Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette idee
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Strategia di comunicazione
Gianni Florido e la Provincia di Taranto
Twitter per la Pubblica Amministrazione:tre storie, sette idee
Tra comunicazione politica e OpenGov, come usare lo strumento senza subirlo
Pescara, 25 maggio 2012L’economia e la politica ai tempi di Twitter Giornata della trasparenza della PA 2012
Dino Amenduni, Proforma
Chi parla?
Mi chiamo Dino Amenduni (biglietto da visita elettronico)
Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro
Sono blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo (www.quink.it)
Twitter per la politica
Tre storie, undici sfide per
amministratori, comunicatori, cittadini
Storia #1
Le anticipazioni via Twitter:Michele Emiliano
e l’incontro col governo
Emiliano, Monti e Twitter: scenario
4 dicembre 2011: Il Governo convoca gli amministratori
locali per raccontare i dettagli della manovra salva-Italia
Michele Emiliano, sindaco di Bari, decide di raccontare i
contenuti dell’incontro con Mario Monti e con i ministri
Giarda e Passera su Twitter e in diretta
Le sue anticipazioni non sono concordate con gli altri
partecipanti e sono la prima fonte informativa
pubblica
Stampa e tv rilanciano i tweets di Emiliano come ‘breaking
news’
Emiliano, Monti e Twitter
Articolo originale:
http://www.ilpost.it/2011/12/04/il-punto-sulla-manovra/
Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #1
Al Governo: le notizie emergono prima di appuntamenti ufficiali tra
politica e media (conferenze stampa, comunicati stampa). Monti non ha
fatto alcun riferimento a Emiliano durante la presentazione delle misure,
ma Palazzo Chigi ha dovuto pubblicare un comunicato stampa nel
pomeriggio di domenica per riprendere il controllo della comunicazione e
commentare che ogni indiscrezione è priva di fondamento. Interruzione
della liturgia classica dell’informazione
Sarà interessante, da oggi in poi, comprendere il comportamento del
Governo rispetto alla pubblicazione (in diretta) di contenuti
provenienti dalle riunioni in modo indipendente dalla propria volontà
Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #2
Agli altri politici: la strategia di Emiliano obbliga tutti gli altri
protagonisti della vita pubblica a riflettere sul loro stile di
comunicazione
Chi non comunicherà in diretta coi cittadini attraverso Facebook o
Twitter apparirà vecchio o, peggio ancora, poco disposto ad
aprire le porte del Palazzo
E poi c’è la sfida del consenso: i politici che studieranno gli
straordinari dati di Emiliano di ieri (citato costantemente in tutte le
cronache in diretta sui media nazionali) saranno tentati dall’idea di
fare lo stesso e ottenere risultati analoghi. Successo personale di
Emiliano: i followers su Twitter sono triplicati (da 2000 a 6000)
durante quel pomeriggio
Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #3
Ai giornalisti: la reazione dei media alla diretta di Emiliano è
stata generalmente di due tipi. C’è chi ha elogiato Emiliano per il suo
puntuale (ed esclusivo) racconto della giornata e c’è chi, invece, ha
criticato questo tipo di comunicazione
Stiamo assistendo alla realizzazione pratica della coda lunga
dell’informazione: le fonti sono sempre di più e il potere dei grandi
attori della comunicazione, soprattutto nel dare le notizie in
anteprima, è sempre minore
Fine del monopolio informativo dei media: tutti i presenti
possono comunicare. I media non hanno più, dunque, la possibilità di
dare le notizie in esclusiva e sono dunque meno utili rispetto al
passato
Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #4
A se stesso: è la sfida che è emersa meno nelle analisi, ma è la più
profonda
Il sindaco di Bari ha recitato il ruolo di politico in posizione
gerarchicamente inferiore ai suoi interlocutori. Ma è pur sempre il
sindaco di Bari, che deve condurre numerose riunioni quotidiane in
posizione di leadership
Come reagirà quando saranno i suoi assessori, i componenti del suo
partito, i consiglieri comunali di opposizione, gli stakeholder, i comuni
cittadini a far trapelare notizie all’esterno senza la sua autorizzazione e
volontà?
Storia #2
Le dirette collettive:#opencamera
Le dirette collettive: scenario
Il grado di interazione tra protagonisti della scena pubblica e ‘spettatori’
conosce livelli sempre crescenti anche in contesti apparentemente poco
permeabili
Un esempio di questa integrazione possibile è il caso di #opencamera,
una lista di Twitter creata da Andrea Sarubbi, deputato del Pd.
OpenCamera è un hashtag (codice di Twitter per indicare un argomento)
che serve ai parlamentari per informare e ai cittadini per informarsi
Il principio è lo stesso che regola i rapporti tra dirette televisive e
interazione del pubblico, con la differenza che potenzialmente si può
contribuire al miglioramento del processo legislativo
Le dirette collettive: Sfida #1
Ai politici: chi c’è si vede, chi non c’è perde un’occasione. Per
ascoltare i cittadini, per cercare consenso, per dialogare con gli altri
parlamentari, per creare storie buone anche per la stampa e i mezzi
tradizionali
L’effetto di trascinamento è già avvenuto: molti politici si sono iscritti
a Twitter, alcuni di loro solo per poter far parte della piazza virtuale
di #opencamera. Non tutti dialogano tra loro, alcuni riproducono il
formato classico dei comunicati stampa (in 140 caratteri)
Ma cosa succederà quando tutti i parlamentari dialogheranno tra
loro o utilizzeranno i commenti dei cittadini all’interno della
discussione?
Le dirette collettive: Sfida #2
Agli staff dei politici: l’opera di verifica, monitoraggio, rinvio della
discussione su altri strumenti o con altre scelte (dal web al
comunicato stampa; dal dibattito pubblico a Facebook) può essere
possibile ed efficace solo se gli staff di supporto dei politici
effettuano un corretto monitoraggio delle discussioni e dei
commenti, sia degli altri politici che dei cittadini
OpenCamera non è solo un banco di prova (e un’occasione) per i
politici, ma anche un terreno insidioso perché ogni dichiarazione,
anche se in risposta a un singolo cittadino, è pubblica, dunque
pubblicabile, dunque potenzialmente esplosiva, sia in senso positivo
che in senso negativo. Gli staff web dei politici, per queste ragioni,
sono come i soldati di prima linea in guerra, nel bene e nel male
Le dirette collettive: Sfida #3
Ai giornalisti: le notizie politiche possono essere prodotte e cercate
su Twitter e su #opencamera. Questo vale sia per le breaking news,
sulle anticipazioni che passano prima dai profili personali dei
Parlamentari e poi sulle agenzie di stampa, sia per notizie che
‘nascono’ su Twitter
Quando c’è una discussione, si crea un effetto di botta e risposta
rapido, simile ai talk-show. Rispetto al formato televisivo, però, c’è la
difficoltà legata alla forma scritta, la brevità delle informazioni, la
multimedialità come opzione di completamento della comunicazione
e la velocità negli scambi. A queste novità bisogna aggiungere il
ruolo degli utenti che possono verificare, aiutare, tifare,
delegittimare. E i giornalisti devono decodificare una realtà
complessa e in continuo mutamento
Le dirette collettive: Sfida #4Ai cittadini: le dirette collettive di OpenCamera, come tutto ciò che
avviene sul web, offrono due alternative possibili: l’ascolto critico
e l’interazione attiva
In entrambi i casi i cittadini possono modificare il loro
comportamento anche in un secondo momento, scegliendo un
politico rispetto a un altro, mettendolo alla prova, aiutandolo o
favorendo la denuncia di affermazioni o dati falsi
Questo accresciuto ruolo sociale dei cittadini obbliga tutta l’opinione
pubblica a un costante lavoro di analisi, verifica, controllo e, a lungo
andare, potrebbe garantire un maggiore elemento di trasparenza
nel dibattito pubblico
Storia #3
Giornalismo, diretta e solidarietà: l’alluvione di
Genova
L’alluvione di Genova: scenario
4 novembre 2011: Genova è colpita da un’alluvione che ha causato sei
morti. La combinazione di piogge torrenziali e dell’esondazione di due
torrenti ha creato disagi gravissimi anche in quartieri centrali della
città
I social media sono stati luoghi che sono stati utilizzati dai genovesi, dai
cittadini, dai media per informarsi e informare. Youtube ha accolto le
prime drammatiche video-testimonianze, poi riprese dalle televisioni
Il racconto, però, si è evoluto nel tempo: inizialmente è servito a dare
informazioni di servizio, poi bollettini sui morti e i danni, infine è servito a
coordinare le operazioni necessarie a riportare la normalità, anche
chiedendo aiuto a cittadini e volontari
L’alluvione di Genova su Twitter
Genova, le accuse e la solidarietà:
migliaia di messaggi su Twitter
Link all'articolo originale
L’alluvione di Genova: Sfida #1
Agli amministratori locali: la quantità e la qualità di informazioni
è che possibile dare e ricevere attraverso i social media è
infinitamente maggiore rispetto al passato. Un coordinamento
preciso tra gestione della crisi, mappatura dei problemi,
ascolto delle richieste dei cittadini e problem-solving può funzionare
ancora più delle normali procedure che si attivano in caso di
emergenza
La sfida è ovviamente gravosa, perché un’amministrazione
comunale percepita come poco efficiente (così come è stato in
questo caso) può essere travolta da critiche e proteste con forza e
velocità ancora maggiore rispetto al passato. Ma può anche gestire,
ribaltare la percezione e soprattutto lavorare dove c’è davvero
bisogno di aiuto
L’alluvione di Genova: Sfida #2
Ai cittadini: i social media riducono, talvolta abbattono, la distanza
tra chi ha bisogno di aiuto e chi può offrirlo. I volontari hanno potuto
usare Twitter per coordinare le operazioni, fare reclutamento,
segnalare problemi, la creazione o la rimozione di disservizi
Questa responsabilità va letta in due chiavi: è una risorsa in più a
disposizione di tutti ma è anche uno stimolo a essere precisi,
corretti, a non veicolare allarmismi ingiustificati, a comunicare
informazioni solo quando è davvero necessario, a evitare il
protagonismo allo scopo di aiutare la comunità (amministrazione +
cittadini) a reagire e i media a raccontare la tragedia nel modo più
obiettivo possibile
L’alluvione di Genova: Sfida #3Ai giornalisti: i media, in una fase di profondissima crisi gestionale,
hanno un compito assai delicato. Devono distinguere le informazioni
vere da quelle false, devono ordinare le priorità. E se possibile, non
dovrebbero limitarsi a raccontare ciò che accade, ma piuttosto
dovrebbero impegnarsi anche a veicolare informazioni utili e di
servizio
Perché ciò sia possibile, è forse necessaria un’adeguata
formazione o perlomeno un’esperienza sul campo sui social media
alla ricerca dei veri nodi delle reti informative, degli utenti più
affidabili e delle informazioni di migliore qualità
Per essere ‘sul campo’, in diretta sui social media, bisogna co-
partecipare al racconto e avere la lucidità e l’esperienza per
poterlo fare
Qualche insegnamento
Cosa ci dicono e dove ci portano queste
storie
Twitter per la politica #1
Più trasparenza chiedi, più
trasparenza devi dare.
Un politico (ma anche un cittadino) che usa Twitter per chiedere informazioni, fare domande o informare deve garantire (almeno) lo stesso livello di apertura, trasparenza e reciprocità che chiede agli utenti di Twitter per risultare un riferimento credibile
Twitter per la politica #2
Twitter non è un’altra piattaforma su cui pubblicare il tuo
comunicato stampa.I social media sono strumenti bidirezionali e il feedback è inevitabile, anche se il mittente lo ignora. Se lo ignora non può gestirlo, e se il feedback è negativo far finta di nulla è la strategia sbagliata
Twitter per la politica #3
La strategia ‘un uomo solo al comando’ è dannosa a lungo
termine.Se un politico usa il proprio profilo Twitter per gestire la comunicazione istituzionale ottiene immediato consenso ma alla lunga diventa impossibile gestire la complessità delle richieste e delle interazioni, che insistono in ogni caso su di lui, anche quando non ne è responsabile (effetto parafulmine)
Twitter per la politica #4
Se esiste un ‘Ufficio Relazioni col
Pubblico’, perché non deve esserci anche
online?Le Pubbliche Amministrazioni spesso hanno dipendenti che si occupano della relazione con i cittadini, conoscono i problemi e come rispondere alle domande più importanti. Perché non formarli (e responsabilizzarli) alla comunicazione sui social media?
Twitter per la politica #5Ascoltare non vuol dire solo lasciare libertà di parola.
Far parlare i cittadini, far rispondere loro alle domande, interagire ogni tanto non ha nulla a che vedere con l’OpenGov (e può sembrare anche una ruffianata). Il dialogo ha senso se segue un’azione, una scelta, una decisione. Per questo i testi prodotti dai cittadini possono essere analizzati con software quanti-qualitativi, per poter decidere scientificamente
Twitter per la politica #6Sempre più spesso, le notizie passano prima da Internet e poi sui
giornali.Essere attenti a ciò che accade sui social media spesso vuol dire prevenire problemi che possono esplodere altrove. Se un cittadino pone una questione online, rispondergli puntualmente può evitare che la polemica finisca sui giornali e televisioni, dove è più difficile contrastarla perché diventa ‘generalista’, di dominio pubblico (e arriva prima della risposta del politico)
Twitter per la politica #7In situazioni di crisi, bisogna dedicare più
tempo ai social media.
Se avviene un imprevisto, un incidente, qualsiasi elemento che potenzialmente può modificare l’equilibrio di un’istituzione, c’è bisogno del maggior numero di informazioni possibili per poter prendere le decisioni migliori. Dialogare coi cittadini, ascoltare, farsi aiutare con dati, informazioni raccolte ‘in tempo reale’ è la strategia più giusta
Grazie!Un grande abbraccio
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