VITA DIOCESANA I doni dello spirito - Diocesi di Como ottobre_Layout 1.pdf · 2 • 13 ottobre 2013...

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N. 36 • 13 ottobre 2013 • 1,00 Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Chicco Ambrosino Michele Borriello Rosanna Borzillo Valeria Chianese Antonio Colasanto Raffaella Costanzo Antonietta De Candia Margherita De Rosa Gemma Iardino Antonio Mattone Lorenzo Montecalvo Pier Paolo Petino Pasquale Puca Elena Scarici Giovanni Strino Benedetto Tuzia 1000 Ave Maria, nella Notte Bianca, alla Pigna 2 La festa della fraternità a Capodichino 6 Settembre Eucaristico di Madre Letizia Zagari 7 Madre Speranza diventa beata 10 Al Fatebenefratelli si inugura la Banca del Latte 11 La supplica alla Madonna del Rosario 14 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Le schede di evangelizzazione per i Centri del Vangelo 8 e 9 SPECIALE A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Il presidente Caldoro alla Conferenza Episcopale Campana 11 CITTÀ A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Un mestiere per i ragazzi dei quartieri 12 CITTÀ A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Il Cardinale Sepe al 39° Congresso Nazionale di “Africa Mission” 5 VITA DIOCESANA I doni dello spirito: forza, amore e saggezza Gli interventi Crescenzio Card. Sepe «Cantiamo al Signore, accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia». Così abbiamo cantato nel salmo responsoriale, che esprime be- ne il rendimento di grazie e la gioia della nostra Chiesa napoletana la quale, tra po- co, accoglierà nel suo grembo materno questi diciotto giovani che hanno chiesto di diventare diaconi e che sono stati giudicati degni di ricevere il sacramento dell’Ordine, nel suo primo grado. a pagina 3

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N. 36 • 13 ottobre 2013 • € 1,00

Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Chicco Ambrosino • Michele Borriello Rosanna Borzillo • Valeria Chianese

Antonio Colasanto • Raffaella CostanzoAntonietta De Candia • Margherita De Rosa

Gemma Iardino • Antonio Mattone Lorenzo Montecalvo • Pier Paolo Petino

Pasquale Puca • Elena Scarici Giovanni Strino • Benedetto Tuzia

1000 Ave Maria, nella Notte Bianca, alla Pigna 2

La festa della fraternità a Capodichino 6

Settembre Eucaristico di Madre Letizia Zagari 7

Madre Speranza diventa beata 10

Al Fatebenefratelli si inugura la Banca del Latte 11

La supplica alla Madonna del Rosario 14

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Le schede di evangelizzazioneper

i Centri del Vangelo

8 e 9

SPECIALE

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Il presidente Caldoroalla Conferenza

Episcopale Campana

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CITTÀ

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per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Un mestiereper i ragazzidei quartieri

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CITTÀ

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

10

Il Cardinale Sepeal 39° Congresso Nazionale

di “Africa Mission”

5

VITA DIOCESANA

I doni dello spirito:forza, amore e saggezza

Gli interventi

Crescenzio Card. Sepe

«Cantiamo al Signore, accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamocon canti di gioia». Così abbiamo cantato nel salmo responsoriale, che esprime be-ne il rendimento di grazie e la gioia della nostra Chiesa napoletana la quale, tra po-co, accoglierà nel suo grembo materno questi diciotto giovani che hanno chiestodi diventare diaconi e che sono stati giudicati degni di ricevere il sacramentodell’Ordine, nel suo primo grado.

a pagina 3

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 13 ottobre 2013

Assemblea plenaria dei presidenti

Unioni Cattoliche OperaieSabato 26 ottobre, alle ore

18, nella sede del Centro

Diocesano delle Unioni

Cattoliche Operaie, in piazza

Cavour 124 (chiesa del

Rosariello) si terrà

l’assemblea plenaria dei

presidenti, per l’inizio

ufficiale dell’Anno Pastorale.

Il motivo di tale

convocazione è triplice:

pregare insieme, conoscersi, e

insieme studiare e

programmare le iniziative

che contraddistinguono la

presenza e l’azione delle

associazioni cattoliche

all’interno del tessuto

parrocchiale, decanale e

diocesano.

L’assemblea sarà aperta con

la preghiera comune e

l’intervento dell’Assistente

Diocesano, Mons. Domenico

Felleca, che illustrerà la

Lettera Pastorale del

Cardinale Arcivescovo

“Canta e cammina”.

Il presidente diocesano

Pasquale Oliviero illustrerà

poi il programma diocesano

che sarà sottoposto alla

discussione e

all’approvazione dei

presidenti. Inoltre sarà

presentato il Documento dei

Vescovi della Campania

“Evangelizzare la pietà

popolare”.

Tale assemblea scaturisce dal

nuovo Statuto diocesano

delle Unioni Cattoliche

Operaie promulgato dal

Cardinale Arcivescovo

Crescenzio Sepe.

I Presidenti sono chiamati ad

essere corresponsabili di

questo progetto di presenza e

di testimonianza cristiana

che, attraverso la

partecipazione alla vita

liturgica delle parrocchie e a

tutte le forme di pietà

popolare, e alle iniziative

caritative, facciano diventare

le associazioni dei veri e

propri luoghi di aggregazione

dei fedeli laici che desiderano

essere protagonisti dell’azione

evangelizzatrice della Chiesa.

Alla Comunità diocesana di Napoli

Saluto a S. E. Mons. Antonio Di DonnaCarissimi, come annunciato da Sua Eminenza il Cardinale

Crescenzio Sepe, il 18 settembre il Santo Padre ha nominatoSua Ecc.za Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra.

Il Cardinale Arcivescovo invita tutti, in particolare iSacerdoti, i Membri degli Istituti di Vita Consacrata e iDiaconi a partecipare nella Chiesa Cattedrale

Domenica 3 novembre, alle ore 18.30alla Solenne celebrazione eucaristica, nella quale salutere-

mo Mons. Di Donna e ringrazieremo il Signore per i beneficiche ci ha donato attraverso il ministero, da lui svolto nella no-stra Chiesa diocesana, come Vicario Generale e VescovoAusiliare per sei anni.

L’invito è esteso anche a tutte le Comunità parrocchiali, al-le Associazioni, ai Gruppi ed i Movimenti ecclesiali.

Nell’attesa di incontrarci, accogliete il mio cordiale saluto.@ Lucio LemmoVescovo Ausiliare

A Mugnano l’incontrodell’Ordo Virginum

Un particolarevincolo

con la Chiesa Lo scorso 5 ottobre, quattro Consacrate

dell’Ordo Virginum della Diocesi di Napolihanno ricordato il primo anniversario dellaloro consacrazione, con una Santa Messa nel-la parrocchia dei Santi Alfonso e Luigi aMugnano, comunità cui appartiene una delleconsacrate, Anna Piccirillo.

Il parroco, don Luigi Terracciano ha coin-volto fraternamente i parroci delle altre treconsacrate: Tina Conte, Pina Scarcella eDiana Visone, insieme al DelegatoArcivescovile ed il suo vice, padre AttilioCarrella osm.

Alla Celebrazione eucaristica hanno par-tecipato anche il gruppo delle setteConsacrate del 16 aprile 2005 e i gruppi delleAspiranti che stanno percorrendo il camminodi discernimento e di formazione, in vista del-la loro consacrazione.

L’Ordo Virginum è una delle espressionidella vita consacrata femminile presente nel-la Chiesa, i cui membri vivono in famiglia,senza particolari segni esteriori e svolgendole più diverse attività professionali e sociali.Le Diocesi italiane in cui essa è presente sono113. Nella Diocesi di Napoli, l’Ordo Virginumha, attualmente 11 Consacrate e 11 Aspiranti.

«È motivo di gioia e di speranza – sottoli-neava Papa Giovanni Paolo II – vedere che tor-na oggi a fiorire l’antico Ordine delle Vergini, te-stimoniato nelle comunità cristiane fin daitempi apostolici. Consacrate dal Vescovo dio-cesano, esse acquisiscono un particolare vin-colo con la Chiesa, al cui servizio si dedicanopur restando nel mondo. Da sole o associate,esse costituiscono una speciale immagineescatologica della Sposa celeste e della vita fu-tura, quando finalmente la Chiesa vivrà in pie-nezza l’amore per Cristo Sposo».

Recentemente anche il Consiglio episco-pale permanente della ConferenzaEpiscopale Italiana, nella recente sessioneautunnale svoltasi a Roma dal 23 al 25 set-tembre 2013, ha avuto modo di occuparsidell’Ordo Virginum. Infatti, dal comunicatoemesso alla conclusoine dei lavori si appren-de che il Consiglio ha approvato due richiestedi Note pastorali, affidate a due Commissioniepiscopali.

La prima riguarda l’Ordo Virginum ed è af-fidata alla Commissione per il Clero e la Vitaconsacrata. La seconda si riferisce alla scuo-la paritaria e, più in particolare, alle buonepratiche educative della scuola cattolica ed èstata affidata alla Commissione episcopaleper l’educazione cattolica.

Pasquale Puca sj

All’Addolorata alla Pigna al Vomero

La “Notte Bianca” dedicata a MariaSabato 12 ottobre in occasione della Notte Bianca del Vomero, la parrocchia

dell’Addolorata alla Pigna al Vomero sarà aperta dalle 20 alle 3 per una VegliaMariana, anche in occasione della Giornata Mariana per l’Anno della Fede proclama-ta da Papa Francesco per domenica 13. Per l’occasione sarà esposto il SantissimoSacramento e svolgeremo la pratica delle 1000 Ave Maria, cioè verranno recitati inin-terrottamente 20 Rosari. Affideremo a Maria le intenzioni di preghiera del Papa, pre-gheremo per la pace e perché, in questo speciale Anno Mariano, arrivi in tutte le fa-miglie e ai giovani la Parola di Vita del Signore.

Domenica 13 ottobre solennizeremo la Giornata Mariana con la celebrazione del-le 11,30.

Da lunedì 14 a venerdì 18 ottobre in parrocchia dalle 19 alle 21 si svolgerà laSettimana Biblica tenuta da Luigi Santopaolo, docente della Facoltà Teologica diNapoli, sul tema “Dall’elezione alla vocazione: la comunità credente nell’Antico e nelNuovo Testamento”.

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 13 ottobre 2013 • 3

«Chi vuol essere

ministro di Cristo

deve vivere come

un servo-schiavo

inutile e svolgere il

ministero sapendo

che non ha nulla

da rivendicare né

davanti a Dio né

davanti ai fratelli.

Il suo lavoro non

deriva da lui ma

dalla grazia che gli

è stata data. Il suo

ministero porta

frutto in forza di

una parola

gratuita che egli è

chiamato a

portare, che ha

ricevuto e di cui

non è padrone, ma

solo servitore»

Care Eccellenze, Sacerdoti, Religiosi, fede-li laici Cari Ordinandi «Cantiamo al Signore,accostiamoci a lui per rendergli grazie, a luiacclamiamo con canti di gioia». Così abbiamocantato nel salmo responsoriale, che esprimebene il rendimento di grazie e la gioia della no-stra Chiesa napoletana la quale, tra poco, ac-coglierà nel suo grembo materno questi di-ciotto giovani che hanno chiesto di diventarediaconi e che sono stati giudicati degni di rice-vere il sacramento dell’Ordine, nel suo primogrado.

La Parola di Dio, che abbiamo ascoltato, ciillumina sul fondamento della scelta radicalefatta da questi nostri giovani: la fede. La chia-mata gratuita al ministero diaconale, non ba-sata su alcun merito personale, richiede unarisposta libera e definitiva di piena e totale do-nazione a Cristo, alla Chiesa, a tutti gli uomi-ni e donne tra i quali si svolgerà l’apostolato.

Ma qual è la “forma” con la quale un disce-polo, un apostolo, un diacono svolge la sua“missione”? Ce lo insegna Gesù nel branoevangelico che abbiamo ascoltato: «Quandoavrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato,dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quantodovevamo fare».

Pertanto, chi vuol essere ministro (diaco-nos) di Cristo deve vivere come un servo-schiavo inutile e svolgere il ministero sapendoche non ha nulla da rivendicare né davanti aDio né davanti ai fratelli. Il suo lavoro non de-riva da lui ma dalla grazia che gli è stata data.Il suo ministero porta frutto in forza di una pa-rola gratuita che egli è chiamato a portare, cheha ricevuto e di cui non è padrone, ma solo ser-vitore; l’esito del suo ministero non è garanti-to dalle sue strategie pastorali o comunicative,ma dall’azione gratuita dello Spirito che agi-sce liberamente nel cuore degli uomini. Paolo

ha compreso bene questo insegnamento e loha applicato al suo ministero. Così, scrivendoai cristiani di Corinto, afferma: «Cosa è maiApollo? Cosa è Paolo?. Io ho piantato, Apollo hairrigato, ma è Dio che ha fatto crescere».

Chi, pertanto, è inviato ai fratelli come mi-nistro, non è mandato a spadroneggiare, a far-si signore del gregge a Lui affidato, ma a ser-virlo, a farsi modello di Cristo (cfr. I Lettera diS. Pietro). È questo il senso della parola diGesù: chi riceve un mandato – diacono, pre-sbitero o vescovo – o è servo veramente o nonè apostolo. La dimensione del servizio è partedella sua identità. Egli appartiene al suoSignore e non può che essere semplicementesuo servo.

Questa, cari Ordinandi, presuppone unrapporto di altissima “fiducia” in Gesù, cioèuna fede autentica, profonda, che vada al di làdi ogni dubbio o incertezza. È quando comin-cia a mancare o a indebolirsi questa fede, cheanche l’apostolato diventa insignificante odannoso. La consacrazione, che tra poco rice-verete, è un dono dello Spirito che, come scri-ve Paolo al suo discepolo prediletto Timoteo,non è uno «Spirito di timidezza ma di forza, diamore e di saggezza» (1, 7). È lo Spirito che è al-la radice di quella forza, amore e saggezza cherendono possibile la testimonianza, anche neimomenti di difficoltà o di scoraggiamento.

Signore, aumenta la nostra fede! È l’invo-cazione che sale a Dio dal cuore di tutti noiperché il Signore mandi su questi nostri ordi-nandi diaconi il suo Spirito che li rafforzi nel-la fede, sostenga la loro speranza e alimenti laloro carità in modo da custodire il dono loroaffidato e trasmettere la verità del Vangelo atutti gli uomini.

Proprio questo richiamo forte e costante algrande valore della carità e della speranza ci

spinge, oggi più che mai, a ricordare i tanti,cari fratelli che, in questi giorni, hanno perdu-to la vita nelle acque del Mediterraneo, vittimedi una gravissima tragedia del mare che ha re-so cupo e luttuoso il loro viaggio verso la li-bertà, verso il lavoro, verso la vita, spegnendosogni e sacrifici.

Nella assurda e vergognosa indifferenzadell’Europa, morti si aggiungono a morti,tragedie a tragedie, colpe a colpe di quanti, adisprezzo di ogni forma di solidarietà umanae della dignità come dei diritti di ogni perso-na di questa terra, si tengono ben lontani dal-lo sporcarsi le loro mani, che sono macchia-te viceversa dal sangue di quelle tante vittimeinnocenti del destino e dell’egoismo dell’uo-mo.

In questo sacrificio eucaristico vogliamopregare per questi tanti fratelli che hanno im-boccato una via senza ritorno, per le loro fami-glie che restano ancora di più in una povertàche non è solo economica ma è anche affetti-va. Vogliamo pregare per i tantissimi volonta-ri e per gli addetti ai servizi di accoglienza checon tanto altruismo e spesso anche con eroi-smo hanno cercato e sempre cercano di salva-re vite umane.

Anche questo, cari Ordinandi, fa parte diquello statuto del servizio che oggi la Chiesa viconsegna. Conservatelo per tutta la vita, impe-gnandovi ad attuarlo confidando solo nellapotenza misericordiosa di Dio: solo Cristo è ilmotore della nostra vita e della nostra storia;il centro e il fine del nostro servizio apostolico.Quando avremo portato a termine il compitoassegnatoci, continueremo a ripetere: siamoservi inutili.

Il Signore benedica i vostri propositi e ‘AMaronna v’accumpagna!.

*Arcivescovo Metropolita di Napoli

I nomi e le esperienzeDiciotto giovani accoliti della Diocesi di Napoli lo scorso 6 otto-

bre, sono stati ordinati diaconi dal Cardinale Crescenzio Sepe, nel-la Basilica di Santa Chiara.

Diciotto giovani di varie località, della provincia di Napoli, han-no scelto la strada del sacerdozio.

Questi i loro nomi: Danilo Araimo, Damiano Barretta, GennaroBusiello, Gennaro Coppola, Luigi Coppola, Carlo De Rosa, AntonioDi Guida, Giacomo Equestre, Raffaele Ferrara, Salvatore PaoloFlagiello, Giovanni Golino, Roberto Granatina, Michele Guasco,Emanuele Lanza, Donato Liguori, Pasquale Muto, GiuseppeNurcato, Salvatore Tosich.

Da anni avevano lasciato le loro famiglie ed erano andati alSeminario Maggiore di Capodimonte per il corso di studi e di for-mazione, prima di frequentare la Facoltà Teologica, sempre aCapodimonte.

Hanno fatto, poi, esperienza di comunità presso la parrocchia diappartenenza, hanno ricevuto gli ordini detti minori, ed ora sonodiventati diaconi, che costituisce l’ultima importante tappa primadi approdare al sacerdozio che, essendo un Ordine sacro, rientranei sette sacramenti.

L’ordinazione diaconale è avvenuta per l’imposizione delle ma-ni e la preghiera di ordinazione del Cardinale Crescenzio Sepe, cheha presieduto la Concelebrazione Eucaristica.

Lo scorso 6 ottobre, nella Basilica di Santa Chiara, il Cardinale Sepe, per l’imposizione delle mani e il dono della preghiera ha ordinato diciotto Diaconi transeunti

«I doni dello Spirito: forza, amore e saggezza»

@ Crescenzio Card. Sepe*

Le foto in prima e in questa pagina sono di

Maurizio Di Cesare

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione4 • 13 ottobre 2013

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghie-ra dei malati con SanGiuseppe Moscati. Il prossi-mo appuntamento è per mer-coledì 16 ottobre, a partiredalle ore 16. Alle ore 17, cele-brazione della Santa Messa, ipadri sono disponibili ad ac-cogliere i fedeli che desidera-no ricevere il Sacramentodella Penitenza.

Associazione “Figli in Cielo”

Le famiglie dellaArcidiocesi di Napoli aderen-ti all’associazione “Figli inCielo” si incontrano ogni ter-zo venerdì del mese per lacondivisione e l’elaborazionedel lutto, nella chiesa di SantaMaria della Vittoria, in piazzadella Vittoria a partire dalleore 17.00. Prossimo appunta-mento, venerdì 18 ottobre. Lacatechesi e la celebrazioneeucaristica saranno presie-dute da mons. EnricoFerrara, guida spirituale delgruppo napoletano.

Ufficio FamigliaVenerdì 25 ottobre, ore

17.30, nell’AuditoriumArcivescovile della Curia diNapoli, in largo Donnaregina22, secondo incontro di ag-giornamento sulle tematichedella Pastorale familiare.Tema: “Famiglia e bene co-mune. Rilettura della LetteraPastorale dell’Arcivescovo al-la luce della SettimanaSociale della Famiglia”.

Per ulteriori informazioniscrivere a: [email protected]

Comunità del Magnificat

Per la “FamigliaMagnificat”, è previsto un ri-tiro, dal pomeriggio di gio-vedì 28 novembre al mattinodi lunedì 2 dicembre: “Fede èstare con il Signore per viverecon Lui” (Porta Fidei, 10).

È necessario portare consé la Liturgia delle Ore e ilMessalino Festivo. Comequota di partecipazione èprevisto un contributo perso-nale alla condivisione di vita.

Per informazioni e preno-tazioni è possibile rivolgersidirettamente alla “Comunitàdel Magnificat” – 40048Castel dell’Alpi (Bologna):328.27.33.925.

E-mail: [email protected]

APPUNTAMENTIUno dei Panel dell’Incontro internazionale per laPace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio

si è tenuto nel carcere romano di Rebibbia

La fede tra i detenutidi Antonio Mattone

Non si puòavere pace

senza dialogo

«Non si può avere pace senza dialogo».Questa la sintesi del messaggio che papaFrancesco ha rivolto ai leader religiosi chehanno partecipato al meeting interreligio-so di Preghiera per la pace, organizzato aRoma dal 29 settembre al 1 ottobre dallaComunità di Sant’Egidio, ricevendoli inVaticano. Il titolo dell’incontro tra uominidi religioni e pensatori laici, giunto alla27esima edizione, si intitolava “Il coraggiodella speranza”. Trentadue panel che han-no visto cardinali, patriarchi, rabbini,esponenti del mondo musulmano e dellereligioni asiatiche, ma anche politici, eco-nomisti, giornalisti e intellettuali confron-tarsi su altrettanti temi di stringente attua-lità.

La tre giorni è stata aperta da una solen-ne celebrazione liturgica, presieduta dalcardinale Vallini in una gremita Basilica diSan Paolo fuori le Mura, a cui hanno assi-stito anche rappresentanti di chiese orto-dosse e protestanti.

Alla cerimonia inaugurale, tra gli altrisono intervenuti il fondatore dellaComunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi,il presidente della Repubblica di CapoVerde Jorge Carlos Fonseca, e il presidentedel Consiglio dei Ministri Enrico Letta, chein un momento molto delicato della vitapolitica del Paese non ha voluto mancare aquesto appuntamento, e ha concluso il suoapplaudito intervento dicendo: “se vi scap-perà qualche preghiera per l’Italia in questitre giorni, sicuramente sarà utile...». Unainvocazione che a quanto pare è stata pron-tamente ascoltata.

Le tavole rotonde sono state partecipa-te e ricche di spunti di interesse. Il cardina-le Crescenzio Sepe ha partecipato a quellesu “L’America Latina di Papa Francesco” e“Città malate e periferie esistenziali”. Il pa-nel sulla Siria ha molto colpito per la vicen-da dei vescovi siriani Mar GregoriosIbrahim e Paul Yazigi, rapiti alcuni mesi fae frequentatori assidui degli incontri diSant’Egidio. Il patriarca ortodosso diAntiochia Giovanni X, fratello del metro-polita Yazigi ha lanciato un appello per laSiria e il Libano, dove tra l’altro si dicevache ”la pace in Siria può essere raggiuntasolamente attraverso la logica del dialogo egli sforzi per raggiungere una soluzionepolitica e pacifica” e non “attraverso missi-li che distruggono o con l’impiego di navida guerra”. Un messaggio chiaro e inequi-vocabile.

In un mondo incredulo e pieno di paurec’ sempre più bisogno del coraggio dellasperanza. La violenza resta l’arma dei de-boli, ed allora occorre continuare con te-nacia e pazienza il dialogo.

L’appuntamento è per l’anno prossimoa Bruxelles, nel cuore dell’Europa, dove siinsinua la divisione tra le comunità fiam-minghe e valloni, e dove credenti e uominidi buona volontà si ritroveranno per incon-trarsi e dialogare nello Spirito di Assisi.

Un incontro straordinario in luogo davvero particolare. Uno dei 32 Panel dell’IncontroInternazionale di Preghiera per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio si è tenu-to nel carcere romano di Rebibbia. Nella chiesa del penitenziario hanno partecipato 300 de-tenuti, rappresentanti dei diversi padiglioni, che hanno ascoltato gli interventi commoventidi 4 leader religiosi sul tema: “Il coraggio della speranza”. Nel carcere, luogo di incontro cer-tamente “forzato”, dove vivono a stretto contatto persone di cultura e nazionalità diversa, c’èbisogno di speranza e di coraggio, per riprendere a camminare ed essere restituiti alla vita.

Dopo il saluto del direttore dell’istituto, Mauro Mariani, è intervenuto il presidente delleComunità Islamiche Italiane, Izzedin Elzir, che ha sottolineato che chi si trova in carcere de-ve sfruttare questo tempo per conoscere se stesso. Dio perdona l’uomo, ma egli stesso deveprendere l’iniziativa e fare una scelta per non ricadere negli stessi errori e peccati. Per educa-re il proprio cuore si deve fare uno sforzo per cambiare. Questo sforzo il Corano lo chiama“Jihad”, che non è la guerra santa. «La guerra non sarà mai santa – ha proseguito Elzir – per-ché le guerre sono sempre sporche. La Jihad è l’impegno per cambiare se stessi». Infine il lea-der musulmano ha richiamato i detenuti alla speranza, perché anche in situazioni difficili co-me nel carcere si può guardare al futuro: l’islam insegna che la vita può anche essere moltodura, ma bisogna sempre sperare e lavorare.

Il vescovo ausiliare di Mechelen-Bruxelles, Léon Lemmens, che è responsabile della pa-storale penitenziaria in Belgio, ha invitato i detenuti presenti a lavorare e pregare per la pa-ce, perché come disse Giovanni Paolo II ad Assisi, la pace è un cantiere aperto a tutti e, rivol-to ai presenti, “anche voi detenuti potete fare qualcosa”. Lemmens ha parlato della difficilesituazione della Siria, da cui milioni di persone sono fuggite, ma anche delle città colpite dauna violenza diffusa. «Che posso fare io? Ma bisogna contrastare questa voce di rassegnazio-ne e svuotare il proprio cuore da violenza, odio e invidia. Io non so cosa sia successo alla vo-stra vita – ha detto il vescovo – ma ognuno di noi può far crescere la pace nel proprio cuore».Ha poi concluso ricordando come la preghiera possa cambiare la storia: «Papa Francesco hainvitato tutti alla preghiera per la Siria. Personalmente ho potuto parlare di questo appello inuna moschea di Bruxelles a mille persone riunite per la preghiera. Milioni di persone in tut-to il mondo hanno pregato per la pace, ed uno spiraglio si è aperto per la pace. Dovete prega-re per la pace, perché Dio ascolta gli umili».

Il vescovo ortodosso del Patriarcato di Romania Siluan, , che è stato più volte a Napoli, haricordato che come nel mondo ci sono dei luoghi dove la speranza sia in via di estinzione, manello stesso tempo come ci possano essere anche dei luoghi di rigenerazione e di rinascita. Lecarceri dei tempi del comunismo nei paesi dell’Est europeo, sono stati alcuni di questi posti,anche se sembravano mancare le condizioni esterne che rendessero possibile il cambiamen-to, qualcuno ha trovato dentro di sé la capacità di fare appello alle risorse “interne”, alla spe-ranza e alla fede. Tra questi Nicolae Steinhardt, detenuto in una prigione comunista dellaRomania, che è entrato in carcere ateo e ne è uscito credente battezzato. Diventato poi mo-naco, scriveva che «per scappare da un universo concentrazionario esiste la soluzione (misti-ca) della fede». Anche un carcere quindi può diventare un luogo di autentica fede, come te-stimoniava Padre Dumitru Staniloae, grande teologo rumeno, che diceva di aver vissuto i suoipiù alti momenti di preghiera mentre stava nella sua cella in prigione. Riconoscere le propriemancanze e i propri peccati e assumersi la responsabilità delle conseguenze che essi procu-rano, è la condizione perché la fede porti i suoi frutti. Silvano, monaco del Monte Athos, inpreda agli attacchi dei demoni e dei pensieri di disperazione, affermava: «Tieni la tua menteall’inferno e non disperare», cioè accetta la realtà come effetto dei tuoi atti, ma poi non dispe-rare mai della misericordia e della compassione di Dio. Così, con questo incoraggiamento af-fettuoso verso i detenuti il vescovo Siluan ha dato la «ricetta per trovare la pace»: non lascia-re i pensieri uscire da se come sono, ma occorre trasfigurarli. Questo è il coraggio di sperarein un cambiamento e in una vita diversa. Se farete così, ha concluso Siluan, sarete da esem-pio per tutti noi.

Ma l’intervento più commovente è stato quello di Alganesh Fessaha, piccola donna eritreache spende la sua vita, a rischio di grandi pericoli, per aiutare i profughi del suo paese.

«Migliaia di rifugiati – ha detto Alganesh Fessaha – sono chiusi nelle carceri libiche, manon abbiamo il permesso di incontrarli, mentre riusciamo a visitare sedici prigioni egizianein prossimità del Sinai, dove portiamo aiuti e da cui abbiamo liberato 1.800 persone, ottenen-do per loro accoglienza dall’Etiopia, un paese povero che però non ha chiuso le sue porte».L’intervento di questa donna eritrea, più volte interrotto dagli applausi dei detenuti, è statoaccompagnato dalla proiezione di alcune fotografie che ritraevano i segni delle torture subi-te dai profughi rapiti dai beduini. Un grande amico musulmano, lo sceicco salafita MohamedAwwad, collabora con lei per fermare il traffico di esseri umani rapiti nel Sinai. Sono tortu-rati, uccisi per espiantare gli organi, le loro famiglie vengono ricattate. «Per cercare di libe-rarli – ha concluso con una voce emozionata Alganesh Fessaha – più volte ci hanno sparato,mi hanno picchiata, ma noi andiamo avanti».

Al termine dell’incontro, a cui ha assistito anche il Capo del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino, i detenuti sono ritornati nelle cel-le rinfrancati e commossi, dalle parole e dalle testimonianze ascoltate. Hanno potuto vederecome nei luoghi e nelle situazioni in cui sembra non ci sia più speranza, quanto bene può fa-re il coraggio della speranza.

Vita DiocesanaNuova Stagione 13 ottobre 2013 • 5

Crederenel donoL’isola di Procida ha ospitatoquest’anno, dal 4 al 6ottobre, il ConvegnoNazionale di Africa MissionCooperazione e Sviluppo. Iltema, “Tutto quello che avetefatto a uno di questi mieifratelli più piccoli, l’avetefatto a me”, ha volutosottolineare e favorire ilconfronto sull’importanza diinteressarsi alle persone piùsvantaggiate con gesticoncreti. Il Movimento, presente inUganda con progetti dipromozione allo sviluppo, èstato fondato nel 1972 aPiacenza da don VittorioPastori e mons. EnricoManfredini. Era il 1982quando don Vittorio per laprima volta mise piedesull’isola di Procida: da quelgiorno il legame tra icittadini e Africa Missioncontinua con entusiasmo ededizione, per questo lascelta di Procida per ospitareil Convegno Nazionale. Momento importante questoper Africa Mission che siaccinge ad aprire il suo 42°anno di attività ricordandocon affetto il suo fondatoredon Vittorio nel ventesimoanniversario dalla suascomparsa. In questi anni diattività sono stati tanti itraguardi raggiunti, tra leopere citiamo i 951 nuovipozzi d’acqua e 1555interventi di riabilitazioneche significano acqua pulitaper oltre un milione dipersone in Uganda e SudSudan. In anni difficili come questi,occuparsi dei “più piccoli” èuna sfida. Per questo ilConvegno si propone diapprofondire il temadell’attenzione allasolidarietà. «È importante –ha commentato il direttore diAfrica Mission CarloRuspantini – continuare acredere nel dono comericchezza capace dimigliorare la qualità dellapropria vita e rendere piùbello il mondo».

La giornata procidanaIl Porporato incontra il presbiterio, i consigli pastorali e le Associazioni

Il Convegno Nazionale di Africa Mission aProcida è stata occasione propizia per ilCardinale Sepe per raggiungere l’isola fin dalmattino, dedicandosi per alcune ore all’incon-tro con i sacerdoti e i consigli pastorali delle ot-to parrocchie procidane.

La giornata è cominciata di buon ora:l’Arcivescovo è arrivato alle ore 9 e subito si èincontrato con il presbiterio presso ilSantuario di San Giuseppe a MarinaChiaiolella. A seguire, il confronto con unarappresentanza dei consigli pastorali, mo-mento rivelatosi molto importante per un dia-logo franco su alcuni aspetti del cammino pa-storale dell’isola.

In tale contesto il Cardinale ha fatto riferi-mento alla realtà della Diocesi di Napoli, alledifficoltà dovute alla carenza di sacerdoti, masoprattutto all’importanza della collaborazio-ne tra le parrocchie, mettendo insieme le for-ze, in uno stile di comunione e collaborazione.

A tal proposito il Porporato ha comunica-to la decisione di nominare parroco padreJuan a Napoli e di affidare le tre parrocchie diSant’Antonio di Padova, Sant’Antonio Abate eil Santuario di San Giuseppe a Procida, a donVincenzo Vicidomini.

Tutto questo per continuare quel percorsodi unificazione ormai intrapreso da qualchetempo, finalizzato ad una sempre più pienacollaborazione tra le parrocchie. Il cardinaleSepe, inoltre, ha affermato l’importanza diuna presenza di religiose sull’isola,come ha so-stenuto con fiducia la presenza dell’associa-zione “Punto Cuore” che da un anno opera aProcida, ma che solo da pochi giorni ha aper-to la sua nuova casa.

Ha aggiunto, poi, che sarà importante, nelprossimo futuro, realizzare una canonica do-ve poter sviluppare un’accoglienza per sacer-doti e seminaristi per vivere esperienze di ri-storo fisico e spirituale, come anche momentidi aggiornamento o esperienze pastorali.

Dopo il suo intervento c’è stato un momento diconfronto aperto, in cui il Cardinale come è so-lito fare, ha ascoltato le domande dei presenti,accogliendo anche le loro rimostranze e le lorosofferenze dovute all’ulteriore avvicendamen-to dei sacerdoti e ai cambiamenti avvenuti nel-l’organizzazione delle parrocchie.

In modo particolare i presenti ,come ancheil Decano a nome di tutti, hanno voluto espri-mere a padre Juan, gratitudine e apprezza-mento per la preziosa opera svolta a Procida.Lo stesso padre Juan, prendendo la parola ,hainvitato tutti a vivere questi momenti con lastessa disponibilità della Madre di Gesù, chenella fede ha detto “si” alla volontà di Dio.

La giornata è proseguita con il pranzo svol-to nella sala parrocchiale del Santuario, prepa-rato dall’Equipe dei gruppi famiglia. Anchequesto è stato un momento significativo che havisto riuniti intorno al proprio Vescovo sacer-

doti e famiglie,in un atto di condivisione e fra-ternità,con semplicità e secondo lo “stile di fa-miglia”.

Prima di recarsi al Convegno, nel pomerig-gio, l’Arcivescovo ha anche visitato la nuova ca-sa di “Punto Cuore”.

Come si vede, la giornata di sabato è statacertamente un’altra tappa importante di quelpercorso di cambiamento che Procida sta at-traversando ormai da qualche anno, che peròesige la collaborazione di tutti. La realtà non èsemplice,ma in ogni cambiamento c’è semprela fase della sofferenza, del travaglio,come cisarà quella della rinascita e della gioia.

La presenza del Cardinale Sepe è stata, adogni modo, importantissima perché ha fattosentire la sua vicinanza e soprattutto il suo es-sere Pastore che, con semplicità e cordialità,vuole prendersi cura del popolo a lui affidato.

Antonietta De Candia

Il Cardinale Sepe a Procida per il Convegno Nazionale di “Africa Mission”

Il sogno d’amore di don VittorioIl Cardinale Crescenzio Sepe, lo scorso 5 ottobre, ha preso parte a

Procida al 39° convegno nazionale di “Africa Mission”, l’associazione dicooperazione e sviluppo fondata, nel 1972, a Piacenza, da don VittorioPastori.

«Don Vittorio – ha esordito nel suo saluto l’Arcivescovo – non è mor-to. Il suo sogno d’amore universale, il suo progetto di cooperazione e svi-luppo per le terre africane, come il suo grande cuore generoso, continua avivere a battere. Il grido di aiuto e di speranza che egli lanciò per l’Africa èancora forte e vigoroso. Quando, perciò, ho ricevuto il vostro invito di ve-nire a Procida per partecipare al vostro incontro, ho subito accettato conentusiasmo. È un’occasione da cui uscire arricchiti spiritualmente, che facrescere la società a livello umano, sociale, cristiano».

Dopo un incontro con i sacerdoti dell’isola, coordinati dal decanodon Lello Ponticelli, e una sobria agape fraterna, consumata con le co-munità parrocchiali nella sala Pio XII, alla Chiaiolella, il Cardinale, nelprimo pomeriggio ha preso parte ai lavori dell’assemblea dei coopera-tori, nell’ex cenobio benedettino di Santa Margherita Nuova, a TerraMurata.

I congressisti, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno testimoniatola loro scelta di vita, dedicata ai più poveri, ai bambini, a quanti soffro-no in terra d’Africa. Una serie di coppie familiari – Giorgio e Cristina,Carlo e Cristiano, Peppe e Franca, Giuliana e Gennaro – hanno raccon-tato la loro esperienza che ha letteralmente cambiato la loro vita.

«L’incontro con i poveri in Africa – hanno raccontato – ci ha consenti-to di scoprire noi stessi. Una gioia immensa ci ha sconvolto il cuore, adesempio, quando abbiamo potuto assistere in diretta allo sgorgare dell’ac-qua nella fase finale dello scavo di un pozzo. Le donne, i bambini africaniurlavano, battevano le mani, erano come impazziti dalla gioia. E noi, pen-savamo in cuor nostro, nella società opulenta dell’Occidente sprechiamoe non solo l’acqua, non riusciamo a comprendere l’importanza di questecose semplici che, invece, sono fondamentali per la vita di tanti fratelli».

A sua volta il comandante procidano Angelo Costagliola, che aProcida, insieme al fabbro Mimì Calabrese, anima il movimento di“Africa Mission” ha raccontato i cosiddetti “limoni della solidarietà”.L’iniziativa, cioè, che ogni anno viene organizzata nell’isola, della rac-colta gratuita dei limoni giganti procidani, che poi vengono offerti sututte le piazze italiane. Il ricavato viene, poi, “investito” in Uganda, nel-lo scavo di nuovi pozzi d’acqua o altre iniziative di assistenza. Che, co-me ha osservato lo stesso Cardinale Sepe, non è semplice elemosina, mail punto di partenza per fare formazione professionale in iniziative agri-cole e di artigianato.

«Don Vittorio Pastori – ha ricordato il Porporato – per l’Africa, può es-sere paragonato ad un altro grande missionario nel continente nero, San

Daniele Comboni. In voi, nei vostri occhi, leggo la felicità di donarvi, il ge-sto sublime della gratuità. Noi possiamo avere fede altissima, speranza im-mensa, ma se non c’è carità, non vivremo mai la pienezza del messaggio diCristo».

Il Cardinale, rispondendo poi ad una serie di domande dell’uditorio,ha condannato con parole dure la strage di Lampdedusa. «È una vergo-gna, come ha detto bene Papa Francesco, un Paese che non riesce a dareaccoglienza e ospitalità a persone che fuggono la fame, la carestia e la guer-ra, è un Paese sconfitto. Noi abbiamo l’obbligo di accogliere i disperati chesbarcano in Italia. I morti di Lampedusa sono una sconfitta per l’umanità.La vita e la dignità dell’uomo devono essere tutelate sempre. Tutti dobbia-mo farci un esame di coscienza davanti all’immane tragedia diLampedusa. È veramente una vergogna che l’Italia, insieme alla riccaEuropa, non riesca a farsi carico di un problema che investe i principi fon-damentali della civiltà e della dignità dell’uomo».

Al meeting procidano è intervenuto anche l’Iman Yahya Pappavicini,presidente del Co. Re. Is. (la Comunità Religiosa Islamica) che ha sotto-lineato l’importanza dell’ecumenismo in questo momento di gravi diffi-coltà in tutto il mondo. «L’incontro di San Francesco e il Sultano al–Malikal–Kamil, avvenuto nel 1219 a Damietta, in Egitto – ha sottolineatol’Iman – sia l’indicatore della rotta per un fecondo dialogo interreligioso,tra Cristiani e Musulmani».

Chicco Ambrosino

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 13 ottobre 2013

Ufficio PredisposizioneModelli PO1

Avviso ai parrociSi comunica che la scadenza

per la presentazione della

domanda della riduzione

della quota capitaria a carico

della parrocchia per l’anno

2013, è fissata a giovedì 31

ottobre.

La domanda va presentata

presso l’Ufficio di don

Alessandro Maffettone o di

don Raffaele Grosso.

Si invitano, pertanto, i

reverendi parroci interessati

ad usufruire della riduzione,

qualora non l’avessero

ancora fatto, a presentare il

bilancio consuntivo 2012 e a

versare il relativo contributo

come previsto dal can. 1263

del Codice di Diritto

Canonico.

* * *

Usmi Diocesana

Formazionepermanenteper religioseMartedì 15 ottobre prende il via

il corso di formazione

permanente per religiose. Tema

generale di quest’anno: “In

ascolto di sé e della Parola della

Chiesa”.

Il corso è articolato in quattro

moduli. Questi i temi con

relativi docenti.

1) Formazione umana. Adelaide

Tartaglia, psicologa

2) Teologia della Vita

Consacrata. Padre Salvatore

Farì, pro-vicario della Vita

Consacrata.

3) Dottrina sociale della Chiesa.

Don Antonio Ascione.

4) A cinquanta anni dal

Concilio Vaticano II. Giuseppe

Falanga.

Le lezioni si terranno, presso la

sede dell’Usmi, in largo

Donnaregina 22, dalle ore 16.30

alle ore 18.30.

Per ulteriori informazioni e

iscrizioni:

[email protected]

Raffaella Costanzo

Delegata diocesana Usmi

Vita Diocesana

Clive Slapes Lewis

Un profeta “minore”di Michele Borriello

Quando morì, nel 1963, Clive SlapesLewis, il Settimanale “Time” lo de-finì «uno dei profeti minori della

Chiesa», un neo-apologeta della fede cat-tolica che, con espressioni affascinanti,difendeva la Chiesa dall’eresia del nostrotempo. Venne discusso, amato e detestatodurante tutto il suo percorso terreno(1898-1963). Tutta la sua carriera accade-mica si svolse ad Oxford, e così la sua in-tensa attività di scrittore.

Nel 1942 Lewis raggiunge una enormenotorietà, tanto da meritare la copertinadel “Time” (1947) per il suo “Le lettere diBerlicche”. Il libro è incentrato su una cu-riosa corrispondenza tra un funzionariodel Diavolo e suo nipote, apprendista“diavolo custode”. Si tratta di una genialeriflessione sulla natura umana con lo sco-po di recuperare il senso del peccato e astrapparlo da una banalizzazione cui l’haridotto la cultura dell’epoca. E il Diavolo(Berlicche) da’ una serie di consigli al ni-pote, consigli appunto diabolici e para-dossali sui modi più idonei per indurre gliuomini al peccato e così dannarli. Ma mi-ravano ad ottenere l’effetto contrario.

Con “Le lettere di Berlicche” consolidòla sua conversione da teista alCattolicesimo, sull’esempio e la lezionedel cattolico John R. Tolkien, celebre au-tore de “Il Signore degli Anelli. Un’analisimolto interessante delle varie fasi dellasua conversione è sulla sua opera “Le duevie del Pellegrino” (1933). Tra il 1932 e il1950, il successo mondiale come scritto-re, pensatore e apologeta. La popolaritàdiventa se possibile ancora maggiorequando, a partire dal 1950, Lewis comin-cia a dedicarsi alla letteratura per l’infan-zia pubblicando le storie delle “Cronachedi Narnia”, da cui il celebre film.

Molto tradotto ieri, oggi più che mainotissimo e prediletto da generazioni digiovani, la sua enorme diffusione è dovu-ta anche al successo delle opere del suogrande amico Tolkien, quello degli Hobbite del “Signore degli Anelli”. È opinione co-mune che i due arditi professori, infervo-rati dallo stesso progetto, si siano divisi,nella Oxford degli anni Quaranta, il com-pito di riportare in vita uno stile di cristia-nesimo, autenticamente cattolico.

A Lewis spettarono i viaggi nello spazioe a Tolkien quelli del tempo agli adulti e aipiù giovani per raggiungere quel precisoscopo. A cinquanta anni dalla morteLewis viene riscoperto non solo grazie alciclo dei Narnia, ma anche per avere riva-lutato un “mero e semplice” cristianesi-mo, quello della semplicità e del sorriso.

Nel 1962 Lewis diede alle stampe un in-teressantissimo libro dal titolo emblema-tico “Mere Christianity” e nel 1997 pubbli-cato dall’Adelphi, il cui titolo è così tradot-to: “Il Cristianesimo così com’è”. Si trattadi una raccolta di una serie di conversa-

zioni che l’autore aveva tenuto alla radioinglese durante la seconda guerra mon-diale e nelle quali esplorava i fondamentidella fede e la loro rilevanza in quel perio-do di gravi sconvolgimenti.

Lewis, grande studioso del Medioevo eromanziere fantascientifico si trovò ad uncerto punto della sua vita ad essere, comeegli stesso osservò con fiera ironia, «forseil più depresso, il più riluttante convertitodell’Inghilterra».

Ma cosa l’aveva portato alla conversio-ne da un cauto agnosticismo alla fede cri-stiana? La risposta è nel titolo che abbia-mo citato: “Il cristianesimo così com’è”cioè puro e semplice, senza infinzioni,senza incrostazioni secolari. Egli presen-ta, attraverso le conversazioni quasi fami-liari alla BBC, quel nucleo irriducibile del-l’essenza del cristianesimo, in cui si in-trecciano pensiero, emozione e riflessioniche stanno dietro a tutte le dispute eccle-siastiche. È, dunque, il nucleo che rendenaturalmente cristiano, chiunque sia natoin Occidente negli ultimi duemila anni.

Quelle conversazioni radiofoniche, purrisalendo agli anni Quaranta, sono rima-ste ineguagliate ed, in certo qual modo, in-superabili, soprattutto per la semplicità ela profondità impressionanti, con cui ren-dono quasi palpabili i più ardui problemiteologici, mostrandoceli nella loro veranatura di «cunei possenti da conficcare nel-la nostra mente». Da essi, che lo vogliamo

o no, non possiamo prescindere e, allora,insinua Lewis, tanto vale che ce ne faccia-mo illuminare.

Poiché si tratta di conversazioni non le-gate da filo conduttore, anche se vengonopresentati temi teologici. Vorremmo pre-sentare titoli di alcune conversazioni chepotrebbero essere motivo di riflessioni aipossibili lettori: “La legge della naturaumana”; “Il perfetto penitente”; “Le virtùcardinali”; “Morale sessuale e matrimo-nio cristiano”; “Le tre virtù teologali”; “Ilcristianesimo è facile o difficile?”;“Uomini nuovi”.

L’incipit di quest’ultimo capitolo suonacosì: «Nell’ultimo capitolo ho paragonatol’opera di Cristo nel dare vita a uomini nuo-vi, diventare uomini significa perdere ciòche noi chiamiamo il nostro io. Dobbiamouscire dal nostro “io” ed entrare in Cristo; laSua volontà deve diventare la nostra e noidobbiamo pensare i suoi pensieri, avere lospirito di Cristo, come dice la Scrittura.Cerca te stesso e a lungo andare troverai so-lo odio, solitudine, disperazione, ma cercaCristo e lo troverai e con Lui tutto il resto persovrappiù».

Dopo aver pubblicato centinaia di volu-mi, dopo Narnia, Clive Lewis muore il 22novembre 1963, per crisi cardiaca. Vienesepolto nel cimitero di Oxford. La morteviene ignorata perché nello stesso giorno,viene assassinato Kennedy.

Alla parrocchia dell’Immacolata Concezione a Capodichino

Festa della fraternitàPer il terzo anno consecutivo la parrocchia dell’Immacolata

Concezione a Capodichino ha vissuto, il 5 ottobre scorso, la Festadella Fraternità con la quale la comunità ecclesiale dà inizio al-le attività dell’anno pastorale. Lo slogan scelto per questa edizio-ne era “Parliamoci da fratelli” mentre il tema più generale, indi-viduato per l’occasione era: “Il dialogo con Dio, gli altri e il terri-torio”. L’evento ha visto la partecipazione di tantissimi fedeli.Purtroppo le avverse condizioni metereologiche hanno impedi-to il momento all’aperto che vede l’allestimento di stand e tavo-li con cibi e bevande in piazza Di Vittorio. Le tavole imbandite so-no state invece sistemate in chiesa e hanno fatto da scenario allarappresentazione “Di mamma ce ne è una sola” interpretata daigiovani del gruppo teatrale della parrocchia mentre le gustosepietanze sono state preparate da tutti i gruppi che vi operano: ra-gazzi, giovani, catechiste, gruppo di preghiera San Pio, l’OrdineFrancescano Secolare, l’Apostolato della preghiera, il

Rinnovamento nello Spirito e il Coro. Le offerte raccolte servi-ranno a sostenere il centro di ascolto parrocchiale e le attività ca-ritative.

Nel corso della celebrazione che si è tenuta prima della festail parroco, don Vincenzo Doriano De Luca, ha ricordato la neces-sità di crescere sul tema della coscienza civica.

«Bisogna impegnarsi – ha precisato don Doriano – per mi-gliorare le condizioni del quartiere senza lamentarsi, né restareimmobili. È necessario piuttosto chiedersi se amiamoSecondigliano o vogliamo scappare». Di qui l’invito ad essere«comunità cristiana che ama e si spende per il proprio territo-rio, uscendo dagli individualismi per costruire una comunità vi-va». Al termine della Messa come inizio simbolico delle attivitàè stato consegnato il programma pastorale a dieci messaggerizonali.

Elena Scarici

Nuova Stagione 13 ottobre 2013 • 7

Scelta da DioMadre Letizia Zagari, Donna

della bellezza interiore, nel

cui intimo si specchiava il

sorriso adorante di Gesù al

Padre, emanava la gioia di

appartenere a Cristo e alla

Sua Chiesa.

Un’esistenza che

dall’Eucaristia sapeva

attingere forza, energia,

altruismo per diffondere e

infondere la conoscenza di

Cristo e del Suo Mistero

d’amore. Non esitava di

accostare tutti, ricchi e

poveri, grandi e piccoli,

persone colte o meno dotate

pur di portare la Persona

Viva e Palpitante

del Cristo Eucaristia.

Madre Letizia sapeva entrare

nei cuori di quanti

l’avvicinavano, accendendo

in essi la speranza, l’amore,

la voglia di andare avanti.

Madre Letizia, è stata la

Donna guardata, scelta e

amata da Dio perché a sua

volta, avrebbe dovuto portare

«in ogni punto del globo

terrestre», come Ella stessa

diceva, l’amore irrompente e

dirompente dell’Eucaristia.

La si vedeva nelle case dei

poveri come portatrice del

vero e attuale senso della

parola “coraggio”; nelle

scuole, nelle fabbriche, tra i

giovani, tra i bambini, tra gli

anziani, persone interessate o

meno, e per tutti si faceva

“Missionaria dell’Eucaristia”.

La catechesi e la formazione

dei Catechisti erano per Lei

di somma importanza, e lo

sottolineava con una

similitudine: «Se il bicchiere

non è colmo d’acqua, non

può riversare il suo

contenuto all’intorno».

Grandissima importanza

soleva dare alla

testimonianza della vita

vissuta conforme il Vangelo.

Voleva Testimoni prima che

Annunciatori: credenti

coerenti per quanto si offre ai

fratelli per incutere Fiducia,

Speranza, Coraggio onde

iniziare un cammino

fruttuoso verso il possesso di

Dio.

Gemma Iardino

Segretaria Generale Fnse

La memoria della Serva di Dio Madre Letizia Zagari nelle celebrazioni della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia, da lei fondata

Settembre Eucaristicodi Valeria Chianese

La Congregazione delle Suore Figlie diNostra Signora dell’Eucaristia, lo scorso20 settembre, ha celebrato la Serva di DioMadre Letizia Zagari, VenerataFondatrice, e ne ha onorato il genetliaco.La celebrazione eucaristica si è tenutanella chiesa di Santa Maria delle Grazie inMontesanto, nella cui parrocchia è com-presa la Casa a Napoli delle figlie diNostra Signora dell’Eucaristia. Davantialle Suore tutte e a moltissimi fedeli edestimatori di Madre Letizia, il parrocodon Michele Madonna ha parlato dellaServa di Dio come di un «segno della pre-senza di Dio nella vita degli uomini». Edha rimarcato l’attenzione della Madre ver-so il prossimo, soprattutto la carità versoi poveri e verso i più deboli: «Una premu-ra evangelica – ha detto il parroco – cheviene dal cuore, ispirata dallo SpiritoSanto».

La vita della Serva di Dio Madre LetiziaZagari è stata illustrata con proiezioni inpower point e accompagnata dalle spiega-zioni di suor Maria Carmela, direttricedella scuola d’infanzia e della primaria adErcolano, volute dalla Fondatrice perchéi bambini avessero sin dai primi anni del-l’apprendimento un’educazione ispirataai valori del Cristianesimo e sui passi trac-ciati da Gesù nel Vangelo.

La sera precedente la celebrazione aMontesanto, il 19 settembre, nella CasaGeneralizia di Ercolano, l’Oasi delSS.Sacramento, le Suore si sono raccoltein preghiera per Madre Letizia. Una vegliaeucaristica che ha ricalcato le orme dellaMadre attraverso i pensieri lasciati in ere-dità alle sue Figlie sul tema ‘Sete di AcquaViva’: tensione verso l’Eucaristia, FonteViva, che la Fondatrice ha voluto impri-mere sin dall’istituzione dellaCongregazione il cui motto è appunto‘Sitio’.

Anche la Comunità di Vietri Sul Mareha ricordato il giorno anniversario diMadre Letizia Zagari con una SolenneConcelebrazione di tre sacerdoti e con lapartecipazione degli alunni e dei genitoridella Scuola D’Infanzia “Teresa Vozzi”.Suor Maria Rosa ha parlato al cuore deipresenti ricordando la figura della

Fondatrice; alla fine della celebrazione èstata donata a tutti un’immagine dellaServa di Dio Madre Letizia Zagari con unmessaggio tratto dai suoi scritti.

Il mese di settembre è stato molto im-portante per la Congregazione della Figliedi Nostra Signora dell’Eucaristia che siconfermano nella sequela dell’improntamissionaria impressa dalla Fondatrice.«Vorrei annunciare il Vangelo nelle cin-que parti del mondo contemporaneamen-te e fino alle isole lontane» scriveva MadreZagari.

E in un’isola lontana, in Sri Lanka, il 15settembre scorso, celebrante il vescovomonsignor Fernando Vianney, SuorMaria Anthoniammah Aulaudu dellaProclamazione della Parola ha espresso la

Professione perpetua nella Congre ga zio -ne. In precedenza, il 7 settembre, monsi-gnor Vianney aveva celebrato la PrimaProfessione di Suor M. Jebamalar Markdell’Immacolata, di Suor M. MadonaAgostin Benedict del Divino Crocifisso, diSuor M. Gunasileamma Ioosay dellaPreghiera, di Suor M. Lenita Jebamalaidell’Umiltà, di suor Winie Frida Do -raisamy della Gioia.

Ad Ercolano invece, il 25 agosto, cele-brante monsignor Lucio Lemmo, vescovoausiliare di Napoli, le ProfessioniSemplici di Suor M. Bridget NwohaObioma della Temperanza, di Suor M.Florence Kushemereuva della Fortezza,di Suor M. Ifeoma Nuvagu Maureendell’Obbedienza.

Una vita per la Chiesa Letizia Zagari è nata a Napoli il 20 settembre del 1897 da

Alfonso e Maria Zagari Caracciolo, genitori esemplari nella fede.Secondogenita di dieci figli fu educata in famiglia alla preghierae alla devozione per la Vergine che invocherà poi con il titolo diNostra Signora dell’Eucaristia.

Compiuti gli studi con ottimi risultati e conseguito il diplomamagistrale il 4 luglio del 1916, Letizia, che desiderava prosegui-re gli studi, fu invece ben presto attratta dall’unico interesse chele ha sempre riempito il cuore: l’amore per Gesù. Era ancorabambina quando pronuncia il suo «sì» al Signore. Un sì che hacostantemente rinnovato nella vita.

L’unico suo desiderio fu sempre di consacrarsi al Signore echiese perciò di essere accolta a Roma nella Congregazione delsacro Cuore. Un noviziato che non poté portare a termine per lamorte del padre e per la salute cagionevole.

Sotto la guida di valenti padri spirituali iniziò quindi il cam-mino di maturazione, di preghiera e di attività pastoralenell’Azione Cattolica.

Furono anni ricchi di esperienze, dedicati alla catechesi spe-cialmente tra i fanciulli poveri e all’apostolato nel mondo del la-voro. Nella chiesa dei Santi Apostoli a Napoli iniziò la diffusionedel culto eucaristico e comprese il richiamo del Signore: adora-re Gesù Eucaristia, evangelizzare i fratelli, aiutare i più deboli epoveri.

Il momento decisivo avvenne il 4 dicembre del 1941 quandodinanzi al cardinale Alessio Ascalesi Letizia Zagari e altre giova-ni donne diedero vita alla ‘Piccola Unione della DivinaEucaristia’, che preparò il sorgere della Congregazione delleFiglie di Nostra Signora dell’Eucaristia il 5 agosto del 1948.L’Istituto esprime perfettamente il carisma eucaristico vissutodalla Madre nella duplice dimensione della carità e della missio-narietà.

«Nessun giorno senza amore e nessun istante del giorno sen-za Gesù Eucaristia, fatto dono dell’umanità»: è il pensiero diMadre Letizia che racchiude in sintesi il progetto di vita dellaFondatrice.

L’8 marzo 1985, il venerdì della seconda settimana diQuaresima, alla fine della Via Crucis, Madre Letizia morì strin-gendo a sé il Crocifisso. L’8 marzo 2005, nel cuore dell’AnnoEucaristico, Madre Zagari è stata eletta Serva di Dio per le mol-teplici virtù che fanno di lei una vivida luce nella ChiesaUniversale e nella Chiesa di Napoli.

Il 16 maggio del 2011, a Roma, si è aperto il Processo per laBeatificazione della Serva di Dio Madre Letizia Zagari allaCongregazione delle Cause dei Santi presieduta dal Prefetto car-dinale Angelo Amato. Mentre è in corso la fase della causa per laVenerabilità di Madre Zagari, seguita dal postulatore donGerardo Battaglia.

Speciale Nuova Stagione8 • 13 ottobre 2013

Cammino di fedeelaborato sul Vangelo di Matteo

La strutturadellaschedaIn alcuni decanati della Diocesiè particolarmente sentital’esigenza di una pastorale dinuova evangelizzazione al puntotale che molte sono le parrocchiesensibili all’azione missionariasul territorio.In tutta la Diocesi sono presenticirca 450 Centri del Vangelodistribuiti in circa 60parrocchie, senza contare le altre30 parrocchie che attuanoanaloghi progetti.Il “Servizio Diocesano perl’animazione dei Centri delVangelo”, in sinergia conl’Ufficio catechistico diocesano,di cui ne è parte integrante,intende supportare i Centri delVangelo in ordine allasussidiazione e alla formazionedegli operatori e suggerire aiutiper la nascita di nuovi centri o ilpotenziamento di quelli giàesistenti.Per questo anno, peraccompagnare la vita dei Centri,si suggerisce il percorso pensatoin dieci schede elaborato apartire dall’anno liturgico (annoA, Vangelo di Matteo).L’itinerario consta di una schedaintroduttiva, che aiuta ariflettere sulla vocazione deldiscepolo con l’analisi di unabrano tratto dal Vangelo diGiovanni (1,35-42), e noveschede che hanno l’intento difavorire nel gruppo lacomprensione e accoglienza diGesù (il nuovo Mosè checonsegna ai suoi discepoli ilcomandamento nuovo: quellodell’amore) che ci invita aseguirlo, e ci chiede di esserepromotori di una società nuova.La struttura di ogni scheda è laseguente:– preghiera iniziale– ascolto del brano evangelico– commento nell’ottica fede-vita– ascolto della parola del

Vescovo– domande per la riflessionePer accompagnare la formazionedegli animatori dei Centri delVangelo gli Uffici competenti,rimandano il percorso pensatoper gli operatori pastorali: sitratta di un fascicolo letto conalcune schede elaborato alla lucedel primo capitolo del testo“Andate in città”.

Distribuite dal Servizio Diocesano per l’animazione dei Centri del Vang

«Una fruttuosa cr «Canta e cammina» è l’immagine che il nostro Arcivescovo ha

usato per descrivere il cammino per questo anno pastorale. La ce-lebre frase di Sant’Agostino è un invito a cantare per alleviare leasprezze della vita, ma è insieme un’esortazione a vivere e testi-moniare la fede con gioia, ad alimentare la speranza. «Canta ecammina» risuona oggi anche come una sollecitazione rivolta aNapoli, a tutti noi, a non lasciarci andare. Oggi, però, Napoli vuo-le anche rimettersi a camminare, riprendere la propria marciacon vigore e chiarezza; vuole dismettere i panni del fatalismo eprendere in mano il proprio destino. «Canta e cammina» è unaformidabile sintesi di fede e impegno costruttivo, di bellezza econcretezza, di armonia e progresso sociale (cfr. CrescenzioCard. Sepe, Canta e cammina. Una chiesa adulta per una societàresponsabile, Lettera pastorale 2013-2014).

L’Arcivescovo ha ricordato anche l’urgenza di tradurre questeistanze in scelte operative che tengano conto, oltre che dei pila-stri che definiscono l’agire ecclesiale, di una sinergia pastoraleche favorisca una fruttuosa crescita nella fede. Tutte le strade do-vranno tener sempre presente che la parrocchia è il luogo privile-giato di comunione e di educazione, attraverso tutte le sue atti-vità ma in particolare quella della catechesi che rappresenta la viaordinaria per giungere ad una nuova maturazione della vita di fe-de.

L’Arcivescovo ha ricordato anche quali sono le indicazioni perrealizzare una parrocchia protesa all’evangelizzazione. Anzituttouna coscienza nuova del ruolo della parrocchia (non solo culto,mera gestione tradizionale dell’esistente, cura della “comunità”)che si fa missionaria nel suo territorio; un’articolazione internanuova di ministeri e di attenzioni: non il “solo” sacerdote, non so-lo alcuni “collaboratori” (o esecutori), ma tutta la parrocchia mo-bilitata, nella varietà dei ministeri, dei servizi e delle vocazioni,nella varietà dei gruppi; considerare i «lontani» non come estra-nei o nemici, ma come fratelli attesi e desiderati attorno alla ta-

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La presentazione al Seminario Magg e il coordinatore diocesa

L’importanza dDa una parte la pedagogia di Dio come modello per l’azione evan-

gelizzatrice della Chiesa. Dall’altra quella “misura alta della vita cri-stiana” a cui più volte ha richiamato l’Arcivescovo nei suoi interven-ti e nelle sue Lettere pastorali, indispensabile fondamento della for-mazione umana della persona.

Sono i due pilastri intorno ai quali sono strutturate le schede deiCentri del Vangelo preparato, che lo scorso 30 settembre, sono statepresentate, nell’Aula Magna del Seminario Teologico Maggiore diNapoli, da don Luigi Pecoraro, coordinatore del neonato Serviziodiocesano per l’animazione dei Centri del Vangelo, alla presenza delVescovo ausiliare, S. E. mons. Lucio Lemmo, oltre ad una folta rap-presentanza di operatori provenienti da diverse parrocchie della dio-cesi di Napoli. Dieci schede pensate sia per la riflessione comunita-ria, attraversate tutte da un filo conduttore: la formazione della per-sona e la trasmissione dellafede.

Rifacendosi alle afferma-zioni del Cardinale Sepe e al-le ultime dichiarazioni diPapa Francesco, il coordina-tore dei Centri del Vangeloha ribadito la necessità dievangelizzare coloro che so-no “un po’ lontani” andandonelle case, “uscendo daltempio”. Un modo di opera-re più vicino alla gente, unatteggiamento appropriatoai tempi, moderno, efficace.Le dieci schede presentatesono relative all’anno “A”(Matteo). L’itinerario constadi una scheda introduttivache aiuta a riflettere sullaVocazione del discepolo enove schede che affrontanole tematiche basilari del

SpecialeNuova Stagione 13 ottobre 2013 • 9

La preghiera

per gli animatori

e i partecipanti

GrazieSignoreO Signore, Padre buono,

nella tua infinita

misericordia,

ha suscitato nel tuo popolo

la tua Parola vivente:

Parola che vibrava

impetuosa

nella creazione del mondo,

che severa e potente

ha accompagnato

il cammino dell’Esodo,

che leggera e vigorosa

ha raccontato

la storia dell’Alleanza.

Nel Verbo incarnato,

ci ha resi figli nel Figlio,

che ci ha salvati

nel suo Sangue.

La tua Parola, o Signore,

dà forza alle menti,

rafforza la fede,

vivifica la speranza,

concede agli uomini

la conoscenza di Te

e l’amore per Te

che sei Amore puro.

Grazie, o Signore,

per questo Dono,

che non smette di parlare

al nostro cuore.

Fa’ che lo Spirito Santo

ci renda non solo ascoltatori,

ma realizzatori del Vangelo,

perché tutto il mondo

Ti riconosca,

e glorifichi il tuo nome,

che è benedetto

nei secoli dei secoli.

Amen.

a cura dell’Ufficio per la Pastorale liturgica

gelo, in sinergia con l’Ufficio catechistico, le schede di evangelizzazione

rescita nella fede»vola comune e quindi, perché amati, cercati; un rapporto nuovocon le altre Parrocchie vicine con una pastorale di collaborazio-ne, per camminare verso una pastorale organica in territori omo-genei.

Questa visione della pastorale necessita di nuove frontiere delVangelo. E quindi, alle ordinarie modalità, la catechesi dovrà av-valersi anche di nuovi impulsi e mezzi come il testo «Andate incittà» e i «Centri del Vangelo». I «Centri del Vangelo» sono luoghiin cui si ascolta, si approfondisce e si commenta la Parola di Dio,cercando di attualizzarla nella realtà quotidiana. Essi sono sorti,anni or sono, su indicazioni del XXX Sinodo della Chiesa diNapoli che, in riferimento alla famiglia, affermava: «si promuo-va in essa l’ascolto della Parola di Dio, la catechesi familiare» (nu-meri 67-68).

In occasione del Giubileo del 2000, «l’annuncio di Gesù Cristoad ogni persona, a tutte le famiglie della parrocchia e ad ogni am-biente di vita e di lavoro» fu l’obiettivo cardine della missione dio-cesana. In quell’occasione si cercò di visitare tutte le famiglie del-la diocesi e in ogni casa fu portato il Vangelo di Marco.

Molte di quelle esperienze si sono evolute, molte si sono con-cluse, altre sono sorte e stanno sorgendo anche grazie all’invitodel nostro Arcivescovo di attuare sempre più le istanze della nuo-va evangelizzazione che ha nell’animazione missionaria dei no-stri territori il suo fulcro.

I «Centri del Vangelo» nelle parrocchie, ospitati quasi sempreda famiglie, sono divenuti, oltre che luoghi di preghiera, ancheluoghi di comunione e ospitalità, dove ciascuno viene accolto einvitato a dare il proprio contributo prezioso alla discussione. Intal modo, la Parola interiorizzata diventa un vero itinerario diconversione e invito all’annuncio. E così, la nostra diocesi, soste-nuta dallo Spirito Santo, offre una ricchezza di esperienza ine-guagliabile sia per lo stile, sia per la diversità, sia per la capacitàdi calarsi nel vissuto concreto.

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giore con S.E. mons. Lucio Lemmo ano don Luigi Pecoraro

dell’animatore

Vangelo di Matteo, risultando così un valido aiuto per gli operatori.«Ogni scheda è corredata – ha aggiunto don Luigi - da una preghierainiziale, un passo del Vangelo, un commento nell’ottica fede-vita, unbrano che propone una riflessione del Cardinale e spunti per la rifles-sione sul tema trattato nella scheda».

Al termine della presentazione, le schede sono state anche distri-buite ai presenti. È intervenuto, quindi, il Vescovo il quale, dopo es-sersi complimentato per il lavoro svolto, ha sottolineato il ruolo del-l’animatore del Centro e l’atteggiamento che deve assumere quandoè in atto di evangelizzare, e ha rimarcato l’importanza della funzionedelle schede aggiungendo che «esse costituiscono una guida concretadi ciò che ogni operatore deve fare, della necessità che l’operatore evan-gelizzi restando fedele a quanto indicato nella scheda stessa».Di fatti, haaggiunto il Presule, «l’animatore deve aiutare ed orientare i partecipan-

ti a scoprire la bellezza di ri-trovarsi insieme intorno allaParola e a stimolare la frater-nità e a viverla nei rapportivicendevoli. Non è necessa-rio che appia rispondere atutti i problemi delle personee dei rapporti tra i membridel gruppo, l’importante èche sappia essere un puntodi riferimento per tutti».

Attenta e attiva la parte-cipazione dei presenti chehanno dimostrato grandeinteresse per la nascita delnuovo Servizio diocesano eper il lavoro loro presenta-to, ponendo domande atti-nenti alle quali sono statedate dettagliate risposte siada don Luigi Pecoraro cheda Mons. Lucio Lemmo.

Giovanni Strino

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 13 ottobre 2013

Parrocchia Sacro Cuore

50 anni dicomunitàMons. Mario Cintiapre le celebrazionigiubilari annunciando la “PeregrinatioMariae”

La statua della Vergine diFatima varcherà la soglia dellachiesa e sarà portata nelle casedei fedeli, un modo per vivere inmaniera più intensa epartecipata l’evento. Con la“Peregrinatio Mariae” prende ilvia il Giubileo della ParrocchiaSacro Cuore del Corso VittorioEmanuele a Napoli, chequest’anno festeggia “50 anni dicomunità”. L’annuncio è statodato dal Parroco, monsignorMario Cinti, nel corso dellacelebrazione liturgica che hasimbolicamente aperto l’annogiubilare. «Sono 50 anni della nuova sedeparrocchiale perché laparrocchia nacque nel gennaiodel 1946 – spiega monsignorCinti - . Questa sede è statavoluta da don Alberto, il primoparroco e dal suo vice parroco edai fedeli che desideravano unluogo più ampio e bello doveraccogliersi in preghiera. Unasede attenta ai dettami del dopoConcilio perché è nata il 4ottobre del 1964».Lo spirito del giubileo, dunque,nel solco tracciatodall’Arcivescovo di Napoli,Crescenzio Sepe, animerà per unanno intero l’attività di questavivace comunità, un modo perdare ulteriore slancio allapastorale, nuovo coraggio nelvivere di Cristo e testimoniarlonella vita di tutti i giorni.«Questa diventa l’occasione perla comunità – aggiungemonsignor Cinti – di prenderepiù profondamente coscienza diessere la vera Chiesa, la veracasa di Dio. In linea con leultime lettere pastorali delnostro Arcivescovo, come“Canta e cammina»; che ciesorta ad essere una comunitàcapace di esser nel mondo edialogante con il territorio”.Nelcorso della celebrazionereligiosa, avvenuta nella chiesaaccanto ai giardini Mercadante,l’intera comunità si è resapartecipe ed ha assistito allacerimonia che ha preso il via dalpiazzale antistante, conl’apertura simbolica del portoned’ingresso e l’accensione dellecandele ai bambini, simbolo diuna nuova nascita e dell’avviodi un nuovo cammino di fede esperanza.

Pier Paolo Petino

La Catechesi settimanale di Papa Francesco

Dio, Padrepieno di

misericordiae di tenerezza

di Antonio Colasanto

All’udienza generale del 2 ottobre Papa Francescoha proseguito la catechesi sugli articoli del Credo e siè soffermato sulla santità della Chiesa.

Nel Credo, dopo aver professato: «Credo la Chiesauna», aggiungiamo l’aggettivo «santa»; affermiamocioè la santità della Chiesa, e questa è una caratteristi-ca che è stata presente fin dagli inizi nella coscienzadei primi cristiani, i quali si chiamavano semplice-mente “i santi”, perché avevano la certezza che è l’a-zione di Dio, lo Spirito Santo che santifica la Chiesa.

Ma in che senso la Chiesa è santa se vediamo che laChiesa storica, nel suo cammino lungo i secoli, ha avu-to tante difficoltà, problemi, momenti bui? Come puòessere santa una Chiesa fatta di esseri umani, di pec-catori? Uomini peccatori, donne peccatrici, sacerdotipeccatori, suore peccatrici, Vescovi peccatori,Cardinali peccatori, Papa peccatore? Tutti. Come puòessere santa una Chiesa così?

Per rispondere alla domanda vorrei farmi guidareda un brano della Lettera di san Paolo ai cristiani diEfeso: Cristo ha amato la Chiesa, donando tutto sestesso sulla croce. E questo significa che la Chiesa èsanta perché procede da Dio che è santo, le è fedele enon l’abbandona in potere della morte e del male. Èsanta perché Gesù Cristo, il Santo di Dio, è unito inmodo indissolubile ad essa; è santa perché è guidatadallo Spirito Santo che purifica, trasforma, rinnova.Non è santa per i nostri meriti, ma perché Dio la ren-de santa, è frutto dello Spirito Santo e dei suoi doni.Non siamo noi a farla santa. È Dio, lo Spirito Santo,che nel suo amore fa santa la Chiesa.

Voi potrete dirmi: ma la Chiesa è formata da pec-catori, lo vediamo ogni giorno. E questo è vero: siamouna Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo chia-mati a lasciarci trasformare, rinnovare, santificare daDio.

La Chiesa, che è santa, non rifiuta i peccatori; nonrifiuta tutti noi; non rifiuta perché chiama tutti, li ac-coglie, è aperta anche ai più lontani, chiama tutti a la-sciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza edal perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità diincontrarlo, di camminare verso la santità. NellaChiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spie-tato, ma è come il Padre della parabola evangelica.Quando hai la forza di dire: voglio tornare in casa, tro-verai la porta aperta, Dio ti viene incontro perché tiaspetta sempre.

La Chiesa a tutti offre la possibilità di percorrere lastrada della santità, che è la strada del cristiano: ci faincontrare Gesù Cristo nei Sacramenti, specialmentenella Confessione e nell’Eucaristia; ci comunica laParola di Dio, ci fa vivere nella carità, nell’amore diDio verso tutti. Chiediamoci, allora: ci lasciamo santi-ficare? Siamo una Chiesa che chiama e accoglie abraccia aperte i peccatori, che dona coraggio, speran-za, o siamo una Chiesa chiusa in se stessa? Siamo unaChiesa in cui si vive l’amore di Dio, in cui si ha atten-zione verso l’altro, in cui si prega gli uni per gli altri?

Il Papa ha poi rivolto un’ultima domanda: che co-sa posso fare io che mi sento debole, fragile, peccato-re? Dio ti dice: non avere paura della santità, non ave-re paura di puntare in alto, di lasciarti amare e purifi-care da Dio, non avere paura di lasciarti guidare dalloSpirito Santo. Lasciamoci contagiare dalla santità diDio. Ogni cristiano è chiamato alla santità; e la santitànon consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, manel lasciare agire Dio. È l’incontro della nostra debo-lezza con la forza della sua grazia, è avere fiducia nel-la sua azione che ci permette di vivere nella carità, difare tutto con gioia e umiltà, per la gloria di Dio e nelservizio al prossimo.

Il Signore – ha concluso il Santo Padre – ci aspettatutti, con le braccia aperte; ci aspetta per accompa-gnarci in questa strada della santità. Viviamo congioia la nostra fede, lasciamoci amare dal Signore.Chiediamo questo dono a Dio nella preghiera, per noie per gli altri.

Si terrà il 31 maggio 2014 a Collevalenza la Beatificazione di Madre Speranza

Apostola dell’AmoreMisericordioso

Messaggio del Vescovo al clero e ai fedeli della Diocesi

Mons. Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, ha informato Mons.Benedetto Tuzia, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi che il Sommo Pontefice ha con-cesso che la celebrazione del Rito di Beatificazione della Venerabile Serva di Dio MadreSperanza di Gesù abbia luogo a Collevalenza sabato 31 maggio 2014. Rappresentante delSanto Padre sarà il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi.Mons. Benedetto Tuzia, nell’accogliere con animo grato la bella notizia della fissazionedella data per la celebrazione del Rito della Beatificazione di Madre Speranza, ha rivoltoal Clero, ai Religiosi, al Consiglio Pastorale Diocesano, alla Consulta dei Movimenti e aiFedeli tutti della Diocesi il Messaggio che riportiamo integralmente.

Carissimi, la nostra Chiesa di Orvieto-Todi è ricolma di gioia ed eleva lodi e inni alSignore, Padre Buono e Misericordioso, per il dono concesso della Beatificazione del-la Madre Speranza, Apostola dell’Amore Misericordioso di Gesù, proprio in questoAnno della Fede e nel mentre è in corso il Giubileo Eucaristico straordinario.

Il 5 luglio, infatti, conclusosi l’iter processuale, si giungeva, con il consenso di PapaFrancesco, al Decreto per la Beatificazione della Venerabile Madre Speranza AlhamaValera firmato dal Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi.Apprendiamo ora che Papa Francesco ha concesso che il Rito della Beatificazione av-venga a Collevalenza sabato 31 maggio 2014 e che sarà rappresentato dal CardinaleAngelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi.

All’inizio di questo nuovo Anno Pastorale ci uniamo al gaudio della Famigliadell’Amore Madre Speranza di Gesù Misericordioso del Santuario di Collevalenza cheebbe Madre Speranza fondatrice delle due Congregazione, delle Ancelle e dei Figli, edi tutte le opere di carità sorte tra noi e in altri luoghi con nuove fondazioni in Spagna,Germania, Brasile, Romania, India, Cuba, Messico, Bolivia, Filippine. Un grande do-no del Signore questo della Beatificazione di Madre Speranza, Apostola dell’AmoreMisericordioso, per il nostro cammino di fede e per la nuova evangelizzazione: dob-biamo sentirci tutti inviati in missione fino alle lontane periferie esistenziali del no-stro territorio per annunciare l’Amore eterno e irrevocabile di Dio.

In un tempo di smarrimento e di sfiducia come il quello che stiamo vivendo, nelquale milioni di uomini e donne vivono disperatamente lontani dalla vera sorgentedi acqua viva, l’unico messaggio di speranza che come cristiani possiamo annuncia-re in quest’ora di rievangelizzazione a cui tutti siamo chiamati, è soltanto quellodell’Amore Misericordioso di Dio in Cristo Gesù.

Nella misericordia, infatti, l’uomo può riscoprire il senso della propria esistenzae il luogo ove dimorare, e tutto acquista significato, anche la fatica, la sofferenza, gliostacoli, le inevitabili sconfitte che accompagnano il nostro cammino.

L’amore misericordioso di Gesù va incontro all’uomo di oggi, che nella sua libertàpuò anche rifiutarlo: ma l’uomo non può impedire al Signore di amarlo ugualmente.“L’uomo più perverso e più miserabile e perfino il più abbandonato e trascurato - scri-ve Madre Speranza - è amato da Dio con immensa tenerezza: Egli è per lui un padre euna tenera madre”. La misericordia di Gesù è per noi fonte inesauribile di speranza.Di fronte ad un amore simile, nessuno può perdersi d’animo, nessuno può dire “nonconto nulla”. Gesù ci ha mostrato chiaramente che ogni uomo dinanzi a Dio ha un va-lore immenso. Dio che ha conosciuto e ci presenta Madre Speranza è un Padre che vaalla ricerca degli uomini come “Il più buono dei padri,” e chiede “che lo chiamiamoPadre” perchè vuole farci partecipi della sua divina bontà. «È per tutti –scrive MadreSperanza- un padre buono che ci ama con un amore infinito, che non fa distinzioni.Per tutti gli uomini, dunque, non solo per i cristiani e la “nostra felicità non si trova senon in Lui».

E più avanti Madre Speranza, nella cui esperienza spirituale Dio si svela in manie-ra personale e straordinaria tanto da illuminare tutta la sua esistenza terrena, scri-verà: «Egli mi dice che devo far sì che gli uomini conoscano Dio come un Padre buo-no che si adopera con tutti i mezzi e in ogni modo per confortare, aiutare, e far felicii suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse esserefelice senza di loro». E di fronte alla indifferenza, alla superbia e alle offese degli uo-mini Dio si manifesta non come un giudice severo ma come un padre capace di di-menticare e di perdonare e Madre Speranza, appunto, ci ricorderà che Dio è «unPadre pieno di amore e di misericordia che non è un contabile, ma perdona e dimen-tica le offese e le miserie dei suoi figli».

Madre Speranza è letteralmente presa da stupore dalla persona di Gesù che si faper tutti padre, madre, amico, sposo, fratello, maestro, compagno perchè in Lui si ri-flette il Volto del Padre e tutto in Lui è incarnazione dell’ Amore e della misericordia.«Da dove scaturisce tanta misericordia divina? da dove ha origine questa tenera com-passione, umanamente inspiegabile, verso i peccatori? quale ne è la causa? La causa–scrive Madre Speranza- è che Gesù moltiplica il suo amore in proporzione alla mise-ria dell’uomo...Il cuore di Gesù pulsa con immenso amore per tutti gli uomini...il no-stro povero cuore non ama che a tratti, Gesù invece non ha cessato neppure per un at-timo di pensare a noi e il suo amore veglierà ininterrottamente su di noi per tutto iltempo della nostra vita...Egli non viene meno, non si stanca, perdona; non conta. InLui non c’è mutamento.

Gesù soffre in silenzio e con pazienza per tutte le nostre colpe ma si china su di noiper colmarci di grazie e amarci di un amore infinito. Egli abita dentro di noi e cercacon tenerezza il nostro amore, quasi non potesse vivere senza di noi». Ma ciò che riem-pie di stupore Madre Speranza, quasi un mistero difficile da accettare, è che Egli siumilia fino a farsi, per la salvezza di tutti gli uomini, «mendigo de amor”, mendican-te di amore. Esorto, tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, perché si moltiplichino le ini-ziative di annuncio e di preghiera portando a tutti questo messaggio carico di speran-za in armonia anche con il magistero di Papa Francesco.

La Beatificazione di Madre Speranza è un grande dono del Signore nell’Anno del-la Fede che sta per concludersi. Questo evento deve aiutarci a vivere intensamente ilsecondo anno di Giubileo Eucaristico perché la nostra vita grazie all’Eucaristia siauna vita donata a Dio, alla Chiesa e ai fratelli e il messaggio dell’Amore Misericordiosoannunziato, cantato e testimoniato da Madre Speranza sia il cuore del Messaggio perla Nuova evangelizzazione.

@ Benedetto TuziaVescovo di Orvieto - Todi

Nuova Stagione 13 ottobre 2013 • 11CittàNuova Stagione

Nascela prima“Banca delLatte”Il 7 dicembre 2012 la “Seratadi beneficenza”all’Auditorium Rai in vialeMarconi a Napoli, con loslogan “Solidali, oltre lacrisi”, per aiutare i bimbi diNapoli. Tra i progetti lacreazione di una “Banca dellatte umano donato”, pressoil reparto di Terapia intensivaneonatale dell’OspedaleFatebenefratelli per i neonatiprematuri, per una spesaprevista di 65mila euro. Secondo i dati forniti, inItalia esistono 26 Banche dellatte di cui 19 al Nord, 7 alCentro e nessuna inCampania sebbene ogni annonascano 60mila bambini,40mila nella provincia diNapoli, di cui il 12 per centoprematuri. Il 15 ottobre, alle ore 10.30,grazie al sostegnodell’Arcivescovo e allagenerosità di tantinapoletani, la Banca delLatte diventa realtà pressol’ospedale Fatebenefratelli.

Sesta Giornata Nazionale di AislaRaccolti oltre 170.000 euro

Grande successo per la campagna di raccolta fondi “Un con-tributo versato con gusto” di Aisla, Associazione Italiana SclerosiLaterale Amiotrofica, che domenica 29 settembre ha celebrato laSesta Giornata nazionale sulla Sla: in 120 piazze italiane i volon-tari hanno offerto, a fronte di un piccolo contributo, una botti-glia di vino Barbera d’Asti Docg, creata per l’occasione in edizio-ne limitata.

La giornata ha ricevuto l’alto patronato del Presidente dellaRepubblica e dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani,e del Comune di Milano, e si è svolta in collaborazione con laCamera di Commercio di Asti, la Fondazione Cassa di Risparmiodi Asti, il Comune di Asti e il Consorzio Tutela Vini di Asti e delMonferrato.

Grazie alla generosità degli Italiani che hanno sostenuto nel-le piazze la campagna “Un contributo versato con gusto” e chehanno donato attraverso sms sono stati raccolti più di 170.000euro.

I fondi raccolti nelle piazze saranno interamente utilizzati daAisla per finanziare il progetto “Operazione Sollievo” che nascecon il principale obiettivo di alleviare concretamente le sofferen-ze dei malati che si trovano a convivere ogni giorno con una ma-

lattia fortemente invalidante come la Sla.Il progetto prevede sostegno economico, supporto per la ge-

stione del malato tra le mura domestiche e fornitura di strumen-ti utili a migliorare la qualità della vita.

I fondi raccolti con gli sms andranno a sostenere un progettodi ricerca della Fondazione AriSla finalizzato a testare gli effettidella molecola “morfolino” su modelli animali affetti da Sla.

È possibile richiedere le bottiglie di Barbera d’Asti, e conti-nuare così a sostenere Aisla, mandando una e-mail all’[email protected].

Per conoscere il ricavato finale delle iniziative di raccolta fon-di visitare il sito di Aisla www.aisla.it.

Aisla Onlus nasce nel 1983 con l’obiettivo di diventare il sog-getto nazionale di riferimento per la tutela, l’assistenza e la curadei malati di Sla, favorendo l’informazione, la ricerca e la forma-zione sulla malattia e stimolando le strutture competenti a unapresa in carico adeguata e qualificata dei malati.

L’Associazione attualmente conta 58 rappresentanze territo-riali in 19 regioni italiane e 1636 soci grazie al lavoro di oltre 200volontari e di 8 collaboratori.

Per la prima volta un presidente di Regione alla Conferenza episcopale campana

«Collaborazione e mano tesa ai deboli»(ansa) Per la prima volta un rappre-

sentante delle istituzioni interviene ai la-vori della Conferenza episcopale dellaCampania. Il presidente della Regione,Stefano Caldoro, giovedì 3 ottobre aMontevergine per dialogare con i pasto-ri delle singole diocesi. «Un momento dalsignificato molto positivo - sottolinea ilcardinale Crescenzio Sepe, arcivescovodi Napoli e presidente della Conferenzaepiscopale regionale - per evidenziare lacollaborazione che già c’è, e che vogliamorafforzare, tra istituzione civile e Chiesacampana». «Le istituzioni - ricordaCaldoro - devono un grande riconosci-mento al lavoro della Chiesa, specie in unmomento di grande difficoltà come quelloattuale. Credo che oggi ci sia più bisognorispetto al passato di stare insieme, di col-laborare per agire in modo concreto, spe-cie verso chi è più debole. E per aiutare leistituzioni a rispondere a questi problemiè molto positiva l’opportunità di stare in-sieme a chi, nel territorio, vive da vicinosituazioni di difficoltà che ci interpellano.Tutto ciò consente alle istituzioni unasempre maggiore vicinanza e concretezza:spero che incontri come quello odiernosiano l’occasione per rafforzare livelli dicollaborazione già molto buoni». Tra i te-

mi al centro del confronto Chiesa-Regione, evidenzia Sepe, le modalità diapplicazione della legge regionale suglioratori, il lavoro dei cappellani negliospedali, e altro ancora. «È il primo in-contro, e non sarà l’ultimo. Speriamo diripetere in futuro, incontri come questo»,ha detto il Cardinale. «Abbiamo affron-tato anzitutto i temi che erano in agenda,ma poi l’orizzonte si è ampliato ed alcunidi noi hanno dialogato su molte altre co-se con il presidente».

«In agenda - rileva Caldoro - c’eranoalcuni grandi temi della nostra realtà ter-ritoriale, ai quali le istituzioni devono ri-spondere. Il cardinale Sepe ci ha invitati alavorare insieme sui temi del sociale, co-minciando dalla povertà, ma anche pen-sando all’organizzazione, in ambiti comegli oratori, la sanità, l’ambiente. Tuttegrandi questioni di interesse comune deicittadini. Ringrazio il cardinale Sepe e tut-ti i vescovi di questa occasione. Ci incon-triamo spesso, ma farlo in modo così col-legiale è stata un’occasione molto utile perle istituzioni».

«E’ stato un incontro che fa bene a tut-ti - conclude il cardinale - perché occasio-ni simili ci aiutano a comprendere, cono-scere, affrontare i problemi».

Tra i temi al centro del confronto Chiesa-Regione- evidenzia il Cardinale Sepe - le modalità

di applicazione della legge regionale sugli oratori, il lavoro dei cappellani negli ospedali

Foto: Carmine Bellabona

Città Nuova Stagione12 • 13 ottobre 2013

Secondiglianofilm festivalHa preso il via il 30 settembre il“Self–Secondigliano librofestival”, promossodall’Associazione italianamaestri cattolici e dalla SettimaMunicipalità (Miano,Secondigliano San Pietro aPatierno) per promuovere ladiffusione della lettura e, più ingenerale, per il miglioramentodei livelli culturali dei giovanidel quartiere della periferia Norddi Napoli.L’iniziativa, che non ha scopo dilucro e gode del patrocinio delComune di Napoli (èannunciato anche quello dellaRegione Campania per la seratafinale), si avvale del contributodella Gesac – Aeroportointernazionale di Napoli, di unprivato cittadino, Raffaele Niola,della collaborazione delquotidiano on line“Periferiamonews” edell’Associazione culturale Artepresepiale.Essa coinvolgerà un gruppo dioltre cento studenti delle cinquescuole medie (Tito LucrezioCaro, Enrico Berlinguer, Errico-Pascoli, Domenico Savio ePascoli II) e dell’unico istitutosuperiore (Istituto professionaleper il turismo e commercioVittorio Veneto) del quartiere e siarticolerà in tre distinte fasinell’arco dell’intero annoscolastico. Nel corso della primafase gli studenti sarannoimpegnati nella lettura a casa enella discussione in aula di trelibri di narrativa contemporaneaforniti dall’organizzazione; nellaseconda fase sono previsti treincontri collettivi degli studenticon ciascuno degli autori; la fasefinale, infine, con la votazione ela premiazione del libro preferitodagli studenti, si terrà nel corsodi una manifestazione pubblicanel parco San Gaetano Errico,con la partecipazione di artistidel quartiere. Il progetto è direttoda Salvatore Testa e coordinatoda Tonia Morgani e BeatriceTessitore.Nel corso della manifestazione ipromotori si prefiggono dicostituire una giuria tecnicaformata da dirigenti delle seiscuole per pervenire allaindicazione dei titoli da adottarequali libri di lettura per tutte leterze medie e le prime classidell’istituto superiore nell’annoscolastico 2014-15, in modo dapoter costituire una platea piùampia di lettori da coinvolgerenella seconda edizione dellamanifestazione.I libri scelti dagli organizzatoriper la prima edizione di Self-Secondigliano libro festivalsono: “Cuore di Napoli” diMarcello D’Orta; “I sogni sonodesideri (dei bambini diScampia)” a cura di PaoloChiariello, “Benvenuti in casaEsposito” di Pino Imperatore.

Associazione Quartieri Spagnoli, Pio Monte della Misericordia e Istituto comprensivo D’Aosta-Scura insieme per i ragazzi

che rischiano di abbandonare la scuola

Un antico mestiere per costruire il futuro

di Elena Scarici

Ai Quartieri Spagnoli solo il cinqueper cento dei ragazzi che frequentano lascuola arriva alle superiori.

La fase più critica dell’abbandonoscolastico è alle medie. Parte da questodato il progetto Scuolavoro (un’unicaparola per sottolinearne la stretta corre-lazione) presentato da associazioneQuartieri Spagnoli, Pio Monte dellaMisericordia e Istituto comprensivoD’Aosta-Scura. Prima a Napoli e fra leprime in Italia, l’iniziativa consente airagazzi dell’Istituto (diciamo quelli piùdifficili), di età compresa fra i 12 e 15 an-ni, di svolgere, due volte a settimana, inorario scolastico, attività laboratorialipresso la Casa di arti e mestieri (350 me-tri quadri gestiti dall’associazione “ARuota Libera”) del Pio Monte dellaMisericordia. «Nella nostra casa – haspiegato il responsabile dell’associazio-

ne “A Ruota Libera”, Luca Trapanese -offriamo ai ragazzi la possibilità di im-parare un mestiere e nello stesso tempocerchiamo di non far morire gli antichimestieri di una volta che hanno resogrande il nome degli artigiani napoleta-ni e che ora purtroppo tendono a scom-parire».

I laboratori offerti ai ragazzi deiQuartieri sono sartoria, restauro, rici-clo, mosaico, cucina. «Non tutti i ragaz-zi hanno le stesse attitudini – ha detto ildirigente della D’Aosta.-Scura, EugenioTipaldi, con questa iniziativa tendiamoa recuperare la loro intelligenza ma-nuale.

Spesso i ragazzi abbandonano lascuola perchè non hanno tanta voglia distudiare, ma soprattutto perchè non sioffre loro una’alternativa concreta, di-versa».

Gli studenti sono seguiti dall’asso-ciazione Quartieri Spagnoli che daquindici anni lavora sul territorio.

«Ai Quartieri i bambini vivono in ca-se strette e in vicoli stretti, per questo lascuola gli sta stretta - ha spiegato l’idea-tore del progetto Mimmo Garritani - equindi tendono a rifiutarla, a chiudersi,come i ricci. Per entrare nel loro cuoreti devi pungere».

Il progetto ha trovato il sostegno fi-nanziario del Pio Monte dellaMisericordia, «perchè siamo convinti -ha precisato il governatore del settorebeneficenza Angela de Goyzueta - che lascuola da sola non ce la può fare.

La forza di questo progetto che spe-riamo di estendere anche ad altri staproprio nella sinergia fra diversi sogget-ti».

CittàNuova Stagione 13 ottobre 2013 • 13

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati non si restituiscono

Al Dianarivive il mitodiCarosonedi Rosanna Borzillo

Il mito di Carosone rive al teatroDiana, attraverso la voce e ilpianoforte di Sal Da Vinci. Dal10 al 27 ottobre, grazie alsignificativo contributomusicale e storico di FedericoVacalabre, biografo ufficiale diCarosone, Sal Da Vinci portasulle scene del teatro del Vomeroil maestro tanto amato dainapoletani, con una nuova vesteadatta ai tempi. Sul palco delteatro un grande pianoforte chefa da pavimento delle scene masi trasforma anche in schermoper i video. Il pretesto del musical“Carosone, l’americano diNapoli” è la scommessa di ungiornalista che vuole girare unafiction su Carosone: da qui partelo spettacolo che offrel’opportunità di raccontare lavita e le musiche dell’artistanapoletano. «Un viaggio straordinarionell’universo-Carosone – spiegaSal Da Vinci – un artista cheresta unico e inimitabile. Noi cisiamo umilmente avvicinati allasua arte e abbiamo usato la suamusica portando allegria neinostri cuori e provando atrasferirla al pubblico». La regia di Fabrizio Bancale, gliarrangiamenti di LorenzoHengheller, i remix di GranstaMsv, le coeregarafie diFerdinando Arenella, lescenografie di MassimilianoPinto sono ponti lanciati tra ilpassato ed il futuro, la nostalgiae la capacità di reinventare leproprie radici. Una compagniagiovanissima, con band e dj inscena e corpo di balloelectroswing, porta in scena lastoria del più moderno deimusicisti italiani, dei suoicomplici Gegè Di Giacomo ePeter Van Wood, del suo amicoFred Buscaglione, di sex symbole maggiorati di altri tempi comeMaruzzella, impersonata dallanapoletana Claudia Letizia cheincarnerà la bellezza degli anni’50. Il tutto tra filmati di ieri edi oggi,scenografie digitali, suonivintage e remix. «Un musical verace – commentaVacalebre – ma internazionaleperché costruito intorno allegrandi canzoni napoletani conuna band dal vivo». Nellospettacolo anche contributi-video di Fiorello, Pino Daniele,John Tuturro Carlo Verdone,«per ricordare – come hacommentato Vacalebre – chesiamo tutti carosoniani». Il pubblico potrà ascoltare eapprezzare le canzoni piùfamose del maestro , tra cui:“Torero”, “Tu vuò fa’l’americano”, “Caravan petrol”,“”O saracino”, “Giuvanne cu ‘achitarra”.

Concerto per la Festa di San Girolamo

nell’Anno della Fede

“Maria nellafamiglia” alla Chiesa

deiGirolaminiLa Messa “Saeculorum Amen” di Francisco

Guerrero, autore del 16° secolo e massimo espo-nente della polifonia sacra spagnola, alla primaassoluta nell’esecuzione in tempi moderni, è statoil momento culminante del concerto spirituale“Maria nella famiglia” tenutisi il 30 settembre, co-me ogni anno in occasione della festa di SanGirolamo, presso la Chiesa dei Girolamini.

Il concerto, tenuto dall’ensemble dei “Solistidei Girolamini”, si è sviluppato lungo un percor-so, che nelle eccellenze della musica spirituale, dalrinascimento napoletano al settecento, ha cercatoi momenti salienti della vita di Maria, dalla nasci-ta all’Annunciazione, dal concepimento al parto,e fino allo smarrimento e ritrovamento di Gesù nelTempio di Gerusalemme per evidenziare il ruolodella Madonna prima quale figlia, poi come spo-sa, madre ed educatrice.

Si sono quindi ascoltate composizioni diRadesca, Kodaly e padre Soto, senza dimenticarel’Ave Maria di Arcadelt e la famosa Pia Querela diIsorelli che sono stati i momenti salienti del con-certo.

Il percorso, sviluppato dalla soprano EllidaBasso, direttrice dell’ensemble, e da don LuigiCastiello, rettore della chiesa, appositamente perl’Anno della Fede, è stato molto apprezzato dal va-sto pubblico di appassionati e fedeli, che hannoaffollato i banchi e le navate della grande chiesabarocca, e i Solisti dei Girolamini, giovani profes-sionisti del canto lirico, tra i maggiori del genereche attualmente esprime la città di Napoli, che siriuniscono solo per cantare in questa chiesa, sonostati lungamente, e ripetutamente, applauditi nonsolo per la capacità canora ma anche per la espres-sione emotiva di ogni brano.

Il percorso storico e spirituale del concerto èstato commentato da don Luigi Castiello, con at-tenzione ai riferimenti evangelici di ogni brano,evidenziando la presenza di Maria come punto diriferimento della Sacra Famiglia ma anche cometestimonianza a cui guardare per tutte le famiglie.

Il concerto si è tenuto con la fattiva collabora-zione della Delegazione di Napoli e dellaCampania del Sacro Militare OrdineCostantiniano di San Giorgio, di cui erano presen-ti molti esponenti, e del personale del MonumentoNazionale dei Girolamini.

Al termine, i Solisti dei Girolamini, dopo l’ese-cuzione del “Tu es Petrus” di Tomás Luis deVictoria, in omaggio a Papa Francesco per l’Annodella Fede, hanno promesso che nuovamente tor-neranno a cantare insieme per un concerto nata-lizio e la notizia ha riscosso grande attenzione edinteresse nel pubblico presente.

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Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

A scuola di giornalismo

Premio Capri – San Michele

A Raffaele Bussi il riconoscimento

per la critica letterariaRaffaele Bussi è il vincitore della trentesima edizione del premio “Capri-San Michele”

per la sezione “Critica letteraria” con l’opera “I picari di Maffeo” edita dall’editore NicolaLongobardi. La giuria presieduta da Francesco Paolo Casavola e composta da GraziaBottiglieri Rizzo, Ermanno Corsi, Vincenzo De Gregorio, Marta Murzi Saraceno, LorenzoOrnaghi e Raffaele Vacca ha motivato l’assegnazione del premio ritenendo l’opera di Bussidedicata al filone picaresco, ovvero al bisogno di dare senso e valore all’esistenza, che siritrova nei racconti, nei romanzi, nelle biografie e nei resoconti di viaggio di PasqualeMaffeo che Bussi considera scrittore completo tra i grandi narratori viventi.

«Ciò anche per l’originalissima prosa – si legge nella motivazione – per l’attualità delletematiche proposte e per la capacità di legare la propria memoria a quella degli altri. In que-st’opera, parlando di Maffeo e mettendo, fra l’altro, in luce il suo soffermarsi sulla condizio-ne umana, sulla realtà, sulla coscienza, sul desiderio di vita e di fede, Raffaele Bussi descri-ve la situazione della letteratura del nostro tempo. In particolare la situazione dell’editoria,dello scrittore e della critica, mettendo in evidenza quello che esse sono e quello che dovreb-bero essere. Bussi ricorda anche che compito della narrativa deve essere quel locassimo pla-netario che è proprio anche dello stesso “Premio Capri-San Michele” e che è indicato nel suostesso nome».

Dopo “Guarire dalla corruzione” di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, vincitoredella trentesima edizione del Premio, gli altri vincitori sono Luis Antonio Gokim Tagle,Arcivescovo di Manila, con “Gente di Pasqua”, Damiano Palano con “Partito”, lo statuni-tense Charles Sabel con “Esperimenti di nuova democrazia”, Silvano Petrosino con“Elogio dell’uomo economico”, Giovanni Uggeri con “In Turchia sulle orme di Paolo”,Giovanni Fichera con “Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi?”, mentre aSant’Agostino è andato il Premio d’onore per “I sermoni di Erfurt”, il premio giornalisti-co Italo De Feo a Roberto Righetto, responsabile delle pagine culturali di “Avvenire” e ilPremio Axel Munthe alla sezione Tutela del Patrimonio culturale del Comando dell’Armadei Carabinieri.

Dieci borse di studio da cinquemila eu-ro finanziate dalla Fondazione “Roma-Mediterraneo” e dal Premio GiancarloSiani: è questa la novità del sesto bienniodella Scuola di Giornalismo “Suor OrsolaBenincasa”, nata nel 2003 come primascuola di giornalismo del Mezzogiorno pe-ninsulare e pronta a festeggiare quest’annoil decennale di attività.

Sono aperte le domande di iscrizione (ilbando è su www.unisob.na.it/giornalismo)ad un percorso formativo di due anni cheabilita gli allievi a sostenere l’esame diStato per l’accesso all’albo dei giornalistiprofessionisti.

Alla direzione della Scuola, insieme conLucio d’Alessandro, Rettore dell’UniversitàSuor Orsola Benincasa, c’è fin dal 2003Paolo Mieli, che non ha rinunciato a questoruolo neanche nel corso del suo secondoperiodo di direzione del “Corriere dellaSera”. Oltre che su Mieli, il Master conta suun prestigioso condirettore giornalista co-me Pier Luigi Camilli, già vicedirettore del-le Testate giornalistiche regionali Rai e dasempre docente-coordinatore della Scuoladi Giornalismo dell’Università SuorOrsola.

I laboratori sono condotti da alcuni deipiù illustri giornalisti del panorama edito-riale italiano, a cui si aggiungono quattrogiornalisti professionisti coordinatori diredazione che seguono gli allievi giorno pergiorno. Tra le tante attività c’è un laborato-rio di dizione permanente per il giornali-smo radiotelevisivo.

Soltanto nell’ultimo anno accademicotra gli allievi della Scuola di Giornalismo“Suor Orsola Benincasa” ci sono stati i vin-citori del “Premio Ansa - ProfessioneReporter”, del “Premio Giancarlo Siani”,del “Premio Lorenzo Perrone: informare èprevenire”, del “Premio IschiaInternazionale di Giornalismo” e della pri-ma edizione del Premio “Formazione perl’informazione” indetto dal ConsiglioNazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

La redazione della scuola è strutturatacon un’area per le postazioni computer(ciascun allievo ha una postazione perso-nale collegata ad internet ed al sistema edi-toriale che genera il giornale cartaceo delMaster), un’ampia area destinata esclusi-vamente al montaggio dei servizi radio-tved alla registrazione dei testi in cabina in-sonorizzata, una sala riunioni e un set perle riprese televisive in studio.

Le lezioni frontali sono dedicate allapreparazione teorica del lavoro giornalisti-co ma anche alle materie indispensabili peraffrontare la professione come il diritto, l’e-conomia e la storia.

Durante il biennio si svolgono stage diformazione presso testate giornalistiche dirilievo nazionale (Rai, Mediaset, Sky Sporte Skytg24, Gruppo Editoriale L’Espresso,Gruppo Rcs, Ansa, Agi, Il Sole 24 Ore, IlMattino, La Nazione, Gruppo Riffeser,Gruppo Mondadori, Gruppo Class) od an-che presso gli Uffici Stampa di enti pubbli-ci ed importanti aziende private.

Le inchieste collettive della Scuola diGiornalismo pubblicate nella collana “ILibri di Desk”, sono indagini storico-gior-nalistiche proposte da Paolo Mieli per il se-condo anno di ogni biennio come “tesi dispecializzazione” e composte dai contribu-ti di tutti gli allievi con la supervisione diPaolo Mieli.

Provincia Nuova Stagione14 • 13 ottobre 2013

Parrocchie Sant’Antonioa Portici e Santa Maria a Pugliano in Ercolano

Le reliquiedel Papatra noiDal 22 al 29 settembre lecomunità parrocchialiSant’Antonio di Padova al RioneSapio in Portici e Santa Maria aPugliano in Ercolano hannoospitato il Reliquiariocontenente il Sangue di PapaGiovanni Paolo IIDomenica 22, proveniente dallaParrocchia Sacro Cuore aCappella Bianchini in Torre delGreco, con una SolenneConcelebrazione presieduta dadon Giuseppe Sorrentino econcelebrata dal parroco donGiorgio Cozzolino e da don CiroCastello, il Reliquiario è statoconsegnato alla parrocchiaSant’Antonio al Rione Sapio. Grande l’entusiasmo e lo stile diaccoglienza, curato nei minimidettagli anche grazie all’Unitalsidi Torre del Greco, alle Forzedell’Ordine e al CollegioLiturgico della parrocchiaaccogliente. Nei giorni successivi si sonoavvicendate visite prenotate: dasegnalare l’Ordine Equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme,la stessa Unitalsi di Torre delGreco, l’associazione “Sollievo”di Ercolano, la ScuolaElementare “Giampaglia” diErcolano, l’istituto “Comes” diPortici. Mercoledi 25 e giovedi26 il Reliquiario è stato ospitatopresso la Basilica di SantaMaria a Pugliano in Ercolano inuna riconfermata continuaamicizia con la parrocchia diSant’Antonio. La Celebrazione Eucaristica del25 è stata presieduta da donAndrea De Luca e il 26 da Mons.Raffaele Falco. Entrambi hannopresentato il Beato come figurada imitare, sia come uomo ecome cristiano, in modoparticolare nella sofferenza.Domenica 29 nella parrocchia diSant’Antonio di Padova al RioneSapio ha presieduto laCelebrazione Eucaristica S. E.Mons. Lucio Lemmo, VescovoAusiliare di Napoli che haincoraggiato tutti a proseguirenell’amore di Dio nella sobrietà elinearità di vita sull’esempio diGiovanni Paolo II. Al termine della celebrazione, ladelegazione ufficialeparrocchiale, guidata da donGiorgio Cozzolino, il Reliquiarioè stato consegnato allaparrocchia dell’Immacolata diPolistena, provincia di ReggioCalabria, ricevuti dalla calorosaaccoglienza tipica dei calabresi. Doverosi ringraziamenti vannoall’Unitalsi di Torre del Greco, aiCavalieri dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro diGerusalemme, alla Guardia diFinanza di Portici, alla Polizia diStato di Portici, ai Carabinieri diPortici ed Ercolano, alla PoliziaMunicipale di Portici e allaPolizia Locale di Ercolano.Giovanni Paolo II, ormai nellagloria di Dio, ci accompagni.

L’Arcivescovo Becciu a Pompei per la Supplica alla Madonna delRosario, ha invitato i fedeli a dare testimonianza della santità

«Come Maria, diventiamodiscepoli credibili di Gesù»

Papa Francesco, nell’Angelus, si è unito alla preghiera di Pompei

«Ognuno di noi, peccatori, possiamoguardare con speranza a Maria, la senzapeccato e la tutta santa, credendo che, comeLei, siamo stati “scelti prima della creazio-ne del mondo, per essere santi e immacola-ti”». Lo ha detto il 6 ottobrescorso, sul sa-grato del Santuario di Pompei,l’Arcivescovo mons. Giovanni AngeloBecciu, Sostituto per gli Affari Generalidella Segreteria di Stato, che ha presiedu-to la solenne concelebrazione Eucaristicadella prima domenica di ottobre, cui è se-guita la recita della Supplica allaMadonna del Rosario.

Il presule ha esortato a vivere nell’imi-tazione di Maria cercando la santità senzaritenerla un obiettivo impossibile:«Sembrerebbe – ha spiegato – una vocazio-ne troppo grande, essere santi e immacola-ti, come Maria. Eppure possiamo attuare lanostra vocazione, basterà fare come lei:metterci in ascolto del Signore e risponderealla sua chiamata». L’imitazione di Mariasi concretizza nel porsi in ascolto di Dio enel realizzare la sua volontà: «Non è unsemplice “udire”, un udire superficiale, maè l’“ascolto” fatto di attenzione, di acco-glienza, di disponibilità verso Dio. Non è ilmodo distratto con cui a volte noi ci mettia-

mo di fronte al Signore o agli altri: udiamole parole, ma non ascoltiamo veramente.Maria è attenta a Dio, ascolta Dio».

Ad accogliere l’Arcivescovo Becciu,mons. Tommaso Caputo, Pastore dellaChiesa pompeiana, che, nel suo saluto, haribadito la vocazione di Pompei, «città del-la carità, carità operosa e sempre nuova, at-tenta alle nuove povertà e pronta a rinnova-re attività ed iniziative, seguendo i bisognidella società, ma sempre uguale nello spiri-to e nella dedizione che, aprendo le porte dicasa, spalanca quelle del cuore, secondo ilcarisma di Bartolo Longo».

A sottolineare il legame tra la Chiesa eMaria, la presenza di cinque arcivescoviconcelebranti: Orazio Piazza di SessaAurunca, Mario Milano emerito di Aversa,Felice Cece, emerito di Sorrento-Castellammare, e i nunzi apostolici LuigiTravaglino e Antonio Franco.

Al termine della Supplica di quest’an-no, i fedeli hanno potuto ascoltare, grazieal maxischermo installato in PiazzaBartolo Longo, le parole di PapaFrancesco nel suo Angelus domenicale. IlSanto Padre, unendosi spiritualmente aPompei, ha rimarcato la necessità dell’e-sempio personale di fedeltà al Vangelo:

«Ognuno di noi, nella propria vita di ognigiorno, può dare testimonianza a Cristo,con la forza di Dio, la forza della fede. E co-me attingiamo questa forza? La attingiamoda Dio nella preghiera. Ottobre è anche ilmese del Rosario, e in questa prima dome-nica è tradizione recitare la Supplica allaMadonna di Pompei, la Beata VergineMaria del Santo Rosario. Ci uniamo spiri-tualmente a questo atto di fiducia nella no-stra Madre, e riceviamo dalle sue mani lacorona del Rosario: è una scuola di preghie-ra, una scuola di fede!».

Grazie alle emittenti televisive Napoli-Canale 21 e TV2000, che hanno seguitol’intera celebrazione in diretta, tanti devo-ti hanno potuto seguire la celebrazionedella Messa e della Supplica, unendosi al-le migliaia di fedeli presenti in PiazzaBartolo Longo, nonostante un cielo moltonuvoloso e minaccioso che, nel corso del-la celebrazione, si è schiarito lasciandoposto al sole.

Preziosa la presenza delle associazionidi volontariato che hanno reso possibile labuona riuscita dell’evento, che ha visto an-che la partecipazione di numerose auto-rità civili e militari.

Parrocchia di San Michele Arcangelo alle Salicelle

La solidarietà come stile di impegnodi Margherita De Rosa

In occasione della festività di san Michele Arcangelo, la parroc-chia intitolata al Santo, sita nel rione Salicelle di Afragola e guidatada padre Ciro Nazzaro, ha disposto diversi momenti di preghiera edi fraternità, in preparazione alla solennità del 29 Settembre.Venerdì 27, a seguito della recita del Santo Rosario e della celebra-zione della Messa, è stato proiettato il cortometraggio “ La strada diRaffael”, opera su cui vale la pena spendere qualche parola: direttodal regista napoletano Alessandro Falco, il film è stato insignito diben tre riconoscimenti di livello internazionale, lo scorso maggio,infatti, gli è stato tributato il premio DocumentaMadrid, il Festivalinternazionale del documentario, svoltosi nella capitale spagnola;anche al Festival Genovafilmfestival il cortometraggio è stato ogget-to di numerosi apprezzamenti, mentre al Fastival di Locarno al re-gista è stato conferito il premio riservato ai giovani autori; inoltre,la giuria dello stesso Festival ha candidato l’opera agli EuropeanFilm Arwards, vale a dire gli oscar del cinema europeo. La trama èincentrata sulla vicenda di Raffael ed Adama, due bimbi di periferia,costretti ad una vita dura e, certamente, né a misura d’uomo né, tan-to meno, di bambino… ciò, tuttavia, non impedisce a Raffael di col-tivare un sogno: possedere una casa con giardino, visto che di caseegli non ne ha affatto…

Straordinari gli interpreti, scelti dal regista lungo il palcoscenicoreale della strada, quindi non attori professionisti ma comunque ef-

ficacissimi nelle loro performances. La decisione di proiettare il filmin questione nell’ambito dei festeggiamenti parrocchiali è indicati-va di una forte attenzione al sociale ed al diffuso disagio di una zo-na delicata e complessa ma, nel contempo, ricchissima di umanità,qual è quella del rione Salicelle, in cui opera fattivamente la comu-nità di san Michele Arcangelo. Un altro segno tangibile di tale inci-sività è la collaborazione della parrocchia con la cooperativa socia-le “Betania Onlus”, grazie al cui contributo sarà allestita in zona unaparafarmacia, la cui inaugurazione è imminente.

Per quanto riguarda le altre iniziative legate alla festività, sem-pre il giorno 27, si è svolto lo spettacolo musicale “ Arta nost”, uncammino procedente dalla tradizione dei canti popolari culminan-te poi nei nuovi linguaggi musicali; sabato 28, sempre a suggello deimomenti di spiritualità, si è tenuto il concerto dell’associazione mu-sicale “Cantate Domino”; ulteriori spazi di animazione e di fraternacondivisione hanno fatto sì che la giornata del 29 settembre si con-cludesse nel segno della gioia, della preghiera e della speranza, a te-stimonianza della grande fede di un quartiere spesso stigmatizzatoe che invece ha tanto da dare e da insegnare, in quanto ad umanitàe senso di solidarietà, a ciascuno di noi e se questa è una realtà spe-rimentabile da tutti, il merito va tributato all’intera comunità di SanMichele Arcangelo, ai suoi operatori pastorali ed alla saggia e pater-na guida di padre Ciro Nazzaro.

Santa Teresa d’AvilaDottore della Chiesa – 15 ottobre

Riformatrice del Carmelo, Madre delle Carmelitane Scalze e dei Carmelitani Scalzie Dottore della Chiesa: prima donna, insieme a Santa Caterina da Siena, ad ottenere ta-le titolo; nata ad Avila (Vecchia Castiglia, Spagna) il 28 marzo 1515; morta ad Alba deTormes (Salamanca) il 4 ottobre 1582; beatificazione nel 1614, canonizzazione nel 1622;festa il 15 ottobre.

Teresa è tra le massime figure della mistica cattolica di tutti i tempi. Le sue opere -specialmente le quattro più note (Vita, Cammino di perfezione, Mansioni e Fondazioni)- insieme a notizie di ordine storico, contengono una dottrina che abbraccia tutta la vi-ta dell’anima, dai primi passi sino all’intimità con Dio al centro del Castello Interiore.L’Epistolario, poi, ce la mostra alle prese con i problemi più svariati di ogni giorno e diogni circostanza. La sua dottrina sull’unione dell’anima con Dio è sulla linea di quelladel Carmelo che l’ha preceduta e che lei stessa ha contribuito in modo notevole ad ar-ricchire, e che ha trasmesso non solo ai confratelli, figli e figlie spirituali, ma a tutta laChiesa, per il cui servizio non badò a fatiche. Morendo la sua gioia fu poter affermare:«muoio figlia della Chiesa».

Santa Margherita Maria Alacoque Vergine – 16 ottobre

Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattuttoperché dovette vincere la resistenza dei genitori per entrare, a ventiquattro anni,neII’Ordine della Visitazione, fondato da San Francesco di Sales. Margherita, diventa-ta suor Maria, restò venti anni tra le Visitandine, e fin dall’inizio si offrì “vittima al Cuoredi Gesù”. Fu incompresa dalle consorelle, malgiudicata dai superiori. Anche i direttorispirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una fanatica visionaria. Il beatoClaudio La Colombière divenne preziosa guida della mistica suora della Visitazione, or-dinandole di narrare, nell’autobiografia, le sue esperienze ascetiche.

La memoria di Santa Margherita Maria Alacoque è legata alla diffusione della devo-zione del Sacro Cuore, una devozione tipica dei tempi moderni. Per ispirazione dellaSanta, nacque così la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica pia dei primi NoveVenerdì del mese.

San Luca Evangelista – 18 ottobre

Figlio di pagani, Luca appartiene alla seconda generazione cristiana. Compagno e col-laboratore di San Paolo, che lo chiama «il caro medico», è soprattutto l’autore del terzoVangelo e degli Atti degli Apostoli. Al suo Vangelo premette due capitoli nei quali raccon-ta la nascita e l’infanzia di Gesù. In essi risalta la figura di Maria, la «serva del Signore,benedetta fra tutte le donne». Il cuore dell’opera, invece, è costituito da una serie di capi-toli che riportano la predicazione da Gesù tenuta nel viaggio ideale che lo porta dallaGalilea a Gerusalemme. Anche gli Atti degli Apostoli descrivono un viaggio: la progres-sione gloriosa del Vangelo da Gerusalemme all’Asia Minore, alla Grecia fino a Roma.

Protagonisti di questa impresa esaltante sono Pietro e Paolo. A un livello superioreil vero protagonista è lo Spirito Santo, che a Pentecoste scende sugli Apostoli e li guidanell’annuncio del Vangelo agli Ebrei e ai pagani. Da osservatore attento, Luca conoscele debolezze della comunità cristiana così come ha preso atto che la venuta del Signorenon è imminente. Dischiude dunque l’orizzonte storico della comunità cristiana, desti-nata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo. Secondo la tradizione,Luca morì martire a Patrasso in Grecia.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 13 ottobre 2013 • 15

Studentidispersi(sir) La storia della scuola

italiana racconta che per molti

anni, il primo problema

dell’Italia unita fu portare i

ragazzi a scuola. A cominciare

dalla seconda metà

dell’Ottocento, e certo passando

attraverso tensioni e attenzioni

molto diversificate, la battaglia

per la piena scolarizzazione è

stata lunga e difficile.

Oggi l’obbligo scolastico

raggiunge sostanzialmente tutti,

garantendo importanti

opportunità, ma di questi tutti,

la scuola italiana continua a

perderne alcuni per strada. È il

problema della dispersione

scolastica. Abbiamo portato sì

tutti i ragazzini nelle scuola, ma

alcuni di loro non riusciamo a

tenerli. Le rilevazioni del

ministero dicono che nell’anno

2011/2012 gli studenti a rischio

di abbandono risultano 3.409

nelle scuole secondarie inferiori

e 31.397 nelle scuole superiori.

Il rischio di abbandono riguarda

più il Sud che il Nord del Paese,

coinvolge più gli alunni maschi

delle femmine e gli stranieri più

degli italiani.

A livello europeo il problema

italiano risalta, poiché il nostro

Paese si colloca, per quanto

riguarda la dispersione, al

quart’ultimo posto nella

graduatoria dei ventotto Paesi

dell’Unione europea, subito

dopo il Portogallo.

Appare evidente la necessità di

rinforzare il sistema italiano e il

problema è ben noto. Esistono

molti progetti e ricerche sul

campo, sperimentazioni da Nord

a Sud per combattere la

dispersione, anche con risultati

significativi, incentrati spesso

sul raccordo scuola-lavoro.

L’importanza della questione è

rimbalzata anche recentemente

nel discorso del premier Letta

per chiedere la fiducia al Senato:

in un passaggio ha accennato

alla “grande battaglia contro la

dispersione scolastica”,

soprattutto al Sud, da vincere

perché “il reclutamento della

scuola batta il reclutamento

della strada”.

E qui emerge la posta in gioco:

la grande opportunità della

scuola in termini di prospettiva

per il futuro del Paese, dei

giovani. Di qui passa la

costruzione di un’Italia migliore.

Combattere la dispersione vuol

dire, una volta di più,

scommettere sulla “cura”, sulla

costruzione di socialità e

responsabilità, di cittadinanza.

Vuol dire combattere un

impoverimento del Paese anche

economico, se c’è chi ha

calcolato che la dispersione

costa in termini di Pil circa 70

miliardi l’anno.

13 ottobre: Ventottesima Domenica del Tempo Ordinario

La gratitudine2Re 5, 14-17; Sal 97; 2Tm 2, 8-13; Lc 17, 11-19

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Servire gli altriIl volume presenta tredici omelie del

Cardinale Jorge Mario Bergoglio. Si tratta dellaraccolta delle omelie pronunciatedall’Arcivescovo di Buenos Aires dal 1999 al 2004,durante le celebrazioni del 25 maggio, festa na-zionale argentina, nell’anniversario della forma-zione del primo governo autonomo, quandol’Argentina raggiunse l’indipendenza, nel 1810, edi quelle dettate ogni 7 agosto, dal 1999 al 2005,per la festa di San Gaetano, una tradizione reli-giosa radicata nel popolo argentino che ogni an-no, nella memoria liturgica di San Gaetano daThiene, vede sfilare migliaia di fedeli davanti lastatua del Santo, nel Santuario di San Cayetano,per baciare il vetro della nicchia che la contiene efarsi il segno della croce, chiedendo “pane e lavo-ro” per sé e per gli altri. Queste omelie, oltre allaspiegazione del Vangelo, affrontano anche i pro-blemi economici e sociali più drammatici speri-mentati dal popolo argentino.

Sull’esempio del buon Samaritano, Bergoglioinfine invita tutti, secondo le responsabilità diciascuno, a prendersi sulle spalle la patria inquanto non abbiamo diritto all’indifferenza e aldisinteresse o a voltarci dall’altra parte. Non pos-siamo passare oltre come fecero quelli della para-bola. Abbiamo responsabilità nei confronti del fe-rito che è la nazione e il suo popolo.Jorge Mario BergoglioServire gli altriEdizioni LEV 2013

Gesù e il lagoSi tratta di un dossier che presenta, sul piano

geografico e archeologico, le località del lago diTiberiade in cui Gesù esercitò una parte significa-tiva del suo ministero. Tiberiade e il suo sito ar-cheologico Har Haosher, la località delle “beatitu-dini”, i luoghi probabili delle moltiplicazioni deipani, Cafarnao con la casa di Pietro e la Chiesa delPrimato Corazin e Betsaida: queste le località vi-sitate e descritte negli interventi dei vari esperti. Autori variGesù e il lagoEdizioni Ldc 2013 Pagine: 64 – euro 9,80

L’uomo spirituale si sente sempre in de-bito con Dio, con l’umanità e con il creato.Niente è scontato nella sua vita. La parolache gli esce dal cuore con più frequenza è:Grazie!

«Sono un uomo di successo e non devoniente a nessuno. Tutto ciò che vedi è fruttodella mia fatica e del mio coraggio!».Così midiceva un uomo mentre mi mostrava la suafiorente azienda. Solo Dio, che è il creato-re di tutto e di tutti, non deve dire grazie anessuno! L’uomo non crea, ma fa le coseusando la materia prima. Per questo moti-vo, pur facendo cose belle ed utili, egli èsempre in debito con qualcuno.

La cuoca può fare una torta deliziosacon una sua ricetta, ma chi le ha dato la fa-rina, l’acqua, le uova, lo zucchero e tutto ilresto? L’uomo spirituale, nel gustare la tor-ta, non dimentica di ringraziare la cuocaper averla fatta, compresa la volontà e ca-pacità di fare, ma soprattutto non dimenti-ca di ringraziare il Creatore per quanto hadonato alla cuoca per fare la torta. Eccoperché l’uomo spirituale, davanti a unamensa imbandita, prima di consumare ilpasto, si raccoglie e, con cuore grato, bene-dice e ringrazia il Signore per il cibo che hachiesto e ricevuto.

L’uomo spirituale ha un cuore grato. Il

suo senso di gratitudine è commovente.Egli è consapevole che tutto quello che ènel mondo spirituale, e tutto quello che hanel mondo materiale, proviene da una solafonte: Dio. Per questo motivo il suo cuorenon si inorgoglisce nei momenti di succes-so, rimanendo umile e grato verso gli uo-mini grazie ai quali egli cresce nella cono-scenza, nel dono di sé e nell’uso proficuodei suoi carismi.

L’uomo spirituale non ama essere rin-graziato, perché, secondo la Parola delVangelo, si sente “servo inutile”. Egli donagratuitamente quello che gratuitamenteha ricevuto. Anche quando non viene rin-graziato e ricompensato, l’uomo spiritualenon smette di donarsi al prossimo e di ope-rare il bene. L’uomo spirituale ringrazia ilSignore in ogni tempo e per ogni cosa.Ogni avvenimento e ogni necessità diventamotivo di ringraziamento. Egli benedice ilSignore non solo per il giorno, ma ancheper la notte; non solo per il sole, ma ancheper la pioggia; non solo per i momenti digioia, ma anche per quelli di dolore; nonsolo per la salute, ma anche per la malattia.Per l’uomo spirituale tutto è grazia e tuttoconcorre al suo bene eterno.

L’uomo spirituale è quell’unico lebbro-so che, dopo essere stato guarito, ritorna

da Gesù Cristo per benedirlo e ringraziar-lo. Si ringrazia Dio soprattutto per la sal-vezza che ci ha donato in Gesù Cristo, cheè morto, è risorto ed è asceso al cielo perdonarci lo Spirito Santo, il dono per eccel-lenza che attesta ai nostri cuori che siamofigli di Dio. L’uomo spirituale esprime que-sta sua gratitudine partecipando assidua-mente all’Eucaristia domenicale. Quanticattolici partecipano assiduamenteall’Eucaristia domenicale? Sono pochi, an-zi, pochissimi.

A mio avviso la povertà economica si ve-rifica anche quando gli uomini dissacranoil giorno del Signore,che è il giorno del rin-graziamento. L’Eucaristia contiene edesprime le forme della preghiera di ringra-ziamento, di benedizione e di lode a DioPadre creatore, a Dio Figlio redentore e aDio Spirito santificatore. Dalla SantissimaTrinità discende «ogni dono perfetto» (Gc 1,17).

Ecco perché San Paolo spesso cominciae conclude le sue lettere con un’azione digrazie. «In ogni cosa rendete grazie, questainfatti è la volontà di Dio in Gesù Cristo ver-so di voi» (1 Ts 5, 18). «Perseverate nella pre-ghiera e vegliate in essa, rendendo grazie»(Col 4, 2).

Lorenzo Montecalvo sdv

Nuova Stagione16 • 13 ottobre 2013

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