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Pubblicato Giovedì 19 Novembre 2015Upa Siena - Confagricoltura |

“Vigneto Siena”, impianti: dai diritti alle autorizzazioni, agri coltori a confronto sulla nuovanormativa

Redazione - @agenziaimpress

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A partire dal primo gennaio entra in vigore il nuovo regime di “autorizzazioni all’impianto” per I vigneti. Una svolta non di poco conto per il territoriosenese, per tutto il settore produttivo vinicolo e per i 6 Consorzi di tutela del vino. Per questo motivo l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena ha organizzato un momento di confronto e approfondimentosul tema con il convegno “Impianto vigneti dai diritti alle autorizzazioni” , luci ed ombre del nuovo sistema in vigore dal 2016 (Venerdì 20 novembre dalle 9,30 Auditorium CCIAA di Siena).

Il programma Ad aprire l’incontro sarà il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Giuseppe Bicocchi; ad illustrare il nuovo sistema delle autorizzazioni sarà il direttore generale dellepolitiche e dell’Unione Europea del Mipaaf Felice Assenza, mentre le opportunità e le criticità saranno illustrate dal Direttore dell’Area Economica e Centro Studi di Confagricoltura Vincenzo Lenucci. Adibattere sull’impatto sulle produzioni saranno i rappresentanti dei 6 Consorzi di tutela del vino senesi e le conclusioni sono affidate all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi.Modera il giornalista Alessandro Maurilli.

Come cambia la normativa per gli impianti dei vigneti Fino al 31 dicembre 2015 per impiantare un nuovo vigneto è necessario avere un “diritto di reimpianto” acquistato o ottenuto a seguito di unespianto di una superficie vitata.

Dal primo gennaio 2016, in virtù delle nuove disposizioni approvate con la riforma della Politica Agricola Comune del 2013 e tese ad una maggiore liberalizzazione del mercato, il sistema dei diritti direimpianto si esaurisce e si trasforma in un sistema di “autorizzazioni”.

In pratica chiunque voglia impiantare un nuovo vigneto può presentare sul Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) una apposita domanda e potrà ottenere, salvo disponibilità l’autorizzazioneappunto ad impiantare la superficie che intende investire a vigneto.

Le autorizzazioni complessivamente concesse in Italia non devono però superare l’1 per cento del totale del “vigneto nazionale” quindi non superare i 6.450 ettari complessivi; ettari comunque ripartiti trale varie Regioni e Province autonome.

I criteri di tale ripartizione saranno precisati, come altri aspetti applicativi, in un Decreto Ministeriale del Mipaaf in corso di approvazione. Su di esso è mancata recentemente l’intesa in Conferenza StatoRegioni e da fine novembre esso potrebbe essere discusso dal Consiglio dei Ministri per una sua eventuale approvazione.

Le domande per ottenere le autorizzazioni al nuovo impianto si potranno presentare tra il 15 febbraio ed il 31 marzo di ogni anno, prevede la bozza di DM. Le Regioni e le Province autonome rilascerannole autorizzazioni a seguito di istruttoria entro il primo giugno successivo.

I diritti di reimpianto preesistenti (oggi si stima ci siano in Italia 45mila ettari), come prevede la normativa comunitaria:

possono ancora essere ceduti tra operatori sino al 31 dicembre 2015;

potranno essere convertiti in “autorizzazioni”, oltre i 6.450 ettari massimi consentiti dall’incremento dell’1%, in qualsiasi giorno compreso tra il 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2020.

Le autorizzazioni ottenute dalla conversione di “diritti” al pari delle altre autorizzazioni non potranno essere oggetto di cessione.

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“Vigneto Siena”: diritti di impianto eautorizzazioni

Gli agricoltori a confronto sulla nuova normativaSIENA. A partire dal primo gennaio entra in vigore il nuovo regime di “autorizzazioni

all’impianto” per I vigneti. Una svolta non di poco conto per il territorio senese, per

tutto il settore produttivo vinicolo e per i 6 Consorzi di tutela del vino. Per questo

motivo l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena ha organizzato un momento di

confronto e approfondimento sul tema con il convegno “Impianto vigneti dai diritti

alle autorizzazioni” , luci ed ombre del nuovo sistema in vigore dal 2016 (Venerdì 20

novembre dalle 9,30 Auditorium CCIAA di Siena).

Il programma. Ad aprire l’incontro sarà il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori

di Siena Giuseppe Bicocchi ; ad illustrare il nuovo sistema delle autorizzazioni sarà il

direttore generale delle politiche e dell’Unione Europea del Mipaaf Felice Assenza,

mentre le opportunità e le criticità saranno illustrate dal Direttore dell’Area Economica

e Centro Studi di Confagricoltura Vincenzo Lenucci . A dibattere sull’impatto sulle

produzioni saranno i rappresentanti dei 6 Consorzi di tutela del vino senesi e le

conclusioni sono affidate all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco

Remaschi. Modera il giornalista Alessandro Maurilli.

Come cambia la normativa per gli impianti dei vigne ti. Fino al 31 dicembre 2015

per impiantare un nuovo vigneto è necessario avere un “diritto di reimpianto”

acquistato o ottenuto a seguito di un espianto di una superficie vitata.

Dal primo gennaio 2016, in virtù delle nuove disposizioni approvate con la riforma della

Politica Agricola Comune del 2013 e tese ad una maggiore liberalizzazione del

mercato, il sistema dei diritti di reimpianto si esaurisce e si trasforma in un sistema di

“autorizzazioni”.

In pratica chiunque voglia impiantare un nuovo vigneto può presentare sul Sian

(Sistema Informativo Agricolo Nazionale) una apposita domanda e potrà ottenere,

salvo disponibilità l’autorizzazione appunto ad impiantare la superficie che intende

investire a vigneto.

Le autorizzazioni complessivamente concesse in Italia non devono però superare l’1

per cento del totale del “vigneto nazionale” quindi non superare i 6.450 ettari

complessivi; ettari comunque ripartiti tra le varie Regioni e Province autonome.

I criteri di tale ripartizione saranno precisati, come altri aspetti applicativi, in un

Decreto Ministeriale del Mipaaf in corso di approvazione. Su di esso è mancata

recentemente l’intesa in Conferenza Stato Regioni e da fine novembre esso potrebbe

essere discusso dal Consiglio dei Ministri per una sua eventuale approvazione.

Le domande per ottenere le autorizzazioni al nuovo impianto si potranno presentare tra

il 15 febbraio ed il 31 marzo di ogni anno, prevede la bozza di DM. Le Regioni e le

Province autonome rilasceranno le autorizzazioni a seguito di istruttoria entro il primo

giugno successivo.

I diritti di reimpianto preesistenti (oggi si stima ci siano in Italia 45mila ettari), come

prevede la normativa comunitaria:

possono ancora essere ceduti tra operatori sino al 31 dicembre 2015;

potranno essere convertiti in “autorizzazioni”, oltre i 6.450 ettari massimi consentiti

dall’incremento dell’1%, in qualsiasi giorno compreso tra il 1° gennaio 2016 e sino al

31 dicembre 2020.

Le autorizzazioni ottenute dalla conversione di “diritti” al pari delle altre autorizzazioni

non potranno essere oggetto di cessione.

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Mance per vestire i defunti,condannati 5 dipendenti AslGli ex addetti dell’obitorio di Arezzo, licenziati nel 2013, ora devonopagare i danni

Fra leaccuseanchequella diavvertire le imprese funebri seunpazientemoriva

◗ CHIUSI

Quattromila bottiglie, 30 quin-tali di olio extravergine d’olivacontraffatto. Le ha scoperte inToscana e Umbria il Corpo fo-restale dello Stato, su segnala-zione di un consumatore diChiusi che si era accorto cheunabottiglia acquistata riporta-va una doppia etichetta, la pri-ma in italiano e la seconda (sot-

tostante) in tedesco, riferita auna partita di olio destinata almercato della Germania. Cosìle autorità, coordinate dallaProcuradi Siena, hanno seque-strato le bottiglie risalenti al lot-tocontraffatto.Le identità del produttore e

del rivenditore non sono statesvelate.Lepoche informazionetrapelate dicono che l’aziendaproduttrice è della provincia di

Firenze e risulta estranea alleattività di indagine portateavanti dal sostituto procurato-rediTorino,RaffaeleGuariniel-lo, che ha messo nel mirinouna decina dimarchi del setto-re.L’11 novembre sarebbe arri-

vata una comunicazione cheobbligava al ritiro di un precisolotto di unmarchio di olio, nonpresente in tutti i punti vendita

della catena interessata. Dagliaccertamenti condotti dal sosti-tuto procuratore di Siena, AldoNatalini, si apprende che l’olio,risalente al 2014, è statomessoin commercio a settembre e nesono state vendute16.000 botti-glie. Le restanti 4.000 sono sot-toposte a sequestro probatorioe amministrativo. L'olio, di ori-gine comunitaria, era vendutoin promozione a 5,98 euro perduebottiglie da 0,75 litri. Il tito-lare dell’azienda è stato deferi-to all’Autorità giudiziaria peripotesi di reato di frode nell'esercizio del commercio e la so-cietà indagata per illecito am-ministrativo. È stata inoltre ef-

fettuata un'attività tecnica dicampionamento finalizzata averificare le caratteristichemer-ceologiche della sostanza e so-no in corso le analisi chimi-co-fisiche sul prodotto. La so-cietà responsabile della distri-buzione, estranea alla vicenda,ha provveduto all'immediatoritiro del prodotto, mettendosia disposizione per le verifichedel caso. Coldiretti Toscana,qualora gli accertamenti deimagistrati trovassero confer-ma, è pronta a costituirsi partecivile. «Ci riteniamo lesi daque-sta condotta», afferma il presi-denteTullioMarcelli.

Stefano Taglione

◗ AREZZO

Tutto sommato, non pensava-no di fare qualche cosa di sba-gliato.Cercavano solodi «arro-tondare un po’ lo stipendio»,come riconosce anche la sen-tenza di condanna per corru-zione. Le “mance” non eranoneppure troppoalte: da30a 50euro per vestire le salme. Manonpotevano farlo. Non pote-vanocrearsi unbusinessparal-lelo sul caro estinto. I dipen-denti (ormai ex) dell’obitoriodell’Asl di Arezzo non poteva-no avvertire alcune imprese dipompe funebri quando i pa-zienti dell’ospedale stavanopermorire o erano appena de-ceduti, inmodo che potesserooffrire ipropri servigi alle fami-glie. E lamagistratura contabi-le della Toscanaglielo ha appe-na ricordato. Li condanna alpagamento del danno erarialenei confronti dell’Asl di Arez-zo. E anche a risarcire l’azien-daper il dannodi immagine.Lavicenda iniziaunadecina

dianni fa,ma - visti i tempi del-la giustizia - si conclude soloadesso. Inizia quando si vieneasapere chealcuni dipendentidell’Asl di Arezzo forniscono«informazioni sul decesso deipazienti ai gestori di alcuneimprese funebri». Sono cin-que dipendenti dell’ospedale(operatori socio-sanitari) e ad-detti all’obitorio. In primogra-do il processo si conclude conla condanna di tutti e cinquegli imputati a 8 mesi di reclu-sione, alla condanna al risarci-mento dei danni causatiall’Asl, che si è costituita partecivile, e all’interdizione daipubbliciufficiperunanno.La sentenzaviene conferma-

ta inappellonel 2012ediventaesecutiva ad agosto del 2013.Pochimesi dopo, a novembre,il direttore generale dell’Asl de-libera il licenziamento senzapreavviso di tutti e cinque i di-pendenti che sono stati con-dannati per «corruzioneper at-to contrario ai doveri d’ufficionella qualità di incaricati dipubblico servizio». Inoltre, vie-nequantificatoanche il suppo-sto danno erariale che questocomportamento sarebbe co-stato alle casse pubbliche: po-comeno di 13.000 euro di spe-se legali sostenutedall’Asl per itre gradi di giudizio del proces-so, oltre a 20.000 europer dan-no di immagine, visto lo scal-poredella vicenda e la risonan-zaavutaanche suimedia.Cosìla magistratura contabile haavviato il procedimento nei

confronti dei dipedenti dellasanitàpubblica.Il loro legale, però, si è oppo-

stoalla richiestadi31.000eurodi danno erariale, reclamandola concessione delle attenuan-ti per la «particolare tenuitàdel fatto, sia dei modestissimiimporti, sia della posizione ge-

rarchica di basso livello nellapubblica amministrazione, ol-tre che dell’espletamento (afronte del compenso ricevuto,i 30 o 50 euro) di un penoso ecertamente sgradevole ufficio:la vestizione delle salme cheanche le imprese funebri decli-navano».Secondoildifensore,

infatti, il comportamento deicinque dipendenti «denotanonon certamente mire di arric-chimento, ma tentativo di ar-rotondare illecitamente lemo-deste entrate corrispondentialle mansioni espletate, costi-tuenti mance per la vestizionedelle salme, quantificabili dai30 ai 50 euro per ogni vestizio-ne». Importi che, nella stessasentenza di Appello del 2012vengonodefiniti «modesti».La Corte dei Conti ha preso

in considerazione tutti questiaspetti. E infatti ha ridimensio-nato il danno di immaginedell’Asl in 5.000 euro (1.000 eu-ro a persona) «vista la partico-lare tenuitàdel fatto e ilprofiloprofessionale dei dipendenti»e ha ridotto il danno patrimo-niale, ugualmente, a 5.000 eu-ro perché «incontestata appa-re la sussistenzadel danno era-riale e la qualificazione delcomportamento delittuoso».Insomma, la corruzione c’èstata. Anche se di poco conto.E, tutto sommato, un po’ tri-ste.

Ilaria Bonuccelli

©RIPRODUZIONERISERVATA

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