Universit à degli Studi di Pavia Facolt à di Economia...

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Corso di Economia Aziendale Economia Aziendale I I ° ° MODULO MODULO CAPITOLO 1 ATTIVITÀ ECONOMICHE Titolari : Dott.ssa Michela Pellicelli [L/Z] – Dott.ssa Anna Moisello [A/K] Lecturers : Dott.ssa Carlotta Meo Colombo (seminari e corso per studenti lavoratori MIUR) Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Dott. Luigi Guardamagna Tutors : Dott. Desperati Federico Dott. Dellanoce Federico Universit Universit à à degli Studi di Pavia degli Studi di Pavia Facolt Facolt à à di Economia di Economia 2 Programma del corso di Programma del corso di ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE CAPITOLO 1 – LE ATTIVITA’ ECONOMICHE FONDAMENTALI L’Economia Aziendale – modelli di conoscenza e controllo Embrionale Sviluppo Shakeout Maturità Declino Utilizzatori Compratori Caratteristiche dei concorrenti Pochi. Sono i “primi adottanti” Crescono rapidamente di numero Acquistano in modo selettivo Saturazione della domanda Acquisti di sostituzione Minore uso del prodotto Pochi Entrano nuovi concorrenti Lottano per la conquista di quote di mercato Modesta differenziazione dei prodotti I concorrenti possono essere molti Guerra dei prezzi I concorrenti più deboli sono “esplulsi” Lottano per mantenere le quote di mercato Difficile aumentare le quote di mercato Efficienza e bassi costi al primo posto Alcuni concorrenti abbandonano Distribuzione selettiva MODELLO DEL CICLO DI VITA DEL SETTORE 3 Programma del corso di Programma del corso di ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA AZIENDALE e le attività economiche fondamentali: - Produzione - Consumo - Scambio - Investimento - Risparmio 4 1.1 . Oggetto dell 1.1 . Oggetto dell Economia Az. Economia Az. L'economia aziendale è la scienza che osserva, per capire , per spiegare e prevedere , il comportamento economico dell'uomo nelle aziende, delle aziende, tra le aziende, al fine di costruire modelli di conoscenza e di controllo di quel comportamento (descrizioni, leggi o teorie). Qual è il fine della scienza? Cos’è la conoscenza? Cosa sono i modelli?

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Corso di

Economia AziendaleEconomia AziendaleII°° MODULOMODULO

CAPITOLO 1

ATTIVITÀ ECONOMICHE

Titolari: Dott.ssa Michela Pellicelli [L/Z] – Dott.ssa Anna Moisello [A/K]

Lecturers:Dott.ssa Carlotta Meo Colombo (seminari e corso per studenti lavoratori MIUR)Dott.ssa Nicoletta SpagnoloDott. Luigi Guardamagna

Tutors:Dott. Desperati FedericoDott. Dellanoce Federico

UniversitUniversitàà degli Studi di Paviadegli Studi di PaviaFacoltFacoltàà di Economiadi Economia

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Programma del corso di Programma del corso di ECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALE

CAPITOLO 1 – LE ATTIVITA’ ECONOMICHE FONDAMENTALI

L’Economia Aziendale – modelli di conoscenza e controllo

Embrionale Sviluppo Shakeout Maturità Declino

Utilizzatori

Compratori

Cara

tteri

stic

he

dei co

nco

rrenti

Pochi.Sono i “primiadottanti”

Cresconorapidamentedi numero

Acquistano inmodoselettivo

� Saturazionedelladomanda

� Acquisti disostituzione

Minore usodelprodotto

Pochi � Entranonuoviconcorrenti

� Lottano perla conquistadi quote dimercato

� Modestadifferenziazionedei prodotti

� I concorrentipossonoessere molti

� Guerra deiprezzi

� I concorrentipiù deboli sono“esplulsi”

� Lottano permantenere lequote dimercato

� Difficileaumentare lequote dimercato

� Efficienza ebassi costi alprimo posto

� Alcuniconcorrentiabbandonano

� Distribuzioneselettiva

MODELLO

DEL CICLO

DI VITA

DEL SETTORE

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Programma del corso di Programma del corso di ECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALEECONOMIA AZIENDALE

e le attività economiche fondamentali:

- Produzione

- Consumo

- Scambio

- Investimento

- Risparmio

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1.1 . Oggetto dell1.1 . Oggetto dell’’Economia Az.Economia Az.

� L'economia aziendale è la scienza che osserva,

� per capire,� per spiegare e prevedere,

� il comportamento economico dell'uomo � nelle aziende ,

� delle aziende ,

� tra le aziende ,� al fine di costruire modelli di conoscenza e di controllo di quel

comportamento (descrizioni, leggi o teorie).

Qual è il fine della scienza?

Cos’è la conoscenza?

Cosa sono i modelli?

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� La scienza ricerca leggi e teorie generali sul “mondo”.

� Una generalizzazione è legge scientifica se:

� si presenta come un enunciato:«Tutte le volte che succede "questo" accade sempre

"quello"»;

� ha contenuto empirico;

� si riferisce a insiemi aperti;� Una teoria è una congettura sul perché valgano le leggi trovate.

� Leggi e teorie devono essere verificabili, cioè confermate da casi favorevoli, o esempi positivi, e falsificabili cioè confutate da casi sfavorevoli, o prove contrarie.

““Il fineIl fine”” della scienzadella scienza

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ModelliModelli

� I modelli sono gli strumenti attraverso i quali l'uomo osservatore cerca di capire la realtà indagata e di imparare a fini operativi.

� Non costituiscono, però, solo il risultato della nostra attività di conoscenza ma dirigono la stessa osservazione.

� Sono, pertanto, indispensabili strumenti sia per la comprensionee la spiegazione.

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La nostra parola dLa nostra parola d’’ordineordine

� Tanto le leggi quanto i modelli elaborati dall’Economia Aziendale devono essere coerenti con la realtà osservata.

“Osservare la realtà” dev’essere la “parola d'ordine ” di chi studia l'economia aziendale.

Guardiamoci attorno!!!

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La conoscenzaLa conoscenza

� La conoscenza è il sistema dei modelli coerenti e dotati di senso che abbiamo capito ed imparato.

� Un modello può definirsi � coerente se si collega con altre conoscenze sul mondo (altri

modelli) in modo da lasciarci soddisfatti (senza il dubbio, senza alcun punto interrogativo), al più suscitando la nostra curiosità;

� dotato di senso se direttamente od indirettamente ècollegato con la realtà osservata o teorizzata.

� Il processo di conoscenza (il conoscere) è formazione e continua modificazione del sistema dei modelli che formano il sapere.

� I modelli che sappiamo utilizzare, tra loro collegati, formano un sistema di modelli, cioè un sapere (una cultura ). La conoscenza è cumulativa e dinamica.

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La conoscenza La conoscenza èè dinamicadinamica

� Possiamo rappresentare la conoscenza è come un rettangolo.

� La base è la varietà di ciò che conosciamo� L’altezza è la profondità .

� La conoscenza è l’area.

Processo di miglioramento

della conoscenza

Varietà dei modelli

Profon–dità dei modelli

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LL’’importanza di apprendereimportanza di apprendere

� Nella gara internazionale dell’apprendimento, “coloro che non sono disposti e preparati a vivere creativamente e dinamicamente, a mantenere l’interesse per l’apprendimento vasto per tutto l’arco della vita, verranno superati in questa gara. Le nazioni, che non sono capaci o non desiderano educare i loro figli a mirare verso i più alti potenziali obiettivi, saranno declassate”.

C. Hampden-Turner - ”Charting the Corporate Mind, from Dilemma to Strategy”- New York, The Free Press, 1990

Economia Aziendale – Istituzioni 11

Classificazione minimaClassificazione minimadei Modellidei Modelli

� Descrittivi, Operativi, Emulativi

� Letterari, simbolici, schematici, iconici

� Realistici, perfetti, ideali

� Altre …L’affresco delle torri

nella chiesa di San Teodoro

Per es. la simulazione del

brusio di una sala affollata

Per es. un androide o un

gioco

Tengono conto delle variabili

reali con valori realistici

Considerano variabili reali ma

con valori perfetti

Considerano solo le variabili rilevanti

trascurando le altre

Alcuni modelliAlcuni modelli MODELLO DELLE CINQUE TRASFORMAZIONI AZIENDALI

(MELLA, 2008)

ANALISIESTERNA

O, T

ANALISIANALISIESTERNAESTERNA

O, TO, T

ANALISIINTERNA

S, W

ANALISIANALISIINTERNAINTERNA

S, WS, W

“MISSION”E

OBIETTIVI

““MISSIONMISSION””EE

OBIETTIVIOBIETTIVI

SCELTE STRATEGICHES. W. O. T.

SCELTE STRATEGICHESCELTE STRATEGICHES. W. O. T.S. W. O. T.

ANALISI ANALISI STRATEGICASTRATEGICA

Il modello di gestione strategicaIl modello di gestione strategica

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� L’Economia Aziendale è la scienza che ricerca definizioni, leggi generali e teorie per comprendere e spiegare una realtàformata da comportamenti economici dell'uomo, svolti in forma organizzata

� nelle aziende , � delle aziende ,� tra le aziende .

� Cercheremo di definire i comportamenti economici

dell'uomo svolti in forma organizzata.

1.2 1.2 -- I comportamenti economici. I comportamenti economici. LL’’universo osservativo delluniverso osservativo dell’’EAEA

Primo punto: cosa si intende per

comportamento?

Secondo punto: cosa si intende

organizzazione?

Terzo punto: cosa si intende per economico?

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� L’uomo compie azioni – od operazioni - di vario tipo e specie.

� Le azioni sono ordinate in:

� Attività = ripetizione di azioni della stessa specie

� Processi = azioni di specie diversa attuate per ottenere un risultato.

� Comportamenti = attività sistematiche e processi ricorrenti

� L’Economia Aziendale indaga, prevalentemente, i comportamenti.

Primo punto: ComportamentoPrimo punto: Comportamento

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� I comportamenti di ogni individuo si definiscono “in forma

organizzata”, quando sono svolti:

� insieme ad altri individui,� sviluppando attività e processi specializzati,

� in modo coordinato e cooperativo,� per conseguire un comune obiettivo.

� Gli individui che operano in forma organizzata costituiscono un’organizzazione.

� L’organizzazione è un sistema autonomo atto a produrre un risultato (obiettivo) che nessun individuo singolo potrebbe ottenere.

� L’organizzazione sviluppa un comportamento

teleonomico.

Secondo punto: Comportamento Secondo punto: Comportamento organizzatoorganizzato

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� In relazione alla durata di vita, possiamo distinguere tra:

� organizzazioni occasionali

� organizzazioni a vita limitata o per progetti singoli

� organizzazioni permanenti o a vita non predefinita (illimitata)

Durata delle organizzazioniDurata delle organizzazioni

Le aziende , di ogni specie, sono

organizzazioni permanenti

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� Il comportamento economico dell'uomo si osserva come:�prestazione di lavoro organizzato

�per produrre�e per consumare

�i beni necessari per�soddisfare i bisogni

�appagare le aspirazioni dell'esistenza.

� Cerchiamo di definire il significato di tali termini.

Terzo punto: Comportamento Terzo punto: Comportamento economicoeconomico

� I bisogni sonostati spiacevoli

di squilibrio psico-fisico che l'uomo cerca � di eliminare� o di ridurre.

� Le aspirazioni sono

stati piacevoli

di natura, spesso, sociale, che l'uomo cerca � di conseguire� o di accrescere.

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1.4 1.4 -- Bisogni ed aspirazioniBisogni ed aspirazioni

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� Fig. 1.1

� Bisogni e Aspirazioni sono motivazioni dell'agire economico dell’uomo come singolo e come collettività.

Come distinguere tra Bis. e Asp.Come distinguere tra Bis. e Asp.

aspirazionebisogno

Grado di soddisfacimento

Intensità

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� Abraham Maslow (in Motivazione e personalità, Armando, Roma, 1977) suggerisce una scala, o piramide, di bisogni, intesiquali fattori motivanti del comportamento economico:

� 1) bisogni fisiologici: (physiological needs) (fame, sete, riposo...) sono poco motivanti in quanto un bisogno regolarmente soddisfatto cessa di essere motivante;

� 2) bisogni di sicurezza (safety needs): anche i bisogni di sicurezza sono poco motivanti;

� 3) bisogni associativi e d’amore (belongingness and love needs): sono irrinunciabili e molto motivanti;

� 4) bisogni di stima sociale (esteem needs): corrispondono alle aspirazioni di autostima e di status sociale; sono molto motivanti;

� 5) bisogni di auto realizzazione (need for self-actualization): sono al vertice della gerarchia dei bisogni umani; sono massimamente motivanti.

E&CE&C n. 1.2 n. 1.2 –– La piramide dei bisogni di La piramide dei bisogni di MaslowMaslow

Respiro, alimentazione, sonnoFisiologia

Sicurezza fisica, morale, familiare, di salute, di proprietà, di occupazioneSicurezza

Amicizia, affetto familiareAppartenenza

Autostima, autocontrollo, realizzazione

Stima

AutorealizzazioneMoralità,creatività

accettazione

E&C n. 1.2 E&C n. 1.2 –– La piramide dei bisogni di MaslowLa piramide dei bisogni di Maslow

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� Per il soddisfacimento dei bisogni e l'appagamento delle aspirazioni occorrono risorse o beni che l'uomo ottiene con il lavoro.

� I beni sono: �tutti i mezzi (materiali o immateriali, del fisico o dello

spirito, oggetti, prestazioni, servizi, ecc.),

�impiegabili per il soddisfacimento di Bisogni e Aspirazioni,

�ottenuti con il lavoro,�e, pertanto, relativamente scarsi.

1.4 1.4 -- I I ““benibeni””

24

� Il lavoro è

� ogni prestazione (attività, azione, comportamento) faticosa(onerosa, che dà pena, che si vorrebbe eliminare, ridurre o migliorare) necessaria

� per ottenere e per impiegare i beni

� per il soddisfacimento dei bisogni e delle aspirazioni.

� I beni sono scarsi proprio in quanto ottenuti con il sacrificiodel lavoro.

1.4 1.4 -- Il Il ““lavorolavoro””

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� I beni ottenuti con il sacrificio del lavoro, e destinabili al consumo, rappresentano la retribuzione del sacrificio.

� Con il lavoro si trasforma (scambia) un sacrificio (fatica per il lavoro) con un beneficio (soddisfacimento Bis&Asp).

Il lavoro quale scambioIl lavoro quale scambio

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� Prima congettura: in generale l’uomo libero presta il proprio lavoro fino a quando il beneficio ottenuto è superiore al sacrificio. Altrimenti è schiavo , costretto al lavoro.

� Seconda congettura: in generale l’uomo razionale tende a rendere massima l’efficienza del lavoro, denominata produttività ππππ(L):

Due congetture sul lavoroDue congetture sul lavoro

La nozione di produttivitàè approfondita al Capitolo 2

beneficio quantità e qualità dei beniππππ(L) = ————— = ——————————————

sacrificio quantità e qualità del lavoro

Economia Aziendale – Istituzioni 27

� Bisogni e Aspirazioni: sono le motivazioni,

� Beni e Lavoro: sono i mezzi necessari.

Primo circuitoPrimo circuito

Bisogni &

Aspirazioni

lavoromotivano l’uomo a prestare

beni

per ottenere e impiegare

per soddisfare28

� In termini tecnici si definisceproduzione

� l’applicazione di lavoro (con altri beni)� per ottenere i beni

� per il soddisfare bisogni e aspirazioni.

� In termini tecnici si definisceconsumo

� sia l’applicazione di lavoro (altri beni) per impiegare i beniper soddisfare bisogni e aspirazioni

� sia l’applicazione dei beni per il soddisfacimento dei bisognie delle aspirazioni.

1.5 1.5 –– Consumo e produzioneConsumo e produzione

29

Secondo circuitoSecondo circuito

Bisogni &

Aspirazioni

lavoro

organizzato

motivano l’uomoa prestare

produzionenella

consumo

e nel

dei beniper soddisfare

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� Memorandum:

� produzione e consumo richiedono lavoro,� sono attività “faticose” ma necessarie,

� non sono sempre facilmente distinguibili,� si giustificano solo se vi sono motivazioni economiche e la

loro intensità dipende da quella delle motivazioni,

� sono svolti sono svolti sono svolti sono svolti in forma organizzatain forma organizzatain forma organizzatain forma organizzata....

Connessione Connessione tra Produzione e consumotra Produzione e consumo

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1.6 1.6 –– Specializzazione produttiva e lo Specializzazione produttiva e lo scambioscambio

� La specializzazione produttiva è un processo universale ed inarrestabile:

� nella produzione, ciascuno presta il proprio lavoro in processi per ottenere un solo bene, o un componente di un bene o, ancora, un componente di un componente;

� le organizzazioni, come gli individui, arrivano a produrre un bene specifico.

� La specializzazione produttiva ha come conseguenza l’abbandono dell’autoproduzione, ovvero della produzione per il consumo.

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� Primo fenomeno: separazione tra produzione e consumo.L’autoproduzione è sempre più sostituita dalla

produzione.

� Secondo fenomeno: si rende inevitabile lo scambio.Il produttore specializzato ottiene i beni da consumare, cedendoi beni prodotti, secondo dati rapporti denominati rapporti di scambio. Grazie allo scambio, nelle economie con

specializzazione produttiva, nessuno consuma ciò

che produce e nessuno produce ciò che consuma.

� Terzo fenomeno: si diffonde il lavoro organizzato, quindi specializzato.La specializzazione delle produzioni implica quella

delle attività, dei saperi, del lavoro, dei processi.

Cinque fenomeniCinque fenomeni

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� Quarto fenomeno: nasce e si diffonde l’uso della moneta.La moneta funge da intermediario degli scambi

� Quinto fenomeno: Con la specializzazione produttiva e la produzione in forma organizzata, il lavoro diventa un bene di scambio, contro una retribuzione.

Il lavoratore scambia il proprio lavoro contro i beni

che può acquistare, tramite le retribuzioni

monetarie [Lavoro↔Retribuzioni monetarie↔Beni].

Cinque fenomeniCinque fenomeni

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� La specializzazione produttiva spinta diventa la

forma normale di produzione.

Potendo ottenere altri beni tramite lo scambio, l’uomo limita la produzione ad uno od a pochi beni, spesso componenti di altri, allo scopo di sfruttare appieno abilità ed apprendimento per aumentare la propria efficienza, ridurre la fatica, disporre di maggior quantità di beni per soddisfare livelli sempre più elevati di bisogni e di aspirazioni.

� Nessun lavoratore è in grado di ottenere un

prodotto. L’organizzazione diventa il vero

produttore. I lavoratori sono organi specializzati in qualche attività (compito, mansione, ruolo); solo la coordinazione e la cooperazione di tutti gli organi consente di ottenere i risultati produttivi.

Il ruolo dellIl ruolo dell’’organizzazioneorganizzazione

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Terzo circuitoTerzo circuito

Bisogni &

Aspirazioni

lavoro

motivano l’uomoa prestare

Scambio di

beni

e nello

Consumo di

beni

e nel

per soddisfare

Produzione

di beni

nella

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� Ai beni si associano due importanti dimensioni.

� L’utilitá riguarda il rapporto bene/B&A.� esprime l’attitudine tecnica dei beni

� a soddisfare bisogni e aspirazioni.

� Il valore riguarda il rapporto bene/soggetto� esprime l’attitudine economica dei beni

� ad essere richiesti da qualche soggetto

� per soddisfare bisogni e aspirazioni.

1.7 1.7 -- UtilitUtilitàà e valoree valore

37

� Il valore dipende da:� utilità (occhiali)� intensità dei bisogni e delle aspirazioni (acqua nel deserto)

� abbondanza/scarsità dei beni (diamanti)

e da:� provienenza (è prodotto con scarsa igiene o qualità)� fonte (marca famosa)

� modo di ottenimento (acquisto o dono)� destinazione (consumo o produzione)

� combinazione con altri beni.

Le variabili del valoreLe variabili del valore

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““PrezzoPrezzo”” come indicatore di valorecome indicatore di valore

� Il valore viene attribuito ad un bene da parte di un soggetto mediante l’apprezzamento , l’operazione mentale che associa al bene un indicatore che esprime il sacrificio sopportabile dal soggetto per ottenere o per privarsi del bene.

� L’indicatore di apprezzamento più semplice nello scambio monetario , l’indice di apprezzamento è costituito dal prezzo .

� Il valore, pertanto, pur essendo soggettivo, si presenta come una dimensione quantitativa (la sua Ferrari vale come due appartamenti; il Renoir di mio zio vale come il Monet di mio suocero).

� La moneta acquista tre funzioni :� intermediario negli scambi (paragrafo 1.6)� unità di espressione dei valori � strumento per il confronto dei valori dei beni

� Ovviamente, la moneta non attribuisce il valore ai beni e nemmeno lo misura; semplicemente lo esprime come unità di misura.

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� Ci sono diverse specie di valori in relazione al rapporto tra soggetti e bene.

1 – valore o costo di acquisizione

� È il massimo prezzo, pmaxA, che il soggetto acquirente èdisposto a corrispondere per acquisire il bene.

� Per esempio: non posso spendere più di 1.000€

Tipologia di valori Tipologia di valori –– valore di valore di acquisizioneacquisizione

S vuole acquisire B da un altro soggetto Q

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� Ci sono diverse specie di valori in relazione al rapporto tra soggetti e bene.

2 – valore o ricavo di cessione

� È il minimo prezzo, pmin C, che il soggetto cedente è disposto a ricevere per cedere il bene.

� Per esempio: non vendo a meno di 700 €

Tipologia di valori Tipologia di valori –– valore di cessionevalore di cessione

Q non vuole più utilizzare B e vuole cederlo ad un altro S

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3 – valore di scambio: è il prezzo al quale avviene lo scambio. Si denomina

prezzo fatto, PF.

� Vale la seguente legge:lo scambio del bene B tra i soggetti SA (acquirente) e SC (cedente) può avvenire al prezzo fatto solo se, per quello stesso bene, risulta:

pmaxA per SA > pF > p minC per SC.1.000 > pF > 700

� Nessun soggetto razionale dovrebbe essere disposto:� ad acquisire ad un prezzo fatto superiore al valore di acquisizione che egli

attribuisce;� a cedere ad un prezzo fatto inferiore al valore di cessione attribuito.

Tipologia di valori Tipologia di valori –– Valore di scambioValore di scambio

Q non vuole più utilizzare B e vuole cederlo ad un altro S

S vuole acquisire B da un altro soggetto Q

Q non vuole più utilizzare B e vuole cederlo ad un altro S

Q non vuole più utilizzare B e vuole cederlo ad un altro S

S vuole acquisire B da un altro soggetto Q

S vuole acquisire B da un altro soggetto Q

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� Nello scambio, entrambi i soggetti (acquirente e venditore) realizzano un vantaggio.

� Ricordando che deve essere:pmaxA per SA > pF > pminC per SC.

1.000 > pF > 700

� Guadagno del compratore: pmaxA – pF

� Guadagno del venditore: pF - pminC

� Se il venditore è un produttore, il suo guadagno si denomina anche profitto o utile.

I vantaggi dello scambioI vantaggi dello scambio

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4 – valore d’uso: massimo prezzo, pU, che il soggetto sarebbe disposto a pagare per disporre del bene, se ne venisse privato, o il prezzo minimo da ricevere per privarsi del bene.

Tipologia di valori Tipologia di valori –– Valore dValore d’’usouso

S ha B

Vuole usarlo

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5 - valore di produzione: è la somma dei valori dei beni che entrano nella produzione: [lavoro + altri beni]

Tipologia di valori Tipologia di valori –– Valore di Valore di produzioneproduzione

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� Si definisce ricchezza (o patrimonio)

� uno stock di beni dotati di valore (non solo di utilità).

� Con la specializzazione produttiva, si è passati da

una produzione di utilità ad una produzione di valori:

� oggi la produzione e il consumo non sono di beni ma di ricchezza;

� si producono, cioè, beni dotati di valore, che devono essere desiderabili (valore) non per il produttore ma per il consumatore.

1.8 1.8 -- La ricchezzaLa ricchezza

46

� La produzione richiede, oltre che il lavoro, anche altri beni dotati di valore, cioè ricchezza.

� Lavoro ed altri beni impiegati nella produzione sono fattori di produzione.

� In generale, i fattori della produzione sono di tre specie:� Materie (Materials) e Servizi (Services)

� Mano d’opera (Manpower)

� Macchinari (Machinery)

� Il lavoro è l’unico fattore attivo della produzione.

� Gli altri si denominano fattori passivi della produzione.

Fattori attivi e passiviFattori attivi e passivi

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Quarto circuitoQuarto circuito

Bisogni &

Aspirazioni

lavoro

motivano l’uomoa prestare

Scambio di

ricchezza

e nello

Consumo di

ricchezza

e nel

per soddisfare

Produzione

di ricchezza

nella

Altri

fattori

48

� La ricchezza della Nazione è lo stock di beni dotati di valore prodotti e posseduti dalla Nazione

> Qual è la causa della ricchezza delle Nazioni? <� Le nazioni ricche sono quelle che possiedono capacità di

lavoro non solo di beni dotati di utilità e di valore.

� Il lavoro è la "fonte" di ogni ricchezza sia individuale sia collettiva.

� La ricchezza della Nazione dipende dalle sue capacità di lavoro efficiente, cioè dalla produttività (Capitolo 2 ) dei lavoratori.

� Il sistema educativo-professionale è uno dei fattori di ricchezza della Nazione.

La ricchezza delle NazioniLa ricchezza delle Nazioni

49

� Produzione, consumo e scambio (distribuzione)

sono attività economiche di base.

� Ad esse si affiancano altre due attività importantissime:

� risparmio

� investimento

Le altre attivitLe altre attivitàà economicheeconomiche

50

� Il risparmio è l’astensione dal consumo attuale della ricchezza:� per il consumo futuro,� oppure per l'investimento.

� Oggi il risparmio è prevalentemente monetario e deriva da mancato consumo delle retribuzioni.

� Il risparmio è universale.

� In tutte le società, in tutte le epoche, in tutti i luoghi, si osserva una innata:

propensione al risparmio.

� Con il risparmio monetario nasce la più forte

motivazione economica dell’uomo in tutte le

epoche e in tutti i luoghi: la ricchezza.

1.8 1.8 -- Il risparmioIl risparmio

51

� L'investimento:� è l'attività con la quale un soggetto� pone in rischio, in qualche attività di produzione,� una quantità di ricchezza denominata capitale� per un periodo T (ciclo)� con la speranza di avere un beneficio futuro in termini di

maggiore capitale.

� L'investimento di uno stock di moneta si definisce investimento monetario.

� Motivato dall’ aspirazione alla ricchezza l’uomo accumula ricchezza e accetta il rischio di investire capitale – con la speranza di incrementarlo.

1.8 1.8 -- LL’’investimentoinvestimento

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Il ciclo delle attivitIl ciclo delle attivitàà economiche economiche (Fig. 1.2)(Fig. 1.2)

PRODUZIONE

SCAMBIO

CONSUMO

RISPARMIO

INVESTIMENTO

BISOGNIE ASPIRAZIONI

ATTUALI

BISOGNI E ASPIRAZIONI

FUTURE

ASPIRAZIONEALLA

RICCHEZZA

motivazioni

al lavoro

accettazione

del rischio

motivazione

all’accumulazione

LAVOROCAPITALE

di beni dotati

di valore

della

ricchezza

astensione

dal consumo

soddisfare

soddisfare

soddisfare

REMUNERAZIONE REMUNERAZIONE

53

� Tre sono le forme dell'investimento (supponiamolo monetario):

1 - economico reale: è formato da due scambi contrapposti dello stesso bene a t diverse

2 - economico produttivo: si acquisiscono fattori di produzione e si cedono le produzioni ottenute da processi produttivi intermedi.

3 - finanziario: si cede un capitale contro un capitale futuro, lasciandone ad altri l’investimento economico.

1.9 Le tre forme dell1.9 Le tre forme dell’’investimentoinvestimento

54

� L’investimento economico reale è un trasformatore economico nel quale viene messa in rischio una quantità di ricchezza ad una certa epoca – il capitale investito – per acquistare dati beni a dati prezzi, conservandoli per un dato periodo, al fine di rivendere quegli stessi beni ai prezzi disponibili all’epoca in cui i beni saranno ceduti.

� Il valore dei beni acquistati rappresenta il costo di acquisto; il valore dei beni ceduti configura il ricavo di vendita che recupera il costo e determina un risultato operativo.

+ QB(t0) - QB(t 1) —————•—————————————•——————- CI(t0)=-pB(t 0) QB(t 0) = CB + CI(t1)=pB(t 1) QB(t 1) = RB

1.9 1.9 -- LL’’investimentoinvestimento economicoeconomico realereale

55

� Il risultato operativo si quantifica come:

RO = RB – CB = [pB(t 1) QB(t1)] – [pB(t 0) QB(t 0) ]

� Ecco i due rischi dell’investimento reale:

1) rischio tecnico di conservazione di B;

2) rischio economico di mercato: non riuscire a vendere a prezzi superiori.

� Se QB(t1) = QB(t0) allora risulta:RO = QB(t1) [pB(t 1) – pB(t 0)]

Il risultato operativo e i rischi Il risultato operativo e i rischi delldell’’investimento realeinvestimento reale

56

� L’investimento economico produttivo è un trasformatore economico nel quale � un capitale CI(t0) viene investito per acquistare fattori

produttivi (e lavoro), � in quantità QF(t0) ai prezzi pF(t 0) � al fine di produrre altri beni in quantità QP(t 1) � che verranno successivamente venduti ai prezzi pP(t 1) al

termine dei processi di produzione,� recuperando il capitale in volume CI(t1);� maggiore di quello investito, produce un utile; se inferiore,

una perdita.

+ QF(t0) - QF = +QP - QP(t1) ———•————————————————•—————- CI(t0)=-pB(t 0) QF(t0) = CF + CI(t1)=pB(t 1) QP(t1) = RP

1.9 1.9 -- LL’’investimentoinvestimento economicoeconomicoproduttivoproduttivo

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� Il risultato operativo si quantifica come:

RO = RP – CF = [pP(t 1) QP(t1)] – [pF(t 0) QF(t0) ]

� Ecco i due rischi dell’investimento produttivo:

1) rischio tecnico di trasformazione di P;

2) rischio economico di mercato: non riuscire a vendere a prezzi superiori.

� I prezzi, in quanto consentono la misura dei valori di scambio, rappresentano l’essenza della trasformazione economica.

Il risultato operativo e i rischi Il risultato operativo e i rischi delldell’’investimento produttivoinvestimento produttivo

58

� Un capitale CI(t0) viene posto in rischio�per il finanziamento del capitale investito �di un investimento economico produttivo o economico

reale�e diventa un capitale finanziario.

� Al termine di T si recupera il capitale CI(t1). Se CI(t1) > CI(t0) si ha un risultato finanziario positivo

� L’investitore finanziario sopporta un rischio indiretto: quello dell’investimento economico per finanziare il quale il capitale è stato conferito.

1.9 1.9 -- LL’’investimentoinvestimento finanziariofinanziario

59

� Il capitale finanziario può essere investito in due forme:

1) conferimento in rischio assoluto – o a titolo di Equity -(capitale proprio, capitale netto, ecc,) – come partecipazione alla formazione del capitale investito:

- K(t 0) + K(t1)———•——————————————•———+ partecipazione - partecipazione

L’Equity partecipa ai risultati dell’investimento economico ma guadagna per ultimo e perde per primo.

Investimento in EquityInvestimento in Equity

60

2) conferimento in rischio relativo – o a titolo di Debt (Debit, prestito, finanziamento netto, credito di finanziamento, ecc,):

- K(t 0) + K(t 1)———•——————————————•———

+ prestito - prest ito

Il Debt partecipa ai risultati dell’investimento economico ma guadagna per primo e perde per ultimo.

Investimento in DebtInvestimento in Debt

61

1.9 1.9 -- Legge generale dellLegge generale dell’’investimentoinvestimento

� L’investimento finanziario è strumentale per attuare l’investimento economico così come l’investimento economico è strumentale per attuare l’investimento finanziario.

� Deriviamo la seguente legge generale dell’investimento.

� investimento economico e finanziario, non possono avere vita autonoma e distinta ma devono sempre essere attuati congiuntamente per formare un capital investment.

� il capital investment sopporta rischi tecnici (di conservazione e di trasformazione) e rischi economici (di mercato) e tutti i capitali finanziari compartecipano a tali rischi (in forma assoluta, equity, o relativa, debt).

� Il capital investment produce un risultato operativo che è l’unica fonte per remunerare gli investimenti finanziari.

62

� L’economia politica ricerca leggi e teorie che possano spiegare e controllare gli effetti delle attività economiche.

� La macro economia osserva le attività economiche nel macro sistema economico formato dalle popolazioni di azienda. Variabili fondamentali sono: PIL, inflazione, disoccupazione, domanda aggregata, consumo, risparmio, investimento, ecc.

� La micro economia osserva le attività delle aziende ma come macro comportamento ambientale (punto di vista esterno) Ad es: curve di domanda, curve di offerta, concorrenza, prezzi.

� L’economia aziendale ricerca leggi e teorie che possano spiegare e controllare il comportamento strutturale economico delle aziende e nelle aziende (punto di vista interno).

1.10 1.10 -- Studiare le aziendeStudiare le aziende

Andamento del PIL 2007-2010

64

� Definiamo AZIENDE

� le organizzazioni durevoli�o sistemi economici istituzionalizzati

�nelle quali vengono svolte in forma collettiva le attività:�di consumo

�di produzione

�di risparmio

�di investimento

�di scambio

della ricchezza.

1.10 1.10 -- Le aziendeLe aziende

65

� Aziende di consumo – Sono le organizzazioni permanenti nelle quali sono assunte le decisioni di consumo, di impiego dellavoro, di risparmio e di investimento finanziario dei capitali che con il risparmio hanno avuto formazione.

� Sono create per rendere massima l’efficienza del consumo e per soddisfare l’aspirazione al benessere e alla ricchezza.

� Aziende di produzione – Sono le organizzazioni permanenti, nelle quali sono assunte le decisioni relative ai processi di produzione, all’utilizzo del lavoro e degli altri fattori produttivi, al reperimento di informazioni e del know-how e alla ricerca dei capitali finanziari necessari per l’investimento.

� Sono create da lavoratori o da investitori per ricercare, tramite la produzione efficiente, una remunerazione per il lavoro o un risultato economico per i capitali investiti.

Le due classi principali (cenni)Le due classi principali (cenni)

Una classificazione più ampia e precisa

delle aziende sarà presentata al Cap. 4.

Una tipologia di aziende di produzione

sarà presentata al Capitolo 5.

66

� Per l’EA, la realtà economica è formata da comportamenti ma non esprime giudizi sulle motivazioni, cioè sui bisogni e sulle aspirazioni, di quei comportamenti.

� Nell’osservazione (descrizione e spiegazione) della realtàeconomica l’ EA pone alcuni postulati sulla cui base si fondano le teorie.

� Essi rappresentano il presupposto di ogni

spiegazione dell'Economia Aziendale.

I postulati dellI postulati dell’’EAEAUn quadro di sintesiUn quadro di sintesi

Nota bene - Nel testo, i postulati sono

indicati in diversi paragrafi e vengono qui

presentati in un quadro di sintesi.

67

Ecco i postulati di base:

Postulati di basePostulati di base

[1]

Teleonomia, benessere,egoismo

L’uomo ricerca la sopravvivenza sua, della famiglia, del gruppo di appartenenza.Ricerca il benessere come condizione di esistenza.Tiene un comportamento egoista nel senso di Richard Dawkins “Un’entità […] è detta altruista se si comporta in modo da aumentare il benessere di un’altra entitàsimile a spese del proprio. Il comportamento egoista ha un effetto esattamente opposto. ‘Benessere’ èdefinito come ‘probabilità di sopravvivenza’, anche se l’effetto sulla reale prospettiva di vita o di morte è cosìscarso da sembrare trascurabile. […]”

[2]

InappagabilitàI bisogni e le aspirazioni sono illimitati, per numero,Varietà e ricorrenza.

68

Ecco i postulati di base:

Postulati di basePostulati di base

[3]

AmbizioneGli individui tendono a massimizzare il grado di soddisfacimento dei bisogni e di appagamento delle aspirazioni (della ricchezza, in particolare) e ricercano la gratificazione sociale.

[4]

OperositàL’uomo è disposto ad applicare il proprio lavoro per produrre e consumare i beni necessari per soddisfare i moventi economici; ciò equivale all’ipotesi che l’uomo sia lavoratore, produttore e consumatore. Cioè, che sia operoso.

69

Ecco i postulati di base:

Postulati di basePostulati di base

[5]

Efficienza,produttività

Gli individui tendono a massimizzare l’efficienza del proprio lavoro, rendendo massimo il rapporto tra il beneficio del “lavorare” e il sacrificio che ne deriva.

[6]

Razionalità;interesse

L’uomo tende a rendere massimo il beneficio delle proprie azioni e, in particolare, a massimizzare il proprio “interesse”, sia in campo economico sia in campo sociale. Già Adam Smith, An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations (1776), osservava: “Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che possiamo aspettarci la nostra cena, ma dalla ricerca del loro proprio interesse.”.

70

Ecco i postulati di base:

Postulati di basePostulati di base

[7]

Misurabilità dei valori

Esiste un sistema di prezzi tramite il quale misurare i valori.

[8]

IntraprendenzaL’uomo tende sempre a risparmiare una parte della ricchezza ed esistono individui disposti ad accettare il rischio dell’impiego del risparmio per attuare investimenti.Ciò equivale a postulare che l’uomo sia previdente ma intraprendente.

71

Ecco i postulati specifici:

Postulati specifici dellPostulati specifici dell’’EAEA

[9]

Esistenza dell’azienda

Le aziende esistono in quanto sono “lo strumento dell’umano operare in campo economico” (Giovanni Ferrero, Istituzioni di economia d’azienda, Giuffrè, Milano, 1968)

[10]

Azienda qualeunità di osservazione

L’attività economica è svolta interamente nell’ambito di aziende – intese quali organizzazioni permanenti –nelle quali sono assunte tutte le più rilevanti decisioni circa la produzione ed il consumo, lo scambio, il risparmio e l’investimento della ricchezza.

[11]

Rapporti tra aziende

Le aziende di produzione e di consumo sono tra loro collegate in una rete di flussi di beni, lavoro, capitali ed informazioni tramite “scambi monetari” e “investimenti”.

72

Ecco i postulati specifici:

Postulati specifici dellPostulati specifici dell’’EAEA

[12]

Teleonomia delle organizzazioni produttive

Le aziende di produzione efficienti godono di- teleonomia endogena in quanto producono remunerazioni di lavoro e di capitale,- teleonomia esogena, in quanto aumentano la ricchezza del sistema riducendo il lavoro necessario.

[13]

Teleonomia delle organizzazioni di consumo

Le aziende di consumo efficienti godono di- teleonomia endogena in quanto soddisfano i bisogni dei propri componenti,- teleonomia esogena, in quanto consentono di ottenere lavoro, remunerazioni e risparmio.

73

Fine del capitolo 1

Queste diapositive sono disponibili alla pagina:

http://economia.unipv.it/pagp/pagine_personali/pell icelli /

Fine