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N. 27 • 17 luglio 2016 • 1,00 Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Lavoro e povertà Antonio Botta Giuseppe Buono Anna Maria Caiazzo Emanuele Chianese Gaetano Chiummo Enzo Cozzolino Sergio Curcio Antonietta De Candia Doriano Vincenzo De Luca Giuseppe Foria Vincenzo Formisano Leonardo Franzese Lorenzo Montecalvo Massimo Ricchiari Arthur Roche Antonio Rungi Elena Scarici Mariangela Tassielli Ciro Tufo Salvatore Vilardi Gli interventi XXII Capitolo Provinciale dei Frati Minori 2 Anche a Napoli l’esperienza di The Marriage Course 5 Il nuovo Prefazio di Santa Maria Maddalena 7 Siria, campagna Caritas, l’appello del Papa 10 L’associazione Fenderico per Ponticelli 13 Pubblicato l’”Archivio afragolese” 14 Crescenzio Card. Sepe Lavoro e povertà. Due facce della stessa medaglia. Due termini che sono espres- sione di una problematicità grave, al limite del dramma umano. Un binomio che sconvolge le coscienze. Due parametri che danno la cifra di una situazione preoc- cupante della quale la nostra Chiesa si fa portavoce, perché conosce il dissesto di tante famiglie e lo sconforto, che non poche volte finisce in depressione, di schiere di giovani, senza lavoro, senza prospettiva, senza futuro. a pagina 3 Il compito educativo nella famiglia Beltrame Quattrocchi 5 VITA DIOCESANA Le mense Caritas orari e giorni di apertura 2 VITA DIOCESANA L’Ucsi per i dieci anni di presenza a Napoli del Cardinale Sepe 11 CITTÀ Le esperienze degli oratori estivi in Diocesi 8 e 9 SPECIALE

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N. 27 • 17 luglio 2016 • € 1,00

Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Lavoro e povertà

Antonio Botta • Giuseppe BuonoAnna Maria Caiazzo • Emanuele Chianese

Gaetano Chiummo • Enzo Cozzolino • Sergio CurcioAntonietta De Candia • Doriano Vincenzo De Luca

Giuseppe Foria • Vincenzo Formisano Leonardo Franzese • Lorenzo Montecalvo

Massimo Ricchiari • Arthur Roche • Antonio Rungi Elena Scarici • Mariangela Tassielli

Ciro Tufo • Salvatore Vilardi

Gli interventiXXII Capitolo Provinciale dei Frati Minori 2

Anche a Napoli l’esperienza di The Marriage Course 5

Il nuovo Prefazio di Santa Maria Maddalena 7

Siria, campagna Caritas, l’appello del Papa 10

L’associazione Fenderico per Ponticelli 13

Pubblicato l’”Archivio afragolese” 14

Crescenzio Card. Sepe

Lavoro e povertà. Due facce della stessa medaglia. Due termini che sono espres-sione di una problematicità grave, al limite del dramma umano. Un binomio chesconvolge le coscienze. Due parametri che danno la cifra di una situazione preoc-cupante della quale la nostra Chiesa si fa portavoce, perché conosce il dissesto ditante famiglie e lo sconforto, che non poche volte finisce in depressione, di schieredi giovani, senza lavoro, senza prospettiva, senza futuro.

a pagina 3

Il compito educativonella famiglia

Beltrame Quattrocchi

5

VITA DIOCESANA

Le mense Caritasorari

e giorni di apertura

2

VITA DIOCESANA

L’Ucsi per i dieci anni di presenza a Napolidel Cardinale Sepe

11

CITTÀ

Le esperienze degli oratori estivi

in Diocesi

8 e 9

SPECIALE

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 17 luglio 2016

Cresimein

CattedraleLe prossime domeniche

in cui verrà conferita

la Cresima in Cattedrale

24 luglio11 settembre25 settembre

9 ottobre23 ottobre

6 novembre20 novembre4 dicembre18 dicembre

* * *

Chiusuraestiva uffici di CuriaSi rende note che tutti gliuffici della CuriaArcivescovile di Napolieffettueranno la chiusuraestiva da lunedì 8 a venerdì19 agosto.

Caritas Diocesana Napoli

Appuntamentoper i volontari

delle mense estiveCari referenti caritas parrocchiale, referenti delle mense e cari aspiranti volon-

tari alle mense estive: Pace e bene! Giovedì 21 luglio alle ore 20 ci incontriamo presso il Binario della Solidarietà

(via Taddeo da Sessa n 93) - Napoli per segnare le vostre disponibilità a collaborarecon le mense durante il mese di agosto. Vi assicuriamo che la riunione termineràper le 21 e pertanto vi chiediamo la puntualità alle ore 20 per tale incontro.

Nell’attesa di incontrarvi con gioia al Binario, si coglie l’occasione di porgere atutti i nostri più cari saluti ed i sentiti ringraziamenti. ��

Ecco di fianco il planning con gli orari e i giorni delle mense che rimarrannoaperte ad agosto grazie al sostegno Caritas.

Enzo CozzolinoDirettore Caritas Diocesana

XXII Capitolo Provincialedei Frati Minori

della Provincia Napoletanadel SS. Cuore di Gesù

I Frati Minori della Provincia Napoletana del SS. Cuore diGesù, riunitisi presso il Centro “Don Giustino” in Pianura – Napoli,hanno celebrato il proprio ventiduesimo Capitolo Provinciale dal27 giugno al 1° luglio.

Essi in Capitolo hanno riflettuto su come essere una fraternitàsinodale in uscita e Misericordiosa verso il Padre e sulle modalitàper annunciare con gioia il Vangelo, in modo particolare verso leperiferie, nel territorio napoletano, del Casertano e del bassoLazio.

Sono stati giorni di fraternità, di preghiera vissuta in comune,di verifica, di revisione e di programmazione.

Nel contempo i frati hanno eletto tra di loro anche quelli che peri prossimi sei anni saranno chiamati a svolgere il servizio dell’ani-mazione e dell’autorità all’interno della Provincia religiosa.

Essi sono: fra Carlo Maria D’Amodio, Ministro provinciale; fraAntonio Sannino, Vicario provinciale.

Affiancherà per il prossimo triennio, questi due fratelli unConsiglio (Definitorio) provinciale composto dai seguenti frati:

Fra Michele Santoro; Fra Vincenzo Palumbo; Fra GiuseppeSorrentino; Fra Adriano Pannozzo.

L’intero Capitolo si è svolto sotto la Presidenza di Fra LivioCrisci, rappresentante del Ministro Generale dell’Ordine.

Nel rendere grazie a Dio per il dono della fraternità, formulia-mo gli auguri ai fratelli chiamati a guidare il cammino della frater-nità provinciale ed auspichiamo che tutti i frati minori di Napolisappiano esprimere coerentemente, in questo nostro tempo, il ca-risma di San Francesco d’Assisi, per essere buoni testimoni delVangelo e della tenerezza del Padre Misericordioso.

Salvatore Vilardi, ofm.

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 17 luglio 2016 • 3

Lavoro e povertà@ Crescenzio Card. Sepe*

Lavoro e povertà. Due facce dellastessa medaglia. Due terminiche sono espressione di una

problematicità grave, al limite deldramma umano. Un binomio chesconvolge le coscienze. Due parame-tri che danno la cifra di una situazionepreoccupante della quale la nostraChiesa si fa portavoce, perché cono-sce il dissesto di tante famiglie e losconforto, che non poche volte finiscein depressione, di schiere di giovani,senza lavoro, senza prospettiva, senzafuturo.

Le statistiche ci dicono che, pur-troppo, cresce il numero dei senza-la-voro e parallelamente la povertà au-menta. C’è una correlazione che nonha bisogno del dato statistico per esse-re confermata. Ce lo dice la realtà chevediamo intorno a noi; ce lo dimostral’esperienza pastorale che ogni giornofacciamo come Chiesa sul territorio,nel rapporto con le famiglie e con igiovani.

Quotidianamente e costantementeun numero sempre maggiore di perso-ne bussa alle porte delle nostre parroc-chie, agli uffici della Caritas.

Sono clochard e immigrati? Nonsoltanto, perché a loro si accompagna-no piccoli nuclei familiari, pensionatie separati che non riescono a fronteg-giare le spese del vivere quotidiano. Sichiede di tutto: il latte per il piccino ap-pena nato; il farmaco per curare la tos-se o la bronchite; il grembiule e lo zai-netto per andare a scuola; il pagamen-to della bolletta dell’energia elettrica;l’aiuto per il fitto della casa, quandoc’é.

E i parroci cosa fanno? Fanno ov-viamente quello che possono, in rela-zione alle disponibilità, alle offerteche arrivano e alla carità misericor-diosa della Divina Provvidenza, men-tre sempre più mense vengono apertee si tengono attive anche d’estate.

Ma è evidente che così il sistemanon regge, non può reggere. Non ba-sta soddisfare la fame di pane o il fab-bisogno di cose essenziali per poterdire che viene riconosciuto e rispetta-to il diritto alla vita, il diritto ad una vi-ta dignitosa.

Occorre assicurare giustizia, giu-stizia sociale, quella che mette tuttinella condizione di esprimere la pro-pria vocazione, di esercitare la pro-

pria intelligenza, di concretizzare le pro-prie aspirazioni.

L’uomo si realizza pienamente quandodiventa parte attiva di una comunità so-ciale, quando concorre a costruire e ali-mentare un meccanismo di sviluppo civi-le ed economico. E questo è possibile sol-tanto quando vengono assicurate oppor-tunità di lavoro in senso lato, con l’inseri-mento nel mondo delle professioni, dellaricerca, della produzione.

Mentre si vedono vacillare e in tanti ca-si disgregare non poche famiglie, si stacorrendo il rischio che una generazione digiovani resta senza occupazione e, quindi,senza maturare un minimo di pensioneche permetta loro una serena vecchiaia.

Al di là delle oggettive difficoltà, allora,è colpa grave perdersi in mille beghe e nonassumere iniziative che diano risposte al-le legittime attese di padri e madri di fami-glia, di giovani, di professionisti.

La Chiesa non ha strumenti tecnici nécompetenze specifiche per trovare solu-zioni, ma ha il dovere morale di farsi por-tavoce delle sofferenze della gente e di ri-chiamare alle proprie responsabilità laclasse dirigente, a qualunque titolo e livel-lo.

Essa, peraltro, non manca di attivarestrumenti di sostegno e diincentivazione, che resta-no comunque di effetto li-mitato, rispetto ai qualisono indispensabili e ur-genti scelte più strutturalie proiettate nel tempo.Per questo la Chiesa si

rende disponibile come soggetto e parte diun ampio tavolo non di analisi, bensì di ri-flessione, di proposta e di scelte basatesulle risorse umane, naturali, vocazionalie finanziarie di cui si dispone.

Si tratta non di costruire castelli e ap-prontare piani faraonici e avveniristici,ma di restare con i piedi a terra, ragionan-do sulle potenzialità e fissando degliobiettivi a breve e a medio termine, quali-ficando e valorizzando quello che c’è, ed ètanto, in questa terra, in questo Meridione

che non è una entità omogenea, ma è lasomma di tante specificità accomuna-te da una precarietà strutturale e dauno sfruttamento storico che ha la-sciato incompleto e irrisolto la questio-ne sviluppo, ma soprattutto da una vo-lontà di riscatto e di protagonismo.

Non è più tollerabile, dunque, per-dere ancora del tempo. Basta! La fa-mosa espressione “Adda passà ‘a nut-tata” andava bene soltanto sulla scenadi “Napoli Milionaria” di Eduardo.Troppe notti sono passate sul palcosce-nico di Napoli, della Campania e delSud e la luce dell’alba sembra ancoraun punto lontano.

C’è un diritto Costituzionale al lavo-ro che va praticato, senza pensare ne-cessariamente alle industrie, ma coniniziative e progetti moderni comequella di Apple in questi giorni, comequella che viene dal rilancio del porto,come quelle, concrete e diverse, che sipossono avere dal turismo, dalla ric-chezza culturale, dalla ricerca, dall’ar-tigianato di qualità.

Il lavoro è necessario ed è anchepossibile! Lo si deve promuovere. Èquestione di buona volontà, di concre-tezza e di giustizia. Anche così si com-battono la camorra e la delinquenza.

*Arcivescovo Metropolita di NapoliPresidente della Conferenza

Episcopale Campana

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 17 luglio 2016

Comunità del Magnificat

TempidelloSpirito La Comunità del Magnificat èuna comunione di vitaecclesiale, composta da personeche vivono in stato di specialeconsacrazione a Dio.Questi i prossimi appuntamentidi spiritualità previsti per il2016. Dal pomeriggio di giovedì 25 almattino di martedì 30 agosto:“Liturgia delle Ore econtemplazione”.Dal pomeriggio di venerdì 7 almattino di mercoledì 12 ottobre:“Contemplazione nel SantoRosario”. Per la FamigliaMagnificat: dal pomeriggio dimercoledì 23 al mattino dilunedì 28 novembre: “Lacontemplazione nella FamigliaMagnificat”. Percorsi “di finesettimana”: da sabato 23 alunedì 25 aprile; da venerdì 24 adomenica 26 giugno; da venerdì23 a domenica 25 settembre.Per ulteriori informazioni eprenotazioni è possibile scriverealla Comunità del Magnificat –40048 Castel dell’Alpi (Bologna).Recapito telefonico:328.27.33.925. Indirizzo diposta elettronica:[email protected]

Le Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato verso il XIX Capitolo generale

Vivere la misericordiaÈ iniziato lo scorso 10 luglio, a Casoria, nel-

la Casa Madre delle Suore Vegs e si concludesabato 16 il corso di esercizi spirituali, in pre-parazione al XIX Capitolo generale ordinariodelle Suore Vittime Espiatrici di GesùSacramentato, fondate, a Casoria, da SantaMaria Cristina Brando, canonizzata il 17 mag-gio 2015 da Papa Francesco in Piazza SanPietro a Roma. A predicare gli esecizi spiritualialle 20 capitolari è padre Lionello Leidi, pas-sionista, ufficiale della CongregazionePontificia degli Istituti di Vita consacrata e so-cietà apostoliche. Il tema scelto dalle stessesuore per prepararsi al Capitolo generale, cheinizia sabato 16 luglio 2016, in concomitanzacon la festa della Madonna del Carmine, e ter-mina venerdì 22 luglio 2016, è la misericordia,in sintonia con l’anno giubilare. Sabato l’aper-tura ufficiale del Capitolo con la messa nellaChiesa Madre della Congregazione, alle ore17,30, presieduta da padre Antonio Rungi,passionista, già superiore provinciale dei pas-sionisti di Napoli e assistente spirituale delleSuore; poi nella cappella di Santa MariaCristina Brando la preghiera iniziale delCapitolo e l’invocazione dello Spirito Santo(Veni Creator).

In processione, le suore capitolari si reche-ranno nella sala, predisposta per tale evento edespleteranno gli atti formali: saluto dellaMadre Generale uscente, Madre Carla Di Meo,Lettura del messaggio del Cardinale Joao BrazDe Aviz, Prefetto della Congregazione dei reli-giosi; Lettura del messaggio del cardinale arci-vescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Il capitoloverrà moderato da padre Antonio Rungi, pas-sionista, teologo morale. Al capitolo generale,le suore si sono preparate con vari incontri e ri-spondendo ad un questionario predisposto dalConsiglio generale e da una commissione spe-cifica.

Dalle questioni indicate dalle religiose, èstato redatto l’Instrumentum laboris, dal qua-le le capitolari partiranno per elaborare la pro-

grammazione del prossimo sessennio 2016-2022. Nell’ambito dei lavori capitolari sonopreviste le varie relazioni, a partire da quelladella Madre Generale, Madre Carla Di Meo,delle quattro consigliere, delle religiose re-sponsabili dei vari uffici, soprattutto nel cam-po della formazione e della missione. Giovedì,21 luglio, nella mattinata, in base all’agendacapitolare, che dovrà essere approvata nellasessione di apertura del capitolo, è prevista l’e-lezione della Superiora generale e a seguire l’e-lezione delle quattro consigliere generali. Aguidare la Congregazione in questo sessennioè stata Madre Carla Di Meo, originaria delSannio, dopo la lunga esperienza di governo,di oltre 30 anni di Madre Gemma Imperatore,morta recentemente. In questo sessennio laCongregazione si è ampliata, ha aperto nuovecase in Italia e all’estero e recentemente inAfrica, nel Burkina Faso. Sempre nel sessennio2009-2015 la Congregazione ha avuto la gioiadi vedere la propria Madre fondatrice, Maria

Cristina Brando, elevata agli onori degli altari,con la canonizzazione dello scorso anno e di al-tri eventi importanti per la famiglia religiosa, ilcui carisma centrale è la vittimalità, cioè il do-no della propria vita per la riparazione alle of-fese alla santissima Eucaristia e alla dignità diogni persona umana.

Oltre che all’adorazione perpetua, le suoresi dedicano all’apostolato nella scuola, vicinoagli ammalati, nella parrocchia, nei santuari esoprattutto nell’animazione pastorale dei gio-vani e dei gruppi laicali. Aggregati all’istitutosono, infatti, gli adoratori e le adoratrici diGesù Sacramentato, che collaborano sistema-ticamente con le Suore nel mantenere vivo ilculto alla santissima Eucaristia nella messa ead di fuori della messa. Il capitolo generale af-fronterà le varie questioni che sono state indi-cate dalle religiose nella fase di indagine preli-minare, svolta con incontri comunitari e con larisposta ai questionari.

Antonio Rungi

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Vita DiocesanaNuova Stagione 17 luglio 2016 • 5

Anche a Napoli l’esperienza di The Marriage Course

Un misterogrande

Arriva anche a Napoli The Marriage Course delProgetto Mistero Grande (www.misterogrande.org).

È un corso in otto sessioni ideato da due coniugilondinesi per aiutare coppie sposate o non sposate arafforzare il proprio rapporto di coppia. Il corso ci haaiutati a crescere nella consapevolezza della nostraidentità sacramentale (gli sposi sono segno e ripresen-tazione di Gesù vivo) e della nostra missione cioè l’e-vangelizzazione. Facciamo esperienza che invitandoa casa le coppie di sposi (tre coppie previste per ognicena, una volta a settimana e per 8 serate) queste,hanno la possibilità di fare esperienza di Gesù, e nonattraverso parole, prediche e discorsi, ma attraversogesti di amore, di accoglienza, di ascolto. Questo aiu-ta innanzitutto noi a crescere nell’accoglienza e arafforzare la nostra unità di coppia.

Il TMC è un corso pratico, semplice, con un lin-guaggio accessibile a tutti, anche a non credenti, al-l’interno del quale viene gradualmente presentatal’importanza di «far entrare» Dio nel rapporto di cop-pia. Ogni incontro comincia con una cena e proseguecon la visione di un video. Nel corso del video sonoprevisti dei momenti di confronto e condivisionesempre e solo a livello di coppia, mai a livello di grup-po. Le cene si svolgono nelle case di coppie di sposi,in un’atmosfera intima, romantica e rilassante.

Il corso aiuta quindi a risvegliare e motivare lecoppie ospitanti nel loro essere dono a servizio dellaChiesa, con grandissimi frutti in termini di primaevangelizzazione per le coppie ospitate. Il TheMarriage Course funziona infatti particolarmentebene e risulta invitante per coppie lontane da percor-si di fede. E’ uno strumento che crea unità e ha comefondamento il fatto di voler “portare Gesù”.

Nelle prime sette cene (identiche in tutto il mon-do) si riflette e si propone un percorso di crescita nel-la relazione uomo-donna: costruire fondamenta soli-de, l’arte della comunicazione, risolvere i conflitti, lapotenza del perdono, la famiglia tra passato e presente,la bellezza della sessualità, l’amore in azione.

Nell’ottava cena dal titolo “il nome e il voltodell’Amore” proposta nel contesto cattolico, si an-nuncia la pienezza dell’amore umano realizzata daGesù, offrendo una prima introduzione al percorsosacramentale, in particolare per la Riconciliazione, ilMatrimonio e l’Eucaristia.

Questa ottava cena è stata “inventata” da DonRenzo Bonetti che dal 1995 al 2002 è stato Direttoredell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famigliadella Conferenza Episcopale Italiana. È lui l’ideatoredel Progetto Mistero Grande nel quale è inserito lostrumento del The Marriage Course.

Per noi è sempre bello aprire la nostra casa, pre-parare l’ambiente, la cena, la musica di sottofondo ela proiezione del video. Accogliere le tre coppie par-tecipanti fa in modo che tutti i partecipanti si trovinobene. Non facciamo discorsi o lezioni. Partecipiamoalla cena con le altre coppie e per molte che abbiamoospitato in casa nostra, il Marriage è stato motivo diripresa da tante situazioni di fatiche che si portavanodietro ed è stata una nuova “ripartenza” in coppia!

E’ uno strumento che avvicina tante coppie anchelontane dalla parrocchia ed è anche il pretesto per po-terle “avvicinare”. Tanti sacerdoti che abbiamo in-contrato in questi anni, hanno invitato tante lorocoppie a “imparare” questo strumento inserendolocome proposta per le coppie di sposi e quelle convi-venti.

Il week end di training del Marriage si terrà dal 23al 25 settembre 2016 a Meta di Sorrento, presso la ca-sa di spiritualità “Armida Barelli” località’ Alberi.

In questi due giorni le coppie di sposi avranno mo-do di conoscere da vicino il The Marriage Course, dicapirne i fondamenti teologici, di sperimentarlo nel-la pratica attraverso una cena di prova e di ricevere ilmateriale per poter partire con un corso pilota nelleproprie case. Il weekend è aperto anche a sacerdoti,religiosi e operatori nel campo della pastorale inte-ressati a conoscere e condividere questo efficacestrumento di evangelizzazione a favore del matrimo-nio e della famiglia.

Questo week end di training lo abbiamo presenta-to sabato 18 giugno all’incontro dei referenti dioce-sani della pastorale familiare alla presenza anche delvescovo ausiliare, mons. Lucio Lemmo.

Angelo e PatriziaCoppia ospitante del The Marriage Course

Il compito educativo nella famiglia Beltrame

Quando alla beata Maria Beltrame Quattrocchi vienechiesto di descrivere l’aria familiare che si respirava nella ca-sa di Via Depretis, così scrive: “serena, intellettuale, interes-sante, intima e riposante. Mai fatua, mai triste o pessimista.Vita animata sempre dalla gioia della conquista che portavacon se ogni minuto, con la gioia di stare insieme, sempre nuo-va.” E in effetti nella famiglia Beltrame, Luigi e Maria hannosaputo sempre creare un’atmosfera lieta e scherzosa, dove ilsenso dell’umorismo diventa collante necessario a sdramma-tizzare le inevitabili tensioni familiari, tensioni con cui ognifamiglia deve confrontarsi per imparare a vivere una vita re-lazionale sana e matura. Dove la gioia che vi si esprime nasceda una vita vera, costruita da persone vere, autentiche, nonperfette ma orientate verso mete alte, sostenute da un impe-gno quotidiano innaffiato dall’acqua limpida della speranza,senza lasciarsi inaridire da tristezza e da pessimismo; viteslanciate verso l’alto, vero l’Altro.

Sono genitori esigenti, le regole devono essere ottempera-te, non si fanno sconti a buon mercato, ma sanno essere an-che genitori rispettosi delle esigenze e aspirazioni dei figli.Non vengono risparmiati interventi correttivi, se necessari,ma sempre fatti con buon senso di ragione e non con asprepunizioni.

I figli vengono da subito educati ad un graduale senso diresponsabilità, accompagnato da un profondo senso del do-vere da cui imparare ad apprendere il senso più vero della li-bertà di coscienza e di scelta. La curiosità e l’inventiva perso-nale mai erano mortificate perché a tutti era data la possibi-lità di esprimersi e mettendo alla prova responsabilmente.

È questa l’aria pura che i quattro rampolli di casaBeltrame (Filippo, Fanny, Cesarino, Enrichetta) hanno respi-rato a pieni polmoni, un’aria che Luigi e Maria hanno saputoinsufflare educandoli alla libertà dei Figli di Dio, facendosiesempio e modello essi stessi, con una vita declinata nella co-stante disponibilità ai disegni divini, lasciandosi educare eprovocare dalla vita buona del Vangelo.

La parola educare viene dal latino: composto di “e” fuorie “duco” condurre. Guidare, condurre fuori, far crescere ematurare. Colto in questo senso il compito educativo, affida-to ai genitori, potremmo definirlo: l’arte di aiutare un bambi-no ad uscire da se stesso, superando il proprio egocentrismo

che tende a bloccare, a non far crescere le migliore energie in-site in ciascuno di noi.

Ed è proprio quello che hanno fatto i beati coniugi, attra-verso la loro capacità educativa, creando le condizioni perchéogni figlio potesse esprimere il meglio di sé, liberi di accon-discendere alle mozioni interiori dello Spirito, fugando pau-re e blocchi che producono una vita accartocciata su se stes-si.

Un’ educazione liberante è quella che tende alla realizza-zione del sé relazionale, fatto di dialogo, ascolto, esodo dall’ioper ritrovarlo arricchito nel noi. L’altro così, non è più l’infer-no, ma lo specchio in cui imparo a riconoscermi, a superar-mi, a crescere.

Il santo Padre Francesco scrivendo l’EsortazioneApostolica post-sinodale, sulla famiglia, “Amoris Laetita”, siprefigge di offrire : “una proposta per le famiglie cristiane, chele stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e amantenere un amore pieno di valori quali la GENEROSITA’,L’IMPEGNO, LA FEDELTA’ E LA PAZIENZA” (AL, 5).Continua, poi, più avanti : “La coppia che ama e genera la vitaè la vera “scultura” vivente capace di manifestare il Dio crea-tore e salvatore” (AL, 11).

La famiglia Beltrame è stata senz’altro questa “Sculturavivente” che usando lo scalpello della generosità, della fe-deltà, dell’impegno fattivo e della pazienza, ha saputo gene-rare nel cuore dei figli l’immagine indelebile del Dio creatoree salvatore, da essi poi, cercato e amato come l’Unico sommobene: tutti e quattro sceglieranno di vivere la propria esisten-za consacrandosi a Dio con i voti religiosi.

Con l’augurio che ogni famiglia cristiana, sull’esempio deiBeati Coniugi, non abdichi mai al grande e esaltante compitoeducativo di genitori cristiani, fidando sulle parole che ilSanto Padre Francesco ci ha consegnato nella suaEsortazione Apostolica: “Nella famiglia, Chiesa domestica,matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra lepersone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Trinità. Èqui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l’amore frater-no, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il cultodivino, la preghiera e l’offerta della propria vita” (AL, 86).

Leonardo Franzese Ofm Cap.Ministro Provinciale

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Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 17 luglio 2016

Dormireper stradaNel centro di Napoli il luogo piùfrequentato per dormire perstrada sono i portici dellaGalleria Principe di Napoli,soprattutto d’inverno, perdifendersi dal freddo. Vi trovanoriparo decine di persone. Siavvolgono in coperte dopo averpreparato il loro postocoprendolo con vari cartoni. Visono quelli abituati da anni aquesta vita e i nuovi arrivati. Perdiverso tempo il lato dei porticiadiacente a via Pessina è statooccupato da una donna cheaveva molta cura per il suo letto.Lo aggiustava con qualcosa disimile a un cuscino, con lelenzuola e la coperta. Passatauna certa ora del mattino, dopoessersi alzata, lo sistemava perbene, poi con una specie discopa puliva tutt’intorno. La sipoteva anche vedere nel letto,alzata per metà, a leggerequalche rivista, oppure mentre sipettinava o curava il viso. Avolte si guardava attornosmarrita; e ciò provocavaprofonda tristezza. Da temponon si è più vista. Gli altri ospiti, arrivata l’ora dialzarsi, accartocciano allameglio il loro letto, fatto dicartoni, coperte e altri panni, elo custodiscono in qualcheangolo appartato. I passanticercano di tenersi lontano dalcattivo odore. Passato l’inverno iportici si sfollano, rimangono inpochi. Molti di loro, quando iltempo lo permette, sitrasferiscono nei vicini giardinidi piazza Cavour. Sistemanoqualche cartone su di unapanchina, e dormono all’aperto.C’è un signore che preferiscesistemarsi sulle scale di unachiesa in via Costantinopoli, cheè adiacente ai portici. Sceglie loscalino più vicino alla portadella chiesa, si prepara ilgiaciglio, si distende, e mentre iltraffico scorre, legge qualcosaper propiziarsi il sonno. Sembranon risentire troppo della suasituazione; ha un aspettotranquillo e si veste in modonormale. Sono diversi anni chevive così. Tempo addietro vicinoalla scala della chiesa, unsacerdote gli parlava. Daqualche parola udita per casosembrava volesse offrirgli unasistemazione migliore: «Lo dicoper il vostro bene». Sulla stessa strada, sulle scale diun’altra chiesa, sempre sulloscalino più lontano dalla strada,si vede una coperta distesa checopre probabilmente unapersona. La certezza però si hasolo quando si vede una manofuoriuscire per un attimo dasotto alla coperta nel tentativo dicoprirsi meglio.Sono in tanti che dormono perstrada. Forse ce ne sarannoalcuni che magari vivono cosìper loro scelta, ma per quelli cheinvece vi sono costretti, permancanza di mezzi, leistituzioni, dovrebberointervenire per aiutarli. PapaFrancesco continuamentesottolinea che bisogna fare ditutto per non scartare nessuno.

Giuseppe Foria

Un fiume di luce e di amoreIl Cardinale Crescenzio Sepe al Centro “Ester” di Barra

di Massimo Ricchiari

La vocazione sacerdotale è espressione diuna tensione verso l’alto che congiunge laTerra ed il Cielo in un tenero abbraccio tra Dioe l’uomo, tra il creatore e le sue creature. E’ l’e-sperienza di una chiamata che si fa dono, co-me un dono prezioso è per la Chiesa di Napolila vocazione di Padre Adolfo Russo - Vicarioper la Cultura. In occasione della ricorrenzadel cinquantesimo anniversario dalla sua ordi-nazione sacerdotale, lo scorso 10 luglio, pressoVilla Spinelli, nel polmone verde del boscodell’Associazione Centro Ester di Barra, si è ce-lebrata una solenne liturgia, alla presenza diSua Eminenza Card. Crescenzio Sepe.

La celebrazione ha concluso un denso pro-gramma di iniziative che la comunità delCentro Ester ha organizzato per il suo Pastore:“Un fiume di luce e di amore”. A partire dalGiovedì Santo, giorno della istituzione dellaEucarestia e del sacerdozio, si sono susseguitinel corso degli ultimi mesi diversi appunta-menti di carattere sociale, culturale e religio-so. Tra questi un recital di giovanissimi delCentro Ester sul tema vocazionale “Volare lavita”, una conferenza a cura della PastoraleUniversitaria di Napoli dal titolo “Scom -mettere sull’umano: la sfida d’amore di un Diofolle”, la celebrazione dell’8 maggio animatadai ragazzi della banda di Barra del progetto“Canta, suona e cammina” a cura della Scabece della Fondazione Fare Chiesa e Città - di cuiPadre Adolfo è presidente - ed il concerto deiSancarlini. Icona del programma una immagi-ne assai cara a Padre Adolfo Russo: “LaCattedrale” di Auguste Rodin, due mani inmarmo che raffigurano la relazione di cura colprossimo che la Chiesa è chiamata ad incarna-re.

A coronare questo percorso, la celebrazio-ne del 10 luglio con l’intervento dell’Arci -

vescovo di Napoli. “Avere un teologo come donAdolfo Russo è un vanto per la Chiesa diNapoli; ha scritto tanti libri importanti di teo-logia, ma anche di argomento filosofico, bioe-tico, cristologico e sul dialogo interreligioso. E’stato Rettore della Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale - Sezione San Tommasoe ha ricoperto tanti incarichi importanti. Masicuramente Il Centro Ester di Barra è il più bellibro che abbia scritto nella sua missione, apartire da quel lontano 1978. Cristo cin-quant’anni fa si è incarnato nella sua vocazionesacerdotale. Peccato averlo conosciuto un po’tardi. La Chiesa di Napoli non ha bisogno dinumerosi sacerdoti, ma di sacerdoti santi.Pregate per i sacerdoti e per Padre Adolfo, sem-pre”, ha concluso il Cardinale Sepe. “I sacerdo-ti hanno bisogno delle vostre preghiere”.

Tra gli impegni recenti di Padre AdolfoRusso ricordiamo l’attività al MuseoDiocesano di Napoli, che dirige, le note delle

bande musicali di ragazzini di periferia delprogetto “Canta, suona e cammina”, i concertie le performance artistiche nei luoghi sacri diNapoli per raccontarne la bellezza e la storia,le iniziative per San Gennaro e la sua icona dicarità, il calcio di strada per i ragazzi delle par-rocchie con il progetto “Tutoring - Arriap”, lacollaborazione con gli Amici dei Musei per laconoscenza dei siti archeologici e dei beni cul-turali a favore dei più piccoli, la PastoraleUniversitaria di Napoli, i progetti di valorizza-zione delle chiese di Napoli e dell’insula delDuomo.

Sono queste solo alcune delle iniziative chePadre Adolfo ha curato in questi ultimi anni,ma che danno la misura di un impegno socialee culturale come pochi, segno tangibile di unavocazione che ha sposato l’arte, la carità e lacittà e che fa sognare una realtà diversa, conuna mano tesa al prossimo e l’altra verso uncielo senza nuvole.

Per una cittadinanza responsabileA fine giugno il quarto convegno annuale del primo Decanato

Il 22 e il 28 giugno scorsi, presso la bellissima Basilicadell’Annunziata Maggiore, si è tenuto il quarto Convegno del primoDecanato per : ”Una Cittadinanza responsabile”. Tematica più chemai attuale , alla quale spesso lo stesso Cardinale Sepe, ha fatto do-vuto e forte riferimento nelle sue recenti lettere pastorali. La primaserata di riflessione e di confronto, è molto stata interessante , coin-volgente e ha visto un buon livello di partecipazione. Chiari e stimo-lanti gli interventi di padre Vincenzo Sibilio, responsabile del gruppodi “Cittadinanza Responsabile” e di Don Angelo Berselli, parroco diS. Giorgio Maggiore e portavoce del movimento “Unpopolo -incammino”. Nell’introduzione alla serata il Decano Don LelloPonticelli ha riproposto la domanda che la dott.ssa Giuliana diFiore aveva lanciato al Convegno Diocesano svoltosi con il Cardinalequalche giorno prima: «Cosa può fare la Chiesa di Napoli per lacittà?... Innanzitutto cercare risorse, mettere insieme le forze, essereportatori di interessi, di speranza per il bene comune. Da qui la neces-sità di formare cittadini sempre più responsabili, cristiani attenti chesi preoccupano e si prendono cura della propria città», ha affermatoil Decano, spiegando così anche il perché della scelta della Basilicadell’Annunziata come luogo per il Convegno: in quanto situata in unquartiere spesso provato dalla criminalità, dalla violenza quindi perun’esigenza di vicinanza e solidarietà ai sacerdoti e alle Comunitàdi questi territori, ma anche perché espressione di quella bellezza equell’arte intrisa di spiritualità che ‘salverà’ il mondo.

Padre Sibilio , nel suo intervento con toccanti richiami biblici, havoluto far conoscere l’esperienza del comitato di “Cittadinanza re-sponsabile” che resta una realtà “sperimentale” presente nel primoDecanato, ma che dovrebbe diffondersi sempre di più, per riuscirea rilevare quanto c’è di bello e di buono nella città di Napoli, nonassolutizzando il male. “Lo sguardodice P.Sibilio é alla GerusalemmeCeleste, che si realizzerà con l’impegno degli uomini, ma soprattuttocon l’aiuto di Dio”. “Cittadinanza Responsabile” cerca di far conver-gere insieme le forze di alcune Parrocchie del Centro ‘Antico’, gliOrdini Professionali, le Scuole presenti nel territorio e i Gruppi,Movimenti e Associazioni laicali, costituendo un vero e proprio la-boratorio per costruire il ‘bene ‘ comune’ ed educare , appunto, aduna ‘cittadinanza responsabile. Don Angelo Berselli, invece , raccon-tando l’esperienza del movimento “Un popolo in Cammino” ha evi-denziato l’ impegno, la caparbietà di un gruppo di sacerdoti che, apartire da alcuni episodi di violenza che hanno visto protagonisti an-che vittime innocenti, ha voluto farsi voce per chi non ha voce e por-tare il grido di un popolo che chiede con forza, anche alle Istituzioni,lavoro, sicurezza e , soprattutto, scuole a tempo prolungato per to-gliere i ragazzi dalla strada e promuovere la loro formazione. Don

Angelo ha rilevato la necessità di fare comunione, di evitare stru-mentalizzazioni e di rispondere al bisogno della gente di guide e diriferimenti credibili.

La seconda serata è stata all’ insegna della festa, con alternanzadi canti, musica e testimonianze. Il filo conduttore sempre quellodella cittadinanza responsabile, inquadrata all’interno dell’opera dimisericordia di quest’anno pastorale “Dar da bere agli assetati”. C’èstato un primo momento culturale con la visita guidata dellaBasilica e della famosa” ruota degli esposti”, a cura del parroco DonGigi Calemme, che ha reso i presenti consapevoli delle bellezze e del-l’arte che caratterizzano molte chiese di Napoli, in particolare delcentro storico. Il clou della serata ha visto l’intervento innanzituttodella assai applaudita Banda Musicale del Primo Decanato, al suosecondo anno di cammino; ma anche di giovani che potremmo defi-nire “artisti” per la loro bravura , che hanno allietato con il canto co-me Micaela Barbiero, accompagnata dal maestro Elio Di Bernardodi Procida; il gruppo della parrocchia dell’Annunziata, con la bellavoce di Francesca Capezzuto…..che in una performance finale hapresentato uno striscione per sostenere la non chiusura dell’ospeda-le dell’Annunziata.

Un intervento che ha suscitato emozione, senso di comunione frai presenti perchè tutti solidali nel sostenere il quartiere e la parroc-chia. L’attenzione al territorio è emersa anche dalle testimonianzefatte durante la serata: quella di suor Luigina che ha parlato dell’im-pegno del dormitorio tenuto dalle suore….; del sig. Amedeo dellaparrocchia di S.Giovanni Maggiore e dell’Associazione “Amaria”costituita da famiglie che hanno deciso di uscire dal tempio e di ope-rare concretamente con alcune iniziative a favore del proprio quar-tiere, soprattutto nel doposcuola ai ragazzi in difficoltà . Anche il se-minarista Giuseppe Consalvo di Procida ha raccontato come ungruppo di giovani dell’Azione Cattolica dell’Isola si è impegnato peruna raccolta di tappi per la costruzione di un pozzo in Africa. E’statauna bella serata all’insegna della gioia e della solidarietà, ma conuno sguardo attento alla realtà delle nostre strade, dei nostri quar-tieri dove la vita non è facile , dove spesso la miseria, la criminalità,la fanno da “padrona”. Napoli però, non è solo violenza , disagio, co-me ha sottolineato il Decano don Lello , ma è anche cultura , bellezza, fede, fraternità. Lo scopo del convegno: verificare e promuovere ilcammino del Decanato, ma anche invitare a riflettere, a non starefermi , a darsi da fare ognuno nel proprio piccolo, nella propriarealtà per essere cristiani impegnati dentro e fuori le mura delle par-rocchie ,per essere, come dice don Bosco : “Buoni cristiani e onesticittadini”.

Antonietta De Candia

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Primo Piano ChiesaNuova Stagione 17 luglio 2016 • 7

Il nuovo Prefazio di Santa Maria MaddalenaCon decreto della Congregazione per il

Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,del 3 giugno 2016, la celebrazione di SantaMaria Maddalena è stata elevata al grado difesta nel Calendario Romano e, data la pecu-liarità della Santa, è stata arricchita di un pre-fazio proprio da inserire nel MissaleRomanum al 22 di luglio.

Se in questo giorno, dal decimo secolo, sivenerava a Costantinopoli “Santa MariaMaddalena la Mirofora”, la tradizione occi-dentale, seguendo l’interpretazione di SanGregorio Magno, aveva generalmente unitonella medesima persona sia Maria diMadgala, sia la peccatrice perdonata e siaMaria di Betania, sorella di Marta e diLazzaro. E così si cominciò a commemorarlaliturgicamente in Occidente il 22 luglio, aRoma dall’undicesimo secolo, attestandosiovunque nel dodicesimo secolo. Si conosco-no alcuni prefazi medievali, di area ispanica,ambrosiana e franca, che declinano il ricordodi Santa Maria Maddalena alla luce delle tredonne evangeliche. Fu la riforma dei libri li-turgici, dopo il Concilio Vaticano II, a riserva-re al 22 luglio la memoria solo di Maria diMagdala, rivedendo letture, orazioni e antifo-ne della Messa e dell’Ufficio.

Un prefazio in onore della Maddalena,unifica le tre figure, è attestato dalla tradizio-ne ambrosiana (cfr. n. 609 del Corpus praefa-tionum), dove fino alla riforma postconciliarefigurava nel Missale Ambro sianum al 22 lu-glio, insieme alla prescrizione della recita delCredo durante la messa, così spiegata dalloSchuster: «I Greci donano a Maria di Magdalail titolo glorioso di isapóstolos, perché essa fu laprima che annunziò al mondo, anzi agliApostoli stessi, la risurrezione del Signore. Perquesto nell’odierna messa si recita il Credo»(Liber sacramentorum, vol. VIII, Torino1927, p. 94). L’odierno Missale Ambrosianum(Medio lani 1981, n. 349/6, p. 681) ha mutatoil testo del prefazio, per armonizzarlo con il ri-cordo soltanto di Maria di Magdala.

Anche il nuovo prefazio nel MissaleRomanum si inquadra nell’attuale fisiono-mia della festa, rischiarata dal vangelo di Gv20,1-2. 11-18 (il Missale del 1962 indica il bra-no della peccatrice perdonata di Lc 7, 36-50).Si ascolta infatti oggi il racconto dell’appari-zione del Risorto e del suo progressivo svelar-si a Maria di Magdala, investita dal precisomandato di andare ad annunciare agli apo-stoli il Mistero da lei sperimentato.

Nel protocollo iniziale è innestata la bellaespressione che loda il Padre onnipotente,«cuius non minor est misericordia quam po-testas», attinta al Missale Gothicum Vat. Reg.lat. 317 (edito da L.C. Mohlberg, HerderRoma, n. 70, p. 21).

Il corpo del prefazio fissa quindi l’attenzio-

ne su due azioni di Cristo: «apparuit MariaeMagdalenae... et honoravit eam apostolatusofficio». La fonte di tale sequenza, con l’ag-giunta nuova dell’ultimo termine, è un pas-saggio del De vita beatae Mariae Magdalenae,attribuita a Rabano Mauro ma databile al do-dicesimo secolo (unisce in una le tre Marie),che così descrive lo sguardo credente dellaMaddalena: «crediditque indubitanter, quemvidebat Christum Filium Dei, verum esseDeum, quem dilexerat viventem; vere a mor-tuis resurrexisse, quem viderat morientem;vere Deo Patri esse aequalem, quem quaesie-rat in sepulcro iacentem» (cap. XXVI, PL 112,1474).

Il fatto che Maria fu la “prima” a vedere ilRisorto, lo testimonia il vangelo stesso diGiovanni. Il dato non è sfuggito alla tradizio-ne liturgica: lo ricordano ad es. i citati prefazin. 1154: «primum se beatae MariaeMagdalenae vivum exhibuit» e n. 1585:«quem prima resurrexisse nuntiavit a mor-tuis Iesum Cristum Dominum nostrum», eanche l’inno ad Laudes: «tu prima vivi ab in-feris es testis atque nuntia» (LiturgiaHorarum, die 22 iulii); lo richiama ancheGiovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem aln. 16.

In secondo luogo, il prefazio dice che ilCristo «eam apostolatus officio coram apo-stolis honoravit». Pure questa espressione èdebitrice di un passaggio della citata Vita at-tribuita a Rabano Mauro, in cui si legge cheMaria: «apostolatus officio quo honorata fuitfungi non distulit...» (cap. XXVII: PL 112,1475). Se furono gli apostoli a far sì che «bo-num novae vitae nuntium ad mundi fines per-veniret», fu Maria a recare ad essi il vangelodel Vivente. Lo ricorda san Gregorio Magno:«Tantumque apud eum locum gratiae inve-nit, ut hunc ipsis quoque apostolis, eius vide-licet nuntiis, ipsa nuntiaret» (Homiliae inEvangelia, Hom. XXV: CCSL CXLI p. 215).

Apostolorum ApostolaLa decisione di Papa Francesco si iscrive nell’attualecontesto ecclesiale, che domanda di riflettere piùprofondamente sulla dignità della donna, la nuova

evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericor-dia divina. Fu San Giovanni Paolo II a dedicare una grandeattenzione non solo all’importanza delle donne nella missio-ne stessa di Cristo e della Chiesa, ma anche, e con specialerisalto, alla peculiare funzione di Maria di Magdala qualeprima testimone che vide il Risorto e prima messaggera cheannunciò agli apostoli la risurrezione del Signore. Questaimportanza prosegue oggi nella Chiesa – lo manifesta l’at-tuale impegno di una nuova evangelizzazione – che vuole ac-cogliere, senza alcuna distinzione, uomini e donne di qual-siasi razza, popolo, lingua e nazione, per annunciare loro labuona notizia del Vangelo di Gesù Cristo, accompagnarlinel loro pellegrinaggio terreno ed offrir loro le meravigliedella salvezza di Dio. Santa Maria Maddalena è un esempiodi vera e autentica evangelizzatrice, ossia, di una evangelistache annuncia il gioioso messaggio centrale della Pasqua.

Questa decisione nel contesto del Giubileo dellaMisericordia è per significare la rilevanza di questa donnache mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tantoamata, come affermano Rabano Mauro e Sant’Anselmo diCanterbury. È certo che la tradizione ecclesiale inOccidente, soprattutto dopo San Gregorio Magno, identifi-ca nella stessa persona Maria di Magdala, la donna che versòprofumo nella casa di Simone, il fariseo, e la sorella diLazzaro e Marta. Questa interpretazione continuò ed ebbeinflusso negli autori ecclesiastici occidentali, nell’arte cri-stiana e nei testi liturgici relativi alla Santa. I Bollandistihanno ampiamente esposto il problema della identificazio-ne delle tre donne e prepararono la strada per la riforma li-turgica del Calendario Romano. Con l’attuazione della rifor-

ma, i testi del Missale Romanum, della Liturgia Horarum edel Martyrologium Romanum si riferiscono a Maria diMagdala. È certo che Maria Maddalena formò parte delgruppo dei discepoli di Gesù, lo seguì fino ai piedi della crocee, nel giardino in cui si trovava il sepolcro, fu la prima “testisdivinae misericordiae”. Il Vangelo di Giovanni racconta cheMaria Maddalena piangeva, poiché non aveva trovato il cor-po del Signore e Gesù ebbe misericordia di lei facendosi ri-conoscere come Maestro e trasformando le sue lacrime ingioia pasquale.

Approfittando di questa opportuna circostanza, desideroevidenziare due idee inerenti ai testi biblici e liturgici dellanuova festa, che possono aiutarci a cogliere meglio l’impor-tanza odierna di simile Santa donna.

Per un lato, ha l’onore di essere la «prima testis» della ri-surrezione del Signore, la prima a vedere il sepolcro vuoto ela prima ad ascoltare la verità della sua risurrezione. Cristoha una speciale considerazione e misericordia per questadonna, che manifesta il suo amore verso di Lui, cercandolonel giardino con angoscia e sofferenza, con «lacrimas humi-litatis», come dice Sant’Anselmo nella citata preghiera. A talproposito, desidero segnalare il contrasto tra le due donnepresenti nel giardino del paradiso e nel giardino della risur-rezione. La prima diffuse la morte dove c’era la vita; la secon-da annunciò la Vita da un sepolcro, luogo di morte. Inoltre,è proprio nel giardino della risurrezione dove il Signore dicea Maria Maddalena: «Noli me tangere». È un invito rivoltonon solo a Maria, ma anche a tutta la Chiesa, per entrare in

una esperienza di fede che supera ogni appropriazione ma-terialista e comprensione umana del mistero divino. Ha unaportata ecclesiale! È una buona lezione per ogni discepolodi Gesù: non cercare sicurezze umane e titoli mondani, mala fede in Cristo Vivo e Risorto!

Proprio perché fu testimone oculare del Cristo Risorto,fu anche, per altro lato, la prima a darne testimonianza da-vanti agli apostoli. Adempie al mandato del Risorto: «Va’ daimiei fratelli e di’ loro… Maria di Màgdala andò ad annunciareai discepoli: “Ho visto il Signore!” e ciò che le aveva detto» (Gv20, 17-18).

In tal modo ella diventa, come già notato, evangelista, os-sia messaggera che annuncia la buona notizia della risurre-zione del Signore; o come dicevano Rabano Mauro e SanTommaso d’Aquino, “apostolorum apostola”, poiché an-nuncia agli apostoli quello che, a loro volta, essi annunce-ranno a tutto il mondo. A ragione il Dottore Angelico usaquesto termine applicandolo a Maria Maddalena: ella è te-stimone del Cristo Risorto e annuncia il messaggio della ri-surrezione del Signore, come gli altri Apostoli. Perciò è giu-sto che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il me-desimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostolinel Calendario Romano Generale e che risalti la specialemissione di questa donna, che è esempio e modello per ognidonna nella Chiesa.

@ Arthur RocheArcivescovo Segretario della Congregazione

per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Le variazioni Liturgia delle Ore, vol. III

Pag. 1492: Variare Memoria in Festa

Ufficio delle LettureVariare la rubrica di pag. 1492 come se-gue:Tutto dal comune delle sante (p. 1780),eccetto quanto segue.

Prima letturaRm 12,1-21 con il proprio responsorio(dal comune dei santi, p. 1755).

Pag. 1493: dopo il responsorio della se-conda lettura aggiungere:Inno: Te Deum (p. 625).

Pag. 1495:sostituire la rubrica: Per l’Ora mediatutto dal salterio con

Ora mediaAntifone e salmi dal giorno del salterio,lettura breve e versetto dal comune del-le sante (pp. 1794-1795).

PrefazioApostola degli apostoliV/. Il Signore sia con voi.R/. E con il tuo spirito.V/. In alto i nostri cuori.R/. Sono rivolti al Signore.V/. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.R/. È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta,nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria,o Padre, mirabile nella misericordia non meno che nella potenza,per Cristo Signore nostro.Nel giardino Egli si manifestòapertamente a Maria di Magdala,che lo aveva seguito con amore

nella sua vita terrena, lo vide morire sulla croce e, dopo averlo cercato nel sepolcro, per prima lo adorò risorto dai morti;a lei diede l’onore di essere apostola per gli stessi apostoli, perché la buona notizia della vita nuova giungesse ai confini della terra.E noi, uniti agli Angeli e a tutti i Santi,cantiamo con gioia l’inno della tua lode:Santo, Santo, Santo il Signore Diodell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tuagloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome delSignore. Osanna nell’alto dei cieli.

tis verba narraverat. Ac si humano generi nonverbis Dominus, sed rebus dicat: De qua ma-nu vobis illatus est potus mortis, de ipsa su-scipite poculum vitae» (Homiliae inEvangelia, Hom. XXV: CCSL CXLI p. 212). Ilprotocollo finale è ripreso dalla praefatio II deSanctis del Missale Romanum.

Proprio questo «apostolatus officium» ri-cevuto dal Signore stesso le valse, infatti, di es-sere chiamata «apostolorum apostola» ancheda san Tommaso d’Aquino, eloquente appella-tivo che figura come titolo del nuovo prefazio.

Infine, nel ricordare che il Cristo «in hortomanifestus apparuit Mariae Magda le nae», ilprefazio evoca, per contrasto, il giardino pa-radisiaco in cui Eva fu foriera di morte. Talenesso non sfuggì a Gregorio Magno, che al ri-guardo ha osservato: «Ecce humani generisculpa ibi absciditur unde processit. Quia inparadiso mulier viro propinavit mortem, a se-pulcro mulier viris annuntiat vitam, et dictasui vivificatoris narrat, quae mortiferi serpen-

Il nuovo testoSanta Maria Maddalena

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Speciale Nuova Stagione8 • 17 luglio 2016

Gli oratori estivi nella nostra Diocesi: da Mugnano a Capodichino, da San Sebastiano al Vesuvio a Ca

Oratorio: ponte tra l Parrocchia Immacolata Concezione a Capodichino

Il fuoco del Vesuviodi Sergio Curcio

«Il Signore ama che quello che si fa per lui, e si faccia con allegria». Questa frase di donBosco riesce a cogliere a pieno lo spirito dell’oratorio, un luogo dove giocare, divertirsi e so-prattutto stare insieme senza mai perdere il faro della luce del Vangelo. Bambini che si sonoalzati presto ogni mattina con tanta voglia di fare, per entrare in un bellissimo clima di ami-cizia. Con questo spirito, quest’anno l’oratorio estivo 2016 della Parrocchia ImmacolataConcezione a Capodichino, attraverso una felice intuizione del Parroco don DorianoVincenzo De Luca, ha avuto come tematica il Vesuvio con uscite ed attività didattiche colle-gate ad esso per la riscoperta attraverso visite e laboratori formativi della nostra cultura etradizione, laboratori che hanno messo alla prova le abilità manuali dei bambini.

Il tratto tipico dell’oratorio sono state le uscite didattiche: il cratere del Vesuvio; gli sca-vi di Ercolano con la visita all’Oratorio San Domenico Savio di don Pasquale Incoronato;l’Antiquarium di Boscoreale; il Museo del Contadino a Somma Vesuviana; la Solfatara aPozzuoli; il mare a Miseno presso i lido dell’Aeronautica. L’obiettivo non è stato soltantoludico, ma anche educativo per contribuire alla crescita personale e spirituale dei ragazzi.L’esperienza quotidiana ha aiutato i ragazzi a capire che il Signore ci vive accanto nel viag-gio della vita, stando davanti, in modo nuovo e sorprendente.

La proposta è stata rivolta ai bambini dagli 8 ai 12 anni, dal 12 giugno al 3 luglio. Il lu-nedì e il venerdì si apriva il portoncino della Cappellina San Gennaro con un momento dipreghiera e catechesi seguita dai laboratori: pittura, dove i bambini hanno creato uno stri-

scione colorato; cucina, dove con l’aiuto di un pizzaiolo si sono destreggiati nella prepa-razione della pizza che hanno fatto gustare ai loro genitori; pasta di mais, dove pasticcian-do con questo materiale e i colori a tempera hanno creato 40 buffi angioletti. I ragazzi era-no divisi in squadre: gli escursionisti, i geologi, gli ambientalisti e gli esploratori. I giochiproposti stati interamente guidati dal gruppo di animatori con la collaborazione di alcunecatechiste.

Comunità, identità, appartenenza: queste le parole chiave della pastorale di donDoriano, parole forti, con un significato ben preciso che sottolineano quanto per il nostroparroco sia importante partire dal territorio per poter fare le “grandi cose” che ci chiedeil Signore.

Le parrocchie di San Biagio Vescovo e Martire e Sant’Alfonso e San Luigi si sono uniteper offrire a tanti bambini la possibilità di divertirsi all’insegna del rispetto e dellafraternità. Iniziativa resa possibile anche grazie all’amministrazione comunale di

Mugnano, la quale si è impegnata a collaborare insieme ai parroci delle due parrocchie.Il tutto si è svolto dal 27 giugno al 9 luglio presso lo stadio comunale “Alberto Vallefuoco”,messo a disposizione dal sindaco per l’occasione.

La struttura, allestita per la circostanza, ha ospitato dalle 09.30 alle 16.30 i circa tre-centocinquanta bambini dai 6 agli 11 anni iscritti. Lo svolgimento dell’oratorio è stato se-guito dai viceparroci delle due parrocchie, don Antonio Di Guida e don Mimmo Musella,i quali, avvalendosi della collaborazione del seminarista Emanuele e di 60 animatori, chemossi dalla loro fede hanno donato il loro tempo e il loro entusiasmo, hanno colorato legiornate di questi bambini attraverso giochi di squadra, balli e laboratori pomeridiani,senza tralasciare il messaggio cristiano che è stato lanciato in ogni attività, a cominciaredalla preghiera mattutina. Ai bambini è stata data anche la possibilità di vivere due giorniin piscina presso il parco acquatico “Valle dell’Orso”, dove si sono divertirti sorvegliati dailoro animatori. Durante questi quindici giorni non sono mancati momenti di puro diver-timento come lo schiuma party e la festa finale vissuta con i genitori.

L’iniziativa acquista maggiore spessore se si pensa che ha dato a tanti bambini che vi-vono in condizioni di disagio la possibilità di passare due settimane di svago, facendo tal-volta dimenticare le difficoltà di ogni giorno dovute a condizioni familiari non sempre se-rene.

Il successo dell’iniziativa, che rappresenta una novità per il paese, dato il suo carattereinterparrocchiale, mostra come le famiglie sentano l’esigenza di far vivere ai loro figliesperienze che permettono loro di divertirsi e nello stesso tempo di ricevere valori cristia-ni, ponendo fiducia nell’azione educativa della parrocchia.

Parrocchie San Biagio e Sant’Alfonso e San Luigi a Mugnano

Lavoro di squadradi Emanuele Chianese

La collaborazione tra le parrocchie e i rispettivi pastori vuole essere, inoltre, un bel se-gnale per il quartiere mostrando come la chiesa si unisce per portare avanti l’unico obiet-tivo, quello di annunciare Cristo, con iniziative che nello stesso tempo, per quanto possi-bile, migliorino le condizioni di vita delle persone e permettono di crescere nella fede.

Parrocchia di San Sebastiano al Vesuvio

Vita da campione!di Vincenzo Formisano

Sono numeri rilevanti quelli che gli oratori estivi registrano nell’estate 2016. Due mi-lioni di bambini e ragazzi iscritti, oltre 350mila animatori volontari impegnati in circa8mila strutture sparse in tutta Italia. E tra i 2 milioni di ragazzini (dato in crescita rispettoall’estate 2015) anche noi come goccia in questo mare… di gioia!

Anche quest’anno, come da cinque anni a questa parte, l’inizio dell’estate, per la comu-nità di San Sebastiano Martire, coincide con l’inizio dell’esperienza dell’oratorio estivo edelle mense estive, grazie a Dio ed alla guida dei nostri parroci don Enzo Cozzolino e mons.Gaetano Borrelli. L’oratorio si è tenuto dal 3 al 17 luglio, presso gli spazi del LiceoScientifico “Salvatore Di Giacomo”. Un grazie particolare, per questo, al DirigenteAntonio Pasquale Lauri. Nell’Istituto, vista sul mare, attraverso la catechesi, i giochi e so-prattutto la preghiera, circa novanta animatori ma soprattutto quasi duecento ragazzi, trai 7 e i 14 anni hanno cercato di mettersi alla scuola dell’unico Maestro, Gesù.

Il tema scelto quest’anno è “Vita da campione”. Attraverso la metafora dello sport e se-guendo il “discorso della montagna”, i ragazzi sono stati chiamati a cercare la gioia che nonviene dalle cose terrene, ma da ciò che, seppur invisibile agli occhi, tocca il cuore di cia-scuno di noi. L’invito allora ha toccato il profondo e ci ha spinto a puntare in alto fino aperseguire la santità che non resta un miraggio, ma una casa da costruire su questa terraper abitarla in cielo. La giornata tipo si componeva di questi momenti: l’accoglienza conballi e bans, la preghiera iniziale, il momento di catechesi, nel quale i bambini divisi perclassi scolastiche hanno approfondito il tema e la beatitudine del giorno.

Poi il momento della merenda e successivamente, divisi per squadre, i ragazzi si sonoincontrati attraverso tornei di calcio, pallavolo e altri giochi inerenti alla catechesi. Nonsono mancati i laboratori nei quali si è allestita la scenetta finale quotidiana; la preghieraguidata dai sacerdoti concludeva la giornata d’oratorio.

Un’esperienza, che seppur breve, ha permesso a tutti, animatori e ragazzi, di sperimen-tare la gioia dell’incontro con Gesù e di ritrovare e rafforzare quelle relazioni umane checon l’avvento della tecnologia si stanno perdendo. Ora i più grandi cominciano il serviziomense estive con i fratelli maggiori: i poveri!

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SpecialeNuova Stagione 17 luglio 2016 • 9

apodimonte, coinvolti migliaia di ragazzi per un’esperienza arricchente sul piano umano e spirituale

la Chiesa e la stradaParrocchie Santa Caterina a Formiello in Napoli

e Madonna delle Grazie a Torre del Greco

Obiettivo sorriso

(dvdl) Bimbi sfortunati gratis in spiaggia per dimenticare i problemi in una giornataspeciale di divertimento in riva al mare. Solidarietà in Litoranea a Torre del Greco: graziead un progetto no profit che coinvolge il Lido Tritone, l’Oratorio della Chiesa dellaMadonna delle Grazie di Torre del Greco e la Parrocchia di Santa Caterina a Formiello di

Napoli, oltre 200 bambini dai 6 agli 11 anni di Napoli e provincia hanno trascorso un gior-no di vacanza sul litorale torrese.

A patrocinare l’iniziativa Fausto Lunella del Lido Tritone, don Carmine Amore e donMario Pasqua insieme a Michele Fiorentino, ex portiere e gloria della Turris. «Abbiamoregalato a questi bimbi difficili qualche ora di relax e di spensieratezza: è stata una gioiaper loro come per noi aiutarli a dimenticare, anche se per qualche ora soltanto, i gravi pro-blemi con i quali devono fare i conti tutti i giorni», racconta Fausto Lunella.

Sulla spiaggia del Tritone piccoli orfani che hanno trovato accoglienza negli Oratori diTorre del Greco e Napoli, ma anche figli di disoccupati o di genitori in carcere: bambinicon storie aspre alle spalle e con un futuro quanto mai incerto all’orizzonte ma che, tra untuffo e una nuotata, sono finalmente tornati al sorriso. «Abbiamo ospitato 50 ragazzidell’Oratorio di Santa Caterina a Formiello di Napoli e altri 150 della chiesa dellaMadonna delle Grazie di Torre del Greco - ha continuato Fausto Tritone -. Vederli tornarea essere bambini normali ci ha riempito il cuore. Un grazie a don Carmine Amore e donMario Pasqua e a Michele Fiorentino per il loro buon cuore».

«All’Oratorio di quest’anno - ha testimoniato Melania Talotti, una delle animatrici dellaParrocchia di Santa Caterina a Formiello - si è parlato di felicità perché tutti la cerchiamopur sapendo che è difficile trovarla! Abbiamo scelto lo sport come simbolo della ricercadella felicità, perché esso richiede impegno, fatica... e soprattutto educa allo stare insie-me». L’intento è stato quello di offrire ai questi ragazzi la possibilità di fare esperienze chealtrimenti difficilmente avrebbero potuto avere e creare un gruppo che possa fare da pun-to di riferimento soprattutto per giovanissimi con qualche criticità alle spalle o nel pre-sente. «Noi animatori - ha concluso Talotti - ogni anno impegniamo affinché tutto riescanei migliori dei modi e siamo davvero felici quando abbiamo visto che ciò che avevamopreparato ha fatto nascere un sorriso sul volto dei ragazzi, perché in fondo il loro sorrisoè stato il nostro obiettivo».

Parrocchia San Giacomo Apostolo a Calvizzano

Il “Villaggio di Dio”di Ciro Tufo

Per il terzo anno consecutivo, in collaborazione con l’amministrazione comunale diCalvizzano, è stato organizzato l’oratorio estivo per tutti i bambini, giovanissimi e giovanidel paese, quest’anno inaugurato dal Cardinale Crescenzio Sepe lo scorso 4 luglio.

Il “Villaggio di Dio” - così è stata chiamata questa iniziativa - è un altro modo di essere“chiesa in uscita”, offre la possibilità ai più piccoli di poter fare attività ricreative (giochigonfiabili, piscine, sport), catechetiche (preghiera e meditazione su brani della SacraScrittura) e laboratori educativi sul tema de “La Terra dei Fuochi”. Ogni giorno, dal lunedìal venerdì, circa 1200 bambini, dal nido ai 14 anni, animati da 200 giovani dai 15 anni inpoi della comunità parrocchiale, vivono l’esperienza delle attività descritte secondo il temadell’anno dell’oratorio milanese “Perdiqua”.

Lo slogan dell’Oratorio impegna a fare strada nel cammino, in questo viaggio che è lavita, pronti ad assumerci la responsabilità di educare e di accompagnare con la sola pretesadi stare accanto e camminare insieme. Il sottotitolo di questa proposta «Si misero in cam-mino» indica la scelta di fidarsi di Dio. Nella sua misericordia il Creatore non è rimasto insilenzio ma ha compiuto con noi la «storia», che è storia di salvezza. Una storia innanzituttoda ricordare e poi da realizzare ancora una volta, facendo la nostra parte. Il cammino ha lasua meta, il viaggio il suo percorso, la strada la sua direzione. Dentro questa prospettiva si

giocano le scelte e la libertà dei ragazzi, la risposta ai desideri più grandi e la forza di affron-tare le difficoltà della vita, il dolore, la sofferenza, il peccato, persino la morte. L’esperienzaquotidiana dell’Oratorio aiuterà a capire che Dio risponde facendosi accanto nel viaggio,anzi, mettendosi alla guida

Così facendo, divisi in squadre, i bambini sono chiamati a vivere momenti di aggrega-zione, divertimento e crescita a tutto tondo, cosa che, per molti, non potrebbe realizzarsiin quanto appartenenti a famiglie disagiate sotto tutti i punti di vista. Infine, ogni venerdìalle 21.00, il “Villaggio” diviene luogo di preghiera accogliendo più di 1000 persone che siradunano all’aperto per un momento di adorazione eucaristica comunitaria per andare, inquesto Anno della Misericordia, all’essenziale del messaggio che ci viene dalla Parola di Dioe che ci svela il volto di un Dio che ci ama, fino a farci vivere per sempre insieme a lui.

Parrocchia San Benedetto a Casoria

“Fatevi santi!”di Antonio Botta

Nell’ambito dei festeggiamenti in onore di San Benedetto, lo scorso 11 Luglio scorso siè tenuta a Casoria, nella Parrocchia omonima, una solenne celebrazione eucaristica pre-

sieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe. Prima della Messa, alla presenza del parroco donPasquale Fioretti, del sindaco Pasquale Fuccio, del vicepresidente della RegioneCampania Tommaso Casillo, dell’avvocato Francesco. Polizio e di un folto gruppo di fedeli,il Cardinale ha benedetto l’oratorio parrocchiale; nell’occasione, giunti all’interno delcampetto sportivo, i presenti hanno assistito a un divertente episodio: il Cardinale ha fattogol al Sindaco, che, nel ruolo di portiere, non è riuscito a parare un calcio di rigore. Nelbenedire la struttura, l’Arcivescovo si è compiaciuto del fatto che i ragazzi del quartierepossano svolgere svariate attività che ritemprano il fisico e rasserenano lo spirito in un cli-ma di amicizia e di cordialità fraterna.

La liturgia eucaristica, animata dal coro parrocchiale diretto da Salvatore Pezzella, èstata preceduta dall’intervento di don Pasquale Fioretti, che, dopo aver ricordato il fattivocontributo di mons. Biagio Iorio e mons. Mauro Piscopo nella edificazione dell’oratorio,ha rivolto sentiti ringraziamenti al Cardinale per la sua presenza costante e paterna nellacomunità parrocchiale e per la concessione dell’apertura della Porta Santa nell’anno dellaMisericordia indetto da Papa Francesco.

Nell’omelia il Cardinale, ha ricordato come l’oratorio sia uno segno della presenza dellaChiesa nel quartiere. Ciò, ha proseguito, rientra nell’insegnamento di San Benedetto, ilquale ha promosso un monachesimo non intimistico, staccato dal mondo, ma aperto alladimensione sociale, attento ai reali bisogni dei più deboli, emarginati, ammalati e miseri.«San Benedetto ha accolto Cristo dentro di lui - ha sottolineato Sepe -, ma è stato prontoa donarlo a tutti, seminando ovunque la parola del Vangelo per la costruzione di una so-cietà fondata su Dio e sui valori autentici, umani, morali e sociali».

L’invito, allora, del Cardinale ai numerosi fedeli e alle numerose religiose presenti è sta-to quello di accogliere l’eredità di San Benedetto, cercando la santificazione non solo conlo studio e la preghiera, ma con «il personale e responsabile contributo a favore della società,per una vera crescita umana di familiari, parenti, amici e concittadini. Fatevi santi! Tutt ‘oriest nun val niente!».

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 17 luglio 2016

Misericordia missionedella Chiesa

Siria: Campagna Caritas, l’appello del Papa

Caritas Internationalis, cui aderisco-no 165 Caritas nazionali tra cuiCaritas Italiana, lancia un appello

alla comunità internazionale perché simoltiplichino gli sforzi per raggiungere lapace in Siria, ad oltre 5 anni dall’inizio delconflitto che ha provocato centinaia dimigliaia di morti, quasi 5 milioni di rifu-giati e 7/8 milioni di sfollati interni.

«La pace in Siria è possibile», dice PapaFrancesco in un video a sostegno dellacampagna di Caritas Internationalis, in cuiesorta i governi a trovare una soluzione po-litica alla guerra. «Desidero rivolgermi atutti i fedeli e coloro i quali sono impegnaticon Caritas nella costruzione di una so-cietà più giusta», ha detto Papa Francesco.«Ognuno deve riconoscere che non esisteuna soluzione militare per la Siria, ma unapolitica”, afferma ancora il Papa, che poiaggiunge: «La comunità internazionaledeve pertanto sostenere colloqui di paceverso la costruzione di un Governo di unitànazionale”. «Vi invito - dice ancora il Paparivolgendosi a tutti i fedeli - a rivolgervi acoloro che sono coinvolti nei negoziati dipace affinchè prendano sul serio questi ac-cordi e si impegnino ad agevolare l’accessoagli aiuti umanitari».

La rete Caritas è impegnata dall’iniziodel conflitto a fornire cibo, assistenza sa-nitaria, istruzione, alloggio, consulenza,protezione e mezzi di sussistenza agli abi-tanti della Siria e ai rifugiati nei paesi ospi-tanti. Gli aiuti Caritas hanno raggiunto 1,3milioni di persone solo lo scorso anno.Con questa Campagna la rete Caritas chie-de anche che ci si impegni affinchè tutte leparti in conflitto si incontrino per trovareuna soluzione pacifica, che si assicuri so-stegno ai milioni di persone colpite dallaguerra e che sia data speranza a tutti i si-riani dentro e fuori dal Paese.

«Mentre il popolo soffre, incredibiliquantità di denaro vengono spese per for-nire le armi ai combattenti. E alcuni deiPaesi fornitori di queste armi sono anchefra quelli che parlano di pace», ricordaPapa Francesco, che poi aggiunge:«Come si può credere a chi con la mano

destra ti accarezza e con la sinistra ti col-pisce?».

Tre gli elementi principali dellaCampagna Caritas “Siria: La pace è possi-bile”. Il primo è che di fronte ad una com-plessità così grande, occorre unirsi nellapreghiera in tutto il mondo. Non ci può es-sere indifferenza per ciò che succede inMedio Oriente. Una seconda priorità èquella di intensificare gli aiuti umanitariche non riescono a coprire gli immensi bi-sogni. Nei campi profughi c’è aiuto; ma al-l’interno della Siria gli sfollati sono moltonumerosi – si parla di 7-8 milioni di perso-ne – e c’è una crisi terribile. E la Comunitàinternazionale non riesce a far fronte atutto questo. La terza priorità di questaCampagna, che è la più importante, è unappello ai governi di tutto il mondo affin-

ché si impegnino a porre fine a questaguerra, ad arrivare ad una soluzione poli-tica. Caritas Internationalis ha lanciatoanche un nuovo sito web syria.caritas.orgper sostenere la campagna e che com-prende vari materiali, tra cui opere di ar-tisti siriani, un film d’animazione sullaguerra, una serie di foto e testimonianzedi siriani che vivono sia all’interno delpaese che come rifugiati. Nell’insieme dei7 paesi più toccati dalla crisi siriana equella limitrofa dell’Iraq, (Siria, Iraq,Libano, Giordania, Turchia, Egitto,Cipro) le organizzazioni ecclesiali (leCaritas nazionali, le Congregazioni, leDiocesi) si sono avvalse di oltre 2.000 ope-ratori e 5.000 volontari per l’assistenzaumanitaria (viveri, sanità, alloggi, istru-zione). Nel 2014 sono stati stanziati 113

milioni di Euro (126 milioni di dollari) enel 2015, sono stati mobilitati più di 135milioni di Euro. I beneficiari diretti sonoin totale più di 4 milioni.

Caritas Italiana – grazie anche al con-tributo di un milione di euro del ComitatoCEI “8 per mille” - dall’inizio della crisi atutto il 2015, ha risposto agli appelli diCaritas Siria e delle Caritas nazionali deiPaesi del Medio Oriente che hanno accol-to i rifugiati (Giordania, Libano, Turchia,Grecia e Cipro), sostenendo interventi perun totale di 2.800.000 euro, dei quali oltre1.200.000 nella sola Siria, in cui per il 2016sono stati già messi a disposizione circa500.000 euro. Si tratta quasi ovunque diprogrammi di assistenza di base, viveri,medicine, alloggi.

Caritas Italiana

(g. b.) Pubblicata la terza edizionedel libro di Giuseppe Buono sulla“Misericordia, missione della Chiesa”arricchito con altre testimonianze: dalServizio diplomatico della Santa Sede,da una giovane suora originaria diUgento (Lecce), che faceva parte delMovimento Giovanile Missionario, fon-dato dallo stesso autore nel 1972, che da25 anni sta nel deserto della periferia diSantiago del Cile, aiutando un gruppodi donne sfruttate, abusate e vivendocon loro. Per sottolineare la verità chela Misericordia è la missione della Chie-sa padre Buono chiesto al cardinale Fer-nando Filoni, Prefetto della Congrega-zione per l’Evangelizzazione dei Popoli,una nuova prefazione. «Padre GiuseppeBuono, missionario del Pime - ha scrittoil Cardinale Filoni - per diversi anni haanche lavorato con entusiasmo nellaDirezione Nazionale delle Pontificie Ope-re Missionarie, e per esse ha fondato nel1972 il Movimento Giovanile Missiona-rio (oggi Missio Giovani). Queste pagineaiutano a ribadire quello che Papa Fran-cesco ha ricordato nel Messaggio per laprossima Giornata Missionaria Mondia-le, cioè: “In forza del mandato missiona-rio, la Chiesa si prende cura di quantinon conoscono il Vangelo, perché deside-ra che tutti siano salvi e giungano a fareesperienza dell’amore del Signore. Essa«ha la missione di annunciare la miseri-cordia di Dio, cuore pulsante del Vange-lo» e di proclamarla in ogni angolo dellaterra, fino a raggiungere ogni donna,uomo, anziano, giovane e bambino.

La Chiesa per prima, in mezzo all’uma-nità, è la comunità che vive della miseri-cordia di Cristo: sempre si sente guardatae scelta da Lui con amore misericordioso,e da questo amore essa trae lo stile del suomandato, vive di esso e lo fa conoscere allegenti in un dialogo rispettoso con ogni cul-tura e convinzione religiosa».

Preghiamo perché l’ardore missiona-rio, che deve esprimere la natura stessadella Chiesa, possa infiammare tutte lenostre Chiese locali, fondate per annun-ciare a tutti gli uomini la Misericordia in-finita di Dio che manda il suo Figlio Gesùper la salvezza del mondo. Il questo im-pegno ci è di esempio Maria, Madre dellaMisericordia. Per questo anche il libro siconclude con la testimonianza dell’arci-vescovo Prelato di Pompei, mons.Tommaso Caputo, sulle Opere diMisericordia realizzate attorno alSantuario della Beata Vergine del SantoRosario.

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CittàNuova Stagione 17 luglio 2016 • 11

Gaetano Sanseverino e Giacomo Leopardi a Napoli

Il punto della situazione in un Seminario di studio a Pozzuoli

Nell’Auditorium, recentemente dedi-cato al cardinale Alfonso Castaldo,del Villagio del fanciullo (Via

Campi Flegrei 12, Pozzuoli) il 20 giugno2016 ha avuto luogo il Seminario di studioGiacomo Leopardi e la cultura cattolica aNapoli nel XIX secolo. La critica di GaetanoSanseverino alle istanze del poeta-filosofo diRecanati, promosso dall’Archivio storicodella Diocesi di Pozzuoli, dall’editore A.Polidoro di Napoli e dalla Sezione SanTommaso d’Aquino della PontificiaFacoltà Teologica dell’Italia Meridionale(Napoli), in occasione della pubblicazionedel libro del prof. Carmine Matarazzo, Peruna “rivoluzione del cuore”. La visione del-l’umano di Giacomo Leopardi nella letturacritica di Gaetano Sanseverino tra antropo-logia cristiana e istanze pastorali. Con lapartecipazione dell’on. prof. AntimoCesaro, Sottosegretario di Stato per i benie le attività culturali, la serata è stata inau-gurata da una breve presentazione dimons. Luigi Longobardo, vicario episcopa-le per la cultura della Diocesi di Pozzuoli econ i saluti dell’editore dott. AlessandroPolidoro.

Al Seminario di studio – aperto dallaproiezione di un cortometraggio di E. Olmidel 1954 dell’operetta morale di G.Leopardi Dialogo di un venditore di alma-nacchi e di un passeggere seguita dal raris-simo filmato della traslazione delle reli-quie leopardiana da Fuorigrotta al ParcoVerigliano nel 1939 – , che si è avvalso an-che del contributo del Servizio nazionaleper gli Studi Superiori di Teologia e diScienze Religiose della ConferenzaEpiscopale Italiana, hanno partecipatopersonalità di punta appartenenti al mon-do culturale e istituzionale. Gli interventi,coordinati dal prof. Antonio Ascione dellaSezione San Tommaso d’Aquino dellaFacoltà Teologica, sono stati di diversa na-tura. Il prof. ing. Diego Bouché, direttoregenerale dell’URS della Calabria, ha pre-sentato la questione controversa della mor-te e della sepoltura di Leopardi a Napoli,uno degli aspetti salienti del libro diMatarazzo, dal momento che gli ultimigiorni del poeta di Recanati a Napoli sonointrisi di dubbio e di mistero per diversimotivi. Bouché ha sottolineato che anchela sepoltura nella chiesa di San Vitale mar-tire a Fuorigrotta è anch’essa un mistero.L’occasione si è resa propizia poi per ricor-dare la traslazione, ad opera del Fascinonel 1939, delle supposte spoglie mortali diLeopardi da Fuorigrotta al Parco

Vergiliano dove tutt’ora riposerebbero. Ildirettore generale dell’USR della Calabriaha sottolineato l’importante lavoro diMatarazzo che ha studiato i documenticonservati dell’ASDP. In ultimo ha anchepresentato le fasi di progettazione e di lavo-ro che ha portato i Club Lions di Napoli hafinanziare l’opera di restauro della tombadel Recanatese. Il prof. PasqualeGiustiniani della Facoltà Teologica si è sof-fermato sulla lettura critica del pensiero diLeopardi da parte del canonico napoleta-no, il filosofo Gaetano Sanseverino (1811-1865), pioniere del rinnovamento degli stu-di tomistici nel XIX secolo a Napoli.Giustiniani ha ricostruito la vicenda uma-na e culturale del filosofo partenopeo, evi-denziando gli aspetti studiati daMatarazzo circa la confutazione del pen-siero leopardiano, troppe volte spostatopericolosamente su tematiche cirenaiche,

ratura greca e di quella latina, come di quel-la italiana. Mastrocola, molto critico sulreale contributo offerto da Leopardi allaletteratura italiana, ha poi messo in eviden-za i pregi che lo studio di Matarazzo ha an-che in questo settore avendo portato nuo-vamente in risalto la magra figura del sedi-cente amico del Recanatese, AntonioRanieri.

L’intervento del Sottosegretario Cesaroha ricordato anche il contributo cheLeopardi ha dato alla coscienza collettivacirca l’apporto offerto in quel periodo da di-versi letterati alla costituzione della co-scienza collettiva unitaria. Due esempi chefurono più tardi presi ad emblema dell’at-tenzione del Recanatese ai temi unitari so-no rappresentati dal canto All’Italia e dalloscritto Agli Italiani. Orazione in occasionedella liberazione del Piceno. Cesaro, ricor-dando i profondi rapporti di amicizia che lolegano al prof. Matarazzo, ha messo in ri-lievo l’importanza del contributo offertocon il libro presentato ed inoltre ha apprez-zato l’iniziativa della Mostra documenta-ria, curata dall’archivista F. Cutolo, che hapromosso presso un pubblico più vasto idocumenti studiati circa la morte a Napolie la sepoltura di poeta-filosofo recanatesein territorio di competenza della diocesiputeolana.

Il prof. Ascione, moderatore della ses-sione di studio, ha presentato un bilanciodelle notevoli riflessioni presentate duran-te la serata ad ha lasciato la parola al prof.Matarazzo. Dopo i ringraziamenti ha affer-mato in conclusione che «Leopardi è sem-pre giovane! È giovane perché le questionida lui poste sono ancora le nostre questioni.È sempre verde la sua poesia perchél’Amore che cerchiamo ci sfugge esatta-mente come è sfuggito a lui. È sempre at-tuale perché le riflessioni contenute nellesue prose sono ancora all’ordine del gior-no…».

Anna Maria Caiazzo

in particolare sulla filosofia di Egesia, chia-mato “persuasore di morte”. BenchéLeopardi non abbia mai tentato il suicidioe le sue poesie, belle per stile e incantevoliper i contenuti, e il suo pensiero fu guarda-to con sospetto soprattutto dal punto di vi-sta pastorale, perché i giovani avrebberopotuto facilmente cedere alle lusinghe del-l’irrazionalità poetica ed emulare le sconsi-derate considerazioni di un pensiero trop-po imparentato con la filosofia cirenaica.Questo è uno dei motivo che portò laCongregazione dell’Indice a condannare leOperette morali di Leopardi nel 1850.

Sullo scopo del contributo offerto daMatarazzo in merito all’incontro di questedue personalità è intervenuto più specifica-mente il prof. Francesco Lucrezidell’Università di Salerno che evidenzia lapeculiarità del contributo offerto con parti-colare riferimento allo stile usato dallo stu-dioso per rievocare immagini e per la rico-struzione del periodo storico. In particola-re Lucrezi ha soffermato l’attenzione sullostile nuovo utilizzato da Leopardi, prima fi-losofo e poi poeta, benché la sua filosofianon sia affatto consegnata a manuali o aspecifici trattati di antropologia o di teolo-gia. Il relatore, quindi, ha poi sottolineato ilcontributo specifico offerto da Leopardi al-lo studio della religione, cioè del cristiane-simo. Il centro infatti della sua critica è lamancanza di pathos esercitato dalla reli-gione di Cristo al suo tempo. Da qui spiega-ta l’espressione leopardiana che il cristia-nesimo è una rivoluzione del cuore. Più di-rettamente su argomenti letterari e su pa-ralleli vari si è mosso il contributo del prof.Silvio Mastrocola dell’Università SuorOrsola Benincasa che ha messo in evidenzamolti aspetti interessanti e talvolta inesplo-rati dagli studi di letteratura sul reale con-tributo dato da Leopardi alla letteratura,contributi spesso già sentiti e abbondante-mente rilanciati da autori studiati dalRecanatese. È il caso dei classici della lette-

Un bel momento di festa sul lungomare per festeggiare i 10 anni di magistero episcopale del Cardinale Sepe a Napoli con i giornalisti cattolici

Intercettare il vento della speranzaUna giornata di festa e di allegria ha visto protagonisti l’Ucsi Campania e il Cardinale

Sepe che hanno festeggiato sul lungomare di Napoli i dieci anni di magistero episcopaledell’Arcivescovo nella città partenopea. Era il 1 luglio del 2006 quando il Cardinale co-minciò la sua avventura napoletana baciando il suolo di Scampia sulle orme di GiovanniPaolo II, un gesto simbolicamente ripercorso un anno fa anche da Papa Francesco.

Il 30 giugno il decennale di Sepe è stato celebrato in Cattedrale mentre il 7 luglio allostorico ristorante da “Antonio & Antonio” in via Partenope il momento festoso. Un lungostriscione con la scritta “Auguri Eminenza Sepe dall’Ucsi Campania” ha fatto da cornicealla splendida tavolata predisposta dai proprietari: la famiglia Della Notte. «Il mio primopensiero va a Dio - ha detto il Cardinale Sepe - perché tutto lui muove e ci indica la stradada seguire. In questi anni ho incontrato una Napoli così bella ed accogliente, insieme an-che a tutti i sacerdoti, i movimenti, i laici e i religiosi che mi hanno sostenuto, così comebelle e significative sono state le iniziative dell’Ucsi».

Con lui il Presidente dell’Ucsi Campania Giuseppe Blasi che ha ricordato: «Noi dellastampa cattolica abbiamo solo interesse a seminare valori perché condividiamo solida-rietà ed altruismo. Saper stare insieme significa intercettare il vento della speranza. Perquesto l’Ucsi è una realtà in crescita». Nel corso dell’incontro è stato consegnato alCardinale e a tutti i presenti il volume “Due secoli di stampa cattolica in Campania“ rea-lizzato dall’Ucsi insieme ad una mostra allestita presso l’emeroteca Tucci, un libro spe-ciale aggiunge Blasi «che riveste un’importanza storica ecclesiale e anche sociale». Il vo-lume è edito da Rogiosi di Rosario Bianco ed è stato finanziato dalla Banca di creditocooperativo di Napoli, presieduta da Amedeo Manzo.

All’incontro era presente tutto il direttivo dell’Ucsi Campania e numerosi soci Ucsi ol-tre al Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, l’assistenteecclesiastico dell’Ucsi don Tonino Palmese, il Direttore del “Roma” Antonio Sasso e atantissimi giornalisti e colleghi. Al termine i soci il direttivo ha regalato al Cardinale unapergamena in ricordo del bel momento trascorso insieme.

Elena Scarici

Eminenza carissima, sento di espri-merle il sentimento della mia ammirazio-ne per la sua azione pastorale.

Ella ha compreso a fondo l’anima diquesta città complessa e vivacissima, ca-rica di mali secolari, ne ha suscitato la fi-ducia, rinsaldato la sempre pericolantecoesione, promosso rigorosamente l’aper-tura civile.

Ella, come gli eroi rivoluzionari del1799, ha colto la primaria esigenza di at-tivare la comunicazione tra le culture dei

consapevoli e quella popolare, assai feli-cemente usando anche il nostro bel dialet-to nel discorso pubblico.

Infine, ella ha favorito il dialogo rispet-toso tra i credenti e i non credenti.

Di tutto cuore le auguro di portareavanti sempre vittoriosamente, per il benedi Napoli, la sua difficile missione.

Unisco un particolare, fervido augurioper la sua persona.

Con deferenza e affetto, suo AldoMasullo.

Gli auguri di Aldo Masullo

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Città Nuova Stagione12 • 17 luglio 2016

Policlinico Federico II e Associazione Italiana Food Blogger, insieme per la salute

«Dieta Mediterranea? Sì, grazie!»Seconda gara di ricette via web per favorire un’alimentazione sana non “medicalizzata”

li, invece, è opportuno evitare.Il regolamento è pubblicato nella sezione del web ma-

gazine dell’Azienda, Area Comunicazione: http://areaco-municazione.policlinico.unina.it/foodblogger/.

«Un’iniziativa che vede impegnate numerose professio-nalità dell’Azienda: la commissione composta da scienziatie ricercatori federiciani, i professionisti che hanno ideatol’iniziativa, curato il protocollo di intesa con l’AIFB, cheprogettano e realizzano il percorso formativo per i blogger ecoloro che coordinano e gestiscono la comunicazione del-l’evento. Un’attività che, grazie all’impegno di tutti i profes-sionisti coinvolti, non prevede alcun onere per l’azienda. Adimostrazione che è possibile fare squadra, valorizzandotutte le competenze che un’azienda ospedaliera universita-ria rende disponibili, per realizzare un’iniziativa innovati-

va e di qualità che, attraverso il coinvolgimento attivo deipartecipanti, promuove un’idea di salute consapevole e re-sponsabile», precisa Vincenzo Viggiani, CommissarioStraordinario dell’Azienda.

L’attenzione per l’alimentazione è oggi più che mai ri-levante. Gli obiettivi di programmazione 2014 -2020 del-la politica comunitaria intendono, infatti, promuovere lasalute come situazione di benessere globale, di autono-mia ed autodeterminazione, con particolare attenzioneagli stili di vita. L’Azienda Ospedaliera UniversitariaFederico II è impegnata su questo tema anche in Europae coordina il Reference Site “Invecchiamento attivo ed inbuona salute”, nell’ambito delle cui attività è contempla-to anche l’attuale coordinamento del sottogruppo“Nutrizione”.

Tumori, cure più efficaci con “peso forma” e sportLo specialista: «Attività fisica cruciale in ogni fase di malattia»

La risposta chemioterapica nel trattamento del tumore del seno è anche una questio-ne di peso. Un recente studio pubblicato sulla rivista internazionale Cancer Biology &Therapy, condotto dalla Fondazione Pascale di Napoli in collaborazione con la TempleUniversity di Philadelphia (Stati Uniti), che ha coinvolto all’incirca un centinaio di don-ne giovani, con età media o inferiore ai 45 anni, ha attestato – in conformità con ricercheprecedenti – che l’indice di massa corporea è un importante indicatore prognostico epredittivo, a breve e lungo termine, dell’efficacia di una chemioterapia neoadiuvante,effettuata cioè prima della chirurgia.

Ovvero pazienti normopeso avrebbero probabilità di ottenere benefici terapeuticimaggiorati anche del 22% rispetto a donne in sovrappeso o obese. Questo studio con-ferma, nelle donne giovani in chemioterapia preoperatoria, che per le donne con tumoredel seno è fondamentale, più di altre, mantenere uno stato di forma fisica. A tal fine, di-venta importantissimo correggere e/o cambiare il proprio stile di vita: prevedendo unadieta sana, ma soprattutto molto movimento, regolare e costante.

Pari cioè ad almeno 30 minuti di attività fisica per almeno due-tre volte alla settima-na, meglio ancora se affiancati da uno stile di vita ‘attivo’ che preveda, quando possibile,la rinuncia all’uso di ascensori e scale mobili a favore di scale a piedi e la riduzione deltrasporto a motore a favore degli spostamenti a piedi o in bicicletta. Infatti, gli effettidell’attività fisica, praticata durante e dopo un tumore del seno, influenzerebbero posi-tivamente il rischio di ricadute del tumore (recidive) e di mortalità; ridurrebbero gli ef-fetti collaterali delle terapie (sia la chemioterapia che la terapia ormonale) e tutelereb-bero anche la stabilità psicologica, mettendo cioè la donna in terapia più al riparo dalrischio di episodi depressivi, e cognitiva.

È dimostrato, infatti, che alcuni trattamenti come la chemioterapia o la terapia or-monale, in una minoranza di donne, possono danneggiare parzialmente le capacità diattenzione, memoria e di eloquio. L’attività fisica, fungendo da scudo con una azioneprotettiva sull’ippocampo, l’area cerebrale responsabile delle funzionalità cognitive, nefavorirebbe lo sviluppo, a vantaggio di un generale benessere mentale e psicologico perla donna.

«L’attività fisica – dichiara il professor Michelino De Laurentiis, direttore dellaDivisione di Oncologia Medica Senologica della Fondazione Pascale di Napoli – è unostrumento tra i più ‘efficaci’ e con funzionalità terapeutiche nel trattamento del tumore delseno. Un nostro recente studio, portato avanti nell’ambito del progetto ‘Underforty’ coor-dinato dal dott. Massimiliano D’Aiuto, ha coinvolto un gruppo di donne giovani affette datumore, tutte sotto i 45 anni e sottoposte a chemioterapia pre-operatoria, ha dimostratoche quelle ’in forma’ avevano una migliore risposta alla chemioterapia, con benefici mag-giorati anche del 22% rispetto a condizioni di sovrappeso e obesità.

L’indicazione per tutte le donne è dunque di praticare regolare attività fisica, aggiungen-do alla classica camminata quotidiana anche un impegno ulteriore in palestra, in piscina,della corsa, del ballo o qualsiasi attività sportiva di proprio gradimento: attività che vannopraticate almeno due volte a settimana come raccomandato da tutti i maggiori organismiinternazionali sia prima, quale fattore preventivo, sia durante che dopo un tumore al se-no». Praticato ‘prima’, lo sport mantiene in salute: rafforza il sistema immunitario, evitadi andare incontro a obesità e sindrome metabolica, due ben noti fattori che favoriscono

lo sviluppo di cancro oltre che di altre malattie quali il diabete o le malattie cardiova-scolari. Ma altrettanto importante è lo sport condotto regolarmente durante tutte le fasidi malattia. «Esistono studi - aggiunge il professore Michelino De Laurentiis- che dimo-strano che donne in terapia per tumore del seno che continuano l’attività fisica o la imple-mentano, ottengono sensibili benefici in termini di riduzione di effetti collaterali, migliorecapacità di sopportare i trattamenti, riuscendo a mantenere una buona qualità di vita an-che in caso di trattamenti importanti e aggressivi».

Nel ‘dopo’, l’attività fisica riveste un ruolo, se possibile, ancora più importante, inve-ce in questa fase di malattia, è quasi sempre trascurata o poco praticata: «Una metana-lisi, cioè un riesame di una serie di studi sull’argomento – conclude De Laurentiis - cheha coinvolto oltre 120 mila donne, ha dimostrato che la pratica fisica costante, pari ad al-meno due volte a settimana, riduce il rischio di recidiva e/o di mortalità, con una efficaciaparagonabile all’azione di una chemio, di una ormonoterapia o anche di una terapia coni più recenti farmaci biologici. I benefici dell’attività fisica sono significativi anche per lostato psicologico, con una diminuzione degli episodi depressivi, ma soprattutto per la con-servazione, se non il miglioramento, delle capacità cognitive».

È possibile che un’alimentazione sana coniughi l’e-quilibrio nutrizionale con il piacere della buona tavola?Può l’estetica di un piatto influire sul gusto ed il gradi-mento? E un piatto equilibrato riesce ad essere anche gu-stoso e divertente da preparare?

Dopo il successo dello scorso anno, con il food contest“Colesterolo cattivo? No, grazie!”, l’Azienda OspedalieraUniversitaria Federico II, insieme all’AssociazioneItaliana Food Blogger (AIFB), scende nuovamente incampo per il progetto “Insieme per la salute: la ricettagiusta per il tuo benessere”.

L’iniziativa intende favorire un’alimentazione sananon “medicalizzata” in cui il rigore scientifico e la corret-tezza metodologica incontrino il gusto ed il piacere dellabuona tavola, la ricerca dell’equilibrio nutrizionale, lacreatività e la sperimentazione in cucina, aumentando laconsapevolezza delle scelte nutrizionali attraverso unasana cultura alimentare. La sfida tra food blogger que-st’anno si gioca sul terreno della tradizione e dell’innova-zione, della semplicità e della convivialità, per celebraree diffondere i sani stili di vita e le corrette regole alimen-tari proposte dalla dieta mediterranea, riconosciuta nel2010 patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco.

Dal 30 giugno e fino a domenica 31 luglio, i food blog-ger, possessori di siti web dedicati alla cucina e all’ali-mentazione, potranno candidare la propria ricetta per ilcontest “Dieta Mediterranea? Sì, grazie!”.

Ai food blogger italiani, il compito di reinventare le ri-cette della tradizione mediterranea, con la loro passioneper la cucina e l’immancabile dote di creatività, rispet-tando le indicazioni del regolamento redatto, sulla basedelle evidenze scientifiche, dalla commissione costituitada un team multidisciplinare di professionistidell’Azienda che hanno identificato quali categorie di ali-menti privilegiare nella realizzazione delle ricette e qua-

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CittàNuova Stagione 17 luglio 2016 • 13

Miur, con laBuona scuola particolareimpegno per il “capitolo autismo”La “Buona Scuola” ha previsto ilraddoppio delle risorse per ilfunzionamento quotidiano delleistituzioni scolastiche: oltre 230milioni contro i 110 delprecedente anno scolastico. Lescuole per la prima volta hannoconosciuto a settembre l’interobudget a loro disposizione. Inpassato questa comunicazioneavveniva a metà annoscolastico. L’aumento per scuolaè andato in media dai 10milafino ai 90mila euro a secondadel tipo di indirizzo. Nell’annoscolastico appena trascorsocirca 90mila docenti disostegno, assunti a tempoindeterminato, hanno lavoratonegli istituti scolastici pergarantire e promuoverel’inclusione di alunni e alunnecon disabilità. Con la Buonascuola sono stati creati oltre6mila nuovi posti attraversol’organico del potenziamento.Particolare impegno è statospeso sul capitolo autismo: sonostati attivati 106 sportelli sututto il territorio nazionale, natiper favorire l’inclusionescolastica di studenti autistici,valorizzando le buone prassi emettendole in rete, oltre a 14Master in didattica epsicopedagogia per circa 1.500docenti che hanno potuto cosìrafforzare le proprie competenzespecifiche. Il concorso perdocenti indetto a febbraio haavuto per la prima volta unbando esclusivamente dedicatoal sostegno. È stato riattivatol’apposito Osservatorio.

La festa di San Camillo nel Presidio Ospedaliero “Santa Maria della Pietà” di Casoria

Più cuore in quelle mani(g. c.) La festa di San Camillo rappresenta ogni anno per gli ope-

ratori sanitari e i volontari del Presidio Ospedaliero “Santa Mariadella Pietà” di Casoria un importante appuntamento di fede. Il pro-gramma, preparato come di consueto, dal direttore dell’Ospedale,Fratel Carlo Mangione, ha visto infatti una viva e sentita partecipa-zione dei pazienti, del personale e dei fedeli. I religiosi camillianihanno preparato quest’evento con particolare attenzione, richia-mando i carismi di San Camillo, gigante della carità, decantandonel’amore e la compassione per l’ammalato e distribuendo sulle muradei locali dell’ospedale le frasi che il Santo usava per incitare i suoiad avere tenerezza nei confronti del malato «come una madre vedovaha nei confronti del suo un unico figlio infermo».

Cinque serate hanno contraddistinto i festeggiamenti in onoredel Santo, tutte sviluppatesi all’interno dell’Ospedale, immerso nelverde del “Viale delle Beatitudini”. La Santa Messa della prima sera-ta, è stata presieduta dal camilliano padre Alberto Russo, con la par-tecipazione dell’associazione “San Ludovico da Casoria” e delleSuore Elisabettine Bigie. Al termine della celebrazione eucaristicadel secondo giorno, presieduta da padre Armand Assavedo,Superiore della Comunità Camilliana del Secondo Policlinico, la se-rata è stata caratterizzata dall’esibizione della Compagnia teatraledei “Partenopacci”.

Venerdì 8 la celebrazione eucaristica è stata presieduta dalSuperiore della Comunità dei Frati Francescani di Barra, padreGioacchino Ricca, accompagnato dal “Gruppo Famiglie dellaDivina Provvidenza”. In serata il momento di ricreazione è stato af-fidato alla voce di Gianni Aversano con “Napolincanto in Napule”,per un molto apprezzato e coinvolgente repertorio di canzoni clas-siche napoletane.

La penultima serata, ha visto il Superiore Provinciale deiCamilliani, padre Rosario Mauriello, presiedere la celebrazione li-turgica, assistito dal Superiore della comunità, padre LuigiMaglione. Nell’occasione la Santa Messa è stata animata dal coro de-gli stessi dipendenti. A seguire, l’immancabile degustazione di ottimipiatti preparati dal cuoco dell’ospedale e da alcuni dipendenti. Peruna vendita il cui ricavato è destinato alla costruzione di un poliam-bulatorio nel Benin. Inoltre, il cantante Mario Napolano, accompa-gnato dai “Fagnon Group Music Band”, ha proposto, con successo esimpatia, i più noti brani di musica classica napoletana.

La giornata di domenica, giorno della festa, è iniziata con la cele-brazione della Santa Messa, seguita dalla benedizione con l’olio be-nedetto di San Camillo agli ammalati ed ai fedeli. Nel pomeriggio lasolenne celebrazione eucaristica è stata presieduta da S. E. Mons.Mario Milano, Vescovo Emerito di Aversa, accompagnata dai cantidel coro delle suore di Santa Maria Cristina Brando. La banda mu-sicale della “Città di Casandrino” ha, infine, allietato la serata conbrani classici compreso l’inno nazionale di Mameli.

I componenti dell’Associazione Volontari Ospedalieri, organiz-zazione presente nell’Ospedale di Casoria, nella stessa serata, hannoofferto il loro prezioso contributo offrendo dolci e rustici con lo sco-po di reperire fondi a sostentamento dei fini dell’associazione, cheoltre a confortare gli ammalati, soprattutto quelli soli, cerca di prov-vedere a generi di prima necessità come pigiami o biancheria intima,anche con i loro contributi volontari.

Non poteva mancare il regista e cabarettista dell’associazione,Giulio Carfora con la sua “Compagnia dei Saltimbanchi” apprezzatoa tutte le età, in modo particolare con gli spettacolari giochi di fuoco.Particolarmente legato all’ospedale di Casoria, l’impegno di Carforae della sua compagnia è quello di coinvolgere i ragazzi colpiti da par-ticolari disagi familiari per recuperarli dalla strada. Sono queste pic-cole conquiste quotidiane che ci fanno sentire più vicini allo spiritocamilliano che vuole “Più cuore in quelle mani”.

L’Associazione Fenderico conclude la stagione sportiva

Dal Vomero solidarietà per Ponticelli

di Oreste D’Amore

Si è conclusa martedì 5 luglio la stagionesportiva dell’associazione Alberto Fenderico,che opera presso la parrocchia di Santa Mariadella Libera al Vomero. Un anno di impegno edi successi, non solo sul piano sportivo ma an-che educativo e sociale. La conclusione è spet-tata ai papà del gruppo “#siamotuttibambini”,un progetto pilota, che ha avvicinato alla par-rocchia tanti genitori dei ragazzi che frequen-tano i corsi di formazione sportiva tenuti dal-l’associazione.

Tra sport, amicizia e impegno civico, termi-na un anno ricco di emozioni, come ha ricor-dato il presidente Pippo Fenderico, che hacoinvolto i papà in tante iniziative. Non solocalcetto insomma, con gli allenamenti settima-nali, finalizzati alla socializzazione e all’avvici-namento alla pratica sportiva, e il torneo inter-no, dedicato alla memoria di mons. LuigiPaesano, storico parroco, ma tante iniziativedi cittadinanza attiva e di sostegno alla Chiesadi Napoli. Ricordiamo il coordinamento delservizio di accoglienza ai giovani alla Rotonda

Diaz, durante la visita di papa Francesco, l’ac-compagnamento delle reliquie di San Gennaroin processione lungo le strade di Napoli nelgiorno della festività del Santo, la partecipa-zione alla raccolta di beneficenza del “Campodi Lavoro e Solidarietà”, l’organizzazionedell’evento per le scuole “Smack Giornate” du-rante Vomero Notte, l’impegno profuso con ilCentro Sportivo Italiano per l’organizzazionedi vari eventi sportivi, l’animazione liturgica inparrocchia e tante altre iniziative.

Nella serata conclusiva, si è svolta la finaledel torneo estivo, disputata dalla squadraBianca e dal team formato dai comici di Madein Sud, capitanato da Rosario Morra, in arteRoss, da sempre vicino all’associazione, che siè aggiudicato la partita. Al termine c’è stata lapremiazione dei vincitori del torneo“Paesano”, del torneo estivo e di tutti i parteci-panti, alla presenza del parroco, mons.Sebastiano Pepe, e di un parrocchiano d’ecce-zione, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.Una serata di festa straordinaria, che ha coin-

volto tante famiglie attorno ai papà di “Siamotutti bambini”.

Nel corso del torneo e degli allenamenti èstata effettuata una raccolta di beneficenza, ilcui ricavato quest’anno si è deciso di destinareall’acquisto di alcune porte da calcio per uncampetto situato nel Lotto 0 di Ponticelli, rac-cogliendo così l’appello lanciato dal movimen-to “Un Popolo in cammino”, a seguito dell’en-nesima uccisione di un giovane innocente,Ciro Colonna, per mano della camorra. “UnPopolo in cammino” è un movimento sponta-neo, nato per volontà dei parroci e di tanti fe-deli e cittadini delle periferie della città diNapoli, per combattere i soprusi e dire no alleviolenze camorristiche. Per ricordare Ciro, igiorni 8 e 9 luglio si è svolta l’iniziativa “Dal do-lore nascerà la bellezza”, con l’inaugurazionedel nuovo campo sportivo, ristrutturato dai vo-lontari del movimento, e con la partecipazionedel gruppo dei papà della Libera al torneoinaugurale di calcio a 5.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Attualità Nuova Stagione14 • 17 luglio 2016

La solidarietà non va in vacanzaGli anziani che restano in Città

durante i mesi estivi, anche quest’annonon saranno soli: grazie al progetto“Agenzie di Cittadinanza”, voluto dalComune di Napoli, Assessorato alWelfare e alle Politiche Sociali e dalCentro di Servizi per il Volontariato diNapoli e provincia, le organizzazioni divolontariato e del terzo settorecoinvolte offriranno i seguenti servizi.

Ascolto telefonico per semplicecompagnia, informazioni, segretariatosociale.

Intervento sociale, finalizzato a tut-ti i tipi di pronto intervento, compagnia,accompagnamento, disbrigo pratichequotidiane, spesa a domicilio, paga-mento bollette, acquisto farmaci, ri-chieste certificati.

Attività ludico ricreative come levisite guidate, gli incontri disocializzazione, nonché feste e pratichedi ginnastica dolce.

I suddetti servizi saranno garantitiin ogni Municipalità: volontari edoperatori sociali si occuperanno direalizzare interventi ed attività perfavorire sia l’assistenza domiciliare siale opportunità di incontro esocializzazione.

Il progetto, infatti, si caratterizza perl’elevata prossimità al cittadino, per lecapacità di ascolto e di interventoimmediato onde tutelarne la salute eprevenire fenomeni di isolamento e disolitudine, costituendo un supporto allereti dei servizi professionali.

«Con il programma “La solitudinenon va in vacanza” – ha spiegatol’Assessore al Welfare Roberta Gaeta –si intende implementare un tessutosociale caratterizzato dalla solidarietà,dall’inclusione e dal sostegno,promuovendo la Città come luogo divacanza con spazi e tempi dedicati allepersone anziane. Riconoscendo il dirittodi tutti i cittadini a star bene, asviluppare e conservare le propriecapacità fisiche, a svolgere unasoddisfacente vita di relazione, ariconoscere e coltivare le risorsepersonali e a essere membri attivi dellasocietà, la Città si pone come contestosicuro e favorevole alle relazioni sociali,

alla condivisione di interessi, perriconoscersi in gruppi anche in unperiodo in cui il rischio di marginalitàrisulta particolarmente alto».

«Quella con il Comune – ha sottoli-neato Nicola Caprio, presidente delCentro di Servizi per il Volontariato diNapoli – continua a essere una collabo-razione fattiva. La capillarità e la prossi-mità territoriale delle associazioni di vo-lontariato cittadine favoriranno inter-venti tempestivi e impattanti. Anche inmomenti dell’anno come questi, è neces-sario essere al fianco delle fasce più debolidella nostra Città. Il volontariato napole-tano, quando chiamato in causa, si fatrovare sempre pronto».

Le agenzie, infatti, propongono uncalendario ricco e articolato, allo scopodi rispondere alla domanda diaggregazione sociale delle personeanziane promuovendo, nello stessotempo, le interrelazioni tra generazionie prevenendo fenomeni diemarginazione e solitudine, nell’otticadi un processo di complessivarivitalizzazione dei territori comeluoghi in cui si contribuisceattivamente alla crescita di una societàaperta, inclusiva e solidale.

Pubblicato l’ultimo numero di “Archivio afragolese”, Rivista di Studi Storici

A tutela della memoriadi Antonio Botta

Con una serie di contributi di studiosi di storia e tradizioni locali, arte e architet-tura, è uscito il nuovo numero della rivista “Archivio Afragolese”, fondata e direttada Marco Dulvi Corcione, direttore responsabile Francesco Giacco. Il valore cultu-rale del periodico risiede nella capacità di esaltare e valorizzare le radici nelle qualiuna comunità cittadina riconosce se stessa, così da riscoprire la propria identità so-ciale. L’impegno del Comitato di redazione di mantenere viva la memoria storica delpopolo afragolese e non solo, costituisce un servizio formativo necessario in un tem-po in cui si smarriscono i costumi e le specifiche diversità e si ignorano i valori aiquali fare riferimento per orientare le future generazioni verso la tutela del territo-rio, il rispetto di ciò che appartiene a tutti e, quindi, a ciascuno.

I lavori pubblicati sono accomunati da un’unica consapevolezza: la sensibilità ela formazione del cittadino di domani devono essere in condizione di riconoscere eamare la qualità delle peculiari tradizioni storiche, culturali e religiose dell’ambien-te in cui si è nati. C’è una storia segnata dalle vie, dal palazzo comunale, dalle piazze,dai castelli, dalle chiese e cappelle, dalle quali si può risalire all’arte dei grandi mae-stri.

Da segnalare il contributo di Catello Pasinetti su “La chiesa di San GiorgioMartire ad Afragola” per la capacità di narrare la storia del Tempio e di descrivernein maniera dettagliata le strutture esterna e interna, le cappelle e le opere artisticheche vi sono contenute: un lavoro che pone in evidenza la stretta correlazione tra fede,arte e cultura, per promuovere anche ad Afragola, il turismo religioso abbinato aquello culturale.

Un altro motivo qualificante della Rivista è di far emergere dalle ceneri della di-

menticanza sia personaggi locali, distintisi nel campo della cultura e delle arti, siaeroi comuni, capaci di vivere l’ordinario della loro esistenza, fatta di lavoro duro, sa-crifici e stenti in maniera straordinaria. Al proposito lo studio su “Gli interventi diAngelo Mozzillo per gli eremi camaldolesi di Napoli e Visciano”, di Franco Pezzella.Lo studioso illustra una serie di affreschi commissionati dai monaci camaldolesiall’Artista afragolese per gli eremi di Napoli e Visciano. Pezzella, inoltre, si soffermasulla rappresentazione, operata dal Mozzillo nelle lunette, dei Santi camaldolesi,raffigurati con i rispettivi attributi iconografici: San Mauro e San Bernardo diChiaravalle. Si ha conferma, leggendo questa rivista sia del valore intrinseco delleopere custodite nei luoghi sacri di Afragola, sia della spiritualità di cui sono permea-te.

Impressiona, poi, per le forti analogie con i tempi attuali, leggere il contributo diRaffaele Cossentino su “Il tema dell’emigrazione nella canzone napoletana”, dovesi sottolinea che «dall’entrata in vigore della legge sull’emigrazione del 31 gennaio1901, Napoli diventa una delle capitali dell’emigrazione italiana». La condizione degliemigranti italiani sui bastimenti era molto simile a quella degli extracomunitari cheapprodano stremati sulle nostre coste e non pochi perdevano la vita durante il lungotragitto. Per tanti immigrati che partivano con valigie di cartone piene solo di spe-ranze, «l’eldorado americano si rivelò solo una cocente delusione: a migliaia morirononelle miniere o alcolizzati o di stenti o di fame».

La rivista si conclude con “I vent’anni del Ferragosto ad Afragola”, la storia di unevento popolare, ideato e organizzato dall’indimenticato Luigi Grillo e che, tuttora,vede la fattiva partecipazione della sua famiglia.

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Santa Maria Greca18 luglio

Nel 1656 una grave pestilenza infestava il regno di Napoli e lePuglie. Anche la cittadina di Corato, presso Bari, contò numero-se vittime: invano la scienza si appellava agli umani rimedi. Il po-polo, sfiduciato ed atterrito, invece, fece ricorso ai suoi SantiPatroni, e principalmente a Maria Santissima. Intanto gli anzia-ni sapevano, per antica tradizione, che nel sotterraneo di una del-le torri che incoronavano Corato, la Torre Greca, doveva esserviconservata una immagine prodigiosa della Madonna. All’albadel 17 luglio, un sacerdote, raccolto in preghiera, ebbe una visio-ne della Vergine nella medesima posizione con cui oggi è la SacraEffigie. Gli disse: «Coraggio, o mio diletto, consola quest’afflittopopolo, poiché subito sarà liberato dal tremendo flagello dell’iradi Dio, se dedicherà in mio onore ed al mio culto il sotterraneo ate ben noto».

Detto questo, la Vergine scomparve, lasciando al Sacerdotetanta pace e consolazione. Si portò a Trani, dall’Arcivescovo,Mons. Tommaso Sarria, per consiglio ed anche per ottenere dalui l’autorizzazione a trasformare quel sotterraneo in oratorioaperto al pubblico culto.Il giorno dopo, di buon mattino, assisti-to da diversi operai, il sacerdote si portò all’ingresso del sotterra-neo per sgombrarlo dai calcinacci e dal terriccio, per biancheg-giare le mura e livellare il suolo, rendendolo un degno luogo dipreghiera. Intanto il popolo lì riunitosi, cominciò a supplicare laVergine con il saluto angelico, pregandola di portare a terminel’opera da Lei iniziata. E così, mentre una fiduciosa preghiera sa-liva al Cielo, si udì provenire dal sotterraneo il melodioso e squil-lante suono di un campanello. A questo segno se ne accompagnòun altro. Una povera donna cieca lì presente, aprendo miracolo-samente i suoi occhi, ed additando una tavola in noce dipinta lìapparsa, cominciò ad esclamare: «Ecco Maria, ecco Maria!».

A quel grido, il sacerdote, scosso dalla sua preghiera, riconob-be l’immagine apparsagli. Da quel giorno, in Corato, per singo-lare beneficio mariano cessò la peste. Grazie a quel rinvenimen-to, il sotterraneo divenne centro di fede e di numerosi pellegri-naggi e la Madonna, miracolosa-mente apparsa dipinta, si è mo-strata sempre, con i suoi molteplici miracoli, Madre di tutti e spe-ciale protettrice di Corato.L’immagine appare tuttora come all’e-poca del suo prodigioso ritrovamento. I suoi colori, nonostantetanti secoli e l’umidità sono ancora vividi. La Vergine appare co-me una matrona, assisa sulle nubi, con il Bambino Gesù sulle gi-nocchia, circondata da otto figure angeliche, e con il curioso pa-storale all’uso greco, nella destra. La foggia dell’abito dellaMadonna appare tipicamente greca, così come greca è la tunicadi Gesù Bambino. La veste della Madonna è rosso vivo ed è stret-ta alla vita da una cintura; il manto è azzurro. Il piede destro èfornito di calzare. Il capo è ricoperto di un velo ed è cinto da undiadema. Ai piedi della Vergine si vede dipinto un campanello, ilcui suono melodioso fu udito al momento della scoperta dell’im-magine.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 17 luglio 2016 • 15

Ascoltareper amareQual è il rischio, quandoqualcuno, in modo netto ecategorico, ci dice: «Vai e fai?».Cosa succede nella mentequando una persona autorevoleci fa capire che è fondamentale“fare” in un certo modo pervivere bene? Semplice! Rischi dicredere che tutta la vita si riducaa quel fare. E allora perrimetterci sulla buona strada,lontano da rischi di derive, ilbuon evangelista Luca, espertonarratore, alla parabola delbuon samaritano, centrata unpo’ più sul fare (Lc 10, 29-37),fa seguire l’incontro di Gesù conMarta e Maria (Lc 10, 38-42).Casuale o strategica questacollocazione? Avete mai pensatoche in un film le scene sianocasuali? Penso di no. Ebbene,così è nei Vangeli: di casualenon c’è nulla.E allora non ci resta che darevoce alle parole di Gesù, rivoltea Marta: non hanno il gusto delrimprovero… Diciamocelo: si fafatica a credere che un maestroche non rimprovera unaprostituta rimproveri poi unadonna che si è spezzata laschiena pur di aprirgli casa.Le parole forti di Gesù versoMarta puntano a renderlaconsapevole di una cosa: il suocuore non è più interamente nédi Dio né del prossimo. Marta,senza accorgersene, ha regalatoil suo cuore alle cose. Di quelcomandamento: «Ama Dio contutto il tuo cuore, la tua mente,le tue forze... E ama il tuoprossimo», non è più rimastonulla. Le preoccupazioniruotano solo attorno alle cose (v.42), questo annota Luca.Ascoltando e riempiendosi diParola invece ci si svuoterà,liberandosi, dalle cose e ci siriempirà di Dio... e degli altri.

La preghieraSignore Gesù,le nostre giornate scorrono veloci,spinte da mille preoccupazioni.Tutto ruota vorticosamenteattorno a noi travolgendoci…La vita sfugge dalle nostre manie le migliori intenzionisi riempiono di orgoglioe si svuotano di gratuità.Signore, insegnaciad ascoltare la tua Parola,per svuotarci di noi stessie riempirci di te. Amen.

Alleniamoci in misericordia

Esercizio necessario è fer-marsi e sostituire l’attivismo finea se stesso con l’ascolto dell’altro,del mondo e di Dio.

Mariangela Tassielli

Catechisti e animatori suwww.cantalavita.com possonotrovare la preghiera e l’eserciziodi misericordia in un formatoscaricabile per i social.

17 luglio. Sedicesima Domenica del Tempo Ordinario

Chi contempla agisce santamenteGen 18, 1-10; Sal 14; Col 1, 24-28; Lc 10, 38-42

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Parabole in rimaUna simpatica raccolta di dodici parabole raccontate in rima: il padre

misericordioso, la pecorella smarrita, la vedova insistente, i talenti, la ziz-zania, la moneta perduta, il servo spietato, i lavoratori a giornata, il poveroe il ricco, le dieci ragazze, il grande banchetto, il buon samaritano.Sebbene trascritte in assoluta coerenza con il testo evangelico, le parabolein rima assumono per il bambino il fascino della favola e della filastrocca,grazie alla musicalità del linguaggio poetico, che le rende immediatamen-te comprensibili e facilmente memorizzabili. L’insegnamento contenutoin ciascuna di esse è espresso in forma volutamente sintetica nell’ultimastrofa. La prefazione, anch’essa in rima, introduce le parabole: ha lo scopodi catturare l’attenzione del lettore e di suscitarne l’interesse e la curiositàspiegando il motivo per cui Gesù le utilizzava per rivolgersi al popolo.

Questa piccola raccolta, adatta per bambini dai 5 agli 8 anni, sipresta a essere utilizzata in diversi modi: dai genitori che attraverso labella pratica della lettura ad alta voce vogliono introdurre i figli a unaprima conoscenza della parola di Gesù; dai catechisti o dagli insegnantidi religione che, dopo la lettura delle parabole, potranno approfondirecon i bambini il commento finale, breve proprio per lasciare spazio alloro intervento didattico.Franca Monticello - Parabole in rimaEdizioni Paoline – 2016 - pagine 32 – euro 5,50

Guida illustrata al mondo interiore Tom Holmes dottore in psicologia, e Lauri Holmes, psicoterapeuta,

in questo libro, costituito da otto capitoli e corredato con numerosidisegni, ed esercizi, ci aiutano a esplorare il nostro mondo interiore.Sostengono che il mondo interiore è costituito da tante parti: la partemanager, quella protettiva, vulnerabile, giudicante. Il termine “parti” fariferimento a schemi ripetitivi di pensieri, sentimenti e comportamenti,che si manifestano a seconda dello stato mentale in cui ci troviamo:rabbia, tristezza, paura. Al centro del nostro sistema interiore c’è invecequalcosa che ha una natura differente dalle “parti”, il “Sé”,caratterizzato dalla consapevolezza della nostra interezza, che agiscecome un direttore d’orchestra, mentre le “parti” sono musicisti chesuonano i loro strumenti per la musica della vita. Il “Sé” permette didirigere i diversi stati mentali e dare così maggiore equilibrio alla vita.Gli autori considerano il mondo interiore come una casa dove ilsoggiorno è il luogo dove si decide il modo di vivere. Siccome le diverse“parti” si ignorano e spesso sono in contrasto, non dovrebbero occupareil soggiorno, che è il luogo proprio del “Sé”, che dialoga con le diverseparti, per favorire un accordo tra tutte e giungere così a una stabilitàesistenziale. Il testo è di facile e piacevole lettura, ed è reso ancora piùcomprensibile da numerosi disegni. Offre strumenti efficaci e utiliaccorgimenti per migliorare le relazioni e per aiutarci a raggiungere unequilibrio del nostro mondo interiore.

Giuseppe ForiaTom Holmes – Lauri Holmes Il gioco delle parti. Guida illustrata al tuo mondo interioreFeltrinelli, Milano 2015 - pagine 141 – euro 12,00

La contemplazione, esperienza profon-da dell’amore di Dio, è la chiave che apre ilcuore umano all’amore verso il prossimo,spezza il rischio dell’egoismo e prepara l’uo-mo al servizio d’amore che è chiamato acompiere per il suo prossimo e per l’uma-nità.

Una parrocchia piena di contemplativi èpiena di carismi soprannaturali e spirituali,elargiti per il bene comune; ma il carismapiù grande è l’amore e per amare se stessi egli altri bisogna che quest’amore lo si ricevadall’alto. Quest’amore è lo Spirito Santo, checi fa fare l’esperienza della paternità di Dio:«Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli ca-rissimi, e camminate nella carità, nel modoche anche Cristo vi ha amato e ha dato se stes-so per voi, offrendosi a Dio in sacrificio di soa-ve odore» (Ef 5, 1-2).

Lo scopo della contemplazione cristianaè proprio quello di ricevere l’effusione delloSpirito Santo, che ci riveste di Gesù Cristoaffinché facciamo le cose che Egli ha fatto.Egli ha compiuto perfettamente il coman-damento dell’amore, perciò nell’ultima cenaha detto: «Vi do un comandamento nuovo:amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi»(Gv 15, 12). Sull’esempio di Gesù, il cris-tiano, pieno di Spirito Santo, fa della pro-pria vita un sacrificio vivente, santo e gradi-to a Dio (Rm 12, 1).

La contemplazione cristiana, con il donodello Spirito Santo, spinge l’uomo ad andareincontro al prossimo in maniera fattiva econcreta. Il cristiano non può essere né soloMarta né solo Maria. Svolgere solo il ruolo diMarta significherebbe fare della Chiesa un’as-sociazione puramente assistenzialistica; svol-gere solo il ruolo di Maria significherebbealienarsi dall’umanità, che Gesù Cristo hasposato invece con la Sua incarnazione.Contemplazione e azione non devono essereallora mai separate, se si vuole glorificare Dioe beneficare il prossimo, ma in qualche modola prima è radice della seconda.

Un ministero sacerdotale non vissutonella contemplazione e vuoto di compas-sione e di servizio per il prossimo sarebbe,infatti, un ministero non cristiano. Nellaparrocchia che promuove la contem-plazione come attività primaria, invece, loSpirito Santo susciterà uomini e donne chesi dedicheranno volentieri e con gioia alleopere di carità spirituale e corporale. I con-templativi praticano un amore sincero e gra-tuito, e l’amore è sincero e gratuito soloquando non si cerca di essere ammirati dallagente e di farlo sapere a tutti per essere lo-dati.

Tempo fa, su un quotidiano cattolico, og-ni settimana veniva pubblicato un serviziosu una parrocchia della città. Ebbene, il

servizio tendeva sempre a presentare le at-tività sociali e caritative della parrocchia,senza mai menzionare il cammino spiri-tuale. L’amore sincero e gratuito non habisogno del suono delle trombe per dif-fondersi! Quando, ancora, l’amore è sin-cero? Quando non cerca la ricompensa dagliuomini! Perciò i contemplativi si impeg-nano ad amare soprattutto gli ultimi dellasocietà. L’azione caritatevole, se non è prece-duta dalla contemplazione, può nascondereegoismo, vanagloria o strumentalizzazionedel fratello. E questo è un “amore” che umil-ia e mortifica chi lo riceve. La carità divina ècreata in noi dalla vita nuova dello Spirito.Se non si capisce questo si resta in un oriz-zonte d’amore che non è diverso da quellopagano.

La consapevolezza della inabitazionedello Spirito Santo fa dire al contemplativo:“Non sono più io che amo, ma è Cristo cheama in me!”. Così egli si viene a trovare nelmoto incessante di donarsi e riceversi a vi-cenda, che è proprio del Padre, del Figlio edello Spirito Santo.

Beata allora quella parrocchia che, in-sieme al suo pastore, si è inserita, attraversola preghiera del cuore, nel circuito del-l’amore trinitario, per essere segno visibiledella carità di Dio.

Lorenzo Montecalvo sdv

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Grave incidente ferroviario in Puglia

Il messaggio del Santo PadreEsprimo la mia sentita e cordiale partecipazione al dolore che colpisce tante famiglie.Assicuro fervide preghiere di suffragio per quanti sono tragicamente morti e, mentreinvoco dal Signore per i feriti una pronta guarigione, affido alla materna protezione dellaVergine Maria quanti sono colpiti dal drammatico lutto ed invio la confortatricebenedizione apostolica.

Francesco