UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA Dottorato di ricerca...

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1 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA Dottorato di ricerca Riccardo Francovich: Storia e Archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi” Sezione: Istituzioni e Archivi Progetto di ricerca Il Fondo dell’Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio ad “Aquas Salvias” presso l’Archivio Segreto Vaticano: inventario analitico e storia istituzionale Nadia Bagnarini

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA Dottorato di ricerca

“Riccardo Francovich: Storia e Archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi”

Sezione: Istituzioni e Archivi

Progetto di ricerca

Il Fondo dell’Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio ad “Aquas Salvias” presso

l’Archivio Segreto Vaticano:

inventario analitico e storia istituzionale

Nadia Bagnarini

2

-Abstract del progetto p. 3

-Premessa archivistica p. 4

-Storia dell’Abbazia: Le origini p. 6

La fase greca e le donazioni al monastero p. 6

L’arrivo dei Cistercensi p. 8

I Bernardini e i Francescani Minori p. 8

I Cistercensi della Stretta Osservanza: i Trappisti p. 9

-Il Fondo dell’Archivio Segreto Vaticano p. 11

-Descrizione delle sezioni del fondo presso l’Archivio Segreto Vaticano p. 13

-Strumenti disponibili presso l’Archivio Segreto Vaticano p.13

-Descrizione delle unità archivistiche conservate presso l’Archivio di Stato di Roma p.14

-Obiettivi e finalità p. 16

-Metodologie e tempi di realizzazione p. 17

-Archivi coinvolti nel progetto p. 18

-Bibliografia generale p. 19

-Bibliografia analitica p. 19

3

Abstract del progetto

Il progetto intende fornire un utile strumento di corredo al fondo dell’Abbazia dei Santi Vincenzo e

Anastasio “Ad Aquas Salvias” detta anche delle Tre Fontane conservato dal 1931 presso l’Archivio Segreto

Vaticano e qui trasportato dai locali dell’Amministrazione dei Beni della Sede Apostolica dove andò a

confluire a seguito della liquidazione dell’amministrazione Cistercense durante il pontificato di Pio IX ed il

conseguente trasferimento del monastero ai Frati Minori Osservanti. Presso la Sala Indici dell’Archivio

Segreto Vaticano è in consultazione un inventario redatto nel 1922, il quale pur fornendo la struttura delle

serie che costituiscono il fondo, risulta essere però eccessivamente sommario e lacunoso, oltre che privo di

una introduzione storica sull’istituzione che ha prodotto l’archivio.

Il lavoro di riordino del fondo consentirà di fornire allo studioso non solo un inventario analitico, ma anche

un inventario “virtuale” che permetterà di mettere in relazione il fondo oggetto del progetto, sia con i fondi

prodotti dalle tre comunità del tratto romano soggette all’autorità dell’abbazia ovvero Ponzano, Sant’Oreste e

Monterosi, sia con quelli del tratto toscano comprendente il territorio di Orbetello, Isola del Giglio e parte del

Monte Argentario. Si cercherà inoltre di ricostruire la storia di quelle unità archivistiche andate a confluire

nell’Archivio di Stato di Roma ma che sono parte integrante del fondo in oggetto.

Si ricostruirà poi la storia istituzionale dell’abbazia le cui vicende si legano indissolubilmente a quelle degli

ordini religiosi che si sono succeduti nell’arco di circa quattrocento anni oltre alle potenti figure degli abati

commendatari che spesso traevano profitto dalla commenda loro attribuita.

Il riordino del fondo potrà infine fornire, al di là delle sempre utili indicazioni di natura artistica di cui è ricca

la storiografia sull’abbazia, alcuni spunti di ricerca per chi si occupa di storia sociale, economica,

ecclesiastica, oltre che di storia locale e territoriale.

4

Premessa archivistica

Il presente progetto di ricerca nasce dallo spunto offerto, alcuni anni or sono, dall’analisi di alcuni protocolli

notarili del fondo “Archivio notarile e del governatore di Sant’Oreste” conservati presso la sede succursale

dell’Archivio di Stato di Roma “Galla Placidia” e oggetto di un riordino da parte di chi scrive. Infatti in

alcuni protocolli emergeva chiaro che il notaio rogava nella doppia veste di notaio pubblico e curatore degli

interessi dell’abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio1. Dopo una breve ricerca finalizzata alla ricostruzione

della storia istituzionale del fondo mi resi conto che le vicende del castrum Sancti Edisti (ora Sant’Oreste)

erano strettamente connesse a quelle dell’Abbazia delle Tre Fontane, a cui fu assegnato insieme ai castelli di

Ramiano e Ponzano nel 1546 da papa Paolo III, il quale nominò poi abate commendatario2 il cardinal nepote

Alessandro Farnese3. Dalle fonti risultava, inoltre, che era di proprietà dell’abbazia romana anche il castrum

Montis Rotulis (odierna Monterosi) poiché fu venduto da Paolo II l’11 dicembre del 1469 al cardinale

Bernardo Eroli e al convento di S. Anastasio ad aquas salvias 4. Lanciani ricorda che nel 1555 il cardinal

Farnese contrasse molti debiti “sopra Monterosi per le ingenti spese fatte per il suo palazzo in Roma”.5

Ciascuna delle tre comunità possiede ancora in loco oppure presso l’Archivio di Stato di Roma i relativi

archivi notarile e comunale, per ognuno possediamo poi il relativo inventario perché tutti e tre sono stati

oggetto di un riordino. La giurisdizione dell’abbazia romana andava però oltre i confini dello Stato Pontificio

giungendo sino al granducato di Toscana, (il cosiddetto tratto toscano, per distinguerlo da quello romano)

con i territori di Orbetello, Isola del Giglio e parte del Monte Argentario ottenuti in virtù del discusso

Diploma (o Bolla) di Leone III e Carlo Magno con cui gli “assegnarono molte città e luoghi, anche porti

marittimi, oltre altri beni, con giurisdizione eziandio episcopale”6. L’Archivio abbaziale del tratto toscano è

ancora conservato presso il palazzo Abbaziale della città di Orbetello ed è stato oggetto di riordino da parte

di don Pietro Fanciulli al quale si deve anche la compilazione del relativo inventario7.

Anche del fondo dell’Abbazia delle Tre Fontane, conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano possediamo

un indice, che sebbene sommario e lacunoso, permette comunque di confrontare le serie con quelle delle

1 ASR, Inventario n. 400 dell’Archivio notarile e del Governatore di Sant’Oreste, a cura di N. Bagnarini, p. 1.

2 L’istituto commenda (dal latino commendo ovvero affido) consisteva nell’affidare la gestione del patrimonio di enti

ecclesiastici a una persona solitamente esterna all’ordine di appartenenza dell’ente commendato, ossia il

commendatario, il quale aveva il compito di riscuotere le decime e i profitti dell’ente ricevuto in commenda volgendoli

poi però nella maggior parte dei casi ad uso privato. Cfr., A.C. Jemolo, s.v. Commenda, in Enciclopedia Italiana di

Scienze, Lettere ed Arti, Roma 1931-1939, vol. X, p. 945. 3 M. Mastrocola, Il monachesimo delle diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese fino al sec. XII, in Miscellanea di

Studi Viterbesi, Viterbo 1962, p. 368; P. Pietrangeli, L’abbazia delle Tre Fontane, in Abbazie del Lazio, Roma 1971, p.

181. La data 12 maggio 1546 è contenuta nel Registro Vaticano 1697 conservato nell’Archivio Segreto Vaticano.

Degl’Effeti, Galletti e Tomassetti riportano invece la data 31 marzo 1548, cfr., A. Degl’Effetti, Memorie di S. Nonnoso

abbate del Soratte e dei luoghi convicini e loro pertinenze, Roma 1675, p. 32, P.L: Galletti, Capena municipio dè

Romani, Roma 1756, p. 24, G. Tomassetti. La campagna romana antica, medievale e moderna, Roma 1913, vol. III, p.

336. 4 G. Tomassetti, La campagna romana antica, medievale e moderna, Roma 1976, vol. III, p. 178.

5 Lanciani, Scavi di Roma, vol. II, p. 156.

6 G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastico, Venezia 1861, vol. LXXIX, , p. 213.

7 V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese, Guida degli Archivi diocesani d’Italia, Roma 1988, vol. III, , pp. 239-

241; P. Fanciulli, Archivio abbaziale di Orbetello. Ex abbazia Nullius delle Tre Fontane, 2009.

5

comunità e del tratto romano e del tratto toscano. Il confronto permette di ipotizzare che formassero un unico

fondo. Elemento che cercheremo di dimostrare nel corso della ricerca.

Il primo ad ipotizzare che gli Atti dei notai di Sant’Oreste fossero stati originati dalla stessa giurisdizione, e

quindi dovessero essere considerati parte del medesimo archivio dell’Abbazia, fu Luciano Osbat, nella guida

degli Archivi Diocesani del 1998 che dedicava una scheda al fondo oggetto della ricerca, offrendo allo

studioso indicazioni comunque molto precise quali: indirizzo, accessibilità, orario, nome compilatore della

scheda, una breve descrizione di natura storico istituzionale del fondo, la consistenza della documentazione,

una breve descrizione del fondo, il materiale conservato altrove, inventari e strumenti di ricerca ed infine la

bibliografia8. La Guida rappresenta l’unico studio sul fondo evidenziando quindi una profonda lacuna

al’interno della saggistica dedicata alla storia istituzionale dell’Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio se

confrontata con la ricca e copiosa bibliografia sugli aspetti artistici della fondazione basiliana9.

Il Fondo dell’Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio secondo una nota del Fink10

risulta in deposito

presso i locali dell’Archivio Segreto Vaticano dal 1931 perchè ivi trasportato dai locali dell’Amministrazione

dei Beni della Santa Sede dove andò a confluire a seguito della liquidazione dell’amministrazione

Cistercense durante il pontificato di Pio IX ed il conseguente trasferimento del monastero ai Frati Minori

Osservanti. Sarà proprio la prima fase della ricerca ad appurare e ricostruire le fasi antecedenti questo

trasferimento spiegando quindi anche il perché alcune unità archivistiche siano andate a confluire presso

l’Archivio di Stato di Roma nel fondo Corporazioni Religiose Maschili, Cistercensi Riformati (Trappisti) di

SS. Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane11

e altre nel Camerale III, Chiese e Monasteri12

.

8 V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese, op. cit., pp. 327-330.

9 Vedi la bibliografia in G. Belardi, J. Briere, L. Pozzi, S. Quattrone, C. Tempesta, Abbazia delle Tre Fontane, Roma

1995; F. Caraffa, Monasticon Italiae. Repertorio topo-bibliografico dei monasteri italiani (Eccettuate l’arcidiocesi di

Gaeta e l’Abbazia “Nullius” di Montecassino), vol. I, Roma e Lazio, Cesena, Centro Storico Benedettino italiano 1981,

p. 85. 10

K.A. Fink, Das vatikanische Archiv, Einführung in die Bestände und ihre Erforschung unter besonderer

Berücksichtigung der deutschen Geschichte, Roma 1952, p. 125. 11

A. Lodolini, L’Archivio di Stato in Roma e L’Archivio del Regno d’Italia. Indice generale storico-descrittivo ed

analitico, Roma 1952, p. 199 n. 28. 12

F. Caraffa, op. cit., p. 84.

6

Storia dell’Abbazia.

-Le origini

Un storia quella dell’abbazia che affonda le sue radici in un episodio molto importante per la cristianità

Infatti, secondo un testo apocrifo greco del V-VI secolo nell’area detta Acque Salvie fu martirizzato

l'apostolo Paolo, per cui solo più tardi avrebbe assunto il toponimo Tre Fontane in riferimento alle tre fonti

miracolose sgorgate quando il suo capo reciso dalla spada del carnefice, sarebbe rimbalzato a terra tre

volte13

. L’abbazia quindi passata alla storia con il titulus di Tre Fontane, era in realtà detta in origine ad

“Aquas Salvias” denominazione che secondo alcuni deriverebbe dalla presenza nell’area gravitante attorno

all’attuale via Laurentina, di sorgenti di acque salutari ancora attive, secondo altri per essere stata un fondo

della famiglia romana Salvia14

.

Al di là delle fonti apocrife un vero e proprio documento è la lettera di Gregorio Magno (590-604) datata 25

gennaio 604 inviata al suddiacono Felice, nella quale il papa fa conoscere la sua decisione di donare la tenuta

agricola ad Acquas Salvias ai monaci di San Paolo fuori le mura, affinchè con i proventi fossero tenute

accese le lampade poste sulla tomba dell’Apostolo15

.

-La fase greca e le donazioni al monastero

Evento ricordato anche dal monaco Benedetto del Soratte che nel suo Chronicon (X secolo)16

riporta

dell’esistenza di un edificio sacro risalente alla seconda metà del VI secolo, eretto in memoria di San Paolo

proprio presso le Acque Salvie, di cui sono rimasti resti epigrafici rinvenuti durante gli scavi archeologici del

186717

. E’sempre Benedetto del Soratte a riferirci nel suo Chronicon della prima comunità monastica, qui

insediatasi tra il 561 ed il 568 grazie al patrizio Narsete governatore d’Italia al tempo della riconquista

giustinianea, che ebbe come immediata conseguenza la realizzazione di un monastero annesso alla piccola

chiesa dedicata a San Paolo18

.

Dagli atti del primo Concilio Lateranense indetto nel 649 da papa Martino I (649-655) al fine di combattere

il monotelitismo, l’eresia che attribuisce a Cristo la volontà divina, sappiamo che tra i trentasette tra abati,

sacerdoti e monaci partecipanti, vi era anche un certo Georgius, abate del venerabile monastero de Cilicia,

alle Acque Salvie. E’ quindi ipotizzabile che il primo monastero sia stato fondato proprio nella prima metà

del VII secolo da un gruppo di monaci provenienti dalla Cilicia, ovvero dall’area compresa tra la Turchia

13

F. De Ficoroni, Le Vestigia, e rarità di Roma antica ricercate, e spiegate da Francesco de' Ficoroni aggregato alla

Reale Accademia di Francia. Libro primo, Roma 1744, p.155; N. Bernacchi, L’Abbazia delle Tre Fontane, Roma 2007,

p. 9. 14

G. Pinarolo, L’antichità di Roma con le cose piu memorabili che in essa di presente antiche, e moderne si trovano,

aggiuntevi le spiegazioni di bassi rilievi, & iscrizioni con la notizia delle chiese, palazzi, giardini, e statue che

l'adornano, con le funzioni solite farsi dal pontefice. ... Opera divisa in due tomi. Tomo primo [-secondo]. Di Giacomo

Pinarolo milanese e di nuovo fatta ristampare da Gaetano Capranica, Roma 1713, p 346. 15

N. Bernacchi, op. cit., p. 10. 16

G. Zucchetti, Il Chronicon di Benedetto monaco di Sant’Andrea del Soratte (Istituto Storico italiano, Fonti per la

storia d’Italia, 55), Roma 1920. 17

Gli scavi condotti dal De Rossi misero in luce delle epigrafi risalenti agli esordi bizantini della costruzione di Narsete

cfr., G.B. De Rossi, Recenti scoperte nella chiesa alle Acque Salvie dedicato alla memoria del martirio dell’Apostolo

Paolo, in Bollettino di Archeologia Cristiana, 7, 1869; N. Bernacchio, op. cit., pp. 27-28. 18

J.D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, vol. 10, rist. anastatica Graz 1960.

7

sud-orientale e l’Armenia, con capitale Tarso città natale dell’apostolo Paolo. Furono probabilmente gli

stessi monaci fondatori a condurre nell’Urbe il capo del martire persiano Anastasio la cui morte era avvenuta

nel 62819

per volere del re Cosroe20

. Le fonti antiche attestano che la reliquia fu trasportata a Roma durante il

regno di Eraclio II (626-641) forse tra il 628 ed il 629, evento che comportò una tale venerazione che quando

il monastero fu visitato dal re longobardo Liutprando costui ne rimase così colpito che una volta tornato a

Pavia fondò una chiesa ed un monastero dedicati a Sant’Anastasio presso il palazzo reale di Corte Olano.

Inoltre negli Atti del II Concilio di Nicea convocato nel 787 per difendere e ribadire il culto delle immagini

sacre, tra le sante icone ritenute miracolose viene citata una raffigurante Sant’Anastasio, capace di scacciare i

demoni e di guarire i malati.

Nel 788-789 un funesto incendio, forse causato dall’incuria dei monaci, provocò la distruzione del monastero

ma non dell’arca che custodiva la reliquia del santo. L’episodio dell’incendio è ricordato nel Liber

Pontificalis, il quale documenta anche la continua cura di diversi pontefici del IX secolo nei confronti del

monastero così si adoperarono Leone II, Gregorio IV, Leone IV, Benedetto III e Niccolò I. Mentre il

Martyrologium Hieronimianum riporta la notizia dell’arrivo dalla Spagna delle reliquie del martire San

Vincenzo, che insieme a San’Anastasio darà il titolo alla chiesa abbaziale21

.

La più discussa tra le donazioni resta certamente quella fatta da papa Leone III e Carlo Magno, in seguito

alla conquista di Ansedonia. Alcune carte di epoca però più tarda riportano che nell'805 Carlo Magno, dopo

una serie di conquiste a danno dei Longobardi, pose l'assedio ad Ansedonia.

L'operazione si protraeva ormai da troppo tempo e si avvicinava il 22 gennaio, festa di Sant'Anastasio. Papa

Leone III era sul campo, insieme con Carlo Magno, e venne ispirato da un sogno premonitore: fece inviare a

Roma alcuni monaci a prendere le reliquie del Santo; quando queste arrivarono di fronte alla roccaforte

nemica le sue mura crollarono come sconquassate da un terremoto. Per questo motivo, in segno di

riconoscenza, il papa e l'imperatore con un atto firmato congiuntamente, destinarono al monastero di Tre

Fontane i territori di Ansedonia, Orbetello, Monte Argentario, Capalbio e le isole del Giglio22

.

Il testo originale è andato perduto, ma rimangono molte trascrizioni e una testimonianza esplicita in una bolla

del 1255. Anche se questi documenti non chiariscono definitivamente l'autenticità della donazione rimane il

fatto che l'abbazia si è davvero avvalsa dei diritti feudali su queste proprietà tra il IX e il XIII secolo. Nei

secoli successivi, prima attraverso una concessione in enfiteusi alla famiglia Aldobrandini di Soana, poi agli

Orsini, i territori passarono dalla proprietà dell'abate di Sant'Anastasio alla municipalità di Siena.

19

F. Caraffa, op. cit., p. 84. 20

A. Barbiero, San Paolo e Le Tre Fontane, XXII secoli di storia messi in luce da un monaco cistercense (trappista),

Roma 1983, pp. 9-12; U. Broccoli, L’Abbazia delle Tre Fontane. Fasi paleocristiane e altomedievali del complesso ad

Aquas Salvias in Roma, Trani 1980; G. Ferrari, Early Roman Monosteries. Note for the History of the Monasteries and

Convents at Rome from V throught the X Cebtury, Città del Vatican 1957, p. 36. 21

P. Bargellini, Mille Santi del giorno, Firenze 1986, p. 45; L. Duchesne, Le Liber Pontificalis, Texte introduction et

commentaire, vol. II, Paris 1995, p. 22. 22

Moroni, op. cit., p. 213

8

Il monastero secondo alcuni studiosi rimase comunque di culto greco fino al X secolo come attesterebbe la

vita di S. Nilo il Giovane scritta dopo il 1032 da Bartolomeo il Giovane, secondo il quale Nilo di Rossano

giunto a Roma nel 998 rifiutò di dimorare nella città, per cui gli fu offerto il monastero di S. Anastasio

“perchè fuori dal rumore [cittadino] ed era sempre appartenuto alla nostra gente”23

.

Il X secolo segna una decadenza dei monasteri greci di Roma, questo ci spiega il perchè il monastero abbia

perso la sua autonomia tanto che nel privilegio di Gregorio VII è registrato fra i beni dei monaci benedettini

della Basilica Ostiense di San Paolo fuori le mura, possedimento confermata dalla bolla dell’antipapa

Anacleto II (1130-1138).

-L’arrivo dei Cistercensi

Nel 1140 Innocenzo II toglie ai benedettini di San Paolo i benefici sul monastero delle Acque Salvie

facendone dono a Bernardo di Clairvaux conosciuto in Francia durante lo scisma con l’antipapa Anacleto II.

Malgrado la rinuncia di Bernardo Innocenzo II dirotta su Roma i monaci che lo stesso abate aveva inviato

nel 1139 presso Farfa per abitare il monastero di S. Salvatore a Scandriglia in Sabina, e il 25 ottobre del 1140

un gruppo di Cistercensi guidati da Bernardo Paganelli da Pisa prende possesso del monastero. Lo stesso

Innocenzo II farà restaurare il vecchio monastero creando la prima abbazia che sarà consacrata da Onorio III

nel 122124

.

Nel corso del XIII secolo Tre Fontane fondò ed affiliò a se altre abbazie come S. Maria di Palazzolo sul lago

di Albano, S. Maria di Arabona in Abruzzo e S. Maria di Cosenove.

Ma l’avvenimento più importante è segnato dall’anno 1294 perché il Capitolo Generale dell’Ordine permise

all’abbazia di celebrare il 22 gennaio giorno della festività di Sant’Anastasio anche San Vincenzo le cui

reliquie erano giunte forse ad inizio secolo. Le reliquie di S. Vincenzo furono trafugate per essere poi

ritrovate presso la famiglia Colonna furto organizzato dal primo abate commendatario Pietro Stefaneschi.

Celebri gli abati commendatari che si alternarono nell’arco di oltre duecento anni, ricordiamo: Giulio dè

Medici (1518-1520, poi papa Clemente VII), Ippolito dè Medici (1531-1535), Alessandro Farnese (1535-

1544; 1565-1588), Ranuccio Farnese (1544-1565), Ippolito Aldobrandini (1588-1592, poi papa Clemente

VIII), Pietro Aldobrandini (1592-1621), Antonio Barberini (1632-1671), Lorenzo Altieri (1698-1741), Pietro

Sciarra Colonna Pamphilj (1766-1781) l’ultimo fu Luigi Oreglia di S. Stefano (1877-1913). Ricordiamo

inoltre il ruolo svolto da Ferdinando Ughelli, non solo celebre storico ed autore di Italia Sacra, ma abate

claustrale, ovvero interno al monastero dal 163725

.

-I Bernardini e i Francescani Minori

Nel 1518 l’abbazia delle Tre Fontane venne aggregata dall’allora cardinale Giulio De Medici alla Provincia

Toscana della Congregazione di San Bernardo in Italia, istituita nel 1497 da papa Alessandro VI. Tale

23

F. Caraffa, op. cit., p. 84. 24

N. Bernacchio, op. cit., p. 12. 25

G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni compilazione del cavaliere

Gaetano Moroni romano secondo aiutante di camera di sua Santità Pio IX, Venezia 1867, vol. LXXXIII, p. 8; S.

Gensini, Vita religiosa e identità politiche: universalità e particolarismi nell’Europa del tardo medioevo, 1998, p. 480

9

aggregazione durò sino al 1783 quando a seguito della soppressione della Provincia Toscana, il pontefice Pio

VI legò le Tre Fontane alla Provincia Romana (fondata nel 1623). Durante tale periodo la comunità era

guidata da un priore, sebbene con Tommaso Centini (1620-1625) riprese la serie degli abati regolari, i quali

avevano anche la carica di Procuratori Generali dell’Ordine Cistercense della Congregazione di San

Bernardo in Toscana26

. Quest’ultima soppressa con l’arrivo di Napoleone a Roma sarà ripristinata da Pio VII

nel 1814. I monaci però non tornarono immediatamente ad abitare tanto che lo stato di fatiscenza in cui

versava condusse Leone XII a restaurare gli edifici e a disporre il passaggio dall’abbazia ai Francescani

Minori di Santa Maria in Aracoeli in virtù della bolla del 23 giugno 1826.

-I Cistercensi della Stretta Osservanza: i Trappisti

Il 18 febbraio 1868 grazie all’iniziativa di Francesco Regis, Procuratore Generale dei Trappisti27

, e

all’interessamento di papa Pio IX il complesso abbaziale tornò ai Cistercensi ma non della Congregazione di

San Bernardo bensì della Stretta Osservanza. Vi furono trasferiti Francesco Pfanner (1825-1909), ed i tre

conversi Zaccaria Vogt, Giacomo Gotschalk e Benedetto Dick provenienti da Mariawald (Germania) giunti a

Roma in realtà per risolvere alcune difficoltà relative alla fondazione di un monastero a Zagabria poi però

dirottati, come era già avvenuto nel 1140, alle Tre Fontane.

Dopo l’unità d’Italia (1870) con la soppressione degli Ordini religiosi e la liquidazione dell’Asse

Ecclesiastico28

, la comunità monastica dei Trappisti ottenne nel 1879 in enfiteusi perpetua la Tenuta delle

Tre Fontane con l’obbligo di piantare su 250 ettari 125.000 piante di eucalyptus in dieci anni al fine di

debellare la malaria che flagellava l’area, denominata dal volgo di Tomba di Roma29

.

26

N. Bernacchio, op. cit., pp. 23-24. 27

I Trappisti traggono il loro nome dall’abbazia francese della Trappa, ossia Notre-Dame de la Trappe in Normandia.

Tra il 1664 e il 1700 fu abate della Trappa Armand Jean le Bouthillier de Rancè (1626-1700) tra i più convinti

sostenitori della Stretta Osservanza,movimento riformatore nato all’interno dell’Ordine Cistercense al principio del

XVII secolo il cui fine era quello di recuperare uno stile di vita più austero e conforme alla Regola di San Benedetto.

Cfr., N. Bernacchio, op. cit., p. 119; AA.VV., Abbazia delle Tre Fontane, Roma 1995, p. 91; A. Calandro, Arrivo dei

Trappisti alle Tre Fontane nel 1868, in l’Urbe, anno XXXVI (1973), n. 5, pp. 34-38. 28

Con la legge del 29 maggio 1855 fu creata la cassa ecclesiastica per la gestione dei beni già appartenenti agli enti

religiosi soppressi, la cui alienazione, previo passaggio al demanio dello Stato fu disposta con due distinte leggi del 21

agosto 1862, n. 793 e n. 794. Per disciplinare in maniera organica la materia relativa alla soppressione della proprietà

ecclesiastica furono approvati il r.d. 7 lu. 1866, n. 3036 che sopprimeva la cassa ecclesiastica e istituiva il fondo per il

culto) e la l. 15 ag. 1867, n. 3848, che ebbero applicazione in tutte le province del regno, ad eccezione della provincia

romana, per la quale si ebbe un ordinamento distinto. In esecuzione delle due leggi eversive del 1866 e del 1867, la

parte più consistente dei beni costituenti l'asse ecclesiastico fu destinata alla vendita secondo le modalità specificate

nelle due leggi e nel successivo regolamento approvato con r.d. 22 ag. 1867, n. 3852. Il fondo per il culto e'

un'amministrazione autonoma, la cui gestione fu affidata dapprima al ministero della giustizia e degli affari di culto

(vedi Ministero di grazia e giustizia, p. 113) poi al ministero dell'interno (vedi Ministero dell'interno, Direzione generale

degli affari di culto, p. 159), mentre i suoi interessi locali sono curati dalle intendenze di finanza e dagli uffici del

registro. Cfr., D. MUSILLO, Fondo per il culto e trattamento economico del clero, Città di Castello 1965. 29

Nel 1879 i Trappisti si costituirono in associazione libero laicale di colonizzazione per la bonifica dei terreni

circostanti il monastero. Cfr., C.M. Fiorentino, Chiesa e Stato a Roma negli anni della destra storica 1870-1876. Il

trasferimento della capitale e la soppressione delle Corporazioni religiose, Roma 1996, p. 349 e note 190-191.

10

Fino al 25 marzo 1981 Tre Fontane fu abbazia nullius diocesis di cui era titolare il papa30

ed aveva un

proprio territorio, ora suddiviso fra le diocesi di Sovana-Pitigliano, di Sutri e Nepi, di Civita Castellana, Orte

e Gallese.31

30

V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese, op. cit., p. 327; A. Pugliese, Dizionario degli Istituti di Perfezione, a

cura di G. Pelliccia e G. Rocca, s.v. Abbazia “Nullius”, Roma 1974, vol. I, pp. 47-48 31

F. Caraffa, op. cit., pp. 84-85.

11

Il Fondo dell’Archivio Segreto Vaticano

Il fondo conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano copre un arco cronologico molto esteso dal XVI al

XX secolo e consta di 599 pezzi.

Il materiale si presenta suddiviso in quattro sezioni. Sezione A: Comune a tutta l’Abbazia. Sezione B:

Monterosi. Sezione C: Ponzano. Sezione D: Sant’Oreste. Tutte le buste ed i registri sono identificati da una

lettera (che rinvia alla sezione) e da un numero progressivo.

Sezione A: Comune a tutta l’Abbazia

1. Atti di S. Visita, pezzi 15 1602-1911

2. Copialettere, pezzi 1 1828-1832

3. Catasti dei beni abbaziali, pezzi 3 1857-1861

4. Cause civili, pezzi 3 1835-1867

5. Decreti, editti, circolari, pastorali, pezzi 7 sec. XVIII-XX

6. Amministrazione della mensa abbaziale, Inventari, Mandati, pezzi 9 1699-1913

7. Matrimonialia. Processi di stato libero, pezzi 28 1700-1913

8. Miscellanea di posizioni varie, pezzi 6 1717-sec. XX

9. Montalto di Castro. Arcipretura, pezzi 1 1745-1849

10. Orbetello. Memoriali, petizioni, lettere, affari diversi, pezzi 11 1818-1919

11. Ordinazioni, pezzi 6 1720-1910

12. Porto S. Stefano. Memoriali, pezzi 1 s.d.

13. Ricevute di varie date, pezzi 5 sec. XVIII-XX

14. Registri di atti e verbali di udienza, Protocolli, pezzi 4 1828-1834

15. Propria Sanctorum dell’Abbazia e Offico del B. Gabriele Ferretti, pezzi 1 s.d.

Sezione B: Monterosi

1. Atti civili, pezzi 78 1596-1860

2. Atti criminali, pezzi 12 1620-1867

3. Danno dato, pezzi 12 1632-1846

4. Catasti, canoni, censi, conti, pezzi 5

5. Istrumenti notarili, pezzi 21 1622-1829

6. Fondazione di chiese e luoghi pii, pezzi 1 1760-1769

7. Iura diversa, pezzi 22 1620-1870

8. Lettere di superiori, pezzi 18 1615-1822

9. Memoriali, petizioni, lettere, affari diversi, pezzi 11 1740-1919

10. Miscellanea di posizioni varie, pezzi 9 1689-1882

11. Monte Frumentario, pezzi 4 1677-1796

12

12. Confraternite, pezzi 7 1598-1863

13. Stati delle anime, pezzi 1 1681-1775

14. Perizie, amministrazione, pezzi 3 1709-1890

15. Università di Monterosi, Libro dei Consiglim pezzi 1 1708-1751

16. Vacchette di messe, pezzi 28 s.d.

Sezione C: Ponzano

1. Atti civili, pezzi 22 1669-1869

2. Atti criminali, pezzi 3 1710-1724

3. Affari ecclesiastici, pezzi 5 1747-1877

4. Catasti, canoni, censi, conti, pezzi 11 1600-1860

5. Istrumenti e composizioni. Atti di amministrazione, pezzi 23 1570-1872

6. Iura diversa, pezzi 13 1640-1860

7. Corrispondenza, pezzi 6 1690-1870

8. Memoriali, petizioni, lettere, affari diversi, pezzi 2 1876-1919

9. Miscellanea di posizioni varie, pezzi 6 sec. XVII-XX

10. Monte frumentario, pezzi 2 1766-1836

11. Lettere dell’E.mo Abbate, pezzi 5 1699-1857

12. Confraternite e Luoghi pii, pezzi 13 1593-1832

13. Monitori di scomunica, pezzi 2 1676-1818

14. Ospedale dei poveri, pezzi 4 1688-1775

15. Perizie, professioni, prebende, pezzi 3 1766-1893

16. Processo per la beatificazione di Tommaso Gessi, pezzi 1 s.d.

17. Vacchette di messe, pezzi 44 s.d.

18. Indice dell’Archivio di Ponzano, pezzi 1 1867

Sezione D. S. Oreste

1. Atti civili, pezzi 33 1629-1815

2. Atti criminali, pezzi 4 1705-1844

3. Atti della Curia Ecclesiastica, pezzi 6 1741-1849

4. Catasti, canoni, censi, conti, pezzi 7 1543-1782

5. Beneficialia, pezzi 1 1741-1761

6. Istrumenti, pezzi 7 1624-1788

7. Iura diversa, pezzi 20 1570-1809

8. Corrispondenza, pezzi 1 1690-1770

9. Lettere, editti, licenze, pezzi 2 1670-1789

13

10. Memoriali, petizioni, affari diversi, pezzi 9 1781-1915

11. Miscellanea di posizioni diverse, pezzi 4 sec. XVII-XX

12. Monastero S. Croce, pezzi 3 1618-1876

13. S. Lorenzo e S. Nicola, pezzi 1 1836

14. Stati delle anime, pezzi 1 1676-1876

-Descrizione delle sezioni del fondo in ASV in relazione alle serie conservate in altri istituti

Ad una prima sommaria lettura le quattro sezioni presentano materiale abbastanza omogeneo sia nella forma

che nei contenuti, risultato della giurisdizione dell’Abbazia su tutta la vita delle popolazioni dei territori da

essa dipendenti. La sezione A Comune a tutta l’Abbazia, presenta tra l’altro anche documenti relativi al

cosiddetto tratto toscano dell’abbazia che sarà quindi necessario ricollegare alle serie conservate presso il

palazzo abbaziale di Orbetello, così come manca degli atti notarili, che sono presumibilmente quelli presenti

nel fondo Congregazioni Religiose, Cistercensi Riformati (Trappisti) di SS. Vincenzo e Anastasio alle Tre

Fontane dell’Archivio di Stato di Roma. Nella sezione B troviamo la documentazione relativa alla comunità

di Monterosi, la quale essendo compresa nel territorio di Campagnano, era obbligata a versare lì i suoi atti

che si trovano quindi presso l’Archivio di Stato di Roma dal 194932

. Nella sezione C relativa a Ponzano33

troviamo parte della documentazione relativa alla comunità poiché presso i luoghi del comune di Ponzano si

trovano ancora l’antico archivio comunale e l’archivio notarile e giudiziario34

e parte degli atti criminali.

Sono parte integrante della sezione D relativa a San’Oreste, poiché originati dalla stessa giurisdizione, gli

Atti dei notai di Sant’Oreste, 324 buste, tra volumi registri e carte sciolte, oggetto di un riordino da parte di

chi scrive, conservati presso la sede succursale Galla Placidia dell’Archivio di Stato di Roma.

Strumenti disponibili presso l’Archivio Segreto Vaticano

In Sala Indici è presente al numero 1129 “l’Indice dell’Archivio della Venerabile Abbazia dei SS. Vincenzo

e Anastasio ad Aquas Salvias” sul frontespizio inoltre compare l’indicazione “Anno MCMXXII

Eminentissimo Abate Cardinale Gaetano De Lai”35

, quest’ultimo poi depennato. L’indice sommario e

lacunoso pur fornendo allo studioso la struttura delle serie che costituiscono il fondo, manca però del corredo

essenziale ovvero della loro descrizione, ed inoltre risente dell’assenza di qualsiasi introduzione di carattere

storico-istituzionale.

Per quanto concerne la sezione relativa a Ponzano alla lettera C-123 corrisponde l’Indice dell’Archivio di

Ponzano redatto nell’anno 1867 . Si tratta di un volume legato in cartone sul cui frontespizio si legge “Indice

32

M.L. San Martini Barrovecchio, Gli archivi notarili sistini nella provincia di Roma, in Rivista Storica del Lazio, anno

II, n 2, 1994, p…. 33

V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese, op. cit., pp. 328-329. 34

A.M. Ramieri, Gli archivi storico e notarile del comune di Ponzano Romano, Ponzano Romano 1993; idem Ponzano

attraverso i secoli. Storia Arte Natura, Roma 2000, pp. 29-34. 35

Gaetano De Lai nell’anno 1922 era membro della Commissione Cardinalizia per l’Amministrazione dei Beni della

Santa Sede. Cfr., Annuario Pontifico per l’anno 1922, Roma 1922, p. 678.

14

delle materie contenute nei vari protocolli esistenti nella Cancelleria Abbaziale di Ponzano36

secondo il

numero progressivo dei medesimi ordinati l’ottobre dell’anno 1867 per ordine di S. Eminenza

Reverendissima il Cardinale D. Giuseppe Milesi Abbate Commendatario delle Tre Fonatane

dall’Eccellentissimo Signor D. Francesco Avvocato Liberati”. All’interno si trova poi un altro inventario

manoscritto costituito da carte sciolte non numerate con l’indicazione “Descrizione, ossia Inventario Degli

Oggetti, Carte, e Posizioni tutte, esistenti nella Cancelleria Forense di Ponzano Abbadia delle tre Fontane

Redatto Dagl’infrascritti Signori Pro-Vicario e Pro Cancelliere. Li 15 Marzo 1847”

-Descrizione delle unità archivistiche conservate presso l’Archivio di Stato di Roma

Oltre al fondo dell’Archivio notarile e del governatore di Sant’Oreste , sono parte integrante del fondo altre

tre unità conservate presso la sede centrale dello stesso Archivio di Stato qui confluiti per vie non conosciute.

Si tratta di sette unità archivistiche oggi conservate nella busta 2404 sotto il titolo di Congregazioni

Religiose, Cistercensi Riformati (Trappisti) di SS. Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane37

:

1. carte sciolte ff.6 (1660 gennaio 28) Istrumento notarile relativo all’affitto della tenuta delle Tre

Fontane

2. Volume in pergamena con carte numerate, sulla coperta “Cistercensi alle Tre Fontane 1548 a 1582”

sul dorso 3, atti sciolti numerati relativi a fondi urbani e rustici (tenuta di Roncigliano) appartenenti

all’abbazia delle Tre Fontane. Gli atti sono stati rogati da diversi notai

3. Volume in pergamena con carte numerate e indice, sulla coperta “Liber Instrumentorum Monasterii

Trium Fontium Tom: primus Dal 1609 al 1643”, sul dorso “Tre Fontane Instrumenti dal 1609 al

1643”. Gli atti sono rogati da notai diversi

4. Volume in pergamena con carte numerate e indice degli istrumenti, sulla coperta “Liber

Instrumentorum Monasterii Trium Fontium 1665 al 1734 (poi depennato per 1742) Tomo 2 us

(secundus)”. Gli atti sono rogati da notai diversi

5. Volume in pergamena con carte non numerate e indice degli istrumenti, sulla coperta

“Instrumentorum Monasterii Trium Fontium Tom. IV”

6. Carte sciolte ff. 9, (XVIII sec.-1817) giustificazioni diverse, creditori.

7. Volume in pergamena sulla coperta “Giornale e Ricordanze” sul dorso “Tre Fontane Giornale e

Ricordanze dal 1696 al 1798”. Sul frontespizio “Giornale e Ricordanze del Venerando Monastero de

SS. Vincenzo e Anastasio delle Tre Fontane di Roma cominciato Questo di 26 Aprile 1696. Gloria et

36

Una nota nell’indice ricorda le fasi di riordino dell’archivio ricostruendo quindi le vicende storiche del trasporto a

Roma della Cancelleria Abbaziale di Ponzano che fino all’epoca del Cardinale Patrizi, abate commendatario delle Tre

Fontane, comprendeva i territori di Ponzano Sant’Oreste e Monterosi. Nel 1840 furono trasportate in Roma su ordine

dell’allora vicario generale Mariotti le carte relative all’abbazia,per cui “fu confuso l’archivio e cancellata sopra la porta

della cancelleria l’antica iscrizione Cancelleria generalis”. Ma solo nel 1867 furono riordinato l’archivio ad opera

dell’avvocato Francesco Liberati su esplicita richiesta di Donato Melori Vicario Foraneo e dell’arciprete Don

Alessandro Paris. Nel Pro memoria si legge anche che è stato utilizzato un riordino per materie. 37

A. Lodolini, op. cit., p. 199.

15

Onore di Iddio, della Beatissima Vergine Madre Maria de suddetti Gloriosi SS. Martiri e de SS.PP.

Nostri Bemedetto e Bernardo l’Obbedienza del Reverndissmo sotto Padre D. Lorenzo Citerni

Procuratore Gloriso, Abate et Dignitissimo di Detti Venerando Monastero Dalla prima carte infino

alle 100 sarà il Giornale, e nel resto di questo saranno le Ricordanze”.

A questo si aggiungono sei fascicoli nella busta 1895 del fondo Camerale III, serie Roma chiese e monasteri.

Essi contengono documentazione disorganica di natura contabile, giudiziaria e notarile (tre contratti di

vendita), dal 4 luglio 1661 all’11 gennaio 1849.

16

Obiettivi e finalità

Obiettivo principale sarà quello di descrivere ed inventariare il fondo dell’Abbazia dei SS. Vincenzo

Anastasio dell’Archivio Segreto Vaticano, inventario che integrerà i mezzi di corredo già esistenti. Saranno

create quindi tavole di raffronto tra le vecchie e le nuove segnature, si procederà inoltre ad una descrizione di

carattere generale per ciascuna serie in rapporto all’ufficio o alle funzioni cui si riferisce la documentazione.

Si cercherà di ricostruire quel vincolo archivistico che lega la documentazione presente in Archivio Segreto

Vaticano con le unità in deposito presso l’Archivio di Stato di Roma e quelle presso il palazzo Abbaziale di

Orbetello. Attraverso un’indagine storica si cercherà di capire il quando il come ed il perché quelle unità

siano andate a confluire in un luogo diverso, e solo alla fine sarà approntato quello che potremmo definire

inventario “virtuale”, che permetterà allo studioso di ricostruire l’unitarietà del fondo.

In seconda istanza si ricostruirà la storia istituzionale dell’ente produttore, il ruolo dell’abate commendatario,

figura egemone dell’istituto commenda, gli aspetti economici amministrativi ma anche giuridici della mensa

abbaziale, ed infine si tenterà di evidenziare quei nessi di natura storico-economico e sociale tra l’abbazia ed

i territori ad essa soggetti.

17

Metodologie e tempi di realizzazione

1. FASE: Dopo una breve analisi della documentazione presente presso l’Archivio Segreto Vaticano, si

cercherà di ricostruire le fasi dell’arrivo del fondo e del suo versamento presso l’Archivio medesimo,

seguirà una fase di individuazione delle serie e quindi la schedatura analitica delle unità

archivistiche. Infine si ricostruirà la storia dell’istituzione che ha prodotto l’archivio.

Queste prime fasi richiederanno circa 1 anno lavoro

2. FASE: Si procederà alla redazione dell’inventario analitico che ricostruirà il vincolo archivistico che

lega tutta la documentazione presente presso l’Archivio Segreto Vaticano e di un inventario

“virtuale” che legherà il fondo oggetto del presente progetto di ricerca con la documentazione

prodotta dal medesimo ente ma collocata in luoghi diversi e della quale si possiedono già degli

inventari.

Questa seconda fase richiederà circa due anni di lavoro

18

Archivi coinvolti nel progetto

-Archivio Segreto Vaticano (ASV), fondo Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio

-Archivio di Stato di Roma (ASR), fondo Congregazioni Religiose, Cistercensi Riformati (Trappisti) di SS.

Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane, fondo Camerale III Chiese e Monasteri; Archivio Notarile e del

Governatore di Sant’Oreste, Archivio mandamentale di Campagnano

-Archivio notarile e comunale di Ponzano Romano, presso il Comune di Ponzano Romano

-Archivio abbaziale di Orbetello (AAO), fondo Archivio Abbaziale delle Tre Fonane di Orbetello (ex tratto

toscano dell’Abbazia nullius dei SS. Vincenzo e Anastasio “ad aquas salvias” o delle Tre Fontane in Roma),

presso il palazzo abbaziale di Orbetello

19

Bibliografia generale

Copiosa la bibliografia relativa agli aspetti storico artistici dell’abbazia per cui si rimanda alle ultime

pubblicazioni che riassumono la bibliografia precedente in:

-G. Belardi, J. Briere, L. Pozzi, S. Quattrone, C. Tempesta, Abbazia delle Tre Fontane, Roma 1995

-N. Bernacchi, L’Abbazia delle Tre Fontane, Roma 2007.

-F. Caraffa, Monasticon Italiae. Repertorio topo-bibliografico dei monasteri italiani (Eccettuate

l’arcidiocesi di Gaeta e l’Abbazia “Nullius” di Montecassino), vol. I, Roma e Lazio, Cesena,

Centro Storico Benedettino italiano 1981.

Bibliografia analitica

-Annuario Pontifico per l’anno 1922, Roma 1922.

-N. Bagnarini, ASR, Inventario n. 400 dell’Archivio notarile e del Governatore di Sant’Oreste,

2005-2006.

-A. Barbiero, San Paolo e Le Tre Fontane, XXII secoli di storia messi in luce da un monaco

cistercense (trappista), Roma 1983.

-P. Bargellini, Mille Santi del giorno, Firenze 1986;

-M.L. San Martini Barrovecchio, Gli archivi notarili sistini nella provincia di Roma, in Rivista

Storica del Lazio, anno II, n 2, 1994

-G. Belardi, J. Briere, L. Pozzi, S. Quattrone, C. Tempesta, Abbazia delle Tre Fontane, Roma 1995

-N. Bernacchi, L’Abbazia delle Tre Fontane, Roma 2007.

-U. Broccoli, L’Abbazia delle Tre Fontane. Fasi paleocristiane e altomedievali del complesso ad

Aquas Salvias in Roma, Trani 1980

-A. Calandro, Arrivo dei Trappisti alle Tre Fontane nel 1868, in l’Urbe, anno XXXVI (1973), n. 5,

pp. 34-38

-F. Caraffa, Monasticon Italiae. Repertorio topo-bibliografico dei monasteri italiani (Eccettuate

l’arcidiocesi di Gaeta e l’Abbazia “Nullius” di Montecassino), vol. I, Roma e Lazio, Cesena,

Centro Storico Benedettino italiano 1981.

-G.B. De Rossi, Recenti scoperte nella chiesa alle Acque Salvie dedicato alla memoria del martirio

dell’Apostolo Paolo, in Bollettino di Archeologia Cristiana, 7, 1869

-A. Degl’Effetti, Memorie di S. Nonnoso abbate del Soratte e dei luoghi convicini e loro pertinenze,

Roma 1675.

-P. Fanciulli, Archivio abbaziale di Orbetello. Ex abbazia Nullius delle Tre Fontane, 2009.

-P. Fanciulli, Il Tratto toscano dell’Abbazia delle Tre Fontane e il Diploma

20

di Leone III e Carlo Magno, in « Annuario 1971 della Diocesi di Grosseto», Viterbo 1971; riveduto

e aggiornato in «Dove e Quando», nn.35, 36, 37 (Orbetello1983), con ampia bibliografia;

-Idem, Una Bolla di GregorioVIl e l’Abbazia delle Tre Fontane, in «Rivista diocesana», 3-4

(Grosseto,1972), riveduto e aggiornato in «Dove e Quando», n. 3 (Orbetello,1985).

-F. De Ficoroni, Le Vestigia, e rarità di Roma antica ricercate, e spiegate da Francesco de'

Ficoroni aggregato alla Reale Accademia di Francia. Libro primo, Roma 1744.

L. Duchesne, Le Liber Pontificalis, Texte introduction et commentaire, vol. II, Paris 1995.

-G. Ferrari, Early Roman Monosteries. Note for the History of the Monasteries and Convents at

Rome from V throught the X Cebtury, Città del Vatican 1957.

-K.A. Fink, Das vatikanische Archiv, Einführung in die Bestände und ihre Erforschung unter

besonderer Berücksichtigung der deutschen Geschichte, Roma 1952.

- C.M. Fiorentino, Chiesa e Stato a Roma negli anni della destra storica 1870-1876. Il

trasferimento della capitale e la soppressione delle Corporazioni religiose, Roma 1996

-P.L: Galletti, Capena municipio dè Romani, Roma 1756

-S. Gensini, Vita religiosa e identità politiche: universalità e particolarismi nell’Europa del tardo

medioevo, 1998.

-A. Lodolini, L’Archivio di Stato in Roma e L’Archivio del Regno d’Italia. Indice generale storico-

descrittivo ed analitico, Roma 1952.

-J.D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, vol. 10, rist. anastatica Graz

1960.

-M. Mastrocola, Il monachesimo delle diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese fino al sec. XII,

in Miscellanea di Studi Viterbesi, Viterbo 1962

-V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese, Guida degli Archivi diocesani d’Italia, vol. III,

Roma 1988.

-G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni

compilazione del cavaliere Gaetano Moroni romano secondo aiutante di camera di sua Santità Pio

IX, vol. LXXIX, Venezia 1861-Venezia 1867, vol. LXXXIII

-D. Musillo, Fondo per il culto e trattamento economico del clero, Città di Castello 1965.

-P. Pietrangeli, L’abbazia delle Tre Fontane, in Abbazie del Lazio, Roma 1971.

-G. Pinarolo, L’antichità di Roma con le cose piu memorabili che in essa di presente antiche, e

moderne si trovano, aggiuntevi le spiegazioni di bassi rilievi, & iscrizioni con la notizia delle

chiese, palazzi, giardini, e statue che l'adornano, con le funzioni solite farsi dal pontefice. ... Opera

21

divisa in due tomi. Tomo primo [-secondo]. Di Giacomo Pinarolo milanese e di nuovo fatta

ristampare da Gaetano Capranica, Roma 1713.

-A. Pugliese, Dizionario degli Istituti di Perfezione, a cura di G. Pelliccia e G. Rocca, s.v. Abbazia

“Nullius”, vol. I, Roma 1974

-A.M. Ramieri, Gli archivi storico e notarile del comune di Ponzano Romano, Ponzano Romano

1993;

-Idem Ponzano attraverso i secoli. Storia Arte Natura, Roma 2000

-G. Tomassetti. La campagna romana antica, medievale e moderna, Roma 1913, vol. III.

Lanciani, Scavi di Roma, vol. II.

-G. Zucchetti, Il Chronicon di Benedetto monaco di Sant’Andrea del Soratte (Istituto Storico

italiano, Fonti per la storia d’Italia, 55), Roma 1920.