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Marilena Rossi PROGETTO DI RICERCA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AI RAPPORTI INTERCORSI TRA AGNOLO NICCOLINI, PRIMO GOVERNATORE MEDICEO A SIENA E COSIMO I DE’ MEDICI (1557-1567). REGESTI, TRASCRIZIONI E INVENTARI

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Marilena Rossi

PROGETTO DI RICERCA

DOCUMENTAZIONE RELATIVA AI RAPPORTI INTERCORSI TRA

AGNOLO NICCOLINI, PRIMO GOVERNATORE MEDICEO A SIENA

E COSIMO I DE’ MEDICI (1557-1567).

REGESTI, TRASCRIZIONI E INVENTARI

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Il presente progetto di ricerca si propone di analizzare la figura di Agnolo

Niccolini, fiduciario di Cosimo I de’ Medici e primo Governatore mediceo inviato a

Siena, attraverso lo studio della corrispondenza tra essi intercorsa durante gli anni di

governatorato (1557-1567), unitamente ad un’analisi delle vicende archivistiche che

hanno contraddistinto i fondi di riferimento, con particolare attenzione alle modalità di

produzione e conservazione delle relative carte.

Tale corrispondenza si pone, infatti, come lo strumento privilegiato per

approfondire non soltanto il ruolo “effettivamente” svolto da questa innovativa figura

istituzionale (ufficialmente introdotta il 1 febbraio 1561 con legge di Riforma del

governo della Città e Stato di Siena), ma anche il tema del singolare processo di

formazione dello Stato moderno in Toscana, oggetto di un rinnovato interesse da parte

della più recente storiografia.

Un’approfondita analisi del carteggio di questo illustre personaggio può gettare

nuova luce sull’importanza del suo operato e sulle modalità di svolgimento dello stesso,

toccando le tematiche più salienti e rappresentative del passaggio della Città e Stato di

Siena sotto il dominio mediceo di Cosimo I.

Attraverso lo studio della corrispondenza del Niccolini ed un’approfondita

ricerca bibliografica si rende auspicabile la ricostruzione di un profilo biografico dello

stesso.

Stupisce infatti la circostanza che proprio su Agnolo Niccolini, protagonista

dello scomodo ruolo di mediatore nella non facile realtà senese ed indiscusso testimone

dell’accentuata politica accentratrice di Cosimo I de’ Medici, si possono ancora oggi

annoverare soltanto gli scritti ottocenteschi di Lorenzo Grottanelli e Luigi Passerini1.

E’ tuttavia doveroso ricordare come, in un contesto storiografico di quasi totale

indifferenza verso le figure dei vari governatori avvicendatesi nel corso degli anni a

Siena, un’eccezione sia rappresentata dal secondo governatore, Federigo Barbolani da

Montauto, sul quale è stato pubblicato un importante saggio di Fabio Bertini2.

1 L. Grottanelli, Gli ultimi anni della Repubblica Senese ed il Cardinale Angelo Niccolini, primo

Governatore mediceo, estratto da “Rassegna nazionale”, Firenze, Cellini, 1886, pp. 1-103 e L. Passerini,

Genealogia e storia della famiglia Niccolini, Firenze, Cellini, 1870. Da segnalare tuttavia anche il breve

Elogio del Cardinale Agnolo Niccolini in Serie di ritratti d’uomini illustri toscani con gli elogi istorici dei

medesimi, IV, Firenze 1773, appresso Giuseppe Allegrini, pp.85-91 nel quale è riprodotto altresì il ritratto

del personaggio in questione (l’originale si trova conservato presso la famiglia dei marchesi Niccolini). 2 F. Bertini, Feudalità e servizio del Principe nella Toscana del ‘500. Federigo Barbolani da Montauto,

Governatore di Siena, Siena, Cantagalli, 1996

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Questa precisazione si rende necessaria in considerazione del fatto che

indubbiamente diverso è stato il contesto politico in cui si è svolto il governatorato del

Barbolani, rispetto a quello del Niccolini. E ciò non solo perché oramai non si trattava

più di vegliare sul mantenimento di precari equilibri (come, invece, dovette garantire il

primo governatore ad infeudazione appena siglata), ma anche perché nel Dominio era

già andata definendosi una più decentrata struttura burocratico-amministrativa, assente

invece nel primo decennio di governo cosimiano.

Alla luce di queste considerazioni si rende manifesta l’opportunità di

approfondire le scarne notizie esistenti sul primo Governatore.

Di tutti i Governatori che Siena ha conosciuto Agnolo Niccolini è stato infatti il

più significativo, poiché protagonista del delicato trapasso di una realtà difficilissima,

quella senese, dalla Repubblica al Principato.

Nell’estate del 1561 fu particolarmente indicativa l’apposizione di due stemmi

sulla facciata del Palazzo Comunale, situato sul Campo: la grande arme medicea e

quella dei Niccolini.

Quest’ultima, in marmo, rappresenta un leone rampante con la banda per

traverso ed il capo sovrastato da tre gigli. Come ha rilevato Stefano Moscadelli, tale

apposizione era carica di significato, poiché “simboleggiava alla popolazione senese i

mutamenti politici ed istituzionali avvenuti negli ultimi anni”3.

La circostanza, poi, che nessun altro Governatore mediceo abbia più avuto il

privilegio di vantare il proprio stemma familiare al centro di un palazzo così importante

è altrettanto significativa ed avvalora la tesi per cui veramente Agnolo Niccolini è stato

il più importante Governatore mediceo di Siena.

Della vita privata di questo personaggio, attualmente, si conosce ben poco.

L’importanza rivestita dal suo ruolo istituzionale e la particolarità del momento storico,

unitamente alle note vicende storiografiche che lo hanno contraddistinto, hanno

sicuramente contribuito a spostare l’attenzione delle passate ricerche sulle

caratteristiche pubbliche del personaggio.

Agnolo Niccolini nacque a Firenze il 29 giugno 1502. Apparteneva ad una delle

più illustri famiglie del patriziato fiorentino filo-mediceo. Prese parte fin da giovane alla

3 S. Moscadelli, Organi periferici di governo e istituzioni locali a Siena dalla metà del Cinquecento

all’Unità d’Italia, in Il Palazzo della provincia a Siena, a cura di F. Bisogni, Roma, Editalia, 1990, p.15.

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vita politica e per le sue spiccate doti diplomatiche è stato definito da Giorgio Spini

“uno dei personaggi più eminenti del principato”4.

Nel 1530 sposò Alessandra di Vincenzo Ugolini, dalla quale ebbe quattro figli.

Fu personaggio di spicco nella cerchia dei collaboratori di Cosimo I e molteplici furono

gli incarichi diplomatici di cui fu investito, sin dai primissimi anni di governo

cosimiano.

Attestazione della sovrana stima e considerazione verso di lui fu la circostanza

che “assisteva di continuo alle cose del governo, né il Duca risolveva mai alcun affare

di momento o fosse circa le pubbliche faccende o fosse circa i suoi privati interessi, se

prima non ne fosse preceduto il parere di Messer Agnolo Niccolini”5.

Nel 1550 rimase vedovo ma, proprio in quegli anni, iniziò la sua ascesa politica

che, di lì a poco, avrebbe visto legato il suo destino a quello della città di Siena, dove

prima era stato inviato in qualità di ambasciatore (1547) poi come Luogotenente

provvisorio (1555) ed infine come Governatore (1557-1567).

Una consuetudine invalsa nell’epoca in questione prevedeva il conferimento di

onorificenze e privilegi, costituiti da titoli nobiliari od ecclesiastici, a quegli individui

che si fossero distinti nel fedele servizio al sovrano. Agnolo Niccolini non ne fu

immune e venne premiato da Cosimo I con la presentazione al Pontefice della sua

candidatura all’Arcivescovado di Pisa. Infatti, rimasto vedovo, decise di entrare a far

parte del clero. Pertanto non deve stupire la ciscostanza che, il 14 luglio 1563, ricevesse

da Pio IV la nomina all’Arcivescovado pisano.

Appena un anno dopo, il 12 marzo 1564, sempre dietro suggerimento di Cosimo

I, il Pontefice gli riconobbe un avanzamento di grado nella scala gerarchica

ecclesiastica, assegnandogli la porpora cardinalizia col titolo presbiterale di S. Callisto.

Vi sono altresì testimonianze di quanto Cosimo I si fosse adoperato per elevare il

proprio uomo di fiducia addirittura a capo della Chiesa: “Per la sua virtù fu in tanto

concetto del Sacro Collegio, che nel Conclave dove fu eletto Pio V si trattò di esaltarlo

al Pontificato, se il troppo sapere e l’essere tanto confidente di un Principe sì grande

non gli avesse nociuto (…)”6

4 G. Spini, Cosimo I e l’indipendenza del Principato mediceo, Firenze, Vallecchi, 1945, p.68.

5 Elogio del Cardinale Agnolo Niccolini in Serie di ritratti d’uomini illustri toscani,…cit., p.88

6 E. Gamurrini, Genealogia della famiglia Niccolini, in Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane

et umbre, vol.I, Bologna, Forni editore, ristampa anastatica 1972, p.518

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Agnolo Niccolini occupò, così, i vertici di due gerarchie: quella ecclesiastica e

quella politica. Nonostante fosse gravato da molteplici impegni, riuscì a conciliare la

trattazione degli affari più importanti, riguardanti gli interessi e la cura della diocesi

pisana, pur non abbandonando mai Siena. Infatti, anche durante il cardinalato, continuò

a risiedervi, poiché “considerava quel governo come opera propria”7.

Dopo qualche anno cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una malattia

che lo portò alla morte, avvenuta a Siena il 15 agosto 1567. Durante la notte fu

trasportato a Firenze, presso il convento di Santa Croce dove, ancora oggi, le sue

spoglie riposano nella cappella di famiglia.

La documentazione inerente questo personaggio si trova conservata presso tre

importanti archivi: Archivio di Stato di Firenze, Archivio di Stato di Siena ed archivio

privato della famiglia Niccolini, a Firenze.

Assai particolare è la storia riguardante le vicende dei diversi fondi conservati

presso l’Archivio di Stato di Firenze.

Occorre infatti precisare preliminarmente che l’insieme di tutte le carte, frutto

dell’attività di politica interna ed internazionale e delle relazioni intessute negli anni di

governo dalla famiglia Medici in Toscana, è oggi raccolto in tre grandi archivi o fondi:

Archivio Mediceo avanti il Principato, Archivio Mediceo del Principato e Miscellanea

Medicea.

Il primo, costituito da centosessantacinque filze, è composto dall’archivio

privato della famiglia Medici, mentre nella Miscellanea Medicea si individua una

congerie di carte - contenute in seicentosettantasei filze - dai contenuti quanto mai

eterogenei.

Oggetto di interesse ai fini del presente progetto è dato dal fondo Mediceo del

Principato: la documentazione in esso conservata è costituita quasi esclusivamente dai

carteggi accumulatisi nei lunghi anni di attività dei granduchi medicei.

Nel corso di quattro secoli sono stati sperimentati su di esso alcuni tentativi di

intervento da taluni archivisti, ma la circostanza che tali lettere contenessero la

trattazione di affari di ogni genere era il riflesso di un difetto di articolazione

organizzativa dei poteri e, dunque, di un’impossibilità di poter anche solo immaginare

7 L. Grottanelli, Gli ultimi anni della Repubblica Senese…cit., p.93

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una razionale disposizione delle carte nel tentativo di ricondurle a tematiche nettamente

definite ed unificanti.

Sebbene la pubblica consultazione del fondo sia stata resa possibile nel 1859

dalla prima stesura, ad opera di Gaetano Milanesi, di un “sommarissimo” inventario

manoscritto in tre volumi, a gettare una fondamentale luce su questa mole documentaria

– di seimilaquattrocentoventinove filze – è stata la redazione definitiva, nel 1951, di un

Inventario Sommario, curato da Marcello Del Piazzo, Antonio Panella e Giovanni

Antonelli.

La stesura di tale inventario ha sancito - anche se sembrerebbe più corretto dire

“ribadito” - l’assetto di tale fondo. Difatti, le ragioni della struttura che contraddistingue

il Mediceo del Principato risiedono nella casualità della sua stessa formazione. Come ha

evidenziato Panella nell’introduzione al medesimo Inventario, il processo di formazione

dell’Archivio riflette “la casuale organizzazione dello Stato toscano dopo la caduta del

regime repubblicano di Firenze”8.

Pertanto: “Col nome di Archivio Mediceo del Principato è a noi pervenuto non

un vero e proprio archivio organicamente costituito, ma un materiale documentario,

custodito originariamente senza ordine dalla Corte, riflettente l’azione diretta pubblica

e privata dei sovrani, non tanto nei rapporti interni, a cui in generale provvedevano gli

ordinari organi dell’amministrazione dello Stato, quanto nei rapporti con i governi

locali e con altri Stati (…). La sua formazione è strettamente connessa alle origini

stesse dello Stato Mediceo”9.

Con queste parole significative Panella voleva sottolineare la rilevanza di tale

processo di secolare sedimentazione ed il carattere speculare del fondo rispetto alla

formazione dello Stato centrale in Toscana.

La natura storica del fondo, la sedimentazione archivistica creatasi in seguito

all’accumulo secolare del vastissimo materiale documentario, ha prodotto, nel

contempo, una sorta di spontanea delimitazione delle serie interne al fondo stesso.

Pertanto si rende opportuno elencare preliminarmente le serie nelle quali si

articola il Mediceo del Principato, così come descritte nell’Inventario Sommario:

8 Ministero dell’Interno, Archivio di Stato di Firenze, Archivio Mediceo del Principato. Inventario

Sommario a cura di A.Panella, M.Del Piazzo, G.Antonelli, Firenze 1951. Introduzione di A.Panella,

p.XXII 9 Ministero dell’Interno, Archivio di Stato di Firenze, Archivio Mediceo del Principato. Inventario

Sommario,…cit., p.V

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Minute di lettere e registri (da Alessandro a Gian Gastone), Carteggio Universale

(costituito dalla corrispondenza indirizzata quasi esclusivamente ai granduchi),

Carteggio dei segretari (sviluppatosi particolarmente intorno alla fine del XVI secolo

con il formarsi di una più articolata struttura burocratico-amministrativa di governo).

Si tratta di tre serie che vanno a costituire il nucleo centrale del fondo e che

presentano la caratteristica di trovarsi in stretta connessione reciproca.

Inoltre si enumerano le serie riguardanti: Affari di Stato e di guerra, Governi di

città e luoghi soggetti, Istruzioni ad ambasciatori, Relazioni con Stati italiani ed esteri,

Carteggio dei Principi, delle Granduchesse e delle Principesse.

Appare dunque in tutta la sua evidenza la varietà contenutistica del Mediceo del

Principato.

Ai fini del raggiungimento degli obiettivi del presente progetto, si riconosce un

ruolo centrale alla sottoserie Carteggio Universale di Cosimo I poiché essa, nel silenzio

delle fonti su Alessandro, rappresenta il cuore della ricerca documentaria per chiunque

desideri fare del periodo principesco e dei suoi esordi l’oggetto dei propri studi e delle

proprie ricerche.

Il Carteggio Universale di Cosimo I si caratterizza per la molteplicità degli affari

in esso trattati personalmente dal Duca. La forma epistolare della documentazione ed il

suo accumularsi nel tempo in maniera apparentemente disordinata, ha comportato

l’impossibilità di schematizzare l’eterogeneo contenuto della corrispondenza in blocchi

tematici nettamente distinti.

Tale problema si pone in tutta la sua radicalità con particolare riferimento

proprio al periodo di governo di Cosimo I, contraddistintosi per la trattazione diretta di

ogni singolo affare. Motivo questo che ha portato a vedere, nella varietà del contenuto

della sottoserie, il naturale specchio di una struttura governativa, caratterizzata da un

forte accentramento nella persona del Principe e, nel contempo, da una perdurante

carenza di articolazione amministrativa.

Questo dato di fatto è reso ancor più evidente dal successivo formarsi di un

autonomo Carteggio dei Segretari che, solo a partire dagli ultimi decenni del

Cinquecento, riceve un impulso sempre più marcato, testimoniato da una contestuale

riduzione del materiale documentario inerente i Granduchi succeduti a Cosimo I.

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Quest’ultimo fu il protagonista dell’affermazione del potere mediceo in Toscana

e, con la sua politica accentratrice, dette impulso alla formazione di uno Stato

“moderno”. La politica empirica che contraddistinse il suo governo, non basata cioè su

una struttura organizzativa ferrea, ma improntata alla diretta e personale gestione dei

singoli affari, ha contribuito a fare del Carteggio lo strumento fondamentale per gettare

luce sulle origini di una nuova concezione di Stato, in tutte le sue possibili valenze:

politica, militare, economica, religiosa, artistica, giuridica e sociale.

Il Carteggio Universale di Cosimo I comprende quasi centomila lettere. Si tratta

essenzialmente di corrispondenza in ricezione riguardante gli anni di governo di Cosimo

I (1537-1574) ai quali, peraltro, corrisponde la nascita della Toscana “moderna”.

I trecentottantasei pezzi che compongono la sottoserie sono suddivisi in filze

segnate progressivamente dalla n.329 alla n.659bis.

Nel 1982 una commissione, composta dall’allora direttore dell’Archivio di Stato

di Firenze, Giuseppe Pansini, e da Elio Conti, Francesco Margiotta Broglio, Leandro

Perini e Giuliano Procacci, individuò nel Carteggio Universale una “fonte di

indiscutibile interesse per la storia della Toscana”10

.

Il riconoscimento della centralità di questa fonte per lo studio delle origini dello

Stato mediceo ha avviato un’efficace collaborazione tra l’Archivio di Stato di Firenze e

la Regione Toscana, per l’attuazione dell’importante progetto di inventariazione

analitica del Carteggio. In tal modo è stato reso possibile mettere a disposizione di

studiosi e ricercatori di tutto il mondo un materiale documentario ancora inesplorato e di

incommensurabile valore.

Il piano dell’opera previsto per l’inventariazione analitica del Carteggio

Universale di Cosimo I de’ Medici e curato per la nuova collana editoriale della

Regione Toscana, è comprensivo di diciassette volumi, alcuni dei quali ancora in corso

di stesura.

Occorre infatti precisare preliminarmente che, per quanto i vari studi finora

condotti sul tema dell’infeudazione della Città e Stato di Siena sotto il dominio mediceo

10

Carteggio universale di Cosimo I de’ Medici, Archivio di Stato di Firenze, Inventario XIII (1564-

1567), Mediceo del Principato, filze 515-529A, a cura di M.Morviducci, Regione Toscana, Giunta

Regionale, Pagnini e Martinelli editori, Firenze, 2001. Presentazione a cura di R.Manno Tolu e M.Zoppi,

p.7.

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abbiano attinto a fonti documentarie, esse si trovano per lo più contenute in altre serie

del fondo Mediceo del Principato.

Questa constatazione induce a ritenere che, fino a poco tempo fa, la serie

riguardante i Governi di Città e luoghi soggetti e contenente parte dei carteggi dei

governatori (tra i quali figura, naturalmente, anche il Niccolini), sia stata la fonte

privilegiata cui attingere per ricavare notizie su questo tormentato momento di

passaggio. Ciò è da imputarsi alla stessa natura di tale serie, che permette di procedere

con più immediatezza nelle ricerche rispetto al Carteggio Universale, ed alla non

trascurabile circostanza di essere stata resa accessibile al pubblico da molto più tempo

rispetto a quest’ultimo.

Al contrario, la quasi totale assenza di riferimenti al Carteggio Universale di

Cosimo I è, con ogni probabilità, imputabile ai già summenzionati motivi pratici,

riconducibili sia ad esigenze temporali di chi ha avuto l’obiettivo di portare avanti uno

studio generale della storia senese di questo periodo; sia all’intricata, fitta, congerie di

tematiche affrontate nel Carteggio Universale; sia, infine, alla relativamente recente

pubblicazione degli inventari analitici. Tutte circostanze che mal si conciliano con

l’impostazione generale impressa alle varie opere prodotte fino ad oggi sulla storica

capitolazione senese.

Ai fini del presente progetto saranno pertanto analizzate le carte del Carteggio

Universale di Cosimo I che vedono come mittente il Governatore di Siena, Agnolo

Niccolini, in un arco di tempo che va dal 1557 al 1567.

Riguardano questo periodo tre inventari analitici, contenenti i carteggi prodotti

nei periodi 1556-1559; 1559-1561; 1565-1567.

La schedatura delle centonovantuno lettere cui si riferiscono questi tre inventari

è già stata effettuata ai fini della preparazione della mia tesi di laurea; si tratterebbe,

comunque, di rivedere il lavoro nell’ambito di un’impostazione più approfondita,

prospettata per il presente progetto.

Il carteggio prodotto nel periodo 1561-1565 invece è stato reso consultabile nel

corso di quest’anno ed imminente è la pubblicazione dei relativi inventari analitici.

Si tratta, in particolare, di due inventari: periodo 1561-1563 (filze 489-499A) e

periodo 1563-1565 (filze 500-513). Anche questa parte del carteggio, come quella già

analizzata per la tesi, sarà schedata analiticamente e corredata di regesti. Penso, invece

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che per le lettere, non riguardanti l’ordinaria amministrazione ed aventi un contenuto

rilevante sotto il profilo politico-istituzionale, si dovrà procedere ad una trascrizione

puntuale. Peraltro, in considerazione della datazione di questa parte del carteggio (1561-

1565) si rende assai probabile un cospicuo lavoro di trascrizione, trattandosi del periodo

di prima applicazione della legge di riforma del governo.

Per quanto riguarda ancora l’Archivio di Stato di Firenze sarà analizzato altresì

il fondo della Miscellanea Medicea, in cui confluisce una congerie di carte dai contenuti

più vari. In particolare, per quanto riguarda il periodo di governatorato di Agnolo

Niccolini, si segnalano le seguenti serie:

Affari dello Stato di Siena 1562

176/2, cc.1-22; datazione 1562-1565

176/3, cc.1-36; datazione 1561-1562

176/4, cc.1-44; datazione 1562-1563

176/6, cc.1-24; datazione 1562

176/7, cc.1-376; datazione 1562

176/8, cc.1-423; datazione 1562

Affari dello Stato di Siena 1563

177/9, cc.1-4; datazione 1563

177/10, cc.1-6; datazione 1563

177/16, cc.1-563; datazione 1563

177/17, cc.1-175; datazione 1559-1564

Un’altra serie della Miscellanea contiene carteggi e scritture diverse, originali e

in copia, per la maggior parte attinenti a segretari e dignitari medicei. Si segnalano, in

particolare, le buste: 308, n.3 (datazione 1556-1711) e 249, n.12 (datazione 1553-1658).

Appartiene, invece, al fondo Mediceo del Principato la serie riguardante i

Governi di Città e Luoghi soggetti, in particolare la sottoserie Siena - lettere di

Governatori, filze 1864, 1869, 1870 e 1871.

Ancora afferenti al medesimo fondo, le sottoserie Raccolta di varie notitie e

negotii intorno al governo di Siena, filza 2009; Varie notitie spettanti alla buona

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amministrazione della giustitia e Governo della città di Siena e suo Stato, filza 2010;

Liste di cittadini eleggibili alle cariche dello Stato di Siena compilate dai Governatori

Niccolini e Montauti, filza 2011.

Infine la prima serie del fondo Carte Strozziane in cui si trovano alcuni

documenti relativi ad Agnolo Niccolini: carte nn.80,131,134,135,601,605,627.

Il secondo archivio che si intende prendere in esame per il raggiungimento degli

obiettivi delineati nel presente progetto di ricerca è l’archivio privato della famiglia

Niccolini (ANFi).

Occorre sottolineare preliminarmente la rilevanza riconosciuta agli archivi

privati, soprattutto in considerazione della ricostruzione di una storia politica della

Toscana.

Infatti assai numerosi sono gli archivi familiari attualmente appartenenti ai

discendenti di quella élite, che sedendo ai vertici del potere politico-istituzionale ne ha

guidato le sorti nel corso dei secoli.

Essi sono presenti a Firenze ed in tutta la Regione e non si caratterizzano solo

per una ricchezza di tipo quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo. Questa

asserzione è particolarmente significativa per quanto riguarda l’archivio Niccolini, se

solo consideriamo quanto stretto sia stato il legame dei vari membri della famiglia con i

Medici e quale sia stato il loro contributo per favorirne l’ascesa al potere prima ed il suo

consolidamento poi.

Purtroppo, però, la ricerca storica in queste sedi trova ostacoli da dover superare

e difficoltà pratiche di non poco conto. A mero titolo di esempio si può evidenziare la

carenza di validi strumenti di conservazione e manutenzione, l’assenza di inventari, le

stesse difficoltà di accesso ai locali dell’archivio per mancanza di personale…

Conta molto la disponibilità del proprietario anche se, per gli archivi privati

“vincolati” dalla legge - poiché ritenuti di interesse storico - è possibile avvalersi della

formale richiesta alla Sovrintendenza Archivistica del luogo in cui ha sede l’archivio

oggetto di interesse per le proprie ricerche. Questa è stata la strada che mi ha consentito

di poter accedere all’archivio Niccolini, il quale ha sede a Firenze, in via dei Fossi, 12.

Tale archivio ha subìto diversi trasferimenti a cui vengono imputate, almeno in

parte, le cause di alcune lacune rinvenute nei successivi riordinamenti delle carte.

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Verso la fine del sec.XVI i Niccolini acquistarono un palazzo in via dei Servi

dove continuò ad accumularsi la documentazione di famiglia. Nel 1824 a causa delle

sopravvenute ristrettezze economiche, tale palazzo venne venduto insieme ad altre

proprietà e la famiglia si trasferì in una sontuosa residenza a Camugliano.

Solo nel 1863 i Niccolini acquistarono nuovamente un palazzo a Firenze, in via

dei Fossi, dalla famiglia Bourbon del Monte dove fu trasferito l’archivio, che ancora

oggi vi si trova custodito.

Il patrimonio documentario conservato in tale archivio contempla una raccolta di

circa milletrecento pergamene, ordinate cronologicamente; carte sciolte dei secc.XIV-

XVIII raccolte in circa trecentodieci filze; circa duecentocinquanta filze di carte sciolte

dei secc.XIX-XX; circa duecento libri contabili; circa centoquaranta filze di ricevute,

carte e libri relativi all’amministrazione delle fattorie e numerosi disegni.

L’archivio Niccolini ha subìto due interventi di riordino: il primo risale alla fine

del sec.XVIII ed il valido criterio di catalogazione da esso impresso è stato

sostanzialmente rispettato fino ad oggi, potendosi pertanto considerare alla base

dell’attuale ordinamento. Tale catalogazione, per essere stata effettuata tra la fine del

‘700 e gli inizi dell’ ‘800, non riguarda naturalmente le carte accumulatesi a partire da

questo periodo.

Il secondo intervento di riordino fu eseguito nel sec.XIX e riguardò

essenzialmente la documentazione più recente, quella formatasi cioè da quel secolo in

poi.

Pochi anni fa il marchese Lorenzo Niccolini decise di finanziare il progetto di

immissione in internet dell’inventario dell’archivio per valorizzarne le risorse. Il sito

web, operativo dal luglio 2001, è www.archivistorici.com

Successivamente fu avanzata l’idea del graduale inserimento di ulteriori preziosi

inventari, facenti capo ai patrimoni archivistici di altre famiglie toscane. Attualmente,

sul medesimo sito, è possibile consultare anche l’inventario dell’archivio Naldini del

Riccio (inserito nel 2003), ma si auspica l’inserimento di ulteriori archivi familiari di

cui si riporta di seguito qualche nome a titolo esemplificativo: Alamanni, Antinori,

Capponi, Corsi Salviati, Corsini, Ginori, Guicciardini, Torrigiani e per il quale queste

stesse famiglie hanno dato la loro adesione.

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Si tratta indubbiamente di un progetto molto ambizioso e di valore culturale

inestimabile, poiché permetterebbe l’accesso on-line e la fruizione di un considerevole

data-base, contenente la documentazione di un ingente materiale storico, per gli studiosi

di tutto il mondo. Tuttavia, nonostante la Sovrintendenza Archivistica per la Toscana

abbia dato il proprio avallo, vi sono difficoltà finanziarie che ostacolano una concreta

realizzazione in tempi brevi.

L’inserimento del vecchio inventario dell’archivio Niccolini nel data-base del

sito web è stato curato dall’archivista, dott. Andrea Moroni, che in tale occasione

procedette altresì ad una più dettagliata descrizione del contenuto delle serie dei diversi

fondi. Occorre infatti sottolineare che né il vecchio ordinamento delle filze, né le

segnature sono state modificate, poiché gli unici interventi apportati hanno riguardato

l’ordine delle serie e l’introduzione di sottoserie laddove ritenuto più opportuno.

Come ho già avuto modo di accennare in precedenza, il nucleo più consistente

dell’archivio Niccolini è rappresentato dalle carte sciolte, raccolte in circa trecentodieci

filze, riguardanti i secoli XIV-XVIII. La loro dettagliata catalogazione è impressa in un

inventario, ordinato in cinque tomi manoscritti, ognuno dei quali rappresenta una serie,

nella quale si trova suddiviso un materiale composto da circa mezzo milione di carte:

- delle persone

- dei beni

- processi

- lettere delle persone della famiglia

- lettere di fattori ed altri ministri di casa

Particolarmente nutrita la documentazione relativa ad Agnolo Niccolini. Se

infatti consideriamo anche il periodo in cui egli svolse attività diplomatica al servizio di

Cosimo I, si contano circa diecimila lettere: tredici filze di corrispondenze (nove

riguardano lettere di diversi a lui e quattro sono suoi copialettere), quattro tomi di

copialettere riguardanti il periodo 1547-1567, tre filze di suppliche da lui ricevute tra il

1564 e il 1567 e quattordici registri contenenti decreti, lettere, suppliche, ordini, copie di

patenti.

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Com’è evidente si tratta di un archivio ricchissimo e pertanto, peculiare oggetto

d’interesse ai fini del presente progetto di ricerca, saranno le numerose scritture

intercorse tra Agnolo Niccolini e Cosimo I e riguardanti il governo di Siena nel periodo

1557-1567. Inoltre, le copie e minute di lettere di Agnolo Niccolini afferenti il

medesimo periodo.

Infine risulteranno utili ai fini di un profilo biografico del personaggio le carte

riguardanti il matrimonio, il testamento, le nascite, la nomina a cardinale ed arcivescovo

di Pisa.

A completamento della ricerca sul primo Governatore mediceo non può mancare

l’Archivio di Stato di Siena.

Com’è noto i fondi conservati in tale Archivio hanno purtroppo subìto varie

traversìe e, ancora oggi, si può contare su inventari manoscritti risalenti nel tempo.

Trattandosi poi del Governatore Niccolini, si dovrà procedere per tentativi dal

momento che, senza dubbio, sia per motivazioni di ordine storico-istituzionale che

storico-archivistico, la parte quantitativamente più considerevole della documentazione

si trova conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze e presso l’archivio privato della

famiglia Niccolini.

Adempiuta questa doverosa premessa, si propone l’analisi della seguente

documentazione:

Balìa:

- serie copialettere nn.784;785

- serie ordini e bandi, nn.829;830

- serie deliberazioni nn.171-176

Concistoro:

- serie deliberazioni nn.2252;2253

Governatore della Città e Stato di Siena:

- serie affari risoluti n.1

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- serie affari generali n.412

- serie affari penali n.436

- serie regie rendite n.454

- serie ordini e rescritti generali n.823

- serie ordini e rescritti particolari nn.1038-1040;1042;1043;1045;1052;

1061-1068;1074-1098

- serie miscellanea:

sottoserie riforme delle magistrature n.1140

sottoserie frammenti di lettere di privati dirette al Governatore n.1183

Quattro Conservatori:

- serie deliberazioni nn.8-16

- serie copialettere nn.426-435

- serie rescritti inviati al magistrato n.902

- serie ordini e bandi nn.1499-1500

- serie scritture e istrumenti diversi nn.1511-1513

- serie miscellanea nn.3151-3154

Per quanto il suddetto materiale sia già stato inventariato, attraverso la lettura e

la schedatura analitica delle relative carte, l’adozione del metodo di regestazione e

trascrizione delle stesse, si rende possibile il raggiungimento dei seguenti quattro

obiettivi:

- fornire un inedito spaccato delle tematiche più salienti e rappresentative del passaggio

della Città e Stato di Siena sotto il dominio mediceo di Cosimo I.

- Approfondire le tematiche archivistiche inerenti i processi di produzione,

sedimentazione e conservazione delle carte nei tre diversi archivi di riferimento

(ASF;ASS;ANFi) fornendo, altresì, un prezioso ed inedito strumento di corredo agli

inventari già esistenti negli stessi.

- Gettare nuova luce sul ruolo “effettivamente” svolto dal Governatore rispetto a quanto

formalmente stabilito nel dettato della legge di riforma del governo del 1561.

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- Ricostruire un profilo biografico del personaggio Agnolo Niccolini, figura

ingiustamente trascurata dalla storiografia, non mancando però di dotare questa ricerca

di tutti i possibili richiami bibliografici attualmente esistenti sul tema.

Per la presentazione ed elencazione delle carte sarà seguito il criterio

cronologico. Tutta la documentazione sarà regestata, anche le trascrizioni saranno

precedute da regesti. Per ogni trascrizione verrà rispettato il dettato originale senza

alterarne il testo.

A completamento di tale schedatura verrà inserita una puntuale indicizzazione

dei nomi di persona.

Alla luce delle suddette considerazioni è possibile organizzare un piano di

ricerca che preveda l’articolazione del lavoro in due momenti principali: il primo

biennio sarà impiegato per la creazione di un’analitica schedatura secondo le modalità

sopra esposte. I tempi sono calcolati considerando una serie di fattori e di variabili,

quali la quantità non indifferente del materiale oggetto di interesse per il presente

progetto e lo stato di conservazione delle carte (mi riferisco in particolare a quelle

conservate presso l’archivio privato) che potrebbe non presentarsi sempre ottimale.

Il terzo anno verrebbe impiegato essenzialmente per una generale

riorganizzazione del lavoro svolto, procedendo quindi ad un definitivo riordinamento

dei dati ottenuti per la schedatura, alla creazione di una banca dati, alla puntuale

indicizzazione dei nomi di persona, alla redazione di una bibliografia sul tema oggetto

della ricerca ed alla ricostruzione delle vicende archivistiche dei diversi fondi presi in

considerazione.

Verrebbe in tal modo a configurarsi un utile strumento di corredo agli inventari

dei diversi fondi presso cui si attingono tali carte, portando alla luce un inedito spaccato

di storia istituzionale ed archivistica.

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