Venerabile Francesco Antonio Marcucci | - Opera Omnia · 2013. 6. 27. · FRANCESCO ANTONIO...

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  • I

  • Opera Omniadi Francesco Antonio Marcucci

    3.2

    II III

  • Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione

    MARCUCCIANA OPERA OMNIA

    PIANO GENERALE

    Sezione 1. storico-letteraria

    2. biblico-teologica

    3. mariologica

    4. filosofica

    5. omiletica

    6. varie

    7. epistolare

    VOLUMI PUBBLICATI

    1.1 Artis Historicae Specimen. Riflessioni sopra di alcuni precetti più importanti dell’ArteIstorica, 2002

    1.2 De Asculo Piceno. De Inscriptionibus Asculanis. Delle Sicle e Breviature, 2004

    3.1 Sermoni per il triduo e per la festa dell’Immacolata Concezione, 2004

    3.2 Sermoni per le feste Mariane, 2008

    “Agli amanti di Maria”nel 150° anniversario delle apparizioni

    di Maria Immacolata a santa Bernardettae nel 20° della “Mulieris Dignitatem”

    di sua santità Giovanni Paolo II

    IV V

    Dino Ferrari, Apparizione dell’Immacolata a santaBernardetta, olio su tavola, 1962, Ascoli Piceno, Chiesadell’Immacolata delle Suore Pie Operaie Concezioniste,lato sinistro dell’abside.

  • FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI

    Sermoniper le Feste Mariane

    (1746-1789)

    A cura di Suor Maria Paola Giobbi

    VI VII

    Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione

    Stemma di mons. Francesco Antonio Marcucci, scelto nel1741 quando diventa sacerdote. Egli utilizza lo stemmadella sua famiglia, riportato sulla metà a destra, dove sonoraffigurati tre monti, simboli delle virtù della giustizia,della clemenza e dell’equità; la stadera rafforza il simbolodella giustizia. Sulla parte sinistra, introduce l’immaginedello Spirito Santo e dell’Immacolata “delizia del suo cuoree scala per salire al cielo”. Lo stemma fu mantenuto per tutta la vita. Il cappello al disopra dell’ovato fu aggiunto quando divenne Vescovo. La croce con due aste trasversali indica la carica di Patriarcadi Costantinopoli, ricevuta nel 1781.

  • Indice

    Presentazione di Madre Daniela Volpato, Vicaria Generale XIX

    Presentazione di Mons. Silvano Montevecchi, Vescovo di Ascoli Piceno XXI

    Introduzione di P. Stefano de Fiores XXIII

    Nota redazionale XXIX

    Ricetta per fare il vero e buono Inchiostro XXXIII

    Descrizione dei manoscritti XXXIV

    Criteri di trascrizione dei manoscritti XXXVIII

    CAP. I SERMONI ED INNI MARIANI DEL 1746

    Abbozzo di panegirico in onore della SS.ma Annunciazione della GranMadre di Dio Maria sempre Vergine, Ascoli Piceno databile 1746.

    Abbozzo di panegirico dei dolori della SS.ma Vergine Immacolata nel venerdìdella domenica di Passione, Ascoli Piceno 1746.

    Istruzione sopra il sacro scapolaretto o sia abitino ceruleo, o vogliamo dirlo tor-chino dell’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine, 1746, stampa-to in Ascoli, per Niccola Ricci.

    Sopra i privilegi di Nostra Immacolata Signora. Canzonetta sull’aria marcuccina, Ascoli Piceno databile 1746.

    Volgarizzamento poetico dell’Ave Maris Stella, Ascoli Piceno 17 marzo 1746.

    Breve sermone sopra la gloriosa Assunta di Nostra Signora, Ascoli Picenodatabile 15 agosto 1746.

    Sacro discorsetto sopra l’Aspettazione del Parto di Maria Vergine SS.ma,Ascoli Piceno databile 1746.

    CAP. II SERMONCINI PER OGNI SABATO DELL’ANNO 1752

    Il solennizzare e celebrare il sabato con varie divozioni in onor dellaVergine è di suo gran piacere e vien da lei molto ben ricompensato,Ascoli Piceno 1 gennaio 1752.

    SI RINGRAZIANOSuor Maria Giuditta Mosca, Don Benito Masci, Maria Gabriella Mazzocchi,Massimo Papetti, Don Vincenzo Catani, Sara Paolini.

    IN PARTICOLARE

    PER LE TRASCRIZIONI: Suor Maria Vanessa Hilario ed Elvezia Di Girolamo.

    PER LE TRADUZIONI DAL LATINO: Pietro Alesiani.

    PER AIUTO REVISIONE E CONFRONTO MANOSCRITTI: Elvezia Di Girolamo.

    FOTO: Domenico Oddi ed inoltre Enzo Morganti.

    © 2008 – Suore Pie Operaie dell’Immacolata ConcezioneVia S. Giacomo, 3 - 63100 Ascoli PicenoE-mail: [email protected] generalizia, via Cosimo Tornabuoni, 12 - 00166 Roma

    Stampa: Croma Group srl - Grottammare (AP)

    In I di copertinaAnonimo, La Madre di Dio con il Bambino Gesù, olio su tela, sec. XVII, dipinto appartenen-te all’antica famiglia Marcucci, oggi nella Casa Madre dell’Istituto.

    In IV di copertinaMedaglione della Beata Vergine Maria che le Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione,fino agli anni sessanta del Novecento, portavano sul petto, cucito sullo scapolare; oggi l’im-magine è stata sostituita da una medaglia appesa ad una catenina.

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    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e conalcun mezzo elettronico, in fotocopia, in disco o in altro modo,senza l’autorizzazione scritta dell’Editore

  • Quanto gradisca la SS.ma Vergine l’esser salutata con l’Ave Maria, AscoliPiceno 17 giugno 1752

    Essendo stato San Giovanni Battista così caro a Nostra Signora, non vi èmezzo più proprio per ottenere la protezione di questa, che interporvi l’interces-sione di quello, Ascoli Piceno 24 giugno 1752.

    Il reputarsi indegno di ricevere le dolcissime Visite di Maria SS.ma e nel tempostesso far quel che si deve per ottenerle, è il gran segreto per sicuramente rice-verle, Ascoli Piceno 1 luglio 1752.

    Chi vuol grazie dalla Vergine ricorra a Lei con fiducia e con perseveranzanelle sue Chiese, Ascoli Piceno 8 luglio 1752.

    L’essere ascritti al sacro abitino del Carmine ed il portarlo con divozione,impegna Maria SS.ma a proteggerci singolarmente in questa vita e nell’altra,Ascoli Piceno 15 luglio 1752.

    L’Amore che la Maddalena portò a Maria SS.ma deve essere il modello delnostro amor verso la Vergine, Ascoli Piceno 22 luglio 1752.

    La divozione del Santo Rosario è così cara alla Vergine, che l’ha impegnatasempre mai ad operar maraviglie, anche in favore di chi solamente lo ha por-tato indosso, Ascoli Piceno 29 luglio 1752.

    L’averci posti il nostro gran Padre e protettore Sant’Emidio, tosto dopo il suo arri-vo, sotto la protezione e tutela di Maria SS.ma, fu la gloria del suo apostolato e lasorgente di tutte le nostre fortune, Ascoli Piceno 5 agosto 1752.

    L’apparecchiarsi a celebrar con divozione la festa della gloriosa Assunta diNostra Signora la impegna ad esercitar verso di noi l’uffizio che ella ha diRifugio dei Peccatori, Ascoli Piceno 12 agosto 1752.

    Sotto la similitudine del cedro si dimostra essere stata Maria SS.ma nella suagloriosa Assunta e di stupore al mondo e di allegrezza e maraviglia al cielo e digiovamento a tutti, specialmente ai peccatori, Ascoli Piceno 15 agosto 1752.

    CAP. III SERMONCINI PER OGNI SABATO DELL’ANNO 1753

    Il vero divoto della Vergine deve procurar di avere buona memoria, miglior ingegno ed ottimo giudizio, sì per maggiormente promuovere il culto di Lei, che per ottenere più efficace il suo patrocinio, Ascoli Piceno 12 maggio 1753.

    Per ricevere, per conoscere e per eseguire gli impulsi dello Spirito Santo non viè il più bel mezzo che farsi divoto di Maria SS.ma, Ascoli Piceno 9 giugno1753.

    La tenera divozione verso la SS.ma Vergine è di gran giovamento per ravvi-var la nostra fede verso il SS.mo Sacramento, Ascoli Piceno 8 gennaio1752.

    La divozione della SS.ma Vergine è di giovamento grandissimo per fare unabuona confessione sacramentale, Ascoli Piceno 15 gennaio 1752.

    Quanto riesca di gradimento alla SS.ma Vergine la nostra divozione verso dilei e quanto le sia di dispiacere la mancanza di nostra fedeltà, Ascoli Piceno22 gennaio 1752.

    La divozione professata da San Francesco di Sales verso la SS.ma Vergine, ele finezze della Vergine usate verso S. Francesco di Sales, risvegliar debbono ela nostra diligenza in fedelmente servir la stessa Regina del Cielo e la nostrafiducia in esser da lei protetti, Ascoli Piceno 29 gennaio 1752.

    Quanto dispiaccia alla SS.ma Vergine il Carnevale, Ascoli Piceno 5 feb-braio 1752.

    La divozione verso la SS.ma Vergine riesce di gran conforto nella morte,Ascoli Piceno 12 febbraio 1752.

    La divozione verso il gran padrone e patriarca San Giuseppe è un mezzo efficacissimo per ottenere la protezione e il patrocinio di Maria SS.ma,Montalto Marche 18 marzo 1752; Ascoli Piceno 8 aprile 1752.

    La gran Regina del Cielo ha un mirabile potere nel difendere i suoi divoti datutti gli assalti del nemico infernale, Ascoli Piceno 15 aprile 1752.

    Il concorrere e portarsi nelle Chiese a venerar le sacre Immagini di Maria, è un bel mezzo per essere da Lei protetti, Ascoli Piceno 22 aprile 1752.

    L’intercessione di Maria SS.ma è molto efficace per placar l’ira divina,Ascoli Piceno 29 aprile 1752.

    La divozione verso Maria SS.ma rende buona la nostra speranza e ce la rav-viva ed accresce, Ascoli Piceno 13 maggio 1752.

    Maria SS.ma impetra ai suoi divoti la pienezza dello Spirito Santo, AscoliPiceno 20 maggio 1752.

    Il ringraziare la SS.ma Trinità delle Grazie concesse alla SS.ma Vergine, ed il congratularsi con la Vergine per la gloria ed onore dato alla SS.maTrinità esser deve l’esercizio più frequente dei veri divoti di Maria, AscoliPiceno 27 maggio 1752.

    Il concorrere alle fabbriche o al mantenimento delle Chiese dedicate a MariaSS.ma, viene da Lei molto ben ricompensato anche in questa vita, AscoliPiceno 10 giugno 1752.

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  • Sermoncino VI. Si spiega il significato degli abiti sacerdotali e dell’apparecchio;e particolarmente dell’entrata in Sagrestia che fa il Sacerdote e del lavarsi lemani e delle orazioni preparatorie, Ascoli Piceno 16 febbraio 1754.

    Sermoncino VII. Uno tra gli ottimi apparecchi per udir con profitto la S. Messa è il ricorrer con calde preghiere alla gran Vergine Nostra Signora,Ascoli Piceno 23 febbraio 1754.

    Sermoncino VIII. Per degnamente assistere alla S. Messa si richiede una granfede e bisogna far divoto ricorso alla Gran Vergine, che della fede è maestra,Ascoli Piceno 2 marzo 1754.

    Sermoncino IX. Quanta ricompensa Maria dia a chi ad onor suo assiste divo-tamente alla Messa, Ascoli Piceno 15 giugno 1754.

    Sermoncino X. L’umile confessione ed il pentimento sincero di nostre colpe,innanzi alla Vergine; e l’umile invocazione del suo Aiuto; è un gran mezzo perottenere il perdono, Ascoli Piceno 22 giugno 1754.

    Sermoncino XI. Quanto abbiam bisogno e in tempo di Messa e fuori di Messadella Intercessione di Maria (Kyrie eleison), Ascoli Piceno 6 luglio 1754.

    Sermoncino XII. Sopra il Gloria in excelsis Deo, il Dominus vobiscum chesegue e l’oremus prima dell’Epistola. Ascoli Piceno 13 luglio 1754.

    Sermoncino XIII. Dell’Epistola e graduale e il trasferir del Messale. AscoliPiceno 20 luglio 1754.

    Sermoncino XIV. Evangelio e Credo. Ascoli Piceno 27 luglio 1754.

    Sermoncino XV. Si ripete il Credo. Ascoli Piceno 3 agosto 1754.

    Sermoncino XVI. Ascoli Piceno agosto 1754.

    Sermoncino XVII. Il Lavabo, Offerimus, Orate fratres, Ascoli Piceno 31 agosto 1754.

    Sermoncino XVIII. Segrete e Prefazio, Ascoli Piceno 14 settembre 1754.

    CAP. V SERMONCINI PER LA FESTA DI MARIA SS.MA ASSUNTA(1754-1769)

    Iddio con il darci la sua Madre per nostro rifugio, ci ha dato un mezzo assaisicuro per eternamente salvarci, Ascoli Piceno 15 agosto 1754.

    Sopra la gloriosa Assunta di Nostra Signora, Ascoli Piceno 15 agosto 1758.

    Godendo molto la Vergine che da sua parte si ringrazi la SS.ma Trinità, deveognuno aiutarsi a farlo come essa stessa insegnò e desidera, Ascoli Piceno 16 giugno 1753.

    Nella festa della visitazione, siccome si ravvivano più che mai le nostre spe-ranze, così deve più che mai risvegliarsi la nostra divozione, Ascoli Piceno2 luglio 1753.

    Sermoncino per la SS.ma natività di Maria, Ascoli Piceno 8 settembre 1753.

    Per ottener una vera felicità non vi è più bel mezzo che esser divoto del SS.monome di Maria, Ascoli Piceno 15 settembre 1753.

    Essendo il SS.mo nome di Maria un nome ricolmo di virtù, benedizioni e digrazie, non può esser mai da noi invocato senza nostro grandissimo utile e van-taggio, Ascoli Piceno 22 settembre 1753.

    Il nome augustissimo di Maria essendo di grande efficacia e virtù per ben mori-re, pronunziato nelle ultime agonie dai suoi divoti, impegna il gran protettoredei moribondi l’Arcangelo San Michele, di cui oggi celebriamo, ad assisterci conpiù premura in quel punto tremendo, Ascoli Piceno 29 settembre 1753.

    CAP. IV SERMONCINI ABBOZZATI SOPRA LA SACRA LITURGIADELLA SANTA MESSA RECITATI NEI SABATI(16 NOVEMBRE 1753 - 14 SETTEMBRE 1754)

    Sermoncino I. Quanto piaccia a Maria SS.ma il considerar l’istituzione ed imisteri della S. Messa, Ascoli Piceno 16 novembre 1753.

    Sermoncino II. Vuole la Vergine che tutti i cristiani si mostrino grati con larimembranza del sacrificio fatto per loro dal suo Divin Figlio, Ascoli Piceno24 novembre 1753.

    Sermoncino III. L’assister con somma divozione e riverenza alla S. Messa, è lostesso che impegnar la Vergine a farci singolari finezze, Ascoli Piceno 1dicembre 1753

    Sermoncino IV. La gran premura che ha la Vergine che noi ascoltiamo divota-

    mente la S. Messa ci prova esser la Messa di un gran valore per noi, AscoliPiceno 12 gennaio 1754.

    Sermoncino V. Il soccorrer le anime benedette del purgatorio ad onor di Mariacol mezzo della S. Messa, sia lo stesso che impegnar Maria SS.ma a soccorrer-ci particolarmente in vita e dopo morte, Ascoli Piceno 19 gennaio 1754.

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  • Spiegandosi la fuga nell’Egitto, memorata da San Matteo, si esalta la soffe-renza e insieme la prudenza di Maria SS.ma e se ne raccomanda l’imitazio-ne, Ascoli Piceno 11 febbraio 1758.

    Dilucidandosi la Strage degli Innocenti, di cui ci parla San Matteo, si vienea dedurre quanto dispiaccia a Maria SS.ma il perseguitar gli Innocenti,Ascoli Piceno 4 marzo 1758.

    Maria SS.ma è un rifugio sicuro senza chiederlo e pronto senz’aspettarlo,Ascoli Piceno 31 aprile 1764.

    La custodia e protezione di Maria è sicura, pronta e durevole a favor di chi levive ossequioso tra le sue mistiche vigne, Ascoli Piceno 4 aprile 1769.

    CAP. VII SERMONI PER IL TRIDUOE LA FESTA DI MARIA BAMBINA (1767-1769)

    La bellezza di Maria Bambina, Ascoli Piceno 5 settembre 1767.

    La bontà di Maria Bambina, Ascoli Piceno 6 settembre 1767.

    La beneficenza di Maria Bambina, Ascoli Piceno 7 settembre 1767

    Maria Bambina, essendo nata Regina dell’Universo, stando ancor nellaculla, esercita la sua mirabile potenza in Cielo, in Terra e nell’Inferno, AscoliPiceno 8 settembre 1768.

    Sopra la SS.ma natività di Nostra Immacolata Signora, Ascoli Piceno 8settembre 1769.

    CAP. VIII SERMONI PER LE FESTE MARIANE RECITATINELLA CATTEDRALE DI MONTALTO E NELLECHIESE DELLA DIOCESI (1771-1789)

    Sopra la gloriosa Assunta di Nostra Immacolata Signora, Montalto 15agosto 1771.

    Sopra la purificazione di Nostra Immacolata Signora. Ai tre miracoli che nelgiorno della sua purificazione veder ci fece Maria Santissima, cioè di ubbi-dienza, di umiltà e di edificazione, molti e molte ardiscono di contrapporre trealtri prodigi, cioè di ostinazione, di superbia e di scandalo, Montalto 2 feb-braio 1772.

    Refugium meum es tu, Ascoli Piceno 15 agosto 1759.

    Breve discorso sopra la gloriosa Assunta di Nostra Signora. Supra modumMater mirabilis, Ascoli Piceno 15 agosto 1759.

    Abbozzo del discorsetto sopra l’Assunta di Nostra Signora, Ascoli Piceno 15agosto 1768.

    Per la gloriosissima Assunta di Nostra Signora, Ascoli Piceno 15 agosto 1769.

    CAP. VI SERMONCINI FAMILIARI RECITATI NEI SABATIE IN VARIE FESTE MARIANE (1756-1764)

    Sermone familiare sopra la Presentazione di Nostra Signora, recitato insedia alle piissime Religiose Benedettine di S. Egidio di questa cittàdi Ascoli, 22 novembre 1756.

    Missus est Angelus Gabriel a Deo in Civitatem Galileae, cui nomenNazareth, ad Virginem, Ascoli Piceno 10 dicembre 1756.

    Spiegandosi di chi fosse figlio il patriarca San Giuseppe, si conchiude dimo-strando quanto sia efficace il patrocinio di San Giuseppe per ottener le grazieda Maria Santissima, Ascoli Piceno 31 dicembre 1757.

    Descrivendosi la nobile parentela di Maria SS.ma, si conchiude esser essanostra parente in primo grado di adozione spirituale, cioè nostra amantissimaMadre, Ascoli Piceno 7 gennaio 1758.

    Dilucidandosi, se quando avvenisse il purissimo sacro sposalizio tra la Verginee S. Giuseppe, si conchiude con l’esaminare il modo, come possiamo contrarre unospirituale sposalizio con la suddetta Regina del Cielo, Ascoli Piceno 14 gen-naio 1758.

    Incominciandosi a spiegar il capo secondo di San Matteo, si pone in chiaro, inche tempo nacque Gesù Signor nostro e quali prodigi principali accompagna-rono la sua SS.ma nascita; conchiudendosi con una Congratulazione alla SS.ma Vergine per la sua maternità, Ascoli Piceno 21 gennaio 1758.

    Ponendosi in chiarezza maggiore i due singolarissimi privilegi di Maria, cioèla sua verginità perpetua e la sua maternità di Dio, si conclude che l’onorarquesti due privilegi è il più bel modo di acquistarsela benevola avvocata e pro-tettrice, Ascoli Piceno 28 gennaio 1758.

    Dilucidandosi la venuta e l’offerta dei Santi Re Magi, di cui favella San Matteo, si conchiude quanto Iddio gradisca i doni, che gli si danno per lemani della sua SS.ma Madre, Ascoli Piceno 4 febbraio 1758.

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  • CAP. IX DIALOGHI PER LE FESTE MARIANE MANDATIDA MONTALTO ALLE RELIGIOSE DELL’IMMACOLATACONCEZIONE DI ASCOLI (1772-1786)

    Dialogo sopra l’apparizione del Redentore risorto alla sua SS.ma Madre,e sopra la doppia Alleluja della Pasqua, Montalto 18 aprile 1772.

    Dialogo della Santa Casa di Loreto, tra Timesia, Filomata e Critesio,Montalto 3 maggio 1772.

    Dialoghetto in quattro educande per la Festa della Presentazione di Maria,Montalto 21 novembre 1786.

    Indice dei nomi notevoli di persone 567

    Repertorio di persone menzionate nell’opera 573

    Bibliografia generale 595

    Bibliografia del repertorio 597

    Sermone della gran Misericordia di Maria SS.ma. La SS. Vergine impegnail suo divin Figlio ad aspettare i peccatori con pazienza, a ricercarli con pre-mura e ad accoglierli con amorevolezza: così essa usando verso dei peccatori lasua grande misericordia, Castignano 16 agosto 1772.

    Pastorale della SS.ma natività di Maria. L’allegrezza universale che la GranVergine arrecò a tutto il mondo col suo nascimento, Force 8 settembre 1772.

    Sermone nella purificazione di Maria. La doppiezza intanto è sì comune inoggi tra noi Cristiani, in quanto passa quasi comunemente tra noi per unalodevole accortezza di tratto e non si apprende per quel vizio, com’è, sì abomi-nevole agli occhi di Dio e sì pregiudizievole al prossimo ed a noi stessi,Montalto 2 febbraio 1773.

    Per la purificazione di Maria SS.ma, Montalto 2 febbraio 1774.

    Omelia della gloriosa Assunta di Nostra Immacolata Signora. L’amore dimo-strato a noi da Maria SS.ma nel suo felicissimo transito da questa all’altravita, ci vien perpetuato nella Assunta sua gloriosa in Cielo, Montalto 15agosto 1776.

    Omelia della natività di Nostra Signora. Non sente gaudio nella natività diMaria chi non comprende l’infinito bene, che da Maria ne ridonda,Montalto 8 settembre 1776.

    Sermone della natività di Nostra Signora. Non sente gaudio nella natività diMaria chi non comprende l’infinito bene, che da Maria ne ridonda, Montalto8 settembre 1776, mandato alle Pie Operaie dell’Immacolata di Ascoli.

    Omelia per l’Assunta di nostra Signora, Montalto 15 agosto 1786.

    Morale omelia. Benedicta sit Peccatorum Refugium, ChristianorumAuxilium, necnon Prædicatorum Præssidium, Deipara Virgo Maria, QuæEt Dicentis Verba complevit Et Audientium corda contrivit. Impleti sunt diesPurgationis Maria, Montalto 2 febbraio 1787.

    Omelia per l’Assunta di nostra Signora, Montalto 15 agosto 1787.

    Omelia per la SS.ma natività di nostra Signora, Montalto 8 settembre 1788.

    Omelia della gloriosa Assunta di Nostra Signora. Impercettibili essendo i sor-prendenti trionfi di Maria nella sua gloriosa Assunta, si dimostra il trionfodella sua materna clemenza e misericordia, come più adattato al nostroUmano Intendimento, Montalto 15 agosto 1789.

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  • Presentazione

    Madre Daniela Volpato, Vicaria Generale

    Ascoli Piceno 11 Febbraio 2008, festa della Madonna di Lourdes

    “Io sono l’Immacolata Concezione”: con queste parole la “bellaSignora” si è definita apparendo alla giovane Bernardetta Soubirous150 anni fa a Lourdes.Stiamo quindi vivendo un anno speciale, un anno giubilare che intende

    celebrare la memoria di quelle importanti apparizioni che si possono legge-re come una conferma della proclamazione del dogma dell’ImmacolataConcezione di Maria avvenuta quattro anni prima, ossia nel 1854.

    Ci sembra, quindi, non casuale il fatto che, proprio in quest’anno vengadato alla stampa questo nuovo volume dell’Opera omnia di Mons. Marcucci:“Sermoni per le feste mariane”.

    È una raccolta delle sue omelie che vuole dimostrare come Egli abbiavoluto cogliere tutte le occasioni per onorare Colei che amava chiamare“Nostra Immacolata Signora” già più di cento anni prima che il dogmavenisse ufficialmente proclamato.

    Mons. Marcucci, fervente innamorato di Maria proprio sotto il titolo di“Immacolata Concezione”, non lasciava infatti passare sotto silenzio nessunaricorrenza mariana, anzi di ciascuna di esse sapeva approfittare per diffonde-re il culto e la vera devozione all’Immacolata e questo Egli ha trasmesso alleSue Figlie, le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, perché continuasse-ro sul suo esempio.

    Questo è sicuramente il motivo che ha spinto Suor M. Paola Giobbi aimpegnarsi perché venisse pubblicata tale opera proprio in questo annogiubilare, che, oltre a ricordare come già detto l’anniversario delle appa-rizioni a Lourdes, per noi Pie Operaie ricorda anche i 151 anni dalla visi-ta effettuata nella nostra Casa Madre ad Ascoli Piceno dal Papa Pio IX,dal quale è stato proclamato appunto il dogma dell’ImmacolataConcezione di Maria.

    XVIII XIX

  • Presentazione

    Mons. Silvano Montevecchi, Vescovo di Ascoli Piceno

    Ascoli Piceno 25 Febbraio 2008,

    267° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del Servo di Dio mons. F. A. Marcucci

    L’impegno con il quale le Pie Operaie della Immacolata Concezione stanno conducendo gli studi e le dovute attività per favorire nel piùbreve tempo possibile l’auspicata beatificazione del loro fondatoreMons. Francesco Antonio Marcucci, è connotato anche dall’impegnativoprogramma di consegnare al pubblico la “Marcucciana Opera Omnia” nellavarie sezioni: storica, letteraria, biblico-teologica, mariologica, filosofica,omiletica, oltre al ricco epistolario.

    Il volume, che viene posto nelle mani del lettore, presenta temi dedicatialla sezione mariologica. Sono prevalentemente meditazioni o sermoni e poe-sie dedicati ai momenti della vita della Beata Vergine verso la quale ilMarcucci nutriva un affetto tenerissimo. In calce alla “Istruzione sopra il sacroscapolaretto o sia abitino ceruleo o vogliam dire torchino dell’Immacolata Concezionedi Maria sempre Vergine”, il nostro si firma “Abate don Francesco AntonioMarcucci, detto dell’Immacolata Concezione, Sacerdote Secolare di Ascoli eMissionario Apostolico”.

    La firma ci aiuta a intravedere le caratteristiche della sua personalità: egliè un sacerdote ascolano che nelle sua produzione letteraria offre uno spacca-to della vita e della religiosità popolare dell’amata città e del suo caratteremariano “con cui da secoli si truova a presentare tutta umile ai sacratissimi piedidella eccelsa Immacolata Regina un annuo tributo, e sotto quello i cuori dei cittadi-ni” (cfr Orazione per l’Immacolata Concezione…1760). Una caratteristica, que-sta, che permane ancora viva tra noi.

    Egli ama essere definito “dell’Immacolata Concezione”. Il nostro autorein tutti i suoi scritti ha sempre l’intento di essere di utilità al popolo e di for-marlo nella crescita spirituale. È convinto che la conoscenza e la devozioneverso la Madonna sia la via maestra per la trasmissione della fede. D’altraparte i suoi Sermoni sono costruiti come le grandi chiese barocche nelle quali

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    Suor M. Paola, quindi, ha voluto onorare in questa circostanza la VergineImmacolata: per questo a lei va il ringraziamento di tutta la Congregazionee anche di coloro che, dopo essersi accostati alla conoscenza di Mons.Marcucci, ne hanno compreso tutta la portata culturale e spirituale e deside-rano sempre più approfondirla sotto ogni aspetto, ma soprattutto desidera-no rafforzare la loro fede nel mistero dell’Immacolata Concezione di Maria.

    Un ringraziamento sincero e profondo va anche al Reverendo PadreStefano De Fiores che, pur tra i suoi mille impegni, si è prodigato con la suacompetenza e con il suo caratteristico entusiasmo a curare l’introduzione alvolume, manifestando ancora una volta l’apprezzamento e la stima per ilnostro Fondatore, ma anche per l’intera nostra Congregazione.

    A tutti colo che avranno l’opportunità di prendere in mano questo volu-me auguriamo di crescere sempre più nella vera devozione all’ImmacolataConcezione, dalla quale imploriamo per tutti le più grandi benedizioni, affi-dando ciascuno all’intercessione del Servo di Dio Mons. Francesco AntonioMarcucci, che desideriamo vedere presto elevato agli onori degli altari.

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  • la mobilità delle forme e la convergenza verso l’altare esprime il desideriodell’anima di essere condotta alla devozione attraverso la ricchezza delle cita-zioni bibliche, la profonda semplicità della riflessione teologica, la dolcezzadelle indicazioni ascetiche pratiche e i riferimenti di ordine devozionale.

    Attraverso i Sermoni alla Madonna vengono passati in rassegna tutte legrandi verità dell’esperienza cristiana.

    Infine sottolinea di sentirsi “Missionario Apostolico”. E come non pensa-re alla sue giovani esperienze allorché a piedi scalzi si recava nei paesi a pre-dicare al popolo, ispirandosi al grande modello di S. Leonardo da PortoMaurizio.

    Ma fu mosso da intento missionario anche la istituzione di una famigliareligiosa dedicata alla educazione delle fanciulle.

    Dalla lettura del volume si potrà conoscere la delicatezza di questa animasacerdotale e l’influenza che i suoi scritti hanno avuto nella storia della città.

    La nostra Diocesi ha avuto dalla Divina Provvidenza il dono di questagrande personalità e la gioia di custodire le sue spoglie mortali proprio nellechiesa dove tante volte parlò delle virtù della Vergine e dei doni riservati aisuoi fedeli.

    Ringrazio cordialmente le brave suore, e particolarmente suor MariaPaola Giobbi, per l’impegno di far conoscere il pensiero del Marcucci nonsolo agli studiosi, ma anche ai ragazzi delle scuole, perché sia apprezzato evenerato.

    † Silvano Montevecchi

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    IntroduzioneStefano De Fiores

    Ascoli Piceno 2 Febbraio 2008

    Saluto questo nuovo volume dell’Opera Omnia di Francesco AntonioMarcucci che raccoglie i Sermoni per le Feste Mariane (1746-1789) e mi congratulo con le Pie Operaie dell’Immacolata, in particolare conSuor Maria Paola Giobbi, per l’intelligenza e l’amore con cui hanno curatol’edizione.

    L’apertura di un altro scrigno contenente ulteriori espressioni di culto edi dottrina concernente la Madre di Gesù da parte di un testimone convin-to e di un maestro illuminato come il servo di Dio Francesco AntonioMarcucci, rappresenta per la Chiesa un arricchimento e uno sprone.

    Trarre dall’oblio i manoscritti che conservano i Sermoni per le Feste Marianepronunciati dal Marcucci negli anni 1746-1789 (98 componimenti omileti-ci), è un’opera meritoria, che si risolve in una maggiore risonanza del pen-siero del Fondatore nell’immenso areopago del nostro tempo e in un argo-mento supplementare per affrettare il riconoscimento della santità e dottri-na del servo di Dio.

    La prima impressione alla lettura dell’elenco degli argomenti trattati èche essi offrano uno spaccato della vita religiosa di Ascoli, nonché dell’inse-rimento in essa della Vergine Maria con una funzione educativa, etica e spi-rituale. È una conferma del carattere mariano della città - come la descrivemons. Marcucci -

    sì cospicua non meno per l’antichità immemorabile delle sue vaste mura [...]e per la nobiltà de’ suoi cittadini, [è] molto più illustre per l’amor singolare,con cui da secoli vincolata si truova a presentar tutta umile ai sacratissimipiedi della eccelsa immacolata Regina un annuo tributo, e sotto quello i cuoritutti de’ cittadini1.

    XXIII

    1 F. A. MARCUCCI, Orazione per l’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine, recitata inAscoli agli 8 di dicembre del corrente 1760, Ascoli 1760, 30.

  • La sua esegesi è certamente inculturata ed espressa nel linguaggio alloracorrente, come appare per esempio dal seguente brano:

    Spedito questi dall’augustissima Triade alla picciola stanza, dove stavasi alloraritirata la Divina Donzella, assorta in altissima contemplazione del gran Mistero,che una Vergine concepir dovea senza umana operazione, Ecce Virgo concipiet; eappena giunto, con profonda riverenza la inchina, graziosamente la saluta, e conogni più umile ossequio le espone la cagione della sua venuta, com’ella era statagià eletta per Madre di Dio, Ecce concipiet con quel che siegue nel sagro Testo.

    Similmente il Marcucci, al contrario di certi presbiteri che fanno l’ome-lia all’insegna dell’improvvisazione, prepara e struttura i suoi discorsi secon-do le norme dell’oratoria che prevedono il prologo, le varie parti e l’epilogo.

    Al di là della struttura colpisce la formazione teologica dell’autore chepresenta Maria non già come una monade chiusa in se stessa, ma come unapersona in relazione con la Trinità e con le singole persone divine. Egli lasaluta: Ave figlia di Dio Padre, ave Madre di Dio Figlio, ave Sposa dello SpiritoSanto, ave o Tempio della SS.ma Trinità. E non manca di rimandare alMagnificat per lodare Dio unitrino con Maria:

    Voglio che soltanto l’altezza della gloria ed onore che la Gran Vergine diedealle tre Divine Persone lo ricaviate da quel ch’essa medesima ne disse nel suomirabilissimo Cantico con quelle sole misteriose parole, Magnificat Anima meaDominum. Attenti Uditori, giacchè in così alto Mare dolcemente ci troviamoingolfati. Disse dunque la Vergine, l’Anima mia rende grande Iddio, gli dà unagran gloria, un grande onore, Magnificat Anima mea Dominum3.

    POESIA E DRAMMATIZZAZIONE

    Infine il Marcucci non disdegna le composizioni poetiche e drammatichema le utilizza a lode della Vergine. In questo egli s’inserisce in una tradizio-ne ascolana collaudata almeno da un secolo:

    CARATTERE LITURGICO

    Si tratta di una vita ritmata dalle feste liturgiche mariane mediante lequali la parola di Dio s’inserisce nella quotidianità, sia che riguardi il parto,il carnevale o la morte2. Il Marcucci valorizza le ricorrenze dedicate a Mariadall’Aspettazione del parto, alla natività, al Nome di Maria, all’annunciazio-ne, alla visitazione, alla purificazione, all’Addolorata e all’Assunta, dedican-do ad ognuna di esse un’omelia appositamente composta, includente un rife-rimento concreto all’impegno cristiano.

    I Sermoni qui pubblicati contengono riferimenti di ordine devozionale,come l’indossare l’abitino del Carmine o quello ceruleo dell’Immacolata, mala loro stragrande maggioranza riguarda la liturgia, segno del primato attri-buita a questa nella prassi della vita devota del settecento ascolano.

    In tale contesto si spiega la sequenza di Sermoncini abbozzati sopra la sacraliturgia della santa messa recitati nei sabati (16 novembre 1753 - 14 settembre1754), in cui mons. Marcucci svolge una catechesi accurata sia circal’Istituzione ed i Misteri della S. Messa, e il modo devoto di parteciparvi(allora si diceva assistervi), sia circa il significato degli abiti sacerdotali dellevarie parti della Messa: dal Gloria in excelsis Deo, all’epistola, al vangelo, alCredo... fino al prefazio.

    ISPIRAZIONE BIBLICA

    Nelle feste mariane, dovendo commentare gli eventi biblici o misteri diCristo in cui è presente Maria, il Marcucci mette a diretto contatto con laParola di Dio e con i suoi contenuti vitali e storico-salvifici. Così egli snodadinanzi ai nostri occhi i brani evangelici proclamati nelle varie celebrazioniin onore di Maria, con un’esegesi analitica ed insieme sintetica, cioè fedele altesto e nello stesso tempo ricca di risonanze dell’Antico e del NuovoTestamento. Insomma un’esegesi unitaria e spirituale basata sull’unicità del-l’autore divino di tutti i testi ispirati.

    XXIV XXV

    2 Cf. nel presente volume: Sagro discorsetto sopra l’Aspettazione del Parto di Maria VergineSS.ma. Desiderium meum audiat Omnipotens. In Giobbe al capo trentesimoprimo, databile 1746;Quanto dispiaccia alla SS. Vergine il Carnevale, Ascoli Piceno 5 febbraio 1752; La devozioneverso la SS.ma Vergine riesce di gran conforto nella morte, Ascoli Piceno 12 febbraio 1752.

    3 Sermoncino decimo quinto recitato nel Sabato della SS.ma Trinità a’ 27 di Maggio del corrente anno1752.

  • Vergine amabilissima, [...] volgetevi verso di noi con occhi misericordiosi.Sollevateci dagli affanni di questa misera vita;fortificateci contra tutti gli assalti de’ nostri Nemici visibili ed invisibili;otteneteci il pieno perdono di tutte le nostre colpe e la grazia di non più com-metterle;dateci un cuore, una fedeltà da vostri figli e da amantissimi figli;e fate in fine, che siccome, anche vostra mercè, fummo redenti,così col vostro favore siam fatti in eterno tutti salvi.O allora sì che giungeremo a conoscere perfettamente quanto Amorevi portò quel Dio, che s’impiegò tutto in farvi grande;e quanto amore voi portaste a noi in impiegarvi tutta in tanto beneficarci;e così dando anche noi il tributo di ringraziamenti e di lodi e a Dio e a voi,vi ameremo, vi benediremo, vi godremocon tutti i Santi e Angeli del cielo per tutta l’eternità.Amen.9

    XXVII

    Le celebrazioni delle ricorrenze mariane offrivano spesso pretesto per pubbli-cazioni di carattere poetico-devozionale, quali la Publica supplicatio diGiuseppe Lenti, edita nel 16214, la raccolta di Tullio Lazzari, pubblicata aMacerata nel 16985, e gli Affetti di compunzione di Angelo M. Lenti, stampataa Fermo nel 16926, dove troviamo una composizione dal significativo titoloImperatrice del Cielo, e Regina Immacolata degli Angioli7, nella quale viene esalta-to l’«Illibato Mistero».8

    In questa scia di utilizzazione della poesia non sorprende il fatto che ilvolume ora editato contenga un Volgarizzamento Poetico dell’Ave Maris Stella(1746), un Dialogo sopra l’apparizione del Redentore risorto alla sua SS.ma Madre(1772), un Dialogo della Santa Casa di Loreto, tra Timesia, Filomata e Critesio(1772) e infine un Dialoghetto in quattro Educande per la Festa dellaPresentazione di Maria (21 novembre 1786). Sono componimenti che destanoil desiderio di conoscerli, per ammirare la fantasia inventiva del Marcucci eil messaggio sempre vitale che contengono.

    In tutti i discorsi il servo di Dio lascia trasparire l’immagine di Mariaimpressa nel suo cuore: una Maria biblica che vive il mistero di Cristo conatteggiamento di fede sia nella sofferenza che nella gioia, ma anche unaMaria vivente che assunta in cielo non depone la sua missione di salvezza.

    Il Marcucci non nasconde la sua pietà e intensa devozione verso la Madredi Cristo, divenuta nostra Madre, e a lei dirige numerose preghiere, tra cuila seguente:

    XXVI

    4 G. LENTI, Publica suplicatio Argentea Virginis Asculi celebrata, Ascoli 1621.5 T. LAZZARI, Le pompe festive celebrate alli 2 luglio 1698 dalla ven. Compagnia di Maria delle

    Grazie dell’ill.ma città di Ascoli, Macerata 1698.6 A. M. LENTI, Aff.etti di compunzione in poesie sacre divise a canti in ottava, che contengono mora-

    li e sostanziosi ammaestramenti estratti capo per capo dal p. Tomaso da Kempi, per frutto spiritualedell’anime devote, Fermo 1692. Si tratta della trasposizione in versi (ottave) dell’Imitazionedi Cristo e di altre opere di T. da Kempis.

    7 Ibid., 3-4.8 A. ANSELMI, «Mons. Francesco Antonio Marcucci e la devozione al “Gran Mistero”

    dell’Immacolata nel contesto ascolano», in F.A. MARCUCCI, Orazione per l’Immacolata conce-zione di Maria sempre Vergine, Riproduzione anastatica dell’edizione del 1760. Studi storico-mariologici di Andrea Anselmi e Stefano De Fiores, Edizioni monfortane, Roma 1998, 69.

    9 Abbozzo di Panegirico in onore della SS.ma Annunciazione della Gran Madre di Dio Maria sem-pre Vergine.

  • Nota redazionale

    Suor Maria Paola Giobbi,Pia Operaia dell’Immacolata Concezione

    Ascoli Piceno 31 Marzo 2008, solennità dell’Annunciazione di Maria SS.ma

    Con il Volume Sermoni per le feste mariane si conclude la pubblicazionedella sezione mariologica dei manoscritti del Servo di Dio, mons.Francesco Antonio Marcucci. Con ammirazione, ci riappropriamo della predicazione popolare mariana di

    due secoli fa del nostro territorio Piceno, con l’auspicio che essa possa continua-re ad illuminare la mente e a riscaldare il cuore dei contemporanei e dei posteri.

    Ringrazio i miei superiori per la fiducia che mi hanno dato e il professorP. Stefano de Fiores per la guida cordiale ed esperta nella cura di questo volu-me e di quello precedente, Sermoni per il Triduo e per la Festa dell’ImmacolataConcezione (1739-1786), stampato a Dolo, Venezia nel 2004.

    Ringrazio Sua eccellenza il vescovo Silvano Montevecchi che accompagnasempre con la sua parola calda e illuminata ogni pubblicazione su mons.Marcucci; presiede le numerose manifestazioni che la Congregazione propo-ne per far conoscere ed amare sempre più un grande testimone della fede,della carità e della cultura e, come vigile Pastore, interpreta il desiderio suoe delle Diocesi Picene, di veder presto riconosciuti dalla Madre Chiesa imeriti di mons. Marcucci.

    Ringrazio, infine, tutti quelli che mi hanno incoraggiato, compreso edaiutato a realizzare la pubblicazione, in particolar modo la signora Elvezia DiGirolamo che con costanza, entusiasmo e competenza ha dedicato molto delsuo tempo libero.

    Il volume raccoglie 98 brani di predicazione mariana popolare tratti davarie miscellanee autografe dell’Autore e presentati in ordine cronologico; a volte, a questo criterio, è prevalso quello della omogeneità dei destinatario del luogo dove i brani sono stati scritti o recitati.

    XXIXXXVIII

  • XXXI

    Per facilitare la lettura, ogni brano è preceduto da una breve introduzio-ne come pure ogni capitolo.

    Le immagini che accompagnano i testi sono riferite a temi trattati e ailuoghi dove si è svolta la predicazione. Gran parte di esse sono state commis-sionate dall’Autore stesso.

    Che la Vergine Santa, nel 150° anniversario delle sue apparizioni aBernardetta Soubirou, con il titolo di Immacolata, ci tenga sotto la sua spe-ciale protezione e ci renda sempre più graditi a Gesù, suo divin Figlio.

    XXX

  • XXXIIIXXXII

    Pagine manoscritte

    Pag. XXXI - Frontespizio dell’Opera ASC 23.Pag. XXXII - Prima pagina del Sermoncino Ventesimo in ASC 23, trascrit-to a pag. 166. Si notano due numerazioni in alto a destra, entrambe succes-sive all’Autore, apposte al momento della rilegatura dei vari fascicoli checompongono il volume. La grafia dell’Autore è regolare e chiara.

    La buona conservazione dei manoscritti dipende dalla qualità della cartae dell’inchiostro.

    In terza di copertina di un libro conservato nella biblioteca anticadell’Istituto n. 553, leggiamo la seguente nota autografa che ci fa compren-dere la cura dell’Autore nel preparare l’inchiostro.

    Ricetta per fare il vero e buono Inchiostro

    Per fare il vero e buon Inchiostro da scrivere ci vogliono tre libre di Vino, tre once di Galla, mezz’oncia di Gomma, e due once di Vetriolo.La Galla va pistata fina, e passata per setaccio, e poi si mette in infusione nelVino dentro una pignatta, o altrove; e così si fa stare per nove dieci giorni, col mescolarla una volta al giorno.La Gomma pur si mette in infusione in un poco di Vino, levato da quelle trelibre; e si fa star così in una Tazza, o altrove, senza mescolarla, per nove diecigiorni.Passati poi i nove giorni, si cola il Vino Gallato, e anche l’altro VinoGommato, e si mescola insieme; e ci si pone il Vetriolo, che deve essere pur passato per setaccio. E così si fa subito il vero e buono Inchiostro da scrivere.

  • XXXV

    Descrizione dei manoscritti

    Il presente volume raccoglie 98 componimenti omiletici per le festemariane, provenienti da vari volumi o miscellanee conservatenell’Archivio delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione dellaCasa Madre di Ascoli Piceno, che verranno indicati con la sigla ASC e nellabiblioteca antica dello stesso Istituto che verranno indicati con la sigla BSC.

    Di seguito, vengono descritti i singoli volumi nelle loro caratteristicheparticolari.

    Il volume ASC 10 contiene solo un brano autografo della raccolta, compo-sto il 5 febbraio 1752, misura cm 13,50x20. La copertina è in cartoncino condecorazioni a piccole stelle di color ruggine e paglierino, lacera ai bordi e lungola linea centrale; misura 14x21. Il dorso è rilegato in pergamena con fregi dora-ti, in alto compare il titolo manoscritto “Marcucci Ms Miscellanea”. Il volume ècomposto di 13 fascicoletti cuciti con filo di refe contenenti un numero variabi-le di fogli, a seconda del contenuto. La numerazione è originale in alcuni brani;quella progressiva è di altra mano e va dai numeri 1-272. Un fascicolo contiene,in fondo, varie pagine bianche non contate nella numerazione progressiva.

    La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore.La grafia è chiara e leggibile. Lo stato di conservazione del volume è discreto.

    Il volume ASC 22 contiene 5 brani autografi della raccolta, compostitutti nel 1752 , misura cm 14x20. La copertina in pergamena, decorata condelicati fregi dorati, misura cm 16x23; sul dorso si legge il titolo Sermoni deisanti. Il volume è composto di 18 fascicoletti cuciti con filo di refe contenen-ti un numero variabile di fogli, a seconda del contenuto.

    La numerazione è originale solo in alcuni brani; quella progressiva è dialtro mano e va dai numeri 1-279.

    La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore.La grafia è chiara e leggibile. Lo stato di conservazione del volume è buono.

    Il volume ASC 23 contiene 35 brani autografi della raccolta, compostitra il 1746 e il 1769, misura cm 14x20.

    La copertina in pergamena, decorata con delicati fregi dorati, misura cm16x23; sul dorso si legge il titolo Sermoni sopra la SS.ma Vergine. Il volume ècomposto di 31 fascicoletti cuciti con filo di refe contenenti un numerovariabile di fogli, a seconda del contenuto.

    XXXIV

    La numerazione è originale solo in alcuni brani; quella progressiva è dialtro mano e va dai numeri 1-306.

    La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore. Lagrafia è chiara e quasi sempre ben leggibile. Lo stato di conservazione è discreto.

    Il volume ASC 33 contiene sette brani autografi della raccolta, recitatinella cattedrale di Montalto tra il 1773 e il 1789, misura cm 19,5x27. Lacopertina è in cartoncino leggero di colore grigio, messa successivamente; ildorso è decorato con linee verticali di colore bleu. Sul frontespizio si legge iltitolo manoscritto “Omelie e discorsi (1756-1794)”. Il volume è compostodi 21 fascicoletti liberi, ognuno dei quali contiene un’omelia recitata aMontalto, tranne quella del 1756 sul 1 Libro dei Maccabei, cap. 3.

    Il frontespizio dei fascicoli riporta il titolo, la data e piccoli fregidell’Autore. La numerazione è originale in tutti i brani; quella progressiva èdi altra mano e va dai numeri 1-217. La carta utilizzata è filigranata, prove-niente dalla cartiera di Ascoli. La grafia è chiara e ben leggibile; pochissimele cancellature. Lo stato di conservazione del volume è buono.

    Il volume ASC 35 contiene 21 brani autografi della raccolta, composti trail 1752 e il 1756, misura cm 14x20. La copertina in pergamena, decorata condelicati fregi dorati, misura cm 16x23; sul dorso si legge il titolo Prediche pelSacro Avvento. Il volume è composto di 12 fascicoletti cuciti con filo di refecontenenti un numero variabile di fogli, a seconda del contenuto.

    La numerazione è originale solo in alcuni brani; quella progressiva è dialtro mano e va dai numeri 1-276.

    La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore.La grafia è abbastanza chiara e leggibile. Alcuni fogli, di formato leggermen-te più grande degli altri, sono consumati nella parte inferiore ed alcune paro-le sono illeggibili. Lo stato di conservazione del volume è discreto.

    Il volume ASC 37 contiene 8 brani autografi della raccolta, composti trail 1757 e il 1758, misura cm 14x20. La copertina in pergamena ha i bordidecorati con delicati fregi dorati, al centro è ben visibile uno stemma papa-le, misura cm 16x23; sul dorso si legge il titolo Sermoni sul Nuovo Testamento.Il volume è composto di 7 fascicoli cuciti con filo di refe contenenti unnumero variabile di fogli, a seconda del contenuto.

    La numerazione è originale, ma il volume non è impaginato in modo pro-gressivo; il titolo si trova dopo la p. 124. Il volume contiene 171 pagine piùalcune bianche.

  • otto facciate di cui tre bianche, con numerazione originale, di cm13,50x19,50. Sulle pagine bianche ci sono alcuni appunti e cancellature dialtra mano. La carta utilizzata è uguale a quella di altre raccolte; la grafia èun po’ affaticata. Lo stato di conservazione è discreto.

    Il manoscritto ASC 141 non fa parte di nessuna raccolta; è uno autogra-fo giovanile, scritto su un foglio di quattro facciate, con numerazione origi-nale, databile 1746; misura cm 14x20.

    È custodito in una cartellina di colore celeste sul cui frontespizio si leggeil titolo “Sacro discorsetto sopra l’aspettazione del parto di Maria”.

    La carta utilizzata è resistente, la grafia è chiara e leggibile. Lo stato diconservazione è discreto.

    Il Volume BSC 1519 è una miscellanea che si trova nella Biblioteca delleSuore Concezioniste della Casa Madre di Ascoli Piceno e contiene dieci braniautografi della raccolta, recitati a Montalto tra il 1771 e il 1776; misura cm18,5x26,5. La copertina è in cartone, ricoperto da carta decorata con fiorel-lini gialli e foglie verdi su sfondo color paglierino, misura cm 19x28. Ildorso è rilegato in pelle con fregi dorati; è lacero e forato in vari punti; iltitolo, a caratteri dorati, è inserito dentro una cornice anch’essa con fregidorati, ma illeggibile perché deteriorato. Sul frontespizio interno si legge iltitolo “Opuscoli in parte dell’abate Marcucci ascolano, in parte di mons.Marcucci, dall’anno 1768 sino al 1784, parte seconda”. Il volume è compo-sto di 28 fascicoli cuciti con filo di refe contenenti un numero variabile difogli, alcuni dei quali bianchi. La numerazione è in parte originale e in parteapposta da altra mano; manca quella progressiva. La carta utilizzata è filigra-nata e proveniente dalla cartiera di Ascoli. La grafia è per lo più chiara e leg-gibile. Lo stato di conservazione del volume è discreto.

    XXXVII

    La carta utilizzata è filigranata e proviene dalla cartiera di Ascoli. La gra-fia è chiara e ben leggibile; pochissime le cancellature. Lo stato di conserva-zione del volume è buono.

    Il volume ASC 47 contiene due brani autografi della raccolta, compostinel 1746 e misura cm 13x20. La copertina, cm 14x20,50, è in cartoncino,ricoperto da carta decorata a righe e palline di colore ruggine. Il dorso è rile-gato in pelle con fregi dorati; è lacero in basso e forato in vari punti; il tito-lo, a caratteri dorati, “Miscella(nea)” è inserito dentro una cornice anch’essacon fregi dorati. Il volume è composto di 19 fascicoletti cuciti con filo di refecontenenti un numero variabile di fogli, alcuni dei quali bianchi. La nume-razione è originale in alcuni brani; manca quella progressiva.

    La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore.La grafia è chiara e leggibile. Lo stato di conservazione del volume è discreto.

    Il volume ASC 51 contiene sermoni ed omelie per il triduo e la festadell’Immacolata Concezione, pubblicati nel 2004, in Marcucciana Operaomnia, vol. III. L’unico brano che si distacca dal tema è quello sulla Nativitàdi Maria, dell’8 settembre 1753, che viene pubblicato nella presente raccol-ta; esso è costituito da un foglio, rilegato con filo di refe nel volume, alle pp.299-301 (19-21) e misura cm 13x20. La copertina, in pergamena, decoratacon fregi dorati, misura cm 15,4x22,3; sul dorso, si legge Sermoni sopra l’Imm.Concezio. La numerazione progressiva è di altro mano e va dai numeri 1-334.La carta utilizzata è resistente e comune a molti altri volumi dell’Autore. Lagrafia è chiara e leggibile. Lo stato di conservazione del volume è discreto.

    Il volume ASC 63 contiene unicamente i quattro brani, in onore diMaria Bambina, inseriti nella raccolta, scritti nel 1767-1768; misura cm13,5x19,5.

    La copertina è in cartoncino decorato a fiorellini color paglierino su sfon-do ruggine sfumato. Sul dorso c’è un’etichetta successiva all’Autore con iltitolo manoscritto “Discorsi sopra la S. Bambina”; misura cm 14x20,50. Ilvolume è composto da tre fascicoletti cuciti con filo di refe contenenti unnumero variabile di fogli, alcuni dei quali bianchi, numerati dall’Autore.Manca la numerazione progressiva.

    La carta utilizzata è resistente, la grafia è chiara e leggibile con qualchecancellatura. Lo stato di conservazione del volume è buono.

    Il manoscritto ASC 92 non fa parte di nessuna raccolta; è uno autogra-fo del 21 novembre 1786 formato da due fogli cuciti al centro che formano

    XXXVI

  • 1

    Scorcio della Casa Madre dell’Istituto delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezionecostruita da mons. Marcucci. Sullo sfondo la Chiesa ottagonale dell’Immacolata e la torrecampanaria.

    Criteri di trascrizione dei manoscritti

    La trascrizione è sostanzialmente fedele all’originale. Sono stateapportate soltanto alcune modifiche per adeguare il testo alla formaortografica corrente, ad esempio si è ritenuto opportuno ometterel’apostrofo dopo l’articolo un, davanti ad un nome maschile iniziante pervocale, oppure dopo alcune particelle, ad esempio n’è è stato reso ne è.

    Alcune parole tronche, sono state completate con la vocale, ad esempio:sen’, è stato reso con se ne; alcune forme verbali molto antiquate sono stateaggiornate, come negli esempi:

    Troveressimo = troveremmoVedrassi = si vedràDebbe = deve

    Alcuni sostantivi con la doppia sono stati resi come negli esempi:

    Sabbato = sabatoDavidde = DavideSaulle = Saul.

    L’uso delle maiuscole è stato lasciato come nell’originale; per quantoriguarda la punteggiatura, sono state omesse le virgole prima della e con-giunzione; le sottolineature sono state rese graficamente con il carattere cor-sivo per rendere il testo più leggibile.

    Le note con numerazione alfabetica sono dell’autore; quelle con numera-zione araba sono della curatotrice.

    L’abbreviazione “ver. gr.” che spesso si incontra nel testo significa “peresempio”.

    XXXVIII

  • CAP. I

    SERMONI E INNI MARIANIDEL 1746

    2 3

  • Introduzione al capitolo

    Questo primo capitolo raccoglie quattro brani di predicazione giovanile di donMarcucci dell’anno 1746, dedicati a Maria SS.ma.

    Sono meditazioni sui momenti della sua vita: l’Annunciazione, l’attesa del parto,il dolore del venerdì santo, l’Assunta, i suoi privilegi.

    L’autore attinge i contenuti dei suoi discorsi alla Sacra Scrittura, alla dottrina deiPadri della Chiesa e al magistero, che conosce già in modo ampio ed approfondito.

    La sua esposizione chiara, scorrevole ed organizzata secondo le regole dell’arte reto-rica, mira a scaldare il cuore degli ascoltatori e muovere la loro volontà verso unadevozione mariana sincera, fondata sulla totale fiducia in lei e sulla imitazione dellesue virtù.

    Nel capitolo sono stati raccolti anche due inni mariani tradotti dal latino e musi-cati dall’Autore per renderli più piacevoli ai fedeli ed un testo riguardante la devo-zione al sacro abitino, legato alla festa della Madonna del Carmine, già stampatonel 1746.

    I testi di meditazione sono raccolti nelle miscellanee ASC 23 e ASC 141; mentregli Inni nella miscellanea ASC 47.

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  • Nella seconda parte del panegirico, l’Autore invita i suoi ascoltatori a ricambiarel’amore grande di Maria verso l’umanità che rese possibile ed “affrettò” la nostra reden-zione e conclude con una fervente preghiera rivolta alla Vergine amabilissima per rin-graziarla del suo amore, chiederle di ottenerci la forza contro il male e darci un cuore difigli amatissimi e fedeli per godere poi con Lei e con tutti i santi il premio eterno.

    Il brano è stato trascritto dall’autografo originale in ASC 23, pp. 145-165.

    Dio ti salvi, Maria, ecc.Missus est Angelus Gabriel a Deo ad Virginem ... et illa dixit:

    Ecce Ancilla Domini; Fiat mihi secundum Verbum tuum1

    (Lc. 1, 26-38)

    Il proporre ad una Creatura, che si reputa la più vile di quante sieno al Mondo,una dignità la più sublime, che dopo Dio dar si possa, egli è un porre, se nonm’inganno ad un cimento il più grande, una virtù la più eroica. Iddio, che comeben dice San Giacomo Apostolo, intentator malorum est, pure si compiace talora

    7

    Abbozzo di Panegirico in onore della SS.ma Annunciazionedella Gran Madre di Dio Maria sempre Vergine

    Il testo è senza data. Il confronto con altri scritti datati 1746 e collocati nellastessa miscellanea che presentano le medesime caratteristiche: la calligrafia, la strut-tura dei paragrafi, le frasi iniziali “Dio ti salvi” e conclusive “Laus Deo…”, e ilformato, inducono a pensare che anche questo scritto possa essere datato nel 1746. Èdunque uno scritto giovanile dell’Autore. I destinatari non sono indicati: potrebberoessere le Religiose dell’Immacolata e/o i fedeli della parrocchia di don Marcucci,Santa Maria Inter Vineas, dove era solito predicare, o di qualche altra chiesa dellacittà.

    Il panegirico, pur considerato dall’Autore un abbozzo, è organizzato in modoampio e completo. È diviso in due parti: la prima si apre con una introduzione e sisviluppa in 12 paragrafi; la seconda parte, più breve, si sviluppa nei paragrafi 13-16 e si conclude con una fervente preghiera alla Vergine.

    L’argomento del panegirico è un commento al brano evangelico di san Luca sul-l’annunciazione di Maria. Don Marcucci si propone di dimostrare che Maria è statala più amata da Dio tra tutte le pure creature, Colei che più ci ama e di conseguen-za la più degna di essere da noi riamata.

    Nella prima parte vengono spiegati i primi due punti; nella seconda parte l’ultimo.La richiesta di Dio a Maria per avere il suo consenso a diventare la Madre del

    suo Figlio è segno dell’amore speciale di Dio per Lei. Egli si fa “dipendente dallarisposta della SS.ma donzella”. Dio aveva preparato questo mirabile colloquio aman-dola più di tutte le sante donne dell’Antico Testamento: Anna, Ester, Giuditta eRachele, l’aveva ricolmata di doni e di bontà. La sua bellezza era stata paragonataall’orto chiuso dei sacri Cantici, alla fonte sigillata di Gioele, alla porta orientalevista in spirito da Ezechiele, al vello rugiadoso di Gedeone, alla torre di David,all’arca dell’Antico Testamento, alla verga sacerdotale senza nodi e corteccia ed anco-ra alla rosa e al giglio, al cedro e alla vite, al platano e al cipresso, alla palma eall’ulivo, all’aurora e al sole, alla luna e alle stelle.

    Maria, così amata da Dio, rispose sì alla sua proposta di diventare Madre diGesù suo divin Figlio e in questo modo dimostrò all’umanità il suo amore. Il consen-so di Maria a Dio, afferma don Marcucci, fu un atto eroico di magnanimità e di for-tezza. Infatti, “ben arricchita da Dio della più nobile scienza infusa, pienamente con-sapevole delle Divine Scritture, da lei tante e tante volte meditate e lette, Ella sapevamolto bene quante amarezze, dolori e affanni doveva patire la Madre del Messia”.

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    1 Fu mandato da Dio l’Angelo Gabriele ad una Vergine… ed Ella disse: Ecco la serva delSignore, sia fatto a me secondo la tua Parola.

    Bartolomeo Vitelli, Annunciazione, affresco, 1751, Ascoli Piceno, Casa Madre, lunettanel locale della prima Chiesa a piano terra, oggi utilizzato come sala di ricevimento.

  • nel Mondo da gran Personaggi nelle spedizioni di rimarco. Noi pur sap-piamo, che nel Mondo, dalla dignità del Personaggio, che spedisce gliAmbasciatori, dalla nobiltà di questi e dal modo con cui essi si portano,argomentasi la stima, che si ha di quella persona, alla quale siffatta spe-dizione è diretta e con la stima si deduce anche l’amore che se le porta.Ed essendo così, o come incomincia bene a scoprirsi l’Amor grande, cheDio manifestò alla Gran Vergine in questo felice Giorno, in cui con istu-pore dei cieli si vidde il Creatore spedire ad una Creatura e spedirle unotra i più nobili Principi della sua Celeste Corte e spedirlo per un’opra cosìeccelsa e sublime, che tra le Opre Divine ad extra era la più gloriosa!Poteva, non può negarsi, Dio manifestare a Nostra Signora i suoi voleri inmille modi, o facendole udir la sua Voce, come fece con Samuele, o illu-strandole la mente, come praticò con Profeti, o parlandole da solo a soloal Cuore, come stilò con la sagra sposa de’ Cantici. Ma no: volle servirsidi una solenne ambasciata fatta per mezzo di un Arcangelo, acciocché ilMondo, riflettendo alla Maestà infinita di chi spediva e alla nobiltà gran-de di chi era spedito, risapesse quanto era amata al sommo da Lui MariaSS.ma, alla quale tale spedizione era inviata.

    2. Io ben so, che gran contrassegno di Amore fu quello, che Iddio diede adAbramo nel manifestargli alcuni de’ suoi segreti, prima di porli in ese-cuzione, Numquid celare potero Abraham quae gesturus suum?4 Ma che hanche fare i segreti palesati ad Abramo col sublimissimo Arcanodell’Incarnazione del Divin Verbo, promessa, è vero, da Dio tanti seco-li avanti, però quanto al tempo, in cui dovea effettuarsi, tenuta sempresegreta anche ai più Cari, fuorché alla Vergine; la quale in tutta ladiscendenza di Adamo fu la prima a risapere da Dio, com’era giuntoquel Felicissimo Giorno, in cui il Figliuol Divino voleva discender dalCielo in Terra a prender carne umana nel purissimo di Lei Ventre pervirtù dello Spirito Santo? Che però, chi non vede, che bel contrassegnodi amore debba dirsi questo, di essere stata Nostra Signora la prima adesser partecipe de’ segreti del Cuor di Dio in una Opra così sublime, edineffabile e cosìpure, quanto al tempo, nascosta?

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    di provarci su questa Terra, affin si scopra anche agli altri, se noi veramente loamiamo. Tentat vos Dominus Deus vester, così abbiamo dal sagro Testo, ut palamfiat, utrum diligatis eum, an non2 (Deut. 13,7). Quindi troviamo, che il PatriarcaAbramo, tra gli altri, fu provato da Dio più volte, non già perché l’Altissimonon sapesse, anche senza prova veruna, quanto riprometter si poteva dalla fedel-tà del suo servo, sino al confronto del paterno Amore, che invano avrebbe fattii suoi sforzi nel duro comando di sacrificare il suo Figlio Isacco, ma volle cosìprovarlo, affin di far conoscere al Mondo chi era Abramo, vale a dire, quantogiusto, quanto amante, quanto fedele, fecit eum cognoscere, così Agostino, quodtimebat Deum3. Per ugual modo io mi figuro, R(iveriti) U(ditori), che in questodì felicissimo facesse Dio con la Gran Vergine; mentre nello spedirle in suoNome l’Arcangelo Gabriele ad annunziarle il mistero inneffabiledell’Incarnazione del Divin Verbo, pare che provar volesse l’umiltà di Lei, nongià perché egli non sapesse di qual tempra fossero quelle impareggiabili subli-missime virtù, di cui era ben adorna questa Divina Donzella; ma acciocchéconosciuta fosse nel Mondo chi Ella era. Che però, dovend’io in questa mattina,con sommo giubilo del mio cuore, parlarvi sopra l’Annunziazione a Lei fatta,aderendo a’ disegni amabilissimi del cuor di Dio, nel modo, onde all’umanadebolezza e specialmente alla mia, ragionar sopra sì gran Signora si permette, viadditerò chi ella sia, col farvi riflettere e al modo, che Dio tenne nello spedirlela solenne ambasciata; e al modo che tenne l’Angelo in eseguirla e alla rispostache diede la stessa Vergine al Messaggiero Celeste. Così, fattavi una divota para-frasi alle misteriose parole, missus est Gabriel Angelus a Deo ad Virginem ... et illadixit, Ecce ancilla Domini, fiat secundum Verbum tuum, vedrete, come la NostraImmacolata Signora, Maria SS.ma fu tra tutte le pure Creature la più amata daDio e la più amante di noi e in conseguenza la più degna di essere da noi riama-ta. Favoritemi di benigna attenzione. E son da capo.

    1. Che dal modo, che Dio tenne nello spedire alla Gran Vergine l’ineffabileannunzio e dal modo che l’Angelo tenne in eseguirlo, possa conoscersicome la Gran Signora tra tutte le pure Creature era la più amatadall’Altissimo, chiaro apparisce, se ben si considera lo stile tenuto anche

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    4 Forse che potrò nascondere ad Abramo ciò che io sto per fare?

    2 Il vostro Signore Dio vi mette alla prova perché sia manifesto se lo amate o no.3 Lo fece conoscere che temeva Dio.

  • volesse assisa alla sua destra, Astitit Regina ad dextris tuis8, arbitra di unaOnnipotenza partecipata, si penetra bene perché gli era Madre. Ma cheprima di essergli Madre attuale, mostrasse di lei tanta stima sino adipender dai di lei voleri e rimettere alla libera elezione di lei l’esecu-zione della grande Opra dell’Incarnazione, o questo sì che fu un ecces-so del suo infinito Amore, con cui palesar volle al Mondo quanto glifosse cara e quanto da lui fosse amata tra tutte le Creature.

    4. Ma come non esser la più amata, se era la più bell’Opra uscita dalle suemani? Ed oh, cari U(ditori), potess’io ingolfarmi in sì bel mare, dove ilfar naufragio egli è una somma felicità, come non esser la più amata;vorrei dirvi; s’ella nella mente di Dio era stata la prediletta e la prescel-ta da tutta l’eternità ad essergli madre, chiamata perciò con ragione daSan Bernardo, il bel Lavoro di tutti i secoli, Negotium omnium seculorum?9

    E se intorno a lei venne Iddio, in un certo modo di dire, ad impoverirsidei suoi Tesori e se gradite la frase del Venerabil Beda; sino ad impie-gare tutta la sua Onnipotenza, Sapienza ed Amore in arricchirla e insantificarla in tal guisa, che sin nell’istante solo dell’Immacolata di LeiConcezione superò di gran lunga la santità, che avean acquistata tutti gliAngioli e Santi insieme nel colmo de’ loro meriti, come fondatamenteregistrò l’esimio Suarez? Ma via, che questo sarebbe un uscir fuori delmio assunto: onde, non senza mio dolore, son costretto a tacerlo, conquel molto di più che dir potrei in prova dell’infinito Amor di Dio versodi lei; e son forzato a rimettermi sulle leggi, se meglio nol direi, sulleangustie del mio argomento e farvi riflettere al modo, che tennel’Arcangelo Gabriele nell’eseguire l’incarico di Messaggero.

    5. Spedito questi dall’augustissima Triade alla picciola stanza, dove stavasiallora ritirata la Divina Donzella, assorta in altissima contemplazione delgran Mistero, che una Vergine concepir dovea senza umana operazione, EcceVirgo concipiet10; e appena giunto, con profonda riverenza la inchina, grazio-

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    3. Ma piano. Vi è ancor di vantaggio. Iddio non solamente manifestò in talgiorno a Maria SS.ma un segreto, quanto al tempo, a niuno degliUomini palesato, ma di più tal manifestazione la fece con un modo sìsingolare, che non si legge con veruno del Genere Umano praticata.Date di grazia un’occhiata alle divine Scritture e ditemi semmail’Altissimo nel palesare i suoi Voleri ai Profeti, o ad altri suoi servi,volesse dipendere dalla loro volontà in eseguirli? Voi nol troverete. Lorinverrete bensì molto bene, qualor si tratta della Gran Vergine, comecreatura da Lui la più amata. Avea Dio insin dall’eternità stabilita nellasua Mente la grande Opra dell’Incarnazione e sin da secoli eterni aveapur determinato di eleggere questa Divina Donzella a vestirlo neltempo prefisso, nel di lei illibato seno di Umana Carne. Or l’aver poiegli spedito a Lei per averne il Consenso in un’Opra già da lui decreta-ta che altro fu, se non un voler dipendere dai Voleri di Lei? Sì, si R(ive-riti) U(ditori) ecco quanto fu amata da Dio la Nostra ImmacolataSignora, che non volle farsi uomo nel purissimo seno di Lei senza il dilei consenso. Poteva egli, chi può negarlo? Senza saputa della Verginepenetrare in quel Sagrosanto Seno, di cui mostrossi vago per lo spaziode’ secoli sempiterni e in cui, per usar la bella frase di San Pier Damiani,doveano esser le sue delizie, Non est locus voluntatis, nisi uterus Virginis5,ed ivi senza di lei volere, per virtù del Divin Paraclito assumer umanacarne, Potuit ex ea carnem assumere, non dante ipsa6. Pure, benché potesse,non volle; ma da lei aspettò il consenso con formule espresse; e fattosidipendente dalla risposta della SS.ma Donzella, a Lei inviò ilMessaggero celeste, affinché fosse, diciam così, l’esploratore della volon-tà di Lei. O stupori, o maraviglie non più udite! Che il Figlio di Dio,fatto Uomo, rimirasse poi sempre la Vergine, come la più cara Pupilladegli occhi suoi e a lei volesse esser soggetto, Erat subditus illi7, s’inten-de perché gli era madre: che insin sulla croce, tra le più dolorose ago-nie, ne mostrasse una cura sollecita con raccomandarla a Giovanni, EcceMater tua, si capisce, perché gli era Madre: che poi assunta in Cielo la

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    5 Non si tratta di volontà, ma del seno della Vergine.6 Avrebbe potuto assumere la carne da Lei, se Ella non l’avesse concessa.7 Era soggetto a Lei.

    8 La Regina si assise alla sua destra.9 Il lavoro di tutti i secoli.10 Ecco la Vergine concepirà.

  • Giovanni, egli parla con voce simile a un tuono. Ma con la gran Verginetenne forse lo stesso modo, lo stesso portamento l’Arcangelo Gabriele?No certamente! Vedeste mai, U(ditori), quei fiumi reali, che ovunquepassano vanno orgogliosi ed alteri ed allagano, con terrore di chi li mirae le campagne e i prati; giunti poi al mare, par che non sieno più quei,ma fatti tutti umili gli offrono ubbidienti il loro tributo dell’acque.Così l’angelico messaggero con la Vergine, la quale era un mare di gra-zia, vestitosi di affabilità, di umiltà e di sommo rispetto, a lei si umiliòe si inchinò, lei salutò e con tutta la riverenza da servo le espose la solen-ne ambasciata. Or se egli è vero, come verissimo, che dal rispetto, colquale si portano gli Ambasciatori verso quel Personaggio, cui vengonmandati, argomentasi la stima e l’amore di chi gli invia; quale Amorenon dovrà dirsi, che portasse Iddio a Nostra Signora, se con tanta umil-tà e riverenza volle che con lei si portasse uno tra i più nobili Serafini,destinatole per suo Messaggero?

    7. Ma udite maraviglie maggiori. Al felicissimo ricevuto annunzio dellaDivina Maternità, Maria SS.ma, come nell’Umiltà e nella Verginità nonavea pari, si turbò alquanto, Turbata est in sermone eius14. Ripeteva secostessa, se qual novità di saluto egli era mai questa della pienezza diGrazia, Ave Gratia plena, e qual fecondità mai di seno misteriosa, Ecceconcipies et paries15; considerava, aver ella sin dall’utero materno consa-grato a Dio il vaghissimo fiore di sua sovrangelica purità verginale; per-ciò alquanto rimase turbata, Turbata est. Non già, R(iveriti) U(ditori),che ella dubitasse punto nel credere a Dio e alla sua divina Virtù e onni-potenza; perciocché esercitò anzi allora un atto di fede così eroica, checon questa diede l’ultima disposizione all’esser di Madre di Dio, comeben divisò Agostino: Singulari fide subnixa, Dei Filium, Filium suumfecit16, chiamata perciò con molta ragione beata da Santa Elisabetta,beata, quae credidisti17. Non dubitò dunque, no; ma volle con somma

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    samente la saluta e con ogni più umile ossequio le espone la cagione dellasua venuta, com’ella era stata già eletta per Madre di Dio, Ecce concipiet conquel che siegue nel sagro Testo. Io non so, cari U(ditori), se avete fatta mairiflessione alla maniera, con cui espresse l’Evangelista San Luca questa spe-dizione Angelica. Noi pur sappiamo, che San Gabriele era Arcangelo, valea dire uno tra i più nobili serafini del Cielo; eppure egli non così lo chiamò,ma lo intitolò col semplice nome di Angelo, Missus est Gabriel Angelus. Vene dirò la cagione. Appunto, fu perché Gabriele, nel salutar la Vergine,depose ogni maestà di Arcangelo, si considerò come umile servo dinanzialla sua Gran Regina: e così convenivasi, giacché al cospetto di sì eccelsaSignora, ogni più alto e nobile Serafino appena meritar poteva di sempliceAngelo il Nome; in quella guisa, che vediamo accadere nel Mondo, chequei principi, i quali nelle private Città riscuotono i primi onori, qualora siportano innanzi al loro Monarca, par che non sieno più quei di prima; sem-bra che spariscano, come le stelle innanzi al sole.

    6. Gran cosa! Io osservo nelle Sagre Scritture, che qualora gli Angioli suquesta Terra sono apparsi anche a’ personaggi celebri in Santità, hansempre ritenuto, come Ministri dell’Altissimo, un certo contegno dimaestà. Osservate se io dica il vero. Appare a nome di Dio un Angelo aMosè nel misterioso roveto e ode questi intuonarsi, che non si accosti acalpestar quel Terreno santificato dalla sua presenza se non col piedeignudo, solve calceamenta de Pedibus tuis11. Presentasi un altro Angelo aGiacobbe, e perché questi nella misteriosa lotta non volea lasciarlo, eglilo sgrida con voce imperiosa, lo atterrisce, lo abbatte: Tetigit femur eius,et emarcuit 12. Scende di tanto in tanto un altro Spirito celeste nel tem-pio di Salomone e riscuote molti ossequi dall’innumerabile Popolo iviadunato. Alberga Abramo tre Angioli in forma di pellegrini e prestaloro umili adorazioni. Ne appare un altro all’Apostolo Pietro, qualortrovavasi tra dure catene e lo percuote nei fianchi, Percusso latere Petriexcitavit eum13. Conduce un altro Angelo in ispirito l’Evangelista

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    11 Sciogli i calzari dai tuoi piedi.12 Toccò il suo femore e lo atrofizzò.13 Avendo toccato il fianco di Pietro, lo svegliò.

    14 Ella si turbò alle sue parole.15 Ecco tu concepirai e partorirai.16 Sostenuta da singolar fede, fece il Figlio di Dio suo Figlio.17 Beata te che hai creduto.

  • Cuore, Vulnerasti Cor meum23. Per tal fine vi fece profetizzare da tantioracoli, adombrare in tante figure. Essendo appunto voi quell’orto chiu-so de’ Sagri Cantici, quel fonte sigillato di Gioele, quella Porta orientaleveduta in ispirito da Ezechiele, quel vello rugiadoso di Gedeone quellatorre di David, quell’arca del Testamento, quella verga sacerdotale senzanodi e corteccia. Essendo voi quella per la vostra bellezza e bontà chefoste paragonata or alla rosa e al giglio, or al cedro e alla vite, or al pla-tano e al cipresso, or alla palma e all’ulivo, or all’aurora e al sole, ed oralla luna e alle stelle. E però, non temete, torno a ripetere, mia eccelsaSignora, state pur di buon animo, Ne timeas, ne timeas, Maria. Così mifiguro, U(ditori), che le dicesse l’Angelo.

    9. Ma voi stupite ed io più di voi stupisco. Voleva Maria SS.ma, come udi-ste, sentire la maniera com’ella dovea esser Madre, Quomodo fiet istud?Ma l’Angelo, stimandosi indegno di essere Maestro e illustratore diquella gran Mente, che sol da Dio dovea ricevere i lumi, rimise la spie-gazione del profondo arcano allo Spirito Santo, per virtù di cui dovea ese-guirsi nell’utero verginale di lei la grande Opra dell’Incarnazione delDivin Verbo; onde le disse, Spiritus Sanctus superveniet in te, et virtusAltissimi obumbrabit tibi24. Quasi dir le volesse, io già so, o mia granRegina che voi diverrete Madre del nostro Dio, senza operazione diuomo, ma per sola virtù divina; onde sarete e Madre e Vergine neltempo istesso: ma pure, non convenendo a me, vostro umile servo, inciò illuminarvi, ecco che lo Spirito Santo discenderà in voi, da lui saretea pieno informata; e quella sua divina Virtù, di cui sarete ripiena e percui sarete Madre ammirabile del nostro Creatore, vi sarà degna illumi-natrice e Maestra. A me basta trattanto, che fatto estatico in contemplare la più che celeste bellezza del vostro modestissimo volto e l’eccellen-za molto grande del vostro altissimo merito e l’altezza impareggiabiledella vostra dignità infinita, mi basta, dico, che rimanga genuflesso aivostri SS.mi piedi ad aspettare il tanto sospirato vostro consenso diquell’ammirabile Fiat, che sarà la gioia di tutto il Paradiso, la consola-

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    prudenza sentir le maniere, com’ella dovea esser Madre e a tal finerispose all’Annunciatore, Quomodo fiet istud?18 E qui, cari Ascoltanti, visovvenga il modo come si portarono gli Angioli nel rispondere alleinterrogazioni fatte loro da altri. Annunziò un Angelo alla Consorte diManuel la nascita di Sansone, ma se le diede a vedere con un volto ripiendi terrore, Terribilis nimis19; e interrogato altra volta da Manuel a volerpalesare il suo nome, l’Angelo fu sì lontano di secondar queste brame,che anzi lo riprese in dicendo, che non era decente esser consapevole diun Nome del tutto mirabile, Cur quaeris nomen meum, quod est mirabile?20

    Annunziò un Arcangelo e fu lo stesso Gabriele, al sommo sacerdoteZaccaria la concezione del Gran Battista suo Figlio e perché alquanto simostrò restio nel dargli fede, lo fece restar muto senza parola. Ma, qua-lor si trattò di rispondere alle giustissime dimande della Vergine,Quomodo fiet istud? Osservate con che di rispetto, con che di affabilitàegli si portò; con qual piacevolezza si fece a discacciarle il timore, a rad-doccirle il turbamento, animandola e confortandola, Ne timeas, ne time-as Maria: invenisti Gratiam apud Deum21.

    8. Quindi io mi figuro, che le spiegasse parte a parte il profondo senso diqueste misteriose parole; e le dicesse: Non temere, o eccelsa Signora,mia Sovrana Regina della propostavi divina Maternità. Sappiate cheIddio per farvi sua degna Madre vi preservò e dalla colpa di Adamo e daldebito prossimo di contrarla e vi ricolmò poi l’Anima di tanta Grazia,che non vi è tra le pure creature chi vi avanzi, anzi neppure chi vi ugua-gli. Gli furono care, è vero, le Anne, le Ester, le Giuditte e le Racheli,ma voi siete la più cara a lui, la sua diletta, la sua colomba, la sua illi-bata Sposa. Di voi egli disse appunto ne’ Sagri Cantici, Adolescentularumnon est numerus, una est columba mea, una est22. Egli perciò vi fece tantobella, che della vostra bellezza disse, che gli avea ferito il suo Divino

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    18 Come avverrà questo?19 Troppo terribile.20 Perché cerchi il mio nome che è mirabile?21 Non temere, non temere, Maria: hai trovato grazia presso Dio.22 Non c’è numero delle adolescenti, una sola è la mia colomba, una sola è.

    23 Hai ferito il mio cuore.24 Lo Spirito Santo verrà su di Te e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà.

  • menti. Io dunque lo partorirò, non so se più mi dica, alla vita o alle peneo alla morte? Avrò sì il contento di alimentarlo col mio purissimo latte,ma nel tempo istesso m’intorbiderà la gioia del cuore il funesto pensie-ro che quella divina bocca ha da essere un giorno amareggiata dal fiele.Vagheggerò quel volto, in cui desiderano di specchiarsi i Serafini, maquesto contento rimarrà affocato dalla funesta memoria che questo voltomedesimo sarà un giorno vilipeso con gli sputi e percosso con gli schiaf-fi. Godrò in udirmi chiamare col dolce nome di Madre; ma, o Dio, e que-sto Figlio così amabile e grazioso, avrò un giorno ad accogliere estintotra le mie Braccia; misero avanzo della giudaica empietà”?

    11. Così m’immagino, ripiglio, U(ditori), che ella seco stessa dicesse, pria didare il consenso: anzi che pur nella sua mente venisse, come ella avrebbegoduto di tenerlo ben nove mesi nel verginale seno, ma che ogni momen-to le sarebbe parso un martirio, perché veduto avrebbe avvicinarsi quell’oradi partorirlo in paese straniero, in Betlemme, tra le miserie di una dirutaGrotta e appena nato sarebbe stata costretta a condurlo in disastrosa fugasino all’Egitto, per sottrarlo dallo sdegno dell’empio Erode. Come pure chel’avrebbe osservato adagiato a ciel sereno sovra pochi cespugli, che gli sareb-bon serviti di duro letto. Così, che l’avrebbe veduto languir di sete là ne’deserti arenosi di Bersabea ed ella non già avrebbe tentata la fuga, comeAgar, la quale per non veder morire di sete il suo pargoletto Ismaele fu inprocinto di abbandonarlo, ma sarebbe andata correndo anelante per i vicinimonti ad implorar pietà da quei duri sassi e ad incontrar qualche benignofonte, onde dissetar il suo Bene. Tutto ciò e altro molto di più, cred’io chesi presentasse alla Mente della Gran Vergine, prima di deliberar circa la suavolontà; e sono a persuadermi, che poi soggiungesse: “Ed io adunque dovròdare il consenso a sì grande Opra che mi renderà, è vero, la Madre più beata,ma insieme la più dolente, sino a farmi piu che martire, anzi Regina deiMartiri? Ah, che non ho cuore di reggere a tanti affanni! Altra intrepidez-za!... Ma e il Genere Umano (notate che amore verso di noi, amati Uditori)e il genere umano avrà più da gemere sotto la barbara schiavitù del demo-nio, senza riavere la sua perduta libertà? Ed io poi avrò cuore, per non sot-topormi alle pene, vedere tante Anime nel Seno di Abramo prive della bellafaccia di Dio, senza muovermi a pietà di tanti sospiri di tanti figli diAdamo? Ah no; si spezzino pure le dure catene infernali, si consolino tante

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    zione e salvezza di tutto il Mondo. O Dio, cari U(ditori), che maravi-glie son queste! Or vada pure chi vuole, ricercando altri motivi perdedurre della gran Vergine il merito sublimissimo e singolare e il gran-de Amore di Dio verso di lei; che quanto a me e dal modo che Dio tennenello spedirle il Messaggero celeste e dal modo che tenne questi nel-l’eseguire l’incarico, stimo già dedursi ad evidenza. Sì, sì ad evidenza,perciocché Dio tenne un modo, il qual convenivasi tenere con la suaMadre. L’Angelo si portò, come dovevasi, verso chi era stata eletta allaDivina Maternità. E così nell’una ed altra maniera si mostrò chi eraMaria SS.ma, cioè che era eletta in Madre di Dio, vale a dire, che erastata innalzata ad una dignità, che non poteva darsi maggiore; e in con-seguenza che era amata con un Amore senza pari. E siccome in questogiorno riseppe il Mondo, che ella era stata destinata alla Maternità divi-na, perciò ebb’io ragion di asserire che in questo giorno appunto feceIddio conoscere che ella era da lui la più amata tra tutte le creature.

    10. Restandomi ora dar l’ultima mano al discorso, contentatevi, R(iveriti)A(scoltatori), che io vi additi brevemente come la nostra ImmacolataSignora con la risposta che diede all’Angelo, Ecce Ancilla Domini; fiatmihi secundum Verbum tuum25, si diede a conoscere la più amante di noi.Se io vi dicessi, che ella, in accettando di essere Madre di Dio, esercitas-se un atto di magnanimità e di fortezza il più eroico, voi forse rimarre-ste ammirati. Eppure tanto avvenne. Era la Vergine, come ben arricchi-ta da Dio della più nobile Scienza infusa, pienamente consapevole delleDivine Scritture, da lei tante e tante volte meditate e lette. Sapeva moltobene quanto di amarezze, di dolori e di affanni dovea patire quella for-tunatissima Verginella, che del venturo Messia dovea esser la Madre.Quindi io mi figuro che prima di dare il suo consenso le venisse tostoalla mente il discorrere così seco stessa: “Io dunque dovrò vedere il mioDivin Figlio, il mio dolce Gesù, il mio caro Dio straziato da mani barba-re con tanto scempio, coronato di pungentissime spine e poi lacero,ignudo ed esangue morire su di una croce? Non avrò, è vero, verun dolo-re nel partorirlo, ma questo dolore mi si riserva al tempo dei suoi pati-

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    25 Ecco la serva del Signore; avvenga a me secondo la tua parola.

  • fecondo. Quel dì lieto, dissi, nel quale voi foste innalzata ad una dignitàdi cui dopo Dio non può darsi maggiore. Quel glorioso giorno, ripiglio,in cui il Paradiso si riempì di giubilo; la Terra vide vicina quell’ora delsuo salvamento e l’Inferno tremò da capo a piè per lo spavento e per ilcruccio delle sue perdite. Onde io sopraffatto da un eccesso di allegrezzae di amore, ringraziandovi col cuor sulle labbra di tanto amore a noidimostrato e rallegrandomi di tante vostre grandezze, darò fine al miodire in esclamando, Bella Figlia del più gran Padre; bella Madre del piùdegno Figlio; bella Sposa del più sagrosanto Sposo! O dignità sublimissi-ma! O mistero ineffabile! O incomprensibile amore! Riposiamo.

    SECONDA PARTE

    13. Maria SS.ma adunque è la Creatura più amata e stimata da Dio?Dunque ella è la più amabile, cioè la più degna di essere da noi amatadopo Dio. Maria SS.ma è di noi la più amante? Dunque dev’esser da noila più riamata. Se lei non si ama da noi, essendo la più amabile, si fagran torto al suo altissimo Merito. Se non si ama poi, essendo la piùamante, si fa grande affronto al suo grande amore. Cari Uditori, adun-que che facciamo? Voi pur udiste quanto dobbiamo a sì amabile edamantissima nostra Madre! Ella fu che con i suoi accesi sospiri affrettòla nostra Redenzione: onde di lei ebbe a dire Isaia che il Messia sarebbenato da una Terra sitibonda e ardente, Sicut radix de Terra sitienti, idestcome chiosa Ugon Cardinale, idest de Maria27, la quale con i suoi sospi-ri e con i suoi intensissimi affetti, non solamente trasse il Divin Verbodal seno dell’eterno Padre, ma lo rapì, come disse San Bernardino daSiena: anzi fu in un certo modo da lei comprato col prezzo della suaumiltà profondissima, della sua purità sovrangelica e delle altre virtùsue singolarissime, Illud quodammodo emit a Patre, uditelo da Riccardo diSan Lorenzo, praetio humilitatis, virginitatis, et aliarum virtutum28.Sentiste pure, Ascoltanti miei cari, se a costo di quali pene ella accettò

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    lagrime, si soccorrano tanti Miseri! Venga pure il Promesso da tanti secoli,il desiderato da tutte le Genti, piovano le nubi il Giusto, stillino i Cieliquella Divina rugiada, venga pure il Figlio di Dio a salvare il Mondo! Egiacché egli vuole servirsi di me, vuol prender carne umana nel mioVerginal Ventre e richiede su di ciò il mio consenso, la mia volontà, ecco-mi pronta, prontissima, Ecce Ancilla Domini! Patirò è vero, un martirio sìatroce, che non potrà mai esprimersi appieno; ma non curo: Ecce AncillaDomini! Saremo due ad offrire all’eterno Padre il sacrificio per l’uomo per-duto. Il mio Figlio col sangue che spargerà dal suo corpo ed io col sangueche spargerò dal mio cuore per il vivo ed intenso dolore. E l’unico confortoche avrò nel mio gran patire sarà il riflesso di vedere al Genere Umano ria-perte le porte del Paradiso. Eccomi adunque pronta ad offrire all’EternoPadre ubbidienza da figlia; all’Eterno Figlio il Verginal grembo di Madre;all’Eterno Spirito Santo il Cuore di Sposa”. E appena ciò ebbe detto,Uditori, che uniformandosi perfettamente al divino Volere, proferì quelle,diciam così, onnipotenti parole, Fiat mihi secundum Verbum tuum. Parole chese diedero a Dio tanto di gloria, recarono ancor a noi tanto di bene. Il fiatproferito una volta da Dio creò tutto il mondo; pronunziato poi in questogiorno da Maria diede la vita all’istesso mondo. Senza quel primo fiat ilmondo non sarebbe stato: senza questo secondo fiat, non sarebbe redento.

    12. O amore adunque sopra ogni amore di Maria SS.ma verso di noi! O viscere di Madre veramente amante e di pietà sovraumana! Verginegloriosissima, chi può far di meno di non ammirar, estatico per la gioia eper lo stupore, l’eccesso di quel tenerissimo amore che ci mostraste inquesto Giorno! In cui, se Dio fece conoscere al mondo, che voi eravate lacreatura la più amata da lui; voi faceste altresì conoscere che eravate di noila più amante. O Dio, o Dio! Il mio povero cuore si sente struggere ditenerezza e di amore! Ecco quel dì lieto da segnarsi a caratteri d’oro neifatti dell’eternità, in cui tutte e tre le Divine Persone acquistarono pervoi, o SS.ma Signora, una nuova particolar gloria accidentale ed estrinse-ca: l’eterno Padre fatto Signore del suo umanato Figlio, Dixit DominusDomino meo26; l’eterno Figlio fatto Redentore; l’eterno Spirito Santo fatto

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    26 Disse il Signore al mio Signore.

    27 Come radice da terra assetata, cioè da Maria.28 In certo qual modo lo comprò dal Padre, a prezzo dell’umiltà, della verginità e delle altre virtù.

  • certo Giovine che milantando di esser divoto di Nostra Signora, ogni-qualvolta passava innanzi alla sagra Immagine di lei, la salutava condirle, Mostrati mia Madre, Monstra te esse matrem34; mi ricordo, dico, cheun giorno Nostra Signora gli rispose, Se vuoi, che io ti sia Madre,mostrati mio Figlio, monstra te esse filium35. Or vogliam dire che tra voinon vi sia chi, pensando di esser divoto di sì gran Madre, meriti giusta-mente un tal rimprovero? Ed a cui ella potesse dire, dov’è quel l’orroreal peccato, se tu dici di amarmi? Dov’è quella purità, quell’umiltà cheio tanto gradisco di vedere ne’ figli miei? Amati Uditori, credetelo ame, giacché vi amo molto. La gran Madre di Dio una cosa in particola-re vuol da voi, consimile a quella che richiese il re Davide dai suoi valo-rosi Guerrieri. Combattete, disse questi loro, sedate i miei Ribelli, manon mi toccate il mio caro Figlio Assalonne, Servate mihi puerumAbsalom36. Così ella a voi fa sentire, nelle vostre operazioni, nelle vostreparole, nei vostri pensieri, non offendete il mio caro Figlio Gesù, serva-te, servate mihi Puerum Jesum37; ed allora vedrete, toccherete con mani, sequali benedizioni, quali favori pioverò io sopra di voi, io come vostraMadre amantissima, io come Tesoriera delle Grazie, come Regina dimisericordia; che quasi non per altro godo di vedermi tanto amata daDio, sino ad esser l’arbitra dei suoi Tesori e del suo Divin Cuore, se nonper mostrarmi di voi amante la più benefica, se non per arricchirvi, persalvarvi, come miei cari figli, come miei fedeli servi ed amanti: Ego inaltissimis habito, ut ditem diligentes me38. Udiste, udiste, cari Ascoltatori?Dunque le mani all’opra! Ed io trattanto, lasciate che rivolto con affet-to a sì gran Signora, a nome vostro e mio le dica:

    16. Vergine amabilissima, noi ci rallegriamo grandemente di quella Gloriasingolarissima che riceveste in questo giorno, coll’esser fatta Madre diDio: e vi ringraziamo infinitamente di quel grande Amor, che ci porta-ste. Ah per pietà, a