Vox Populi 5°
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Torretta - 31 Gennaio 2011 n° 5
Laboratorio 15PsiPerVendetta
Sciogliamo l'impasse
Luca Buonaguidi
Monologo Motivazionale di Ambro
Piacere e Rivoluzione
Zeitgeist & dentifricio
Mister Cariño
La vita che buffa cosa, ma se lo dici, nessuno ride.
Se se se se s s s so ch ch ch che de de de de devo momo mori morire, nono no no non capi capi capis capisco pe pe pe pe perchè de de de devo es e s e ss ess essere fe fe fe fe feli feli felice, vovo vole volevo sosososo solo a a a anda andare a ll all allago a pe pe pe pesca pescare ma ma mi mi sa ch che s s’è fa fatto fatto ta tardi, ci ci cito citorniamo ve ve venerdi ?
Prendete fiato, trattenete e soffiate forte..
Marco Bianchini
Lettera a Jack
Corri , corri e segna per quella meta di cui tu racconti , in quel campo che è la vita.Hanno cercato di placcarti.Vita e serenità incomprese , angelicamente distese sui chilometri che macinavi al ritmo del bop frenetico , quello dello spirito della notte d'america.Quello degli Sciamani e dei Fellahin , nutriti dai tuoi amici Indios che amavi tanto che ti hanno portato in fondo al mondo , in fondo al tuo , cuore nudo di pietà , tristezza e ansia per la vita.Ti immagino qui , a stappare Tokai e parlare di come la vita è un tramonto di pazzi che corrono e ballano su strade lontane e noi non possiamo che inseguirli , senza che ce ne importi , senza che qualcuno scenda da quella macchina.Ma soprattutto senza nessuno a guidarla : il sole è troppo forte qui.Tu , eterno pilota nelle curve dell'esistenza.Tu , dello stesso attimo eterno che ci ricorda qui senza tempo.Tu , che ci accompagni un po' cupi al supermercato a comprare alcol vigliacco , come vigliacca è l'america bastarda che ti sommerge bigotta di tonnellate di moralismi isterici chiamati Beat.Tu che smuovi in loro l'arte segreta di quel gesto mai commesso , permettendoci di adorare per un attimo il paradiso : dolce ricordo che ogni giorno ti accompagnava.Nostalgico figlio della terra , ti vedo sporco e ridente nella notte gelida di una stazione di autobus nei punti dove la vita ristagna di più : teneri grovigli emotivi spuntati nella tua anima come fiori dal letame.
Federico Giammangiato
CORVO
Corvo cammina silenzioso come la paura, sta curvo e spinge la testa tra le spalle ossute.Corvo cammina, cammina lento, vaga solo nel quartiere, a volte prende il bus e porta la sua scheletrica figura e la sua disperazione nel centro città.Era una sera di Maggio e parlando del più e del meno, mi disse tutto contento di un diavoletto piccolo e tutto rosso che gli faceva compagnia.Gli chiesi se gli fosse mai successo prima; lui mi rispose: cosa mi è successo?Capii che per lui era una vera creatura.Gli chiesi se sentiva voci; sì, una voce lo perseguitava ordinandogli di camminare, camminare e non smettere neanche di notte.Corvo e la sua numerosa famiglia calabrese, numerosa ma chiusa in un pugno di ignoranza, menefreghismo e insensibilità, coperta dall’omertà portata all’esasperazione, tanto da non chiedere al fratello o al figlio ”come stai”.Era sempre lì, sulla panchina, con le mani tra i capelli, senza mai guardare nessuno. Gli sguardi si incrociano…che paura corvo! Sempre su quella panchina a giocherellare con la fede d’argento dell’altro fratello morto per overdose. L’unico familiare che gli volesse bene.Morto il fratello, Corvo iniziò a bucarsi e poi…La sua bocca è vuota di denti e di parole, i denti glieli hanno buttati giù in carcere, le parole gliele ha rubate una vita priva di affetto e di scambio umano.Corvo cammina, guarda giù, le sue scarpe grosse, guarda giù nel suo pozzo.
Ora non so cosa faccia Corvo, credo stia seguendo un piano di reinserimento organizzato dal SERT che lo segue per la disintossicazione dall’eroina. So che si cura finalmente, ma mi hanno detto di averlo visto parlare con un piccolo diavoletto rosso.Ciao Corvo.
Simona F.
notte estiva
grigio che naufraga
follia
Poesie di Luca Buonaguidistudente di Psicologia
tratto da "I giorni del vino e delle rose"Fermenti Editrice, 2010
caos lucido
assenza
30 giugno 2000
aspetto che il gabbiano se ne torni a casae arrivi il pettirosso
e le fresche foglie dell'autunno
30 giugno 2000
barbagli di luce distrattigiocano disegni strani sulle mie mani
il giorno mi attende e ho paura
21 luglio 2000
il mio corpo trovò riposonegli anfratti freschi di uno stagno
come il fiore della deagalleggiai divina
e non mi ferì parola alcunacon pietre bianche levigai il mio dolore
erano pietre di lunail dolore tacque
e nella notte d'estate rinacqui purificata
16 luglio – Villa dei Pini
febbricitanti sguardiubriachi di sofferenza
vagano a mendicare in po' di quietestridono come topi in trappola
povere creature nate per la malvagità del fatosono parte di loro?
strappo in un singhiozzo di speranza un disperato no
La Signora
Simona F.
“ La Signora si siede sul mio sterno e soffoca il cuore, il respiro, l'urgenza di una risata- tutto questo - te che fai – sto ferma.”
A.
I RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI DEL LABORATORIO 15
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