ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civettauna meravigliosa braciata organizzata dalla - so cietà...
Transcript of ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civettauna meravigliosa braciata organizzata dalla - so cietà...
ilCIVETTINOperiodico della contrada priora della civetta
GIUG
NO
2017
Anno XXXV n. 2
LIGHT
3
ilCIVETTINO
sOmmArIO
Patrizia sideri
Ovvero... la difficile convivenza dei Fe-
steggiamenti con un cantiere – anzi
due! – in corso.
In realtà, il progetto e le sue tempistiche prevede-
vano il termine del cantiere del museo in tempo
per poter inaugurare i nuovi locali per il Giro. ma,
come spesso accade, i lavori si sono procrastinati
più del dovuto, sia per la scoperta di nuovi parti-
colari, che meritavano di essere salvaguardati e
di essere valorizzati, sia per la minuziosa e ma-
niacale attenzione al budget, che ci ha spesso
costretto a prediligere scelte meno semplici e tal-
volta più lunghe, a fronte dell’imprescindibile con-
tenimento dei costi.
Alla fine, ci siamo quindi visti costretti a “pensare”
ai nostri Festeggimenti 2017 in modo da convivere
con i lavori tuttora in corso nel museo ed appena
iniziati in Galleria, Festeggiamenti che vivremo in
parte diversamente, con il museo ancora chiuso,
i nostri spazi ancora occupati dai lavori... dobbia-
mo pazientare ancora qualche mese, fino a metà
ottobre, fino al Novello.
In realtà, la ditta finirà di lavorare nel museo, per
iniziare in Galleria, ma una volta che avranno ter-
FesteGGIAmeNtI IN cANtIere
periodico della contrada priora della civettaAnno XXXV n. 2 - GIUGNO 2017spedizione in abbonamento postaleArt. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di sienaIscrizione al tribunale di siena n° 589 del 20/12/1993
DirettorePaolo BettiDirettore responsabileGiuseppe stefanachiAddetto stampaGianpaolo rabazziHanno collaboratocompagnia di Pier Pettinaio, carlo Agricoli, stefano Bonacci, Luca corsi, mario De muru, salvatore Granata, simone Grassi, matteo mastrandrea, silvia Nerucci, Giulia Pescatori, Aldo Petessi, Patrizia siderisi ringraziano per foto, immagini e vignettecarlo Agricoli, marco Borgianni, sergio Profeti, Francesco Benvenuti, Luca corsi, maurizio sampieriImmagine di copertinaGianpaolo rabazziProgetto grafico e impaginazioneIrene BimbistampaIndustria Grafica Pistolesi
FesteGGIAmeNtI IN cANtIereLIFtING mUseALePILLOLe stAtIstIcHeDecALOGO DeL mONtUrAtOceNA AL teGAmINO 2.0I NUmerI LI cONOscO A memOrIAPrOGrAmmA FesteGGIAmeNtIIN e NeLLALezIONcINA DI PALIO, IN ALtrI temPIrAP cONtrADAIOLOtOtALItArIsmO cALcIstIcOsONO ANDAtO A DONAresONettOcOmPAGNIA DI PIer PettINAIO
36
101213141820222326282930
ci siamo! come ogni anno ci appre-
stiamo a dare il via ai festeggiamen-
ti del Giro della nostra contrada.
come sempre i giorni di festeggiamento saran-
no scanditi dai classici appuntamenti, a partire
dalla caccia al tesoro dei bambini che si terrà il
mercoled ì pomeriggio, cui seguirà il suggestivo
concerto della nostra Francesca Lazzeroni nel
"riconquistato" chiostro di san cristoforo. Finire-
mo poi con la cena al tegamino, ripensato con
una formula simpatica che dia il giusto ricono-
scimento ai nostri cuochi pret-a-porter! Il giove-
d ì saremo ancora nel chiostro per una lettura
di sonetti storici e poi a cena, in attesa che la
serata dia sfogo ai più "buconi" con la inedita
tombola a premi, che renderà agguerriti anche
i più pacifici giocatori! Il venerd ì pomeriggio
sarà scandito dalle cerimonie celebrative delle
radici e della linfa della nostra contrada: anni
d'argento e 16enni. La sera, invece, avremo
la musica nel castellare, anticipata dai nostri
splendidi bambini, gli "zero boria" ed il loro in-
novativo rap contradaiolo. Il sabato torneranno
gli appuntamenti istituzionali che prevedono il
battesimo contradaiolo, il solenne mattutino e
la seguente cena che sarà incorniciata dal più
classico dei giochi di contrada: il palio dei bar-
beri con ricchi premi!! ed arriviamo alla domeni-
ca del Giro, dove ancora una volta i nostri stu-
pendi colori porteranno lustro alle vie cittadine.
Novità di quest'anno sarà il pranzo del Giro,
un'occasione per stare tutti insieme, rifocillan-
dosi prima di continuare i saluti alle consorelle
del "pomeriggio", per poi concludere alla gran-
de con il rientro in contrada dove innalzeremo
i calici in un corale brindisi. e poi, di lì a poco, è
Palio... W la civetta! Buona lettura.
54
minato i muratori inizieranno l'allestimento e le rifi-
niture ad opera dei civettini coinvolti nel Progetto
Allestimento ed anche queste attività necessite-
ranno di tempo.
Verrà però smantellato l'accesso al cantiere da
Via cecco Angiolieri, che ci restituirà spazio per
poter apparecchiare durante il Giro e poi per il
Palio.
subito dopo il Palio, l'enel inizierà i lavori in cecco
Angiolieri per potenziare la linea necessaria ad
alimentare la nuova cucina in Galleria. Insomma...
un'estate impegnativa...
I problemi logistici saranno sicuramente molti, prin-
cipalmente per la società e per l’economato, che
si troveranno a dover lavorare in spazi estrema-
mente ridotti, ma l’entusiasmo per il nuovo pro-
getto ormai prossimo alla conclusione, sta dando
a tutti la forza di affrontare un nuovo trasloco (gli
spazi della contrada dovranno a breve essere
vuotati per permettere il rifacimento dei locali so-
pra la Galleria) e una Festa titolare un pò alle
strette.
sicuramente, un merito del cantiere, è stato farci
riscoprire s. cristoforo, grazie anche all’arrivo del-
le disponibilissime suorine e di Don roberto, con
i quali è iniziato sin da subito un ottimo rapporto
di collaborazione: un s. cristoforo che ha accol-
to le consorelle per il maria mater Gratiae, un
chiostro che ci ha ospitato per le bicchierate del
capitano, un tornare a vivere quegli spazi in cui
un tempo ci sentivamo a casa e che per troppi
anni è stato difficile frequentare.
Il chiostra di s. cristoforo, un luogo magico, che
con le bandiere del civettone diventa stupendo
ed ancora più affascinante al suono delle melodie
cantate dalla nostra Francesca: sì, anche quest’an-
no avremo il piacere di inaugurare i festeggia-
menti con il suo concerto!
A seguire, l’immancabile cena al tegamino del
mercoledì sera, quest’anno arricchita da una novi-
tà: una specie di concorso, con tanto di giuria, per
premiare il miglior tegamino civettino. certo, con-
tinuerà ad esserci spazio per la pizza comprata
all’ultimo momento da chi non ha potuto cucinare,
ma sarà anche simpatico apprezzare le preliba-
tezze delle nostre cuoche e cuochi (e noi, lo si sa:
in civetta, in cucina, ci si sa proprio fà!!!) e divertirsi
a dare (e ricevere) dei voti.
Il giovedì, sempre nel chiostro, verrà presentata
una rassegna di sonetti, recitati dai nostri sonetti-
sti Amanda, Antonio, salvatore, accompagnati da
altre voci: un plauso alla tradizione di cui cecco
Angiolieri è stato maestro!
e poi, e poi... e poi si proseguirà con le nostre cene,
una meravigliosa braciata organizzata dalla so-
cietà nel castellare, poi una tombola, per unire
grandi e piccini, per arrivare al venerdì.
Il venerdì, avremo una sorpresa, una simpatica
sorpresa dei nostri amati Piccoli civettini, che gra-
zie a silvia e a tutti gli Addetti, hanno sorpreso
i popoli di tutte le contrade intonando, in occa-
sione dei cori in Giraffa, un simpatico ed inedito
rAP. cosa??? Il rAP? In contrada? ma siamo
sicuri???
Non siamo sicuri, siamo sicurissimi!!! Non solo è sta-
to apprezzato, è stato molto apprezzato ed abbia-
mo voluto regalare ai nostri Piccoli la gioia di can-
tare nel loro castellare, davanti alla loro civetta,
davanti a tutti noi... Questo regalo ci sarà venerdì,
subito dopo cena, prima della musica con il DJ.
Gli altri appuntamenti, saranno come da protocol-
lo: la cerimonia dei sedicenni, con cui finalmente i
nostri Giovani faranno il loro ingresso in contra-
da; la cerimonia degli Anni di Argento, dedicata
ai nostri anziani, alle nostre guide, a coloro che
negli anni hanno costruito la civetta che noi vivia-
mo oggi; la cerimonia del Battesimo contradaio-
lo, con tanti piccoli, tanta vivacità, tanto colore... si-
curamente uno dei momenti più emozionanti della
nostra Festa.
e poi i cimiteri, la ricognizione dei confini, il so-
lenne mattutino, il ricevimento della signoria... i
momenti più solenni, ufficiali...
Le s. messe saranno celebrate in s. cristoforo: la
messa in onore di s. Antonio da Padova e di s.
Bernardo tolomei, venerdì pomeriggio, il solen-
ne mattutino sabato sera e la messa della com-
parsa, domenica mattina, subito prima del Giro,
assonnati ma felici di vestire i colori della civetta.
Un giro nuovo, quest’anno, un itinerario parzial-
mente diverso, che ci vedrà rientrare in civetta
per il Pranzo del Giro: una novità e come tutte le
novità, c’è stato chi ha apprezzato – “ultimamente,
a cena, la domenica, eravamo davvero pochi..." -
e chi è rimasto deluso – “la cena del Giro è uno
dei momenti più importanti dell’anno, come il Ban-
chetto...”: vedremo, il Pranzo del Giro è un esperi-
mento, una prova, a fine Giro tireremo le somme!
Al rientro, dopo il maria mater Gratiae, un brin-
disi nel castellare, un ci, ci, Vette!!!!! tutti insieme
e poi... poi... è finito, anche questo Giro sarà finito, i
Festeggiamenti 2017 saranno finiti.
ma tranquilli, tra poco ci si rivede, il tempo di ri-
prendere fiato, di riposarsi un pò ed è Palio! e chis-
sà... capitan Francesco cosa ci riserverà...
76
lì che decido di chiedere ai due un poco del loro
tempo per raccontare del lavoro svolto in civet-
ta. Premesso che maurizio ed Anna rita sono una
coppia di professionisti, ma principalmente sono
una coppia nella vita di tutti i giorni... in un colpo
solo li prendo tutti e due. Li interrompo con la scu-
sa che sarò veloce, anzi velocissimo. Bugia bianca.
Accettano.
maurizio racconta da dove siete partiti?
In senso cronologico si è ritenuto indispensabile do-
ver affrontare una certa manutenzione della Sala
delle Vittorie, la parte inaugurata nel 1984. Non
era possibile ripristinare l'originale finitura, tanti e
tali i buchi e le piccole lesioni presenti. Peraltro, lo
spatolato originale, in quella versione, non era as-
solutamente restaurabile. Infine le recenti modifiche
all'impianto elettrico e le relative tracce avevano
dato il colpo di grazia agli ambienti.
Quindi quale scelta è stata presa?
Io e Simona Martelli partecipiamo come sottogrup-
po della più grande Commissione allestimento del
nuovo museo. Con il contributo del Priore, in qualità
di responsabile (ma che ha dato un supporto anche
in senso estetico), abbiamo deciso di perseguire la
strada di una nuova tinteggiatura con una tonali-
tà di un grigio che è stato studiato per mettere in
risalto le colorazioni più calde del laterizio, senza
andarvi in contrasto. Un tono che si sposasse bene
con la parte lignea e lapidea e che esaltasse l'in-
sieme della struttura portante.
come avete deciso di procedere?
Siamo partiti da una campionatura di cromatismi
che è stata aggiustata abbastanza rapidamente.
Se non è stata buona la prima soluzione, siamo an-
dati a colpo sicuro alla seconda, perché avevamo
ben chiaro in mente il nostro obiettivo di resa finale.
soddisfatti?
Noi e non solo noi. L'intervento ha riscontrato since-
ri apprezzamenti. Soddisfatti e tanta soddisfazione
generale.
Quindi la competente tecnica di simona si è per-
fettamente integrata alla tua componente artistico-
creativa?
Io Simona abbiamo la stessa visione. Avendo lo
stesso punto di vista il lavoro non dico che diventi
facile, ma si semplifica molto.
come chiameresti questa vostra compenetrazione?
Sintonia estetica.
Bella parola, mi convince, suona bene. ma in senso
pratico l'approccio come lo definiresti?
L'approccio è il proseguo di quello che era stato
fatto a suo tempo dall'Uggioni. Quindi noi abbia-
mo solo teso a valorizzare un lavoro che è sempre
contemporaneo e degno di assoluto merito.
LIFtINGmUseALe
redazione
Passo per caso dalla civetta, transitando da Via
cecco Angiolieri. sono circa le ore 15.00. Fa cal-
duccio. ed è venerdì 2 giugno, giorno della Festa
della repubblica. Non c'è un'anima, solo un taxista
ed un ragazzo in motorino che bisticciano perché
il tipo sulle due ruote veniva in controsenso giù per
Via cecco Angiolieri. A parte loro, deserto. tran-
ne un superstite. In fondo al Vicolo del castellare
scorgo la sagoma di maurizio sampieri che sta
lavorando con la sua tenuta d'ordinanza e gli do-
mando: "ma che fai lavori oggi che è festa?"
mi risponde: "sì perché io sono di fede monar-
chica."
ma come sarebbe? Dai!! non dire strullate...
Beh, se non altro lo sono per aver cancellato lo
Stato Pontificio e aver preso a cannonate il Papa...
Grande risata, scuoto la testa perché l'ho pure
ascoltato, come se fosse serio, la sua sottile e cau-
stica ironia è da sempre il suo tratto caratteristico,
che se non hai occhio ti svernicia, tanto per rimane-
re in ambito di vernici e diluenti. In realtà maurizio
tiene in mano una potente idropulitrice, a guisa di
un moschetto dei bersaglieri, anche lui prova la sua
personale breccia di Porta romi, sotto una pioggia
di detriti e sassolini che lo hanno semi sommerso...
Nella stalla invece trovo Anna rita che non si ac-
corge nemmeno di me, perché è tutta intenta ad
aspirare la "camerina del cavallo", cui parleremo
più oltre. e me ne ritorno da maurizio a dargli noia.
A dire il vero io avevo un altro programma per il
pomeriggio, ma l'occasione mi è sembrata propizia.
mi sono attardato a guardare, semi-ipnotizzato, i
blocchi rimasti dell'originaria torre Ugurgieri, tornati
a vita e (soprattutto) a luce nuova. maremma come
sono belli adesso! penso tra me e me. ed allora è
98
Piuttosto che aggiungere, come spesso capita, ave-
te proceduto per principio di sottrazione?
Sì, esatto siamo andati a sfrondare. Però permettimi
di dire, per chiarezza, che è necessario distinguere
tra l'intervento di lifting museale, di cui stavo parlan-
do, che riguarda la Sala delle Vittorie e che ha una
certa logica conservativa ed il successivo allesti-
mento del materiale esposto, che invece ha una più
ampia portata. Tutto parte da una prima riunione
tenutasi nell'ottobre scorso, riunione che aveva al
centro una domanda: "che si fa del nuovo museo?
si va per tipologie o in senso cronologico?" Da lì
io feci un elaborato con la storia delle nostre sedi,
ma soprattutto da quando la Civetta è approdata
nel Castellare, grazie all'opera di pochi volentero-
si. L'intento era quello di ripercorrere, per quanto
possibile, la storia della Civetta da San Pietro Buio
passando per San Cristoforo per poi giungere nel
Castellare.
In termini di percorso museale i Palii come saranno
disposti?
Non saranno più radunati in un unico ambiente,
ma verranno distribuiti in tutto il museo, partendo
ovviamente dall'ingresso che vedrà la parte più
vecchia dei nostri Palii. Nei locali dell'ex sagrestia e
nel suo (ex) soppalco, con annessa la sala del fonte
battesimale, saranno collocati quelli del periodo in
cui la Civetta è stata ospite di San Cristoforo, per
poi giungere nelle cosiddette Sale del '55 e poi
dell'84 dove troveremo tutti i costumi ed i drappel-
loni del dopoguerra. Beninteso, si sta parlando di
un percorso al quale ci siamo dovuti anche aggiu-
stare, visto che le strutture non si possono adatta-
re al percorso cronologico, ma semmai viceversa.
Il percorso museale è quindi un compromesso. Un
ottimo compromesso, direi. La traccia storica è stata
mantenuta nei limiti degli ambienti che sono stati
recuperati e tra di sé integrati, per costituire un am-
biente di assoluto livello. Il museo appunto. A propo-
sito, mi piace far presente che preferisco il termine
"Stanze della Contrada", così come risultava dai
verbali di un tempo, piuttosto che il termine museo.
come mai questa precisazione?
C'è una ragione, perché il termine museo preve-
de una dimensione legata al collezionare ed all'e-
sporre che, seppur non necessariamente statica, in
quanto può arricchirsi di altre opere, non prevede
un continuo rinnovo e mutamento, mentre io prefe-
risco un termine che richiama un universo antropo-
logico (stanze per inciso), un universo definito, ma
in divenire, come è inequivocabilmente quello della
Contrada.
Quali sono state le difficoltà di questo tipo di inter-
vento a parte fare tutto rapidamente?
Grandi difficoltà ancora non le abbiamo riscontra-
te, a parte te che mi fai perdere tempo, perché
è la mia professione. Semmai direi che è stato ed
è parecchio stimolante. E' stato interessante, per
esempio, dare una colorazione ai fondi più simile
all'originale, perché crea maggiore uniformità e
conferisce maggior morbidezza, come si vedrà per
esempio proprio nella sala del '55. Io ho insistito
tanto perché le teche del '55 rimanessero le stesse,
proprio nel rispetto di quel pensiero che ha guidato
l'intervento. Seguire la traccia originale.
La tua firma c'è da qualche parte, in senso pittorico
intendo?
mi tira fuori un raccoglitore pieno di fogli e me ne
passa uno, lucido.
Vedi sul bozzetto abbiamo riprodotto quanto ripor-
ta l'ultimo verso del primo inno della Contrada, un
richiamo da tenere in mente sempre come un sottile
filo conduttore: il territorio e le tre sedi. maurizio
inizia pure a canticchiarmela: "...di tutta Siena noi
siamo il cuore, sulla città oh Civetta va...." Grafica-
mente, -prosegue- è il territorio della Civetta, il Ca-
stellare è la testa e la coincidenza delle due arterie
Banchi di Sopra e Banchi di Sotto sembra essere
la curva delle ali del nostro rapace notturno. Propo-
sta approvata da tutta la Commissione museale. Ci
tengo a dirlo.
Altra firma mi sembra di averla vista nella stalla o
sbaglio? Finalmente Anna rita trova lo spazio per
dire la sua... visto che finora è stata in ascolto, in reli-
gioso silenzio, come è più nel suo pacato carattere.
Nella stalla abbiamo voluto dare un semplice
omaggio alla Piazza, è un regalo di Maurizio e
di Anna alla Civetta, sempre con il consenso del
barbaresco. Interviene maurizio: come dice Anna
si è fatta "la camerina al cavallo."
Anna come vi siete divisi i ruoli?
Le nostre idee nascono a tavola, dopocena, spesso
si fanno dei semplici scarabocchi che sono la base
di un confronto ed anche nelle esecuzioni non c'è
mai un ruolo specifico. Siamo intercambiabili. Non
c'è uno che dirige e l'altro che esegue. Si procede
in maniera da sviluppare il lavoro in modo coerente
ed efficace.
torno a maurizio. cosa ci aspetta nei prossimi
mesi?
Tutto l'allestimento della parte nuova, ovvero dei lo-
cali ex Romi e contigui dove abbiamo dei progetti in-
teressanti sulle finiture che ancora non sono rivelabili
fino a che non saranno eseguiti e che al solito esal-
teranno la struttura in una soluzione di artigianato
artistico. Ad esempio, anche i sostegni, i piedistalli
per i tamburi e per i piatti dei Palii sono stati fatti
in coerenza con la ristrutturazione degli anni '80,
con l'utilizzo di artigianato locale. Ferro verniciato
a grafite: uno degli elementi dominanti del museo
realizzato oltre trenta anni fa. Le poche parti che
non sono rimaste a facciavista o a "cemento bruta-
le", cosi come lo chiama l'architetto Terrosi, avranno
delle finiture che prevedono, nella realizzazione, il
recupero di tecniche storiche in una forma estetica
contemporanea. Sono delle basi pittoriche pensate
per esaltare al massimo i nostri cimeli, che per noi
sono veri e propri tesori. Perché, vedi, ognuno deve
stare al suo posto.
e mi domanda anche in tono serafico: No? Non è
così?
e io, dopo un attimo di tentennamento, rispondo
ovviamente di sì.
Ognuno sta al posto. Lui rimane al lavoro e io me
ne vado via.
mi sa che è stato un modo carino per dirmi di
sgombrare. saluto, ma resto col dubbio.
1110
posizione delle 10 partecipanti al palio di luglio
2017 presenta una singolarità: dal 1960 ad oggi
nell’occasione delle nostre 5 Vittorie ci sono sem-
pre Giraffa e Leocorno e mai l’Oca. Per quanto ri-
guarda l’estrazione del prossimo agosto il ritardo
più consistente è quello dell’Oca (anno 2000, ma
corre di diritto) seguita da Drago (2008), torre
(2009, corre di diritto) e civetta (2010). Guar-
dando più da vicino la nostra contrada si nota
come le estrazioni di agosto siano più rare rispet-
to a quelle di luglio dal 1900 (24 contro 15, più 11
straordinari). Per la carriera dell’Assunta l’ultima
estrazione è datata 11 luglio 2010 così come la
precedente del 1993 ebbe luogo l’11 luglio. se i
nostri potenti archivi non mentono, dal 1900 ad
oggi la civetta non è mai stata estratta il giorno
9 luglio, per il quale è prevista la prossima estra-
zione per agosto 2017. La civetta si è estratta
da sola in sole due occasioni, l’ultima delle quali
nell’agosto 1960. Dal 1842, anno da cui iniziano a
essere disponibili dati attendibili in merito, la con-
sorella che maggiormente ci ha “aiutato” è stata
l’Onda con 11 estrazioni, seguita dalla Giraffa
con 6. singolare il fatto che la chiocciola e il Val-
dimontone non hanno mai estratto la civetta. Una
rapidissima occhiata ad un altro momento clou
in cui la Dea Bendata si manifesta, l’ordine del-
la mossa. corrono entrambe le contrade con il
maggior ritardo di rincorsa, ossia Pantera (agosto
1992) e Giraffa (luglio 1996). Il ritardo più impor-
tante per il 1° posto appartiene alla civetta (sem-
pre agosto 1992, con rincorsa la Pantera) seguita
dalla selva (luglio 1993). Per la nostra contrada
il maggior ritardo è rappresentato però dal 9°
posto che risale al luglio 1990. In quanto alle Vit-
torie, in assoluto il posto al canape “nonno” è l’8°
(tartuca, agosto 2002). Per i soli palii di luglio per
trovare una vincente all’8° posto bisogna tornare
indietro al 1995 con l’Onda ma curiosamente il
posto “nonno” al canape per i palii di luglio è uno
di quelli considerati generalmente assai appetibili
ovvero il 2° (1990, Giraffa). concludo questo ar-
ticoletto a tema numerico citando le parole del
compianto Prof. Aaron Levenstein: “Le statistiche
sono come i bikini. ciò che rivelano è suggestivo,
ma ciò che nascondono è più importante”.
PILLOLe stAtIstIcHe
simone G
rassi
Archiviata l’estrazione a sorte di fine
maggio, complessivamente dal 1900 la
contrada più estratta è stata il Leocor-
no per ben 68 volte, tallonata a distanza dalla
Pantera con 62 e dalla torre con 61. A seguire
la tartuca e il Bruco con 57, il Drago con 56, l’
Aquila con 55, Lupa Giraffa e V.montone con 54,
Istrice a quota 53, Il Nicchio a 52, la civetta a
50, l’Oca 49, Onda 44, la selva 43 e a chiude-
re la chiocciola con 40. Va annotata l’estrazione
della Giraffa che tra le contrade aventi diritto
all’estrazione era quella con il maggior ritardo a
luglio (2004). La striscia di estrazioni consecutive
più lunga riguarda la tartuca che è alla ragguar-
devole quota di 4 estrazioni di fila (5 palii corsi
ininterrottamente dal luglio 2015, considerando
anche il prossimo); si interrompe invece la serie
del Nicchio a 4 palii corsi consecutivamente. Un
numero interessante è quello delle vittorie con-
seguite da estratta a sorte: il Bruco nel secolo
scorso era l’unica contrada a quota zero, men-
tre nel secolo presente è in prima posizione con
già 3 vittorie da estratta in soli 17 anni. La com-
1312
DecALOGO DeL mONtUrAtO
matteo m
astrandrea
Luca corsi
Ormai da anni celebrata, è la cena con
cui di fatto, vengono aperti i nostri fe-
steggiamenti. ritornata in essere nei
primi anni novanta per volere dello svampino all’e-
poca presidente di società, vulcano di idee e pro-
positività che la sdogana per la rivalorizzazione (o
meglio per la riconquista) del territorio.
Per anni itinerante, partita dal vicolo del Viscione,
passata per “l’arco” dei Pollaioli, piazza sabatino
mori (all’epoca piazza Padella) e le Logge della
mercanzia, ha trovato la sua collocazione finale
nel castellare.
Facile da gestire perché non necessita di una cu-
cina in loco, rimane anche la più antica delle cene
conviviali. Nasce quando nella contrada ancora
non c’era la cucina e sia i soldi che e i contrada-
ioli erano pochi. Infatti basta tirare fuori un tavolo,
prendere due avanzi da casa, unirli a quelli degli
altri commensali ed ad un fiasco di vino rosso, che
la cena è belle fatta e servita e se seguita da due
commenti beceri e quattro stornelli, si è addirittura
fatta una cena di contrada. sarà per questa sua fa-
cilità nel realizzarla o per la sua semplice gestibilità,
sarà per la sua povera origine di convivialità, ma
dal momento che è stata proposta come apertu-
ra dei festeggiamenti contradaioli in occasione del
nostro santo Patrono, non è stata più abbandonata,
ma fin da subito molto apprezzata. Infatti la possibi-
lità di assaggiare leccornie diverse, preparate per
l’occasione è da subito piaciuta e stata apprezzata,
incontrando un rinnovato entusiasmo ad ogni sua
riproposizione. se in passato era fatta spesso con
gli avanzi, oggi ai nostri giorni trova la consacra-
zione nella meditata e appropriata preparazione
specifica. Formata da piatti variegati che coprono
la cena in tutte le sue portate, dall’antipasto al dol-
ce, accompagnati dal buon vino di contrada o da
quello specifico abbinato, portato dal più attento
per accompagnare la propria pietanza, negli anni
ha generato una sorta di bonaria gara culinaria,
dove ognuno ha lodato un piatto anziché un altro,
formulando una sorta di classifica per ogni portata
e decretando un vincitore virtuale a cui attribuire
il premio aleatorio di miglior cuoco o cuoca della
serata, omaggiandolo con complimenti, pacche e
lodi, ma soprattutto con la prova visibile dello spol-
vero del suo piatto (il tattico porta solo l’assaggino
in modo da far vedere il piatto vuoto a differenza
del meno accorto che prepara per un reggimen-
ceNA AL teGAmINO 2.0
il tattico porta solo
l’assagginoin modo da far vedere
il piatto vuoto
“ “1
2
3 4 5
6 7 8
9
10
non portare il cellulare
entrare tutti nelle chiese delle consorelle e non
restare fuori a fumare una sigaretta
non fermarsi a guardare le vetrine o addirittu-
ra entrare nei negozi
cercare di sfilare in modo elegante e non sem-
brare delle pecore
tagliarsi le unghie dei piedi potrebbe essere
utile per la durata delle calzamaglie
sfondare un tamburo e spezzare una bandie-
ra non è motivo di vanto
anche se si suda tutto il giorno non è necessa-
rio arrivare di prima mattina puzzolenti
anche durante il rinfresco si rappresenta la
contrada, un minimo di eleganza sarebbe utile
il tamburo non è un piatto e la gabardina non
è un tovagliolo
ricordarsi che questo anno, finito il rientro, van-
no prima posate le bandiere e i tamburi per
poi fare un brindisi finale in castellare
1514
to a rischio dell’ignobile e penalizzante avanzo) e
quella tangibile data dalla ripresa smodata della
cibaria, fin anche alla doverosa bevuta di una bic-
chierata di bicarbonato per poter allentare la ten-
sione addominale generatasi.
Questo, e il momento della nascita di trasmissioni
culinarie come master chef (seconda per tempistica
di realizzazione e invettiva solo al Gufo chef), ha
portato all’idea di una cena al tegamino 2.0.
La kermesse culinaria prevede giudici di indiscuti-
bile valore, selezionati ed accreditati (sembra che
ognuno abbia presentato curricula chilometrici,
dove si narrano periodi da chef al Park Hotel o
di acquisizioni di svariate stelle michelin etc...) che
voteranno, tramite un programma della NAsA con
valori prestabiliti e che darà un punteggio a se-
conda della presentazione-preparazione-qualità-
gusto (c’è già polemica per i parametri volutamente
bassi dei piatti vegetariani), decretando il vincitore
della ceNA al teGAmINO 2.0. Il premio, consiste-
rà nell’ottenimento della preparazione dei 4 cenini
di Palio come sguattero, in modo da dare l’esempio
di dedizione al lavoro dei sedicenti cuochi civettini.
Buona fortuna a tutti coloro che interverranno alla
serata!
La tombola è forse il più popolare e tradiziona-
le gioco da tavolo nato nella città di Napoli
nel XVIII° secolo come alternativa al gioco del
lotto.
secondo la tradizione la tombola sarebbe nata nel
1743 da una discussione tra il re carlo di Borbone
e padre Gregorio maria rocco circa il gioco del
lotto, che il primo voleva sotto controllo pubblico,
per evitare che in seguito alla sua soppressione vi
fosse il fiorire del lotto clandestino, e il secondo con-
siderava immorale per motivi religiosi.
Il compromesso fu trovato vietando il gioco durante
le feste natalizie, durante le quali si organizzarono
con questa versione da casa, che divenne presto
una consuetudine di quei giorni dell’anno.
Il gioco delle tombola è una versione popolare del
bingo americano. Inizialmente infatti essa veniva
classificata come gioco d’azzardo in quanto le car-
telle andavano comprate e il premio corrisponde-
va ad una somma in denaro.
e’ opportuno da segnalare per l’importanza che
ricopriva la tombola, la Grande tombola che si
svolgeva nei giorni precedenti il Palio in Piazza del
campo dove venivano appositamente installati
tre tabelloni visibili da ogni punto della piazza e
i numeri venivano estratti preceduti da uno squil-
I NUmerI LI cONOscO A
memOrIA
lo di tromba e se la sorte faceva uscire il numero
corrispondente a una contrada a quell’epoca tra
le più popolose, rimbombava un boato al grido di
“daccelo”.
come scritto la tombola non è certo un gioco tipi-
camente senese, ma a siena il gioco della tombola
ha avuto connessioni importanti con le contrade e
con il Palio, con riflessi di tipo sociale delle persone
che tale attività hanno animato.
Lo scopo ultimo del gioco è quello di realizzare la
tombola. Ovvero arrivare per primi a coprire tutti i
numeri presenti su una delle proprie cartelle.
Normalmente vengono assegnati premi minori per
i risultati intermedi, come il terno (tre numeri sulla
stessa riga) la quaterna (quattro numeri sulla stes-
sa riga), la cinquina (tutti e cinque i numeri della
riga). Viene assegnato anche un premio per chi fa
“tombolino”, ovvero la seconda cartella in ordine di
tempo a totalizzare la tombola.
I “tombolai” costituivano un gruppo sociale a parte:
molti di loro erano anziani in pensione, giocatori
di carte, qualche studente fuori sede, non ricchi:
fanatici di questo gioco e soprattutto scaramantici.
La scaramanzia è una forma di superstizione se-
condo la quale alcune frasi o gesti o persone o
luoghi attirerebbero o allontanerebbero la fortuna
o la sfortuna.
Negli anni '70 tutte le diciassette società di contra-
da organizzavano la loro tombola, seguite anche
da altre Associazioni (es. misericordia, Pubblica As-
sistenza, I Bersaglieri, La Famiglia, La tuberosa ecc.)
per giungere a un numero di circa 23 o 24 tombole.
A metà degli anni '70 arrivò a siena il nuovo Que-
store e, come prassi, fu invitato dal magistrato delle
contrade. In quella occasione il dr. Iappini, rettore
del magistrato, menzionò che le società di contra-
da organizzavano delle tombole. Il nuovo Questore
disse che nella Provincia di siena vi erano autorizza-
zioni per circa 30/35 tombole all’anno, per cui non ci
mario D
e muru
1716
molta attenzione si dava alla vendita delle cartelle
non sbagliando l’ordine della fila perchè l’ordine
della fila per i tombolai era un segno intoccabile
della sorte: modificarlo voleva dire alterare l’esito
del gioco, stravolgere il destino.
Altrettanta attenzione richiedeva la chiusura dello
sportellino della gabbia: se lo chiudevi male facevi
cadere fuori le ghiandine. e questo era sicuramen-
te un grosso problema: i tombolai chiedevano di
ricontare tutte le ghiandine ma soprattutto verifica-
re le pergamenine ricontrollando i numeri in esse
inserite.
I tombolai erano personaggi incredibili, chi voleva
lo stesso tavolo, chi non voleva nessuno accanto,
chi voleva solo la prima decina di cartelle ecc..
mi ricordo di una signora, della quale non mi sov-
viene il nome, che non veniva tutte le domeniche e
che forse aveva dei problemi con la vista. compra-
va le sue cartelle, si sedeva ad un tavolino vicino
alla finestra, e le teneva impilate da una parte sen-
za segnare i numeri. Una volta dichiarò la “tombo-
la”, ero di servizio e andai a prendere la cartella
per verificare con il tabellone. Nella cartella non
era segnato nessun numero. mi permisi di dirle che
non c’era nessun numero e lei mi rispose, gelida: “I
numeri li conosco a memoria”. Quindi conosceva a
memoria 3.000 combinazioni di 15 numeri.
Quando eravamo vicini a fare tombola i tombolai
stipulavano accordi paritari, la cosiddetta “salva”.
L’accordo prevedeva che chi faceva la tombola do-
veva dare una percentuale con chi aveva stipulato
la "salva.”
Dopo aver dichiarato la tombola e il tombolino, e
pagati i premi, il vincitore doveva dare la mancia
al bambino, i tombolai se ne andavano, qualcuno
restava a giocare a carte, lasciando sui tavoli o in
terra le cartelle, difficilmente nei cestini, ed era ne-
cessario aprire tutte le finestre della società per far
diradare la cappa del fumo.
I numeri delle contrade
A rigor di logica i numeri dovrebbero corrisponde-
re all’animale o al simbolo di ogni singola contrada.
Alcuni importanti cultori della cabala hanno avuto
premura di scartabellare vari libri, constatando che
nessun numero assegnato alle contrade corrispon-
de a quelli riportati nei vari manuali.
Da ciò si può arguire che noi senesi, sempre origi-
nali nei nostri modi interpretativi, ci siamo a caso
appioppati i propri numeri.
Durante le tombole nelle società, quando veni-
va bandito un numero di una contrada, sorgeva
spontaneo pronunciare il nome della stessa per
convalidare agli altri la sapienza in fatto di numeri
di contrada.
sarebbero stati problemi. ma il dr. Iappini volle pre-
cisare che le società di contrada organizzavano le
tombole ogni settimana. Il Questore fece un rapido
conto (17x52=884) fissò basito il rettore del magi-
strato e disse semplicemente: “Andiamo avanti”. e le
contrade continuarono a fare le tombole.
Per giocare alla tombola è necessario vendere
500 cartelle cartacee suddivise in sei lettere, ogni
lettera contiene 15 numeri, per cui una cartella con-
tiene tutti i 90 numeri ciascuno una sola volta.
Fondamentali per la tombola sono: la gabbia, gi-
rata a mano con apposita manovella, nella quale
venivano inserite le ghiandine, cilindretti di alluminio
con tappi di gomma, ciascuna con una pergamena
sulla quale è stampato un numero, e il tabellone,
fatto con tessere girevoli.
Agli inizi anche la società cecco Angiolieri aveva
una gabbia manuale, ma grazie alla genialità di
Gino ciampoli potemmo avere la prima gabbia
elettrica.
Gino collegò, tramite una cinghia, la manovella ma-
nuale della gabbia con il motore di una lavatrice e
definì il numero dei giri della gabbia.
con questo sistema la nostra gabbia girava tredici
volte in senso orario e tredici in senso antiorario
sempre con la stessa velocità. e questo era impor-
tante perché il senso del tempo in ciascun tombola-
io faceva immediatamente avvertire se, utilizzando
la manovella, avevi girato troppo veloce e se an-
davi lento.
Per organizzare una tombola erano necessarie
due persone: uno vendeva le tessere, e poi anda-
va a fare il banditore, inseriva le pergamenine nel
pannello di controllo, registrava i numeri estratti nel
bordeaux e girava le tessere del tabellone; l’altro
andava a girare la gabbia. era indispensabile un
bambino che estraesse le ghiandine da una appo-
sita apertura della gabbia.
era previsto che la vendita delle cartelle avesse un
orario preciso, per la società cecco Angiolieri era-
no le 9 di domenica mattina. Angiolino capannoli,
o chi era di turno, andava dal Nannini a comprare
le paste, apriva la società alle 8 e i tombolai pren-
devano posto in fila di fronte al tavolino delle tesse-
re quando l’incaricato cominciava la vendita. c’era
qualcuno che faceva la fila per qualche altro tombo-
laio perché a quell’ora la tombola era nella Giraffa.
In base a una regola precisa non si potevano ac-
quistare più di 10 cartelle per volta, ma era possibi-
le fare una seconda fila.
6 04 58
2 85 0195
2 272519
166 876133
9 0
Aquil a
B r uco
chiocc i o l a
ci vet ta
Drago
Gira ffa
I s t r i ce
Leoco rno
Lupa
N i cchi o
Oca
Onda
Pan te ra
se l va
ta r t u ca
to r re
Va ld imon tone
1918
mercoledì 14castellare degli Ugurgiericastellare degli Ugurgierichiostro di s. cristoforo
castellare degli Ugurgiericastellare degli Ugurgiericastellare degli Ugurgieri
Giovedì 15chiostro di s. cristoforocastellare degli UgurgieriVia cecco Angioliericastellare degli Ugurgieri
Venerdì 16castellare degli Ugurgierichiesa di s. cristoforo
castellare degli Ugurgiericastellare degli UgurgieriVia cecco Angioliericastellare degli Ugurgieri
castellare degli Ugurgieri
sabato 17
castellare degli Ugurgieri
Piazza tolomeichiesa di s. cristoforocastellare degli Ugurgieri Via cecco Angioliericastellare degli Ugurgieri
Domenica 18chiesa di s. cristoforo
Via cecco AngiolieriVia cecco AngiolieriVia cecco AngiolieriVia cecco AngiolieriVia cecco AngiolieriIl campo, Bocca del casatoOratorio di contradacastellare degli Ugurgeri
ore 17.00ore 18.30ore 19.30
ore 20.30ore 21.00ore 22.30
ore 19.30ore 20.30ore 21.00ore 22.30
ore 18.15ore 18.45
ore 19.45ore 20.15ore 20.30ore 22.00
ore 22.30
ore 11.00ore 18.00ore 19.30ore 20.00ore 20.15ore 20.45ore 21.00ore 22.30
ore 07.45
ore 08.15ore 13.00ore 13.30ore 15.00ore 15.50ore 19.30ore 20.15ore 20.30
caccia al tesoro con i bambini delle contrademerenda con i bambiniconcerto di apertura Festa titolare“Aperitivo in concerto” Aperitivo nel castellarecena al tegaminoPremiazione del miglior tegamino contradaiolo
sonetti dal castellare “s’i fossi cecco...” Aperitivo nel castellarecena con bracetombola contradaiola
cerimonia "Anni d’Argento"s. messa in onore di s. Antonio da Padova e s. Bernardo tolomeie in suffragio dei contradaioli defunticerimonia dei sedicenniAperitivo nel castellarecenaFreestOwl “(OK) la viviamo così”rap dei piccoli civettini diretti da zatarra Live musicmusica nel castellare con ettore chiesi DJ
Onoranze funebri ai cimiteri cittadiniBattesimo contradaioloricognizione dei confiniricevimento della signoriasolenne mattutinoAperitivocenaPalio dei Barberi
s. messa e benedizione della comparsa“maria mater Gratiæ"Partenza della comparsarientro della comparsaPranzo del Giroritrovo e vestizione della comparsaPartenza della comparsaIngresso della comparsa, corteo di rientro“maria mater Gratiæ"Aperitivo di chiusura Festeggiamenti
FestA tItOLAre 2017 in onore di sant'Antonio da Padova e san Bernardo tolomei
14 -18 giugno 2017
Per le cene di Gioved ì, Venerd ì, sabato e per il pranzo di Domenica è obbligatorio prenotarsi entro le ore 12.00 dei due giorni precedenti scrivendo a societa@contradadellacivetta. it o inviando un sms al numero 339-3638150 (Francesco Amisano)
2120
Aldo Petessi
In questo breve articolo, voglio parlarvi della
differenza tra due modi di dire, che vengono
spesso usati in modo equivalente. mi riferisco
a quando si dice: “ci si vede in civetta” rispetto a
"nella civetta".
Lingua parlata e scrittura sono cambiate, come
sono cambiate le nostre abitudini ed i nostri sti-
li di vita. culto della modernità, accelerazione
dei processi, superamento delle tradizioni, sono
quelle dinamiche diffuse e inarrestabili che però
poi, guarda caso, tendono ad una più rapida e
vertiginosa decadenza. strambi neologismi, con-
trazioni lessicali che attorcigliano la lingua, così
come i tanti termini di matrice anglosassone, co-
stituiscono quella grande contaminazione seman-
tica (quasi un inquinamento...), che ci trova spesso
spaesati quando formuliamo anche una semplice
frase. Ora, per tornare a noi, sennò mi perdo..., mi
riferisco a quando si dice e si scrive: "troviamoci
in civetta", oppure "in castellare", esattamente
come recitava un categorico avviso recentemen-
te affisso nella bacheca, quella accanto al bar nel
castellare: "Vietato posteggiare i motorini in ca-
stellare".
ripercorrendo i miei 30 anni vissuti nel Vicolo del
Viscione ed a giocare nel castellare, mi ricordo
che il modo di dire era diverso. si stava parecchio
per strada e meno sui libri, ma alle parole si stava
attenti... talvolta, visto che da piccini s'era birban-
telli, s'aspettava al varco il malcapitato ragazzino,
prossimo compagno di giochi, studiandone il com-
portamento, l'accento e le espressioni idiomatiche
e, discoli come s'era, si attendeva che proferisse
la fantomatica domanda, per capire se proveniva
dalle lastre (altra espressione degna di interesse,
su cui torneremo magari un'altra volta), o se dal-
le lastre non veniva affatto. Ne ricordo alcuni tra
quelli che venivano a siena solo d'estate in va-
canza che mi dicevano: “ma te per che contrada
tifi...??”. Ah vai un c'erano dubbi... te carino non
sai nulla di me, ma io di te so di sicuro che non
sei di queste parti... se penso al termine “tifo”, mi
tornano i brividi.
Ora, non voglio entrare nel merito della versio-
ne grammaticale corretta, per questo sarebbe
meglio chiedere all'Accademia della crusca; ma
nel modo di parlare di noi civettini, che amiamo il
nostro territorio, proprio perché è tutto nelle lastre
ed è chiuso nel cuore di siena, spero mi si possa
permettere, da vecchio abitante del centro stori-
co, una piccola digressione sui modi di dire.
mi sono interrogato proprio su quest'ultima moda.
Prima dicevamo: "stasera ci troviamo nella civetta"
e l'uso di "in", preposizione semplice della gram-
matica italiana, era solo utilizzato per la nostra
amata società cecco Angiolieri. ed infatti allora si
diceva: "ragazzi stasera ci troviamo tutti in socie-
tà", oppure per un altro luogo di appuntamenti
fissi, quale era la Piazza tolomei. Il mantra era
"alle sette ci si becca in tolomei". Quella piazza
al tempo era vista come un luogo così ampio per
le nostre contenute esigenze dimensionali civetti-
ne, da prevedere necessari e ben precisi punti di
riferimento (la colonna, il negozio di Gosi Pia, la
Banca toscana...), perché s'era pochi e nel terri-
torio quasi ti ci perdevi... Forse l'uso indiscriminato
di "in" (che è indeterminato) per tutti i luoghi del
territorio e della contrada è dovuto ad una rin-
novata necessità di ordine spaziale, espressione
delle nostre accresciute dimensioni. O forse è do-
vuto al fatto che oggi, ahimè, visto che il rione è
poco popolato da famiglie civettine, capita di dire:
"cara... stasera vo' in civetta". L'uso di ''in'' insomma
ha sicuramente preso piede, ma se suoni bene o
male rispetto a prima beh... lascio a voi l'ardua
sentenza all'ancestrale dilemma.
Io quasi cinquantenne e che forse sono un pò
all'antica, preferisco il modo di dire "troviamoci
nella civetta" (e mi sembra più corretto visto che
unisce la preposizione semplice “in” + l'articolo
determinativo “la”), come è riportato del resto an-
che nei papiri conservati nell'antica Università del
Viscione. P.s. Ah ragazzi... stasera troviamoci tutti
NELLA civetta!!
IN eNeLLA
Aldo Petessi
2322
LezIONcINA DIPALIO, IN ALtrI temPI
carlo A
gricoli
corre l’anno 1962 - 2 luglio
La torre perde clamorosamente il Palio
da favorita. con il cavallo topolone, già
in odore di grandissimo campione e il giovanissimo
canapino, emergente come una pianta scorbutica
dalle crete di Asciano, era caduta alla mossa sen-
za muovere nemmeno un passo. capitano la mar-
chesa maria Pace chigi zondadari misciattelli.
3 luglio
Il sentore della beffa aleggia per le strade come un
venticello malizioso... qui cadde l’innominabile a pe-
renne monito della sua tracotanza, avevano scritto
nella notte quelli dell’Onda, in enormi caratteri di
vernice bianca, nel punto fatale dello schianto.
sul muro accanto al fotografo Grassi in Banchi di
sopra c’era già quella foto rimasta famosa, con il
fantino spiaccicato a terra e il disgraziato topolo-
ne anche lui vicino a stramazzare.
messinella si affaccia alla finestra di casa che
dava sul castellare, anche lei di buon mattino, e
distende ad asciugare un bellissimo paio di enormi
mutandoni bianchi.
Un ragazzino curioso la guarda da sotto in su. Pio-
vuto da otto mesi nel castellare, aveva visto il suo
primo palio la sera prima spenzolato dagli spran-
gati di san martino. era ancora sbalordito. Ora
guardava a bocca aperta.
"Lo vedi che è successo stanotte, piccinino!," lo
apostrofa messinella.
silenzio di tomba, ovviamente.
"te le di’o io. Vedi questi mutandoni? so’ della mar-
chesa. Da quant’erano pieni, a lavalli mi c’è voluto
tre ore!"
A capirla, qualche giorno al ragazzino gli ci volle.
A capire perchè messinella e la civetta godes-
sero un pochino della purga della torre, ci mise
invece qualche annetto... poi seppe del Palio d’a-
gosto del 1939, con il famigerato mendia... e allora
vide bene che era passato il tempo di un respiro...
Neanche 23 anni e soltanto una guerra mondiale
in mezzo! Da allora la civetta aveva vinto quattro
volte, ma gli sgarbi non si scordano.
Foto tratta da: carlo Agricoli, marco Borgianni, sergio Pro-feti - Rivediamoli insieme. Cronaca fotografica del Palio – Vol. III 1960-1964 – siena, c.r.A.L. monte dei Paschi di siena, casa editrice Il Leccio, 1984-1992.
silvia Nerucci
A seguito del grande successo riscontrato
dai nostri cittini nella rassegna canora te-
nutasi in Provenzano il 26 maggio scorso
mi sembrava doveroso trasmettere a tutti quelli che
da vicino e da lontano saranno contenti di sapere
come la nostra contrada si distingue, non solo per
la bellezza del suo territorio, ma anche per lo spi-
rito di innovazione che anima i suoi contradaioli. Vi
riporto quindi tutto il racconto dell'addetto ai piccoli,
silvia Nerucci. senza interruzioni. solo una doman-
da di partenza. Questa: silvia, da dove nasce l'i-
dea di fare un rap contradaiolo?
come spesso accade le buone idee (e per me
questa è tale) vengono sotto la spinta della neces-
sità. e noi avevamo la necessità di partecipare ai
cori in Giraffa: mancavamo da tre edizioni ed era-
vamo l'unica contrada assente. Vari erano stati i
tentativi negli anni di coinvolgere i ragazzi, ma a
dare la propria disponibilità erano pochi bambini,
spesso molto piccoli. era normale, a quel punto, che
sorgesse il dubbio che le canzoni tradizionali non
avessero sufficiente “appeal” per portare i piccoli in
civetta per questo evento. Fermo restando che per
venirci è necessario sempre il supporto dei genitori.
Ho cominciato a domandarmi se non ci fosse anche
un problema di linguaggio, necessario per creare
maggior coinvolgimento.
Poi, scorrendo Facebook, scopro che il rapper di
origine senese zatarra teneva dei corsi basati su
improvvisazione, ritmo, musicalità e rime. mi sono
rAP cONtrADAIOLO
2524
contrada. Lasciamo perdere. tutti non si possono
contentare. e rinnovarsi prevede anche questi rischi.
mi piace invece scomodare un parere autorevole,
quale quello del nostro correttore Don enrico che
mi ha scritto “Avete fatto un lavoro intelligente e
profetico, perché siete riusciti a trasmettere la so-
stanza immutabile della tradizione in un contesto e
in un linguaggio nuovo”.
Insomma c'è sempre un momento in cui avviene
uno scarto dalla norma, una linea del Piave che
va superata. In origine, credo che anche gli tra-
dizionali stornelli come "Ummi ummi", o "tirati in là
m'arruffi", per citarne solo alcuni, avranno destato
qualche perplessità tra la gente, magari perché
erano di rottura, all'epoca. Non la voglio far pas-
sare come una cosa troppo pesante, ma quando
ti metti a fare un lavoro del genere inevitabilmen-
te ti misuri con i concetti di identità, di tradizione,
che sono spesso percepiti come concetti rigidi,
quasi sclerotizzati, mentre l'identità è un concetto
dinamico, qualcosa che ognuno di noi costruisce
quotidianamente, in continuo divenire. e pensare,
poi, che nessuno degli addetti ai piccoli è uno sfe-
gatato appassionato di rap...
siamo semplicemente andati incontro ai bambini. e
come sempre accade, a loro volta, i bambini ci sono
immediatamente venuti incontro.
eccovi i loro nomi in ordine alfabetico: Livia Bajeli,
Pietro Benvenuti, elisabetta Feroci, chiara Giannetti,
caterina Granata (classe 2013), eleonora Granata,
Niccolò Lorenzetti, Vittoria Lorenzetti e Lucio Perini.
concludiamo riportando anche il testo della
canzone per chi la volesse seguire e cantare. A
proposito: i nostri cittini si esibiranno di nuovo nel
castellare venerdì 16 giugno alle ore 22.00.
mettete in agenda.
come opportunamente scriveva il sociologo cana-
dese mc Luhan "il mezzo (utilizzato ndr) è il messag-
gio". ed il messaggio è arrivato.
"(Ok) La viviamo così"
Buonasera gente c'è qualcuno che mi sente?/siete
pronti per la nostra canzone intelligente?/per ascol-
tare la musica usiamo la cassa/ma x non diventare
sordi la teniamo bassa/io sono marte il Dio della
Guerra/se mi sparano non mi piace, mi piace stare
sulla terra!/io sono Vittoria, non sono una signora/
come la mia contrada chiamatemi Priora!// rit. Amo
la mia città/ma la contrada di più' un c'è niente da
fa'/da calzoleria a Piazza tolomei me la sento mia/
guai a chi me la porta via/(ok) io la vivo così/(ok) la
viviamo così/(ok) la viviamo così/nel castellare io e i
miei la viviamo così!// Io sono Lucio chiamatemi Dal-
la/da quanto sono scatenato mettetemi in una stalla/
nei nostri cuori batte il rosso, nero e bianco/come
quelle volte a far casino al campo/amo la civetta
e i suoi vicoli stretti/vorrei rivince il Palio sì, ma senza
fioretti/l'emozione sale quando suonan le chiarine/
aspettando il cavallo tutti insieme cittini e cittine// rit.
Amo la mia città/ma la contrada di più' un c'è niente
da fa'/da calzoleria a Piazza tolomei me la sento
mia/guai a chi me la porta via/(ok) io la vivo così/
(ok) la viviamo così/(ok) la viviamo così/nel castella-
re io e i miei la viviamo così!//Benvenuti benvenuti,
io sono Benve/nuti non serve mettermi nelle riserve/
l'emozione sale quando escono dall'entrone nella
speranza che vinca il civettone/non ci importa della
gloria! zero boria!/saremo i primi a scrivere la storia/
non chiamatemi Lilli basta sono stufa!/chiamatemi Livia
e basta, uffa!// rit. Amo la mia città/ma la contrada
di più' un c'è niente da fa'/da calzoleria a Piazza
tolomei me la sento mia/guai a chi me la porta via/
(ok) io la vivo così/(ok) la viviamo così/(ok) la viviamo
così/nel castellare io e i miei la viviamo così! // rit.
Amo la mia città/ma la contrada di più' un c'è niente
da fa'/da calzoleria a Piazza tolomei me la sento
mia/guai a chi me la porta via/(ok) io la vivo così/(ok)
la viviamo così/(ok) la viviamo così/nel castellare io
e i miei la viviamo così!//
detta: cosa c'è più di tradizionale che cantare in
rima?! Prima ancora che lo contattassi, zatarra –
per me ancora oggi inspiegabilmente – ha lette-
ralmente intercettato il mio pensiero, anticipandomi
di un giorno. siamo stati l'unica contrada a cui ha
mandato la sua proposta di collaborazione. evi-
dentemente ha intuito che da noi c'era terreno fer-
tile (non dimentichiamo che fu proprio la civetta nei
primi anni 2000 a invitarlo per la prima esibizione
rap live a siena). D'accordo con gli altri addetti e
Luca (il “nostro” vicario) abbiamo pensato che fosse
una buona occasione per fare un lavoro davvero
nuovo, attraverso un linguaggio diverso e più vicino
ai nostri bambini. e questo indipendentemente dalla
nostra partecipazione o meno ai cori nella Giraffa.
A dicembre scorso è partita una lezione di prova
con i 6 bambini che avevano aderito all'iniziativa e
poi abbiamo proseguito, con un avvicendamento
in turni di tutti gli addetti, per 5 mesi, tutti i giovedì
fino all'ultimo giovedì 25 maggio, in vista del debut-
to del giorno successivo. Il gruppo non era molto
ampio per cui abbiamo lavorato al meglio, origi-
nariamente come ho detto, erano 6, poi si sono
aggiunti altri 3 bambini, proprio quando abbiamo
capito che avevamo la possibilità di fare parte del
contest a pieno titolo. tutti e 9 hanno cantato una
prima canzone ("sona sona campanina"), mentre
i 6 che avevano seguito tutte le lezioni del corso
hanno presentato il loro inedito. Il testo è stato co-
struito in modo certosino perché durante la lezione
di un'ora, strutturata come un gioco, zatarra ha
annotato ogni singola rima che loro tiravano fuo-
ri, indirizzandoli solo attraverso la linea guida dei
campi semantici (Piazza, palio, etc...). Una specie di
pre-allenamento fino a quando i cittini hanno svilup-
pato una capacità propria di fare rima per arrivare
successivamente alla presentazione di ognuno di
loro stessi, sempre attraverso la rima. I versi che
hanno definito la loro presentazione sono poi stati
riutilizzati nella canzone, ricuciti insieme sapiente-
mente da zatarra e, ovviamente, musicati. senza di
lui “l'operazione rap” non sarebbe stata possibile.
così come non sarebbe stato possibile far vivere ai
nostri bambini l'esperienza della registrazione del
pezzo in un vero e proprio studio di registrazione.
e poi è venuto fuori il ritornello-tormentone "Ok nel
castellare io e i miei la viviamo così", segno di un
atteggiamento easy e di una leggerezza che ha
colpito tanto anche il rapper.
La ricetta per i bambini è sempre semplice, è a base
di puro divertimento, condito con capacità di espri-
mersi liberamente, secondo un linguaggio non con-
venzionale, che è sicuramente più nelle loro corde,
banalmente, anche da un punto di vista anagrafico.
Il rap è sicuramente molto più vicino a loro, che a
noi adulti.
e inoltre, aspetto non trascurabile, con questa can-
zone si crea una prima importante contaminazione
di linguaggi, che trasmette i valori tradizionali della
contrada in modo innovativo a dispetto di qualche
patetico soggetto che si è ritenuto offeso dal no-
stro contributo e che non ha mancato di offendere
non solo me (e fino a lì passi), ma anche tutta la
2726
Aldo Petessi
È finita l’era calcistica civettina? Pao e
Bimbi sulla graticola!
eppure i presupposti c’erano tutti per far
bene e le aspettative erano alte. I pronostici ci
vedevano tra i favoriti, come compete ad una
squadra di alto livello che negli ultimi anni è riusci-
ta a centrare la vittoria 2009 e nel 2015, persa
una finale ai rigori nel 2013 e disputata una semi-
finale 2014 e comunque sempre qualificata per le
fasi finali. Nella squadra c’era il giusto equilibrio di
giocatori esperti e navigati, già vincitori del Dudo
casini (torneo calcistico di riferimento tra le con-
trade, ex arcese), come lo zullino, Guccio Piani-
giani, il Papeino, senio, il Pau emanuele, il Bardini
(per tutti mario), Duccio e Andrea Pagliantini, il
Voltolini e Lapo Lorenzetti, oltre che giovani pro-
messe come i corsi Guccio e Pietro, il boxeur Ber-
nardo, il futuro arbitro internazionale Niccolò e il
gruppo dei cestisti composto da emilio, Bernardo
capannoli, Leo e matteo ricci, che avrebbero
assicurato imprevedibilità alla squadra secondo gli
allenatori il Pao Lorenzo e ema. Proprio loro sono
gli indiziati del grande flop, si perché di questo si
è trattato uscendo al primo turno. così facendo
abbiamo inguaiato anche la Juventus, che ave-
va programmato il post Allegri proprio con il duo
delle meraviglie tecnico tattiche, che già imparti-
scono lezioni a coverciano e formano coloro che
saranno i volti nuovi che alleneranno in serie A.
Infatti la coppia Pao-Bimbi negli anni precedenti
aveva sempre saputo stupire con tattiche fuori
dall’usuale e innovative, senza mai sconfinare nella
supponenza come quest’anno, dove in preda ad
un delirio di onnipotenza hanno voluto affidarsi a
sedicenni o atleti di altri sport unicamente per far
vedere le loro abilità di allenatori. Non può essere
tOtALItArIsmO cALcIstIcO
Luca corsi
certo una giustificazione il fatto che top-player del
calibro di Andrea Pagliantini non siano mai scesi in
campo o abbiano giocato solo le ultime due come
il Pistella (bomber da 4 reti in 2 partite) o sotto-
tono, vedi Batignani ovvero il faro della compagi-
ne. Diciamolo ad alta voce, il fallimento è dovuto
all’estremismo del concetto di sperimentazione in
nome di un totalitarismo utopico o semplicemente
troppo avveniristico. se è vero che il ceccoangio-
lieri non ha sviluppato un grande calcio, è vero
anche che non sono arrivati i risultati auspicati.
siamo partiti dalla bruciante sconfitta con il ca-
vallino per arrivare alla roboante vittoria con il
castelmontorio (dove finalmente abbiamo visto
i dettami degli allenatori messi in pratica) pas-
sando dalle sconfitte con castelsenio e trieste e
dal pareggio con il Leone. Non sono comunque
mancati i rimpianti, visto che con un'altra vittoria
avremmo passato la fase eliminatoria, cosa che
oggettivamente era nelle nostre corde se il duo
delle meraviglie Pao-Bimbi avessero avuto a di-
sposizione sempre il loro 11 titolare, cosa che non
è mai avvenuta. comunque un plauso va ai nostri
ragazzi, bravi e mai domi nonostante le difficoltà,
che hanno indossato la maglia del ceccoangiolie-
ri con orgoglio e assoluta dignità, un grazie al duo
delle meraviglie che ha cercato di presentare la
miglior formazione possibile ed al pubblico civet-
tino sempre presente. concedetemi una nota di
orgoglio, perché vedere i nostri ragazzi che non
giocano a pallone ma fanno altri sport, pur sa-
pendo che difficilmente sarebbero scesi in campo,
sempre presenti, incarna quello spirito di comunità
ed appartenenza che contraddistingue la nostra
vita sociale e culturale dal resto del mondo, rimar-
candolo e ricordandocelo. Bravi tutti davvero e
se per quest’anno non abbiamo sentito cantare il
cecco non si batte... siamo certi che ci riprovere-
mo l’anno prossimo e magari rimbomberà l’ultima
volta proprio dopo la finale.
2928
Aldo Petessi
Non sono andato a donare il sangue
perché...
• Ho paura dell’ago
• mi hanno detto che può essere pericoloso
• Pochi giorni fa mi sono fatto un tatuaggio/ho
fatto un viaggio all’estero
• mi sono svegliato tardi
• ci vado la prossima volta
• A cena fuori ho mangiato una fiorentina di
mezzo chilo!!!
• Ieri sono andato a fare l’aperitivo ma poi ne
ho fatti tre o quattro
• ero rimasto senza benzina, avevo una gomma
a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi,
la tintoria non mi aveva portato il tight, c'era il
funerale di mia madre, era crollata la casa, c'è
stato un terremoto, una tremenda inondazio-
ne, le cavallette, non è stata colpa mia! (cit.).
•
sono andato a donare il sangue perché...
• tante persone hanno paura dell’ago ma do-
nano il sangue ugualmente
• Non è assolutamente pericoloso
• sono abbastanza affidabile da riuscire a or-
ganizzarmi fra i miei vari impegni
• Non mi dimentico mai delle cose veramente
importanti
• ci sono andato questa volta e ci vado anche
la prossima
• Avevo voglia di trovare un’occasione per fare
una colazione con gli amici
• È un’azione che per me rappresenta solo un
piccolo sacrifico, ma che può fare tantissimo
bene a tutti quelli che, quotidianamente, ne
hanno bisogno
sONO ANDAtO A DONAre
stefano Bonacci
Sonetto
ma quanto sò cambiate le contrade,
si sente dire in tutta la città,
da quando non si vive nelle strade
s'è pers'ormai la nostra identità.
In realtà se poi pensi a quel che accade
in questa dissennata società,
un prepotente orgoglio ti pervade
e riaffermi così tua alterità.
siena non si fa globalizzare,
vedrai, dalle sue mura è ben protetta,
restando forse l'ultimo baluardo.
Perciò, come da storia secolare,
quest'oggi gira ancora la civetta
per onorar Antonio e il "suo" Bernardo.
Salgra
3130
cALeNDArIO DeLLe PrOssIme AttIVItà♦ 18, 19 e 20 Ottobre - "3 giorni in compagnia" – il 20 ottobre cena sociale
♦ Attività formative finalizzate al lavoro
•Corso di Sommelier – dal 18 Settembre a febbraio 2018 - una lezione a settimana – costo di favore
per soci e simpatizzanti – diploma finale
•Corso professionale Hccp (sistema di controlli per chi opera in campo alimentare) – 7 e 14 ottobre
(mattino) - costo a carico della compagnia – certificazione finale
•Corsi in collaborazione con Fablab Santa Chiara, struttura dell’Università di siena specializzata in
nuove tecnologie digitali finalizzate al lavoro: (se a pagamento sono soggetti a un numero minimo
di partecipanti):
> 16 settembre ore 16.00 – visita guidata per adulti e ragazzi al fine di conoscere le attività di
Fablab – costo a carico della compagnia
> 23 settembre ore 16.00 – incontro-gioco sulle tecnologie digitali per i Piccoli civettini, guidati
dagli Addetti della contrada, con rinfresco aperto ai genitori – Evento gratuito dedicato a Cri-
stina Nencini
carlo A
gricoli
> 30 settembre ore 16.00 – avvicinamento al mondo delle nuove tecnologie per Giovani civettini,
guidati dagli Addetti della contrada, con rinfresco come sopra, cui seguirà un secondo incontro
– Evento gratuito dedicato a Cristina Nencini
> dal 17 ottobre al 7 novembre (pomeriggi) - 4 sessioni settimanali di 4 ore ciascuna per Corso
di Modellazione 3D di livello professionale (progettazione oggetti, elaborati, strutture per la
propria attività e/o il miglior inserimento nel mondo del lavoro) - attestato universitario ufficiale
– costo 110 euro
> dal 9 gennaio 2018 – workshop in 10 sessioni settimanali di 4 ore ciascuna per Costruzione e
uso stampante 3D, con fornitura del kit per costruirla e poi imparare a creare oggetti reali – costo
600 euro compresa stampante da portare a casa
♦ Altre iniziative
• incontro di sabato mattina per Corso BLSD primo soccorso e uso defibrillatore tenuto dall'Associa-
zione siena cuore – data da definire
•Corso "Finanza facile" tenuto da un civettino nel quale saranno spiegati i principali strumenti finan-
ziari – data e costo da definire
•Sperimentazione Gruppo di Acquisto Solidale (Gas), con mondomangione per agevolazioni di
acquisto fino al 31 dicembre 2017 – modalità di adesione a breve
•nei giorni di sabato - Visite guidate alla Siena Nascosta, luoghi poco noti o di più difficile accesso –
programma a breve
Manifestare il proprio interesse ai singoli eventi via mail a [email protected] oppure per
telefono a: Davide Papi – 339 7920858 o Giuseppe stefanachi –338 2150492
La compagna finanzia in tutto o in parte le famiglie disagiate per i corsi a pagamento, valutando in ana-
logia a quanto previsto nel Bando annuale di sostegno economico Ordinario.
Non sei iscritto alla mailing list di Pier Pettinaio?Vai sul sito, sezione “la compagnia” e iscriviti. consulta regolarmente il sito per essere sempre informato sulle novità.Qualcuno dei tuoi cari non ha internet? mantienilo al corrente.
cOmPAGNIA DI PIer PettINAIO
PrOGettI D’ImPIANtO AttIVItà O DI FOrmAzIONe AL LAVOrO...
...possono essere finanziati da Pier Pettinaio. Unici requisiti l’appartenenza
alla comunità civettina e indicatore Isee non superiore a una certa quota,
stabilita nel Bando. Il termine per presentare la domanda è prorogato al
30 settembre 2017. Il Bando è sul sito,“Avviamento al lavoro”.