Gru 2007 Omnia
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gestione delle risorse umane
leonardo previ
gestione dei beni artistici e culturali
prima lezione
introduzione al corso
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
presupposto
io sono al vostro servizio
per essere il più possibile fedele al mio mandato, è
opportuno che ci mettiamo d'accordo:
quando io parlo, voi mi ascoltate
1
quando io non riesco a spiegarmi, voi mi interrompete per
dirmelo
2
3
quando io avrò finito di parlare voi avrete occasione di
esprimervi e di mostrare quello che avete imparato
3
quando io avrò finito di parlare voi avrete occasione di
esprimervi e di mostrare quello che avete imparato
3
quando io dialogherò con l’ospite, voi potrete intervenire
per rendere il dialogo più interessante
occuparsi di gestione delle risorse umane significa imbattersi in numerose discipline
la “disciplina” della Gestione delle Risorse
Umane è la “transdisciplinarietà”
io stesso sono transdisciplinare
per formazione, attitudine, strategia conoscitiva e ruolo
obiettivi del corso
fornire i dati necessari alla comprensione delle dinamiche che animano le
organizzazioni complesse
individuare ed evidenziare le informazioni più rilevanti che emergono da una
interpretazione dei dati
proporre una concezione innovativa dei criteri fondamentali di una efficace attività
di gestione delle risorse umane
gestione delle risorse umane
leonardo previ
gestione dei beni artistici e culturali
seconda lezione
orientamenti
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
che cos’è e come funziona una
organizzazione d’impresa
le nostre organizzazioni d’impresa: quando e dove
350 d.C. 1492 oggi3500 a.C.
voi siete “soprattutto”
qui
voi siete qui
definizione di organizzazione
Una organizzazione è una impresa
Ma una organizzazione è anche una “funzione” dell’impresa
L’organizzazione è inoltre una delle peculiari attività manageriali
Organizzazione, infine, indica l’insieme delle variabili organizzative
definizione di organizzazione
all’interno dell’impresa, l’organizzazione serve a “rendere più razionali ed efficaci
i comportamenti di tutti i soggetti che operano” (Brusa)
Noi ci occuperemo principalmente di quest’ultimo genere di organizzazione,
che definiamo così:
funzionamento delle organizzazioni
elementi di una evoluzione:le organizzazioni primitive
le organizzazioni premoderne
le organizzazioni moderne
le organizzazioni industriali
le organizzazioni contemporanee
(nota critica sul paradigma evoluzionista)
gestione delle risorse umane
leonardo previ
gestione dei beni artistici e culturali
terza lezione
le prime organizzazioni: da Ur a Smith
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni primitiveprima delle città
solo ipotesi
le città (Ur)epos come principio organizzativo “a posteriori”
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni premoderne
la polissuddivisione sociale
consapevolezza collettiva
il monasteropoche regole, molto chiare
condivisione dei valori come presupposto organizzativo
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni moderneil comune
speranza individuale come meccanismo collettivo
la bancaintroduzione di un meccanismo organizzativo peculiare: il denaro
come equivalente universale
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni industrialila fabbrica
2 principi chiave di organizzazione del lavoro: suddivisione (Smith) e ingegnerizzazione (Taylor)
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni industrialila fabbrica
Adam Smith, 1776
Data una particolare situazione del suolo, del clima e dell’estensione del territorio di una determinata nazione, l’abbondanza o la scarsità delle risorse delle sue risorse dipendono necessariamente da queste due circostanze:
l’arte, la destrezza e l’intelligenza con cui vi si esercita il lavoro
il rapporto tra gli individui occupati in un lavoro utile e quelli che non lo sono
Adam Smith, 1776
L’arte dell’organizzazione è stata definita “il conoscere esattamente il lavoro che si vuole ottenere dagli uomini e poi fare in modo che lo
eseguano nel modo migliore e più economico”
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni industrialil’organizzazione scientifica del lavoro
Taylor, 1911Questo libro mira principalmente a dimostrare che alti salari e basso costo di mano d’opera sono la base della migliore organizzazione; a indicare i principi generali che rendono possibile mantenere queste condizioni anche
nelle situazioni più difficili; a enumerare i vari stadi che si debbono attraversare nel passaggio da un mediocre sistema di organizzazione a uno
migliore.
E questo perché l’organizzazione non è ancora considerata come un’arte, con leggi tanto esatte e chiaramente definite, quanto, per esempio, i principi
fondamentali dell’ingegneria, che richiedono lungo studio e intensa applicazione. L’organizzazione è ancora considerata una questione di
uomini, secondo l’antica opinione che, quando si ha l’uomo adatto, i metodi possono essere tranquillamente lasciati alla sua discrezione.
Taylor, 1911
In ogni stabilimento si dovrebbe fare in modo:
a) che ogni operaio sia assegnato, per quanto possibile, alla più alta categoria di lavoro alla quale
abilità e fisico lo rendono idoneo;
b) che a ogni operaio si richieda di fornire la massima quantità di lavoro che un operaio di prim’ordine della sua categoria può eseguire senza danno per la sua
salute;
c) che ogni operaio, quando lavora al rendimento massimo di un operaio di prim’ordine, venga pagato dal
30 al 100% più della media della sua categoria
Taylor, 1911
Le cause principali che provocano danno a entrambe le parti sono:
prima (di gran lunga più importante): la profonda ignoranza dei datori di lavoro e dei loro dirigenti tecnici circa il tempo necessario per ciascun genere di lavoro
(e questa ignoranza è largamente condivisa dagli operai)
seconda: l’indifferenza e l’ignoranza dei datori di lavoro riguardo al sistema più adatto di organizzazione da adottare, al metodo per applicarlo e, inoltre, la loro
indifferenza riguardo al carattere, alle doti individuali e al benessere dei loro operai
gestione delle risorse umane
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gestione dei beni artistici e culturali
quarta lezione
lavorare stanca
Anno Accademico 2007-2008
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Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
Taylor, 1911
Non c’è dubbio che la tendenza dell’uomo medio (in tutti i campi della vita) lo porta a
lavorare con un ritmo lento e agevole e che solo dopo aver osservato e ragionato per un bel po’, oppure in seguito a esempi, a
richiamo di coscienza o a pressioni esterne, assume un’andatura più spedita.
gestione delle risorse umane
leonardo previ
gestione dei beni artistici e culturali
quinta lezione
il grande cambiamento
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni contemporanee
in che cosa sono diverse dalle organizzazioni precedenti?
sono più vicine a noi, quindi ci riesce difficile osservarle “in prospettiva”
sono molto più studiate, quindi è più difficile definirle
sono, forse, più complesse
funzionamento delle organizzazioni
le organizzazioni contemporanee
“Nella realtà le decisioni sono quasi sempre frutto di contingenze o di contrapposizioni, spesso di casualità, a volte anche di stravaganze. [...] L’organizzazione serve a rendere più razionali ed efficaci i comportamenti di tutti i soggetti che operano all’interno delle aziende”. (Brusa)
definizione di organizzazione
la struttura organizzativa
le variabili organizzative
i meccanismi operativii modelli di gestione
le “variabili di contesto” *
strumenti organizzativi che raccolgono i frutti di una disciplina ormai secolare
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sesta lezione
l’azienda rete
Anno Accademico 2007-2008
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Le 3 economie
primario
secondario
terziario
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settima lezione
variabili organizzative
Anno Accademico 2007-2008
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le variabili organizzative
i meccanismi operativi
strumenti per rendere concreto e operativo il disegno strutturale
pianificazione strategica
comunicazione interna
gestione e valorizzazione delle R.U.
Missione
Strategia
Visione
le variabili organizzative
modello di direzione
la cultura aziendale
(corporate culture)La cultura aziendale è la combinazione di credenze, valori, convinzioni
etiche, procedure e attitudini di una oganizzazione.
La cultura di una organizzazione è spesso espressa dal “modo in cui si fanno le cose da queste parti” e consiste nei valori impliciti, nelle norme e
nei comportamenti che divengono il modo naturale di fare le cose.
E’ frequente che la cultura aziendale risulti più evidente a un osservatore esterno che un membro interno dell’organizzazione.
(Edgar Shine)
le variabili organizzative
modello di direzione
la cultura aziendale
(corporate culture)La difficoltà d’identificare i tratti salienti della cultura aziendale e di
modificarli è amplificata dal fatto che cultura non significa solo clima, potere e politiche, ma tutte queste cose e altre ancora.
Possono esistere numerose sottoculture all’interno di una organizzazione, definite, per esempio, per gerarchia o per funzione.
Cambiare o rinnovare la cultura aziendale, al fine di sviluppare la strategia organizzativa, viene considerato uno dei compiti principali della
leadership, poiché si crede che un simile cambiamento non sia possibile da conseguire senza la piena adesione del leader.
le variabili organizzative
variabili di contesto
la decisiva importanza dell’ambiente...
economico
politico-normativo
socio-culturale
tecnologico
demografico
fisico-naturale
STAKEHOLDER
SHAREHOLDER
le variabili organizzative
variabili di contesto
la strategia aziendale
le variabili organizzative
variabili di contesto
le risorse umane
funzionamento delle organizzazioni
le risorse umanedefinizione
i lavoratori
gli impiegati
il personale
le persone
l’asset principale di una impresa
...
gestione delle risorse umane
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ottava lezione
risorse umane
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
funzionamento delle organizzazioni
le risorse umanecome asset di grande rilievo
Esistono tre criteri per definire un asset:
• deve possedere il potenziale per una utilità futura• deve essere misurabile in termini monetari• deve essere soggetto alla proprietà o al controllo
dell’azienda
le risorse umane
cosa sono state
Brutally speaking, our scheme does not ask any initiative in a man. We do not care for his initiative. (Taylor)
You know as well as I do that a high-priced man has to do exactly as he is told from morning to night. (Taylor)
le risorse umane
cosa sono state
l’organigramma
le risorse umane
cosa sono oggi
i knowldege workers
‘From now on the key is knowledge. The world is becoming not labor intensive, not materials intensive,
not energy intensive, but knowledge intensive’.—Managing for the Future, Peter Drucker
le risorse umane
cosa sono oggi
i knowldege workers
Lisbona 2000
L’Unione Europea intende
“diventare, entro il 2010, l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita
economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”
le risorse umane
cosa sono oggii knowldege workers
Taking Responsibility for Human Capital Development (Edward E. Gordon)
Investire in capitale umano produce ottimi risultati per gli affari. Consente risparmi economici e aumenti dell’efficenza, massimizza l’impiego delle risorse disponibili ed evidenzia specifiche questioni relative alle prestazioni e alla produttività.
Tutto questo accade se...
- l’investimento in capitale umano è misurato monetariamente;- la conoscenza individuale degli impiegati viene adeguatamente valutata;- vengono selezionati e adottati opportuni programmi di sviluppo delle prestazioni in termini di competenze, formazione e aggiornamento
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
definizione di capitale intellettuale:
conoscenza che trasforma le materie prime e ne accresce il valore
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
“Sembra che l’espressione capitale intellettuale sia stata utilizzata per la prima volta nel 1958, quando due analisti
finanziari, commentando la valutazione di borsa di parecchie piccole imprese che svolgevano attività a elevato contenuto scientifico (HP tra esse, allora fatturava 28 milioni di Dollari)
conclusero che <<se prendiamo ciascun fattore singolarmente, per queste imprese il più importante è il capitale intellettuale>>.
beni intangibili e capitale intellettuale
Sveiby, 1989, Lo stato patrimoniale invisibile
Gli asset legati alla conoscenza si trovano in tre luoghi: le competenze del personale di un’impresa, la struttura interna
(brevetti, modelli, sistemi informatici e amministrativi), la struttura esterna (marchi, reputazione, rapplorti con clienti e fornitori).
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
I 3 pilastri dell’economia della conoscenza
La conoscenza è diventata il più importante fattore produttivo
Gli asset legati alla conoscenza (capitale intangibile) sono diventati più importanti di quelli finanziari e di quelli tangibili
Per prosperare in questa nuova situazione occorrono nuove terminologie, nuove tecniche di gestione, nuove tecnologie e
nuove strategie
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
principio guida dell’economia della conoscenza:
l’informazione è sempre più a buon mercato, ma il sapere è sempre più prezioso
Gli asset legati alla conoscenza (capitale intangibile) sono diventati più importanti di quelli finanziari e di quelli tangibili
Per prosperare in questa nuova situazione occorrono nuove terminologie, nuove tecniche di gestione, nuove tecnologie e
nuove strategie
gestione delle risorse umane
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gestione dei beni artistici e culturali
decima lezione
il nuovo gestore delle risorse umane
Anno Accademico 2007-2008
Lunedì, 14:30 – 17:30, Aula C.013
Giovedì, 8:30 – 11:30, Aula SA.117 Mazzotti
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il capo: da controllore a decisore
uno dei principali compiti della leadership è aiutare l’impresa a capire cosa valga la pena di sapere
“non gestite tutto il vostro sapere, ma stabilite quale sapere è decisivo”
L’IMPORTANZA DELLA MAPPA DELLE CONOSCENZE
(ne riparleremo)
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
la strategia: da progetto ad ascolto
gli asset legati alla conoscenza vengono creati domandando ai clienti cosa si aspettano che l’impresa sappia e sia in grado di
fare
beni intangibili e capitale intellettuale
le risorse umane
Henry Ford: “Com’è che quando compro un paio di mani mi devo sempre prendere anche un essere umano?”
Thomas Davenport: “Il lavoro è un mutuo scambio di valore, non lo sfruttamento unilaterale di un bene da parte del suo
proprietario”
da
a
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il responsabile delle risorse umane
è compito del knowledge leader chiedersi di continuo: “chi altri può
usare questa roba?”
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il dipartimento ricerca e sviluppo
“il tizio che ha inventato la prima ruota era un imbecille: il vero genio è quello che ha inventato le altre tre”
ogni porzione di sapere dotata di qualche valore può essere utilizzata anche da qualcun altro
(una fabbrica non può stare in due posti diversi contemporaneamente, un’idea sì)
beni intangibili e capitale intellettuale
la catena del valore di Michael Porter (1985)...
... scorre a ritroso: prima si vende poi si produce
dall’autobus al taxi: una diversa relazione col mercato
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il responsabile delle risorse umane
è compito del knowledge leader chiedersi di continuo: “chi altri può
usare questa roba?”
beni intangibili e capitale intellettuale
ICT
la tecnologia informatica è più adatta all’informazione che alla conoscenza
!
beni intangibili e capitale intellettuale
formazione
le persone sono addestrate all’uso del sapere esplicito; sul sapere tacito possono giovarsi solo di suggerimenti e di proposte
il sapere tacito qualche volta è spiegabile, più sovente è “mostrabile”
Do you see what I mean
L’IMPORTANZA DELLA MAPPA DELLE CONOSCENZE
beni intangibili e capitale intellettuale
le funzioni d’impresa
Gary Hamel: “Anche le aziende più grandi dovranno essere più simili a mega incubatori che a organizzazioni con confini
impermeabili, dove lo scopo è semplicemente quello di costituire l’entità legale più grande possibile.
Il principio essenziale è: se avete persone che vogliono fare qualcosa di nuovo, create un posto, create un incubatore. Create un clima nel quale possono innovare. E offrite loro almeno una
parte della ricchezza che viene creata in quel luogo”.
beni intangibili e capitale intellettuale
il bilancio economico
Alan Greenspan, 1999: “Venti o trent’anni fa, quando si costruiva un’acciaieria, era ovvio che cosa fosse ed era registrata nei conti patrimoniali. E il carbone o i minerali che si consumavano erano considerati delle spese. Ma nel mondo di oggi è diventato molto
più difficile calcolare se una particolare uscita è considerata come una spesa [...] o è registrata nei conti patrimoniali [...]. E’ in
corso un mutamento fondamentale nell’ambito dei metodi di valutazione di ciò che si sta producendo [...] Certi esborsi sono di fatto spese in conto capitale, a prescindere da come le chiamano
i contabili”.
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il bilancio economico/2
Quando qualcosa è registrato come un asset, è sotto gli occhi degli investitori.
Le spese, al contrario, scompaiono: si presume che non abbiano valore residuo, come l’acqua minerale che consumiamo a
pranzo. E se ce l’hanno?
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
il bilancio economico/3
I 3 classici rendiconti finanziari – il conto economico, lo stato patrimoniale, il prospetto del flusso di cassa – sono utili più o
meno quanto uno stradario di Los Angeles vecchio di ottant’anni.
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
marketing
i prodotti del sapere si scoprono non guardando alla propria catena del valore, ma a quella dei propri clienti
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
nuove pratiche di gestione delle RU
misurare le spese legate alla conoscenza
stilare l’inventario degli asset legati alla conoscenza
valutare le competenze chiave
misurare il capitale umano
misurare l’efficienza dei lavoratori della conoscenza
determinare un valore monetario per il capitale intellettuale
beni intangibili e capitale intellettuale
ATTENZIONE:
Idee, sapere e conoscenza sono sempre stati importanti, ma oggi
determinano la nostra vita lavorativa e la nostra attività professionale
(da penso dunque sono a penso dunque guadagno)
beni intangibili e capitale intellettuale
Thomas A. Stewart
distanza da Taylor
il modo più efficace per rafforzare la fedeltà dei dipendenti consiste nell’aumentare le loro occasioni di crescita
il primato delle relazioni sulle mansioni
della continuità si fanno carico le macchine, il management bada al cambiamento
i processi in cui si articola il lavoro della conoscenza non sono lineari; la catena di montaggio si muove in una direzione, il lavoro
della conoscenza no
_ricordare che_
Peter Druckerl’opera sulla produttività del knowledge
worker è a malapena cominciata
Thomas Stewartil nostro bene più importante è il capitale
intellettuale, ma del nuovo ambiente economico noi siamo inesperti come dei
neonati
_questioni aperte_
Riel Miller (OCSE)La necessità di aggiungere conoscenza a
ogni passo della catena del valore sta cominciando a mettere in dubbio il noto
concetto dell’impresa come unità organizzativa
implicazioni macroeconomiche
Low-Calafout
Nell’economia di oggi il vantaggio competitivo non va all’zienda che ha le fabbriche più grandi, o la dotazione finanziaria più ricca, ma all’azienda che gestisce meglio
i suoi asset immateriali.
Quando avrete capito veramente gli intangibles, non gestirete mai più un’azienda come l’avete gestita prima.
e se si tratta di un’azienda di Beni Culturali, che fonda sugli intangibili la massima parte del proprio valore?
elenco provvisorio degli intangibili più rilevanti
(da Low-Calafout)
leadershipstrategia
comunicazionimarca
reputazionealleanze e network
tecnologiacapitale umano
ambiente di lavoro/culturacapitale intellettuale
adattabilità
che cosa è l’organizzazione: un quadro storico
Un modello di riferimento: le competenzeIl modello delle competenze presidia l’allineamento tra obiettivi/competenze delle
persone e strategia di sviluppo dell’organizzazione
Modello delle competenze
Gestione capitale umano• (…)
Processi – Output - RuoliSTRATEGIE DI BUSINESS
STRATEGIE SUL CAPITALE UMANO
MERCATO
Bilancio delle competenze
Sviluppo
Recruiting Retribuzione
Carriere