Un nuovo Arcivescovo Ł giunto a noi dal mare · re la bellezza di Cristo e il Suo abbraccio all...

16
L’educazione al servizio non è una questione puramen- te teorica ma si sviluppa in due fasi distinte: ingenerare lo spiri- to di buona volontà, creare occasio- ni che consentano di esprimere con- cretamente tale spirito...” da “Suggerimenti per l’educatore scout” Pubblicazione periodica, a diffusione interna, del Centro Studi Scout “San Giorgio - onlus Taranto - Anno X - N.1 Gennaio - Marzo 2012 L’arrivo di Mons. Filippo Santoro, nominato Arcive- scovo di Taranto ed 87ー successore alla Cattedra di San Cataldo, è stato prece- duto dalla fama della sua autorevolezza, che deriva dalla lunga esperienza di apostolato missionario in Brasile e dai prestigiosi titoli di eccellenza in cam- po accademico e culturale, ma sopra tutto per le opere sociali, le attenzione e le cure da lui profuse in ab- bondanza in favore dei poveri e degli ultimi. Come San Cataldo è giun- to nella nostra Città dal mare e le sue prime parole di saluto alle autorità ed al popolo che lo ha accolto, sono state dettate dall’ansia di conoscere questo nuovo territorio di missione, molto diverso da quello lasciato in Brasi- le, ma che necessita di eguali attenzioni. Rivolge un caloroso saluto al Sin- daco ed alla giunta comu- nale, che lo hanno accolto. Ad essi offre di affiancarli nel cam- mino del progresso civile, per la parte che Gli compete, intratte- nendo un dialogo sincero ed una aperta e fattiva collaborazione, pur con- servando piena autonomia di giudizio. Un pensiero rivolge al passato glorioso della Cit- tà ed alle tradizioni reli- giose che ne arricchiscono la memoria e possono essere volano di promo- zione sociale e culturale. Si rivolge poi ai giovani ed alle loro manifestazioni gioiose e così esprime il suo sentire: “Voi, cari giovani, che avete avuto la grazia di incontrare ed amare il Signore Gesù, potete e dovete mettere a servizio dell’uomo e di tutta la società la vostra intelligenza, il vostro en- tusiasmo ed il vostro ge- neroso impegno. Nessuno può disimpegnarsi dall’offrire il proprio con- tributo e voi siete una me- ravigliosa risorsa, piena di speranza, per la Chiesa e per la Città in cui vivete”. Infine riconosce come compito fondamentale alla comunità cristiana, quello di farsi carico dei biso- gni dei più deboli, af- finché la grave crisi finanziaria che già si fa sentire, non pesi sui più deboli, ma di essi dovrà farsi carico il corpo ecclesiale e laico dei credenti, che collabore- rà con la comunità cit- tadina per il bene di tutti. Un altro momento im- portante abbiamo vis- suto alla cerimonia di in- sediamento, avvenuta il 5 gennaio 2012 nella Con- Cattedrale Gran Madre di Dio al momento della omelia. Un excursus di alto profilo che ha toccato temi importanti e varia- mente legati alla comune sensibilità. Offriamo una sintesi degli spunti più vivaci della Omelia, che prende l’avvio dai ringraziamenti di rito, al Santo Padre che lo ha nominato in questa Arcidiocesi, alle Autorità Un nuovo Arcivescovo è giunto a noi dal mare Sommario * Un nuovo Arcivescovo Pag 1 * Come l’educazione scout aiuta .... 3 * La gratuità del servizio 5 * Salviamo il nostro pianeta 6 * Chiusura centenario WAGGGS 7 * AGI in Puglia e Lucania 1944-:-1973 8 * I novant’anni di Gino Lepore “ 11 * Lo stile del servizio in otto parole “ 11 * L’ultima carezza di scout e guide ... “ 12 * Un grazie di cuore a padre Stefano “ 13 * Il bene prezioso della dignità “ 14 * Il MASCI TA/4 ha promesso! “ 15 * Il mio ingresso nella grande famiglia .. * Avvicendamento nel Masci TA/1 “ 16 * Presto beato Padre Sevin * Occasione perduta?

Transcript of Un nuovo Arcivescovo Ł giunto a noi dal mare · re la bellezza di Cristo e il Suo abbraccio all...

“ L’educazione al servizionon è una questione puramen-te teorica ma si sviluppa indue fasi distinte: ingenerare lo spiri-to di buona volontà, creare occasio-ni che consentano di esprimere con-cretamente tale spirito...”

da “Suggerimenti per l’educatore scout”

Pubb

licaz

ione

per

iodica

, a

diff

usione

int

erna

, de

lCe

ntro

Stu

di S

cout

“Sa

n Gi

orgio”

-on

lus

—Ta

rant

o-

Ann

o X

-N.1

Gen

naio-M

arzo

201

2

L’arrivo di Mons. FilippoSantoro, nominato Arcive-scovo di Taranto ed 87°successore alla Cattedra diSan Cataldo, è stato prece-duto dalla fama della suaautorevolezza, che derivadalla lunga esperienza diapostolato missionario inBrasile e dai prestigiosititoli di eccellenza in cam-po accademico e culturale,ma sopra tutto per le operesociali, le attenzione e lecure da lui profuse in ab-bondanza in favore deipoveri e degli ultimi.Come San Cataldo è giun-to nella nostra Città dalmare e le sue prime paroledi saluto alle autorità ed alpopolo che lo ha accolto,sono state dettatedall’ansia di conoscerequesto nuovo territorio dimissione, molto diversoda quello lasciato in Brasi-le, ma che necessita dieguali attenzioni. Rivolgeun caloroso saluto al Sin-daco ed alla giunta comu-

nale, chelo hannoaccolto.Ad essioffre diaffiancarlinel cam-mino delprogressocivile, perla parteche Glicompete,intratte-nendo un dialogo sinceroed una aperta e fattivacollaborazione, pur con-servando piena autonomiadi giudizio.Un pensiero rivolge alpassato glorioso della Cit-tà ed alle tradizioni reli-giose che ne arricchisconola memoria e possonoessere volano di promo-zione sociale e culturale.Si rivolge poi ai giovanied alle loro manifestazionigioiose e così esprime ilsuo sentire: “Voi, carigiovani, che avete avuto la

grazia di incontrare edamare il Signore Gesù,potete e dovete mettere aservizio dell’uomo e ditutta la società la vostraintelligenza, il vostro en-tusiasmo ed il vostro ge-neroso impegno. Nessunopuò disimpegnarsidall’offrire il proprio con-tributo e voi siete una me-ravigliosa risorsa, piena disperanza, per la Chiesa eper la Città in cui vivete”.Infine riconosce comecompito fondamentale allacomunità cristiana, quello

di farsi carico dei biso-gni dei più deboli, af-finché la grave crisifinanziaria che già si fasentire, non pesi sui piùdeboli, ma di essi dovràfarsi carico il corpoecclesiale e laico deicredenti, che collabore-rà con la comunità cit-tadina per il bene ditutti.Un altro momento im-portante abbiamo vis-

suto alla cerimonia di in-sediamento, avvenuta il 5gennaio 2012 nella Con-Cattedrale Gran Madre diDio al momento dellaomelia. Un excursus dialto profilo che ha toccatotemi importanti e varia-mente legati alla comunesensibilità.Offriamo una sintesi deglispunti più vivaci dellaOmelia, che prendel’avvio dai ringraziamentidi rito, al Santo Padre chelo ha nominato in questaArcidiocesi, alle Autorità

Un nuovo Arcivescovo è giunto a noi dal mare

Sommario* Un nuovo Arcivescovo Pag 1* Come l’educazione scout aiuta .... “ 3* La gratuità del servizio “ 5* Salviamo il nostro pianeta “ 6* Chiusura centenario WAGGGS “ 7* AGI in Puglia e Lucania 1944-:-1973 “ 8* I novant’anni di Gino Lepore “ 11* Lo stile del servizio in otto parole “ 11* L’ultima carezza di scout e guide ... “ 12* Un grazie di cuore a padre Stefano “ 13* Il bene prezioso della dignità “ 14* Il MASCI TA/4 ha promesso! “ 15* Il mio ingresso nella grande famiglia .. “ “* Avvicendamento nel Masci TA/1 “ 16* Presto beato Padre Sevin “ “* Occasione perduta? “ “

Pagina 2 il taccuino

Civili e Militari presenti, aiCardinali, Arcivescovi, Ve-scovi e presbiteri, alle suoredi clausura, agli Ordini pro-fessionali, a confraternite,comunità e associazioni lai-cali, alle cooperative di pe-scatori, ai suoi familiari chelo hanno seguito nelle diver-se sedi nelle quali ha svoltoil suo ministero, ed infine atutti i fedeli della Diocesi diTaranto, ai quali promette:“Con tutti voi desidero porta-re la bellezza di Cristo e ilSuo abbraccio all’intera so-cietà”.Poi entra nel vivo del discor-so:“ In questa solenne liturgiadell’Epifania, nella Concatte-drale di Taranto dedicata allaGran Madre di Dio, noi quiriuniti vogliamo adorare ilSignore che si manifestanella storia a tutti i popolicome salvatore e luce dellegenti. Insieme ai magi ado-riamo il bambino Gesù, no-stra luce e nostra salvezza,Mistero eterno manifestatosinella carne e presente inmezzo a noi. Nascendo dallaVergine Maria, il Figlio diDio è venuto per tutti i popo-li, per l’intera umanità, rap-presentata dai magi:“abbiamo visto splendere lasua stella e siamo venuti adadorarlo” (Mt 12, 2).Perché questi sapienti si sonomossi? Cosa li ha spinti?Questi saggi erano uominidesiderosi del vero, in ricercadi una luce più bella di quel-la delle stelle, capace di illu-minare tutta la loro vita, el’hanno trovata in un bambi-no”...“Verbum caro factum – il

Verbo fatto carne” è il miomotto episcopale. Un voltoche si può vedere; un uomoche si può incontrare, comelo hanno incontrato e accoltoMaria e Giuseppe, i pastori, imagi, Giovanni e Andrea, gliapostoli, i discepoli e i lorosuccessori sino ad arrivare a

Cataldo e dopo di lui a Gu-glielmo Motolese, a Salvato-re De Giorgi e a BenignoLuigi Papa con tutto il popo-lo di Dio; un volto che per-mane e che salva: Gesù Cri-sto, Figlio di Dio e figlio diMaria.Questo sarà il principale o-biettivo del mio ministeroepiscopale in continuità con imiei grandi e venerati prede-cessori: rendere possibilel’incontro con Gesù, condur-re le persone a scoprire ilSuo volto e a seguirLo, a-mandoLo come il valoresupremo della vita, “vitadella nostra vita” come dicesant’Agostino”.“…Come Chiesa diocesanaci mettiamo in continuità colMagistero dei nostri Vescovipredecessori; in piena comu-nione con la Conferenza Epi-scopale Italiana e, soprattut-to, in fedele e totale unitàcon il successore di Pietro,Papa Benedetto XVI.Di fronte alla grave crisifinanziaria economica e mo-rale che ci ha raggiunti nonvogliamo fare gli specialistinell’analisi sociologica, vo-gliamo semplicemente con-dividere il dramma di tantinostri fratelli a partire dallanovità della fede che cambiala vita. Questo è il punto dipartenza per essere solidalicon i nostri fratelli e sorellepiù provati dalla crisi”.“…L’esperienza della fede cispingerà alla carità, secondola grande Tradizione dellaChiesa tarantina.Ci spingerà anche ad unapresenza amorevole nellasocietà, nella scuola,nell’università, nella cultura,nell’arte, nello sport, valoriz-zando le risorse naturali,l’industria e il turismo.Vorremmo essere allo stessomodo presenti nell’economiae nella politica, intesa comela grande politica, a serviziodel bene comune”.“..Da quello che vedo il qua-

dro sociale, economico epolitico nazionale è moltograve. Pur mancandodall’Italia da ventisette anni,da subito noto che qui siamoguidati dai mercati interna-zionali e dalla dittatura dellospread. Ma in questo climadi incertezza, come dice ilcard. Bagnasco, non possia-mo vivere la logica dellasfiducia e del “tutti controtutti”. Questa è la cosa piùestranea all’esperienza cri-stiana.Imparerò a conoscere la si-tuazione di Taranto e Provin-cia, ma sin da ora mi sembranecessario difendere il valoredella persona umana, dellasolidarietà, del posto di lavo-ro e dell’occupazione, lottan-d o p e r u n r i sp e t todell’ambiente che faccia sìche questo possa essere ac-cogliente per l’uomo, chepreservi i l ter r i tor iodall’inquinamento e che ri-doni al mare il suo ruolo digrande risorsa per la produ-zione, per la crescita umanae per l’incontro tra differenticulture e tradizioni. Salva-guardia del posto di lavoro edifesa dell’ambiente nonsono in contraddizione.Proiettati dai nostri due maridi Taranto verso gli ampispazi del mondo, la MarinaMilitare e le altre Forze Ar-mate, che ho già salutato,siano fonte di difesa e dicostruzione della pace. Inquesta prospettiva di fiduciae di speranza un compitoprioritario lo ha l’educazionein tutti gli ambiti in cui que-sta si compie: nella famiglia,nella Chiesa, nella scuola enella società. Per questocompito ho fiducia neglieducatori, e li esorto perchéabbiano a cuore non solo latecnica e il mercato, ma unavisione integrale della perso-na umana aperta al Mistero ealla solidarietà”.“…Ho fiducia soprattuttonell’azione dello Spirito e

nella protezione di MariaImmacolata. Lo Spirito San-to infatti rende possibile laprofezia, la valorizzazione ditutti i carismi e la missione.La Madre di Dio dà una di-mensione più umana e nonburocratica alla nostra operadi evangelizzazione. Mariadà un tono differente e deltutto familiare alla nostraC h i e s a i n s e g n a n d o c il’ascolto, l’accoglienza, ildono di sé e la missione. AllaMadre di Dio, qui a Tarantovenerata come Madonnadella Salute, consacro il mionuovo ministero episcopale,chiedendo per me e per tuttal’Arcidiocesi di Taranto lafedeltà totale a Cristo Signo-re, l’entusiasmo della fede, lapassione della carità, l’ardoredella missione. Invoco an-che la protezione dei santidella nostra Arcidiocesi: SanCataldo, San Francesco DeGeronimo e Sant’EgidioMaria di S. Giuseppe.Carissimi sacerdoti e carissi-mi fedeli convenuti qui damolte parti dell’Italia, dalBrasile e da ogni angolo del-la nostra diocesi, vi offrooggi, come successore di SanCataldo, l’abbraccio di Cri-sto. Portatelo a tutti nellevostre famiglie e nella socie-tà come fonte di pace e disperanza. Siate nel mondo lastella che illumina il cammi-no della vita per la salvezzadel mondo e per la gloria diCristo. Amen.Sia lodato Gesù Cristo!

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 3

Parlare a capi scout di scelta politicasembra un po’ stravagante, perché que-sto tema lo abbiamo sentito ai campiscuola, nei tirocini per i giovani, nelleattività di comunità capi, e ne abbiamofatto un progetto educativo regionale,quindi il discorso della scelta politicapuò sembrare superfluo. Eppurel’emergenza politica nazionale e inter-nazionale ci chiama direttamente a im-pegnarci ancora di più nella politica.Anche i Vescovi hanno richiamato leassociazioni cattoliche ad essere pre-senti nella politica in questo momento.Da parte mia e penso anche di molticapi, c’è voglia di fare qualcosa di piùdi quanto si è fatto fin’ora. Abbiamoredatto progetti regionali messi in rete eabbiamo detto che fare rete con le altreassociazioni è anche un modo di farepolitica e di essere attivi nel territorio.Tornando alle origini, ai testi di BadenPowell ho scoperto delle singolarità,delle curiosità che possono destare lavostra attenzione. Nel libro dei capi hotrovato una pagina bellissima che sem-bra scritta oggi eppure risale ad oltre unsecolo fa; riguarda l’egoismo, che oggiè un carattere dominante della società :il farsi i fatti propri, oggi è tornato digran moda l’egoismo, noi invece chie-diamo ai ragazzi di essere generosi.“Signore insegnami ad essere generosa”ho recitato come guida quando sonoentrata in associazione, quindi pensareagli altri è stato l’obiettivo della miaesistenza, delle mie scelte di adolescen-te, di giovane donna e poi di donna ma-tura. Oggi i genitori consigliano ai ra-gazzi: se puoi, frega gli amici, se puoi,approfitta degli altri; quindi l’egoismo èdominante. Baden Powell nel Libro deicapi dice che l’egoismo è la spina dorsa-le non soltanto del comportamento civi-co, ma anche della politica e del mondosindacale. Da B.P. ho recuperato questo“no all’egoismo” che deve contraddi-stinguere il nostro aumentato impegno

nella società di oggi “… non vi parloche lo schema possa rivoluzionare lagioventù di questo paese ma senz’altrose un ragazzo si guida a diventare unbuon cittadino è meglio che starseneseduti tranquilli come spettatori delgioco senza far nient’altro ... Abbiamoattualmente in Gran Bretagna oltre duemilioni di ragazzi dei quali dai duecen-tocinquanta ai cinquecentomila fannoal di fuori della scuola delle esperienzepositive, gli altri vanno alla deriva, sci-volando verso il teppismo e la cattivacittadinanza per mancanza di qualcunoche li guidi sulla strada di una vita uti-le. Sono questi che vogliamo afferraree guidare “. La domanda che mi faccioe vi faccio : quanto noi riusciamo nelnostro impegno educativo per una socie-tà migliore, ad afferrare e guidare questiragazzi che sono portati al teppismo?“ .. sono ragazzi pieni di entusiasmo chestanno raggiungendo il crocevia tra ilbene e il male e gran parte di essi stascivolando a causa dell’ambiente circo-stante, verso il male per diventare per-ditempo per il resto della sua vita. Nonutile a se stesso e nemmeno per il suopaese proprio per mancanza di unaguida nel momento cruciale della suacrescita …”. Io credo che il nostro do-vere civico come associazione, sia quel-lo di impegnarci per rendere felici primai nostri ragazzi e poi, se si riesce, rende-re felice il paese. In che modo? BadenPowell, lo ricordate, ha detto: “far felicigli altri” e questo è quello che ci dob-biamo chiedere quando siamo stanchi,dopo una giornata terribile di quelle chenon vorremmo mai avere: quanto horeso felici i miei ragazzi? Quanto i mieiragazzi sono stati annuncio di felicitàperché in fondo noi stiamo al mondo perquesto. Ce lo ha detto Baden Powell,ma ce lo hanno ripetuto anche altri, cheoccorre fare “la felicità degli altri”. Que-sto far felice gli altri ed essere cittadiniattivi Baden Powell lo esprime con que-

sta frase: “.. vo-gliamo che i nostriragazzi divenganocristiani attivi, nonpassivi frequentatori abitudinari dichiese, indifferenti, il cui unico pensieroè birra, soldi e brontolio” non vi sem-bra la descrizione di molti dei nostriragazzi?Come l’educazione scout aiuta a diven-tare cittadini attivi. Io credo che abbia-mo a disposizione tre elementi. 1) Por-tarli in giro per la città. Pensate ai nostrilupetti quando vengono in sede accom-pagnati dai genitori, poi di nuovo ripresidai genitori, se gli chiedete: ma tu lastrada per arrivare qui da casa la sai?

Loro rispondono di no. Sono come pac-chi postali a otto-nove anni e continuanoad esserlo fini a dieci-undici anni. Iovivo in un paese di ventimila personedove non dovrebbe essere così, perché iragazzini dovrebbero andare in giro inbicicletta e conoscere il territorio, manon è così; però chi fa scautismo in que-sto momento, può fargli conoscere larealtà, portarli fuori dalla sede, e questaè una cosa bellissima, perché così listacchiamo dalla visuale virtuale delcomputer, li stacchiamo dalle cose chesembrano in un modo ma sono altre.Una bambina del mio gruppo ha chiestotempo fa: “perché le arance non si rac-colgono nei solchi?” Lei non aveva maivisto un albero di arancia. Questo fapensare come la mancanza del contattocon le cose reali sia oggi un grosso pro-blema. Allora se noi, come associazio-ne, riusciamo a far conoscere la realtà,che significa territorio, quartiere, e per ibambini piccoli significa paese, anzialtri paesi con cui gemellarsi, luoghidove portare i ragazzi alle vacanze dibranco, i reparti a fare campi e i novizialle routes, ma non li portiamo soltantoa percorrere strade ma ad incontrare lagente (e questa cosa ultimamente non lafacciamo più tanto) noi avremo posto le

“Officine metodologiche” di Zona Taranto14 e 15 gennaio 2012 - Martina Franca

“Come l’educazione scout aiuta a diventare cittadini attivi”Stralci dell’intervento di Rosa Serrone

Rosa Serrone è Capo gruppo del Giovinazzo 1, membro del collegio giudicante nazionale, già Consi-gliere generale, collaboratrice della Caritas diocesana di Molfetta, la Diocesi di don Tonino Bello. Ro-sa ha avuto il dono di conoscerlo e collaborare con lui, nella fondazione di una associazione che curauna biblioteca per ragazzi.

Pagina 4 il taccuino

premesse per educare buoni cittadiniattivi. Nelle vostre attività voi date unobiettivo, una missione e dite: “deviandare in quel quartiere e intervistare glianziani oppure le signore per conoscerele tradizioni culinarie”; cosa accade? Iragazzi hanno intervistato una signora ese quella signora non è stata generosanelle risposte, è possibile che torninocon la paginetta vuota. Allora lo scauti-smo cosa può fare? Può incuriosire,insegnare a fare le domande nel modogiusto (perché noi impariamo facendo),invitare ad osservare con attenzione lepersone e le cose, ma se noi non portia-mo i ragazzi a scoprire il territorio, adincontrare ambienti e persone, noi nonriusciremo ad incuriosirli ed a guardarel’altro; non possiamo vincere l’egoismose non li rendiamo sensibili nel cammi-no verso l’altro. Siamo certi che questocammino non glielo sta insegnando lafamiglia, che avendo un solo figlio, neha fatto un idolo. Lo ha messo su unpiedistallo al centro della casa, l’ha cari-cato di attese e si aspetta che sia bravis-simo (Einstein a scuola, campione dihokey nel campo di gioco, perfetto mu-sicista quando suona). In questo modola famiglia avvelena la vita dei ragazziproprio con le attese eccessive, senzaavere cognizione dei limiti che questiragazzi potrebbero avere. Noi abbiamonelle mani lo strumento metodologico,che ci permette di far sperimentare larealtà e di far comprendere ai ragazziciò che sono veramente, ma soprattuttoper incoraggiarli e non farli cadere incrisi depressive (anche i bambini hannole crisi sapete, alcuni dei nostri lupettiprendono ansiolitici e lo abbiamo sco-perto solo alle vacanze di branco. Quan-do siamo tornati ci hanno chiesto: quan-te goccine ha preso? Goccine? Si, avevaun farmaco, ma noi non glie lo abbiamodato perché non ne aveva bisogno. Co-me non ne ha avuto bisogno? Ogni seradoveva prendere sette goccine di tran-quillante altrimenti non dormiva la not-te. Abbiamo risposto: era così stanco,signora, che ha dormito tranquillamen-te). Forse esagero, perché questa situa-zione riguardava solo un bambino nelbranco, però di fatto accade, che alcunigenitori hanno un rapporto con i ragaz-zi, che dovrebbe essere un po’ più atten-to e sensibile; perciò, in questo momen-to, riteniamo sia abbastanza critico ilrapporto tra genitori e figli. Allora il

primo punto è quello di far conoscere ilterritorio, anche se fuori ci sono perico-li, o fastidi, i treni che non funzionano,il pullman che costa troppo; la vita èdiventata un po’ complicata, ma noidobbiamo essere più scaltri e trovaremodi che ci permettano di fare ugual-mente quello che dobbiamo fare anchese con maggiori difficoltà.2) Il secondo punto è quello di portare iragazzi a conoscere se stessi usando letecniche della conquista delle specialitàe le imprese, ma è importante ancheavere con loro un colloquio personale,per indurli a fidarsi del capo; devonoconsiderare il capo come un amico, noncome un censore. Nel mio gruppo ilprimo obiettivo di quest’anno è la lealtà,perché sappiamo cosa avviene nei ra-gazzi. Essi si costruiscono una mascheraper sembrare ai nostri occhi più belli einteressanti di come sono in realtà, per-ché gli adulti da loro si aspettano chesiano bravi ed efficienti e non voglionodeludere quelle aspettative. Questa lorofragilità viene nascosta e spesso solo noisiamo in grado di ascoltarli davvero,comprendere il loro cuore e non far pe-sare loro le fragilità. Allora, sì a specia-lità, imprese e soprattutto al colloquiotra capo e ragazzo che può dare ai ra-gazzi il senso dei propri limiti, il piaceredi affermarsi, di conquistare il successo,di darsi agli altri, di essere bravi a scuo-

la ed essere anche di esempio. Ma quan-ti dei nostri ragazzi fanno i rappresen-tanti di classe nella scuola superiore? Disolito si defilano! Eppure quello è ilprimo luogo nel quale essere un cittadi-no attivo, quasi adulto. E molti lupetticosa fanno? Spesso fanno la spia neiconfronti degli amici. Non voglionoprestare i fogli, i colori o altro, per timo-re che gli altri ne approfittino. Sonoesempi di vita civica negativa nellascuola, piuttosto che essere un collantedi amicizia. Invece i lupetti devono es-sere educati all’amicizia, a stare insie-me; abbiamo detto loro che la forza dellupo è nel branco, ma la forza del lupo

deve valere in tutti gli ambienti. Noidobbiamo davvero eliminare le cattive-rie e l’egoismo dilagante che si incontrain ogni ambiente.3) La terza leva è agire “con l’aiuto diDio”. Dio è nei nostri discorsi, all’inizioe alla fine delle nostre riunioni, moltospesso fa da cornice; ma agire “conl’aiuto di Dio” dobbiamo farlo vivere airagazzi, raccontando come nella nostravita Dio è presente davvero, è un’ancoraa cui facciamo ricorso tutte le volte chesiamo in difficoltà, ma anche tutte levolte che siamo contenti. Allora “conl’aiuto di Dio” è la terza energia, la terzastrada che ci permette di trovare il di-scernimento. Facciamo l’esempio peruna comunità capi: cittadino attivo perme cosa significa? Sottoscrivere petizio-ni online; partecipare ai gruppi cittadinidi coscientizzazione politica, però senon c’è l’aiuto di Dio e se non c’è ildiscernimento, se non c’è la sapienzadel cuore, sapete quanti errori si fanno?Qualcuno fa politica per mettersi sulpiedistallo, ma il giorno dopo può finirenelle stalle, fa impegno civico per la-sciare la bandierina della sua presenza,ma una volta andato via, non lascia al-cuna traccia. Il nostro impegno invece,con l’aiuto di Dio, deve essere quello difar crescere anche nella comunità civicaquella comunione che è uno dei fonda-menti del nostro stare in associazione.Noi stiamo insieme perché crediamo nelvalore del gruppo, nel rafforzamento delcarattere, nella solidità morale dellapersona, crediamo che Dio è presente edè nostro compagno di strada e questapresenza dobbiamo ritrovarla negli am-bienti in cui viviamo. Allora cittadiniattivi significa seguire l’estote parati,che non è solo nella fibbia scout, ma èun atteggiamento, uno stile di vita chesignifica essere buoni condomini, esserebuoni colleghi di lavoro, essere buonifamiliari; quando ci sono difficoltà infamiglia dobbiamo essere quelli chemediano e non quelli che acuiscono ledifficoltà. L’estote parati non è soltantoun motto, è lo stare svegli, lo stare disentinella e controllare il corso dellecose; nella società civile significa giocodi squadra, significa non pensare che ilmondo dipende da me. Molti giovanicapi vorrebbero rivoluzionare tutto ecambiare il mondo azzerandol’esistente; non è possibile seguire ilprimo impulso, occorre avere quel di-

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 5

scernimento che viene dalla pazienzanell’ascolto, dalla lettura del territorio,dal confronto con gli altri, dunque ègioco di squadra, è servizio. L’altro ele-mento importante per essere cittadiniattivi è educare il lupetto e la guida allabuona azione, i rovers ad essere leali efedeli nel servizio. Non so quanti deivostri ragazzi hanno fatto servizio e-xtrassociativo nel secondo anno, rima-nendo fedeli al servizio e quanti invecesi sono imboscati; non facciamo unbuon servizio come capi, se facciamofinta di non notare queste cose. Educarei ragazzi ad essere cittadini attivi signifi-ca richiamarli alle loro responsabilità:hai detto che venivi a far servizio, nonsei venuto, io ti richiamo perché o midici che non vuoi più fare questo servi-zio e scelgo un altro, ma non puoi direla bugia che avevi l’esame il giornodopo e non era vero. Io devo educare ilragazzo che vorrebbe prendere la stradapiù comoda, a scegliere la strada piùrigorosa dell’impegno e della responsa-bilità. Allora ritorniamo alle origini,servizio è far felice gli altri e vi assicuroche i nostri rover ...... nel servizio ancheil meno dotato dei rover riesce a trovareuno spazio per brillare e per essere con-

tento anche soltantodi essere salutato per

strada dai bambini più discoli, di andarein giro orgoglioso di aver fatto la pro-pria parte di cittadino, contento perché ilfiglio del delinquente oggi gli ha fattouna confidenza, che a suo padre non hafatto. Questo modo di fare servizio, èanche il modo per allenare al senso civi-co, ad essere buon cittadino; il servizioprepara a un progetto di vita, che sarà ilrimanere in associazione, oppure fare ilvolontario in un’altra struttura o farel’impiegato in comune. L’importante èimpegnarsi in un progetto di vita in cuisi è cittadini in modo diverso e migliore,che se non si fosse passati negli scout.Gli scout ti hanno insegnato che nonpuoi essere egoista, non puoi pensaresolo a te stesso, perché essere cittadinoattivo è capire cosa puoi fare per glialtri. C’è un brano bellissimo della“strada verso il successo” che BadenPowell ha tratto da Kipling, ve ne ri-chiamo solo l’immagine: “la nostraInghilterra è un giardino pieno di mae-stose visioni, di bordi, di aiuole, di pra-ti, boschetti e viali con statue sulle ter-razze e pavoni che si fanno ammirare:ma la gloria del giardino è più profondadi quanto si possa vedere. Perché dove ivecchi e fitti allori crescono lungo ilsottile muro rosso, troverai gli utensili ele tettoie dei vasi che sono il cuore di

tutto, e le serre, le concimaie e le cister-ne, i rulli, i carri, tubi di scarico, con lecarriole e le assi. Là vedrai i giardinie-ri, uomini e ragazzi apprendisti mandatia fare ciò che è stato loro ordinato ecompierlo senza rumore”. Oggi chi faattività tende a fare rumore, invece noidobbiamo insegnare ai nostri ragazzil’umiltà, il fare in silenzio. Quello chemi ha gratificato di più nella mia espe-rienza politica è stato incontrare personeche dicevano di avere nostalgia di que-gli anni; questa cosa mi ha molto gratifi-cato perché vuol dire che si respiravaun’aria diversa, c’era collaborazione,sensibilità, partecipazione, c’era un’ariascout anche nella città. Mi auguro chenella nostra vita noi viviamo come inquel giardino di Inghilterra, dove alcunifanno i capi, alcuni fanno i politici, altriancora si impegnano nella scuola comerappresentanti di istituto. Quelli chefaranno i capi educatori perché non sonoportati a parlare in pubblico o a farecomizi, saranno ottimi capi educatoriperché quello è il loro impegno civico.Allora cerchiamo di capire quale è ilnostro progetto di vita e “con l’aiuto diDio” potremo aiutare i ragazzi a capirequale è la loro strada e quale potrà esse-re il loro contributo nella storia di que-sto paese.

È per noi capi sem-pre una gioia quan-do un rover o unascolta decidonoliberamente di ri-

chiedere il proprio ingresso in comuni-tà capi manifestando il desiderio di im-pegnarsi nel servizio associativo.Quell’uomo e quella donna della parten-za hanno deciso di offrire il loro tempoe la loro persona nel grande gioco idea-to da B.P.; questo spesso rende noi capiorgogliosi, perché nelle nostre menti ciòvorrebbe dire che siamo riusciti a coin-volgerli talmente a fondo che non pos-sono più fare a meno dello scoutismo,che abbiamo “creato” un capo dal nullache potrà prendere il nostro posto e dun-que che, in definitiva … siamo statibravi capi! Quello che purtroppo il piùdelle volte sfugge è che in realtà questiragazzi rispondono, come del resto do-vremmo fare tutti noi, ad una Chiamata:una Missione di servizio. Sarebbe moltoutile per alcuni di noi che sono oramaida qualche tempo in associazione ricor-

dare quale è il motivo per il quale ab-biamo risposto a quella Chiamata… Avolte, invece, ce ne dimentichiamo.Quel sentimento che ci ha spinto a im-pegnarci, magari quando anche la realtàdella vita ci spingeva in direzione oppo-sta, ma che era più forte di ogni ostaco-lo, pian piano viene celato da altri sen-timenti, più “umani”.E man mano che andiamo avanti nellanostra opera educativa, il rischio è quel-lo di far appannare sempre più l’anticoed autentico sentimento, per lasciarespazio ad altro, che non ci soddisfa edin definitiva rende il nostro servizio unpeso.Quante volte in comunità capi nel mo-mento in cui si richiedono le disponibi-lità di servizio sentiamo frasi che cifanno capire che questo viene vissutocome un “favore” fatto da alcuni capialla Co.Ca. , quasi una “concessione”. Èvero, il più delle volte con il passare deltempo crescono gli impegni ed il“tempo libero” da dedicare al Movi-mento diminuisce. Ma il punto è proprio

questo. Siamo sicuri che sia il caso diridurre la nostra adesione alla associa-zione al nostro “tempo libero”???Oggi il compito del capo è messo allaprova non solo dalla complessità e dalladelicatezza della sua missione educativama da tutta una serie di gradini da scala-re per potere riuscire al meglio a rispon-dere a quella famosa “chiamata”. Uncammino davvero faticoso che solo chiha davvero a cuore i ragazzi si sforza dicompiere al meglio. La mia provocazio-ne vuol essere solo un piccolo suggeri-mento a chi vive in questo periodo loscautismo come un fardello della pro-pria vita: occorre riscoprire quali sonostati i motivi che ci hanno spinto davve-ro in comunità capi, magari rileggendol’entusiasmo che ognuno di noi avevanel momento in cui ha scritto e firmatoil primo progetto del capo! Potremoriscoprire il gusto del Servizio e viverenella giusta dimensione l’azione educa-tiva di cui ci occupiamo quotidianamen-te.

Francesco Giannese

LA GRATUITA’ DEL SERVIZIO

Pagina 6 il taccuino

L’Arcivescovo abbraccia gliscout e ribadisce che «Legrandi industrie non possonodistruggere il territorio diTaranto»Oltre mille camice azzurrenella giornata internazionaledel pensiero si sono incontra-te per mettere a frutto la so-stenibilità ambientale conattività e progetti di cittadi-nanza attiva

L’Arcivescovo di Taranto,Filippo Santoro, ha abbrac-ciato il mondo dello scauti-smo ionico in occasione delThinking Day 2012 (Giornatadel Pensiero) dedicata allasostenibilità ambientale.

Nel suo saluto, prima dellabenedizione, si è rivolto aglioltre mille scout presenti conqueste parole: «Siate missio-nari del Signore, missionariche trasformano, custodisco-no e sviluppano tutte le po-tenzialità dell’ambiente incui noi viviamo, particolar-mente qui a Taranto e nellanostra Arcidiocesi».Nell’area verde vicina allaparrocchia Spirito Santo, ilPastore della Chiesa taranti-na, lo scorso 19 febbraio, hapartecipato all’Issa Bandierae alla preghiera comunitaria

che hanno dato il viaalle attività dellagiornata. E’ stato ilprimo incontro uffi-ciale con tutti gliscout della ZonaTaranto (formata da21 gruppi di Taranto,Martina Franca, Stat-te, Grottaglie, Pulsa-no, Torricella) rap-presentata da lupetti,

guide/esploratori, scolte/rover e tutti i capi-educatoriche guidano i soci giovaninel cammino di fede e diavventura immersa nella na-tura.

«Vivendo in Brasile mitrovavo di fronte all’enormeproblema dell’ambiente – haraccontato mons. Santoro – ,delle grandi foreste che cisono e a rischio distruzione.Siamo tutti chiamati a difen-dere la terra, le foreste, icampi. Siamo chiamati adifendere l’ambiente illumi-nato dal sole e siamo chia-mati a difendere il mare, ilprofondo mare, il mar nostroche abbiamo qui in Mar Pic-colo e in Mar Grande. Inquesta Giornata del Pensierosul tema della sostenibilitàambientale va detto che lasalvezza e la salvaguardiadel pianeta, della nostra ter-ra, è una responsabilità checoinvolge tutti noi. Una re-sponsabilità che hanno i po-tenti e i governanti. Una re-sponsabilità l’hanno le gran-di industrie che non possonodistruggere il nostro pianetae il nostro territorio di Ta-ranto».

Alle parole del presule, gliscout hannorisposto a tuttofiato con il lorotipico saluto“indiano”, cheequivale ad unapplauso, propa-gatosi comeu n ’ o n d anell’aria e de-

stando l’attenzione dei citta-dini del quartiere Montegra-naro-Salinella, invasa da ca-micie azzurre provenienti danumerose parrocchie delladiocesi.

Il vescovo ha poi invitatogli scout «ad essere missio-nari del Signore. Missionariche trasformano, custodisco-no e sviluppano tutte le po-tenzialità dell’ambiente incui viviamo particolarmentequi a Taranto e nella nostraArcidiocesi» e ha conclusochiedendo a ciascuno deiragazzi presenti di portare lasua benedizione nelle lorocase, nelle loro famiglie, ailoro genitori, ai loro compa-gni di classe.

A nome di tutta la comunitàscout i responsabili di Zona,Stefania Castellano e BrennoCingolani, ringra-z i a n d ol’Arcivescovo delsuo caloroso salu-to, hanno sottoli-neato che per gliscout «è una gior-nata speciale per-ché è una giorna-ta di festa, ma è anche unagiornata in cui ci fermiamo apensare, perché siamo consa-pevoli che solo attraversol’informazione, la formazionee la riflessione possiamotenere sveglie le nostre co-scienze ed aiutare i nostriragazzi a guardare il mondocon quella obiettività e criti-cità che permette loro di svi-luppare idee di speranza,nella consapevolezza che ilmondo può cambiare se sa-premo essere uomini di fron-tiera, uomini capaci di lan-ciare i l cuore ol trel’ostacolo. Garantire la so-stenibilità ambientale signifi-ca lottare per salvare il no-stro pianeta. Dovremmo es-sere capaci di educare ad ungiusto uso delle risorse nelrispetto dell’ambiente, ridu-cendo l’impatto delle nostre

scelte e dei nostri stili di vitasull’ambiente stesso».

Al grido di “Salviamo ilnostro pianeta!”, lo sloganconiato dal Movimento mon-d i a l e d e l G u i d i s m o(WAGGGS) basato sul 7°Obiettivo del Millennio(“Garantire la sostenibilitàambientale”), si sono tenutele attività (partite sabato 18febbraio) finalizzate ad edu-care bambini, ragazzi e gio-vani alle problematiche am-bientali. I più piccoli hannoimparato giocando quanto siaimportante il risparmio dialcune fonti energetiche; iragazzi hanno riutilizzatomateriali di consumo quoti-diano riciclandoli in giochidivertenti e i giovani piùgrandi hanno iniziato a fareuno screening del territorio,

soffermandosi in particolarisu due polmoni della città inabbandono e degrado: ParcoCimino e il bosco del FiumeGaleso. Vorrebbero contribu-ire con progetti di recuperoche riportino i luoghi decan-tati da Orazio e Virgilio anuova vita.

Nella giorno in cui si ricor-da il compleanno del fonda-tore dello scautismo, lordBaden-Powell, e della moglieOlave St. Clair, Capo Guidamondiale, è stato raccolto un“penny” (1 euro per ognisocio) per contribuire fattiva-mente ai fondi che servirannoper i progetti di sostenibilitàambientale gestiti dalle asso-ciazioni di Guide in Guyana,Giappone, Costa d’Avorio,Russia e Tunisia.

Fulcro della giornatal’incontro eucaristico con la

THINKING DAY 2012 – SALVIAMO IL NOSTRO PIANETA

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 7

Il Movimento delleGirl-scout nacque inmaniera spontaneain Inghilterra nel1909 con la ormai

storica sfilata al Crystal Palace dopo ireparti maschili dei boy-scout e, proba-bilmente fu motivo di sorpresa e forseanche di fastidio per l’inflessibile gene-rale Baden Powell, che non se lo aspet-tava proprio. Ma poiché la realtà glistava davanti viva e reale, dovette pren-derne atto ed organizzare per quelleintraprendenti ragazzine un programmadi attività adatto a loro. Le chiamò Gui-de, ad imitazione delle guide indiane,apprezzate per doti di coraggio e resi-stenza, e ne affidò la gestione alla sorel-la Agnes che organizzò i reparti di guidee le attività educative in Inghilterra. IlGuidismo ebbe un successo pari a quel-lo della organizzazione maschile e giànel 1910 aveva valicato i confinidell’Impero Britannico e si era diffusoin diversi paesi del mondo e principal-mente in America ed Australia.Nel 1912 Lady Olave Soames St. Clairesposò Lord Baden Powell e nacque inlei un grande interesse per le attivitàalle quali suo marito si dedicava con

passione. Nel 1918 fu coinvolta nellevicende dell’Associazione delle guide efu nominata Capo Guidadell’Associazione Britannica. Poichéseguiva il marito nei suoi viaggi pro-mozionali in tutto il mondo allo scopodi favorire lo sviluppo dello scoutismonei diversi paesi, lady Olave formò nel1920 un “Consiglio Internazionale delleGuide” del quale fu nominata coordina-trice ed assunse la funzione di CapoGuida Mondiale allo scopo di seguire ilguidismo nella sua diffusione mondialee coordinare le varie associazioni nazio-nali.Il 10 aprile 2010 è stata indicata comedata di inizio per le Celebrazioni delCentenario poiché nel 1910 il movimen-to era nato in Inghilterra e, quasi con-temporaneamente in America ed Au-stralia, ma si è voluto protrarre la cele-brazione fin al 2012, allo scopo di coin-volgere un numero più congruo di na-zioni nell’evento mondiale.Nei primi cento anni il Movimento delleguide ha svolto opera educativa, di for-mazione del carattere e di promozionedello spirito di servizio, nei confronto dimilioni di guide in molti paesi del mon-do. Nel secondo centenario appena ini-

ziato, l’obiettivo diventa più ampio emira ad un’azione globale di promozio-ne sociale all’insegna della solidarietàtra i popoli.Propone infatti di combattere le povertàestreme, tuttora diffuse nel nostro piane-ta, sradicandone le cause più profonde.Il tema dell’Azione Globale è la propo-sta educativa che WAGGGS lancia peril futuro del guidismo, collegandosi allaCampagna del Millennio propostadall’Organizzazione delle Nazioni unitenel 2000. L’obiettivo è quello di inne-scare un cambiamento negli stili di vitadei paesi ricchi per sollecitare i cittadinidi questi paesi ad evitare gli sprechi,abituarli a consumi responsabili, a ricer-care cibi sani e naturali. Oltre a questol’impegno è di proseguire nella promo-zione e diffusione del guidismo in ogniparte del mondo, affinché ogni ragazzaed ogni donna, possa avere una opportu-nità educativa per crescere, per prenderein mano la propria vita nella più ampiaautonomia, per difendersi dalla fame,dalle malattie, dalla esclusione sociale edalla violenza, piaghe ancora oggi trop-po diffuse nel mondo.

Anita Pitrelli

Chiusura del centenario WAGGGS

celebrazione della SantaM e s s a p r e s i e d u t adall’assistente ecclesiasticodi Zona, don Emidio Delli-santi. Dopo l’Ammaina ban-diera con la recita della Pro-messa Scout, tutti i presentihanno ricevuto come simbo-lo e “ricordino” del ThinkingDay della Zona Tarantoun’arancia nostrana. Un pic-colo gesto per sostenerel’acquisto responsabile e achilometri zero: meno emis-sioni di gas inquinanti, menospreco di energia per lavag-gio e confezionamento, pro-dotto più fresco e meno caro.Un modo semplice – per gliscout – ma concreto, permettere a “frutto” la sosteni-bilità ambientale e cercare di“salvare il pianeta”.

Luca D’Andria

Il tema “giocato” nel Thin-

king day ha lasciato in tutti iragazzi/e un messaggio posi-tivo che sicuramente porterài suoi frutti. Molte sono in-fatti le interviste effettuateed in tutte è emerso la con-vinzione di dover contribuireanche da piccoli e iniziandodai piccoli gesti, per miglio-rare l’ambiente, come si notadagli interventi di seguitoriportati e che testimonianola convinzione di tutti i par-tecipanti:Francesca del Branco “SanFrancesco”:E’ una giornata molto bellaperché ricordiamo la nascitadel nostro fondatore B.P. e disua moglie e ci impegniamoa salvare il nostro pianetaanche noi bambini facendosemplicemente piccole cosecome per esempio non butta-re carte a terra ma racco-glierle o non inquinando il

mare.Lucia Chiara del Reparto“Croce del sud”:Giornata bellissima perché,come ogni anno, il Thinkingday prende in esame le pro-blematiche che riguardano lanostra società. Quest’anno siriflette sull’ambiente e iopenso che per noi scout do-vrebbe essere molto più sem-plice affrontare questo pro-blema perchè la nostra leggedice che “la guida e lo scoutamano e rispettano la natu-ra”. Tuttavia il mio pensierova rivolto all’uomo affinchéegli possa salvare questoambiente semplicementecercando di migliorare il suoatteggiamento nella propriavita quotidiana perché, affin-ché il mondo sia migliore,ogn’uno deve fare del pro-prio meglio. Infatti tutti in-sieme possiamo migliorare il

mondo e l’ambiente.Simone del Clan/Fuoco“Shalom araba fenice”Come tutti i Thinking dayper noi ragazzi è una giorna-ta particolare perchè ci riu-niamo tutti insieme agli altrigruppi della Zona ed è sem-pre bello giocare, ridere,scherzare, riflettere e pregareinsieme. Per noi della brancaR/S il punto fondamentale diquesta giornata è la“c i t t ad inanza a t t i va” .L’impegno quindi che scatu-risce è quello di effettuare edivulgare la raccolta diffe-renziata magari anche portaa porta nonchè sollecitarequalche assessore o comun-que gli uomini politici a co-minciare dal nostro quartiereper cercare di migliorarequesto problema.

Pagina 8 il taccuino

L/1, 2, 5L/3, 4

L/6 , 8

L/7

P/1, 2, 21, 25, 26, 55, 65, 66P/ 3, 57

P/ 4

P/ 5P/6

P/ 7, 9, 10, 11, 12, 13,14, 18, 24, 42, 46, 47

P/8

P/15

P/16, 20, 36, 48,

P/17, 19

P/23, 30, 71P27, 28, 33, 39, 68

P/29

P/31, 38, 41,

P/32, 40P/35, 45

P/37, 43, 70

P/44

P/ 49

P/ 50P/ 51 P/ 52, 53, 60

P/ 54, 64

P/56

P/58, 67

P/59, 62

P/63

P/72

Unità AGI in Puglia e Lucania 1944Unità AGI in Puglia e Lucania 1944 --::-- 19731973

1 1944 30-nov Bari/1 (BA) Riparto A.Ricco/V.Armenise Don.Iolando Nuzzi Ist. Margh.di Savoia2 1945 01-dic Bari/2 (BA) Riparto Rosa Rossi Don Iolando Nuzzi Ist. Margh.di Savoia3 1946 21-apr Canosa/1 (BA) Riparto M.Teresa Marchese Don C. Coratelli Scuole Ginnasiali4 1946 01-ott Lecce/1 (LE) Riparto O.Gallo/G.Carteny Don. G. Moschettini5 1947 01-gen Andria/1 (BA) Riparto Ottavia di Venuto Ist. Suore di Brentana6 1948 01-mar Minervino/1 (BA) Riparto Italia Liuni Minervino Murge7 1948 01-nov Taranto/1 (TA) Riparto Elena Ruggi Don. Stefano Raguso Parr. San Domenico8 1950 10-nov Novoli /1 (LE) Riparto M.R.Mazzotta Don.Oronzo Mazzotta Chiesa Buon Consiglio9 1951 23-feb Taranto/1 (TA) Cerchio Titina Petruzzi Don Stefano Raguso Parr. San Domenico10 1951 23-feb Taranto/2 (TA) Rip./Fuo. Iurlano/Tinti Don Adolfo Giancola Parr. Sacro Cuore11 1953 08-mar Taranto/2 (TA) Cerchio Lina Cocozza Don Adolfo Giancola Parr. Sacro Cuore12 1953 08-mar Taranto/3 (TA) Rip./Cer. A.Lattaruli/Iurlano P. P. Fr.sco Quaratina Pa. San Francesco di P.13 1953 14-mag Taranto/4 +TA/5 (TA) Riparti R.Prenna/I.Carrieri Don Adolfo Giancola Parr. Sacro Cuore14 1955 01-nov Taranto/2 (TA) Fuoco Clelia Iurlano P. Fr.sco Quaratina Pa. San Francesco di P.15 1957 17-mag Martina F./1 (TA) Cer/Rip C.Angelici/ Marangi P. Mario Monegat Parr.S. Francesco di A.16 1960 09-dic Molfetta/1 (BA) Rip./Cer. Bellifemine/DeCeglie Don Giuseppe Lisena17 1961 19-gen Rutigliano/1 (BA) Riparto Giovanna Radogna Don Vito Suglia18 1961 16-apr Taranto/1 (TA) Riparto Anita Pitrelli Mon.Michel. Ridola P. Madonna del Carmine19 1962 09-dic Rutigliano/1 (BA) Cerchio Giovanna Deluzio Don Vito Suglia20 1963 20-gen Molfetta/1 (BA) Fuoco Lucia Ancona Don Giuseppe Lisena21 1963 20-gen Bari/1 (BA) Riparto Minnie Schettini Don Nicola Milella Parr. San Pasquale22 1963 17-feb Com.R. Puglia/Lucania A.Maria Greco Mon.G. Zappimbulso Arcivescovado - Taranto23 1963 12-mag Manfredonia/1 (FG) Fuo./Rip. Gramigna/Giordano Don Nicola Ferrara24 1963 18-dic Taranto/1 (TA) Cerchio Rosaria Pepe Don Franco Lucaselli Parr. Madonna d. Grazie25 1964 24-gen Bari/2 (BA) Riparto Lia de Padova Don Vincenzo Fiore26 1964 30-dic Bari/1 (BA) Cerchio Maria Intini27 1964 30-dic Foggia/1 (FG) Rip./Fuo. Finamore/Bruno Don Teodoro Sannella Seminario Diocesano28 1965 23-dic Foggia/1 (FG) Cerchio Carmela La Gatta Don Gennaro Palumbo Parr. S. Giuseppe Art.29 1966 08-ago Mola di Bari/1 (BA) C. R Edwige D’Alessandro30 1966 08-dic Manfredonia/1 (FG) Cerchio Ella Gramigna Don Nicola Ferrara

N anno data denominazione unità capo assistente sede

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 9

1 1955 01-nov Bernalda/1 (MT) Riparto Anna Paladino2 1961 16-apr Bernalda/1 (MT) Cerchio Edwige D’Alessandro3 1965 08-mag Matera/1 (MT) Riparto Pina Canosa Don Pierino Dimichino4 1967 28-feb Matera/1 (MT) Fuo./Cer Canosa/Catalano P. Mariano Amorosi Parr. Cristo Re5 1968 25-mag Bernalda/1 (MT) Fuoco G.Mar. D’Alessandro Don Domenico D’Elia6 1970 24-gen Melfi/1 (PZ) Fuoco Alfonsina Navazio Don Dante Casorelli7 1971 23-mar Potenza/1 (PZ) Fuoco Maria Mitidieri Don Luigi Galante8 1972 16-apr Melfi/1 (PZ) Riparto M.Teresa Savino Don Dante Casorelli

31 1967 07-mag Torremaggiore/1 (FG) Riparto Maria D’Amore Don Antonio Lamedica Parr. Del Rosario32 1967 07-mag Cerignola/1 (FG) C. R. Lucia Finamore P.Ruffino da Lacedonia Convento Cappuccini33 1967 11-nov Foggia/2 (FG) Cerchio Angela Mangano P.Luigi da Serracapriola Convento Immacolata34 1968 28-gen Puglia-Lucania C.C. Mon.Giuseppe Lisena Molfetta (BA)35 1968 09-feb Giovinazzo/1 (BA) Riparto Teresa Palmulli Don Giuseppe Milillo Parr. Cattedrale36 1968 09-feb Molfetta/2 (BA) Rip. M.T. Pina Raguso Don Franco Sancilio Istituto Apicella37 1968 09-feb Gravina/1 (BA) Riparto Vinc.a Mastromatteo Don Peppino Cipriani38 1968 18-apr Torremaggiore/1 (FG) Cerchio Aldina Ariano Don Antonio Lamedica Parr. Del Rosario39 1968 15-giu Foggia/2 (FG) Riparto Sabina De Maio P.Luigi da Serracapriola Convento Immacolata40 1968 07-dic Cerignola/1 (FG) Riparto Anna D’Alessandro P.Ruffino da Lacedonia Convento Cappuccini41 1968 07-dic Torremaggiore/1 (FG) Fuoco Maria D’Amore Don Antonio Lamedica Parr. Del Rosario42 1968 07-dic Taranto/2 (TA) Riparto Anna Masoni P.Cosimo Romano Pa. San Francesco di P.43 1968 07-dic Gravina/1 (BA) Fuoco Giovanna Cozzoli Don Peppino Cipriani44 1970 09-gen Galatina/1 (LE) Fuoco Silvana Colazzo P.Ignazio Monteleone Parr. S.Caterina45 1970 26-feb Giovinazzo/1 (BA) Fuoco Rosa Serrone Don Giuseppe Milillo Parr. Cattedrale46 1970 24-apr Taranto/1 (TA) Riparto Anna Masoni P.Francesco Giusto Pa. San Francesco di P.47 1970 22-dic Taranto/1 (TA) Cer./Fuo. A.Masoni/Marra P.Francesco Giusto Pa. San Francesco di P.48 1971 13-gen Molfetta/1 (BA) Ceppo Ottavia Squeo Mons. Giuseppe Lisena49 1971 22-feb San Severo/1 (FG) Riparto M.Pina Caggiano P. Timoteo D’Addario Parr. Maria SS Grazie50 1971 12-mag Altamura/1 (BA) Riparto Franca Basile Don Diego Carlucci51 1971 12-mag Bitonto/1 (BA) Ce./Ri./F. Taglieri/Ruggieri/Elia D. Domenico Giugliano52 1971 12-mag Valenzano/1 (BA) Fuoco Lucia Cimarrusti P.Beniamino Tempesta Conv.Frati Minori C.53 1972 16-gen Valenzano/1 (BA) Riparto Lucia Cimarrusti P. Beniamino Tempesta Conv. Frati Minori C.54 1972 20-gen Sava/1 e Sava/2(TA) Cer./Rip. Pichierri/Mancarella Don Antonio De Stradis55 1972 22-feb Bari/1 (BA) Cep. C.F. Adele Degano56 1972 24-feb Triggiano/1 (BA) Riparto Rosanna Carbonara57 1972 30-mar Canosa/1 (BA) Fuo./Cer. Lattanzio/Lucente Don Giuseppe Pinnelli58 1972 20-mag Nardò/1 (LE) Riparto Filomena Vaglio Don Emanuele Pasanisi59 1972 10-lug M.Santangelo (FG) Riparto Pasquina Pellegrino D. L.Filippo De Michele Basil. S. Michele60 1973 24-gen Valenzano/1 (BA) Ceppo m.61 1973 12-gen Torremaggiore/1 (FG) Ceppo62 1973 09-feb M. Santangelo/1 (FG) Ceppo63 1973 09-feb Ginosa/1 (TA) Ceppo m.64 1973 12-feb Sava/2 (TA) Ceppo65 1973 26-feb Bari/1 (BA) Fuoco Adele Degano66 1973 26-feb Bari/3 (BA) Ceppo m. Adele Degano67 1973 26-feb Nardò/1 (LE) Cerchio GerardaLubello Don Emanuele Pasanisi68 1973 02-mar Foggia/1 (FG) Ceppo69 1973 21-mar Molfetta/1 (BA) Ceppo70 1973 12-mag Gravina/1 (BA) Ceppo71 1973 14-mag Manfredonia/1 (FG) Ceppo72 1973 14-mag S.Marco in Lamis (FG) Ceppo

Unità AGI in Lucania

Pagina 10 il taccuino

“Ho spesso dichiarato che ogni scioccopuò essere un comandante ed un uomoaddestrato può spesso divenire un i-struttore ; ma un capo è un po’ come unpoeta; capi si nasce, non sidiventa”B.P. - da “The scouter”.

Sin dal primo momento incui ho messo piede in asso-ciazione, nell’ormai lonta-no 1993, ho avuto la nettasensazione di fare parte diuna grande famiglia, unposto in cui sentirsi a“casa”, dove poter vivereun’esperienza sorprendentecome quella scout in unclima di serenità e, appun-to, di Famiglia Felice. Giàda quando ero lupetto, poi, oltre ad Ake-la, Bagheera, Kaa e Baloo, sentivo par-lare di un tale “Presidente”, un perso-

naggio storicodell’associazione e del nostro gruppo inparticolare, che si riusciva ad incontrarespesso e volentieri nelle attività. Passato

in reparto prima ed in clan poi, ho impa-rato a conoscere davvero il Presidente, ilcaro ed amato Gino Lepore.

Dalla fondazione del Taranto 5, avvenu-ta nel 1945, ad oggi, moltissimi sonostati i ragazzi “della gran città” che han-

no avuto la fortuna di affac-ciarsi (e magari anche ri-affacciarsi) alla realtà scoutdel nostro gruppo. In tuttoquesto periodo di ininterrot-ta attività il comune denomi-natore lo ha segnato indele-bilmente la presenza costan-te e significativa di Gino. Èstato lui per primo a crederefermamente nella bontà del-la intuizione educativa diB.P. e a portare questa espe-rienza affascinante e coin-volgente nel cuore del borgodi Taranto, nella Parrocchia

Maria Ss. del Monte Carmelo, quasi unponte fra città vecchia e nuova. La sua èstata, ed è tuttora, una “guida” del cam-

Uno scout e la sua poesia

“devo dare fastidio fino anovantanove anni, undicimesi e ventinove giorni” è lafrase che spesso Gino dicevae ancora ripete con quella suafaccia da burlone. Novanta liha compiuti il 1° febbraio equindi dobbiamo avere pa-zienza ancora per il tempoche rimane secondo la suaprogrammazione, anche segià pensa di protrarre taletermine. Fuori dagli scherzidobbiamo augurarci e augu-rare alle nuove generazioniche veramente continui sem-pre a “dare fastidio” se ilfrutto è quello che si è tocca-

to con mano la seradel suo complean-no. Un festeggia-mento bellissimo,preparato con curae amore da parte deisuoi quattro figli,ma sopratutto parte-cipato con tantagioia e gratitudineda parte di tantissi-mi (ed era solo una

“rappresentanza”) scout ditutte le età, dai lupetti agliadulti quasi ottantenni, tantegenerazioni oltre a parenti eamici. Una celebrazione Eu-caristica di ringraziamentounanimemente partecipata egioiosa; una coinvolgenteomelia di don Marco dallaquale traspariva tutto il ritrat-to e la “missione” di Gino,quasi lo conoscesse da sem-pre (forse ha dato fastidioanche a lui?); un momento diallegria con il Clan/Fuocosua speranza per il prosieguodell’attività educativa delGruppo scout e poi tutti a

festeggiare (tarallucci e vi-no?) alla grande! Una atmo-sfera di autentica festa dicuori riconoscenti, accomu-nati da tanti ricordi, esperien-ze, gioie, delusioni, speranzee voglia di continuare (nonsolo nei giovani) la strada dalui tracciata e che continua apercorrere con fedeltà.Ho conosciuto Gino nel 1955quando, non ancora scout(facevo parte dell’A.C.), ilParroco Mons. Ridola vollefare un campo sperimentaledi A.C.R. sotto tenda, insie-me a quello scout e “ù prese-dent” ci fece portare, pergiaciglio, la fodera di mate-rassi da riempire al campo

con le foglie secche. Nellamia inesperienza non mi ac-corsi di mettere, insieme allefoglie secche, anche qualchericcio di castagna; si puòimmaginare quali furono imiei pensieri per Gino inquella prima notte di tenda.Fu allora che decisi di passa-re negli scout e da allora Gi-no mi ha sempre e continua a“darmi fastidio”, ma di quelfastidio che forma, ti da co-raggio e ti sprona ad andareavanti sempre con lo sguardorivolto a Dio.Gino, continua sempre a dar-ci fastidio!

Pino Giordano

“Novantanove anni, undici mesi e ventinove giorni”I novant’anni di Gino Lepore

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 11

mino della Comunità capi e dell’interogruppo; ha saputo dare continuità ad unProgetto pensato e scritto di sicuro daQualcuno che lo ha scelto come Suotestimone e strumento.Gino ha vissuto tutti questi anni nellaconsapevolezza di stare realizzandoun’opera di testimonianza e carità nelservizio, che ancora oggi riesce ad at-trarre tantissimi giovani (il Taranto 5 ècomposto da 143 associati, di cui 111 l/c, e/g, r/s) a cui arriva l’esplicito annun-cio di Cristo. Ha saputo operare per ilbene della comunità parrocchiale e citta-dina grazie alla fraterna comunione coni sacerdoti ed i parroci tutti che hannoprestato il loro ministero nei 67 anni divita del Taranto 5.L’ 1 febbraio è stato il novantesimo

compleanno del “Presidente” ed abbia-mo potuto festeggiarlo con una Celebra-zione Eucaristica in parrocchia ed unrinfresco. E’ stata l’occasione per strin-gerci tutti, familiari ed amici, scout e

non, attorno a Gino, ringraziando il Si-gnore per il dono della sua presenza edel suo servizio. Tanti sono stati i ricor-di che riaffioravano nelle menti di tutti ipresenti. Ricordi ben scanditi dal ritmodel “Barbiere di Siviglia” che Gino amasempre dirigere!Il suo impegno è stato in definitiva unavera e propria poesia, ispirata da NostroSignore.Noi che oggi abbiamo la fortuna di se-guirlo continuiamo solo ad aggiungereversi e parole a quella poesia cominciata67 anni fa...Auguri presidente! Noi tutti ti vogliamoun gran bene!

Francesco e il gruppo scout TA/5

Da Avvenire, 22 febbraio 2012, pag. 19Lo stile del servizio in otto parole

di LUCA SARDELLAAvevo poco più di quindici anni quando in parrocchia, alla vigilia dell’estate, il don mi si avvicinò e mi chiese se lo potevo aiuta-re al campo-scuola con i bambini delle elementari. A quella domanda, sostenuta da grande stima e fiducia, accettai con entusia-smo, ma soltanto alcuni giorni dopo l’inizio di quell’esperienza compresi sul serio a quale responsabilità ero stato chiamato. Ecosì fui costretto a rimettere i piedi per terra.

Il «servizio dell’amore» – richiamato dal Papa ai nuovi cardinali nel Concistoro – chiede a chiunque lo prenda sul serio diuscire dalla poesia delle parole, per ritrovarvi la verifica del personale incontro con Gesù. L’amore per Dio, per la Chiesa e per ifratelli non si gioca, infatti, sul «ruolo» che possiamo ricoprire, ma su quella «dedizione assoluta e incondizionata» che è legataal voler bene, alla gratuità e al sacrificio. Quasi a dirci che anche nel servizio si può correre il rischio di «fare delle cose», purbuone, ma non sostenute dalla carità e quindi incapaci di restituire gioia e profondità alla propria umanità.Il tema del servizio messo a fuoco da Benedetto XVI – e offerto anche alla nostra vita di giovani – diventa così occasione di ri-flessione personale, per un esame attento sulla qualità evangelica del nostro servire.

Lo stile del dono, dice il Papa, si esprime attraverso otto caratteristiche.La prima di queste è l’ amore, cioè l’essere capaci di volere il bene dell’altro. Il vigore ci rimanda alla passione e all’impegnocon i quali ci spendiamo nella responsabilità che ci è affidata, la limpidezza al non cedere alla tentazione dell’ambiguità o delcompromesso. Ma occorrono anche sapienza , quella continua formazione per essere abili a «leggere dentro» gli eventi e la sto-ria delle persone, energia per non scoraggiarsi di fronte ai possibili fallimenti e fortezza per continuare il cammino con speran-za, consapevoli che non spetta a noi raccogliere il frutto della nostra semina. La fedeltà e il coraggio nascono, poi, dal viverecon radicalità la profezia del Vangelo, nella memoria grata della bellezza che ha avuto per la propria vita l’incontro con Dio.

Le otto strade suggerite dal Papa sono impegnative, ma praticabili. E sicuramente possono essere prese come un piccolo pro-memoria per aiutarci, passo passo, a rileggere i criteri che ispirano il nostro servizio. Se scelte e percorse con decisione ci posso-no regalare un grande salto di qualità nel vivere tutti quei piccoli o grandi compiti che ci sono affidati. Perché sia solo lo stile deldono, sull’esempio di Gesù, a riempire di significato il nostro cuore, facendo della propria vita una totale e lieta espressione del«servizio dell’amore».

Perché sia solo lo stile del dono, sull’esempio di Gesù, aPerché sia solo lo stile del dono, sull’esempio di Gesù, ariempire di significato il nostro cuore, facendo della pro-riempire di significato il nostro cuore, facendo della pro-pria vita una totale e lieta espressione del «serviziopria vita una totale e lieta espressione del «serviziodell’amore».dell’amore».

Icon

a ru

ssa

Pagina 12 il taccuino

La noti-zia ègiuntacon ilsolitotam-tam,attraver-so tele-

foni ed e-mails, a quanti han-no conosciuto Mons. Gio-vanni Zappimbulso, assisten-te ecclesiastico emeritodell’Agi e dell’Asci neglianni ’50 e ’60. Il grande capo“veste nera” è volato in cielo,spazia nelle grandi praterie,tra i boschi infiniti, cantandole lodi all’Eterno Padre.Una veglia semplice, intensa,partecipata, ci ha raccoltiintorno a lui la sera del 9febbraio; il ricordodell’Assistente Regionaledell’Agesci, ci ha riportatoalla mente gli anni nei qualimolti di noi, abbastanza ine-sperti, ascoltavano e seguiva-noo i suoi consigli autorevo-li, gli insegnamenti, i sugge-rimenti.Poi si sono alternate le letturebibliche, le preghiere, i canti,le riflessioni, mentre sostava-mo accanto alle sue spogliein affettuoso raccoglimento ela commozione spezzavanella voce le note dei cantiche tanto gli erano stati cari.Ah, io vorrei tornare…. Si-gnor fra le tende schierati…Al cader della giornata… -Quanti ricordi, progetti, spe-ranze e preoccupazioni, han-no punteggiato la sua vita diassistente dell’Agi edell’Asci, sempre attento aciò che era meglio per leassociazioni scout e per glieducatori di tanti ragazzi eragazze che ne facevano par-te; si prendeva cura di tuttinoi, ritenendo sua responsa-bilità quella di seguire lanostra crescita, i progressinella ricerca del bene e delprogetto di vita fatto su misu-

ra per ciascuno di noi. E’stato un faro luminoso, unpunto di riferimento, unafonte di certezze senza egua-le per noi.E quando quella responsabi-lità passò ad altri, continuò aseguire con attenzione e conpaterna premura le vicendescout, congratulandosi per leconquiste o rammaricandosiper le inevitabili battuted’arresto.Poi la sua salute entrò in unafase di precarietà, e la malat-tia cominciò a minare le sueforze; allora abbiamo assisti-to impotenti al lungo calvarioal quale la sofferenza lo ob-bligava per lunghi periodi,ma abbiamo cercato, perquanto possibile, di esserepiù prossimi a lui attraversoscritti, telefonate e visite.In una lettera di qualche annoaddietro mi scriveva: “ …siate sempre come ceri acce-si, è questo l’augurio cherivolgo a tutti voi, carissimiscout e guide, laddove il vo-stro assistente di un tempo èormai un cero spento”. Manon era così, Don Giovanni èstato un faro che ha illumina-to il nostro cammino, unastella che ha indirizzato labussola spirituale di tanteguide e scout! Era sempreaccanto a noi, solido soste-gno nel dubbio, sicuro consi-gliere nelle incertezze, vicinoin particolare con la preghie-ra, ma anche con gli scritti,pensieri ed attenzioni a noi,alle nostre famiglie, ai nostrifigli.E ancora, nella prefazione almio libro sul guidismo, cheegli volle benevolmente in-viarmi il 15 settembre del1998, affermava: “ … AGI,sei un Dono di Dio! GrazieRabbunì! Desidero, infine,ora rivolgere un particolaresaluto a tutte le Guide, a tuttigli Scouts, quasi testamento

al tramonto dei miei disador-ni giorni… Lo faccio con letenere espressioni di un gran-de Santo, il Vescovo Giovan-ni Crisostomo (349-407):-Dove sono io, là ci siete an-che voi. Dove siete voi, cisono anch’io. Noi siamo unsolo corpo. Anche se siamodistanti, siamo uniti dallacarità (e dalla nostra“Promessa” scout aggiungoio), anzi neppure la morte cipuò separare.. Voi siete imiei genitori, i miei fratelli, imiei figli, le mie membra, lamia luce.. Il raggio solarepuò recarmi qualcosa di piùgiocondo del vostro amore?Il raggio mi è utile nella vitapresente, ma il vostro amoremi intreccia una corona perla vita futura (dalle “Omelie”prima dell’esilio).”Con il passare del tempodivennero più rare le telefo-nate, poi anche le lettere;quelle lettere così dense diaffettuosa comprensione, dipremura e di incoraggiamen-to ad andare avanti ed a nonmollare mai. Per il suo 90°compleanno, il 23 aprile2010, gli abbiamo inviato uncd con messaggi di augurioda parte di alcune delle moltepersone, che lo avevano co-nosciuto e ne ricordavano edapprezzavano le doti umane esacerdotali. Grazie, don Gio-vanni, sei statoun grande“Dono” per loscautismo e peril guidismo, maanche per cia-scuno di noi,una presenzapreziosa che ciha guidati nellascelta di pro-getti di vita emete da rag-giungere.Ora il tuo peno-so cammino

terreno è terminato, hai rag-giunto la meta; con lo zainoed il bastone hai percorsouna strada intessuta di doloree fatica, ma sei giunto in vet-ta; dal luogo della verità do-ve ti trovi, puoi ora guardarequaggiù e pregare per gliscout e le guide che ti sonostati tanto cari, ed anche noitutti pregheremo per te, purnella nostra piccolezza e de-bolezza umana .

Anita Pitrelli

Un affidabile patronoin Cielo

(di Agostino Maresca)Tra la fine del '46 e l'iniziodel '47, ero un giovane istrut-tore (questa la terminologiadel tempo) dal temperamentovivace e poco incline alladiplomazia. Questo avevaportato al mio deferimento aduna Corte d'Onore Zonalecon la proposta abbastanzamaggioritaria di allontanarmidall'Associazione.Monsignore, che era l'Assi-stente Ecclesiastico di Zona,ritenne, invece, di potermidare ancora fiducia e, col suoprestigio, ottenne che l'allon-tanamento si limitasse alTaranto VIII, dichiarandoche mi richiedeva co-me istruttore a disposizionedella Zona. Così fui assegna-

to al TarantoIV che era invia di sciogli-mento per man-canza di capi.Fu, però, unabreve parentesiperchè dopopoco più diquattro mesi,stemperatisi glianimi ed emer-sa la reale por-tata dei fatti,rientrai nelTaranto VIII e

L’ultima carezza di scout e guideall’Assistente Regionale Emerito di Puglia e Lucania

1966- don Giov. Zappimbulso trail capo scout S. Salvatori e l’ass.

reg. don Biagio Notarangelo

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 13

ripresi la mia vicenda scout.Io considero l'esperienza scout come lastruttura portante della mia vita, nonsolo per i valori di riferimento che, poi,sono quelli del cristiano, ma anche peruna metodologia che ho applicato intutto il mio percorso professionale e chemi ha dato soddisfazioni come funzio-nario dello Stato, come ufficiale di com-plemento e, infine, come docente e pre-side: in ogni caso in cui mi sono trovatoa dover gestire rapporti interpersonalisia orizzontali sia verticali.Si potrà così comprendere come abbia ildiritto/dovere di dirmi debitore versoMonsignore di buona parte della miavita.In seguito, abbiamo mantenuto contattiepistolari per me preziosi e l'ho potuto

rivedere solamente il 28 agosto delloscorso anno quando, al termine del ra-duno, con Padre Stefano e Osvaldo Vel-la siamo passati a salutarlo.In questa occasione ho avuto l'ennesimadimostrazione dell'immensa generositàdel suo gran cuore: considerando le suecondizioni di salute gravemente debili-tanti e vedendolo sollevarsi per un ab-braccio commosso, spendersi nelle piùcalde manifestazioni d'affetto, e interlo-quire con vivacissima arguzia nei briosibattibecchi tra Osvaldo e Padre Stefano.Sui segni indelebili che Monsignor Zap-pimbulso ha lasciato in chi abbia avutola ventura di incontrarlo posso portareanche un'altra testimonianza. Recente-mente, avendo rincontrato durante lafesta parrocchiale una Capo Guida

(avevamo avuto un comune passatonautico) e rinverdendo i ricordi, abbia-mo scoperto in ritardo di aver entrambi,sia pure in tempi diversi, iniziato pro-prio a Taranto (e proprio in San France-co di Paola) l'esperienza scout. Questasorella, a proposito di Monsignore e delprofondo, commosso ricordo che neconservava, mi ha detto di averlo cono-sciuto anche come docente di religione ascuola e non solo di rammentarne dottri-na e comunicativa ma di conservaregelosamente, ancora dopo tanti decenni,gli appunti presi durante le sue lezioni.Ora abbiamo in lui un affidabile patronoin Cielo, pertanto la sua vita si è solosdoppiata: per una parte nella Casa delPadre e per l'altra nell'impronta che halasciato in ciascuno di noi.

Un grazie di cuore a padre Stefano Coronese per il suo splendido dono!(Lettera aperta)

Carissimo Padre Stefano,la tua venuta a Taranto, motivata da esigenze diverse e connotata da un ricco calendario di eventi, haavuto come epilogo la chiacchierata agli adulti scout della Comunità Masci Taranto 1.La conversazione ha toccato un argomento importante, cruciale per molti credenti, quello del distaccodalle cose materiali, come modo per fissare lo sguardo al di là ed al di sopra dei beni terreni, come mezzoper alleggerirsi dalle zavorre fisiche e sentirsi più leggeri per aspirare a più alte conquiste spirituali.Questa convinzione, da te espressa con parole sagge e convincenti, ha avuto un epilogo inaspettato: ladonazione della tua intera collezione filatelica al Centro Studi di Taranto.

Già l’anno scorso avevi consegnato al Centro Studi un album filatelico di grande valore e diverse “primebuste”, ma questo ultimo dono, che arricchisce e completa quello precedente, contiene anche cimeli scoutche riguardano il tuo vissuto personale; per questo è sicuramente un grande gesto, generoso e disinteres-sato, che è doppiamente apprezzabile: non tanto e non solo per il valore intrinseco dei documenti, quantoper il significato simbolico che esso assume e che è dettato dalla visuale etica nel quale viene compiuto.

Grazie, Padre Stefano ci hai insegnato molto con il tuo gesto, come del resto, accade tutte le volte che tiincontriamo.

Un dono splendido ed inatteso, anche se desiderato ed ambiziosamente sperato.Il presidente, il consiglio direttivo e tutti i soci del Centro Studi te ne sono infinitamente grati.

Buona strada!!!

ATTENZIONE!!

Sostieni il Centro Studi Scout “San Giorgio” con il 5 x mille. Segna nell’apposita ca-sella della dichiarazione dei redditi o del CUD, il Codice Fiscale N. 90093980739 e latua firma. Grazie per la collaborazione.

Pagina 14 il taccuino

Oggi si sente parlare spesso di“indignati”. Un famoso scrittore con-temporaneo, Stéphane Hessel, diploma-tico ed ex partigiano, incita, nel suo li-bro “Indignatevi!”, al risveglio dellecoscienze e al recupero dei valori edegli ideali che hanno costruito la ci-viltà occidentale fondata sulla libertàdi pensiero e sulla democrazia diffusaavvisando che oggi il mondo correnuove minacce e nuovi pericoli in talsenso.

Mi pare che però da sempre lo scou-tismo abbia professato il bisogno ditenere desta l’attenzione sul rischio,sempre antico e sempre nuovo del“sonno” della coscienza e della ragio-ne. Più volte da queste paginesono partite molte occasioni di rifles-sione su questo argomento. Lo scout èprogrammato a pensare con la propriatesta, a vivere l’avventura della vita daprotagonista del proprio tempo, a pro-muovere il rispetto dei diritti e a vigilaresull’osservanza delle regole come pas-saggio imprescindibile perl’affermazione della libertà individuale ecomunitaria.

Il Convegno Nazionale che L’OperaPellegrinaggi Foulards Bianchi – Onlusha celebrato sabato 10 marzo a Taranto,ha voluto affrontare in questo senso untema molto rilevante per uno scout delterzo millennio: la dignità del disabile!

Oggi assistiamo al rischio che soloapparentemente si dissolvano le barrieredi ogni tipo intorno al dirittoall’affermazione di sé e alla vita indi-pendente che un essere umano rivendicaa prescindere dai limiti che la propria

condizione fisica gli im-pone e per il solo fatto cheè un essere umano. Pertroppo tempo una miscelamicidiale di pietismo e diipocrisia ha circondato ladisabilità relegando il por-tatore di handicap in unacondizione di inferiorità,di minorità e mortificandopertanto le sue potenziali-tà.

Da scout FoulardsBianchi (sono gli scout cattolicidell’Agesci e del Masci che promettonodi servire i giovani e i malati a Lourdese ovunque nello spirito dell’Ospitalitè

Notre Dame de Lourdes) sentiamo ildovere di coniugare questa attenzionecon la Legge e la Promessa. Come socidella Onlus che dal 1992 organizza unpellegrinaggio nazionale in stile scout aLourdes con un Treno-scuola sul qualesalgono tantissimi RS, non potevamoche porre l’attenzione proprio su questoargomento in occasione del ventennaledella nostra fondazione.

Peraltro giàBernardette Sou-birous, la veggen-te di Lourdes,riferiva, parlandodella Vergine, disentirsi trattatacome una perso-na; di riceverecioè da Mariaattenzione e ri-

spettonono-stante lasua umi-lissimacondizio-ne socia-le e per-sonale. El’art. 3del no-stro Sta-tuto reci-ta che"l'Associazione ...ha per oggetto 1- larealizzazione di azioni positive per lapromozione e l'esercizio dei diritti fon-damentali degli ammalati e dei disabilie per il miglioramento della loro quali-tà di vita; 2-la formazione dei giova-ni....per il servizio agli ammalati e han-dicappati; 3- la progettazione, realiz-zazione e gestione di progetti educativi,formazione e ricerca relativi al mondodella sofferenza (ammalati e disabili-giovani volontari)......"

Il Convegno non ha fatto altro chefondere tutto questo declinando conl’aiuto di don Luciano Mainini, Segre-tario Generale del CNPI(Coordinamento Nazionale Pellegri-naggi Italiani) e di Paolo Ramonda

(successore di don Oreste Benzi allaguida della Comunità Giovanni XXIII)questo impegno fondativo con il biso-gno, anch’esso primario per noi, di con-durre i nostri ragazzi verso questa sana esanta indignazione.

Gianfranco GuarinoFoulard Bianco Titolare

Ref. Reg. Opera Pellegrinaggi Fb-Onlus

Il bene prezioso della dignitàNon importa come sei….importa chi sei – Costruire la dignità imparando dalla diversità.

Convegno dell’Opera Pellegrinaggi Foulards Bianchi a Taranto

N. 1 Gennaio - Marzo 2012 pagina 15

Sono figlia di un ex scout,nonché uno dei pionieri dellaprima Comunità MASCI aTaranto e, per questo ho sem-pre visto alla grande famigliadegli Scout con un’affezioneparticolare, anche se nonavevo mai immaginato dipotervi far parte. Quando eropiccola, ancora a Taranto nonc’era il gruppo femminile e,quando, più grande, ho par-tecipato ad alcuni incontri delgruppo MASCI, di cui facevaparte mio padre e nei qualierano coinvolte le famiglie,ho avuto modo di notare ilgrande spirito fraterno cheanimava tutti. Quelli che,infatti, erano stati scout tantianni prima e che, anche dopotanto tempo che non si eranofrequentati, si sono rincontra-ti evidenziavano la stessagioia di stare insieme, di untempo, e la voglia di condivi-dere ancora tanti momentidella vita, sia tristi che felici.Quando i miei figli, prima ilpiccolo nel branco e poi lagrande nel reparto, sono en-trati nell’ AGESCI sono statacoinvolta in molte loro ini-ziative alle quali ho aderitocon entusiasmo. Devo con-fessare che ho vissuto, sem-pre, con tanta commozione legiornate dedicate ai genitori,durante i campi estivi, i gior-ni delle promesse del brancoe del reparto, la Via Crucis,

le processioni ed altre occa-sioni di preghiera e di rifles-sione che hanno coinvoltoanche i papà e le mamme.Pian piano, così è maturato ildesiderio di mettermi a di-sposizione di questi ragazziimpegnati nella vita scout edi condividere, sempre più,con loro i propositi che ani-mano tutto il gruppo. Le frasipiù note di Baden Powel,hanno inoltre risvegliato inme considerazioni sul rap-porto con la natura e convin-zioni che già avevosull’aiutare gli altri e cercaredi migliorare il mondo. Hoaderito subito, e con gioia,per questo motivo, alla pro-posta di formare con altrimiei coetanei il movimentoMASCI, presso la sede delCarmine. Le prime riunionisono state introduttiveall’opera di B.P. e di tutto ilmondo riguardante l’ AGE-SCI. Ma la vera e più grandeemozione l’ho provata allaprima uscita organizzata conil MASCI 3, nel bosco dellaCorte dei Fragni, nella zonaS. Paolo di Martina Franca.L’aspetto eccezionale è statoquello di vivere a contattocon la natura una spiritualitàprofonda e l’opportunità diconoscere meglio i miei ami-ci con lo stile del gioco, pro-prio del modo di fare scouti-stico. E’ proprio , infatti, il

coinvolgimento nel gioco chemi ha fatto liberare dalle soli-te tensioni e dallo stress quo-tidiano, nel quale viviamoogni giorno. Alla fine dellagiornata, nonostante unaspiacevole caduta avvenutadurante un’attività, mi sonosentita arricchita di esperien-za e di potenzialità da utiliz-zare nel mio rapporto con glialtri. Uno degli aspetti positi-vi, infatti, della partecipazio-ne a questo movimento èl’arricchimento, attraverso ildialogo con gli altri, di espe-rienze vissute e di modi dioperare, che sono utili pertutti.In un momento difficile, co-me quello in cui viviamo, adesempio nell’educazione deipropri figli, è difficile conti-nuare a trasmettere valoricome: “ l’onestà, la correttez-za, la fiducia, la fedeltà, ...”,quando tutta la società arrivaaddirittura a denigrare o adisolare i soggetti che perse-guono questi valori. Con-frontandomi con gli altri par-tecipanti al movimento suquesto aspetto, ho trovatoforza per confermare questimiei valori e convinzione per

continuare a trasmetterli aimiei figli. Questi valori, in-fatti, li ho ritrovati negli arti-coli della legge Scout e sonostati oggetto di riflessione invari incontri che abbiamofatto, per prepararci alla pro-messa. Aspetto, con la stessatrepidazione di un fanciullo,il giorno in cui, anch’ionell’uniforme del MASCI,potrò recitare la mia promes-sa scout, perché sento pro-fondamente nel mio intimol’importanza dell’impegnoche mi sto assumendo attra-verso l’atto formale di pro-messa. Ogni frase di B.P. èstimolo di riflessione e diconsiderazioni personali ma,senz’altro, il suo testamentospirituale di “lasciare il mon-do un po’ migliore di comel’abbiamo trovato” racchiudein sé l’invito a tutta l’umanitàad operare nel rispetto deglialtri e dell’ambiente che lacirconda e a sforzarsi, duran-te la propria vita, di lasciareuna traccia evidente del pro-prio passaggio per le buoneazioni e per il bene fatto gra-tuitamente.

Cristina Vozza

Il mio ingresso nella grande famigliadegli Scout

Domenica 18 marzo, durante una festo-sa ma anche raccolta e partecipata cele-brazione Eucaristica di tutta la Comuni-tà parrocchiale del Carmine di Taranto,davanti agli occhi attenti e gioiosi dilupetti/e, esploratori e guide, rover escolte, capi e adulti scout delle altreComunità MASCI cittadine, quattordicinuovi fratelli “adulti scout” hanno pro-nunciato solennemente (alcuni rinnova-to e altri per la prima volta) la Promes-sa Scout. Ad accogliere la loro promes-sa oltre al Parroco don Marco, GinoLepore che da diverso tempo incitava la

nascita della Comunità in Parrocchia.Una lunga preparazione fatta di incontri,riflessioni, confronti, assemblee, uscite,verifiche personali e comunitarie haportato i singoli a una convinta decisio-ne di promettere e questa loro convin-zione si leggeva chiaramente sui lorovolti gioiosi e nello stesso tempo com-mossi. Il canto della promessa è statoper la sua intensità, qua-si un liberarsi dalla ten-sione accumulata e unrafforzare quanto primapronunciato. E’ sempre

bello assistere alla nascita di nuovigruppi o comunità perché è sempre gra-zia di Dio e manifestazione del suo A-more. Sarebbe bello vedere comunitàMasci in tutte le Parrocchie dove ci so-no gruppi scout, potrebbe essere forseanche un aiuto allo sforzo educativodell’Associazione e dei singoli capi.Alla Comunità TA/4 e a tutti i suoi com-ponenti il Centro Studi augura di cuoreun fraterno e caloroso Buona Strada !!!

Il MASCI TA/4 ha promesso!

Presto beato Padre Sevin, uno dei fondatori dello scautismo cattolicoLo status di Venerabile per padre Sevin deve ormai essere approvato dal Papa stesso. Durante la prossima udienza concessa al

prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, probabilmente a fine giugno,il Papa autorizzerà il dicastero a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del gesuita francese mortonel 1951. Poi, i responsabili della causa dovranno ancora trovare il miracolo attribuito alla sua intercessioneper permettere la sua beatificazione.Con il laico belga Jean Corbisier e il conte italiano Mario di Carpegna, padre Jacques Sevin può essere con-siderato a buon titolo come fondatore dello scautismo cattolico. Prima della Guerra, padre Sevin aveva co-nosciuto il famoso generale britannico Baden Powell, giusto prima di creare una «pattuglia» di scout nel suddel Belgio nel 1918. Scrisse anche un importante libro “Le scoutisme, étude documentaire et applications“prima di tornare in Francia, subito dopo la guerra.Nel 1920, accostando lo scautismo di Baden-Powell e il Vangelo, ha federato le diverse esperienze scautiste

nate nel 1911 nel paese per fare nascere i Scouts de France. Ancora oggi, tra le tende dei campi scout, i giovani cantano pezzidel suo repertorio : Il canto della promessa, Il Canto dell'addio, o La leggenda del fuoco.

Pagina 16 il taccuino

Il Centro Studi Scout “San Giorgio” - onlusè in Via Cugini, 27— 74121 Tarantotelefono/Fax: 099 2310078e-mail: [email protected]@[email protected] redazione:Bailardi Piero 099 9944616 - 3334039529

Pitrelli Anita 099 378589 - 3473987118Reisinger Laura 099 7721448

Iscrizione al Centro Studi:Quota ordinaria annuale euro 20,00Quota sostenitore euro 30,00

C.c. postale N. 3142094

Intestato a:Centro Studi Scout San Giorgio - onlusVia Cugini, 27 - 74121 Taranto

Avvicendamento nel Magistero della Comunità MASCI TA/1

Il 26 gennaio è stato eletto il nuovo Magister della Comunità MASCI TA/1nella personadell’Ammiraglio Onofrio Lattarulo, subentrato al Prof. Lorenzo Marcello Lucarella. Il magi-ster uscente Marcello nella lettera di fine mandato oltre ai ringraziamenti per la collabora-zione ricevuta nel suo triennio, ha evidenziato che “tutto quello che è stato fatto in questianni è stato fatto esclusivamente nell’interesse della comunità, con l’intento di farla cresce-re sul cammino della fede, del servizio e della fraternità” ed ha assicurato il suo “doveroso”appoggio al nuovo Magister al magistero e alla Comunità. Dal suo canto il nuovo MagisterOnofrio ha evidenziato il bisogno di avere il supporto e i consigli di quanti lo hanno prece-

duto e in particolare di Girolamo Mastronuzzi e Maria Teresa, di Gene, Letizia, Gennaro, Antonio e Umberto che lo affianche-ranno nel lavoro del Magister.

A tutta la Comunità MASCI TA/1 il Centro Studi Scout “San Giorgio “ porge fraternamente i più cari auguri diBuona strada!!!

Festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia: occasione perduta?Un accorato discorso del capo dello Stato Giorgio Napolitano ha chiuso sabato 17, al Quirinale, le celebrazioniper i 150 anni dell’unità d’Italia. Alla presenza di tante personalità istituzionali il suo è stato un forte richiamoad una maggiore moralità e responsabilità a partire dalla classe politica. È intervenuto anche uno straordinarioRoberto Benigni che ha recitato alcuni momenti del percorso che ha portato all’Italia Unita (azzardando anche“sono pronto a tutto, anche ad un settennato tecnico”).A conclusione di un anno di festeggiamenti celebrati in tutta Italia e in vari ambiti sociali, ci è sembrato che

questa ricorrenza non abbia avuto la giusta risonanza in ambito associativo. Riteniamo che al di la del termine Patria o Paese, deiquali molto si è discusso anni addietro in Agesci, il valore dell’Unità è per gli scout imprescindibile e degno diapprofondimento. La speranza è che se ne sia parlato o “giocato” nei singoli gruppi e unità. Come Centro Studiavevamo preteso di dare un piccolissimo contributo lanciando un “Festival di canti regionali” aperto a tutti igruppi e comunità scout della Zona Taranto ma è andato letteralmente deserto. È stata una occasione perduta?

Attenzione!!! È in apertura il sito web del nostro Centro Studi. Cliccate su:www.centrostudisangiorgio.org