RFId Soluzioni · RFId Soluzioni La visione del mercato E’ capitato altre volte che una...

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Introduzione……………..……… pag. 3 L’incontro La visione del mercato E non da soli

Il mondo alimentare..................... pag. 6 Normative e mercato La diffusione dell’RFId Case Studies

Tecnologia ………….................… pag. 9 RFId o codice a barre? Cos’è l’RFId? Come funziona?

Altri campi di applicazione….….. pag. 17 Cosa faccio con la tecnologia RFId? Nella supply chain Automazione magazzino componentistica Nell’anticontraffazione Controllando l’accesso ai musei e agli stadi Nelle strutture ospedaliere Nella gestione dei rifiuti Valutare un progetto RFId

Certificazioni …………………. pag. 31



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……l’incontro

L’identificazione automatica tramite l’utilizzo di transponder risale al 1940 e le prime applicazioni erano esclusivamente in campo militare.

Dobbiamo arrivare agli anni 80 per avere una affidabilità della tecnologia che consentisse l’utilizzo in larga scala. E’ di quel periodo l’identificazione degli animali in RFID e il controllo accessi autostradale.Gli anni ’90 hanno decretato le regole e gli standard per lo sviluppo dell’RFID moderno che hanno portato alla realizzazione di circuiti sempre più piccoli e di transponder senza batteria in grado essere alimentari dall’onda elettromagnetica del lettore. Nei primi anni del 2000 alcuni dei nostri clienti iniziano timidamente a richiedere informazioni in sulla tematica in oggetto. Dal 2006 ad oggi Novarex S.p.A. sta investendo risorse in attività di ricerca e definendo joint venture per essere un partner affidabile nel proporre sistemi e soluzioni RFID.

Introduzione



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La visione del mercato

E’ capitato altre volte che una tecnologia fortemente innovativa quando si affaccia al mercato, generi opinioni discordanti, solitamente si generano due schieramenti contrapposti uno a favore e l’altro contro.

La tecnologia RFID (radio frequency identifcation) non è stata risparmiata da questa sorte.Questa fase genera inevitabilmente nel mercato che si sta definendo richieste eterogenee, non è raro infatti trovare opportunità estremamente diverse, un breve esempio, in alcuni casi la richiesta fatta in particolare dai system integrator riguarda la fornitura dell’etichetta RFID quindi fornitura di un prodotto, in altri casi siamo di fronte alla macro analisi dell’applicazione in sintesi cosa posso fare con l’RFID, quindi richiesta di consulenza applicativa.E’ evidente che uno spettro di opportunità così variegato richiede un’ AZIENDA con un’ampia conoscenza di konw how, che difficilmente è depositato in un’unica società.

Per queste considerazioni Novarex prima di proporsi al mercato come partner/fornitore di soluzioni RFID ha effettuato una ricerca, durata ameno due anni, di PARTNERS che avessero le conoscenze necessarie per formare un gruppo di lavoro “COMPLETO” in grado di risolvere ogni richiesta che questo nuovo mercato propone.

Pertanto siamo lieti di sottoporre alla Vostra attenzione il nostro portale, attraverso il quale ci piacerebbe condurre e condividere la Vostra esigenza RFID o anche più semplicemente darvi le conoscenze richieste

Introduzione



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……… e non da soli

La Joint Venture tra ASE s.r.l., Newtone Sistemi s.r.l. e Novarex S.p.A. ha permesso la costruzione di una interfaccia applicativa basata sulla tecnologia RFId che si colloca tra il sistema gestionale o ERP e le risorse di fabbrica.

Questa interfaccia costituisce una SOLUZIONE dei processi di LOGISTICA che si sviluppano nelle nostre aziende. L'adozione di tecnologia RFId ha consentito di migliorare le performance delle funzioni garantendo un estremo livello di affidabilità dei sistemi di lettura.

Il rispetto dei diversi Know How:

progettazione di GATES e SISTEMI DI LETTURA per ASE,

affidabilità e performance nel tool di sviluppo TWINPULSE proposto e adottato da NEWTONE.

Una azienda manifatturiera tipico stereotipo della azienda e che fa dell'identificazione il suo prodotto NOVAREX ha permesso dopo la realizzazione dell'interfaccia applicativa ALI4ESC di verificare direttamente sulla propria pelle i risultati ed i benefici introdotti da questa soluzione.

Questa ulteriore fase ci ha consentito di raggiungere un'estrema sicurezza nel sottoporre alla Vostra attenzione quanto realizzato.

Introduzione



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Normative e mercato

Da gennaio 2005,

è scattato l’obbligo per le aziende operanti nel settore alimentare di disporre di sistemi e procedure che garantiscano la tracciabilità e rintracciabilità di ogni prodotto alimentare.

La tracciabilità (track) è dunque l’attività di lasciare una traccia (per esempio mediante apposita etichettatura).

La rintracciabilità (trace) è invece la capacità di ritrovare la traccia.

Il mondo alimentare


Regolamento (CE) N. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio,

in vigore dal 1 gennaio 2005,che regola la tracciabilità alimentare.


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La diffusione dell’RFID

Già da alcuni anni si è sperimentato in progetti pilota con la collaborazione di diversi laboratori di ricerca e Università la fattibilità di utilizzare la tecnologia RFID nello specifico campo di applicazione

Il buon esito dei progetti ha consentito di valutare l’uso di questa tecnologica sulla filiera agroalimentare estesa, infatti si dimostrato estremamente competitivo e vantaggio l’utilizzo di microchip RFID sia nei punti di raccolta campo, azienda agricola, sia nei mezzi di raccolta per trasferire con sicurezza e velocità le informazione dal “campo” all’azienda trasformatrice trasferendo co n estrema semplicità le informazioni al consumatore finale.

Permettendo al consumatore di avere la garanzia sulla originalità e qualità del prodotto che sta consumando, con evidenti ripercussioni sul benessere alimentare.

Questa prima fase ha permesso la realizzazione di soluzioni applicative in grado di supportare le aziende alimentari nella tracciabilità e rintracciabilità dei loro prodotti.

Garantendo cosi l’adempimento degli obblighi di legge e fornendo allo stresso tempo un prezioso strumento di comunicazione e marketing all’interno dell’azienda.

Il mondo alimentare



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Case studies

Nei formaggi, Se inserito nella forma già nella fase iniziale consente di scrivere tutte le informazioni relative alle successive fasi di lavorazione.Permettendo di rilevare tramite la lettura del tag gli stadi di lavorazione/stagionatura della forma e trasferire queste informazioni dalla forma alla confezione utente

Nelle piante da fruttoSe il microchip viene abbinato alle piante, si ereditano in fase di raccolta tutte le informazioni relativa al punto di origine, che se trasferite sul contenitore, arrivano automaticamente all’ingresso della filiera produttiva.

Nei contenitori di raccoltaSe il microchip viene abbinato al contenitore vengono automatizzate le fasi di prelievo del mezzo stesso fornendo una corretta gestione degli inventari, (FIFO LIFO) fornendo le informazioni necessarie alla tracciabilità

I punti precedenti trovano riscontro nelle seguenti applicazioni:

1. Lavorazione e trasformazione delle colture orticole in insalate pronte per l’uso (IV GAMMA)

2. Tracciabilità della patate3. Monitoraggio dei pasti destinati alle scuole4. Tracciabilità del bestiame da allevamento

Il mondo alimentare



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RFId o codice a barre

Il codice a barre, nato negli anni 50, è stato il protagonista di una vera e propria rivoluzione nella codifica dei prodotti. Presentato come unico modo, relativamente semplice, per codificare le informazione in maniera leggibile elettronicamente, si è poi sviluppato in una vera e propria moltitudine di famiglie.

Oggi il mondo dei codici a barre si è ulteriormente espanso grazie all’avvento dei codici bidimensionali e stacked (ad esempio datamatrix, PDF417,..) capaci di una alta densità (ovvero la capacità di condensare le informazioni) e, soprattutto, di una capacità di autocorrezione del dato corrotto.

Figura 1: il codice lineare EAN13 ed il codice bidimensionale DataMatrix

Tecnologia



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Per parlare di una comparazione tra il mondo RFId ed il mondo barcode bisogna prima scoprirne le fondamentali caratteristiche e successivamente evincerne le differenze.

Barcode

Metodo di codifica visivo (sia a matrice che a barre);

Densità di codifica: medio bassa per i lineari, alta per i bidimensionali.

Sicurezza: il lineare ha capacità di intercettare errori di lettura (ma non di correggerli), il bidimensionale ha la capacità di correggere gli errori di lettura (il numero massimo di dati correggibili dipende dalla ridondanza introdotta).

Punto di forza: stampare un barcode e’ un’operazione che si effettua semplicemente con una stampante di etichette e non richiede costi aggiuntivi.

Punto debole: il barcode deve essere a vista e la lettura viene effettuata un elemento alla volta.

RFId

Metodo di codifica tramite scrittura all’interno di una memoria non volatile;

Densità di codifica: medio bassa (generalmente superiore ad un codice lineare ma inferiore, al momento della scrittura di questo testo, ad un codice bidimensionale).

Sicurezza: password di accesso rendono sicuro il dispositivo; la capacità di correggere o rilevare errori dipende dagli algoritmi che si utilizzano.

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Punto di forza: sono permesse letture multiple (fino alla lettura contemporanea di un pallet completo; caratteristica però dipendente dalla banda e dal tipo di RFId) e non necessariamente devono essere a vista.

Punto debole: le distanze di lettura dipendono molto dai materiali che circondano i transponder. Programmare un transponder e’ una operazione che viene effettuata tramite apparati appositi che si installano sulle stampanti per etichette e il transponder e’ un elemento avente un costo proprio.

Da un’analisi delle caratteristiche riportate sopra si evince che i due prodotti hanno metodi completamente differenti. Inoltre si tenga presente che una infrastruttura in grado di programmare RFId è in grado anche di stampare barcode, ma non viceversa. L’utilità primaria dell’RFId si evince nella lettura multipla e nella non necessità di vedere l’etichetta stessa, caratteristiche che permettono la collezione di dati a distanza.

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Conclusione

Il barcode rimane, come anche il dato codificato in chiaro (ovvero le cifre scritte), un elemento che deve essere affiancato al prodotto in radiofrequenza stesso, aumentando le capacità di codifica del prodotto e non necessariamente come un elemento antagonista al transponder.

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Cos’è l’RFId?

Acronimo di Radio Frequency Identification, RFId è il termine comunemente usato per indicare delle etichette intelligenti, dotate di un microchip con memoria non volatile, capaci di rispondere ad interrogazioni comandate da strumenti elettronici detti Reader.

In effetti, per parlare di RFId e’ utile parlare degli elementi che compongono un sistema RFid, ovvero di Reader e di Transponder (comunemente detti Tag). I reader sono strumenti elettronici che, generalmente connessi ad un personal computer, interrogano le etichette intelligenti, ovvero i transponder, chiedendo loro i dati contenuti nella propria memoria (figura 1). Senza entrare nei dettagli, il Transponder sfrutta un principio fisico detto Back Scattering per rispondere al reader.

F i g u r a 1 : s c h e m a d i u n c o l l o q u i o t r a r e a d e r e t r a n s p o n d e r

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I Transponder sono costruiti da due elementi fondamentali: una piccola antenna metallica ed un microchip connesso all’antenna; il tutto saldamente ancorato ad un supporto adesivo trasparente o, in generale, su un supporto plastico. Tale accoppiamento prende in nome di Inlay.

Come tutti i dispositivi elettronici (dal personal computer al telefonino) i transponder necessitano di alimentazione elettrica per accendersi: da qui una prima grossa distinzione tra RFId: passivi e d attivi. Il transponder detto passivo non possiede nessuna batteria per accendersi ma viene acceso direttamente dal campo elettromagnetico generato dal reader che lo interroga. Al contrario, il transponder detto attivo possiede una batteria che permette al microchip di alimentarsi: il microchip è solitamente in uno stato di inattività, che si trasforma in accensione quando immerso nel campo elettromagnetico generato dal reader.

Diciamo subito che i tag attivi sono più performanti, in termini di distanza di lettura, mentre quelli passivi sono più economici.

Le richieste che un reader può fare ad un transponder dipendono dal protocollo e dallo standard implementato. In generale, un reader può leggere celle di memoria e scrivere celle di memoria; operazioni più particolari sono l’impostazione di password di accesso alla memoria, la possibilità di bloccare banchi di memoria da una riscrittura involontaria e addirittura la possibilità di “uccidere” il tag.

Limitazioni sulle operazioni dette sono da ricercarsi in particolari standard (che implementano o non implementano determinati comandi) o in particolari chip di memoria utilizzati per costituire i transponder. I maggiori costruttori di chip RFId sono STMicroelectronics, Impinj, Texas Instrument, NXP (Philips) e altri. Produttori di inlay adesivi e non sono Avery Dennison, UPM Raflatac e altri.

Conclusioni

RFId è un approccio innovativo per l’identificazione automatica dei prodotti. Sono etichette “intelligenti”, equipaggiate con una certa memoria non volatile, capaci di rispondere a stimoli esterni forniti da strumenti detti Reader.

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Come funziona?

Il principio di funzionamento su cui si basano questi oggetti e’ detto di back-scattering e si tratta di un fenomeno elettromagnetico molto importante.

I TAG transponder sono oggetti passivi, che ricevono la potenza necessaria alla loro alimentazione elettrica direttamente dal campo elettromagnetico generato da un reader RFID. Il campo elettromagnetico deve essere quindi sempre presente affinchè l’etichetta intelligente possa rispondere. Cercando di trattare l’argomento in maniera molto semplice, il reader impartisce dei comandi ai tag fruttando una modulazione del campo elettromagnetico generato (la cui frequenza viene detta portante). Impartito il comando, il reader smette di trasmettere, mantenendo la sola portante attiva per alimentare i chip. Il chip interessato al comando risponde generando, e modulando, un onda riflessa, formando in questo modo un messaggio.

Figura 1: il reader, modulando la portante del campo elettromagnetico, impartisce dei comandi ai transponder.

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Figura 2: il reader mantiene attivo il campo elettromagnetico per alimentare il transponder e quest’ultimo, modulando la sua impedenza d’antenna, genera un’onda riflessa di risposta al reader.

Il modo in cui il transponder è in grado di generare un’onda riflessa è grazie alla sua capacità di modulare l’impedenza di antenna, costituendo in questo modo un sistema non adattato e creando l’onda di risposta.

Questo aspetto evidenzia il motivo per cui i sistemi RFId passivi sono poco costosi ma delicati. Per prima cosa, i reader devono generare potenza necessaria e sufficiente per poter alimentare tutti i tag presenti nel loro campo e il campo generato deve concatenarsi sufficientemente con i transponder. In secondo luogo, la risposta di un transponder non e’ una risposta ad elevata potenza ma lo sfruttamento di un’onda incidente che viene riflessa, e modulata, per rispondere al lettore.

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Cosa faccio con la tecnologia RFId?

Nonostante si parli continuamente della rivoluzione tecnologica, che negli ultimi 20/30 anni ha capovolto più volte i vari modelli di business delle nostre aziende sconvolgendo il modo di lavorare delle persone, siamo nella condizione che disponiamo di una quantità di tecnologia superiore alla nostra capacità di applicarla, la maggior parte delle aziende impegnate solitamente a far quadrare i bilanci quando strettamente necessario o perché supportate da iniziative finanziare hanno bussato alla porta della tecnologia chiedendo “aiuto” generando in questo modo un inserimento discontinuo e non appropriato di quanto abbiamo a disposizione.

Secondo questa modalità, quando ho la necessità o l’opportunità mi rinnovo, le aziende sono alla quarta generazione di informatizzazione del proprio sistema informativo, dai vecchi gestionali ai moderni ERP, che hanno portato ad una estesa automazione a macchia di leopardo e non ad una completa revisione del processo applicativo.

Mi spiego con un semplice esempio, ogni transazione elaborata dal proprio sistema gestionale richiede un INPUT, cioè che qualcuno scriva qualcosa utilizzando la classica tastiera o prema qualche pulsante utilizzando delle periferiche industriali.

Quando parlo di macchia di leopardo intendo proprio questo, se osserviamo ad esempio un prelievo di un componente che è destinato ad un processo produttivo, devo digitare:

qual è il componente che ho prelevato, a quale ordine di produzione o commessa è destinato, qual è l’operatore che lo ha prelevato,



RFId SoluzioniCampi di applicazione

queste informazioni venivano richieste dai vecchi sistemi gestionali e dopo anni vengono richiesti dai nuovi sistemi gestionali, è cambiata l’interfaccia applicativa la velocità di elaborazione ma le informazioni sono le stesse.

Un ulteriore passo verso un automazione più elevata è rappresentato dall’RFID, un cartellino incollato sulla risorsa ed uno in una tasca dell’operatore automatizzano completamente il processo sopra esposto con i seguenti vantaggi:

tempi di digitazione e di controllo completamente azzerati affidabilità totale della correttezza del processo

solo per un attimo,

riflettete sui due vantaggi sopra esposti e pensate dove mettere l’etichetta o il cartellino RFID nelle vostre attività quotidiane, potreste descrivere degli obiettivi estremamente ambiziosi ed al tempo stesso molto efficaci.



RFId SoluzioniCampi di applicazione

Supply chain

Veloce, affidabile ed economico. Ecco cosa si cerca oggi da un fornitore. Un servizio puntuale ed efficiente diventa sempre più una necessità fondamentale per soddisfare i propri clienti, i quali impegnano numerose risorse per la gestione dei fornitori, approvvigionamenti di materiale e gestione dei magazzini.Come snellire il processo di supply chain? Come ridurre gli errori umani all’interno del magazzino? Come evitare l’informazione asimmetrica tra gestione e magazzino?Organizzare il magazzino delle scorte senza appesantirlo troppo, essendo sicuri che il materiale “urgente” arrivi dal fornitore nel momento giusto è sempre più importante. Il sistema gestionale è un valido alleato, ma necessita di continue implementazioni manuali, che non sono immuni da errori casuali. Questi sono punti cruciali sia per la logistica interna, sia per la supply chain. L’idea applicativa nasce appunto per risolvere questa delicata fase del rapporto fornitore\cliente.L’introduzione nella “catena”della tecnologia RFId è un’ottima soluzione a molti di questi problemi. I materiali in ingresso, dotati di opportuni tags, trasformano la fase di controllo di tutta la merce in un semplice passaggio attraverso dei “gate” attrezzati con delle antenne, le quali rilevano tutte le specifiche tecniche dei materiali acquisiti, avendo il reale valore di magazzino in ogni momento. Con la stessa teoria possiamo quindi anche rintracciare i materiali in uscita, e grazie al sistema gestionale possiamo generare direttamente i documenti necessari in caso di vendita, o distinta di lavorazione in caso di produzione, con la garanzia di un magazzino sempre aggiornato e senza la necessità di stravolgere i processi interni. Ulteriori vantaggi si sono verificati nella gestione delle scorte e negli ordini di materiali ricorrenti, dove una stretta collaborazione e condivisione tra fornitore e cliente permette di interfacciare i sistemi gestionali, e in automatico contattare il fornitore per una nuova fornitura di materiale. Durante il processo di lavorazione, le informazioni sui tags possono essere implementate, e a processo concluso vengono uti l izzate automaticamente sia per i documenti di trasporto, ma anche per trasmettere al cliente successivo una serie di informazioni sul nostro prodotto finito o semilavorato (controlli effettuati, condizioni di utilizzo, specifiche tecniche, scadenze ecc).Sono evidenti le migliorie in termini di affidabilità e risparmio di risorse portate da queste nuove tecnologie che si ripercuotono lungo tutta la catena, con una tecnologia semplice, in grado di ottimizzare tempi e sforzi economici, aumentando il profitto dell’impresa.



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Automazione magazzino componentistica

La prima area del magazzino di N ova r e x c h e h a a d o t t a t o l a tecnologia RFID è rappresentata dal magazzino delle anime, nella figura a l a t o rapp r e s en ta t o da l l ’ a r e a stoccaggio.

L’anima è u n c o m p o n e n t e d i produzione rappresentato da un cilindro di cartone o plastica sul quale si avvolge il rotolo di etichette. Il costo del componente in questione rapportato al costo del prodotto finito

è estremamente basso, pertanto abbiamo scelto di dichiarare i prelievi con dichiarazioni di prelievo generico per la produzione non dichiarando l’ordine di produzione.

Nonostante questo l’anima rappresenta un componente “critico” in quanto la sua mancanza determina un fermo di produzione .

Questo aspetto è stato determinante nella scelta di affidare all’RFID il compito di garantirci una totale affidabilità delle giacenze per consentirci di intervenire in modo tempestivo con la procedura di riordino.

Per non incrementare i costi di etichettatura dei cartoni che contengono le anime, abbiamo scelto di utilizzare dei cartellini che dopo il prelievo vengono rimossi e utilizzati per l’identificazione di un nuovo collo in fase di ricevimento.

Campi di applicazione



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In fase di ingresso i cartoni di anime vengono identificati ed etichettati mentre in fase di stoccaggio tramite un lettore/scrittore mobile viene concatenato il bar code esposto visivamente sull’etichetta al TAG del cartellino RFID.

In fase di prelievo un dispositivo mobile legge il badge che l’operatore ha in tasca, identificandolo e verificando che lo stesso sia autorizzato ad eseguire il prelievo, eseguita questa verifica il dispositivo legge i cartellini RFID dei cartoni che l’operatore sta portando in produzione generando dei movimenti di prelievo che vengono trasferiti al sistema gestionale.

Grazie ad un accurato middleware, vengono effettuati alcuni controlli, ad esempio che lo stesso cartellino non venga scaricato più volte, che un operatore non autorizzato prelevi dei componenti, ….,

grazie ai quali abbiamo raggiunto in breve tempo la totale affidabilità delle giacenze senza costringere l’operatore ad effettuare letture di bar-code aumentando di conseguenza l’efficienza del processo di prelievo.




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Anticontraffazione

Frequentemente, quasi ormai quotidianamente si evidenzia la necessità di proteggere e garantire la provenienza del prodotto per difesa dei diritti dei consumatori e a tutela dello stesso brand.

A tutt’oggi esistono dei consorzi che agiscono come organi di garanzia del prodotto, queste associazioni distribuiscono ai produttori a loro associati dell’etichette univoche che ogni produttore associa al suo prodotto, questo sistema forte della univocità della etichetta bollino dovrebbe garantire la provenienza e l’originalità del bene.

Dopo diversi tentativi di messa a regime del sistema, lo stesso si è dimostrato “FALLIMENTARE” per una serie di motivi, ve ne cito qualcuno:

- il bollino può essere clonato- il bollino non contiene informazioni- i bollini possono essere trasferiti senza controllo da un produttore ad un altro

Se al posto dei bollini tradizionali, utilizzassimo dei bollini dotati di tag RFID in tecnologia HF avremmo grazie alla natura intrinseca dello stesso tag le seguenti opportunità.

Il nuovo bollino contiene avendo un tag RFID HF associato,un numero univoco non riscrivibile e non cancellabile. Questa caratteristica associata un buon software applicativo, consente di eseguire le molteplici funzionalità.

Quando il produttore confeziona il prodotto, tramite un lettore/scrittore eseguiamo la fase di registrazione denominata “ATTIVAZIONE DEL TAG” comunicando al consorzio che quel produttore ha utilizzato quel tag generando quel prodotto/lotto/matricola.Il prodotto dotato di bollino RFID quando arriva nel punto vendita può essere letto e aggiornato dal punto vendita comunicando al data base del consorzio qual è il PdV che l’ha preso in carico.Quando il prodotto viene venduto all’utente finale il PdV può comunicare la data di vendita, il numero del documento e eventualmente a chi è stato venduto.




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Lo schema sotto riportato riporta in modo schematico le tre fasi sopradescritte,

E’ evidente che l’infrastruttura tecnologica a supporto della soluzioni deve essere condivisa e meglio se integrata dai vari attori che compongono il sistema (CONSORZIO, PRODUTTORE e PUNTO di VENDITA) ritengo fattibile ipotizzare che in un prossimo futuro, vista l’attenzione posta dai importanti produttori di telefonia mobile, che il cliente finale se dotato di un opportuno telefonino possa consultare in tutta serenità leggendo il tag incollato sul prodotto da Lui acquistato, tutte le informazioni di relative al suo acquisto.



PRODUTTORE


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Accesso ai musei e agli stadi

La sicurezza nei luoghi pubblici sta diventando sempre più un problema critico, dove la tecnologia sta fornendo un continuo aiuto.Il controllo di grandi volumi di persone all’ingresso di luoghi pubblici quali musei,stadi ecc. diventa necessario per garantire la comune incolumità. Integrare ai normali biglietti, delle etichette RFId può aiutare a gestire meglio problemi di ordine pubblico.Con questi dispositivi si è in grado di monitorare in tempo reale gli ingressi e le uscite, conoscendo l’esatto numero di occupanti nella struttura, utile in caso di incendi, terremoti e altre impreviste fatalità. Possiamo segnalare la presenza di persone non autorizzate in determinate aree pericolose impedendone l’acceso tramite per esempio il blocco delle porte.La tecnologia RFId è utilizzata non solo come “rilevatore” di presenze, ma a tutti gli effetti uno scambio dati con l’interlocutore. Detto questo, proviamo ad immaginare opere come statue, palazzi storici, fontane, sulle quali è posto un tag RFId. Si potrebbero ottenere informazioni storiche dettagliate semplicemente avvicinando un palmare equipaggiato ai tag posti sui monumenti ed evitare ingombranti guide cartacee. I dispositivi mobili potrebbero in questo modo ricevere informazione sempre più legate al contesto e i luoghi, dal canto loro, potrebbero iniziare a parlare e raccontare la loro storia.Anche in ambito museale le guide virtuali del museo, fruibili ad esempio grazie a un palmare, possono essere basate su quest'approccio e andare a sostituire le attuali audio-guide basate su informazioni pre-registrate.




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Tracciabilità nelle strutture ospedaliere

Tracciabilità dei macchinari

Le strutture ospedaliere investono molti capitali per il miglioramento e la manutenzione di macchinari costosi, richiesti dal personale medico per la diagnosi, la cura e il controllo dei p a z i en t i . E ’ f o ndamen ta l e che l’attrezzatura sia disponibile laddove sia necessaria. Nel caso contrario si possono ver if icare inconvenient i spiacevoli:

il personale deve cercare velocemente in tutta la struttura le attrezzature necessarie;

l ’ente deve acqu istare u l ter ior i apparecchiature per compensare costantemente materiale mancante.

La salute di un paziente può essere compromessa se un macchinario non è disponibile in caso di necessità.

La tecnologia RFID risolve molti dei problemi sopraelencati, per esempio semplicemente applicando una scheda RFID a qualsiasi apparecchiatura e posizionare strategicamente dei lettori all’interno dell’area operativa, dove viene utilizzato l’hardware.In questo modo, qualsiasi apparecchiatura può essere localizzata in caso di necessità. Il personale è in grado di sapere dove all’interno della struttura si trovi un dato macchinario, nel caso questo serva. Il risultati sono minor tempo impiegato, miglior utilizzo delle apparecchiature esistenti e della cura dei pazienti.

campi di applicazione



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Tracciabilità dei pazienti

Gli ospedali e le strutture mediche sono molto concentrate sulla tracciabilità e nell’identificazione precisa dei loro pazienti. Sia che si vogliano distribuire medicinali o identificare pazienti o risalire alla cartella clinica di un paziente, la tecnologia RFID con il software appropriato, rappresenta una soluzione per gestire le informazioni in modo più efficiente.

L’ente è responsabile della cura e della sicurezza dei pazienti. Se un paziente manca dal proprio posto letto o dal reparto di urgenza, la responsabilità è dell’ente ospedaliero. L’ RFID rende più semplice la tracciabilità e la ricerca dei pazienti. Il controllo e le cure sono più sicuri e veloci, poiché l’identificazione e il controllo del paziente avvengono in tempo reale e in modo accurato

I braccialetti RFID possono essere indossati dai pazienti. Un braccialetto RFID può essere letto attraverso le lenzuola, così i pazienti non vengono disturbati durante il sonno.

I pazienti possono essere circoscritti a determinati corridoi ed entrate grazie all’uso dei braccialetti RFID e a lettori fissi per assicurarsi che essi non vaghino oltre il perimetro stabilito.




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Tracciabilità di neonati

Il reparto maternità è un luogo di gioia e festeggiamento, poichè qui vengono alla luce i nuovi membri di varie famiglie. Il personale di reparto condivide questa gioia, svolgendo il proprio lavoro tra la sala operatoria e le cure post parto per le madri e i propri neonati.

L’ansia per i pazienti, le famiglie e il personale tuttavia cresce se vi sono delle complicazioni durante il parto o quando il neonato necessita di cure. In molte di questi casi il bambino e a madre devono essere separati e questo scenario provoca preoccupazione. Quest’ultima può facilmente degenerare in rabbia e in una possibile causa giudiziaria se ad esempio il bambino non viene affidato alla madre biologica nel primo periodo post nascita. La tecnologia RFID sarà di aiuto in entrambe le situazioni.

Al momento del ricovero la madre viene provvista di una scheda RFID per pazienti, che attiverà il processo di tracciabilità di tutte le procedure. Un volta nato il bambino, questi viene provvisto di una scheda RFID alla caviglia e immediatamente rimandato alla madre e alla sua scheda.




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Nella gestione dei rifiuti

Già nel 2007 i microchip in radiofrequenza RFId venivano installati all’interno dei cassonetti dei rifiuti già in diversi paesi del mondo.

In codice univoco memorizzato nel microchip RFId abbinato al lavoro di pesatura dei rifiuti effettuato dal mezzo di trasporto preposto alla raccolta, ha consentito la raccolta automatica di importanti informazioni come la quantità e la tipologia di rifiuti suddivisa per zona, consentendo l’ottimizzazione logistica dei cassonetti stessi.

I dati sul peso dei cassonetti oltre a fornire informazioni di tipo logistico come dove mettere i cassonetti e la tipologia di cassonetto più indicato alla zona, consente di creare materiale educativo mirato sui rifiuti.

Senza considerare la possibilità che in caso di malfunzionamento del chip dovuto ad una “perdita” del cassonetto è possibile ripristinare la posizione originaria con estrema velocità.

Con questo sistema è possibile ottenere un ulteriore traguardo potendo scrivere informazioni sul microchip stesso, ad esempio scrivendo automaticamente la data di evacuazione del cassonetto, il codice del mezzo preposto alla raccolta e verificarne con estrema precisione i dati relativi al percorso e alla regolarità del servizio.




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Valutare un progetto RFId

Per utilizzare la tecnologia RFID, nella maggior parte dei casi, si richiede la definizione di un progetto.

Lascio volutamente per altre occasioni l’analisi dei costi dei prodotti che compongono un sistema RFID, quando proporre RFID vuol dire fornire esclusivamente :

etichette

stampanti

lettori

antenne

Quando parliamo di soluzioni progettuali RFID cioè parliamo di progetto, dobbiamo necessariamente :




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RIPROGETTARE PROCESSI APPLICATIVI

In questo caso, può essere utile avvalersi dello schema di costo sotto riportato:

dove sono riportate le componenti di un sistema RFID, ogni processo applicativo nel suo naturale ciclo entra in contatto con diversi livelli di interazione con le componenti sopra citate assorbendo una quota del costo specifico per ogni processo applicativo.

Pertanto quando si vuole definire quale sarà il costo del mio nuovo sistema RFID, il punto di ritorno dell’investimento, qual è la quota di costi fissi e/o variabili, la mia opinione è di scomporre il progetto in processi applicativi e per ogni processo definire per le componenti sopra citate la quota di costo assorbita.

E’ un errore affrontare il costo del progetto partendo dal costo dei tags, in quanto spesso si abbina il costo del tag ad un incremento del costo di etichettatura tradizionale senza considerare i benefici in termini di efficienza che lo stesso introduce. Questa modalità di analisi, nella maggior parte dei casi non consente nemmeno di proporre il progetto anche se introdurrebbe un’ importante incremento di efficienza dei processi coinvolti.



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Certificazioni

Dire di essere capaci ad accoppiare bobine di etichette autoadesive e/o di cartellini con bobine di tags RFID o ottenere un riconoscimento ufficiale da una importante azienda del settore quale AVERY DENNISON è la differenza che permette di fornire ai nostri clienti la garanzia che il prodotto commissionato rispetti i canoni qualitativi attesi.

E’ per questo, che con piacere Vi presentiamo nella speranza di condividere le Vostre richieste il nostro “Qualified RFID Converter”

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