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le Passeggiate fiorentine Si diceva a Firenze... a zonzo tra Chiese, Musei, modi di dire e curiosità di ieri e di oggi Passeggiata del 16 aprile 2011 ALLA RISCOPERTA DI ELIZABETH, PELLEGRINO E VASCO NEL DILADDARNO FIORENTINO 1

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le Passeggiate fiorentineSi diceva a Firenze...

a zonzo tra Chiese, Musei, modi di dire e curiosità di ieri e di oggi

Passeggiata del 16 aprile 2011ALLA RISCOPERTA DI ELIZABETH, PELLEGRINO E VASCO NEL

DILADDARNO FIORENTINO

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tel. 055 2616030 – e mail [email protected]

PIAZZA PITTI

1440 circa, il progetto è del Brunelleschi. La commessa era di creare un palazzo che superasse in grandezza e bellezza tutti gli altri. Il disegno del Brunelleschi prevedeva solo la parte centrale, sette finestre. Innumerevoli le leggende: si vuole che Luca volesse le finestre grandi come i portoni di palazzo Medici ecc.1549 Bonaccorso Pitti lo vendette a Leonora da Toledo e la rivalità finì perché i Pitti, che erano ormai rovinati finanziariamente.La facciata è il risultato di più interventi di epoche diverse. 1440 La parte centrale Brunelleschi, fu continuata dal Fancelli dopo la morte del Brunelleschi.1560 Ammannati costruisce il cortile.Nel ‘600 Giulio e Alfonso Parigi allargarono la facciataNel ‘700 Giuseppe Ruggeri costruì i due rondò

MISURE:Facciata lung. M 205 alt 36 superficie totale 32000 metri quadri.Sulla facciata in bugnato si può vedere la bugna più lunga e quella più corta.All’interno del cortile una lapide ricorda il lavoro di una mula.Dall’apertura del rondò di sinistra si può veder la grotta del Buontalenti del 1583.La fontana detta di Bacco, ma in realtà si tratta di Morgante uno dei buffoni di corte di Cosimo 1°

MODI DI DIRE:L’erba voglio non si trova nemmeno nel giardino del re (o in Boboli)Hun hun hunminculo disse il Pitti al Granduca.

PIAZZA S. FELICE

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Colonna che ricorda la battaglia di Marciano in Val di Chiana, in cima era prevista la statua della pace ( mai eretta ) in sintonia con quella in piazza S. Trinita con la Giustizia.

Casa Guidi

Il palazzo fu costruito nel XV sec. per la famiglia Ridolfi (in borgo di piazza) quando era fuori dalle mura cittadine.Il palazzo è famoso per essere stato la residenza di Elizabeth Barret e di Robert Browning due poeti dell’Inghilterra Vittoriana che sposatisi di nascosto e fuggiti da Londra trascorsero qui la loro storia d’amore.I Browning affittarono una prima volta il palazzo ammobiliato per poco tempo, l’anno seguente lo riaffittarono senza mobili, per un tempo più lungo.

VIA S. AGOSTINOEntrati nella via, guardando sul lato sinistro, si può vedere il bel campanile a vela della chiesa di S. Felice in Piazza. Più avanti si trova un oratorio dedicato a S. Carlo Borromeo, poi scuole pie; adesso è una palestra.

CANTO ALLA CUCULIAIl nome forse deriva da cocolla, veste con cappuccio dei carmelitani.Altra versione dell’origine del nome cuculia nasce dal tabernacolo quattrocentesco di Lorenzo di Bicci dove è raffigurata la Madonna con bambino e i santi Paolo e Girolamo. La cucula potrebbe essere l’uccellino che il bambino stringe in una mano.Un’altra versione ancora vuole che venga da “Cuculiare” prendere in giro e sembra che qui i Fiorentini si divertissero a spese dei coloni calati dalle campagne.

PIAZZA DEL CARMINEDal nome della chiesa dei Carmelitani, ordine nato sul monte Carmelo in Palestina, dove i frati vivevano in grotte.

LA CHIESA 1268 Fondata da Agnese Vernacci, per rispettare un voto del marito Cione e più volte rimaneggiata.Bruciò nel 1771.1782 L’attuale chiesa è dell’architetto Giuseppe Ruggeri.

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Famose due cappelle, quella Brancacci scampata all’incendio e affrescata da Masaccio Masolino e Filippino Lippi.1683 L’altra è la cappella Corsini di Gherardo Silvani.

IL RIONE DI SAN FREDIANOCome è descritto da Pratolini:S. Frediano è la zona più povera e più becera (volgare) con un suo codice d’onore.In San Frediano c’era il deposito della nettezza, il dormitorio pubblico e le caserme. Gli abitanti si dividevano in cenciaioli e quelli che cuocevano le interiore per poi vendere trippa, lampredotto e il loro brodo, quest’ultimo venduto a fiaschi.Lo stipendio dell’uomo quando c’era assicurava il pane e companatico.Le donne lavoranti a domicilio o trecciaiole coloro che rimpagliavano le seggiole per guadagnare il di più.

BORGO STELLA e (via dell’ardiglione)L’ardiglione è il ferretto al centro della fibbia che entra nel foro.Borgo stella: il nome deriva da un tabernacolo dove la madonna aveva una stella.E’ qui che avviene l’episodio più importante del libro, Mafalda in vestaglia e tutta spettinata, è corsa li perché vuole un po’ d’intimità per parlare con Bob; questi la trova appoggiata ad un cancello di un giardino (che non c’è più) Mafalda si offre a Bob ma lui sprezzante le dice: non voglio scarpe vecchie, non sapendo con questa frase di firmare la sua condanna.Mafalda finge noncuranza e gli risponde:-Ho paura che sul più bello ti faccia difetto la natura.

PIAZZA PIATTELLINAIl nome le deriva da un vecchio mercato di stoviglie, appunto piatti bicchieri ma anche mezzine per attingere l’acqua; in proposito si cita un vecchio stornello mugellano che dice:Io malesco le donne piccineChe vanno a prender l’acqua e le un son boneLe rompon tutti i culi alle mezzineIn antico si chiamava piazza degli orpelli: l’orpello era una lamina di rame trattata in modo da sembrare oro, dal latino “auri pellis” pelle d’oro. Di solito vi si costruivano cose di un gusto molto pesante, pacchiano.MODO DI DIRE:rinunciamo agli orpelli

Tabernacolo: Madonna con Gesù e gli arcangeli, Raffaele e Michele, che porgono a Tobiolo per il padre Tobia un ampolla con fiele di pesce per curare la cecità opera forse del Botticini.il tabernacolo è probabilmente un ex voto.

VIA DEL LEONEIl nome deriva da quello di un’osteria.I SANFREDIANINI Gente senza arte ne parte.Senza lavoro e senza partito (poiché o rossi o neri non interessavano a nessuno).Per il Sanfredianino il Paradiso è un posto dove c’è più panico che uccelli (poetico e volgare insieme).Per il Sanfredianino la giustizia è il nemico impiccato a un lampione (sbrigativo).S. Frediano è anche il rione delle CIANE donne volgari vestite di stracci (dipinte da Cesare Ciani un pittore macchiaiolo e da qui il nome).

PIAZZA TASSO4

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Sulla sinistra tabernacolo di giottino (copia) attraversando via della chiesa a sx è visibile il forte di Belvedere. Tutta questa zona si chiamava caselline.

VIA DEL CAMPUCCIOCampo misero: l’angolo con via dei serragli è chiamato il canto alla cornacchia.Al n.45 c’è un monastero delle convertite, donne ebree convertite al cristianesimo o prostitute tolte dalla strada. La via costeggia il giardino Torrigiani si possono vedere diversi stemmi di questa famiglia.

Inizia da qui il racconto di Pratolini che ambienta il suo romanzo “Le ragazze di S. Frediano” nell’immediato dopoguerra. E’ il rione di Bob che nel libro abita in via del campuccio dove la fame si taglia col coltello, lui è un privilegiato perché lavora in comune al rilascio delle tessere annonarie, veste elegante e si è fatto la fama di don Giovanni. Il suo nome vero è Aldo Sernisi, chiamato Bob per la somiglianza all’attore Americano allora molto in voga Robert Tailor, è vanitoso ma al momento del bisogno(la madre si ammala) lui vende tutto, abiti e scarp,e per comprare al mercato nero la Penicellina. Famosa la frase pronunciata dopo l’acquisto “speriamo che la un sia polvere di micio”.Le donne di Bob:TOSCAFa l’impagliatrice di seggiole ed è stata partigiana a differenza di Bob, che si spaccia per ex ma il partigiano non l’ha fatto.Quando passa per la strada gli uomini le dicono : “Tosca ti sei fatta mondiale”,e lei risponde: “come la guerra”.GINALavora alla manifattura dei tabacchi, vive anche lei in via del Campuccio, nella stessa casa di Bob ed è l’unica con cui Bob fa l’amore, anche se la considera più amica e consigliera che amante.SILVANALavora in un laboratorio di ricami sull’Arno, è lusingata dal fatto che Bob si interessi a lei. Quando scopre l’infedeltà di Bob dice: “Mi viene il parletico e domani ho un ricamo di precisione”.BICEE’ commessa alla Rinascente ed è rassegnata, sa che Bob è troppo bello e famoso per essere tutto suo.LORETTAL’ultima conquista, è affascinata da Bob e va in brodo di giuggiole quando le dice:“Tu sei i’mi boccino”.MAFALDAFiglia di un fiaccheraio. Quando inizia il romanzo Bob l’ha mollata e lei s’è buttata a fare la vita, perché per sua ammissione è una povera col desiderio del lusso: bei vestiti calze di seta ed è ancora innamorata di Bob.La congiura:Quando Tosca scopre la tresca raduna tutte le amanti di Bob ed insieme pensano a come vendicarsi.La vendetta avviene nel pratone delle Cascine dove Bob viene attirato con un tranello, e quando meno se lo aspetta gli saltano addosso, colpendolo con pugni e denudandolo.Epilogo:Mafalda con le redini nelle mani le tirò e il cavallo staccò il suo trotto stanco. […]Così svenuto, sbracato, un ecceomo messo per traverso sugli strapuntini con le due giovani in serpa che lo deridevano Bob fece il suo ingresso in San Frediano.Finchè sullo schiamazzo sopravvenne la pietà, Bob fu preso a braccia, trasportato nel circolo tornò in se, si riordinò e quando aprì bocca la prima cosa disse :“L’è stata una conciata”

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VIA GUSCIANAIl nome si pensa che derivi da quello di una popolana, che proveniva dal Valdarno di sotto, dove si trova un fiumiciattolo chiamato Gusciana. Il nome dalla donna sarebbe poi passato alla strada.

PORTA ROMANA

Di Andrea Orcagna, la torre era alta 60 braccia, 40 m, le mura costeggiano il giardino di Boboli fino al Belvedere, dalla parte opposta il viale Petrarca e arrivavano fino all’Arno.Interno porta affresco del Franciabigio Maria, S. Giovanni battista S. Zanobi S. Pietro e San Niccolò da Tolentino.Sopra l’arco il giglio di Firenze.

Ingressi celebri:Leone X e Carlo V passarono di qui.Qui si teneva la fiera dei pateracchi la quinta domenica di Quaresima.Sensali e cozzoni, accoppiati i due sprovveduti, li facevano camminare per vedere quanto stavano bene insieme. Un antenato delle odierne agenzie matrimoniali.MODI DI DIRE:Essere alle porte coi sassi.Nasce dall’usanza di uscire la sera fuori dalle porte per prendere il fresco scordandosi l’orario di chiusura, si tiravano i sassi per avvisare gli addetti che aspettassero a chiudere.

PIAZZA DELLA CALZA

I frati dell’ordine degli Ingesuati erano detti frati della calza da un cappuccio lunghissimo che finiva sulle loro spalle da sembrare una calza.CENACOLO: all’interno del convento.Franciabigio Francesco di CristoforoNato a Firenze 1482-83 m. 1525.Pittore che ha lavorato con A. del Sarto nel chiostro della S.S. Annunziata e terminerà il chiostro dello Scalzo.Il Cenacolo è commissionato dalle monache Gerosolimitane un ordine fondato a Rodi (si noti i bicchieri sul tavolo che oltre alla croce Gerosolimitana hanno lo stemma Mediceo).

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Sulla casa in angolo tra via Romana e via dei Serragli si trovava un affresco di Giovanni da S. Giovanni che raffigurava Firenze signora della Toscana affresco che si rovinò subito.Nel 1954 fu sostituito da quello attuale di Mario Romoli e rappresenta il genio di Firenze attraverso gli artisti (Dante, Giotto, Masaccio, Paolo Uccello e Michelangelo, Leonardo, Girolamo Savonarola, Campedelli, Papini, Soffici, Rosai, Gamberoni, La Pira e il pittore Mario Romoli.

COLLEGIO DEGLI ARTIGIANELLI: scuola per insegnare ai giovani un mestiere, creata da Stefano Parissi, quello dei liquori fatti in casa (quelle bottigliette mignon che si univano all’alcool).

Di fronte si trovava il laboratorio di Pio Fedi. Nato a Viterbo 7.6.1816 morto a Firenze 3.5.1892.Unico scultore moderno le cui statue si trovano nel loggiato degli Uffizi e rappresentano Cisalpino e Nicola Pisano; mentre sotto la loggia dell’Orcagna si trova il più conosciuto ratto di Polissena. In oltre è anche l’autore del disegno del monumento a Manfredo Fanti in piazza S. Marco.I fiorentini, notando in alcune sue statue pance troppo morbide o cascanti, lo soprannominarono Trippine di gatto.

a cura di Paolo Nardi e della Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa

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