TURISMO COMMERCIO SER VIZI Riprendiamoci il ... - FILCAMS … · al contratto del commercio senza...

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Riprendiamoci il tempo S i è conclusa la prima fase della campagna nazionale della Filcams Cgil “La Festa non si vende”. Il bellissimo evento di Firenze del 29 aprile ha chiuso il tour dell’iniziativa lanciata per combattere la totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive nel settore del commercio. Roma, Ferrara, Civitanova Marche, Bari, Padova, Napoli, Cuneo, Palermo e infine il capoluogo toscano, città simbolo della battaglia. Palloncini, spillette, portachiavi, borse, foto della campagna, video, le quattrocento sedie rosse e il palco, tutto era pronto quando gli ospiti sono arrivati: il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi; il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli;Antonio Panzeri, Parlamentare europeo Pd; Maria Maltoni, assessore del Comune di Forlì; Stefano Bassi, presidente Lega Coop Toscana; Massimo Vivoli, vice presidente nazionale Confesercenti; Rosario Trefiletti, presidente nazionale Federconsumatori; Vincenzo Striano, presidente regionale Arci; Stefano Bartolini, docente di Economia politica e Susanna Camusso segretario generale della Cgil. Ad aprire i lavori Franco Martini, segretario generale della Filcams Cgil ,che oltre a ringraziare i partecipanti e tutti le strutture territoriali e regionali per l’ottimo lavoro svolto per la realizzazione della campagna, ha spiegato il senso dell’iniziativa e le ragioni della categoria. I giorni che hanno preceduto l’iniziativa sono stati caratterizzati da tante polemiche in merito alle aperture degli esercizi commerciali del 25 aprile e del primo maggio autorizzate in alcune città italiane, e troppo spesso la posizione della Filcams, e quindi della Cgil, è stata fraintesa (volutamente o no...). E se è vero che le critiche alla campagna da parte di qualcuno hanno contribuito al suo stesso lancio mediatico, il punto di vista sindacale è stato spesso distorto. “Non siamo contro il lavoro domenicale e festivo – ha dovuto più volte ribadire Franco Martini –. Noi siamo contro la liberalizzazione delle aperture, siamo contro l’annullamento di ogni regola, siamo contro il modello h24 x 365, modello a cui si ispirano coloro che chiedono per il commercio piena libertà di aprire in ogni dove”. “Per questo chiediamo una regolamentazione delle aperture che consenta, attraverso l’esercizio della concertazione e della contrattazione, una programmazione dei turni di lavoro”. Ma la campagna intende anche accendere potenti riflettori sul tema dei modelli di consumo e del settore distributivo: “Per chi non l’avesse capito, vi è un intreccio stretto tra modello di consumo, modello distributivo e modello lavorativo – spiega il segretario –. In un caso come questo, difendere la qualità del lavoro, i diritti sul lavoro non sarebbe possibile senza fare un discorso anche sul modello distributivo e, a sua volta, sul modello di consumo”. Il dibattito, moderato dal direttore di Rassegna Sindacale Paolo Serventi Longhi, è stato intervallato dalle splendide e pungenti vignette di Sergio Staino. La proiezione di un video, tramite la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, ha introdotto le problematiche del settore del commercio: dai turni di lavoro, ai lunghi orari, dalle aperture domenicali e festive alle difficoltà di conciliare vita privata e lavoro. Il primo intervento è di Stefano Bartolini, docente di economia dell’Università di Siena, autore del I.R. al numero 17/2011 di Rassegna Sindacale ••• SEGUE A PAGINA 18 M ai come quest’anno si è aperta una vera e propria diaspora sul- le aperture degli esercizi com- merciali il giorno del primo maggio, la festa dei lavoratori. A dare il via alle polemiche, il sindaco di Fi- renze, Matteo Renzi, che ha offerto la pos- sibilità ai commercianti del centro storico di restare aperti. Le organizzazioni sindacali, unitariamente, hanno proclamato lo scio- pero in tutto il settore, prima solo per Firen- ze e successivamente per tutta la Toscana. Perplesso della reazione il giovane sindaco: “non mi sembra uno scandalo tenere i ne- gozi aperti in una città strapiena di turisti”. Per salvare “capra e cavoli” aveva proposto di non far lavorare le commesse che lavora- no sempre, ma di chiamare gli interinali “co- sì da far diventare il Primo maggio un gior- no di lavoro per chi lavoro non ce l’ha”.Pec- cato che “i sindacati si sono messi di traver- so, hanno proclamato lo sciopero e noi ab- biamo a malincuore rinunciato a questa pos- sibilità di accordo”. Convinto di essere og- getto di uno sciopero ad personam, Matteo Renzi dopo aver saputo che la mobilitazio- ne sarebbe stata allargata a tutta la Toscana, ha quasi tirato un sospiro di sollievo: “Mi sembra una scelta più coerente rispetto a quella annunciata all’inizio”. Secondo il sindaco, tra l’altro “i sindacati so- no tutto l’anno impegnati in tutt’altre fac- cende, e colgono l’occasione del primo mag- gio per riaprire una polemica con il Comu- ne di Firenze”. Matteo Renzi, non si risparmia nei confron- ti delle organizzazioni sindacali, come se si volesse trovare solo un pretesto, quello del primo maggio, per attaccare lui e farsi sen- tire. È il 20 aprile, e da quel momento si sca- tenano dichiarazioni e continui battibecchi. Emma Marcegaglia presidente di Confindu- stria, per esempio, ritiene le aperture del Pri- mo maggio un’opportunità per il turismo. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, repli- ca al sindaco di Firenze. Ritiene, infatti, che alla base della scelta di Renzi, oltre alla ri- cerca di visibilità, ci sia ••• SEGUE A PAGINA 19 T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z I Rassegna Sindacale R. M. IL DIBATTITO SUL PRIMO MAGGIO Favorevoli e contrari F FOCUS N on è finita qui. La campagna “La festa non si vende” non finisce, ma cambia faccia e obbiettivo. Dopo aver cercato di sensibilizzare istituzioni, associazioni di categoria e consumatori sul tema, e aver ottenuto un buon risultato, la Filcams si avvia a preparare la seconda fase. Obiettivo: rileggere la normativa in materia di commercio e aggiornarla. Fondamentale in questa prima fase della campagna il “gioco di squadra”. Le iniziative dei territori e l’impegno di tutte le strutture sono stati indispensabili per risvegliare l’opinione pubblica sul tema, per creare attenzione, anche se a volte critica. Al riguardo è stato importante anche il sostegno della confederazione, a partire dal segretario generale Susanna Camusso, al nostro fianco anche in occasioni delicate, alle categorie, alle strutture confederali regionali e alle camere del lavoro che hanno appoggiato l’iniziativa. Ora un po’ più forti, con un po’ più di sicurezza, e un po’ più “stravaganti”, andremo avanti per “battere il ferro finché è caldo”. L’attenzione che i media hanno dato alla Filcams nell’ultimo periodo – complice purtroppo anche il contratto separato – dà alla categoria una luce diversa, una forza e una consapevolezza importanti: c’è un posto anche per noi ed è un posto importante. Ci siamo inseriti: abbiamo avuto uno spazio, benché minimo, sui quotidiani; abbiamo avuto l’attenzione delle istituzioni locali e di alcune nazionali; abbiamo dibattuto con le parti datoriali – spesso in accordo con noi. Le nostre idee sono state ascoltate. Un futuro sostenibile del lavoro terziario era la sfida lanciata dalla Filcams un anno fa durante il congresso: un obiettivo adesso, ancor più raggiungibile. Battere il ferro finché è caldo L EDITORIALE di consumare il tempo Roberta Manieri Chiusa a Firenze la prima fase della campagna Filcams Ma non finisce qui... Terziario04.qxp 2-05-2011 14:12 Pagina 17

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Riprendiamoci il tempo

S i è conclusa la prima fase dellacampagna nazionale dellaFilcams Cgil “La Festa non sivende”. Il bellissimo evento di

Firenze del 29 aprile ha chiuso il tourdell’iniziativa lanciata per combattere latotale liberalizzazione delle aperturedomenicali e festive nel settore delcommercio.Roma, Ferrara, Civitanova Marche, Bari,Padova, Napoli, Cuneo, Palermo e infine ilcapoluogo toscano, città simbolo dellabattaglia.Palloncini, spillette, portachiavi, borse,foto della campagna, video, lequattrocento sedie rosse e il palco, tuttoera pronto quando gli ospiti sono arrivati:il presidente della Regione Toscana EnricoRossi; il presidente di FederdistribuzioneGiovanni Cobolli Gigli;Antonio Panzeri,Parlamentare europeo Pd; Maria Maltoni,assessore del Comune di Forlì; StefanoBassi, presidente Lega Coop Toscana;Massimo Vivoli, vice presidente nazionaleConfesercenti; Rosario Trefiletti,presidente nazionale Federconsumatori;Vincenzo Striano, presidente regionaleArci; Stefano Bartolini, docente diEconomia politica e Susanna Camussosegretario generale della Cgil.Ad aprire i lavori Franco Martini,segretario generale della Filcams Cgil ,cheoltre a ringraziare i partecipanti e tutti lestrutture territoriali e regionali perl’ottimo lavoro svolto per la realizzazionedella campagna, ha spiegato il sensodell’iniziativa e le ragioni della categoria.I giorni che hanno preceduto l’iniziativasono stati caratterizzati da tantepolemiche in merito alle aperture degliesercizi commerciali del 25 aprile e delprimo maggio autorizzate in alcune cittàitaliane, e troppo spesso la posizione dellaFilcams, e quindi della Cgil, è statafraintesa (volutamente o no...).E se è vero che le critiche alla campagnada parte di qualcuno hanno contribuito alsuo stesso lancio mediatico, il punto divista sindacale è stato spesso distorto.“Non siamo contro il lavoro domenicale efestivo – ha dovuto più volte ribadireFranco Martini –. Noi siamo contro laliberalizzazione delle aperture, siamo

contro l’annullamento di ogni regola,siamo contro il modello h24 x 365,modello a cui si ispirano coloro chechiedono per il commercio piena libertàdi aprire in ogni dove”.“Per questo chiediamo unaregolamentazione delle aperture checonsenta, attraverso l’esercizio dellaconcertazione e della contrattazione, unaprogrammazione dei turni di lavoro”.Ma la campagna intende anche accenderepotenti riflettori sul tema dei modelli diconsumo e del settore distributivo: “Perchi non l’avesse capito, vi è un intrecciostretto tra modello di consumo, modellodistributivo e modello lavorativo – spiegail segretario –. In un caso come questo,difendere la qualità del lavoro, i diritti sul

lavoro non sarebbe possibile senza fareun discorso anche sul modellodistributivo e, a sua volta, sul modello diconsumo”.Il dibattito, moderato dal direttore diRassegna Sindacale Paolo Serventi Longhi,è stato intervallato dalle splendide epungenti vignette di Sergio Staino.La proiezione di un video, tramite la vocedelle lavoratrici e dei lavoratori, haintrodotto le problematiche del settore delcommercio: dai turni di lavoro, ai lunghiorari, dalle aperture domenicali e festivealle difficoltà di conciliare vita privata elavoro.Il primo intervento è di Stefano Bartolini,docente di economia dell’Università diSiena, autore del

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M ai come quest’anno si è apertauna vera e propria diaspora sul-le aperture degli esercizi com-

merciali il giorno del primo maggio, la festadei lavoratori.A dare il via alle polemiche, il sindaco di Fi-renze, Matteo Renzi, che ha offerto la pos-sibilità ai commercianti del centro storico direstare aperti. Le organizzazioni sindacali,unitariamente, hanno proclamato lo scio-pero in tutto il settore,prima solo per Firen-ze e successivamente per tutta la Toscana.Perplesso della reazione il giovane sindaco:“non mi sembra uno scandalo tenere i ne-gozi aperti in una città strapiena di turisti”.Per salvare “capra e cavoli” aveva propostodi non far lavorare le commesse che lavora-no sempre,ma di chiamare gli interinali “co-sì da far diventare il Primo maggio un gior-no di lavoro per chi lavoro non ce l’ha”.Pec-cato che “i sindacati si sono messi di traver-so, hanno proclamato lo sciopero e noi ab-biamo a malincuore rinunciato a questa pos-sibilità di accordo”. Convinto di essere og-

getto di uno sciopero ad personam,MatteoRenzi dopo aver saputo che la mobilitazio-ne sarebbe stata allargata a tutta la Toscana,ha quasi tirato un sospiro di sollievo: “Misembra una scelta più coerente rispetto aquella annunciata all’inizio”.Secondo il sindaco, tra l’altro “i sindacati so-no tutto l’anno impegnati in tutt’altre fac-cende,e colgono l’occasione del primo mag-gio per riaprire una polemica con il Comu-ne di Firenze”.Matteo Renzi,non si risparmia nei confron-ti delle organizzazioni sindacali, come se sivolesse trovare solo un pretesto, quello delprimo maggio, per attaccare lui e farsi sen-tire.È il 20 aprile,e da quel momento si sca-tenano dichiarazioni e continui battibecchi.Emma Marcegaglia presidente di Confindu-stria,per esempio,ritiene le aperture del Pri-mo maggio un’opportunità per il turismo.Il leader della Cgil,Susanna Camusso, repli-ca al sindaco di Firenze.Ritiene, infatti, chealla base della scelta di Renzi, oltre alla ri-cerca di visibilità,ci sia ••• SEGUE A PAGINA 19

T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z IRassegna Sindacale

R.M.

IL DIBATTITO SUL PRIMO MAGGIO

Favorevoli e contrariFFOCUS

Non è finita qui. La campagna“La festa non si vende” non

finisce, ma cambia faccia eobbiettivo.Dopo aver cercato disensibilizzare istituzioni,associazioni di categoria econsumatori sul tema, e averottenuto un buon risultato, laFilcams si avvia a preparare laseconda fase. Obiettivo: rileggerela normativa in materia dicommercio e aggiornarla.Fondamentale in questa primafase della campagna il “gioco disquadra”. Le iniziative dei territorie l’impegno di tutte le strutturesono stati indispensabili perrisvegliare l’opinione pubblica sultema, per creare attenzione,anche se a volte critica.Al riguardo è stato importanteanche il sostegno dellaconfederazione, a partire dalsegretario generale SusannaCamusso, al nostro fianco anchein occasioni delicate, allecategorie, alle struttureconfederali regionali e alle cameredel lavoro che hanno appoggiatol’iniziativa.Ora un po’ più forti, con un po’ piùdi sicurezza, e un po’ più“stravaganti”, andremo avanti per“battere il ferro finché è caldo”.L’attenzione che i media hannodato alla Filcams nell’ultimoperiodo – complice purtroppoanche il contratto separato – dàalla categoria una luce diversa,una forza e una consapevolezzaimportanti: c’è un posto anche pernoi ed è un posto importante.Ci siamo inseriti: abbiamo avutouno spazio, benché minimo, suiquotidiani; abbiamo avutol’attenzione delle istituzioni locali edi alcune nazionali; abbiamodibattuto con le parti datoriali –spesso in accordo con noi. Lenostre idee sono state ascoltate.Un futuro sostenibile del lavoroterziario era la sfida lanciata dallaFilcams un anno fa durante ilcongresso: un obiettivo adesso,ancor più raggiungibile.

Battere il ferrofinché è caldo

L’EDITORIALE

di consumare il tempo

Roberta Manieri

Chiusa a Firenze la prima fasedella campagna FilcamsMa non finisce qui...

Terziario04.qxp 2-05-2011 14:12 Pagina 17

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“Manifesto per lafelicità - Come passaredalla società del ben-

avere a quella del ben-essere”.Come scrive nel suo libro,Bartolini afferma che il grossoproblema del nostro tempo è iltroppo consumismo. Silasciano sempre più spazi alcomprare e al lavorare conmeno tempo per le relazionicon gli altri e lasciare aperti inegozi nei giorni di festa o ilprimo maggio, sono “occasionimancate” per dedicare tempoalle relazioni interpersonali.Il presidente della regioneToscana ha annunciato che laprossima settimana presenteràuna proposta di legge perregolamentare il lavoro neigiorni festivi: “Ci vuole unaregolamentazione – ha dettoEnrico Rossi – è necessariorispettare alcune feste religiosee sacre per difendere latradizione: è una sfidaculturale”.La legge regionale, ha spiegatoil governatore, sarà fatta anche"per aiutare le amministrazionilocali, perché la cosa peggioreper un sindaco è avere ilComune accanto che decidel’apertura".Più spazio alla concertazione,quindi, e per l’approvazione laproposta di legge dovrà esserediscussa “tra società, forzepolitiche e poi mandata alConsiglio regionale e quellosarà un altro momento perdiscutere”. “Dobbiamo arrivare– ha concluso Rossi – a unritmo adeguato tra lavoro efestività e rimettere al centro illavoro. Per far questo ci aspettaun cammino lungo. La RegioneToscana farà la propria parte”.A favore dell’apertura deinegozi nei giorni festivi èinvece il presidente diFederdistribuzione GiovanniCobolli Gigli.“La domenica nelladistribuzione – dice – è ilsecondo giorno di fatturato:perdere o limitare questofatturato, solo in parterecuperabile durante lasettimana, significa perdereeconomia positiva, significaridurre l’occupazione”.Un intervento non apprezzatodalla platea che ha più voltecommentato il discorso delpresidente: “il tempo per laspesa e per gli acquisti ingenere tende a diminuire”, e

quindi “il cittadino ha bisognodi avere un numero maggioredi occasioni per fare acquisti”.Di conseguenza “tenere apertii negozi – ha concluso CobolliGigli – è un servizio alcittadino esattamente comealtri da sempre accettati, senzache questo ponga i lavoratoridi quei settori in condizionicosì difficili come invecevengono rappresentate quellenel commercio e nelladistribuzione”.Un fuori programmainterrompe gli interventi. Insala un enorme striscione: “Noal contratto del commerciosenza la Cgil”. Una feritafresca, ancora aperta per laFilcams.Paolo Serventi Longhi riprendele redini del dibattito cheprosegue fluidamente a tempiserrati.Prima delle conclusione delsegretario generale della Cgilun intervento di ospiteimportante, Adriano Sofri.Il giornalista-scrittore haportato il suo contributo e lasua idea alla platea,definendosi un “conservatoreche prova affetto nei confrontidel primo maggio”.Dopo aver letto il terzo

comandamento – Ricordati disantificare le feste –, harichiamato la sacralità deigiorni di festa, sia per i cattoliciche per i laici, dal natale al 25aprile e tanti altri: “il primomaggio, una delle piùimportanti – non so se è piùimportante il 25 aprile o ilprimo maggio – serve aricordarsi che siamo statischiavi, e soprattutto che si puòtornare ad essere schiavi.”Anche se molti lavoratori,commesse, precari o interinalinon conoscono il valore diquesta festa, “battersi per ilprimo maggio è una garanziaper il futuro non una nostalgiadel passato”.Dieci minuti di vera poesia.Le conclusione della mattinatasono affidate a SusannaCamusso.L’attacco è schietto: “Tenere unnegozio o un ospedale apertonon sono due coseparagonabili – ha affermato ilsegretario generale della Cgil–. Io non so se il primo maggiosia più importante del 25aprile, ma stiamo parlando didue giorni, non di mesi e nelresto del mondo ci sono festesacre e inviolabili. Proponiamoai francesi di aprire i negozi il

giorno della presa dellaBastiglia: si mettono a ridere,non si mettono a discutere.Proponiamo agli americani,che sono il nostro esempio, diaprire i negozi il giorno delRingraziamento”.Sono giorni intoccabili perchéin quelle giornate quei paesihanno collocato il senso e ilvalore della loro dimensionenazionale.«Le persone hanno diritto alriposo, che non è solo unapausa fra due turni – concludeSusanna Camusso – non è soloun problema di orario, masoprattutto il problema è che illavoratore non diventi unessere solitario che non sa piùcome è fatta la sua città”.Si è conclusa così la prima fasedella campagna nazionaledella Filcams Cgil “La Festanon si vende”. La seconda faseparte da qui, dal lavoro fattofin’ora, dai contributi ottenutidai diversi territori durante iltour. Il prossimo obiettivo èavanzare una proposta perrileggere e aggiornare lanormativa nazionale eridefinire un quadro all’internodel quale ogni singolo comuneo provincia possa fareriferimento. •

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Loredana Colarusso

P rima Firenze, poi la Toscana e infineMilano. Le organizzazioni sindacaliFilcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil

hanno dichiarato guerra alle amministrazionicomunali che hanno permesso agli esercizicommerciali di rimanere aperti durante la festadei lavoratori.La protesta è iniziata ben prima della festa. AMilano per il 29 aprile i sindacati hannoorganizzato un presidio davanti all'assessoratocompetente per protestare contro il Comune checon soli quattro giorni di preavviso hamodificato la decisione presa a novembre 2010,quando il tavolo di consultazione previsto dallalegge regionale aveva visto d'accordo tutte leparti coinvolte, comprese Federdistribuzione eUnione del Commercio, nel confermare lachiusura dei negozi per il primo maggio afronte della possibilità di tenere aperto ladomenica successiva.Sul piede di guerra i toscani, in prima fila ifiorentini, contro la decisione del sindacoMatteo Renzi di autorizzare l’apertura degliesercizi commerciali il primo maggio, e acascata tanti altri comuni.A Roma, invece, dove l’apertura dei negozi èstata autorizzata per accogliere i pellegrini inarrivo per la beatificazione di Giovanni Paolo II,

la Filcams Cgil Roma e Lazio ha chiesto aidipendenti del commercio di non recarsi allavoro, scatenando l’ira di Confcommercio.Il primo maggio a Firenze una manifestazioneorganizzata dalle tre sigle sindacali ha visto lapartecipazione di circa 2500 persone, conadesione allo sciopero di circa l’80%.A Milano, sono andati al lavoro in pochi, e nelpunto vendita di Zara di Corso Buenos Aires su50 dipendenti si sono resi disponibili in 4 e ilnegozio è rimasto chiuso.A Treviso alcune commesse del punto vendita diCoin hanno scioperato contro la decisione delladirezione di tenere aperto il giorno del primomaggio; al lavoro solo personale con contratto atempo determinato.Una strana solidarietà.A Roma un centinaio di manifestanti precarihanno manifestato contro i negozi aperti nelgiorno della festa dei lavoratori, bloccando leattività dei negozi di Zara, Rinascente, Tezenis eWalt Disney di via del corso in solidarietà con lecommesseAnche a Milano un gruppo di ragazzi “devoti aSan precario” è entrato in un punto vendita diSimply parlando ai clienti e distribuendo unalettera di solidarietà ai lavoratori, costretti arinunciare ad un giorno di festa. •

“La Bersani ha piùdi 10 anni ed è

ridotta a un colabrododalla derogabilitàesercitata dai Comuni.Riteniamo che dentro unquadro nazionaleaggiornato, le Regionidebbano legiferare, peroffrire un sistema cheassuma il vincolo dellaconcertazione, il vincolodell’indisponibilità dialcune feste religiose ecivili, che rilanci laprogrammazione delsettore commerciale, conregole e criteriomogenei”. Così ilsegretario generale dellaFilcams Cgil FrancoMartini spiega perché laseconda fase dellacampagna la Festa non sivende proseguirà conl’obiettivo di avanzareuna proposta per rivederela normativa nazionale inmateria di commercio.Già da qualche mese ungruppo di lavoro si staconfrontando perelaborare i puntifondamentali daridiscutere.Tra le priorità:• regolamentare leaperture domenicali efestive attraverso laconcertazione – non lasola consultazione – delleparti sociali per laprogrammazione delleaperture come elementidi qualità/sfida perconiugare le esigenze deilavoratori/delleimprese/dei consumatorinella città;• rendere indisponibilialle aperture alcunefestività civili e religiose,nel pieno rispetto delleesigenze del territorio,delle lavoratrici, deilavoratori e dellapopolazione; • ridefinire i criteri perattribuire ai Comuni laconnotazione di cittàturistica e città d’arte,grazie alla quale i comunipossono decide di tenereaperto tutto l’anno anchenelle festività;• riflettere e ripensare losviluppo della retedistributiva e lasostenibilità del suosviluppo nel territorioanche con particolareattenzione socialeeambientale nel territoriostesso; • riattivare i piani delcommercio e degli oraried istituire in ogni città iltavolo di conciliazione deitempi di vita/lavoro. •

Una leggead hoc

Inserto d’informazione della Filcams CgilVia L.Serra,31,00153 Roma, tel.06/5885102

e-mail:[email protected] - www.filcams.cgil.it

A cura di Roberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127 - cel 3494702077 e-mail:[email protected]

Rassegna SindacaleSettimanale della Cgil

Direttore responsabile Paolo Serventi Longhi

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Chiuso in tipografia lunedì 2 maggio,ore 13

L’INIZIATIVA

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F DALLA PRIMA Riprendiamoci il tempo di consumare il tempo

Negozi aperti il primo maggio,i lavoratori scioperano

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“N o a lavorare i festivi”.Si chiama così ilgruppo aperto di

Facebook nato su iniziativa di unacommessa palermitanatrentaquattrenne.“Io sono fortunata, lavoro per unamultinazionale che riconosce i diritti,ma la realtà palermitana è un po’lontana da Z... – si legge in uno deipost –. Pensiamo a chi non hapossibilità di scelta, a chi develavorare domenica e festivi senzamaggiorazione, oppure vienelicenziato... commesse e commessimuti, che non urlano perché devonolavorare”.E ancora, in un altro post:“Sull’apertura dei negozi nei giornifestivi la colpa è pure nostra – scriveun lavoratore –: non abbiamo ilcoraggio di reagire, lasciamo che ititolari dei centri commerciali e ilconsiglio comunale, quelli che fannola bella vita e sicuramente non hannonulla da perdere, decidano per noi.Se tutti i dipendenti di tutti i negozisi opponessero all’apertura, nonpresentandosi sul posto di lavoro, leaziende sarebbero costrette a piegarsial fatto che è un diritto di ognisingolo lavoratore poter usufruire deigiorni festivi come meglio crede. Lodice la legge, ecco perché tutti gliuffici pubblici sono chiusi nei giornifestivi e fanno pure i classici ponti.Così facendo, le aziende non possonolicenziare per ripicca tutti idipendenti, altrimenti sarebberocostretti a chiudere. L'unione fa laforza, e dai paesi limitrofi ne abbiamouna dimostrazione”.Un dibattito aperto tra lavoratrici elavoratori del commercio, che hatrovato spazio anche all’interno dellatappa palermitana de “La festa non sivende”, la campagna della Filcamsnazionale per la regolamentazionedelle aperture domenicali e festive.Una regolamentazione chiesta a granvoce dalle lavoratrici e dai lavoratori,costretti a lavorare tutte le domenichee tutti i festivi.Palermo, infatti, è stata dichiarata cittàd’arte e poco importa se i museirestano chiusi la domenica, di certo ituristi troveranno i negozi aperti tuttele domeniche dell’anno, e con lederoghe per i festivi potrannoacquistare anche in quelle date che ilcalendario riporta in rosso.Così, lavoratrici e lavoratori si vedono

costretti, nonostante i turni, a lavorarepraticamente tutte le domeniche. Nellerealtà commerciali più piccole,peraltro, i dipendenti sono talmentepochi che non è possibile effettuare laturnazione né per il lavoro domenicalee/o festivo, né per potere fruire delgiorno di riposo, e allora si lavoratutti 7 giorni su 7. Per i più fortunati,coloro a cui viene applicato erispettato il contratto, per ledomeniche e i festivi viene applicatala maggiorazione del 30%; per gli altriviene pagata solo la maggiorazione(senza la paga giornaliera); per altri lamaggiorazione non esiste; per chilavora in nero o in grigio, quasi lamaggioranza delle lavoratrici e deilavoratori del capoluogo isolano,lavorare l’intera settimana dà diritto auna retribuzione di circa 500 euro almese.“Io lavoro per Zara – raccontaMarianna, commessa part time – unabella realtà lavorativa, tanto cherispetto ad altre mie colleghe mireputo fortunatissima. Abbiamo moltidiritti e altrettanti doveri. Noi siamoaperti sempre, 7 giorni su 7,

naturalmente facciamo i turni, iolavoro 24h settimanali, su 4domeniche una l’abbiamo libera, 2turni di chiusura e 1 di apertura, ciriconoscono una maggiorazione del30%, poca cosa rispetto a lasciareamici e famiglia. Io sono sposata daun anno e con mio marito ci vediamopoco, anche la domenica spesso nonriusciamo a far coincidere i turni.Allora, si rinuncia alle gite fuori portacon gli amici, ai fine settimana, alladomenica che è domenica. Io non hofigli, e forse mi pesa meno lavorare ladomenica, ma la domenica èdomenica, le feste sono feste. Homolte amiche sposate con figli chevivono male questa realtà, ma nonpossono cambiare lavoro, perché nonci sono alternative lavorative possibili,non si può sempre scegliere, e illavoro è fondamentale: per viverebisogna lavorare in due”.Sulle asse di via Ruggero Settimo, unadelle principali vie dello shoppingpalermitano, il giorno di Pasquahanno alzato le saracinesche i puntivendita di alcune catene nazionali diabbigliamento, Motivi, Sisley,

Benetton. “Anche Zara ha aperto ibattenti – continua Marianna – mentretutti gli altri negozi sono rimastichiusi, compresi quelli che solitamentesono sempre aperti, come H&M o igrossi centri commerciali. Loro hannoscelto di rispettare la Pasqua e i lorodipendenti, nonostante la delibera perla deroga. Ammirevole.Per quanto riguarda Zara, il giorno diPasqua hanno lavorato solo alcune dinoi, questa volta non c’era possibilitàdi adesione, era obbligatorio. Hannodeciso le responsabili chi farsacrificare. Il contratto nazionale nonprevede la Pasqua tra le festività enon ci è stata riconosciuta lamaggiorazione festiva, solo il 30%:assurdo, lasci la famiglia per Pasquaper niente. Come se non bastasse,abbiamo dovuto lavorare di piùdurante la settimana, per fare lenostre ore, perché chi non ha lavoratoper Pasqua, si è visto segnato lagiornata come riposo e non comefestivo, e ciò succede ogni volta che lafesta cade di domenica. Questa cosanon sono mai riuscita a capirla.Io ho lavorato a Pasquetta, per miascelta, mio marito lavorava pure, ma il1° maggio non aderisco, per rispettoa chi ha lottato e sacrificato la vitaper ciò che siamo, per noilavoratori....”.Le aperture domenicali e nei festivi,inoltre, non aiutano ad incrementarele vendite. “Io non credo stare apertisempre sia incentivante – affermaMarianna –, la torta è sempre quella,solo che viene divisa in sette fetteinvece che in sei”. Aumentano, invece,i disagi per conciliare i tempi di vitae di lavoro. “Conciliare lavoro efamiglia è difficile, ma per una donnasono importanti entrambi, per starebene – prosegue Marianna –. Noicommesse dobbiamo lavorare,lavorare, lavorare, per la crisi, pergarantire i turisti che essendo invacanza si dedicano agli acquisti. Ok,ci può stare, allora, però, apriamo lebanche per dare loro un servizio,apriamo le farmacie, le poste dovepoter comprare francobolli, mettiamoin gioco tutti, perché solo noi? Non ègiusto. So che i sindacati hannoproposto un limite di 22 domenichecadauno e che è stata bocciata, e oradovrebbero fare ricorso al Tar. Vadaper le domeniche ridotte, ma giù lemani dalle feste, non ci tolgano unnostro sacro diritto”. •

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LA STORIA |LA FESTA NON SI VENDE

Monja Caiolo

anche “un’idea sbagliatache continua a evidenziar-si spesso nelle politiche

delle amministrazioni; si pensache siccome c’è la caduta dei con-sumi allora si aprono di più i ne-gozi e i consumi risalgono,ma nonè vero”.Rapida la risposta del sindaco fio-rentino: “Fatico a trovare lo scan-dalo in queste posizioni, che misembrano dettate dal buon sen-so”,e ne approfitta anche per avan-zare una dura critica al sindacato.Nel contrasto si inserisce il segre-tario della Filcams Cgil FrancoMartini secondo il quale “le con-tinue deroghe alle aperture com-merciali non aiutano l’economia,ma contribuiscono a creare lavo-ro precario e ledono il diritto al ri-poso delle lavoratrici e dei lavo-ratori del settore”.“Per affrontarela crisi è necessario ridefinire unnuovo modello di consumo, chenon significa concedere improv-vise deroghe e sostituire i lavora-tori stabili con i lavoratori preca-ri o interinali”.Anche Raffaele Bonanni segreta-

rio della Cisl, prova a dire la sua:“La decisione dovrebbe essere ge-stita luogo per luogo,da parte deisindaci,con i sindacati e le impre-se; per trovare soluzioni conve-nienti per le imprese e per i lavo-ratori, che tengano conto dell’in-tero arco del calendario annuale”.Una botta al cerchio e una alla bot-te è la posizione del segretario del-la Uiltucs Brunetto Boco:“Noi nonsiamo contrari alle aperture do-menicali.Ci sono però delle festi-vità che andrebbero rispettate:Na-tale,Pasqua, il primo maggio.So-no momenti importanti per le per-sone e per le loro coscienze.Le ra-dici del primo maggio, festa dedi-cata al lavoro, non andrebberoperse e i negozi nelle città dovreb-bero restare chiusi.Questo discor-so non può valere però per cittàcon un enorme flusso turistico,come Venezia,Firenze e Roma.Inquesti casi, infatti, il primo mag-gio rappresenta una grande occa-sione. E, anche per i turisti, i cen-tri storici di queste città devonoessere funzionanti”.Dalla parte di Renzi anche Fran-

cesco Rivolta, direttore generaledella Confcommercio:“Nella que-relle negozi aperti o chiusi il pri-mo maggio,serve buonsenso,nonfare battaglie ideologiche”. Il set-tore sta soffrendo,secondo Rivol-ta,quindi è necessario trovare unasoluzione attraverso una fase con-certativa tra parti sociali e ammi-nistrazioni, il meccanismo già vi-gente delle deroghe ai Comuni.“Liberalizzare l’apertura dei ne-gozi nei giorni festivi può dare al-la nostra economia la ‘frustata’ dicui ha bisogno” è l’opinione delministro del Turismo Brambilla,che ne approfitta per esprimere ilproprio parere favorevole:“Tene-re aperti i negozi renderebbe piùattrattive e competitive le città d’ar-te e le località turistiche italiane,adeguandole a quella che in Eu-ropa e in America è già una real-tà. Se libertà d’impresa vuol direpiù ricchezza,non dobbiamo esi-tare a muoverci su questa strada”.Intanto anche a Milano i negozi po-tranno restare aperti. L’assessorealle Attività produttive del Comu-ne,Giovanni Terzi,ha firmato la ri-

chiesta di deroga all’obbligo dichiusura:“Un provvedimento nonsolo utile ma necessario per la vi-ta della nostra città, che rispondea precise richieste provenienti dadiverse associazioni di categoria”.“Se il Comune di Milano persistenella sua idea di tenere i negoziaperti,noi il primo maggio faremosciopero – è stata la risposta di Gra-ziella Carnieri, segretario genera-le Filcams Cgil di Milano –. Dob-biamo difendere i lavoratori, sem-pre e soprattutto il primo maggio;quella di tenere aperti i negozi èuna decisione che è stata presa sen-za neppure consultarci”.Ha accolto con favore la decisio-ne dell’assessore, invece, il sinda-co di Milano Letizia Moratti “Sia-mo in un momento di crisi econo-mica – ha osservato – quindi cre-do che sia giusto lasciare la liber-tà di tenere aperto ai negoziantiche sono d’accordo”.Compatta la Cgil, a sostegno del-la battaglia della Filcams arriva infatti anche la solidarietà del segre-tario dello Spi,Carla Cantone e delsegretario della Fiom Maurizio

Landini.Tra gli esponenti del Par-tito democratico,non tutti la pen-sano come Renzi, anzi.L’europarlamentare del Pd,Debo-ra Serracchiani afferma che “nelmantenere festivo il primo mag-gio c’è il senso di un valore idea-le che appartiene a tutti. Non ve-do vantaggio sociale ad aumenta-re le aperture contrapponendodatori di lavoro a commessi, con-sumatori a commercianti, senzache da questa tensione nemme-no risulti un sensibile aumentodei posti di lavoro né, temo, la so-luzione delle crisi settoriali”.È lo stesso Pd, poi, a dichiarareche “la decisione (inedita) di te-nere aperti gli esercizi commer-ciali il primo maggio è da ricon-durre all’autonoma valutazione eresponsabilità delle singole am-ministrazioni comunali;”ma “da-re la possibilità di tenere apertinegozi e supermercati il primomaggio è una novità assoluta”;“gliesercizi commerciali sono rimastisempre tradizionalmente chiusi ilprimo maggio, festa nazionale deilavoratori”.•

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VirgilioeTerzilia

R.M.DALLA PRIMA Favorevoli e contrari

Noi, commesse,non possiamo dire no

SA Palermo nasce un grupposu Facebook.E il dibattitoprosegue allaFesta della Filcams

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