VERSO IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE...

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Durante questo mese di Marzo verrà costituito il Nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale, succederà al precedente che domenica 8 Marzo concluderà il proprio mandato triennale come da statuto. Occorrerà procedere alle elezioni dei nuovi Consiglieri, per questo invito tutti a leggere quanto viene riportato su questo numero del nostro giornalino. Dell’argomento se ne parlerà anche durante le assemblee eucaristiche domenicali precedenti le consultazioni. Penso che non sia inutile ribadire fin d’ora qualche concetto di fondo circa la natura e l’origine del Consiglio Pastorale Parrocchiale. Quando il Concilio Ecumenico Vaticano II segnalava la necessità della partecipazione dei laici alla missione della Chiesa, si rifaceva a motivazioni chiaramente indicate dalla Parola di Dio ed illustrate, con particolare efficacia da San Paolo: ogni cristiano, essendo membro vivo del Corpo di Cristo, che è la Chiesa, è partecipe della sua vita e della sua missione. Ogni cristiano battezzato è incorporato alla Chiesa e vive in Marzo 2009 - Anno 11 (n° 124) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco VERSO IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE essa perché ad essa legato da vincoli interiori e soprannaturali, quali la fede, i sacramenti, l’azione dello Spirito Santo. Perciò, quanto più il cristiano laico entra con la propria esistenza nella comunione dello Spirito Santo e nella vita sacramentale, specialmente partecipando all’Eucaristia, tanto più prende coscienza di dover essere membro attivo e responsabile, della missione della Chiesa, assieme ai fratelli e ai pastori. Ciò premesso, va

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Durante questo mese di Marzo verrà costituito il Nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale, succederà al precedente che domenica 8 Marzo concluderà il proprio mandato triennale come da statuto. Occorrerà procedere alle elezioni dei nuovi Consiglieri, per questo invito tutti a leggere quanto viene riportato su questo numero del nostro giornalino. Dell’argomento se ne parlerà anche durante le assemblee eucaristiche domenicali precedenti le consultazioni. Penso che non sia inutile ribadire fin d’ora qualche concetto di fondo circa la natura e l’origine del Consiglio Pastorale Parrocchiale. Quando il Concilio Ecumenico Vaticano II segnalava la necessità della partecipazione dei laici alla missione della Chiesa, si rifaceva a motivazioni chiaramente indicate dalla Parola di Dio ed illustrate, con particolare efficacia da San Paolo: ogni cristiano, essendo membro vivo del Corpo di Cristo, che è la Chiesa, è partecipe della sua vita e della sua missione. Ogni cristiano battezzato è incorporato alla Chiesa e vive in

Marzo 2009 - Anno 11 (n° 124)

Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

VERSO IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

essa perché ad essa legato da vincoli interiori e soprannaturali, quali la fede, i sacramenti, l’azione dello Spirito Santo. Perciò, quanto più il cristiano laico entra con la propria esistenza nella comunione dello Spirito Santo e nella vita sacramentale, specialmente partecipando all’Eucaristia, tanto più prende coscienza di dover essere membro attivo e responsabile, della missione della Chiesa, assieme ai fratelli e ai pastori. Ciò premesso, va

ribadito che la partecipazione dei laici alla vita e alla missione della Chiesa non nasce dall’insorgere di problemi contingenti quali la scarsità di presbiteri, o la difficoltà di comunicazione con il mondo esterno o la rapida trasformazione della cultura; non si tratta di supplire qualche cosa che manca, la partecipazione non può essere giustificata solo da ragioni sociologiche o psicologiche emergenti. Ciò premesso occorre ribadire che quanto è stato detto sulla Chiesa dal Concilio Vaticano II si riflette nella Chiesa particolare, e in essa trova il suo vero incontro con il mondo. Proprio perché comunione organica e visibile la Chiesa si articola in una struttura che è legata a luoghi e ministeri ben precisi, il cui scopo è evangelizzare le persone là dove vivono. Nasce così la Diocesi, manifestazione immediata della Chiesa universale, in un determinato ambito, gerarchicamente strutturata, con a capo il Vescovo. Proprio all’interno di questo organismo che si chiama Diocesi si trova la Parrocchia, quale cellula della Chiesa, come segno tangibile della stessa Chiesa che vive tra le case dei suoi figli. La Parrocchia è definita da un territorio geografico e dalla varietà delle persone che lo popolano. La Parrocchia però si configura come comunità che si forma e cresce attorno all’Eucaristia; a guida di essa vi è un presbitero (parroco) mandato dal Vescovo. In questo orizzonte si comprende l’ambiente che origina e fa vivere un Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è una forma ecclesiale di partecipazione alla vita della propria Comunità cristiana, ad essa si riferisce e ad essa ne deve rendere conto. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è una realtà ecclesiale viva, dinamica, che si colloca all’interno della Comunità, non fuori, né sopra di essa; ne esprime la fede, l’intima natura comunitaria e gerarchica, tutto lo slancio missionario. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è un segno e uno strumento che esprime e favorisce la comunione dell’intero popolo di Dio e dei fedeli con il loro pastore. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale per essere rappresentativo della comunità deve venir fuori dalla comunità stessa, come sua espressione. Per mezzo del Consiglio Pastorale Parrocchiale si manifesta e si realizza la cooperazione e la partecipazione di tutto il popolo di Dio alle iniziative pastorali che riguardano la vita della comunità. Costituire un Consiglio Pastorale Parrocchiale è un fatto importante, è un buon lavoro.

Don Giuseppe N.B.: Invito a leggere attentamente quanto riportato a pag. 8-9 di questo numero: “Identità e regole del Consiglio Pastorale Parrocchiale”

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La città di Filippi, situata nella pianura della Macedonia orientale, nei pressi della costa settentrionale del Mar Egeo, rivestiva grande importanza per la favorevole posizione stradale e strategica. Paolo vi giunge, insieme con Silvano, in seguito alla visione di At 16,9-10 (siamo nel 50-51, durante il cosiddetto secondo viaggio missionario). La popolazione era formata da nativi e da veterani romani. Gli Ebrei erano una piccola minoranza, non avendo una sinagoga vera e propria ma solo un luogo di preghiera lungo il fiume Angites (Crenide), fuori dalle mura (cfr. At 16,13). È qui che, di sabato, l'apostolo rivolge la parola alle donne riunite per la preghiera. Filippi costituisce per la storia del cristianesimo una pietra miliare poiché,

entro le sue mura, si forma la più antica comunità cristiana in suolo europeo. L'evangelizzazione della città è narrata da Luca in una pagina lunga e vivace, densa di avvenimenti (cfr. At 16,11-40): non poche sofferenze e fatiche accompagnano l'annuncio di Paolo. La conversione di una donna al vangelo, Lidia, segna la nascita della chiesa a Filippi: «... e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo» (At 16,14). Un'altra giovane donna, che faceva l'indovina per strada e procurava in questo modo lauti guadagni a uomini disonesti, è da Paolo in un certo senso esorcizzata e così cessano i suoi poteri divinatori. I suoi padroni, di fronte allo svanire delle speranze di guadagno, denunciano Paolo e Sila ai magistrati

QUARESIMA 2009

Il libro biblico che quest’anno accompagnerà il cammino quaresimale sarà la Lettera ai Filippesi. All’interno di questa è stato scelto il tema: «Per me il vivere è Cristo». Come già in Avvento, per quanto possibile il percorso prenderà come riferimento la seconda lettura. La prima domenica di Quaresima ci ripropone l’acqua del battesimo, sacramento fondamentale della nostra conversione / appartenenza a Cristo. Rimanervi fedeli equivale alla vittoria sulle tentazioni di ieri e di oggi. Se il nostro vivere è Cristo, questo comunica al credente una grande fiducia anche nelle prove decisive, convinti che il nostro non è un Dio che toglie ma un Dio che dona (seconda domenica). Se il nostro vivere è Cristo, ciò equivale a rinunciare a tanti altri segni, spesso fuorvianti, alla ricerca del miracoloso fine a se stesso o a una sapienza gonfia del proprio sapere, per concentrarsi sul Crocifisso, che ancora non ha smesso di costituire scandalo e contraddizione (terza domenica). Se il nostro vivere è Cristo, questo significa riconoscersi opera fatta da Dio, frutto della più completa gratuità, che prende le mosse dal riscatto delle colpe per giungere alla più completa condivisione della vita del Signore Gesù (quarta domenica). Se il nostro vivere è Cristo, ciò significa mettersi alla sua scuola e imparare così l’obbedienza al Padre, facendo nostra la logica del chicco di grano (quinta domenica).

La “LETTERA DI SAN PAOLO AI FILIPPESI”, tema dei Centri di Ascolto, sarà consegnata dal Vescovo ai rappresentanti di tutte le parrocchie

VENERDÌ 27 FEBBRAIO alle 20.45 in Cattedrale

Introduzione alla lettera

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della città che li fanno bastonare e imprigionare. Una prodigiosa liberazione notturna fa sì che i due missionari, nuovamente di fronte ai magistrati, esigano e ricevano le scuse ufficiali - in quanto cittadini romani - per essere stati percossi e gettati in carcere senza processo (cfr. At 16,35-40). Anche il testo di 1Ts 2,2 accennando alle sofferenze e agli oltraggi patiti a Filippi, evidenzia i travagliati inizi di questa comunità che diverrà la più cara a Paolo, l'unica dalla quale accetterà aiuti (testimonianza forse della relativa agiatezza dei membri), motivo di gioia, di consolazione e di vanto per l'apostolo. Qualche tempo dopo, a metà degli anni 50, probabilmente da Efeso, Paolo farà pervenire ai cristiani di Filippi, prevalentemente di origine pagana (il testo, tra l'altro, non contiene alcuna citazione esplicita dell'Antico Testamento!), una lettera che è una fonte preziosa per ricostruire la storia della missione di Paolo e cogliere i tratti distintivi del suo metodo pastorale. Densità teologica e concentrazione cristologica, vivacità spirituale e calore umano sono gli elementi che caratterizzano questo scritto, inviato dal carcere e quindi da una situazione di precarietà umana e di prova spirituale:

Paolo è in catene per Cristo e per il Vangelo. Questo può giustificare, senza dover ricorrere all'ipotesi di più biglietti poi raccolti nell'attuale lettera, i passaggi bruschi e i cambiamenti di tono che incontriamo nel testo. In questo scritto molto confidenziale l'apostolo non ha grandi temi da trattare né particolari situazioni interne alla comunità da affrontare: egli vuole mantenere vivi i rapporti con i cristiani di Filippi, «fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona» (Fil 4,1), informarli sulla sua situazione in carcere, metterli in guardia dai «cattivi operai» (Fil 3,2) che si possono infiltrare nella giovane comunità minacciando l'integrità della fede e infine ringraziarli per gli aiuti ricevuti tramite Epafrodìto. Nella presentazione della lettera seguiamo il testo, lo schema, i titoli e i sottotitoli proposti dalla nuova edizione de La Sacra Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana (2008) che per Filippesi presenta le seguente suddivisione: Saluto, ringraziamento e preghiera (1,1-11) Notizie personali e invito alla concordia (1,12-2,30) L'esempio di Paolo (3,1-4,20) Saluti e augurio (4,21-23)

CENTRI DI ASCOLTO QUARESIMA 2009

Con lunedì 2 marzo iniziano i Centri di Ascolto di Quaresima. Questo tempo è ritenuto dalla Chiesa “un tempo forte” per poter pregare e fare opere di bene verso tutti coloro che ne hanno necessità. All’inizio della Quaresima, il giorno delle Ceneri, la cerimonia di imposizione prevede la recita, da parte del celebrante, di una formula che ormai tutti conosciamo: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Sembrerebbe una contraddizione dire a noi cristiani di convertirsi, ma lo spirito è quello di ricordarci che il nostro deve essere un cammino di conversione quotidiano perché nella fede ispirata dalla Parola di Dio c’è sempre da imparare, sempre strada da fare, “convertirsi e credere” appunto. Perciò accogliamo questo tempo con qualche rinuncia per dare del nostro ai poveri e con la preghiera in attesa della gloriosa risurrezione di Cristo a Pasqua.

FAMIGLIE OSPITANTI ANIMATORI GIORNO ORA 1 Benaglio Catullo e Caterina Tonelli Lucrezia, Vedovelli Caterina Mercoledì 20.30 2 Pescetta Ottorino e Luigina Suor Nazarena Venerdì 20.30 3 Bertera Ferruccio e Renata Carli Nadia Martedì 20.30 4 Campanardi Tiziana Pozzani Chiara, Savoia Giusi Martedì 20.30 5 Presso “Casa del Padre” Suor Maria Ausilia, Vedovelli Aroldo Mercoledì 15.00 6 Giacometti Chiara (S. Faustino) Suor Fede, Zanolli Rosanna Martedì 15.00 7 Sala Parrocchiale di Pai Don Giuseppe Cacciatori Martedì 20.30

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PIÙ FAMIGLIA

Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese

La famiglia è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro delle persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa. La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale. Non a caso i più importanti documenti sui diritti umani qualificano la famiglia come “nucleo fondamentale della società e dello Stato”. Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Occidente - diminuzione dei matrimoni e declino demografico - e le sue difficoltà incidono sul benessere della società, ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa si rivolge il legittimo desiderio di felicità dei più giovani. Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia. Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un’esperienza di rapporti fraterni, crescono le difficoltà di elaborare un’identità personale e maturare un progetto di vita aperto alla solidarietà e all’attenzione verso i più deboli e gli anziani. Aiutiamo i giovani a fare famiglia.

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IL MANIFESTO DELLA FAMIGLIA

LA BIBBIA

Noi crediamo che la Bibbia sia stata scritta da uomini divinamente ispirati da Dio lo Spirito Santo, e noi crediamo che essa sia autorevole e priva di errori nei suoi manoscritti originali. Noi crediamo che la Bibbia contenga le linee direttive per costruire solidi matrimoni e rapporti familiari. Essa insegna principi per il matrimonio e la vita familiare che trascendono il tempo e la cultura. Siamo impegnati a comunicare la verità biblica al fine di rafforzare e di dare senso al matrimonio ed alla famiglia (2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:20-21; Ebrei 4:12).

LA FAMIGLIA

Noi crediamo che Dio stia all'origine della famiglia. Essa fu stabilita da Dio nel Suo atto inaugurale del matrimonio fra un uomo ed una donna. La Bibbia, inoltre, definisce che cosa sia la Bibbia quando istruisce le coppie sposate ad avere bambini, sia per nascita o per adozione. Noi crediamo che lo scopo della famiglia sia quello di glorificare ed onorare Dio edificando fondamenti spirituali, emotivi, fisici ed economici per gli individui, la chiesa e per qualsiasi società. È nel contesto familiare che i bambini apprendono che cosa significhi essere uomini e donne. E' nel contesto familiare che uomini e donne possono vedere rappresentata la realtà di un rapporto con Gesù Cristo. E' nel contesto famigliare che uomini e donne imparano a vivere ciò in cui credono. Quindi, noi ci impegniamo a sostenere il concetto di famiglia come il mezzo primario ed originale che Dio ha stabilito per produrre una discendenza timorata di Dio e per trasmettere i valori cristiani di generazione in generazione. (Efesini 3:14-15; Genesi 1:26-28; Romani 8:15,23; Giovanni 1:12; Galati 3:29; Salmo 78:5-7; Deuteronomio 6:4-9)

IL MATRIMONIO

Noi crediamo che Dio, non l'uomo, abbia istituito il matrimonio. Noi crediamo che il matrimonio sia stato la prima istituzione stabilita da Dio. Noi crediamo che la Bibbia insegni come il patto matrimoniale sia sacro e debba durare per tutta la vita. La Bibbia afferma chiaramente che il matrimonio è una dichiarazione pubblica legalmente vincolante di impegno e di privata consumazione fra un uomo ed una donna, mai fra persone dello stesso sesso. Quindi, noi crediamo che Dio doni una moglie ad un marito, ed un marito ad una moglie, e che essi debbano reciprocamente riceversi come provvisione unica e personale per venire incontro ai reciproci bisogni. Noi crediamo che Dio abbia creato il matrimonio affinché le coppie glorifichino Dio come una sola carne, generino figli timorati di Dio, e godano il piacere sessuale. Allo stesso modo in cui il ferro affila il ferro, noi crediamo che Dio usi il matrimonio per conformare l'uomo e la donna all'immagine di Gesù Cristo. Proprio come la Trinità riflette uguale valore insieme a ruoli differenti, noi crediamo che Dio abbia creato un uomo ed una donna con uguale valore ma, nel matrimonio con ruoli e responsabilità diverse. Noi dichiariamo, infine, che l'impegno matrimoniale debba essere sostenuto nella nostra cultura come quella sacra istituzione di Dio in cui uomini e donne possono fare esperienza del senso più autentico di intimità spirituale, emotiva e fisica, affinché i due possano diventare uno (Genesi 2:18-25; Efesini 5:30-32; 1 Corinti 7:3; Matteo 19:4-6; Marco 10:6-9, 12:25; Proverbi 27:17; Romani 1:26-27, 8:29; Ebrei 13:4; Matteo 22:30; Deuteronomio 24:5; Canto dei cantici) (da Il Manifesto della Famiglia - 1ª parte)

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I LAVORI DEL CONSIGLIO

PASTORALE PARROCCHIALE

Martedì 27 gennaio alle ore 20.30 nella sala del Centro Giovanile si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale per il suo ultimo incontro prima del rinnovo.

L’ordine del giorno prevedeva:

1. Rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale

2. Pastorale giovanile. Cosa fare?

3. Proposte per i tempi forti della Liturgia

4. Varie

Si è passati dunque ad esaminarli e per ognuno si sono individuate delle risposte. Abbiamo iniziato con l’esaminare il...

Primo Punto. Gli attuali componenti il Consiglio Pastorale Parrocchiale erano stati approvati all’inizio del 2005 dall’allora parroco Mons. Luciano De Agostini per restare in carica fino all’inizio del 2009. Ora, volendo fare le cose con calma e prima della stagione estiva, abbiamo individuato una serie di cose da valutare. La prima e più importante è l’essere convinti della Fede in Dio e testimoniarla a seconda della sensibilità e dei talenti di ogni soggetto. Poi, far in modo che siano rappresentate tutte le fasce di età, possibilmente coinvolgendo più giovani. Anche la distribuzione sul territorio parrocchiale ha trovato consensi fra i presenti. Si dovrà tener conto delle competenze (genitori, catechisti e altri che prestano servizio in vario modo). Si è deciso di raccogliere anche le indicazioni della Diocesi e di rapportare il numero dei consiglieri in base alla grandezza della Parrocchia. Dopo ampio esame di tutto quanto sopra esposto si è addivenuti a formulare tre proposte: la prima nominare una commissione che assieme a don Giuseppe

sondi la disponibilità a candidarsi, della commissione fanno parte Consolini Vittorio, Menapace Anna, Salaorni Antonio e Zanolli Rosanna. Seconda proposta: celebrare una Santa Messa per il Consiglio uscente, la celebrazione è stata fissata per domenica 8 marzo prossimo alle ore 18.00. Terza proposta: votare per il rinnovo del Consiglio da parte di tutta la Comunità Parrocchiale nella domenica 15 marzo prossimo. Secondo Punto: l’evangelizzazione dei giovani al di sopra dei 14/15 anni, è un problema che preoccupa don Giuseppe in prima persona, ma anche tutto il Consiglio. Si è provato a pensare a varie proposte per stimolare il loro interesse. Fra le varie proposte, tre ci sono apparse di possibile attuazione: un caposcuola, un pellegrinaggio notturno alla Madonna della Corona, una giornata di gioco con tornei di vario tipo, magari disputati in compagnia dei genitori. Ma più di tutto è stato detto che bisogna pregare, perché se non c’è la mano di Dio difficile che noi da soli possiamo trovare la soluzione. Per questo scopo è stata proposta un’ora di preghiera notturna settimanale dalle ore 23.00 alle ore 24.00 da farsi pubblicamente in chiesa, in casa propria o sintonizzandosi su TvNascimbeni. Per il momento è stata presentata l’idea, più avanti si deciderà cosa scegliere. Terzo Punto: le proposte per i tempi forti della liturgia. Ci sono i Centri di Ascolto che inizieranno dopo la prima domenica di Quaresima (1 marzo) e finiranno con l’ultima settimana di Quaresima. In queste cinque settimane tratteremo la Lettera di san Paolo ai Filippesi che ci aiuterà a prepararci bene alla Santa Pasqua, passando per il Triduo Pasquale così carico di significato spirituale. Varie: è bene ricordare che con il mercoledì delle Ceneri (25 febbraio) iniziano i mercoledì penitenziali, con partenza dall’Oratorio della SS. Trinità alle ore 19.45 per la chiesa parrocchiale dove alle ore 20.00 sarà celebrata la S. Messa.

Rosanna

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COSTITUZIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale viene costituito nella Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli in Torri del Benaco quale strumento di comunione e collaborazione ecclesiale, a norma del CDC canone 536

Compiti del Consiglio Pastorale Parrocchiale:

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è chiamato ad elaborare il progetto pastorale

parrocchiale, e promuoverne l’applicazione. Tale progetto attua nella Parrocchia le

linee del piano pastorale diocesano. Da questo ne derivano i compiti propri del

Consiglio:

1. Formulare ogni anno il programma pastorale parrocchiale in sintonia con quello emanato dalla Diocesi,e promuoverne la conseguente attuazione.

2. Promuovere rapporti di comunione, di fraternità, e di solidarietà tra i fedeli residenti sul territorio parrocchiale, avendo la medesima attenzione anche verso i residenti stagionali, o gli ospiti di passaggio.

3. Riflettere sulla situazione della parrocchia e di tutta la popolazione del territorio, individuarne le esigenze umane e religiose e proporre interventi pastorali opportuni.

4. Stabilire rapporti di dialogo e di collaborazione con le istituzioni pubbliche e le aggregazioni laiche presenti sul territorio.

5. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale costituisce i presupposti in cui il consiglio per gli affari Economici colloca le risorse della Parrocchia ( che sono a servizio della sua vita e azione pastorale).

6. E’ compito del Consiglio Pastorale Parrocchiale eleggere, prima della propria scadenza, una apposita Commissione per l’istituzione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale secondo il regolamento prestabilito.

Regolamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale

1. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale dura in carica tre anni.

2. Alla scadenza del triennio, i componenti il Consiglio Pastorale Parrocchiale possono

essere rieletti.

3. Di norma il Consiglio Pastorale Parrocchiale si riunisce quattro volte l’anno.

4. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è composto di quindici membri:

il Parroco che ne è il presidente,

nove membri eletti dalla comunità,

quattro cooptati dal Presidente.

Una Suora rappresentante la “Casa del Padre”.

I nominativi da inserire sulla scheda per l’elezione dei consiglieri, vengono propostidalla Commissione designata dal Consiglio Pastorale Parrocchiale uscente.

NOTE PER IL RINNOVO DEL CONSI

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5. La Comunità parrocchiale elegge i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale con

votazione segreta su apposita scheda prestabilita.

6. Hanno diritto di partecipare alle elezioni dei consiglieri tutti i parrocchiani che

abbiano compiuto 16 anni.

7. Ogni elettore può scegliere tra i nominativi riportati sulla scheda sette preferenze.

8. Risultano eletti i nove nominativi che abbiano ricevuto il maggior numero di voti, in

caso di parità sarà scelto il più giovane.

9. Compete al Parroco la nomina dei quattro consiglieri cooptati.

10. Durante il mandato triennale i consiglieri dimissionari o assenti ingiustificati per tre

volte, verranno sostituiti dai primi nella graduatoria dei non eletti.

Regolamento della Commissione per il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale

1. La Commissione elettorale, nominata dal Consiglio Pastorale Parrocchiale uscente,

predispone una lista di candidati, formata da uomini e donne, da giovani e adulti, in

numero possibilmente doppio rispetto ai consiglieri da eleggere.

2. Nei limiti del possibile, è bene che nella lista siano rappresentate le zone della

Parrocchia, le fasce di età, l’equa presenza di uomini e donne, e di almeno una coppia

di sposi; nella lista dei candidati è opportuno tener presente anche le varie realtà

della Parrocchia (associazioni, gruppi, o altro).

3. Tutti i candidati prima di essere messi in lista, devono essere informati circa i compiti

del Consiglio Pastorale Parrocchiale e devono esprimere la loro disponibilità ad essere

eletti e a collaborare all’attività pastorale.

4. Al termine dello spoglio delle schede e alla stesura del verbale finale di nomine , la

Commissione ha esaurito il suo compito.

Per l’ idoneità a far parte del C. P. P. si richiedono

1. Uno stile consolidato di vita cristiana.

2. La partecipazione all’Eucaristia domenicale.

3. Un buon livello di vita spirituale con interesse per la Parola di Dio e la preghiera.

4. Piena comunione con l’insegnamento della Chiesa, sia nelle linee fondamentali come

in quelle di attualità.

5. Spiccato senso ecclesiale con interesse per la vita della Parrocchia.

6. Conoscenza delle realtà, dei problemi, capacità di dialogo e di relazione con la

comunità parrocchiale.

7. Rifiuto di ogni spirito di parte.

8. Capacità di vivere in comunione tra i componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale.

GLIO PASTORALE PARROCCHIALE

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Recentemente sono stati celebrati i 60 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz. Della Shoah abbiamo sentito parlare molto ed essa è stata e viene ancora raccontata nei libri di storia e rappresentata nei films. Ma c’è qualcuno, e non solo da oggi, che vorrebbe negare l’Olocausto di 6 milioni ebrei. Io racconto la mia esperienza di modesto testimone di quella tragedia. Nel paese in cui abitavo nel periodo bellico, avevano portato, per un soggiorno temporaneo, alcune famiglie di ebrei, provenienti dall’Austria e dai paesi slavi. Le famiglie erano state sistemate nei locali disponibili presso varie famiglie o accolti dal parroco nella canonica. Ben presto si formò attorno alla piccola comunità la solidarietà del paese, malgrado le limitazioni previste dalle leggi razziali. La gente infatti non riusciva a comprendere la posizione di queste persone, assolutamente non differenti da noi per sentimenti e dal desiderio di sentirsi inserite nella vita della comunità. Io stesso benché giovane e con la curiosità che può avere un ragazzo di 10/11 anni, ebbi modo di intrattenermi con queste persone. Ricordo il loro orgoglio di essere ebrei e il legame alla loro religione. Una bambina poté frequentare senza problemi l’asilo della parrocchia, retto da suore e senza che fosse messa in discussione la sua fede. In particolare poi una ragazza, che aveva voluto ricevere il battesimo assieme ai genitori, è stata, per quel periodo,

un’animatrice delle attività parrocchiali con la sua intelligenza e la sua voglia di vivere. Poi, improvvisamente sono arrivati dei miliziani italiani a prelevarli, anche con brutalità. Tutti indistintamente furono caricati su un camion, adulti, giovani e la bambina strappata direttamente dall’asilo. Io non so se siano arrivati ad Auschwitz o se siano dovuti soccombere per il disagio e le sofferenze patite lungo le tappe del loro trasferimento. Certamente essi sono spariti nel nulla. Alla fine della guerra, quando orami era certo che queste persone non sarebbero più tornate, la gente del paese utilizzò gli oggetti personali che essi non avevano più potuto portare con sé. Io ricordo sempre che feci le mie prime esperienze dattilografe sulla macchina da scrivere di uno di questi ebrei eliminati. Ma assieme alla Shoah non possiamo nemmeno dimenticare i 60 milioni di persone eliminate dalle purghe sovietiche nei gulag o altrove. E non possiamo dimenticare le pulizie etniche dei Balcani, del medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa, che continuano anche ai nostri giorni. E che dire dei barboni, degli immigrati o clandestini seviziati e bruciati dai nostri giovani in cerca di emozioni forti? L’elenco delle nefandezze potrebbe continuare. Mi permetto invece, a conclusione, un’osservazione, tanto per stemperare un pò la tensione che questi tristi ricordi possono provocare. Qualcuno, a non molti anni dai fatti, osa mettere in dubbio l’autenticità della Shoah. Non ci possiamo meravigliare allora se ogni tanto ci sia anche chi si ostina sui giornali o alla televisione o nei films, a mettere in discussione l’autenticità storica di quel certo Gesù di Nazaret, vissuto 2000 anni fa in Palestina. Eppure ci sono le testimonianze, tramandate nei documenti (i vangeli e le lettere) di chi lo ha conosciuto direttamente, e che, inoltre, ha conformato la propria vita al messaggio ricevuto, e la testimonianza di chi ha conosciuto direttamente questi testimoni. E così via.

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Io penso che questi intellettuali, pur di prestigio, si lascino spesso sopraffare da motivazioni ideologiche, che non danno però spazio all’obiettività e al rigore storico.

William

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INSIEME CON... NOI Nel mese di marzo il circolo Noi della nostra parrocchia compirà ben nove anni e da allora, a piccoli passi, di strada ne è stata fatta. Le iniziative sono state molteplici, secondo le finalità dell'associazione nazionale NOI che nasce con una connotazione principalmente ecclesiale, cioè sotto la guida del parroco e affiancata dall'impegno attivo dei laici, ma si integra come associazione civile, presente nel territorio, capace di farsi sentire nella società e di collaborare con le Istituzioni. Proprio perché legalmente costituito il circolo può proporre attività e iniziative ricreative e culturali, in uno spazio “educativo” dove trovare un nuovo modo di stare insieme, uno luogo di incontro dove superare lo steccato tra mondo giovanile e mondo adulto, dove dare spazio anche a chi non ha spazio, dove lasciare entrare chi crede nel volontariato e nella vita, dove chi vuole può dare una mano per costruire un mondo nuovo con le nuove generazioni. In questa ottica ha avuto vita in questi mesi un'iniziativa di conferenze a cadenza mensile rivolte a genitori ed educatori, per affiancarli con esperti nel difficile compito di educare i figli nelle fasi più problematiche legate alla loro crescita. I genitori hanno aderito con una partecipazione molto alta, probabilmente per gli argomenti proposti che rispecchiavano dubbi e domande comuni a tante famiglie. Nell'educazione dei figli c'è sempre un rapporto difficile e spesso anche conflittuale e tante volte ci si sente soli, bisognosi di consigli ma chiusi nel confronto con gli altri per paura di essere giudicati. E' stata questa un'opportunità importante che il circolo Noi ha dato e si intende continuare su questa strada,

disponibili ad accogliere suggerimenti e proposte per iniziative future, tenendo presente che le finalità e gli scopi dei circoli cattolici hanno un’importante funzione educativa, soprattutto perché questa viene offerta in un ambiente ricreativo cristiano. Ma cosa significa essere socio del circolo Noi? Significa far parte e sostenere, anche economicamente, un'associazione italiana che si occupa del tempo libero dei giovani; significa appoggiare una realtà a servizio della nostra comunità; significa condividere spirito di servizio e volontariato per gli altri; significa partecipare e aver libero accesso a tutte le iniziative proposte dai vari circoli; significa poter usufruire degli spazi del nostro circolo per attività e momenti di festa; significa poter partecipare concretamente alla vita del circolo come protagonista e promotore di iniziative formative e ricreative. Naturalmente chi intendesse aderire al tesseramento al Circolo NOI per l'anno in corso dovrà provvedere al rinnovo della tessera per motivi organizzativi ma soprattutto assicurativi, che è di sei euro per i ragazzi e di undici per gli adulti. E’ una piccola cifra a confronto di tanti sprechi che si fanno ogni giorno, ma importante perché ci permette di sostenere le spese e le attività del Circolo. Gli spazi sono a disposizione, come le mamme sanno già, per le feste di compleanno e per qualsiasi altro momento gioioso…

Chiara

QUARESIMA DI FRATERNITÀ

MERCOLEDÌ 18 MARZO ORE 20.30 INCONTRO PER I GENITORI SUL TEMA:

“I RAGAZZI E I MASS-MEDIA”

I MODELLI PROPOSTI DAI MASS-MEDIA AI NOSTRI GIOVANI INFLUENZANO

GLI IDEALI E LE LORO SCELTE DI TUTTI I GIORNI.

COME AIUTARLI A SCEGLIERE I VERI VALORI FONDANTI DELLA VITA?

Sarà presente il Professor Ezio Tommasini dell’AIART

(Associazione Spettatori ONLUS)

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PERCHÉ CONFESSARSI

Il Sacramento della Confessione non è sentito molto. Tante cristiani non lo praticano, forse hanno perso il significato di questo sacramento. Tutti esitano e rimangono alla porta della loro anima senza mai entrare nel profondo di loro stessi, là dove Dio li aspetta. Ecco quindi un piccolo aiuto per riflettere. Innanzitutto che cos’è il peccato? Quando ho preparato i bambini di terza elementare a questo sacramento ho spiegato loro che ogni volta che noi sciupiamo i doni che Dio ci ha donato o che usiamo male questi doni allora facciamo peccato. Il peccato è anche una disobbedienza a Dio, il peccato è un atto contro l'amore, non rispettiamo Dio, il prossimo o noi stessi. Danneggiamo la relazione con gli altri e provochiamo un impoverimento che ci può portare alla morte spirituale. Il peccato è anche un atto contro la propria coscienza. Noi dobbiamo agire secondo coscienza ma dobbiamo anche educare la nostra coscienza al vero e al bene. Infine ogni peccato ha una dimensione sociale che supera la pura dimensione personale perché l’uomo è una persona solidale.

L’ultimo pericolo sarebbe di sopprimere il senso del peccato dalla nostra vita per evitare ogni colpevolezza. Invece la coscienza del peccato che colpevolizza è cancellata solamente nella fede in un Dio-Amore che perdona. Allora nasce la vera libertà che diventa gioia! Dopo il peccato, rimane nel cuore una profonda nostalgia della dolcezza e della pace del Padre che ci spinge a gridare: “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te”. Purtroppo sulla strada della riconciliazione con il Padre ci sono ancora tanti ostacoli che ci impediscono di gustare la Tenerezza del suo perdono. Infatti c’è chi dice: -“Non ho niente da rimproverarmi...” È la dichiarazione di colui che non vuole riconoscere d’aver sbagliato e è pieno d’orgoglio e perciò inganna sé stesso. -“Non voglio confessarmi…” Bisogna distinguere tra il bisogno e la voglia di confessarsi: più il bisogno è grande, meno c’è voglia! Ma chi si ama davvero supera la vergogna del proprio peccato e ottiene ragione della propria paura, perché non può più sopportare di trascinare con sé le proprie colpe. Quindi forza! Facciamoci coraggio per incontrare il perdono di Dio! -“Mi confesso direttamente con Dio, a me non serve il sacerdote…” Il sacramento della riconciliazione ricevuto dal sacerdote è la garanzia che Dio ci ha perdonato i peccati. Infatti l’uomo ha bisogno di segni percepibili dai sensi. Così per capire che Dio ha perdonato le colpe, l’uomo ha bisogno di un segno sacro; il sacramento della riconciliazione di cui il sacerdote è solamente lo strumento visibile del perdono di Dio. Confessarsi con un sacerdote è un’occasione eccezionale per parlare ed essere ascoltati. In una società come la nostra dove è difficile trovare qualcuno che ci ascolta! Quante persone non trovano nessuno a cui affidare gioie e tristezze! Parlare è una liberazione! La confessione, come sacramento, ha il vantaggio di essere un notevole cammino d’umiltà e di conoscenza di noi stessi alla luce della Parola di Dio.

Anna

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QUARESIMA DI FRATERNITÀ

Mercoledì 25 febbraio ricorrono le Sacre Ceneri, il che vuol dire: inizio della Quaresima. Ossia col correre del tempo siamo arrivati a quel tempo “forte” di quaranta giorni che precedono la Pasqua. E perché tempo forte? Perché noi cristiani dobbiamo prepararci alla Pasqua con un periodo di tempo che ha il significato quasi di purificarci, di renderci migliori, più disponibili verso il nostro prossimo; cioè per essere in armonia con Gesù, che ci ha riscattato tutti, con la sua Passione e Risurrezione. E che cosa significa: di fraternità? Mi sono informata anche presso l’Ufficio Economato della Curia veronese ed ho sentito una spiegazione interessante. Circa tre anni or sono, i Vescovi della Diocesi milanese, notando molti disagi di famiglie povere, avevano proposto di costituire un fondo di solidarietà ricavato dalla buona volontà dei fedeli, versando l’uno per cento, preso dai loro redditi. Non è un impegno amministrativo, come quando facciamo la denuncia dei redditi, ma un impegno morale per i disagiati. E sono tanti! Alcune notizie televisive di poco tempo fa hanno confermato ripetutamente dati di questo tipo: molte famiglie dopo aver pagato l’affitto; provveduto a spese

scolastiche e di vestiario anche se modestissime dei 2 o 3 figli; pagato luce, gas, acqua…come pasto, fanno quasi fatica ad arrivare alla pastasciutta e a pane e latte. Incredibile! Ed altri stanno ancora peggio di così! E noi che cosa faremo? Saremo ricchi spettatori e basta? E le opere di misericordia tanto proclamate da Gesù, dove la lasciamo?

Avevo fame, avevo sete, avevo bisogno di vestiti, di casa, ero malato, ero carcerato… Tu mi hai soccorso e ti dirò: Vieni beato, nel mio Regno!

Avanti allora con quel semplice un per cento! Mi hanno detto che ciò che sarà raccolto durante la Quaresima di Fraternità, verrà poi offerto dai nostri Sacerdoti il Giovedì Santo al nostro Vescovo ed egli disporrà secondo le necessità a lui note. Offriamo con molta, molta generosità e ci sentiremo felici.

Raffaella

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MMaarrzzoo 22000099

IINNTTEENNZZIIOONNII PPAARRTTIICCOOLLAARRII

IN COMUNIONE CON IL SANTO PADRE • Il ruolo delle donne sia più apprezzato e valorizzato.

• La Chiesa Cattolica sia segno e strumento di unità, di comunione e di Pace

IN COMUNIONE CON I VESCOVI ITALIANI • Il cammino quaresimale ci insegni a non pretendere più del necessario.

-- IINNTTEENNZZIIOONNII DDII PPRREEGGHHIIEERRAA -- Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre

della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Cuore di Gesù, fa’ che i tuoi eletti siano irradiazione della tua presenza in mezzo agli uomini.

FFRRAASSII GGUUIIDDAA PPEERR II VVAANNGGEELLII DDEELLLLAA DDOOMMEENNIICCAA

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Domenica 1 Marzo, I di Quaresima: “Nel deserto rimase quaranta giorni, te(Mc. 1,13)

Domenica 8 Marzo, II di Quaresima: “Dio ha dato il proprio Figlio per noi tu(Rm. 8,32)

Domenica 15 Marzo, III di Qu“Noi predichiamo Cristo crocifisso,” potenza e sapienza di Dio” (1 Cor. 1,23-24

Domenica 22 Marzo, IV di Quaresima: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia innaffinché chiunque crede in lui abbia vit(Gv. 3,14-15)

Domenica 29 Marzo, V di Quaresima: “Se il granello di frumento caduto in tproduce molto frutto” (Gv. 12,24)

PARROCCHIA DI TORRI

HA RICEVUTO IL BATTESIMO

LAILA

PA

a mamma Sabina e papà Gianantonio

È nato GABRIELE - congratulazioni a mamma Grazia e papà Lorenzo

È nata BELEN - congratulazioni a mamma Elena e papà Alberto

RROCCHIA DI TORRI

È nata ELISA - congratulazioni a mamma Francesca e papà Roberto

È nato PIETRO - congratulazioni

PARROCCHIA DI PAI

È nato GIANLUCA - congratulazioni a mamma Patrizia e papà Graziano

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++ CCEELLEEBBRRAAZZIIOONNII DDEELLLLAA LLIITTUURRGGIIAA ++

PARROCCHIA DI TORRI

- ORARIO FESTIVO -

SABATO: ORE 18.00 - S. MESSA

DOMENICA: ORE 8.30/10.00/11.15/18.00 - S. MESSA

- ORARIO FERIALE -

ORE 07.00 – LODI ORE 17.00 – VESPERO / ORE 18.00 - S. MESSA

PARROCCHIA DI PAI

- ORARIO FESTIVO -

SABATO: ORE 19.30 - S. MESSA

DOMENICA: ORE 10.00 - S. MESSA

PARROCCHIA DI PAI

È TORNATO AL PADRE

Roberto

PARROCCHIA DI TORRI

È TORNATA AL PADRE

Elsa

PARROCCHIA DI PAI

Don Gi bato 28 febbraio

ggio.

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PARROCCHIA DI TORRI

In occasione del 6° anniversario della morte di ovanni Andreoli sa

è stata celebrata a Pai la Santa Messa presieduta da mons. Andrea Ve

Il 27 marzo ricorre il 25° anniversario della morte di Don Leone Roina, già parroco di Torri.

In suo suffragio venerdì 27 sarà celebrata in Parrocchia una Santa Messa Solenne.

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