LETTURA DELLA NOTA PASTORALE Consiglio Pastorale Foraniale di Belluno 6 ottobre 2013.

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LETTURA DELLA NOTA PASTORALE

Consiglio Pastorale Foraniale di Belluno6 ottobre 2013

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PAROLE CHIAVE

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L’introduzione

• Cosa vuole essere

“Carissimi, la Nota Pastorale è una lettera-appuntamento che sento importante nella mia relazione di vescovo con voi e con le comunità cristiane”

“da anni preferisco chiamare così queste lettere che non vogliono dare l’idea di un piano pastorale”

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“Nota pastorale rispetta la realtà del mistero dell’Anno liturgico, del cammino concreto di ogni comunità e di ogni cristiano”

“Di recente, in brasile, papa Francesco ha denunciato una mentalità che si insinua nella chiesa: <<Il funzionalismo: la sua azione nella chiesa è paralizzante. Più che con la realtà del cammino, si entusiasma con la “tabella di marcia” del cammino. La concezione funzionalista non tollera il mistero, va all’efficacia. […] Ciò che vale è il risultato constatabile e le statistiche>>”

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• La sua funzione

“Ci ha fatto vivere in unità con Papa Benedetto XVI negli anni speciali da lui voluti […] e con i Vescovi italiani nell’accogliere i loro orientamenti, impegnandoci ultimamente sul tema dell’educazione”

“ho accolto la proposta dei vescovi italiani per quest’anno: <<Educatori nella comunità cristiana: criteri di scelta e percorsi di formazione>>”

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• Finalità

“vogliamo pensare, nel particolare momento della nostra storia, come tutta la comunità cristiana, in particolare la parrocchia, è educata da Dio”

“perché ognuno di noi, in relazione vivente con Gesù Cristo, si lasci educare dal suo Spirito per collaborare alla formazione dei fratelli

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• Come realizzare tutto questo:

“metterci alla scuola di Gesù

meditando i vangeli

secondo Matteo e secondo Giovanni”

“Giovanni, il Battista. Lo vogliamo vedere come immagine esemplare dell’educatore: in lui può specchiarsi ogni comunità educante come ogni persona che vuole essere non chiusa in sé, ma in relazione con qualcuno, per mettersi al suo servizio, per farlo crescere, affinchè fioriscano e maturino tutte le risorse presenti in lui

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• Il centro della nostra Pastorale:

“Diciamo come Giovanni << Lui deve crescere>> (Gv 3,10)”

“ la crescita di Gesù Cristo, accolto da noi in umiltà, ci fa capaci sorprendentemente di grandi cose”

“lo facciamo crescere se ci educhiamo reciprocamente”

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“Di Gesù, che è principio e fine di tutta la realtà, parla diffusamente la recente lettera di papa Francesco Lumen Fidei. Il suo crescere in noi è decisivo per il nostro vivere e il nostro avvenire”

“Cristo non è soltanto colui in cui crediamo, la manifestazione massima dell’amore di Dio, ma anche Colui al quale ci uniamo per poter credere”

“La fede non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi”

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“Ci immedesimiamo, soprattutto noi pastori, nelle parole dell’apostolo Paolo quando pensiamo a chi ci sta a cuore: << Figli miei, che io partorisco di nuovo, finchè Cristo sia formato in voi! >> (Gal 4,19)”

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Riassumendo: Cristo cresce nell’educazione reciproca

ed educare è far crescere Cristo

• dentro di noi educatoricredendo in Lui e insieme a Lui

assumiamo il Suo sguardo sulla vita e sulle persone

diventando capaci di trasmettere

ragioni di vita e di speranza

• dentro coloro che educhiamo

in quanto è accogliendo Gesù cristo

che l’uomo diventa capace di grandi cose

dunque lo sforzo educativo deve mirare

alla formazione di Cristo nell’altro

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Struttura della Nota pastorale

• PARTE PRIMA INSIEME PER EDUCARCI ED EDUCARE

• PARTE SECONDAIL VANGELO SECONDO MATTEO E IL VANGELO

SECONDO GIOVANNI

• PARTE TERZA LA NOSTRA MISSIONE EDUCATIVA

• CONCLUSIONE

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PARTE PRIMA INSIEME PER EDUCARCI ED EDUCARE

• SIAMO CONTROCCORRENTE

• RICONOSCENZA E PAZIENZA

• LA COMPAGNIA EDUCATIVA

1) ASCOLTARE ED ESSERE ASCOLTATI2) VEDERE ED ESSERE VISTI3) FARSI VICINI ANCHE DA LONTANO4) CAMMINARE INSIEME5) SOSTARE6) SAPERE E FARE7) GUSTARE8) DOMANDARE

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• SIAMO CONTROCCORRENTE

Crisi educativa coinvolgele domande fondamentali dell’uomo e il fondamento della speranza.

Si pensa di poter istruire senza accogliere gli interrogativi radicali e senza dialogare con altre culture e religioni“Vivere in Gesù Cristo significa annunciarlo

prima di tutto con la vita,

e ciò porta ad irrubustire e qualificare

la capacità di dialogo”

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Il mito della neutralità va ridimensionato e va accettato che non c’è educazione senza rischio

“Un educatore si fa testimone di una proposta che il ragazzo o il giovane può vagliare, può

rifiutare o accogliere con la sua libertà”

L’azione educativa coinvolge profondamente l’educatore che prima di tutto deve educare se stesso

Sono attribuite a sant’Ignazio d’Antiochia queste parole <<Si educa bene con quel che si dice, si educa meglio con quel che si fa, si educa ancor meglio con quel che si è>>

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• RICONOSCENZA E PAZIENZA

Riscoprirci destinatari dell’opera misteriosa di Dio per educare con fede e fiducia:

“Ricordando quanto anche a noi è accaduto e leggendo con sguardo riconoscente la nostra

storia, ci poniamo nella condizione fiduciosa di servire con amore e pazienza la crescita

degli altri, secondo il disegno di Dio,

vero protagonista dell’opera”

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Educare alla libertà mediante la libertà dell’amore:

- non si può forzare il cammino delle persone, offrire piuttosto “comprensione e tenerezza”

- fiduciosi che “c’è già in ciascuno la Grazia”

- cercare nella preghiera l’aiuto ad essere longanimi e pazienti

- Fare in modo che la nostra fede non sia causa di conflitto con le persone, ma mettere “la nostra umanità sempre in relazione affettuosa con le persone”

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COMPAGNIA EDUCATIVA• Fare compagnia:“ Non si cresce, non si sboccia come persone belle, se

non vivendo gli incontri, godendo, in tutte le età, di una compagnia”

• per far scoprire che siamo immersi nella Sua Compagnia:

“un’educazione autenticamente umana porta a scoprire, come dice Sant’Agostino, qualcosa, o – meglio! – Qualcuno, che è più profondo del nostro profondo e più alto di ogni possibile altezza”

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1. ASCOLTARE ED ESSERE ASCOLTATI

“L’ascolto profondo dell’altro è condizione per l’incontro.

Gesù incontrava ascoltando e così si comunicava con la sua palpitante umanità”

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2. VEDERE ED ESSERE VISTI“Sappiamo che quando ci sentiamo

guardati con amore, la nostra vita è trasformata e ci sentiamo toccati nel cuore”

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3. FARSI VICINI ANCHE DA LONTANO

“Emmanuel Levinas (1905-1995) dice che l’altro è irriducibilmente diverso da me, eppure mi è così vicino che non può mai essermi indifferente”

“L’amore si esprime e cresce anche con la lontananza”

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4. CAMMINARE INSIEME

• “a debita distanza,

ma interdipendenti”

• “verso un fine comune”

• “ con la certezza che

il limite di ciascuno

è la ragione

del legame reciproco”

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• Il posto dell’educatore:

<<Camminare davanti per indicare il cammino o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro>>

• La guida spirituale della chiesa “è per noi una risorsa che,

nei sacramenti, ha un’efficacia unica,

quella della presenza del Signore, passo dopo passo,

nella nostra vita”

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5. SOSTARE• “la capacità di fermarsi”

• “raccogliersi in quella interiorità dove si attinge una vita profondamente umana“

• “saper coltivare il proprio silenzio interiore che favorisce la vicinanza amorevole ed empatica con gli altri”

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6. SAPERE E FARE

“Facendo insieme s’impara meglio quello che già si sapeva

e si sperimentano forme nuove di conoscenza,

potenziando ulteriormente l’amore e la gioia di stare insieme”

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7. GUSTARE• “Non c’è sapere

senza sapore”

• “Cercarlo insieme è valutare quello che si vive e si fa”

• “Ci pone sulla strada del discernere insieme”

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8. DOMANDARE

“Non si vizia un bambino dandogli ciò che vuole, ma dandogli dei surrogati di ciò che vuole veramente:

attenzione, interesse e comprensione”

“Una relazione che voglia rispondere alla domanda di compagnia e di unità

deve (…) indicare in alto, lassù, in alto, verso l’infinito, e ancora più in su,

verso Colui che è all’origine di ogni compagnia autenticamente umana”

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PARTE SECONDA IL VANGELO SECONDO MATTEO E IL

VANGELO SECONDO GIOVANNI

• Nelle liturgie domenicali del prossimo Anno liturgico ascolteremo il vangelo secondo Matteo e , nei tempi importanti, il vangelo secondo Giovanni

• Il convegno dell’Ufficio catechistico sarà sul vangelo di Matteo

• I gruppi del Vangelo per “guardare, a partire da Gesù, tutto il mondo che viviamo”

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IL VANGELO SECONDO MATTEO

• “vangelo del catechista” presenta - PAROLE del maestro Gesù nei cinque grandi discorsi- GESTI di Gesù nei dieci miracoli

• “vangelo ecclesiale”- rivolto alla vita interna della comunità- vuole formare il cristiano per la vita comunitaria- tratta temi scelti in base alle esigenze della

comunità

• ci mostra come “Gesù educa i futuri educatori che avranno dei compiti particolari nella Chiesa primitiva (…) più che con discorsi, facendoli partecipare alla sua esperienza pratica in questioni decisive per la sua missione”

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IL VANGELO SECONDO GIOVANNI

• “è scritto per il cristiano che ha già compreso il senso della fede, che è discepolo di Gesù”

• “Il punto di arrivo della vita del discepolo è l’intimità misteriosa dell’amicizia: << Non vi chiamo più servi ma vi ho chiamato amici>>”

• “Giovanni è l’unico evangelista che con i termini “amico”, “amare” indica la relazione con Gesù

• Presenta un insieme di incontri di chi è stato chiamato all’intimità

• “Il tratto più profondo dell’amicizia è lasciarsi scegliere: << Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi>>”

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Indicazioni fondamentali dal vangelo e dalla vita della Chiesa

“per crescere fino alla misura che Gesù può darci”

• L’esperienza della preghiera personale, quotidiana e silenziosa, sulla Parola di Dio testimoniata nella Scrittura:

crescere nella conoscenza di Gesù e guardare a sé e al mondo dal suo punto di vista

• La preghiera collegata al respiro della tradizione delle Chiese d’oriente:

per respirare per-con-in Gesù

• Esercizi Spirituali ignaziani: conoscere Gesù per immedesimarsi in Lui e discernere la sua volontà

• L’Adorazione eucaristica e la visita personale alle chiese: lasciarci educare dalla presenza di Gesù

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PARTE TERZA LA NOSTRA MISSIONE EDUCATIVA

• La vita quotidiana nelle parrocchie• Genitori e familiari• I preti• I diaconi• I consacrati• Le catechiste ed i catechisti• I catechisti di adulti• I ministri della liturgia• Gli animatori della carità e della missione• La cultura e gli stili di vita in montagna• I membri dei consigli• Gli animatori di associazioni e movimenti• “Predicatelo sui tetti”• Le collaboratrici ed i collaboratori

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La vita quotidiana nelle parrocchie

• Papa Francesco ci dice che la conversione pastorale è l’esercizio della maternità della Chiesa:

“ riscoprire le viscere materne della misericordia”

• Il vescovo Ambrosio, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, indica ogni ambiente di vita ecclesiale come luogo educativo:

“ ricco di relazioni e di testimonianza, di valori e proposte coinvolgenti, un luogo in cui crescere insieme nelle differenze di età, di vocazioni, di sensibilità, di responsabilità”

• Dunque tutta la comunità ecclesiale è educatrice attraverso i diversi momenti della sua vita quotidiana, in particolare

“ l’eucarestia domenicale, se viene vissuta per ciò che è in se stessa, ha per ogni comunità un valore educativo permanente”

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• Le parrocchie :grande ricchezza del territorio e luogo della missione educativa della

chiesa

- “rendono presente e viva la vocazione popolare e missionaria della Chiesa”

- “la dimensione missionaria della comunità chiede prima di tutto uno sguardo educativo ai più vicini”

- “per l’azione educativa occorre puntare su forme di collaborazione e integrazione di vita tra parrocchie”

- “sono chiamate a mantenere la capacità di accoglienza di ragazzi e giovani in tutti i giorni dell’anno”

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Genitori e familiari

• La famiglia è il primo luogo dell’educazione e pone le “fondamenta” dell’impegno di parroci, catechisti, educatori per la crescita della persona

• La missione educativa della famiglia non si svolge solo al suo interno, ma anche nel territorio e nella parrocchia

• La vita di comunità ha una grande importanza per i figli che crescono

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I preti• Il sacerdote in parrocchia “sia riconosciuto autorevole

testimone delle esigenze educative di tutti, armonizzando nell’unità le diverse presenze di persone e di gruppi”

• Tutti sono invitati a pregare per i sacerdoti e per il vescovo

e a farsi carico delle loro preoccupazioni , considerando che la loro vocazione è farsi carico di tutti.

• L’importanza di essere con i nostri sacerdoti nelle parole di San’t’Agostino: “ nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi.

Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell’incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza”

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I diaconi• “ La Chiesa ci chiede oggi di servirla garantendo di

nuovo la presenza di diaconi permanenti”

• “Non semplicemente per il servizio alle comunità cristiane impoverite dalla presenza dei presbiteri, ma per il disegno che fin da principio è stato voluto dallo Spirito Santo”

• Olivier Clement descrive così la vocazione del diacono nella Chiesa:

“Il diacono è la figura della soglia, posto alla frontiera tra la liturgia celebrata e la liturgia vissuta, memoria dell’unità della vita sacramentale e della vita sociale. La liturgia non vale nulla se non fa nascere uno stile di vita, una liturgia dopo la liturgia, che sia vivificante e creatrice per la terra e la cultura”

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I consacrati• “nelle nostre comunità siamo chiamati a

parlare di più della vita consacrata, anche femminile, e a favorire con intraprendenza il loro coinvolgimento nella vita pastorale facendo loro percepire le povertà spesso invisibili che soffriamo”

• “noi tutti dovremmo in qualche modo imparare dai consacrati a vivere itinerari educativi come essi percorrono in diocesi e in ogni comunità su indicazione dei loro istituti”

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Le catechiste ed i catechisti• Il catechista con la sua vicinanza può

“rendere concreto per il giovane il volto amico della Chiesa e l’amore di Cristo”

• Come scriveva don Albino Luciani in “Catechetica in briciole”: <<I bambini leggono più sul catechista che sui catechismo; imparano più dalla condotta che dalle parole, più con gli occhi che con le orecchie, hanno antenne finissime per captare tutto quello che il catechista (l’educatore) è interiormente>>

• Una comunità di catechisti: “come non è concepibile una comunità cristiana senza una buona catechesi, così non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità”

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La catechesi di adulti

• La mancanza di catechesi è “una causa della scristianizzazione”

• Si tratta di “formare persone interiormente robuste, adulti capaci di approfondire e consolidare il rapporto tra fede e vita, ragione e cultura, di far cogliere il positivo e innestare la novità del vangelo nei vari ambienti di vita”

• Cogliendo opportunità diverse: incontri liturgici, foglietti e giornale parrocchiale, radio, moderni mezzi di comunicazione, conversazioni familiari…

• Avendo come strumento: il catechismo della chiesa cattolica

• I catechisti: persone formate per educare attraverso la pratica dell’’ascolto, del sostegno, del discernimento

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I ministri della liturgia• “L’educazione cristiana certamente passa per la

formazione liturgica per partecipare intimamente ai momenti sorgivi di quanto il Signore fa per noi per abilitarci ad andare

agli altri”

• “La liturgia diventa tanto più rispondente al nostro desiderio di comunicare con Dio quanto più la frequentiamo e ne assimiliamo il linguaggio”

• E’ importante fare tutto il possibile per introdurre le persone :

- a una piena partecipazione alle celebrazioni - a cogliere il legame tra la liturgia e la vita

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Gli animatori della carità e della missione

• “Tra gli educatori sono da porre in grande risalto quelle persone che, anche nascostamente, si fanno carico della carità e della missione”

• La carità è quella dimensione “che fa crescere l’accoglienza, l’attenzione e la solidarietà verso tutte le persone, a cominciare da quelle che sono in difficoltà”

• “i laici che si impegnano nel campo amministrativo, sociale e politico vivono una forma di servizio esigente

che va accompagnato con responsabilità dalla Chiesa”

• La missione è quella dimensione “che fa tutti responsabili di comunicare agli altri quanto ognuno di noi scopre d’indispensabile per la pace del suo cuore e per la felicità

• “Per trasmettere l’eredità bisogna consegnarla personalmente, toccare colui al quale si vuole donare, trasmettere, tale eredità”

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“Siamo chiamati a non considerare le trasformazioni della nostra terra come fatti passeggeri, ma ad assumere questo tempo come inderogabile momento di accoglienza delle persone, per un futuro inarrestabile. L’Europa stessa non è più e non sarà come finora pensata: il mediterraneo è diventato ponte di scambio tra tutte le sue terre”

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La cultura e gli stili di vita in montagna• “In quest’ambito l’impegno educativo dev’essere oggi esigente, in una visione che ponga l’ecologia ambientale in rapporto con

l’ecologia umana”

• Il Papa ci dice: “coltivare e custodire il creato: è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti (…)

Noi stiamo vivendo un momento di crisi: lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo.

Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti”

• In diocesi:- UFFICIO- IL CAMMINO DELLE DOLOMITI

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I membri dei consigli

Sentiamo come rivolti anche a noigli interrogativi del Papa ai vescovi

dell’America Latina:“Nella pratica rendiamo partecipi della

Missione i fedeli laici? Offriamo la Parola di Dio e i sacramenti con la chiara coscienza e convinzione che lo Spirito si manifesta in essi? E’ un criterio abituale il discernimento pastorale, servendoci dei Consigli diocesani?”

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Gli animatori di associazioni e movimenti

• “Non si può affrontare il tema dell’educazione se non si valorizzano al massimo le associazioni”

• “L’organizzazione non salva nessuno, mentre un tessuto di relazioni che, nel nome del Signore, coinvolgono le persone dentro un progetto non casuale, hanno la garanzia di una presenza della grazia di Dio”

• “Miriamo al bene della persona e soprattutto della continuità di una vita comunitaria che non isola la gente nel proprio piccolo mondo, togliendo spazi alla comunione che è ricca quando apre alla diocesi, alla regione, all’Italia e al mondo”

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“Predicatelo sui tetti”• “E’ doveroso oggi, davanti alle domande che la

cultura diffusa pone come provocazioni per la vita cristiana, pensare alle nuove forme di comunicazione”

• In siti, applicazioni, reti sociali l’uomo d’oggi può vivere momenti di

domanda, riflessione, silenzio, preghiera, meditazione, condivisione della parola di Dio…

• Le reti possono aprire le porte ad altre dimensioni della fede:

incontro diretto, esperienze di comunità, pellegrinaggio…

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Le collaboratrici ed i collaboratori

• Nella vita delle parrocchie maturano molteplici attività, la collaborazione tra i diversi soggetti della pastorale chiede “motivazioni ben fondate su momenti di formazione per tutti”

• Il vescovo Ambrosio ci dice che “Gli educatori nella comunità cristiana devono costituire una realtà plurale e differenziata. Ma devono in primo luogo essere accomunati dal desiderio di accogliere e accompagnare e dunque capaci di confrontarsi e lavorare insieme”

• Non solo dentro la chiesa, ma anche “Cristiani e uomini di buona volontà sono chiamati a osare iniziative per il futuro sociale dell’Europa, dell’Italia e della nostra terra”

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CONCLUSIONENELLA GIOIA E NELLA PREGHIERA

• “L’assillo più grande che dovremmo coltivare, avviati e stimolati da questa Nota, è la passione per il compito educativo delle comunità cristiane e di ognuno di noi”

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• Papa Francesco ci indica il percorso che deve seguire le nostra passione educativa,

dal cuore verso gli altri: “ aprire le porte del nostro cuore, della

nostra vita, delle nostre parrocchie – che pena tante parrocchie chiuse! – dei movimenti, delle associazioni, e uscire incontro agli altri, farci noi vicini per portare la luce e la gioia della nostra fede. Uscire sempre!”

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• Papa Francesco, con parole e gesti,

ci mostra anche lo stile con il quale andare agli altri:

con GIOIA e MISERICORDIA

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• La nota si chiude con l’invito a “non considerare le delusioni educative

come estranee alla chiamata che il maestro ci fa”

“considerare la complessità della storia nella quale è sempre all’opera il nemico dell’uomo”

• E ci ricorda che “Il Maestro continua a seminare e far

crescere. Si serve di noi e della nostra opera

chiedendoci di restare umili e uniti a Lui.

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“Gesù Maestro, aiutami,

a essere tuo discepolo,

a farti crescere come vuoi Tu,

a donare agli altri l’amore

che viene da Te”

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a cura di Francesca Curti

Parrocchia dei SS. Biagio e Stefano - Belluno