Vox Populi 13

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Vox Populi l' aperiodico della facoltà di psicologia dicembre 2012 n. 13

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Salve... ben arrivata o ben arrivato, scegli tu, entra e mettiti comoda/o. Strano? No, questo benvenuto sembra strano ma non lo è perchè sei appena entrata/o in uno spazio tridimensionale dedicato alla libera espressione. Troverai diverse forme al suo interno più o meno gradevoli e più o meno familiari ma comunque a tua disposizione per farne quel che vuoi, quel che desideri, quel che ti serve. Allora quando inizierai a maneggiare e a esplorare queste forme, lo spazio neutro inizierà ad "arredarsi" a prendere forma esso stesso e probabilmente ti verrà voglia di aggiungere qualcosa di tuo. Lo puoi fare! A sua volta questo sarà maneggiato, elaborato masticato e restituito o forse letto e ignorato, dimenticato, criticato, espulso ma sarà sempre un segnale di vita, conceditelo.

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Vox Populil' aperiodico della facoltàdi psicologia

dicembre 2012n. 13

Laboratorio 15

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Salvebenvenuta o benvenuto in Vox Populi.Eccoti una bussola per orientarti in questo mare...nelle coordinate qui sottotroverai prima il nome della rubrica che fa da cornice all'articolo, raconto,poesia che vuoi leggere, poi il suo titolo, il suo autore e infine le sue pagine.A te la scelta della rotta o di un piacevole naufragio...

­ a mano libera: Formiche e carote di Arturo Mugnai.pagina 0­ un bacione a Firenze: La ribalta più utile a 19 anni dalla stragedei Georgofili di Feragine 1 e 2­ uno sguardo al di là della Torretta: Gandhi o lotta armata e Unpasso irrevocabile di Amira Hass.pagine 3 e 4­ dialogo in Poesia: "2 APRILE ­ ATTESA IN OSPEDALE", "30APRILE 2012" , "23 NOVEMBRE 2012" di Simona Falsini.pagina 6­ "Tacheles" di Edoardo Olmi.pagina 7 e 8­ "Sconvolgente destro in faccia al design" di Gaille.pagina 9­ "Conosci la differenza" di Sandro Candreva.pagina 10­ simbolico open source: Il chiasma transgenerazionale di LucianoCella.pagine 11 e 12

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0Formiche e CaroteLe formiche di un formicaio si preparavano all'inverno accumulando tuttociò che poteva essere utile. Briciole, foglie, detriti di ogni genere eperfino carcasse di insetti morti: sapevano che tutto sarebbe risultatoutile nel freddo inverno che si avvicinava. Capitò che vicino a quelformicaio cadesse una carota da un carro di un fruttivendolo, una carotaintera, enorme e ovviamente grandissima fonte di nutrimento. Ognuna delle formiche le passava accantozampettando verso oggetti più piccoli, perchè la carota era troppopesante e soltanto tutte insieme avrebbero potuto spostarla fin dentro ilformicaio. Ma si sa come vanno queste cose: ci sarebbe da organizzarsi, dalitigare sul come spostarla, su chi sta dietro e chi davanti ecc. Il fatto èche quella carota rimase lì, vittima delle intemperie che ben presto siscatenarono su di essa.Quell'inverno fu molto molto freddo e nonostante il gran lavoro delleformiche, nessuna sopravvisse. Forse nemmeno con la carota cel'avrebbero fatta, ma questa è un'altra storia...Sbattiamoci, perdiamo pure del tempo in qualcosa che sembra troppo"pesante"... oppure continuiamo a prendere carote nel culo...Arturo Mugnaidal blog

http: //isolarturo.blogspot.it/

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La ribalta più utile a 19 anni dalla strage deiGeorgofili

Nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 il perverso intreccio tra politica emafia uccide cinque persone con una bomba nei pressi della storica Torre deiPulci, tra gli Uffizi e l’Arno. Sono Caterina Nencioni (50 giorni di vita),Nadia Nencioni (9 anni), Dario Capolicchio (22 anni), Angela Fiume (36anni), Fabrizio Nencioni (39 anni); altre 48 persone rimangono ferite.I l 23 maggio 201 2 essendo in città per impegni famil iari (nipotini) e avendo

letto della Cerimonia ai Gergofi l i al le 11 .30 per commemorare in un luogo

purtroppo storico e simbolico delle stragi che non hanno ancora visibi l i tà sui

mandanti (oppure si sanno ma non si possono pronunciare pena una pesante

querela mil ionaria…), abbiamo deciso Graziel la ed io di andare a dare un

contributo di sol idarietà.

In Via Por Santa Maria al le 11 ,1 5 troviamo un bell issimo corteo con figuranti

del trecento fiorentino, con tamburini e chiarine e stendardi dei quartieri .

n testa, dietro i l gonfalone di Firenze, un Sindaco giovane con fascia tricolore,

che manifesta in modo plateale la sua soddisfazione per essere lì a capo di

quel corteo, con sorrisi e gesti del la mano a destra e a manca e con la voce a

chi per conoscenza o adulazione gli indirizza un saluto.

Bello, aitante, colpito dai flash delle centinaia e centinaia di fotografie scattate

dai turisti gratificati in modo inaspettato da cotanto spettacolo. I costumi sono

bell issimi, l ’ incedere dei rappresentanti del la borghesia di al lora è maestoso,

le dame, con i loro cesti colmi di petal i di rose, paiono veramente uscite dal

passato con le loro sembianze che denunciano una discendenza diretta dalle

loro tristrisavole.

I l corteo supera l ’angolo che porta al la Torre delle Pulci e muove verso il

Ponte Vecchio. Stupiti , chiediamo lumi a una vigi lessa. Risposta: sono già

stati ai Gergofi l i (ma come sono sempre informati a puntino questi vigi l i vigi l i).

Seguiamo quindi i l corteo sino al Ponte Vecchio e qui scopriamo l’arcano

mistero: si tratta in verità di un’altra cerimonia. I l 23 maggio, data fissa, ricorre

la tradizionale cerimonia della Fiorita, a ricordo della morte di Girolamo

Savonarola, con corteo storico in Piazza della Signoria e scenografico lancio

di fiori nel l ’Arno. I turisti si affol lano sul Ponte Vecchio, scattano foto al

Sindaco, sorridente, affabile con le fanciul le del corteo e sempre più convinto

nella sua fiera convinzione di vivere un momento di piena visibi l i tà mediatica,

nazionale e internazionale.

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Dispiaciuti per aver mancato la cerimonia al la quale volevamo portare il

nostro piccolo contributo, ci avviamo ugualmente verso il monumento con

l’ul ivo centenario che celebra la fol l ia del 27 maggio 1 994. E qui sorpresa: la

cerimonia deve ancora avere inizio. Vi sono una trentina di persone. I l

Presidente del Consigl io comunale, Eugenio Giani con a fianco rappresentanti

dei Comuni del l ’Area fiorentina e molti Consigl ieri comunali di Firenze, tiene

un breve discorso commemorativo della strage del 23 maggio 1 992 a Capaci

con l’uccisione del Giudice Falcone, di sua moglie Francesca Morvil lo e di tre

uomini del la scorta. Poi raccorda tale strage all ’attenato del 27 maggio 1 994

con il Fiorino parcheggiato a pochi metri dal la Torre delle Pulci che, grazie al le

fondamenta in pietra del trecento, crol la in parte ma non collassa. Ricorda con

commozione l’emozione e le immagini di quel la notte quando, accorso sul

posto, scoprì prezzo pagato dalla famigl ia Nencioni, abitanti al l ’ultimo piano,

con 4 morti e i loro corpi raccolti in terra, compresa la neonata Nadia di 50

giorni, e la quinta vittima, i l giovane studente Capolicchio.

Rammenta la persistente grave carenza di verità sui mandanti sia del la strage

a Capaci sia di quel la dei Georgofi l i .

A ognuno di voi pensare quale fosse la cerimonia più importante ma molto

molto meno visibi le al la quale era doveroso essere presente in qualità di

rappresentante eletto dai cittadini di Firenze.

di Fernando Romussi

da

http: //altracitta.org/

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3Gandhi o lotta armata31 marzo 2011

In questi giorni a Ramallah stanno nascendo vari gruppi giovanil i . Così ho

chiesto a due attivisti , figl i di un mio amico, di spiegarmi la situazione. Li ho

raggiunti nel loro appartamento, dove vivono insieme a E. Grazie a loro ho

potuto sti lare una mappa dei nuovi gruppi, che puntano a costruire una nuova

rappresentanza per i l popolo palestinese.

Tempo fa hanno incontrato un attivista statunitense, che auspicava l’avvento

di un Gandhi palestinese. “E se noi palestinesi non volessimo un Gandhi? E

se volessimo la lotta armata?”, aveva ribattuto E. Nella mia intervista sono

partita da qui: “Forse avete diritto al la lotta armata, ma vi rendete conto del

male che ha fatto al la causa palestinese negli ultimi dieci anni?”. “Non puoi

accusarci di fornire pretesti al l ’occupazione. Israele è uno stato imperial ista

che non ha bisogno di pretesti per prendersi la nostra terra. E comunque lotta

armata non significa attentati negl i autobus”, ha risposto E.

“Perché non partecipate al le proteste che si svolgono ogni venerdì contro i l

muro di separazione e gli abusi del l ’esercito israeliano?”, ho chiesto. “Perché

sono strumental izzate da Al Fatah”, ha risposto E. “Perché il venerdì mi

sveglio tardi”, ha detto S. , i l più giovane dei due fratel l i . “Ma queste

manifestazioni preoccupano l’esercito più del la lotta armata”, ho detto.

“Questo lo dici tu”, ha risposto E. Prima che andassi via, E. ha promesso che

la prossima volta mi inviteranno a pranzo: “Siamo ottimi cuochi”.

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Un passo irrevocabile30 novembre 201 2

Se non ci saranno sorprese dell ’ultimo minuto, i l nuovo numero di

Internazionale andrà in edicola quando l’assemblea generale delle Nazioni

Unite avrà già concesso alla Palestina lo status di stato non membro. I pochi

paesi che avranno votato contro, spiegano i palestinesi, si ritroveranno “dal la

parte sbagliata della storia, del la moralità e della giustizia”.

Nel corso dell ’ultima settimana ho osservato giovani palestinesi del l ’Olp, di Al

Fatah e dell ’Autorità Nazionale Palestinese impegnati in un ultimo tentativo di

assicurarsi i l voto di numerosi paesi (anche europei), o quanto meno la loro

astensione. Tre settimane fa i paesi europei favorevoli erano appena tre, ma

poi gl i inviati palestinesi hanno fatto i l giro delle capital i europee, invitando i

loro rappresentanti a partecipare a una svolta storica. Se voteranno contro,

hanno spiegato, manderanno ai palestinesi i l messaggio che solo la lotta

armata produce risultati concreti . C’è grande eccitazione, perché diventare

stato non membro dell ’Onu apre nuove possibi l ità di azioni internazionali .

Resta da capire se l’Anp e l’Olp saranno in grado di mantenere le promesse e

riusciranno a essere creativi.

Alcuni giovani funzionari sono originari di Gaza, dove vivono ancora le loro

famigl ie e i loro amici. Ho provato a immaginare queste persone.

Probabilmente la settimana scorsa avranno festeggiato quella che è stata

generalmente salutata come una vittoria politica (e mil itare) su Israele. Negli

ultimi giorni la sensazione diffusa – sia tra gl i abitanti di Gaza sia tra quell i

del la Cisgiordania – era che la lotta armata si fosse dimostrata ancora una

volta la scelta giusta. Chi lavora all ’ iniziativa palestinese all ’Onu teme questo

rafforzamento del sostegno alla lotta armata.

A questo punto, dopo che l’Anp e l’Olp sono riusciti a conquistare l ’appoggio

di un’impressionante maggioranza di stati , è arrivato i l momento di convincere

il popolo palestinese che la diplomazia e la lotta armata non sono due facce

della stessa medaglia. “I risultati del la lotta armata sono reversibi l i”, ha

spiegato uno degli inviati palestiesi, “Invece un sì al l ’Onu è un passo avanti

irrevocabile”.

Articol i di Amira Hass (giornal ista israeliana che vive a Ramallah, in

Cisgiordania, scrive per i l quotidiano Ha’aretz e ha una rubrica su

Internazionale) tratti da: http: //www.internazionale.it/

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5Nutrite l’anima, perché la fame la trasforma inuna belva che divora cose che non tollera e da cuiresta avvelenata.

C. G. Jung, Il Libro Rosso

ScrivendoScrivendo, volevoSalvarmi l’anima.Tentai di fare versiNon funziono'.Tentai di raccontare storieNon funziono'.Non si puo' scriverePer salvarsi l’anima.Lei, data per persa, passa avanti e canta

di Marie Luise Kaschnitz

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62 APRILE 2012ATTESA IN OSPEDALEche vada bene Pinocchioun'altra bugia può funzionareper prender tempo e per volarecalma fatina malignanon è il tuo momento.

30 APRILE 2012Dio, il silenzioquesto maledettofrastuonoè il suono del mio doloree della mia solitudineDio, perchéDioche tu sia maledettoper l'inferno cui ci hailasciati

23 NOVEMBRE 2012esaspera la mentetace nella nottenel quieto sonnos infrange al mattinoe come una frustatati lascia esangue poesie e disegni

di Simona Falsini

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7Tacheles

Ei fu?

Sì tanto immobile

dato il mortal suo stile

steso da banca ignobile

ghiotta di soldo stitico.

Però My people defend themself and their land

is not for sale at any price

e in ogni caso

non hai l’aria di un portafogli abbastanza

gonfio per aggiudicartelo; se lo filano in di più

degli stivali di Tom Waits, il rasoio di Johnny Cash

la sorella di Johnny Depp

il tatuaggio di Belen Rodriguez

ringrazia –

che ti evito figure da principiante.

Intanto:

ai bistrot di Oranienburger Straße

cosa vuoi che gliene freghi, se chi mitizza le rivoluzioni vuole solo vederle

morire

scoperto il pareggio come porto

di ogni vittoria.

Ci si scorticano i piedi. Transumando una Berlino

disinfettata al Napisan dei governi amici

affettata mano mano

come carne sullo spiedo di un Kebab,

tossendo ad ogni trancio

fuochi di rivolta.

Dove l’arte finalmente ha detto <<basta ya!>>

agli inestetismi della cellulite

l’oggi

è più importante di ogni ieri

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8con la partecipazione di

UE – BCE – FMI

e tanto di ringraziamenti fatti proprio là.

Lungo i piani: bucce d’artista

rimpastate in canditi

giusto in tempo

per il sacco finale, souvenir di indignazioni d’autore;

reliquie

ogni contro in sé per sé

trova sempre il proprio stalinismo.

Edoardo Olmi

dal blog

http: //cornadipavone.wordpress.com/

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Sconvolgente destro in faccia al designLa logica di avere grossi occhialicome mio nonnoche nella canicola d'Egittoaddestrava camaleontia catturar zanzareper la sua salvezzaper vincere la noia,la fame, la pauradel concentramento.

La logica di avere grossi occhialicome un'inettoche per stare nel temponon si inventa nullae ripesca nel passatoper sembrare diverso.Ha paura di zanzare e camaleontiperchè non abbastanza umani,e non sa come concentrarsi.Nel mezzo è successo qualcosa di aberrante... io lo chiamoprogresso.

Gailledal blog

http: //variabilecostante.blogspot. it/

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10Conosci la differenza

Conosci la differenzatra stringere e teneretra contrastare e darela via, libera accompagnandola forza a quello svincoloche porta in una direzionesempre solo in partecomune alla tua !?“Amore” è il nome ambiguodel diletto che fatica per evitarequesto apprendimentoe realizzarlo.“Aikido”è un nome più preciso.Se invece il messaggiomanipolando si fa amoche credendo di amarenon ama ma trattieneincontri una risposta:“Siamo spiacentihai effettuato troppitentativi non corretti.Grazie, arrivederci.”

tratto da qbdiSandro Candreva

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11Il chiasma transgenerazionale. di Luciano CellaLiberamente tratto da: Losso, R. (2000), Psicoanalisi della famiglia, Franco Angeli,Milano.

L'apparato psichico si potrebbe considerare come interiorizzazione del gruppofamiliare attuale e passato, modificato da desideri e fantasie dell'individuo?Il soggetto umano è essenzialmente un essere culturale, non è concepibile nélo si può astrarre dalla cultura. Pertanto è anche inconcepibile il soggettoumano isolato, al di fuori dei legami che lo costituiscono. In questo l'individuonon è soltanto un essere relazionale ma anche un essere prodotto dallacultura. E la famiglia funziona come una struttura intermedia tra la società el'individuo: l'ambiente che media tra cultura e soggetto.Perciò il processo che genera il soggetto umano inizia dal momento in cui eglicomincia ad occupare un posto nello spazio mentale dei futuri genitori, i qualivanno creando immagini consce ed anche inconsce nella loro fantasia, relativealle loro aspettative nei confronti del futuro figlio, aspettative influenzate aloro volta, in misura maggiore o minore, da quelle delle loro rispettivefamiglie d'origine.Secondo Freud (1933) il mondo interno del soggetto (Es definito come mondointerno ed esterno del soggetto) ha una dimensione trans­soggettiva.Tale inclusione avviene attraverso le identificazioni e attraverso il Super­Io,come rappresentante del Super­Io dei genitori, vale a dire un Super­Io trans­generazionale.Così i mandati, le deleghe trans­generazionali si trasmettono attraverso ilSuper­Io che persiste nel passaggio delle generazioni.Questa parte del Super­Io che costituisce l'ideale dell'Io è una formazionecomune allo psichismo individuale e all'insieme sociale infatti rappresental'ideale dell'Io familiare ed entra a far parte della mitologia familiare.I miti per Abadi sono “creazioni anonime , collettive, popolari, infinitamentecambiate e deformate, impoverite o arricchite nel tempo nella loroelaborazione, tempo scandito dal susseguirsi delle generazioni. Il mitoesprime qualcosa di più di ciò che esprime in modo manifesto la favola”.Il mito non è traduzione: per il suo creatore (il poeta) è la verità, e non uninterpretazione.La struttura mitica, per Abadi, è a­storica.

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12E' una struttura che inconsciamente ci cattura, s'impone, che vive in noi edordina le nostre vite.Spesso i fatti accadono perché determinati dalla ri­significazione mitica chepossono assumere dopo. “Il passato è costruito ad immagine e somiglianza diqualcosa di presente: la struttura mitica. Il passato copia il presente...La realtàultima, che il processo psicoanalitico cerca, è il mito...dietro ognicomportamento umano c'è un mito”.Potremmo dire che il mito è il risultato di un'elaborazione secondaria diricordi di copertura di situazioni traumatiche che sono state rimosse, negate odissociate. In particolare è un tentativo di negare – e allo stesso tempo disvelare – i lutti non elaborati, che provengono a volte da generazioni lontane.Questa elaborazione darà anche un diverso carattere al mito a seconda diquale di questi meccanismi predomini.Nei miti più rigidi predominano gli aspetti negativi delle alleanza inconsce esoprattutto le difese più “drastiche” rispetto la semplice rimozione.Dalle costruzioni mitiche sorgono le regole e i mandati transgenerazionali chedeterminano i ruoli, le missioni e le deleghe per ogni membro della famiglia.Missioni e deleghe che possono funzionare come strutturanti della psichedegli individui e dell'identità familiare, come messaggi simbolici provenientidalle origini, oppure possono essere deleghe abusive, alienanti e paralizzanti.Inoltre le rappresentazioni immaginarie dei legami transgenerazionali siinstalleranno, sotto forma di particolari scene, come aspetti del Super Io –Ideale dell'Io. Quando sono “benigne” contribuiscono in modo moltoimportante allo sviluppo degli ideali familiari. Invece quelle che si“impongono” come mandati, determinano di più l'imposizione di un Io idealefamiliare ovvero un ideale narcisistico, come espressione del narcisismofamiliare.Sempre Freud (1920) dice che nella tendenza alla ripetizione di modellifamiliari arcaici, i modelli identificatori si trivializzano: non c''è posto per ilnuovo e per la creazione personale.Nella patologia l'ideale si trivializza, si oggettivizza quando coincide con unoggetto concreto: il soggetto deve ripercorrere una strada già percorsa da altri(tracciata) e non può crearsi un suo proprio percorso.Mentre il mito "nutriente" è strutturante e si riferisce al messaggio simbolicodelle origini.

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­ DNA Vox Populi ­Quello che hai letto o semplicemente sfogliato e ora hai fra le mani(o sullo schermo se stai leggendo online) è il giornale, anzi no,meglio l'APERIODICO degli studenti di Psicologia di Firenze!Più precisamente è un contenitore cartaceo e virtuale aperto atutto e a tutti per condividere conoscenze, impressioni e opinionioltre a racconti, poesie, disegni, esperienze personali ecc..Scrivi, componi, crea, distruggi, disegna e se lo desideri invia tuttoall'indirzzo mail:

psico­[email protected] nota di carattere tecnico...Il numero di caratteri (times new roman 12 ­ senza interlineacompresi di spazi) per una pagina è di circa 3200, senza contaretitolo e sottotitolo, in questo caso i caratteri diventano circa 2700.Sono ben graditi anche disegni e/o vignette e/o fumetti in formatojpeg, sia in bianco e nero che a colori.A presto!

Altri contatti:email [email protected] http://psipervendetta.blogspot.it/facebook Collettivo LaboratorioQuindici

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