lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in...

113
Cos’è la politica? La politica è determinare regole vincolanti per l’intera comunità, rientrano anche nell’ambito della decisione politica tutte le interferenze che influenzano decisioni vincolanti per tutti. La politica è assunzione di decisioni pubbliche collettivamente vincolanti, la cui deviazione da esse è sanzionabile. Tutta la sfera politica è tutta la sfera che comprende le interazioni che portano all’assunzione od all’influenza di decisioni pubbliche collettivamente vincolanti. Ogni comunità ha bisogna di darsi regole vincolanti ed accettate da tutti, per cui ogni comunità ha una forma politica. Nel linguaggio scientifico, dovrebbero - Avere un significato univoco - Devono essere parsimoniosi, identificare pochi elementi essenziali che distinguono il fenomeno in questione - Essere privi di connotazioni valutative Lo stato moderno. Confini territoriali ben precisi entro i quali si esercita il potere sovrano, sorretti dalla formazione di una identità nazionale. Identità nazionale basata essenzialmente sull’uso di una particolare lingua, che fissa un ulteriore confine tra un popolo e gli altri, di carattere culturale. Neutralizzazione dei contropoteri, principale contropotere neutralizzato è quello della Chiesa cattolica, concentrando il potere nelle mani degli organi dello Stato, possibile grazie alla burocrazia pubblica. Burocrazia pubblica, garantisce il rispetto delle regole stabilite dai governi. Tutela della sovranità nazionale dalle interferenze di soggetti esterni Monopolio della coercizione legittima, non esiste nessun altro soggetto od istituzione che può applicare la sanzione di ultima istanza se non lo Stato stesso. Gli stati nazionali non sono più l’unico soggetto che determina le decisioni pubbliche collettivamente vincolanti, ma ci sono altre istituzioni, quelle sovranazionali od internazionali. L’arte della separazione, nello stato moderno si afferma la separazione tra i poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario, ma anche la distinzione tra le sfere: politica, economica e religiosa.

Transcript of lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in...

Page 1: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Cos’è la politica? La politica è determinare regole vincolanti per l’intera comunità, rientrano anche nell’ambito della decisione politica tutte le interferenze che influenzano decisioni vincolanti per tutti.La politica è assunzione di decisioni pubbliche collettivamente vincolanti, la cui deviazione da esse è sanzionabile. Tutta la sfera politica è tutta la sfera che comprende le interazioni che portano all’assunzione od all’influenza di decisioni pubbliche collettivamente vincolanti. Ogni comunità ha bisogna di darsi regole vincolanti ed accettate da tutti, per cui ogni comunità ha una forma politica.Nel linguaggio scientifico, dovrebbero

- Avere un significato univoco- Devono essere parsimoniosi, identificare pochi elementi essenziali che distinguono il fenomeno in questione- Essere privi di connotazioni valutative

Lo stato moderno. Confini territoriali ben precisi entro i quali si esercita il potere sovrano, sorretti dalla formazione di una

identità nazionale. Identità nazionale basata essenzialmente sull’uso di una particolare lingua, che fissa un ulteriore confine tra

un popolo e gli altri, di carattere culturale. Neutralizzazione dei contropoteri, principale contropotere neutralizzato è quello della Chiesa cattolica,

concentrando il potere nelle mani degli organi dello Stato, possibile grazie alla burocrazia pubblica. Burocrazia pubblica, garantisce il rispetto delle regole stabilite dai governi. Tutela della sovranità nazionale dalle interferenze di soggetti esterni Monopolio della coercizione legittima, non esiste nessun altro soggetto od istituzione che può applicare la

sanzione di ultima istanza se non lo Stato stesso.

Gli stati nazionali non sono più l’unico soggetto che determina le decisioni pubbliche collettivamente vincolanti, ma ci sono altre istituzioni, quelle sovranazionali od internazionali. L’arte della separazione, nello stato moderno si afferma la separazione tra i poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario, ma anche la distinzione tra le sfere: politica, economica e religiosa.

Si parla di sistema politico pensando di concepire la politica come un sottosistema di un più largo sistema sociale, il vantaggio di ciò è che si può dire che in tutte le comunità in cui esiste la funzione politica, essa viene svolta da persone che non sono costantemente monitorate da altre, ma la svolgono in una black box, in una specie di scatola nera, ovvero non tutti i cittadini sanno come vengono prese le decisioni, chi ha fatto approvare una legge; tra la politica e la società c’è una specie di comunicazione attraverso segnali di fumo, segnali imprecisi che vengono trasmessi al sistema politico dal sistema sociale, ed il sistema politico cerca di tradurre in decisioni; questi segnali sono o domande o sostegno, le domande vengono filtrate e producono delle decisioni attraverso le quali generano degli effetti sulla società, modificando le aspettative e le domande, per cui si crea un circolo tra domande ed esiti; c’è

Page 2: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è una cosa per pochi che comunica con la società attraverso segnali imprecisi. L’obiettivo della scienza politica è spiegare il comportamento degli attori e lo svolgimento dei processi politici identificando i fattori che li influenzano con regolarità; capire perché i politici, gli elettori si comportano in un certo modo piuttosto che in un altro, dire cosa dovrebbe accadere studiando empiricamente la politica. Per conoscere le somiglianze e le differenze tra i diversi casi, per descrivere i singoli casi avendo schemi di analisi e parametri di riferimento; studiando più casi nazionali, comparando, si può descrivere in maniera intelligente ciò che accade. Sistema politico parlamentare, il capo del governo può essere sostituito in qualsiasi momento dalla maggioranza parlamentare; presidenziale, il capo del governo è eletto per un mandato di durata fissa. Ipotesi scientificheLe ipotesi scientifiche indicano i fattori che influenzano il fenomeno da spiegare; esse dicono come al variare dei fattori esplicativi varia di conseguenza il fenomeno da spiegare; i primi costituiscono le variabili indipendenti, il secondo la variabile dipendente. Diversi modi di ragionare:

Approccio strutturalista, pone l’accento sulla struttura della società, la quale può essere definita, ad esempio, dalla divisione della società in classi, dalla forma di governo assunta:

- Condizioni materiali che definiscono gli interessi e influenzano il comportamento di ampie categorie di individui nel corso del tempo

- Istituzioni come norme, regole, strutture che limitano i cambiamenti Approccio culturalista, si concentra sui valori, sui modi di vedere il mondo, che può portare gli individui a

cooperare meglio o peggio tra di loro, ad essere sottomessi ad una gerarchia, a dare maggior importanza alla sicurezza che alla libertà.

- Valori sedimentati nella cultura di specifici gruppi, comunità, ambienti professionali e paesi- Istituzioni come norma interiorizzate Teoria della scelta razionale, esso parte da un assunto, cioè che tutti gli individui, anche i cittadini ed i leader

di partito, sono attori razionali che cercano di perseguire il loro interesse, per cui si può analizzare la politica in maniera non molto diversa da come gli economisti studiano il mercato della produzione dei beni e dei servizi, dove il produttore produce delle cose, non per la sua generosità ma per il suo auto interesse, ciò spinge l’innovazione; una cosa simile capita anche nei regime democratici, in quanto gli attori politici offrono rappresentanza ai cittadini, svolgendo una funzione socialmente utile, essi lo fanno per ottenere incarichi pubblici che gli crea un vantaggio o perché gli piace, si possono assimilare a degli imprenditori, per cui faranno tutto ciò che è utile a mantenere il consenso di una fetta del pubblico. Ciò aiuta a capire delle cose apparentemente contradditorie. Obiettivo è capire quali ragioni influenzano le strategie degli attori politici e come questa logica influenzi i cittadini.

- Preferenze individuali esogene- Istituzioni come vincoli

Tipi di regimeCome si fa a definire un regime democratico rispetto ad altri che non lo sono?Tramite: Elezione dei governanti? Consenso dei governati? Realizzazione del bene comune?I dilemmi della teoria democratica

- Un insieme di procedure che garantiscono parità di diritti politici od un regime che promuove il bene comune?

- Un metodo per garantire che tutti partecipino attivamente alla assunzione delle decisioni o per garantire il controllo e la sostituzione pacifica dei governanti?

Secondo la visione ampiamente condivisa al giorno d’oggi, la democrazia è innanzitutto un metodo, e secondo Bobbio l’unico modo di intendersi quando si parla di democrazia, in quanto contrapposta a tutte le forme di governo autocratico, è di considerarla caratterizzata da un insieme di regole che stabiliscono chi è autorizzato a prendere le decisioni collettive e con quali procedure; per quel che riguarda i soggetti chiamati a prendere decisioni collettive, in un regime democratico questo tipo di potere è attribuito ad un numero molto alto di membri del gruppo; per quanto riguarda la modalità della decisione, la regola fondamentale della democrazia è la regola della maggioranza.

Page 3: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

La democrazia in qualsiasi organizzazione complessa è democrazia rappresentativa; non esclude la partecipazione dei cittadini, ma implica in ogni caso che il potere di governo sia esercitato da una ristretta élite.

Democrazia partecipativa. Come?Due assunti fondamentali della teoria democraticaAssunto di uguaglianza intrinseca dei cittadini

Piena autonomia personale Pari considerazione dei rispettivi interessi

Condizione del processo democratico Tutti i cittadini adulti, o quasi, hanno pieni diritti politici Hanno pari possibilità di partecipazione effettiva Hanno piena comprensione degli effetti delle decisioni Hanno un voto di uguale peso nella fase decisionale Hanno il controllo finale sull’agenda e sulla delega

Democrazia rappresentativa. Come? Il metodo democratico è quell’insieme di accorgimenti costituzionali per giungere a decisioni politiche, che

realizza il bene comune permettendo allo stesso popolo di decidere attraverso l’elezione di singoli individui tenuti a riunirsi per esprimere la sua volontà.

Il metodo democratico è lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una libera competizione che ha per oggetto il voto popolare.

Se si vuole discriminare i regimi democratici da quelli non democratici, la cosa fondamentale è che i governanti siano sostituiti con il voto, non dalle pistole, in maniera pacifica. Altra differenza, la prima presuppone che i cittadini abbiano idee molte chiare su che cosa debbano fare i loro rappresentanti, per cui la funzione di rappresentanza politica assomiglia ad una delega molto stringente, mandato imperativo; la realtà dei fatti è che in una democrazia di grande dimensioni i rappresentanti inventano delle soluzione che in qualche modo corrispondono agli orientamenti generali degli elettori che li hanno votati. In ultima istanza, la caratteristica discriminante delle democrazia rispetto ad altri regimi è il fatto che la competizione per accedere alle cariche di governo è decisa attraverso libere elezioni che ha per oggetto il voto popolare; la sostituzione dei governanti avviene attraverso il voto, non attraverso colpi di stato o comunque azioni non corrette. Procedura o sostanza?“Portata alle sue estreme conseguenze, la convinzione che esiti sostanziali debbano avere la precedenza sulle procedure diviene una giustificazione piatta ed antidemocratica dei custodi e dietro l’ingannevole dicitura di “democrazia sostanziale” non si nasconde altro che una dittatura.”La maggior parte dei regimi non democratici sono fondati sull’idea che qualcuno abbia una dottrina purissima che contiene le vie pratiche per il bene comune, la quale non ha bisogno di essere confrontata con altre dottrine perché quella è l’unica giusta. La democrazia liberale, una procedura intessuta di valori e dirittiLe regole della definizione minima:

- Pluralismo politico, ma con limitazioni, ad esempio i partiti che non conseguono metodi democratici o che si ispirano al fascismo. Vi è una pluralità di leader e di partiti che competono tra loro per il consenso degli elettori e per assumere ruoli di governo

- Elezioni libere, pacifiche, corrette e ricorrenti; la scelta e la sostituzione dei governanti è decisa dal voto dei cittadini attraverso elezioni libere, corrette e ricorrenti.

E i loro presupposti sostanziali sono:- Libertà civili individuali e associative; oltre al diritto di voto sono garantite le libertà civili di opinione, di

parole, di informazione, di associazione, compresa la libertà di esprimere il dissenso verso l’operato del governo, senza le quali nemmeno la competizione elettorale sarebbe realmente libera.

- Limitazione all’esercizio del potere di governo; l’esercizio del potere di governo è soggetto a controlli e contrappesi tali da impedire un uso arbitrario di tale potere, che potrebbe essere usato per comprimere i diritti politici o le libertà civili.

Page 4: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Il fondamento chiave è la contendibilità delle cariche di governo, allora bisogna avere meccanismi di checks and balances, per cui chi governa non ha tutto il potere, ma esso è distribuito, vi è una divisione del potere tale per cui chi governa non ha il potere di limitare la libertà di stampa, libertà di partecipazione o libertà individuali, ecc.L’insieme di queste 4 caratteristiche definiscono le democrazie liberali. “Oggi i due filamenti della democrazia liberale, intrecciati nel tessuto politico occidentale, stanno venendo meno in tutto il mondo. La democrazia è fiorente, la libertà no.” Fared Zakaria.

Come si può misurare la democratizzazione di uno stato? Freedom House, fondazione di ricerca indipendente, che fa un’analisi sistematica sulla libertà nei vari paesi.

Degli esperti dei vari paesi compilano un questionario riguardanti:- 10 indicatori su garanzia/limitazione dei diritti politici, che vanno da 0 a 4- 15 indicatori su garanzia/limitazione delle libertà civili, che vanno da 0 a 4

Poi si dà un voto alla democratizzazione che va da 1 a 7, dove 1 è massimamente liberi e 7 massimamente non liberi Polity IV- Presenza di garanzie tipiche delle democrazie istituzionalizzate- Presenza di caratteri tipici delle autocrazie istituzionalizzate

Misurano sia quanto vi siano elementi democratici e autocratici, che va da meno 10, totalmente autocratici a più 10, totalmente democratici. Misurare la democratizzazione.Formato con solo i dati di Freedom House, che ci dice come sono cresciuti o diminuiti i paesi democratici, parzialmente democratici e non democratici, dal ’72 ad oggi. Vi è una crescita costante dei paesi democratici liberali ed una decrescita degli altri due regimi. Oppure si può vedere quanto cresce il grado di democraticità usando i dati di FH e Polity IV, secondo grafico.

Come si sono verificati i processi di democraticizzazione. Dal ’74 in poi vi è una crescita del numero delle democrazia, ma non è un fenomeno lineare, anzi, come dice S. Huntington, è avvenuto per ondate, per riflussi, vi sono stati periodi nei quali ci sono stati un numero elevato di paesi che sono passati dall’autoritarismo alla democrazia, e molti meno paesi

Page 5: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

che si sono spostati dalla democrazia all’autoritarismo. Poi capita che vi sia una fase di riflusso, periodo nei quali vi sono più paesi che diventano autoritari che viceversa, come avvenne negli anni ’20; poi c’è una seconda ondata in cui di nuovo molti paesi si spostano verso la democrazia come successe dopo la seconda guerra mondiale, successivamente vi è un altro riflusso dove molti paesi tornano ad avere regimi autoritari ed infine vi è un’ultima ondata di democraticizzazione. Hanno notato anche che ultimamente nei paesi democratici la democrazia si sta affievolendo. La competizione tra partiti e leader rende il governo rappresentativo?I leader sono assimilabili a degli imprenditori, che offrono rappresentanza, pacchetti di soluzione per i problemi, in cambio di voti. L’economia conta? Non sempre e sempre meno.

Ricchezza, industrializzazione, urbanizzazione e istruzione (modernizzazione economica ed autonomia della società civile) favoriscono la transizione alla democrazia. Tutti questi cambiamenti tendono a rafforzare il senso di sicurezza del popolo così come la loro domanda di libertà. Questa teoria è stata usata per spiegare la prima transizione dalla monarchia alla democrazia; in quanto l’industrializzazione ha creato la classe borghese, la quale vuole essere autonoma in ambito economico, diventando possessori di mezzi, così la monarchia è costretta a dar autonomia economica in cambia della tassazione.

Un rapido sviluppo economico crea forti diseguaglianza e ciò può radicalizzare le classi svantaggiate e favorire l’uso del loro malessere da parte di leader autoritari.

Ma esistono diversi casi devianti. Si arriva alla democrazia in un’ampia varietà di condizione, le transizioni verso le dittature mostrano schemi ben definiti, l’economia conta ma la transizione dall’autoritarismo alla democrazia è spiegabile attraverso tanti fattori, ad esempio le colonie britanniche hanno assimilato abitudini democratiche per cui una volta venuta meno la monarchia inglese hanno instaurato al democrazia senza troppi problemi. Queste transizioni possono essere spiegati da vari fattori. Le regressione al regime autoritario sono meno frequenti:

- Nei paesi con maggiore reddito pro capite ed istruzioni- Dove la distribuzione della ricchezza è meno diseguale- Dove si verificano alternanze ma i governi sono stabili- Dove è stata adottata la forma di governo parlamentare invece che presidenziale; in quanto in quella

parlamentare vi è la necessità del compromesso con l’altra parte, nei presidenziali c’è un rischio maggiore di svolte autoritarie.

C’è più regolarità nei fattori che spiegano la regressione ad un regime autoritario.Inoltre i fattori economici al giorno d’oggi contano sempre meno; la correlazione tra reddito e democrazia ha registrato un netto calo dopo la seconda guerra mondiale, ma è rimasta costante e significativamente positiva; la correlazione tra democrazia ed uguaglianza economica è costantemente diminuita ed è ora un predittore marginale significativo. Ora risultano più correlate con la democrazia le variabili geografiche. Prima della seconda guerra mondiale l’economia era un fattore fondamentale, significativo, per il passaggio alla democrazia.Questione di civiltà?Dalle predisposizioni delle diverse civiltà dipendono l’espansione od il recesso della democrazia; dalle loro rivalità dipendono i possibili conflitti globali. L’approdo alla democrazia è favorito o inibito da alcuni elementi culturali, relegati principalmente dalle religioni, in quanto trasmettono una certa idea alle persone di come deve andare il mondo, di come è la relazione tra individui e società che può essere più o meno congruente con la società democratica. Ad esempio il confucianesimo dà molta importanza all’autorità, alla disciplina ed alla responsabilità contro la libertà individuale, inibendo la distinzione tra società e stato. Inoltre, l’Islam incorpora una visione egualitaria tra le persone, congruente con la democrazia ma tende a rifiutare la necessaria distinzione tra legge coranica e diritto; per il modo in cui si è sviluppata la religione islamica, per il ruolo di Maometto ed in contenuti della dottrina, è difficile concepire la distinzione tra legge coranica e diritto. Anche in Europa si è arrivati alla democrazia quando la Chiesa cattolica ha distinto tra dogmi religiosi e diritto. O questione di modernizzazione culturale?La democratizzazione è facilitata dalla diffusione di valori auto-espressivi o emancipativi a loro volta promossi dal controllo tecnico sulla natura (industrializzazione), dalla diffusione del benessere e dell’istruzione, da una organizzazione del lavoro che richiede l’apporto dell’intelligenza individuale, economia post-industriale. In un contesto nel quale ci sono più risorse, le persone sono più ricche, si sentono più sicure, acquisiscono una

Page 6: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

propensione a cambiare il sistema delle loro priorità, per cui dal punto di vista politico sono più interessati a chiedere che siano diffuse le libertà individuali, di espressioni, la tolleranza ad adottare stili di vita diversi dalla maggioranza, non standard, piuttosto che richiedere legge ed ordine. Nei paesi europei la democrazia si è radicata prima non per la prevalenza della religione cristiana ma per la precoce modernizzazione. A conferma di questa ipotesi, nei paesi musulmani in cui la ricchezza cresce e si diffonde, essere musulmano costituisce un freno molto più tenue alla transizione verso questi valori; la religione non è più un freno alla democrazia.Le origini sociali Sei paesi, Inghilterra, Francia, Usa, Cina, Giappone ed India. Tre percorsi dalla società pre-industriale al mondo moderno:

- USA, UK, Francia, la rivoluzione borghese porta alla democrazia, ciò è stato possibile perché in questi 3 paesi la monarchia e l’aristocrazia terriera si sono indebolite, quest’ultima ha puntato su una svolta in senso mercantile, rendendosi relativamente indipendente dalla monarchia; inoltre l’aristocrazia terriera e la borghesia industriale non si sono alleate per reprimere le rivendicazioni di contadini ed operai; infine, eventi rivoluzionari di rottura con il passato, animati dai nuovi ceti borghesi in contrasto con la corona, hanno favorito la democratizzazione.

- Giappone, la rivoluzione conservatrice dall’alto porta al fascismo, in cui i possibili conflitti sociali derivanti dai contrasti tra imprenditori e lavoratori, viene risolta con un’alleanza tra gli aristocratici ed una élite che vuole limitare la richieste dei movimenti sociali.

- Cina, la rivoluzione contadina dal basso ha portato al comunismoI fattori che spiegano l’esito democratico sono:

- Monarchia non troppo forte ed aristocrazia terriera non troppo indipendente, dove la monarchia non riesce a resistere alle pressioni delle svolte democratiche

- Svolta in senso mercantile dell’attività agricola- Indebolimento dell’aristocrazia terriera- Assenza di una coalizione aristocratico-borghese contro contadini ed operai, come è avvenuto in Giappone

od in Germania- Eventi rivoluzionari di rottura con il passato, che è capitato sia negli USA sia in UK sia in Francia.

La seconda ondata fu favorita soprattutto da ben evidenti fattori internazionali, quali: sconfitta nella seconda guerra mondiale delle potenze dell’Asse e dei loro alleati, l’indipendenza delle rispettive ex-colonie e l’influenza americana sull’Europa occidentale. Fattori della terza ondata.Per quanto riguarda la terza ondata, Huntington ha messo in evidenza 5 elementi:

Crescita economica degli anni ‘50/’60, la quale ha portato ad una diffusione del benessere e dell’istruzione, aumentando l’autonomia della società civile e la domanda di diritti e libertà individuali.

Crisi di legittimazione dei regimi autoritari a metà anni ’70 dovuta alla recessione economica, iniziata con gli shock petroliferi e le connesse tensioni sociali, si arrivò ad una crisi di legittimazione dei regimi autoritari, i quali si reggevano sul presupposto di poter garantire più efficacemente l’ordine pubblico e lo sviluppo economico rispetto ai governi democratici civili.

La crescita economica, che è stata piuttosto consistente in vari paesi, nel dopo guerra, per cui fino alla metà degli anni ’70 vi è stata una progressione del benessere collettivo, ciò ha l’effetto di far crescere i fattori che portano alla democratizzazione. I regimi dell’America latina e del sud Europa, si reggevano soprattutto sulle forze militari per reprimere le esigenze democratiche, quindi i regimi autoritari caduti erano entrati in carica con la premessa di essere dei buoni gestori dell’economia, invece nella metà degli anni 70 vi è stata una grossa crisi economica, e mentre nei paesi democratici l’insoddisfazione si trasferisce verso partiti d’opposizione, nei paesi con regime autoritario, essa si trasferisce nella richiesta di un cambiamento di regime, per cui la combinazione della crescita economica e la conseguente crisi, la prima crea le condizioni per chiedere la democrazia e la seconda mette in luce l’illegittimità dei governanti dei regimi autoritari.

Dottrine e ruolo pubblico della chiesa cattolica, essa ha un cambiamento della sua posizione verso alla democrazia, che viene riconosciuta come un bene, cambiando anche alcuni elementi della sua dottrina. Con il concilio si dà un ruolo più rilevante alle conferenze episcopali nazionali e quindi un ruolo nazionale pubblicamente riconoscibile ai leader della chiesa cattolica.

Page 7: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Ruolo degli attori internazionali, gli Stati Uniti con l’amministrazione Carter cominciarono a spingere per la democratizzazione dell’America Latina e con Reagan ripresero a sfidare i regimi comunisti; inoltre, anche la parziale liberalizzazione avviata da Michail Gorbaciov nel 1985 alleggerì i vincoli dell’Unione Sovietica sui paesi satelliti.

Effetti di dimostrazione ed effetto valanga, favorita dalla televisione e dai vari mezzi di comunicazione che scavalcano i confini dando un effetto potente di emulazione creando un effetto valanga, come successe in America Latina. L’effetto di emulazione è stato fortissimo nei paesi dell’est, grazie all’avvio della Polonia, sostenuta dalla chiesa cattolica polacca.

Vi sono spiegazioni che riguardano fattori che in maniera costante spingono verso la democratizzazione, vi sono fattori contingenti, caratteristiche di ogni ondata, ed infine ci sono ragioni che dipendono dalla configurazione dei regimi autoritari da cui si parte. Gli autoritarismo contemporaneiQuesta classificazione è basata sul principio di legittimazione e sulla composizione della coalizione dominante, ovvero chi è che governa e sulla base di quale tipo di legittimazione governa.

Monarchie assolute, la trasmissione del potere avviene per via ereditaria; la coalizione dominante è composta da una famiglia reale che deriva la sua legittimità a governare da tradizioni ancestrali, intessute di elementi religiosi e dalla rivendicazione di diritti di proprietà su un intero territorio; per questo definiti da Weber regimi patrimoniali. Regimi diffusi nell’800 ma oggi sono presenti quasi solo in Medio Oriente (Emirati Arabi, Arabia Saudita, Oman, Brunei, Giordania).

Regimi a partito unico, instaurati da movimenti politici organizzati che conquistano il potere ed escludono ufficialmente il pluralismo, mettendo fuori legge i partiti avversari; la giustificazione è principalmente ideologica e sono sostenuti, almeno inizialmente, dal consenso popolare; un partito dotato di una ideologia strutturata che si propone di cambiare la struttura del paese, acquisisce il potere e lo mantiene non consentendo il pluralismo e le elezioni libere. Entrati in scena ad inizio ‘900 con le rivoluzioni comuniste, l’avvento al potere del fascismo; ma anche questa forma è oggi confinata a pochi paesi (Cina, Vietnam, Laos, Cuba).

Regimi militari, instaurati attraverso un colpo di stato e con una giustificazione di tipo tecnocratico. Le gerarchie militari usano la violenza e giustificano il loro intervento a causa di una crisi governativa. Ebbero il picco negli anni ’70, in America Latina, ma finirono per riguardare quasi solo paesi africani e del Sud-Est asiatico (Congo, Thailandia, Pakistan)

Pseudo democrazie, che è la forma autoritaria oggi prevalente, sono regimi in cui è ammesso lo svolgimento di elezioni a cui sono ammessi più partiti, ma tali elezioni non sono libere, pacifiche, corrette e realmente competitive, il partito di governo, infatti, è in condizione di eliminare gli avversari e manipolare i risultati.

Tutti questi tipi sono tipi puri, nella realtà vi sono molti casi ibridi. Inoltre tutti i tipi di regime, puri od ibridi, possono assumere una torsione personale, diventando una dittatura personale, e ciò avviene quando la coalizione dominante ruota attorno ad un unico leader, piuttosto che essere tenuta insieme da legami organizzativi di partito o militari. Un fenomeno oggi ricorrente consiste nell’affermazione di capi di governo dai tratti autoritari all’interno di democrazie elettorali tendenti a degenerare in pseudodemocrazie (Russia, Egitto, Turchia).È più facile smontare un regime militare che un regime a partito unico od una monarchia assoluta, è più facile per una ragione, i militari sono una burocrazia pubblica, possono avere un ruolo nella vita pubblica anche quanto sono tornati nella caserme, la loro giustificazione ad entrare nell’arena politica è dovuta alla necessità di risolvere una crisi, vera o no. Quando vengono meno le condizioni, è più facile convincere i militare a tornare nelle caserme, se gli si dice che potranno mantenere il loro ruolo, anche chiudendo un occhio, piuttosto che trovare un altro ruolo ai leader di un partito unico che ha svolto una sistematica eliminazione del pluralismo e violazione delle libertà individuali, anche quando nel partito unico vi è un unico leader che ha creato una nicchia attorno a sé, vedi caso Ceausescu. Due tipi di regime estremiUn secondo modo per classificare le autocrazie, consiste nel considerare l’intensità con la quale il regime esclude il pluralismo e reprime il dissenso; non tutti i regimi autoritario sono totalmente illiberali, per questo si è ritenuto utile collocare in due ulteriori categorie i casi estremi nei quali la repressione assume forme particolarmente acute ed odiose:

- Regimi totalitari, forme estreme di regimi a partito unico, orientati da un’ideologia che mira a trasformare radicalmente la società.

Page 8: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Regimi sultanistici, forme estreme di dittature personali.

Regimi democratici, forme di StatoLa forma di Stato è il modo in cui le costituzioni delineano i rapporti tra le istituzioni politiche nazionali e quelle subnazionali; ciò che distingue gli stati federali dagli stati unitari è l’esistenza di un livello di governo di ambito più vasto (che si chiami regione, dipartimento o stato) dotato di sufficienti poteri, garantiti dalla costituzione e da una legittimazione popolare diretta, che consentono di regolare autonomamente alcuni ambiti della vita collettiva e di gestire autonomamente alcune politiche pubbliche; ciò caratterizza uno stato federale. In questi stati le istituzioni subnazionali hanno uno status equivalente a quelle nazionali, e gli viene riconosciuta la possibilità di partecipare alla formazione di una legge o di revisionare la costituzione. Quindi questi stati subnazionali possono avere: autonomia legislativa, autonomia amministrativa ed autonomia finanziaria. Come ci si arriva? Gli Stati federali nati per associazione di entità, ovvero hanno devoluto parti della loro sovranità ad un’entità sovraordinata centrale; oppure sono nati attraverso un processo di devoluzione dei poteri dello stato centrale verso le unità periferiche sotto la spinta di partiti etnoregionalisti (Belgio, Spagna, Regno Unito). Divisione delle competenzeGli stati federali nati per associazione di entità sono intrinsecamente simmetrici, cioè le unità costitutive si associano su un piano di parità e mantengono poi tutte gli stessi poteri e lo stesso livello di autonomia; viceversa, il federalismo per devoluzione è spesso asimmetrico, in quanto non tutte le regioni ottengono uguali competenze e risorse perché sono alcune periferie sono interessate ad ottenerle e si sono mobilitate.Infine, negli stati federali la divisione del potere può essere verticale, se il governo nazionale si occupa interamente di alcune materie (politica estera, monetaria, di difesa) ed i governi subnazionali sono responsabili per altre materie (ordine pubblico, istruzione); oppure questa divisione del potere può essere orizzontale se le istituzioni nazionali legiferano in quasi tutte le materie ma la gestione delle politiche pubbliche è demandata, assegnata, all’autonomia dei governi subnazionali.Regimi democratici, forme di governoSeconda differenza nel disegno costituzionale delle democrazia riguarda la forma di governo, ovvero il modo in cui le costituzioni delineano i rapporti tra esecutivo e legislativo.Presidenziali:

- Il capo dell’esecutivo è selezionato attraverso una elezione popolare- I mandati del capo dell’esecutivo e dell’assemblea sono fissi e non dipendono dalla reciproca fiducia- Il presidente eletto nomina i componenti del governo e ne dirige l’azione- Il presidente ha alcuni poteri legislativi costituzionalmente garantiti.

Parlamentari- Il governo viene nominato dal parlamento- Il governo, per restare in carica, deve godere della fiducia del parlamento, il quale lo può sfiduciare

Page 9: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Il capo dello Stato svolge delle funzioni protocollari e di garanzia costituzionaleCosa vuol dire partecipare?Partecipare comprende tutte quelle azioni che provano ad influenzare le decisioni pubbliche collettivamente vincolanti e la competizione per accedere a ruoli rappresentativi o di governo; comprende la votazione, le manifestazioni. Chi? Può essere un’azione svolta da soli o insieme ad altri, associata.Perché? Per riformare le policies o modificare il regimeCome? Tramite modalità convenzionali, quindi seguendo pratiche consolidate e riconosciute dagli ordinamenti democratici (votare, lettera al sindaco, scioperi) e non convenzionali, forme di protesta non previste dalle leggi o borderline, che servono a sollecitare l’attenzione su un tema magari sottovalutato.Quanto? Spettatori od attivistiQuali sono i fattori che spiegano l’intensità della partecipazione?Il paradosso di Olson. Le azioni individuali non hanno una corrispondenza con i risultati ottenuti, un individuo potrebbe pensare che l’obiettivo che ho in mente costa troppo rispetto alle possibilità che ho di realizzarlo, e se si realizza è grazie a tantissime altre persone che partecipano, quindi si può ottenere lo stesso risultato senza il mio impegno, free rider.Per cui, per cercare di arginare questo fenomeno servono incentivi selettivi per motivare la partecipazione individuale. Quali fattori facilitano, spiegano la propensione a partecipare?

Dotazione di risorse individuali, persone più benestanti, più colte, con uno status sociale più solido tendono ad intraprendere più spesso azioni politiche; ciò fa sì che per una persona sia meno complicato, meno costoso partecipare.

Socializzazione politica, l’imprinting assunto nel passaggio all’età adulta, quando si è avuto per la prima volta la possibilità di avere un ruolo attivo nella sfera pubblica, tende a rimanere nelle fasi successiva della vita; per cui la generazione socializzata alla politica tra la metà degli anni ’60 e ’70, quando si sono sviluppati imponenti movimenti studenteschi, ha continuato ad includere una quota di attivisti più elevata della generazione precedente e di quella immediatamente successiva.

Civismo diffuso, la partecipazione può essere favorita dalla cultura diffusa nel contesto in cui si vive, in particolare dalla presenza di valori e norme condivise tra i membri di un gruppo che rafforzano le basi della fiducia reciproca e facilitano la cooperazione tra loro.

Opportunità istituzionali, incentivi istituzionali, la partecipazione elettorale è più elevata in presenza di sistemi elettorali proporzionali quando ci sono molti candidati e partiti che si presentano alle elezioni oppure quando la distanza tra i primi due candidati in un collegio nominale è ridotta; nel primo caso la partecipazione diventa più attraente perché ogni elettore l’opportunità di trovare un candidato od un partito nel quale riconoscersi, nel secondo perché ogni elettore sa che il suo voto potrebbe essere decisivo.

Senso di appartenenza ad un gruppo, ciò che Karl Marx chiamava coscienza di classe; il senso di appartenenza o di identificazione nei confronti di un determinato gruppo, o di una classe sociale, di una comunità etnica o religiosa, conferisce agli individui un senso di efficacia indipendentemente dalle risorse di ogni singolo individuo; la convinzione di essere parte di un’entità collettiva può far mettere a repentaglio la propria incolumità se il beneficio consiste nel miglioramento delle condizioni, per molti anni a venire, di molti altri appartenenti alla stessa comunità.

Mobilitazione organizzativa, mezzi organizzativi con cui ci si può esprimere; le persone meno inclini a partecipare (la stragrande maggioranza) possono essere spinte a farlo se le persone più impegnate (una piccola minoranza) mettono a disposizione dei primi un’infrastruttura organizzativa che abbassa i costi della partecipazione individuale, la rende potenzialmente efficace, crea un senso di appartenenza ed identificazione, diffonde informazioni, offre gratificazioni ed opportunità di acquisire ruoli a ciascun partecipante.

Tipi di attori collettiviOrganizzazioni che si muovono nell’arena politica, provano a modificare i contenuti delle decisioni:

Gruppi di pressione, associazioni che cercano di esercitare un influenza indiretta sui processi decisionali, senza presentare dei propri candidati alle elezioni (CGIL, CISL, UIL, confindustria); essi non sono parte della

Page 10: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

competizione politica elettorale, sono rappresentanti di interessi ben definiti, hanno una struttura formale con ruoli decisi da procedure definite. Gruppi di pressione, perché fanno pressione sul sistema politico in maniera indiretta senza avanzare dei loro candidati.

Movimenti, non hanno un’organizzazione formalizzata, hanno un’influenza indiretta sui processi decisionali per mettere in agenda alcuni temi sottovalutati, vi è una prevalenza di modalità conflittuali e non convenzionali, attuano una partecipazione intermittente e hanno aggregazioni discontinue. Da un lato hanno la virtù di mettere in agende temi sottovalutati, dall’altro sono sottoposti ad un facile processo di disintegrazione.

Partiti, attuano una partecipazione diretta nell’arena elettorale per coprire cariche pubbliche, hanno un’organizzazione formale, una rappresentanza politica secondo le regole istituzionali. I partiti, a differenza degli altri due, si presentano direttamente nell’arena elettorale, con propri candidati, per far ricoprire loro delle cariche pubbliche. Vi sono dei ruoli ben definiti, a tutti è chiaro chi è il leader del partito, organizzazione formalizzata, e svolgono la loro funzione di rappresentanza attraverso canali istituzionalizzati. Al di là del modo in cui si chiamano, quando cominciano a svolgere una di queste funzioni, assumono un tratto che li distingue dagli altri.

Chi è partito?I partiti sono tutte le organizzazioni, indipendentemente da come si fanno chiamare, che si presentano continuamente, con un proprio simbolo, alle elezioni con dei loro candidati per cercare di ottenere cariche pubbliche ed ottengono dei seggi.Obiettivi:

- Competono per raccogliere voti popolari, vote seeking- Cercano di ottenere incarichi rappresentativi o di governo, office seeking- Influenzando in questo modo le decisioni pubbliche, policy seeking

Attività: - Elaborano programmi di politica pubblica, che li rendono riconoscibili agli occhi dei loro potenziali elettori- Selezionano e sostengono i candidati per le cariche pubbliche- Coordinano gli eletti sotto il proprio simbolo

Quindi: Rispetto all’elettorato:- Offrono rappresentanza, strutturano la competizione- Spingono i cittadini comuni, senza ruoli politici, a partecipare- Forniscono un canale di comunicazione tra elettori ed eletti All’interno dell’organizzazione:- Selezionano, formano, designano e sostengono dei candidati per incarichi pubblici- Filtrano ed aggregano gli interessi, elaborano piattaforme di politica pubblica- Educano, assistono, integrano i militanti Nel governo:- Strutturano il processo di formazione dei governo ed il law making- Orientano la formazione delle politiche pubbliche- Consentono il controllo dei governati sui governanti

La tendenza oligarchicaTutti i partiti sono organizzazioni gerarchiche, vi è una tendenza oligarchica, una inevitabile tendenza a concentrare il potere nelle mani di un numero piccolo di persone che sta al vertice.

Cosa controllano i leader- Flusso delle comunicazioni verso gli aderenti- Scelta dei candidati e delle nomine per cariche istituzionali- Gestione dei finanziamenti e reclutamento dei funzionari stipendiati- Definizione e manipolazione delle regole interne Tra chi può essere disperso il controllo- Tra dirigenti centrali e dirigenti territoriali

Page 11: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Tra dirigenti interni ed eletti, ad esempio il gruppo parlamentare- Tra correnti organizzate, come le tendenze, le fazioni Modelli alternativi- Coalizione dominante coesa o stabile, divisa o instabile.-

I partiti politici si distinguono anche per le posizioni politiche, per l’ideologia che rappresentano

Perché in Europa si ritrovano le stesse famiglie di partiti ma poi però si sono sviluppate in maniera diversa?Come sono nati i partiti europei del ‘900Stein Rokkan, 1999, politologo norvegese, teoria dei cleavages (fratture); ciò dipende da fattori che sono avvenuti in ciascun paese nel corso del tempo, un tempo che va molto indietro rispetto a quando questi partiti sono entrati in scena. Secondo Rokkan, questi partiti si sono creati sulla base di profondi conflitti che hanno attraversato le società europea a partire dalla rivoluzione nazionale, con la conseguente costruzione degli stati nazionali. Questa formazione ha portato a due conflitti ricorrenti: tra l’élite promotore dell’unificazione e le minoranze etniche o linguistiche incorporate nello stato nazionale, tra il centro e la periferia; altra frattura, tra l’élite politiche che hanno portato all’unificazione e la Chiesa Cattolica. In queste fasi di grandi trasformazioni, ci sono conflitti così profondi, i quali creano sempre, dentro alle società interessati da tali avvenimenti, due gruppi in conflitto tra loro. Conflitto Stato-Chiesa e conflitto Urbano-Rurale.

Prima trasformazione dal partito di notabili al partito burocratico di massaPartito dei notabili, o partito d’élite, erano i partiti dell’800 che erano coalizioni di candidati e di eletti che si formavano, si scomponevano e ricomponevano in parlamento.

- Suffragio ristretto, solo una piccola parte della popolazione selezionata in base al censo- Nascono in parlamento- Comitati locali a sostegno dei candidati al parlamento- Strutture organizzative intermittenti …- … promosse dai candidati, individui con solide posizioni sociali, politici dilettanti- Rappresentanza individuale- Appartenenza alla stessa classe agiata e deferenza

Partito burocratico di massa, offriva agli iscritti una visione del mondo e li educava; inoltre offrivano loro un canale di ascesa sociale, infatti, potevano promuovere a ruoli pubblici anche impiegati, operai o contadini, svolgevano quindi molte funzioni di integrazione sociale non direttamente collegate alla sfera politica.

- Suffragio universale- Nascono da pre esistenti organizzazioni sociali- Sezioni diffuse sul territorio, centralizzazione

Page 12: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Organizzazione burocratica permanente … - … retta da funzionari stipendiati, politici di professione- Rappresentanza di classe- Ideologia ed identità collettiva

Seconda trasformazione, nel secondo dopoguerraTrasformazione dell’economia da industriale ad un economia di tipo terziario

Trasformazioni sociali- Nuove fonti di informazione (radio, stampa, tv)- Alfabetizzazione- Urbanizzazione ed espansione del settore terziario E conseguenza politiche

Partito burocratico di massa - Sezioni diffuse sul territorio, centralizzazione - Campagne elettorali labour-intensive- Finanziamento tramite gli iscritti - Rappresentanza di classe- Ideologia e identità collettiva

Partito professionale-elettorale- Centralità dei professionisti della comunicazione- Campagne elettorali capital-intensive- Finanziamento tramite gruppi di pressione e fondi pubblici- Appello rivolto

La tesi della cartellizzazioneI partiti del ‘900, i grandi partiti di massa, stavano subendo un processo di allontanamento dal loro elettorato:

- Finanziamento pubblico diventa determinante- I partiti mainstream colludono, invece di competere, per evitare che nuovi partiti entrino nel mercato- Appaiono sempre più un organo dello stato invece che un collegamento fra società e istituzioni- Sempre più società di professionisti della politica invece che associazioni di cittadini- Partiti, e governi, si assomigliano sempre più

Regno UnitoLa democrazia britannica è frutto di uno scontro secolare tra corona e parlamento che, dopo la gloriosa rivoluzione del 1688, spostò l’ago della bilancia a favore del parlamento, stabilendo il principio della sovranità parlamentare. Inoltre, il Regno Unito ha avuto una maggiore continuità politico-istituzionale, in quanto non ha subito invasioni militari né rivoluzioni politiche negli ultimi secoli. Caratteristica peculiare è che non ha una costituzione scritta, ciò rende l’assetto istituzionale flessibile ma anche vulnerabile, tale flessibilità ha permesso di regolare cambiamenti epocali con semplici leggi del parlamento, come l’espansione del diritto di voto o gli spostamenti dei confini dello stato (annessione isola d’Irlanda 1800, formazione della Repubblica d’Irlanda 1921); d’altra parte permangono pratiche, figure istituzionali anacronistici e mancano alcuni diritti e contrappesi considerati fondamentali per una democrazia. La forma di governo del Regno Unito è la monarchia parlamentare, infatti il parlamento decide ma decide in nome del monarca, importante perché riconosce una sovranità alla corona ma anche perché alcuni poteri formali sono rimasti in mano alla corona (Royal Prerogative); altra implicazione rilevante della sovranità parlamentare come principio costituzionale è che non è mai stata riconosciuta formalmente la sovranità del popolo. Dal dopoguerra fino al 2010 il parlamentarismo britannico ha sempre sostenuto governi monopartitici, dotati quasi sempre della maggioranza assoluta alla camera dei comuni. La presenza in parlamento di due partiti di peso equivalente ha consentito una regolare alternanza al governo e ha permesso ai diversi esecutivi di arrivare quasi sempre alla fine della legislatura; con l’aiuto di un sistema elettorale maggioritario puro e partiti relativamente disciplinati, le elezioni, generalmente, indicano sia una maggioranza parlamentare sia un primo ministro. Il modello di Westminster produce governi stabili e monocolori, il prezzo da pagare però è che si ottiene un’assemblea legislativa che rappresenta in modo distorto le preferenze espresse dai cittadini.

Page 13: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Il bipartitismoOggi, i due principali partiti sono i laburisti ed i conservatori; questi ultimi hanno una lunga tradizione che risale al ‘700, quando i deputati di Westminster più legati alla grande nobiltà terriera cominciarono a coordinare le loro attività parlamentari, essi si costituirono come Partito conservatore nel 1830. Esso è riuscito a superare momenti di mutamento sociale, adattandosi alle nuove esigenze politiche ed elettorali quando era necessario per la sua sopravvivenza. Dopo le sconfitte eclatanti del 1997, 2001 e 2005, il partito ha dovuto affrontare alcune lacune strutturali, come l’esclusione degli iscritti alla selezione dei candidati e del leader del partito e la separazione formale tra struttura di base, apparato centrale ed il partito parlamentare; con le riforme organizzative ed approvate dagli iscritti tramite referendum sono state stabilite nuove procedure decisionali che coinvolgono anche la base del partito, ad esempio gli iscritti ora possono eleggere il leader del partito; ciò ha portato all’elezione di un più giovane leader come David Cameron, il quale ha portato alla vittoria il partito alle elezioni del 2010 e 2015. Grande rivale del partito conservatore è il Labour Party, ha una storia più breve, fondato nel 1900, esso nacque come braccio elettorale del potente movimento sindacale britannico. Caratteristica di questo partito è che non si è mai percepito come l’avanguardia di un movimento rivoluzionario, adottando piuttosto linee riformistiche e pragmatiche, le dottrine marxiste hanno esercitato ben poca influenza sull’evoluzione ideologica del partito.Il terzo partito significativo a livello nazionali è il liberaldemocratico, che fino al 1918 era stato la principale forza di opposizione ai conservatori, distinguendosi per il suo sostegno alla libertà religiosa ed alle riforme politiche. Dopo la regressione del 1987, il partito liberale si fuse con il partito democratico (partito liberaldemocratico) che mantenne le posizioni centriste del partito liberale e si contraddistingue per il suo europeismo ed il suo sostegno al decentramento politico. Analisi dei casi

Contesto costituente e tipo di regime Fratture e principali partiti Sistema elettorale e sistema partitico Leadership e composizione die governi Parlamento e processo legislativo

Anacronismi della continuitàVi è una peculiarità del sistema politico britannico, determinata dalla solida continuità con la quale si è passati dalla monarchia assoluta alla monarchia parlamentare, con rotture, rivoluzioni interne, ma senza una interruzione, una cesura, che ha portato al cambiamento della forma di governo. Costituendo così la democrazia più antica. L’assetto istituzionale britannico contiene degli anacronismi che sono un’eredità della radice monarchico assoluta, ad esempio si evoca la sovranità del parlamento che consiste nella sovranità della corona in parlamento, componenti eletti a vita per via ereditaria. La Gran Bretagna non ha una costituzione scritta, per via della continuità, per cui non hanno mai sentito il bisogno di scrivere tutte le norme dell’ordinamento, inoltre, la camera dei Lord non è elettiva.Altra particolarità è il bipartitismo, per molto tempo, e ancora oggi, ci sono solo due partiti di rilievo, che possono realisticamente ambire a formare il governo, ci sono due motivazioni principali:

- Carattere storico, il modo in cui ci sono superati i conflitti generati dalla creazione dello stato unitario- Carattere istituzionale, determinata dalle caratteristiche del sistema elettorale

Il fattore sociale sottostante, quando si è costituito il sistema bipartitico, è stato fondamentale, le fratture che in Europa hanno creato divisioni, in GB l’unica frattura rilevante è stata quella tra lavoratori indipendenti dell’industria, rappresentati dalle Trade Unions, e la classe medio borghese rappresentata dai Tories. La classe è tutto; il resto è dettaglio. Con le elezioni del primo ‘900 e quelle successive alla seconda guerra mondiale, il Labour party si consolida come uno dei due partiti che competono per governare, poi dal 1945 vi è un’alternanza tra i Labour e i Conservative party. Oggi ci sono due grandi partiti che si contendono la maggioranza e si alternano al governo, Labour e Tories:

La nuova leadership del Labour è Jeremy Corbyn, rappresentante della sinistra del partito eletto a sorpresa attraverso le primarie, contestato dal partito parlamentare.

La nuova leadership dei conservatori, Theresa May, ex ministro dell’interno, eletto dal gruppo parlamentare dopo le dimissioni di Cameron post-Brexit.

Un partito, che conta poco, anche se nel corso del tempo ha avuto una crescita, ma normalmente non ha avuto un ruolo significativo, nonostante ogni tanto prese il 20%.

Page 14: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

UKIP (anti-EU e anti immigrati), ottenendo abbastanza voti nel 2015, ma ancora di più nelle elezioni europee del 2014, diventando il primo partito in GB, finendo per calare nel 2017, ma vinsero poi il referendum sulla Brexit.

Altri partiti regionalisti che hanno un ruolo minore ma ottengono sempre dei seggi: SNP (Scozia), DUP, Sinn Fein, Plaid Cymru (galles); questi partiti prendono seggi ma in parlamento contano ben poco.

Vi è nel corso degli anni un declino del bipartitismo, vi sono diverse ragione: slide

La guida del governo viene attribuita al leader del partito che ha la maggioranza dei seggi alla camera dei comuni; il numero dei seggi ottenuti dipende dal sistema elettorale, dalla legge elettorale, che converte i voti in seggi parlamentari. L’assegnazione dei seggi nella camera dei comuni, avviene nei collegi uninominali, in ciascuna delle quali viene eletto un solo rappresentante all’interno della camera dei comuni, quindi il sistema elettorale britannico è basato sui collegi uninominali, e vince chi prende più voti (plurality), maggioranza relativa; all’interno di ciascuno dei collegi, i partiti candidano un rappresentante, gli elettori danno un voto nominale e vince il seggio, quindi va alla camera dei comuni, il candidato che in quel collegio ha preso il maggior numero dei voti. Gli effetti del plurality

Sottorappresenta i partiti di medie dimensioni con un elettorato territorialmente distribuito, fa pagare molto i seggi a quei partiti che prendono un 20/25 % dei voti ma sempre insufficiente a vincere.

Sovrappresenta i partiti con un elettorato territorialmente concentrato Spesso concede la maggioranza assoluta dei seggi al primo partito anche con la sola maggioranza relativa dei

votiDeclino del bipartitismo pagina 145

Fattori sociali- Dal voto di classe al voto economico- Differenze territoriali sempre più marcate Incentivi istituzionali- Parlamenti europei, proporzionale con voto di lista, in base ai voti i ottengono proporzionalmente i seggi- London Assembly, National Assembly for Wales, Scottish Parliament- Northern Ireland Assembly, voto singolo trasferibile In Galles ed in Scozia si affermano i nazionalisti Negli anni 80 crescono i LIb-Dem

La forma di governo parlamentareLa sua logica ha come presupposto che il governo abbia una maggioranza in parlamento.

Per nascere e rimanere in carica, il governo ha bisogno del sostegno della maggioranza parlamentare; L’esecutivo e la maggioranza del legislativo sono “fusi”, il governo resta in carica finché esiste una

maggioranza parlamentare che lo sostiene; È possibile, talvolta frequente, che il primo ministro sia sostituito durante la legislatura; Questo accade perché il parlamento è il vero king-maker, attraverso il meccanismo della fiducia-sfiducia.

Solo in due elezioni, nel 1974 e nel 2010, non c’è stata una maggioranza, i liberali sono sempre stati rappresentati, quasi mai un seggio è stato attribuito ad altri partiti nazionali (Verdi e Ukip), mentre ai partiti territoriali o nazionalisti sì ma pochi. 2017, un governo anomaloNessun partito ha la maggioranza assoluta dei seggi, i conservatori hanno 317 seggi, ne servono 326, per cui Theresa May chiede i voti al DUP, in cambio di vantaggi fiscali per l’Irlanda del Nord; diversamente dal governo del 2015 non è un governo di coalizione (Con+Lib), ma un governo di minoranza.The efficient secret

Dinamica bipartitica Royal Prerogative: Speech, Nomine, scioglimento Responsabilità collettiva nel cabinet, le grandi decisioni si prendono in Parlamento, in quanto il primo

ministro può nominare un numero elevato dei componenti del governo. Disciplina di partito in parlamento Personalizzazione della leadership

Page 15: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Fusione tra governo e parlamento Parlamento “avversariale”

I poteri del primo ministro Una delle caratteristiche del sistema britannico è l’accentramento del potere nell’esecutivo ed in particolare nella persona del primo ministro; il sistema di “Cabinet Government” tende a rinforzare la posizione dell’esecutivo a scapito del parlamento, nonostante questo, i parlamentari hanno il potere di mandare a casa un esecutivo con un semplice voto di maggioranza. I rapporti tra governo e parlamento sono stati stabiliti da un’evoluzione graduale del sistema monarchico pre democratico, tale evoluzione ha spostato la sovranità dalla corona al parlamento, senza però restringere i poteri formali del monarca, Royal Prerogative, che vengono esercitati in pratica dal governo, ad esempio il governo può autorizzare un’azione militare senza una previa votazione parlamentare. Il parlamento governa attraverso la fusione di legislativo ed esecutivo, che W. Bagehot chiamava “il segreto efficiente della Costituzione inglese”. Questa fusione ha due effetti contraddittori:

Da una parte, la presenza massiccia dei membri del governo in parlamento può avere un forte effetto sulla capacità del governo di controllare la maggioranza parlamentare

D’altra parte, tale fusione implica anche la presenza di una buona parte dei parlamentari nell’esecutivo. In realtà, quindi, tutto dipende dalla coesione della maggioranza parlamentare, infatti quando il partito di governo ha una maggioranza risicata, oppure ci sono conflitti all’interno del suo gruppo parlamentare, il governo a fatica riesce ad imporre la sua volontà. Inoltre, l’esercizio dei poteri formali ed informali del primo ministro britannico hanno come prerequisito una solida maggioranza parlamentare e cioè la coesione interna al suo partito. Dal punto di vista formale, le procedure di formazione del governo prevedono una partecipazione significativa del monarca; quando un primo ministro perde le elezioni, o quando viene sfiduciato dal suo partito ed accetta di farsi da parte senza invocare lo scioglimento anticipato del parlamento, la convenzione vuole che presenti le dimissioni al monarca. Quest’ultimo ha la responsabilità di selezionare il nuovo capo del governo, dovendo scegliere il leader del nuovo partito di maggioranza od il nuovo leader del partito di maggioranza; nel caso in cui nessun partito abbia la maggioranza dei seggi, il monarca deve scegliere il leader che ha più probabilità di ottenere il sostegno di una maggioranza nella Camera dei Comuni. Il leader del secondo partito alla Camera dei Comuni ricopre il ruolo formale di leader dell’opposizione e nomina anche i ministri ombra, insieme ai quali costituisce una sorta di governo alternativo.Nel sistema politico britannico, rivestono un ruolo importante gli organizzatori dei gruppi parlamentare (Whips), i quali impongono la disciplina partitica nelle votazioni e cercano di mantenere un sostegno coeso al governo od al governo ombra; i Whips sono noti per la loro durezza, e spesso la disciplina viene mantenuta anche con ricatti personali, infatti i parlamentari meno disciplinati raramente vengono nominati a posizioni governative. La disciplina di partito tende a rompersi in momenti di grave divisione interna su questioni fondamentali.La convenzione della responsabilità collettiva prevede che i membri del governo debbano sostenere la linea politica stabilita nelle riunioni del Consiglio dei ministri, oppure dimettersi.

Il parlamento: un bicameralismo ereditatoIl parlamento di Westminster è diviso in due camere: i Comuni ed i Lord; dopo la piena democraticizzazione delle elezioni ai comuni, i Lord hanno perso gran parte della loro rilevanza, tale camera è composta dai nobili ereditari e dai cittadini comuni a cui il governo ha attribuito titoli nobiliari a vita. I Lord possono proporre emendamenti, nel caso in cui i Comuni li rigettano, il progetto in questione, trascorso un anno, diventa comunque legge. La riforma della Camera dei Lord ha inoltre tolto il diritto di voto ai Lord ereditari (eccezion fatta per i 92 Lord scelti dalla stessa Camera alta) senza però proporre una democraticizzazione della camera per via elettorale.Per cui è principalmente la Camera dei Comuni che esercita le funzioni parlamentari, dibattendo ed emendando i progetti di legge e sottoponendo ad esame le azioni governative.Il sistema delle commissioni parlamentari è diventato il perno di questo controllo parlamentare, svolgendo due funzioni principali:

- Esamine e critica le attività dei Dipartimenti ministeriali- Esamina ed emenda i progetti di legge

L’iniziativa legislativa rimane fermamente nelle mani dell’esecutivo e c’è una forte pressione sui deputati affinché sostengano le proposte del Queen’s Speech. I paradossi della devolution

Page 16: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Il Labour Party venne eletto nel 1997 con un chiaro programma di riforme decentratrici che fu varato quasi subito. Nel caso della Scozia, tutti i principali partiti, tranne i conservatori, erano favorevoli alla devolution, il Labour e i liberaldemocratici si erano già accordati. Oggi il parlamento scozzese, eletto con il proporzionale, esprime un proprio esecutivo ed un proprio primo ministro; la legge “Scotland Act, 1998” stabilisce quali sono i poteri che rimangono a Westminster (politica monetaria e fiscale, sistema del welfare e la politica estera e di difesa) mentre lascia tutte le altre in mano al parlamento scozzese. Per quanto riguarda il Galles, la legge sulla devolution ha creato un’assemblea, anche in questo caso eletta con il proporzionale, dotata però di poteri più limitati, infatti non può variare il livello delle imposte e nemmeno varare leggi, può solo definire la legislazione secondaria.Il caso dell’Irlanda del Nord merita un trattamento a parte. Dopo la divisione dell’isola e la creazione dello Stato indipendente irlandese nel 1921, ci fu già una devolution dei poteri al Nord, che fu governato da un parlamento territoriale con ampi poteri e sede a Stormont; la maggioranza protestante, favorevole all’unione con la gran Bretagna, ebbe il controllo totale di quest’istituzione anche grazie alla manipolazione dei distretti elettorali. L’insostenibilità di questo sistema di dominio unionista fu la principale causa dei 20 anni di tensione e violenza che seguirono; negli anni ’90 si aprirono i negoziati che portarono all’accordo del “Venerdì Santo” che prevedeva un’assemblea nordirlandese che esprimesse un esecutivo per la gestione della sanità dell’istruzione e dell’agricoltura. Questa devolution ha degli aspetti innovativi: oltre al sistema elettorale proporzionale, l’assemblea è organizzata in modo chiaramente consociativo, infatti quando i deputati ottengono i seggi, devono dichiarare a quale comunità appartengono (unionisti, nazionalisti od altro). Altri aspetti innovativi sono la creazione di istituzioni che gestiscono i rapporti dell’assemblea con i due stati delle isole britanniche: un Consiglio britannico-irlandese che riunisce i rappresentanti dei governi irlandese e britannico e delle istituzioni territoriali, ed un Consiglio Nord-Sud che riunisce i rappresentanti del governo irlandese e dell’Assemblea nordirlandese. Al momento tutte queste istituzioni sono sospese perché esistono ancora controversie irrisolte tra i partiti unionisti ed il Sinn Fein. I contropoteri

Monarchia, il ruolo del monarca come contropotere del parlamento è notevolmente diminuito da quando i Comuni sono eletti a suffragio universale, la regina Vittoria, fu l’ultimo monarca a esercitare, in modo significativo, il diritto di consigliare, incoraggiare ed avvertire

Camera dei Lord, essendo un’istituzione non eletta difficilmente può sfidare la camera dei Comuni, forte della sua legittimazione elettorale; i Lord (92 ereditari), nonostante la perdita del potere di veto nel XX secolo, mantengono quello di ritardare la promulgazione delle leggi, limitando quindi il potere di agenda-setting del governo, e può anche seppellire i progetti governativi.

Potere giudiziario è il terzo principale contropotere. Il Regno Unito, non avendo una costituzione scritta, non esiste un’istituzione giudiziaria incaricata di verificare la costituzionalità di una legge, il parlamento è sovrano e nessun giudice può rovesciare una legge; esiste però un ruolo di judical review, o esame giudiziario, delle decisioni del governo e delle leggi secondarie: i giudici dell’alta corte, su appello di un cittadino, possono decidere se un provvedimento governativo eccede i poteri stabiliti dalle leggi del parlamento e della Common Law.

Gruppi di pressione, Media indipendenti (BBC) e partigiani (Sun); l’influenza politica dei media è sempre più forte nella politica

britannica; la tradizione di indipendenza delle reti pubbliche della Bbc e l’efficace funzionamento dell’autorità per le televisioni private hanno contribuito alla relativa imparzialità politica dell’informazione televisiva; mentre non si può dire lo stesso della stampa, infatti, i principali giornali nazionali sono schierati politicamente in modo molto chiaro e spesso presentano un’informazione politica con un forte taglio propagandistico.

UE e Bank of England Devolution

I difficili rapporti con l’Unione Europea.La storia delle difficili relazioni del Regno Unito con il processo d’integrazione europea s’intreccia strettamente con il passato imperiale del paese e con la sua posizione geografica isolana, infatti essendo separato dal continente europeo dal mare, il Regno Unito è stato protetto dalle minacce alla sua sicurezza, non ha sofferto delle invasioni

Page 17: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

delle guerre del XX secolo ed inoltre la sua vocazione marittima gli ha permesso di creare relazioni commerciali con paesi extra europei; per questi motivi, e anche per un esagerato senso d’orgoglio nazionale, il Regno Unito scelse di non partecipare alle prime mosse della costruzione europea, fino al 1973, quando Edward Heath trattò l’ingresso nella CEE, decisione confermata poi con un referendum. Dopo il governo liberista della Thatcher, la quale aveva sostenuto l’ingresso nell’Unione europea, si ebbe il governo di Major, successore della Thatcher dopo le sue dimissioni, il quale, a causa della svolta antieuropeista del partito, alimentata dalla stampa di destra, fu costretto a negoziare delle clausole di autoesclusione, ad esempio dal progetto di unione monetaria e dal trattato di Schengen. Con i governi Labour, dopo il 1997, questo atteggiamento ostile cadde e Blair propose di cambiare la politica britannica nei confronti dell’Ue; ma la strategia di Blair incontrò seri ostacoli. Innanzitutto il Labour party, ha anch’esso un passato euroscettico, infatti nel loro programma del 1983, vi era la proposta di uscita dalla Comunità; questa divisone interna, insieme alla pressione euroscettica della stampa di destra, hanno ostacolato il progetto blairista di cambiare la posizione del Regno Unito verso l’Ue.La difficoltà dei diversi governi su questioni europee sono riconducibili anche alla sfiducia dei cittadini britannici verso il processo di integrazione, questi sentimenti di rigetto sono accompagnati da un limitato livello di conoscenza del funzionamento delle istituzioni europee, che è il più limitato dei 15 stati membri di lunga data. Questa ignoranza spiega perché l’opinione pubblica britannica raramente ha registrato i vantaggi che il suo governo è riuscito ad ottenere nei negoziati con altri Stati membri; l’Atto unico europeo, ha favorito particolarmente i prodotti britannici annullando barriere regolamentari al commercio di altri paesi membri, inoltre il Regno Unito si garantì un’esenzione dal capito sociale adottato dall’Ue, ed anche ha mantenuto la sua indipendenza monetaria, infine molti osservatori hanno concordato sul fatto che il testo costituzionale europeo incorpora quasi totalmente le richieste del Regno Unito.L’euroscetticismo, quindi, sembra un rifiuto della logica dell’integrazione fra stati europei piuttosto che una reazione critica alle istituzione e politiche europee. L’opinione pubblica ed un importante settore del Partito conservatore, non hanno mai accettato pienamente l’integrazione del Regno Unito nell’Unione Europea, con il risultato che il governo Cameron si è visto costretto a convocare il rischio referendum che ha sancito la scelta di uscire dall’Ue.Stati UnitiForma di governo presidenziale.La costituzione:

- 4 luglio 1776: dichiarazione di indipendenza, decisione delle 13 colonie di rafforzare la loro cooperazione e indipendenza dall’Inghilterra

- 1777 – 1781: Ratifica degli Articles of Confederation- 25 maggio – 17 settembre 1787: Convenzione di Filadelfia è incaricata di emendare gli “Articoli”, ma redige

una nuova costituzioneLa costituzione uscita è una costituzione liberale, basata su due architravi: l’affermazione della necessaria tutela da parte dello Stato delle libertà individuali e che il governo per garantire tali libertà deve imporre delle regole ma avere allo stesso tempo dei meccanismi per limitare il potere di chi governa. Il potere dev’essere legittimato dalla volontà del popolo (che tiene fuori gli afroamericani e le donne così come i nativi), comunque la costituzione si fonda sull’uguaglianza dei cittadini.I principi costituzionali:

E pluribus unum Separated institutions sharing power. Istituzioni separate che condividono l’esercizio del potere- Esecutivo, ovvero il Presidente, eletto da un collegio, può porre un veto sulle decisioni del legislativo- Legislativo, ovvero il Congresso, Senatori eletti dai legislativi statali, ha il potere di approvare le leggi- Giudiziario, ovvero la corte suprema, le corti federali e statali- Governo federale e governi statali Bill of Rights- 10 emendamenti approvati nel 1789, - Limitano il potere del governo e tutelano le libertà individuali

Forma di governoSi distingue dal modello parlamentare in quanto gli elettori votano sia per il Congresso sia per il Presidente; inoltre, nel modello parlamentare, il governo resta in carica fino a quando gode della fiducia del parlamento, mentre nel

Page 18: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

presidenziale il Presidente arriva a fine legislatura, in quanto ha una più forte legittimazione popolare, il Congresso non può sfiduciare il Presidente eletto; nel sistema parlamentare è il governo che detta l’agenda dei lavori al parlamento, nei sistemi presidenziali invece l’agenda dell’attività legislativa risiede dentro al Parlamento. Il Presidente:

È il capo dell’esecutivo e capo dello Stato È eletto per un mandato di 4 anni, da un collegio di grandi elettori scelti con la modalità decisa dai legislativi

statali (maggioritario); dal 1828 è a suffragio universale popolare, prima quasi sempre dai legislativi; inoltre è rieleggibile una solo volta, dal 1952 dopo le 4 elezioni consecutive di FDR

Il sistema partiticoSi sono create divisone tra i due grandi partiti, che nel corso del tempo hanno assunto posizioni diverse sulle trasformazioni della federazione. I due principali partiti sono i democratici e repubblicani ma non sempre hanno mostrato uguali principi, i quali sono cambiati nel corso del tempo, invece le denominazioni e i partiti sono rimasti li stessi, ma hanno cambiato gli interessi che rappresentano e quindi anche le basi elettorali che li rappresentano; il discrimine tra repubblicani e democratici avvenne con la presidenza di Roosevelt, il quale introdusse lo stato sociale negli USA, forte intervento pubblico, infrastrutture, creando così il discrimine che ancora oggi divide democratici e repubblicani; divisione che si è accentuata durante la seconda elezione di Roosevelt dove le posizioni verso gli afroamericani sono risultate più nette; nonostante ciò ci sono comunque delle vedute simili, ispirate alla costituzione. Le elezioni, tutte basate su collegio uninominale a maggioranza semplice, hanno prodotto una generale personalizzazione; ciò spiega perché i partiti grandi sono rimasti solo due. Red, Blue, SwingSi vince con la maggioranza dei Grandi elettori, non con la maggioranza dei voti popolari; ciascuno Stato assegna i Grandi elettori in blocco ad un candidato alla Presidenza (eccetto Maine e Nebraska); ciascuno Stato ha un peso specifico, ovvero il numero dei suoi Grandi Elettori che dipendono dal numero di abitanti, tutti ne esprimono almeno 3, ad esempio la California ne esprime 52; gli Stati più importanti sono noti come gli swing states e sono Ohio, Florida, Pennsylvania e Colorado, che sono quegli Stati che non danno un esito scontato.

Le sfide al bipartitismo 1992, il liberista Ross Perot sottrae a George Bush una consistente quota di voti consentendo a Bill Clinton di

batterlo 2000, l’ambientalista Ralph Nader sottrae una piccola quota di voti ad Al Gore che sarebbe stata tuttavia

decisiva per ottenere i 25 elettori della Florida, consentendo a George W. Bush di batterlo.

La competizione elettorale: bipartitismo e personalizzazione.La dinamica bipartitica e l’alternanza al potere sono elementi portanti della politica americana: in tempi diversi, jeffersoniani e federalisti, democratici-repubblicani e Whigs, democratici e repubblicani.I teorici del riallineamento dividono la storia americana in una serie di distinte fasi elettorali, in diversi sistemi partitici. La guerra civile aveva fatto dei democratici il partito del Sud, mentre i repubblicani erano dominanti nel Nord. Dal 1968, tutto è cambiato. La perdita del Sud come bastione del partito democratico è stato uno degli sviluppi più significativi nella moderna politica americana; il riallineamento si è verificato quando gli afroamericani hanno fatto registrare progressi nei diritti civili e sono diventati prevalentemente democratici, di conseguenza, di fronte al sostegno democratico per le politiche antirazziali, molti bianchi del Sud sono diventati repubblicani. Il fenomeno bipartitico si deve in larga misura all’uso generalizzato di sistemi elettorali basati su una formula plurality applicata in collegi uninominali; inoltre anche la divisione dei collegi elettorali della camera e l’aggiornamento della ripartizione dei seggi in base ai censimenti hanno favorito la dinamica binaria, infatti, queste operazioni sono di competenza degli stati, i quali possono definire i confini dei distretti elettorali, tale fenomeno è noto come “gerrymandering” ovvero, il tentativo di ritagliare su misura i collegi per favorire gli interessi elettorali di democratici o repubblicani. Le elezioni in America sono precedute dalle campagne elettorali più lunghe e costose di qualsiasi altra democrazia liberale. L’elezione dei candidati è affidata agli elettori attraverso le primarie, che possono essere:

Primarie chiuse: possono votare solo gli elettori registrati per quel partito, si tratta di un registro pubblico

Page 19: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Primarie semi-chiuse (crossover): come sopra, ma gli elettori indipendenti possono decidere di partecipare per un partito; i registrati democratici o repubblicani possono cambiare affiliazione anche il giorno del voto

Primarie aperte: la partecipazione è aperta a tutti i cittadini che possono scegliere liberamente di anno in anno il partito (nelle blanket primaries si può partecipare alle primarie di un partito diverso per ciascuna carica)

Non partisan: di fatto un elezione a due turni (runoff)Altre informazioni sulle primarie

Fin dall’inizio dell’800 i candidati presidenti sono scelti dai “boss” statali dei partiti riuniti in conventions A partire dagli anni sessanta i delegati alle conventions sono, in gran parte, eletti attraverso le primarie Ciascun partito ha regole proprie, ed anche fra Stato e Stato sono possibili differenza (primarie chiuse e

primarie aperte; i caucuses in Iowa e Nevada) Non si vota contemporaneamente in tutti gli Stati, le primarie iniziano circa 11 mesi prima delle elezioni e

durano circa sei mesi.

Solo in pochi casi si usa il metodo del caucus, è una forma di espressione delle preferenze di una platea ristretta di militanti che prevede l’espressione della preferenza dentro uno spazio fisico, in un contesto di assemblee del partito, per cui si può cambiare opinione durante l’assemblea; gli elettori dei candidati meno votati possono scegliere in un secondo momento di ridistribuirsi fra i candidati più importanti. Pro e contro

Processo lungo e costoso che però può permettere di conoscere a fondo i diversi candidati e consente anche ad outsider di emergere

I partecipanti hanno di solito convinzioni più estreme dell’elettore medio; i candidati vincenti tendono quindi a rimodulare i loro messaggi tra le primarie e le elezioni finali

Nel corso delle primarie preparano e perfezionano l’agenda che poi propongono all’intero elettorato, nel confronto con il candidato del partito antagonista.

La corsa per la presidenza si compone di 4 fasi:- Il primo stadio è la stagione informale precedente alle primarie, anche detta messa in mostra- Seconda fase è la vera e propria stagione delle primarie, che inizia a febbraio e finisce a giugno, quando si

allestiscono le convenzioni nazionali, le quali una volta prendevano le decisioni finali sui candidati, ora sono solo un evento mediatico e autocelebrativo per l’incoronazione del vincitore e la nomina ufficiale del candidato presidenziale.

- Terza fase è la campagna elettorale e il testa a testa fra i candidati presidenziali, questa campagna elettorale finisce a novembre, ma iniziano i dibattiti televisivi tra i due candidati, democratico e repubblicano.

- L’ultima fase è l’elezione; gli elettori non votano direttamente per i candidati in lizza, i quali vengono scelti indirettamente attraverso un collegio elettorale. Uno degli effetti di questo sistema è che i candidati concentrano attenzione e risorse sugli stati più grandi, quindi con maggior numero di grandi elettori.

Ogni due anni, tutti i 435 membri della camera dei rappresentanti devono affrontare le elezioni, nella stessa occasione si rinnova anche 1/3 dei membri del senato. Il costo delle elezioni congressuali è costantemente aumentato negli ultimi 30 anni, facendo del finanziamento della politica uno dei temi più controversi della vita pubblica; i tentativi di riforma fin qui esperiti hanno seguito 3 strategie:

- Imposizione di limitazioni al denaro corrisposto, ricevuto e speso- Obbligo di pubblicità della fonte e dell’uso del denaro- Corresponsione di sussidi pubblici ai candidati, alle organizzazioni elettorali ed ai partiti in lizza per la

presidenza. Nonostante i numerosi provvedimenti approvati, il problema del soft money resta irrisolto, soft perché la legge non richiede la pubblicità dei finanziamenti di cui usufruiscono le strutture statali e locali dei partiti; in realtà, questi soldi influenzano le elezioni federali e questo tipo di finanziamento è diventata una priorità. Le conseguenze delle attuali regole si possono così sintetizzare:

- Costi elettorali crescenti

Page 20: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Minore competizione- Crescente dipendenza da ricchi finanziatori e dai Pacs

Quest’ultimi sono il braccio politico di gruppi di interesse legalmente autorizzati a raccogliere fondi su base volontaria al fine di erogare finanziamenti a candidati o partiti di propria scelta.

Partecipazione politica e partitiDa più tempo e più intensamente che in Europa, in America gli elettori compiono le proprie scelte sulla base della personalità dei singoli candidati; esistono due principali partiti in America: i repubblicani ed i democratici.I repubblicani sono conservatori tradizionali, impegnati a minimizzare il ruolo dello stato in economia, o nuovi conservatori mossi dal desiderio di istituzionalizzare i loro valori morali e religiosi, limitando quindi l’accesso all’aborto, promuovere le preghiere nelle scuole e controllare la pornografia. Il Gop (Grand Old Party), come chiamano i repubblicani il loro partito, tende ad essere in vantaggio tra gli elettori con redditi più elevati ed una miglior istruzione.I democratici sono stati tradizionalmente il punto di riferimento dei gruppi più svantaggiati; sono favorevoli all’intervento dello Stato nel campo dell’assistenza sociale, all’introduzione di regole che disciplinino l’attività della grande industria e tutelino l’ambiente. Traggono i loro consensi tra gli americani più poveri, le minoranze religiose, coloro che hanno livelli più bassi d’istruzione e detengono un netto vantaggio tra i neri dei centri urbani fatiscenti.

Presidenza, Congresso e CorteGli Stati Uniti hanno una forma di governo presidenziale, vi è un presidente eletto con un mandato di durata fissa, che si confronta con un congresso composto da rappresentanti che anch’essi hanno un mandato di durata fissa, ma sono tra loro indipendenti, come la durata dei mandati e non possono mandarsi a casa l’un con l’altro, mentre le loro funzioni legislative ed esecutive sono intrecciate.Gli Stati uniti sono meglio rappresentati come istituzioni separati che condividono però il potere. I padri fondatori avevano in mente un sistema costituzionale dove l’istituzione chiave era il Congresso, non il Presidente; la maggioranza congressuale doveva rappresentare la volontà dei cittadini sia i singoli Stati. Per lungo periodo, fino a Roosevelt, si parla di un governo congressuale, un governo pilotato dal Congresso, con Presidenti che sono più eletti sulla base del sostegno raccolto tra i leader politici territoriali piuttosto che dalla loro capacità di prendere voti dagli elettori. Con Roosevelt, il quale sta in carica per 4 mandati, vi è l’ascesa della presidenza, egli ha irrobustito la presidenza, ciò gli è stato concesso grazie al fatto che è riuscito a far riprendere gli Stati Uniti dalla crisi economica e li ha guidati durante la seconda guerra mondiale, inoltre si è dotato di staff più qualificati, consistenti, ha incominciato ad utilizzare i mezzi di comunicazione di massa, tutto ciò ha fatto sì che l’equilibrio tra Congresso e Presidenza si sia spostato a favore della Presidenza. Ciò ha portato ad una serie di contromosse del Congresso, a partire dalla metà degli anni ’60, infatti all’interno del Congresso sono state costruite strutture che bilanciano le forza della presidenza, Congressional Budget Office.La corte suprema è stata determinante sull’esito di alcune controversie.

La presidenza stratificataI costituenti temevano tanto l’anarchia quanto la tirannia e fecero in modo che i poteri dell’esecutivo e del legislativo si controbilanciassero. Fino alla fine dell’800 il Congresso fu l’elemento dominante; la situazione cambiò con Franklin D. Roosevelt.Fra i poteri costituzionali del presidente rientra la funzione di comandante in capo, il potere di concedere la grazia, stipulare trattati (con il consenso del Senato), nominare ambasciatori e giudici della Corte Suprema, porre il veto sulle leggi del Congresso. L’esecutivo americano opera su diversi livelli: alla base c’è la presidenza amministrativa, costituita dalle agenzie indipendenti, interne ed esterne ai dipartimenti, che agiscono da collegamento tra il Presidente ed il Congresso; i Presidenti dipendono da un numero elevato di individui e istituzioni che insieme rappresentano la presidenza personale, essa coincide con le strutture collocate presso la Casa Bianca e comprende il capo di gabinetto, l’addetto stampa, lo staff per i rapporti con il Congresso ed una serie di consiglieri; inoltre, il presidente è coadiuvato da un

Page 21: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

consiglio di gabinetto: il vicepresidente e 15 ministri a capo di dipartimenti chiave come Esteri, Difesa, Sanità, Sicurezza nazionale, i capi di questi dipartimenti sono nominati dal Presidente, e confermati dal Senato, ma possono anche essere revocati dal Presidente; tale consiglio di gabinetto funziona come un organo consultivo e di coordinamento. Quasi in cima alla lista delle funzioni del Presidente sta scritto che il capo dell’esecutivo deve lavorare con il Congresso, raramente i presidenti operano in modo indipendente dal Congresso. La Casa Bianca contribuisce a determinare l’agenda delle due camere fissando le priorità e istruendo i legislatori del partito del presidente o quelli dell’opposizione disposti a dialogare; la costituzione affida al presidente il potere di apporre il veto sulle leggi del Congresso, questo veto è molto efficace, infatti è stato superato dal Congresso solo il 4% dei casi, in quanto la costituzione richiede, per superare il veto presidenziale, una maggioranza di 2/3 in entrambe le camere. Al presidente spetta la responsabilità di decidere la politica estera del paese. Per il Presidente è importante avere una maggioranza al Congresso, se vuole veder approvate le sue leggi, infatti B. Obama nei suoi primi due anni di mandato, ebbe il sostegno di una maggioranza democratica in entrambi i rami dell’esecutivo, e riuscì a far approvare importanti proposte presidenziali, come la riforma sanitaria (Obama care, sanità gratuita); ma dalla fine del 2010 non riuscì a far approvare nessun altro punto del suo programma originario, questo è un caso tipico del cosiddetto divided government. Dal 1968 gli elettori hanno mostrato un minore attaccamento a ciascuno dei partiti maggiori, gli elettori che sceglievano candidati repubblicani votavano per candidati democratici al Congresso, e gli elettori democratici hanno iniziato a votare per presidenti repubblicani più di quanto gli elettori repubblicani abbiano fatto il contrario; le spiegazioni sono molteplici, ad esempio l’attenzione dei votanti alle singole tematiche che è superiore alla fedeltà al gruppo di appartenenza, l’incumbency effect, ovvero il fatto che i candidati uscenti in cerca di rielezione al Congresso godono di un evidente vantaggio rispetto agli sfidanti. Infine il Presidente sceglie e nomina i giudici federali e li sottopone al voto di conferma del Senato; la costituzione stabilisce che la durata del mandato dei giudici federali è a vita. Mentre gli incarichi di livello più basso sono decisi senza particolari controversie, le nomine dei 9 giudici della Corte Suprema sono decise dalla Casa Bianca principalmente sulla base di considerazioni politiche.Le posizioni più importanti che hanno un’importante ruolo nella politica del Presidente sono: Council of economic adviser e il National security council, questo è il ramo esecutivo del presidente. Terzo strato, costituito da un numero elevato di istituzioni o agenzie indipendenti, costituito ad esempio dalla CIA.

Executive office Il Cabinet I Dipartimenti Le agenzie

Il presidente ha un cospicuo potere di nomina sulle persone che guidano sia di dipartimenti sia le agenzie, senza essere vincolato al partito a cui è legato.

Il CongressoI poteri del Congresso si esercitano principalmente in 4 settori:

- È il braccio dello stato incaricato della formazione delle leggi, è la sede in cui le leggi federali sono presentate, discusse, approvate o respinte

- Con il potere di sorveglianza controlla il lavoro della burocrazia federale, questa funzione è esercitata attraverso il controllo del bilancio dei dipartimenti governativi.

- Ha l’ultima parola sul bilancio federale, che dev’essere approvato da entrambe le camere- Il Senato ha infine il potere di confermare tutte le principali nomine presidenziali.

Esso è costituito dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato, i componenti sono eletti con un sistema uninominale con maggioranza relativa:

Camera dei rappresentanti: oggi è composta da 435 componenti, eletti dai vari Stati con un rapporto tra il numero di rappresentanti di ciascuno stato e la sua popolazione, sono infatti divisi proporzionalmente, ma almeno 1 per Stato. Qui sono rappresentati gli elettorati

Senato, composto da 100 persone in tutto, vengono rinnovati 1/3 ogni due anni, ed hanno un mandato di 6 anni; nel Senato ogni Stato manda due deputati. Qui sono rappresentati i legislativi statali, non gli elettori.

Page 22: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Le due camere hanno delle diversità dovuta sia alle funzioni che svolgono sia alla diversa modalità di elezione, infatti i Senatori restano in carica per 6 anni, mentre i componenti della camera dei rappresentanti durano in carica solo due anni, per cui la carica da senatore è più ambita. Dato il conflitto tra presidenza e congresso, quest’ultimo ha irrobustito il suo staff, che sono più cospicui rispetto a tutti gli altri, una decine di persone per ciascun parlamentare. All’interno della camere ci sono dei ruoli chiave, sia per poter portare avanti le proprie agende sia per il processo legislativo, la più importante differenza tra camera e Senato è che lo Speaker del Senato, che è il presidente del Senato, è il vice presidente degli Stati Uniti, ma non esercita un ruolo politico di direzione dei lavori, quindi al Senato la figura più importante è data dal Leader del partito di maggioranza al Senato, che discute col leader del secondo partito, il leader del partito di maggioranza al Senato organizza e mette in calendario le sedute, assegna i disegni di legge alle commissioni permanenti, coordina la linea politica del suo partito e nomina i membri delle commissioni speciali. Le commissioni si occupano della maggior parte del lavoro; la rappresentanza dei gruppi politici in ciascuna commissione riflette i rapporti di forza all’interno dell’assemblea nel suo complesso.Alla camera, dove non c’è la figura del vice presidente, la figura più importante è lo speaker della camera, che anche in questo caso è la figura politica più eminente del partito di maggioranza alla camera, egli decide l’agenda dei lavori della camera dei rappresentanti.I disegni di leggi possono essere presentati indifferentemente in una delle due camereAltre figure chiavi sono i presidenti delle commissioni permanenti, il governo americano organizza il lavoro su due livelli, prima le leggi sono esaminate da commissioni specializzate di parlamentari, e successivamente arrivano in aula per la votazione. In tutti i casi i Whip sono molto attivi ed influenti.Per ogni parlamentare è importante sia la seniority sia l’affiliazione di partito.Infine il Congresso, nell’ambito delle sue funzioni di controllo e di contrappeso della presidenza, può rimuovere dall’incarico il Presidente, tramite il procedimento di messa in stato d’accusa, previsto dalla costituzione (Impeachment). Il congresso ha il potere di rimuovere il presidente, il vicepresidente, i giudici ed altre figure ai vertici delle istituzioni federali, attraverso la messa in stato d’accusa e la condanna per tradimento, concussione o altri reati gravi. La disciplina del partitoNel Congresso americano, anche per via dell’accentuata personalizzazione delle campagne congressuali, i partiti contano di meno che nei paesi europei, ciò è vero perché nei sistemi parlamentari, dalla disciplina del gruppo parlamentare dipende la stabilità dell’esecutivo; in quello americano c’è l’usanza di fare l’opposto, infatti il Presidente deve cercare di raccogliere voti anche dall’altra parte. A partire dagli anni ’70 l’analisi del comportamento di voto degli americani, mostra che i parlamentare hanno una maggiore tendenza a votare secondo le indicazioni del partito, ciò è causato dalla forte opposizione tra le visioni dei due partiti, ciò ha reso più complicata anche la gestione del governo diviso.Governo divisoEsso consiste nel fatto che c’è un presidente democratico ed una maggioranza congressuale, in una o in tutte e due, repubblicana, questo fenomeno si è verificato abbastanza frequentemente. Questo capita per l’effetto incumbency, vi sono fasi in cui vi è un riallineamento elettorale, che spostano una quota dell’elettorato che non votava o votava per un partito e poi vota per l’altro, altro fattore è che quelli che sono già in carica hanno un vantaggio competitivo maggiore rispetto agli sfidanti, per cui ad ogni elezione, la percentuale dei nuovi entrati è davvero bassa. L’effetto di questo governo diviso è che si può creare un conflitto, anche molto aspro, tra il presidente ed il Congresso, in cui a seconda delle fasi è più avvantaggiato il Congresso o il Presidente, primo effetto i Presidenti devono prevedere l’equilibrio e decidere l’agenda legislativa, altro effetto è che si arriva al tiro alla fune, il Presidente che ha contro il Congresso, che non vuole far passare una proposta di indirizzo del presidente, quindi si può arrivare anche ad uno scontro; questo non a caso è capitato quando democratici e repubblicani stavano cercando di mobilitare i loro elettorati su posizioni molto diverse. I caratteri del policy making: governo diviso, pressione dei gruppi e controllo giurisdizionaleI gruppi di interesse sono in particolare numerosi e molto attivi; può trattarsi di gruppi con interessi non economici che tendono ad aggregarsi intorno ad obiettivi intangibili e sono tenuti insieme da motivazioni di carattere morale, oppure ci sono gruppi definiti di interesse pubblico, con una causa od orientati verso un’unica questione.

Page 23: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Anche i dipartimenti governativi e le burocrazie tentano attivamente di influenzare il policy making, solitamente all’interno dei cosiddetti triangoli di ferro, attraverso relazioni stabili tra burocrazie, commissioni parlamentari e gruppi di interesse non governativi; ad esempio per anni la lobby del tabacco è stata un triangolo di ferro composto dalle commissioni agricoltura di Camera e Senato, dal dipartimento dell’Agricoltura, dai coltivatori di tabacco e dalle industrie produttrici di sigarette.Le attività dei gruppi di interesse sono particolarmente efficaci nel condizionare il governo del paese. Il lobbismo di base implica il condizionamento dei politici attraverso la mobilitazione della loro base elettorale, mentre il lobbismo tradizionale si traduce nel condizionamento esercitato parlando direttamente con eletti ed amministratori. I gruppi di interesse si sforzano di raccogliere fondi per i candidati, di convincere ed educare l’opinione pubblica ed elargiscono a loro volta del denaro. La Corte Suprema può determinare se le leggi federali o statali sono conformi alla Costituzione, in caso contrario può annullarle; in America i tribunali possono anche modificare o correggere le politiche pubbliche, e possono a loro volta stabilire linee politiche, quindi significa che le corti di giustizia possono fissare norme. Dalla seconda guerra mondiale, la Corte Suprema ha dedicato un’attenzione particolare alle libertà, ai diritti civili ed all’uguaglianza sociale, ad esempio la sentenza Brown vs Board of Education pose fine alla segregazione razziale nel 1954, oppure il caso Roe vs Wade che proibì agli Stati di mettere fuori legge l‘aborto.

FranciaDe Gaulle è l’artefice della fase della transizione dalla 4 alla 5 repubblica, ed è una figura molto visibile ed importante dal punto di vista storico. De Gaulle è famoso perché era un militare, andato in GB durante il governo di Vichy, e da là guidava la rivoluzione in Francia. Durante gli anni 1944-46 De Gaulle presiede il governo provvisorio. Nel ’46 però prendono il sopravvento i partiti ed i loro leader, per cui la figura di De Gaulle venne ridimensionata, e si creò un sistema politico simile a quello italiano del dopoguerra, nel senso che è un sistema con molto partiti, multipartitico, caratterizzato da un estrema frammentazione e divisi da questioni ideologiche profonde. Nasce così la 4 repubblica che però è ingovernabile. Poi nel 1956 scoppia la guerra d’Algeria portando anche a degli attentati in Francia, così nell’opinione pubblica prevale l’idea di richiamare in causa De Gaulle, egli guida un governo per cercare di risolvere la crisi algerina, pretende però un mandato, non solo per risolvere la crisi algerina, ma anche per ridisegnare le istituzioni politiche francesi, evitando che il paese tornasse di nuovo davanti ad una crisi senza avere un governo coeso e stabile. De Gaulle ha quindi la possibilità, in un tempo piuttosto breve, di riformare la Costituzione francese, cosa che fece e tale riforma venne approvata con referendum popolare con circa l’82% dei voti a favore, il 28 settembre 1958. Tale riforma concede molto potere al Presidente della Repubblica. Vi sono due linee di pensiero che si sovrappongono che delineano il quadro della riforma, una fa capo a Michelle Debré, finalizzata a dare forza al governo facendo prevalere l’indirizzo del governo nell’attività parlamentare e stabilizzando l’esecutivo, rimanendo nel quadro di una forma di governo parlamentare; l’altra filosofia voleva inserire un ruolo peculiare del capo dello stato, non pensato come una figura di garanzia (capo di stato italiano), ma come un capo dello stato che è la vera espressione dell’interesse della nazione, per cui è anche chiamato ad avere un ruolo dominante sull’attività di governo. La vera svolta però avviene nel 1962 quando De Gaulle indisse un referendum, incostituzionale, per inserire in costituzione l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. La differenza fondamentale tra i sistemi presidenziali e parlamentari è che nel primo caso i mandati del capo dell’esecutivo e dell’assemblea sono fissi e non dipendono dalla reciproca fiducia, mentre nel secondo caso, per restare in carica il governo deve godere della fiducia del parlamento, il quale lo può sfiduciare. Nel sistema semipresidenziale, invece, vi è l’elezione diretta del presidente ed inoltre vi è un primo ministro che deve ricevere la fiducia del governo, però esistono dei sistemi parlamentare che eleggono direttamente il capo dello Stato. Oggi, il sistema francese è detto semipresidenziale, ed è caratterizzato da:

- Il Presidente è eletto con voto popolare, ed è arbitro dell’azione dei pubblici poteri, presiede le riunioni del governo, ha poteri autonomi su politica estera e difesa e ha un potere autonomo di scioglimento

- Il Presidente possiede notevoli poteri, quando è a capo del partito di maggioranza, tali che spingono i leader delle principale forze politiche a competere per la presidenza e rendono il primo ministro un esecutore dell’indirizzo politico presidenziale; a meno che la maggioranza parlamentare non sia controllata da forze politiche avverse al Presidente della Repubblica.

- Il Primo ministro e il gabinetto devono godere della fiducia del parlamento

Page 24: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

In questo caso, coabitazione, il Presidente deve nominare come Primo Ministro il leader del partito avverso, per cui il primo ministro in questo caso, torna ad essere il vero capo dell’esecutivo, anche se al Presidente rimangono poteri esclusivi in materia di politica estera e di difesa. Ma, essendo che le elezioni legislative si tengono poche settimane dopo le elezioni presidenziali, la coabitazione diventa improbabile, per cui per certi versi è quasi un sistema iper-presidenziale. La forza del presidente in Francia è data sia dall’elezione diretta sia dal ruolo che la costituzione gli riconosce, ma dipende anche dalla razionalizzazione del parlamento e dal sistema elettorale che porta alla formazione dell’assemblea nazionale; questi due aspetti fanno sì che ci siano quasi sempre maggioranze parlamentari coese, rappresentativi di partiti o coalizioni con una leadership comune, cosa che consente al presidente, quando è egli stesso il capo della maggioranza, di sommare il ruolo del presidente al Leader della maggioranza, ma si vi è una maggioranza diversa, consente al leader di questa maggioranza di governare, nonostante il Presidente sia di un partito opposto. La razionalizzazione del parlamento consiste nello stabilire dei binari procedurali per il parlamento, circoscrive i poteri del parlamento, in modo tale che i governi abbiano più chance di orientare l’attività del parlamento.Il parlamento razionalizzato:

Le mozioni di censura al governo si considerano respinte se non sono sostenute dalla maggioranza assoluta dei componenti

L’agenda dei lavori parlamentari è decisa dal Governo Il Governo può chiedere al Parlamento di pronunciarsi su un progetto di legge o su una sua parte con un solo

voto, voto bloccato, impedendo l’esame degli emendamenti Se il governo pone la fiducia su un progetto di legge, questo risulta approvato se il parlamento non approva

una mozione di sfiducia nelle successive 24 ore La legge è necessaria solo nelle materie tassativamente previste; per il resto il governo può intervenire con

decreti Le camere si riuniscono 120 giorni all’anno.

Bicameralismo asimmetricoIl bicameralismo francese è asimmetrico e disomogeneo: asimmetrico perché, pur partecipando al processo legislativo, il Senato, in caso di disaccordo con l’Assemblea Nazionale, è quest’ultima spetta l’ultima parola, inoltre, solo un voto negativo all’Assemblea Nazionale costringe il governo a presentare le dimissioni. Disomogeneo perché le due camere sono formate con modalità diverse, l’Assemblea è eletta a suffragio universale e rappresenta la nazione nel suo insieme; mentre il Senato è eletto indirettamente attraverso un collegio di grandi elettori scelti prevalentemente tra gli amministratori locali, esso rappresenta le collettività territoriali della Repubblica.Le commissioni permanenti sono state portate da 6 a 8. Il parlamento è stato rafforzato anche nella sua funzione di controllo con nuovi strumenti, come il suo coinvolgimento in ambiti dai quali era stato escluso come le missioni militari all’estero e la costituzionalizzazione di commissioni parlamentari d’inchiesta che possono essere create in entrambe le camere per ottenere le informazioni necessarie per l’esercizio dei compiti di controllo. Il Senato è un organismo eletto con un’elezione di secondo grado, infatti è eletto indirettamente da una platea composta da amministratori locali, non dà la fiducia ed in caso di disaccordo fra le due camere, prevale il voto finale dell’Assemblea Nazionale; il Senato ha comunque la funzione di riflessione e di perfezionamento della legislazione attraverso modifiche ed emendamenti ai testi, rendendo anche necessarie lunghe e pazienti negoziazioni.Sistemi maggioritari a due turni

4 Repubblica --> proporzionale Per il presidente: sistema elettorale uninominale Majority – Majority; si può votare due volte e vince chi

ottiene la maggioranza assoluta dei voti, se nel primo turno nessuno ha preso la maggioranza assoluta, i due candidati che hanno preso più voti passano al secondo turno, nel quale uno dei due otterrà la maggioranza assoluta.

Per l’Assemblea nazionale (unica camera con un potere legislativo pieno): Majority – Plurality; si vota una sola volta e vince il candidato del collegio che ha preso più voti (maggioranza semplice).

Page 25: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Molti studiosi commentarono il sistema partitico francese, verso la fine degli anni ’70, con l’espressione “quadriglia bipolare” intendendo l’esistenza di due poli, uno di destra ed uno di sinistra, formati entrambi da due partiti, con una forza grosso modo simile. Primarie: I socialisti hanno adottato per primi quelle forme di democrazia interna che portano a coinvolgere elettori e simpatizzanti e, allo stesso tempo, tendono a rafforzare la legittimazione del leader; inizialmente erano primarie chiuse, per i soli aderenti, poi nel 2007 hanno fatto delle primarie semi-aperte, riservate agli aderenti ma precedute da una massiccia campagna di adesioni a soli 20 euro, ed infine, dal 2012 le primarie aperte; inoltre i socialisti dal 1995 hanno adottato l’elezione diretta del segretario del partito. Competizione elettoraleLa trasformazione del sistema partitico, tra Quarta e Quinta Repubblica, è anche conseguenza delle leggi elettorali; il sistema uninominale maggioritario a due turni, adottando per l’elezione dell’Assemblea Nazionale, ha contribuito a rendere bipolare la competizione con la scomparsa del centro.Nelle regioni, allo scopo di contrastare il problema dell’ingovernabilità, fu successivamente introdotto un nuovo sistema elettorale a due turni su liste regionali, con un premio di maggioranza, pari ad un quarto dei seggi, per la lista che ottiene la maggioranza assoluta al primo turno o relativa al secondo, e la possibilità di accedere al secondo turno solo per le liste che hanno ottenuto almeno il 10% dei voti.

Il governo: concentrazione del potere esecutivo e razionalizzazione del parlamentarismoLa costituzione prescrive che il presidente nomini e ponga fine alle funzioni dei membri del governo su proposta del primo ministro; nella scelta dei membri del governo, il loro peso dipende dalla concordanza o meno delle maggioranze. Nel caso di non coabitazione, la volontà del presidente incide in modo significativo e questi possiede di fatto l’ultima parola sulla scelta dei ministri, il potere capo dello stato continua ad essere esercitato anche in occasione di rimpasti, nomine, promozioni o revoche; ciò non si verifica nelle fasi di coabitazione, quando la composizione del governo diventa affare del primo ministro; tuttavia il presidente resta ancora influente grazie all’esercizio di veto presidenziale riguardo la nomina di certe personalità da parte del Primo ministro. Nelle fasi di concordanza delle maggioranza, non coabitazione, la direzione del governo è prevalentemente nelle mani del presidente.Il Consiglio dei ministri, che è presieduto dal Presidente della Repubblica, svolge diverse funzioni: costituisce l’occasione per ricordare ai ministri l’appartenenza ad una struttura collegiale, un luogo di informazione sugli affari dello Stato e, soprattutto, l’occasione per il presidente ed il Primo ministro di esprimere scelte, indicare orientamenti, dare direttive.Per quel che riguarda i rapporti tra esecutivo e legislativo, la Costituzione francese del ’58 ha delimitato esplicitamente il dominio della legge, infatti essa elenca le materie dove il parlamento può legiferare, attribuendo carattere regolamentare alle materie residue; inoltre, l’iniziativa legislativa dei membri del parlamento è limitata dalla disposizione che dichiara inaccettabili proposte di legge ed emendamenti che comportino una diminuzione delle entrato od un aumento delle spese, alla quale i governi hanno fatto un massiccio ricorso. La Costituzione prevede anche una serie di strumenti in mano al governo per forzare la volontà delle assemblee, anche se questo potere è stato ridimensionato dalla revisione costituzionale del 2008. Significativo è il vote bloqué: su richiesta del governo, l’Assemblea si pronuncia sull’insieme di un testo o di una parte di esso con i soli emendamenti proposti o adottati dal governo; di questa pratica, che sospende il diritto di emendamento del parlamento.La revisione costituzionale del 2008 è intervenuta su diversi aspetti del testo costituzionale, compresi i rapporti tra governo e parlamento; per quanto riguarda la razionalizzazione del parlamentarismo, gli interventi sono stati limitati, significativa è la limitazione dell’articolo 49.3 con il quale il governo pone la fiducia su un proprio testo che risulta approvato se non interviene una mozione di sfiducia entro 24 ore, ora esso è limitato solo alle leggi finanziarie e di finanziamento della previdenza sociale.I partiti francesi appaiono ancora più deboli di fronte al forte ed autonomo governo francese, questo loro stato è incrementato dallo spostamento dei leader verso il governo e dalla nomina di numerosi membri del partito nei gabinetti ministeriali, nonché dal fatto che questi leader sono in grado di dirigere il partito attraverso riunioni periodiche e la nomina all’interno della direzione di uomini fidati; inoltre, i ministri devono la loro carica più alla volontà del presidente e del primo ministri che non ai negoziati inter o intrapartitici.

Page 26: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Durante la Quinta Repubblica si è venuta a creare una forte sovrapposizione tra l’élite burocratica francese e la classe politica, tale sovrapposizione si è realizzata da un lato attraverso la cooperazione tra personale politico e alta dirigenza pubblica, dall’altro, con il passaggio dalla carriera amministrativa a quella politica.Le istituzioni politiche territoriali: dalla tradizione centralista alla regionalizzazioneI governi socialisti, a partire dalla legge del 2 marzo 1982, hanno introdotto nel sistema unitario francese un significativo decentramento, infatti sono state ampliate le competenze dei comuni, i quali hanno mantenuto le loro istituzioni territoriali; inoltre è stato modificato in profondità il ruolo dei dipartimenti, con l’ampliamento delle loro attribuzioni ed il passaggio del potere esecutivo dal prefetto al presidente del consiglio generale (esecutivo del dipartimento). Le regioni sono, infine, divenute enti con proprie istituzioni di governo democraticamente elette.A livello regionale, il vero e proprio decentramento politico si ebbe con i governi socialisti; con le leggi del 2 marzo e 22 luglio 1982 e del 7 gennaio 1983, la regione divenne una collettività locale a pieno titolo, con propri organi elettivi, anche se titolare di un mero potere regolamentare e non di poteri legislativi. Il potere esecutivo fu sottratto al prefetto ed attribuito al presidente del consiglio regionale, eletto in seno al consiglio stesso, che a sua volta è eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale, oltre al mantenimento dei compiti tradizionali, alle regioni furono anche attribuite nuove competenze. Mentre le riforme degli anni ’80 erano indirizzate verso il tema della democrazia locale, le riforme realizzate tra il 2003 e 2010 dai governi di centrodestra, così come le riforme realizzate tra il 2014 e 2016 dietro l’impulso di Hollande, sono state tutte improntate verso l’idea di una migliore gestione della cosa pubblica e soprattutto della spesa pubblica.Fino alla più recente riforma, la struttura istituzionale di fondo del “millefoglie territoriale” non è mutata, rimanendo fortemente connotata dalle dimensioni comunale e dipartimentale; nonostante la suddivisone in blocchi di competenze, i diversi enti hanno sempre avuto la possibilità di intervenire in tutti i settori delle politiche pubbliche, grazie ad una clausola generale di competenza, per cui ogni collettività può intervenire in ogni ambito che presenti un interesse per il proprio livello; ciò ha creato una serie di sovrapposizione alle quali ha partecipato anche il livello statale.Per ovviare a questa disfunzionalità, il governo socialista ha approvato in diverse tappe una nuova riforma territoriale. Le 22 regioni della Francia metropolitana sono state ridotte a 13; la riforma ha cercato di meglio definire le competenze di ogni ente ed evitare le sovrapposizioni sino ad ora verificatesi. Sono stati anche approvati gli statuti delle nuove città metropolitane e tutti i comuni sono stati sottoposti all’obbligo di aderire ad una comunità di comuni o ad un’agglomerazione urbana o di aggregarsi ad una delle metropoli. Dotate di importanti poteri, queste metropoli potranno intervenire sul sistema viario che fino alla riforma è stato di competenza dei dipartimenti, sui trasporti scolastici e sulla promozione internazionale del territorio; le competenze regionali sono aumentate a scapito di quelle dei dipartimenti. Il millefoglie territoriale è stato così ridimensionato con l’obiettivo di dare più forza al livello regionale e coordinare le attività dei comuni.I caratteri del policy making: esecutivo ed alta amministrazioneCon il passaggio dalla Quarta alla Quinta Repubblica si è prodotto uno spostamento verso l’alto del luogo dove vengono elaborate le decisioni cruciali di politica pubblica: dal parlamento verso l’esecutivo e l’alta amministrazione. L’ambito più ristretto dove transitano tutte le decisioni importanti e si cerca di assicurare la coerenza tra le diverse politiche riguarda il Presidente, il Primo ministro ed il ministro delle finanze; i vertici delle amministrazioni di settore intervengono quando il loro ambito è coinvolto cercando di promuovere gli interessi settoriali; infine gli attori esterni alla struttura dello stato, come i sindacati, mantengono relazioni prevalentemente con l’esecutivo e l’amministrazione. Il parlamento svolge un ruolo limitato, in quanto interviene solo alla fine del processo ed è in grado di modificare la decisione solo marginalmente.In Francia esiste una tradizione di concertazione con i gruppi di interesse attraverso le commissioni governative, che riuniscono funzionari e rappresentanti degli interessi privati. Nonostante la debolezza del parlamento non sono irrilevanti i contatti dei gruppi parlamentari, piuttosto scarse sono invece le relazioni con i partiti, primo perché non è nel partito che si elaborano le politiche di governo e secondo perché la ristrutturazione del sistema partitico ha reso i partiti più autonomi rispetto ai gruppi parlamentari. L’accesso dei gruppi alle decisioni politiche pubbliche trova un freno nel carattere accentrato e tecnocratico delle istituzioni di governo; per cui i gruppi fanno spesso ricorso a forme dirette, e spesso non convenzionale, di partecipazione come manifestazioni, scioperi, cercando così di allargare l’arena della politica pubblica, in quanto i

Page 27: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

processi decisionali più rilevanti sono controllati dal vertice dello stato, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e facendo ricorso a mobilitazioni e proteste, talvolta accompagnate da violenze.Con il decentramento anche la dimensione territoriale è divenuta rilevante nella produzione delle politiche pubbliche, per cui si è prodotto un frazionamento dell’agenda politica, nel senso che al livello delle entità territoriali problemi locali sono divenuti oggetto di dibattito e hanno condotto alla messa in opera di politiche pubbliche specificatamente locali.Conclusione: supremazia presidenziale e opinione pubblicaLa Quinta Repubblica ha visto il consolidamento di un sistema di governo maggioritario, con un esecutivo che domina il parlamento ed un sistema partitico bipolare, con due grandi partiti dominanti, uno a destra e l’altro a sinistra, che consente l’alternanza; ma oggi, è presente anche un terzo partito, su posizioni estreme, il Front National di Marine Le Pen. Le inchieste di opinione rilevano una scarsa fiducia verso i partiti, infatti solo il 12% dei francesi ha fiducia nei partiti. La percezione che il contesto politico, economico e sociale sia in costante peggioramento, e con esso la qualità della vita, investe anche le istituzioni dello Stato francese, compresa la presidenza; rispetto alle istituzioni politiche francesi, il livello di fiducia è più elevato nei confronti di quelle più prossime al territorio e diminuisce al livello nazionale. I tragici attentati del gennaio 2015, con il conseguente rafforzamento del sentimento di solidarietà verso la nazione francese, hanno prodotto un relativo aumento rispetto al 2014 della fiducia in presidenza e governo, che però si è in poco tempo ridimensionato.Con l’introduzione del quinquennato e l’elezione presidenziale che precede quella dell’Assemblea Nazione, la coincidenza delle maggioranze sembra essersi avviata a divenire la norma, così come l’istituzionalizzazione della dominanza del presidente sul primo ministro

Lezione sulla Francia2017 anno particolare per via delle 11 possibili elezioni e anche per via dell’elezione di Macron, che fino a poco tempo prima era sconosciuto, è il presidente più giovane della storia francese, inoltre prima del 6 aprile 2016 il partito EnMarch non esisteva, lo creò Macron, la cosa straordinario è che dopo un anno dalla creazione del suo partito è già riuscito a diventare presidente. La sua elezione è dovuta a due elementi distinti:

- Rinuncio di Holland di non candidarsi alla sua successione, questa rinuncia è dovuta al fatto che era molto contestato sia all’interno del proprio partito sia nell’opinione pubblica, inoltre l’argomento che avanzò è che se si fosse candidato avrebbe diviso la sinistra, ma in realtà lui la poteva tenere unita, infatti ora la sinistra è divisa.

- L’affare Fillon, candidato per la destra, che tutti pensavano che fosse vinto da lui, ma è riuscito a perdereOra come ora ci si chiede se ci sarà un’opposizione in Francia, in quanto EnMarch ha una grande maggioranza, mentre fino a qualche mese prima ci si chiedeva se Macron sarebbe riuscito ad avere una maggioranza, ed ancora prima se Macron sarebbe riuscito a superare il primo turno.Macron deve tutto a Holland che lo nominò ministro dell’economia nel 2014. Il modo in cui creò il suo partito è totalmente diverso dalla creazione dei partiti classici, in quanto per farne parte basta solo essere convinti, condividere le sue idee, con pochi click raggiunge un enorme numero di militanti, secondo, vuole occupare una posizione politica che è sia vuota che piena, vuota perché pochi partiti riescono ad occuparlo e pieno perché tutti cercano di occuparlo; la posizione si vince con il centro ma venendo da un lato, da destra o da sinistra. Macron riesce a vincere con il centro essendo il centro, ma vinse con gli elettori di sinistra.Questa scommessa è pazza perché ha creato un partito nuovo un anno prima delle elezioni presidenziali, il partito politico serve sia perché per essere candidato bisogna avere le firme di 500 persone elette e che devono provenire da almeno 30 province, inoltre serve anche per il sostegno sia personale che materiale e finanziario. Prima delle legislative ci si chiedeva se sarebbe riuscito ad avere una maggioranza, dopo le elezioni legislative invece, ci si chiede se ci sarà ancora un’opposizione. Ai francesi non piace la coabitazione, la scelgono solo quando non hanno altra scelta, quando non possono mandare via il Presidente, per cui anche nelle legislative Macron ottiene una buona maggioranza. Il Presidente della 5 repubblica è eletto direttamente dal popolo, come quasi tutti i paesi europei, ma l’elezione francese è particolare perché non viene eletto per rappresentare lo Stato, ma viene eletto per portare un programma politico, un messaggio politico e viene eletto sulla base di un programma politico; il potere del Presidente è che può nominare il Primo Ministro, può nominare chi vuole basta che costui abbia una maggioranza

Page 28: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

alla Camera, per cui il Presidente sa che deve nominare un Primo ministro ed un governo che abbia la maggioranza alla camera. Per cui un Presidente eletto non ha nessun potere, ha solo potere di nomina, il potere lo ottiene alle legislative, in quanto sono loro che danno una maggioranza al Presidente, permettono al Presidente di nominare un Primo ministro; essendo che le legislative si tengono 5 settimane dopo le presidenziali, gli elettori francesi non vanno ad eleggere una maggioranza ostile al nuovo Presidente, così dando una maggioranza al Presidente gli permettono di portare avanti il proprio programma politico, infatti il sistema politico francese è parlamentare, in quanto il potere politico viene dal parlamento, in particolare dall’Assemblea Nazionale.

2 PARZIALEGermaniaIl contesto della transizioneLa storia della transizione tedesca ha segnato l’assetto del futuro sistema politico; era stata divisa in 4 aree di occupazione da parte degli Alleati, e la capitale Berlino era a sua volta divisa in 4 aree.La cosa importante è che la democrazia tedesca nasce come un democrazia protetta, per indicare una democrazia sotto sorveglianza, sorvegliata dalle truppe alleate, per cui anche la scrittura della carta costituzionale si svolge sotto la sorveglianza internazionale delle forze alleate, che avevano occupato il paese.La storia della Germania è una storia di successo sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista politico-istituzionale; è stata rielaborata la memoria del passato nazista, portando ad una trasformazione della cultura politica che registra una consolidata riaffermazione dei valori delle democrazie liberali, accompagnata da una ripresa economica e da istituzioni politiche stabili, superando anche la riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino. Il successo economico forse c’entra con l’assetto politico e istituzionale, che ha garantito per molti anni una forma di condivisione generalizzato sulle istituzioni politiche (fiducia) e governi forti e stabili. Questo ha anche a che fare con le scelte costituenti: legge fondamentale costituita da un organismo evidentemente influenzato dall’amministrazione americana, così come l’assetto federale, federalismo cooperativo, costituzione rigida, banca centrale, clausola di eternità, corte attiva. Importanza della regolazione dei partiti.Inoltre, si decise di codificare un nucleo costituzionale, un sistema di valori, che non può essere modificato neppure da un’ampissima maggioranza; in base alla clausola di eternità sono sottratti alla revisione costituzionale sia i diritti fondamentali, relativi alla dignità umana, sia i principi basilari di struttura dello Stato. Altra fondamentale limitazione costituzionale della sovranità parlamentare è data dall’assegnazione della funzione di custode della Costituzione alla corte costituzionale federale.Le scelte costituenti

Una legge fondamentale, in attesa della riunificazione, senza assemblea costituente; garantendo una forma di consenso, di fiducia, generalizzata sulle istituzioni politiche, ciò a che fare con le scelte costituenti. L’assemblea era costituita da un organismo che era espressione dei Land, in cui vi è l’influenza dell’amministrazione americana, i quali impongono un assetto federale.

Federalismo cooperativo, che serviva ad impedire una concentrazione eccessiva dei poteri nel governo centrale, (Modello di federalismo con il quale si garantisce una certa autonomia agli stati membri, anche se essi dipendono pur sempre dallo stato centrale, il quale disciplina alcune materie essenziali quali la politica estera, la difesa, il diritto di resistenza.). Dove la legislazione spetta al governo centrale, ma l’amministrazione dello Stato è fortemente decentrata verso i Land, inoltre adottano una costituzione rigida, non facilmente modificabile, che per passare deve avere delle importanti maggioranze in tutte e due le

Page 29: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

camere le quali rappresentano ruoli diversi e sono composti in maniera diversa, il Bundestag è espressione degli elettorati e ha una composizione caratterizzata dal peso relativo dei vari partiti, invece, il Bundesrat è espressione dei governi di ciascun Land, bicameralismo asimmetrico; clausola di eternità, alcuni principi fondamentali non possono essere in alcun modo modificate. Infine, vi è una banca centrale che è indipendente dal governo, a cui si affida la gestione della politica monetaria.

Parlamentarismo razionalizzato, il leader del governo ha sviluppato un rapporto di responsabilità sempre più diretto nei confronti degli elettori; dispositivi costituzionali per stabilizzare il raccordo esecutivo-legislativo sono la sfiducia costruttiva e lo scioglimento anticipato del Bundestag, i quali servono per evitare un’eccessiva instabilità del governo.

Altro elemento importante per la democrazia tedesca è la presenza di una corte costituzionale che tutela i limiti al pluralismo:

- 1952-56, dichiara fuori legge il partito socialista del Reich e il partito comunista tedesco- 1961, impedisce al cancelliere Adenauer la creazione di un tv pubblica federale- 1993,

Nella regolazione dei partiti nell’assetto istituzionale tedesco, parteienstaat, si afferma che i partiti possono svolgere il loro ruolo se all’interno dei loro ordinamenti sono conformi ai principi democratici.Sistema elettorale del BundestagSistema elettorale misto-proporzionale a compensazione totale, attribuisce separatamente alcuni seggi con un metodo identico a quello britannico, infatti metà dei rappresentanti sono eletti in collegi uninominali con il metodo della maggioranza semplice, l’altra metà dei seggi invece viene assegnata sulla base di liste bloccate in circoscrizioni plurinominali che coincidono con i 16 Land; per cui l’elettore ha una scheda in cui può votare due volte, una per il seggio uninominale e l’altra per il voto del partito. Il sistema elettorale tedesco viene chiamato a compensazione completa in quanto la parte proporzionale compensa totalmente le distorsioni della parte maggioritaria. Unica cosa che limita la proporzionalità è la clausola del 5%, i partiti che non arrivano a tale soglia sulla seconda scheda, non ottengono seggi, le quote di voto perse dai partiti sotto soglia, sono redistribuiti tra gli altri partiti. Tale meccanismo incentiva in maniera più limitata la formazione di maggioranze politicamente coerenti. Altro effetto di questo sistema elettorale “proporzionale personalizzata” con lo sbarramento al 5% è che ha contribuito a mantenere limitato il pluralismo politicoIl governo: democrazia del cancelliere e politica di coalizioneIl cancelliere viene eletto dal Bundestag senza dibatti, a scrutinio segreto e con il quorum della maggioranza assoluta, tra i due vi è un rapporto di fiducia; il Bundestag ha il potere di destituire il cancelliere, tramite la sfiducia costruttiva. Il cancelliere ed il suo gabinetto detengono il monopolio dell’iniziativa politica, sia per la determinazione delle linee guida della politica di governo, sia per la scelta dei tempi e delle modalità per la realizzazione delle riforme. Una volta trovato un accordo tra i vari membri della coalizione, questo viene presentato come progetto di legge a nome di tutto il gabinetto; il cancelliere assume personalmente l’iniziativa politica in relazione alle questioni più rilevanti, può inoltre bloccare un’iniziativa ministeriale che considera incompatibile con la sua linea politica. In presenza di una simbiosi quasi perfetta tra esecutivo e maggioranza, il cancelliere è anche leader della maggioranza parlamentare, il voto della maggioranza alla Camera bassa finisce per ridursi quasi sempre ad una mera formalità. Tuttavia il cancelliere non può essere considerato come il detentore assoluto del potere decisionale, primo perché sia l’autonomia dei singoli ministri sia il principio della responsabilità collettiva del governo sono costituzionalmente garantiti; secondo perché il cancelliere si è sempre trovato all’interno di un governo di coalizione, non potendo perciò prescindere dalle rivendicazione del partito alleato. Per quanto riguarda il potere di indirizzo politico, anche qui il cancelliere è vincolato da un lato dagli accordi programmatici postelettorali, dall’altro dalle decisioni prese all’interno del gabinetto o degli incontri informali; questi vincoli, però, possono essere considerati come efficaci meccanismi di stabilizzazione del governo, dal momento che definiscono una serie di regole che contribuiscono a disciplinare i rapporti interni alla coalizione.Il primo accordo di governo tra i cristiano-democratici ed i socialdemocratici fu espressione di due fenomeni di lungo periodo strettamente collegati: la strutturazione del sistema partitico su una logica bipolare ed il consolidamento di una cultura politica consensuale. Sistema partiticoTre partiti storici, due partiti e mezzo

CDU/CSU, democristiani

Page 30: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

SPD, socialdemocratici FDP, liberali che erano assenti nel 2013

Tre nuovi partiti Verdi, dagli anni ‘80 Linke, post comunisti ed ex-SPD nel 2005 Alternative fur Deutschalnd, destra radicale anti-immigrati, anti-gay, anti-islam; fondato da un economista

con l’obiettivo di ridurre i vincoli comunitari con la Germania, richiedendo maggior autonomia monetaria tedesca rispetto a quella europea; successivamente ha assunto tratti più simili a quello del Front National in Francia, si è radicalizzato, e sono i messaggi di questo tipo che hanno rafforzato i voti a tale partito.

Condizioni della stabilità: gli elettori tedeschi preferiscono votare per il cancelliere in carica, il cancelliere viene eletto personalmente dal Bundestag, sfiducia costruttiva. La democrazia del cancelliere è l’elemento distintivo del sistema politico tedesco; il cancelliere ed il suo gabinetto detengono un monopolio dell’iniziativa politicaIl parlamento: il bicameralismo federaleIl parlamento tedesco ha una struttura bicamerale: il Bundestag, eletto a suffragio universale ed il Bundesrat, composto dai rappresentanti dei governi regionali dei Lander. Essi differiscono per molti aspetti: innanzitutto il Bundestag è composto da 598 membri mentre il Bundesrat è composto da 69 membri; tali membri sono rinnovati ogni 4 anni per il Bundestag mentre per il Bundesrat vengono designati in seguito alle diverse elezioni regionali, in una misura da 3 a 6 in base alla popolazione del Land. Nel Bundestrat vige il mandato imperativo e dunque il voto unitario per evitare divisioni. L’immunità parlamentare invece, vale solo per i membri della camera eletta direttamente dal popolo, Bundestag. Prima della riforma del 2006, nel processo legislativo il consenso del Bundesrat era richiesto costituzionalmente per più della metà delle leggi federali, inoltre, il Bundesrat può esautorare il Bundestag, determinando l’approvazione di una proposta di legge nonostante il parere contrario della prima camera. Il Bundesrat è considerato una sede istituzionale efficace per garantire l’autonomia dei Lander nel rapporto tra centro e periferia; d’altra parte però, le decisioni di voto del Bundesrat sono state spesso orientate dalle direttive di partito piuttosto che dagli interessi peculiari regionali. Ad esempio, durante il secondo mandato di Schröder, i partiti all’opposizione, che avevano la maggioranza al Bundesrat, non si sono fatti scrupoli a condizionare, od a bloccare l’attività del governo federale attraverso il potere di veto della seconda camera. Il rischio di immobilismo decisionale è stato però quasi sempre scongiurato grazie al prevalere di strategie cooperative in sede di commissione di mediazione congiunta, esso è un organo composto da 32 membri (16 per camera) a cui viene affidata la risoluzione delle controversie che emergono in ambito legislativo tra il Bundestag ed il Bundesrat.Istituzioni politiche territoriali: il federalismo cooperativo in trasformazioneCiascun Land dispone di organi legislativi ed esecutivi propri e persino di una propria Costituzione; si tratta di costituzioni piene, ovvero che disciplinano i vari aspetti relativi all’organizzazione ed al funzionamento del Land. Per quanto riguarda la ripartizione delle competenze tra centro e periferia, ai Lander viene riconosciuta un’iniziale competenza, laddove non sia espressamente prevista una potestà in favore del Bund; in particolare, la federazione ha una competenza esclusiva in materia di politica estera, di difesa e monetaria, ed una competenza concorrente in materia di diritto civile e penale, tutela dell’ambiente e ricerca scientifica.Sui Lander ricade invece l’intera responsabilità per l’implementazione amministrativa delle leggi federali. Questa particolare divisione delle competenze tra centro e periferia, divisione orizzontale, è alla base di ciò che viene chiamato federalismo cooperativo.Al fine di modernizzare l’ordinamento federale e renderlo più efficiente, nel 2006 la coalizione guidata da Angela Merkel, ha varato una riforma che ha stabilito una più chiara ripartizione delle responsabilità politiche ed anche un parziale riordino delle competenze tra Bund e Lander; per compensare questa riduzione dei diritti di partecipazione alla legislazione federale, ai Lander è stata riconosciuta la facoltà di legiferare in deroga alla disciplina federale in alcune materia di competenza concorrente; l’introduzione di tale diritto di deroga rappresenta un’apertura verso un modello di federalismo meno unitario e solidale, dando maggior raggio di azione ai Lander per trovare soluzioni che meglio rispondono alle esigenze dei cittadini.

Italia

Page 31: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Dal fascismo alla repubblica25 luglio 1943, destituzione di Mussolini, questo è il punto d’avvio della transizione verso la democrazia. Successivamente, tra il 3 e l’8 settembre 1945, si ha l’armistizio; le élite governative vengono sostituite da politici di provenienza diversa, arrivando al governo il 18 giugno 1944 con Bonomi e Parri. Infine il 25 aprile 1945 sia ha la Liberazione dal fascismo. Il 9 dicembre 1945 arriva al governo De Gasperi, DC, che governa insieme a tutti gli altri partiti anti-fascisti. Il primo momento in cui vengono verificati i consensi degli italiani ai vari partiti al governo è il 2 giugno 1946, giorno in cui si tengono le prime elezioni ed il referendum costituzionale; le elezioni daranno come vincitore la DC, che governa con altri partiti (PCI, PSI, PRI) con De Gasperi. Dopo il volo negli USA di De Gasperi, si rompe il Comitato di Liberazione Nazionale, con l’uscita dal governo dei partiti comunisti e socialisti, a causa degli accordi presi da De Gasperi negli Stati Uniti. Il 31 dicembre 1947 viene approvata la Costituzione, che entrerà i vigore il 1° gennaio 1948. Il 18 aprile 1948, si tengono le elezioni fondative in cui vince la DC con la maggioranza assoluta.Il contesto costituente

Reciproca diffidenza tra le principali forze politiche, in quanto ciascuno temeva che se l’altro avesse vinto, avrebbe potuto mettere fuori gioco i suoi avversari, timore che avevano sia i DC sia i partiti di sinistra. Nessuno voleva che il partito che prendesse più voti, che vince, potesse governare come in GB, chi vince può governare, ma con forti limitazioni dell’esecutivo.

Complesso del tiranno, questa paura porta: al sistema proporzionale, ad avere un esecutivo debole ed un parlamento ridondante. Sistema proporzionale, ciascun partito ha la sua quota di voti, per cui nessun partito può stravincere; la nuova classe politica di partito è quella che controlla la scena, perché è venuta meno la monarchia, e sono la DC e il PCI.

Equilibrio tra le parti piuttosto che competizione e stabilità dei governiProporzionali con varianti.A quasi tutti i livelli, vi è un sistema iper-proporzionale, costruito in modo che anche un partito con l’1% dei voti ottiene rappresentanza, per cui si favorisce la frammentazione dei partiti; inoltre, gli elettori hanno la possibilità di dare un voto di lista ma anche un voto di preferenza tra i candidati dello stesso partito votato nel voto di lista. L’esistenza di un voto di preferenza crea un doppio livello di competizione, tra i vari partiti ma anche all’interno di ogni partito tra i vari candidati che si combattono per ottenere le preferenze, generando una difficoltà a mantenere una coesione dei gruppi parlamentari.

Camera, Regioni, Comuni, vi è una formula proporzionale senza soglia e vi è un voto di lista con preferenze Senato e province, si vota con un sistema uninominale proporzionale Comuni con meno di 5K abitanti, vi è un sistema maggioritario plurinominale 1953, la cosiddetta legge truffa, De Gasperi, che aveva intuito che le successive elezioni sarebbero state più

complicate senza dare una netta maggioranza, propose una legge che avrebbe dato una maggioranza molto larga sulla base di una soglia troppo alta, 65% dei seggi con il 50%+1 dei voti; da allora si consolida la logica proporzionale

Ciò ha portato a consolidare la democrazia attraverso i partiti, i quali traevano i loro consensi da ampie categorie di persone che si indentificano nell’ideologia del partito, ciò ha portato a far sì che per molti anni gli equilibri rimanessero gli stessi. Ciascun partito, soprattutto i due più grandi, è sostenuto, non da un elettorato volatile, ma un elettorato organizzato, che si riconosce nelle subculture, ovvero reti di persone, di organizzazioni, che condividono una certa visione, un’ideologia, che li separa da altre subculture.

Zona bianca, prevale la subcultura cattolica, intessuta di parrocchie, scuole, banche popolari, sindacati, associazioni sportive (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia);

Zona rossa, prevale la subcultura costruita intorno al movimento operario ed al PCI, con imprese e cooperative, case del popolo, circoli culturali e ricreativi, (Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria). In Romagna ed in Toscana erano anche presenti subculture di orientamento repubblicano, con radici anarchiche ed anti-clericali.

Zona industriale, c’è maggiore eterogeneità e pluralismo di circuiti associativi (Piemonte, Liguria e Lombardia)

Zona meridionale, mancano le strutture associative. Per cui l’elettorato è più volatile. Tre tipi di elettori

Page 32: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Elettore di appartenenza, elettore che non sceglie, è parte di una subcultura, è convinto che quel partito sia l’unico giusto, si identifica completamente con un partito

- Elettore d’opinione, non è parte di nessuna subcultura, e valuta di volta in volta quale partito votare- Elettore di scambio, elettore che valuta la scelta sulla base della disponibilità dei partiti, o singoli candidati a

risolvere problemi che riguardano lui stesso, a soddisfare un suo specifico interesse; esso è prevalente nelle posizioni periferiche, nei piccoli paesi, soprattutto nella zona meridionale

Pluralismo polarizzatoIl sistema partitico genera delle tendenze strutturali ricorrenti, il sistema italiano, come quello francese della 4 repubblica, ha una dinamica peculiare perché c’è un centro che è occupato da un grande partito, DC, e dai suoi alleati, che governerà ininterrottamente dal 1948 al 1994, grazie anche al fatto che vi sono due partiti ai poli opposti, con due ideologie completamente opposte, come il PCI ed il MSI, che per questi motivi non possono allearsi e non sono compatibili con il governo; ciò va a rafforzare la DC.Vi è un centro che vince perché le due ali estreme non sono convincenti e non ottengono abbastanza voti per governare. Questo pluralismo polarizzato produce due effetti:

- I partiti all’opposizione erano indotti a tenere un atteggiamento irresponsabile in quanto sapevano che non sarebbero mai stati messi alla prova del governo e quindi non sarebbero mai stati chiamati a mantenere le loro promesse.

- I partiti al governo, non potendo essere sostituiti, avevano pochi incentivi a proporre e realizzare piani di riforme incisivi.

La competizione elettorale: dal proporzionalismo ai sistemi Majority assuringBipartitismo imperfetto: con questa espressione si vuole segnalare l’asimmetria tra i due partiti maggiori e l’impossibilità di un’alternanza al potere. La struttura della competizione sarebbe mutata poi, per gli effetti dei nuovi sistemi elettorali di impianto maggioritario.

Comuni con meno di 15K abitanti, la legge del ’93 stabiliva che il sindaco venisse eletto con la formula plurality in un unico turno; gli elettori potevano dividere il loro voto tra un certo candidato a sindaco ed una lista che gli si oppone. Dal 2012 è stata introdotta la doppia preferenza di genere. La lista collegata al candidato vincente ottiene sempre i 2/3 dei seggi disponibili, mentre gli altri sono spartiti secondo il sistema d’Hondt

Comuni con più di 15K abitanti, per l’elezione del sindaco è richiesta la maggioranza assoluta, quindi vi è la possibilità di un secondo turno tra i due candidati più votati. I partiti collegati al sindaco vincente ottengono i 3/5 dei seggi, a meno che una coalizione diversa da quella che sostiene il sindaco eletto abbia ottenuto al primo turno più del 50% dei voti, oppure che uno dei candidati a sindaco venga eletto al primo turno, ma la sua coalizione ottenga meno del 40% dei voti.

Province, simile ai comuni con meno di 15K abitanti; dal 2014 gli organi delle province sono eletti in secondo grado dai consiglieri comunali e dai sindaci.

Regioni, simile ai comuni con più di 15K abitanti, in questo caso però il premio di maggioranza viene assegnato sempre alla coalizione collegata al candidato presidente risultato eletto; ciò che varia è la quantità del premio, che è pari al 20% dei seggi se la coalizione vincente non ha già raggiunto la maggioranza assoluta, si riduce al 10% se l’ha già ottenuta.

Il sistema di elezione di Camera e Senato è cambiato diverse volte, nel 1993 fu adottato il sistema elettorale misto maggioritario, legge Mattarella, i 3/4 dei senatori venivano eletti in 232 collegi uninominali con formula plurality, i restanti 83 seggi venivano ripartiti in base alla formula d’Hondt, assegnati ai migliori perdenti.I 3/4 dei deputati venivano eletti in 475 collegi uninominali con formula plurality, i restanti 155 venivano invece eletti in 26 circoscrizioni plurinominali sulla base di liste bloccate. Nel 2005 i leader del centrodestra decisero di sostituire la legge Mattarella e di eliminare i collegi uninominali; decisero quindi di adottare un sistema proporzionale con premio di maggioranza ad un turno, con una differenza cruciale tra Camera e Senato. Alla Camera il premio di maggioranza andava alla coalizione, od al partito, che avesse ottenuto il maggior numero di voti a livello nazionale, attribuendo il 54% dei seggi; al Senato il premio veniva invece assegnato regione per regione. In questo modo la coalizione vincente al livello nazionale correva il rischio di ottenere

Page 33: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

una maggioranza risicata al Senato o di non averla affatto. Infine tale legge, legge Calderoli, con le sue lunghe liste bloccate metteva la scelta dei parlamentari nelle mani dei dirigenti di partito.Nel 2015, su iniziativa del nuovo segretario del PD e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con l’accordo del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il parlamento approvò una revisione della legge elettorale adottando il cosiddetto Italicum, che era valido solo per la Camera. Tale legge aumentava il numero di circoscrizioni, le liste circoscrizionali diventavano molto più corte e soltanto i capilista risultavano eletti in base all’ordine di presentazione, mentre gli altri conquistavano il seggio in base al numero di preferenze individuali; era prevista anche qui la doppia preferenza di genere. Veniva ripristinato il premio di maggioranza, ma veniva attribuito alla singola lista più votata, se nessuna lista otteneva più del 40% dei voti, si procedeva verso un ballottaggio tra le due più votate, con l’assegnazione del premio alla lista vincente, 340 seggi. La stabile instabilitàSi ha una configurazione che porta ad una stabile instabilità, ovvero alla stabilità di alcuni elementi del sistema, stessi partiti che governano e stessi partiti che stanno all’opposizione, è stabile anche la classe politica in quanto non vi è il ricambio, Andreotti è sottosegretario nel 1947 e diventa premier nel 1972; invece i governi sono instabili, si hanno 47 governi in 45 anni.-Non c’è competizione tra i partiti, quindi si sa con certezza che il governo si dovrà formare nell’ambito della coalizione che ruota attorno alla DC, c’è una competizione interna alla DC e tra la DC e i suoi alleati sulle linee politiche da perseguire. Non c’è nessun dispositivo istituzionale contro le degenerazione del parlamentarismo, i risultati elettorali non delimitano le coalizioni e non determinano il nome del premier, non ci sono limiti ai possibili tentativi per formare un nuovo governo, è necessaria una doppia fiducia, sia alla camera che al senato; il voto viene espresso dopo il giuramento al quirinale in favore di tutto l’esecutivo e non vi è la sfiducia costruttiva. Correnti DC e partiti alleati nel gioco senza fine delle crisi

- Dissociazione tra leadership di partito e premiership, in Italia vi è una stranezza in quanto il leader del partito non è detto che sia il Premier

- Distribuzione proporzionale dei ministeri e sotto-governo- Sfere di influenza riservate e poteri di veto- Vertici, crisi e rimpasti- Alternanza interna DC e DC-Laici, dal 1982

La seconda transizioneQuesto sistema entra in crisi, forse è troppo ravvicinato perché vi sia una condivisione sulle ragioni di tale crisi.

- 1989 cade il muro di Berlino e si dissolve il fattore K- Dal ’92 al ’94 il sistema politico cambia radicalmente; nel 1990 al Nord si affermano le Leghe, nel 1991 vi è il

referendum contro le preferenze, che si pensava fosse alla base della corruzione e di finanziamenti illeciti perché richiedeva molte risorse e spese a proprio nome, tale referendum fu fatto con l’obiettivo di cambiare la natura del sistema elettorale, passando da un proporzionale ad un maggioritario a maggioranza semplice e basato sui collegi uninominali, ciò fu possibile per via di una caratteristica tecnica del Senato, in quanto per il Senato si usava una legge elettorale uninominale (come in GB e Francia) ma proporzionale, il primo otteneva il seggio solo nel caso in cui avesse ottenuto almeno il 65% dei voti nel suo collegio, ciò non capitava quasi da nessuna parte, per cui i seggi venivano ripartiti su base proporzionale; si cancellò la regola del 65%, per cui il Senato diventò per i ¾ dei seggi uguale a quello della Gran Bretagna.

- Nel 1992 inizia la crisi finanziaria, aumenta il debito pubblico e la pressione fiscale, esponendo il paese davanti ad una crisi monetaria, per cui bisogna aumentare la pressione fiscale, cosa che fece Andreotti, facendo pagare molte tasse. Il sistema entra in crisi per via di questi avvenimenti, i quali hanno messo in crisi il sistema politico ma hanno proposto un sistema politico diverso.

- 1992 si tiene il Maxi processo confermato in Cassazione, con i conseguenti attentati mafiosi- 1992, arresto di Mario Chiesa ed inizio di Mani Pulite- 1993, referendum per il maggioritario basato sui collegi uninominali, e nuove leggi elettorali- 1993, il CS vince nei comuni e scende in campo Berlusconi- 1994-1996, si afferma il bipolarismo

In un momento in cui l’opinione pubblica chiedeva un cambiamento, ed era arrabbiata con la classe politica, qualcuno ha proposto una soluzione che all’opinione pubblica sembrava un cambiamento, quindi alla fine di tutte queste vicende, con il referendum si produce l’effetto di cambiare il sistema elettorale. Ciò mostra quale può essere l’impatto dei sistemi elettorali sulla struttura della competizione politica, in quanto l’unica cosa che cambia nel 1993

Page 34: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

è il sistema elettorale, ma ciò porta ad una ristrutturazione del sistema partitico con una dinamica molto diversa rispetto a tutti gli anni precedenti. La svolta della seconda transizione è rappresentata dal referendum del ’93, il quale porta alle elezioni del ’94 ad un bipartitismo: centro-destra guidato da Berlusconi e il centro-sinistra, composto dagli eredi del PCI; ci troviamo davanti uno scenario completamente diverso rispetto al ’92. Com’è potuto avvenire? Ci sono 3 motivi principali:

1) Cade il muro di Berlino, 1989, per cui viene meno la percezione che il PCI non possa stare al governo, essi cambiano anche il loro nome in PdS; ciò permette di liberare una quota dell’elettorato, che votava DC “chiudendosi il naso”, a votare per forze politiche più radicali.

2) L’inefficienza del modello politico, con una classe politica in cui non vi è il ricambio ed i partiti sono sempre gli stessi, porta alla crisi finanziaria del 1992; per far fronte a tale crisi, i governi sono costretti ad attuare manovre di pressione fiscale, tra cui: il prelievo diretto sui conti correnti di tutti gli italiani, ciò genera un risentimento nell’opinione pubblica, soprattutto nel centro-nord.

3) Casi di corruzione, che portano all’inizio di Mani Pulite. Questi 3 fattori spiegano il motivo del passaggio alla nuova repubblica, al nuovo sistema elettorale e l’affermazione di nuovi partiti. Anni ottantaIn questi anni si indeboliscono tutti i vecchi partiti, dovuto a:

- Secolarizzazione, che causa la perdita dell’identificazione con le istituzioni, ad esempio con la Chiesa Cattolica, infatti da quegli anni aumentano costantemente i matrimoni civili.

- Diminuzione della partecipazione elettorale, dovuto alla scarsa fiducia verso i partiti- Allentamento delle identificazioni partitiche, gli elettori votano con maggiore libertà, ovvero si riduce

progressivamente l’elettorato di appartenenza. - Emergono nuovi partiti come i Verdi e la Lega, prima in veneto e poi in Lombardia.

La seconda repubblica in breve Sistemi elettorali di impianto maggioritario, questa è una novità in quanto prima il sistema elettorale era

proporzionale, per cui ogni partito correva da solo, ora invece i partiti cercano coalizioni per cerca di vincere. Tutti i partiti sono “ammessi” a far parte del governo, il PCI diventa una componente rilevante del centro-

sinistra, così come An del centro-destra; il bipolarismo inizia con le elezioni del comune di Roma, quando Berlusconi dichiara che se avesse potuto votare, avrebbe sostenuto G. Fini. Ora, non ci sono più partiti anti-sistema che sono esclusi dal governo.

Sistema partitico bipolare e coalizioni pre-elettorali, ciò porta all’alternanza di forze politiche al governo, infatti gli italiani tendenzialmente, votano contro al partito, alla coalizione, che ha appena governato.

Nuovi partiti con deboli identificazioni, questi nuovi partiti sono invenzioni messe in campo pochi anni prima, ne è un esempio Forza Italia di S. Berlusconi.

Agenda parlamentare in mano al governo, la competizione così strutturata, fa sì che ciascuna delle 2 coalizioni debba dire chi sarà il Presidente del Consiglio in caso di vittoria

Maggiore autonomia per le regioni ed i comuni, questa maggiore autonomia è avvenuta in 3 step:- 1993-95, si introduce l’elezione diretta per i candidati sindaci e presidenti regionali, diventando così figure

più autorevoli ed ottengono anche la possibilità di chiedere maggiore autonomia. - 1997, si ha la riforma Bassanini, che ha trasferito nuove competenze e risorse dallo stato agli enti territoriali

e locali- 2001, riforma del Titolo V della Costituzione, ha concesso anche alle regioni a statuto ordinario di chiedere

forme speciali di autonomia.Forma di governo neo-parlamentare

Elezione diretta dei capi degli esecutivi, a cui sono collegate uno o più liste di candidati alla carica di consigliere, ciò rafforza il bipolarismo. Prima, invece, si votava solo per i componenti non per i capi dei rispettivi esecutivi (Sindaco, Presidente di provincia, Presidente di regione); oggi si sceglie un candidato a capo dell’esecutivo ed una forza che lo sostenga, infatti gli elettori con un singolo voto, votano sia per il candidato Presidente o Sindaco sia per la lista che lo sostiene, quindi per il consiglio regionale o comunale.

Alle liste collegate al candidato a capo dell’esecutivo vincente, è garantita la maggioranza dei seggi, che poi sono ripartiti proporzionalmente tra i vari partiti di quella lista.

Page 35: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

I seggi residui, vengono ripartiti tra le altre liste con il metodo proporzionale Tra il capo dell’esecutivo ed il rispettivo consiglio, vige la regola simul stabunt, simul cadent

La Segni-Mattarella 1994-2001 ¾ dei seggi sono assegnati in collegi uninominale con il metodo della maggioranza semplice, quindi il più

votato ottiene il seggio ¼ dei seggi sono assegnati con il metodo proporzionale (previo scorporo di un numero di voti pari a quelli

serviti per ottenere seggi nei collegi uninominali), ciò serve per attenuare l’impatto della precedente dinamica.

Per la Camera, i seggi di compensazione proporzionale sono assegnati sulla base di liste bloccate. Possono ricevere seggi solo i partiti che hanno ottenuto almeno il 4% dei voti al livello nazionale.

Per il Senato, i seggi di compensazione sono assegnati ai migliori perdenti dei collegi uninominali. Legge Calderoli 2006-2013La legge Calderoli cancella il collegio uninominale ed introduce il metodo proporzionale con un premio di maggioranza alla coalizione che prende più voti, con differenze tra Camera e Senato.

Il bipolarismo tra gli elettori Il centro si scompone, ora ci si definisce di centro-destra o di centro-sinistra. Gli elettori sono stabili tra le coalizioni, ma mobili all’interno di esse: ovvero chi vota centro-destra tende a

rimanere di centro destra, ma magari il suo voto va ad un partito di verso, ad esempio prima votava An ora vota Lega Nord. Questo causa che l’esito delle elezioni sia spesso deciso dall’astensionismo asimmetrico, ovvero il risultato non è dato dalla bravura di una coalizione a convincere gli elettori, ma piuttosto da una coalizione che non riesce a far votare tutti i suoi elettori.

Contano di più l’apprezzamento per i leader ed il giudizio sullo stato dell’economia, mentre contano sempre meno la classe e la religione.

Tranelli del bicameralismoIl sistema bicamerale italiano è definito bicameralismo perfetto, in quanto sia la Camera che il Senato possono approvare le leggi e danno la fiducia al governo, per cui per governare serve la maggioranza in entrambe le camere; ma quasi sempre vi sono delle differenze tra Camera e Senato per cui i risultati non sono quasi mai identici.

Il gioco dei veti sulle riforme ed il ritorno alla casella iniziale Note anomalie del disegno costituzionale, ad esempio vi sono deboli poteri del Premier ed un bicameralismo

perfetto Referendum elettorali del 1991 e del 1993, con i quali si aboliscono le preferenze e si ha il passaggio al

maggioritario, questi cambiamenti sono avvenuti per via della forte pressione esterna, dell’opinione pubblica, introdotti per via referendaria.

Tentativi di approvare una riforma costituzionale: Bicamerale nel 1997, Centrodestra nel 2005 e Centro sinistra nel 2016; tutti i tentativi falliscono per l’impossibilità di accordarsi tra avversari

Le riforme sono imposte dalla Corte costituzionale, nel 2014 e nel 2017; la Corte costituzionale fa rintrodurre le preferenze ed inoltre si ha un ritorno al proporzionale.

Page 36: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Per cui, alla fine, con due decisioni della Corte costituzionale abbiamo un sistema elettorale come quello della Prima repubblica.

GiapponeLa costituzione scritta dai vincitori.Il Giappone è tornato alla democrazia nella seconda ondata e fece parte dell’Asse che fu sconfitta durante la seconda guerra mondiale.

- 1868-1912, Restaurazione Meiji, assolutismo, sotto il governo dell’imperatore senza rappresentanza parlamentare.

- 1912-1926 Epoca Taisho, monarchia parlamentare, con la formazione di un parlamento eletto, ma eletto da un ristretto numero di persone, maschi e proprietari, ma comunque secondo le dinamiche parlamentari. Come altri paesi europei, in particolare Germania e Italia, l’incapacità di formare governi stabili, fa sì che:

- nel 1926 si affermi un predominio dei militari, i quali sostituiscono ed aboliscono il parlamento eletto, ed all’ombra della legittimazione da parte dell’imperatore, che rimane formalmente in carica, i militari si affermano come coalizione dominante del regime, in questo periodo si afferma anche la strategia di espansionismo panasiatico, che si collega alla strategia dell’espansionismo e dell’egemonia della Germania e dell’Italia, così questi tre paesi si alleano con queste tre direttrici in merito alla strategia di espansione (Asia, Europa e Mediterraneo).

- Fino al 1952 è governato dal comando supremo delle forze armate alleate, guidate da Mc Artur, il quale fa scrivere la nuova costituzione giapponese, seguendo le procedure della costituzione Meiji che impongono l’approvazione del parlamento, con maggioranza qualificata richiesta dalla costituzione, così facendo si cambia l’assetto costituzionale: vi sono dei limiti ai poteri dell’imperatore, i militari sono sottomessi ai civili; inoltre si introduce un sistema parlamentare, con un bicameralismo asimmetrico. Altro fatto, si reintegrano nella vita pubblica personalità di grande rilievo della fase autoritaria, alti funzionari pubblici, alti livelli delle gerarchie militari, vengono reintegrati i criminali di guerra, i quali assumono dei ruoli politici di primo piano, con i quali anche gli americani intavolano dei buoni rapporti. Infine, l’articolo 9, nega al Giappone l’uso della forza militare, permessa solo per l’autodifesa.

Tematiche salientiCleavage socioeconomico sinistra-destra

- Politica estera, dottrina Yoshida- Territorio, basi di Okinawa, presenza di importanti basi militari americane che hanno creato problemi perché

se da un lato portano ricchezza, dall’altro lato generano irritazione per la loro condotta.- Rappresentanza degli interessi rurali, tali interessi sono stati presi dal partito liberaldemocratico che si fa

portavoce di tali interessi- Separazione religione-politica

Non ci sono minoranze linguistiche o etniche consistenti da poter creare dei loro partiti.Politica estera: ancora oggi l’articolo 9 è oggetto di discussione, in quanto ha limitato il ruolo internazionale del Giappone e si è affermata nel tempo la dottrina Yoshida che ha fissato il principio per cui il Giappone cede completamente la difesa agli alleati americani e quindi investe più risorse economiche nello sviluppo interno, sulla modernizzazione del paese.I principali partiti

- JCP, comunisti- JSP, socialisti, espressione di una comunità buddista che ha posizioni di sinistra pacifista, sono favorevoli a

politiche sociali generose ed al non riarmo del Giappone; SDP, socialdemocratici, sono stati all’opposizione fino al 1993, oggi invece sono poco rilevanti

- Al governo nel 1993 con gli anti-Ldp e nel 94-96 con LdpDopo gli anni ’90, con un cambiamento del sistema elettorale, sono emersi nuovi partiti, o meglio delle alleanze contro i liberaldemocratici, che aveva sempre governato da solo:

- NF, nuova frontiera, elezioni del 94; poi come DPJ, partito democratico, che formano un governo nel 2009-2012, ma dopo tale esperienza, si capisce che non riescono a tenere insieme le varie forze politiche, per cui ora sono in declino; per cui il partito liberaldemocratico torna ad essere il partito di maggioranza assoluta, alleandosi però con il Komeito, il partito buddista, espressione della comunità buddista Soka Gakkai.

Page 37: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- LDP, liberaldemocratici, sono pro business, tutelano interessi agrari, ma al suo interno vi è una lotta tra le varie correnti, espressione di dinastie diverse, mantenuti anche con metodi clientelari.

Sistema elettoraleCamera dei rappresentanti: dal 1947 al ’93, metodo del voto singolo non trasferibile, mentre dal ’96 un sistema misto parallelo, che assomiglia molto a quello che è stato adottato oggi in Italia, Rosatellum.La camera dei rappresentanti conta 475 seggi e i suoi membri sono eletti per un massimo di 4 anni con un sistema misto maggioritario; 295 seggi sono assegnati in collegi uninominali- plurality, mentre gli altri 180 sono assegnati con un sistema proporzionale su liste bloccate. Gli elettori giapponesi hanno a disposizione due voti, uno per il parlamentare nel collegio uninominale ed uno per il partito preferito nella circoscrizione proporzionale; uno stesso candidato può essere presentato sia nei collegi uninominali sia nelle circoscrizioni proporzionali, ciò permette ai candidati sconfitti nei collegi di risorgere ed essere eletti tramite la quota proporzionale, tali politici vengono definiti politici zombies. Sistema elettorale dal 1946 al 1993

Voto singolo non trasferibile Voto ad un singolo candidato in collegi plurinominali, si assegnano tra i 3 ed i 5 seggi, il voto è nominale ed i

seggi vengono vinti dai candidati che hanno preso più voti, fino ad esaurimento dei seggi disponibili in un determinato collegio.

Vincono i seggi in palio i candidati più votati; siccome i collegi sono piccoli, si sotto-rappresentano i piccoli partiti e si sovra-rappresentano i grandi partiti; genera una forte competizione infra-partitica, come il voto di preferenza, in quanto ogni candidato cerca di autopromuoversi; infine, servono circa 2 eletti per circoscrizione per avere la maggioranza alla Camera.

I candidati per la camera bassa correvano in circoscrizioni plurinominali usando il Voto singolo non trasferibile (VSNT); il numero di parlamentari eletti in ogni singola circoscrizione variava da 2 a 6, gli elettori potevano esprimere un solo voto per il candidato preferito. In questi anni il numero dei parlamentari alla camera dei rappresentanti variava tra i 467 ed i 512 parlamentari. Il sistema VSNT ha avuto un ruolo importante nell’incentivare la competizione intra-partitica, i candidati non potevano contare solo sul richiamo del simbolo del partito, ma dovevano anche farsi notare tra gli altri dello stesso partito, rendendo indispensabile l’appartenenza ad una delle fazioni.Siccome molti sostenevano che il sistema del VSNT era in parte responsabile della corruzione, in quanto incentivava i candidati a focalizzarsi sulla costruzione di reti e scambi clientelari, piuttosto che su problemi generali di politica pubblica, nel ’94 furono varate due riforme elettorali; la prima modificava il sistema per l’elezione della Camera bassa, introducendo il sistema misto-maggioritario, la seconda modificò profondamente le regole di finanziamento delle campagne elettorali ed introdusse il finanziamento pubblico ai partiti.Nella Camera dei consiglieri ci sono 242 componenti, hanno un mandato di 6 anni ed ogni 3 anni vi è un rinnovo parziale, 146 sono eletti in 47 circoscrizioni plurinominale (da 1 a 5) con voto singolo non trasferibile, mentre gli altri 96 sono distribuiti a livello nazionale, in un collegio unico nazionale, in base ai voti ottenuti da liste di partito aperte. La durata della legislatura della Camera alta è fissa, e vi è un rinnovo parziale ogni 3 anni, per cui ogni elezione mette in palio 121 seggi, 73 dei quali sono eletti in 47 circoscrizioni prefettizie e gli altri 48 tramite liste nazionali di partito. Tra il 1947 ed il 1980 si utilizzava il sistema del VSNT anche per la distribuzione dei seggi nella circoscrizione unica nazionale; dal 2001 una seconda riforma ha introdotto il voto di preferenza trasformando le liste bloccate ad aperte e ha ridotto il numero complessivo da 252 a 242.

Sistema misto-parallelo, dal 1996Ci si chiede come si possa ridurre il grado di corruzione e di inefficienza del sistema politico, si cerca un sistema elettorale che favorisca l’alternanza e che incentivi la ricerca di risorse individuali.

295 seggi in collegi uninominali-plurality 180 seggi in 11 circoscrizioni plurinominali, con voto di lista, ordine bloccato e ripartizione proporzionale I perdenti dei collegi possono sperare di resuscitare tramite il proporzionale (zombies) Inizialmente favorisce la coalizione anti-Lpd creata intorno a NF e poi nel 2005 DPJ; dal 1998 Lpd e Komeito

imparano a sfruttare a loro vantaggio la componente maggioritaria. Parlamento e governo

Fattori che favoriscono la stabilità:- Ruolo cerimoniale dell’imperatore

Page 38: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Poteri effettivi nelle mani del Primo ministro, tra cui lo scioglimento della camera bassa- Fiducia implicita, salvo mozioni di sfiducia- La camera alta non ha potere di veto, può approvare mozioni contro i singoli ministri, il potere risiede nella

camera bassa. Fattori che alimentano le tensioni- Costante e dura competizione tra le fazioni - Limitata con Koizumi- Con Shinzo Abe, oltre il biennio, in quanto successivamente ritorna al governo nel 2012 e inoltre si ricandida

per due mandati parlamentari consecutivi. Straordinarie somiglianza

Dottrina Yoshida in discussioneIl ruolo internazionale del Giappone è un incrocio tra l’eredità della transizione post-bellica e le nuove tensioni in Asia in atto in Cina ed in Corea.All’epoca, tra gli anni ’50 e ’60, gli esponenti dell’Ldp, partito liberaldemocratico, preferirono focalizzare l’attenzione e le risorse sulla crescita economica del paese, lasciando la sicurezza nazionale nelle mani degli alleati, americani; tale strategia è nota come dottrina Yoshida, e ha costituito la colonna portante della politica estera giapponese durante i primi periodi di governo Ldp. L’articolo 9 vieta l’uso della guerra o della forza militare per la risoluzione di conflitti internazionali, proibisce al Giappone di mantenere attivo un esercito e tutto ciò causa delle ripercussioni sulla politica estera. Oggi, l’opinione pubblica non concepisce il fatto che tale articolo debba essere ancora valido, c’è un dibattito che va avanti da diverso tempo sulla modifica e reinterpretazione dell’articolo 9 che prima passa sotto una lettura della legge per la cooperazione internazionale e la pace, con un maggiore impiego della forza militare di autodifesa, successivamente Shinzo Abe, dopo aver proposto una modifica, ottiene l’approvazione di leggi che reinterpretano l’articolo 9. Elezioni del 2017

Shinzo decide lo scioglimento anticipato del parlamento in quanto spera di ottenere la maggioranza dei 2/3 dei seggi per modificare l’articolo 9, a cui seguirà poi il referendum, avendo in mente:

- La minaccia nord-coreana ed il XIX congresso del partito comunista cinese, svoltosi durante le elezioni giapponesi, che fissa le direttive del quinquennio successivo.

Yuriko koike dal 2016 è governatrice di Tokyo, è un ex-giornalista tv, parlamentare e ministro della difesa, critica il proprio partito, su posizioni conservatrici e nazionaliste, per cui nel settembre 2017 fonda il Partito della Speranza.

Il partito democratico si dissolve, alcuni vanno nel partito della speranza altri fondano il partito costituzionale democratico.

PoloniaIn Polonia vi è un sistema bicamerale, entrambe elette direttamente; la Polonia ha una lunghissima tradizione parlamentare, in quanto fin dal 1700 la Polonia aveva un parlamento bicamerale, anche se si trattava di una monarchia elettiva, il monarca era eletto dall’aristocrazia presente nelle due camere. Successivamente la Polonia è stata divisa e spartita tra le varie potenze egemoni, quali: Austria, Germania e Prussia.Nel 1863 si hanno i moti nazionalisti anti-Russi, ma che falliscono; la Polonia otterrà l’indipendenza solo dopo la fine della prima guerra mondiale, 1918. Ma di nuovo, nel 1939, la Germania e la Russia invadono la Polonia e se la spartiscono; alla fine della seconda guerra mondiale, con la conferenza di Postdam, si stabiliscono nuovi confini per la Polonia, arrivando al 1945 con le elezioni pilotate, in cui si instaura la Repubblica popolare, facente parte degli stati satelliti dell’URSS. In Polonia si fanno avanti i movimenti per la liberalizzazione dall’Unione Sovietica, agli inizi degli anni ’80, il malessere, fa sì che si mobilitano organizzazioni che si costituiscono in sindacati, Solidarnosc, il quale inizia a movimentare un numero consistente di persone, ma il governo polacco riesce a reprimere queste rivendicazioni.

Transostituzione, terza ondata.

Page 39: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

1980-83 vi sono scioperi, legge marziale e incarcerazioni; poi vi fu una transizione negoziata tra la dirigenza comunista, convertita al negoziato ed alla riforma, e l’opposizione riunita intorno al Solidarnosc. Attraverso questa trattativa tra il governo comunista e il sindacato Solidarnosc, si arriva ad un negoziato che porta, con i cosiddetti accordi della tavola rotonda, a legalizzare l’attività del sindacato, a liberare alcuni dei dirigenti sindacali imprigionati e si stipula un accordo per tenere le prime elezioni semi-libere, programmate per il giugno successivo, oltre ad una creazione di una presidenza forte e garante sia dell’equilibrio che della continuità dei rapporti con Mosca. Per Huntington, transostituzione sta a definire un cambiamento, una sostituzione, concordata con il regime precedente, che poi viene cancellato; è un cambiamento che avviene in maniera pacifica, tramite accordi. Le prime elezioni semi-libere, elessero solo una quota limitata dei parlamentari, ma comunque i candidati di Solidarnosc presero una percentuale altissima.

Tre costituzioni Costituzione ibrida 1990-1992, definita ibrida perché le elezioni sono semi-libere e non era ben chiaro quali

ruoli avessero il Presidente della Repubblica ed il Capo del governo. Arrivando ad un sistema semipresidenziale, come in Francia, con un Presidente eletto direttamente dai cittadini ma un governo che necessita della fiducia del parlamento. Tuttavia tale sistema è incongruente, in quanto, quando si verificano delle coabitazioni, le competenze del Presidente e del Primo ministro si sovrappongono causando contrasti.

Piccola Costituzione 1992-1997, la quale ha introdotto i dicasteri presidenziali ed accentuato i poteri presidenziali, assegnando al Presidente il potere di veto, difficilmente superabile, per via della grande maggioranza richiesta, altro potere nelle mani del Presidente è il potere di scioglimento delle camere.

Grande Costituzione 1997, più analitica, che ha ricondotto, circoscritto i poteri del Presidente, dandogli un ruolo di coordinamento in materia di sicurezza nazionale, difesa e politica estera, non più un ruolo guida, quindi ha dato un’interpretazione della Costituzione in senso più parlamentare; inoltre ha ridotto il quorum per superare il veto (dai 3/5 alla metà dei componenti); ha introdotto la sfiducia costruttiva, a tutela della stabilità del Primo ministro, e l’obbligo della controfirma del Primo ministro sugli atti del Presidente della Repubblica.

Leggi elettorali per il SejmEstrema frammentazione della rappresentanza politica, non vi sono partiti strutturati; restava solo il movimento di opinione nato attorno a Solidarnosc e successivamente un movimento d’opinione nostalgico del precedente regime. Hanno mantenuto sistemi elettorali proporzionali ma elevando progressivamente le soglie di sbarramento.

1989, il 65% dei seggi sono riservati al partito comunista ed ai suoi alleati 1991, 391 seggi sono assegnati in collegi plurinominali, vi è il voto di preferenza e gli altri 69 seggi sono

assegnati in una circoscrizione nazionale con soglia al 5% 1993, d’Hondt in 52 collegi, la soglia di sbarramento è al 5%, 8% per le coalizioni, elevata al 7% per la

circoscrizione nazionale; il sistema d’Hondt è il metodo spagnolo, proporzionale in ciascun collegio, tale metodo tende a favorire i partiti più grandi.

2001, i collegi sono ridotti a 41 e viene abolita la circoscrizione nazionale. 2005, si ritorno al metodo d’Hondt; l’effetto di tale sistema elettorale è che ad ogni elezioni il partito che ha

la maggioranza relativa, alla camera ottiene un piccolo vantaggio, mentre al Senato ottiene un’altissima maggioranza assoluta.

I temi divisiviIl sistema partitico polacco è stata contrassegnato da un enorme volatilità, di cambiamenti repentini dell’elettorato e quindi cambiamenti del peso dei vari partiti presenti, i quali hanno cambiato spesso denominazione; nel corso del tempo però sono sempre stati evidenti la presenza di 3 grandi aree politiche, rappresentati da partiti di volta in volta diversi, ma che sono comunque riconoscibili.

- Componente derivante da Solidarnosc, con una visione liberale, favorevoli all’economia di mercato liberista, sostenitori di un ordine sociale fondato sui valori dell’individualismo, aperto alla partecipazione politica ed al cosmopolitismo.

Page 40: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Componente derivante da Solidarnosc, con una visione cattolica-conservatrice, anti-comunisti, fautori di un assetto sociale fondato su valori religiosi e collettivi, di un ruolo della Chiesa cattolica in politica.

- Politici socialisti, socialdemocratici, eredi della tradizione politica del regime comunista, che hanno in comune con la visione liberale l’orientamento socioculturale individualista, laico e modernizzatore.

A dimostrazione dell’elevata volatilità degli equilibri politici, si possono vedere due fasi abbastanza diverse, con un cambiamento significativo nella struttura del sistema partitico del 2005; fino a prima si ha da una parte la coalizione che aveva sostenuto il cambiamento di regime, intorno a Solidarnosc, e dall’altra i politici presentati sotto il partito socialista, che erano espressione di quelli favorevoli all’intervento dello Stato in economia; contrapposizione tra post-comunisti ed anti-comunisti. Nel 2005 invece, si ha la contrapposizione tra i cattolici e liberali con i cattolici conservatori, queste due componenti derivano entrambe da Solidarnosc e divennero le principali forze politiche del paese.

Bicameralismo asimmetrico e regionalismo timido Bicameralismo, il parlamento polacco si compone di una camera bassa, il Sejm, formato da 460 deputati, e

dal Senato, formato da 100 membri. Il Sejm è il ramo più forte del sistema bicamerale, per cui viene definito asimmetrico. Il Sejm ha il potere esclusivo di accordare il sostegno all’esecutivo, fiducia, o di revocarlo tramite la sfiducia costruttiva; il Senato può apportare degli emendamenti alle proposte legislative del Sejm, ma quest’ultimo li può superare a maggioranza semplice.

Assetto statale di impronta francese, con comuni, province e regioni che hanno attenuato delle legislazioni nazionali ma non hanno comunque autonomie.

La coalizione di centro-destra ha avviato al seconda fase della riforma dell’assetto amministrativo, istituendo 16 regioni e 373 province, di cui 65 municipali e le altre rurali. I comuni esercitano le funzioni necessarie al soddisfacimento degli interessi delle comunità locali; dal 1990 numerose altre funzioni sono state progressivamente devolute ai comuni. Il mandato del consiglio comunale dura 4 anni, il suo organo esecutivo è composto dalla giunta comunale, i cui membri sono il sindaco, i suoi vice ed un massimo di 5 membri, tutti nominati dal consiglio comunale. Con la riforma del 2002 si è introdotto l’elezione diretta del sindaco a maggioranza assoluta.Il sistema della provincia si basa su principi analoghi a quelli del sistema del comune; il consiglio provinciale svolge funzioni legislative e di controllo, nomina il proprio presidente a maggioranza assoluta e la giunta provinciale.Le regioni, in quanto rappresentante del governo, sono responsabili dell’implementazione delle politiche statali a livello regionale e mantengono funzioni di controllo sia nei confronti dell’amministrazione statale decentrata sia in quelli dell’unità di governo. L’ancoraggio all’EuropaNel 2004 fa parte dei 10 stati che aderiscono all’UE. Il favore dell’opinione pubblica verso le istituzioni europee è stato abbastanza alto, portando anche ad effetti sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica; l’impatto istituzionale, europeizzazione, ha portato ad un rafforzamento dell’esecutivo, ad un decentramento per i fondi strutturali, ad armonizzare i mercati con gli standard comunitari. Applicazione articolo 7 della costituzione europea verso la Polonia, ma successivamente è stato ritirato.

Dal 2015 ad oggi vi sono state alcune scelte controverse, i politici di legge e giustizia hanno incominciato a sostenere alcune scelte:

1) Il controllo della Tv di Stato, hanno approvato norme sulla tv di Stato che hanno reso più facile la sostituzione di dirigenti con altri più allineati al partito

2) Incriminazione di leader dell’opposizione, basate sulle presunte comunicazione con i servizi segreti comunisti3) Legislazione sull’aborto, divieto quasi assoluto di abortire

Page 41: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

4) Riforma della corte costituzionale, proposta che porterebbe alla più facile rimozione dei componenti attuali della corte costituzionale con la sostituzione di componenti eletti a maggioranza dal parlamento, causando la fine dell’imparzialità della Corte costituzionale.

Il problema è stato apparentemente risolto perché Duda, Presidente della Repubblica, ha percepito di non voler apparire come una pura espressione del partito e quindi ha posto il veto, prima dell’intervento dell’UE, sulle due norme più controverse che avrebbero modificato gli equilibri della Corte costituzionale. Nonostante le scelte intraprese e la loro impopolarità, la popolarità di legge e giustizia è stabile se non crescente, mentre cala quella dell’opposizione, forse perché le posizioni di tale partito riflettono opinioni e sentimenti molto condivisi in una quota consistente dell’elettorato, specie nell’elettorato che va a votare, circa il 55% degli aventi diritto. Le loro posizioni si possono riassumere in:

Hanno ridotto l’età per il pensionamento, dai 67 anni si torna ai 60/65 Disoccupazione in calo Non vogliono la redistribuzione degli immigrati, stop ai rifugiati Introduzione de 500 plus, circa 250 euro per ogni figlio per le famiglie a basso reddito

Il mix di protezionismo economico e difesa del welfare, insieme a politiche anti-immigrazione e tutela dei valori sulla regolazione della vita privata, rendono il partito elettoralmente molto forte, a fronte anche di una opposizione divisa.

SpagnaLe istituzioni democratiche hanno permesso alla Spagna di affrontare ed attenuare 4 dei 5 grandi conflitti storici: conflitto tra orientamenti monarchici e repubblicani, tra civili e potere militare, tra cattolici e anti-clericali, tra datori di lavoro ed operai; mentre il quinto, conflitto tra centro e periferia, ha assunto toni drammatici (terrorismo basco) che negli anni più recenti ha subito una radicalizzazione, dopo il referendum del novembre 2014 sulla indipendenza della Catalogna, dichiarato illegittimo dal Tribunale costituzionale, ma svolto lo stesso. Non va inoltre dimenticata la guerra civile spagnola, 1936-39. La sequenza di regimi fu interrotta con la morte del generale Francisco Franco e l’avvio della transizione democratica, la cosiddetta pactada, superando la divisione delle due Spagne lascito della guerra civile. La pactada era basata su una monarchia costituzionale ed un parlamento razionalizzato. La nuova costituzione del 1978 sanciva la conciliazione tra monarchia e repubblica e fra civili e militari. La competizione elettorale: dal multipartitismo alla crisi del bipartitismoGli elettori spagnoli mostrano una certa disponibilità a muoversi da un partito all’altro: premiando prima la svolta moderata del Psoe di Gonzalez e poi il rinnovamento del Pp di Aznar; tali cambiamenti trovano riscontro nei valori elevati dell’indice di volatilità elettorale, il più alto tra i paesi europei. Negli anni più recenti si è assistito ad una radicalizzazione del cleavages centro-periferia, accentuando le posizioni indipendentiste, inoltre come riflesso della lunga crisi economica e delle politiche di austerità dei governi sia di sinistra che di destra, accompagnati da scandali, si è assistito ad una crescita della protesta sociale che è stata canalizzata da Podemos, su un versante più moderato rispetto a Ciudadanos, partito indipendentista catalano. Queste trasformazioni hanno messo in crisi il bipartitismo madrileno; le elezioni del 2016 sembrano confermare l’avvento di un tripolarismo o quadripartitismo imperfetto, cioè senza alternanza, del tutto nuovo per la storia recente spagnola.L’assestamento bipartitico era stato favorito anche dal sistema elettorale, esso è formalmente proporzionale. Primo importante elemento riguarda l’ampiezza delle circoscrizioni, esse coincidono con le 50 province dello Stato spagnolo; il numero di rappresentanti eletti varia da 1 a oltre 30, ma mediamente sono piccole, 7 seggi, ciò ha un effetto riduttivo sul numero dei partiti nazionali, in quanto le forze politiche più piccole vengono penalizzate. Bisogna considerare poi la formula elettorale che è costituita, nel caso del Congresso dei deputati, dal metodo d’Hondt, meccanismo volto a sovrarappresentare i partiti più grandi a scapito dei più piccoli. Al Senato, si è optato per un sistema maggioritario con voto limitato per garantire la rappresentanza delle minoranze; infine la legge elettorale per il Congresso prevede una soglia di sbarramento al 3%, ma il suo effetto è meno significativo perché sono più incisivi altri elementi, come il basso numero di seggi per circoscrizione e la formula d’Hondt. Nel complesso, questo insieme di elementi rende il costo, in voti, elevato per i piccoli partiti con un elettorato diffuso sul territorio, ma al tempo stesso finisce per sovrarappresentare i partiti regionalisti e nazionalisti; si può quindi affermare che il sistema elettorale spagnolo è il sistema proporzionale con maggiori effetti maggioritari.

Page 42: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Per eleggere i componenti della Camera bassa, i cittadini esprimono il loro voto sulla base di liste bloccate, ciò rafforza la posizione del leader che difficilmente viene contestato da correnti interne. Al Senato, invece, i candidati di ciascun partito sono presentati in un’unica lista aperta, in modo tale che l’elettore, che detiene un voto multiplo, possa attribuire le proprie preferenze anche a candidati appartenenti a differenti partiti, panachage. Infine, la disciplina del finanziamento ai partiti e della campagna elettorale ha operato selettivamente a favore dei partiti già rappresentati al Congresso, producendo un ulteriore incentivo alla riduzione del numero dei partiti. Il governo: la personalizzazione della leadershipIl sistema di governo spagnolo è la monarchia parlamentare; la Costituzione assegna al re la facoltà di proporre un candidato a presidente del governo. Nella realtà il re non fa altro che prendere atto dell’esito delle elezioni generali limitandosi ad indicare il leader del partito che ha ottenuto il maggior numero di seggi. Il candidato alla presidenza del governo espone al Congresso, Camera bassa, il proprio programma e chiede la fiducia, che può essere ottenuta in due modi:

- In prima votazione, tramite la maggioranza assoluta- In seconda votazione, qualora trascorse 48 ore dal tentativo infruttuoso di raggiungere la maggioranza

assoluta, si consegue la maggioranza semplice.Tuttavia la Costituzione fissa il limite temporale di due mesi dalla prima designazione, trascorso il quale il re scioglie le Cortes e la parola torna agli elettori. Ciò non era mai accaduto e sembrava difficile che potesse accadere, almeno fino alle elezione del dicembre 2015, quando i risultati elettorali fotografarono uno scenario a 4 partiti, difficilmente aggregabili tra loro. La nomina da parte del re, che investe il singolo candidato, e non il governo nel suo complesso, insieme al fatto che il presidente si presenta davanti al congresso con il suo programma per chiederne il sostegno, queste procedure delineano una vera e propria democrazia ad investitura diretta, tipica dei parlamentarismi maggioritari; se poi consideriamo che la costituzione assegna al presidente del governo il potere di nominare e revocare i ministri, il potere dello scioglimento anticipato delle camere, si coglie ancora di più la configurazione presidenziale dell’esecutivo spagnolo. Altri aspetti del parlamentarismo sono i cosiddetti meccanismi di equilibrio, di cui il più rilevante è la mozione di censura, ma vanno ricordati anche la questione di fiducia e lo scioglimento anticipato delle camere. Per quanto riguarda la mozione di censura o sfiducia costruttiva, essa è stata ripresa dalla Legge fondamentale tedesca del ’49; dev’essere proposta da almeno un decimo dei deputati del Congresso e contenere l’indicazione del candidato alternativo alla presidenza del governo, tale mozione si considera approvata se, dopo 5 giorni dalla sua presentazione, ottiene i voti della maggioranza assoluta del Congresso; si sono verificati solo due casi del 1980 dal Psoe e nel 1987 dall’Ap, entrambi senza successo. Il parlamento: un bicameralismo deboleLe Cortes spagnole costituiscono un classico caso di bicameralismo non paritario. Le Cortes Generales rappresentano il popolo spagnolo e sono formate dal Congresso dei deputati e dal Senato; il Congresso costituisce la Camera bassa ed è direttamente rappresentativo del corpo elettorale, la Costituzione stabiliva che la sua composizione potesse oscillare da un minimo di 300 ad un massimo di 400 deputati, fissando le regole per le elezioni e che restavano in carica per 4 anni. Successivamente una legge del ’85 ha fissato il numero dei deputati a 350.Il Senato rappresenta i territori, tuttavia la Carta costituzionale del 1978 ha introdotto un criterio misto di composizione e di formazione del Senato; sono previsti due tipi di senatori:

- Senatori provinciali, eletti a suffragio universale con un sistema maggioritario corretto, voto limitato, in numero di 4 per provincia, salvo nei territori insulari (3) e nella città di Ceuta e Melilla (2). Essi sono 208 e restano in carica per 4 anni

- Senatori autonomici sono 49. Ciascuna comunità ne designa uno più eventuali altri aggiuntivi in numero di uno per ogni milione di abitanti.

Il carattere diseguale del bicameralismo spagnolo e lo squilibrio tra parlamento e governo è evidente; non diversamente da quanto accade in quasi tutte le altre democrazie parlamentari, il conferimento della fiducia al governo spetta solo al Congresso dei deputati. Il Senato, inoltre, ha un ruolo abbastanza limitato nel processo di formazione delle leggi, esso può, entro due mesi dalla ricezione del testo di legge approvato al Congresso, e con messaggio motivato, opporre il suo veto a maggioranza assoluta o proporre emendamenti, ma entrambi i casi sono vincoli facilmente aggirabili dal Congresso; inoltre, se il Congresso od il governo dichiarano urgente un certo disegno di legge, il termine per apporre il veto o proporre emendamenti è ridotto a 20 giorni. Le istituzioni politiche territoriali: autonomia a geometria variabile

Page 43: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Tra i problemi ai quali i costituenti spagnoli hanno dovuto far fronte, quello dell’organizzazione delle relazioni centro-periferia si presentò come uno dei più rilevanti e il più complesso da portare a soluzione nel breve termine. Con la Seconda Repubblica, nel 1931 vennero concessi alle 3 nazionalità storiche (Catalogna, Paese Basco e Galizia) gli statuti speciali di autonomia. Per contro, la guerra civile prima e l’avvento del franchismo dopo, avrebbero bruscamente spinto il pendolo nella direzione opposta, quella del centralismo autoritario. La complessità del problema, la pluralità e la distanza delle posizioni presenti nel primo parlamento, insieme alla necessità di non aprire fratture insanabili nella fase della transizione democratica, condusse ad una definizione ambigua, indeterminata ed aperta della forma di stato; comunque sia, il carattere aperto ed indeterminato della Costituzione sulla forma di stato, ha reso possibile un processo devolutivo che ha condotto la Spagna ad essere uno dei paesi con la struttura dello stato più decentrata d’Europa. Per cui il modello spagnolo di stato è stato definito in vari modi: neoregionale, federo-regionale o federale. Quella più appropriata appare essere quella che lo definisce come un federalismo asimmetrico, in quanto sono asimmetriche sia le procedura d’accesso all’autonomia, sia la distribuzione delle competenze. Possiamo infatti distinguere le comunidades autonomas in due gruppi:

Primo gruppo, troviamo le 3 nazionalità storiche (Paese Basco, Galizia e Catalogna) più altre 4 regioni (Andalusia, Navarra, Valencia e Canarie), le quali hanno raggiunto il cosiddetto tetto competenziale attraverso la via rapida o procedimento speciale, ottenendo la massima autonomia possibile in termini di competenze riconosciute e di garanzie costituzionali. Tra queste, il Paese Basco e la Navarra hanno piena autonomia fiscale e costituiscono il cosiddetto regime forale.

Secondo gruppo, è costituito dalle altre comunità, le quali hanno imboccato la cosiddetta via lenta o procedimento ordinario; l’autonomia conseguita è di grado inferiore, inoltre devono aspettare 5 anni prima che possano aspirare ad un loro ulteriore ampliamento.

BrasileSistema in cui gli elettori eleggono direttamente il presidente, il quale ha di fronte un parlamento nel quale con certezza il suo partito non ha la maggioranza perché il parlamento è eletto con sistema proporzionale, inoltre il sistema partitico è molto frammentato, quindi il presidente può governare solo se sostenuto da una coalizione di partiti. Il presidente, quindi, deve costruire una coalizione attorno alla sua agenda politica; nonostante ciò quasi mai si è trovati di fronte ad un governo diviso per via della frammentazione partitica presente in Brasile, mentre negli USA, essendoci solo due grandi partiti è più facile trovarsi con un governo diviso e con contrasti insanabili, avendo così in una situazione di stallo. Transizione democratica, terza ondataIl fatto che si fosse instaurato un regime militare come ha sostenuto Huntington ha facilitato il processo di transizione democratica.Il golpe del ’68, in Brasile come in altri paesi dell’America Latina, ha avuto successo per due ragioni:

1) Entrano in scena i militati, in una situazione di grande tensione sociale che crea preoccupazione nella classe media

2) Dopo essersi insediati al governo, imponendo una dura repressione, iniziano a far crescere il paese, che era in una condizione di arretramento economico. Essi sono aiutati dal governo americano per evitare che l’avvento di Castro a Cuba e la vittoria di Allende in Cile, potesse aver ripercussioni anche in Brasile.

A metà degli anni ’70 si verifica una dura crisi economica, addebitata ai governanti del momento, i militari, per cui quest’ultimi negoziano un “rientro nelle caserme”, ottenendo un’amnistia per gli oppositori ed un’impunità per i militari.La transizione alla democrazia fu possibile grazie al prevalere all’interno dell’esercito della fazione riformista, il cosiddetto gruppo della Sorbona; successivamente, la transizione guidata dall’alto ed il numero relativamente basso di crimini commessi durante il regime militare, influirono sulla decisione del governo di non intentare nessun processo contro l’esercito. La fase di apertura era iniziata già nel 1974, per affrontare la crisi economica e la crescente sfiducia popolare, ma tale apertura fu lenta, graduale e sicura, infatti si arrivò alla democrazia nel 1985.

Transizioni ed alternanze- Pmdb, movimento partitico democratico brasiliano, coalizioni di figure di vario orientamento nato nella fase

della transizione tra regime autoritario e democrazia, una coalizione di oppositori del vecchio regime- 1989, vince Fernando Collor de Mello, Ptb

Page 44: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- 1994-98, Fernando Cardoso - 2002-2006 Lula da Silva, Pt, partito dei lavori, egli è un ex lavoratore metalmeccanico ed ex sindacalista, ha

vinto per due volte le elezioni presidenziali, cedendo poi la presidenza alla sua delfina, Dilma Rousseff, la quale ha vinto anche lei per due volte la presidenza, prima del processo di Impeachment, dichiarata colpevole per reati di corruzione, sostituita quindi dal suo vice.

In brasile non ci sono grandi partiti, ma ce ne sono 3 particolarmente importanti per alcune ragioni:- Partito dei lavoratori, Pt, con chiara connotazione di sinistra e con posizioni non statalista ma comunque

favorevoli all’intervento dello Stato, ed una visione sulla difesa dei confini del Brasile contro le speculazioni estere; sotto la leadership di Lula, il partito ha mitigato le posizioni estremiste e si è fatto promotore di riforme di stampo socialdemocratico.

- Partito socialdemocratico, Psdb, nato da fuoriusciti del Pmdb, al suo interno prevalgono posizioni favorevoli alla globalizzazione; lo si può definire una forza di centro orientata verso il centrosinistra con un’imposizione socialdemocratica.

- Pmdb, partito del movimento democratico, che sta in mezzo ai due precedenti, esso gioca un ruolo di sostegno parlamentare al candidato che ha vinto; composto da figure molto diverse tra loro, è stato quasi sempre alla maggioranza.

Partecipazione e partiti- Vi sono pochi partiti con un’ideologia ben definita; - La povertà limita la partecipazione e facilita il clientelismo; - Le forti disparità economiche territoriali non generano partiti autonomisti ma una domanda di trasferimenti

pubblici regolati dal centro;- Scarsa disciplina dei partiti e quindi approvazione del vincolo di mandato, i parlamentari non possono

cambiare partito durante la legislatura salvo casi eccezionaliLa frammentazione è aiutata da un particolare sistema elettorale: un maggioritario a doppio turno, al secondo turno vi è per forza un candidato che ottiene la maggioranza assoluta, ma il suo partito non ottiene la maggioranza dei seggi, per cui deve fare delle coalizioni; altro fattore che aiuta la frammentazione è il voto di preferenza, il quale favorisce anche la competizione intra-partitica alimentando legami clientelari

I presidenti non hanno mai una pre-costituita maggioranza parlamentare, infatti cercano una coalizione post-elettorale che li sostenga. La debolezza dei partiti, la loro fragilità è causata da 4 fattori concomitanti:

- La diseguaglianza sociale e la povertà limitano la partecipazione politica e favoriscono il clientelismo- Il peso rilevante dell’apparato burocratico statale rispetto alle istituzioni rappresentative- Combinazione del presidenzialismo e di un sistema partitico frammentato - Scelta della classe dirigente di una legislazione elettorale che non promuove partiti nazionali strutturati.

Presidenza negoziale: Eletto insieme al vice presidente per 4 anni, non può essere sfiduciato ma può essere sottoposto ad

Impeachment. Deve creare coalizioni sia elettorali che parlamentari, deve dialogare con l’opposizione e spesso cambiano i

partiti che formano la maggioranza in corso della legislatura. Può usare circa 20K nomine su basi fiduciarie e gli investimenti pubblici nei territori per creare consensi

Page 45: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Deve distribuire incarichi governativi tra i partner della coalizione con alcune nomine non partitiche, per misurare il suo peso

I governo minoritari sono eccezioni limitate, non si formano mai; il presidente cerca sempre di allargare la sua base parlamentare anche al di sopra della maggioranza minima per via dell’instabilità dei partiti facenti parte della maggioranza.

Veto presidenziale e decreti:

Il presidente può porre il veto, il quale è superabile a maggioranza assoluta del Congresso in seduta comune ed a scrutinio segreto

Il Presidente può adottare decreti, da convertire in legge entro 30 giorni I decreti sono reiterabili; di fatto è uno strumento ampiamente usato per superare le impasse parlamentari.

Impeachment del 2016Il 2 dicembre 2015 si ha l’avvio della procedura alla Camera, la quale approva a maggioranza dei 2/3 la relazione della commissione che autorizza la presentazione dell’impeachment al Senato; il quale, il 12 maggio 2016, approva l’indagine preliminare della commissione e si costituisce come corte di giudizio; la presidente è sospesa per 6 mesi e viene sostituita dal suo vice. Il 31 agosto il senato voto 61 a 20 la condanna e la destituisce; Michel Temer giura come presidente, il quale ha portato avanti misure di austerità per cercare di superare la crisi economica.

Bicameralismo paritario, vedi libro

SudafricaLa vicenda storica e politica del Sudafrica si può suddividere in 3 grandi fasi:

1) Occupazione europea avviata nel 1652 con un insediamento della Compagnie olandese delle Indie Orientali2) Nascita dell’Unione Sudafricana nel 1910, creò le fondamenta del nuovo stato.

Gli afrikaner volevano trasformare l’Unione in una Repubblica indipendente da Londra, ma la proclamazione d’indipendenza avvenne nel 1960. La vittoria del National Party (Np) alle elezioni del 1948, avevano permesso l’istituzionalizzazione della segregazione razziale; l’implementazione del progetto dell’apartheid, o sviluppo separato tra le diverse razze, sarebbe durato fino ai primi anni ’90. Il regime razzista bianco, escludeva la maggioranza nera dal diritto di voto ed in parte dalle libertà civili; ciò portò ad una lunga lotta di liberazione da parte dell’African National Congress (Anc) e da altri movimenti, queste proteste, boicottaggi ed azioni armate, ebbero un apice negli anni ’80 e culminarono nella proclamazione dello stato di emergenza, da parte del governo di Pretoria, nel 1985.

3) La terza grande fase si apre nel 1994, con le prime elezioni libere ed aperte al voto della maggioranza nera.Nelson Mandela, liberato dopo 27 anni di prigionia, venne eletto presidente del nuovo Sudafrica dal primo parlamento democratico. Le proposte istituzionali avanzate dal Np si rifacevano alla scuola consociativa del power sharing, attraverso il quale, il partito sperava di garantirsi un ruolo nel governo del paese anche dalla posizione di minoranza che lo attendeva, mentre l’Anc era portatore di istanza più marcatamente maggioritarie. Il processo costituente sudafricano è stato un processo negoziale complesso; il primo grande risultato fu la Costituzione transitoria del 1993, caratterizzata da un impianto consociativo; tale costituzione fu sostituita nel 1999 dalla Costituzione definitiva adottata dall’Assemblea costituzionale, l’assetto istituzionale segnava un parziale ritorno a pratiche maggioritarie ma comunque nel contesto di un sistema che mantiene diversi elemento di carattere consensuale. Il sistema dell’apartheid individuava 4 gruppi razziali: i bianchi, i neri, la stragrande maggioranza, gli asiatici o indiani ed i coloured, ovvero i meticci; le identità etnico-razziali restano ancora oggi la principale determinante del voto per molti sudafricani. Un altro dato importante da considerare sul piano sociale e economico è che se consideriamo la ricchezza pro capite media del Sudafrica notiamo che non è un paese particolarmente povero, ma è uno di dei paesi in cui la disuguaglianza è più marcata.Questo perché in Sudafrica per molto tempo, due comunità che hanno vissuto per molto tempo con livelli di vita completamente diversi: la minoranza bianca inglese che ha livelli di benessere, reddito istruzione tipici di paesi occidentali mentre la grande maggioranza di africani era povera.Questa differenza è stata anche a un certo punto istituzionalizzata: con la vittoria del National Party, apartheid.

Page 46: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Un fattore che ha contribuito alla transizione alla democrazia è stata la notevolissima attenzione dell’opinione pubblica internazionale su questo caso e anche l’assenza di qualsiasi sponda esterna a favore dei governanti del National Party (minoranza bianca al potere). Il sostegno della comunità internazionale visibile anche dal Premio Nobel per la pace dato a Mandela.

Politicamente l’Anc è sfidato da un lato da un partito moderato vicino all’elettorato bianco e coloured, la Democratic Alliance, che prima era il National Party; dall’altro da una formazione denominata Economic Freedom Fighters, Eff, un piccolo partito populista nato nel 2013 quando il carismatico Julius Malema venne espulso dal partito dell’Anc dopo una serie di posizioni giudicate troppo divisive e razziste, tale partito ha guadagnato grande visibilità attraverso l’adozione di iniziative clamorose dentro e fuori il parlamento. Questo partito è un partito marxista-leninista e si batte per l’uguaglianza economica. La Democratic Alliance ha preso i voti dell’ex National party e progressivamente ne ha presi altri; dal 94 è sempre in crescita; oggi si sta avvantaggiando del crollo della reputazione di Zuma per una serie di accuse per casi di corruzione. Il suo leader, Maimane, è comparato ad Obama in quanto è il primo nero leader di questo partito, ciò ha lo scopo di allargare la base elettorale del partito.

Una delle cose che ha consentito di svolgere la transizione in maniera pacifica è stata l’azione della Commissione per la verità e la riconciliazione.“Una delle strategie per consolidare la democrazia è aprire le ferite, detergerle, evitare che marciscano, guardare la bestia negli occhi e andare avanti.” In questo caso la Commissione per la riconciliazione, voluta da Mandela ma presieduta da un'altra figura simbolica: Desmuntutu, vescovo di Jhoannesburg, riconosciuta a livello internazionale per le sue battaglie civili e autorità morale. La commissione di riconciliazione, concesse l’amnistia per i crimini in cambio di una confessione completa e pubblica. A tale amnistia possono accedere persone che si sono macchiate di crimini da una parte e dall’altra-> ha segnato un importante passaggio verso la riconciliazione tra gruppi etnici durante l’Apartheid. Invece che mantenere il sistema maggioritario, proprio gli eredi della fase del modello britannico chiesero che fosse adottato un sistema proporzionale, invece che un sistema simile a quello britannico; infatti gli esponenti del governo in carica precedentemente preferirono un sistema proporzionale per non essere messi del tutto fuorigioco dall’estensione del suffragio e al contrario i sostenitori della transizione avrebbero voluto un sistema più maggioritarioLa competizione elettorale: super-maggioranze in un contesto proporzionaleL’Assemblea nazionale viene eletta con un sistema proporzionale a liste bloccate, dei 400 seggi complessivi, la metà sono assegnati con liste regionali di partito e l’altra metà sulla base di liste nazionali; in questo modo la rappresentanza nazionale viene mantenuta ma allo stesso tempo, la si diversifica in modo da riflettere i differenti pesi regionali di ciascun partito. In primo luogo vengono assegnati i seggi ai collegi regionali poi, laddove questa ripartizione non sia stata perfettamente proporzionale, vengono usati i seggi disponibili (200) per rendere la distribuzione dei seggi tra i partiti nel complesso perfettamente proporzionaleIl sistema elettorale è un proporzionale puro, infatti è talmente proporzionale che un partito può ottenere un seggio con lo 0,25% dei voti. Quello sudafricano si configura come un sistema a partito predominante, come dimostra il fatto che l’Anc prende una percentuale di voti costantemente superiore al 60%, grazie alla legittimità acquisita come movimento di liberazione dall’apartheid. Infatti, nonostante il sistema elettorale sia super-proporzionale, l’esistenza di una frattura sociale così forte, ha creato una forte identificazione tra la comunità africana e quella bianca, eredi degli ex-coloni, che fa sì che anche in presenza di questo tipo di sistema elettorale, si ha un risultato fortemente maggioritario.

Il governo: dall’esecutivo di unità nazionale ai governi monocolore dell’AncIl 9 maggio 1994 Nelson Mandela venne eletto primo presidente del nuovo Sudafrica democratico e non razziale; il neo presidente diede vita ad un governo di unità nazionale, infatti, seguendo i dettami della costituzione transitoria del ’93, incluse tutti i partiti con almeno 20 deputati all’Assemblea nazionale. Con l’approvazione della costituzione definitiva del ’96, la quale preservava il principio proporzionale solo per il sistema elettorale dell’Assemblea nazionale e non per la formazione dei governi a maggioranza sovradimensionata, ciò causo l’inizio di governi monocolore dell’Anc.

Page 47: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Nella forma di governo sudafricana, si hanno alcuni dispositivi tipici della forma di governo parlamentare e altri della presidenziale. Innanzitutto, il presidente della repubblica è anche capo del governo. Vi è il limite alla durata dei mandati, infatti il leader dell’esecutivo non può essere eletto per più di due mandati, tipico dei presidenziali. Dal punto di vista dei rapporti parlamento-esecutivo, vi sono due istituti tipici uno del parlamentare ed uno del presidenziale e sono rispettivamente: il Primo ministro può essere sfiduciato dal parlamento, e il presidente della repubblica può essere sottoposto ad impeachment.

Il parlamento: un bicameralismo asimmetrico ed una dialettica avversariale deboleIl parlamento sudafricano ha una struttura bicamerale. L’Assemblea nazionale è una camera bassa di 400 deputati eletta con un sistema proporzionale con mandato di 5 anni; il Consiglio nazionale delle province è invece la Camera alta e rappresenta le 9 regioni sudafricane, denominate provincie, alle quali spetta una delegazione di 10 membri cadauna, secondo il più tipico modello federale, il numero di rappresentanti non è ponderato in base alla popolazione. I 10 delegati di ciascuna regione si dividono in 6 permanenti e 4 speciali, nominati di volta in volta dai legislatori provinciali; i 6 delegati permanenti sono soggetti ad un mandato imperativo, per cui la loro posizione rispecchia quella del partito, pena la decadenza della carica.Gli eletti all’Assemblea nazionale sono resi responsabili nei confronti del loro partito, piuttosto che verso l’elettorato, dalla clausola antidefezioni, una norma costituzionale per la quale un parlamentare che cessi di far parte del suo partito perde il seggio.Il bicameralismo sudafricano è fortemente asimmetrico, sia il ruolo che i poteri attribuiti dalla Costituzione al Consiglio nazionale delle provincie sono inferiori a quelli dell’Assemblea nazionale. In primis, solo a quest’ultima sono riservate, in via esclusiva, sia l’elezione del presidente sia una sua eventuale sfiducia o rimozione; l’iniziativa legislativa compete principalmente all’Assemblea nazionale, oltre che al presidente, le eccezioni sono rappresentate dalle materie finanziarie e quelle di competenza concorrente delle province, elencate in Costituzione. Inoltre, un eventuale rigetto od emendamento da parte del Consiglio, di un disegno di legge ordinario è superabile da una seconda approvazione da parte dell’Assemblea nazionale; nel caso invece di proposte legislative che riguardano le province o che coinvolgono le loro competenze, un’eventuale opposizione del Consiglio, quando non sia risolta attraverso il lavoro di un comitato di mediazione bicamerale, può essere superata dall’Assemblea nazionale con una maggioranza di 2/3. Sui disegni di legge approvati dal parlamento, il presidente non può esercitare un vero e proprio potere di veto, ma ha solo la facoltà di interrogare la Corte costituzionale per un giudizio di costituzionalità.

Page 48: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

3 PARZIALEElezioni e partitiLa struttura della competizione è definita da:

- Dalla posto in palio, per quali cariche politiche si vota- Dalle alternative disponibili, quali partiti o candidati competono per quelle cariche- Dalle regole del gioco, come vengono contati i voti per stabilire chi vince

Nei regimi parlamentari i cittadini eleggono i componenti del parlamento, ed in alcuni casi anche il presidente della Repubblica, il quale non ha poteri esecutivi. Nei regimi presidenziali l’elezione del capo del governo e dei componenti del legislativo sono indipendenti.Le scelte dei cittadini e le strategie dei partiti sono influenzati dalla struttura del sistema partitico, la quale viene analizzata considerando tre aspetti:

- Il numero dei partiti, ovvero il grado di frammentazione del sistema partitico- La distanza ideologica che li separa, polarizzazione- Numero dei poli intorno a cui i partiti tendono ad aggregarsi

Normalmente, dire che un partito è più a sinistra di un altro indica che è più favorevole all’intervento pubblico per la redistribuzione della ricchezza ed il riconoscimento di diritti a categorie sottotutelate; dire invece che è più a destra indica che è più favorevole a garantire la libertà economica, a bassi livelli di tassazione, a proteggere valori e diritti consolidati. I partiti collocati agli estremi di un sistema politico, possono essere vicini o molto distanti, varia quindi il grado di polarizzazione del sistema. Un sistema molto polarizzato, cioè con partiti distanti e ideologicamente ostili, implica non solo un dibattito politico più aspro, ma anche un limitato accordo sulle regole del gioco; laddove invece una bassa polarizzazione rende più facile l’aperta condivisione di alcune regole di fondo. Come si conta il numero di partiti?Secondo Sartori bisogna contare solo i partiti rilevanti, ovvero quelli che hanno un potenziale di coalizione o di ricatto, cioè che possono ambire ad andare al governo oppure, rimanendo all’opposizione, hanno comunque sufficienti consensi e strumenti di pressione per influenzare l’azione di governo.Un metodo alternativo consiste nel calcolare il grado di concentrazione dei voti o dei seggi, la formula proposta da Laakso e Taagepera, è pari all’inverso della sommatoria dei quadrati della proporzione di voti, o seggi, ottenuti da ciascun partito in una elezione, il valore risultante rappresenta il numero effettivo dei partiti. Si ritiene che i sistemi bipartitici spingano di norma i leader politici ad adottare strategie di competizione centripete, che li spingano cioè ad assumere posizioni moderate per conquistare i voti degli elettori di centro, voti che valgono doppio in quanto li ha acquisiti un determinato partito togliendoli al suo diretto avversario. Mentre i sistemi partitici multipolari e frammentati, come quello italiano della prima repubblica, caratterizzato da un’elevata polarizzazione, spingeva i leader politici ad assumere strategie centrifughe. I sistemi partitici svedese e giapponese hanno presentato per molto tempo una struttura simile; entrambi hanno avuto una struttura asimmetrica ed un partito predominante, un partito che governa stabilmente da solo per numerose legislature consecutive (socialdemocratici in Svezia, liberaldemocratici in Giappone); in entrambi i casi ciò è stato possibile anche grazie alla frammentazione del fronte opposto.Il sistema partitico tedesco è stato a lungo contrassegnato da un partito pivot, un partito collocato al centro, i liberali, che ritroviamo alleati a volte con i democristiani ed a volte con i socialdemocratici. Mentre in Germania i liberali sono stati sostituiti dai verdi per l’alleanza con i socialdemocratici, in Olanda negli anni ’80, troviamo un partito collocato al centro abbastanza grande da impedire sistematicamente la formazione di maggioranze che lo escludano. L’alleanza cristiano-democratica (Cda) olandese, può essere definita come un partito dominante, in quanto domina il sistema, pur non potendo costituire governi da solo, impedisce che si sviluppi una dinamica bipolare. Sia quello olandese che quello tedesco sono comunque sistemi a pluralismo partitico limitato, basso numero di partiti rilevanti, e connotati da una moderata polarizzazione ideologica.Il sistema partitico della Prima Repubblica italiana appartiene a quei sistemi a pluralismo estremo e polarizzato; anche in Itali esisteva un partito dominante, la Dc, ma ai due estremi erano collocati partiti come l’MSI ed il PCI con cui la Dc non aveva alcuna convenienza a formare delle colazioni. Primo perché non ne aveva bisogna, gli bastava fare accordi con partiti più piccoli e più vicini. Inoltre la caratterizzazione ideologica del Pci e dell’Msi rendeva inaccettabile la loro presenza al governo.

Page 49: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

I sistemi partitici possono essere più o meno strutturati, possono cioè presentare un grado maggiore o minore di stabilità negli allineamenti elettorali e nella collocazione dei partiti; ad esempio nei paesi dell’Europa centro-orientale, come la Polonia, i partiti entrati in scena dopo il crollo del comunismo non si sono riusciti ad affermare per cui si è registrato il più alto livello di volatilità e instabilità dei sistemi partitici al mondo.Nei sistemi bipartitici risulta dominante una sola frattura rokkaniana, quella socioeconomica, contrapposizione capitale-lavoro. Un caso estremo è costituito dal sistema politico belga, il quale ha un partito democristiano al centro, che è mediano rispetto a socialisti, ecologisti e comunisti alla sua sinistra e rispetto a liberali e conservatori alla sua destra sulle questioni di carattere socioeconomico, ma è distante da entrambi i blocchi sulle questioni che riguardano la regolazione della famiglia ed i diritti civili. Inoltre, tutti i partiti, a partire dagli anni ’60 si sono articolati in due distinte componenti, una vallone ed una fiamminga, che rispecchiano la frattura etnico-linguistica che attraversa il paese. La struttura dei sistemi elettorali I sistemi elettorali sono importanti perché:

- Sono la procedura che sta alla base della democrazia rappresentativa- Fissano le condizioni per essere rappresentati e per conquistare incarichi

Riguardo i sistemi elettorali gli elementi fondamentali da considerare sono 3:- La formula elettorale, il meccanismo matematico di conversione dei voti in seggi- La dimensione dei collegi, misurati in base al numero dei seggi assegnati- I destinatari del voto

Per quanto concerne quest’ultimo, le differenze possono coinvolgere vari aspetti:- Il voto è rivolto a singoli candidati (voto nominale), ad un gruppo (voto di lista) o ad entrambi- Il voto è rivolto ad un solo candidato (voto categorico) oppure a più candidati secondo un ordine di

preferenza (voto ordinale)- L’elettore viene chiamato a votare per una o più cariche, ma distintamente per ciascuna di esse (voto

distinto) oppure per più cariche ma con un voto solo (voto fuso), ad esempio il voto fuso è il voto che si esprime per le elezioni amministrative nei comuni italiani con meno di 15K abitanti.

Si distinguono quindi tre principali sistemi elettorali, quelli maggioritari, quelli proporzionali e quelli misti. Le formule maggioritarie assegnano i seggi in palio ai competitori che hanno ottenuto più voti,

indipendentemente dalla quota di voti ricevuti. Generalmente in collegi uninominali Le formule proporzionali assegnano la quota di seggi a ciascun competitore in base alla corrispettiva

percentuale di voti ottenutaI sistemi maggioritari si distinguono tra loro innanzitutto per la maggioranza richiesta, maggioranza relativa dei voti (plurality) oppure maggioranza assoluta (majority); in G.B. e Stati Uniti i parlamentari sono eletti in collegi uninominali in cui si vince con la maggioranza relativa, sistema elettorale plurality; mentre per il Presidente della Repubblica in Francia ed il sindaco di un comune italiano con più di 15K abitanti è richiesta la maggioranza assoluta, in questi casi viene previsto un secondo turno di ballottaggio nel quale sono ammessi solo i due candidati meglio piazzati al primo turno, si parla quindi di sistema elettorale majority-majority o majority-run off. Un altro caso ancora, riguarda l’elezione dei componenti dell’Assemblea nazionale in Francia, anche qui i collegi sono uninominale e viene richiesta la maggioranza assoluta al primo turno, ma al secondo turno passano un numero di candidati maggiore a 2 e quindi, si vince anche con la maggioranza relativa, per cui si parla di sistema elettorale majority-plurality. Un altro sistema è quello adottato in Australia, denominato sistema del voto alternativo. Ogni elettore ordina le sue preferenze per tutti i candidati; al momento dello scrutinio tutte le schede sono raggruppate in diversi mucchi in base alle prime preferenze, poi il mucchio più piccolo, relative al candidato meno votato per primo, vengono ridistribuite in base alle seconde preferenze che vi sono espresse, si ripete tale procedura fino a che un candidato non si ritrova con la maggioranza assoluta. Il sistema della maggioranza relativa può essere applicato anche in collegi plurinominali; ad esempio in Giappone fino al ’94, i membri della Camera bassa venivano eletti in collegi che assegnavano in media 4 seggi e gli elettori potevano esprimere un solo voto nominale, sistema denominato VSNT. Il sistema si dice a voto limitato quando gli elettori possono votare per più di un candidato, ma possono comunque votare per un numero di candidati inferiore al totale dei seggi da ricoprire, mentre solo in casi abbastanza rari vi è la possibilità per gli elettori di esprime un numero di preferenze pari al numero di seggi da ricoprire, isole Mauritius.

Page 50: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Nei sistemi proporzionali, normalmente i collegi sono plurinominali. Le formule proporzionali sono divise in due famiglie:

- Metodo del divisore, tende a sovrarappresentare i partiti più grandi. La formula d’Hondt prevede che i voti di ciascun partito vengano divisi per 1, 2, 3, 4, 5 e così via, ottenendo per ogni partito una serie di quozienti decrescenti, a questo punto si assegnano i seggi disponibili alle liste che dispongono del quoziente più alto non ancora utilizzato.

- Metodo del quoziente, tendono a rispecchiare più fedelmente la proporzione dei voti ottenuti da ciascuna lista, si potrebbe dire che con tale formula si stabilisce quanti voti costa un seggio. Nella formula detta del quoziente naturale, formula di Hare, il prezzo pieno in voti di un seggio è pari al numero totale dei voti validi diviso il numero dei seggi che si devono assegnare; in altri casi il divisore viene aumentato di una unità, formula Droop, o di due, formula Imperiali. Applicando queste formule, i seggi che non sono assegnati in base ai quozienti pieni, possono essere assegnati in due modi diversi: attribuiti ai partiti che hanno il numero più alto di voti non utilizzati in quel collegio (resti), formula del quoziente e dei resti più alti; oppure tutti i resti di ciascun partito possono essere sommati e trasferiti ad un collegio virtuale più grande, di solito un collegio unico nazionale, nell’ambito del quale si procede alla ripartizione proporzionale dei seggi non assegnati nei collegi di livello inferiore sulla base dei quozienti pieni, in questo modo nessun partito vede sprecati i suoi voti ed il sistema diventa perfettamente proporzionale.

Il sistema del voto singolo trasferibile è uno dei pochi sistemi proporzionali che non prevede il voto di lista, i seggi si assegnano in collegi plurinominali, ma gli elettori possono ordinare le loro preferenze indicando più candidati: un candidato risulta eletto se ha ottenuto un numero di voti pari ad un quoziente stabilito con la formula Droop ed i voti eccedenti vengono trasferiti ad altri candidati in base alle seconde preferenze. I sistemi misti sono così definiti in quanto una parte dei seggi viene assegnata mediante una formula maggioritaria (solitamente in collegi uninominali) mentre l’altra parte viene assegnata con formula proporzionale (solitamente mediante voto di lista). Una differenza fondamentale è quella tra sistemi misti nei quali la seconda quota dei seggi viene usata in modo da compensare completamente gli effetti della componente maggioritaria ottenendo che la ripartizione complessiva sia proporzionale, sistemi misti-proporzionali; e sistemi in cui le due quote di seggi sono assegnate parallelamente oppure con meccanismi parziali di compensazione, per cui prevale la componente maggioritaria, sistemi misti-maggioritari. Un esempio del primo è il sistema elettorale tedesco, mentre sistemi del secondo tipo sono quelli adottati in Italia e Giappone agli inizi degli anni ’90.

La legislazione di contorno Chi e come accede al diritto di elettorato attivo, ovvero la persona che vota- Quali requisiti (anagrafici, cittadinanza, penali, …)- Come ci si iscrive ai registri elettorali Chi e come accede al diritto di elettorato passivo, ovvero le persone che possono essere votate- Disciplina della incandidabilità e delle incompatibilità- Procedura per presentare candidature, ed eventuale cauzione Modalità di voto: cartaceo od elettronico Chi certifica i risultati - Il governo/la burocrazia governativa; un’autorità indipendente apposita; l’autorità giudiziaria

La dimensione dei collegi, non la dimensione fisica, territoriale, ma il numero di seggi che si assegna in ogni seggio

Page 51: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- I collegi uninominali, si assegna un solo seggio quindi sono piccoli- I collegi plurinominali, si assegnano in media 24 seggi, quindi sono grandi

Destinatari del voto Voto nominale, voto verso un singolo candidato; esso può essere categorico (non trasferibile) oppure

ordinale, trasferibile in base all’ordine indicato dall’elettorato. Voto di lista, dato in blocco ad una lista di candidati facenti parte di un partito; esso può essere senza voto di

preferenza, quindi liste bloccate, oppure con voto di preferenza.

Ci sono due famiglie di formule, una detta del quoziente e l’altra detta del divisore. Quella del divisore (d’Hondt), in questo caso per assegnare i seggi bisogna fare una divisione, bisogna dividere i voti

ottenuti da ciascun partito per una serie di divisori, avremmo così una serie di quozienti per ciascun partito. Ipotizziamo di dover assegnare 3 seggi, gli attribuiamo al partito che ha il quoziente più grande ancora non utilizzato. L’effetto è che se assegniamo 3 seggi, il primo partito ottiene il 66% dei seggi con il 60% dei voti, il secondo partito ottiene il 33% dei seggi, ma se dobbiamo assegnare più seggi, aumenta la proporzionalità, quindi se aumenta la dimensione del seggio aumenta la proporzionalità in questo caso.

Identificazione del quoziente, sarebbe il numero di voti con il quale si ha la certezza di assicurarsi un seggio. Il metodo del quoziente naturale è basato sulla semplice divisione dei voti totali diviso il numero di seggi che si

assegnano in quel collegio. Prima si assegnano i seggi interi, poi in base ai resti. Il metodo d’Hondt tenda a privilegiare i partiti più grandi, mentre con il metodo del quoziente naturale, o metodo Hare, si ha una distribuzione dei seggi più proporzionale, con il quale anche i partiti minori riescono ad ottenere un seggio.

Altri sistemi proporzionaliDi solito le formule proporzionali sono adottate in sistemi che assegnano i seggi in collegi plurinominali con voto di lista, ma possono essere applicate anche a collegi plurinominali con voto nominale; oppure in sistemi con collegi uninominali, come avvenne in Italia per il Senato fino al 1992.I sistemi elettorali misti

Page 52: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Nei sistemi elettorali misti vi sono due modalità di ripartizione per due distinte quote di seggi: una con voto nominale e formula maggioritaria ed una con voto di lista e formula proporzionale.

- Misti-maggioritari: Italia (1994-2001) e Giappone, dal 1994; in cui è ponderante la componente maggioritaria.

- Misti-proporzionali: Germania, Nuova Zelanda; in cui è largamente ponderante la componente proporzionale.

Effetti del sistema elettoraleI sistemi elettorali influiscono sia sull’organizzazione interna dei singoli partiti sia sulla struttura del sistema partitico. Essi influenzano la struttura del sistema partitico in due modi:

1) Attraverso gli effetti puramente meccanici della conversione dei voti in seggi2) Attraverso il conseguente adattamento delle strategie dei candidati e dei partiti

Un primo effetto meccanico è prodotto dalla soglia di sbarramento che può essere legale, esplicita ovvero prevista dal sistema elettorale, oppure implicita, la quale non è possibile dire con certezza quale sia la soglia implicita di un sistema elettorale, infatti tale soglia varia anche nell’ambito di uno stesso collegio o di uno stesso sistema elettorale.La soglia implicita rappresenta l’asticella che deve essere superata per essere sicuri di avere rappresentanza, tale soglia è implicita, quindi non chiaramente specificata. Nessun sistema elettorale è perfettamente proporzionale, lo è solo se tutti i seggi disponibili sono allocati come se fossero allocati in un unico grande collegio nazionale e i seggi devono essere tanti. La perfetta proporzionalità quindi non è mai possibile. La soglia implicita non è identificabile in maniera univoca, ma bisogna conoscere le caratteristiche del sistema elettorale, in quanto dipende da vari fattori, anche dalla quantità dei partiti che si presentano alle elezioni. Si possono definire due soglie:

Soglia di rappresentanza, è il minimo di voti che servono per ottenere un seggio, dato un certo sistema elettorale, nelle peggiori condizioni dal punto di vista della presenza di altri candidati che prendono voti; può essere bassa, se tutti i candidati prendono quasi esattamente la stessa quantità di voti, all’aumentare dei rappresentanti, che ottengono circa gli stessi voti, tale soglia si abbassa.

Soglia di esclusione, quota massima di voti che si rischia di sprecare se le condizioni sono le peggiori possibili dal punto di vista di un singolo candidato.

Per calcolare una stima ragionevole della soglia implicita, un buon metodo è la stima di Lijphart, ovvero bisogna dividere 75 per il numero dei seggi più 1 --> 75/(n+1)Inoltre è plausibile però che almeno un 25% dei voti vengano più o meno dispersi, quindi la soglia implicita dipende in parte dal 75% dei voti, considerando un 25% di spreco, in più dipende anche dal numero dei candidati, che non deve essere tanto superiore al numero dei seggi.Il vincolo della soglia di sbarramento influenza preventivamente le scelte di politici ed elettori. La non proporzionalità è un riflesso della soglia, in quanto tutti i partiti sotto soglia non ottengono seggi, i loro voti vanno sprecati, per cui tali seggi vengono trasferiti ai partiti più grandi, creando disproporzionalità. L’indice di disproporzionalità è una misura complessiva della non-proporzionalità dei sistemi elettorale, tale indice è detto indice di Gallagher, ed esprime la differenza che c’è tra la distribuzione dei seggi effettiva e quella che si avrebbe in caso di perfetta proporzionalità. Quanto è più alta la soglia di sbarramento, tanto è più probabile che una quota di voti venga sprecata, la corrispondente quota di seggi viene quindi trasferita ai partiti che superano tale soglia; si dice a questo proposito che alcuni sistemi elettorali possano fabbricare maggioranze, possono cioè attribuire la maggioranza assoluta dei seggi, in sistemi parlamentari, al soggetto politico più votato, anche se quest’ultimo ha ricevuto solo la maggioranza relativa dei voti. I sistemi maggioritari ed alcuni misti producono questo risultato in maniera implicita; i sistemi proporzionali con premio di maggioranza lo fanno invece mettendo esplicitamente in palio una quota fissa o variabile di seggi. Gli unici sistemi che producono sempre e comunque una maggioranza parlamentare a vantaggio della forza politica che ha preso più voti, per questo detti majority assuring, sono quelli con premio di dimensione variabile introdotti in Italia nel 2006 e nel 2016.Quando il sistema elettorale assegna l’unico seggio in palio in ogni collegio a chi ottiene la maggioranza relativa, possiamo aspettarci che i candidati competitivi si riducano a due. Se nei collegi si assegnano 5 seggi il numero di partiti con realistiche chance di ottenerne almeno 1 non potranno essere molti più di 5, è ragionevole aspettarci che siano 6 (5+1). Ma il numero complessivo dei partiti nazionali sarà uguale solo se la competizione assume lo stesso formato nella gran parte dei collegi, se cioè in ogni collegio sono presenti gli stessi partiti, con un seguito elettorale di dimensioni costanti. Secondo una nota ipotesi, una delle cosiddette leggi di Duverger, ci si attende che:

Page 53: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Il sistema maggioritario a turno unico tende al bipartitismo, ma ciò non avviene se esistono partiti minori con un elettorato territorialmente concentrato in grado di battere i candidati dei principali partiti nazionali in un numero significativo di collegi.

Il sistema a rappresentanza proporzionale tende al multipartitismoCiò vuol dire che i sistemi elettorali hanno degli effetti importanti sul numero dei partiti, tendendo nel corso del tempo, a dare forma alla competizione, ciò capita sia a causa di effetti psicologici che meccanici:

- Effetti psicologici, hanno luogo a monte del voto, i sistemi elettorali infatti orientano le decisioni di voto degli elettori e le strategie di partiti e candidati

- Effetti meccanici, hanno luogo nella trasformazione di voti in seggi, le soglie di sbarramento, la grandezza delle circoscrizioni, formula elettorale, premio di maggioranza…

Nella misura in cui i sistemi elettorali stabiliscono, in maniera esplicita od implicita, una soglia di sbarramento, disincentivano l’entrata in scena di partiti o candidati con un limitato seguito elettorale e quindi frenano la frammentazione; nella misura in cui essi fabbricano maggioranza a vantaggio della forza politica che arriva prima, incentivano l’aggregazione dell’offerta in pochi grandi partiti o coalizioni, capaci di contendersi il premio, implicito od esplicito, i politici sono quindi incentivati ad aggregarsi intorno a due partiti o due poli nazionali; in questo modo le alternative di governo diventano identificabili per gli elettori già al momento del voto e le elezioni risultano decisive, ovvero il loro esito stabilisce quali partiti avranno la responsabilità di governare. Il sistema plurality puro, uninominale maggioritario ad un turno, produce entrambi gli effetti, promuove quindi la formazione di sistemi bipartitici; ma questi due effetti possono essere disgiunti, infatti il sistema elettorale tedesco contiene la frammentazione ma non incentiva la dinamica bipolare; al contrario, i sistemi maggioritari a doppio turno ed i sistemi misti-maggioritari tendono a fabbricare una maggioranza ma non frenano la frammentazione. I sistemi maggioritari tendono in genere a ridurre la frammentazione del sistema partitico all’origine, ciò è vero soprattutto per il plurality, ma non è vero per il sistema uninominale maggioritario a due turni, in questo caso infatti, il livello di frammentazione del sistema partitico è simile a quello prodotto dai sistemi proporzionale e misti. Ma il sistema maggioritario a due turni, così come i misti-maggioritari, hanno un forte effetto riduttivo in uscita, ovvero non disincentivano la frammentazione dell’offerta, dando a molti partiti l’opportunità o l’illusione di ottenere rappresentanza, ma poi concentrano i seggi su poche forze politiche. Gli effetti È più appropriato usare altri termini, in quanto non vi è psicologia nella scelta dei candidati o partiti che fanno per entrare in competizioni, sono in realtà scelte strategiche, razionali, basate su un calcolo.

1) Strategic entry, non è razionale per i partiti presentare candidature autonome se non hanno chance di ottenere seggi

2) Strategic voting, non è razionale per gli elettori dare il voto a candidati o partiti che non hanno chance di ottenere i seggi

3) Effetto diretto, meccanico, i candidati o partiti che non superano la soglia vengono esclusi dall’assegnazione dei seggi a vantaggio degli altri

Ogni sistema elettorale costituisce un vincolo in base al quale ci sono strategie, per entrare in competizione, razionali e non razionali, così come i comportamento degli elettori; è razionale candidarsi quando è plausibile pensare di essere nella rosa dei candidati che arrivano al massimo numero di seggi più 1. Effetti locali e nazionali

Effetti locali, nei singoli collegi Effetti nazionali, sul sistema partitico La struttura della competizione può essere diversa in diverse aree del territorio nazionale; infatti può

accadere che il numero di partiti sia piccolo in ciascun collegio ma si riveli elevato al livello nazionale. Si può ridurre a 2 o 3 partiti nei collegi, ma possono essere di più a livello nazionale, quindi non sempre i sistemi maggioritari portano al bipartitismo.

Effetti su cosa- Sulla distribuzione dei seggi tra i partiti, soglia, e quindi sulla frammentazione del sistema partitico. La soglia

alta tende ad eliminare i piccoli partiti a vantaggio dei grandi, così come i seggi che sarebbero stati attribuiti ai piccoli partiti vanno ai grandi, assegnandoli quindi un premio implicito

- Sulla fabbricazione delle maggioranze e quindi sulla dinamica della competizione. Se il sistema elettorale è fatto in modo da dare un premio, implicito od esplicito, ai partiti con il maggior numero di voti, ciò porta a formare delle coalizioni, come nei maggioritari, incentivando la competizione elettorale.

Page 54: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Sulla assegnazione sei seggi ai singoli candidati e quindi sulla struttura organizzativa e la coesione interna dei partiti

Sulla competizione intra-partiticaIl sistema elettorale definisce anche come è regolata la competizione dentro ai partiti, per stabilire chi ricopre i seggi che il partito ha vinto. La competizione intra-partitica può essere limitata, nei collegi uninominali o con la lista bloccata, infatti i candidati devono investire poche risorse per la loro campagna individuale e, una volta eletti, sono indotti a non dissociarsi troppo dalla linea del partito; può essere incentivata dal VSNT o dal voto di preferenza, infatti si riduce la coesione organizzativa, i costi delle campagne elettorali crescono, si consolidano le reti personali dei singoli candidati; come accade in Polonia ed in Brasile, ma anche nell’Italia pre ’93. Altri sistemi escludono del tutto che vi possa essere competizione intra-partitica; questo accade di solito dove il collegio è uninominale, dove cioè ogni partito o coalizione presenta un solo candidato, G.B. e Francia; oppure ancora quando i seggi vengono attribuiti ai candidati presenti in ciascuna lista in base all’ordine stabilito dal partito, lista bloccata. Una forma di competizione intra-partitica può avvenire anche se esclusa dal sistema elettorale, attraverso le primarie, come avviene negli Stati Uniti. Laddove la conquista del seggio da parte dei singoli candidati dipende da una decisione degli organi dirigenti del partito, i candidati non devono investire grosse risorse per la loro campagna individuale ed una volta eletti, sono indotti a non discostarsi troppo dalla linea del partito. Invece, laddove la conquista del seggio dipende da una competizione tra candidati dello stesso partito, la coesione organizzativa è messa a repentaglio, i costi delle campagne elettorali crescono, si consolidano reti clientelari ed aumenta il livello di corruzione politica. RiassumendoLa struttura dei sistemi partitici appare influenzata da due fattori principali: dalla forza e dal numero di fratture rokkaniane presenti nella società e dalle caratteristiche del sistema elettorale.In presenza di più fratture salienti è più probabile che il sistema sia multipartitico e multipolare; la frammentazione può essere però frenata da sistemi elettorali con una soglia di sbarramento relativamente alta, mentre la dinamica bipolare può essere promossa da sistemi elettorali che tendono a fabbricare maggioranze.La coesione interna dei partiti può essere messa a repentaglio da sistemi elettorali che prevedono un’aperta competizione tra candidati dello stesso partito per l’assegnazione dei seggi parlamentari.

Chi è “partito”?Tutte le organizzazioni, comunque denominate, che si presentano continuamente con un proprio simbolo alle elezioni per cariche pubbliche ed ottengono seggi.Obiettivi:

- Competono per raccogliere voti popolari, vote seeking - Al fine di ottenere incarichi rappresentativi o di governo, office seeking- Ed influenzare in questo modo le decisioni pubbliche

Attività:- Elaborano programmi di politica pubblica- Selezionano e sostengono candidati per le cariche pubbliche- Coordinano gli eletti sotto il proprio simbolo

Perché analizziamo il sistemaDalla conformazione, dalla struttura del sistema partitico gli elettori hanno un’idea del quadro delle alternative disponibili inoltre influenza le strategie dei partiti; inoltre esso rappresenta un vincolo alle strategie competitive dei singoli partiti sia nell’arena elettorale che in quella parlamentare. Le fratture sociali e politiche, il sistema elettorale, il sistema di partito e la composizione del governo sono strettamente collegate tra loro. La struttura del sistema partitico è interessante in quanto da essa dipende la dinamica della interazione tra i partiti, per questo ci sono 3 caratteristiche salienti:

- Numero dei partiti, frammentazione partitica, da un bipolarismo fino ad un multipartitismo- Distanza ideologica che separa i partiti, quanto sono estreme le posizioni dei partiti che sono agli estremi

dello spazio politico, da cui dipende anche la natura delle loro interazioni; destra-sinistra, quanto è

Page 55: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

polarizzato il sistema, quanto sono aspri i conflitti tra i partiti per via delle loro posizioni molto distanti, MSI e PCI

- Numero dei poli intorno a cui si aggregano

Si hanno due spiegazioni riguardo la diversità del sistema partitico, una sociologica ed una istituzionale. La spiegazione sociologica si basa sul fatto che le famiglie partitiche del ‘900 sono figlie di fratture nate tempo prima, dal percorso centro-periferie e dalla frattura capitale-lavoro; queste trasformazioni hanno prodotto delle fratture sociali che hanno a loro volta messo delle premesse per la costituzione dei partiti. È una spiegazione delle differenze perché in alcuni paesi la frattura Stato-Chiesa non è stata così rilevante, mentre per altri sì, come in Italia; per altri invece la frattura centro-periferia è stata meno rilevante rispetto ad altri stati, tipo la Spagna. La formazione di partiti che si assomigliano in tanti paesi diversi, è prodotta da grandi trasformazioni che creano dei conflitti, ad esempio il conflitto capitale-lavoro ha creato nei vari Paesi i partiti comunisti e socialisti. Dopo la recessione del 2008, ciò ha prodotto una nuova frattura creando dei nuovi partiti, cosiddetti anti-establishment.La spiegazione istituzionale invece, pensa alle istituzioni come dei prodotti derivanti dai diversi sistemi elettorali. I nuovi partiti anti-establishment sono una fase transitoria od una nuova fase stabile?

Visione dicotomica classicaSistemi bipartitici e sistemi multipartitici, nei primi vi sono delle alternative chiare, hanno un effetto moderatore e generano governi stabili ed efficaci; mentre i sistemi multipartitici, sono vari, non riconducibili ad una unica conformazione

Misurare il pluralismoCome si può affermare quale sistema partitico sia più frammentato rispetto ad un altro?Vi sono due metodi, uno di Sartori ed uno di Laakso e Taagepera, utilizzato per le analisi comparative: Sartori, non bisogna solo vedere il numero dei partiti, ma bisogna valutare anche se sono partiti di qualche rilievo, quindi se ottengono seggi, per cui bisogna considerare solo i partiti rilevanti, ovvero quelli che hanno seggi ma soprattutto giocano un ruolo effettivo solo se hanno un potenziale di coalizione (potenziali alleati di una maggioranza) oppure se hanno un potenziale di ricatto, ovvero non hanno potenziale di coalizione, ma sono sufficientemente forti da esercitare una forma di ricatto od interdizione nei confronti dei partiti che sono al governo. Un partito che non possiede nessuno dei due potenziali, anche se ha preso dei seggi, è un partito non rilevante per cui lo si può non contare, in quanto non aumenta il grado di pluralismo. Questo modo di ragionare ha un problema, non misura la frammentazione. Per cui si può misurare in maniera matematica la frammentazione partitica, grazie alla formula Laakso-Taagepera, attraverso l’inverso della divisone tra 1 e la sommatoria delle percentuali di voti dei partiti elevata al quadrato; questa formula cambia non solo in base al numero dei partiti, ma anche se i seggi sono più o meno concentrati tra i partiti esistenti. Tale formula applicata ai voti dei partiti, cambia se si considerano anche le distribuzione dei seggi. Infatti e vi è un partito che prende il 60% e due partiti che si dividono il resto, il risultato sarebbe compreso tra 1 e 2, non ci dice il numero esatto di partiti. Questo è un modo per misurare il grado di frammentazione dei sistemi partitici, ma ci dice poco sulla struttura del sistema partitico.

Le interazioni tra i partitiNelle regole di Sartori è implicito anche un ragionamento sulle interazioni tra i partiti: quali sono ammessi al gioco delle coalizioni e quali sono esclusi? Questo rimanda alla distanza ideologia tra i partiti ed alla presenza di partiti anti-sistema. La presenza di due partiti molto distanti tra loro e distanti tra gli altri, li porta ad essere indentificati come partiti anti-sistema, secondo Sartori, ma la definizione è ambigua; ma comunque la distanza di posizioni di alcuni partiti rispetto ad altri, è tale per cui tutti gli altri non li considerano come potenziali alleati in una maggioranza di governo, si possono avere dei dubbi sull’uso delle categoria di partiti anti-sistema, ma è certo che in ogni caso le loro posizioni erano talmente distanti da non poter essere considerati come partner di governo, ciò ha degli effetti. Ciò chiama in causa un’altra categoria, ovvero un’asse astratto di sinistra-destra.Le persone si identificano lungo quest’asse, anche se meno rispetto al passato, ma nei sistemi politici della metà del ‘900 fino a qualche anno fa, si collocavano i leader politici sull’asse destra-sinistra, che nasce durante l’assemblea costituente francese, che riuniva terzo stato, clero e nobiltà, in cui si misero a destra il clero e la nobiltà, favorevoli

Page 56: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

alla monarchia, mentre si misero a sinistra i repubblicani ed i democratici. Quindi si va dal massimo conservatorismo al massimo cambiamento; questa divisione diverrà tipica di ogni parlamento.Come si leggono le figureSono una rappresentazione riferita ad un solo anno e rappresentativo di un solo paese, e solo una esemplificazione; per ogni partito sono indicati la famiglia politica e la percentuali di voti o seggi; la distanza ideologica, polarizzazione, è calcolata escludendo i partiti con meno del 2% dei seggi, le percentuali sono ricalcolate dopo aver escluso i partiti con meno dell’1% dei voti.

Perché vi è un bipartitismo e questa dinamica bipartitica porti ad una dinamica centripeta? Ovvero che i due principali partiti tendono a spostarsi verso il centro? Quando si ha un sistema bipartitico si ha anche in bassa distanza ideologica tra i due partiti principali, se questi due partiti non hanno la necessità di coprirsi le spalle nei due estremi, è plausibile che provino a prendere voti tra gli elettori che stanno in mezzo, in quanto tale voto vale doppio, perché lo togli al partito antagonista. Per cui i sistemi bipartitici hanno una dinamica centripeta, però ha alcune condizioni, che la maggioranza degli elettori siano collocati al centro invece che all’estremo e che il sistema elettorale disincentivi i competitori agli estremi. Ciò è aspettabile se gli elettori si comportano in maniera strategica.Scelte sincere o strategiche?Sia i partiti che gli elettori hanno sempre l’alternativa tra adottare una strategie che risponda più sinceramente alle loro esigenze, valori, opinioni piuttosto che una scelta strategica.

La strategia sincera del partito è disincentivata in quanto può avere come effetto un risultato paradossalmente opposto rispetto alle aspettative dei partiti o degli elettori, come nel caso di Bush vs Al Gore.

Nei sistemi bipolari invece, caso francese, un sistema attraversato da più fratture, con un sistema elettorale a doppio turno, si ha una struttura partitica che si può definire bipolare, quadriglia bipolare. Il sistema non disincentiva la rappresentazione di tante candidature all’inizio, ma alla fine fa prevalere i candidati di pochi partiti, ha un effetto riduttivo; questa caratteristica è ancora più accentuata nei sistemi partitici, come quello italiano, soprattutto da quando si è adottato un sistema elettorale misto.Questo dimostra come il bipolarismo e la frammentazione non per forza sono allineate, sono due cose che vanno tenute distinte. Nel caso del sistema bipartitico, promosso dal collegio uninominale a maggioranza semplice, le due dimensioni sono collassate, in quanto la partecipazione politica è ridotta due partiti; nel caso del sistema italiano, misto, si ha un incentivo a creare delle coalizioni, ma anche un incentivo, o meglio l’assenza di disincentivi alla frammentazioni, quindi si hanno molti partiti aggregati attorno a due poli. Oppure si ha la configurazione a partito predominante, vi è un grande partito che non può essere sconfitto, per varie ragioni, come avviene in Giappone ed in Sudafrica. Quando vi è un partito dominante, dall’altra parte vi è una notevole frammentazione, ma non si può stabilire se sia una causa o l’effetto di un partito dominante, il quale non può essere sconfitto per cui non c’è incentivo a unirsi per sconfiggerlo, per cui cercano di farsi valere singolarmente. Partito predominante, partito che è abbastanza grande da governare da solo e non può essere sconfitto; partito dominante o pivot, vi è un partito che ha una rendita, ma non è dovuto dall’avere tanti voti, ma dalla posizione che occupa nel sistema partitico.

Page 57: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Mentre il bipartitismo incentiva la dinamica centripeta, il bipolarismo polarizzato incentiva una dinamica centrifuga, ovvero anche i partiti più piccoli mantengono una loro posizione(?).

Sistema iper-frammentato, Belgio, tutti partiti sono divisi in due, per via della frattura fiammingo-vallone per cui hanno costituito deliberatamente un partito socialista fiammingo, ed uno vallone, così come per il partito liberale e cristiano, a cui si sono aggiunti dei partiti nazionalisti, fiamminghi e valloni.

Parlamenti e governiI rapporti parlamento-governo, cambia a seconda dell’assetto istituzionale, che sia parlamentare o presidenziale.

I governi parlamentari emanano decreti che hanno forza di legge, ma devono poi comunque ottenere una approvazione parlamentare.

Poteri condivisi, coalizioni agenda setter e veto players I capi di governo dei regimi presidenziali, presidenti, di solito possono nominare i componenti dell’esecutivo con maggiore autonomia rispetto ai primi ministri dei regimi parlamentari. In molti casi le costituzioni riconoscono loro anche poteri di interventi autonomi, ad esempio in politica estera e sicurezza nazionale, che nei regimi parlamentari richiedono una preventiva autorizzazione delle assemblee legislative. In diversa misura a seconda dei paesi, hanno autonomi poteri legislativi; inoltre dispongono, spesso, di un potere di veto sulle leggi approvate dal parlamento che i primi ministri non hanno. In entrambi i sistemi, l’azione dei governi e le decisioni delle assemblee sono strettamente connesse; per governare infatti è sempre necessaria l’approvazione del bilancio, la quale è, in ogni democrazia, prerogativa del parlamento. Per cui anche nei sistemi presidenziali è preferibile per il capo del governo che la maggioranza parlamentare sia incline ad approvare leggi di merito e decisioni di bilancio coerenti con i suoi obiettivi di politica pubblica. Nei regimi parlamentari ciò non è solo preferibili, ma, affinché il governi entri e resti in carica, è strettamente necessario che la maggioranza dei componenti dell’assemblea legislativa sia consenziente. La coesione delle maggioranze e della stabilità dei governi dipendono dalla coesione organizzativa dei partiti; se nessun partito dispone da solo di una base parlamentare sufficiente a consentire l’entrata in carica del governo, si dovrà formare una coalizione. In questo caso, sia il programma (policy) sia la composizione dell’esecutivo (distribuzione degli incarichi) dovranno essere negoziati tra i partiti facenti parte della coalizione. Sia che il governo sia monopartitico o di coalizione, l’esecutivo diventa il luogo dove concretamente si progettano le policy corrispondenti al programma e, di conseguenza, la cabina di regia della maggioranza parlamentare. A dispetto del nome, nei sistemi parlamentari il principale agenda setter del processo legislativo (l’attore che stabilisce temi, tempi e contenuti delle proposte) è il governo, mentre nei regimi presidenziali l’agenda legislativa può essere in mano ad un partito o ad un leader parlamentare che hanno posizioni anche opposte rispetto a quelle del Presidente. In ogni caso, la capacità del governo di definire l’agenda del processo legislativo ed orientare le politiche pubbliche varia da caso a caso, così come varia la capacità del leader di governo di scegliere autonomamente i ministri e di dirigere l’azione di governo; nei regimi parlamentari varia anche la stabilità dei governi, cosa che nei regimi presidenziali non è in discussione.

I vincoli politici del law making

Page 58: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Affinché i partiti od i leader possano esercitare un ruolo influente in un processo decisionale, devono essere in condizione di svolgere uno di questi due ruoli: agenda setter o veto players. Rispetto a qualsiasi ipotesi di modifica dello status quo ci sono due attori:

Agenda setter, chi definisce l’agenda ed elabora, seleziona le proposte che modificano lo status quo; chi può avanzare delle proposte che modificano lo status quo, agenda setter, ha un ruolo importante perché comincia a dire dove pensa che si debba spostare l’equilibrio, inoltre può decidere che di un determinato tema se ne parli o non se ne parli; può anche affermare un punto possibile d’accordo.

Veto players, gli attori il cui consenso è necessario per approvare una decisione che modifica lo statu quo. Sono importanti perché contano al fine della modifica dello status quo, in quanto se non sia ha la loro approvazione non si può modificare lo status quo, quindi bisogna andare incontro alle esigenze di questi attori. Acquisiscono il ruolo di veto players se il loro eventuale dissenso costituisce un veto insuperabile ed impedisce che una decisione sia presa.

Le funzioni dei parlamenti e l’impatto delle seconde camereLa procedura dell’impeachment verso il capo dello stato, nel caso in cui si macchi di reati gravi, è una prerogativa riconosciuta sia nei sistemi presidenziali che parlamentari. Tutti i parlamenti svolgono una funzione di controllo sull’attività del governo attraverso indagini condotte da parte di commissioni ed attraverso quesiti rivolti a componenti del governo, ad esempio il Prime Minister’s Question Time, avviene ogni mercoledì dalle 12 alle 12.30.Svolgono anche una funzione di indirizzo attraverso l’approvazione di documenti (mozioni o risoluzioni parlamentari) con cui danno indicazioni al governo su come intervenire in determinate materie o su specifici problemi. Attraverso le commissioni ad hoc, svolgono indagini conoscitive o inchieste su materie di rilevante interesse pubblico.Tutti i parlamentari riconoscono l’esistenza dei gruppi che si formano tra parlamentari dello stesso partito ed attribuiscono quindi particolari prerogative ai rispettivi organismi dirigenti. Tutte le camere sono inoltre articolate in commissioni specializzate per materia (politica estera, bilancio, educazione, …) i cui componenti sono un numero relativamente piccolo di parlamentari che rispecchiano la proporzione complessiva tra i gruppi politici. Le commissioni esaminano in via preliminare i documenti poi sottoposti all’esame dell’aula; possono anche ricevere una delega a svolgere funzioni di controllo, indagine, nomina e legislazione su singole materie. Il potere di organizzare i lavori all’interno di ciascuna assemblea legislativa può essere più o meno concentrato nelle mani degli organi di presidenza dell’assemblea, di direzione dei gruppi e di presidenza delle commissioni. Ad esempio l’attività della Camera dei comuni britannica è guidata dai capi dei gruppi parlamentari (chief whips); anche nel Congresso americano i presidenti dei gruppi (speakers) sono influenti, ma sono importanti anche il ruolo dei presidenti delle assemblee e dei presidenti di commissione nei singoli settori.

I poteri dei parlamentiTutti i parlamenti sono assemblee, organismi collegiali, sono assemblee pluraliste, composte da una pluralità di componenti le cui posizioni sono diverse, inoltre tali assemblee sono permanenti. In primo luogo vi è il potere di fare le leggi; sono formalmente composti da componenti che hanno identiche prerogative, ogni parlamentare ha il medesimo potere per cui vige la regola della maggioranza. Sulla scelta del capo dello Stato, tutti i parlamenti hanno in ultima istanza la prerogativa di poter sfiduciare, con l’impeachment, il capo dello stato e quindi imporre la sua sostituzione; oltre al potere legislativo, il parlamento può anche ratificare i trattati, di norma i parlamenti non possono emendarli ma possono essere ratificati, sono norme che valgono anche per l’ordinamento interno; altre funzioni sono quelle di indirizzo e controllo dell’esecutivo, tali funzioni consistono in atti parlamentari, in approvazione di documenti che dicono al governo cosa dovrebbe fare per affrontare una certa questione, oppure come dovrebbe agire nell’attuazione di una particolare legge, atti che non hanno una gran influenza, oppure funzioni di controllo che sono atti con cui gruppi o singoli parlamentari interrogano l’esecutivo per mettere in discussione il suo operato o per sottolineare una situazione che il governo sta ignorando.Organizzazione internaCi sono casi nei quali la presidenza delle camere od il governo hanno un ruolo più rilevante, potendo esercitare in maniera più efficace la definizione dell’agenda; altro ruolo importante ce lo hanno i gruppi parlamentari nelle commissioni, che può essere più o meno incisivo a seconda del regolamento parlamentare.

Page 59: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Una o due camere?Delle 52 democrazie 28 hanno un parlamento bicamerale e 24 hanno un parlamento monocamerale. Non c’è differenza tra presidenziali e parlamentari, ad eccezione di Sud Corea e Taiwan, i paesi con più di 15 Mln di abitanti hanno un parlamento bicamerale. Tutti gli stati federali hanno un parlamento bicamerale; il parlamento italiano ha il più alto numero di componenti al mondo, se si escludono gli 800 lord britannici part-time e senza indennità; se escludiamo la camera dei Lord britannici, tutte le seconde camere, dette anche camere alte, hanno un numero di componenti significativamente inferiore rispetto alle prime.

Origini e funzioni delle camere alte- La rappresentanza della aristocrazia avveniva per diritto ereditario, di censo, di status o nominata dal

sovrano, a cui si sono aggiunte camere rappresentative del popolo, su base elettiva; la radice storica del bicameralismo deriva dalle monarchie parlamentari a suffragio ristretto che poi sono state sostituite da parlamenti a rappresentanza universale. Questa giustificazione non ha retto al tempo per cui si sono state trovate nuove ragioni per creare una seconda camere:

- Senato come rappresentanza delle unità federati che compongono la nazione, sviluppando due soluzioni: Uguale rappresentanza ad ogni unità federata, USA; oppure delegati degli enti territoriali, delegati dei

governi degli stati membri, GermaniaIl principio di pari dignità delle unità federate è in contrasto con quello dell’uguaglianza dei cittadini, in quanto il mezzo milione di residenti in Wyoming eleggono due rappresentanti in Senato come i 37 milioni di residenti della California.Nei paesi federali europei ed in generale in quelli con forma di governo parlamentare, è prevalso l’obiettivo di portare in parlamento il punto di vista e la voce di chi governa o ha governato negli enti territoriali; in Austria, Germania, Spagna, Belgio, Sudafrica, Francia e qualche altro Stato, la seconda camera è composta da amministratori locali, ex amministratori locali o da rappresentanti eletti da un collegio di amministratori locali. Va detto però che alcune seconde camere sono accusate di essere camere morte (Spagna) o cimiteri degli elefanti (Austria). Invece, è abbastanza condivisa l’opinione sull’efficacia del Bundesrat tedesco, che non è composto da senatori a tempo pieno, ma da componenti dei governi dei Lander, i quali esprimono in blocco i voti a disposizione del rispettivo Land. Infine Giappone, Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Romania, hanno una seconda camera che non risponde a nessuno dei due obiettivi, essendo infatti eletta direttamente dai cittadini, in base ad una ripartizione proporzionale dei seggi tra i territori; la sua presenza è giustificata dall’ipotesi che una doppia lettura aiuti a migliorare le leggi ed evitare errori. Le seconde camere

Caratteri ricorrenti: - Hanno meno componenti delle prime- Hanno spesso mandati legislativi più lunghi- Sono di conseguenza soggette a rinnovo parziale- Hanno quasi sempre meno poteri

Se si vuole valutare l’impatto del sistema bicamerale sul processo legislativo, bisogna considerare due possibili differenze:

1) In che misura e con quale frequenza la composizione politica della seconda camera è congruente od incongruente rispetto alla prima, ovvero se la ripartizione dei seggi tra le due camere è sostanzialmente identica o diversa.

2) In che misura i suoi poteri sono più deboli, asimmetrici, o simili se non del tutto equivalenti, simmetrici, rispetto alla prima camera; ovvero se il voto favorevole della maggioranza del Senato è indispensabile per l’approvazione delle leggi, quindi la maggioranza del Senato ha un potere di veto o se invece il suo mancato consenso può provocare al massimo un rinvio dell’entrata in vigore della legge.

La diversa composizione delle camere può essere determinata anche da altri due fattori: - I senatori hanno un mandato più lungo rispetto ai deputati- Il rinnovo dei senatori è parziale, cioè non vengono rinnovati tutti contemporaneamente.

L’impatto effettivo delle seconde camere sul processo decisionale è maggiore quando esse hanno una composizione molto diversa dalla prima e poteri equivalenti. Se invece il Senato è la perfetta riproduzione della Camera, ci si può aspettare si formino le stesse maggioranze in entrambe le camere; al massimo, le posizioni espresse dai rappresentanti di uno stesso partito, in una camera e nell’altra, si discostino per ragioni personalistiche, per conflitti

Page 60: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

tra le correnti interne o per una scelta tattica, stabilita a tavolino dai vertici del partito, di votare a favore di una legge in una camera e contro nell’altra. ConclusioneQuando le seconde camere hanno poteri equivalenti alle prime e sono formate con metodi che promuovono una composizione politicamente incongruente, tendono a dare un potere di veto a gruppi politici ulteriori rispetto ai veto players presenti nella Camera bassa; nei sistemi che favoriscono una composizione congruente e riconoscono al Senato poteri simmetrici questo capita solo occasionalmente. Nei senati con poteri asimmetrici e modalità di elezione che ne promuovono l’incongruenza, ulteriori attori acquisiscono un potere di rinvio; cosa che può capitare, occasionalmente, se le modalità di elezione promuovono la congruenza. Infine, in quasi tutti i paesi a regime parlamentare, il governo, per rimanere in carica, ha bisogno della fiducia o non sfiducia di una sola camera; il Senato italiano e quello rumeno costituiscono, da questo punto di vista, un’eccezione assoluta.

Come misurare la simmetria1) La seconda camera è subordinata all prima2) Ha solo poteri di rinvio e proposta, può fare ostruzionismo rispetto alle proposte approvate dalla prima

camera3) Ha alcuni poteri in esclusiva e potere di veto, il suo voto favorevole è necessario per l’approvazione di una

norma già approvata alla camera4) Ha poteri paritari con alcune limitazioni5) Ha poteri pienamente simmetrici

Cosa può rendere le due camere incongruenti, fattori che possono provocare una frequente differenza della composizione politica nelle due camere:

1) Diversa distribuzione dei seggi tra i territori, come negli USA, che potrebbe produrre maggioranze diverse2) Diversa platea dei votanti, 3) Diversa platea degli eleggibili4) Tempi diversi del rinnovo dei mandati5) Sistemi elettorali diversi

A che cosa serve la seconda camera? Estendere i poteri di veto, ma con quali effetti? Rappresenta i territori, ma non è proprio così, possono essere rappresentati anche da altri parlamentari Rappresentare le istituzioni territoriali, a patto che siano costituiti per svolgere questi compiti Un elemento di bilanciamento dell’eventuale strapotere della maggioranza su specifiche materie, quando

sono incongruenti Una sede di riflessione o di perfezionamento tecnico delle leggi

Le regole del gioco, da cui dipende quanto spesso si ritorna alla casella iniziale.Si parla di forme di stato parlamentari e semi-presidenziali; il processo di formazione dei governi è un gioco interattivo, che non ha mai fine, in quanto all’indomani dell’elezioni parlamentare si pone il quesito di chi ha i numeri per governare e con quale programma. Incarico, programma e governanceLe regole possono favorire o non favorire la stabilità; quindi in ciascun passaggio di questo gioco si ha una serie di alternative:

1) Le elezioni decidono chi ha la maggioranza ed esprime il premier, in questo caso si va direttamente alla casella numero 4; altrimenti, siamo in presenza di un multipartitismo e le elezioni non decidono chi ha la maggioranza, quindi il capo dello stato deve verificare quali maggioranze sono possibili, facendo delle consultazioni con i vari partiti, può farlo lui direttamente od un suo inviato. Se, come avviene in Francia, il capo dello Stato è lui stesso il principale leader politico del partito di maggioranza, nomina come primo ministro un suo fiduciario; altrimenti si comporta come gli altri presidenti di regimi parlamentari.

2) Se è necessario formare una coalizione, si avvia un negoziato tra due o più partiti. In alcuni paesi il negoziato è regolato da convenzioni ben precise, chiamate coalition governance, intesa come l’insieme dei meccanismi

Page 61: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

finalizzati a rendere proficua la collaborazione tra partiti che intendono condividere la responsabilità del governo ma che hanno posizioni politiche distinte e sono in concorrenza gli uni con gli altri. Il negoziato tra e dentro i partiti riguarda soprattutto gli incarichi, ci sono paesi nei quali il negoziato per la formazione della coalizione è un processo molto impegnativo, che dura molto tempo; questo negoziato riguarda anche un programma di governo dettagliato e vincolante, ma può riguardare anche solo il negoziato tra gli incarichi, in questo caso si ha una minore stabilità, mentre se vi è un accordo anche per il programma, che diviene in comune, si ha una maggiore stabilità.

3) Se emerge un accordo di maggioranza, il capo dello Stato nomina il primo ministro il leader indicato dai partiti; se la situazione rimane incerta o il negoziato fallisce, a causa della difficoltà di mettersi d’accordo, allora il capo dello Stato può giocare un ruolo più attivo nella formazione del governo, la sua influenza è inversamente proporzionale alla capacità dei partiti di fare per conto proprio. Ad esempio, in Germania se il Bundestag non riesce ad eleggere un cancelliere a maggioranza assoluta entro 14 giorni dalla prima votazione, il presidente federale può decidere di nominare il candidato che ha ottenuto la maggioranza relativa o deve sciogliere il Bundestag.

Approvazione della fiducia, implicita od esplicita4) Il governo si costituisce o entra nella pienezza dei suoi poteri solo dopo aver ricevuto un voto esplicito di

investitura da parte del parlamento. In altri paesi, il voto di fiducia può essere richiesto dal governo e la sua entrata in carica può essere impedita solo se i parlamentari contrari presentano e votano a maggioranza una mozione di sfiducia; in questo caso viene invertito l’onere della prova, costringendo gli eventuali oppositori del governo a costruire a loro volta una coalizione, si parla per questo di parlamentarismo negativo; si rende così possibile la costituzione di governi minoritari tollerati dalla maggioranza dei parlamentari.

5) Se la fiducia è implicita od esplicita ma rivolta solo al primo ministro, egli ha un diritto di nomina e revoca dei ministri personale; oppure se la fiducia è rivolta all’intero governo, in pochi paesi tra cui l’Italia, la devono avere anche i ministri e di conseguenza il premier non ha il potere di sostituirli. Prima di ottenere la fiducia, deve aver già negoziato con i partner della sua coalizione quali ministeri ottiene ciascun partiti alleato, con il rischio di non avere la fiducia se i ministeri non sono stati soddisfacenti.

6) In Francia, Olanda e Svezia, i ministri non possono anche essere parlamentari. L’incompatibilità dei ruoli parlamentari e di governo può da un lato incentivare la selezione dei ministri con elevate competenze tecniche che non sono diretta espressione di una forza politica e che quindi dipendono politicamente dal capo del governo. Oppure può rendere più stabili i governi se, come avviene in Olanda, entrano a far parte dell’esecutivo le figure più eminenti dei partiti di maggioranza che, in caso di crisi, rimarrebbero senza nessun incarico istituzionale. In altri paesi i ministri possono o devono essere anche parlamentari.

7) Per ottenere la fiducia, nei paesi in cui è previsto un atto positivo di investitura del parlamento, al premier è sufficiente il voto della maggioranza semplice dei parlamentari, a meno che non ci sia una maggioranza che non dia la fiducia; oppure è necessaria la maggioranza assoluta, talvolta in entrambe le camere. Può capitare che i partiti che hanno la maggioranza alla camera non ce l’abbiano al senato, ciò porta ad avere coalizioni più estese. In Italia vale la regola della maggioranza relativa alla Camera dei deputati, le astensioni non si contano, che però è smentita dal Senato dove è necessaria la maggioranza assoluta, al Senato le astensioni contano come voto contrario.

L’attività legislativa8) I governi possono avere oppure non avere la facoltà di determinare la programmazione dei lavori

parlamentari e dispongono in misura variabile di altri strumenti procedurali a difesa della loro iniziativa legislativa. Possono avere corsie privilegiate per propri progetti di legge che il parlamento deve esaminare in tempi certi, oppure la facoltà di chiedere che il parlamento si esprima sui testi proposti senza possibilità di emendarli. Nei regimi parlamentari, i governi hanno a disposizione la questione di fiducia, strumento a difesa delle proposte che ritengono di particolare rilievo per l’attuazione del loro programma e su cui temono divisioni all’interno della maggioranza, richiamando alla disciplina di coalizione i parlamentari della maggioranza, o l’ostruzionismo dell’opposizione. Inoltre serve a togliere dall’imbarazzo i parlamentari dissidenti che possono così votare a favore e salvare la faccia nei confronti del loro pubblico di riferimento. La questione di fiducia è un meccanismo chiave che regola il rapporto tra governo e parlamento; può avere effetti più o meno incisivi, in Francia è più incisivo che in Italia, ma la logica è la stessa, c’è un progetto di legge che è fondamentale per il programma del governo, per cui il governo dice che se non passa tale provvedimento, il governo si dimetterà.

Page 62: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

La crisi9) In alcuni paesi vi è il meccanismo della sfiducia costruttiva, se il parlamento sfiducia il governo deve anche

votare la fiducia ad un nuovo esecutivo in tempi brevi, unico dissuasore che lavora a favore della stabilità perché se non si trova la soluzione, il passaggio successivo è lo scioglimento del parlamento con l’indizione di nuove elezioni; se il parlamento sfiducia il governo si riavvia il processo di formazione di una nuova maggioranza e di un nuovo esecutivo.

10) I capi di governo di alcuni paesi, possono chiedere discrezionalmente lo scioglimento anticipato della camera oppure ottenerlo dopo aver subito una mozione di sfiducia costruttiva parlamentare.

I due paesi del Sud Europa, Spagna ed Italia, sono agli antipodi; in quanto la Spagna presenta il maggior numero di dispositivi pro-governativi mentre l’Italia nessuno. L’obiettivo prevalenteSe un partito è compreso nella coalizione di governo, ha due obiettivi, gli incarichi e l’influenza sul programma. Fare il ministro può implicare che si hanno delle possibilità di influenzare le politiche pubbliche. Se sono un partito di coalizione, soprattutto se è minima vincente, la qualità dell’esecutivo dipende anche dal mio voto, veto player, in quanto l’approvazione delle proposte avanzate dipende dal voto del mio partito.

Gli obiettivi dei partiti influenzano anche la probabilità che emerga un tipo di coalizione od un’altra Partiti interessati solo alle cariche, formeranno tendenzialmente coalizioni comprendenti il minor numero

possibile di partiti. Se abbiamo dei partiti office-seeking, allora si può prevedere che prevarranno le coalizioni minime vincenti, a dimensione minima (base parlamentare più ristretta possibile) oppure minor numero di partiti.

Partiti interessati anche alle politiche formeranno coalizioni tendenzialmente coerenti, ovvero capaci di realizzare il proprio programma, devono rispondere agli elettori nelle prossime elezioni. Se i partiti sono anche policy-seeking, allora si può prevedere che prevarranno coalizioni a distanza minima od a maggioranza minima connessa (coalizione minima vincente tra partiti vicini).

Teorie basate su diversi assuntiSi possono fare delle previsioni sulle coalizioni che si realizzeranno sulla base se:L’obbiettivo del partito è di ottenere dei posti, sia per l’utilità immediata sia per influenzare alcune politiche pubbliche; oppure che siano guidati dalla intenzione di rendere massima la probabilità che il governo realizzerà le politiche pubbliche che al mio partito premono di più.

Partiti office-seeking, orientati dall’obiettivo solo di ottenere posti, quindi:- Vanno bene tutte le coalizioni minime vincenti, senza partner non necessari, per dare più ministeri agli altri

partiti che contano ai fini della maggioranza; se portiamo alle estreme conseguenze questa logica, anche le coalizioni che arrivano al di poco sopra la soglia del 50%, dimensione minima, la base parlamentare è la più ristretta possibile; oppure una coalizione con i minor numero di partiti,

Partiti guidati dall’obiettivo di realizzare le politiche pubbliche, policy-seeking- Coalizioni tra partiti più vicini possibili, distanza minima delle loro posizioni verso i temi; oppure coalizioni a

maggioranza minima connessa, tra partiti che sono vicini, coalizione minima vincente tra partiti con posizioni vicine tra loro.

Dalla teoria all’analisi comparataPerché si formano governi minoritari?Perché si formano coalizioni sovradimensionate?

Cosa favorisce: la stabilità? La forza dei leader? Il ricambio politico?Fattori esplicativi: struttura del sistema partitico, coesione interna dei principali partiti. Regole istituzionali e coalition governance.

Primo gruppo: partito predominanteSecondo gruppo: sistema bipartiticoTerzo gruppo: sistema bipolare

Page 63: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Quarto gruppo: partito dominante

Svezia e Spagna sono governati, per gran parte del tempo, da governi monopartitici minoritari; come può essere spiegata e giustificata? Le spiegazioni sono di vario tipo: una è legata alle regole istituzionali, in entrambi paesi i Primi Ministri entrano in carica anche con solo la maggioranza relativa, in Svezia non era nemmeno necessario avere un esplicito voto di fiducia. Inoltre, in entrambi i sistemi, i partiti prevalenti consentono ad altri, che non sono nel governo, di avere un’influenza sulle policy. La spiegazione che ci consente di capire perché ci siano governi minoritari sono regole istituzionale e la possibilità per i partiti minori di esercitare un’influenza sulle policy anche se sono esclusi dal governo.

Troviamo con una certa frequenza governi sovradimensionati, nel terzo gruppo, perché è più complicato tenere insieme partiti con posizioni molti diverse, per cui chi fa il governo cerca di prevenire delle crisi durante il mandato, per cui allarga la maggioranza. Cosa che fece la DC dal ’46 al ’94. L’effetto delle varie configurazioniPer la stabilità dei governi, la durata dei singoli governi è maggiore nel primo e nel secondo blocco, nel secondo è ancora più

elevata; il terzo blocco è intermedio mentre il quarto gruppo la durata media dei governi è bassa.La permanenza al governo del principale partito, il ricambio politico, è praticamente nullo nel primo e molto basso nel quarto; mentre è più alto nel secondo e terzo gruppo.

La logica ed i vincoli elettorali della politica di coalizioneI governi si possono classificare in base all’ampiezza della base parlamentare che li sostiene ed al numero di partiti che ne fanno parte. Riguardo al numero di partiti, vengono distinti i governi monopartitici dai governi di coalizione; rispetto all’ampiezza della base parlamentare, vengono divisi i governi che dispongono stabilmente del sostegno di una maggioranza assoluta e quelli che non ne dispongono. Si possono avere quindi governi monopartitici maggioritari o minoritari. Oltre alle coalizioni minoritarie vengono distinte quelle in cui tutti i partiti sono strettamente necessari per avere la maggioranza (coalizioni minime vincenti) da quelle coalizioni in cui almeno un partiti non è numericamente necessario (coalizioni sovradimensionate).Per l’analisi dei singoli casi, si considerano anche 3 ulteriori categorie:

- In Germania, si parla di grandi coalizioni per riferirsi alle coalizioni in cui entrano tutti i principali partiti e che si formano di solito in occasione di conflitti bellici, situazioni eccezionali o quando non esistono alternative numericamente praticabili.

- Si parla di caretaker governments in riferimento a quei governi chiamati a gestire l’ordinaria amministrazione durante brevi fasi di passaggio; ad esempio quando il governo è entrato in crisi e si attende un nuovo accordo di coalizione o si deve andare a elezioni anticipate.

- Si parla di governi tecnici, quando per gestire fasi di transizione o crisi particolarmente acute, i partiti che consentano l’entrata in carica del governo e lo sostengono in parlamento non esprimono il primo ministro, il quale è scelto al di fuori della classe politica, come figura super partes.

Le coalizioni si riferiscono tutte ai regimi parlamentari, ma come dimostra il caso brasiliano, se non c’è un partito predominante o un sistema bipartitico, anche nei regimi presidenziali, gli aspiranti capi del governo tendono a costruire coalizioni.

Page 64: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Non vanno confusi, anche se hanno qualche aspetto in comune, il governo diviso, il governo di minoranza e la coabitazione:

Governo diviso, ci si riferisce al caso in cui, in un regime presidenziale, la maggioranza in una od in entrambe le camere è nelle mani di parlamentari che hanno posizioni esplicitamente in contrasto con il presidente in carica e che non hanno il potere di sfiduciarlo.

Il governo di minoranza è un governo implicitamente sostenuto o tollerato dalla maggioranza dei componenti del legislativo in un regime parlamentare; in qualsiasi momento, infatti, i parlamentari che non sostengono esplicitamente il governo potrebbero sfiduciarlo.

La coabitazione si ha quando in un regime semipresidenziale si forma una maggioranza parlamentare di orientamento politico opposto rispetto al presidente della Repubblica che è costretto quindi a nominare come primo ministro il leader di tale maggioranza, perdendo così la supremazia che esercita nei confronti dell’esecutivo quando la maggioranza parlamentare gli è favorevole.

Formazione delle coalizioniPer capire come si svolge il gioco che porta alla formazione delle coalizioni di governo dobbiamo partire dalle motivazioni che guidano i leader di partito.Per prevedere quale coalizione è più probabile che si formi, dobbiamo chiederci cosa possono guadagnare e cosa rischiano i partiti ed i loro leader se entrano a far parte della maggioranza e quindi contribuiscono alla nascita del governo. Possono ottenere incarichi nell’esecutivo e possono acquisire una maggiore influenza sul contenuto delle politiche pubbliche. Entrando a far parte della maggioranza diventano inoltre veto players su tutte le decisioni più importanti di politica pubblica del governo e del parlamento, possono anche negoziare che vengano portati avanti alcuni degli obiettivi di policy da loro preferiti.Potremmo assumere che i politici siano interessati esclusivamente a massimizzare il numero degli incarichi, in tal caso dobbiamo attenderci che si formino delle coalizioni minime vincenti. Ma tale assunto non è molto realistico, infatti potrebbe portare i comunisti ed i socialisti ad allearsi con l’estrema destra. Se assumiamo che i partiti siano esclusivamente interessati ad influenzare le policy, allora dovremmo aspettarci che si formino delle coalizioni a distanza minima, cioè i partiti tendano ad accordarsi tra quelli che sono più vicini a loro. Se assumiamo, come è più realistico, che i partiti siano intenzionati a massimizzare entrambi gli obiettivi, possiamo attenderci che si coalizzino con i partner strettamente necessari al raggiungimento della maggioranza più vicini alle loro posizioni, costituendo una coalizione minima vincente a distanza minima, oppure coalizioni minime connesse, cioè formate da partiti contigui nello spazio politico (centro-sinistra o centro-destra). Quando le strategie dei partiti sono orientate a massimizzare l’influenza sulle policy ed esiste un partito pivot (partito posto al centro dello spazio politico con una quota di voti tali per cui né i partiti alla sua destra né quelli alla sua sinistra hanno la maggioranza dei seggi) allora tale partito sarà incluso con gli uni o con gli altri, inoltre se i partiti alla destra e alla sinistra del partito pivot, sono ideologicamente molto distanti, il partito pivot diventa il vero dominus del sistema. Per misurare la durata media dei governi, indicatore di stabilità, si considerano come interruzioni i casi in cui cambia il primo ministro, oppure cambiano i partiti che compongono la coalizione o si tengono elezioni per il parlamento; si può così ricavare un indizio sulla forza dei leader di governo dal numero di volte in cui sono stati sostituiti nel corso della stessa legislatura. Infine, consideriamo come alternanza il caso in cui il maggiore partito di governo viene sostituito da un partito che era all’opposizione. La frequenza con cui si verificano le alternanze può essere considerato come un indicatore di cambiamento/continuità negli indirizzi di politica pubblica, può anche essere considerato come un indicatore di contendibilità del governo, della misura in cui cioè la competizione elettorale porta concretamente ad una periodica e pacifica sostituzione dei governanti.

Sistemi a partito predominante, un solo partito ha reali chance di ottenere i seggi parlamentari sufficienti per formare da solo il governo. Sudafrica, Giappone, Svezia(’48-‘73)

Sistemi bipartitici (Regno Unito, Spagna) o quasi, sistemi a pluralismo limitato con due grandi forze politiche antagoniste (Germania).

Sistemi bipolari, la competizione si svolge tra due opposte coalizioni pre-elettorali. Svezia (’74-‘14), Polonia, Francia (’62-‘14), Italia (’94-‘14)

Page 65: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Sistemi con un partito dominante, un partito che non ha i numeri per formare il governo da solo ma è comunque il perno intorno a cui ruota qualsiasi possibile maggioranza. Olanda, Francia (’45-‘62), Italia (’46-‘94)

Nei sistemi bipartitici il risultato delle elezioni della sola Camera bassa è decisivo anche per la formazione del governo; l’agenda è saldamente nelle mani del premier che deve tener conto di pochi veto players, tutti o quasi interni al suo stesso partito, quindi con posizioni di solito non molto distanti dalle sue. I componenti di entrambi i partiti hanno pochi incentivi e molti disincentivi a mettersi in proprio attraverso una scissione e la creazione di nuove forze politicheNei sistemi a partito predominante, si formano di solito governi monopartitici, ma la scarsa probabilità che si verifichi un’alternanza al potere, può incentivare una forte competizione intra-partitica. In Svezia, dal ’76 si è consolidata una dinamica bipolare e asimmetrica. Si sono alternati governi monopartitici, a sinistra, e governi di coalizione, a destra. In ogni caso, si è spesso trattato di governi di minoranza; ciò è stato reso possibile sia dal parlamentarismo negativo sia dalle opportunità che le consuetudini ed i regolamenti parlamentari offrono ai partiti d’opposizione di influenzare il processo legislativo; infatti, in Svezia, il governo non ha particolari privilegi nella programmazione dei lavori parlamentari. In Svezia, quindi, i partiti possono esercitare un’influenza sulle policy anche rimanendo fuori dal governo, e hanno pertanto meno disincentivi a consentire l’entrata in carica di un governo di cui non fanno parte. In Svezia, ma soprattutto in Francia ed in Italia, sono state costituite delle coalizioni sovradimensionate non previste dalle teorie deduttive, questo non deriva dalla volontà di allargare la base parlamentare del governo, ma dalle strategie di entrata nella competizione elettorale, quindi da vincoli di coalizione assunti prima delle elezioni. Ma nei sistemi bipolari le alternanze sono più frequenti che nei sistemi bipartitici, i governi sono più instabili ed i capi dell’esecutivo vengono sostituiti più spesso. In Italia ed in Polonia, ciò è avvenuto soprattutto a causa dei conflitti tra partiti della stessa area politica. Nei sistemi con un partito dominante, la legge elettorale non concede premi e non incentiva accordi preventivi tra partiti; la dinamica della competizione non è né bipolare né bipartitica in quanto vi è una forza politica che ricopre il centro non abbastanza grande da governare da solo, ma abbastanza grande da impedire che si formino coalizioni che la escludano. La formazione dell’esecutivo dipende quindi da un negoziato post-elettorale, in cui i leader dei partiti devono accordarsi su come distribuire gli incarichi governativi e trovare un compromesso tra le rispettive preferenze di politica pubblica. Nelle democrazia consociative gli elementi caratteristici sono: creazione di grandi coalizioni, attribuzione di un veto di minoranza a garanzia degli interessi di ciascuna subcultura, la proporzionalità nella distribuzione degli incarichi, autonomia delle subculture nella gestione delle politiche pubbliche. La governance delle coalizioni è resa stabile nel caso olandese da patti chiari e partiti coesi capaci di mantenerli, infatti, secondo una regola non scritta il nome del primo ministro non è oggetto di negoziato, è il leader del partito che ha più seggi alla Camera bassa. Nell’Italia pre-’93 vi è la presenza di un grande partito comunista e di uno più piccolo, con nostalgie per il vecchio regime, a destra; ciò restringe il campo delle coalizioni. Il partito dominante è un partito frazionato in correnti, anche a causa di un sistema elettorale con voto di preferenza che incentiva la competizione interna. Gli accordi di coalizione sono basati esclusivamente sulla ripartizione proporzionale degli incarichi tra i partiti e tra le correnti interne della Dc, con poca o nessuna attenzione alla definizione del programma. Le regole istituzionali mancano di meccanismi che favoriscano la stabilità dell’esecutivo ed il bicameralismo perfetto raddoppia le opportunità per le varie componenti della maggioranza e per le opposizioni di far valere i rispettivi poteri di rinvio e di veto. Il secondo e terzo gruppo condividono un’elevata contendibilità del governo, ma presentano tendenze opposte riguardo alla composizione ed alla stabilità degli esecutivi. Il primo ed il quarto gruppo presentano entrambi un ricambio politico limitato od assente; nel primo prevalgono i governi monopartitici, nel quarto le coalizioni sovradimensionate.

Modelli e rendimentoNon ci sono dimostrazioni definitive che affermano che sia meglio un sistema parlamentare o presidenziale oppure sia meglio un proporzionale o maggioritario.

Page 66: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Ci sono dei lavori che hanno sconfessato o confermato pregiudizi radicati nel dibattito pubblico, ad esempio era convinzione che i sistemi presidenziali sono meno favorevoli al consolidamento della democrazia, per via della dinamica interna, sviluppando un conflitto che permette l’entrata in scena di altri attori autoritari, tipo esercito.Meglio parlamentare o presidenziale? I falsi pericoli del presidenzialismoSi ritiene che il presidenzialismo esponga più del parlamentarismo le democrazia al rischio di regressione autoritarie; secondo Juan Linz e Arturo Valenzuela, questo avviene per due motivi principali: la doppia legittimazione democratica (separazione dei mandati) che spinge i presidenti ad entrare in conflitto col parlamento e per la rigidità del mandato presidenziale (durata fissa) che tende a rendere tale conflitto irrimediabile. Al contrario il sistema parlamentare favorisce un reciproco adattamento tra le posizioni del leader di governo e quelle dei partiti nell’assemblea legislativa. Il meccanismo maggioritario dell’elezione diretta del presidente, disincentiva la formazione di maggioranze più larghe. In primis, perché il presidente non ha bisogna di una maggioranza per entrare in carica, e poi per le posizioni assunte durante la competizione elettorale, lo spingono a non compromettersi con partiti politici avversari. Inoltre l’elezione ed il ruolo gli conferiscono l’aura di un rappresentante dell’interesse nazionale, nonostante che, in presenza di sistemi multipartitici come quelli latinoamericani, i presidenti possano essere eletti con molto meno della maggioranza assoluta e, nonostante le varie candidature moderate, porta alla presidenza candidati con posizioni estreme. Nei sistemi parlamentari il multipartitismo costringe e cercare coalizioni più larghe e favorisce la ricerca del consenso, mentre nei sistemi presidenziali ciò può portare alla costituzione di governi minoritari, dove il conflitto tra parlamento e presidente può portare al crollo del regime democratico ed all’entrata in campo dei militari. Una rilettura viene da Cheibub, il quale non nega che i presidenzialismi tendano a regredire verso regimi autoritari più spesso dei parlamentarismi, però mostra che le democrazie crollano più difficilmente nei paesi più ricchi e nei paesi di minori dimensioni, mentre i presidenzialismi sono frequenti nei paesi poveri e più grandi; tuttavia rimane confermato che il presidenzialismo ha un legame con l’instabilità del regime, ma tale legame non è dovuto alle caratteristiche dell’assetto istituzionale (Linz e Valenzuela) ma Cheibub afferma che le democrazie crollano più spesso nei regimi presidenziali in quanto in questi paesi i militari tendono ad invadere più spesso la sfera politica e quando cedono il passo ad un governo democratico concordano l’adozione di un regime presidenziale. Il presidenzialismo è instabile perché:

- Crea una doppia legittimazione democratica, due istituzioni che hanno entrambe una legittimazione democratica, il Presidente ed il Parlamento, i quali possono entrare in conflitto

- Rigidità del mandato presidenziale, il presidente non può essere mandato a casa, per cui i contrasti con i parlamento possono aumentare durante il mandato; il conflitto è acuito anche dal

- Carattere intrinsecamente maggioritario dell’elezione presidenziale, winner take all- Pretesa di rappresentare la nazione- Presidenti minoritari su posizioni estreme, considerate estreme da una larga parte dell’elettorato, ma

ciononostante, il presidente siccome è l’unico ad avere una mandato nazionale, ha legittimamente l’impressione di essere il rappresentante dell’interesse nazionale, nei confronti dei gruppi parlamentari, non maggioritari, che rappresentano interessi particolari si singole forze politiche o singoli territori.

- Conflitti e scavalcamento tra presidente e assemblee, conflitto che al culmino può portare- Entrata in gioco dei militari come potere moderatore

Ma è vero? Le cose non stanno proprio così, infatti- Anche i presidenti formano le coalizioni; i sistemi presidenziali non tendono ad escludere coalizioni, creando

un accentramento di potere in alcuni candidati rappresentanti di una piccola fetta di elettorato- I governi minoritari non sono così frequenti come si era detto- L’argomento principale però è che la democrazia crolla più spesso in regressioni autoritarie, mosse dai

militari nella maggior parte dei casi, nei paesi grandi ed economicamente poco sviluppati (America Latina)- I presidenzialismi crollano più spesso non perché i governi sono minoritari, ma perché la democrazia è più

fragile in America Latine ed in Asia, dove c’è più propensione a considerare legittimo l’intervento dei militari, anche per ragioni culturali.

- La relazione tra i due fattori è inversa, i militari hanno predilezione per il presidenzialismo, una volta che abbandonano il governo, tendono a conferire il potere ad una carica monocratica, in parte indipendente dal parlamento e quindi, quando abbandonano il terreno politico tendono ad adottare un regime presidenziale.

Page 67: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Le incerte virtù della democrazia consensualeLijphart contrappone il modello maggioritario di democrazia con il modello consensuale, questi due modelli rispondono ad una domanda essenziale: come si fa a decidere su questioni che dividono l’elettorato? Alcuni ritengono che debba prevalere la proposta della maggioranza, altri che si debba cercare un’intesa tra il maggior numero di punti di vista, arrivando ad una soluzione di compromesso. Il modello di democrazia maggioritario sarebbe, secondo Lijphart, esclusivo, competitivo ed avversariale, basato sulla competizione tra leader e partiti che si contendono il controllo esclusivo del governo; mentre il modello consensuale è caratterizzato da inclusività, negoziati e compromesso. Lijphart ha individuato 10 caratteristiche del modello politico-istituzionale che discendono da una visione o dall’altra:

- Riguardo alla dimensione dei rapporti partiti-parlamento-governo, la logica consensuale implicherebbe un sistema multipartitico, una legge elettorale proporzionale, tendenza a coalizione sovradimensionate, governi instabili che non dominano il legislativo, accordi neocorporativi per includere associazioni imprenditoriali e sindacati nel processo decisionali pubblico.

- Sul piano dei rapporti tra istituzioni di governo centrale ed autonomie territoriali, implicherebbe un assetto federale, un parlamento bicamerale con poteri simmetrici e composizione disomogenea, costituzione scritta e difficile da emendare, sovranità parlamentare assoluta sulla modifica della costituzione ed una banca centrale indipendente dall’esecutivo.

Il carattere consensuale della democrazia, riguardo alla prima dimensione, è data dal fatto che le decisioni vengono condivise da più attori; con riguardo alla seconda dimensione, il carattere consensuale è dato dal fatto che il potere di decidere è diviso tra diverse istituzioni. La logica maggioritaria porterebbe a caratteristiche opposte e ad una maggiore concentrazione del potere nelle mani del governo. Nei paesi con sistema elettorale maggioritario o che comunque tende a premiare i grandi partiti, troviamo pochi partiti in parlamento, governi a maggioranza minima che durano a lungo e non negoziano le loro politiche con sindacati ed industriali; dove il sistema rispecchia maggiormente il voto degli elettori troviamo molti partiti, coalizioni sovradimensionate, esecutivi instabili che tendono a stipulare accordi con le parti sociali. Dove la costituzione è federale ed il potere decentrato, il parlamento ha di solito una seconda camere con poteri significativi e composizione diversa dalla prima, la costituzione è rigida, inoltre vi sono una Corte costituzionale attiva ed una Banca centrale indipendente. Negli stati unitari, maggioritari con riguardo alla seconda dimensione, è più probabile che il parlamento sia monocamerale, la costituzione è facile da emendare, debole controllo giurisdizionale sulla costituzionalità delle leggi e la banca centrale sia dipendente dal governo. In società divise in subculture antagoniste un assetto maggioritario rischia di creare permanent losers ed esacerbare lo scontro mettendo a repentaglio la stabilità democratica; per cui gli assetti istituzionali basati sul principio della rappresentanza proporzionale ed il negoziato possono essere utili in società divise da profonde fratture per favorire il compromesso e limitare i conflitti. Per Sartori le grandi coalizioni oscurano la responsabilità, oltre ad essere più facilmente bloccabili; inoltre gli assetti consensuali rischiano di incentivare le divisioni oltre a far pesare eccessivamente il potere di veto delle minoranze. Gli assetti maggioritari al contrario danno ai cittadini la possibilità di esprimere un voto più incisivo e portano a governi più efficaci. Insomma sul principio proporzionale ed il negoziato cono considerato più rassicuranti, mentre quelle basate sulla competizione maggioritaria più efficienti. Lijphart afferma che le democrazie consensuali hanno prodotto migliori risultati riguardo a: coinvolgimento dei cittadini, adozione di politiche egualitarie, presenza di donne nei parlamenti, contenimento dell’inflazione e della disoccupazione; in realtà essi dipendono solo dal corporativismo, il quale risulta correlato con la bassa inflazione e la bassa disoccupazione. Il legame positivo tra corporativismo, consensualismo e buoni rendimenti economici riguarda soprattutto i piccoli paesi dell’Europa centro-occidentale e scandinava. Si ipotizza che il consensualismo può essere efficace solo in congiunzione con il corporativismo e per paesi relativamente piccoli, mentre il modello maggioritario è preferibile per i grandi paesi.

Meglio maggioritario o proporzionale? L’assetto maggioritario promuove governi stabili, elezioni decisive, partiti responsabili ed innovazione delle politiche pubbliche. La dispersione del potere porta ad una confusione delle responsabilità, gli assetti proporzionalisti

Page 68: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

incentivano le divisioni e gli appetiti delle minoranze facendo pesare troppo il loro potere di veto. L’esclusione della minoranza è mitigata dall’alternanza e dalla dinamica centripeta della competizione. La logica proporzionale consente una più ampia offerta elettorale ed una rappresentanza più equa, porta ad avere decisioni ragionate, sostenute da un largo consenso e quindi più facilmente auspicabili; gli assetti maggioritari acuiscono i conflitti, portando a decisioni frettolose.Da dove parte LijphartIl suo ragionamento, la sua analisi parte dalla percezione che negli anni ’50 e ’60 il dibattito politico fosse dominato da assunti troppo semplicistici. Il modello consociativoEsistono democrazia non maggioritarie stabili? In alcuni paesi ci sono profonde divisioni, tanti partiti, ma la consapevolezza dei leader partitici, consapevoli delle varie subculture, li porta ad adottare pratiche di compromesso, di consociazione, per cercare di convivere con le varie subculture, e ciò rende la democrazia stabile e la formazione dei governi ragionevoli. Nelle società plurali la democrazia maggioritaria rischia di creare permanent losers ed esacerbare i conflitti. I rischi per la stabilità democratica possono essere evitati se le élites politiche espressione delle varie subculture cercano tra loro uno stabile compromesso, attraverso:

Maggioritari versus consensuali Chi deve decidere? Nei maggioritari decide la maggioranza, anche se relativa; nei consensuali quanta più

gente possibile La concentrazione del potere è nelle mani del governo, per i maggioritari; mentre per le democrazie

consensuali la diffusione del potere è tra il maggior numero di attori ed istituzioni I maggioritari sono caratterizzati da esclusione, competizione e contrapposizione; le consensuali sono

caratterizzate da inclusione, negoziato e compromesso.

Si possono notare due sindromi; una maggioritaria ed una consensuale. Ci sono paesi che si ispirano in maniera quasi pura al principio maggioritario, per cui hanno due soli partiti e dei sistemi elettorali che tendono a mantenere un assetto bipartitico e che diano un vincitore ben definito, inoltre capita che i governi non facciano accordi strutturati con i rappresentanti degli interessi economici, in G.B. non si fanno accordi corporativi; nei paesi con molti partiti, con sistemi proporzionali, ci sono delle coalizioni, per cui capita anche che i governi oltre a cercare l’accordo tra i vari partiti in coalizione, cerchino l’accordo anche con altre parti sociali, rappresentanti dei sindacati e delle imprese.

Ipotesi: il modello istituzionale influisce sul rendimento Variabile dipendente: effetto, differenze tra i paesi da spiegare, crescita economica, controllo della violenza,

generosità del welfare, ambiente, ecc Variabili indipendenti, fattori che contribuiscono a spiegare il rendimento: PIL, indice di sviluppo umano,

valori emancipativi, cultura politica democratica, frammentazione del governo e vincoli politici (veto players).

Variabili di controllo, altre possibili concause: livello di sviluppo economico, ecc

Conclusioni a cui giunge Lijphart- La prima dimensione, esecutivo-partiti, ha effetti significativi su quasi tutti gli indicatori di efficacia, di

rendimento economico e di controllo della violenza- La seconda dimensione, federale-unitaria, ha effetti trascurabili e contraddittori- Le Democrazie maggioritarie non fanno meglio delle democrazie consensuali sul versante macroeconomico- Le democrazie consensuali superano le maggioritarie in qualità, mitezza e generosità, ovvero politiche sociali

ed ambientale più generose e rigorose, politiche per il crimine più efficienti e rivestono risorse maggiori per aiuti internazionali.

SISTEMI PARTITICI E SFIDA DEI PARTITI ANTI-ESTABLISHMENT Genericamente chiamati populisti ma molto diversi tra loro1) lunga crisi dei partiti dalla grande depressione del 1929partiti che si forgiano su quella esperienza politica

Page 69: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Rokkan ’67 –Tesi del congelamento :” partiti degli anni ’60 riflettono , con poche ma significative eccezioni la struttura dei cleavages dei partiti anni 20 “ e una volta allargato il suffragio i partiti che le riflettono si congelano

Tesi che prevedeva congelamento delle strutture sociali messa in discussione dalle profonde trasformazioni

Prevalentemente si erano congelate fratture sociali intorno ad ORGANIZZAZIONI DI MASSA , radicate sul territorio e diffuse capillarmente nella società, che in molti casi si erano formate in un periodo precedente alla seconda guerra mondialeEx partito socialista 1892; comunisti ; DC; -> anni 20 sistema partitico strutturato Sono stati questi partiti a garantire stabilità e «prevedibilità» alla politica europea, almeno per tutto il periodo dei cosiddetti «trent'anni gloriosi», vale a dire i primi tre decenni del dopoguerra caratterizzati da una forte crescita economica basata principalmente sull’espansione del settore industriale, un ampliamento delle politiche di protezione sociale, per l’istruzione, la sanità, con un conseguente aumento dell’occupazione anche nel settore pubblico e una consistente diffusione del benessere.Nel dopoguerra il sistema politico si ristruttura -> ritorno alla scena politica dell’epoca pre fascista. Nonostante no capacità organizzativa , crescita economica e industrializzazione

SCONGELAMENTO delle fratture sociali otto-novecentesche : tesi che man mano si sostituisce a quella del congelamento . A partire dalla fine anni ’70: Anni ’80 –’90 -> sgretolamento dei partiti perché.

- Diminuzione iscritti e attivisti di partito - Diminuzione stabili identificazioni partitiche - meno partecipazione al voto- più volatilità elettorale- più partiti nei parlamenti ( frammentazione) per emersione di partiti minori - sfiducia / ostilità verso i partiti

de-strutturazione dei sistemi partitici , sempre meno in condizione di incanalare tutte le diversificate domande e preferenze di una società in mutamento, aumenta la distanza e l’indifferenza nei confronti della politica.

Già a partire dai primi anni ottanta erano emersi nuovi partiti ecologisti e alla fine del secolo scorso si erano affermati diverse formazioni politiche con posizioni di «destra radicale», soprattutto come conseguenza della trasformazione post-industriale dell'economia e come espressione o come reazione alla diffusione di valori e atteggiamenti libertari nella società nel campo dei diritti civili e sociali

Emergono partiti sfidanti , ma perché hanno successo?Con regole istituzionali hanno modificato l’offerta ma raramente riuscivano a mutare la logica di fondo della competizione partitica e della politica di coalizione in ciascun paese.

1) GDP ( Great Depression parties) per indicare un possibile cambio di paradigma all’interno dei sistemi partitici europei e mette in risalto la frattura all’interno dei sistemi politici come conseguenza della crisi economica.

PARTITI DELLA GRANDE DEPRESSIONE -> posizioni e linee di divisione rimanevano quelle che si erano affermate in materia di politiche economiche , sociali e redistributive concepite in risposta alla grande depressione( ’20) ; Partiti mainstream di destra e di sinistra che aderiscono in larga parte in Europa alle principali famiglie politiche dei popolari, socialisti e liberali Politiche interventiste ( affondano le radici nella teoria keynesiana ) considerate di sinistra più per attori politici che se ne sono fatti con più forza portatori

Era della guerra fredda -> stabilità politica e occupazione grazie a economie chiuse dove gli stimoli della domanda pubblica avevano effetti immediati e percepibili.

Page 70: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

Tassazione alta -> elevati trasferimenti pubblici alle famiglie Avvio era neo-liberale ( ’80) post crisi anni 70 -> obiettivo delle politiche economiche è stabilità dei prezzi; mercati sempre più globali ; Gli stimoli degli stati hanno un effetto sempre meno incisivo sul livello dell’occupazione. La competizione internazionale spinge verso una riduzione della pressione fiscale e quindi dei trasferimenti. Le banche e i banchieri centrali assumono un ruolo molto più visibile e cruciale.

Partiti divisi circa la misura dell’intervento pubblico , ma destra e sinistra avevano raggiunto consenso riguardo interventismo e sulla natura del sistema democratico. + partiti mainstream a favore di INTEGRAZIONE sovranazionale dei mercati ( euro) -> diversamente da anni ’80 con Reagan e Tatcher.

Sinistra centro destra

Uk Ukip Germania Li / Pds Afd Francia En m! Fn Italia M5s Ln Spagna Podemos Autonomisti Cs

In Gran Bretagna il partito indipendentista Ukip (blu a destra) è risultato il primo partito alle elezioni per il parlamento Europeo del 2014. In Francia si sono affermati a destra il Front National della Le Pen, a sinistra Francia Indomita di Mélanchon, al centro En Marche di Macron. In Germania la Linke e Alternative für Deutschland. In Italia il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord. In Spagna Podemos, Ciudadons e i partiti autonomisti.

En Marche e partito di destra spagnolo ( Cs) non condividono le caratteristiche dei populisti e sono molto diversi tra loro ; Come per i partiti della Grande Depressione, anche questi ultimi non sono caratteizzati da un unico tratto distintivo. Si differenziano al loro interno per diversi aspetti: per il tipo di organizzazione, per l'importanza assegnata alla leadership, per l'atteggiamento (di maggiore o minore chiusura) verso i partiti tradizionali, per l'enfasi data dal tipo di organizzazione, importanza leadership , atteggiamento verso partiti tradizionali.

POPULISTI ? cosa vuol direTermine utilizzato in diversi ambiti per diversi fenomeni Come scrivono Cas Mudde e Kaltawasser : il termine [populismo] ha un grande seguito sia tra i giornalisti che i lettori, il suo ampio uso ha anche creato confusione e frustrazione».

Per Cas Mudde, ha senso parlare di populismo con riguardo a quella forma di Ideologia sottile ( thin ideology) : secondo cui «la società è divisa in due gruppi omogenei e antagonistici – il "popolo puro" e le élite corrotte e sostiene che la politica debba essere espressione della volontà generale del popolo».

Idea che rigetta il pluralismo sociale e politico. Idea di partito che deve essere espressione della volontà generale del popolo

Visione di società come divisa in due blocchi coerenti e uniti, omogenei e opposti : ELITE ( corrotta ) e POPOLO ( virtuoso ) . Riassume tutta la diversità delle visioni esistenti nell'opinione pubblica in un confronto-scontro tra due soli gruppi antagonistici.Questi due gruppi «omogenei e antagonistici», non solo vengono messi artificiosamente in conflitto, ma vengono allo stesso tempo distinti tenendo i «buoni» (cioè, il popolo puro) separati dai «cattivi» (le élite corrotte e impure). Ne consegue un atteggiamento anti-pluralista e anti-elitista, secondo il quale tutte le diverse forme di élite esistenti in una società (governative, economiche, culturali, intellettuali) ad eccezione di quelle che guidano il partito in questione sono da condannare e criticare perché non permettono al popolo di esercitare appieno la propria sovranità.Populismo è intrinsecamente anti-pluralista

Muller dice: populismo deriva da immaginazione moralista della politica ->

Page 71: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

percezione del mondo politico che mette un popolo moralmente puro e totalmente unificato – ma, aggiungo, sostanzialmente fittizio – contro élite che sono giudicate corrotte o in qualche modo moralmente inferiori»aggiunge, PER ESSERE POPULISTA : antielitista ma anche anti pluralista : solo loro rappresentano il popolo

Definizione operativa: Van Kessel per passare dalla teoria politica alla scienza politica : i partiti sono populisti quando

Di Van Kessel : individua i tre elementi minimi, necessari e sufficienti per riconoscere un partito populista :1) Raffigurano il popolo come virtuoso ed essenzialmente omogeneo; 2) S ostengono la sovranità popolare in opposizione al governo delle élite; 3) Si definiscono in contrasto con l'establishment, che si assume agisca contro l'interesse del popolo»

Atteggiamento anti-pluralista e anti-establishment.

Bisogna tenere distinti, all'interno del gruppo dei Partiti della Grande Recessione, quelli con caratteristiche «populiste» (la gran parte) dai pochi casi di partiti semplicemente «nuovi» come En Marche! di Macron o Ciudadanos di Rivera,

Partiti radicali di destra, anti-immigrazionePartiti di sinistra, anti-establishmentPartito particolare, M5S

La tesi dei perdenti: La globalizzazione, apertura dei confini, ha creato un nuovo cleavage, una frattura tra vincenti e perdenti- Concorrenza economica, tra imprese e lavoratori- Concorrenza culturale, immigrazione- Concorrenza politica, tra stati nazionali ed altri attori (istituzioni sovranazionali) Imprenditori e dipendenti qualificati in settori aperti alla concorrenza internazionale, nonché a tutti i tipi di

cittadini cosmopolitici Imprenditori e dipendenti qualificati in settori tradizionalmente protetti, dipendenti non qualificati ed i

cittadini che si identificano fortemente con la loro comunità nazionale. Questi cambiamenti dovuti alla globalizzazione genera vantaggi per alcuni e svantaggi per altri. È un vantaggio per le imprese che si possono trasferire e per i lavoratori qualificati; mentre ne sentono gli svantaggi i lavoratori non qualificati e le imprese che soffrono della concorrenza. I perdenti tendono a dare la colpa a chi ha governato negli anni precedenti, alla classi dirigente, rendendo loro dei potenziali elettori dei partiti anti-establishment. Tesi dell’accelerazione.Riguardo all’Europa, questa crisi è accentuata da alcuni fattori, il malessere dei perdenti è stato accentuato da vari fattori, ad esempio dalle politiche di austerità.

La crisi dell’Euro e delle migrazioni hanno innescato un nuovo cleavage transnazionale Le crisi hanno messo in luce le pressioni che si erano accumulate nei due passati decenni Anni ’90, con l’apertura e l’integrazione dei mercati 2007-10 la grande depressione mette in ginocchio alcuni paesi del Sud e le politiche di austerità accentuano

il malessere 2014, crisi dei rifugiati, ha creato dal 2014 un nuovo flusso di immigrazione.

I partiti mainstream sono oggetto del biasimo, in quanto avevano condiviso le politiche di apertura dei mercati, integrazione economica e monetaria; inoltre questa nuova frattura tra perdenti e vincenti attraversa gli elettorati di centro sinistra e centro destra. Non sono stati in condizione di riadattare rapidamente le loro posizioni rispetto alla domanda, soprattutto quelli di sinistra; quindi i nuovi sfidanti sono stati in grado di offrire rappresentanza ai deluso, ai perdenti.

Tesi della cartellizzazioneTale tesi si basa su:

Page 72: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Finanziamento pubblico ha un importanza crescente- I partiti mainstream, anziché competere, colludono per evitare che nuovi partiti entrino nel mercato- I partiti appaiono sempre più un organo dello stato invece che un collegamento fra società ed istituzioni- Sempre più società di professionisti della politica invece che associazioni di cittadini- Partiti e governi si assomigliano sempre più

La cartellizzazione ha chiaramente contribuito all’ascesa dei partiti populisti anti-sistema che fanno appello alla percezione dell’opinione pubblica secondo cui i partiti mainstream ignorano i problemi dei cittadini.

Il successo del populismo dipende da 3 principali fattori che spingono per un cambiamento delle facce: L’economia globalizzata è un truffa, perdita di reddito e deprivazione relativa Flussi migratori, percepiti come una minaccia Corruzione e collusione, i partiti mainstream si assomigliano sempre più

In ciascun paese uno di questi tre fattori ha raggiunto una importanza maggiore rispetto agli altri 2 fattori, ma tutti e 3 sono comunque sempre presenti, e sono alla base del voto dei partiti non mainstream.

Dove le soglie elettorali implicite sono alte, le forti tensioni all’interno dei partiti mainstream su una nuova dimensione; le soglie alte disincentivavano la creazione di un altro partito. Dove le soglie elettorali implicite sono basse, sia ha il successo dei partiti sfidanti (PVV in Olanda, FPO in Austria, M5S in Italia).

Tre tipi ideali che nella loro forma pura non esistono nella realtà, ma ci sono attori ed organizzazioni politiche che si avvicinano più ad un tipo che all’altro. Tre aspetti della rappresentanza, tre aspetti di dire come il parlamento ci rappresenta:

Rappresentanza descrittiva, come rispecchiamento della composizione demografica e socio-economica dell’elettorato (operai, professori, imprenditori, agricoltori, liberi professionisti) il parlamento ci rappresenta se ci sono dei rappresentanti che ci assomigliano.

Rappresentanza simbolica, come capacità di esprimere l’unità della nazione Rappresentanza di opinioni ed interessi, come capacità di interpretare le preferenze dei cittadini e trovare

soluzioni corrispondenti; in questo caso i rappresentanti non devono essere necessariamente uguali ai rappresentati.

Se si prende per buona questa terza dimensione, ci sono due modi per farsi rappresentare: Il modello della delega, i principali, gli elettori, sanno con precisione che i loro agenti, i rappresentanti,

facciano per conto loro, danno seguito ad un programma già scritto. Gli elettori sono in grado di conferire un mandato ben preciso, possono dare istruzioni che i rappresentanti dovranno eseguire. Ci si aspetta che sia massima la corrispondenza delle azioni rispetto alle istruzioni ricevute.

Il modello fiduciario, gli elettori non hanno tempo e competenze sufficienti per dare un mandato preciso ai rappresentanti, per cui si affidano a persone che stimano competenti e di cui hanno fiducia, autorizzandole a decidere per loro conto; ci si aspetta quindi che i rappresentanti agiscano in maniera massimamente responsabile e cioè che trovino le soluzioni più corrispondenti all’interesse dei rappresentati

Secondo Caramani, si ha un modello mainstream, che viene considerato ragionevole come modello di rappresentanza democratica, ovvero responsible party government. Responsible party governmentI partiti selezioni il personale politico che giudicano qualificato per svolgere le funzioni di governo. I rappresentanti hanno un impegno a dare seguito ai programmi presentati in campagna elettorale su cui hanno ricevuto il mandato degli elettori (responsiveness), ma sono chiamati anche ad adattarli di fronte alle mutevoli condizioni del contesto (responsibility) per cui il mandato non è imperativo. In questo modo garantiscono il legame tra cittadini ed istituzioni, articolando gli interessi, offrendo alternative. Infine, dovranno tornare davanti agli elettori per essere giudicati in base a quelle che hanno e non hanno fatto, in base agli obiettivi raggiunti (accountability).Due critiche:

- Visione populista, i vecchi partiti sono corrotti e collusi, hanno perso il contatto con il popolo e sono diventati un apparato dello stato, non sono più espressione della società. Sono sottomessi ai vincoli esterni definiti da poteri sovranazionali o transnazionali

Page 73: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è

- Visione tecnocratica, i partiti sono fin troppo connessi con la società e le loro scelte sono guidate dalla ossessiva ricerca di consenso nel breve termine. Hanno abbandonato la loro funzione di rappresentatività che consiste in una competente ricerca di soluzioni ai problemi collettivi.

Cosa hanno in comune?Innanzitutto i partiti sono fazioni opportunistiche e irresponsabili che difendono interessi particolari. Entrambi affermano che esiste un’unica definizione dell’interesse o del bene comune per una determinata società; quella voluta dal popolo stesso o quella concepita dai più esperti. Ne deriva una visione non pluralista della società e la pretesa di affermare posizioni non-ideologiche o anti-ideologiche.

P&T. Cosa hanno in comune queste due critiche ? • Premessa comune. I «partiti» sono fazioni opportunistiche e irresponsabili che difendono interessi particolari 1. Esiste una unica definizione dell’interesse o del bene comune per una determinata società . Quella voluta dal popolo stesso ( o quella concepita dai più esperti. 2. Ne deriva una visione non pluralista della società e la pretesa di affermare posizioni non-ideologiche o anti-ideologiche 3. La rappresentanza non è mediata da organismi interni o dal confronto con interessi organizzati. I tecnocrati assumono esplicitamente di agire secondo il «modello fiduciario». I populisti dicono di agire secondo il «modello della delega». Ma di fatto sono i leader a interpretare il «volere del popolo» e definire i termini del «mandato». 4. Non sono concepibili il rendiconto, il controllo e la sanzione dei rappresentanti. Non si può sanzionare chi agisce per affermare l’autentico interesse del popolo

Page 74: lapallacorda.files.wordpress.com  · Web view2019. 10. 24. · un’idea realistica del modo in cui la base sociale si rapporta alla politica. Ovunque la politica è vista ed è