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N. 42 • 25 novembre 2012 • 1,00 Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli La Conferenza Episcopale Italiana, aderendo alla iniziativa di alcune associazioni di operatori del com- mercio, ha deciso di sostenere la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare contro l’apertu- ra domenicale dei negozi, per salvaguardare il “Giorno del Signore”. La raccolta verrà effettuata domenica 25 novembre 2012. SALVIAMO LA DOMENICA La campagna “la vita buona” 4 Le ordinazioni dei diaconi permanenti 6 Ricordando il medico santo 10 L’Arcivescovo incontra gli olimpionici campani 12 Premi nel nome di Capuozzo 12 Un libro sulla comunicazione 13 La nuova evangelizzazione e l’ecumenismo Appello per i centri Uneba 11 PRIMO PIANO CITTÀ A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Patto sul lavoro tra Italia e Germania 8 e 9 SPECIALE Il 7 dicembre serata di beneficenza per l’infanzia 5 PRIMO PIANO DIOCESI A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Giornata Nazionale delle offerte ai sacerdoti 2 VITA DIOCESANA Crescenzio Card. Sepe Un cordiale saluto e benvenuto a tutti voi Delegati Diocesani per l’Ecumenismo e il Dialogo, che partecipate al Convegno nazionale promosso dall’Ufficio nazio- nale della Conferenza Episcopale Italiana sull’importante ed attuale tema della “Nuova Evangelizzazione e l’Ecumenismo”. Un fraterno saluto, in particolare, a S. E. Mons. Mansueto Bianchi, Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo, e a Mons. Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. a pagina 3

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N. 42 • 25 novembre 2012 • € 1,00

Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

La Conferenza Episcopale Italiana, aderendo allainiziativa di alcune associazioni di operatori del com-mercio, ha deciso di sostenere la raccolta di firme per laproposta di legge di iniziativa popolare contro l’apertu-ra domenicale dei negozi, per salvaguardare il “Giornodel Signore”. La raccolta verrà effettuata domenica 25novembre 2012.

SALVIAMO LA DOMENICALa campagna “la vita buona” 4

Le ordinazioni dei diaconi permanenti 6

Ricordando il medico santo 10

L’Arcivescovo incontra gli olimpionici campani 12

Premi nel nome di Capuozzo 12

Un libro sulla comunicazione 13

La nuova evangelizzazionee l’ecumenismo

Appelloper i centri

Uneba

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PRIMO PIANO CITTÀ

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Patto sul lavorotra

Italia e Germania

8 e 9

SPECIALE

Il 7 dicembreserata di beneficenza

per l’infanzia

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PRIMO PIANO DIOCESI

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Giornata Nazionaledelle offerteai sacerdoti

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VITA DIOCESANA

Crescenzio Card. Sepe

Un cordiale saluto e benvenuto a tutti voi Delegati Diocesani per l’Ecumenismoe il Dialogo, che partecipate al Convegno nazionale promosso dall’Ufficio nazio-nale della Conferenza Episcopale Italiana sull’importante ed attuale tema della“Nuova Evangelizzazione e l’Ecumenismo”.

Un fraterno saluto, in particolare, a S. E. Mons. Mansueto Bianchi, Presidentedella Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo, e a Mons. GinoBattaglia, direttore dell’Ufficio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana.

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 25 novembre 2012

Sovvenire

Incontro incaricatidiocesanidellaCampaniaIl Rione Terra di Pozzuoli, con isuoi duemila anni di storia, hafatto da cornice all’incontroregionale degli incaricatidiocesani della Campania. ConStefano Gasseri del Servizio Ceiè stata fatta una panoramica sututte le attività promosse dalServizio nazionale,sottolineandone i variaspetti legati alla promozione ealla formazione.È stata sottolineata l’importanzadel lavoro di formazione verso iseminaristi, sacerdoti, laici e inparticolare verso i giovani.«L’incaricato per la promozionedel sostegno economico allaChiesa – ha sottolineato ildelegato regionale GiovanniDentice – sta divenendo semprepiù un ministro, così comeauspicava già il CardinaleNicora, che considerava il“sovvenire” un ministero, ecome nel tempo hanno ancoraconfermato sia Mons. GiuseppeBetori in occasione di un nostroConvegno nazionale e lo stessoattuale Presidente della CeiCardinale Angelo Bagnasco».Gli incaricati della Campaniahanno ribadito l’importanza divalorizzare i vari materialipromozionali che arrivano indiocesi, senza prescindere peròdalla formazione da fare alpopolo di Dio, senza la qualeanche i materiali diventanoinutili. Lo stesso progetto“ifeelCUD” ha cercato di trovareun modo per avvicinare igiovani, futuri contribuenti, ainostri temi.Il problema più grande è quellodella sensibilizzazione alleOfferte destinate all’IstitutoCentrale Sostentamento Clero.Anche per questo è importantetrasmettere i valori che stannoalla base del “sovvenire”, per farcapire che bisogna cambiarementalità, formare allacomunione come frutto dicondivisione. «Per questo –ricorda Giovanni Dentice –dobbiamo formare ed educare ilpopolo di Dio a capire emetabolizzare che anche la miapiccola offerta è parte integrantedi un progetto di condivisioneche può ottenere un effettostraordinario».All’incontro era presente anche ilPresidente del ComitatoPromozione SostegnoEconomico, il Vescovo diCaserta, Mons. Pietro Farina chein riferimento alla trasmissionedei messaggi educativiha affermato che iniziano a fareeffetto, anche se per il momentoi risultati non sono eclatantirispetto all’impegno profuso. Ele nuove tecnologie usate persensibilizzare ancora nonarrivano a tutti. Il discorsodiretto, quasi “ad personam”,rimane sempre valido, maprobabilmente il Gruppo diLavoro regionale racchiudeun’area troppo vasta.

Casa Provinciale delle Figlie della Carità

Il Grandenel

Piccolo 27 novembre, festa

della Medaglia Miracolosa

Misure ridottissime: due centimetri di lun-ghezza, uno di larghezza, per un messaggio in-finito, perché è il Messaggio Salvifico. Non do-vrebbe sorprendere, poiché contemplare ciòche è grande in ciò che è piccolo è proprio del-la dinamica cristiana.

Eppure la Medaglia Miracolosa suscita sem-pre meraviglia. Mobilitò subito le masse, che leattribuirono il titolo di “miracolosa” proprioper le grazie che si riversavano quale frutto del-la devozione mariana. La Medaglia fu coniataseguendo fedelmente quanto chiesto dallaVergine alla novizia delle Figlie della Carità,Suor Catherine Laboure, nell’apparizione, il 27novembre 1830.

Esempio di comunicazione efficacissima,l’insieme iconografico della Medaglia. Maria ri-vela, non nasconde. Con somma sapienza Ella,ha collocato sulla Sua Medaglia, i segni più ido-nei a dire molte cose in pochissimo spazio.

La figura eretta dell’Immacolata dominasull’ovale, dalle Sue mani partono raggi di luceverso il basso, i Suoi piedi, che schiacciano ilserpente, poggiano su una semisfera, si legge lascritta: “O Maria Concepita senza peccato pre-gate per noi che ricorriamo a voi”.

Sul retro della Medaglia appaiono due cuoriuniti, uno coronato di spine, l’altro trafitto dauna spada, il monogramma con una M e una Iintrecciate, sopra la Croce, attorno dodici stel-le.

Tra le realtà espresse da questi segni si pos-sono citare il prezzo della Redenzione, la com-passione della Vergine, Maria dispensatrice diogni grazia, vincitrice del male, Madre eRegina, il mistero dell’ImmacolataConcezione.

La prima faccia della Medaglia mostra la fi-gura luminosa dell’Immacolata che esercita ilSuo potere di intercessione irradiando di grazieil globo terrestre. Il retro della Medaglia ci mo-stra l’intima unione tra la Madre e il Figlio, ilsuo essere con Gesù nell’opera riparatrice dellaRedenzione. Maria ha voluto scrivere sullaMedaglia, un trattato di mariologia in miniatu-ra. Certamente Ella non chiede che tale tratta-to sia letto e inteso da tutti nella sua interezza.

La Madonna vuole soltanto che la Medagliasia portata con fiducia, con pieno affidamentoa Lei, Immacolata, Mediatrice di grazie. Ella siattende che tutti andiamo a…, ritorniamo da...,restiamo con il Figlio Suo Gesù! Venite ai piedidell’altare.

L’appuntamento è per martedì 27 novembre,Festa della Medaglia Miracolosa, presso la CasaProvinciale delle Figlie della Carità, in via SantaLuisa de’ Marillac 10, Napoli. PrevisteCelebrazioni dell’Eucarestia alle ore 7, 10.30 e17.30. Per saperne di più: 081.66.48.15.

Michelina Massaro F.d.C.

25 novembre: Giornata Nazionale delle offerte ai sacerdoti

«Chi annuncia il Vangelo,

viva del Vangelo»

Un commento alla figura di Giovanni Battista dà indicazioni chiare sulla con-versione. Convertirsi chiede di portare “frutti” cioè fare qualcosa di concreto, es-sere operativi, mostrare una nuova appartenenza effettiva ma anche affettiva, per-ché il frutto non sia solo grande o bello o ben colorato, ma abbia anche sapore. Ifrutti che possiamo portare sono molti e di vario tipo. Mi permetto di approfon-dirne uno in particolare: il frutto del “sovvenire” in quanto si innesta in pieno inun altro tema: del “Pane quotidiano”. Convertirci porta a scoprire o riscoprireun’appartenenza. Ci si converte a qualcosa, meglio ancora, nel nostro caso aQualcuno. E l’appartenenza inevitabilmente genera relazioni, legami che ci chie-dono un impegno più o meno spontaneo.

Il catechismo in merito a questo impegno ancora oggi, ci ricorda cinque precet-ti cosiddetti generali: quattro riguardano una cura e un’attenzione sacramentale.Un altro invece differisce un po’ e suona così: “Sovvenire alle necessità dellaChiesa”. Noi al Signore chiediamo un Pane. Il Signore ce lo dà: non è parsimonio-so! Le forme sono principalmente due: Eucarestia e le cose materiali.

Il pane non è però solo mio, ma è Nostro, e nel momento in cui lo riceviamo ab-biamo il primo impegno di condividerlo in spirito di solidarietà ma soprattutto dicomunione cercando di andare incontro alle necessità della Chiesa, della nostrafamiglia di Cristiani.

Attenzione, però! Il nostro far Comunione e quindi cercare di andare incontroalle necessità della Chiesa dobbiamo cercarlo e concretizzarlo con responsabilitào come è meglio dire con corresponsabilità. E proprio questa “corresponsabilità”è un vero frutto di conversione: responsabili insieme della missione della Chiesa.

Ma cosa si intende per missione della Chiesa? Affidandoci alla riflessione delConcilio Vaticano II (cfr PO 17), ci viene ricordato che questa missione passa at-traverso fini più specifici di cui i principali sono: ordinare il culto divino; esercita-re opere di apostolato sacro e di carità, specialmente a servizio dei poveri; il digni-toso mantenimento del clero. Più precisamente, avere cura dei luoghi di culto e ditutto quanto serve per il culto divino; occuparsi e preoccuparsi di chi è in stato dinecessità e di povertà combattendo anche alla radice le cause (ingiustizia, egoi-smi, divisioni); aiutare i sacerdoti affinché possano svolgere il loro servizio di pa-stori all’interno delle comunità, liberi di poter annunciare il Vangelo a tutti, di ce-lebrare i Sacramenti e farsi carico delle esigenze, soprattutto di fede, di tutti.

Per sovvenire a questi compiti gli strumenti sono tanti. Con riferimento alla par-rocchia si può pensare alla partecipazione al Consiglio Pastorale, al consiglio de-gli affari economici, a qualche impegno associativo cristiano, a qualche impegnodi preghiera e di sostegno o aiuto concreto. Un discorso simile si può fare tenen-do presente il livello diocesano.

Sono assolutamente da difendere e valorizzare le due forme di sostegno econo-mico alla Chiesa presenti qui in Italia: la firma per destinare l’8xmille alla Chiesacattolica che, ricordiamolo, non è una tassa in più, ma un affidare alla Chiesa ilcompito di usare denaro per fini sia di utilità sociale che spirituali (che poi coin-cidono con i compiti di missione della Chiesa); le offerte per il clero deducibili: ungesto più affettivo costituito da un’offerta in denaro (che è anche deducibile) persostenere l’attività degli oltre 38.000 sacerdoti operanti in Italia e nelle missionicome “fidei donum”.

Per concludere: oggi la nostra attenzione vada per i nostri sacerdoti perché pos-sano avere una vita dignitosa ma soprattutto perché possano essere veramente deiPastori, annunciatori oltre che testimoni del Vangelo, capaci di condurci verso l’in-contro con Gesù e a rivestirci di Lui.

Giovanni Dentice

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Attualità ecclesialeNuova Stagione 25 novembre 2012 • 3

Il Cardinale Sepe all’apertura del Convegno nazionale dei Delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo

La nuova evangelizzazione e l’ecumenismo

@ Crescenzio Card. Sepe*

Un cordiale saluto e benvenuto a tut-ti voi Delegati Diocesani perl’Ecumenismo e il Dialogo, che parteci-pate al Convegno nazionale promossodall’Ufficio nazionale della ConferenzaEpiscopale Italiana sull’importante edattuale tema della “NuovaEvangelizzazione e l’Ecumenismo”.

Un fraterno saluto, in particolare, aS. E. Mons. Mansueto Bianchi,Presidente della CommissioneEpiscopale per l’Ecumenismo e ilDialogo, e a Mons. Gino Battaglia, diret-tore dell’Ufficio Nazionale dellaConferenza Episcopale Italiana.

Napoli, città di luce e di ombre, vi ac-coglie con il suo caratteristico caloreumano e si sente onorata per essere sta-ta scelta per questo Convegno nazionale.Spero che nella vostra visita alla cittàpossiate godere della straordinaria bel-lezza di cui è stata dotata dallaProvvidenza Divina.

Dicevo che il tema, che tratterete inquesti giorni, è di particolare significan-za ed attualità. Esso, infatti, si inseriscepienamente nel contesto teologico-pa-storale che sta vivendo la ChiesaUniversale e, in particolare, la ChiesaItaliana. In questo anno che abbiamodavanti, infatti, convergono temi impor-tanti e connessi tra loro:

* il tema della sfida educativa, che iVescovi italiani hanno scelto come filoconduttore della riflessione e dell’impe-gno pastorale del decennio in corso(2011-2020);

* l’Anno della Fede, aperto un mesefa, e legato al grande tema della nuovaevangelizzazione;

* il 50° anniversario del ConcilioEcumenico Vaticano II.

Inoltre, si è da poco concluso ilSinodo dei Vescovi dedicato alla NuovaEvangelizzazione. E proprio a questo èdedicata la vostra riflessione, nella pro-spettiva ecumenica. È chiaro, infatti,che il primo ostacolo all’evangelizzazio-ne è proprio la mancanza di unità dei cri-stiani. Essi dovrebbero testimoniare laloro unità con il loro amore, prima checon le parole. Come Gesù stesso ha det-to (lo troviamo nel vangelo di Giovanni)essi saranno riconosciuti da come siamano.

Eppure è questo mondo che deve es-sere evangelizzato, perché si è allontana-to dalla fede. Le ragioni di questo allon-tanamento sono molteplici e complesse:l’analisi di esse costituisce – credo – unaparte del lavoro di questo importanteconvegno.

In questa prospettiva, comunque,nuova evangelizzazione non vuol diresolo nuovi metodi, nuovi progetti, nuoviprogrammi, un nuovo linguaggio, mavuole essere il richiamo rivolto a tutti icristiani a farsi comunicatori delVangelo. La novità è dunque in questorinnovato coinvolgimento della Chiesain tutte le sue componenti nella missio-ne, che è una delle sue dimensioni fon-damentali. In fondo, già il decreto conci-liare sull’attività missionaria dellaChiesa, Ad Gentes, ricollocava le missio-ni nelle terre non evangelizzate nellaprospettiva più ampia dell’azione di tut-to il popolo di Dio verso tutta l’umanità.La domanda sull’evangelizzazione di-venta allora una domanda della Chiesasu di sé.

In realtà Concilio ha molto approfon-dito e allargato la nostra comprensionedella Chiesa. La Chiesa, Mistero eSacramento. Il concetto di mistero(“Lumen gentium”, 1) fa risaltare le di-mensioni della Chiesa, che non può esse-

co, va ricordato – con Giovanni XXIII –che ciò che ci unisce è molto di più diquello che ci divide. Questa coscienzadeve irrobustirsi, se si vuole continuareil dialogo tra i cristiani sulla scia deglianni passati.

C’è comunque un orizzonte comune.Molti paesi occidentali – come anchel’Italia – si sono trasformati in luoghid’incontro di persone e culture, fino arendere l’Occidente un luogo di straordi-naria pluralità culturale e religiosa.

Insomma, tutta la Chiesa, e tutte lechiese, sono chiamate a misurarsi conquesto nuovo contesto e le sue sfide. C’èdunque anche un ecumenismo dell’im-pegno e della testimonianza, che in tem-pi difficili è stato l’ecumenismo del mar-tirio e dei martiri.

Nel cuore del Grande Giubileo del2000, il Beato Giovanni Paolo II ha volu-to che ci fosse la memoria dei nuovi mar-tiri cristiani del XX secolo. Si tratta dimartiri di tutta la Chiesa e di tutte leChiese, che in momenti difficili della sto-ria di un secolo – che è stato un secolo digrandi progressi, ma anche di grandi tra-gedie – hanno dato, tutti insieme, unagrande e bella testimonianza di amoreper l’uomo e di fede in Gesù Cristo.

Vorrei dire anche – per concludere –che è oggi indispensabile un ecumeni-smo di popolo. Oggi viviamo insieme,anche in Italia, anche a Napoli, cristianidi diverse confessioni. A Napoli, come intante altre città italiane, oggi vivono nu-merose e vive comunità di cristiani orto-dossi ed evangelici. Abbiamo fatto tuttigli sforzi possibili per l’accoglienza dellacomunità e anche per il sostegno del cle-ro.

Non ci sentiamo in concorrenza conloro, ma crediamo di dovere al contrariosostenere la loro fede anche con la soli-darietà concreta. E qui a Napoli abbia-mo tanti esempi: dal dono delle nostrechiese in disuso alle comunità ortodossedel Patriarcato di Mosca, diCostantinopoli e della Romania (incon-tri personali e visite effettuate), alla pub-blicazione di un Direttorio regionale sul-l’ecumenismo elaborato e firmato datutte le denominazioni cristiane inCampania, alla giornata ecumenica ce-lebrata in occasione del Giubileo specia-le di Napoli a Port’Alba, alla marcia ecu-menica di qualche giorno fa per le vitti-me innocenti della violenza, fino allacollaborazione per la pastorale nelle car-ceri e negli ospedali, ma anche alla pizzamangiata insieme a casa mia. E tante al-tre iniziative che tendono a trasformareuna vicinanza in reale convivenza e incomune testimonianza di amore.

Anche qui: non ostacolandosi maaiutandosi a vicenda nella testimonian-za, gareggiando nelle buone opere.Perché il compito che abbiamo davanti èvastissimo: anche le terre cristiane sonoda evangelizzare nuovamente. Ma que-sto non è una disgrazia! Ogni generazio-ne va evangelizzata. Ma oggi abbiamoaccanto a noi tanti fratelli e sorelle, cre-denti in Cristo, con cui possiamo dareuna comune testimonianza di fede, disperanza e di carità. Infatti una fede chenon si incarna nella carità, e dunque nel-la solidarietà con i più poveri, non è verafede perché chiude le poste alla speran-za e alla vita.

E questo è possibile unicamente al-l’interno di questo orizzonte di amore edi preghiera. Buon lavoro!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

re guardata come semplice aggregazioneumana; il secondo concetto, il sacramento,mette in rilievo la presenza nella Chiesa dell’umano e del divino (“Lumen gentium”, 8),del trascendente e dello storico. La sacra-mentalità della Chiesa, poi, è continuamen-te alimentata e nutrita dall’Eucaristia, che la“Lumen gentium”, al capitolo 11, consideracome sacramento che fa la Chiesa e non so-lo come sacramento celebrato dalla Chiesa.

L’ecclesiologia di comunione si sposacon quella della missione: l’una senza l’altranon avrebbe alcun senso, poiché la comu-nione senza la missione si ripiegherebbenell’intimismo e la missione senza la comu-nione sfumerebbe nell’attivismo. È quantoha voluto sottolineare, anche PapaBenedetto nel discorso rivolto, lo scorso 15novembre, ai membri della Plenaria delPontificio Consiglio per la promozionedell’Unità dei Cristiani.

Ai tempi del Concilio la risposta dellaChiesa alle grandi domande sulla vita e sul-la storia era contestata da ideologie o filoso-fie, che ritenevano di poter fare a meno diDio. Il problema oggi non è solo che si sonomesse da parte le risposte che avevamo allegrandi domande, ma che sono dimenticate emesse da parte le domande stesse.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha definitol’Anno della Fede un pellegrinaggio nei de-serti del mondo contemporaneo.

Il 50° anniversario del Concilio rappre-senta allora l’invito a entrare più profonda-mente nel movimento spirituale che ha ca-ratterizzato il Vaticano II, per farlo nostro eper portarlo avanti nel suo vero senso, nelmondo di oggi, nello stesso spirito di simpa-tia che ha caratterizzato la stagione delConcilio.

«Il ristabilimento dell’unità da promuo-versi tra tutti i cristiani, è uno dei principaliscopi del Concilio Vaticano II», si legge neldecreto “Unitatis redintegratio” (n. 1).Questo decreto ha segnato in maniera irre-versibile l’ingresso della Chiesa cattolica neldialogo ecumenico.

Il momento ecumenico era nato prima,soprattutto in ambito evangelico (penso allaConferenza missionaria mondiale diEdimburgo – 1910) e ambito ortodosso (miriferisco alle importanti encicliche dei pa-triarchi ecumenici di Costantinopoli del1902, 1920, 1952 sul tema dell’unità dei cri-stiani).

Straordinari progressi si sono fatti nellerelazioni ecumeniche in questi ultimi cin-

quanta anni, anche in Italia. Ne è icona l’ab-braccio di Papa Paolo VI e del PatriarcaAthenagoras a Gerusalemme nel 1964.

È iniziato con il Concilio, per la Chiesacattolica ma anche per le altre Chiese, uncammino irreversibile. E sulla sua irreversi-bilità non può esserci alcun dubbio. Il SantoPadre Benedetto XVI ha fatto di questo unodegli impegni prioritari del suo pontificato.

Oggi questa stagione di entusiasmo, discoperta, di speranza, di ottimismo, sembraad alcuni lontana. Sembra che i progressisiano più lenti o che si proceda con troppacautela. Alcuni dicono che è passato il tem-po dell’ecumenismo “delle coccole”. Nonper questo è venuto il tempo delle sberle…C’è chi, in ambito evangelico, ha parlato diun “ecumenismo dei profili” o “delle iden-tità”, come l’unico possibile oggi: cioè unecumenismo in cui si riaffermano le iden-tità. E non si può far altro che presentarsi gliuni agli altri, con le proprie differenze.

Per la Chiesa cattolica l’obiettivo dell’e-cumenismo è un processo di riconciliazionenel quale le varie Chiese, dopo aver rielabo-rato e superato tutte le divergenze che sonofonte di divisione, possano finalmente rico-noscersi come l’unica Chiesa di Gesù Cristoe dare una forma visibile a questa unità.

Secondo il teologo Ratzinger, l’obiettivodell’ecumenismo è quello di trasformare ilplurale delle Chiese confessionali, separatele une dalle altre, nel plurale delle Chiese lo-cali che, nella varietà delle loro forme, sonoun’unica Chiesa. Gli sforzi ecumenici nonpossono certamente perdere di vista le di-verse identità e, proprio nel progredire diquanto abbiamo in comune, è necessaria lasalvaguardia del profilo di ognuno. Ma oc-corre andare oltre le identità. E soprattuttole identità non possono definirsi attraversola contrapposizione. Si tratta di “gareggia-re” nello stimarsi a vicenda, per citarel’Apostolo San Paolo (Rm 12, 10), e nella te-stimonianza. Perché è vero che un dialogo èsempre dialogo tra due identità e due testi-monianze, ma appunto si tratta di gareggia-re nella testimonianza cristiana.

Certo, nel dialogo tra le Chiese sono statitoccati temi di fondo molto importanti, cioèi problemi teologici, ecclesiologici, che tal-volta sono motivo di divisione. Ma non sipuò dimenticare che questi anni sono statianche gli anni entusiasmanti della scopertadi quanto avevamo in comune e di quanto sipoteva chiarire e su cui si poteva concorda-re. Di fronte a chi parla di inverno ecumeni-

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 25 novembre 2012

I giovani raccontanola “vita buona”

L’appuntamento è per martedì 27 novembre presso lo studentato dei padri Teatini

di Rosanna Borzillo

Un grande racconto della “vita buona”.Questo l’ambizioso traguardo che si pone ilCopercom attraverso la campagna “La vita èbuona…” e a cui ha aderito anche la pastora-le universitaria della Diocesi di Napoli, d’inte-sa con il Vicariato per la Cultura, guidato damonsignor Adolfo Russo.

Martedì 27 novembre alle ore 20.30, infat-ti, l’appuntamento è presso lo studentato deipadri Teatini in via S. Paolo, 9/D a Napoli, do-ve si terrà l’inaugurazione dell’anno accade-mico della Pastorale Universitaria. Il temadella serata sarà proprio “La vita buona, ilbuono della vita”. Testimonial della serataDomenico Delle Foglie che ha lanciato lacampagna del Copercom. «Gli studenti du-rante la settimana che ha preceduto l’incontro– ci spiega don Antonio Colamarino, coordi-natore dell’Ufficio per la PastoraleUniversitaria - sono stati invitati a produrrevideomessaggi di massimo un minuto dicen-do cos’è per loro la vita buona e cosa il buonodella vita». Gli studenti, della casa ospitante,prepareranno un’accoglienza speciale a tutticoloro che varcheranno la soglia della loroporta. Le studentesse delle suore Crocefisse inSan Gregorio Armeno cureranno il montag-gio e la visione dei video; le studentesse dei

Salesiani comporranno una breve preghieraed Ars Universitatis, la Cappellania collinare,curerà la conclusione della serata con attivitàludiche e canore.

Spetterà a Domenico Delle Foglie, presi-dente della Copercom (Coordinamento delleAssociazioni per la Comunicazione) e giorna-lista di Avvenire, agganciarsi ai video che sa-ranno presentati e dare una traccia su cui av-viare la riflessione.

Nel presentare l’iniziativa del Copercom,Delle Foglie ha commentato: «Il Paese ha tan-to bisogno di vita buona, vero pilastro del be-ne comune, e perciò speriamo che questa no-stra iniziativa incontri il gradimento e la par-tecipazione di tanti giovani». La campagnadel Copercom punta tutta sulla Rete comestrumento di comunicazione, anche perché lenuove tecnologie, attraverso i social networke l’apporto originale dei giovani, consentiran-no non solo al video di circolare, ma soprat-tutto spingeranno le ragazze e i ragazzi a rea-gire. Il Copercom invita, infatti, i giovani a fil-mare, con i loro mezzi, pensiamo in partico-lare ai videofonini e alle webcam, le propriedichiarazioni. Martedì un primo screening diciò che i giovani napoletani pensano della “vi-ta buona”.

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 25 novembre 2012 • 5

BenedettoXVI, il Presidente Napolitano, il Premier Monti hanno già aderitoall’iniziativa disolidarietà

I primidoni all’astaSubito è cominciato il carosellodei doni da mettere all’asta perla serata di beneficenza delprossimo 7 dicembre. Il SantoPadre Benedetto XVI, perl’occasione, ha già inviato unvaso in cristallo di Boemiaricoperto di foglie in oro,decorato a mano, provenientedalla Cecoslovacchia, un’iconadella Natività riprodotta in unceppo ligneo proveniente dallaGrecia e una Natività inmadreperla locale giunta daBetlemme.Anche il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitanonon verrà meno all’impegno einvierà omaggi da mettereall’asta. Novità dell’edizione2012 sono i doni da parte delPresidente del Consiglio MarioMonti che, secondo quantoriferito dall’Arcivescovo diNapoli, parteciperà con unomaggio. Doni saranno inviatianche dalle istituzioni localiquali Regione Campania,Provincia e Comune di Napoli e,come sempre, da tanti cittadinisensibili all’iniziativa dellaChiesa di Napoli.«Sono convinto - ha detto,infatti il Cardinale Sepe - chesaranno tanti a farsi avanti,imitando il nobile gesto delSanto Padre Benedetto XVI ilquale, come sempre, ci ha fattopervenire tre meravigliosi suoidoni, del Presidente dellaRepubblica, Giorgio Napolitano,che si è premurato dipreannunciarmi la suatestimonianza di solidarietà e diamore per Napoli e i suoi figli,come hanno annunciato di volerfare i vertici delle istituzionilocali. A loro e a tutti va laprofonda gratitudine miapersonale e di tutta la Chiesa diNapoli».A questi doni, ovviamente, nonmancheranno alcuni oggetti cheil Cardinale ha ricevuto inomaggio nel corso degli anni,gesto simbolico di una Chiesache si spoglia dei suoi beni infavore di chi ha bisogno.

È Nino D’Angelo ad offrire lo spettacolo di beneficenza, presenta Lino D’Angiò

Napoli, città carnaleA condurre la Serata di beneficenza del 7 dicembre sarà Lino

D’Angio. Subito dopo l’asta salirà sul palco dell’Auditorium del-la Rai Nino D’Angelo con uno spettacolo dedicato a Sergio Bruni.«Un forte ringraziamento al carissimo maestro Nino D’Angelo - hadetto il Cardinale Sepe in conferenza stampa - che, nel segno del-la sua particolare sensibilità, apertura e attenzione al mondo del di-sagio e della sofferenza, si è reso prontamente disponibile per rega-lare il suo spettacolo e rendere gioiosa la serata destinata alla soli-darietà per l’infanzia. Il suo nome, tanto amato da tutti, non soloa Napoli e in Italia, ma anche all’estero, si aggiunge agli altri notiartisti che in questi anni ci sono stati vicini».

«Con la stessa cordialità salutiamo e accogliamo con piacere lanew entry del caro Lino D’Angiò - ha proseguito l’Arcivescovo -,elegante imitatore e affermato artista del teatro napoletano, il qua-le non ha esitato ad accogliere il nostro invito e a farci dono dellasua bravura, condividendo il nostro impegno per l’infanzia poverae sofferente».

Come negli altri anni la Serata si rende possibile grazie a tut-te le strutture della Rai di Napoli e, in particolare, al direttore delCentro, Francesco Pinto, al vice direttore Antonio Parlati, ai re-gisti e tecnici, a Massimo Milone e a tutta la redazione giornali-stica per la ormai consolidata disponibilità nel condividere l’an-nuale iniziativa di beneficenza. «Un ringraziamento speciale - haaggiunto il Cardinale Sepe - questo anno va al presidente della Rai,Anna Maria Tarantola, per aver accolto la mia rispettosa richiestaper l’utilizzo del meraviglioso e prestigioso Auditorium, confer-mando la vocazione anche sociale del ruolo della Rai in Italia».

Anche la Guardia di Finanza, come negli altri anni, offrirà ilsuo prezioso contributo nell’organizzazione della serata, insie-me a tanti giovani e volontari, e, soprattutto a coloro che, anco-ra una volta, vorranno testimoniare la grande generosità del lo-ro cuore. «Napoli è una città carnale, aperta a tutti, sempre pron-ta a strutturarsi come famiglia - ha concluso l’Arcivescovo -.

È una città, come ho avuto modo di affermare più volte, che dasempre canta il suo desiderio di libertà da ogni forma di oppressio-ne; una città che si è sempre presa cura dei più deboli, degli amma-lati, degli abbandonati, una città che ama la vita e ne rispetta la sa-cralità dal suo nascere fino al suo termine naturale. Questo ci faben sperare per la riuscita dell’iniziativa».

Si svolgerà venerdì 7 dicembre all’Auditorium della Rai la settima edizione della Serata di beneficenza per l’infanzia promossa dal Cardinale Crescenzio Sepe e dalla Chiesa di Napoli

Solidali oltre la crisiservizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

Si svolgerà venerdì il 7 dicembre dalleore 19.00 all’Auditorium Rai di Napolil’annuale Asta di beneficenza promossadall’Arci vescovo di Napoli CrescenzioSepe, per dare sostegno e forza ad inter-venti finalizzati alla cura e al migliora-mento delle aspettative di vita dei neona-ti ospedalizzati e dei bambini in età pedia-trica. Giunta alla settima edizione, l’Asta2012 si svolgerà all’insegna dello slogan“Solidali oltre la crisi”.

Diversi i progetti presentati, ai quali sicercherà, sulla base del ricavato della se-rata di beneficenza, di dare realizzazione:la creazione di una “Banca del latte uma-no donato”, realizzata dall’Associazione“Germogliare onlus”, presso il reparto diTerapia intensiva neonatale dell’OspedaleFatebenefratelli per i neonati prematuri,per una spesa prevista di 65mila euro.Secondo i dati forniti, in Italia esistono 26Banche del latte di cui 19 al Nord, 7 alCentro e nessuna in Campania sebbeneogni anno nascano 60mila bambini,40mila nella provincia di Napoli, di cui il12 per cento prematuri.

A seguire, un progetto di sorveglianzaneurologica del neonato in terapia inten-siva con l’acquisto di speciali lettini at-trezzati per poter sottoporre a monitorag-gio cerebrale i neonati a rischio pressol’U.O.C. di neonatologia e terapia intensi-va neonatale dell’Ospedale dei Colli, peruna spesa di 176mila euro per 4 lettini.

Ancora, un progetto per interventi pre-ventivo assistenziali in campo odontosto-matologico in favore di bambini di età trai 6 e i 12 anni, presentato dal Di -partimento di odontostomatologia e chi-rurgia maxillo-facciale dell’AziendaOspedaliera Universitaria Federico II, per

una spesa di 120mila euro, equamente di-visi tra l’acquisto delle attrezzature e l’as-sunzione a progettò di 4 operatori.

La ristrutturazione del reparto di pe-diatria dell’Azienda Ospedaliera SanPaolo con realizzazione di impianto gasmedicali, rifacimento del pavimento, ac-quisto di tre incubatrici e di un respirato-re pediatrico, per una spesa di 100mila eu-ro. Infine, un progetto di caratterizzazio-ne del profilo genetico per la creazione dimappe di chemiosensibilità e chemioresi-stenza tese all’individuazione di farmaci‘‘meno tossici e più efficaci’’ per bambiniaffetti da leucemie acute, presso il

Servizio di oncologia pediatrico del -l’Azienda Ospedaliera Universitaria dellaSeconda Università di Napoli.

«Quest’anno - ha spiegato il CardinaleSepe - abbiamo scelto un motto che sta a si-gnificare un impegno e un invito: solida-rietà oltre la crisi. Siamo convinti infattiche la crisi economica non può fermare ge-sti di solidarietà in favore dell’infanzia po-vera e sofferente.

E io credo - ha concluso -, che proprioquest’anno otterremo risultati eccezionali,perché il popolo napoletano è tanto piùaperto agli altri quanto più vive momenti didifficoltà».

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Vita Ecclesiale Nuova Stagione6 • 25 novembre 2012

Sabato 17 novembre in Cattedrale le ordinazioni dei diaconi permanenti

«Incontro alle sofferenze dei fratelli»Sabato 17 novembre il Cardinale

Arcivescovo ha ordinato, in Cattedrale, ilprimo gruppo di diaconi permanenti. Leprossime ordinazioni ci saranno domeni-ca 9 dicembre. Agli ordinandi diaconil’Arcivescovo ha ricordato: « Cristo ancheoggi continua a bussare alla porta di ognu-no di noi, in ogni giornata della nostra vi-ta. Ha bussato anche alla vostra, cariOrdinandi Diaconi, e ha chiesto di entrarenella vostra vita per trasformarla, per sa-cramentalizzarla, per farvi diventare co-struttori, nella specificità del vostro mini-stero, di novità di vita per la vostra fami-glia innanzi tutto, e per la comunità eccle-siale e civile nella quale svolgerete il vostroministero diagonale».

E, ancora, «la Provvidenza vi ha chia-mati ad esercitare questo ministero nel-l’oggi della nostra Chiesa diocesana e inquesto particolare territorio, che vive unagrave crisi di identità di valori civili e cri-stiani.

La Chiesa di Napoli e, in particolare ilvostro Vescovo, vi manda nel mondo per-ché possiate essere testimoni efficaci e fer-mento di una società rinnovata profonda-mente, nella quale la presenza di Cristo siarichiamo per tutti a crescere come vericredenti e buoni cittadini».

La Diaconia della Chiesa e nella Chiesarealizza – ha ricordato il Pastore - nel mo-do più vero e autentico, il servizio testimo-niato da Gesù Cristo. Il ripristino del dia-conato permanente nel Concilio VaticanoII è sicuramente un segno posto dallaChiesa per manifestare la sua missione.

«Il diacono, come recita un antico ordi-namento ecclesiale, deve essere in tuttocome l’occhio della Chiesa”, - ha detto ilCardinale Sepe - non come un guardiano,ma perché deve compiere la sua missionea servizio delle sofferenze e dei bisognipresenti nella nostra società, rendendo vi-sibile agli uomini e portando a tutti con-cretamente la misericordia di Gesù Cristo.

Il diacono è, perciò, una figura di puro ser-vizio e non un tappabuchi, perché la suaidentità incarna il Vangelo nella storia deisingoli e delle comunità, rinnovandoli daldi dentro».

Allora, i diaconi sono chiamati ad an-dare incontro ai fratelli abbandonati, adinchinarsi sulle sofferenze dei poveri, adascoltare, soccorrere, condividere le mise-rie di tanti fratelli e sorelle che chiedonosoprattutto di essere accompagnati e ama-ti per non sentirsi abbandonati o emargi-nati.

«Sulla via dell’amore dovete svolgere ilvostro ministero se volete dare alla nostragente smarrita di fronte alle lacerazionidel momento presente – ha aggiunto ilPastore - le ragioni vere per continuare asperare, per fare nuove e più belle le nostrecittà, a somiglianza della “Gerusalemmenuova”, della quale tutti siamo chiamatiad essere cittadini».

Iniziativa dei giovani

“Per un Mondo Unito”

A NapolidopoBudapestAnche a Napoli, dopo

l’incontro internazionale

organizzato dal Movimento

dei Focolari a Budapest, si è

svolto un importante

appuntamento che ha

coinvolto centinaia di ragazzi

da varie città e paesi della

Campania.

I giovani di “Per un Mondo

Unito”, lo scorso 3

novembre, presso l’Opera

Don Guanella, a Miano, con

la partecipazione di padre

Calogero Di Rosa, hanno

realizzato una giornata ricca

di momenti di festa e di

impegno concreto per

“costruire ponti” nella città.

Ponti di unità, di

comunione, di fraternità, di

aiuto, di solidarietà, di

condivisione, cominciando

da chi ci è accanto, da chi

vive nel nostro quartiere, nel

nostro paese, nelle nostre

città.

In un clima di festa, la

giornata ha visto un

susseguirsi di musica, danze,

canzoni, esperienze di vita

vissuta nel modo consono ai

ragazzi di oggi per

comunicare loro il grande

ideale di vita, il carisma che

lo Spirito Santo ha messo nel

cuore di Chiara Lubich: “Che

tutti siano uno”, la preghiera

accorata di Gesù al Padre

prima della Sua Passione.

«Voi siete motivo di gioia e di

speranza – ha sottolineato

padre Di Rosa – perché

credete che è possibile

cambiare il mondo, che il

mondo unito è possibile

perché lo vedo dal vostro

impegno e oggi questi ponti li

realizzate qui tra Miano e

Scampia».

Al termine della giornata ci si

è ritrovati al Centro Don

Guanella per scambiarsi le

impressioni derivate

dall’esperienza e per darsi

appuntamento al prossimo 1

dicembre.

Maria Rosaria Sarnataro

Visita di Benedetto XVI alla Casa della Comunità di Sant’Egidio in Trastevere

Il Papa: «È bello essere anziani!»

«Esco ringiovanito e rafforzato da questa visita». Con que-ste parole Papa Benedetto XVI ha concluso oggi la sua visitaalla casa “Viva gli Anziani”, dove la Comunità di Sant’Egidioaccoglie anziani in difficoltà.

Una festa di popolo: attorno alla casa, nelle vie che salgo-no al Gianicolo, si sono raccolti in tanti fin dal mattino per sa-lutare il Papa e ringraziarlo della sua presenza, per la terzavolta nel suo pontificato, in uno dei luoghi della vita dellaComunità di Sant’Egidio. «In ogni età bisogna saper scoprirela presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che es-sa contiene – ha detto Benedetto XVI agli anzini - Non biso-gna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevutoil dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età,nonostante qualche “acciacco” e qualche limitazione. Nel no-stro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e nonla tristezza».

Festa per gli ospiti della casa: anziani che vivevano in con-dizioni di difficoltà, per la malattia, la povertà, la solitudineed oggi godono del calore di una casa e di una compagnia af-fettuosa con la Comunità di Sant’Egido.

Festa di giovani, alcuni giovanissimi, che prendendosi cu-ra degli anziani imparano ad apprenderne il valore, realizzan-do quell’alleanza tra generazioni tanto necessaria. Qui, infat-ti, «i giovani hanno visioni di vita, non temono più la debolez-za degli anziani, che diviene anzi occasione di scambio e di amo-

re. E gli anziani sono maestri di affetto e di umanità, vedendoin chi li aiuta quasi un angelo. Gli anziani sognano e i giovanihanno visioni».

Il Papa è stato accolto da Andrea Riccardi, fondatore dellaComunità, e Marco Impagliazzo, presidente. Ha visitato la ca-sa famiglia, si è intrattenuto con gli anziani, ascoltando le lo-ro storie e interessandosi alla loro vita.

«Cari fratelli e sorelle anziani – ha aggiunto ancora il Papa- talvolta le giornate sembrano lunghe e vuote, con difficoltà,pochi impegni e incontri; non scoraggiatevi mai: voi siete unaricchezza per la società, anche nella sofferenza e nella malat-tia. E questa fase della vita è un dono anche per approfondireil rapporto con Dio. L’esempio del Beato Papa Giovanni PaoloII è stato ed è tuttora illuminante per tutti. Non dimenticateche tra le risorse preziose che avete c’è quella essenziale dellapreghiera: diventate intercessori presso Dio, pregando con fe-de e con costanza. Pregate per la Chiesa, anche per me, per ibisogni del mondo, per i poveri, perché nel mondo non ci siapiù violenza. La preghiera degli anziani può proteggere ilmondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l’affannar-si di tanti».

In uno dei miniappartamenti dove vivono gli anziani si èfermato a prendere il tè. Ha scoperto una targa in ricordo diquesto evento e, prima di lasciare la casa, ha rivolto a tutti pa-role di grande affetto.

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Vita DiocesanaNuova Stagione 25 novembre 2012 • 7

Inizia la Lectura PatrumNeapolitana

Riflettendo sulla ParolaHa preso il via, nella serata disabato 17 novembre, pressol’Aula Magna della Casa delVolto Santo di Napoli, ilXXXIII ciclo della LecturaPatrum Neapolitana,un’attività culturale - curatada Antonio V. Nazzaro,professore emeritodell’Università di NapoliFederico II e suor AntoniettaTuccillo, Madre emeritadell’Istituto delle PiccoleAncelle di Cristo Re- che sipropone approfondire edivulgare le opere e il pensierodei Padri della Chiesa.L’incontro di apertura ha vistola lectio magistralis di padreEdoardo Scognamiglio ofm,professore di Teologia nellaPontificia Facoltà TeologicaItalia Meridionale “SanTommaso” di Napoli che,introdotto dal Nazzaro, hatrattato il tema “LaCostituzione Dei Verbum a 50anni dal Concilio Vaticano II”.L’illustre francescano hadissertato sulla Dei Verbum,una delle costituzionidogmatiche che rappresenta,ancora oggi, un indiscusso edinsuperato caposaldo dellaTeologia Fondamentale.“La Dei Verbum – ha spiegatoil teologo- letteralmentesignifica “Parola di Dio”, eriguarda il rapporto tra«Divina Rivelazione», e laSacra Scrittura. Rappresentauno dei principali documentidel Concilio Vaticano II, ed èstato promulgato da PapaPaolo VI il 18 novembre 1965.E’ divisa in sei capitoli (LaRivelazione, La trasmissionedella Divina Rivelazione,L’ispirazione divina el’interpretazione dellaScrittura, Il VecchioTestamento, Il NuovoTestamento, La Sacra Scritturanella vita della Chiesa),ognuno dei quali meriterebbeuna trattazione ad hoc per laricchezza e l’importanza deicontenuti per il credente. Tra lealtre cose da evidenziaresicuramente vi è il fatto, acinquant’anni dalla suapromulgazione, costituisceancora un riferimento per ifedeli che vedono nella Bibbial’incarnazione della Parola diDio”.In sala un uditorio di circa200 persone, con una cospicuapresenza di appartenenti almondo della scuola, e unostuolo di religiose del CristoRE , la congregazionereligiosa - fondata nel 1932 daiServi di Dio padre Sosio DelPrete e suor AntoniettaGiugliano- attualmenteguidata dalla madre GeneraleMaria Luisa Orgiani e lasegretaria suor Leonia Buono.

Antonio Boccellino

XI decanato: catechisti a convegnodi Antonio Botta

Martedì 13 Novembre, nella parroc-chia di Cristo Redentore di Arzano, sonostati convocati dal decano, rev. MassimoVellutino, i catechisti dell’undicesimo de-canato per un incontro preparatorio delprossimo convegno catechistico diocesa-no che si terrà ad Aprile prossimo.Relatori, i coordinatori dell’Ufficio cate-chistico diocesano don Armando Sanninoe don Giuseppe, subentrati a donAlessandro Gargiulo.

Il primo ha posto in evidenza la neces-sità di iniziare un percorso di approfondi-mento sull’iniziazione cristiana, poichédalle verifiche che si svolgono al terminedi percorsi di educazione alla fede spessosi registrano fallimenti.

Occorre, pertanto, che i cristiani fac-ciano i conti con la realtà, che è in conti-nua evoluzione, rinnovando i linguaggi e imetodi della catechesi.

Come? “Inquadrando l’iniziazione cri-stiana nell’orizzonte della NuovaEvangelizzazione”. E’ questo l’aspetto sucui i catechisti sono chiamati a riflettere.Anche don Giuseppe, dopo aver illustrato,ad ampie linee, le caratteristiche dell’ini-ziazione cristiana, così come si è sviluppa-ta nel corso dei secoli, rimarcando, in par-ticolare, il cammino di catecumenato mi-rato ad ottenere i sacramenti delBattesimo, della Cresima e dell’Eu -caristia, ha sottolineato la necessità di nonessere solo attenti ai contenuti di fede, madi collegarli alla realtà di oggi, priva di ri-ferimenti valoriali, dove si vive come seDio fosse ininfluente.

È necessario, quindi, la NuovaEvangelizzazione, che deve porsi comeobiettivo ineludibile un itinerario di “sco-perta della fede”; non si tratta più di ap-profondire la Dottrina, ma di annunciare

i contenuti delle fede per la prima volta atanti battezzati che non hanno più alimen-tato la grazia ricevuta “nutrendosi” dellaParola e del Corpo di Cristo.

Si è, perciò, affievolito in loro il senso diDio, benché ne avvertano, seppure incon-sciamente la nostalgia.

Bisogna essere attenti, allora, al“Modo” (linguaggio e approcci nuovi) concui i contenuti della fede vanno proposti.In questo impegnativo compito devonoessere coinvolti non solo i catechisti, matutta la comunità parrocchiale, soprattut-to rinnovando il proprio cuore e testimo-niando con la vita ciò che si annuncia.

Un questionario, che i catechisti hannocompilato, consentirà all’Ufficio catechi-stico di valutare lo stato della catechesi alivello diocesano e di riflettervi nel prossi-mo Convegno di Aprile.

Mons. Nicola Longobardo nominato Rettore dellaBasilica Pontificia del Buon Consiglio di Capodimonte

L’annuncio del Vescovo ausiliare S.E. Mons. Lucio Lemmo

Al termine della celebrazione eucaristica tenutasi domenica18 novembre al Santuario Maria SS. del Buon Consiglio di Torredel Greco e presieduta da S.E. Mons. Lucio Lemmo, VescovoAusiliare della Diocesi di Napoli, il Prelato della Chiesa di Napoliha annunciato alla Comunità Parrocchiale e ai fedeli presenti inchiesa che l’Arcivescovo Metropolita di Napoli S.E. Card.Crescenzio Sepe ha nominato, Mons. Nicola Longobardo, parro-co del Santuario del Buon Consiglio di Torre del Greco, nuovoRettore della Basilica Pontificia dell’Incoronata Madre del BuonConsiglio e dell’Unità della Chiesa Regina della ChiesaUniversale, Santuario Mariano Dicesano di Capodimonte –Napoli.

La notizia era già stata anticipata da Mons. NicolaLongobardo ai membri del Consiglio Pastorale nell’incontrosvoltosi giovedì 15 novembre. «Al mio rientro dal pellegrinaggio aMedjugorje – ha dichiarato Mons. Longobardo - sono stato chia-mato dal Cardinale Crescenzio Sepe il quale mi ha comunicato che,dovendo procedere alla nomina di un nuovo Rettore del SantuarioMariano di Capodimonte, era sua intenzione volermi designare al-la guida della Basilica Pontificia del Buon Consiglio di Napoli. Laproposta mi ha colto di sorpresa, il nuovo incarico sarà impegna-tivo».

«Ho pensato – ha proseguito Mons. Longobardo – allaComunità Parrocchiale di Leopardi, al percorso di fede condivisocon comunanza di sentimenti di amicizia, instaurati e sviluppato-si fin dal mio insediamento, 1 novembre 2003, alla programmazio-

ne liturgica e all’impegnodella Comunità nei progettisociali e culturali messi incampo per continuare ilcammino di Fede e di Caritàiniziato dal fondatore donRaffaele Scauda, sperandoche possano essere conti-nuate anche con l’arrivo delnuovo parroco».

«Ho accettato di assu-mere l’ufficio di Rettore, uf-ficialmente inizierò il mionuovo ministero dopo le ce-lebrazioni natalizie rispon-dendo, con spirito di servi-zio e di obbedienza, allachiamata di Fede per que-sto nuovo incarico. Sento il dovere di ringraziare – ha conclusoMons. Longobardo – la Comunità Parrocchiale, i membri delConsiglio Pastorale, i Diaconi e il Vicario don Antonio Smarrazzoper la piena e fattiva collaborazione ricevuta durante la mia mis-sione sacerdotale al Santuario Mariano di Torre del Greco, chieden-do a queste comunità di continuare a pregare e a collaborare, nelsegno della Fede, anche con il nuovo parroco».

Francesco Manca

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Speciale Nuova Stagione8 • 25 novembre 2012

Il plausodel governatoreCaldoroCreare un’azione «non

sperimentale ma organica»

che metta in sinergia i settori

produttivi con la

corrispondente filiera

formativa: il modello tedesco

dell’apprendistato duale

applicato in Campania,

prima regione in Italia e nel

bacino del Mediterraneo.

Il progetto dei “poli

formativi” è stato

annunciato dal presidente

della Regione Campania,

Stefano Caldoro, e

dall’assessore al Lavoro,

Severino Nappi, nel corso

della conferenza.

«Dobbiamo entrare nella

scuola e avvicinarla al

mondo del lavoro

- ha spiegato Caldoro -

con percorsi che la scuola

deve decidere e che devono

essere vicini alle imprese.

In Germania questa

esperienza è andata molto

bene e la Campania

si candida ora a essere la

prima regione che nel Sud

e nel Mediterraneo, punterà

su questo segmento.

Abbiamo il progetto e

abbiamo chiesto le risorse

del piano azione e coesione,

che sono nostre, e che

andranno programmate

nel fondo sociale europeo».

«Dobbiamo avere la forza

- ha aggiunto Caldoro -

di chiedere al governo e

all’Europa di difendere

le buone ragioni del Sud

perché sono tanti i giovani

che non scendono in piazza

con i caschi e i volti coperti

ma che ci chiedono

opportunità di lavoro,

impegno e dignità, e questo

noi dobbiamo garantirlo».

Il Cardinale Crescenzio Sepe ha partecipato alla conferenza italo-tedesca, “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani”, che si è tenuta a Napoli e ha visto la presenza dei Ministri per il Lavoro, italiano Elsa Fornero, tedesco, Ursula von der Leyen e del Ministro all’Istruzione Francesco Profumo

Lavoro: primato di dignità per l’uomo@ Crescenzio Card. Sepe*

Con vero piacere porto il saluto e il ben-venuto della Chiesa di Napoli, unitamenteal più vivo compiacimento, per avere scel-to la nostra Città come sede della interes-sante Conferenza italo-tedesca sull’occu-pazione giovanile e segnatamente sull’ap-prendistato e sui sistemi di formazioneduale.

La presenza a Napoli di autorevoliesponenti del Governo Tedesco e delGoverno Italiano, per la “due giorni” del-la Confe renza, è testimonianza, gradita eapprezzata, di attenzione e rispetto neiconfronti di una Città che, al di là dei luo-ghi comuni per gli innegabili mali che l’af-fliggono, merita di essere conosciuta,amata e stimata per la sua ricchezza uma-na e culturale, per la genialità e le capacitàdi tanti suoi operatori, per le numerose ec-cellenze che la onorano.

Come Pastore in questa Città, sento ildovere di evidenziare il valore sociale del-la Conferenza, sottolineandone la concre-tezza della impostazione e il senso praticodel confronto, in una situazione forte-mente critica del mercato del lavoro, manella speranza di una necessaria inversio-

ne di tendenza.È come dire: in questo momento, il la-

voro non è sufficiente o manca, ma lo pos-siamo costruire, lo dobbiamo preparare,guardando ai giovani e alle loro legittimeaspettative con il cuore, prima ancora checon gli occhi.

D’altra parte, sono i giovani la nostravera e grande risorsa su cui investire, conchiarezza e senza riserve mentali, perchéla loro intelligenza li fa volare e li fa esserepiù immediati di noi adulti, per cui biso-gna ascoltarli, capirli, aiutarli nella matu-razione e a non spegnere i loro sogni, sen-za mai tradirli, perché questo sarebbe lanostra sconfitta, la sconfitta della nostrasocietà.

Faccio con umiltà tali considerazioniin virtù della esperienza che vado facendocontinuamente negli incontri con loro econ le famiglie.

Per questo trovo estremamente signifi-cative e coinvolgenti l’articolazione e le te-matiche della Conferenza, che non vienecelebrata per offrire lavoro, ma per indica-re la strada pratica che realmente può por-tare al lavoro, attraverso un’adeguata pre-

Il valore dell’apprendistatoSoddisfatto l’assessore regionale al ramo, Severino Nappi

Il ministro del Lavoro, Elsa For nero,haincontrato l’assessore al ramo dellaRegione Campania, Severino Nappi e i se-gretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, amargine della conferenza italo-tedesca.

Sul tavolo questioni spinose come l’ap-prendistato. Il ministro in proposito ha af-fermato che l’apprendistato «dovrà rap-presentare, da un lato, la tipica modalità diingresso dei giovani nel mondo del lavoro,dall’altro, uno strumento importante perlo sviluppo professionale dei lavoratori».

L’apprendistato, secondo il ministroFornero, «è anche il terreno sul quale co-struire una efficace collaborazione tra i di-versi attori istituzionali e sociali del nostropaese.

La sua governance richiama autorità lo-cali, Regioni in particolare, e parti sociali acompiere tutti gli sforzi per definire un

quadro applicativo completo, omogeneoed efficiente in tutte le aree del Paese,orientato a offrire ai giovani concrete op-portunità di lavoro e crescita professiona-le».

Nelle prossime settimane, Italia eGermania «completeranno e renderannomisurabile il progetto di lavoro che accom-pagna il nostro comune memorandum.

Anche sulla base di quanto emergerà inqueste ore di lavoro, vorrei poter presto an-nunciare che un nutrito numero di ragaz-ze e ragazzi italiani potranno intraprende-re una esperienza in Ger mania, di studio,di tirocinio, di apprendistato.

Altrettanto, vogliamo poter accogliereun buon numero di giovani tedeschi nelnostro Paese».

«Negli ultimi tre anni, gli scambi tra idue Paesi attraverso le rete Eures e il pro-

getto Leonardo hanno riguardato circa6mila giovani. Vogliamo aumentare que-sto numero, come frutto di un lavoro con-giunto», ha concluso Fornero.

«Il ministro Fornero – ha spiegato l’as-sessore Severino Nappi – ha condiviso lalogica della proposta del presidenteCaldoro di consentire l’accesso al fondo dirotazione alle Regioni in squilibrio di bi-lancio, secondo lo stesso principio applica-to per i Comuni».

Nappi si è, inoltre, detto “soddisfatto”per l’attenzione e il riconoscimento delGoverno rispetto agli sforzi compiuti dallaCampania per il risanamento dei conti. Larichiesta al governo, ha spiegato l’assesso-re Nappi, è «sostenere con misure integra-te il piano di azione e coesione che deve ser-vire a sostenere percorsi per l’occupazionegiovanile».

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SpecialeNuova Stagione 25 novembre 2012 • 9

parazione teorica e pratica.Si comprende, pertanto, il ruolo del-

l’apprendistato e l’importanza del sistemaformativo duale, che combina esperienzasul campo e istruzione scolastica, proprioper avere una formazione integrale e com-pleta.

Posso dire che la Chiesa di Napoli che,ovviamente, non ha il compito di propor-re soluzioni tecniche del lavoro, non è ri-masta sorda dinanzi alla domanda di im-pegno occupazionale che viene dal mondogiovanile e ha ritenuto di scommettereproprio sull’apprendistato, facendo levasull’antica tradizione e vocazione artigia-nale di questa nostra terra e, quindi, sullapossibilità di avvalersi di provetti e genia-li maestri artigiani, per addestrare giova-ni ai vecchi mestieri di qualità. Abbiamolanciato, pertanto, l’idea di una Cittadelladell’Artigianato, che stiamo realizzandoin collaborazione con la Con federazionedegli Artigiani, cui abbiamo dato in como-dato d’uso gratuito ampi capannoni diproprietà della Diocesi.

E collateralmente abbiamo costituitoun fondo per concedere, attraverso il mi-

crocredito, finanziamenti a tasso zero,volti a realizzare idee-progetto di chi vuo-le procurarsi un lavoro e un reddito.

Sono piccole cose, che servono tuttaviaa favorire l’accesso al lavoro, come dicePapa Benedetto XVI, e a un lavoro decen-te, che deve essere a servizio della dignitàdell’uomo. Del resto, diceva PapaGiovanni Paolo II nella enciclica Laboremexcercens, il primato non è del lavoro, madell’uomo. Soggetto protagonista, quindi,resta l’uomo, come persona. Per questo illavoro deve assumere l’immagine dellagiustizia per esaltare la dignità all’uomo.

Come napoletani e meridionali, per-tanto, dobbiamo esprimere profonda ri-conoscenza agli illustri Ministri delLavoro che hanno voluto celebrare aNapoli l’importante Conferenza, alla qua-le guardiamo tutti, a partire dai giovani,con particolare attenzione e interesse, nel-l’attesa certa di utili indicazioni per per-corsi che preparino all’inserimento nelmondo della produzione. Non importatanto il dove, ma interessa comunque ilcome e il quando.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Il Cardinale Crescenzio Sepe ha partecipato alla conferenza italo-tedesca, “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani”, che si è tenuta a Napoli e ha visto la presenza dei Ministri per il Lavoro, italiano Elsa Fornero, tedesco, Ursula von der Leyen e del Ministro all’Istruzione Francesco Profumo

Lavoro: primato di dignità per l’uomo@ Crescenzio Card. Sepe*

Scuola: importante sceglierel’indirizzogiustoCosì il ministroall’Istruzione,Francesco Pofumo

Un patto tra scuola e aziendeper affrontare le nuove sfideche l’Europa incambiamento chiede. Aproporlo è stato il ministrodell’Istruzione, FrancescoProfumo, anche lui presentealla conferenza italo-tedesca. Occorre «un patto forte trascuola e sistemi diproduzione e l’azienda.L’operatività nel sistemadell’orientamento - haaggiunto - non può esseresolo delle Istituzioni». Tre sono i punti sui qualiagire: trasferimento diesperienze e difficoltà deglistudenti più grandi ai lorocolleghi più giovani;partecipazione delle aziendeperché molti ragazzi hannoun’idea astratta su cosa saràdopo la scuola e ilcoinvolgimento dellascuola.«Se non abbiamoquesta terna abbiamo perso,sbagliato. Moltissimi ragazzilasciano la scuolasoprattutto perché hannosbagliato la scelta dellasecondaria». Dal ministro Profumo è poiarrivato un invito aglistudenti affinché puntino dipiù sulla “mobilità” ossiasmettere di pensare almomento in un’ottica“regionale o nazionale”.«Oggi la dimensionedell’Europa va oltre quelladei singoli Paesi - ha ribadito- bisogna lavorare con serietàper dare delle condizioni edelle opportunità ai nostrigiovani». «Anche il nostro Paese potràavviare un processo diverso.Occorre - ha proseguitoProfumo - dare agli studentidegli strumenti per competeresul mercato del lavoro».Qualche segnale, anche inItalia, si sta registrando: «Perla prima volta c’èun’inversione di tendenza, il52% dei ragazzi risultaiscritto al istituti diformazione professionale e il48% a quelli liceali, fino aqualche anno fa, il 60% siiscriveva agli istituti liceali eil 40% alle scuoleprofessionali. E’ un piccolosegnale - ha concluso ilministro - ma importante».

Patto fra Italia e Germaniadi Elena Scarici

Un programma comune di lavoro traItalia e Germania per favorire l’occupazio-ne dei giovani. Lo hanno lanciato a Napolii ministri del Lavoro italiano Elsa Forneroe tedesco Ursula von der Leyen in occasio-ne della conferenza italo-tedesca a Napoli,negli spazi della Mostra d’Oltremare. Laconferenza ha visto la partecipazione delcommissario europeo al lavoro e agli affa-ri sociali Lazlo Andor, dei ministridell’Istruzione italiano FrancescoProfumo e, con delega del ministro tede-sco, del direttore generale per la coopera-zione internazionale ed europea delMinistero federale dell’Educazione e dellaricerca tedesco.

E’ stata avviata l’agenda di lavoro comu-ne tra i due paesi attraverso la firma di pro-tocolli d’intesa che sanciscono ufficial-mente la volontà di un impegno reciprocotra i due paesi. Un primo accordo bilatera-le, che utilizza soprattutto fondi europei,riguarda scambi e collaborazioni che coin-volgono i ragazzi, gli studenti, gli inse-gnanti, le scuole e gli istituti professionali.Il memorandum sancisce accordi in temadi promozione dell’occupazione giovanilee della mobilità professionale dei giovani,una più stretta cooperazione nel quadrodella rete Eures al fine di promuovere lamobilità transnazionale dei giovani tra laGermania e l’Italia, lo scambio di studentidelle scuole professionali, personale edu-cativo e rappresentanti delle imprese.

«La sfida che si pone in questa fase sto-rica non si esaurisce nel pur difficile com-pito di porre in atto tutte le misure possibi-li per creare posti di lavoro per i giovani,ma anche di offrire loro i mezzi e di crearele opportunità per trovare un ‘buon’ lavo-ro», ha detto il ministro Fornero. La rifor-ma del mercato del lavoro approvata nel lu-glio scorso, ha spiegato ancora, «ha tra isuoi obiettivi primari il contrasto alla di-

soccupazione dei giovani. Realizzando unmercato del lavoro inclusivo e dinamico,l’obiettivo della riforma è anche quello dicostruire le condizioni per la creazione diuna occupazione di qualità, che contribui-sca alla crescita sociale ed economica delPaese».

Limitando l’attenzione ai provvedimen-ti messi in atto per i giovani - ha aggiuntoFornero - gli obiettivi delle misure adotta-te sono quelli di favorire l’instaurazione dirapporti di lavoro più stabili, di valorizza-re l’apprendistato, di redistribuire in modopiù equo le tutele dell’impiego, anche inchiave generazionale, di contrastare l’usoimproprio e strumentale di alcune tipolo-gie contrattuali, di rivedere l’assetto degliammortizzatori sociali e delle politiche at-tive nell’ottica di sostenere la ricerca attivadi un impiego».

Per il ministro Fornero, segmentazionee scarso dinamismo del mercato del lavo-ro, e «una sempre più marcata distanza»tra domanda di competenze e qualità pro-fessionali in possesso dei giovani italiani,sono alcune delle distorsioni alla base del-le difficoltà per i giovani nel trovare lavoro.Fornero ha citato «due indicatori chiave

per rappresentare il crescente disagio del-la condizione giovanile nel nostro Paese»:il primo è “la percentuale di lavoro preca-rio, che tra i giovani italiani raggiunge pic-chi del 40%. Il fatto che l’ingresso nel mer-cato del lavoro sia diventato discontinuo edifficile rischia non soltanto di pregiudica-re la qualità del capitale umano individua-le e collettivo e la disposizione degli indivi-dui a investire nel miglioramento delleproprie competenze, ma ritarda anche. difatto, l’inclusione dei giovani nella vita so-ciale ed economica del Paese».

Il secondo dato «è quello dei giovani chené studiano, né lavorano. In Italia - ha spie-gato il ministro del Lavoro - la quota dei co-siddetti Neet è sensibilmente superiore al-la media europea, nel 2011 erano circa il25% dei giovani in età lavorativa, controuna media europea pari a quasi il 17%. Difronte a questo dato drammatico, che ri-flette il rischio di una generazione perduta,occorre reagire e non rassegnarsi, e reagi-re con progetti e iniziative concrete».

Un secondo protocollo riguarda leCamere di Commercio italiane e tedesche,in quanto rappresentanti del mondo im-prenditoriale e attori fondamentali nelprocesso di governance dei percorsi di for-mazione duale e in apprendistato.

il ministro del Lavoro Elsa Fornero haincontrato, inoltre, i segretari regionalicampani dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl.L’incontro ha rappresentato un’occasioneper «evidenziare al ministro una situazio-ne molto complicata sul piano dell’occupa-zione», ha spiegato il segretario regionaleCgil Campania Franco Tavella che al termi-ne della riunione ha aggiunto: «Abbiamoribadito che bisogna passare dalla linea delrisanamento dei conti anche a un minimodi spesa perchè ci servono risorse, senza lequali non si risolvono i problemi dellaCampania».

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Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 25 novembre 2012

Ai Sacerdoti e ai Religiosidell’Arcidiocesi di Napoli

PlenumdiocesanoMartedì 11 dicembre a Cappella Cangiani

Il Cardinale Arcivescovoconvoca l’Assemblea delPresbiterio diocesano permartedì 11 dicembre pressola Casa “Sant’Ignazio” deipadri Gesuiti a CappellaCangiani. L’incontro avrà inizio alle ore10 e terminerà con il pranzo. Nell’ultima Lettera Pastoraleil Cardinale Arcivescovoindicava come obiettivopastorale l’educazione aduna rinnovata coscienza difede e all’impegno per il benecomune.In relazione a tale obiettivo,all’ordine del giorno delPlenum è previsto il tema:“L’impegno dei sacerdotinell’educazione al BeneComune”.Introdurrà il tema donAntonio Sciortino, direttoredel Settimanale “Famigliacristiana”.

@ Antonio Di DonnaVescovo Ausiliare@ Lucio LemmoVescovo Ausiliare

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GuidaLiturgicoPastorale2012-2013La Guida Liturgico-Pastorale2012-2013 è in venditapresso le seguenti libreriecattoliche:Paoline – via Duomo;Paoline – Colli Aminei;LDC – via Duomo;Paoline – via Depretis;Logos – via A. Rocco 55 -NapoliLER – Pompei;

Nella Chiesa del Gesù Nuovo Festa diSan Giuseppe Moscati.Celebrazione presieduta

dal Vescovo ausiliare mons. Antonio Di Donna

La missionedel medico

santodi Immacolata Capasso

Una folla smisurata quest’anno gremiva laChiesa del Gesù Nuovo in occasione della fe-stività di San Giuseppe Moscati. Erano pre-senti gruppi familiari e rappresentanze dellevarie diocesi di molte città italiane, insiemead associazioni di volontariato quali iCavalieri di Malta, l’Associazione MediciCattolici sez. San Luca, l’Unitalsi, l’Amami(Associazione Mariana Assistenza Ammalatid’Italia), l’Arciconfraternita dei Pellegrini, laCroce Rossa, l’Avo e ad alcuni ammalati, po-sti nelle prime file.

Prima della recita del Santo Rosario e del-la celebrazione eucaristica, padre VittorioLiberti, Superiore e Parroco della Chiesa delGesù, ha ripercorso le tappe della vita diMoscati, commentando i suoi scritti ed i suoipensieri, con delicata pacatezza eppure conveemente e profondo vigore che ha tenutoben attento l’uditorio.

«Napoli non è solo “terra di diavoli” comescrisse Benedetto Croce – ha ricordato ilVescovo Di Donna durante la sua lunga, linea-re, chiara ed appassionata omelia - se è riu-scita a darci santi come San G. Moscati, me-dico illustre, insigne scienziato, mirabilemaestro ed uomo di carità che in una letteraad un suo allievo definì la sua professione co-me una “missione sublime”, che Egli mise alservizio dei più poveri tanto che rinunciò allaCattedra d’insegnamento all’Università percontinuare a svolgere l’esercizio medico pres-so l’ospedale Incurabili di Napoli».

«Una “missione” - ha continuato ilVescovo – che lo portò a mantenere il celiba-to, per essere completamente a disposizionedegli ammalati, pur consigliando ad amici ilmatrimonio, perché, come diceva DonLorenzo Milani, medici, maestri ed educato-ri dovrebbero tutti seguire la via del celibatoper poter svolgere al meglio la loro missione».

Nella Chiesa, affollata all’inverosimile, ep-pure pervasa da un assoluto silenzio, echeg-giavano le parole del Vescovo che, con deter-minazione e ha sottolineato «Odio una A, è laA di Asl, che sta per azienda, perché il luogodove si curano gli ammalati non può essereun’azienda organizzata che miri al profitto esia efficiente in termini economici. “Non lascienza, ma la carità ha trasformato il mon-do”, scriveva il Medico Santo che viveva ognigiorno tra Scienza e Fede e soleva ricordare aisuoi numerosi allievi che “il medico, in mo-menti supremi, ha di fronte a sé un’anima ol-tre ad un corpo da guarire e che il dolore nonva trattato come una contrazione muscolare,ma il grido di un’anima, a cui un altro fratel-lo, il medico, accorre con l’ardenza dell’amo-re, la carità”. Pertanto, sull’esempio di SanGiuseppe Moscati, occorre umanizzare laMedicina, pensare alla centralità dell’amma-lato». E, con questo invito rivolto a tutti i me-dici presenti in chiesa, il Vescovo Di Donna haconcluso la sua omelia che ha suscitato unfragoroso applauso.

Alla fine della celebrazione eucaristica,tutte le associazioni, in processione, si sonoportate in sacrestia per la foto di rito con l’al-to prelato e con il parroco Liberti sotto la cuiabile regia si è svolta una giornata in onore diSan Giuseppe Moscati davvero indimentica-bile.

Nella Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale

L’anno della fede in carcere

di Giuseppe Buono*

«Oggi, insieme a tanti segni di bene, cresce intorno a noi anche un certo deserto spiritua-le… Nonostante la grandezza delle scoperte della scienza e dei successi della tecnica, oggi l’uo-mo non sembra diventato veramente più libero, più umano; permangono tante forme di sfrut-tamento, di manipolazione, di violenza, di sopraffazione, di ingiustizia… C’è un futuro perl’uomo, per noi e per le nuove generazioni? In che direzione orientare le scelte della nostra li-bertà per un esito buono e felice della vita? Che cosa ci aspetta oltre la soglia della morte?”».

Con questa constatazione, fatta da Benedetto XVI nell’Udienza generale del 24 ottobrescorso, mi sono presentato ai cari Detenuti del terzo piano del padiglione Roma nella CasaCircondariale di Napoli-Poggioreale. Era il 6 ottobre e solo l’11 precedente Benedetto XVI ave-va aperto in Piazza San Pietro la Porta della Fede dando inizio, così, alle celebrazionidell’Anno della Fede.

L’incontro, desiderato dai detenuti, è stato reso possibile dalla disponibilità della direttri-ce della Casa dottoressa Abate, dell’ispettore Bruno, del brigadiere Nicola, del mio confratel-lo padre Luciano, cappellano, da altri responsabili.

Ma, ripeto, era soprattutto stato richiesto dai detenuti che mi hanno accolto con vera gioiae questa volta hanno manifestato la loro accoglienza con il canto dell’Ave Maria e altri cantiliturgici accompagnati dal suono di cinque chitarre.

La mia risposta l’ho data riaffermando quando detto dal Papa nell’Udienza citata: “Noi ab-biamo bisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di spe-ranza, di un fondamento sicuro, di un terreno solido che ci aiuti a vivere con un senso auten-tico anche nella crisi, nelle oscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani. La fede ci do-na proprio questo: è un fiducioso affidarsi a un «Tu», che è Dio, il quale mi dà una certezza di-versa, ma non meno solida di quella che mi viene dal calcolo esatto o dalla scienza”. Ho gua-dato negli occhi gli amici Detenuti, ho ripetuto: “Sì, oggi soprattutto e soprattutto qui, abbia-mo bisogno di amare e di essere amati da quell’amore vero che viene da Dio, che è Amore!”.

Ho ricordato quindi agli amici detenuti che il Papa, con la Lettera Apostolica: La Porta del-la Fede, ha voluto un Anno della Fede, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura delConcilio Vaticano II invitando tutta la Chiesa alla promozione della nuova evangelizzazionein quanto in questi tempi la priorità della Chiesa deve essere il rinnovamento della fede peruna risposta vera di amore nostro all’amore di Dio. La fede è inseparabile dall’amore: la fedeè la risposta del nostro amore all’amore di Dio. Quindi l’Anno della Fede è l’invito ad un’au-tentica e rinnovata conversione al Signore Gesù, unico e universale Salvatore. Una conversio-ne che non avviene una volta per tutte ma si realizza giorno per giorno in un cammino di cre-scita costante nell’esperienza personale di Dio. E’ uscire dal deserto dell’egosimo per restitui-re la gioia della fede e comunicarla in modo rinnovato;

è mostrare nella nostra vita il vero volto di Cristo che chiama a seguirlo in modo che il no-stro cammino di cristiani, spesso stanco e sfiduciato, riprenda con passo svelto e deciso e so-prattutto con il cuore pieno di gioia.

Ho ricordato ai miei amici, che mi commuovevano per la loro attenta partecipazione, chela fede è l’assenso della ragione dell’uomo alla verità su Dio che si rivela ma è anche un attocon cui ci affidiamo liberamente a un Dio che è Padre e ci ama, che non scompare di frontealla cattiveria dell’uomo ma trasforma con il suo amore, per cui invia il Figlio nella forza del-lo Spirito, ogni malvagità umana donando a tutti la possibilità della salvezza.

Alla fine ho risposto ad alcune domande, che rivelavano insieme un’acuta sofferenza maanche un bisogno immenso di speranza cristiana. Ho riproposto la figura e la storia diAbramo, nostro padre nella fede, che si lascia guidare totalmente e sempre da Dio.

Soprattutto ho ricordato il modello compiuto della nostra fede: Maria Santissima, Madredi Gesù e madre nostra, che Elisabetta proclama beata perché ha creduto che niente è impos-sibile a Dio. Un detenuto, Cosimo, ha letto con voce commossa una sua riflessione dal titolo:Un minuto con Lui. Riporto un passaggio: “…Questa sera non mi va di stare con loro. Vadonel bagno, sto alla finestra e guardo le stelle e chiedo: Perché? Mi sento toccare la spalla. SeiTu che mi guardi e dici: “Ora alza gli occhi e guarda quella stella in lontananza: è la più lumi-nosa, quella è la tua e finchè sarà così luminosa tu andrai avanti…”. Non è questa la fede?, michiedevo ascoltando questo amico detenuto.

Un altro commosso canto dell’Ave Maria, in tonalità tutte napoletane, ha concluso il no-stro bellissimo incontro sull’Anno della Fede, che ha spalancato la sua porta ai Detenuti del-la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale e a tutti i fratelli detenuti del mondo.

* Pime

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Nuova Stagione 25 novembre 2012 • 11

AppellodeiVescovi«Sta assumendo proporzioniintollerabili la situazione delsettore socio-assistenziale (ilcosiddetto Terzo Settore)nella nostra regione. Siregistrano gravi ritardi (piùdi due anni) dei pagamentiper alcuni servizifondamentali: case-famiglia,centri diurni e semiconvitti,assistenza domiciliare escolastica...Tutto ciò ha portato l’interosettore socio-assistenziale aduna crisi di dimensionispaventose: molti servizisono chiusi o stannochiudendo e le persone piùdeboli ritornano nelle strade;molte comunità per minorichiudono; gli operatorisociali impegnati in taliservizi non percepiscono damesi uno stipendio; sono giàcirca duemila gli operatorisociali senza lavoro perquesto motivo. (…..)Siamo preoccupati per i piùdeboli: data la grave crisieconomica e lavorativa degliorganismi che assicurano daanni servizi pubbliciessenziali per i cittadini piùdeboli, ci chiediamo: chi siprenderà cura di loro? (…..)Siamo, altresì, preoccupatiper quanti sono impegnatinei servizi sociali erivendicano il lorosacrosanto diritto alla giustaremunerazione. (…..)Alla luce di questeconsiderazioni, noi Vescovidella Campania, senzaentrare nel merito dellesingole questioni che sonooggetto di confronto tra leIstituzioni statali ai diversilivelli e il Terzo Settore,rivolgiamo un vivo appelloalle Istituzioni ai vari livelli• a superare i particolarismie a non disperdere le proprieenergie in un rimpallo delleresponsabilità che non giovaal benessere dei cittadini piùdeboli;• a collaborare tra loro inun dialogo costruttivo perindividuare azioni precise diuscita dall’emergenzaeconomica del settore econcrete opportunità disoluzione della crisi».

Appello dei Vescovi campaniper le politiche sociali

(febbraio 2011)

Primo Piano Città

Continua lo stato di agitazione dei circa 50 istituti assistenziali per minori e anziani ade-renti all’Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) dellaCampania, che rischiano di chiudere per mancanza di fondi. Ne parliamo con il presiden-te, Lucio Pirillo.

Sono passati circa 2 anni dall’appello dei Vescovi della Campania sulle politichesociali, eppure al momento pare che nulla sia cambiato. Presidente Pirillo, a che pun-to siamo?

«Dopo il periodo di proteste, anche clamorose, cui abbiamo partecipato con il comitato“Il welfare non è un lusso”, nel tentativo di scuotere la giunta precedente, siamo passati adun periodo di fitti dialoghi ed incontri in cui, ormai da un anno e mezzo, alle tante promes-se, non ha fatto seguito nessun fatto concreto. Sono diventate addirittura quattro le annua-lità non rimborsate dal Comune agli Istituti, sia per le attività di accoglienza dei minori a ri-schio, sia per quelle di accoglienza degli anziani più poveri ed abbandonati (circa 40 milio-ni di euro per i quali abbiamo chiesto una rateizzazione del debito, consapevoli delle diffi-coltà economiche della sua amministrazione). Quattro anni in cui gli Istituti hanno antici-pato tutte le spese per accogliere bambini ed anziani, dar loro pasti e servizi, pagare utenzee tasse, erogare i gravosi stipendi alle centinaia di onesti lavoratori laici che lavorano conprofessionalità e dedizione a favore dei più deboli. Nemmeno un centesimo di euro a que-sti Istituti; mentre sono state erogate anticipazioni, seppur modeste, a tutto il Terzo Settore,consentendo a questi soggetti di continuare, pur sempre con grande difficoltà, le attività so-ciali. Però per fortuna c’è una novità. È stata approvata la Delibera che sblocca una primaparte dei crediti vantati dagli Istituti nei confronti del Comune di Napoli. La Delibera dovràessere ratificata dal prossimo Consiglio Comunale. Questa ratifica consentirà di avere unaprima erogazione degli emolumenti dovuti. Non dobbiamo, però, abbassare la guardia, macontinuare, nello stato di mobilitazione nei confronti delle Municipalità, nell’unitàdell’Associazione, nella partecipazione e nella condivisione delle decisioni. È questo com-portamento che ci ha permesso di fare un passo avanti. Resta, naturalmente “molta strada”da percorrere. Ma se l’Uneba sarà unita e combattiva ce la potremo fare.

Quali sono state le conseguenze più gravi di questa situazione?«Una quindicina di Istituti, presenti “nelle zone più a rischio della città”, come i Quartieri

Spagnoli, Secondigliano, Pallonetto di S. Lucia, Fuorigrotta, Pianura, Sanità, nel corso diquesto anno e mezzo, sono stati costretti a chiudere, dopo oltre trent’anni di attività con-venzionata, lasciando in strada centinaia di minori a rischio e licenziando decine di lavora-tori che mantenevano famiglia. Fa rumore, giustamente, la chiusura di una fabbrica e il li-cenziamento di cento lavoratori, si muovono le tv, si mobilitano i politici; non fa rumore,invece, sembra non smuovere nessuno, la chiusura di tantissimi servizi sociali per i più de-boli e il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori-padri di famiglia che, magaridopo lauree e specializzazioni, operano da anni nel sociale a favore dei più deboli».

Quanto contano secondo lei le politiche sociali nella nostra città?«Poco. Si discute, spesso, del rilancio della città, della sua immagine nel mondo, della

sua rinascita in tanti aspetti, dopo anni e anni di pietosa decadenza. Questa rinascita nonpuò non avere al centro i temi della cultura e dell’educazione che, per un’amministrazionecomunale, passano anche attraverso i servizi sociali e del welfare comunale. Non può, unprogetto di rinascita, lasciare indietro questa larghissima parte della popolazione che nonha mezzi e risorse e che nei servizi come semiconvitti e case per anziani trova sostegno esperanza».

Cosa vi aspettate a questo punto?«La situazione è diventata veramente drammatica: si profila concretamente la chiusura

di Centri, non potendo più, sostenere le spese occorrenti per il mantenimento dei ragazzied anche perché il personale dipendente, circa 1500 unità, non può essere più retribuito. Ec’è l’ultima incognita: il 31 dicembre del corrente anno scadono le convenzioni in atto.

Ma non perdiamo la speranza, Con questa prima parte dei fondi, se la delibera sarà rati-ficata in Consiglio Comunale, riusciremo ad avere un po’ di ossigeno. Per il resto, speriamobene».

A serviziodella città

I semiconvitti per i minori a rischio e le ca-se albergo per gli anziani rappresentano nel-l’attuale contesto napoletano, ancora cosìscandalosamente pieno ad inizio del terzomillennio di famiglie multiproblematiche,estremamente povere e deprivate, ancora unarisposta valida ed apprezzata, malgrado l’esi-stenza di nuove tipologie di risposte che nonriescono a coprire l’enorme bisogno sociale.Sono i numeri degli iscritti e le risposte dellefamiglie a dirlo. Sono circa 2500 minori ac-colti nei semi convitti e 800 gli anziani segui-ti nelle case albergo. Oltre 1500 gli occupatitra educatori, animatori ed operatori sociali.Malgrado l’evolversi dei tempi e della società,specialmente in alcune realtà come quella diNapoli e provincia, alcune situazioni di po-vertà e disperazione non si sono estinte. Lerisposte ai bisogni di queste famiglie si sonoadeguate ai tempi e diversificate.

I semiconvitti e le case albergo seguonoquesta evoluzione e all’opera caritatevole deireligiosi e dei volontari hanno affiancatoquella di tanti operatori qualificati, di educa-tori professionali, di psicologi, assistenti so-ciali. I semiconvitti e le case albergo, radicatinei quartieri, nei vicoli della città, restano unpunto di riferimento fondamentale per le fa-miglie, specialmente quelle più colpite dalledifficoltà, restano luoghi e persone di prova-ta fiducia e competenza cui affidare per buo-na parte della giornata bambini che altrimen-ti resterebbero soli, o, peggio, in balia dellastrada e delle facili lusinghe di adulti senzascrupoli che, proprio a Napoli e provincia, ab-bondano e costituiscono un vero e proprioesercito numerosissimo di delinquenti.

E restano, i semiconvitti e le case albergo,realtà di riferimento importanti dei servizisociali alle porte dei quali bussano le tante fa-miglie deprivate. I ragazzi si relazionano, nelloro contesto di provenienza, con adulti as-senti, oppure profondamente sprovvisti distrumenti per trasferire ai propri figli un si-stema di valori stabili, perché non li hanno aloro volta, o perché troppo presi a contrasta-re il disagio della precarietà e dell’instabilitàin cui vivono.

Qui i ragazzi trovano punti di riferimento,adulti competenti che li ascoltano e che gli in-dicano i valori veri della vita, alternative aimodelli di vita sbandata; luoghi dove vivere,per buona parte della giornata, la loro infan-zia o adolescenza in serenità, senza tensioni,studiando, sperimentandosi, giocando, co-struendo amicizie, imparando ad avere fidu-cia in se stessi e negli altri. Tutti i semiconvit-tori sono scelti dai servizi pubblici, e tuttihanno “certificata” una situazione dramma-tica di disagio personale o familiare.

Sono migliaia e migliaia le “giovani vite”seguite e curate dagli Istituti che svolgono at-tività di semiconvitto. In tanti casi, si sonoraggiunti risultati eccezionali e immediata-mente visibili: il bambino con ritardo negliapprendimenti che, seguito e curato con pas-sione, rifiorisce e recupera; la bambina condiagnosi ospedaliera sbagliata salvata damorte certa grazie all’ostinazione di educato-ri di semiconvitto e assistente sociale del co-mune, insieme; i tanti bambini guidati a gio-care pacificamente con gli altri, mettendo daparte non solo le logiche prepotenti degliadulti camorristi che frequentano, ma anchele armi che a volte questi adulti regalano o la-sciano in uso.

Per tutti gli altri si fa un’opera di preven-zione contro “ulteriori disagi, svantaggi, de-vianza” che già caratterizzano la vita di que-sti ragazzi difficile da misurare, ma sicura-mente indispensabile in questa città

In maniera analoga, per gli anziani. Quelliospiti nelle Case albergo (tutte completamen-te ristrutturate ,in ottemperanza ai regola-menti regionali, con sacrifici enormi da par-te degli enti), sono davvero quelli più poveried abbandonati, che i servizi sociali dei co-muni indirizzano ai centri Uneba perché nonhanno nessun parente o amico che li accoglie.

Sempre più grave la situazione degli istituti assistenzialiper minori e anziani, che rischiano di chiudere

per mancanza di fondi: ma una delibera recentementeapprovata potrebbe sbloccare una parte dei fondi

Più impegno per lePolitiche SocialiIntervista a Lucio Pirillo, presidente di Uneba

di Elena Scarici

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Vita Diocesana Nuova Stagione12 • 25 novembre 2012

All’Istituto Gennaro Capuozzo, L’Arcivescovo ha consegnato i premi agli alunni

In nome dell’amoreper Napoli

Gennaro Capuozzo era un ragazzino dodicenne protagonista delle QuattroGiornate di Napoli, durante le quali cercò di sabotare, nonostante la sua giovane età,le truppe naziste, lanciandogli contro granate per costringerli alla fuga. In suo onore èstato istituito nel 2007 un Premio Letterario, organizzato dall’omonimo IstitutoComprensivo sito nel Centro Direzionale e destinato agli alunni delle scuole napoleta-ne. Mentre i componimenti della prima edizione erano incentrati sulla figura diCapuozzo, nelle edizioni successive sono stati scelti temi contemporanei e vicini ai ra-gazzi. Quest’anno si è celebrata la quinta edizione del premio, con tema “La mia cittàè la mia città“, un invito a descrivere con i propri occhi Napoli e ad avanzare proposteper migliorarla.

La cerimonia di premiazione si è tenuta venerdì 16 novembre nell’Auditorium del-la Regione Campania, dove sono stati premiati i primi tre classificati delle tre catego-rie in gara (scuole elementari, medie e superiori). Oltre a componimenti poetici e nar-rativi, sono stati premiati anche lavori grafici. A presiedere l’evento il DirigenteScolastico, e ideatore del premio, Silvana Dovere. Presenti anche il Direttore Scolasticodella Regione Campania Diego Bouchè, l’assessore alla Pubblica Istruzione AnnamariaPalmieri e Sua Eminenza Cardinale Crescenzio Sepe. Il Premio, come ha sottolineatola dirigente scolastica Silvana Dovere, s’inserisce nel contesto delle attività del Giubileoper Napoli, proposto da Sua Eminenza. «Il Cardinale ha saputo smuovere l’inerzia checolpiva tanti. Richiama i responsabili delle istituzioni per ripristinare il senso della le-galità, si rivolge alle scuole e al mondo della cultura per difendere il proprio bene co-mune, cioè Napoli. Il premio è nato per sensibilizzare i giovani su temi attuali che te-nessero conto, appunto, di cultura e legalità».

Dopo la consegna di targhe ai premiati, il Cardinale ha lasciato un breve saluto allaplatea: «Il premio è simbolo della volontà di primeggiare del bene, è motivo di ricono-scenza vedere lo spirito del Giubileo, il coinvolgere tutta la comunità, questa è la dimo-strazione che la scuola diventa il fulcro dei valori che vogliamo trasmettere». IlCardinale ha speso alcune parole sulla tematica del Premio, per lui molto pregnante:«Il tema che è stato scelto è l’obiettivo che dobbiamo sentire anche con la nostra par-tecipazione. La città è mia, questo è quello che ha detto e testimoniato il nostroGennarino Capuozzo. Ha sentito talmente la nostra città che ha dato la vita per essa.Ha dimostrato che anche a dodici anni si possono vivere quei valori che sono parte delnostro vivere in comunità. Napoli è nostra - ha continuato il Cardinale - è di ciascunodi noi, questa città è come una madre e ognuno di noi deve contribuire a renderla sem-pre più civile. Questo premio è un momento significativo di crescita e maturazione, edimostra come si può amare la nostra bella Napoli».

Davide Esposito

Gli olimpionicidal Cardinale

Il cardinale Sepe ha ricevuto in Curia gli atleti campani che hanno partecipato al-le Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Londra 2012, cui aveva rivolto un augurio primadella partenza. «In un momento in cui anche sullo sport vi sono ombre, voi siete l’im-magine della purezza, dei valori umani e sociali dello sport e dimostrate che con l’im-pegno e la forza di volontà si possono ottenere importanti risultati e raggiungere tra-guardi come la partecipazione e la vittoria nelle Olimpiadi».

Dal cardinale, poi, l’invito a tutti gli atleti presenti a «ricordare sempre l’influenzache avete sui nostri giovani per cui siete modelli da imitare e il vostro esempio li puòsalvaguardare dal seguire un cammino di devianza» e alle istituzioni per la mancan-za di strutture, affinché «creino le condizioni materiali perchè gli atleti possano lavo-rare in ambienti adeguati». All’incontro hanno partecipato Diego Occhiuzzi, meda-glia d’argento nella sciabola individuale e di bronzo nella sciabola a squadre, MauroSarmiento medaglia di bronzo taekwondo, Amaurys Perez medaglia d’argento palla-nuoto, Giuseppe Giordano tiro a segno, Antonio Ciano judo, Manuela Romano nuo-to paralimpico, Francesco Faraldo, Judo. Tra i tecnici, Enzo Allocco per il nuoto pa-ralimpico, Leonardo Caserta e Sandro Cuomo per la scherma. A tutti il cardinaleSepe ha donato un orologio con l’immagine della Sacra Famiglia. A fare gli onori dicasa, il delegato arcivescovile per lo sport, don Rosario Accardo, con lui anche donsalvatore Fratellanza, delegato per il tempo libero e il turismo, e il vicario espiscopa-le per la Cultura e lo Sport, don Adolfo Russo.

Presenti, inoltre, i vertici dello sport rappresentati da Cosimo Sibilia presidenteregionale del Coni che ha invitato il cardinale Sepe alla Festa dello sport in program-ma il 10 dicembre, Amedeo Salerno presidente provinciale Coni e Paolo Trapanesepresidente regionale Federazione italiana nuoto. per il Coni Cosimo Sibilia e AmedeoSalerno e Paolo Trapanese presidente regionale FIN.

Elena Scarici

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CulturaNuova Stagione 25 novembre 2012 • 13

A CastelSant’Elmo i “Giovedì contemporanei”A Castel Sant’Elmo, dopo ilsuccesso della prima edizione,continuano gli appuntamenticon i protagonisti dell’artecontemporanea. Gli incontriproseguiranno con il focus suglianni ‘80, un decennio in cui lacittà, grazie all’entusiasmo eall’impegno di artisti epersonalità legate al mondodell’arte, si è imposta sulla scenainternazionale prima comecentro ricettivo e poi propulsivodel linguaggio contemporaneo. Dopo il primo incontro che haaffrontato la nascita e laformazione della collezioneTerrae motus, l’appuntamentodel 22 novembre è stato ancorasulla storia della collezione e sulsuo trasferimento, dopo illascito da parte di Lucio Amelio,alla Reggia di Caserta. Si èdiscusso sull’importanzadell’esposizione della collezionein un struttura musealepubblica e sulle scelte allestitive,non sempre semplici, affrontateper ospitare all’interno dellestanze storiche le opere di artecontemporanea. Il ciclo di incontri con artisti,critici d’arte, giornalisti,galleristi, curatori continuerà,con cadenza quindicinale,durante tutto il 2013 e avràmodalità diverse: dibattiti,presentazioni, incontri con gliartisti, visite nel museo eproiezioni.Gli appuntamenti si tengono nelsalone delle sculture del museoNovecento a Napoli. (1910-1980). Per un museo inprogress. Il Museo presenta le opere deimaggiori protagonisti dell’arte aNapoli fino al 1980 ma è unmuseo in progress, quindiaperto a successivi sviluppi.L’ingresso è gratuito

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Dentro la comunicazione

Pubblicato il libro di Samuele Ciambriello

e di Michele Infantedi Fabiana Caldo

“Dentro la Comunicazione” ci accompagnain un viaggio nel mondo della comunicazionee dei social media attuali, descrivendo la pri-ma come lo sfondo, la cornice sociale e tempo-rale della nostra vita quotidiana, e i secondi co-me gli strumenti di partecipazione sociale, da-to che, ormai, far parte del pubblico significaessere presenti attraverso i media.

Il libro di Samuele Ciambriello, già presi-dente del Corecom Campania e docente diTeoria e tecniche della comunicazioneall’Università Suor Orsola Benincasa diNapoli, e di Michele Infante, docente diCorporate Comunication all’Università SuorOrsola Benincasa, rappresenta, per altro, ilbattesimo della neonata collana editoriale diGuida “We Care” ideata e diretta da SamueleCiambriello e nata, come spiega Ciambriello,«con l’obiettivo di valorizzare saperi, intelli-genze e talenti in un momento storico nel qua-le, a fronte delle scarse risorse economiche delsettore editoriale è, invece, fondamentale, piùche mai, promuovere un pensare e un agire ri-flessivo e consentire nuove pubblicazioni so-prattutto ai giovani studiosi».

Il volume è suddiviso in due parti che ripor-tano rispettivamente le teorie e i modelli co-municativi maggiormente conosciuti , senzatralasciare i meccanismi della comunicazionesociale e non verbale, e un’analisi sociologicae normativa decisamente interessante dell’at-tuale sistema mediatico italiano , in cui gli au-tori pongono l’attenzione sulle opportunità esui rischi connessi ad un utilizzo massiccio deimezzi di comunicazione nel quotidiano, con-centrandosi sugli effetti di modernità e contro-modernità rilevati nella società odierna.

La realtà contemporanea offre democrati-camente uguali possibilità di informazione,conoscenza e partecipazione, ma allo stessotempo si presenta costellata di fenomeni alta-mente destabilizzanti. Esistono delle stabili,ferme e certe contraddizioni e contrapposizio-ni che attraversano tutta la storia delle idee,dei saperi e delle teorie sulla comunicazione.Così come le tecnologie dell’informazione edella comunicazione possono essere lette inchiave di strumento di controllo sociale, di pia-nificazione della società da parte di struttureeconomiche e politiche, allo stesso modo ilmondo del web può rappresentare una risorsache crea dipendenza per rendere più esteso, si-stematico ed efficiente il controllo del capitaleculturale sugli individui, sino a giungere allaloro manipolazione.

Molti ritengono erroneamente che “pensa-re” la comunicazione sia semplice e che sianoaltri i temi complessi che necessitino di specia-listi, mentre l’attività comunicativa sia unesercizio intellettuale minore. Invece è pro-prio “dentro la comunicazione” che il poterepolitico si legittima, impone i propri uomini ele proprie idee e detta i propri temi all’agendapolitica e al dibattito pubblico. La stessa cultu-ra contemporanea è frutto di un lavoro di“composizione” operato attraverso i media,che filtrano, scelgono ed esaltano, di volta involta, i modelli a cui ispirarsi e i temi su cuiconcentrare l’attenzione pubblica. “Dentro lacomunicazione” si presenta, dunque, come unpunto di partenza, di riferimento e di riflessio-ne per gli specialisti, gli studenti e gli appassio-nati di un settore talmente soggetto a muta-menti e sollecitazioni da far risultare quasisempre sorpassata e obsoleta la conoscenzaappena acquisita.

Al Trianon una mostraper Giorgio Gaber

Il prossimo 1 gennaio ricorrerà il decimo anniversario della scomparsa di Giorgio Gaber e,dopo il Festival di Viareggio nel luglio scorso, Napoli con il Trianon ricorderà l’artista con unaserie di iniziative avvalendosi della collaborazione della “Fondazione Giorgio Gaber”.

Primo evento, la mostra “Qualcuno era Giorgio Gaber”. Già dal 2003 la fondazione aveva rea-lizzato una mostra itinerante per documentare i quaranta anni dell’attività dell’artista: dagli esor-di, agli inizi degli anni Sessanta, all’immediata popolarità nazionale, alla scelta radicale e quasiautarchica del teatro, fino al successo dell’ultima attività discografica.

In occasione del decennale, l’esposizione si è arricchita di nuove immagini e di nuovi contri-buti. La mostra, a ingresso libero, è articolata in due sezioni: la prima riproduce fotografie, in-terviste, recensioni, testi, copertine discografiche e locandine teatrali; la seconda immagini diprimi piani straordinari, ad opera del fotografo Luigi Ciminaghi, che documentano tutta l’atti-vità di Gaber al Piccolo teatro di Milano.

All’inaugurazione della mostra sono intervenuti Luigi Rispoli, consigliere di amministrazio-ne del Trianon e presidente del consiglio provinciale, Giorgio Verdelli, direttore artistico del tea-tro della musica, e Paolo Dal Bon, presidente della fondazione Gaber.

Un altro momento prettamente teatrale, lo scorso 21 novembre, con l’incontro-spettacolo“Gaber se fosse Gaber”, scritto e interpretato da Andrea Scanzi: novanta minuti di immagini efilmati, alternati all’analisi attenta di Scanzi. In questo spettacolo Gaber resta protagonista, emo-zionando chi lo ha conosciuto e amato, ma soprattutto appassionando quel pubblico giovane chenon ha potuto conoscerlo.

Ultimo appuntamento, lunedì 3 dicembre, con un omaggio di un’intera giornata, “La scuolaincontra Gaber”, al quale parteciperà lo scrittore Maurizio De Giovanni: in mattinata la presen-tazione agli studenti della figura del cantautore; in serata il concerto di giovani artisti seleziona-ti dal Trianon e dalla Fondazione Gaber.

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Nuova Stagione14 • 25 novembre 2012

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La sposa promessaTel Aviv, oggi. Promessa sposa ad un ragazzo della sua età e della stessa estra-

zione sociale, Shira, figlia più giovane di una famiglia ebrea ortodossa, è feliceper il sogno che si sta avverando.

Durante la festività del Purim, la sorella maggiore Esther muore di parto met-tendo al mondo il primogenito. Mentre il matrimonio di Shira passa in secondopiano di fronte alla tragedia, dopo qualche tempo a Yochay, marito di Esther, vie-ne proposto di unirsi ad una vedova belga. Quando la suocera scopre che Yochaypotrebbe lasciare la città portando via il suo unico nipote, reagisce in modo de-ciso e propone un’unione tra Shira e il vedovo. La giovane Shira ora è messa difronte alla decisione più difficile della propria vita.

La regista è nata a New York nel 1967, si è diplomata alla Sam Spiegel Filmand Television School di Gerusalemme nel 1994. In quel periodo è diventatamolto religiosa e si è dedicata all’uso del cinema per promuovere l’autonomiaespressiva della comunità ortodossa.

Per questo suo primo lungometraggio, è partita da un episodio da lei real-mente vissuto (una ragazza si era fidanzata con il marito della sorella morta),per costruire un copione di imprevista e intensa leggerezza: tanto più forte, se-rio e autentico quanto più riesce ad essere piacevole da seguire, raccontato conuna indovinata commistione tra cronaca vera, autoironia, incontro tra la rigi-dità della tradizione e la concretezza della vita contemporanea.

Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, proble-matico e adatto per dibattiti.

La bicicletta verdeWadjda è una bambina di 10 anni che vive alla periferia di Riyadh, la capita-

le Saudita. Nonostante viva in un mondo tradizionalista, Wadjda è una bambi-na affettuosa, simpatica, intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dal-la sua cultura.

Dopo una lite con un ragazzino del quartiere con cui non avrebbe il permes-so di giocare, Wadjda mette gli occhi su una bellissima bicicletta verde, in ven-dita nel negozio vicino casa. Wadjda vuole disperatamente la bicicletta per po-ter battere il ragazzo in una gara.

Tuttavia la mamma di Wadjda, per paura delle possibili ripercussioni da par-te di una società che considera le biciclette un pericolo per la virtù delle ragaz-zine, non permette che la figlia abbia una simile diavoleria. Wadjda decide quin-di di provare a guadagnare i soldi da sola, consapevole che sua madre è troppodistratta per accorgersi di ciò che accade, occupata com’è a convincere il mari-to a non prendere una seconda moglie.

Ben presto però i piani di Wadjda vengono ostacolati, quando viene scoper-ta a fare da corriere tra due innamorati. Giusto nel momento in cui sta per per-dere la fede nei suoi progetti di guadagno, viene a sapere del premio in denaroper la gara di recitazione del Corano. Così si dedica completamente alla memo-rizzazione e recitazione dei versi coranici, e le sue insegnanti cominciano a ve-derla come una ragazza pia. La gara non sarà facile, specialmente per una com-binaguai come Wadjda, ma la bambina non demorde. É determinata a combat-tere per i suoi sogni.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 25 novembre 2012 • 15

Striscia di Gaza

Uniti da un filoNella Striscia di Gaza la vitacontinua, nella paura, anchenella piccola comunitàcristiana, 2.500 fedeli, 200dei quali cattolici dellaparrocchia latina. Il parroco,padre Jorge Hernandez, chesi trovava in Argentina permotivi familiari, è tornatodai suoi parrocchiani pernon lasciarli soli un giornoin più, riferisce il Patriarcatolatino di Gerusalemme, chepubblica la testimonianza diun collaboratore del parroco,padre Pablo De Santo,dell’Istituto Verbo Incarnato. «Le suore hanno iniziatol’apostolato delle chiamate:hanno cercato di raggiungeretelefonicamente iparrocchiani per chiedereloro come stavano e seavevano bisogno di qualcosa,mettendosi a lorodisposizione. La maggiorparte delle persone si trova incasa e cerca di uscire il menopossibile. Quelli con cuiabbiamo parlato sono moltospaventati e non riescono adormire la notte. Lo scorso18 novembre ho potutocelebrare la Messa, allapresenza delle suore e diquattro parrocchiani, nostrivicini di casa. Abbiamopregato e preghiamo per lapace e la giustizia.Nell’omelia, ho ricordato leparole di San Paolo: “Chipotrà separarci dall’amore diCristo? Forse la tribolazione,l’angoscia, la persecuzione, lafame, la nudità, il pericolo, laspada. In tutto questo noisiamo più che vincitori invirtù di colui che ci haamati”. E io ho detto che nondobbiamo dimenticare laforza della preghiera checambia i cuori e puòcambiare gli eventi delmondo. Alla fine abbiamoringraziato Dio per il ritornodi padre Jorge Hernandez, ilparroco di Gaza, che era inArgentina per motivifamiliari; ha avuto unoscambio con mons. WilliamShomali, vescovo ausiliare diGerusalemme che si è dettomolto preoccupato per lasituazione e gli ha assicuratodi portare tutti nella suapreghiera”. La testimonianzasi chiude con le parole delVangelo di Giovanni: “Nelmondo avrete tribolazioni,ma abbiate coraggio: io hovinto il mondo”.

25 novembre: Domenica XXXIV del Tempo Ordinario

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.

Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

CINESEGNALAZIONIRECENSIONI

Le confessioni di Geremia

Meditazioni sui brani del libro biblico diGeremia che compongono il “diario intimo” delprofeta più singolare della Bibbia: individualista,incerto di fronte alla sua missione, desideroso diessere un uomo come tutti gli altri. Tra tutti i pro-feti dell’Antico Testamento, la figura di Geremia èsenz’altro la più singolare e, al tempo stesso, la piùvicina alla passione redentrice di Gesù. La più sin-golare perché, a differenza degli altri profeti, in luitraspare un forte individualismo e un’enorme di-stanza tra la persona, piccola, timida, incerta, e lamissione a cui è chiamato, assolutamente imparialle sue forze.

Tutto questo traspare chiaramente nelle“Confessioni” del profeta, cinque brani posti all’in-terno dei capitoli 11-20 del libro biblico, su cui l’au-tore propone alcune interessanti meditazioni.Questi brani, scrive l’autore nella prefazione, “so-no come il diario intimo della sua vocazione, dellesue lotte con il Signore che lo chiama, delle sue cri-si, della sua voglia di piantare lì tutto ed essere unuomo come gli altri”.

Quello di Barbiero è un testo di alta divulgazio-ne biblica: la traduzione dei brani, situati nel lorocontesto canonico, è fatta in modo originale e si di-scosta in diverse parti dalla nuova traduzione Cei,preoccupandosi di cogliere il senso letterale e disciogliere la forte complessità del libro geremiani-co. Ma la forza delle meditazioni di Barbiero è cheesse coniugano l’esigenza accademica a quella spi-rituale, e colgono nella vicenda di Geremia la sto-ria vocazionale di ogni credente. Come il profeta diAnanot, anche il cristiano è un chiamato: e ognichiamata determina, prima o poi, dei momenti dicrisi e di dubbio.Gianni BarbieroLe confessioni di Geremia. Storia di una vocazione profeticaEdizioni Paoline 2012 176 pagine – 17,00 euro

Lettera (Giovanni 18, 33-37): “Pilatoallora rientrò nel pretorio, fece chiama-re Gesù e gli disse: “Sei tu il re deiGiudei?”. Gesù rispose: “Dici questo date, oppure altri ti hanno parlato di me?”.Pilato disse: “Sono forse io Giudeo? Latua gente e i capi dei sacerdoti ti hannoconsegnato a me. Che cosa hai fatto?”.Rispose Gesù: “Il mio regno non è diquesto mondo; se il mio regno fosse diquesto mondo, i miei servitori avrebbe-ro combattuto perché non fossi conse-gnato ai Giudei; ma il mio regno non èdi quaggiù”. Allora Pilato disse:“Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tulo dici: io sono re. Per questo io sono na-to e per questo sono venuto nel mondo:per dare testimonianza alla verità.Chiunque è dalla verità, ascolta la miavoce”.

Allegoria: il brano evangelico noncontiene nessuna allegoria.

Morale: la morale cristiana non è uncomplesso di leggi emanate chissà dachi, per raggiungere chissà quale scopo,magari oppressivo e sadico. La moralecristiana non suppone neanche delleleggi, ma è tutta fondata sull’amore ver-

so una Persona che è padre, creatore, re-dentore degli uomini; Padre divenutoFratello incarnandosi – tramite la divi-na persona del Figlio – per darci unesempio di come si vive da uomini au-tentici, amando Dio e il prossimo. Chiama non ha bisogno di leggi scritte, co-me ripete abbondantemente san Paolo.Anche in questo senso, Gesù non è re diquesto mondo, cioè alla maniera dei redi questo mondo, i quali impongono laloro volontà e dominano e opprimono isudditi. Il regno di Gesù è il regno dell’a-more e della verità. Sembra campata inaria l’espressione “per questo sono ve-nuto nel mondo, per rendere testimo-nianza alla verità”. Gesù, cioè, è venutonel mondo per far conoscere agli uomi-ni ciò che è veramente bene e ciò che èveramente male, e per farci conoscere irapporti “veri” stabiliti dal Creatore traLui e noi, tra noi e noi, e tra noi e l’uni-verso. Immorale, infatti, è solo ciò checontraddice o falsa questi rapporti pre-stabiliti con l’atto della creazione.Anche per questo, il Re-Gesù non ha bi-sogno di soldati che lo difendano, poi-ché “chiunque è dalla verità, ascolta la

mia voce”, e chi non è dalla verità nonl’ascolterà mai. Non è la verità che ha bi-sogno di essere “difesa”, ma la menzo-gna. La verità va solo cercata e seguita,perché essa si presenta evidente a chivuole conoscerla, e si impone con la sualuce. L’evangelista Giovanni ci mostra iGiudei refrattari a conoscere la veritàdel Cristo, Pilato come nebulosamenteinteressato a conoscere “cos’è la verità”,e infine Gesù che – secondo la classica“ironia giovannea” - evidenzia la sua re-galità sedendo coronato – benché di spi-ne – davanti al popolo che si autocon-danna, e che induce Pilato a scriveresulla croce in varie lingue “Gesù Re deiGiudei”, e ciò indelebilmente: “ciò cheho scritto ho scritto”.

Anagogia: l’”anagogia” o elevazionedi Cristo in Croce gli permise di richia-mare a sé tutto il mondo creato, gli ot-tenne l’eredità dal Padre che gli diedeogni potere in cielo e in terra, e segnòper sempre l’anagogia o elevazione allasopranatura di tutti gli uomini di buonavolontà.

Fiorenzo Mastroianni ofm Cappuccino

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Nuova Stagione16 • 25 novembre 2012

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXVI • Numero 42 • 25 novembre 2012

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