VPER OMNIA CHARITAS N. 2 MARZO 2011 · N. 2 •MARZO 2011 PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA...

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S S VPER O MNIA C HARITAS N. 2 MARZO 2011 PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO MONS. GIOVANNI JACONO N el 1921, ancor prima del suo ingresso in Diocesi, il Servo di Dio Mons. Gio- vanni Jacono nella sua pri- ma Lettera Pastorale tracciò le linee del suo ministero episcopale a Caltanissetta. Proseguendo l’articolo del “Bollettino” precedente, in questo ci sofferme- remo brevemente su ciò che stava particolar- mente a cuore al Pastore buono: la catechesi, cioè la formazione alla vita buona del Vangelo. Così egli scrisse: «Quale altro ideale adun- que potrebbe risplendere al mio sguardo, ve- nendo tra Voi, se non di vedere Gesù Cristo vi- vente ed operante in ciascuno di Voi; cosa po- trei immaginare di più conveniente alla mia mis- sione, di più vantaggioso alle anime vostre, che il rifiorimento tra Voi della vita cristiana?». Mons. Jacono era profondamente convinto che il “secolarismo” era in gran parte dovuto alla carenza di istruzione religiosa. Anche l’al- lontanamento dei giovani dalla frequentazione della vita ecclesiale e dai sacramenti per lui tro- vava la sua causa principale nella superficiale e insufficiente formazione alla fede: «Quanti giova- ni, ai primi scontri con l’incredulità o il liberti- naggio si sono allontanati dalla fede, perché ri- cevettero nella loro fanciullezza un’istruzione religiosa scarsa e confusa?». Se dunque il cristiano non è formato e non è pienamente consapevole di essere sale luce lie- vito della società, questa si svuota di ogni etica, diviene insipida e relativistica, sprofonda nel ba- ratro del non senso e delle tenebre. Pertanto, so- lo una vera costante profonda catechesi, fondata sul- la Parola di Dio, può generare uomini e donne capaci di raggiungere la misura alta della vita cristiana, cioè la santità: «Solo la dottrina cri- stiana ha la forza delle grandi trasformazioni morali. Essa può rendere umile chi è orgoglio- so, liberale verso il povero chi è grettamente do- minato dall’avarizia, può indurre il vendicati- vo a perdonare, a divenire casto chi è licenzioso, a far germogliare la virtù là dove abbondò il vi- zio, a far splendere la bellezza morale, là dove imperversò la turpitudine. Solo la dottrina cri- stiana può fare dei santi!». Forte è l’appello del Servo di Dio ai Sacer- doti, perché mai vengano meno al mandato di Cristo Gesù: evangelizzare tutti gli uomini e le donne, dalla fanciullezza all’età adulta, e for- mare le coscienze “sub luce Evangelii”: «Non c’è ministero sacerdotale più importante di questo: lo comanda Gesù Cristo che ci ha mandato ad istruire tutte le genti (Mt 28,19), lo prescrive ri- gorosamente la Chiesa…, lo voglio diligente- mente adempiuto io nella mia cara Diocesi». D’altra parte, anche il recente “Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi” insiste molto sulla catechesi, facendone addirittura il compi- to principale del Pastore di una Diocesi: «Il Ve- scovo ha la funzione principale, insieme alla predicazione, di promuovere una catechesi vi- va ed efficace» (n. 128). 1921-2011: dopo 90 anni le parole del Servo di Dio sono tanto attuali e urgenti da dover es- sere riconsegnate ai Sacerdoti e alle nostre Co- munità, come se fossero state scritte oggi… pro- prio per noi, chiamati all’urgenza della cate- chesi per educare alla vita buona del Vangelo: «Il Catechismo perciò nella nostra amata Diocesi deve essere insegnato con ogni cura e sacrifi- zio, sì che la sua luce benefica, quanto sta in noi, penetri tutte le anime che ci appartengono nel Signore». Mario Russotto La parola del Vescovo 1 URGENZA DELLA CATECHESI

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SS VPER OMNIA CHARITASN. 2 • MARZO 2011

PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO MONS. GIOVANNI JACONO

Nel 1921, ancor prima delsuo ingresso in Diocesi,

il Servo di Dio Mons. Gio-vanni Jacono nella sua pri-ma Lettera Pastorale tracciòle linee del suo ministeroepiscopale a Caltanissetta.Proseguendo l’articolo del

“Bollettino” precedente, in questo ci sofferme-remo brevemente su ciò che stava particolar-mente a cuore al Pastore buono: la catechesi, cioèla formazione alla vita buona del Vangelo.Così egli scrisse: «Quale altro ideale adun-

que potrebbe risplendere al mio sguardo, ve-nendo tra Voi, se non di vedere Gesù Cristo vi-vente ed operante in ciascuno di Voi; cosa po-trei immaginare di più conveniente alla mia mis-sione, di più vantaggioso alle anime vostre, cheil rifiorimento tra Voi della vita cristiana?». Mons. Jacono era profondamente convinto

che il “secolarismo” era in gran parte dovutoalla carenza di istruzione religiosa. Anche l’al-lontanamento dei giovani dalla frequentazionedella vita ecclesiale e dai sacramenti per lui tro-vava la sua causa principale nella superficiale einsufficiente formazione alla fede: «Quanti gio va-ni, ai primi scontri con l’incredulità o il liberti-naggio si sono allontanati dalla fede, perché ri-cevettero nella loro fanciullezza un’istruzionereligiosa scarsa e confusa?».Se dunque il cristiano non è formato e non è

pienamente consapevole di essere sale luce lie-vito della società, questa si svuota di ogni etica,diviene insipida e relativistica, sprofonda nel ba-ratro del non senso e delle tenebre. Pertanto, so-lo una vera costante profonda catechesi, fondata sul-la Parola di Dio, può generare uomini e donnecapaci di raggiungere la misura alta della vitacristiana, cioè la santità: «Solo la dottrina cri-

stiana ha la forza delle grandi trasfor mazionimorali. Essa può rendere umile chi è orgoglio-so, liberale verso il povero chi è grettamente do-minato dall’avarizia, può indurre il vendicati-vo a perdonare, a divenire casto chi è licen zioso,a far germogliare la virtù là dove abbondò il vi-zio, a far splendere la bellezza morale, là doveimperversò la turpi tudine. Solo la dottrina cri-stiana può fare dei santi!».Forte è l’appello del Servo di Dio ai Sacer-

doti, perché mai vengano meno al mandato diCristo Gesù: evangelizzare tutti gli uomini e ledonne, dalla fanciullezza all’età adulta, e for-mare le coscienze “sub luce Evangelii”: «Non c’èministero sacerdotale più importante di questo:lo comanda Gesù Cristo che ci ha mandato adistruire tutte le genti (Mt 28,19), lo prescrive ri-gorosamente la Chiesa…, lo voglio diligente-men te adempiuto io nella mia cara Diocesi».D’altra parte, anche il recente “Direttorio per ilministero pastorale dei Vescovi” insiste moltosulla catechesi, facendone addirittura il compi-to principale del Pastore di una Diocesi: «Il Ve-scovo ha la funzione principale, insieme allapredicazione, di promuovere una catechesi vi-va ed efficace» (n. 128).1921-2011: dopo 90 anni le parole del Servo

di Dio sono tanto attuali e urgenti da dover es-sere riconsegnate ai Sacerdoti e alle nostre Co-munità, come se fossero state scritte oggi… pro-prio per noi, chiamati all’urgenza della cate-chesi per educare alla vita buona del Vangelo: «IlCatechismo perciò nella nostra amata Diocesideve esse re insegnato con ogni cura e sacrifi-zio, sì che la sua luce bene fica, quanto sta innoi, penetri tutte le anime che ci apparten gononel Signore».

�Mario Russotto

La parola del Vescovo

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URGENZA DELLA CATECHESI

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Studiando le Lettere pastorali del Servo diDio Mons. Giovanni Jacono, l’indimenti-cabile e compianto Mons. Cataldo Naro anno-tava con grande acume: «Il pastore d’anime,consapevole del suo compito di salvaguardarela fede del popolo, doveva nutrire l’intelligen-za dei suoi fedeli con i grandi pensieri della Ri-velazione, guidarli a una comprensione più vi-tale delle verità cristiane, introdurli a una pra-tica liturgica e sacramentale più frequente econsapevole, dare infine un respiro più uni-versale al loro senso di appartenenza ecclesia-le» (Cfr. Un popolo una Chiesa, Caltanissetta 1979,p. XVII). È un giudizio, sintetico e profondo,circa le direttive che guidavano la catechesi par-ticolare di Mons. Jacono che era, sì impostatasul catechismo, ma che si apriva anche a unavisione ben più vasta e articolata sulla base del-la Sacra Scrittura. In effetti, se il catechismo sin-tetizzava i compiti urgenti di una pastorale ri-volta alla fede del popolo – di fatto sempre mi-nacciata da derive devozionali o avulse dal-l’impegno morale – proprio nel catechismo ve-niva insegnato qual è la fede della Chiesa. Cioèquella fondata sulla Bibbia, formulata attra-verso i secoli dai Concili, dal magistero dei pa-pi e dalla feconda elaborazione dei teologi al-lorché lavorano come uomini di fede. È propriola Sacra Scrittura che manifesta la predilezionedi Dio, e dunque l’impegno dei Pastori dellasua Chiesa, per i poveri e i bisognosi che sono,in definitiva, tutte le persone che cercano Dio.È la diaconia della carità che deve essere rivol-ta al popolo nella sua duplice realtà: l’annun-cio della Parola e la celebrazione fruttuosa deiSanti Misteri. Mons. Giovanni Jacono, pur vi-vendo in un contesto storico ed ecclesiale com-pletamente diverso dal nostro, aveva a cuorequeste due realtà. Tanto è vero che è significa-tiva, come nota sempre Cataldo Naro, la sua in-sistenza su certe tematiche e raccomandazionirimaste immutate per tutto il tempo del suo mi-nistero episcopale, e pur nel variare delle si-

tuazioni storiche e delle condizioni sociali. Ri-volgendosi ai suoi sacerdoti, scriveva in ma-niera accorata: «Siete chiamati a istruire tuttinelle verità della fede e nei comandamenti del-la salvezza; e la legge che ve ne fa la Chiesa, èil riconoscimento delle vostre sacerdotali pre-rogative […] col mandato: andate e insegnate atutte le genti (Mt 28,19)» (Cfr. Un popolo una Chie-sa, 1923). Il Servo di Dio sapeva bene che la de-

cadenza dei cristiani e del loro impegno nellafede nasceva sempre dall’ignoranza religiosa,per cui si rendeva sempre più urgente, ieri co-me oggi, la necessità di un’istruzione adegua-ta al popolo e centrata sulla Parola di Dio qua-le veniva sintetizzata nel catechismo ma per es-sere sviluppata in una visione ben più ampiache entrasse nel cuore del vissuto cristiano. Scri-veva ancora il Servo di Dio in una Lettera pa-storale del 1949: «Gli elementi della dottrina cri-stiana sono la piattaforma e il nucleo sostan-ziale di tutta l’istruzione religiosa anche la piùsviluppata; sono la Parola di Dio […] il libroper eccellenza della vita presente e della sal-vezza eterna» (Cfr. Un popolo una Chiesa, p. 274).Vengono in mente, allora, quelle parole di Be-nedetto XVI a proposito di questa catechesi ri-volta verso i poveri presenti nel popolo di Dio:«I Pastori sono chiamati ad ascoltarli, a impa-rare da essi, a guidarli nella loro fede e a moti-varli a essere artefici della propria storia».

Don Carmelo Mezzasalma

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Mediante l’istruzione catechistica Mons.Jacono ha assicurato la conoscenza del

mistero di Cristo, formando generazioni di fan-ciulli e di ragazzi alla fede. «L’intendere, dice-va, precede il nostro operare. Come potremo se-guire Cristo e imitare i suoi esempi se ignoria-mo le grandi verità da Lui insegnate e le gran-di opere da Lui compiute?». Il Servo di Dio eraconsapevole che solo una catechesi approfon-dita poteva resistere alla ventata del neopaga-nesimo, fenomeno che ha in seguito preso il no-me di “secolarizzazione” con il conseguente de-grado del costume.«È il catechismo – scriveva– che dona la vera conoscenza di Dio e dell’uo-mo, della Chiesa, dei sacramenti e della leggemorale». «Il comando di Gesù – ripete – è mol-to chiaro e vincola primariamente il ministerosacerdotale: andate in tutto il mondo, predica-te il Vangelo a tutte le creature» (Mc 16,15). La-mentava, infatti, il fatto che per mancanza diistruzione religiosa, molti sono «fanciulli flut-tuanti, che si lasciano trasportare da ogni ven-to di falsa dottrina e prendere dai lacci del-l’umana nequizia» (Ef 4,14). Auspicava, per-tanto, che grazie al’istruzione catechistica, si fos-se maturi nella fede e nelle verità rivelate perincedere per le vie del bene «come incedono ifigli della luce» (Ef 5,8). E diceva: alla fede dob-biamo far seguire le opere buone perché «la fe-de senza le opere è morta» (Gc 2,20). Il Servo diDio in altre Lettere pastorali insisteva dicendo:Gesù Cristo ha detto: «Non quelli che dicono:Signore, Signore, entreranno nel Regno dei Cie-li, ma quelli che fanno la volontà del Padre mioche è nei cieli (Mt 8,21); se mi amate osservere-te i miei comandamenti» (Gv 14,15).Le opere della fede erano per Mons. Jacono

come la carta di tornasole o la tessera di ricono-scimento dei cristiani e diceva, riferendosi sem-pre al Vangelo: «In questo conosceranno tutti chesiamo suoi discepoli se ci ameremo gli uni glialtri» (Gv 13,35). Come si vede la Parola di Diodomina e dà il vero senso all’invito pressante a

favore della catechesi che – come diceva – ri-guarda tutti i piccoli, giovani e adulti.Nel 1937 indisse il Convegno catechistico

diocesano: «Non è possibile – scriveva – anda-re avanti senza la conoscenza, lo studio e la pra-tica del catechismo, impartito in forma di verascuola; l’opera delle opere è l’istruzione catechi-stica».Ritornava sull’argomento nell’ultima Lette-

ra pastorale, l’anno prima di congedarsi dallaDiocesi. «Il Vangelo – diceva – contiene la Paro-la di Dio ed è la Parola che illumina ogni uomoche viene in questo mondo» (cfr. Gv 1,9). Nel-l’occasione richiamava la responsabilità dei sa-cerdoti, insegnanti di Religione (allora non esi-stevano insegnanti laici) e diceva: «Impartite le-zioni vere che per studio e zelo occupino la me-moria, l’intelligenza e la volontà dei vostri alun-ni e li spingano ad essere cristiani di fede e divirtù».Il Servo di Dio è vissuto in epoca preconci-

liare e non poteva conoscere la Dei Verbum, négli orientamenti del Concilio, però con grandesapienza parlò sempre e scrisse appellandosi al-la Parola di Dio e nell’ultima lettera citata ap-plicò al Catechismo quanto nella seconda Lette-ra a Timoteo Paolo applica alla Parola di Dio, laquale «è utile per formare alla giustizia e allapietà, perché l’uomo di Dio sia completo e benpreparato per ogni opera buona» (2Tim 3,16-17).

Sac. Liborio Campione

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LA PAROLA DI DIO E L’ISTITUZIONE CATECHISTICA

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«Lascio in pieno ai Parroci e ai Sacerdo-ti, alle famiglie cristiane e alle anime

assetate di bene, l’assillo dell’Insegnamento Ca-techistico nel cui disimpegno è riposto proprioil migliore avvenire auspicato alla diocesi».Così Mons. Jacono scriveva nel 1954 quasi

alla fine del suo servizio alla Diocesi. C’è in que-sta espressione l’importanza del Catechismocome testamento di un pastore che mai si è sot-tratto al servizio della Parola e che ripetuta-mente (per quattro volte), scriverà letterepastorali e appelli proprio sul tema della Cate-chesi che produce e attualizza quella Parola divita che Gesù ha affidato ai suoi Apostoli, man-dandoli a predicare fino agli estremi confinidella terra. Dal 1923 al 1956, poco prima di lasciare la

Diocesi, egli scrisse e parlò instancabilmente di

Catechismo: necessario per essere fedeli al Si-gnore; da organizzare sotto forma di vera scuolada offrire a tutti fin dalla più tenera età; da pre-parare con somma cura perché diversamente iragazzi si sarebbero annoiati e gli adulti si sa-rebbero dileguati: notava infatti, che i catechismi

domenicali degli adulti erano spesso una deso-lazione. C’è come un “urlo” crescente negliscritti di Mons. Jacono sulla responsabilità concui ogni sacerdote, specie se parroco, deve cu-

rare il Catechismo: farsi piccolo con i piccoli,fare un Catechismo attraente, usare metodinuovi, guardare le famiglie e chiederne la col-laborazione. Agli adulti bisognerà parlare concompetenza, puntualità, serietà e rispetto: lapreparazione di un Catechismo costa più dipreparare una predica: ma da questo zelo di-pende la vita di fede del nostro popolo. Si può dire che nella visione di Chiesa del

Vescovo Jacono, il Catechismo ha un postopreminente e fa parte di quel “Super OmniaCharitas” del suo motto episcopale: l’azionecatechistica potrebbe essere quel leone che so-stiene la colonna della fede, che impedisce alnemico di avvicinarsi per colpirla, mentre con-sente alla carità di custodirla e farla crescere.Mutati i tempi e il linguaggio, il messaggio

resta sempre attuale e urgente: senza Catechesiil Vangelo non passa nella vita del cristiano.

Sac. Carmelo Sanguedolce

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DIRETTORE RESPONSABILE:Giuseppe La Placa

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:Salvatore Tirrito - Curia Vescovile Caltanissetta

REDAZIONE:Via Cairoli, 8 • 93100 Caltanissetta

Tel. 0934 21446STAMPA:

Tipolitografia Paruzzo • Caltanissetta

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«ANCORA UN MIO SOLLECITO E MONITO TESTAMENTARIO»

Supplemento al Monitore Diocesano

Edizioni Feeriapp. 416 - e 25,00

Presentazione del volume GIOVANNI JACONO

UN POPOLO UNA CHIESALettere pastorali al Clero e al Popolo

della Diocesi di Caltanissetta(1921-1956)

Ore 10.00ai presbiteri e diaconi

Ore 17.30ai catechisti

ed operatori pastorali

Mercoledì 30 marzo 2011Sala del Museo Diocesano

Caltanissetta