VITA DIOCESANA «Impariamo a leggere Cristo nei volti ...

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N. 40 • 18 novembre 2018 • 1,00 Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli L’incontra tra San Nunzio Sulprizio e San Gaetano Errico 4 Iniziano i laboratori formativi alla Facoltà Teologica 6 A San Pietro a Patierno dibattito sull’eutanasia 10 Immigrazione: un seminario di Ac a Roma 11 La XVIII edizione del Premio internazionale «Padre Pio» 12 Mons. Pizzaballa all’Arciconfraternita dei Pellegrini 15 Il progetto del Forum delle Associazioni Familiari 4 ATTUALITÀ ECCLESIALE In Duomo celebrazione per l’85°anniversario del genocidio ucraino 8 e 9 SPECIALE XXX anniversario della morte di don Agostino Cozzolino 2 VITA DIOCESANA Inaugurazione dell’Anno accademico alla Facoltà Teologica 11 PRIMO PIANO «Impariamo a leggere Cristo nei volti sofferenti» @ Crescenzio Card. Sepe a pagina 3 Rosanna Borzillo Antonio Boccellino Antonio Botta Marta Cantelli Angelo Cirasa Monica Citarella Laura Cordella Francesco Del Pizzo Mario Di Costanzo Michele Di Matteo Marianna Morante Antonio Salvatore Paone Mariangela Tassielli Giampiero Tavolaro Luigi Verolino Gli interventi Donare la vita agli altri, al povero, al bisognoso, all’ammalato: questo è il vero cristianesimo, questo significa essere discepoli di Cristo. E un esempio di questa offerta è San Giovanni Paolo II, il quale pensava, diceva e faceva ogni cosa per amore di Cristo e della Chiesa e, anche da ammalato e ospedalizzato, quando non riusciva a parlare o a muoversi, predicava il vangelo della sofferenza, come quell’abbraccio stretto alla croce durante l’ultima sua Via Crucis che, al Colosseo, fu presie- duta dal Cardinale Ratzinger, quasi un’immedesimazione nella sofferenza del Cristo.

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N. 40 • 18 novembre 2018 • € 1,00

Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

L’incontra tra San Nunzio Sulprizio e San Gaetano Errico 4

Iniziano i laboratori formativi alla Facoltà Teologica 6

A San Pietro a Patierno dibattito sull’eutanasia 10

Immigrazione: un seminario di Ac a Roma 11

La XVIII edizione del Premio internazionale «Padre Pio» 12

Mons. Pizzaballa all’Arciconfraternita dei Pellegrini 15

Il progetto del Forum

delle Associazioni Familiari

4

ATTUALITÀ ECCLESIALE

In Duomo celebrazioneper l’85°anniversario del genocidio ucraino

8 e 9

SPECIALE

XXX anniversariodella morte

di don Agostino Cozzolino

2

VITA DIOCESANA

Inaugurazionedell’Anno accademicoalla Facoltà Teologica

11

PRIMO PIANO

«Impariamo a leggereCristo nei volti sofferenti»@ Crescenzio Card. Sepe

a pagina 3

Rosanna Borzillo • Antonio Boccellino

Antonio Botta • Marta Cantelli

Angelo Cirasa • Monica Citarella

Laura Cordella • Francesco Del Pizzo

Mario Di Costanzo • Michele Di Matteo

Marianna Morante • Antonio Salvatore Paone

Mariangela Tassielli • Giampiero Tavolaro

Luigi Verolino

Gli interventi

Donare la vita agli altri, al povero, al bisognoso, all’ammalato: questo è il vero cristianesimo,questo significa essere discepoli di Cristo. E un esempio di questa offerta è San Giovanni Paolo II,il quale pensava, diceva e faceva ogni cosa per amore di Cristo e della Chiesa e, anche da ammalatoe ospedalizzato, quando non riusciva a parlare o a muoversi, predicava il vangelo della sofferenza,come quell’abbraccio stretto alla croce durante l’ultima sua Via Crucis che, al Colosseo, fu presie-duta dal Cardinale Ratzinger, quasi un’immedesimazione nella sofferenza del Cristo.

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 18 novembre 2018

Il dono della vita: padreVincenzo Pezzimenti sj ha compiuto 100 anniMartedì 6 novembre padreVincenzo Pezzimenti sj hacompiuto i suoi primi 100 annidi vita. Al primo piano dellacasa dei Padri Gesuiti di via S.Sebastiano, in una cappellinasemplice e raccolta, alle 12,15egli ha concelebrato con p.Claudio Barretta sj la S. Messaper ringraziare il Signore per ildono “della vita”, conl’emozionata partecipazione deipresenti. Molto commoventi leparole di p. Vincenzo all’omelia.Brevi, semplici, ma moltotoccanti quelle rivolte inpreghiera alla Madre Celeste, acui ha elevato la sua lode e lacui presenza viva e concreta egliha sentito e sente sempre comeguida di ogni attimo della suavita, non solo nei momenti didifficoltà, ma anche in quelli diletizia e di gioia. I presenti nelcorso della preghiera dei fedeli,in maniera spontanea, hannofatto cenno delle proprieesperienze vissute accanto a p.Pezzimenti: negli innumerevolicorsi di esercizi ignaziani, neicampi scuola, o come assistentespirituale della Comunità di VitaCristiana. Alcuni hannoricordato il suo incarico diPreside del Pontano e quelli, diemanazione pontificia, chehanno portato p. Vincenzo inmissione veramente in tutto ilmondo. Vero maestro di vita èstato indicato da p. Barretta sj,per la sua apertura nei confrontidell’altro, che non fa pesare lasua grande cultura, per la suaaffabilità, per il senso dell’ironia,per la battuta di spirito semprepronta. Maestro di vita, propriocome quando, nell’ottobre 2015,per le sue qualità, fu intervistatonella rubrica del Mattino diNapoli intitolata “Maestri divita”, che gli dedicò un’interapagina.

La CVX di Napoli

La Serva di DioEnrichettaBeltrame

QuattrocchiUna infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana verso la Canonizzazione

Sabato 27 ottobre alle ore 11 nel Duomo di Napoli alla pre-senza del Cardinale Crescenzio Sepe si è svolta la solenne ce-rimonia di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, virtù,fama di santità e segni della Serva di Dio, Enrichetta BeltrameQuattrocchi. Tele evento ha visto un grande pubblico accorsoper l’occasione e sull’Altare tra i posti riservati alle autorità erapresente una folta rappresentanza delle InfermiereVolontarie della Croce Rossa Italiana presieduta da AnnaCostabile, Ispettrice Provinciale di Napoli. La Serva di DioEnrichetta, laica consacrata è stata, come bene ha scritto laMadre Anna Maria Cànopi nel retro dell’immaginetta conte-nente la preghiera per la Glorificazione: «una testimone umi-le e ardente di fede e di amore; un forte richiamo a vivere nelquotidiano i valori dello spirito con cuore dilatato, nella con-tinua ricerca di Dio e nella sollecita attenzione di carità versotutti gli uomini». Nella sua vita è stata anche un’infermieraVolontaria della Croce Rossa Italiana, dedicando tempo e ri-sorse al prossimo nel rispetto dei sette principi umanitari cheanimano lo spirito del Corpo. Non a caso il Cardinale Sepe hasottolineato che nella Chiesa il cammino di santità non hatempi, ma è un continuum come un fiume, e che la santità sivive attraverso l’amore per gli altri. Tutti hanno la responsa-bilità di accogliere la Parola e la volontà di Dio testimonian-dola al mondo nonostante le difficoltà. È necessario andarecontrocorrente. Il Vangelo di San Giovanni (cap. 15, 9-17) scelto per il Rito

di chiusura del Processo diocesano, sottolineava il concetto disantità, cioè di rimanere in Cristo, di vivere di questo amore edi donarsi agli altri giorno dopo giorno con un impegno diamore che va incanalato passo dopo passo. Il Postulatore del-la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva diDio Enrichetta, P. Massimiliano Noviello OFM Cap ha presen-tato i tratti salienti della vita e della spiritualità di questa pa-gina di Vangelo vissuto. Egli ha avuto l’incarico di portare uf-ficialmente alla Congregazione delle Cause dei Santi tutta ladocumentazione contenuta nelle casse chiuse e sigillate conla cera lacca dal Cardinale Sepe durante il Rito per continuarepoi la fase successiva, ossia la Fase Romana. La fama di san-tità di questa donna autentica e adulta nei valori evangelici vaaumentando di giorno in giorno. A prova di ciò è anche il sitoche gli studenti del Liceo Albertini di Nola hanno realizzato,mostrando tanto interesse e voglia di imitare e diffondere labellezza di una cristiana vera: www.enrichettamestolinodi-dio.it. Numerose sono le testimonianze. La Serva di DioEnrichetta Beltrame si è tanto attivata nella Croce RossaItaliana. Ha speso tutta la sua vita nell’educazione e nell’amo-re diventando per i giovani e per tutti un esempio di una san-tità nell’ordinario perché «la buona farina diventa macina perla mente». Sul web vengono ripercorse la vita, le opere, l’im-pegno della Serva di Dio in modo da offrire una aiuto, un ac-compagnamento in un tempo in cui i valori vengono sempremeno compresi e vissuti. Ella, disponibile a offrire a Dio tuttala sua vita, ha sempre orientato le sue scelte all’offerta di sé; lasua dedizione alle opere di misericordia corporali e spiritualinascevano dall’esempio ricevuto dai genitori. Quella dellaServa di Dio era una fede che si manifestava visibilmente.Veramente la nascita della Serva di Dio Enrichetta come ebbea scrivere Don Sabino Palumbieri: «è stata un’esplosione di vi-ta, la sua esistenza un tessuto di grazia, la sua dipartita un’of-ferta silenziosa». In onore di questa autentica Testimone delVangelo di Cristo vissuto nella ferialità della vita è stato ancheorganizzato dai giovani della scuola dell’Istituto LicealeStatale Albertini di Nola con la preside Amelia La Rocca, a cuiva un grande ringraziamento, domenica 28 ottobre 2018 alleore 17.00, un bellissimo concerto di musica classica presso leBasiliche Paleocristiane a Cimitile – Nola.

Laura Cordella

A Ponticelli, Convegno su don Agostino Cozzolino

Un sorriso che convertiva

Il 2 novembre 1988, in una fredda e ventosa serata, concludeva la suagiornata terrena don Agostino Cozzolino, parroco di Santa Maria dellaNeve a Ponticelli. Rendeva l’anima a Dio dall’angusta e povera casa canoni-ca, situata sopra quello che era stato il suo ufficio. Oggi, don Agostino èServo di Dio, e, per ricordare il trentennale della sua dipartita, la postula-zione della causa di beatificazione e canonizzazione ha organizzato unadue giorni: la sera del 3 novembre, il Cardinale Crescenzio Sepe ha presie-duto, nella Basilica della Madonna della Neve, una solenne CelebrazioneEucaristica, che ha visto la partecipazione di alcuni sacerdoti del quartieree di numerosi fedeli, nonché dei familiari del Servo di Dio. Nel corso dell’o-melia, l’Arcivescovo ha offerto a un’assemblea attenta e commossa un toc-cante ricordo di don Agostino, soffermandosi soprattutto sui lunghi annidel ministero del Servo di Dio a Ponticelli. La sera successiva, domenica 4novembre, un Convegno ha ricordato il profilo del sacerdote e del parroco,che, convinto sostenitore delle istanze del Concilio Vaticano II, visse il suoservizio pastorale nel costante sforzo di mettere il popolo di Dio al centrodella vita ecclesiale e a dare sempre maggiore fiducia ai fedeli laici. IlConvegno è stato presieduto da S.E. Mons. Salvatore Angerami, mentre lamemoria di don Agostino è stata affidata allo scrivente e a fra’ AgostinoEsposito. Entrambi gli appuntamenti sono stati molto partecipati; tantis-simi tra i presenti avevano conosciuto da vicino il Servo di Dio. In molti diessi infatti, che furono “i giovani della parrocchia” al tempo di donAgostino, ritrovatisi numerosi per l’occasione, è sembrato riaccendersi ildesiderio di riprendere parte più attivamente alla vita parrocchiale.Il sottoscritto e fra’ Agostino abbiamo accettato non senza emozione in-

teriore l’invito rivoltoci a suo tempo dalla postulazione, a ricordare, nell’an-niversario della nascita al cielo, un padre speciale che fu il nostro parrocofino a trent’anni or sono. Assieme a lui infatti abbiamo lavorato con serenitàed entusiasmo, gomito a gomito, a partire dal lontano 1975; apparteneva-mo appunto a quella “ultima generazione di giovani”, citata nel suo testa-mento, che rappresenta forse lo scritto migliore per tentare di comprenderela personalità e la spiritualità del Servo di Dio. Ecco qualche estratto del te-stamento spirituale, datato ottobre 1988:

“Sono contento della vita trascorsa. Lo spirito di fede crescente l’ha carat-terizzata, donandomi serenità e pace interiore. Ho alimentato continuamentecon la preghiera la mia esperienza spirituale. Ciò ha permesso di tenere “su” iltono del contatto con Dio. Ho avuto e coltivato la retta intenzione, cercandoin tutto la volontà di Dio e non in me stesso. Questo mi ha aiutato a viverenell’umiltà e nel servizio ai fratelli. Ho amato la mia vita sacerdotale e sonoandato là dove l’obbedienza mi mandava. Da questo atteggiamento è derivatafiducia e forza anche nelle difficoltà. Ho espresso il mio amore verso i fratellidi cui il Signore mi ha fatto guida e pastore con la dedizione completa, non ri-sparmiandomi per il loro bene. Ho amato lo stile della povertà per seguire piùda vicino Cristo povero, per testimoniare i beni futuri. Mi sono accontentatodello stretto necessario, perché i soldi risparmiati diventassero pane per i fra-telli bisognosi. Mi sono sentito profondamente legato alla comunità parroc-chiale nella quale ho speso la maggior parte del mio ministero pastorale. Hodato e ho ricevuto tanto. Ho amato alla mia maniera e sono stato ricambiatoal centuplo. Le premure usatemi nella mia malattia ne sono la prova.Dall’ultima generazione di giovani ho avuto moltissimo. Con loro ho recupe-rato, in una maniera molto bella, la mia specifica missione di educatore nellafede e di padre spirituale. I collaboratori pastorali mi hanno dato gioia con laloro fiducia, costanza, spirito di sacrificio, affetto.Dunque, siamo al cospetto di una guida sicura, che ha saputo mostrare

in ogni incarico ricevuto la buona stoffa di prete, specialmente nell’impe-gnarsi, non senza difficoltà, a rendere la parrocchia di Ponticelli una comu-nione di comunità, una grande famiglia. Prima di concludere, vorrei ricor-dare ciò che di lui rimane vivissimo in me e in tanti altri: l’amico, che sapevaesserti vicino, immedesimandosi nella situazione che in quel momento tifaceva soffrire; il padre, che, dimentico di ogni cosa, sapeva “perdere tem-po” insieme a te, per aiutarti a districare la matassa talvolta aggrovigliatadella vita, magari semplicemente con un sorriso e una parola; il fratello, ca-pace di farsi tutt’uno con te e che soffriva se, in un momento di difficoltà,non gli aprivi il cuore. P. Agostino aveva una straordinaria - direi sopranna-turale - capacità di ascoltare, comprendere e consigliare, che gli veniva dal-l’intenso e continuo esercizio della preghiera e della contemplazione. Nelledue serate che la comunità di Ponticelli ha vissuto, son sembrate riecheg-giare le sue parole testamentarie: “Alla comunità parrocchiale che ho servitoper tanti anni con lo stile del dono che esprimeva il mio amore, dico: avantiverso la comunione piena! E arrivederci tutti nella casa del Padre!”Allora, sì! Arrivederci alla comunione definitiva con il Padre e il Figlio e

lo Spirito, stretti alla Mamma Celeste, la Madonna della Neve!Luigi Verolino

Università Federico II di Napoli

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 18 novembre 2018 • 3

Il Cardinale Crescenzio Sepe nella parrocchia di San Gioacchino in via Orazio, affidata alla cura pastoraledei Missionari vincenziani, accolto dal parroco Padre Salvatore Farì, ha inaugurato l’opera segno

“Casa di Efeso” che darà ospitalità ai familiari dei bambini degenti presso il reparto di oncologia pediatricadel Pausilipon. Presente il Direttore generale dell’azienda ospedaliera Annamaria Minicucci

«Impariamo a leggere Cristo nei volti sofferenti»

@ Crescenzio Card. Sepe *

Cari amici, fratelli e sorelle, è una ve-ra gioia, dopo qualche anno, celebrarel’Eucaristia per voi e con voi. La domeni-ca, giorno del Signore, giorno del cristia-no, giorno della risurrezione, ci riunia-mo nel nome di Cristo per esprimere gra-titudine al Dio che ci ha dato la vita nellaredenzione di Cristo, suo figlio, in forzadello Spirito che invade i nostri cuori.Contenti, felici perché ci sentiamo tuttiuna sola famiglia, popolo di Dio, regnodi sacerdoti, coloro che nell’amore vi-cendevole e fraterno esprimono la bel-lezza e la grandezza della fede. E allora,oltre al saluto caro e fraterno al parroco,padre Salvatore Farì, e al suo vicario par-rocchiale, un caro abbraccio a padreFilippo Grillo, mio padre spirituale.Saluto anche la mamma del caro padreSalvatore e la dottoressa AnnamariaMinicucci, Direttrice generale delSantobono Pausilipon ed anche la sena-trice Teresa Armato.Sentiamoci fraternamente uniti nel

nome di Cristo, venuto a portarci la gioiae la felicità. Nel Vangelo abbiamo vistocome l’uomo, che pur dice di credere, sirapporta a Dio, esprimendo come vuolela sua relazione con il Signore. Gli scribi,pieni di sé, fanno sfoggio delle loro ric-chezze, abituati ad occupare sempre iprimi posti e ad essere riveriti, offrono ilsuperfluo a Dio. Invece una povera vec-chietta, curva e umile, ripone due spic-cioli nel tesoro del tempio e Gesù inter-roga i discepoli su chi ha dato di più aDio.Questa donna non ha paura della sua

povertà, non ha paura di farsi vedere in-digente, povera e bisognosa, e dona sestessa al Signore. La dice che da’ quantoera necessario al suo sostentamento, l’o-riginale afferma, invece, che da’ tutta lasua vita. Riconosciamo Dio veramentecome nostro Signore, come colui che ciama e ci ha amati da sempre, non solonel momento in cui ci ha dato l’esistenzama in ogni istante della nostra vita,quando, come questa vedova, siamo ca-

Santo, ha dato alla Chiesa e continua adare ad ognuno di noi, nel volto nuovodella santità che è amore a Dio. Ricordoquando, soprattutto negli ultimi tempi,inginocchiato davanti al SantissimoSacramento nella sua cappella privata,prima di andare a pranzo e a cena, anchefisicamente, sembrava quasi che si but-tasse nell’oceano di amore per Dio, tantoda esprimere con dei gemiti la sua unio-ne con il Signore.Quanta carità, quanta amorevolezza,

quanto ha voluto bene ai giovani, alle fa-miglie, agli anziani. Tutto ha abbraccia-to nel suo pontificato, ogni uomo, per-ché l’amore di Dio è vero quando s’incar-na nell’amore per il prossimo, quandodiventa realtà viva, effettuale, concreta,non parole, come quelle degli scribi, maazione che esprime. Impariamo a legge-re Cristo nei volti sofferenti. Ecco perchépadre Salvatore ha voluto la “Casa diEfeso”, un segno molto bello e significa-tivo per chi è accanto a chi soffre.Normalmente, e giustamente, si pensaalla sofferenza dei bambini e noi, spesso,facciamo qualcosa per loro. Ma, il piùdelle volte non si pensa a dare ai genitorie a quanti sono accanto a questi bambinila possibilità di un’accoglienza familia-re. In questa casa essi trovano un am-biente in cui poter stare un po’ più tran-quilli. Opera di carità autentica, segnodella carità di Cristo, “Casa di Efeso” èfatta per accogliere chi, nella sua vita, haaccolto la sofferenza: nella misura in cuiaccogliamo gli altri Dio accoglierà noi,nella misura in cui noi sapremo donarciagli altri, Dio donerà a noi.È questo anche l’augurio e l’esorta-

zione più bella che, come vostroVescovo, mi sento di fare in questa do-menica: amatevi, amate tutti, soprattut-to i più poveri, gli infelici, gli emarginati,gli scartati, i lontani, e questo vostroamore si trasformerà in gioia qui sullaterra e domani anche in cielo. Dio vi be-nedica e ‘a Madonna v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

paci di dare tutta la nostra vita. E Dio ci ac-coglierà come padre, nella sua eternità, perfarci godere con Lui la gioia e la felicità eter-na.Non possiamo rispondere a tanto amore

con un atto solo formale, esterno, comequello dello scriba, siamo chiamati a donareil nostro cuore, la nostra vita. È questa l’es-senza della fede cristiana, dell’essere disce-poli del Signore: io sono discepolo di Cristo,appartengo a Cristo perché sono unito a Luinell’amore; non c’è altra appartenenza, nonc’è altro titolo, non c’è altra ricchezza, l’uni-ca cosa che ci unisce a Dio, a Cristo e allaChiesa è l’amore. Siamo chiamati ad amareDio con un cuore puro, vero e sincero, chia-mati a donare qualcosa della vita che abbia-mo ricevuto a chi ha più bisogno, evitandodi chiuderci in noi stessi, pensando di esserefelice per i nostri successi, le tante ricchezze,

la gloria e la fama che siamo riusciti a gua-dagnarci e che invece, non danno la veragioia e la vera felicità.Donare la vita agli altri, al povero, al bi-

sognoso, all’ammalato: questo è il vero cri-stianesimo, questo significa essere discepolidi Cristo. E un esempio di questa offerta èSan Giovanni Paolo II, il quale pensava, di-ceva e faceva ogni cosa per amore di Cristo edella Chiesa e, anche da ammalato e ospeda-lizzato, quando non riusciva a parlare o amuoversi, predicava il vangelo della soffe-renza, come quell’abbraccio stretto alla cro-ce durante l’ultima sua Via Crucis che, alColosseo, fu presieduta dal CardinaleRatzinger, quasi un’immedesimazione nellasofferenza del Cristo.Giustamente il parroco, padre Salvatore,

ha voluto queste reliquie perché facciamomemoria di quanto questo Papa, questo

Aria di carità e di amore al prossimoL’Arcivescovo ha donato alla comunità parrocchiale una preziosa reliquia di San Giovanni Paolo II

Domenica 11 novembre, un giorno all’insegna dellacarità per tanti fedeli che, nel nome del sentimento dibene puro e disinteressato, si sono riuniti per l’inaugu-razione di un nuovo nido d’amore: la “Casa di Efeso”.Ad accogliere i fedeli è stata la Parrocchia SanGioacchino situata in via Orazio, una delle strade convista panoramica più belle della città. Veri protagonisti della giornata i parrocchiani che

hanno reso possibile la realizzazione dell’intero pro-getto, più volte ringraziati da un ospite speciale che hapresieduto la celebrazione eucaristica: l’Arcivescovo diNapoli, il Cardinale Crescenzio Sepe.Ricordando il messaggio di Papa Giovanni Paolo II,

il Cardinale ha aperto la celebrazione sottolineandol’importanza che il sentimento di carità riveste nella vi-ta di ogni fedele, sentimento attraverso il quale «pos-siamo davvero amare il prossimo come Dio ama tuttinoi». La “Casa di Efeso” rappresenta proprio l’opera se-

gno dell’amore fraterno tra gli uomini in quanto nascecon il fine di accogliere e dare sollievo a tante persone

che soffrono ogni giorno per il dolore che portano consé, come i familiari dei bambini ammalati degenti pres-so i reparti di oncologia pediatrica dell’OspedalePausilipon di Napoli.Ruolo fondamentale nella realizzazione di questo

progetto è stato rivestito dalla dottoressa Anna MariaMinicucci, Direttrice generale del complesso ospeda-liero Santobono-Pausilipon, presente anche alla messae più volte ringraziata dal Cardinale. Anche il Vangelo del giorno ha approfondito e riba-

dito il valore della carità, raccontando la storia di unadonna che, pur essendo povera, dona tutto ciò che pos-siede in offerta a chi ne ha più bisogno e, attraversoquesto atto di donazione, dà tutta se stessa al Signore.Da qui è nata la domanda che il Cardinale Sepe ha ri-volto a tutti i fedeli per invitarli a riflettere: «Do mai unpo’ di me stesso agli altri, ai più bisognosi?».L’amore dei fedeli per Dio, ribadisce il Cardinale, è

vero solo quando «si incarna concretamente nell’a-more per il prossimo», messaggio di cui papaGiovanni Paolo II è stato portavoce e modello esem-

plare durante tutta la sua vita e che non va dimentica-to, soprattutto in un’epoca in cui sono sempre più nu-merose le persone che hanno bisogno di un aiuto sin-cero e disinteressato. I parrocchiani della chiesa SanGioacchino sono stati un vero esempio di questo mes-saggio ed è proprio per questo che domenica in par-rocchia si respirava “aria di carità”, un clima serenoin cui al panorama mozzafiato del luogo, si aggiunge-va quello interiore di ogni fedele, ricco di amore e fra-tellanza.Dopo aver benedetto la nuova struttura, il Cardinale

ha lasciato un piccolo dono dal grande valore alla par-rocchia: una reliquia del Santo Papa Giovanni Paolo II,che verrà d’ora in poi custodita come simbolo del mes-saggio religioso che si concretizza e prende forma. È terminata così una giornata all’insegna della col-

laborazione e dell’ottimismo che l’Arcivescovo conclu-de con un appello a tutti i fedeli: «Amatevi, amate i piùinfelici, i più deboli sulla Terra, perché un giorno il vo-stro amore sarà riconosciuto e ammirato da Dio».

Marta Cantelli

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 18 novembre 2018

Basilica SantuarioIncoronata Madre delBuon Consiglio aCapodimonte

SerataMarianaOgni giorno 25 del mese, nella

Basilica Santuario

dell’Incoronata Madre del Buon

Consiglio a Capodimonte si

svolge la “Serata Mariana”.

Prossimo appuntamento:

domenica 25 novembre.

Ore 19.45, Santo Rosario

Ore 20.30, Santa Messa

Ore 21.30, Adorazione

eucaristica

Ore 22.00 Benedizione.

Per tutta la serata saranno a

disposizione diversi sacerdoti

per le confessioni.

* * *

MovimentoDives inMisericordiaDomenica 25 novembre,

appuntamento mensile con il

Movimento “Dives in

Misericordia”, presso la chiesa

di Nostra Signora di Lourdes a

Calata Capodichino.

A partire dalle ore 17.30,

accoglienza dei Gruppi.

Ore 17.45 – Coroncina alla

Divina Misericordia.

Ore 18 – Santo Rosario

Ore 18.30 – Solenne

Celebrazione Eucaristica in

onore di Gesù Misericordioso,

presieduta da mons. Raffaele

Ponte, Vicario Episcopale del

Settore Affari Economici della

Diocesi di Napoli. Concelebra

don Giuseppe Cesarino, parroco.

Accompagna la celebrazione la

“Corale della Nuova Aurora”, del

Movimento “Dives in

Misericordia”.

* * *

GuidaLiturgicoPastorale2018-2019È disponibile, presso le seguenti

librerie cattoliche, la Guida

Liturgico-Pastorale 2018-2019:

Paoline, via Duomo, Elledici,

via Duomo

Paoline, Colli Aminei

Anche a Napoli il progetto condotto dal Forum nazionale delle Associazioni Familiari e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio

Generare futuro: una speranzaper i giovani in cerca di lavoroGiovani e lavoro a Napoli. Spesso a tenerli

separati è la mancata consapevolezza dei pro-pri ‘talenti’, evangelicamente intesi, e la scar-sità di strumenti per orientarsi nel mondo dellavoro. Proprio a colmare questo gap è volto il seg-

mento napoletano delle attività del progetto“Generare futuro” condotto dal ForumProvinciale di Napoli delle AssociazioniFamiliari in collaborazione con la Curia. Ilprogetto - che si svolge parallelamente in diecicittà italiane, grazie al Forum Nazionale delleAssociazioni Familiari con partner le ACLI,ed è sostenuto dalla Presidenza del Consiglio- mira a coinvolgere giovani disoccupati tra i18 e i 35 anni, studenti dell’ultimo anno degliistituti tecnici e professionali e donne. Si intuisce subito quale sia l’iniezione di

speranza in una città come Napoli dove il tas-so di disoccupazione è cresciuto in un annodel 3.9% rispetto al 2016 (Istat, 2018). Il per-corso gratuito, offerto ai 400 destinatari delprogetto che chiederanno di iscriversi viamail all’indirizzo [email protected], si ar-ticolerà in sei laboratori. «Proporremo ai giovani possibilità reali di

lavoro soprattutto incontrando quelle arti na-poletane, come la pizza ma anche il cucito,l’arte presepiale, la liuteria, la sartoria di cuispesso si dimentica che sono vere eccellenzeitaliane e internazionali», spiega Maria PiaMauro, vicepresidente del Forum Provincialedelle Associazioni Familiari. L’auspicio è dicreare felici sinergie proiettate oltre la sca-denza del progetto, che tra l’altro vede coin-volti due prestigiosi istituti superiori comel’«Alfonso Casanova» e l’«Isabella d’EsteCaracciolo». Mentre continua l’ampliamento della rete

di partecipanti e stakeholder ad opera delleAssociazioni familiari del Forum Provinciale.

«Crediamo in questo progetto» - spiegaDaniela Russo, funzionaria delle AcliProvinciali di Napoli - «per la concretezzadell’offerta formativa ed esperienziale. Dasempre le Acli sono vicine al Forum nazionalee ne fanno parte; a maggior ragione sostengo-no il Forum di una Provincia in cui i servizi perla famiglia spesso sono insufficienti». “Generare futuro” è solo un esempio delle

azioni che l’associazionismo familiare puòmettere in campo per contribuire alla costru-zione del benessere di tutta la società attraver-so la valorizzazione della famiglia. «Mancano ancora politiche familiari orga-

niche» - continua Maria Pia Mauro - «E nonsolo a Napoli. Le associazioni del Forum,

braccia che quotidianamente e gratuitamentelavorano per la famiglia, sentono fortementel’esigenza di politiche familiari coerenti con ipropri valori, da realizzare anche attraverso ildialogo con le istituzioni e nella prospettiva diun’autentica promozione umana e sociale, inlinea con il magistero della Chiesa e in parti-colare con l’Enciclica di Benedetto XVICaritas in Veritate». Insomma se Napoli è «’na carta sporca» co-

me cantava Pino Daniele, c’è anche chi ognigiorno con questa “carta” si sporca le mani peril futuro dei suoi figli.

Monica CitarellaForum delle Associazioni Familiari

della Campania

San Nunzio Sulprizio e San Gaetano Errico

I Santi del Cuore di Gesùdi Antonio Salvatore Paone *

Nel cuore di Nunzio Sulprizio ardeva il fuoco dell’amore diCristo, egli si sentiva profondamente amato da Gesù e desideravadonarsi totalmente al suo Signore, voleva essere di Gesù e consa-crarsi a lui entrando a far parte di un ordine religioso. Nella suastanza Nunzio aveva una piccola immagine del Sacro Cuore di GesùBambino davanti alla quale trascorreva molto tempo in preghiera,più di una volta andò in estasi davanti a quella immagine che gli in-fiammava il cuore. Mentre nel castello del Maschio Angioino, nel cuore di Napoli, il

giovane Nunzio sognava la vita religiosa come intima unione colsuo Signore, a Secondigliano il sacerdote napoletano don GaetanoErrico stava lavorando alacremente alla fondazione di unaCongregazione religiosa che voleva intitolare ai sacri Cuori di Gesùe Maria. Il Colonnello Wochinger, che aveva a cuore la felicità diNunzio, fece in modo che i due si incontrassero. L’incontro avvennea Secondigliano presso la residenza del Reverendo Gaetano Erricoe fu un momento di vera intesa spirituale. La Signora Rosalia Errico, sorella del santo e testimone del pro-

cesso informativo tenutosi a Napoli per Nunzio Sulprizio, nella suadeposizione ebbe a dire : «Incontrai per la prima volta NunzioSulprizio allorché venne in visita a casa nostra per incontrare miofratello don Gaetano. Mi ricordo che il ragazzo arrivò in carrozzaaccompagnato da un uomo molto distinto credo che fosse un altoufficiale. I due provenivano probabilmente da Capua, entrarono incasa e si trattennero in colloquio con mio fratello per circa mezz’o-ra, poi uscirono si salutarono cordialmente ed andarono via. Soloallora notai che il ragazzo era zoppo e si appoggiava ad una gruccia.Quando i due andarono via, chiesi a mio fratello il motivo della vi-sita ed egli mi rispose che il giovane desiderava tanto consacrarsi alSignore ed entrare nella sua Congregazione religiosa. Allora mi ven-

ne da chiedere a mio fratello: “non vorrai mica cominciare la tuaopera con uno zoppo?”, ma egli mi rispose : quel giovane è un santoe più che un santo!».Col cuore pieno di speranza dopo il colloquio con don Gaetano,

Nunzio se ne ritornò al castello ed intraprese i preparativi necessarial suo ingresso nella Congregazione religiosa dei missionari deiSacri Cuori. Iniziò a studiare il latino ed i fondamenti della teologiacon l’aiuto dei buoni sacerdoti che frequentavano la casa del colon-nello Wochinger. Tuttavia la malattia che silenziosamente avanza-va, gli impedì la realizzazione del sogno perché prima che donGaetano Errico aprisse il noviziato della Congregazione religiosaegli si aggravò e morì.Dall’8 al 10 Novembre, per ricordare lo straordinario incontro

tra i due innamorati dei Sacri Cuori, c’è stata la peregrinatio dellastatua di San Nunzio Sulprizio, con la reliquia presso la ParrocchiaSacri Cuori di Giugliano, dove il padre generale il ReverendoSacerdote Salvatore Toscano, il parroco padre Felice Terracciano,il diacono fra Giuseppe Rinaldi ed un foltissimo numero di fedelidella parrocchia hanno accolto la statua ed hanno vissuto un tempointenso di preghiera. Nei giorni della peregrinatio una processione continua di fedeli

si è recata a pregare davanti al santo giovane che presso i padri deiSacri Cuori è considerato un membro della famiglia religiosa e peri fedeli è visto come uno di casa! Grande onore ha ricevuto san Nunzio anche in questa circostan-

za, facendosi ancora una volta notare per la semplicità della sua fi-gura e donando ancora il suo messaggio: «Gesù e Maria…Eucarestia e Rosario…sono gli strumenti indispensabili a chi vuolessere felice!».

* postulatore

Nuova Stagione 18 novembre 2018 • 5

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 18 novembre 2018

Esercizi spirituali per sacerdotiDa lunedì 19 a venerdì 23

novembre, presso la Casa deiPadri Carmelitani Scalzi a Mad-daloni, si terranno gli esercizispirituali per sacerdoti sultema: “Io verrò e lo curerò”. Lacura e la guarigione nella mis-sione di Gesù. Predicatore:padre Francesco Beneduce sj,Rettore del Seminario regionaledi Posillipo.Il corso va dal pranzo del

lunedì al pranzo del venerdì. Iluoghi si raggiungono con mez-zi propri. Per ulteriori informa-zioni e prenotazioni rivolgersi adon Aldo Giosuè Scatola.347.231.28.39 – 081.578.75.85 –g.scatola @chie sadinapoli.it

Vicariato per la Vita ConsacrataPontificia FacoltàTeologica dell’ItaliaMeridionaleSeminario interdisciplinare

sulla Vita Consacrata. Questi iprossimi incontri che avrannoluogo nella Sezione San Tom-maso d’Aquino della PontificiaFacoltà Teologica di Napoli esaranno condotti da alcuniesperti delle diverse tematicheproposte.Lunedì 19 novembre – La

Vita consacrata nel Codice diDiritto Canonico – Padre LuigiOrtaglio ofm, Docente di DirittoCanonico nella Facoltà Teologi-ca.Lunedì 17 dicembre – Con-

sacrazione e consacrazioni –Padre Edoardo Scognamiglioofm conv., Docente di Teologianella Facoltà Teologica.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 21novembre, a partire dalle ore16. Alle ore 17, celebrazionedella Santa Messa. I padri sonodisponibili ad accogliere i fedeliche desiderano ricevere il sacra-mento della Penitenza.

Associazione Figli in CieloSabato 1° dicembre, vigilia dell’i-nizio dell’Avvento le Comunitàdei “Figli in Cielo” della regioneCampania, accompagnate daipropri Assistenti Spirituali, siriuniranno a Napoli presso laBasilica Incoronata Madre delBuon Consiglio a Capodimonteper una giornata dedicata ad ap-profondire, alla luce del propriocarisma, il tema “IncontrareGesù Cristo Oggi”. L’incontroavrà inizio alle ore 9, con l’acco-glienza, alle ore 9.30 sarà cele-brata la Santa Messa a cui se-guirà il programma che prevedenel pomeriggio anche la visita fa-coltativa alle Catacombe di SanGennaro. Tale appuntamento èda considerarsi quale riunionemensile di dicembre che quindiavrà le connotazioni rituali nata-lizie. Per ulteriori informazionirivolgersi alla responsabile dellacomunità di Napoli, SilvanaSanfelice 081.66.44.37 –333.888.00.09 – [email protected]

APPUNTAMENTI

Alla Facoltà Teologica partono i laboratori formativi promossi dagli ufficidi Pastorale giovanile e di Pastorale scolastica della Diocesi

con la consulenza dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania

La scuola: luogo di accompagnamento alla vita

di Francesco Del Pizzo

A partire dai risultati del corso di formazio-ne “Abitare la vita quotidiana: per una pasto-rale giovanile e familiare dal volto umano”conclusosi lo scorso maggio, la sez. S.Tommaso d’Aquino della Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia meridionale ha ritenutoopportuno attivare, da ottobre a dicembre2018, un percorso strutturato secondo il meto-do dei laboratori formativi sul tema “scuolaluogo di vita e di accompagnamento delle nuo-ve generazioni”.I laboratori, organizzati con la consulenza

e la collaborazione dell’Ufficio ScolasticoRegionale per la Campania e degli uffici di pa-storale giovanile e di pastorale scolastica dellaDiocesi di Napoli, hanno come scopo l’ap-profondimento di diverse tematiche, che spa-ziano dal bene comune ai fenomeni di devian-za, dalla presenza sul web al bullismo e cyber-bullismo, dall’integrazione all’inclusione e almulticulturalismo fino alla riflessione sul sen-so dell’insegnamento della religione cattolicanella scuola con lo scopo di sottolineare la ne-cessità di un rinnovato patto educativo trascuola e famiglia. Nella lezione inaugurale, svoltasi il 30 otto-

bre il cardinale Sepe ha fatto pervenire il suosostegno e la sua benedizione, inviando un sa-luto articolato e intenso. Dopo i saluti di donFrancesco Rinaldi, direttore dell’UfficioScolastico diocesano, e di don PasqualeIncoronato, direttore dell’Ufficio diocesano diPastorale giovanile, moderati da AntonioAscione sono stati Marina De Blasio, in rap-presentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale,Lello Savonardo docente di comunicazione eculture giovanili della Federico II, CarmineMatarazzo direttore dell’Istituto di scienze pa-storali “Luigi Maria Pignatiello” della sez. S.Tommaso, a tratteggiare la fisionomia dell’in-tero percorso formativo.I temi fondamentali saranno, così, affron-

tati da sociologi, psicologi, pedagogisti, teolo-gi, filosofi, esperti del mondo della scuola ingenerale nel corso di sette laboratori: 1. Scuola,famiglia ed educazione. Modelli di attenzione edi cura alle relazioni e al Bene comune conMaria Luisa Iavarone e Pasquale Incoronato;2. Scuola, famiglia e nuovi linguaggi. Dall’usopositivo dei social network al cyberbullismo conMarina De Blasio e Francesco Del Pizzo; 3.Scuola e famiglia: quali strumenti per l’integra-zione e l’inclusione in un contesto multicultura-le con Annamaria Di Nocera e Toni Nocchetti;4. Devianze e fenomeni di abbandono ed evasio-ne scolastica: possibili strategie con FilomenaZamboli e Francesco Cananzi; 5. L’alternanzascuola – lavoro: esperienze, limiti, prospettive,proposte con Filippo Toriello; 6. Ripensare l’oradi religione? Confronto con alcune classi dell’ul-timo anno delle scuole secondarie di secondogrado con Carmine Esposito; 7. Tavola rotondaconclusiva preparata da tutti i partecipanti delcorso con la presentazione di quanto emersodurante i lavori e soprattutto dal confronto congli alunni.

L’ascolto dei giovani, inteso come ricezionedi indicazioni e proposte dal mondo giovanile,è di certo utile per una formulazione più coe-rente e più attuale del Messaggio cristiano chenell’insegnamento della religione cattolica e/odell’iniziazione trova una sintesi proprio nelcontatto e nella relazione costante con il mon-do familiare. Una riflessione che, nel mondo della scuola,

non può prescindere dalla qualità dell’insegna-mento e dalla qualità di docenti che sempre piùsi devono riscoprire come “accompagnatori”verso risposte di senso sui grandi temi della vi-ta e dell’attualità. Avendo in mente l’espressione di papa

Francesco pronunciata a conclusione delSinodo sui giovani e richiamata dallo stessoprof. Savonardo durante l’inaugurazione deilaboratori: “scusate se invece di aprirvi il cuorevi abbiamo riempito le orecchie”. Il corso rila-scia 3 CFU, i curatori scientifici sonoFrancesco Del Pizzo e Pasquale Incoronato, idirettori Antonio Ascione e Carmine Ma ta -razzo.

Lectura Patrum Neapolitana alla Casa del Volto Santo

Sant’Ambrogio, maestro di formazione spiritualeÈ iniziato, lo scorso 10 novembre al Tempio del Volto Santo, l’Anno

accademico delle lezioni della “Lectura Patrum Neapolitana”, l’inizia-tiva culturale religiosa delle Piccole Ancelle di Cristo Re, attiva da circaquarant’anni, che fa della divulgazione delle opere dei Padri dellaChiesa la sua ragione d’essere. Con la Lectio magistralis di S. E. Mons.Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico emerito della PontificiaUniversità Lateranense e Vescovo di Eraclea ha preso il via il 39° ciclodi lezioni del sodalizio. Il presule ha dissertato sul tema “Ambrogio mae-stro di formazione spirituale”. Partendo dalla sua biografia e, in parti-colare, facendo riferimento alla “Vita di Sant’Ambrogio” scritta dal suosegretario Paolino di Milano, dal Covolo ha tratteggiato la figura di que-sto Dottore della Chiesa, vescovo e patrono di Milano: vissuto nel quartosecolo, tra i Padri della Chiesa nonché autore di molte opere teologiche,ancora oggi tra gli indiscussi riferimenti nella letteratura patristica.«Vorrei introdurmi al nostro tema – ha esordito l’accademico – par-

tendo dal giorno della morte del Santo, per riflettere su due dettagli del rac-conto di Paolino. Anzitutto, questi afferma che fu Onorato, vescovo diVercelli, ad assistere Ambrogio con gli estremi conforti della fede.Successivamente, merita la massima attenzione il riferimento al profetaElia». Continuando, dal Covolo ha sottolineato gli aspetti teorici e dot-trinali del suo magistero spirituale: «Sant’Ambrogio, autore del testo“Fuga dal mondo, è affascinato dall’ideale monastico e della contempla-zione di Dio. Ed Eusebio, primo Vescovo di Vercelli da qui il legame conquesta città, fu uno dei suoi modelli. Tuttavia, resta anche un maestro divita spirituale e di formazione sacerdotale, ed è decisivo nella sua vita an-che l’incontro con Sant’Agostino». In conclusione, Sua Eccellenza hamesso in luce i legami tra Eusebio, Ambrogio e Agostino. «Molti trattiaccomunano questi tre santi vescovi – ha sottolineato –ma due, in parti-colare, sono centrali nella formazione spirituale del cristiano: l’ascoltoorante della Parola e l’esercizio della carità. A noi cristiani del Duemila,

questi tre santi affidano il testimone che è passato tra le loro mani, perchéla fede, la speranza e l’amore possano vincere il mondo».Buona la partecipazione al convegno, con un centinaio persone pre-

senti. In sala, tra gli altri, alcuni professori universitari, la MadreGenerale Suor Leonia Buono, ed uno stuolo di religiose dellaCongregazione delle Piccole Ancelle di Cristo Re. «Ringrazio SuaEccellenza dal Covolo – ha commentato il prof. Nazzaro – per questa le-zione che rappresenta una vera e propria sintesi pastorale diSant’Ambrogio». Per finire, lo stesso prof. Nazzaro ha letto un inno diCristina di Lagopesole dedicato a Sant’Ambrogio, presente nel “FlosSanctorum” nella pagina del 7 dicembre quando la Chiesa lo ricorda.

Antonio Boccellino

Santa Matilde di HelftaMonaca – 19 novembreNacque attorno al 1240 nel castello di Helfta, in Sassonia, da una delle più

delle più nobili e potenti famiglie della Turingia, i von Hackeborn. La sorellamaggiore, Gertrude, è badessa nel convento di Helfta. All’età di sette anniMatilde viene accolta come educanda nel monastero benedettino diRodardsdorf. Qui la sua vocazione cresce e la giovane decide di indossare il velo. Nel 1258

raggiunge la sorella maggiore a Helfta dove, tre anni più tardi, le viene affidatala cura di una giovane monaca che resterà nella storia con il nome di SantaGertrude la Grande. Proprio a quest’ultima Matilde confesserà le proprie visionimistiche. Da queste confidenze nascerà poi uno dei libri più noti della misticamedievale: il Libro della grazia speciale. Matilde, particolarmente dotata nelcanto, cura e dirige il coro del monastero e per questa sua qualità sembra che lostesso Dante si sia ispirato a lei per la figura di Matelda nel Purgatorio. Muorenel monastero di Helfta nel 1298.

San Cipriano di CalamizziAbate – 20 novembrePochi chilometri sopra Pavigliana, località situata sulle colline presso Reggio

Calabria, vi sono una serie di grotte, testimonianze di una presenza attiva di ere-miti che qui conducevano vita ascetica in penitenza ed in preghiera. Proprio inqueste grotte trascorse parte della sua vita San Cipriano. Nacque verso il 1120da una nobile e ricca famiglia; il padre era medico ed anche Cipriano divenneben presto esperto della scienza medica. Tuttavia alla salute fisica, preferì quellaspirituale: a 25 anni chiese di far parte dei monaci del monastero del SantissimoSalvatore di Calanna. La vita monacale caratterizzata da veglie, lavoro e penitenze, non lo convinse

completamente; pertanto chiese ed ottenne dal Superiore di praticare vita ere-mitica. Si ritirò nei possedimenti paterni a Pavigliana, dove vi era una Chiesa de-dicata a Santa Veneranda martire. Qui trascorse venti anni nella più totale soli-tudine, lavorando attivamente per guadagnarsi da vivere, pregando, meditandoe facendo penitenza. La notizia della sua presenza si diffuse ben presto nella vallata, conseguen-

temente tutti gli abitanti dei centri vicini, si recavano da lui per ottenere aiuti diogni tipo, particolarmente per le loro infermità; alcuni chiedevano anche di po-ter restare con lui. In questo stesso tempo moriva l’abate del monastero di SanNicola di Calamizzi, Paolo, ed i monaci si recarono da Cipriano che aveva ses-sant’anni, per chiedergli di essere loro nuovo abate. L’eremita, pensando chequesta fosse volontà di Dio, accettò. Durante questo periodo, Cipriano incitò conogni modo la vita spirituale e culturale di tutti i monaci, fece restaurare laChiesa, costruire il campanile, le celle per i confratelli, il refettorio, acquistò ar-redi e libri. Ormai la sua attività non conosceva sosta: di giorno lavorava e curava gli am-

malati, di notte pregava. Mangiava e dormiva quanto era appena sufficiente persopravvivere. Non mancarono le sofferenze; soprattutto perché cadde dal carroche utilizzava per spostarsi, procurandosi la frattura di una gamba che lo reseclaudicante per tutta la vita. Cipriano morì il 20 novembre del 1190. Venne sep-pellito nella Chiesa del monastero, distrutta dal terremoto del 1783. I monaciche popolavano l’edificio, restarono prodigiosamente illesi. L’Arcidiocesi diReggio Calabria lo ricorda il 20 novembre con memoria obbligatoria.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 18 novembre 2018 • 7

Leggeri e desti!Come sarà l’ultimo giorno dellanostra esistenza? E come saràl’ultimo giorno della vita delmondo? Impossibile fare ipotesi.Vediamo il mondo sgretolarsi trale nostre mani; registi e scrittoridescrivono scenari apocalittici;ma cosa accadrà non losappiamo.Vediamo il nostro corpoinvecchiare; se giovani e malati,lo vediamo indebolirsi, ma comevivremo nell’ultimo giorno dellanostra vita non lo sappiamo. Eforse neppure ci pensiamo.Troppo occupati dall’esistenza edai suoi ritmi. Troppo presidall’oggi passeggero per pensareal domani eterno.Eppure i segni ci sono epotremmo leggeri: a partire daDio, sì, certamente; ma anche apartire da noi stessi e dallastoria che scorre sotto i nostriocchi.Chi conta su stesso, chi progettaa partire dalle proprie forze, chinon si fida, chi non ama e nonsi sente amato, ha paura; infondo ha messo il successo delleproprie azioni e del propriomondo al centro dell’esistenza.Chi sa di vivere nellaprovvisorietà, nel tempo, nellimite; chi pur progettando elavorando sa di non poterbastare né a stesso né,tantomeno, al mondo; chi viveda chiamato e da affidato, e sadi essere sempre e comunquenelle mani di chi lo ama,quest’uomo o questa donna nonha paura, non è appesantitodalle domande. Vive l’ultimoistante come puntofondamentale della vita: istantein cui, desto e leggero, sapràlasciarsi andare alla fiduciatotale, per vivere l’abbandonodefinitivo nelle bracciadell’amore che è eterno e nonpassa.Al di là del tempo e dello spazionon c’è il nulla, ma l’Incontro, ilLiberatore, l’Amato. Ma perriuscire a esserne consapevolidobbiamo vegliare, vivere oggil’attesa di un Oltre, che non èlontano da noi, ma che verrà tranoi.

La preghieraSignore Gesù, sei venuto,vieni anche oggie verrai nella pienezza del tempo.Vogliamo essere desti e leggeri,per accorgerci delle tua presenza,del tuo venire tra noi,del tuo cambiare la storiacon la sola forza dell’amore.L’amore ci renda leggeri,L’amore ci liberi da ogni paura.Noi vogliamo vivere in te,per incontrare te, Amore. Amen.

La preghiera elaborata grafi-camente e le cover con un branodi Vangelo verranno messe a di-sposizione sul mio blogwww.cantalavita.com. e potran-no essere condivise tra i propricontatti e sui social.

Mariangela Tassielli

18 novembre. Trentatreesima Domenica del Tempo Ordinario

Tensione autentica verso l’oltreDn 12, 1-3; Sal 15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Comunicare bene in parrocchiaQuesto libro nasce da un desiderio realizzabile: che

ogni parrocchia sia piena di angeli, cioè di messaggericapaci di annunciare la Parola di Dio e il servizio dellacomunità sul territorio nel modo migliore. Un volume dipiccolo formato che presenta gli elementi di base, essen-ziali, per comunicare con efficacia nei vari servizi pasto-rali, pratico perché non contiene trattazioni di teoriadella comunicazione, ma solo suggerimenti concreti eferri del mestiere pronti all’uso e rivolto alla comunica-zione pastorale di base, quella di parrocchia: come par-lare in pubblico nelle diverse occasioni, compresa l’ome-lia, gestire riunioni e incontri, usare i social media, dareun’identità attraente a gruppi e attività. Queste e moltealtre cose sono esposte in modo chiaro e semplice, a di-sposizione di catechisti, animatori, laici impegnati, dia-coni e preti.Giorgio AgagliatiPoche chiacchiere. Come comunicare bene in parrocchiaEdizioni Elledici – 2018Pagine 152 – euro 7,50

Il ponte d’argillaC’era una volta, nella marea del passato dei Dunbar,

una donna che aveva molti nomi. C’erano stati anche unnonno con la passione per i miti greci, una nonna e la suamacchina da scrivere, un pianoforte consegnato nel po-sto sbagliato, una ragazza con le lentiggini che amava lecorse dei cavalli, e un padre che, dopo la morte della mo-glie, aveva abbandonato i suoi cinque figli: Matthew,Rory, Henry, Clay e Tommy: i fratelli Dunbar. Costretti avivere soli, e a definire da soli le regole della propria esi-stenza. E quando il padre tornerà sarà Clay l’unico dei fratelli

che accetterà di aiutarlo e costruire con lui un ponte, con-creto e metaforico nello stesso tempo: lo farà per la suafamiglia, per il loro passato, per il loro futuro, per espiarele colpe, per affrontare il dolore. Lo farà perché lui è l’u-nico che conosce tutta la storia, e per questo è obbligatoa sperare. Ma fino a che punto Clay potrà portare avantila più difficile di tutte le sue corse? Quanti degli ostacoliche la vita gli ha posto davanti riuscirà a superare?Quanta sofferenza può sopportare un ragazzo? Markus ZusakIl ponte d’argillaEdizioni Frassinelli – 2018Pagine 492 – euro 20,00

È sempre forte, anche per i credenti, il ri-schio di restare imprigionati nelle reti delproprio oggi, cercando di trovare in esso ilsenso ultimo del proprio vivere e pretenden-do che in esso possa esaurirsi la fame di infi-nito che abita il cuore dell’uomo. Eppure, perquanto l’oggi possa rispondere all’umano de-siderio di vita, dal momento che l’oggi è tuttociò di cui disponiamo effettivamente nella li-nea del tempo ed è in esso che propriamentegli uomini vivono, esso non esaurisce la vitae mai può saziare completamente la famedell’uomo. Tanti, anche tra i cristiani, si saziano, o

meglio, si illudono di saziarsi di quel che so-no, di quel che hanno, di quel che vedono,pensando che l’orizzonte sia solo quello chesi vede: solo ciò che è sotto i propri occhi, cosìincapaci di desiderare altro e oltre. Eppure,ogni volta che la comunità cristiana si riuni-sce per celebrare la memoria della Pasquanell’Eucaristia, essa fa risuonare un’invoca-zione che apre l’oggi al di là di sé: «nell’attesache si compia la beata speranza e venga il no-stro salvatore Gesù Cristo», un’invocazioneche richiama ogni generazione alla necessitàdi fare i conti con il limite del tempo e conla venuta del Signore Gesù nella sua parusìa,alla fine dei tempi. Ogni generazione deve vivere questa ten-

sione verso il ritorno del Signore e deve rico-

noscere nel proprio tempo i segni che la an-nunziano; ogni generazione deve ravvisarenel suo tempo quei limiti che domandano l’u-nico compimento che è pienezza diogni compimento: il Suo ritorno. Per ridesta-re l’attenzione dei suoi ascoltatori all’oltredella storia, Gesù attinge al linguaggio apo-calittico del suo tempo: si tratta di un lin-guaggio attento a cogliere la crisi del tempopresente e a cogliere come segni proprio queilimiti, quei dolori, quelle potenze che sovra-stano l’uomo e le sue pretese di raggiunto be-nessere. Dopo aver parlato di guerre, carestie, ter-

remoti, persecuzioni, tempi oscuri e dispera-ti, Gesù si riferisce ad altri segni che mostra-no la caducità anche di quelle cose che all’uo-mo paiono fisse ed immutabili: il sole, la lunae gli astri, che per gli antichi erano fissi nellagran volta del cielo, eppure il sole si spegne,la luna non dà più il suo chiarore e gli astricadono. Tutto questo accade non come puni-zione per le dissolutezze e i peccati dell’uo-mo: la fine del mondo non è un castigo,essa è il fine del mondo e, come tale, appar-tiene al progetto di Dio ed è dunque determi-nata unicamente dalla volontà di Dio. Se le potenze dei cieli cadono, è perché il

Figlio dell’uomo deve venire con potenza,con la sola potenza che è stabile e fissa: la po-tenza di Dio. Gesù, il Figlio dell’uomo, è colui

che sta andando verso la croce, autorivelan-dosi come colui che ancora verrà a dire l’ul-tima parola di Dio sulla storia, sugli uomini.È necessario, dunque, imparare a leggerei segni che la storia offre per capire che nontutto è in essa e per essa. Ma in questa delica-ta opera di lettura dei segni, i discepoli sonoinvitati a non tentare di decifrare un tempo eun’ora precisi: d’altro canto, lo stesso Gesù simostra ignaro dei tempi. Egli non dà indica-zioni di tempo, ma consegna ai suoi delle pa-role con cui li rassicura circa la certezza dellasua parusía, del suo ritorno glorioso. Anche se non se ne conosce il quando,

quel giorno, il giorno del Signore, verrà: ilquando, essendo custodito nel cuore delPadre, è promessa certa che sarà rivelata altempo opportuno. Nel frattempo, ai credentiè chiesto di impostare i propri giorni con unatensione autentica verso l’oltre: è necessariovivere il tempo in pienezza, ma senza chiu-dersi negli orizzonti del tempo è qui, in que-sto oggi, che l’uomo deve sentire il profumodell’oltre, dell’eterno: un profumo che non losgancia dalla storia e dalle lotte della storia enella storia, ma che gli fa vivere la storia sen-za sconti, con lo sguardo capace di scrutare,proprio nella storia, i segni dell’approssimar-si del giorno di Dio.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

Speciale Nuova Stagione8 • 18 novembre 2018

CifreesignificatoIl termine Holodomor derivadall’espressione ucraina“moryty holodom”, chesignifica “infliggere la morteattraverso la fame”.L’Holodomor non fu unacarestia come tante altre, mafu un deliberato sfruttamentopianificato da parte delregime sovietico perdistruggere le tradizioni el’identità nazionale delpopolo ucraino colpendoun’amplissima parte dellasua classe piùrappresentativa: i contadini el’intellighenzia. In 17 mesi,tra il 1932 e il 1933, sonomorti quasi 4 milioni dipersone. Tra le morti dirette ele cosiddette “acute” alcunistimano quasi 12 milioni.Nella primavera del 1933 difame morirono 17 personeogni minuto, 1.000 ogni ora,quasi 25.000 ogni giorno.La maggior parte dellevittime sono bambini di etàcompresa tra 6 mesi a 17.A seguito dell’Holodomor lasocietà ucraina è rimastatraumatizzata come le altresocietà post-genocidio nelmondo. Il trauma procuratodal genocidio si ètramandato di generazione ingenerazione al livello conscioe subconscio.

Migliaia di fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina converranno da tutta Ital

Un Requiem in Duomo per ri Domenica 18, alle ore 13, la Liturgia per l’85° anniversario dell’Holodomor perpetrato dal r

servizio a cura di R

Il popolo ucraino ricorda l’85° anniversa-rio dell’Holodomor, noto anche come ilGenocidio ucraino, l’Olocausto ucraino.L’Holodomor è il nome attribuito ad un cri-mine nascosto dal mondo, alla grande care-stia artificiale che per iniziativa di Stalin siabbatté sul territorio dell’Ucraina nel 1932-1933. Si tratta di un’immane tragedia dellaquale l’opinione pubblica internazionale,anche in Occidente, fu all’oscuro fino a nonmolto tempo fa. Per l’Ucraina di oggil’Holodomor resta un tragico simbolo dell’i-dentità nazionale.Il dovere del popolo ucraino è di raccon-

tare una verità incredibilmente censurataper settant’anni. Occorre, infatti, raccontaregli anni terribili della dittatura sovietica e ladurissima carestia degli inizi degli anni tren-ta, quando il Paese, “granaio dell’Europa”,non riuscì più a sfamare i propri figli, chemorirono a milioni. Il popolo ucraino vuole

dare il dovuto tributo alla memoria di oltresette milioni di vittime innocenti, uomini,donne e bambini, che perirono di fame eagonizzarono, mentre gli ancora vivi nonavevano neppure le forze fisiche per seppel-lirli. Il popolo ucraino che vuole essere gua-rito dalle ferite del passato, vuole chiedere atutta l’umanità di oggi e alle future genera-zioni di non permettere che una cosa simileaccada ad altri in qualsiasi latitudine di que-sto nostro mondo.La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in

Italia, in stretta collaborazione con la ChiesaItaliana, alla memoria della grande tragediaha dedicato due anni (2017-2018) e ha sceltodue grandi città d’Italia – Milano e Napoli,per commemorare degnamente i milioni divittime dell’Holodomor. «La preghiera disuffragio – diceva San Giovanni Paolo II –che da tale ricordo scaturisce, è per i creden-ti balsamo che lenisce il dolore ed efficace

SpecialeNuova Stagione 18 novembre 2018 • 9

Un passoindietro…La comunità Ucraina di ritobizantino ha avuto affidatola chiesa di Santa Mariadella Pace nel 1998 dall’alloraarcivescovo di Napolicardinale Michele Giordano.Il 20 maggio 2018 laComunità ucraina greco-cattolica della città di Napoliha festeggiato il suo XXanniversario di presenzanella nostra città. In quellaoccasione il CardinaleCrescenzio Sepe ha espressocalorosi auguri all’interaComunità ricordandol’impegno profuso a favoredei più poveri e il fortelegame tra le due Chiese, finda quando lo stessoArcivescovo decise dicontinuare a mettere adisposizione degli ucraini laChiesa in via Tribunali che èun piccolo gioiello di arte e distoria. La chiesa di Santa Mariadella Pace fu fatta erigere,infatti, nel1629 dai Frati Ospedalieri diSan Giovanni di Diosuprogetto dell’architetto PietroDe Martino. I lavori furonoultimati nel 1656.I frati giunsero a Napoli nel1575 e prestarono la loroopera presso l’ospedale diSanta Maria della Vittoria,così chiamato, in ricordodella battaglia di Lepantodell’ottobre 1571. Nel 1585 sitrasferirono pressol’antico monastero di SantaMaria D’Agnone nellacontrada di Capuana, e nel1587 acquistarono il palazzodella famiglia Caracciolo, edaltre abitazioni adiacenti, pererigere il monastero,l’ospedale e la chiesa con ilnome di Santa Maria dellaPace, in ricordo della pacestipulata, nel 1544, traSpagna e Francia.All’interno della chiesa cisono opere di Jacopo eDionisio Lazzari, DomenicoAntonio Vaccaro, NicolaTagliacozzi Canale, PietroBuonocore e MicheleFoschini.

lia a Napoli domenica 18 novembre per un momento di preghiera in Cattedrale

icordare il genocidio ucraino regime staliniano negli anni Trenta. L’Arcivescovo porterà il saluto della Chiesa napoletana

Rosanna Borzillo

supplica al Dio dei viventi, affinché doni il ri-poso eterno a quanti sono stati ingiustamen-te privati del bene dell’esistenza».Grazie alla collaborazione coll’Arci -

diocesi di Milano, il 26 novembre 2017, perla prima volta, il Genocidio ucraino è statoricordato con una solenne Requiem inDuomo di Milano dove sono arrivati quattromila ucraini che abitano nel Nord Italia.Invece quest’anno, per onorare il sacrificiodelle vittime dell’Holodomor, la ChiesaGreco-Cattolica Ucraina in Italia organizzauna “Giornata Requiem” a Napoli.In questa circostanza così solenne, per

esprimere la vicinanza della Chiesa diNapoli alla numerosa comunità degli ucrai-ni residenti in Italia, molti dei quali sono di-scendenti dei sopravvissuti all’Holodomor,la Sua Eminenza il Cardinale CrescenzioSepe, Arcivescovo di Napoli, ha accolto vo-lentieri la richiesta della Chiesa Ucraina in

Italia di ospitare una solenne Requiem nellaCattedrale di Napoli. La celebrazione Eucaristica che inizia al-

le ore 13 sarà presieduta da Sua BeatitudineMons. Svjatoslav Shevchuk, il Capo dellaChiesa Greco-Cattolica Ucraina e concele-brata dai vescovi e sacerdoti ucraini e italia-ni.La celebrazione prevista è destinata non

solo a rinsaldare il giusto amore degli ucrai-ni per la loro Patria nel ricordo del sacrificiodei suoi figli ma soprattutto – come invita afare Papa Francesco – «a pregare Dio mise-ricordioso, perché la forza della fede (degliucraini) possa contribuire a guarire le feritedel passato e promuovere oggi cammini dipace». Oggi l’Ucraina ha bisogno del sostegno da

parte della Chiesa Cattolica internazionaleche possa essere la voce del popolo ucrainoche è ancora in guerra e nessuno lo ascolta.

La strage dimenticataIntervista a don Volodymyr Voloshyn, coordinatore nazionale

della pastorale dei cattolici ucraini in Italia

Sono attese oltre 5mila persone domenicain duomo per ricordare l’holodomor. Ne èconvinto don Volodymyr Voloshyn, coordina-tore nazionale della pastorale dei cattoliciucraini in Italia. «Anche di più», rilancia. «InCampania abbiamo una presenza di ucrainidi 44mila unità e 9 mila solo a Napoli».Proviamo a capire con lui cosa significa que-sto evento.«Il termine holodomor deriva dall’espres-

sione ucraina “moryty holodom”, che signifi-ca “procurare la morte attraverso la fame”.Sta a indicare la grande carestia che si abbattésul territorio dell’Ucraina negli anni 1932-1933. La tragedia fu un deliberato strumento

pianificato dal regime sovietico di Stalin perdistruggere le tradizioni e l’identità nazionaledel popolo ucraino: in 17 mesi morirono diret-tamente o indirettamente tra i 4 e i 12 milionidi persone, la maggior parte delle quali eranobambini. In pratica, sul finire degli anni ’20 i conta-

dini furono costretti ad abbandonare le loroterre per aderire alle fattorie collettive dellostato. Gran parte di essi si opposero duramen-te alla collettivizzazione, rifiutandosi di cede-re il grano, nascondendo le derrate alimentarie uccidendo il bestiame.Così il governo sovietico lo considerò un

atto di ribellione e, pur di fronte alla semprepiù grave carenza di cibo nelle campagne,mandò gli agenti e gli attivisti locali del partitoa requisire tutto quello che trovavano, com-presi gli animali. Al tempo stesso fu creato uncordone attorno al territorio ucraino per im-pedire la fuga. Il risultato fu un’immane cata-strofe: almeno cinque milioni di persone mo-rirono di fame in tutta l’Urss non a causa delfallimento delle coltivazioni, ma perché furo-no deliberatamente private dei mezzi di so-stentamento». Perché questa celebrazione a Napoli? «Le 145 comunità ucraine presenti in Italia

ogni anno hanno deciso di commemorare leloro vittime: da qui l’idea di farlo prima aMilano, lo scorso anno, dove sono convenutioltre 4mila persone, e ora al Sud. Molti ucrai-ni sono badanti e colf che prestano la loro ope-ra presso anziani: ecco il motivo di una cele-

brazione di domenica e alle 13. Lo scopo ènaturalmente fare memoria dei proprio aviche sono morti in quella strage terribile». Come si svolgerà la liturgia?«Inizieremo con l’elenco dei nomi, cogno-

mi e luogo di provenienza di 85 bambini chesono morti durante l’holodomor. Perché lamemoria serve per stare uniti e per ricordarechi, 85 anni fa, non aveva voce per dire la ve-rità. Il popolo ucraino, che vuole essere gua-rito dalle ferite del passato, vuole chiedere atutta l’umanità di oggi e alle future genera-zioni, di non permettere che una cosa simileaccada ad altri (in qualsiasi latitudine di qu-esto nostro mondo) perciò sarà presente SuaBeatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivesco-vo maggiore della Chiesa greco-cattolica uc-raina.Il Requiem in Duomo sarà, infatti, un

momento di preghiera in memoria di tutte levittime che perirono in quella tragedia. Conquesto spirito, l’Arcivescovo di NapoliCrecenzio Sepe ha accolto volentieri la richi-esta di ospitare la liturgia nella Cattedrale eha scelto di portare simbolicamente la vici-nanza della Chiesa partenopea ai fratelli uc-

raini, decidendo di intervenire con un brevesaluto». Ricordare, imparare, prevenire: sono i

tre obiettivi che vi siete prefissati…«Oltre a fare memoria, vogliamo impara-

re e insegnare alle nuove generazioni ciò cheè successo e dire quali sono state le vere cau-se di tante morti e , poi, spiegare come evita-re che si ripetano gli errori della storia». A Napoli, avete da venti anni in affido

la chiesa di Santa Maria della Pace in viaTribunali. Quali le vostre attività?«Si svolgono prevalentemente di domeni-

ca perché naturalmente cerchiamo di segui-re i ritmi lavorativi dei tanti che risiedono aNapoli: quindi catechismo, incontri, condi-visioni: tutto nei giorni festivi e in orari pos-sibili per chi lavora». Ma domenica ci sarà anche una “sor-

presa speciale” per i tanti che interver-ranno…«Sì. L’arcivescovo di Napoli, in via del tut-

to straordinaria ha permesso l’esposizionedella reliquie di San Gennaro per tutto il tem-po della liturgia: un ulteriore segno di comu-nione tra le due Chiese».

Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 18 novembre 2018

Arcidiocesi di Napoli: Concorso nazionale di progettazione di un nuovo complesso parrocchiale“Santa Maria delle Grazie”, sito in Casalnuovo, frazione Casarea, comprendente la chiesa, la casa canonica e i locali di ministero pastorale,con livello di approfondimento preliminare

Verbale dei lavori della GiuriaI giorni 18 e 19 ottobre 2018 si è riu-

nita presso la Curia Arcivescovile dellaDiocesi di Napoli, la Giuria prepostaall’individuazione del progetto vincito-re del Concorso per la progettazione diun nuovo complesso parrocchiale“Santa Maria delle Grazie”, sito inCasalnuovo, frazione Casarea, Napoli,con livello di approfondimento preli-minare, indetto dall’Arcidiocesi diNapoli.I lavori iniziano alle ore 9.30 del

giorno 18 ottobre 2018.Sono presenti, quali giurati nomi-

nati in conformità all’articolo 15 delbando di concorso.

Membri della giuria

S. E. Mons. Salvatore AngeramiVescovo AusiliarePresidente

Padre Eduardo ParlatoComponente commissione diocesana di arte sacra

Don Pasquale FeroneParroco della parrocchia Santa Maria della Grazie

Don Salvatore Esposito Esperto di liturgia

Arch. Giovanni De Pasquale Architetto di primaria esperienza di architettura sacra

Arch. Teresa TauroEsperta di architettura

Ing. Giuseppe Russo Esperto di ingegneria

Arch. Pietro Renna Esperto d’arte

Don Giacomo Equestre, designato dalPresidente, svolge la funzione di segre-tario, senza diritto di voto.

L’ingegnere Carmine Gravino, inapertura dei lavori e in qualità di re-sponsabile del procedimento illustra lefinalità e il senso del concorso; presen-ta i membri della Giuria e li invita aconsiderare nella propria valutazionetutti gli aspetti previsti nel bando, con

pri spazi e percorsi liturgici.– Il progetto presenta un attento stu-dio in merito alla sostenibilità, inmerito alla illuminazione e venti-lazione naturale. I progettisti han-no redatto il progetto con partico-lare attenzione al contenimentodei costi di gestione e di manuten-zione. Infine il progetto artisticoanche se necessiterà di alcune rivi-sitazioni, è in generale armoniosoed equilibrato con l’intero com-plesso.La Giuria assegna il secondo pre-

mio al progetto SMG010La Giuria assegna il terzo premio al

progetto SMG012

MenzioniLa commissione ha ritenuto meri-

tevole di una particolare menzione laproposta progettuale SMG001 per ilparticolare richiamo sulla facciataprincipale al bugnato della Chiesa diPiazza del Gesù, il richiamo alla tradi-zione delle chiese romaniche e la ve-trata centrale con particolare atten-zione al tema della Salvaguardia delCreato.Il Presidente procede all’apertura

della busta sigillata contenente la listaredatta dal Soggetto terzo per associareal codice alfanumerico il nominativodei concorrenti, con il seguente esito:

• Concorrente: Alberto Izzo &Partners

Codice: SMG008

• Concorrente: EnzoEusebi&Partners

Codice: SMG 010

• Concorrente: Giorgio MelesiArchitetto

Codice: SMG 012

• Concorrente: Labics Codice: SMG001

In fede.Napoli, 26 ottobre 2018

S.E. Rev.ma mons. Salvatore Angerami

Presidente

Don Giacomo EquestreSegretario

una attenzione speciale al recepimentodelle linee di indirizzo alla progettazio-ne e in base ai seguenti aspetti:• rapporto con l’ambiente urbano• profilo artistico, estetico, for-

male• costo di gestione/manutenzione• ecosostenibilità• riconoscibilità dell’edificio sacro• impianto liturgico• funzionalità distributiva• acustica ed illuminotecnica• accessibilità

Di seguito, l’architetto Raffaele Ca -passo, in qualità di soggetto terzo, èammesso dalla giuria a relazionare cir-ca l’esame istruttorio delle proposte inconcorso.I progetti, pervenuti nel numero di do-

dici, sono individuati dai seguenti codici:SMG001, SMG002, SMG003, SMG004,SMG005, SMG006, SMG007, SMG008,SMG009, SMG010, SMG011eSMG012. Tutti i progetti sono arriva-ti nei termini previsti.Come primo momento di esame la

Giuria procede, collegialmente, alla vi-sione dei video di presentazione.A seguito di dibattito approfondito

la Giuria ritiene che i progetti indivi-duati con i codici SMG008, SMG010e SMG012 siano le proposte più inte-ressanti e rispondenti ai requisiti edecide un approfondimento delle

stesse nella sessione del giorno se-guente.Alle ore 9.30 del giorno 19 ottobre

2018 riprendono i lavori della Giuria,proseguendo, prima di un ulterioreesame personale dei progetti da partedei singoli giurati, con un’attenta lettu-ra collegiale delle relazioni.Dopo un prolungato dibattito a voto

segreto si determina la graduatoria dimerito. Alle ore 12.30 la Giuria addivie-ne alle seguenti decisioni:Il progetto SMG008 risulta vincitore

per le seguenti motivazioni:– Si evidenzia un adeguato rispettodelle linee di indirizzo, infatti ilprogetto interpreta perfettamenteil concetto di “elegante semplicità”e sobrietà al quale è pervenuto gra-zie ad una attenta lettura del terri-torio, interpretando perfettamentele esigenze della comunità diCasarea. L’idea progettuale è con-traddistinta da alcuni elementi chepermettono di individuare subito illuogo sacro, ma nello stesso temposi integra perfettamente con il sitoe il paesaggio circostante, permet-tendo così un dialogo tra comples-so parrocchiale e quartiere.

– Il progetto propone una buona arti-colazione fra aula liturgica e gli am-bienti di ministero pastorale, e an-che l’impianto liturgico è ben studia-to e assicura l’esistenza di veri e pro-

«Autodeterminazione: anticamera dell’eutanasia» è l’incontro-dibattito che merco-ledì 7 novembre si è tenuto nella Chiesa San Tommaso d’Aquino in San Pietro a Patierno,promosso dal Centro Studi “Rosario Livatino”, dall’Associazione “Parrocchia per la vi-ta”, dal Movimento “Nova Civilitas”. L’incontro, moderato da Giuseppe Focone e intro-dotto dal parroco, don Francesco Cirino, ha visto gli interventi di Domenico Airoma,Procuratore aggiunto al Tribunale Napoli Nord e vicepresidente del Centro StudiLivatino, e Gianfranco Amato, avvocato e presidente dei Giuristi per la Vita, reggente delMovimento “Nova Civilitas”. Nella sua relazione, Airoma ha subito precisato come la vi-ta, bene indisponibile, nell’attuale società stia sempre più finendo, grazie anche alla leg-ge 219/2017 (quella sulle DAT), con l’essere snaturata. Tale mutamento non solo porta ad una perdita di dignità da parte dell’uomo, ma ad-

dirittura alimenta quella pericolosa pratica di voler non solo disporre della propria vita,ma anche di metterla nelle mani di altri, come accade per l’eutanasia.Significativa anche l’analisi di Gianfranco Amato che attraverso un excursus storico

ha in sostanza spiegato come la storia abbia insegnato poco o niente all’uomo che ha poiconcluso con le parole di don Luigi Giussani: «La coscienza è il luogo dove la libertà del-l’io ascolta la voce di un Altro, il luogo in cui emerge l’oggettività di un ordine dato oltresé, cui obbedire».

A San Pietro a Patierno dibattito sull’eutanasia

Coscienza e libertà

CittàNuova Stagione 18 novembre 2018 • 11

Regione Campania

Consiglio regionale

Autorità Garante per

l’Infanzia e l’Adolescenza

Conferenza regionale triennalesull’Infanzia el’AdolescenzaVentinovesima

Giornata

InternazionaleLunedì 19 novembre,

nell’Aula del Consiglio

Regionale, Edificio F 13 al

Centro Direzionale di Napoli,

si terrà la conferenza

regionale triennale per

celebrare la ventinovesima

Giornata Internazionale

dell’Infanzia e

dell’Adolescenza.

Apertura dei lavori alle ore

10.30 affidata a Rosa

D’Amelio, Presidente del

Consiglio Regionale della

Campania.

Seguiranno i saluti delle

Autorità e gli interventi dei

Consiglieri Regionale e delle

rappresentanze istituzionali.

Prolusione sul tema:

“Proteggere, educare,

ascoltare e vigilare: un

impegno comune per i

minori in Campania”.

Relazioni di Giuseppe

Scialla, Garante dell’Infanzia

e dell’Adolescenza della

Campania e di Sandra

Zampa, vicepresidente del

Consiglio italiano dei

Rifugiati. Relatrice della

Legge n. 47/2017 (Legge

Zampa).

Interventi programmati:

Bonaria Autunno, Cnoas

Campania; Marianna

Giordano, Cismal; Chiara

Moscato, Aimef; Giovanni

Tagliaferri, Cnca.

Conclusione di Vincenzo De

Luca, Presidente della

Regione Campania.

Il 9 novembre il Cardinale Sepe ha inaugurato l’anno accademico alla Facoltà Teologica e conferito i dottorati ad honorem:

Prof. Francesco Paolo Casavola, Prof. Giorgio Jossa e Prof. Mario Marafioti

Dialogo a tutto campodi Francesco Del Pizzo

Il gran cancelliere della Pontifica Facoltàteologica dell’Italia Meridionale, il cardinaleCrescenzio Sepe, venerdì 9 novembre ha so-lennemente inaugurato l’anno accademico2018-2019, soffermandosi sul senso della sa-pienza e della conoscenza a partire dalla rifles-sione sulle Sacre Scritture. Alla presenza delleautorità accademiche, del vice gran cancellie-re Gianfranco Matarazzo, del decano della se-zione S. Tommaso d’Aquino Francesco Asti,del decano della Sezione S. Luigi Giuseppe DiLuccio e dei docenti e degli studenti di entram-be le sezioni e di numerosi ospiti accorsi per ilconferimento del dottorato ad honorem in teo-logia ai professori Francesco Paolo Casavola,Giorgio Jossa e del Rev.do P. Mario Marafiotis.j., il preside della facoltà prof. GaetanoCastello, nella sua relazione introduttiva, hatratteggiato la fisonomia accademica dellaFacoltà. Il Preside ha sottolineato in generaleil lavoro di qualificazione degli studi grazie al-le commissioni per la promozione della qua-lità, «per un continuo ed attento monitoraggiodel lavoro accademico per un servizio che co-niughi insieme, sempre meglio, le esigenzedella ricerca universitaria con l’insegnamentoe la disponibilità all’accompagnamento deglistudenti, vero centro del nostro sforzo di co-municazione appassionata delle ricerche incontesto teologico e nelle tante discipline di-versamente collegate». Pertanto, facendo riferimento alla Veritatis

Gaudium (costituzione apostolica circa le uni-versità e le facoltà ecclesiastiche), sono statiindividuati e presentati quattro criteri di azio-ne accademica: la contemplazione e la vita spi-rituale, intellettuale ed esistenziale nel cuore

del Kerygma; il “dialogo a tutto campo” comeesigenza ed esperienza di vita comunitaria perpromuovere la cultura dell’incontro; l’inter e latransdisciplinarietà, sottolineando il principiovitale e intellettuale dell’unità del sapere «nelladistinzione e nel rispetto delle sue molteplici,correlate e convergenti espressioni»; infinel’urgenza di fare rete tra le diverse istituzionianche di diversi paesi e «con quelle che si ispi-rano alle diverse tradizioni culturali e religio-se». Il preside ha ricordato anche i rapporti di

collaborazione già in essere con le diverse uni-versità campane e l’attività svolta con il CentroInteruniversitario di Ricerca Bioetica, oltra anuovi “accordi quadro” con università stataliper specifici progetti di ricerca.

Dopo il saluto del rappresentante degli stu-denti, il cardinale ha proceduto al conferimen-to del dottorato ad honorem, per i meriti scien-tifici e accademici, per gli alti incarichi rico-perti e per l’impegno civile e religioso aFrancesco Paolo Casavola, presidente emeritodella Corte Costituzionale, a Giorgio Jossa sto-rico del cristianesimo dell’Università FedericoII di Napoli, a P. Mario Marafioti fondatore del-la comunità Emmanuel. I tre premiati hanno, ulteriormente, impre-

ziosito la serata con momenti di alto profilo edi grande intensità scientifica, accademica edumana. Molta è stata la commozione anche tra i

tanti presenti che hanno visto e ascoltato congratitudine e riconoscenza i propri maestri.

Giovani programmatori alla conquistadello spazio senza risorse economiche

Al Sabato delle Idee l’appello degli studenti del Righi per il finanziamento delle missioni internazionali delle scuole

«Non è facile per le scuole italiane e del Mezzogiorno in partico-lare competere con le scuole dei grandi colossi economici mondia-li nel settore della ricerca aerospaziale senza strutture adeguate esenza nemmeno i soldi per andare a Boston per la finale internazio-nale di una competizione». Con la schiettezza dei suoi 17 anni Davide Di Pierro, studente del

quarto anno dell’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi”, ap-profitta della platea del Sabato delle Idee, che ha radunato a Napolialcuni dei rappresentanti dei più importanti centri di ricerca italianinel settore della robotica, per lanciare un appello forte alle istituzio-ni e alle aziende regionali e nazionali sul tema dei finanziamenti al-l’istruzione e alla ricerca. Un team di studenti del Righi, composto da Di Pierro con Mauro

D’Alò e Luigi Picarella e guidato dai docenti di matematica ed infor-matica Salvatore Pelella e Ciro Melcarne, è attualmente al secondoposto dell’High School Tournament della “Zero Robotics”, una com-petizione internazionale di programmazione di robotica aerospa-ziale ideata dal Mit, il Massachusetts Institute of Technology, in col-laborazione con la Nasa. Una competizione che quest’anno vede in gara quasi 200 team di

tutte le scuole del mondo, dall’Australia alla Germania, dalla Russiaagli Stati Uniti (molte delle quali in gara con il sostegno di sponsordel calibro di Apple e Microsoft) e che, come racconta il professorMelcarne, «vede il Righi in finale ormai da cinque anni». Una finale,quella di Boston, a cui però gli studenti del Righi lo scorso anno permancanza di fondi non hanno potuto partecipare. E allora ecco l’ap-pello di Davide, Mauro e Luigi che il prossimo gennaio vorrebberoessere a Boston a giocarsi il primato con gli altri tredici team che en-treranno in finale. «Accendere i riflettori sulle tante eccellenze che ci sono nelle

scuole e nelle Università del Mezzogiorno è stato uno degli obiettivifondanti del Sabato delle Idee e anche oggi i giovani studenti delRighi rappresentano la testimonianza concreta di quanto sarebbeimportante investire di più sulla ricerca e sulla formazione per ren-dere sempre più competitivi i giovani del nostro Paese invece di ‘co-stringerli’ ad emigrare all’estero». Così Marco Salvatore, fondatore del Sabato delle Idee, il pensa-

toio progettuale che ha messo in rete negli ultimi dieci anni alcune

delle migliori eccellenze scientifiche, accademiche e culturali dellacittà di Napoli, ha voluto subito sostenere l’appello del team di pro-grammatori del Righi. Un Sabato delle Idee quello ospitato dall’Istituto Tecnico di

Fuorigrotta, nell’ambito della trentaduesima edizione di “FuturoRemoto”, che è stato all’insegna delle eccellenze dei giovani cervellinapoletani con gli allievi del Righi che hanno presentato alcuni deiloro migliori progetti nel settore dell’intelligenza artificiale. Quelloillustrato da Emilia Napolano si chiama “Follow the Sun” ed è basa-to sull’orientamento automatico di un pannello solare verso una fon-te di luce o di calore. “F.I.D.O - Fare-Interpretare-Descrivere-Osservare” è, invece, il

progetto presentato da Antonio Grassini: un cluster di computer rea-lizzato dagli alunni dell’Augusto Righi in collaborazione con il Csi,il Centro di Calcolo Interfacoltà dell’Università degli Studi di NapoliFederico II. «Una connessione fondamentale quella tra scuola eUniversità per lo sviluppo del settore della robotica», hanno sottoli-neato i Rettori del Suor Orsola e della Federico II, Luciod’Alessandroe Gaetano Manfredi. Una rivoluzione, quella della robotica, che abbraccia tantissimi

settori: dall’ingegneria alla medicina, dalle scienze umane ai beniculturali come è emerso dagli interventi di Bruno Siciliano, presi-dente di “Icaros” il Centro Interdipartimentale di Ricerca inChirurgia Robotica dell’Università Federico II e di RobertoMontanari, docente di Nuove tecnologie per i beni culturali e diret-tore del Centro di Ricerca Scienza Nuova dell’Università SuorOrsola Benincasa.Eccellenze campane a confronto con due dei più grandi centri di

ricerca italiani nel settore dell’intelligenza artificiale, la ScuolaInternazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste direttada Stefano Ruffo e il Campus Bio-Medico di Roma che, con l’inter-vento del Pro Rettore, Eugenio Guglielmelli, ha annunciato la nasci-ta di “una rete universitaria per la ricerca nel settore della robotica”.Un tavolo di lavoro al quale già ci sono le Università della Campania. Una regione con grandi eccellenze nella formazione e nella ricer-

ca che come ha saputo notare anche un ragazzino di 17 anni avreb-bero bisogno di maggiore sostegno per spiccare il volo. Iniziando daun semplice volo per Boston.

Attualità Nuova Stagione12 • 18 novembre 2018

La XVIII edizione del Premio internazionale «Padre Pio» presso il Palavetro di Pietrelcina. Premiato il Cardinale Crescenzio Sepe

Carità, forza e perseveranzadi Marianna Morante

«Carità e mitezza» insieme a «forza e per-severanza» sono qualità che san Pio daPietrelcina indica spesso come fondamen-tali per un’anima che tende alla perfezione esono anche le caratteristiche basilari perl’individuazione dei personaggi, famosi enon, ai quali è destinato il “PremioInternazionale Padre Pio da Pietrelcina”giunto alla sua XVIII edizione.E la serata non poteva avere un inizio mi-

gliore della speciale benedizione impartitadal Cardinale Crescenzio Sepe: “LaMadonna e San Pio vi accompagnino nellescelte di ogni giorno”, nella certezza che losguardo provvidente di Dio nei confrontidell’uomo porti prosperità, felicità, benes-sere, protezione, aiuto, salvezza.Quest’anno la manifestazione ha assun-

to particolare rilievo e importanza perché siè inserita nell’anniversario del 50° dalla na-scita al cielo del Santo (23 settembre 1968),e in quello dei 100 anni dalle sue stimmate(20 settembre 1918), oltre a ricordare l’even-to storico della venuta di Papa Francesco aPietrelcina (17 marzo 2018).Nato dall’iniziativa di Padre Antonio

Gambale, Gianni Mozzillo e ClaudioCrovella, e organizzato dal Dott. AntonioGrilletto, il Premio vuole essere una sorta diincontro tra personalità del mondo religio-so, delle istituzioni civili e militari, dellosport, dello spettacolo, della scienza, dell’ar-te, dell’imprenditoria, della cultura e del vo-lontariato ai quali è stato consegnato unDono-Premio, che raffigura un mezzo bustobronzeo di Padre Pio realizzato dallaFonderia Nolana Del Giudice, quale ricono-scimento di quei segni concreti di testimo-nianza umana, culturale e cristiana offertinel servizio al prossimo svolto attraverso leproprie passioni e professionalità. È orga-

nizzato dall’Associazione “Araldi di SanPadre Pio dell’arcidiocesi di Benevento, pre-sidente Don Nicola Gagliarde e assistentePadre Marciano Morra (cappuccino confra-tello di Padre Pio), Priore GiovanniPimpinella, con la collaborazione della Pro-loco di Pietrelcina e il patrocinio dellaRegione Campania e del Comune diPietrelcina. La manifestazione è stata ripresa dalle te-

lecamere di Capri Event e trasmessa in diret-ta televisiva sul digitale terrestre e diretta fa-cebook.La serata condotta da Simona Rolandi,

giornalista e conduttrice RAI Sport, e dall’at-tore presentatore Gabriele Blair, ha visto sulpalco la famosa attrice Claudia Gerini, in ve-ste di madrina del Premio. Tra i premiati: il

Cardinale Crescenzio Sepe; Luca Abete, in-viato di “Striscia la Notizia”; Rai Vaticano,con il responsabile Massimo Milone e gli au-tori del programma “Ricominciare da PadrePio” Elisabetta Castana e Don Filippo diGiacomo; Giovanni Scarale, già Medicoanestesista della Casa Sollievo dellaSofferenza tra le cui braccia morì Padre Pio.Gianfranco Coppola, Giornalista Rai;Gaetano Gaetano Manfredi, Rettoredell’Università Federico II e Presidente Crui;Rosario Castellano, Comandante ForzeOperative Sud; Mariafelicia Carraturo, cam-pionessa del mondo di Apnea in assetto va-riabile; Antonio Ciccone, ritrattista di PadrePio; mons. Giorgio Costantino, parroco diMaria Santissima del Soccorso in ReggioCalabria; il Parroco e la Comunità di Saint

Leonard of Port Maurice Parish in Boston(Stati Uniti).Particolarmente toccante la testimo-

nianza del professor Scarale che ha assistitoPadre Pio fino al momento della sua morte.Così come altrettanto emozionante e caricodi significato il riconoscimento andato alBenevento Calcio Femminile “Le Streghe”che ha accolto nella propria squadra la gio-vane Asther Traorè, ragazza di colore sfuggi-ta alle violenze dal Mali che, dopo aver persoi genitori è sbarcata in Italia, riuscendo arealizzare il suo sogno e la sua passione di“giocare a pallone”. Altro momento significativo è stato il do-

no dell’artista Angela Ciccone per l’asta na-talizia di beneficenza che da anni organizzail Cardinale Sepe.

Energia pulita(Sir) Il Parlamento europeo ha approvato tre dossier legi-

slativi del pacchetto “Energia pulita”, confermando l’accordoprovvisorio del Consiglio dei ministri Ue di giugno su efficien-za energetica, energie rinnovabili e governance dell’Unionedell’energia. È stato deciso che entro il 2030 l’efficienza ener-getica dovrà aumentare del 32,5%, le energie rinnovabili do-vranno rappresentare il 32% dell’energia consumata e si incen-tiveranno i biocarburanti di seconda generazione. I primi dueobiettivi “saranno rivisti entro il 2023 e potranno solo essereinnalzati, non abbassati”. Questo significa per i cittadini che, “rendendo l’energia più

efficiente, gli europei dovrebbero vedere ridotte le loro bollet-te” e in generale “diminuirà la dipendenza dell’Europa da for-nitori esterni di petrolio e gas, migliorerà la qualità dell’aria lo-cale e proteggerà il clima”. Inoltre, da ora in poi gli Stati mem-bri saranno tenuti a “stabilire misure specifiche di efficienzaenergetica a beneficio delle persone colpite dalla povertà ener-getica”, oltre che “garantire che i cittadini abbiano il diritto diprodurre energia rinnovabile per il proprio consumo, di im-magazzinarla e di vendere la produzione in eccesso”.Di questo ambito fa parte anche la decisione di portare ad

escludere dopo il 2030 i biocarburanti di prima generazioneche implicano un elevato rischio di “cambiamento indiretto didestinazione dei terreni”. Il Parlamento ha infine deciso cheogni Stato membro dovrà preparare un “piano nazionale inte-grato per l’energia e il clima” decennale con obiettivi, contri-buti, politiche e misure nazionali entro il 31 dicembre 2019 esuccessivamente ogni dieci anni.

Lo scorso 6 novembre ad Assisi, nel corso dell’assembleanazionale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori(Cism), ovvero l’assise che riunisce tutti i superiori maggioridegli Ordini e degli Istituti religiosi, si è tenuta anche l’as-semblea regionale della Campania. Presenti all’incontro l’abate di Cava, i Carmelitani, i

Vocazionisti, i Minimi, i Frati minori, i Redentoristi, i

Sacerdoti del Sacro Cuore e i Domenicani. L’assemblea pre-sieduta dal Presidente regionale Cism, padre Francesco LaVecchia op, ha votato unanimemente l’istituzione di padreGiuseppe Sorrentino ofm a nuovo Segretario regionale del-la Cism Campania. Padre Giuseppe, attualmente è superiore del Convento

di San Vito a Marigliano, Definitore nella sua Provincia

dei Frati Minori di Napoli, Segretario Provinciale per leMissioni e l’Evangelizzazione, vice animatore vocaziona-le e membro del Consiglio presbiterale della Diocesi diNola. Auguriamo a padre Giuseppe un proficuo lavoro a servi-

zio di tutti i religiosi della Campania certi che anche in que-sto ulteriore servizio saprà dare il meglio di sé.

Conferenza Italiana Superiori Maggiori della Campania

Eletto il nuovo segretario regionale

AttualitàNuova Stagione 18 novembre 2018 • 13

Agenda ImmigrazioneUn seminario di Azione cattolica a Roma

di Mario Di Costanzo

Il tema: “Agenda Immigrazione.Accogliere, proteggere, promuovere eintegrare”. I promotori: la presidenza

nazionale dell’Azione cattolica e gliIstituti Vittorio Bachelet e GiuseppeToniolo. La provocazione: “Da come af-fronteremo la questione migratoria di-penderà quello che saremo in futuro. Sesapremo guardare la storia, se sapremoaccogliere e indirizzare, oppure se ci la-sceremo travolgere e lacerare anche al no-stro interno”. Parole di Matteo Truffelli, presidente

nazionale di Ac che ha introdotto il semi-nario del 9 novembre su un tema che permolti è lacerante. Anche perché troppisoffrono di una “percezione distorta delfenomeno”. Per Truffelli si tratta di “anda-re al di là delle reciproche accuse”, evitarele “tifoserie da stadio”. Occorre, invece,coltivare “un pensiero reale, critico” sa-pendo “mettersi in gioco per tentare dicambiare le cose”.

Certo l’argomento è complesso. Tral’altro, non si può neppure negare quellache Ugo Villani, presidente del Consiglioscientifico dell’Istituto Toniolo, definisceuna “opacità” a livello europeo col rischioche addirittura siano «pregiudicati i fon-damenti dello stato di diritto e i diritti fon-damentali dei migranti». Di fatto – e questo spiega i ripetuti in-

terventi del Papa – secondo Villani si regi-stra come una “perdita di solidarietà” cioèl’appannamento di quello che fu uno deipilastri dell’Unione europea. Due, tra lemolte, le possibili conseguenze. La pri-ma: «Dietro la crisi migratoria si nascon-de un’altra crisi cioè quella dell’integra-zione europea». Quanto alla seconda,molto si dibatte sul decreto sicurezza eimmigrazione ma non può neppure igno-rarsi che, per Villani, «il clima che c’è die-tro il provvedimento non è di oggi ma ènato prima». Netto il giudizio di Francesco Cherubini

docente della Luiss: “I Global Compacts nonmettono al centro la persona umana, gliStati sembrano più preoccupati della sicu-rezza che degli aspetti umanitari”. Ma, so-prattutto, va sottolineato il contributodella Santa Sede. Un contributo caratterizzato dalla ri-

chiesta di non distinguere tra rifugiati emigranti economici, dall’invito a un’acco-glienza diffusa in piccoli gruppi come

strumento di migliore integrazione e, an-cora, alla «estensione del ricongiungi-mento familiare più volte auspicato daPapa Francesco». Sta di fatto che, per Cherubini, «il risul-

tato finale è molto distante dalle propostedella Chiesa, ossia da un modello che met-ta al centro la persona umana» talché ci siostina a tenere ferma la distinzione tra ri-fugiato e migrante economico. Quanto al-la Ue, poi, “accanto all’Ungheria si sonocoagulati molti altri Stati su posizioni cheporteranno a risultati negativi per il no-stro Paese”.Interessante la testimonianza di Angelo

Moretti presidente della Caritas della diocesidi Benevento per il quale «i migranti sonoenergia vitale in paesi a rischio di spopola-mento». Il punto è che qui non si è alle prese con

“eserciti di invasori, ma con gli ultimi del-la terra”. Di fatto, l’esperienza insegna chechi vive nei piccoli paesi a rischio spopo-lamento non è affatto contrario all’acco-glienza in sé, bensì al «modello sbagliato einefficiente diffuso in Italia». Semmai, se-condo Moretti, gli italiani “sono più per-

plessi che contrari”. Tra l’altro, è erroneoconsiderare i migranti “come risorsa per ilpaese”. Si tratta, invece, di “nuova energiavitale in piccoli paesi abitati solo da anzia-ni”. Ed è per questo che, racconta, “stiamogirando con un piccolo camper nei comu-ni con meno di 5 mila abitanti per propor-re questo tipo di accoglienza. Proponiamo di pensare di fare qualco-

sa insieme”. Ed in questo non va sottova-lutato l’apporto dell’Azione cattolica che è“l’associazione più diffusa in queste aree eper noi una grande speranza”. Infine, l’intervento del gesuita Camillo

Ripamonti presidente del Centro Astalli.Due i punti cruciali. Il primo: “l’integrazioneè bidirezionale”. Il secondo: occorre farecontroinformazione ma “la controinforma-zione si fa attraverso l’incontro reale tra lepersone”. Questo significa accompagnare,servire, difendere. Accompagnare, cioè far-si compagni di strada; servire, cioè agirein una logica di servizio; difendere, cioèmettere sempre la persona al centro. Chenon è semplice. Soprattutto in un momento in cui la

parola integrazione “sembra caduta un

po’ in disgrazia come dimostra il decretogovernativo” che “si concentra sulla sicu-rezza”. Ma l’integrazione, già si diceva, de-ve essere “bidirezionale” che sarebbe co-me dire che “deve smuovere sia la comu-nità che accoglie sia chi viene ospitato”. Questo può avvenire solo con la “crea-

zione di relazioni significative”. Sottoquesto aspetto è importante riportare quil’esperienza che si è attivata a Roma all’in-domani della visita del Papa al CentroAstalli nel settembre 2013 e dopo il suo in-vito ad accogliere nei conventi i rifugiati.Il risultato è stato che “abbiamo ottenutol’apertura di una trentina di istituti con120-130 persone accolte ogni anno dagennaio 2014 con l’attivazione di progettipersonalizzati”. Per altro verso, “non si può improvvi-

sare”. È per questo che il Centro Astalli haavviato progetti di educazione all’acco-glienza nelle scuole facendo incontrareagli studenti rifugiati o persone di altra re-ligione: “è l’incontro con le persone checambia il modo di pensare dei ragazzi edei giovani”. Si tratta, per l’appunto, di fa-re una – sana – controinformazione.

Il Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi 2018, organizzato in collabo-razione con la Fondazione per l’innovazione tecnologica (Cotec) e giunto alla suadecima edizione, intende valorizzare e sostenere le migliori capacità innovative ecreative di aziende al fine di favorire la crescita della cultura dell’innovazione delPaese. Il notevole numero di candidature e la qualità delle proposte progettuali per-venute se da un lato confermano la centralità del tema dell’innovazione, dall’altrohanno comportato l’inevitabile obbligo di operare una scelta affidata, anche que-st’anno, ad alcuni tra i maggiori esperti italiani della materia.La Giuria, presieduta da Enzo Rullani, ha decretato sei imprese vincitrici e indi-

viduato cinque imprese meritevoli di una speciale menzionate di merito che sonostate premiate dal Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, CarloSangalli, lo scorso 8 novembre, presso la sede nazionale di Confcommercio, a Roma.

I vincitori per l’anno 2018 Per il Commercio:Ricetta Italiana, per il progetto “My Cooking Box”, per aver svi-

luppato una offerta che propone, in un unico box, ingredienti nelle giuste dosi, ri-cette firmate da chef e video guide per la preparazione di piatti tipici regionali in gra-do di promuovere, grazie anche ad ingredienti di nuova ideazione che ampliano ilperiodo di conservazione, la bontà della cultura gastronomica italiana nel mondo.Global Trading, per il progetto “SportIT Football”, per aver sviluppato un format de-dicato al mondo del calcio dove l’unione di fisico e digitale ha permesso di ridurrela metratura dei negozi e proporre, in logica di showroom, un ampio assortimentoin prova ed un servizio di accompagnamento al cliente mentre l’acquisto, tranne casidi particolare urgenza, avviene tramite e-Commerce del negozio.

Per il Turismo:Leo Com per il progetto “BabyGuest”, per aver sviluppato una piat-taforma di noleggio ed acquisto attrezzature per l’infanzia attiva su scala interna-zionale. Permette ai genitori in viaggio di ricevere i prodotti a destinazione e ad alberghi,

società di appartamenti, tour operator o agenzie di viaggio di qualificare e differen-ziare la propria offerta verso il target “famiglie”. Aeroporto Internazionale di Napoli per il progetto “Nap Assistant Aeroporto di

Napoli”, per aver sviluppato un servizio di assistenza virtuale al turista, con infor-mazioni su voli, servizi aeroportuali e turistici su tutti i musei e luoghi di interesse

artistico di Napoli, tramite l’utilizzo di “chatbot” in grado di acquisire richieste e ri-spondere in maniera sia vocale che scritta.

Per l’Ict nei Servizi: Apoteca Natura, per il progetto “Health & Loyalty System”,per aver sviluppato una soluzione informatica volta a supportare l’utente nella ge-stione e monitoraggio della propria salute, la relazione tra utente e farmacista ed ilcontinuo miglioramento della qualità del servizio fornendo ai gestori della farmaciauno schema con i principali indicatori di performance ed il confronto con valori me-di del Gruppo.

Per il Service Design: Dress You Can per il progetto “Rivestiamo il cambiamento”,per aver sviluppato un servizio di noleggio di abiti ed accessori femminili coniugan-do il lusso di un armadio “infinito” con la necessità di praticità e sostenibilità adot-tando un modello distributivo che vede la compresenza di stock interno, abiti di de-signer emergenti e di utenti della community e dove l’unione di fisico e digitale con-tribuisce a supportare la diffusione del nuovo modello.I vincitori di ciascuna categoria riceveranno una onorificenza che sarà consegna-

ta dal Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia dedicata alla GiornataNazionale dell’Innovazione che si terrà, in data ancora da definire, nelle sale delQuirinale.La giuria del Premio ha, inoltre, riconosciuto la menzione di merito alle seguenti

imprese:Mamma 2.0 per il progetto “Mukako”, per aver sviluppato un e-commerce dedi-

cato ai prodotti per l’infanzia che si propone di intercettare la crescente ricerca di co-modità e flessibilità nelle scelte da parte dei clienti e che unisce un approccio di ven-dita orientato al servizio con la proposta di prodotti sviluppati dall’azienda che con-tribuiscono, dato il successo ottenuto, al posizionamento del brand. Posti per aversviluppato una procedura per la valorizzazione e certificazione delle ricette regio-nali. Un’iniziativa interessante soprattutto in logica di promozione e tutela delle ec-cellenze gastronomiche italianee come supporto a format ristorativi italiani all’este-ro. Userbot per aver sviluppato una soluzione di intelligenza artificiale per automa-tizzare la risposta alle domande più frequenti di un servizio clienti. Il sistema rico-nosce il linguaggio naturale in un messaggio di testo, identifica errori, abbreviazio-ni, capisce lo stato d’animo dell’utente e la priorità del quesito e fornisce risposta inmaniera immediata rinviando ad un operatore in caso di domanda complessa.

Confcommercio premia l’innovazione nel terziario

Provincia Nuova Stagione14 • 18 novembre 2018

LaMadonna di Pompei a SanGiovanni RotondoIl Quadro della Madonna delRosario di Pompei saràpellegrino a San GiovanniRotondo. L’immagine veneratada milioni di fedeli in tutto ilmondo sarà esposta nelSantuario “Santa Maria delleGrazie” della città pugliese dal16 al 25 novembre. Laperegrinatio Mariae, guidatadall’équipe della MissioneMariana del Rosario, concluderàle celebrazioni delcinquantesimo anniversariodella morte di San Pio e delprimo centenario della suastimmatizzazione.L’evento è particolarmente attesodai devoti di Padre Pio chepotranno così venerarel’immagine della Madonna diPompei di cui il santofrancescano fu devotissimo. Ilfrate di Pietrelcina aveva,inoltre, una particolarepredilezione per la Novena allaMadonna, composta dal BeatoBartolo Longo, e recitavaquotidianamente non meno dicinque rosari. Fu, inoltre,pellegrino al Santuario marianoalmeno tre volte, nel 1901; nel1911; nel 1917. In quelleoccasioni Padre Pio si rivolsealla Madonna con incessantipreghiere per ottenere alcunegrazie. Intenso e pieno di eventiil lungo programma dellaperegrinatio che condurrà ilQuadro della Vergine di Pompeia san Giovanni Rotondo dovesarà accolta, alle 16.30 divenerdì 16, in Piazza Padre Pio.Alle 18, la santa Messapresieduta dall’Arcivescovo dellacittà mariana, MonsignorTommaso Caputo. Sabato 17, adiniziare la giornata sarà lacelebrazione eucaristicapresieduta da monsignorFrancesco Paolo Soprano,delegato della Missione Mariana.Si susseguiranno, nel corso deigiorni, diversi momenti dipreghiera e le sante Messecelebrate dal Rettore delSantuario di san Pio, fr.Francesco Dileo OFM Cap.; dalRettore del Santuario di Pompei,monsignor Pasquale Mocerino;dal guardiano del convento diSan Pio da Pietrelcina, fr. CarloLaborde OFM Cap.; dalSegretario generale dei Gruppi diPreghiera di “Padre Pio”, fr.Luciano Lotti OFM Cap.; daMonsignor Luigi Renna,vescovo di Cerignola-AscoliSatriano e amministratoreapostolico di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo edall’assistente spiritualedell’Unitalsi-sezione pugliese,Monsignor Felice Di Molfetta.Assieme al Quadro, sarà portataa San Giovanni Rotondo anchela rosa che Padre Pio donò allaVergine di Pompei nel 1968,pochi giorni prima di morire. Laperegrinatio si concluderàdomenica 25, alle 17.30.

Parrocchia Sant’Antonio Abate a Casoria

Chiesa giubilare per un annodi Antonio Botta

A venticinque anni dall’edificazionedella chiesa Sant’Antonio Abate, il parro-co don Salvatore Piscopo e la sua comu-nità parrocchiale rendono lode al Signorealla lietissima notizia che la parrocchia, aseguito della richiesta del CardinaleCrescenzio Sepe a Papa Francesco, saràchiesa giubilare. L’inizio dell’anno giubilare parrocchia-

le avverrà domenica 16 dicembre prossi-mo, quando Sua Eminenza, in una solen-ne concelebrazione, affiderà a donSalvatore Piscopo il mandato di Parroco,avendo sostituito, poco più di un anno fa,l’amato don Marco Liardo, inviato a svol-gere il suo servizio presbiterale aPonticelli, nella chiesa S. Maria La Neve. Gioia accresciuta per don Salvatore,

perché nella stessa data egli, insieme conl’Arcivescovo e la sua famiglia parrocchia-le, manifesterà l’immensa gratitudine alSignore, commemorando l’evento dellacelebrazione della sua prima Messa avve-nuta nel mese Settembre di diciassette an-ni fa. Per gli oltre diecimila fedeli della co-

munità parrocchiale, nella quale per oltredieci anni ha esercitato il suo ministerosacerdotale mons. Lucio Lemmo, attualeVescovo ausiliare della Diocesi di Napoli,inizia un cammino comunitario in cui,come più volte ha sottolineato donSalvatore, occorre “mettersi in gioco” eporsi alla sequela di Gesù, non limitando-si a stare accanto agli altri, “ma a viverel’uno per l’altro nella gioia reciproca, ani-mati dallo spirito di misericordia, che ri-chiede la disponibilità ad avere a cuore lemiserie di chi ci è vicino”. Ciò che, infatti, preme al Parroco, pri-

ma di ogni piano pastorale, è di formareuno spirito di famiglia, specchio della co-munione trinitaria, liberando il cuore,lungo la strada dell’Esodo, dalle gelosie,dai risentimenti e dalle rivalità, per pro-

cedere non in ordine sparso, ma uniti inCristo, testimoni della luce del Maestro diGalilea. L’indulgenza che si riceve durante il

cammino giubilare occorre poi donarla eviverla in ogni contesto: famiglia, parroc-chia, lavoro, quartiere, condominio, me-diante la fiducia vicendevole, lo spirito diaccoglienza, la carità fraterna, l’umiltà nelporre al servizio della comunità i propricarismi.“Il Giubileo parrocchiale sia per la no-

stra comunità ecclesiale una meravigliosagrazia del Signore da non sciupare”, haevidenziato più volte don Salvatore. Va di-ritto al cuore di ogni fedele questa esorta-zione del Parroco: una forte sollecitazione

a ritrovare la via della santità. “Siate santicome il Signore è santo”, leggiamo nellaBibbia. A tal proposito è molto significati-va una sollecitazione di don Tonino Belloa una comunità parrocchiale che visitò daVescovo: “Non siate sacri, ma santi. È uninvito a uscire in mezzo alla gente. La parrocchia è fatta per servire il terri-

torio: dobbiamo aprire gli occhi, esplora-re i bisogni che ci sono, le situazioni emer-genti di povertà morale e fisica. La parrocchia diventi come la fontana

del villaggio: chi viene per dissetarsi, chiper lavarsi, chi per attingere l’acqua. Siateaccoglienti con tutti, arroganti con nessu-no. Non giudicate, amate, eccedete in te-nerezza, in discrezione”.

A Villa Signorini ad Ercolano una riflessione sulla legge Basaglia

Quarant’anni senza manicomiC’erano una volta i manicomi con muri alti e fili spinati, ca-

mice di forza e cancelli sbarrati che separavano i folli dalle per-sone ordinarie; un mondo parallelo svuotato da qualsiasi pietà.C’era una volta la logica della segregazione: storie di uomini edonne che videro consumare le loro esistenze in quelle celle diisolamento. Donne che si erano allontanate dalla norma co-mandata, ragazze vittime di violenza, bimbe abbandonate in-capaci di superare traumi e uomini deboli ed indifesi, segnatidallo stigma della diversità.In quei cancelli sbarrati notte e giorno il neurospsichiatra

Franco Basaglia, dopo il primo impatto che ebbe con il mani-comio di Gorizia, convintosi che non esistesse un pazienteuguale all’altro, pur avendo la stessa patologia, pensò come da-re decoro e dignità a quelle vite strappate ad ogni speranza, pra-ticando la vicinanza ai bisogni del singolo e non a quelli dellapatologia.Coraggioso eliminò contensione fisica ed elettroconvulsi-

vanti, aprendo i cancelli per il pranzo ed orientando i malatimentali al lavoro. Un voler dire addio alle città dei pazzi, chesfociò il tredici maggio ‘78 con l’approvazione della legge 180presentata in parlamento da Bruno Orsini (politico della DC)che dispose la chiusura dei manicomi segnando una svolta nelmondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici.Affiorò una luce nel buio, una censura al passato. «A cavallo

tra una sorta di Padre Pio che libera i matti dalla catene e un ri-belle velleitario che chiude i manicomi, infischiandosene dellaconseguenze, questo fu papà», così Alberta Basaglia, figlia diFranco, ricorda quella battaglia culturale frutto del suo tempo. E fu una legge quadro, frutto di giuste battaglie quella voluta

da Basaglia. A quaranta anni dalla legge continua il dibattitotra aspettative e polemiche, tra chi è chiamato a fare i conti con

la presa in carico, la cura e l’organizzazione dei servizi. La so-cietà di psichiatria ha recentemente lanciato l’allarme stiman-do in circa 860mila le persone che ogni anno sono assistite neidipartimenti di salute mentale in Italia. «Numero, questo, che sarà in costante aumento, se è vero

che circa 360mila nuove visite legate ai problemi della psichesi sono registrate nell’ultimo triennio, ciò farà si che – come sti-mato dall’O.M.S. – nei prossimi dieci anni le malattie mentalisi posizioneranno al primo posto sorpassando quelle cardio va-scolari, scatenando un mercato florido a favore delle case far-maceutiche, così Maurizio Rossi, presidente di Casa diRosanna, intervenuto alla conferenza stampa di presentazionedel convegno: “Scorgere una luce nel buio – 40 anni senza ma-nicomi aspettative e polemiche”. Il convegno organizzato dalclub Lion Miglio d’Oro d’intesa con Casa di Rosanna, associa-zione per la tutela della famiglia, fissato per il prossimo 24 no-vembre con inizio alle ore 9,30 nella cornice di Villa Signoriniad Ercolano e con il patrocinio del Comune, servirà per una ri-flessione attenta sullo stato delle psichiatria in Italia ed alle fal-de del Vesuvio; qual è l’impatto ad oggi con le famiglie, quali gliinterventi psicoeducativi, quali i gruppi di auto-aiuto da realiz-zare. L’occasione servirà anche per ricordare, nel ventennaledella tragica scomparsa, Bruno Gentile, psichiatra del diparti-mento di salute mentale di Ercolano, vittima sul lavoro, uccisoper mano di un folle uscito dalla struttura di MontelupoFiorentino. Una targa ricordo commemorativa sarà consegnata alla fi-

glia Daria alla presenza della vedova Giuseppina IaconoGentile.

Michele Di Matteo

CulturaNuova Stagione 18 novembre 2018 • 15

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Duecento giornali e riviste di quattro continenti stampati dal ‘600 al ‘900 e mancanti a tutte le biblioteche italiane sonostati mostrati al presidente della Regione Campania VincenzoDe Luca che ha visitato l’Emeroteca Tucci insieme con i vertici

della Scabec Antonio Bottiglieri e Teresa Armato

Rarità in mostraDuecento giornali e riviste di quattro

continenti stampati dal ‘600 al ‘900 e man-canti a tutte le biblioteche italiane sono statimostrati al presidente della RegioneCampania Vincenzo De Luca che ha visitatol’Emeroteca Tucci insieme con i vertici dellaScabec Antonio Bottiglieri e Teresa Armato.La rassegna, allestita in poche ore, era sol-tanto una selezione dell’enorme patrimoniodi testate esclusive possedute dalla strutturasituata nel Palazzo delle Poste di piazzaMatteotti. Lo stesso discorso vale anche per il settore librario. Infatti nel corso della visita ilpresidente De Luca ha ammirato incunaboli, cinquecentine, secentine e altri testi rarissimiacquistati tra il 1996 e il 2001 con i fondi della Legge regionale 12/96, legge (tuttora vigente)di sostegno alla “Tucci”. In particolare: la prima edizione italiana del “De Architectura” diVitruvio del 1521 con 117 xilografie ricavate da disegni di Leonardo regalati poco prima del-la morte al curatore Cesare Cesariano, allievo del Bramante, “Li Cinque Ordini” del Vignolanell’edizione veneziana del Mozo Scolari del 1648 (unica copia al mondo), l’album originaledelle riprese fotografiche eseguite con apparecchio da ricognizione nella prima guerramondiale sui porti austriaci dell’Adriatico dal Capitano Natale Palli, l’eroico pilota che poicondusse D’Annunzio a lanciare volantini dal cielo su Vienna (quelle foto permisero l’affon-damento della Viribus Unitis e altre corazzate parte delle motosiluranti italiane), il docu-mento originale della condanna a morte del sindaco di Parigi Bailly, il volume esclusivo dei“Tableaux Chronologiques dell’Histoire Ancienne pour l’instruction de mon fils” scritti amano dal grande giurista Jacques Thouret, inventore dei 95 dipartimenti, e stampati dal fi-glio nel 1825 in ricordo del padre ghigliottinato nel 1794 perché sospettato da essere legatoa Danton.Il presidente è rimasto particolarmente colpito nel trovare nelle bacheche della “Tucci”

i giornali originali di Marat (l’Ami du peuple), di Robespierre ( Le defenseur de laCostitution) di Tournon che in Italia nessuna biblioteca possiede. Novemila e ottocento col-lezioni di giornali italiani, francesi, inglesi, austriaci, tedeschi, svizzeri, bulgari, spagnoli,russi, argentini, cubani, coreani, vietnamiti, neozelandesi raccolti in oltre trecentomila vo-lumi, cinquantamila libri degli ultimi sei secoli, lettere inedite di scrittori, statisti, condot-tieri, la più grande collezione di manifesti futuristi esistenti in Italia, i libri di Marinetti initaliano, spagnolo, tedesco, francese e cecoslovacco, la più grande raccolta di bandi postali, un patrimonio unico che va conservato alle generazioni future. Come? Attraverso una fon-dazione che veda insieme giornalisti ed enti pubblici tra i quali la Regione Campania.

Il 23 novembre alle 17.30 nel Salone del Mandatodell’Arciconfraternita dei Pellegrini,

S.E. Pierbattista Pizzaballa condurrà un dialogo sulla minoranza cristiana a Gerusalemme

Gesù, fratello fra i fratelli in Terra SantaGesu� , fratello tra i fratelli in Terra Santa. Sul suo esempio vive la minoranza

Cristiana a Gerusalemme e intenso si prevede l’incontro con monsignor Pizzaballa.«I cristiani, anche se una piccola minoranza in queste zone, sono una presenza cul-turalmente molto vivace e ricca, che ha contribuito in maniera enorme a costruire re-lazioni, non soltanto con la popolazione locale, ma anche con le tante societa� nel mon-do». Cosi� qualche anno fa Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico delPatriarcato latino di Gerusalemme, descriveva la ricchezza che rappresenta, non sol-tanto per la Chiesa, la presenza di minoranze cristiane in Medio Oriente e, in parti-colare, in Terra Santa. La vivacita� e la ricchezza della vita della testimonianza delle minoranze cristiane

in Terra Santa e a Gerusalemme in particolare, non e� scontata, e� frutto di una fedelta�al Vangelo spesso sofferta, che sa tenere a cuore la vita delle comunita� locali e l’invitoa testimoniare la buona notizia “fino ai confini della terra». Il 23 novembre alle ore17.30 nel Salone del Mandato dell’Arciconfraternita dei Pellegrini, monsignorPizzaballa condurrà un dialogo nel cuore della vita dei cristiani di Gerusalemme che,come recita il titolo dell’incontro, vivono seguendo le orme di Gesu� , fratello tra i fra-telli. Compagni di questo ideale pellegrinaggio il professore Francesco PaoloCasavola Presidente emerito della Corte Costituzionale, don Tonino Palmese vicarioepiscopale Carita� e Giustizia e Massimo Milone direttore di Rai Vaticano.Il Primicerio dell’Arciconfraternita Vincenzo Galgano, che ha promosso l’iniziati-

va insieme al luogotenente dell’ordine equestre del Santo sepolcro di GerusalemmeGiovanni Battista Rossi, aprirà la serata. “Nel quadro del rafforzamento della secola-re azione della confraternita dei Pellegrini, che deve tornare ad essere un valore dellacittà soprattutto come promotore di cultura e di socialità cristiana si prosegue in que-sta attenzione ai temi della vita sociale e dei valori della cristianità, esempio per noitutti che cerchiamo di essere sempre vicini ai più disperati, ai poveri, agli emarginati,ai bambini e agli anziani nella speranza di migliorare in qualche modo l’accoglienzadi questa città“. Così si è espresso il primicerio dell’Arciconfraternita Vincenzo Galgano per lan-

ciare l’evento che si colloca nel ciclo di incontri “La strada della Pace e� il Dialogo”,giunto alla sua IV edizione e nell’ambito delle celebrazioni dei 440 anni di vitadell’Arciconfraternita. Iniziativa che vedrà il commento musicale e cura dell’ensem-ble Mira Floriditas.

Angelo Cirasa

Nuova Stagione16 • 18 novembre 2018

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tagioneAnno LXXII • Numero 40 • 18 novembre 2018

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Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

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