12 L’Improbabile · stando a Spencer; ogni specie fa il necessario per sopravvivere."...

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Un fatto curioso accadde tempo fa e vorrei farvene partecipi. Mi trasferii dalle montagne dieci anni or sono. Arrivai in città vestito con un vello di pecora, a bordo di una macchina scassata. Due galline vivevano in quell’auto, vi beccavano il mais e vi covavano le uova. Possedevo un bastone nodoso e mi esprimevo malamente. Parlavo cimbro e frequentai un corso comunale per imparare la lingua italiana. Puzzavo di bestiame e fui redarguito pesantemente quando, avvezzo com’ero a evacuare nei campi, orinai sui piloncini pedonali in contrà Barche. Vagavo per i bar (che esistono, ed è interessante saperlo, anche sulle desolate montagne vicentine). Fin dai primi tempi notai un fenomeno curioso, a me sconosciuto, che ora mi accingo a descrivervi. Incrociavo, ormai da settimane, sempre le stesse persone. Sapevo che in un certo locale avrei trovato taluni avventori, e che in talaltro ne avrei trovati degli altri. Vagando di qua e di là, spesso, mi imbattevo in visi noti, già visti poche ore prima. Noi poveri montanari, tuttavia, abbiamo la fanciullesca, puerile abitudine di salutare. Riveriamo qualunque essere umano in cui ci siamo imbattuti per un paio di volte; abbiamo addirittura la bizzarra abitudine di fermarci a fare una chiacchiera, e magari offrirgli un goccio (una lunga e dolorosa parentesi si aprirebbe a questo punto – trattasi di pitoccheria – ma sarà forse oggetto di altre, future disquisizioni). Osservai, da subito, che questo costume non era radicato nella gente che incontravo. Non tutti, intendiamoci, mi evitavano come la peste, ma la maggioranza faceva di tutto per non salutare. Chiesi spiegazioni alla mia compagna (che mi sopportava nonostante il vello di pecora e la parlata cimbra). Ero incuriosito da questa curiosa usanza, a me ignota, di non ossequiare il prossimo. Ella mi erudì sull’esistenza del “Club MM”. Chiesi quindi chiarimenti. Il “Club MM”, a quanto pare, significa il “club dei Magna Merda”, ed è costituito da gran parte della cittadinanza vicentina. Tale, esclusivo club è composto in maniera eterogenea da persone appartenenti a diversi ceti sociali, credi, razze e addirittura (nella “grande” città è quasi un miracolo) quartieri. Lo scopo dei Magna Merda è quello di uscire, non salutare, e tornare a casa. Un membro del club MM porta spesso con sé una boccetta di sali, in quanto la puzza che ha sotto il naso va sovente debellata con potenti inalazioni; porta appresso anche mentine o chewing gums di varia natura. L’olezzo di escrementi, difatti, fuoriesce non di rado dalla bocca. Il Magna Merda è inoltre abilissimo nell’evitare il prossimo. Le sue tecniche migliori vanno dalla finta chiamata al cellulare alla finta distrazione, all’allacciatura delle scarpe, al più semplice, ma non meno efficace, distogliere lo sguardo. Salutate signori! Che fa bene all’animo, mette allegria, riduce di molto la probabilità di morire soli e dimenticati, e vi solleva dal macchinoso onere di ingegnarvi le pratiche più disparate al fine di non salutare il prossimo. Gigi Trombetta L’Improbabile Samizdat Berico Aperiodico di fantacultura e disinformazione n° XXV Anno 70 d.T.C.A. email: [email protected] L’annuale corsa sui tacchi a spillo delle drag queens si è tenuta la settimana scorsa a Washington. Vi hanno partecipato concorrenti da tutto il mondo; la manifestazione podistica è divenuta ormai un classico nel panorama uranista internazionale. La gara è assai difficoltosa, vista la fatica di reggersi su tacchi dodici mozzafiato. Non sono mancati gli incidenti tra rotture di tacchi, stramazzi, gonne aderenti e caviglie slogate. La bella notizia è che a vincere questa edizione è stata una drag queen vicentina: Carla Pappascalza, di 44 anni. La voce ha fatto il giro della rete e Carla è stata festeggiata, al ritorno, con tutti gli onori. La comunità gay italiana è in visibilio, galvanizzata dal fatto di aver ottenuto un risultato tanto prestigioso. L’organico tornato da Washington presenta nomi di spicco: Janina Star, Sweet Gloria, Lady Pavona, Vanessa Van Cartier, Madame Sisì, Dolores De Cuelo, Valkiria Vamper, Helena Incontrata, Velenia, Marchesa Pomponia, Nanà Saturno, Tina Pika, Queen B, Miss Felicia, Madame Coconcita, Mercedes Drag, Gloria Burning e Diva Divina. La bella Carla ha però svettato su tutte, portando a casa il primo posto. “La gara è stata a dir poco ardua,” – dichiara la vincitrice “la competizione è di anno in anno sempre più accesa e non mancano episodi scorretti. Una ghanese ha tentato di trattenermi per il filo del tanga, un’altra concorrente ha provato a mordermi (probabilmente una parente di Luis Suarez), il tutto durante il complicato compito di reggermi sul tacco dodici. Ma alla fine ce l’ho fatta, e ne sono orgogliosa.” Enrica Maffea, presidentessa dell’associazione D.Qu.Vi.C.S.T.aS. (Drag Queens Vicentine Corritrici Sui Tacchi a Spillo) ha dichiarato che lo storico risultato è frutto di anni di impegno da parte di tutte le iscritte all’associazione, e di energie ed enormi sforzi finalizzati al suo ottenimento. Antonio Bauc, presidente del G.F.V.C. (Giovani Fascistelli Vicentini Crescono) si dice schifato dall’accaduto e promette una visitina “vecchio stampo” alla drag vicentina, munito di manganello e passamontagna. Gigi Trombetta Primeggia una vicentina alla corsa delle drag queens Il club MM Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione 1 Calcio di Rigore Ora mi invento una barzelletta da oratorio: un chicco di riso dice ad un altro chicco di riso: “sai, tu mi fai proprio morir dal ridere!” Beh, roba da far cadere stecchito dalle risate un prete, se non fosse che il secondo chicco di riso se la prende a male e spacca la faccia al primo chicco di riso. E allora il prete, il cui volto già si stava rilasciando in un sorriso bonario, interviene con prontezza per metter pace tra i due chicchi di riso, e ci riesce, e i due chicchi si stringono la mano con pentimento e calore, un calore da risotto, e tutti vissero felici e contenti anche se il prezzo del riso, grazie al declino dello sfrenato neoliberismo degli ultimi anni globalizzati, è in aumento in tre quarti del globo e tantissima gente già mezza morta di fame non se lo potrà più permettere. Infatti a quelli, non rimarranno manco i denti per farsi una risata. Ma chi se ne frega, tanto io c'ho la moto. Sandro Mazzola

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Un fatto curioso accadde tempo fa e vorrei farvene partecipi. Mi trasferii dalle montagne dieci anni or sono. Arrivai in città vestito con un vello di pecora, a bordo di una macchina scassata. Due galline vivevano in quell’auto, vi beccavano il mais e vi covavano le uova. Possedevo un bastone nodoso e mi esprimevo malamente. Parlavo cimbro e frequentai un corso comunale per imparare la lingua italiana. Puzzavo di bestiame e fui redarguito pesantemente quando, avvezzo com’ero a evacuare nei campi, orinai sui piloncini pedonali in contrà Barche. Vagavo per i bar (che esistono, ed è interessante saperlo, anche sulle desolate montagne vicentine). Fin dai primi tempi notai un fenomeno curioso, a me sconosciuto, che ora mi accingo a descrivervi. Incrociavo, ormai da settimane, sempre le stesse persone. Sapevo che in un certo locale avrei trovato taluni avventori, e che in talaltro ne avrei trovati degli altri. Vagando di qua e di là, spesso, mi imbattevo in visi noti, già visti poche ore prima. Noi poveri montanari, tuttavia, abbiamo la fanciullesca, puerile abitudine di salutare. Riveriamo qualunque essere umano in cui ci siamo imbattuti per un paio di volte; abbiamo addirittura la bizzarra abitudine di fermarci a fare una chiacchiera, e magari offrirgli un goccio (una lunga e dolorosa parentesi si aprirebbe a questo punto – trattasi di pitoccheria – ma sarà forse oggetto di altre, future disquisizioni). Osservai, da subito, che questo costume non era radicato nella gente che incontravo. Non tutti, intendiamoci, mi evitavano

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come la peste, ma la maggioranza faceva di tutto per non salutare. Chiesi spiegazioni alla mia compagna (che mi sopportava nonostante il vello di pecora e la parlata cimbra). Ero incuriosito da questa curiosa usanza, a me ignota, di non ossequiare il prossimo. Ella mi erudì sull’esistenza del “Club MM”. Chiesi quindi chiarimenti. Il “Club MM”, a quanto pare, significa il “club dei Magna Merda”, ed è costituito da gran parte della cittadinanza vicentina. Tale, esclusivo club è composto in maniera eterogenea da persone appartenenti a diversi ceti

sociali, credi, razze e

addirittura (nella

“grande” città è quasi un

miracolo) quartieri. Lo scopo dei Magna Merda

è quello di uscire, non salutare, e tornare a casa. Un membro del club MM porta spesso con sé una boccetta di sali, in quanto la puzza che ha sotto il naso va sovente debellata con potenti inalazioni; porta appresso anche mentine o chewing gums di varia natura. L’olezzo di escrementi, difatti, fuoriesce non di rado dalla bocca. Il Magna Merda è inoltre abilissimo nell’evitare il prossimo. Le sue tecniche migliori vanno dalla finta chiamata al cellulare alla finta distrazione, all’allacciatura delle scarpe, al più semplice, ma non meno efficace, distogliere lo sguardo. Salutate signori! Che fa bene all’animo, mette allegria, riduce di molto la probabilità di morire soli e dimenticati, e vi solleva dal macchinoso onere di ingegnarvi le pratiche più disparate al fine di non salutare il prossimo.

Gigi Trombetta

L’Improbabile Samizdat Berico

Aperiodico di fantacultura e disinformazione

n° XXV

Anno 70 d.T.C.A.

email:

[email protected]

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L’annuale corsa sui tacchi a spillo delle drag queens si è tenuta la settimana scorsa a Washington. Vi hanno partecipato concorrenti da tutto il mondo; la manifestazione podistica è divenuta ormai un classico nel panorama uranista internazionale. La gara è assai difficoltosa, vista la fatica di reggersi

su tacchi dodici mozzafiato. Non sono mancati gli incidenti tra rotture di tacchi, stramazzi, gonne aderenti e caviglie slogate. La bella notizia è che a vincere questa edizione è stata una drag queen vicentina: Carla Pappascalza, di 44 anni. La voce ha fatto il giro della rete e Carla è stata festeggiata, al ritorno, con tutti gli onori. La comunità gay italiana è in visibilio, galvanizzata dal fatto di aver ottenuto un risultato tanto prestigioso. L’organico tornato da Washington presenta nomi di spicco: Janina Star, Sweet Gloria, Lady Pavona, Vanessa Van Cartier, Madame Sisì, Dolores De Cuelo,

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Valkiria Vamper, Helena Incontrata, Velenia, Marchesa Pomponia, Nanà Saturno, Tina Pika, Queen B, Miss Felicia, Madame Coconcita, Mercedes Drag, Gloria Burning e Diva Divina. La bella Carla ha però svettato su tutte, portando a casa il primo posto. “La gara è stata a dir poco ardua,” – dichiara la vincitrice – “la competizione è di anno in anno sempre più accesa e non mancano episodi scorretti. Una ghanese ha tentato di trattenermi per il filo del tanga, un’altra concorrente ha provato a mordermi (probabilmente una parente di Luis Suarez), il tutto durante il complicato compito di reggermi sul tacco dodici. Ma alla fine ce l’ho fatta, e ne sono orgogliosa.” Enrica Maffea, presidentessa dell’associazione D.Qu.Vi.C.S.T.aS. (Drag Queens Vicentine Corritrici Sui Tacchi a Spillo) ha dichiarato che lo storico risultato è frutto di anni di impegno da parte di tutte le iscritte all’associazione, e di energie ed enormi sforzi finalizzati al suo ottenimento. Antonio Bauc, presidente del G.F.V.C. (Giovani Fascistelli Vicentini Crescono) si dice schifato dall’accaduto e promette una visitina “vecchio stampo” alla drag vicentina, munito di manganello e passamontagna.!

Gigi Trombetta

Primeggia una vicentina alla corsa delle drag queens!

I l c l u b M M !

Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione 1

C a l c i o d i R i g o r e Ora mi invento una barzelletta da oratorio: un chicco di riso dice ad un altro chicco di riso: “sai, tu mi fai proprio morir dal ridere!” Beh, roba da far cadere stecchito dalle risate un prete, se non fosse che il secondo chicco di riso se la prende a male e spacca la faccia al primo chicco di riso. E allora il prete, il cui volto già si stava rilasciando in un sorriso bonario, interviene con prontezza per metter pace tra i due chicchi di riso, e ci riesce, e i due chicchi si stringono la mano con pentimento e calore, un calore da risotto, e tutti vissero felici e contenti anche se il prezzo del riso, grazie al declino dello sfrenato neoliberismo degli ultimi anni globalizzati, è in aumento in tre quarti del globo e tantissima gente già mezza morta di fame non se lo potrà più permettere. Infatti a quelli, non rimarranno manco i denti per farsi una risata. Ma chi se ne frega, tanto io c'ho la moto.

Sandro Mazzola

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1

L'essere umano è una creatura bizzarra, stravagante e curiosamente speciale. Gli uomini sono dotati di notevole intelligenza e inventiva; creano, modificano e imbrigliano le forze della natura; superiori a ogni altra forma di vita, hanno sviluppato capacità straordinarie, tra le più apprezzabili l'abilità di costruire strumenti e di comunicare. Tuttavia, essere l'anello principe della catena alimentare, solleva un dubbio che non è stato chiarito: per quanto facente parte del regno animale, l’uomo stenta a considerarsi un animale. Nel tentativo di chiarire questo punto riporto alcuni estratti di una conferenza sul darwinismo sociale: "[…]partendo da un'analisi etimologica della parola 'animale' ci si rende presto conto che non sussistono ragioni per sentirsi sminuiti. La parola 'animale' viene da 'anima' a sua volta derivata dal greco anemos che significa vento o soffio. L'animale è un peripatetico essere complesso mosso dalla continua ricerca di cibo, di riparo, di protezione, di riprodursi, di amare, di perpetuarsi. […] l'etimologia ci riporta alla sua qualità fondamentale, il vento, il soffio, il respiro indispensabile alla vita. Detto questo c'è da individuare quale differenza sussiste tra l'animale umano e la fiera. Senza poterne comprendere i passaggi intermedi, l'evoluzione ha portato l'uomo a sviluppare uno

2 Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione

Scusa, spezzami quella costola, ecco, così, poi magari sbriciolami quei due molari, quelli là, sì, bravo, e adesso, uhm, vediamo, ora potresti, ora potresti, trovato, polverizzami un paio di giunture, scegli tu quali, la varietà mi mette sempre un po’ in difficoltà e poi io sono solo un inquisitore, il boia sei tu, o no? Bene, hai fatto? Ottimo, sposta quelle cartilagini, fammi vedere, bravino, sei proprio bravino devo dire, continua così che farai strada, nella vita, ragazzo, ci vogliono talento coglioni e perseveranza, beh, anche un filo di pietà di tanto in tanto, altrimenti poi ci si annoia, vabbè, andiamo avanti, dicevamo, le caviglie e una rotula le hai già fatte, cosa resta,

quell’orecchio, non mi piace, taglialo, ma lentamente, che ‘sto tapino capisca che non si tratta di una punizione ma di una lezione e contemporaneamente di una possibilità che gli diamo per redimersi, hai fatto? Bravo, ma quanto urla ‘sto caprone, dai, filettagli via la lingua che poi sta meglio anche lui, e senza l’orecchio di prima non avrà da ascoltarsi più di tanto la sua lagna, mannaggia, eh, ma quanto sangue, non si può farne schizzare di meno? Ma basta con le chiacchiere, si vede che sto invecchiando, dunque, i femori li teniamo per dopo, ecco, cavagli le unghie e poi bruciagli i capezzoli, così, voilà ma perché’ non confessa? E’ timido? Uffa, andiamo avanti ragazzo, eh, ma che muscolacci che c’hai, con tutto questo baccano non ci avevo fatto caso, così caro, da bravo, spezzagli i pollici.

Theos Bonaventura

L’inquisitore gaio !

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Un pomeriggio come un altro al centro commerciale. “Buongiorno, mi può indicare dove posso trovare un quaderno?” “Non vendiamo quaderni.” “Ma se ho acquistato proprio qui

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spiccato senso morale, dei codici morali, insomma un'etica come conseguenza di un adattamento biologico. […]non sono che gruppi di animali sparsi in modo disordinato per il pianeta che lentamente si coalizzano in gruppi sempre più grandi, più potenti, più strutturati. Questo modo di esistere ha alterato il rapporto con le altre forme di vita.

Che si tratti di dominare e possedere la natura, come affermava Cartesio; o di sottomettersi ad essa restaurando le sue leggi nella civilizzazione, stando a Spencer; ogni specie fa il necessario per sopravvivere." Sull'argomento le opinioni sono discordanti e contraddittorie. Evolutosi in un equilibrio naturale basato sulla cooperazione, l'interazione e l'interdipendenza tra gli organismi, l'animale umano scopre la saggezza e come soggiogare la natura al suo volere. Così supera le avversità associandosi in gruppi sempre più numerosi ed esclusivi, con propri usi e costumi; sente la necessità di proteggersi da belve, uragani e forestieri; e lentamente assume caratteristiche uniche tra le specie viventi. Ecco che peculiari doti intellettive portano poi alla necessità

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di dissociarsi dal regno animale assumendo una forma più specifica, e l'uomo ormai maturo, scoperti i vantaggi della competizione come spinta evolutiva, si contraddistingue infine per opportunismo e avidità. A riguardo propongo un altro stralcio della suddetta conferenza: "[…] dai tempi della rivoluzione industriale i nostri processi biologici si sono

sviluppati in una direzione

inaspettata. Con l'avvento dei motori a combustione, il nostro rapporto con la natura è mutato da un uso equilibrato a un sopruso scriteriato.

[…] improvvisamente la natura ha cessato d'essere fonte di

protezione e di vita ma un'immensa cava da cui estrarre il combustibile della nostra prepotente arroganza. I nostri sensi e istinti, sviluppatisi per coesistere con ogni altra specie, hanno iniziato ad atrofizzarsi al cospetto dell'unico scopo di dominare. […] la "salvaguardia" della natura non è il fine ultimo ma il semplice mezzo per perpetrare la sopraffazione dell'altro." Comunque sia, dopo un lungo e faticoso evolversi, come massima espressione del genio umano, non rimane altro che il solito insistente e vuoto chiacchiericcio. E mi torna in mente quel che dice sempre quel gretto minatore che è mio padre: "non è a parole che si apre un varco nella roccia".

Nestore Pisapia

Involuzionare!2

un bel quadernone con il gioco dell’oca in copertina!” “Non vendiamo più quaderni.” “Da quando?” “Da un bel po’.” “E perché?” “Nessuno li usa più.” “Io sì, eccome!” “Per cosa le serve il quaderno?” “Per scrivere...” “Per quello, se vuole, abbiamo fogli e apparecchi tecnologici.” “Il fatto è che io vorrei scrivere su un semplice quaderno.” “Mi dispiace, noi guardiamo al futuro. È il nostro motto.” “Beh, forse dovreste guardare di

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più al presente.” “Mi dispiace, noi guardiamo al futuro.” “Va bene, prendo una risma di fogli e un paio di penne.” “Non vendiamo più penne.” “Cosa? E perché?” “Nessuno le usa più. Noi guardiamo al ...” “Senta, che giorno è oggi?” “L’otto agosto.” “Di che anno, di grazia?” “Duemila e trenta. Non si sente bene?” “No, stia tranquillo. Ora mi risveglio.”

Ken Folle

I l g ioco del l ’oca !

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Non c’è niente da fare. Come spiegare in breve l’Italia a uno straniero, a un beota o a un neofita (il che per noi è lo stesso)? Basta dire che è un macrocalco della “sola” che, per esempio, un tassista romano – in uno sguisciare di inchini gusto Mentadent - rifila al turista giappa facendogli fare il giro della stazione Termini assicurando di stare per arrivare a San Pietro in 1 minuto, il tutto al modico prezzo di 500 miseri euro. Non c’è niente da fare, ci mancano i minima moralia.!

Beppe Sardella

Microelzeviro dal Fronte

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Ruttare a tavola è inadeguato, ma possibile. Ruttare dopo pranzo è più adeguato e altrettanto possibile. Non avere la TV? Si può. Conosco chi riesce a sopravvivere. Farsela addosso a un concerto? Si può. Riparare le infradito? Anche. Bere ogni giorno è possibile. Non bere ogni giorno è possibile. L’astemia è anch’essa possibile. Parlare al cane in

italiano? Si può. Affermare che i Led Zeppelin non piacciono? Si può. Non avere il profilo facebook? Difficile, ma c’è chi riesce a vivere lo stesso. Dire la propria: rischioso ma non impossibile. Smettere di fumare? Fattibile: si spegne la sigaretta e non se ne riaccende un’altra. Mangiare da Mc Donald’s si può: basta entrare, ordinare, pagare e consumare. Il formaggio sul pesce? È possibile. La camicia blu sui pantaloni marroni si può. Creare un videogioco: difficile ma non impossibile. La nutella sulla banana? C’è chi ne è uscito vivo. Ascoltare la Mannoia? Si può fare. D’Alessio? Un po’ meno ma sì, si può fare. Costruirsi un tavolino? Si può. Cercare di non rompere mai le scatole al prossimo: si può. Andare a messa è lecito. Non andare a messa è lecito. Chiedere scusa se si fa una sciocchezza? Non è mai morto nessuno. Addormentarsi nudi è fattibile. Bestemmiare? Si può: si

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apre la bocca e si pronuncia una bestemmia. Fare un corso di cucito? È possibile. Farsi le meches si può. Non stirare è praticabile. Non lavarsi si può. Prendere ferie e stare a casa si può. Scrivere un appunto con una penna si può. Passeggiare a piedi scalzi? Si può. Scrivere una canzone: è possibile. Non cambiare macchina da quindici anni? Si può. Non aver

mai mangiato sushi? Può starci. Non conoscere un lavoro il primo giorno di lavoro: è possibile. Avere le unghie lunghe? Si può. Non andare per forza al concerto dei Coldplay? Sì! Si può! Starsene in panciolle ruttando di fronte alla TV, trattenendo una pisciata per pigrizia, con le infradito rotte, bevendo litri di birra, col cane che vuole uscire, senza radio, senza stereo, senza PC, fumando come un turco, dieci hamburger, formaggi vari, dolci, camicia blu e pantalone marrone, coi piedi sul tavolino dell’Ikea, bestemmiando a spot, anche le meches, perché no, verdi fosforescenti, dimenticavo, la camicia e i pantaloni sono rigorosamente non stirati, il sushi… cos’è il sushi? Al lavoro possono aspettarmi, i Coldplay possono tranquillamente andare a quel paese. Guarda che unghie lunghe che ho…. Ecchisenefrega… ahhhhhh… sììììì….. uhmmmm…. Si può fare.

Gigi Trombetta

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Il Freddurino

In quale paese ci sarebbe più bisogno di deodoranti? Il Sudan Swurz

Dialogo tra tossici: “Ma tu, per le ferie, preferisci il mare o la

montagna?” “L’…ago” Bracco Baldo

Uragano fedifrago: tromba Daria

Mr.Ph

Come pescare un pesce dormiente ? Con la sonno-lenza. La Vercellina

Come onora un seguace della religione indù la Pasqua cattolica?

Facendo la KARMA-CRUCIS!! Mogul

Attrice statunitense originaria del Sud Italia: Charlize Theron

Gianfiore Manero

Perché i fisici nucleari evitano di fare sesso? Hanno degli amori plutonici.

Amedeo Minghia

Quando è giusto dire sì alle bombe intelligenti? Solo quando sono sexy Swurz

Tra coltivatori giamaicani: “Come è andato il raccolto?” “Benissimo,

tutto in fumo” “… stupefacente.” Sign.ra Baldo

Motociclo che scorreggia: ves-peta

Mr.Ph

Birra che piace alle scimmie? La "Guinness dei Primati." La Vercellina

Qual è la compagnia aerea preferita dagli Eunuchi? La EVIRATES!

Mogul

Il cane con il più bel sorriso: il Labra...d'or Gianfiore Manero

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La corruzione della conformità

Corner: la Spagna ai mondiali: da

campeones che erano son tornati

ad essere dei semplici peones

Bruno Conti

La domandina del buon figliuolo: Mamma, perché’ sono una merda umana? Ma perché così profumi meglio, figlio mio, e la gente ti lascerà in pace non venendoti a pestare.

Adonias Filho!Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione 3

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42. Non è in Grecia 44. Si ripetono nell’approvativa 45. Polpa, midollo 47. É a Est del Veneto 50. Olio senza pari 51. Cristiane 52. Il POS… senza Sale 53. Che fu 54. Scrisse Il Corvo VERTICALI 1. Piazza di Amsterdam 2. Servono a provocare del dolore 3. Molto complicato 4. Non c’è nelle batterie 5. Così finiscono i Pink Floyd 6. Isoletta africana 7. Che non è dello Stivale 8. Le han pro e contro 9. In mezzo all’autonoleggio

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10. Simpatici animali domestici 11. Restare sul posto 12. Le pari della iena 13. Alzarsi 14. Non la fa l’attore 15. L’Erbio 18. Non si occupa di morale 21. Pessimo vino veronese 24. L’inizio dell’oziosità 26. Sigla societaria 27. Non vi si mette la birra 28. In provincia di Milano 29. Rendono muli i miti 30. La sigla dell’esercito 32. Non è in Friuli 36. Non porta il saio 38. La terra latina 40. La Valentia è a Nord di Pizzo 43. Temporaneo 46. Zebù senza vocali

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ORIZZONTALI 1. Quotiano britannico poco seguito 11. Non serve all’elettricista 16. Manifesto, esternato 17. Brutto cane poco utile 19. Non c’entra con Damon 20. Le pari di Edda 22. La zia spagnola 23. Il Rutenio 25. Giocatore vegano 31. È amico del 25 orizzontale 32. Così si indica l’orario dell’Europa Centrale 33. Ce l’ha chi è libero e autonomo 34. L’inizio del tomogramma 35. Fan della colza calze 37. È a ovest dell’Europa 39. Non si festeggia a Grisignano 40. Ha più potere del Re 41. Sono al centro del fiume

C R U C I V E R B A

Soluzioni n. XXIV - 72 dopo Ian Dury REBUS VENETO (5 4): Tra T E Alto = TRATE ALTO; REBUS TROPPO FACILE (9 6): AF Fetta; Tosa; Lato = AFFETTATO SALATO

REBUS (9 2 8)!

REBUS VENETO (2 5 2 9)!

Ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto dell’immaginazione 4

OpiGnIoni di Leopoldo Boffalora

Ha più problemi mentali chi si circonda di gatti piuttosto che di cani. Chi invece si circonda continuamente di gente senza mai riuscire a esser solo o dalla gente è sempre circondato e si sente sempre solo, beh, quello, me lo vedrei bene a fare sfilate per una bella collezione di camicie di forza disegnate da Karl Lagerfeld.

Io ne ho viste cose che voi astemi non potreste immaginarvi

Nasi di beoni in fiamme al largo di parco Retrone

E ho visto i raggi dei fanali balenare doppi nel buio vicino a porta Castello

E tutti quei momenti andranno perduti, la mattina dopo, come moment nell’acqua

È tempo di dormire

Ho visto cose che vo i…

Come sempre, dopo quelle rare volte che schiaccio un pisolino di pomeriggio, mi sveglio feroce come se fossi nato da una copula tra Attila e Gengis Khan. Di conseguenza il Bramieri che è in me si acuisce e si scatena dolorosamente. Vediamo, qual è la canzone di Bob Marley preferita dai cuochi italiani? Pastaman Vibration. Qual è la canzone di Bob Marley preferita dai bramini indiani? Castaman Vibration. Qual è la canzone di Bob Marley preferita dalle donne? Astaman Vibration. Qual è la canzone di Bob Marley preferita dalla gente sazia e dai contestatori? Bastaman Vibration. E come se non bastasse, al chiosco dove ho appena comperato uno shampoo monodose da cane, ho visto che vendono anche un dopobarba che deve essere fantastico: After Barbon Shave. Immagino che sia per uomini.

Cerutti Gino

ALKASELTZ