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Info 83 indubbie ricadute istituzionali e sociali che ha. Essi devono, pertanto, garantire l’equilibrio degli spazi umani, socio- economici e fisici, nonché l’integrità dell’ambiente naturale e di quello antropico nel rispetto di tutte le invarianti territoriali come risorse di interesse pubblico limitate, fragili e insostituibili da consegnare alle generazioni future. Per questi veloci richiamati motivi, architetti, ingeneri e pianificatori urbanisti tendono a coprire segmenti distinti, anche se in parte complementari, della pratica professionale e del mercato del lavoro. Ma soprattutto svolgono attività diversamente indirizzate: le prime verso una utenza sostanzialmente privata; gli altri verso una utenza esclusivamente pubblica. Perciò le prestazioni professionali del Pianificatore urbanista sono assai particolari e devono perciò essere di alto ed adeguato livello qualitativo. Non solo, ma i “servizi professionali” che questa figura assicura sono destinati a generare “beni comuni” che rappresentano, nella loro materialità, un valore per la società in generale. La distinzione si porta dietro anche una esigenza formativa del tutto particolare: più indirizzata al costruire, quella degli architetti e ingegneri; più indirizzata alla definizione delle regole e delle norme quella dei pianificatori. I due percorsi formativi sono in larga parte diversi. Fino ad ora questa diversità è stata affidata a soli Corsi di Laurea specifici (esistono anche ai professionisti contigui, come gli architetti e gli ingegneri. Infatti, se architetti ed ingegneri sono adusi ad un rapporto principalmente, o quasi esclusivamente, con la committenza privata incentrato sulla dinamica dello scambio contrattuale; i pianificatori territoriali e urbanisti svolgono quasi esclusivamente un ruolo di supplenza super partes all’interno delle pubbliche amministrazioni, anche quando sono inseriti in team di progettazione. Il loro rapporto di lavoro non genera uno scambio contrattuale, quanto un disciplinare di incarico in nome e per conto della collettività per la quale sono chiamati a lavorare. Essi, difatti, possono lavorare solo con istituzioni, quindi il senso della res publica è interno al loro operare: è connaturato. Proprio per questo nell’esercizio professionale, i pianificatori territoriali e urbanisti sono obbligati a tenere in considerazione l’insieme delle eventuali e prevedibili conseguenze che il loro lavoro, fissato in scelte contenute in piani, programmi, studi, ricerche, atti di governo del territorio e lavori in genere, ha sull’intera società. Il loro lavoro è indirizzato esclusivamente nell’interesse generale della popolazione investita direttamente o indirettamente dalle loro prestazioni. L’attività professionale è volta a studiare, organizzare e definire lo sviluppo di regole per l’ambiente urbano e l’organizzazione del territorio, che deve essere salvaguardato per le all’interno di una azione di livello istituzionale (art. 117, sia quando si richiamava l’urbanistica fino al 2001, sia quando si richiama dopo il governo del territorio); b) perché i laureati in pianificazione territoriale e urbanistica, in virtù del primo assunto, esercitano la loro professione esclusivamente nel dominio pubblico, quindi il loro operare ha come fulcro di riferimento il patrimonio e i beni comuni; c) perché i laureati in pianificazione territoriale e urbanistica, proprio per i due punti precedenti, hanno responsabilità dirette non solo verso la loro clientela istituzionale, quanto verso tutta la “gente” e, soprattutto, verso le generazioni future, per questo sono chiamati ad esercitare la professione in modo etico e molto responsabile. Bastano questi tre richiami per capire l’assoluta particolarità di questa figura di professionista rispetto Serve un percorso di studi autonomo E’ in corso una discussione sulla formazione di una specifica Facoltà di Pianificazione territoriale e urbanistica nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, sul modello di quanto già avvenuto all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia da tempo; e al contempo un dibattito sulla riorganizzazione del Politecnico di Milano con l’ipotesi di attivare una Scuola di Pianificazione. Saluto con molto favore questi dibattiti, e li rilancio a livello nazionale, per alcune intrinseche caratteristiche della figura di professionista che verrà formata – nell’uno o nell’altro sistema formativo, poco importa - inscrivibili in tre ordini di motivi: a) perché i laureati in pianificazione territoriale e urbanistica hanno un ruolo costituzionalmente rilevante, perché il loro lavoro è destinato a prendere corpo ASSOCIAZIONE NAZIONALE URBANISTI PIANIFICATORI TERRITORIALI E AMBIENTALI Membro effettivo del Consiglio Europeo degli Urbanisti www.urbanisti.it La professione del pianificatore è costituzionalmente rilevante Giuseppe De Luca 12 Assurb (221-222) 11-02-2009 17:40 Pagina 83

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Il contributo sostiene la tesi che il pianificatore territoriale e urbanista ha una sua propria specificità costituzionale, perché lavora solo per le pubbliche amministrazioni e in un'ottica di interesse generale.

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indubbie ricaduteistituzionali e sociali che ha.Essi devono, pertanto,garantire l’equilibrio deglispazi umani, socio-economici e fisici, nonchél’integrità dell’ambientenaturale e di quelloantropico nel rispetto ditutte le invarianti territorialicome risorse di interessepubblico limitate, fragili einsostituibili da consegnarealle generazioni future.Per questi veloci richiamatimotivi, architetti, ingeneri epianificatori urbanistitendono a coprire segmentidistinti, anche se in partecomplementari, della praticaprofessionale e del mercatodel lavoro. Ma soprattuttosvolgono attivitàdiversamente indirizzate: leprime verso una utenzasostanzialmente privata; glialtri verso una utenzaesclusivamente pubblica.Perciò le prestazioniprofessionali delPianificatore urbanista sonoassai particolari e devonoperciò essere di alto edadeguato livello qualitativo.Non solo, ma i “serviziprofessionali” che questafigura assicura sonodestinati a generare “benicomuni” che rappresentano,nella loro materialità, unvalore per la società ingenerale.La distinzione si porta dietroanche una esigenzaformativa del tuttoparticolare: più indirizzataal costruire, quella degliarchitetti e ingegneri; piùindirizzata alla definizionedelle regole e delle normequella dei pianificatori. Idue percorsi formativi sonoin larga parte diversi.Fino ad ora questa diversitàè stata affidata a soli Corsidi Laurea specifici (esistono

anche ai professionisticontigui, come gli architettie gli ingegneri. Infatti, searchitetti ed ingegneri sonoadusi ad un rapportoprincipalmente, o quasiesclusivamente, con lacommittenza privataincentrato sulla dinamicadello scambio contrattuale; ipianificatori territoriali eurbanisti svolgono quasiesclusivamente un ruolo disupplenza super partesall’interno delle pubblicheamministrazioni, anchequando sono inseriti inteam di progettazione. Illoro rapporto di lavoro nongenera uno scambiocontrattuale, quanto undisciplinare di incarico innome e per conto dellacollettività per la quale sonochiamati a lavorare. Essi,difatti, possono lavoraresolo con istituzioni, quindiil senso della res publica èinterno al loro operare: èconnaturato.Proprio per questonell’esercizio professionale, ipianificatori territoriali eurbanisti sono obbligati atenere in considerazionel’insieme delle eventuali eprevedibili conseguenze cheil loro lavoro, fissato inscelte contenute in piani,programmi, studi, ricerche,atti di governo del territorioe lavori in genere, hasull’intera società. Il lorolavoro è indirizzatoesclusivamente nell’interessegenerale della popolazioneinvestita direttamente oindirettamente dalle loroprestazioni.L’attività professionale èvolta a studiare, organizzaree definire lo sviluppo diregole per l’ambiente urbanoe l’organizzazione delterritorio, che deve esseresalvaguardato per le

all’interno di una azione dilivello istituzionale (art. 117,sia quando si richiamaval’urbanistica fino al 2001,sia quando si richiama dopoil governo del territorio);b) perché i laureati inpianificazione territoriale eurbanistica, in virtù delprimo assunto, esercitano laloro professioneesclusivamente nel dominiopubblico, quindi il lorooperare ha come fulcro diriferimento il patrimonio e ibeni comuni;c) perché i laureati inpianificazione territoriale eurbanistica, proprio per idue punti precedenti, hannoresponsabilità dirette nonsolo verso la loro clientelaistituzionale, quanto versotutta la “gente” e,soprattutto, verso legenerazioni future, perquesto sono chiamati adesercitare la professione inmodo etico e moltoresponsabile.Bastano questi tre richiamiper capire l’assolutaparticolarità di questa figuradi professionista rispetto

Serve un percorso di studiautonomo

E’ in corso una discussionesulla formazione di unaspecifica Facoltà diPianificazione territoriale eurbanistica nell’UniversitàMediterranea di ReggioCalabria, sul modello diquanto già avvenutoall’Istituto Universitario diArchitettura di Venezia datempo; e al contempo undibattito sullariorganizzazione delPolitecnico di Milano conl’ipotesi di attivare unaScuola di Pianificazione.Saluto con molto favorequesti dibattiti, e li rilancioa livello nazionale, peralcune intrinsechecaratteristiche della figura diprofessionista che verràformata – nell’uno onell’altro sistema formativo,poco importa - inscrivibiliin tre ordini di motivi:a) perché i laureati inpianificazione territoriale eurbanistica hanno un ruolocostituzionalmente rilevante,perché il loro lavoro èdestinato a prendere corpo

ASSOCIAZIONE NAZIONALE URBANISTIPIANIFICATORI TERRITORIALI E AMBIENTALI

Membro effettivo del Consiglio Europeo degli Urbanistiwww.urbanisti.it

La professione del pianificatore ècostituzionalmente rilevante

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riferimento ad un bacino diutenza regionale, sovraregionale ed anche estero1. La matrice scientifica edidattica comune ai duecorsi di laurea è costituitadunque da una forteadesione al paradigmadisciplinare territorialista dacui scaturiscono alcunielementi centrali delprogetto didattico e diricerca della scuola dipianificazione empolese. Inparticolare tale elementifanno riferimento a:- profilo multidisciplinaredel percorso formativofinalizzato a cogliere ladimensione integrata emultisettoriale implicata daiprocessi di trasformazione epianificazione territoriale.Ciò con particolareriferimento all’obiettivo diformare «laureato dotato diuna competenzamultidisciplinare capace dimisurarsi con una varietà ditemi complessi cheriguardano in formaintegrata città, territorio,paesaggio, ambiente emondo rurale. Si intende inquesto modo superare lastorica dicotomia nellapianificazione del territoriofra spazi costruiti e spaziaperti, costruendo unaintegrazione teorica,metodologica e operativa fradominio dell’urbanistica edominio della pianificazionedegli spazi rurali»2;- particolare attenzioneformativa alla integrazionefra metodi e alle tecnichedella descrizione,interpretazione erappresentazione delpatrimonio territoriale e lacostruzione di scenaristrategici di svilupposostenibile, basati sullavalorizzazione delle risorsepeculiari dei diversi

ambienti insediativi. Inquesta prospettiva ilpatrimonio territoriale nonviene colto in unadimensione statica ma comefondamento evolutivo per lacostruzione di scenaristrategici intesi comeprocessi in grado diintegrare produzione socialee “costruzione esperta” delpiano;- il ruolo fondamentale,anche in relazione al puntoprecedente, che assumonodue obiettivi formativiulteriori. La capacità dellaureato di gestire processipartecipativi e comunicatividella pianificazione, sia ascala urbana che territorialee pertanto la conoscenza deimetodi e delle tecniche perla strutturazione delprocesso interattivo, comeprocesso determinante nellaformazione degli obiettivi ditrasformazione del territorioe della città. La capacità diimpiegare in manieraevoluta, davvero peculiarenel panorama nazionale,strumenti e metodi dicartografia digitale adeguatia produrre analisi,rappresentazioni delterritorio e della città conforte profilo statutario estrategico-progettuale.

Tale matrice formativa vienearticolata nei due livelli dilaurea, oltre che attraverso inaturali livelli dipropedeuticità fra gliinsegnamenti, anche inragione di una prevalente–ma non assoluta-formazione di expertiseanalitico-valutativa nellalaurea di primo livello e diun più marcato approccioalle tecniche e agli strumentidel progetto urbano,territoriale ed ambientale nelsecondo livello.

Nuove laureemagistrali inpianificazioneurbanisticaDavid Fanfani

L’offerta di Firenze/EmpoliIl corso di Laurea Magistralein Progettazione ePianificazione della Città edel Territorio della Facoltàdi Architettura di Firenzeesprime, come evidenziatoanche da Patassini nelprecedente n. 217 di UI, unaspecifica caratterizzazione –nel panorama italiano deicorsi di laurea inpianificazione – riferita allavalorizzazione delladimensione patrimonialelocale ed identitaria delterritorio come paradigmadisciplinare fondativorispetto al quale leggere edorientare i processi e ledinamiche di trasformazionedel territorio. Tale impostazione, che sievidenzia anche nellainiziativa di fondare uncorso di laurea in strettorapporto con il territorio ela società “ospite” delCircondario EmpoleseValdelsa e non comedecentramento funzionaleda Firenze, si è rivelata conil tempo una scelta “disuccesso”. Malgrado la loro recentefondazione, infatti, i corsi diLaurea triennale emagistrale di Empoli hannoampiamente evidenziato ilsuperamento del “sospetto”di una possibile deriva“localistica” ed ilriconoscimento della loroindividualità e specificitàdisciplinare è testimoniatodal consistente numero diiscritti che, per unaconsistente parte, fanno

oramai 22 corsi di laureatriennali e 12 magistrali),con l’unica eccezione diVenezia dove esiste, comegià ricordato, una appositaFacoltà. Ma è una stradainsufficiente e parziale, chel’evoluzione costituzionaledel concetto di “urbanistica”nell’odierno “governo delterritorio” rende ormai nonpiù adeguata. Il Corso diLaurea, infatti, non haquella necessariaautorevolezza e quellaautonomia didattica chesolo una Facoltà (in unavisione tradizionale) o unaScuola specifica (in unavisione contemporanea) puòavere e garantire per:forgiare un professionistaparticolarmente attento alleanalisi delle struttureterritoriali e del loroprocesso di trasformazione;all’elaborazione e allagestione di piani territorialie urbanistici; allaprogettazione urbanistica edattuativa; alla redazione dipolitiche di governo e diprogrammazione settoriale;alla valutazione integrata diprogrammi e piani, compresiquelli paesaggistici; alleresponsabilità etichenell’esercizio dellaprofessione; ed infine adoperare e tutelareesclusivamente l’interessecollettivo e generale.

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Ingegneria dell’Università diFirenze nella costruzionedell’offerta formativa3, la“riconoscibilità” culturaledella proposta della scuoladi Empoli, hanno prodottoun efficiente e funzionantemodello di decentramentodella didattica e ricercauniversitaria4. Inconclusione non si puòtuttavia celare il fatto che,mentre si redigono questenote, gli sforzi progettuali,scientifici e sociali chehanno prodotto i risultatidescritti, rischiano di esserevanificati dai perversi effetti– in particolare sulle sedidecentrate – della L.133/2008 e dai tagliindiscriminati eprovvedimenti draconianiche tale disposto normativocontiene.

Note1. Nell’ AA. 2006/07 dei 288 iscritti aidue corsi di laurea, il 56% provenivada fuori provincia di Firenze, di questiil 12% da fuori regione Toscana. Lealtre provenienze erano originate per il22% dalla Provincia di Firenze e per il22% dal Circondario Empolese Valdelsa(articolazione amministrativa dellaProvincia). Analoga comparazione perla Facoltà di Architettura di Firenze,per l’anno 2007/08 evidenzia un 71%di studenti provenienti da fuoriprovincia e un 33% di provenienzeextraregionali. 2. Nota di Alberto Magnaghi alDocumento preparatorio per ilcoordinamento nazionale dei Corsi diLaurea in Pianificazione urbanistica,giugno 2007.3. Il corso di laurea triennale è dall’AA.2008/09 un corso Interfacoltà che vedeinsieme Architettura e Agraria. 4. Tale affermazione non è ovviamentegratuita ma confortata, fra le altrecose, sia dai dati estremamente positividel monitoraggio sulla occupazione deilaureati triennali e magistrali e sulladomanda che riguarda tali figure che,più in generale, dagli esiti del controllodel Rapporto di Autovalutazionerelativo alla laurea triennale -effettuatoda soggetto terzo- nell’ambito delProgetto Campus One, promosso dallaCRUI e sostenuto dal MIUR e cui il CdLtriennale aderisce su base volontaria.

Il più recente percorso diriforma della classi di laureain attuazione dellanormativa vigente (Dm270/2004) non hasostanzialmente modificatoquesto quadro diriferimento. Gli elementi dimaggiore rilievo che sonoscaturiti da tale processo eche sono già attivi, ancheper la laurea magistrale,dall’anno accademico 2008-2009, riguardano inparticolare: - per quanto attiene laspecialistica Lm 48, unamaggiore autonomia,rispetto alla vecchia 54S,dalla L21 triennale rispettoagli accessi, cercando di farevolvere –almeno per Laureetriennali affini- il problemadei debiti formativi verso“crediti di ingresso”affrontabili nel primosemestre con sistemi diaggiornamento e direcupero; - un conseguente“indebolimento” della filieralaurea triennale-laureamagistrale per favorire unmaggiore accesso di laureatitriennali da corsi di laureadi medesima classe al CdLmagistrale e dei pianificatori“junior” verso la nuovalaurea magistrale inArchitettura del Paesaggioattivata dalla Facoltà diArchitettura di Firenzedall’anno accademico 2008-09. Nell’insieme il forteradicamento territoriale deicorsi, legato ad unasignificativa collaborazionee sostegno da parte delCircondario EmpoleseValdelsa ed anche ad unintenso lavoro di didattica ericerca sui temi del territoriolocale, il pienocoinvolgimento delle Facoltàdi Architettura, Agraria ed

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