso la sua città natale, Ghemme, arrestandosi di fronte alla tomba della sua vera madre. La piazza deve il suo nome al celebre archi-tetto Alessandro Antonelli, ghemmese, creatore del simbolo di Torino, la Mole Antonelliana.Il Castello Ricetto lungo via Castello è il principale artefice dell’atmosfera antica e medievale del paese. Nata un tempo come fortificazione, costruita tra l’XI e il XV secolo, il castello fu costruito più per offrire protezione che come parte del sistema feudale. La struttura oggi non è dissimile da quella del passato: mattoni e sassi visibili attraverso lo stucco grigio, tra-vi di legno a vista ed erba che cresce tra i ciottoli delle strade. Piastrelle di terracotta posizionate sopra l’ingresso segnalano le cantine di diverse famiglie: qui i produt-tori, perpetuando una tradizione secola-re, immagazzinano il loro vino. Tuttavia, oggi, esiste solo una famiglia che possie-de ancora un’azienda vitivinicola dentro le antiche mura del castello: Rovellotti. Gli stretti ambienti del piano terra, ristrut-turati per accogliere una singola grande stanza, ospitano la cantina, insieme con l’antica ghiacciaia, una volta rifornita con il ghiaccio del fiume Sesia e isolata termi-camente grazie al fieno. Qui è possibile degustare e acquistare i grandi vini dei Colli novaresi, incluso il Ghemme Docg, la Vespolina Doc e la Bonarda Doc.All’interno delle mura del castello c’è an-che un locale ottimo per cenare, la Casa degli artisti. I suoi interni sono

arredati in un artistico stile vintage, e i due piani inferiori ospitano mostre internazionali d’arte nello Spazio E e una biblioteca privata che i proprieta-ri, Enrica Pedretti e suo marito, aprono tanto per il prestito dei libri così come per dare una semplice occhiata. Tornate in via Roma e fermatevi presso la Pasticceria giorgio per un bi-scotto artigianale al miele, tipico della regione, oppure per uno dei tanti de-liziosi pasticcini di Giorgio, il proprie-tario. Non vi sarà possibile resistere al-l’aroma che pervade dolcemente l’aria nel momento in cui si apre la porta della bottega.Al margine Nord di Ghemme si trova l’azienda vitivinicola antichi vigne-ti di Cantalupo. Lasciatevi condurre in una visita guidata delle cantine costruite direttamente sotto i vigneti da Alberto Arlunno, chiedetegli delle caratteristi-che dei suoi vini, degustate e acquistate in loco: i suoi vini sono prodotti con uve locali come nebbiolo, vespolina ed er-

baluce, ma anche con uve non tradizio-nali come arneis e chardonnay.Tornate al centro del paese, poi seguite via Monte Rosa alla ricerca di enoteche, negozi e piccoli ristoranti: non mancano i posti dove degustare i prestigiosi vini della regione. Fermatevi quindi alla più grande distilleria del Piemonte, fran-coli fratelli, che produce ottime grappe di vespolina, nebbiolo, erbaluce e molte altre ancora. Via Monte Rosa diventa via Romagnana: continuate a camminare per altri dieci minuti, prima di arrivare a una rotonda con un alcuni strani edifici costruiti in foggia di castelli: qui si trova-no un ristorante-pizzeria e alcuni punti vendita di vino.Se gli eleganti vini di questo paesino medievale contengono troppo fascino da impedirvi di lasciarlo, potete passare la notte nell’antica residenza sulle colline che dominano Ghemme. Il cinquecen-tesco Castello del Cavenago, infatti, trasformato in una residenza nobile nel ‘600, è oggi agriturismo e ristorante.

WINEPASS I 10�

Focus

1 [email protected]

la Casa dEglI aRtIstI / sPazIo EVia Interno Castello, 7 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 334 33 66 917+39 349 23 88 [email protected]

PastICCERIa gIoRgIoVia Roma, 26 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 [email protected]

azIEnda vInICola RovEllottIVia Interno Castello, 22 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 841781

[email protected]

antIChI vIgnEtI dI CantalUPoVia M. Buonarotti, 5 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 [email protected]

dIstllERIa fRanColI fRatEllIVia Romagnano, 20 - 28074 Ghemme (NO)Tel. +39 0163 [email protected]

Il supervulcano della Val Sesia ha un enorme labirinto interno di ca-mere magmatiche, che si estendono sotto la superficie terrestre fino a una profondità di 25 km; altri simili, nel mondo, non raggiungono i 5 km.

Gli abitanti di Ghemme e Mondovì Piazza hanno creato un gioco da tavola chiamato Giocavino, che ruota intorno a vendemmia, vi-nificazione e produzione di vino, e le cui pedine sono i tappi delle bottiglie. è disponibile presso l’Ufficio turistico di Ghemme.

La nobile famiglia milanese Sforza apprezzava particolarmente i vini di Ghemme: a testimoniarlo, gli ordini dal 1400 in poi di enormi quantità per l’intera corte sforzesca.

lo sapEvaTE chE ?

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venti eventi

Cantè J’EUv23 marzo 2013 Castagnito (CN)www.cantejeuv.comKermesse folkloristica incentrata sulla riscoperta del rito del Cantè j’euv, tradizione che vedeva gruppi di giovani viaggiare per il Roero cantando alla primavera nascente in cambio di uova e bicchieri di vino. La festa quest’anno si svolge a Casta-gnito e prevede balli e canti tradizionali fino a tarda notte.

fIERa dI PRIMavERa13 e 14 aprile 2013Mondovì (CN)www.comune.mondovi.cn.itDa oltre cinquant’anni la Fiera di Primavera è un’occasione di ritrovo e scambi commerciali per festeggiare l’arrivo della bella stagione. Di antica origine agricola, la fiera vanta oggi l’espo-sizione estesa a ogni settore commerciale, con mostre, dimo-strazioni sportive, spettacoli d’intrattenimento e animazioni.

fIERa dEI PaPERI 18 aprile 2013 Asigliano Vercellese (VC)www.comuneasiglianovercellese.itLa Fèra ad juchet, ovvero la “Fiera dei paperi”, era la più nota del Vercellese, quando le oche da allevamento erano una fonte di reddito per le massaie. Oggi non si vendono più le papere, ma ad Asigliano si svolge un grande mercatino con le merci più disparate.

naPolEonE a ChERasCo27 e 28 aprile 2013Cherasco (CN)www.comune.cherasco.cn.itGruppi storici provenienti da tutta Europa si danno appunta-mento per ricordare l’Armistizio di Cherasco del 28 aprile 1896, siglato tra Napoleone e Vittorio Amedeo III di Savoia. Nella cornice della storica città vengono organizzati esibizioni in co-stume, mostre, concerti e momenti culturali. Per tutti “il rancio delle truppe” nell’Antica Taverna, con zuppa di trippe e legumi, salsiccia allo spiedo, verdure dell’orto, frutta e vino rosso.

vInUMDal 27 al 30 aprile 2013Alba (CN)www.fieradeltartufo.orgImportante manifestazione dedicata ai migliori vini di Langhe e Roero, con la presenza di oltre 150 produttori. Quest’anno Vinum si svolgerà all’interno della kermesse: “La primavera della cultura, del gusto e del vino”, ricca di manifestazioni, cultura e momenti gastronomici. Con un occhio di riguardo allo scrittore Beppe Fenoglio, nel 50° anniversario della scomparsa.

fEsta dElla donna sElvatICa28 aprile 2013Neive (CN)www.distilleriaromanolevi.comEvento dedicato al ricordo della figura di Romano Levi, creatore delle più famose grappe artigianali al mondo e disegnatore di etichette, sulle quali raffigurava la Donna Selvatica. Durante la manifestazione si potranno visitare la storica Distilleria e degustare vini e prodotti enogastrono-mici di Neive.

fEsta dElla BaRBERaDal 3 al 5 maggio 2013Castagnole Lanze (AT)www.festadellabarbera.itProtagonista assoluta, la “Signora in Rosso”. Per tutto il centro storico di Castagnole si potranno assaporare i piatti tipici della tradizione contadina, accompagnati dalla Barbera, la cui degu-stazione sarà guidata da giovani enologi. Il tutto in un’atmosfera di musica, di poesia e animazione teatrale, spostandosi di cortile in cortile.

nIzza è BaRBERaDal 10 al 12 maggio 2013Nizza Monferrato (AT)www.nizzaebarbera.itNuova edizione della manifestazione che da anni celebra la “te-sta rossa” dei vini piemontesi. Tre giorni in cui Nizza – rinnovato il sodalizio con l’associazione Street Food – diventa capitale del vino, aprendo le porte a enoturisti e appassionati, che avranno la possibilità di scoprire le eccellenze del Monferrato e tutte le sfu-mature della Barbera d’Asti, quest’anno gemellata con il Barolo.

PaEsI E saPoRI18 e 19 maggio 2013 Ovada (AL)www.prolocoovada.itVivace raduno delle Pro Loco e delle Associazioni dell’Ovadese per un primo assaggio delle più interessanti feste e sagre che animeranno l’estate del Basso Piemonte.

C’ERa Una volta CastRUMnovUM Dal 24 al 26 maggio 2013Castelnuovo Scrivia (AL)www.festamedievale.euRievocazione storica in costume degli antichi fasti della domina-zione estense del Castrum. Durante la manifestazione si svolge il palio delle contrade. Seguono fiaccolate, esibizioni di sbandiera-tori, giocolerie, danze e giochi antichi.

vInIssagEDal 24 al 26 maggio 2013Asti (AT)www.astiturismo.itLa più importante vetrina piemontese sui vini naturali prove-nienti da agricoltura biologica e biodinamica, espressione di una vinificazione “diversa”. Un viaggio tra vignaioli e vini con degu-stazioni, dibattiti, incontri e musica.

assaggIa toRtona E dIntoRnIDal 24 al 26 maggio 2013Tortona (AL)www.vivitortona.itEvento enogastronomico con esposizioni e degustazioni proposte dai produttori del territorio. Grande la varietà dei prodotti offerti: ortaggi, frutta, formaggi, salumi, dolci, prodotti da forno, confet-ture, miele e, naturalmente, i vini dei Colli Tortonesi.

antICa fIERa dElla CIlIEgIa 26 maggio 2013Dogliani (CN) www.comune.dogliani.cn.itSagra dedicata alla ciliegia e ai suoi prodotti, in degustazione per tutta la giornata. Viene accompagnata dalla rassegna “Manufatti d’autore”, esibizione in tutto il centro storico del meglio della pro-duzione artigianale delle Langhe.

assEdIo dI CanEllI15 e 16 giugno 2013Canelli (AT)www.assediodicanelli.itRicostruzione storica dell’assedio di Canelli: uno spaccato seicen-tesco di parate d’armi, accampamenti, scontri, taverne, duelli, giochi popolari e artigiani con le loro botteghe. Un evento fuori dal comune e unico: ogni aspetto di “modernità” viene bandito e anche i visitatori diventano protagonisti.

fEsta dI san gIovannI 23 e 24 giugno 2013 Torino (TO)www.comune.torino.itNella settimana del 24 giugno, ogni anno Torino organizza eventi in grado di coinvolgere tutta la città e i suoi abitanti per la festa del patrono San Giovanni. Festeggiamenti che culminano la sera del 24 giugno con lo spettacolo pirotecnico ai Murazzi, sul fiume Po.

CollIsIonIDal 6 al 9 luglio 2013Barolo (CN)www.collisioni.itUno dei più importanti festival musicali e culturali del Piemonte. Si svolge a Barolo in quattro giorni ricchi di incontri, eventi, spet-tacoli e musica dal vivo. Ospite di punta di questa edizione è Elton John, che si esibirà la sera del 9 luglio.

PalIo dEI RIonIDall’11 al 14 luglio 2013Maggiora (NO)www.paliodimaggiora.comIl borgo di Maggiora si veste a festa per celebrare la storica competizione tra i suoi rioni con la corsa delle botti. Durante il palio prende vita la rievocazione storica con sbandieratori, cena medioevale, prove di abilità di tiro con l’arco e sfilata in costume d’epoca del ‘300.

sagRa dEl PEPERonEDal 30 agosto all’8 settembre 2013Carmagnola (TO)www.comune.carmagnola.to.itRiconosciuta ufficialmente da due anni come Manifestazione Fieristica di Rilievo Nazionale, la Sagra celebra il “Re Peperone” trasformando Carmagnola in un affascinante e variopinto festival di mercati, laboratori e degustazioni enogastronomiche, concerti, eventi teatrali, serate letterarie e mostre.

fEsta dEllE fEstE7 e 8 settembre 2013Acqui Terme (AL)www.prolocoacquiterme.itGrande festa popolare per le vie del centro storico di Acqui, con degustazioni di vino e prodotti enogastronomici cucinati e pre-sentati da oltre venticinque Pro Loco della zona. Completano la festa spettacoli, musica e danze e buon cibo.

PIaCERE BaRBaREsCo19 e 20 ottobre 2013Barbaresco (CN)www.enotecadelbarbaresco.itSettima edizione della kermesse dedicata al Barbaresco, organizza-ta dall’Enoteca Regionale in collaborazione con i comuni di produ-zione per avvicinare giornalisti, operatori di settore e semplici wine lovers a questo prestigioso vino rosso prodotto nelle Langhe.

Eventi 03.2013/10.2013

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Fiume

Tana

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OVELLO - lato estfruttato e brillante

MONTEFICOraffinato e floreale

MONTESTEFANOnobile e cupo

COLEterroso, di corpoinconfondibile

ASILIeleganza con carne(e frutto)

MARTINENGA - Camp Grosil lato più austero dellaMartinenga

RABAJÀa volte carnoso, a voltepiù rigido e catramoso;ha bisogno di tempo

RIO SORDOun Montefico con più carne e spinta

RONCAGLIETTEa volte agile e floreale(Berchialla) a volte concretoe di polso (Costa Russi e Sorì Tildin)

RONCAGLIEflorealità e tartufomai potente

MONTARIBALDIrotondo, a volte appenaaustero

FASETrugoso e scapigliato da giovane, terroso con l’età

OVELLO - lato ovestappena terroso e di buon corpo

I CRU DEL BARBARESCO

La domanda è ricorrente: i cru, o le menzioni, se vogliamo usare l’italiano, sono tante, sono carine, ma

La risposta è tutt’altro che facile: cambiano le annate, cambiano le interpretazioni, cambiano le espo-sizioni, cambiano le quote, anche all’interno di uno stesso cru, e cambia soprattutto il carattere con

Per alcuni si può tuttavia azzardare un ritratto.Pensando soprattutto a un vino nella sua gioventù.

MARTINENGAlongilinea eleganza

MARTINENGA - Gaiunlo stile Martinenga2

(al quadrato)

RONCHIconcreto, a volte volumisosoa volte più ricamato

BARBARESCO

L’oPinione di alEssandro masnaghETTi

i CRU dEl BARBARESCOLa domanda è ricorrente: i cru, o le menzioni, se vogliamo usare l’italiano, sono tanti, sono carini, malo sarebbero ancora di più se qualcuno ne spiegasse le differenze in fatto di stile.

La risposta è tutt’altro che facile: cambiano le annate, cambiano le interpretazioni, cambiano le esposizioni,cambiano le quote, anche all’interno di uno stesso cru, e cambia soprattutto il carattere con l’affinamento in bottiglia.

Per alcuni si può tuttavia azzardare un ritratto.Pensando soprattutto a un vino nella sua gioventù.

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WINEPASS I 107

MilleVignePIACeVole bontà, orIgIne sICUrA.oVVero VInI DI qUAlItà!

è un grande intreccio di poderi e cantine...è il simbolo di una rete di enoteche innovative...è il collegamento più stretto tra chi produce e chi consuma...è un progetto firmato Vignaioli Piemontesi...è legame con il territorio in tutte le sue sfaccettature...

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MilleVigne

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ia.it

ENoTECA MillEvigNE delle Langhe e RoeroVia Alba, 15 - Castagnito (CN)tel. +39 0173 210350

CANTiNA TERRE DEl PiNERolESEVia Vittorio Emanuele II, 2 - Bricherasio (TO)tel. +39 0121 599052

CAliCi Via San Dalmazzo, 14/bis - torino (TO)tel. +39 011 5618296

iN viNo vERiTAS Via Pontida, 54 - alessandria (AL)tel. +39 0131 535970

EuRoDEliziE Corso Cavallotti, 10/12 - novara (NO)tel. +39 0321 625082

RED & WHiTE P.zza Vittorio Veneto, 12 - orbassano (TO) tel. +39 011 9063875

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C M Y CM MY CY CMY K

vieni a scoprire un mododiverso

di gustarel’A

sti