Via Crucis Diocesana 2014

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Via Crucis della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno del 9 aprile 2014 per le strade del Centro di Nocera Inferiore. Testi ed immagini a cura di Mons. Giuseppe Giudice.

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Mons. G

iuseppe Giudice

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Dall’accogliere all’essere accolti!

Sono i due momenti del nostro cammino diocesano che il nostro pastore Mons. Giuseppe Giudice, facendosi “pastore con l’odore delle sue pecore”, non solo indica, ma incoraggia e sostiene. Accolti sulla via della Croce;là dove l’uomo è tentato di chiudersi in se stesso e di alzare il grido dello sconforto, della disperazione, il nostro pastore ci prende per mano e ci aiuta ad entrare nell’Altro Dolore nel quale ogni uomo trova il suo dolore, e la con-solazione dell’essere amati.Il Vescovo con uno sguardo contemplativo, attraverso questo Volto Soff eren-te, ci aiuta a scendere nella profondità del nostro cuore facendoci toccare con mano tutto ciò che blocca l’accoglienza chiudendoci nei nostri pensieri: “prigionieri di noi stessi!”.Gesù ci dice, attraverso un maturo cammino di fede:Io non sono solo per te, ma Io sono te!

…tanto era trasfi gurato per essere d’uomo il suo aspetto (Is 52,14)…come uno davanti al quale ci si copre la faccia……non avevamo alcuna stima.Eppure si è caricato delle nostre soff erenze,si è addossato dei nostri dolori… per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (Is 53)

È il cammino della contemplazione di questa “Via Crucis” a cui il nostro Ve-scovo ci vuole avviare.Imparare da Lui!Il Vescovo ci affi da a Maria, Madre del dolore accolto, perché il cammino nella preghiera e nella contemplazione ci possa fare pregustare le gioie della Re-denzione.

Resurrexi et adhuc tecum sum

INTRODUZIONEa cura di Mons. Giovanni Iaquinandi

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Sono risorto e sono sempre con te.Mentre contempliamo il dolore di Gesù, passando attraverso le “dipendenze “ della nostra storia, Mons. Vescovo con mano paterna ci porta a “ scoprire” questa presenza luminosa del Risorto che dice a ciascuno di noi:

La mia mano ti sorregge!Ovunque tu possa cadere, ricordati che tucadrai nelle mie mani.

Che questo esercizio contemplativo ci aiuti ad essere sempre più Chiesa con il nostro Vescovo e il Volto Trasfi gurato di Gesù la renda sempre più splendente di luce e di amore nel segno della conversione evangelica.

Mons. G

iuseppe Giudice

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ACCOLTI SULLA VIA DELLA CROCE con meditazioni di Mons. Giuseppe Giudice

Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno

Canto

Saluto liturgicoAccogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza (Gc 1,21)...la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio (1Cor 1,18).

Preghiera inizialeEccoci, Signore,stiamo arrivando,sempre un po’ trafelati e in ritardo,dalle nostre strade,dalle nostre cosee dalle nostre caseper accogliereil dono della tua Crocee per ripercorrere,con la nostra Chiesa,la strada della tua soff erenza.Accoglici, Signore,siamo qui,con le nostre piccole e grandi croci;siamo quiper essere accolti nuovamentee per imparare da Te.Maria, Madre del dolore accolto,prendici per manoe non farci smarrirelungo le stazioni della Via Crucis,stazioni della nostra vita,dove Tu ci precedi, ci incoraggi e ci sostieni.Amen.

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I STAZIONE

Gesù è condannato a morte (Mt 27,17-23)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”.Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”.Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.Allora il governatore domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”.Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifi sso!”.Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifi sso!”.

Mons. G

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Meditazione

Glielo avevano consegnato per invidia. E Pilato lo sa bene, anche se, bloccato dal giudizio, non ascolta neanche i suggerimenti della moglie. L’invidia condanna e toglie la libertà di giudizio. L’invidia blocca l’accoglienza e non fa gioire del progresso dell’altro: “... invidiate, e non riuscite a ottenere e fate guerra!” (Gc 4,2) e, in questa guerra, spesso la verità è condannata.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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II STAZIONE

Gesù caricato della Croce (1Pt 2,22-25)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soff rendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Mons. G

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Meditazione

Siamo noi, io e tu, la pecora sulle sue spalle, smarrita e da riportare all’ovile. Egli non ha commesso peccato. Per amore, Egli si carica del nostro peccato. Siamo erranti – da errore – ed ora torniamo al pastore e guardiano delle nostre anime. Dopo ogni confessione, di nuovo puri in Lui, atti ad accoglierlo ancora. Perché, noi siamo il suo amore e la sua croce.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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III STAZIONE

Gesù cade per la prima volta (Rm 15, 1-3)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edifi carlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.

Mons. G

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Meditazione

Su di Lui, il Forte, che si è fatto debole nell’amore, cadono gli insulti degli uomini. Ed Egli cade, non per errore, ma per sostenere il peso degli uomini peccatori. Forte dell’amore del Padre, Egli ci sostiene. E noi, rialzati dal suo amore, dobbiamo sopportare l’infermità dei deboli, che sempre ci cadono accanto.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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IV STAZIONE

Gesù incontra la madre (Rm 15, 1-3)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafi ggerà l’anima”.

Mons. G

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Meditazione

Una spada trafi gge il cuore di Maria. È una lama di luce e di croce. È la Parola che ricama nel suo cuore il disegno di Dio. L’amore è sempre crocifi ggente e il vecchio Simeone lo ricorda a Maria: Egli è rovina e risurrezione. E Maria dice ancora sì, come all’inizio ha detto all’Angelo, ora dinanzi ad un nuovo annuncio, che prende il colore della croce.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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V STAZIONE

Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce (Rm 15, 1-3)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?Proprio come sta scritto:Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.

Mons. G

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Meditazione

Messi a morte ogni giorno, trattati come pecore da macello: è la condizione di tanti uomini e donne sulla faccia della terra. E poi passa Gesù portando la Croce e, come il Cireneo, siamo costretti ad aiutarlo. E la sua Croce si aggiunge alle nostre croci, ma solo allora ogni croce ha un senso e nulla più può separarci da Lui.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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VI STAZIONE

Gesù è asciugato dalla Veronica (Is 25,7-8)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Egli strapperà su questo monteil velo che copriva la faccia di tutti i popolie la coltre che copriva tutte le genti.Eliminerà la morte per sempre;il Signore Dio asciugherà le lacrimesu ogni volto;la condizione disonorevole del suo popolofarà scomparire da tutto il paese,poiché il Signore ha parlato.

Mons. G

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Meditazione

C’è sempre un velo di tristezza e soff erenza che copre il nostro volto. C’è, radicata in noi, l’ombra del peccato e la paura della morte. Solo Gesù, eliminando la morte per sempre, può strappare il velo che copre la faccia di tutti i popoli. Solo Gesù può asciugare le lacrime su ogni volto. Veronica, ed ogni anima credente, lo sa e perciò si avvicina e il volto di Lui, oltraggiato, si stampa per sempre in lei, volto restaurato.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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VII STAZIONE

Gesù cade per la seconda volta (At 15, 16-18)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dopo queste cose ritornerò e riedifi cherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò, perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall’eternità.

Mons. G

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Meditazione

Dopo ogni caduta, il Signore viene a riedifi care la mia vita, come riedifi cò la tenda di Davide che era caduta.L’uomo cade, cade sempre, cade ancora, cade di nuovo. E Gesù, portando la Croce, si china per rimetterlo in piedi, per riabilitarlo anche moralmente dopo ogni caduta. Così, sollevandolo, lo restituisce alla sua dignità.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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VIII STAZIONE

Gesù incontra le donne di Gerusalemme (Lc 19,41-44)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:“Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi fi gli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.

Mons. G

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Meditazione

Gesù piange su Gerusalemme e le sue lacrime, acqua e sangue, si confondono con quelle di tante donne che, oggi, continuano a piangere.Gesù piange per la devastazione delle nostre città, dove tanti nemici circondano e abbattono la vita.Piange Gesù: perché non sappiamo riconoscere il tempo della sua visita nella nostra vita e nella nostra città. Non accogliendoLo, non ci accogliamo.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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IX STAZIONE

Gesù cade per la terza volta (Mic 7,8-9)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Non gioire di me,o mia nemica!Se sono caduta, mi rialzerò;se siedo nelle tenebre,il Signore sarà la mia luce.Sopporterò lo sdegno del Signoreperché ho peccato contro di lui,fi nché egli tratti la mia causae ristabilisca il mio diritto,fi nché mi faccia uscire alla lucee io veda la sua giustizia.

Mons. G

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Meditazione

Chi è caduto, desidera rialzarsi.Chi è caduto, non ama rimanere per terra, nel fango, cerca una mano.Se sono caduto, mi rialzerò…Nella terza caduta, Gesù ci educa alla speranza, a sopportare anche le cadute, ma a farle diventare sbocchi verso la luce, feritoie di pace.Cadendo ancora, Egli ci ricorda che si può sempre ricominciare.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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X STAZIONE

Gesù è spogliato delle vesti (Gn 3,9-13)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

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Meditazione

Chi ti ha fatto sapere che eri nudo?L’uomo, nel peccato, è stato spogliato della sua dignità.Adamo si nasconde, ha paura, è fragile. E comincia così la storia dell’accusa, delle relazioni diffi cili tra uomo e donna, tra i popoli.Gesù si lascia spogliare, esporre nudo, povero, per rivestire l’uomo con l’abito nuovo della festa e della dignità, per riconciliare l’uomo con l’altro.Nella Croce, mentre Gesù è spogliato, noi siamo rivestiti di Cristo.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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XI STAZIONE

Gesù è inchiodato sulla Croce (Gn 3,9-13)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Egli portò i nostri peccati nel suo corposul legno della croce,perché, non vivendo più per il peccato,vivessimo per la giustizia;dalle sue piaghe siete stati guariti.

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Meditazione

Inchiodato come ogni uomo alla sua condizione, al suo dovere, alla sua soff erenza. Gesù è inchiodato in croce per insegnarci a restare sulle nostre croci, a perseverare, a rimanere, quando tutti se ne sono andati.Inchiodato dalla malvagità degli uomini, è sostenuto dall’amore del Padre.Anche noi, con Lui, rimaniamo al chiodo della nostra fragilità e della nostra vocazione.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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XII STAZIONE

Gesù muore in Croce (Gv 19,25-30)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo fi glio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affi nché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

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Meditazione

Muore in croce.Muore per me e per ogni uomo.Muore avendo accanto la Madre, alcune donne e Giovanni.Muore accogliendo e donando.Muore assetato. Ed è sete d’amore.Muore chinando il capo e consegnando lo Spirito.Come ogni uomo, muore in croce.Ma Egli è il Figlio di Dio, che non muore mai.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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XIII STAZIONE

Gesù è deposto dalla Croce (Lc 17,22-25)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soff ra molto e venga rifi utato da questa generazione.

Mons. G

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Meditazione

Eccolo là. Eccolo qui.È necessaria la soff erenza e il rifi uto del Figlio dell’uomo.Dov’è?Eccolo qui, deposto dalla croce.Eccolo, esanime, tra le braccia di sua Madre.Eccoli, abbracciati per sempre.Madre e Figlio, ai piedi di tutte le croci di ieri, di oggi e di sempre.E, solo in quell’abbraccio, la mia croce ha un senso.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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XIV STAZIONE

Gesù è deposto nel Sepolcro (Is 53,8-9)

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamoT. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;chi si affl igge per la sua posterità?Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.Gli si diede sepoltura con gli empi,con il ricco fu il suo tumulo,sebbene non avesse commesso violenzané vi fosse inganno nella sua bocca.

Mons. G

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Meditazione

Eliminato dalla terra dei viventi.Sepolto con gli empi, il suo tumulo si confonde con il ricco.Ma Egli è il Povero, lo Scarto, la Pietra gettata, l’Agnello sgozzato.È accolto nella nudità di un sepolcro nuovo, posto in un giardino nuovo, donato grazie al cuore nuovo di Giuseppe di Arimatea.È accolto dall’amore trinitario, mentre noi siamo accolti da Lui nella sera della nostra solitudine.

Pater Noster qui es in cælis:sanctifi cétur nomen tuum;advéniat regnum tuum;fi at volúntas tua,sicut in cælo, et in terra.Panem nostrum cotidianumda nobis hódie;et dimítte nobis débita nostra,sicut et nosdimíttimus debitóribus nostris;et ne nos indúcas in tentatiónem;sed líbera nos a malo.Amen.

Santa Madre, deh voi fateche le piaghe del Signoresiano impresse nel mio cuore.

CantoE accoglierò la vita come un dono,e avrò il coraggio di morire anch’io,e incontro a te verrò col mio fratelloche non si sente amato da nessuno.

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Preghiera fi nale

Signore,abbiamo camminato con Tee Tu, grande Paziente,hai camminato con noi,prima di noi,aprendoci la stradae accogliendoi nostri passiincerti e stanchi.Ad ogni stazione, come luce,abbiamo accolto la tua Parolae, abbiamo pregato:- Salve, o Croce, unica speranza! -incrociando le nostre braccia con le Tue per portare le tante crociche costeggiano la nostra vita.Ora il silenzioè sceso su Gerusalemmee noi, riaccolti da Te,accanto al tuo sepolcro,sostiamo, preghiamo, attendiamo.In compagnia di Maria,Madre accogliente,speriamo che il nuovo giorno verrà.E lo accoglieremo nella fede.Amen.

Canto

Benedizione fi nale