Utopia I, Pecore
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5/11/2018 Utopia I, Pecore - slidepdf.com
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Non è questa tuttavia la sola cosa", conclusi, "che spin-ge gli uomini a rubare. Ci sono degli altri fattori, ritengo,tipici di questo vostro paese."
"Quali?", chiese il cardinale."Le pecore", risposi. "Queste miti creature, alle quali
basta solitamente così poco cibo, stanno diventando tal-mente voraci ed aggressive, a quel che ho appreso, da di-vorare perfino gli uomini. Ingoiano campi, case, città. Intutte le regioni del regno nelle quali si produce una lanapiù fine, quindi più costosa, nobili e proprietari terrieri -e perfino alcuni abati, nonostante la loro santità - si dan-no da fare per recintare le terre e destinarle ai pascolo,impedendone la coltivazrone. Così, non bastando loro lerendite e i prodotti che gli avi ricavavano dai poderi, enon sentendosi sufficientemente appagati dal privilegiodi vivere negli agi senza
essere di alcuna utilità agli altri,mandano in rovina borghi e case, lasciando in piedi solole chiese perché servano da stalla alle greggi. Come senon bastasse il terreno già sprecato per le foreste ed i par-chi, questi gentiluomini cancellano ogni traccia di centriabitati e fattorie per fare posto al deserto. Con quale rj-sultato? Che gli agricoltori vengono cacciati via, dopo es-sere stati raggirati o sopraffatti con là violenza, e costrgttia vendere quel che possedevano sotto le minacce, perchéun solo latifondista possa mettere insieme i loro campi erecintare così migliaia di ettari.
Uomini, donne, bambini, vedove, orfani, genitori conprole, famiglie numerose ma non ricche * poiché l'agri-coltura richiede laforza di rnolte braccia - sono costretti alasciare le proprie case, senz'avere un posto in cui rifu-giarsi, dopo avere svenduto per niente le loro povere cose.E dopo avere girovagato e speso tutfo, che cosa resta loroda fare se non rubare - per poi essere, giustamente, s'in-tende, giustiziati - o darsi all'accattonaggio? A parte il fat-to che anche per gli accaftoni e per i v4gabondi è previstoil carcere. Ed è inutile cercare lavoro, poiché non c'è più
bisogno di loro. Dove non si semina non c'è posto per icontadini. Dopo tutto, un solo mandriano è sufficiente percustodire gli animali al pascolo su di un'arrea chc pcr cssc-re coltivaLl avrchbe avuto bisogno cli ntollc braccit. li il
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costo dei generi alimentari aumenta a dismisura. Non solo,aumenta ànche quello della lana, al punto che i tessitoripiùr poveri non sono in grado di acquistarla per poternel'are coperte. Cresce anche il numero dei disoccupati.('om'è accaduto a causa di un'epidemia che portò via
rrna grande quantità di pecore, dopo che i campi coltivatiorano stati trasformati in pascolo. Quasi che Dio volessepunire in tal modo I'avidità dei padroni, anche se sarebbestato più giusto che la peste si fosse abbattuta su di essi.Ma quand'anche le pecore dovessero moltiplicarsi a mi-gliaia, non calerebbe il loro prezzo, poiché sottoposto a
rogime se non proprio di monopolio - visto che non è
urro solo a vendere - certamente di oligopolio, nel sensoc'lrc il mercato è controllato da pochi ricchi, i quali nonIrlnno bisogno di vendere se non quando conviene loro,
r'ioò al prezzo più alto.Aumenta p'er la stessa ragione tlprezzo dell'altro bestia-rrrr:. Con la scomparsa delle fattorie e la crisi dell'agricol-Iuru, non ci sono più allevatori. Né quelli che si sono de-rlicati alle pecore si curano di bestie diverse, salvo acqui-sluro a basso costo vitellini da latte per poi ingrassarli neiloru pascoli e rivenderli a prezzi spropositati. Non credoclrc il danno provocato da tale situazione si sia ancorarrritnif'estato nella sua rèale portata. Per oraiprezzi salgo-rro soltanto nei luoghi di accaparramento, ma presto,tlrrirndo le riserve saranno esaurite, vi sarà carestia dap-
pcrlutto. E quella ch'era una risorsa per tutti si tradurrà inrrrur catastrofe nazionale a causa della crudele ingordigiarli pochi scriteriati.
l'c:r'cluesta penuria di cibo sono sempre di più le personerruurtlate via dalle case in cui servivano. Ma dove, se nonrr rrrr:ndicare o a rubare? Ed è più facile che uno spiritolir'r'rr scelga di fare il ladro anziché il mendicante.A ;rcggiorare le cose subentra il contrasto tra questa
rllirrrrrnaticn povertà e I'ostentazione del lusso più sfrena-ln. Scrrvi, operai e perl'ino contadini, cittadini insornma di
lrrlle lc classi, ntanif'estano gusti stravaganti nel cibo e nelvcslit'c. l)cnsatc a c;uanti bordelli ci siano, inclusi quellit=lre si c:clatro diotro le insegne di taverne e birrerie, e a
rlrnrlrr sl)rcc:o rli clcnitro conclucano i gitlclri d',lt,'t'ardo, i
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dadi,le carte,le bocce, il tennis, gli anelli e così via. Nonè anche questo un incentivo a ru6are? Liberatevi ou"ou"da questi mali rovinosi ed ordinate ctre r centiir*rriiÉ"gano ricostruiti da chi.li distrusse, o siano.;ilrq;;;ifi
luli +gente che voglia
riattivarli. Impedite crte ià .óiru{ei ricchi all' accaparcNnento possa"o"tinu-L,ì;iet"ine a.questo loro privilegio. Riscattate t* g"trt" óuit;orio
rilanciando l'agricoltura-e riformando il"mo"uto o"riulana. Date agli sfaccendati qualcosa di utile da tarl.-lumiseria rende ladri, e quelli óh. p"r ora sono soltanto
deidi.qoccupati saranno prèsto anche ladri.E inutile, se non sradicate tali mari, punire i ladri ricor-
t:"n9o^.u una giustizia più eclarante .f,à giurta;ìh.;;;.In d9f$itiva,_.vgi lasciate che crescano Tin du r;gu;;-i"condizioni tali da essere fatalmente destinati
"d;;;;itriminale, poi li punite. rn alrre t";"1;;ú;ìì" qr"ir"àrrche voi stessi avete creato.,,