PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

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* Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino. (Fil 4,4.5)

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Power Point creato dalle classi 2°A e 3°A della Scuola Secondaria Paritaria di 1°Grado "R. Venerini" per il concorso “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia” di Ascoli Piceno.

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*

Rallegratevi sempre nel Signore:

ve lo ripeto, rallegratevi,

il Signore è vicino. (Fil 4,4.5)

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*SCUOLA SECONDARIA I Grado Paritaria “Rosa Venerini”

Via Matteotti, 21 – 60121 Ancona

CLASSI

Seconda A e Terza A

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L'anima mia magnifica il Signore *[5]

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

(Un canto caro al cuore gioioso di Mons. Antonio Francesco Marcucci…)

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La gioia Un cuore gioioso è il normale risultato

di un cuore che arde d'amore. La gioia non è semplicemente una questione di temperamento,

è sempre difficile mantenersi gioiosi:

una ragione di più per dover cercare di attingere

alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.

La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.

E più dona chi dona con gioia.

Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,

donate loro sempre un gaio sorriso;

donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.

Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,

con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,

vedrete le vostre opere buone.

E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine

consiste nell'accettare ogni cosa con gioia. Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi

e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento. Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.

La gioia è assai contagiosa.

Cercate, perciò, di essere sempre

traboccanti di gioia dovunque andiate. ...

La gioia dev'essere uno dei cardini della nostra vita…

Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici. Splende come un sole in seno a una comunità. ..

Madre Teresa di Calcutta

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Uomo di Dio, uomo di preghiera, uomo aperto ed attento

alla voce dello Spirito, uomo dedito al dono di sé e al

servizio totale dei fratelli, da qui la sua gioia e la sua

pienezza di vita. E’ stata una creatura eccezionale, ha

vissuto la GIOIA anche nelle prove più dure, perché il suo

cuore era immerso in Dio, fonte infinita di tenerezza

divina. La gioia che aveva in sé, sapeva trasfonderla negli

altri, era una sorgente di vita che irrorava luce divina

ovunque passava e su chiunque incontrava.

L’invito ad essere allegri nel Signore era costante nelle sue omelie, ma

soprattutto nei suoi scritti, a chiunque si rivolgesse. Questo input

costituisce il marchio di riconoscimento di tutte le sue lettere e dei suoi

scritti. La gioia del Marcucci è quella di cui parla Gesù nel Vangelo: non è il

risultato di una vita senza preoccupazioni, fatiche e dolori, ma è il sostegno

sicuro per affrontarle e vincerle con fiducia e coraggio. E’ molto bello e

significativo l’esempio che usa: la dolcezza del miele, che condisce tutte le

cose, così deve essere la gioia nella nostra vita quotidiana.

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“L’allegrezza ci fa sentire dolci e soavi tutte le pene cui siamo soggetti per amore di Dio e per i suoi divini voleri”.

“Il miele più dolce è quello che viene succhiato dalle api dal timo più amaro e il giglio più candido e odoroso è quello che nasce tra le spine”.

“State allegri e lasciate che il Signore liberamente faccia di voi,

di me e di tutti secondo l’amabile sua divina volontà. Fidiamoci, supplichiamo, amiamo, serviamo, soffriamo… Abbiamo chi ben regola e dispone il tutto”.

“State allegri di cuore e confidate in Dio che ama le anime

generose e coraggiose per la sua gloria”.

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Nel vangelo di Giovanni ed in alcune lettere di Paolo Gesù ci indica la strada maestra per portare frutto:

Giovanni 15,16:

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia.” Romani 7,4: “Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutti a Dio.” Giovanni 15,8:

“In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto” Giovanni 15,1-2:

“Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore … Ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più.”

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Galati 5,22-25:

“Ma il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. Contro tali cose non vi è legge. Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze. Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito.” Giovanni 15:4-5, 8

“Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. … In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto e così sarete miei discepoli”

Giovanni 15:1-2

“Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; ma ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più”

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Un esempio molto concreto sul portare frutto ce lo dà la parabola del Seminatore Vangelo secondo Matteo

«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno.

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«Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in buona terra, è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta». »

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Per i ragazzi capire il valore della sofferenza è alquanto difficile, per aiutarli ad entrare in questo mistero di amore e di dono abbiamo letto alcune testimonianze, ne riportiamo una che ha colpito profondamente:

E’ in corso la causa di beatificazione di Giacomino Gaglione, casertano. Era figlio primogenito di una famiglia ricca. Il padre, un celebre avvocato e la madre una nobildonna. Amava lo studio e lo sport, le feste, i balli, e le belle ragazze. Un giorno cominciò a sentire strani dolori, gli si gonfiarono le articolazioni di piedi, delle gambe, i dolori diventarono atroci, dopo pochi mesi era paralizzato. Furono interpellati i più celebri specialisti, intraprese cure di ogni genere, interventi chirurgici, ma inutilmente. Giacomino amava la vita, voleva vivere ad ogni costo e si batteva contro la malattia come un leone. Era già fidanzato e perse la ragazza. La disperazione fu tale che tentò il suicidio.

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Non chiese niente al Padre, ma tornò a casa cambiato. Di fronte alle stigmate di padre Pio aveva “intuito” il valore della sofferenza. Visse ancora 50 anni. Stava disteso su quella sedia-sdraio di ferro, perché non poteva neppure essere messo in un letto. Poteva muovere solo le mani, e le usava per consolare altri sofferenti. Scriveva in media 3.500 lettere l’anno ad ammalati che avevano bisogno del suo incoraggiamento, scriveva articoli per varie riviste, fondò un periodico, partecipava e guidava pellegrinaggi a Lourdes, a Loreto, a San Giovanni Rotondo. Morì il 28 maggio 1962. Una grande folla partecipò ai suoi funerali facendo capire quanto bene egli avesse silenziosamente compiuto.

Un giorno lesse un articolo su Padre Pio, e disse: “Voglio andare a San Giovanni Rotondo perché voglio guarire”. Fu portato da Padre Pio, ma di fronte a lui dimenticò il motivo di quel suo viaggio.

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PRESENTAZIONE

DELL’ARCOBALENO DELLA GIOIA

Solitamente associamo la gioia ad un qualcosa di astratto, ma si può trovare in tutto ciò che ci circonda quotidianamente, come un sorriso, un piccolo gesto o semplicemente la compagnia di una persona. Non basta essere felici con se stessi, bisogna imparare a condividerla con le persone che amiamo e con quelle che ci sono accanto ogni giorno. E’ questo il grande messaggio che Marcucci ci ha trasmesso; inoltre l’allegria è la cornice della nostra vita interiore. Ciò che abbiamo racchiuso nel nostro cuore è il nostro vero essere ed è ciò che ci caratterizza e ci rende unici. Tutti noi siamo come le piante, Dio è il contadino che le coltiva, le fa crescere in fraternità ed amore. Da un seme sboccia un fiore che possiamo coltivare per farlo crescere rigoglioso o lasciarlo abbandonato a se stesso, così da farlo appassire e morire. Uno dei più grandi doni che Dio ci fatto è proprio quello della libertà: non ci sono cattivi o buoni, ognuno di noi ha sia luce che oscurità dentro di sé, ma sta a noi scegliere da quale parte schierarci. Solo affidandoci al Signore troveremo la retta via. I veri valori che compongono questa strada sono:

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LA CARITA’ IL CORAGGIO, LA GENEROSITA’,

LA FORTEZZA DI SPIRITO, L’IMPEGNO DILIGENTE,

LA SEMPLICITA’ DI CUORE, LA PACE,

LA MANSUETUDINE, LA PAZIENZA.

Abbiamo deciso di rappresentare tutto ciò con alcuni disegni, che in qualche modo vogliono rispecchiare i nostri sentimenti più profondi. Sviluppando questa meravigliosa iniziativa siamo riusciti a comprendere l’intenzione del Venerabile Antonio Francesco Marcucci sull’arcobaleno della GIOIA… Come nei colori dell’arcobaleno c’è un’armonia stupenda ed indescrivibile, la stessa cosa dovrebbe succedere dentro ognuno di noi, vivendo in pienezza i valori sopraindicati.

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La gioia è

preghiera;

la gioia è forza;

la gioia è amore.

E più dona

chi dona con gioia. Madre Teresa di Calcutta

Piersigilli Francesca cl. III A

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Baroni Alessandro cl. III A

Peruzzi Evelyn cl. III A

Compra Alison cl. III A

Castelletti Tania cl. III A

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Saha Sujoy cl. III A

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L'anima mia magnifica il Signore ]

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

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Ecco l’arcobaleno personale

della Classe Seconda A

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PRESENTAZIONE LAVORO II A

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Abbiamo eseguito questo lavoro per far capire a noi stessi che l’arcobaleno rappresenta ognuno di noi con le sue bellezze interiori, quelle virtù che dovrebbero identificarci. Siamo creature uniche ed originali, l’una diversa dall’altra, ma tutte care al cuore grande di Gesù e insieme formiamo l’armonia meravigliosa di un arcobaleno di fronte ai suoi occhi e diventiamo testimoni e portatori del suo messaggio di amore.

Jhasline Compra

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Questo lavoro mi è piaciuto molto, mi ha aiutato a capire molte cose che ci aiutano a vivere non secondo i nostri capricci, ma secondo la strada indicata da Gesù, che è Via, Verità e Vita. Non siamo in questo mondo per vivere da soli, ma per armonizzare con i fratelli che ci sono accanto, ecco il significato concreto e meraviglioso dell’arcobaleno. Attraverso questo disegno ho espresso e manifestato me stessa, perché sono riuscita a mettere in evidenza quello che provo e ho dato colore a tutte quelle belle qualità che avverto dentro di me. Ho anche provato a dare un colore a quanto sentivo dentro e nell’insieme è venuta fuori una stupenda armonia. Anche le virtù di Mons. Marcucci mi hanno coinvolto, ma ho sentito molto più forti quelli che esprimevano i miei sentimenti più profondi. E’ stato per me un momento molto bello e significativo in cui ho imparato tante cose per la mia vita.

Maria Teresa Martini

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Il lavoro sulle virtù è stato molto interessante, ci ha aiutato a

riflettere e rientrare in noi stessi. E’ stato piacevole perché nuovo

nello stile, originale nello sviluppo: il mondo dei colori conquista

sempre. Bisognava, infatti, utilizzare i colori dell’arcobaleno, per

illustrare le diverse virtù: ognuno di noi ha interpretato questo

lavoro in modo diverso, chi l’ha fatto a matita, chi con i

pennarelli…L’impegno ci ha coinvolto in prima persona e mentre

dipingevamo ci siamo anche divertiti e nello stesso tempo

immedesimati in ciò che facevamo.

L’originalità di quanto abbiamo sviluppato è nella simbologia che

sottintendeva: ogni alunno ha creato ed interpretato il tema nel

migliore dei modi, dando il meglio di sé.

La fantasia è stato il nostro motore principale, ma con essa non è

mancata la riflessione e la condivisione personale in relazione agli

insegnamenti che l’argomento suggeriva.

Marta Angelici

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Marta Angelici

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Il nostro cammino

nella mano di Dio, Guidati

dalla Vergine Maria

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Signore, ho bisogno di te,

punto fondamentale del mio cammino, luce che illumina

la mia strada. Mi ami, mi proteggi

e mi tendi la tua mano, sei sempre con me. Mi doni pace, gioia

e sicurezza

Francesca Ippoliti 3° A

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Signore, fa’ che con l’aiuto

di Maria riesca a percorrere la strada della vita,

sempre stretta nella tua mano.

Aiutami a capire ciò che veramente conta

nella vita e a guardare il mondo con occhi da bambino.

Sara Ferretti 3° A

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Vergine Santa, tu sei un esempio da seguire

per tutti noi: come madre, come donna,

come creatura di Dio. Madre buona,

io ti chiedo di aiutarmi a capire

quando sbaglio e a saper riprendere

il cammino con amore. Dammi la forza

per superare ostacoli e difficoltà

Maria Paolella 3° A

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Signore, insegnaci a saperti amare

e lodare in ogni circostanza per poter essere come tu ci vuoi.

Guidaci sulla retta via, prendendoci per mano

e conducendoci dove vuoi tu. La gioia piena del tuo regno

è il nostro sogno più bello.

Francesca Piersigilli 3° A

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Cammino con te, come se fossi l’unico,

ti stringo la mano e ti seguo, come se non ci fosse

altra via, ti ammiro e ti ringrazio

per tutto. Camminare con te

è fantastico… Tu sei per me luce

che vince le tenebre, sei per me amore

che accoglie e perdona, sei per me vita

dalle sfaccettature più belle.

Alison Compra 3 °A

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Signore, tu ci prendi per mano

e ci guidi sul retto cammino.

Fa’ di noi delle creature nuove,

ricche di amore, di gioia, di dono, sempre pronte

ad irradiarti intorno a sé.

Giulia Maria Sica

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Signore,

sii per ognuno di noi guida sicura e luce sfolgorante

nelle scelte importanti della vita,

per poter percorrere sempre la via che conduce a Gesù, attraverso Maria.

Aiutaci a trovare la nostra strada, quella che Dio,

donandoci la vita, ha pensato per noi.

Prendici per mano ogni giorno e dona al nostro cuore

gioia e pace.

Lucrezia Frizzo 3° A

Page 43: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Nel cammino della nostra vita c’è una guida sicura, che ci tende la mano, che ci accompagna,

che ci aiuta, che ci sostiene, che ci ama. Noi non siamo mai soli,

ma condotti da Gesù e Maria, con loro supereremo ostacoli,

delusioni, amarezze e tristezze. O miei amici del Cielo,

se sbaglio, correggetemi, se inciampo rialzatemi,

se non amo, datemi una saggia lezione.

Gioia Piersanti 3° A

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Signore Gesù, nostro pastore,

guida noi tuo gregge, in pascoli sicuri.

Conduci noi, tuoi figli, attraverso vie impervie,

sorretti da Maria. Donaci sapienza

e coraggio per camminare dietro

a te che sei amore.

Vittorio Burchiani

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O Signore, tu mi proteggi tutti i giorni,

sei vicino a me in ogni momento

e mi aiuti a trovare la strada giusta.

Farei qualsiasi cosa con te e per te.

Andrea Nicolli 3° A

Page 46: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Signore, proteggi me,

la mia famiglia e tutte le persone

del mondo. Aiutami a capire

i miei sbagli e a correggermi.

Indicami la strada da percorrere con te.

Alessandro Baroni

3° A

Page 47: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Maria, aiutami sempre a scegliere

la strada giusta ed indicami la via migliore

per poter essere come Gesù mi vuole.

Donami uno slancio speciale, quando mi trovo di fronte

ad ostacoli e difficoltà. Mano nella mano di Gesù tutto sarà più bello e facile

Maddalena Campagnoli

3° A

Page 48: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

O Maria Vergine, aiutami ed indicami

il mio cammino. Con te al mio fianco

potrò superare ogni ostacolo.

Aiutami ad essere meno superficiale

e più rispettoso delle regole.

Luca Viezzoli 3° A

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La Vergine Santa dona gioia di vivere ed apre il

cuore alla speranza e all’amore. L’immagine

trasmette tenerezza, compassione

ed apertura a Dio ed ai fratelli

Maria Teresa Martini

Questa immagine è bella e ricca di significato:

Gesù e Maria ci sono sempre vicini e ci vogliono bene

Carlo Luciani

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E’ emozionante essere condotti da Maria a Gesù: io voglio

rimanere su quella mano

Sirio Scarpini

SCARPINI SIRIO II A

La grandezza e la leggerezza della mano

apre il cuore a Gesù e rivela il grande amore

che Lui ha per noi

Luca Pradella

Page 52: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Maria indica la strada da seguire per arrivare a Gesù

ed essere come Lui ci vuole.

Sofia Baldetti

Vorrei che quel bimbo sulla mano di Gesù fossi

proprio io, in modo da essere come Lui mi vuole

Giorgia Bellucci

Maria ci ha donato Gesù ed ora ci mostra questa mano,

indicandoci la via maestra per poter essere come Gesù.

Aurora Schettini

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LAMURA ANNA II A

Mi sento una reginetta per essere portata a Gesù

da Maria Anna Lamura

Questa immagine trasmette un messaggio molto

importante: Gesù e Maria ci vogliono bene e desiderano

solo il nostro vero bene Romano Toccaceli

L’immagine trasmette amore, gentilezza, pace,

gioia, perdono. Racchiude una simbologia molto

profonda e forte Roberto Principi

Page 54: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Mentre osservo attentamente l’immagine provo un senso di calma, relax e sincerità. Lodo e benedico il Signore

per questo dono.

Matthieu Chiagano

Questa simbolica immagine mi fa provare

amore e felicità, gioia e compassione…

L’essere portati da questa mano vigorosa è molto

importante per me

Ylenia Donnini

Page 55: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

GALVANI BENEDETTA II A

Maria con il suo dolce e tenero sguardo vuole stringerci al suo cuore

ed indicarci la via da seguire dietro a Gesù

Benedetta Galvani

La gigantesca mano vuole farci capire come è

importante e bello aiutare, accompagnare e sostenere

le persone che ci sono accanto e sono la nostra grande famiglia umana

Alexandra Gitto

Page 56: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

ANGELICI MARTA II A

Riprodurre Maria non è possibile

perché è tenera, delicata, dolce, affabile, aperta al dono

e dal cuore grande. Io l’amo e mi affido

totalmente a lei.

Marta Angelici

E’ bello essere presi per mano da Maria e condotti a Gesù

Gabriele D’Andrade Corsa

Page 57: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

COMPRA JHASLINE II A

Guardando questa immagine e fissando lo sguardo sugli occhi

chiusi di Maria, mi fa cogliere il suo

raccoglimento e il suo spirito di preghiera.

Voglio imparare da lei a dire sempre di sì

Jhasline Compra

Questa immagine trasmette un messaggio molto

importante: Gesù e Maria ci vogliono

bene e desiderano solo il nostro vero bene

Romano Toccaceli

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SERNADILLA JOFFREY II A

Gesù ci vuole bene, ci tende la sua mano

e ci porta

sulla giusta strada Joffrey Sernadilla

Osservando attentamente l’immagine avverto una

bellissima sensazione di pace interiore e mi fa sentire

una creatura nuova Chiara Paladini

La grande mano che conduce sulla via della vita vera,

fa riflettere ed aprire il cuore a Gesù e a Maria

Anna Tansella

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Racconta un episodio

in cui sei riuscito a

RALLEGRARE QUALCUNO

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Un giorno, mentre stavo passeggiando a Piazza Roma vidi un uomo tutto

solo , sdraiato per terra con un cane, era vestito con dei pantaloni rotti neri,

una maglietta tutta sporca di color verde con un cappellino blu.

Vicino a lui c’era un cartone con scritto “aiutatemi, ho fame”, io lo guardai

con tristezza, mia madre mi diede un euro e mi disse di darglielo, io glielo

diedi e lui si alzò mi strinse la mano e mi ringraziò.

Mentre mi guardava, io lo fissavo negli occhi, sinceramente ero un po’

spaventata, ma dopo mi sorrise e anch’ io ho risposto con un sorriso e mi

sono sentita sollevata, felice, piena d’amore, soprattutto mi sentivo serena

perché l’avevo aiutato, ho aiutato una persona come noi. Guardandolo , si

vedeva negli occhi che era triste, depresso, silenzioso poi quando gli diedi

quella moneta, sorrise.

Secondo me aiutare le persone è una cosa magnifica e ti fa sentire davvero

felice. E’ bello perché con un semplice gesto potresti salvare molte vite e

soprattutto puoi far ritornare la felicità e l’amore nelle persone.

Jhasline Compra - Classe II A

Page 62: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Una volta, mi è capitato di aiutare mia sorella. Era una giornata

calda, il sole e il caldo le avevano fatto venire il mal di testa e lei non

riusciva a trovare una spazzola per i capelli.

Voi mi direte: “Proprio una spazzola per i capelli?” e io vi dirò: “Sì,

perché lei, se non se li pettina , le vengono dei capelli talmente ricci

che non le si sarebbero strecciati fino al giorno dopo”.

Quella non era una spazzola qualsiasi, era una spazzola speciale, era

“morbida” e serviva a strecciare meglio i capelli, lei il pomeriggio

aveva una festa e se non la trovava era finita. Allora iniziammo a

cercare ma non si trovò. Se non l’avessimo trovata allora sarebbe

stato un guaio. Allora mi sono resa utile, le ho messo il balsamo spray

e le ho pettinato i capelli con una spazzola che faceva un po’ più

male, ma lei non ha sentito niente, grazie al balsamo che le avevo

messo.

Dopo lei, mi abbracciò e andò alla festa.

Quando tornò mi ringraziò ancora una volta ed io rimasi contenta

per tutta la serata.

Anna Lamura classe II A

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Mi è capitato di donare gioia ad un anziano che non conosco ed

ho incontrato per caso. Stavo andando per il corso con papà ed ho visto un vecchietto a cui era cascato un euro. Io corsi a

raccogliere la monetina, lo guardai e mi chiesi: “Gliela restituisco

oppure la tengo!” Capii che non era giusto tenerla, perciò mi

avvicinai al signore e con fare gentile gliela porsi. Lui mi ringraziò e

mi disse: “Il gesto evidenzia un cuore grande, la monetina puoi anche tenerla…”

Io gli consegnai la moneta, perché per lui era veramente vitale e

gli donai anche un meraviglioso sorriso con tanta gioia nel cuore.

Anche lui mi sorrise con affetto e mi rese felice.

Nel frattempo mio padre mi raggiunse, lo salutammo ed infine ce

ne andammo. Io ero molto contenta di aver donato gioia a

quell’anziano, ma soprattutto sentii dentro di me tanta pace e

serenità: era gioia vera.

Maria Teresa Martini Classe II A

Page 64: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

La domenica, mentre leggevo un libro un mio amico mi ha chiamato per

dargli una mano su un lavoro interdisciplinare e io l’ho aiutato. Era un

pomeriggio soleggiato, e per arrivare subito, ho preso il mio skate. Mentre

stavamo lavorando, ho provato gioia nel mio cuore. Quando abbiamo

finito il lavoro, siamo andati in una piazza con lo skate, pure lui aveva lo

skate ma non riusciva a fare una mossa che io conoscevo. L’ho aiutato e

siamo stati benissimo. Lui non è riuscito ad imparare quello che sapevo fare

io, ma ci siamo divertiti. Dopo un paio di giorni è riuscito, nell’impresa ci

siamo divertiti a vicenda. Lo stare insieme per me è significato gioire

profondamente.

Joffry Sernardilla classe II A

Una volta per rallegrare una persona, ho portato da mangiare ad un

mendicante. I fatti si sono svolti più o meno così, stavo passeggiando su

corso Mazzini per i fatti miei, quando ho visto un mendicante con un

cartello con su scritto: “HO FAME”. Da dietro l’angolo è sbucato mio padre

con un piatto in mano e mi ha detto di portarlo al mendicante, io gliel’ho

dato e egli si è alzato e ha ringraziato. Questo ha reso me molto felice.

Gabriele D’Andrade Corsa classe II A

Page 65: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Quando un amico è triste, ma veramente triste, noi non possiamo illuderci di

farlo contento con dei regali, i regali non serviranno a nulla. Ciò che ha

bisogno quest’amico è una spalla su cui piangere, qualcuno su cui contare

veramente, qualcuno che ti ascolti e che cerchi di aiutarti. Quando avevo

dieci anni, ricordo che mia cugina era molto giù di morale per il fatto che

aveva avuto un grande litigio con tutta la sua famiglia. Piangeva, e io non

sapevo che cosa dirle… ero imbarazzata, pensavo “Ma che sto facendo?

Lei piange ed io sto zitta, fingendo che non sia succedendo nulla?”, ed è

così che mi sono spinta a parlare. Le avevo detto che i litigi sono cose

normali e che comunque, qualunque cosa succeda, io le sarei stata sempre

accanto. Queste parole le hanno fatto completamente cambiare

espressione, era più fiduciosa, aveva capito che di me poteva fidarsi. Grazie

a quella piccola frase, lei è riuscita a sorridere sinceramente e siamo

diventate ancora più legate di prima... La felicità delle persone non

dipende dai regali, ma dalla disponibilità che noi abbiamo verso di loro. Un

altro fatto in cui sono riuscita a donare felicità è stato quando al mare circa

un anno fa io e mia sorella Caterina ci annoiavamo a morte e non

sapevamo proprio che cosa fare… non potevamo fare il bagno perché era

troppo tardi e mia sorella iniziava ad essere triste, così, io avuto la splendida

idea di giocare a carte e abbiamo continuato per circa due ore, lasciando

scorrere il tempo senza annoiarci!

Anna Tansella classe II A

Page 66: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Ora racconterò un episodio in cui ho aiutato il prossimo. Stavo

camminando per riprendere la macchina, quando ho visto un

anziano seduto per terra con un cane, sdraiato vicino a lui. Mi ha

colpito una cosa: quando le persone gli passavano davanti, lui non chiedeva nulla… se ne stava lì, zitto, zitto. Allora ho cominciato ad

avvicinarmi ed a prendere tutte le monetine che avevo in tasca e

gliele ho messe sul vassoio che aveva di fronte. Appena ho

appoggiato i soldi nel vassoio, il signore ha alzato la testa e mi ha

ringraziato di cuore. Me ne sono andato, ero felice perché sapevo

di aver fatto una cosa buona, qualcosa a beneficio di quel Signore,

anche se non gli avevo dato molto. Sicuramente l’avevo reso felice

e avrebbe potuto mangiare qualcosa.

Le buone azioni lasciano nel cuore tanta pace e serenità. Dopo

questi gesti ti senti veramente diverso, una persona dal cuore

grande.

Alessandro Baroni classe III A

Page 67: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Era una mattina d’Estate ed era il compleanno di una mia

amica. Avevo deciso di farle una festa a sorpresa al mare. Prima

di tutto presi un grande cartellone e ci scrissi “Auguri Fra”, con

intorno alcune nostre foto, poi le comprai un regalo e alle 11.00 in

punto, mentre la mia amica stava arrivando, le urlai con il regalo

e il cartellone con scritto: “Auguri”. Subito iniziò a piangere

commossa, era piena di gioia, ed io ero molto felice di aver fatto

quel gesto. Un altro episodio che mi viene in mente, è quando

una mia amica a causa dell’appendicite era in ospedale ed era

molto triste e annoiata, così io e delle mie compagne di classe

siamo andate a trovarla. Solo quel grande sorriso stampato in

faccia di quando ci ha visto, mi ha reso davvero felice. Le mie

amiche, quando sono tristi, anche senza motivo, riescono a farmi

ridere e mi portano una grande gioia nel cuore.

Maddalena campagnoli

Page 68: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Molti dicono che le caramelle fanno solo male ai denti e alla pancia, altri

dicono che il cioccolato ci caria i denti e ci tocca andare dal dentista.

Caramelle e cioccolato sono due “alimenti” che noi mangiamo perché

sono buoni e hanno buon gusto. Essi ci hanno accompagnati durante la

vita, non ci accorgiamo, ma sono sempre nei dintorni, in ogni negozio e in

qualsiasi casa. Il bello è che tutto ciò esce dalle labbra dei più grandi, serve

di esempio ai più piccoli. Sappiamo, però, che anche una caramella o una

barretta, anche piccola, di cioccolato, può far felice un bambino più di

qualunque altra cosa. Una caramella sarà anche più piccola di una

semplice macchinina di plastica, ma all’interno di essa è contenuta tutto il

succo di cui ha bisogno per essere bella sia fuori che dentro ed è proprio

quel succo che rende felici. C’è sempre un “MA” nelle cose, perché se

questa caramella viene regalata senza l’amore e la gioia, allora non ha

nessun significato. Può suonare strano, ma i bambini sono le persone più

sincere. Un po’ di giorni fa, mio cugino era l’unico tra i suoi amichetti che

non aveva una caramella. Io, vedendolo, anche se da lontano, riuscivo a

vedere il desiderio e la tristezza che lottavano insieme nei suoi occhi. Non

per pietà, ma con amore e consapevolezza mi ero alzata, per farlo felice e

vedere il suo magnifico sorriso, gli comprai una caramella e posso giurare

che anche senza alcun battito di labbra, lui mi abbia ringraziato con gli

occhi e il sorriso. Non potevo essere più fiera di quanto accaduto.

Alison Compra classe III A

Page 69: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Ci sono stati vari momenti in cui ho portato gioia a qualcuno, ma non molto importanti,

come per esempio pagare il gelato a mio fratello o accompagnare mamma al

supermercato… ma una volta ho fatto felice talmente tanto una persona per una

scemenza, che da quel giorno mi sono sentita molto più generosa e altruista con gli altri,

diventando completamente un’altra persona. È successo tutto nella calda estate del

2013, quando stavo ad Ortona dai miei nonni. Cinque giorni su sette, quando nonno stava

a lavoro mattina e pomeriggio, tornando a casa solo per pranzo e per cena, io ero sola

con la nonna. Mamma, papà e Emanuele erano rimasti ad Ancona. Io e nonna, quindi,

passavamo intere mattinate e pomeriggi a casa da sole, ci divertivamo un sacco, perché

potevamo fare tutto quello che volevamo senza che nessuno ci dicesse nulla. Dopo un

po’, però, diventava noioso passare tutta la giornata dentro quella grande casa. Il

massimo che potevamo fare fuori da quelle mura, era di andare al piano di sopra a

trovare i miei zii, oppure andare al piano di sotto a prendere le bottiglie di pomodoro per

fare il sugo. Allora un giorno mi è venuta un’idea: perché non andare al centro

commerciale più vicino? C’era solo un problema: nonna non ha la patente! Ma

sicuramente il nonno ci avrebbe accompagnate e poi ci sarebbe venuto a riprendere.

Così abbiamo fatto. Ci siamo divertite un sacco e il bello era che non avevamo alcuna

fretta, potevamo stare lì all’infinito! Siamo tornate a casa con quattro e più buste piene di

tante cose! È stata una giornata indimenticabile, ma la parte più bella è stata quando,

tornate a casa, davanti alla porta, nonna mi ha guardato negli occhi e mi ha detto con

aria seria e sincera “GRAZIE!” il suo viso così rilassato, ma allo stesso tempo quell’abbraccio

che mi ha dato… era colmo d’affetto, mi ha fatto traboccare di gioia. Mi sentivo il cuore

in gola, quell’amore che mi trasmetteva, mi faceva trasalire dentro. Solo dopo ricambiai,

era come se quel gesto durasse all’infinito! È stata la più bella giornata della mia vita.

Lucrezia Frizzo classe III A

Page 70: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Era una normalissima sera di Marzo, stavo per andare a dormire, quando

mio padre mi chiama per darmi una brutta notizia. Una delle mie più care

amiche si era sentita male ed ora era in ospedale, ma la cosa peggiore era

che io non potevo fare niente. Ero nel panico perché l’avevano addirittura

ricoverata e non si avevano altre notizie. Passai una nottata nella completa

agitazione e il giorno dopo mi precipitai in un negozio per comprarle un

peluche con la scritta: “ ti voglio bene”, le feci un piccolo biglietto dove la

rassicuravo e le auguravo una pronta guarigione. Avevo fatto tutto questo

con il cuore, restando positiva e ripensando ai suoi sorrisi, le nostre risate e i

nostri indimenticabili momenti trascorsi insieme. Erano le quattro e andai a

trovarla, dopo essere salita fino al suo piano, ho aperto la porta molto

lentamente ed era lì sul letto con il volto annoiato. Non sono mai stata così

contenta di vederla, le corsi incontro e l’abbracciai forte. Il suo viso era il

ritratto della felicità, mi disse che era fortunata ad avere un’amica come

me al suo fianco. Passarono circa due ore, e in tutto quel tempo avevamo

riso e scherzato, ero davvero felice, mi sentivo bene interiormente. Solo

quando tornai a casa, mi resi conto dell’importanza degli amici e delle

persone che ci amano e fanno di tutto per rallegrarci e condividere la loro

gioia. Chiunque è in grado di fare un gesto così, ma l’importante è che sia

fatto con il cuore.

Francesca Ippoliti classe III A

Page 71: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Era il 29 maggio cioè il giorno della mia prima comunione: Arrivavano tutti i

miei parenti da Roma e io ne ero felicissima, insieme ai miei parenti c’era

mia cugina una persona molto allegra con grandi occhi e dei capelli

marroni chiaro con alle punte dei boccoli. Mi ricordo ancora come era

vestita, aveva un vestito rosso con delle roselline sempre dello stesso colore

e siccome era estate, ai piedi aveva delle ballerine bianche. Dopo la mia

comunione siamo andati a fare una passeggiata al Passetto e quando si

era avvicinata l’ora di andare a mangiare, siamo andati ad un ristorante lì

vicino che cucinava solo pesce. Dopo aver mangiato e dopo aver visto la

torta, mi hanno dato i regali. Scartato il primo che era una macchinetta

fotografica, mia cugina se n’è andata sentendosi esclusa, io non ci ho

fatto tanto caso, ma quando mi accorsi, mi sentivo in colpa, anche se era

la mia festa. Non volevo che fosse triste perché a lei non avevano dato

nessun regalo e mi sentivo triste perché erano tutti felici tranne lei. Allora mi

sono avvicinata con un mio regalo e gliel’ho porto, lei era così felice che

ero felice anche io per lei. Dopo però si è resa conto che era uno stupido

capriccio che una bambina di nove anni non dovrebbe fare, quindi mi ha

chiesto scusa e mi ha ridato il regalo, e cosi ci siamo messe a ridere

insieme.

Milena Masci

Page 72: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Era estate ed ero a casa in campagna. Io e mio fratello stavamo per andare in

bici verso la chiesetta di Santo Isidoro di fronte al discesone che avremmo fatto

tutto velocemente. La velocità ci avrebbe dato la spinta per poi faticare di

meno nella salita, che era subito dopo. Arrivammo all’inizio della discesa e lui

diede il via: “Uno… due… tre… Via!” Partimmo e allargammo le gambe,

lasciando andare i pedali, che rotearono velocemente. Finimmo il discesone ed

arrivammo circa a metà salita, quando per colpa della breccia grossolana, mio

fratello cadde. Mi fermai subito e lasciai la bici sul bordo della strada, a terra,

per andare ad aiutarlo. Stava piangendo. Gli tolsi la bici di sopra e vidi subito

una grossa ferita al ginocchio sinistro, il lato in cui era caduto. Fortunatamente

lui non l’aveva ancora vista, altrimenti avrebbe frignato ancora di più. Lo aiutai

a rialzarsi e dopo aver lasciato le bici fuori della strada, reggendosi a me, ci

incamminammo verso casa. Attraversato il giardino antistante la casa, presi le

chiavi, aprii la porta e feci sedere mio fratello sul primo gradino, mossa alquanto

sbagliata perché lui stava per guardarsi la ferita e si sarebbe sicuramente

impressionato e rimesso a piangere. Lo feci alzare e lo aiutai a fare le scale, con

battute scherzose cercavo di distrarlo, così iniziò a ridere. Ero molto felice di

averlo aiutato a non abbattersi, che quasi mi stavo dimenticando di

disinfettargli la ferita. Lo feci accomodare sul divano e poi corsi a prendere

l’occorrente per la delicata operazione. Io ho cercato di continuare a distrarlo e

a farlo sorridere. Mi sono sentita molto orgogliosa di me stessa per aver aiutato

mio fratello a non deprimersi per una sbucciatura al ginocchio. Lui dopo la

medicazione mi ha molto ringraziato abbracciandomi calorosamente.

Francesca Piersigilli classe III A

Page 73: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

«L’allegrezza conserva la bontà dello Spirito…»

Page 74: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Le strategie che posso usare per dare gioia alle persone a me più care sono Comportarmi bene in ogni momento Andare bene a scuola Mettere sempre a frutto costruttivamente i miei talenti Fare sempre il proprio dovere con senso di responsabilità Essere sempre servizievoli nei loro confronti Eseguire quanto mi chiedono con piacere e gioia profonda Non far mai pesare i piccoli servizi con atteggiamenti poco

consoni Tutto questo realizzato con amore ricolma di un bene e di un amore molto profondi. Per i miei genitori, che fanno tanti sacrifici per me, vorrei essere proprio così e donare loro tanta gioia e soddisfazione. A volte ho gustato tanto piacere interiore, dopo piccoli sforzi per far felici i miei genitori, che mi sono sentita veramente me stessa e con tanta voglia di dare sempre di più.

Francesca Ippoliti classe III A

Page 75: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Donare Gioia è molto bello, ma anche molto difficile! Io ho la grande soddisfazione di avere una famiglia bella, gioviale e premurosa. Riflettendo su come poter donare gioia ai miei genitori, che mi riempiono di attenzioni e premure, devo impegnarmi in modo particolare ad essere paziente, serena e molto disponibile. Queste sono le principali qualità che dobbiamo avere, ma ce ne sono tante altre che sono ugualmente importanti come l’attenzione, la tenerezza, l’umiltà, la responsabilità. Attuando queste qualità e prerogative posso rendere felici non solo i miei genitori, ma anche i miei amici, conoscenti, nonché i miei insegnanti, anche se con loro devo essere anche massimamente diligente, impegnata, attenta e sempre pronta. Ho sperimentato più volte la gioia di far felici i miei genitori e questo, ogni volta, mi rende stracontenta e mi fa avvertire dentro di me una sensazione bellissima di pace interiore, di gioia profonda che vorrei gridare addirittura al mondo intero. Donare gioia attraverso piccoli servizi, attenzioni, delicatezze fa sbocciare dentro di me una luce straordinaria ed una quiete dolcissima, ti senti così leggero che ti sembra di volare.

Anna Lamura classe II A

Page 76: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Per donare gioia ai genitori, così pure agli insegnanti ed agli amici bisogna studiare costantemente ed essere educati, possedendo un certo lato “comico”, cioè saper esprimere anche un po’ di umorismo. Per poter dare gioia agli amici è necessario saperli perdonare per i loro sbagli, stare loro vicino quando ne hanno bisogno e saper condividere le loro iniziative. E’ molto bello saperli ascoltare e rispettare. Nei confronti degli insegnanti, oltre a studiare ed impegnarsi, bisogna far loro capire che teniamo al loro insegnamento, li ascoltiamo e mettiamo a frutto i loro insuperabili messaggi di vita. Per quanto riguarda i nostri genitori è molto importante, oltre a quello che abbiamo già detto, avere sempre un comportamento corretto. Noi vorremmo proporre che per poter donare gioia bisogna avere tanto amore nel proprio cuore.

Jhasline Compra, Gabriele D’Andrade Corsa,

Francesco Crescenzi II A

Page 77: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Ci sono tanti modi per rendere felice qualcuno, a volte basta anche solo un sorriso. I genitori sono le persone che più ci rendono felici nella nostra vita, anche se , a volte, non ce ne accorgiamo. Proprio per questo loro si accontentano da parte nostra anche di piccoli gesti: incomincerei con un bel “buon giorno” al mattino, insieme ad un sorriso dolce ed aperto. Dobbiamo anche provare a fare tutto ciò che ci dicono, perché è per il nostro bene. Gli amici sono una ricchezza da tenere stretta, donare loro gioia è semplice: basta essere felici e lo saranno anche loro. Far ridere l’amico è importante, ma esagerare si può rischiare di offenderlo.. Gli insegnanti sono persone a cui bisogna portare rispetto: saranno felici se nel lavoro di ogni giorno siamo diligenti, educati ed attenti.. Abbiamo sperimentato diverse di queste strategie e possiamo testimoniare che portano frutto. L’argomento ci ha fatto riflettere molto e capire che le prerogative riscoperte, bisogna renderle attive.

Alexandra Gitto e Galvani Benedetta II A

Page 78: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Per dare gioia ai nostri genitori spesso cerchiamo di aiutarli a svolgere le loro mansioni quotidiane, come apparecchiare, fare il letto… Oltre a questo cerchiamo di renderli orgogliosi di noi stessi, prendendo bei voti a scuola ed essendo il più diligenti possibile. La loro felicità è in relazione alla conquista da parte nostra della carità, del senso di giustizia, della bontà, della mansuetudine, dell’umiltà… Per noi la più importante è la bontà che le riassume tutte. Per i nostri insegnanti la più grande gioia è vedere in noi crescere un amore sincero e profondo per lo studio e il senso di responsabilità in ogni settore. Non è importante dare gioia esclusivamente ai nostri amici e parenti, ma soprattutto a chi ha smarrito la voglia di vivere: donare agli altri amore e gioia riempie il cuore di felicità, soprattutto se sono persone in difficoltà e nella sofferenza.

Marta Angelici, Giorgia Bellucci,

Matthieu Chigano II A

Page 79: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Far gioire le persone è una cosa bellissima, che ci appaga completamente. E’ importante cercare sempre di donare un raggio di luce e speranza anche nelle giornate più buie. Ponendoci di fronte ai nostri genitori abbiamo capito che per renderli felici dobbiamo dar loro una mano, ascoltare i loro preziosi consigli, far capire che vogliamo loro un mondo di bene ed apprezziamo gli sforzi che fanno per noi. Guardando gli amici è importante fidarsi di loro, far capire che nel momento del bisogno noi ci saremo e soprattutto non deve mancare quel senso di accoglienza profonda e di condivisione. Cosa fare per i nostri docenti, come regalare loro un sorriso? Basta compiere bene il nostro dovere, lavorare con impegno, seguire con attenzione le lezioni e comportarsi bene. In noi in questo momento c’è tanta buona volontà… ma riusciremo nell’impresa? Dobbiamo essere forti e scacciare via i cattivi pensieri: sono essi, a volte, a portarci fuori strada.

Aurora Schettini, Sirio Scarpini, Roberto Principi II A

Page 80: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Spesso le persone tendono a identificarci come bambini ingenui, sciocchi. Chi la pensa così non conosce le potenzialità che un ragazzo ha in sé. Tra queste c’è la capacità di saper donare gioia ai nostri conoscenti, donare forza e sostegno nel momento del bisogno. Per dare gioia ai nostri genitori che lavorano giorno e notte per non farci mancare nulla, è necessario rendersi più disponibili ed aiutarli nei lavori casalinghi. Per gli insegnanti l’unica cosa da fare è acquisire il senso di responsabilità e crescere come persone mature. Per donare gioia, secondo noi, la proposta più bella è quella di mettere Gesù, che è amore, al primo posto nella nostra vita e irradiare questa luce straordinaria intorno a noi.

Anna Tansella, Romano Toccaceli, Joffrey Sernadilla II A

Page 81: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Per donare gioia ai nostri genitori, amici ed insegnanti è necessario impegnarsi, essere educati e rispettosi nei loro confronti, inoltre, non deve mancare la diligenza, l’impegno e la sincerità. Sono queste le vie maestre per stare bene insieme ed avere dei buoni rapporti con tutti. Per donare gioia non servono grandi discorsi, né regali da sogno, basta un sorriso che parta dal cuore o un gesto eseguito con amore, una parola di incoraggiamento, un servizio ed un’attenzione eseguiti con tutti noi stessi. Ci è capitato diverse volte di donare gioia: dopo un gesto di carità, dopo un piccolo servizio reso alla mamma, dopo un serio impegno scolastico, dopo una parola buona detta ad un amico in difficoltà, dopo aver perdonato uno screzio. Sostenere ed incoraggiare sono le vie maestre della gioia. Anna Lamura, Carlo Luciani, Maria Teresa Martini II A

Page 82: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Sono tante le strategie che si possono usare per donare gioia ad amici, parenti ed insegnanti. Le più comuni sono sorridere anche nei momenti bui, suscitare gioia negli incontri ed avere un carattere geniale e simpatico. Con amici e genitori è bello ricordare aneddoti buffi, vissuti insieme, creare, quando è opportuno, un’atmosfera comica, destando buon umore. Di fronte ai docenti è necessario mantenere un comportamento serio e attivo per renderli felici. E’ bello e significativo per noi e per loro essere sempre attenti, pronti a rispondere alle loro domande ed eseguire con precisione i compiti assegnati. Vorremmo provare a concretizzare nella vita di ogni giorno quanto esposto sopra, in modo da donare gioia a tutti quelli che ci sono vicini e desiderano il nostro vero bene.

Musto Naomi e Paladini Chiara

Page 83: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”
Page 84: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Signor Francesco A. Marcucci,

Vorrei farle una domanda: “C’è qualcosa che avrebbe voluto fare prima di essere sacerdote?

Ha mai avuto dei ripensamenti su questa scelta così importante?” Ci sono testi che

parlano di lei e che la ricordano come una persona affabile, sempre pronta allo scherzo,

generosa, piena di ottime qualità… Mi è venuta voglia di conoscerla meglio…

Un’ultima domanda: “Se fosse possibile raggruppare in cumuli la felicità e gioia che ognuno di noi nel corso della vita ha saputo

donare, quanti cumuli avrebbe lei?” Lei sicuramente avrà avuto delle amicizie, sia da

bambino che da grande, quanta felicità ha donato?

Con l’intento di scrivere una lettera scherzosa, mi sono ritrovata a parlare di

argomenti ben più seri, nonostante tutto la ringrazio per il tempo che mi ha saputo

dedicare. Con stima.

Marta

Gentile Signorina,

Sono lieto di poterle rispondere: Sicuramente i primi giorni che mi

avevano consacrato sacerdote alcuni dubbi mi hanno assalito, ma andando avanti nella mia vita non c’è stato più posto per

dubbi. Che dire dei cumuli di felicità? Chi può esserne a conoscenza fino in fondo?

Spero di averne creata molta, di aver lasciato lungo il cammino della mia vita questa orma indelebile per la felicità di

tanti altri. Credo comunque che di felicità durante la mia vita io ne abbia data e

ricevuta molta Mi sono impegnato a lungo nella diffusione del culto mariano, in cui credo ci si debba applicare, con costanza e passione, c’è una preghiera in particolare, l’unica che abbia mai dettato la Madonna

ed è: “O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!” Le

auguro le migliori cose.

Francesco A. Marcucci.

Page 85: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Salve, Francesco Antonio Marcucci,

Sono una studentessa della scuola

“Rosa Venerini” e frequento la II Classe .

Ho letto la sua lettera che ha scritto a

Maria Picca. Molto bella e significativa.

La lettera mi è piaciuta molto, ma non

l’ho capita in tutti i suoi particolari,

però mi sono rimaste impresse le

promesse e come si chiamavano le

penne.

Volevo chiederle perché si chiamavano

così le penne? Perché faceva queste

promesse?

Ciao

Jhaslene

Salve, Jhaslene ,

Sono Francesco Antonio Marcucci

, volevo rispondere alle tue

domande.

La prima: “Ho chiamato le penne

così per dare un po’ di allegria e poi

perché tutti possano sapere da dove

provengono”.

La seconda domanda: “Facevo

queste promesse per dare qualcosa

di positivo e significativo alle

alunne oppure per fare dei regali o

per calmarle e farle sentire felici.

Sii gioiosa anche tu.

Antonio Francesco Marcucci

Page 86: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Egregio, Francesco Antonio,

Lei come riesce sempre ad essere così

simpatico ed allegro?

Vorrei essere anche io così, comunque

scherzi a parte, lei come si trova con le

sue educande, se si trova bene, son

contento per lei.

Mi ha colpito molto la sua idea sui

medici ed il Paradiso perché in fondo

in fondo è vero. Un’altra cosa ti vorrei

chiedere, prima di concludere la

lettera: “Ma lei non ha mai smesso di

essere allegro?”

Distinti saluti

da Gabriele

Caro Gabriele

Io sono sempre così allegro e simpatico in

forza dello Spirito Santo e per la mia

grande naturalezza.

Io con le mie ragazze mi ci trovo molto

bene perché stiamo sempre insieme e ci

raccontiamo un sacco di cose belle. Io sono

sempre così allegro anche nei momenti più

brutti, perché cerco di vivere il tutto con

grande amore.

Prima di lasciarti ti do due consigli di

vita: il primo è: “Sii sempre te stesso e non

dare retta a ciò che dicono gli altri. Poi

ricordati sempre di aiutare chi è in

difficoltà”.

Cari saluti

Francesco Antonio

Page 87: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Venerabile Francesco Antonio Marcucci , come sta? Bene! Sono contenta, anche io sto bene. Che cosa ti piace fare nel tempo libero? A me nel tempo libero piace giocare a carte, è molto divertente! Qual è il suo cibo preferito? A lei penso che piaccia un po’ tutto! A lei piace scrivere storie di fantasia? Non sei il solo, le storie inventate piacciono anche ad altri, esse provengono direttamente dalle nostre teste, usando la propria fantasia!! Che cosa ti piace guardare alla tv di solito? In Paradiso c’è? A me piacciono: “Film d’azione?! Wow!!” Quali consigli mi potresti dare per la mia vita quotidiana? Bene ora la devo salutare; arrivederci e cordiali saluti

Ylenia Donnini.

Carissima Ylenia

Io sto molto bene, sono vicino a Gesù

e con Lui parlo anche di te… Anche

io qualche volta ho giocato a carte,

ma al gioco ho sempre dedicato poco

tempo. Mi chiedi consigli,

osservandoti da quassù, mi viene

spontaneo dirti: “Devi essere più

aperta con gli altri, non aver paura,

tutti ti vogliono bene.”

Ti voglio raccomandare anche

un’altra cosa: “Cerca di impegnarti

di più nello studio, sarai

sicuramente più contenta!”

Ciao!

Antonio Francesco

Page 88: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Francesco Antonio Marcucci,

mi è piaciuta molto la tua lettera a Maria

Picca, sia perché è divertente, sia perché

rivela un animo grande. Le vorrei chiedere:

“Mi potrebbe dare la penna Spagnola, dato

che studio spagnolo, come ha dato la penna

latina a Maria Picca?” Se me la darà, la

tratterò bene, le darò un nome, la chiamerò:

Spagnoletta .Lei come la chiamerebbe?

Poi le metterei delle decorazioni come delle

lucine, ma non dei campanelli, farebbe

troppo rumore, le metterei dei brillantini e

magari la dipingerei di vari colori.

Vorrei ritornare alla lettera a Maria Picca, a

cui hai dato la tua penna latina, anche

questa penna ha un nome? Lo sceglierai tu

uguale a tutte le altre penne. Ricordati, però

di non mettere i campanelli. Alla prossima

volta

Anna

Cara Anna,

ho letto la tua lettera, è stata molto

divertente e simpatica.

Sei stata molto brava e hai svolto un buon

lavoro. Mi è piaciuta molto la parte del nome

e sceglierei: “Spagnoletta” , perché è un nome

molto carino.

Ho deciso di mandarti Spagnoletta, però

non te la mando ben ornata, perché dalla

tua lettera ho capito che lo avresti fatto tu.

Anna, ricordati sempre di essere educata e

corretta con tutte le persone a cui vuoi bene e

ricordati che se una persona ti sta antipatica

è bene trovare un modo per diventare amiche

o per lo meno sopportarsi.

Rispetta questi principi e ti troverai bene con

le persone .

Arrivederci

Francesco Antonio Marcucci

Page 89: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Francesco Antonio Marcucci, ho letto la sua lettera, mandata a Maria Picca, la sua educanda, mi è piaciuta molto, perché è divertente e simpatica. Mi hanno colpito le tue molteplici penne: la penna latina, italiana, francese, spagnola ed ebraica… ma non è di questo che voglio parlare. Ti volevo fare qualche domanda: “Avevi già in mente i colori dell’arcobaleno, da abbinare ai tuoi sentimenti?” “Ti è ispirato a qualcuno nella scelta di questi colori?” Terza domanda, che non ha niente a che fare con l’arcobaleno e i suoi sentimenti: “La tua educanda, Maria, era severa con te?” “Tra le persone che tu hai elencato, qual è la tua preferita?” Se io volessi una penna, prenderei quella francese e quella ebraica, perché mi piacciono, ma soprattutto mi rappresentano, nel mio modo di fare e di vivere. Mi potresti dare dei consigli per vivere meglio la mia vita? Saluti

Maria Teresa

Cara Maria Teresa, ho appena letto la tua lettera, è molto divertente. Iniziamo a rispondere alle tue domande: ogni colore ha il proprio sentimento che viene dal cuore di ogni persona e quindi la scelta non è oggettiva, bensì soggettiva; non mi sono ispirato a nessuno, ho seguito solo il mio cuore. Cara figliola, la mia educanda era spesso severa con me, ma era socievole e docile. Devi sapere che sua sorella si chiamava Teresa come te. Ah le penne!... la mia preferita era quella latina, con essa ho scritto molte cose e le voglio molto bene, anche se adesso non la uso più. Passiamo alla risposta più difficile: Come ben sai, bisogna comportarsi bene e dare il massimo in quello che si fa. Io ho creato un arcobaleno con le virtù più vicine a me, la stessa cosa hai fatto tu. Quello che hai scritto non deve solo rimanere nella mente o in un pezzo di carta, deve essere stampato nel cuore, ma soprattutto deve essere vissuto, altrimenti è inutile. Il mio consiglio è ascoltare la Parola di Dio, i tuoi genitori, gli insegnanti, i parenti e tutti quelli che ti vogliono bene. Devi anche seguire i veri valori della vita che le mie parole ti hanno insegnato e che tu hai riprodotto con un meraviglioso disegno. Un altro consiglio è quello di comportarti da sorella con i tuoi amici e parenti e di non suscitare in te sentimenti negativi, ma sempre amore e gioia. Cari saluti

Antonio Francesco

Page 90: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Francesco Antonio

Marucci,

sono uno studente della scuola

Maestre Pie Venerini e consiglio

anche a lei di andare con lo

skate, forse gli farebbe bene. Se

vuole glielo posso insegnare un

po’ io, non è che sono bravo

bravo, però qualcosa posso

insegnargli. E spero che si

diverta e le piaccia? Imparerà

delle cose importanti ma prima

dovrà insegnare a me tante

altre cose ancora più belle.

ARRIVEDERCI

JOFFREY

Ciao, Joffrey,

sono Francesco Antonio

Marucci ho ricevuto la tua

lettera. Grazie per i consigli

che mi hai dato e ci proverò

ad andare nello skate, anche

se proprio non ci sono mai

andato. Spero di divertirmi

andando con lo skate. Mi

piacciono le avventure nuove.

Prima o poi imparerò

qualcosa. Insegnerò tante

cose belle anche a te che sei

un ragazzo bravo e gentile il

tuo

Antonio Marucci Francesco

Page 91: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Salve, Francesco Antonio, Come stai? Immagino senz’altro molto bene. Io sono pieno di tanta gioia ed è solo grazie a te, che sei il maestro della gioia. Immaginami, mentre sto andando con lo skate insieme ai miei amici, sono veramente pieno di gioia e riesco a trasmetterla anche ai miei amici. E’ molto bello sentire dentro questo sentimento e donarlo a chi ti sta vicino. A volte ridiamo come dei matti e ci sentiamo leggeri come piume. Scherzare e giocare con la gioia vero nel cuore rende bella la vita. Ti ringrazio per le cose grandi e belle che mi hai insegnato. Con affetto e gratitudine

Alessandro

Ciao, Alessandro, ti voglio bene anch’io e sono contento di averti comunicato un po’ della mia gioia. Ti confermo che io sto molto bene e ti ringrazio che ti interessi a me. Cerca di essere sempre tanto gioioso e ti sentirai sempre te stesso. Oggi non è facile assaporare la gioia vera, perché siamo conquistati da false gioie, che lasciano un vuoto profondo. Bravo, divertiti! Questo fa bene al corpo e allo spirito. Ti raccomando una cosa: nella tua giornata cerca sempre di vedere il lato positivo e mai quello negativo. Ciao

Francesco Antonio

Page 92: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Marcucci,

Volevo farti alcune domande: “Ti

capita spesso di rendere felici le

persone? Quali mezzi usi? Sei

felice quando ti succede? Hai mai

conosciuto persone che sono serene

anche nella malattia e nel dolore?

Perché usi i fiori e il miele per

descrivere una persona felice?”

Sicuramente ti piacciono molto.

“Come stai in paradiso?

È tutto bello e felice lassù?”

Ti saluto e salutami Gesù.

Maddalena

Cara Maddalena

Sì, mi capita spesso di rendere felici le

persone e sono molto contento quando ci

riesco. Gli unici e soli mezzi che uso sono

amore, volontà, pazienza e speranza. Ho

conosciuto persone malate che anche se

mancavano loro pochi giorni di vita,

avevano un buon motivo per vivere più

intensamente e con più gioia, per questo

sono felici. Non perdono mai la speranza e

la gioia di vivere. Uso queste due

immagini i fiori e il miele perché, i fiori

rappresentano le persone che aiutano a

rallegrare la gente e il miele aiuta ad

addolcire l’amarezza. Qui in paradiso

tutto bene si sono realizzati tutti i miei

desideri più grandi. Saluti,

Marcucci

Page 93: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Venerabile

Francesco Antonio Marcucci,

io ti immagino come una persona

molto buona, generosa ed

intelligente e penso che tu lo sia

stato veramente. Nella tua vita

passata ti è mai venuta la

tentazione di picchiare qualcuno o

sei sempre stato bravo?

A che età hai imparato a leggere e

a scrivere?

Io vorrei che fossi ancora vivo per

rispondere a questa lettera, ma

non importa… ti ammiro

comunque anche se non ti ho mai

conosciuto.

Ciao,

Lucrezia.

Cara Lucrezia,

sono felice che tu mi immagini così e non

sbagli completamente! In quanto alle

domande, io sono stato un uomo come tutti

gli altri, e come tutti mi è venuta la

tentazione di picchiare qualcuno, ma non

l’ho mai fatto, se non quando ero piccolo. Ho

imparato a leggere all’età di tre anni e a

scrivere subito dopo. Mi ha fatto piacere

ricevere la tua lettera e leggerla, come lo è

stato risponderti e mi hai fatto diventare la

faccia rossa dall’imbarazzo quando ho letto

la parte finale, quando tu dici che mi

ammiri comunque anche se non mi hai mai

conosciuto. Ti ringrazio tanto per questo

tuo grande interesse nei miei confronti e ti

auguro un buonissimo anno scolastico e,

già che ci siamo, buon Natale a te e ai tuoi

cari.

Con affetto,

F. A. Marcucci.

Page 94: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Ciao Marcucci,

Com’è il paradiso, tutto bene?

Volevo solamente dirti che mi è piaciuto

molto il tuo discorso sulla gioia, mi ha

colpito e coinvolto. Grazie a te ho compreso

meglio il fatto che noi tutti ci dobbiamo

affidare a Dio, farci guidare, servendolo e

amandolo. Essere allegri è davvero una

bellissima sensazione che ci fa sentire dolci

e soavi proprio come dici tu. Per quanto

riguarda l’arcobaleno della gioia e le sue

otto virtù, mi sono immaginata tutti i miei

amici, ognuno dei quali rappresenta una

qualità. Ti ringrazio per avermi fatto

capire che oltre a riceverla, la gioia va anche

donata con amore e semplicità. I tuoi

insegnamenti rimarranno per sempre tra

noi, metteremo al servizio degli altri le

nostre doti, così che tutti potranno essere

felici.. Un saluto

FRANCESCA

Ciao Francesca,

Qua tutto bene.

Ricorda che la vera gioia è Dio, che ha

creato ogni persona a sua immagine e

somiglianza perché sia felice. Sono

contento nel sapere che i miei

insegnamenti sono utili a te e a molte

altre persone. Trova sempre il modo per

riempire il tuo cuore e quello degli

altri con amore. L’allegria non è il

risultato di una vita senza

preoccupazioni, fatiche e dolori, ma è

di grande aiuto affrontarle con

fiducia e coraggio. La felicità è come

il miele che condisce tutte le cose.

Detto questo, divertiti e rimani sempre

allegra.

Ciao.

ANTONIO FRANCESCO

Page 95: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro signor Marcucci,

ti scrivo per conoscerti meglio, facendoti

delle domande:

1. Mi piacerebbe sapere se sei sempre stato

così pieno di Dio? E cosa ti ha aiutato a

crescere nella fede, nel dono e

nell’amore?

2. Ti sei mai sentito escluso dalle persone

che ti erano accanto?

3. Ti è mai capitato di non sopportare un

tuo compagno o il tuo vicino?

Ultima domanda, ma non meno

importante delle altre:

4. Ti sei mai sentito inutile o poco

apprezzato?

Rispondi presto

Milena

Cara Milena,

Ti ho risposto al più presto, le tue domande

sono molto forti ed impegnative, spero di

riuscire a soddisfare tutti i tuoi desideri.

1. Sono sempre stato innamorato di Dio, fin

da quando ero piccolo. Non c’è un perché, è

una forza ed una spinta che si sente

dentro.

2. Sinceramente non mi è mai importato se

ero considerato o no, perché ho avuto sempre

Dio con me, non sono mai stato solo.

3. A tutti è capitato non ti possono essere

simpatici tutti ugualmente, l’importante è

cercare di voler bene a tutti.

4. Ricordati bene che nessuno di noi è inutile,

siamo tutti importanti in questo mondo,

perché dono di Dio.

Ti benedico,

Francesco Antonio Marcucci.

Page 96: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Fra’ Spero non ti dispiaccia se ti chiamo così, ma mi fa pensare a una persona simpatica il nome Fra’. Comunque, passiamo al vero motivo di questa lettera: volevo porti alcune domande, soprattutto ora che il Natale si sta avvicinando. Allora la prima è: “Come pensi di passare le vacanze di Natale?” No, ok, scherzavo, volevo domandarti: “Cos’è che ti spinge a predicare alla gente anche se sai che potrebbero non crederti o deriderti?” Soprattutto: “Da dove ti arrivano tutte le perle di saggezza che dici?” Spero di non averti rubato troppo del tuo tempo prezioso. Ciao

Francesca

Cara Fra’, adotto anch’io questo soprannome perché immagino che anche tu sia simpatica… In primo luogo volevo dirti che passerò questo Natale in compagnia dei miei fratelli e con tutti coloro che si vorranno unire a noi. Seconda cosa, in risposta alla tua domanda: riesco a predicare e dire quelle cose che tu chiami “perle di saggezza”, perché vivo alla presenza di Dio, lui opera attraverso me e mi dà sicurezza e forza spronandomi e suggerendomi ciò che devo dire. Spero di aver risposto alle tue domande. Con affetto

Fra’

Page 97: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Marcucci,

ho preparato alcune domande a cui

lei risponderà sicuramente. In molte

scuole lei è ritenuto un esempio da

seguire, un uomo capace di far felice

tutti. Come fa? Qual è il suo

segreto? Come fa a riuscire in tutto,

sempre con il sorriso? Ma non si

stanca? È felice di quello che ha

fatto?

Sarebbe felice se le chiedessi di

condividere il desiderio di essere

una brava persona e gioiosa con

tutti?

Aspetto una sua risposta,

Alison Compra.

Cara Alison,

condivido gioiosamente con te la mia

missione e con tutto il cuore accetto

che tu sii gioiosa e la doni sempre

intorno a te.

Le mie risposte saranno brevi, ma

incisive. Sono felice di aver donato

con gioia tutto per il bene delle persone

e di essermi sempre affidato a Gesù.

Tutti possono essere capaci di fare ciò

che ho fatto io, purché si affidino

totalmente al Signore e si lasci

guidare solo da Lui.

Grato di esserti d’aiuto, ti voglio bene

Francesco Antonio Marcucci.

Page 98: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Il frutto dello Spirito è

amore, gioia, pace,

magnanimità, benevolenza,

bontà, fedeltà, mitezza,

dominio di sé…

Page 99: PPT “Antonio Francesco Marcucci, educatore di gioia”

Caro Fra’ Spero non ti dispiaccia se ti chiamo così, ma mi fa pensare a una persona simpatica il nome Fra’. Comunque, passiamo al vero motivo di questa lettera: volevo porti alcune domande, soprattutto ora che il Natale si sta avvicinando. Allora la prima è: “Come pensi di passare le vacanze di Natale?” No, ok, scherzavo, volevo domandarti: “Cos’è che ti spinge a predicare alla gente anche se sai che potrebbero non crederti o deriderti?” Soprattutto: “Da dove ti arrivano tutte le perle di saggezza che dici?” Spero di non averti rubato troppo del tuo tempo prezioso. Ciao

Francesca

Cara Fra’, adotto anch’io questo soprannome perché immagino che anche tu sia simpatica… In primo luogo volevo dirti che passerò questo Natale in compagnia dei miei fratelli e con tutti coloro che si vorranno unire a noi. Seconda cosa, in risposta alla tua domanda: riesco a predicare e dire quelle cose che tu chiami “perle di saggezza”, perché vivo alla presenza di Dio, lui opera attraverso me e mi dà sicurezza spronandomi e suggerendomi ciò che devo dire. Spero di aver risposto alle tue domande. Con affetto

Fra’

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