VPER OMNIA CHARITAS N. 1 APRILE 2017 · 2019-11-13 · SSVPER OMNIA CHARITAS N. 1 •APRILE 2017...

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S S VPER O MNIA C HARITAS N. 1 APRILE 2017 PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO MONS. GIOVANNI JACONO I l Servo di Dio Mons. Gio- vanni Jacono così scrisse nella sua Lettera pastorale sul “tempo quaresimale” del 1932: «La fede è affievolita, le prati- che cristiane sono trascurate… non curandosi dai più i doveri religiosi e la cultura della co- scienza, per tener dietro ad una vita tutta mate- riale e dissipata, è aperta la via al nuovo paga- nesimo, che purtroppo invade il vivere familiare e sociale con inevitabile rovina della fede e del- l’onestà cristiana. La tradizionale semplicità, bon- tà e purezza delle nostre popolazioni, che vive- vano di fede, se ne va!». E poi esortava se stesso e tutti a vivere la tem- peranza nell’esercizio della penitenza: «penitenza col cuore, riconoscendo e deplorando i peccati commessi; penitenza del corpo, osservando la leg- ge del digiuno e dell’astinenza, tanto rimessa dal- l’antico rigore e ridotta ad un mero segno di ub- bidenza… penitenza nell’imporci la diligente ed esatta osservanza dei doveri del nostro stato; pe- nitenza nell’accettare in espiazione delle colpe proprie e delle altrui le limitazioni, le privazioni, i disagi, le infermità, le avversità tutte che inevi- tabilmente si incorrono nella vita». La temperanza, infatti, è virtù che modera l’at- trattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio e or- dine interiore. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti del- l’onestà. «Per questo mettete ogni impegno per ag- giungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la co- noscenza, alla conoscenza la temperanza, alla tem- peranza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pie- tà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità» (2Pt 1,5-7). La temperanza disciplina e corregge qualsia- si egoistico sovvertimento dell’ordine interiore, sul quale si fonda e vive la persona morale. Già nella Lettera pastorale per il Giubileo stra- ordinario della Redenzione il “Vescovo buono” scriveva: «Abbiamo anche noi bisogno di un rad- drizzamento morale! Senza questo il resto serve a nulla. Abbiamo bisogno della cristiana coeren- za, e cioè che i nostri fedeli cristiani siano con- vinti, logici, saldi, antepongano il dovere al pia- cere, mantengano gli impegni del loro battesimo e restino attaccati al buon Maestro e Redentore del mondo Gesù Cristo». E dodici anni dopo constatava: «L’immoralità si è annidata nell’intimo delle coscienze, è pene- trata nel santuario delle famiglie, che in passato sono state tradizionalmente integre, ha invaso gli uffici, i negozi, i traffici di ogni genere… E il fe- nomeno oggi più impressionante è la disonestà co- sì spinta, generalizzata e dominante in tutti i rap- porti umani da rendere quasi impossibile il vive- re comune. E nell’affanno del vivere anche la be- stemmia trova il passaporto come di sfogo ed ap- porto dell’invadente miseria» (XXIII Lettera pa- storale, 1945). Temperanza è sapersi accontentare di poco, ma non è il poco che conta: è il dominio di sé, è la gioia per ciò che si è e si ha, e di cui si può far do- no agli altri. La temperanza si colora di astinen- za, sobrietà, mansuetudine, clemenza, umiltà e modestia. «Sorgiamo dunque e rinnoviamoci nello spi- rito con una vita raccolta in Dio e permeata dal gusto delle cose sante e della parola divina, me- ditata sul serio quotidianamente e predicata con preparato e sobrio adattamento, e con convin- zione e serafico ardore. Sorgiamo e instauriamo in noi il senso e la pratica della penitenza perso- nale riparatrice che feconda la parola e le opere» (Ibidem). Mario Russotto La parola del Vescovo 1 TEMPERANZA... EQUILIBRIO E AUTODOMINIO

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SS VPER OMNIA CHARITASN. 1 • APRILE 2017

PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO MONS. GIOVANNI JACONO

Il Servo di Dio Mons. Gio-vanni Jacono così scrisse

nella sua Lettera pastorale sul“tempo quaresimale” del 1932:«La fede è affievolita, le prati-che cristiane sono tra scurate…non curandosi dai più i doverireligiosi e la cultura della co-

scienza, per tener dietro ad una vita tutta mate-riale e dissipata, è aperta la via al nuovo paga-nesimo, che purtroppo invade il vivere familiaree sociale con inevitabile rovina della fede e del-l’onestà cristiana. La tradizionale sempli cità, bon-tà e purezza delle nostre popolazioni, che vive-vano di fede, se ne va!».

E poi esortava se stesso e tutti a vivere la tem-peranza nell’esercizio della penitenza: «penitenzacol cuore, riconoscendo e deplorando i pec caticommessi; penitenza del corpo, osservando la leg-ge del di giuno e dell’astinenza, tanto rimessa dal-l’antico rigore e ridotta ad un mero segno di ub-bidenza… penitenza nell’imporci la diligente edesatta osservanza dei doveri del nostro stato; pe-nitenza nell’accettare in espiazione delle colpeproprie e delle altrui le limitazioni, le privazioni,i disagi, le infermità, le av versità tutte che inevi-tabilmente si incorrono nella vita».

La temperanza, infatti, è virtù che modera l’at-trattiva dei piaceri e rende ca paci di equilibrio e or-dine interiore. Essa assicura il dominio della volontàsugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti del-l’onestà. «Per questo mettete ogni impegno per ag-giungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la co-noscenza, alla conoscenza la temperanza, alla tem-peranza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pie-tà l’amore fraterno, all’amore fra terno la ca rità» (2Pt1,5-7). La temperanza disciplina e corregge qualsia-si egoistico sovverti mento dell’ordine interiore, sulquale si fonda e vive la persona morale.

Già nella Lettera pastorale per il Giubileo stra-ordinario della Redenzione il “Vescovo buono”scriveva: «Abbiamo anche noi bisogno di un rad-drizzamento morale! Senza questo il resto servea nulla. Abbiamo bisogno della cristiana coeren-za, e cioè che i nostri fedeli cristiani siano con-vinti, logici, saldi, antepongano il dovere al pia-cere, man tengano gli impegni del loro battesimoe restino attaccati al buon Maestro e Redentoredel mondo Gesù Cristo».

E dodici anni dopo constatava: «L’immoralitàsi è annidata nell’intimo delle coscienze, è pene-trata nel santuario delle famiglie, che in passatosono state tradizionalmente integre, ha invaso gliuffici, i negozi, i traf fici di ogni genere… E il fe-nomeno oggi più impressionante è ladisonestà co-sì spinta, generalizzata e dominante in tutti i rap-porti umani da rendere quasi impossibile il vive-re comune. E nell’affanno del vivere anche la be-stemmia trova il passaporto come di sfogo ed ap-porto dell’invadente miseria» (XXIII Lettera pa-storale, 1945).

Temperanza è sapersi accontentare di poco,ma non è il poco che conta: è il dominio di sé, è lagioia per ciò che si è e si ha, e di cui si può far do-no agli altri. La temperanza si colora di astinen-za, sobrietà, mansuetudine, clemenza, umiltà emodestia.

«Sorgiamo dunque e rinnoviamoci nello spi-rito con una vita raccolta in Dio e permeata dalgusto delle cose sante e della pa rola divina, me-ditata sul serio quotidianamente e predicata conpreparato e sobrio adattamento, e con convin-zione e serafico ardore. Sorgiamo e instauriamoin noi il senso e la pratica della penitenza perso-nale riparatrice che feconda la parola e le opere»(Ibidem).

� Mario Russotto

La parola del Vescovo

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TEMPERANZA... EQUILIBRIO E AUTODOMINIO

Temete di raggiungere il numero di coloroche dimenticano perfino le prime verità

della fede, vivono secondo l’istinto [che] li portae si degradano fino a segnarsi dei caratteri dellabestia. E qual è il carattere della bestia se nonquello di esser prona verso la terra senza maiguardare il cielo? È lo stato cui arriva l’uomoquando ha cancellato dal suo calendario la festacristiana: s’incurva unicamente verso la terra nel-l’avida ricerca di ricchezze, piaceri, onori, e per-de di vista la meta del Cielo (Il giorno del Signo-re, del 1927).

L’uomo moderno […] si sforza di costruir-si il paradiso in terra e tenta di dar di fre-

go al peccato e di sbarazzarsi del dolore. E per-tanto si abbandona a capricci e licenziosità, sof-focando la voce della coscienza e pretendendo diagire in nome del godimento e della bellezza, del-la potenza del braccio e del denaro, e slitta la sof-ferenza, esilarandosi e stordendosi nei diverti-menti e nei piaceri, presi a mo’ dei vieti stupefa-centi. Con quale risultato? Ecco, l’uomo forgiatoal culto di se stesso e dell’istinto, impingua la bor-sa nera e discende all’incoscienza e all’abbruti-mento, e il mondo gaudente si dibatte in una do-lorante situazione. Paradiso in terra, e doppio in-ferno, uno di questa vita e l’altro nell’eternità (Mo-tivi e doveri dell’ora che volge, del 1943).

Al cielo non andremo che per quella stes-sa via per la quale è arrivato Gesù, non

per quella purtroppo assai frequentata dai pazzidivertimenti, dai disordinati piaceri, dai peccati.Gesù non è passato per questa via. È per il colleirto del dovere, per la via sanguinosa del Calva-rio, che si va al premio della gloria (Omelia dellaSanta Croce, Sommatino).

Che avviene del cristiano su cui non cadela parola del Cristo e non giunge la luce

dell’istruzione religiosa? – Egli […] s’imbeve, sisatura, si intossica fatalmente del guasto del-l’ambiente in cui vive e degli errori del suo tem-po. Ragazzo risente il linguaggio osceno e bla-sfemo della strada. Giovane nello svegliarsi del-le passioni e circondato, come ordinariamente ac-cade ai suoi pari, da cattivi esempi, adescato dal-le seduzioni del mondo, aggirato dai sofismi con-tro la religione, diviene facilmente libertino e ir-religioso. Su questa china giunto all’età adulta,istintivamente incorre nelle spire dei senza Dio(Settimana catechistica, del 1949).

PERIODICO DELLA POSTULAZIONE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO MONS. GIOVANNI JACONO

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» » »La RiflessioneSCRITTI DEL SERVO DI DIO

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Don Giovanni Jacono, docente nel Seminario di Catania (1910)

Il Servo di Dio, Rettore del Seminario di Catania (1916-18)

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Nella memoria della Chiesa nissena, il ri-cordo di Mons. Jacono è rimasto sempre

vivo, sia nei sacerdoti che l’hanno conosciuto, sianel popolo di Dio che, a distanza di mezzo seco-lo, ha tramandato l’immagine di un Vescovo umi-le, povero e pieno di grande zelo nel suo mini-stero pastorale. Sulla base di tale fama di santitàgoduta dal Servo di Dio in vita, in morte e tra-smessa lungo gli anni postumi alla sua morte, ilVescovo Mons. Russotto ha iniziato le pratichenecessarie per l’avvio della Causa di beatifica-zione richiedendo, il 12 febbraio 2007, alla Con-ferenza Episcopale Siciliana il Nulla osta per po-

ter inoltrare la domanda di avvio della Causa al-la Congregazione delle Cause dei Santi, riceven-do responso positivo il 22 febbraio 2007.

FASE DIOCESANA DELLA CAUSA

Inoltrata al Prefetto della Congregazione del-le Cause dei Santi, il 19 marzo 2007, la richiestadi autorizzazione ad istruire in diocesi la Causa,Mons. Russotto ha ottenuto il Nulla osta in data24 ottobre 2007 e ha nominato Postulatore il Sac.Carmelo Mezzasalma, e designato vicepostula-tori Mons. Giovanni Speciale e don Giuseppe Ca-nalella. Ha costituito il Tribunale Ecclesiastico no-minando, l’8 dicembre 2007, Giudice Delegatodon Angelo Fonti; Promotore di Giustizia, donAngelo Spilla; don Giuseppe Adamo, Notaio At-tuario e il diacono Antonino Folisi, Notaio Ag-giunto.

Nel medesimo giorno, il Vescovo ha provve-duto anche alla nomina dei Censori Teologi: i sa-cerdoti Massimo Naro e Carmelo Carvello i qua-li, dopo avere esaminato gli scritti editi del Servodi Dio, il 3 Gennaio 2008 hanno presentato unarelazione esprimente i loro voti.

In ossequio alla norma, inoltre, è stata com-posta la Commissione Storica con i sacerdoti Fran-cesco Lomanto, Achille Lomanto, Francesco No-vara, Andrea Muscarella, il seminarista LucianoCalabrese e il prof. Luigi Bontà.

Il Processo ha avuto la prima Sessione il 13gennaio 2008 presso la Cattedrale di Caltanisset-ta. In quell’occasione si è proceduto all’insedia-mento del Tribunale, al giuramento degli officia-li e agli altri adempimenti necessari, alla presen-za del Cancelliere della Curia Vescovile, don Ro-sario Salvaggio.

Il Vescovo ha portato a conoscenza dei fedeli,che in quella prima Sessione gremivano la Catte-drale, quanto era stato fatto fino a quel momen-to. Nella sua omelia, tenuta durante la celebra-zione eucaristica nella festa del Battesimo del Si-gnore, che ha preceduto la prima Sessione, ha det-

» » »Dal Vice-PostulatoreBREVE CRONISTORIA DELLA CAUSA

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Mons. Giovanni Jacono, Villaggio Santa Barbara, 29-01-1956

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to: «Apriamo solennemente il processo attraver-so il quale la Chiesa potrà cogliere i segni dellasantità di Mons. Jacono e porre, in tal modo, ilServo di Dio quale stella di santità per i numero-si onesti magi della storia, che intendono affron-tare il cammino di una fede inginocchiata ai pie-di del Dio Amore».

Il Tribunale ha interrogato sulla vita, le virtù ela fama di santità del Servo di Dio 57 testi e hadirettamente raccolto, in 72 Sessioni, le testimo-nianze, spostandosi anche in altre Diocesi.

In seguito alla morte di Mons. Giovanni Spe-ciale, il 13 novembre 2008 è stato nominato vi-cepostulatore il Sac. Carmelo Sanguedolce alquale, dopo il suo preziosissimo servizio, il 7settembre 2016, è succeduto don Luciano Cala-brese.

L’ultima Sessione della fase diocesana, laLXXII, è stata celebrata nella Cattedrale di Calta-nissetta, alla presenza del Popolo di Dio e pre-sieduta da S.E. Mons. Mario Russotto, il 27 set-tembre 2012.

FASE ROMANA DELLA CAUSA

Conclusa l’Inchiesta diocesana, il Vescovo hanominato, il 7 marzo 2013, un postulatore accre-ditato presso la Congregazione delle Cause deiSanti, p. Romano Gambalunga, dei CarmelitaniScalzi, il quale ha presentato il proprio incarico presso il Dicastero e, ricevendone l’approvazio-

ne, ha fatto istanza per l’apertura degli atti de-positati presso la Cancelleria.

L’11 aprile 2014, la congregazione delle Causedei Santi ha emanato il Decreto di validità del-l’Inchiesta Diocesana e, contestualmente, affinchési potesse iniziare la redazione della Positio supervirtutibus, cioè la sintesi della documentazione cheprova l’ esercizio eroico delle virtù, ha designatoquale Relatore della Causa il Sac. Maurizio Ta-gliaferri. La redazione di tale importante docu-mento è giunta alla fase finale e, supervisionatadal Relatore della Causa e dal Relatore generaledella Congregazione, sarà sottoposta alle Com-missioni dello stesso Dicastero.

Siamo tutti invitati ad accompagnare e soste-nere il prosieguo della Causa con la nostra pre-ghiera.

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» » »Dal Vice-Postulatore

DIRETTORE RESPONSABILE:Giuseppe La Placa

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:Salvatore Tirrito - Curia Vescovile Caltanissetta

REDAZIONE:Via Cairoli, 8 • 93100 Caltanissetta

Tel. 0934 21446

STAMPA:Tipolitografia Paruzzo • Caltanissetta

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Supplemento al Monitore Diocesano

O Signore,che hai dato alla tua Chiesail Vescovo Giovanni Jacono,pastore ardente di caritànella semplicità,servo tuo obbedientea immagine di Cristo,nella povertà e nell’umiltà;degnati glorificarlo,perché possiamo seguire il suoesempioe imitarne le virtù,e concedi a noi la graziache in suo nome ti chiediamo. E così sia.

(con approvazione ecclesiastica)

Chiunque ottiene grazie per intercessionedel Servo di Dio Mons. Giovanni Jacono

ne dia comunicazione alla Curia Vescovile di Caltanissetta

Via Cairoli, 8 - Tel. 0934 21446