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Le passeggiate fiorentine Si diceva a Firenze... Passeggiata del 15 marzo 2011: Chiesa di San Michele a San Salvi. CHIESA E CONVENTO DI S. SALVI 1

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Le passeggiate fiorentineSi diceva a Firenze...

Passeggiata del 15 marzo 2011: Chiesa di San Michele a San Salvi.

CHIESA E CONVENTO DI S. SALVI

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tel. 055 2616030 – e mail [email protected]

1048Due monaci dell’ordine di S. Girolamo, fuggiti da Amiens con una reliquia, un braccio di S. Salvi, trascorrono la notte sotto una quercia in località piano di Carrari. Al mattino la reliquia si rifiuta di essere spostata, interpellato il vescovo di Fiesole si decide di costruire in quel posto un oratorio

1055L’abate Berizzone cede il convento a S. Giovanni Gualberto, abate dell’ordine Vallombrosano.Gualberto era nato a Firenze dalla famiglia dei Visdomini “vice Domini”.Dante: color che si fan grassi stando a concistoro.La leggenda narra che Gualberto, trovato il fratello morto in una mattina di un venerdì santo, vicino alla chiesa di S. Miniato, avesse ricevuto l’approvazione al suo gesto da un crocifisso che si trovava nella basilica e che al suo ingresso aveva piegato il capo. Si era fatto frate e in seguito aveva fondato l’ordine di Vallombrosa, ordine che si distinse subito nella lotta contro la simonia.

1065Il vescovo di Firenze, Pietro Mezzabarba, accusato da Gualberto di simonia attacca il convento incendiandolo.

1068A Badia a Settimo, altro convento Vallombrosano, si tiene il cosidetto “Giudizio di Dio”:Pietro Igneo, frate dell’ordine Vallombrosano, attraversa con una particola (piccola ostia che viene somministrata ai fedeli durante la comunione) due cataste di legna a cui era stato appiccato il fuoco. Mezzabarba sconfitto è costretto a lasciare Firenze.

1085-1087Dopo la morte di Gualberto il convento riceve ingenti donazioni di terre ed edifici da parte di Bernardo degli Uberti, membro di una facoltosa famiglia, la quale però non è d’accordo con le donazioni. Avviene un miracolo: il rappresentante della famiglia al cospetto di Bernardo, che nel frattempo si è fatto frate, diviene muto e riacquista la parola dopo aver riconosciuto il diritto di Bernardo ai beni donati al monastero.

1097 Bernardo diviene Abate di S. Salvi.Nel XIII secolo il convento viene messo in “Commenda” per ordine del Papa Bonifacio VIII. La commenda negava il diritto dei frati a scegliersi il priore che veniva nominato dal Papa.

1308 Corso di Simone Donati, capo della fazione dei "donateschi", chiamata poi dei "guelfi neri", fu un uomo facinoroso e fiero, soprannominato anche Il Barone per i suoi modi inclini al motteggio e all'offesa. Verso la fine del Duecento, dopo essere rimasto vedovo, fece una promessa di matrimonio con Tessa Ubertini, imparentata con i Cerchi da parte di padre, ma negò l'eredità che spettava alla donna e ai suoi parenti, creando il primo motivo di inimicizia tra Cerchi e Donati. Il matrimonio avvenne nel 1296, ma già nel 1302 egli si risposò per la terza volta con una figlia di Uguccione della Faggiuola. Fu esiliato dai Bianchi nel 1299, ma tornò trionfalmente in città nel 1301 con l'aiuto di Bonifacio VIII, riprendendo i suoi vecchi modi da "barone" e cercando di trarre

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il massimo profitto dalla sua vittoria e aspirando al governo della città, tanto da inimicarsi i suoi stessi compagni del partito dei Neri. Nel 1304 uscì indenne da un attentato. Nel 1308 fu condannato come ribelle e traditore e un moto spontaneo della folla lo costrinse a fuggire precipitosamente dalla città il 6 ottobre, mentre il popolo saccheggiava le sue case. Inseguito, nella fuga cadde da cavallo rimanendo però impigliato in una staffa e finendo straziato dall'incidente a dagli assalitori che nel frattempo lo raggiunsero e lo finirono presso San Salvi. Fu raccolto dai frati vallombrosani e sepolto nell'attigua chiesa. Dopo quattro anni i Donati lo disseppellirono e portatolo in città gli fecero un solenne funerale . Corso era parente di Dante che lo ricorda come persona collerica e violenta e per aver costretto la sorella a lasciare il convento delle Clarisse: “fuor mi rapiron della dolce chiostra”.

1312 Assedio di Arrigo VII. L’imperatore pose il quartier generale nel convento; fece sistemare due grandi aquile di metallo sulla sua cima, che riflettendo i raggi solari si vedevano fino a Firenze.Il sei di novembre, dopo due mesi, Arrigo tolse l’assedio. Di questa impresa è rimasto solo il nome dato alla strada che oggi costeggia la ferrovia.Benedetto da Rovezzano è incaricato di scolpire un monumento funebre per S. Giovanni Gualberto. Vi lavora in grandi stanze, dette del Guardone, purtroppo le varie parti lasciate li, non finite, furono danneggiate dalle truppe di Carlo V durante l’assedio.

1511 Don Ilario Panichi, monaco benestante, incarica Andrea del Sarto di affrescare il cenacolo. Seguono dei pagamenti fino al 1522, ma Andrea nel 1518 andrà in Francia e inizierà il lavoro solo nel 1526-27.

1534Dopo l’assedio il convento passa alle monache di Faenza, dell’ordine femminile di clausura Vallombrosano. Il convento era vicino alla fortezza da basso e ha dato il nome alla strada.

1808Soppressione degli ordini religiosi. Le monache lasciano il convento.

1817 Il convento diventa ospedale per i malati di tifo.

1887Parte dei locali del convento diventano ospedale psichiatrico.

CHIESA DI S.MICHELE A S.SALVI

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Soffitto della chiesa (S.Salvi in gloria di Vincenzo Meucci).Soffitto abside santi vallombrosani in gloria.Nozze di Cana e Cristo e il centurione ignoto del 1700.PALALa croce, della fine del 1500 e si trova al centro tra la Madonna e S. Giovanni.La pala proviene da Monticelli (Monte Coeli); i due non guardano la croce, ma verso il Cristo risorto.Ai lati due bassorilievi raffiguranti S.Salvi e S.Michele arcangelo, di Benedetto da Rovezzano.Sopra la porta d’ingresso:

Madonnone “Madonna e bambino” di Lorenzo di Bicci. Affresco staccato dal tabernacolo di via Aretina.Alle pareti tracce del coro delle monache.

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DX S.Umiltà resuscita un bimbo del Passignano.SX Natività Cosimo Gamberucci.TransettiSX adorazione dei magi Carlo PortelliCrocifissione e santi Francesco Morandiniframmenti del monumento a S.Giovanni GualbertoDX Natività Cosimo Gamberucci

CAPPELLA DEL SS. SACRAMENTONicchia con reliquie composta da un frammento del monumento a S. Giovanni Gualberto.

CAPPELLA ANGOLAREAffresco della Crocifissione del 1300.

S. Umiltà statua dell’Orcagna 1300.

Sala del capitolo: bassorilievo di Benedetto da Rovezzano del 1531.

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CENACOLO DI ANDREA DEL SARTO

LOCALI ADIACENTIE’ la parte ricostruita dopo l’assedio dal Papa Clemente VII per le monache di Faenza.Samaritana di ignoto.Lavabo Benedetto da Rovezzano.

REFETTORIOIl cenacolo fu commissionato dall’abate Panichi nel 1511 ma venne realizzato tra il 1526 e il 1527.Nella volta i santi Benedetto G.Gualberto, San Salvi, e San Bernardo che si trova nella parte salvata dalla distruzione del 1530 per l’assedio. Le parti in guerra fiorentini e imperiali, truppe di Carlo V, si accordarono per salvarlo.È la trascrizione del brano del vangelo di Giovanni versi 21 22 23:- detto questo Gesù fu turbato interiormente e attestòIn verità in verità vi dico: uno di voi mi tradiràI discepoli si guardavano gli uni gli altri non riuscendo a capire di cosa parlava. Uno dei suoi discepoli, quello che Gesù amava(S Giovanni) , stava adagiato proprio accanto a Gesù. Allora Simon Pietro, gli fa cenno di chiederli chi fosse quello di cui parlava . Egli chinatosi semplicemente sul petto di Gesù, gli dice”Signore, chi è”. Gesù rispose : “E’ quello a cui porgerò il boccone che sto per intingere”. Intinto dunque il boccone,lo porse a Giuda, figlio di Simone Iscariota.E allora dopo il boccone entrò in lui Satana. Gli dice Gesù”quello che devi fare ,fallo subito”Ma nessuno dei commensali comprese perché gli avesse detto questo.siccome Giuda teneva la borsa,alcuni supposero che Gesù gli avesse detto”compera quanto ci occorre per la festa”,oppure che gli avesse ordinato di dare qualcosa ai poveri. Così preso il boccone, quello uscì subito. Era notte.

Bernard Berenson lo descrive:Trascrizioni vitali della realtà emozioni diverse ma in tutti: chi si alza, chi tocca il compagno, chi si ritrae inorridito, chi non crede alle proprie orecchie, si coglie lo stupore e lo sgomento.I piedi sotto il tavolo “ nervosi”.Il Berenson lo dice secondo solo a quello di Leonardo pur ammettendo che le figure non hanno la luce trascendentale di Raffaello o di Michelangelo.G. C. Argan dice: il colore sembra portato dalla luce ed aderisce appena ai corpi.

ANDREA VANNUCCHI detto DEL SARTO Nato a Firenze1486 M 1531Il padre Angelo di Francesco esercitò per tutta la vita l’arte di sarto.Andrea viene immatricolato nell’arte dei Medici e Speziali il 12 dic 1508.

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Suo primo maestro, Andrea di Gian Barile, fu orafo fiorentino.Diventa amico del Franciabigio, che lo prende con se, perché rimase solo, dopo che Mariotto Albertinelli si ritirò dall’arte. I due affittano una stanza alla loggia del grano.Si invaghisce di Lucrezia di baccio del Fede che però è sposata ad un berrettaio in via S. Gallo.Il Vasari la definisce bella ma altera e superba, morto il marito la sposa e ne diventa subito geloso.Sempre il Vasari “Essendo capitato in mano a persona atta a rivenderlo mille volte lo rigirò a suo piacimento”.Gli faceva mantenere oltre a lei i suoi familiari e gli faceva trascurare il padre e i suoi fratelli.Il 25 maggio 1518 si reca in Francia con un viaggio pagato dal re Francesco I.Lucrezia lo fa tornare e poi troverà anche il modo di non farlo più partire.Andrea muore nel gennaio del 1531 durante un’epidemia di peste. La moglie sempre il vasari “Gli stette più lontana che potea”. Pittore dai ritmi irreprensibili, passato alla storia come il pittore senza errori, influenzato da Leonardo e Raffaello. Il suo capolavoro è considerata la Madonna del sacco, dipinta nel chiostro della S.S. Annunziata.

MONUMENTO FUNEBRE DI ILARIA DEL CARRETTO (copia in gesso)

Jacopo della Quercia 1406-1407.Cattedrale di S. Martino a Lucca.

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Il monumento è d’ispirazione Borgognona, col simulacro della morta riccamente abbigliata che giace disteso su di un catafalco; l’abito è rialzato in corrispondenza dei piedi, dove è disteso un cagnolino simbolo di fedeltà coniugale. Le fiancate sono decorate da putti reggi festone, motivo ripreso dai sarcofagi classici.Ilaria fu la seconda moglie di Paolo Guinigi signore di Lucca. Pur non essendo inizialmente candidato ad assumere il potere su Lucca, una serie di tragici avvenimenti, come la morte dei fratelli, lo candidò a pieno titolo. Vi fu infatti anche una guerra fratricida nella quale Paolo combatté contro il fratello Antonio Guinigi per vendicare la morte dell'altro fratello Lazzaro. Nel 1400 Paolo assunse il potere facendosi nominare Capitano e Difensore del Popolo, diventando Signore di Lucca il 21 novembre 1400.Paolo sposò Maria Caterina della famiglia lucchese degli Antelminelli, legandosi ulteriormente alla nota ed influentissima discendenza di Castruccio Castracani. Il matrimonio, pare mai consumato, avvenne quando Maria Caterina aveva appena 11 anni, e questa morì quasi subito dopo le nozze. Dopo la morte della prima moglie, nel 1403 sposò Ilaria del Carretto, della famiglia ligure Del Carretto, dalla quale ebbe il primo figlio Ladislao Guinigi. Alla morte di Ilaria nel 1406, durante il parto della seconda figlia Ilaria Minor, Paolo si sposò altre due volte, con Piacentina da Varano di Ridolfo Signore di Camerino e con Jacopa di Corrado Signore di Foligno.

BIBLIOGRAFIAG. C. Argan storia dell’arte Italiana.Le opere di Giorgio Vasari ed Sansoni.Storia di Firenze Robert Davidsohn.Il Vangelo di Giovanni nuovissima versione della Bibbia ed Paoline.Arte e Storia in S Michele a S Salvi ed Comune di Firenze Q2.

MODI DI DIRE

Riferiti alla vicinanza col manicomio.

Ubbìa: cosa ovvia, abitudine. Dal latino “obvia”.

E’ peggio un vezzo che una collana: si gioca sul significato della parola “vezzo” monile, collana ma anche abitudine.

Prendere i’ puzzo: nel senso che le cattive abitudini si attaccano.

Dovrebbero girare i cancelli: di modo che chi stava dentro si sarebbe trovato fuori e viceversa

Grullo: da grullare dondolare viene dal modo di camminare dei contadini che guidavano i buoi per lo scoppio del carro e seguendo gli animali dondolavano.

Andare ai tetti rossi: avere dei disturbi mentali; dal colore rosso del manicomio.

Impazzare: si dice della panna o della crema quando si raggruma.

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a cura di Paolo Nardi e della Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa

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