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1 CONGRESSO PROVINCIALE CGL-FILCAMS CATANIA (27 febbraio 2014) Relazione LAVORO E SVILUPPO Salvatore Leonardi Segretario generale regionale Care delegate, cari delegati, compagne e compagni, ospiti e invitati tutti, vi ringrazio per la partecipazione copiosa e qualificata al Congresso Provinciale. Questo Congresso della FILCAMS di Catania si inserisce nel contesto di una crisi economica Internazionale e Nazionale senza precedenti la cui fine, nonostante molte parole e altrettanti buoni propositi, appare ancora lontana, soprattutto nelle aree del Sud Europa e, nello specifico, in Sicilia. Liberalizzazione e privatizzazione sfrenate, con conseguente concentrazione della ricchezza in mano a pochi, sono tra le cause di una depressione economica che, nel mondo, non ha risparmiato nessuno (sebbene i Paesi del Nord Europa e gli Stati Uniti, Nazione dove ha avuto origine il crollo, abbiano trovato soluzioni efficaci per affrontarla). In Italia, in particolare, la crisi economica si unisce alla crisi sociale, etica e morale che vede, tra l’altro, una sfiducia importante e crescente da parte dei cittadini nei confronti della politica e dei suoi rappresentanti. Tale situazione si è ancora più acuita per via dell’austerità promossa dall’Unione Europea. Un’austerità che ha limitato e limita la propensione al consumo. In Italia, negli ultimi anni, le scelte dettate da Bruxelles e il mancato coraggio dei nostri Governi, hanno provocato una recessione che ha costretto molti giovani a lasciare il Paese in cerca di lavoro. I giovani Italiani hanno

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CONGRESSO PROVINCIALE CGL-FILCAMS CATANIA (27 febbraio 2014)

Relazione LAVORO E SVILUPPO Salvatore Leonardi

Segretario generale regionale

Care delegate, cari delegati, compagne e compagni, ospiti e invitati

tutti, vi ringrazio per la partecipazione copiosa e qualificata al

Congresso Provinciale.

Questo Congresso della FILCAMS di Catania si inserisce nel

contesto di una crisi economica Internazionale e Nazionale senza

precedenti la cui fine, nonostante molte parole e altrettanti buoni

propositi, appare ancora lontana, soprattutto nelle aree del Sud

Europa e, nello specifico, in Sicilia.

Liberalizzazione e privatizzazione sfrenate, con conseguente

concentrazione della ricchezza in mano a pochi, sono tra le cause

di una depressione economica che, nel mondo, non ha risparmiato

nessuno (sebbene i Paesi del Nord Europa e gli Stati Uniti, Nazione

dove ha avuto origine il crollo, abbiano trovato soluzioni efficaci

per affrontarla).

In Italia, in particolare, la crisi economica si unisce alla crisi sociale,

etica e morale che vede, tra l’altro, una sfiducia importante e

crescente da parte dei cittadini nei confronti della politica e dei

suoi rappresentanti. Tale situazione si è ancora più acuita per via

dell’austerità promossa dall’Unione Europea. Un’austerità che ha

limitato e limita la propensione al consumo. In Italia, negli ultimi

anni, le scelte dettate da Bruxelles e il mancato coraggio dei nostri

Governi, hanno provocato una recessione che ha costretto molti

giovani a lasciare il Paese in cerca di lavoro. I giovani Italiani hanno

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pagato, più di ogni altra fascia di età, gli effetti di questa crisi. Il

livello di disoccupazione giovanile in Italia è il più alto d’Europa e

ciò è da imputare a una mancata strategia politica mirata alla

crescita dell’occupazione che, al contrario, ha ridotto i diritti nel

lavoro, i sistemi di protezione sociale, dagli ammortizzatori, alle

pensioni, alla sanità.

Il Meridione d’Italia è l’area in cui la crisi assume aspetti ancora più

seri per via di problemi storici che, da sempre, affliggono il

Mezzogiorno. Lavoro nero, aumento dell’illegalità sono i fenomeni

più evidenti di una depressione che ha visto allagare il già ampio

divario tra Nord e Sud del Paese.

Per quanto riguarda, nello specifico, Catania (e la sua provincia),

un tempo definita la “Milano del Sud”, città, da sempre, con una

forte vocazione commerciale, il periodo di grave difficoltà

economica deriva anche da investimenti azzardati che invece di

rinnovare e rivitalizzare il mercato lo hanno saturato, aumentando

disoccupazione e precarietà.

Mi riferisco, ad esempio, al settore della Grande Distribuzione che,

da potenziale risorsa di tutta la provincia, è, oggi, una nota dolente

con cui la FILCAMS fa i conti tutti i giorni, da qualche anno a questa

parte.

Quattro anni fa, nella mia relazione in occasione del XVII Congresso

Provinciale della FILCAMS, in tempi già di crisi (sebbene non così

drammatica), avevo evidenziato le mie preoccupazioni, rispetto

all’apertura dell’ipermercato Auchan di “Porte di Catania”. Le mie

perplessità erano legate al fatto che, a quella data, Auchan era già

presente a Catania e provincia con ben due strutture di ampia

portata, una sita in San Giuseppe La Rena e un’altra a Misterbianco.

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A quattro anni di distanza, nonostante le rassicurazioni all’epoca

della direzione di AUCHAN, l’ipermercato di San Giuseppe La Rena

ha cambiato fisionomia, passando da Ipermercato a Discount, con

notevoli perdite di risorse in termini di occupazione come,

purtroppo, le mie previsioni auspicavano. Le OO.SS

dell’ipermercato di Misterbianco, da qualche giorno, sono state

costrette ad aprire una Procedura di solidarietà.

La situazione delle COOP non è migliore, sebbene il loro sostegno

sia stato essenziale rispetto al gravissimo problema sociale che, da

circa due anni, affligge Catania con la vertenza ALIGRUP (vertenza

che, lo ricordo, ha portato alla perdita di milleseicento posti di

lavoro, con un indotto di cinquemila posti di lavoro. Notizia

positiva degli ultimi giorni è il concordato, approvato dal Tribunale

Fallimentare di Catania che permetterà a milleseicento lavoratori e

all’indotto, che deve ricevere dei crediti, di prendere più di una

boccata di respiro. A tal proposito, ringrazio il Tribunale

Fallimentare di Catania che ha operato con professionalità e

scrupolo. In particolare, il dott. Fichera che, in tempi non sospetti,

ha interloquito con le parti sociali e ciò non era né scontato, né

usuale). Oggi, nella provincia di Catania, dopo aver seguito per due

anni la vertenza ALIGRUP abbiamo raggiunto risultati importanti.

Infatti, il gruppo ARENA, il gruppo CONAD, il gruppo RE LEONE, e

le già menzionate COOP, hanno contribuito a far sì che, a Catania,

circa 800 dipendenti ritornassero a riprendersi quella dignità

negata per due anni. Le COOP, acquisendo gli Ipermercati de “Le

Zagare” e “ Le Ginestre”, con 380 posti di lavoro recuperati, hanno

dato una svolta significativa all’economia catanese. Rilevante anche

l’intervento del gruppo ARENA che, sin dall’inizio, ha creduto

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nell’acquisizione di alcuni punti vendita di una certa importanza.

Stessa menzione va data anche al gruppo CONAD che, senza batter

ciglio, ha contribuito notevolmente all’acquisizione di altri punti

vendita. Ciò detto, va segnalato, però, che fin dalla loro apertura gli

Ipermercati de “Le Zagare” e “Le Ginestre” hanno registrato

incrementi scarsi, fin dalla loro apertura. A un mese

dall’inaugurazione, le speranze del rilancio dei due centri

commerciali sono state messe a tacere dalla decisione dell’azienda

di mettere in cassa integrazione buona parte dei dipendenti. E si

teme che questo, purtroppo, sia solo l’inizio.

Nella provincia di Catania, il numero eccessivo di ipermercati (la

citta etnea detiene il primato europeo per numero di centri

commerciali e ipermercati), sorti nell’ultimo decennio, non ha

portato ricchezza nel territorio, né benefici occupazionali (o di altra

natura), al bacino di utenza (peraltro insufficiente rispetto alla

quantità di centri commerciali), sbilanciando, così, l’intero sistema

commerciale. I negozianti di Catania, soprattutto del centro storico,

lamentano, infatti, da anni, il progressivo impoverimento della

città. Catania si svuota, in modo particolare nel fine settimana,

ovvero nei giorni in cui i commercianti auspicano un aumento delle

vendite. I centri commerciali si riempiono di persone che, però, non

acquistano in misura tale da incidere sugli incassi della grande

distribuzione, la cui crisi, ormai palese, ha innescato una

inarrestabile emorragia di posti di lavoro.

Purtroppo, la grave crisi catanese continua con la chiusura, a breve,

del BRICO CENTER; prosegue con una cassa integrazione

scomposta e indiscriminata da parte di METRO ITALIA e con la crisi

di un gruppo importante come la SMA che, dopo oltre un decennio,

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ritira un integrativo nazionale che aveva portato nelle tasche dei

lavoratori aumenti salariali di una certa importanza. MERCATONE

UNO, inoltre, già da diversi anni, registra una crisi strutturale che

potrebbe portare, nei prossimi mesi, a problemi occupazionali.

L’apertura di IKEA, infine, non ha portato i risultati sperati

all’economia catanese né in termini di occupazione, né in termini di

fatturato.

Relativamente alle problematiche della grande distribuzione la

FILCAMS conferma il proprio disappunto rispetto alle

liberalizzazioni indiscriminate sia per quanto riguarda le nuove

aperture che per gli orari commerciali. Tali scelte sono da imputare

alla politica che ha rilasciato autorizzazioni in modo copioso con

relative speculazioni edilizie di una certa rilevanza. È, ormai, un

dato di fatto che il numero elevato di centri commerciali, nonché il

fatto che gli stessi rimangano aperti sette giorni su sette, tutto

l‘anno, per dodici ore (in alcuni casi, in estate l’orario si protrae)

non garantiscano maggiore occupazione e profitti. Anzi. L’obiettivo

della FILCAMS è definire un provvedimento legislativo che

modifichi le norme contenute nel decreto “Salva Italia”, restituendo

la titolarità a Comuni e Regioni, nell’ambito della concertazione con

le parti sociali. La FILCAMS provvederà a portare avanti con forza la

campagna La festa non si vende, promossa negli ultimi anni e che

ha trovato adesioni sia da parte delle associazioni di categoria che

nell’ambito della comunità ecclesiastica e dei movimenti spontanei

sorti in varie parti d’Italia.

Il Settore Turistico, di cui, in un mio intervento recente fatto a

Comiso (organizzato dalla FILCAMS regionale, dalla CGIL regionale

e la camera del lavoro di Ragusa nel dicembre 2013), ho già

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evidenziato problematiche e avanzato proposte, non gode di salute

migliore. Con l’iniziativa a livello nazionale del 3 luglio 2013, la

FILCAMS ha deciso di investire nel turismo, assumendo come asse

propositivo il binomio cultura e turismo. Creare una “economia

della cultura”- cito il documento congressuale FILCAMS- significa

investire e trarre vantaggio in termini di produzione e di nuova

ricchezza da ciò che una cultura valorizzata, tutelata e conservata,

genera, soprattutto in termini di indotto. Nessuno- si sottolinea

ancora nel documento- si è mai posto la questione di misurare

quanto un monumento produce in termini di indotto (servizi,

ristoranti, bar, alberghi).

Il nostro Paese è tra i più apprezzati dagli stranieri, eppure fatica a

stare dietro la Francia, Nazione più visitata al mondo, secondo le

ultime statistiche del 2013. La Sicilia, l’Isola più grande del

Mediterraneo, con la sua storia millenaria, le sue ricchezze

paesaggistiche, artistiche e tesori culinari, dovrebbe e potrebbe

avere nel turismo la sua risorsa principale (come accade, in Spagna,

dove Palma de Mallorca, ad esempio, vive di turismo tutto l’anno,

senza possedere le nostre risorse). Tra l’altro, proprio la provincia

di Catania potrebbe puntare su varie forme di turismo possibile,

possedendo caratteristiche paesaggistiche uniche al mondo e

risorse commerciali che la rendono uno dei poli più vivaci d’Italia.

C Turismo balneare: rendere ancora più fruibile, quasi tutto l’anno

questa fetta di turismo, prendendo spunto da realtà come la

Spagna e la Costa Azzurra a cui Catania non ha certo da invidiare le

bellezze paesaggistiche ricca, com’è, di trenta Km di costa con

spiaggia sabbiosa (La Playa), di scogliere e spiaggia lavica.

C Turismo montano: L’Etna (nel 2013, dichiarata Patrimonio

Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO) deve diventare il simbolo di

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una rinascita della città che proprio dalla storia unica del vulcano

più alto d’Europa può trovare linfa vitale ed energia per

investimenti importanti che diano respiro e futuro alla provincia

tutta e non solo.

C Turismo enogastronomico: valorizzare i prodotti che il mondo ci

invidia, creando pacchetti turistici vantaggiosi nel periodo delle

fiere che promuovono le nostre specialità: da Bronte, terra del

pistacchio più pregiato del mondo a Maletto con la sagra delle sue

fragole esportate e richieste all’estero, giusto per citare solo due

esempi.

C Turismo culturale: Catania non più vista come città dal turismo

“mordi e fuggi” ma come meta ricca di tesori artistici da scoprire e

conoscere. Ho già segnalato in altre occasioni l’urgenza di

promuovere con incisività le visite al centro storico della città (Via

Etnea, Via Crociferi, fino alla pescheria) ricco di chiese, di un

suggestivo stile barocco, la cui bellezza è stata celebrata con

maestria da grandi scrittori come Giovanni Verga, Federico de

Roberto, Vitaliano Brancati (e non solo). Occorre sottolineare

anche nelle locandine di promozione che Catania, fin dagli inizi del

secolo scorso, è stata e continua a essere città cinematografica di

alto livello, scelta dai più celebri registi per film di fama

internazionale (solo per citarne alcuni dagli anni Sessanta a oggi: “Il

bell’Antonio”, “Divorzio all’italiana”, “La Bibbia”, “Il Padrino”, “La

Piovra”, “Johnny Stecchino”, “La Matassa”) e per fiction attuali

molto note come “Squadra antimafia”. Dunque, una città ricca di

passato ma, al contempo, moderna e proiettata nel futuro, capace

di attrarre sia il turismo colto di età più matura che le fasce più

giovani d’età.

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Da anni, Catania e la sua provincia necessitano di un piano di

lavoro atto a colmare il dilagare della disoccupazione che, tra

l’altro, non rende giustizia a un territorio da sempre tra i più

produttivi del Meridione. A mancare non sono certo le risorse

umane, né tanto meno quelle territoriali essendo Catania una realtà

ricca di numerose potenzialità. Ciò che è mancato negli ultimi

decenni, e continua mancare, è una strategia mirata di investimenti

e rivalutazione del tessuto socioCeconomico in stretta sinergia con

tutte le forze politiche, sindacali, imprenditoriali locali e regionali.

Conoscenza, ricerca, formazione, sono condizioni essenziali per

uno sviluppo che dia ai cittadini occupazione vera e continuativa. A

tal proposito la FILCAMS vuole promuovere un Piano Nazionale del

Turismo Integrato, basato sulla interlocuzione attiva delle

Istituzioni, dei soggetti privati e di tutte le parti sociali. Investire

nell’offerta culturale siciliana e locale significa offrire ai giovani

non solo lavoro ma anche una diversa maniera di spendere il

proprio tempo libero fuori dai canali tradizionali.

Investire concretamente nel turismo significa dare ossigeno agli

albergatori catanesi e siciliani tutti che vivono, ormai di turismo

stagionale, che dura sempre meno visto il mutare e

l’imprevedibilità delle stagioni. Nei giorni scorsi le organizzazioni

sindacali sono state costrette a fare accordi a ribasso pur di far

rimanere aperti alcuni alberghi, vedi lo storico Hotel “Delle Palme”

di Palermo e mantenere i livelli occupazionali dell’“Excelsior” di

Catania. In merito, la latitanza della politica e, in particolare, del

governo regionale precedente e attuale, è stata tale da aver

provocato la chiusura di un albergo importante per la provincia di

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Acireale come “l’Excelsior”, che contiene 500 posti letto e con

ubicazione vicino alle terme di Acireale.

Per risanare il turismo occorrono interventi urgenti già da me

segnalati nel corso del citato intervento fatto a Comiso, ovvero:

1) Pagamento in tempi certi dei crediti alle imprese,

utilizzando, eventualmente, il meccanismo della

compensazione;

2) Promuovere una fiscalità di vantaggio per le imprese

del comparto ricettivo che garantiscono posti di lavoro

anche a tempo determinato.

3) Chiedere al governo nazionale di estendere le zone

franche alle aziende del settore ricettivo che

garantiscono una media occupazione secondo criteri da

definire.

4) A ciò, deve unirsi un rafforzamento della rete dei

trasporti che agevoli le Isole minori poli di attrazione

importanti, soprattutto per il turismo medioCalto.

5) Organizzare un programma di investimenti sulle

infrastrutture congressuali, sportive e servizio del

sistema turistico.

6) Infine, nell’ambito della riorganizzazione del sistema

turistico, vi è necessità di avviare un tavolo per la

nuova legge quadro sul turismo, uniformando la

normativa per le imprese del comparto ricettivo

(alberghiero ed extralberghiero), delle agenzie di viaggio

e delle professioni.

L’emergenza occupazionale nel settore dei Servizi è il terzo

punto dolente con cui la FILCAMS si confronta, affermando, a

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gran voce, la necessità di una nuova elaborazione progettuale,

individuando, se necessario, anche valide alternative

occupazionali a fronte di un ipotetico ridimensionamento del

settore.

Il primo punto dell’emergenza occupazionale riguarda il settore

degli appalti per cui occorre rivendicare una più accorta e

opportuna gestione delle gare che miri alla trasparenza. Solo

attraverso la corretta applicazione delle regole è possibile risolvere

la questione occupazionale, soprattutto negli appalti di pulizia e

servizi ausiliari delle scuole. A questo scopo, si rende necessaria la

copertura finanziaria per la proroga degli appalti, pena la riduzione

di migliaia di posti di lavoro. La FILCAMS assume questa vertenza

che necessita, però, anche del sostegno del sindacato confederale.

La scelta del Governo attuale prevede di affrontare il problema

attraverso l’internalizzazione dei servizi a carico dei dipendenti

delle varie pubbliche amministrazioni o a una riduzione ai minimi

essenziali per mancanza di risorse. Tale scelta appare utopistica

poiché la stessa pubblica amministrazione ha subito da anni il

blocco delle assunzioni. Gli effetti prodotti sono un calo drastico

della qualità degli ambienti scolastici e conseguente chiusura dei

plessi scolastici in alcuni territori del Paese a causa della

impossibilità di mantenere adeguate condizioni igienicoCsanitarie.

L’intero mondo dei servizi necessita di adeguate attenzioni e

rielaborazioni progettuali. Nella provincia di Catania numerose

vertenze rimangano inevase o, dovendo accettare appalti a

massimo ribasso, è vero che si mantengono i livelli di occupazione

ma con lavoratori ai quali viene abbassata notevolmente la

retribuzione. Per tale motivo, la FILCAMSCCGIL, negli ultimi quattro

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anni, ha provato a curare questo settore in un modo particolare e

certosino e, in merito, ringrazio il compagno Gino Scarfalloto che,

con grande senso si responsabilità e professionalità, ha seguito tale

comparto, portando a casa risultati significativi sia dal punto di

vista numerico che politico.

Uno dei settori più deboli, al momento e che richiede massima

attenzione per via delle varie trasformazioni in atto, è quello della

Vigilanza Privata che, purtroppo, a oggi, ha un contratto nazionale

non degno di tale settore. Dopo quattro anni di vacatio

contrattuale nel settore della vigilanza, la FILCAMSCCGIL nazionale

e la FISCACATCCSIL hanno firmato un contratto nazionale non

certo importante per l’aspetto economico ma rilevante per quanto

concerne il mantenimento dei livelli occupazionali. Infatti, gli

articoli 25C26C27 dello stesso sono stati potenziati e adeguati per

poter far fronte e combattere la grave crisi occupazionale. Tale

impegno parte dalla FILCAMS provinciale di Catania che, nel

lontano 2002, ha firmato un protocollo di intesa sui campi di

appalto che ha fatto la storia delle vigilanza italiana, segnando un

percorso importante proprio per i futuri contratti nazionali. La

grave crisi della vigilanza perdura da anni e non si riesce a trovare

una soluzione idonea alla sua conclusione. Da anni affermo che il

settore della vigilanza non è in crisi perché se prima Catania aveva

setteCottomila addetti, oggi il numero si è moltiplicato ma con una

vigilanza parallela, in gergo chiamata “portierato”. Relativamente

alla vigilanza catanese crediamo che una delle soluzioni per poter

far fronte alla gravissima crisi del settore sia quello di creare un

osservatorio presso la Prefettura che controlli gli inizi degli appalti

e intervenga anche nel corso della gestione della gara. Questa

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esperienza su Catania è stata fatta e aveva riportato risultati

importantissimi sia sul fronte dei controlli che sul fronte della

gestione degli appalti. Purtroppo, per la scarsa sensibilità di

qualche associazione imprenditoriale ci siamo ritrovati a non avere

più un organismo così utile a risolvere le problematiche della

vigilanza privata.

Dopo diversi anni, a livello legislativo non si sono fatti passi avanti.

Infatti, urge un riforma che, a oggi, è ferma al 1931, anche se il

raggiungimento degli ultimi anni del riconoscimento del ruolo delle

stesse Guardie Giurate come incaricate di pubblico servizio non sia

un fatto di poco conto ma tuttavia, rimane ancora marginale.

L’evoluzione delle tecnologie, molto importanti in alcuni servizi di

vigilanza, la crisi e la necessità da parte delle aziende di ritagliarsi

nuove fette di mercato hanno fatto sì che a livello europeo, ormai,

si parli di Servizi di Sicurezza Integrati e non più di Sicurezza

Privata. La “Vigilanza fissa” non avrà futuro stabile poiché sarà

sempre più rimpiazzata dal cosiddetto “portierato”, sia per quanto

stabilito dalla L. 269, sia per la marginalità offerta dalla vigilanza

fissa alle imprese. Il rischio che si corre con il “portierato” e/o la

cosiddetta “sicurezza disarmata” è quello di creare confusione

rispetto ai servizi e alle mansioni degli operatori. Non a caso gli

Istituti di Vigilanza aprono società parallele per fornire servizi

disarmati. Si moltiplicano, inoltre, le associazioni di

rappresentanza e proliferano sempre nuove ipotesi di

“contrattualistica nazionale di settore”, con annessi enti bilaterali.

Sulla base di quanto esposto, è evidente che bisogna continuare a

lavorare senza sosta per assicurare continuità aziendale e tutela dei

livelli occupazionali nei vari settori di nostra competenza.

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Il Contratto Nazionale è il pilastro che regola, ancora oggi, i

rapporti di lavoro ed è il solo strumento di tutela delle condizioni

di lavoro e di salario per milioni di lavoratori. La crisi, ancora al di

là dal concludersi, rende necessaria la tutela del Contratto

Nazionale sempre più esposto ad attacchi in quanto considerato un

ostacolo di produttività.

In merito, la FILCAMS e il sindacato tutto deve, dunque, ridefinire

l’azione contrattuale e, soprattutto, deve trovare strumenti efficaci

per rispondere alle emergenze nazionali e locali. Nel caso specifico

di Catania e provincia, occorre rispondere alle crisi strutturali delle

aziende, come i colossi della grande distribuzione, cercando di

comporre una linea di demarcazione invalicabili dei diritti e delle

tutele dei lavoratori.

Avviandomi alle conclusioni, relativamente agli Enti bilaterali

confermo, come già ribadito in altre occasioni, la loro importanza,

in merito ai compiti da loro assegnati dalla contrattazione

nazionale. Proprio per questo, sottolineo l’urgenza di aprire un

confronto a livello regionale per rivedere alcuni limiti di tale

contrattazione nazionale. Uno di questi, riguarda l’esperienza

realizzata con gli Enti del terziario provinciale che, come ho

sottolineato in altre sedi, considero superata poiché l’azione degli

Enti rimane circoscritta in ambiti limitati. Auspico la realizzazione

di un Ente bilaterale regionale con compiti di indirizzo che

regolarizzi, al proprio interno, i servizi da erogare. In questo modo,

si consoliderebbe e unificherebbe il rapporto fra le interlocuzioni

regionali e le istituzioni tutte pur mantenendo gli Enti bilaterali

provinciali del territorio ciascuno il proprio ruolo, l’autonomia e la

gestione delle risorse.

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Riassumo quanto sviluppato in questa relazione affermando, come

ribadito dal documento FILCAMS di febbraio, che respingiamo, a

qualsiasi titolo, il tentativo di utilizzare gli effetti della crisi per

realizzare interventi di modifica strutturale degli attuali assetti

contrattuali. La contrattazione deve mantenere come punto saldo le

esigenze reali delle persone e costruire un modello di qualità del

lavoro incentrato su un sistema solidaristico.

Negli ultimi quattro anni la FILCAMS ha sostenuto numerose

iniziative volte a offrire un punto di rinnovamento contrattuale a

settori del mercato del lavoro collocati ai margini delle tutele.

Grazie anche a questo e all’impegno profuso da tutte le strutture

dell’organizzazione, la FILCAMS è diventata la prima categoria della

CGIL fra i lavoratori attivi.

Tale primato deve servire da stimolo per convogliare risorse ed

energie al fine di affrontare al meglio e uniti le numerose

problematiche poste dall’attuale situazione economica.

Concludo ringraziando il compagno Andrea Righi che, in questi

quattro anni, ha aiutato la FILCAMS catanese non solo con risorse

economiche importanti ma anche con il sostegno politico e umano.

Un compagno che, di certo, rimarrà nella storia di tutta la FILCAMS

nazionale per la sua onestà intellettuale e grandissima competenza.

Ringrazio Angelo Villari, segretario generale della camera del lavoro

di Catania, sempre vicino alle problematiche di tutte le categorie, in

particolare della FILCAMS. Angelo ogni qualvolta è stato chiamato

in causa non si è mai tirato indietro. Compagno degno di nota per

le sue capacità politiche e umane non indifferenti. Un grazie al

compagno Francesco Munzone che, pur essendo in produzione

tutte le sere, con grande senso di appartenenza, svolge un ruolo

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importantissimo per tutti i nostri delegati, occupandosi

dell’apertura dello sportello di previdenza complementare.

Un ringraziamento particolare va anche al compagno Giuseppe

Grillo (nulla a che vedere con il Beppe Grillo che pensate voi) per il

suo appoggio notevole e l’impegno profuso nel far crescere la

FILCAMS in qualità e quantità. Ringrazio ancora i compagni della

segreteria Valentina, Yassin, Laura che, in questi 4 anni, hanno dato

un contributo notevole affinché la crescita della FILCAMS arrivasse

ai livelli attuali.

Ringraziamento particolare al nostro apparato tecnico con Cristina

Pappalardo, sempre in prima linea nell’offrire la sua esperienza in

FILCAMS, contribuendo all’ottima riuscita del congresso.

Grazie anche a Ornella Cristaudo per essersi inserita in modo

egregio all’interno della FILCAMS già da qualche anno e per i

risultati che sta facendo raggiungere alla FILCAMS di Catania nel

settore di sua competenza.

Infine, voglio ringraziare il compagno Gino Scarfalloto che, insieme

al sottoscritto, ha iniziato un percorso duro, faticoso e pieno di

insidie. Insieme abbiamo provato a raggiungere obiettivi

importanti. Lo ringrazio personalmente e spero e mi auguro che

questo impegno e senso di appartenenza possano aiutare la

FILCAMS a raggiungere quei risultati che tutti noi auspichiamo.

Chiudo sottolineando che la FILCAMS, negli ultimi quattro anni, ha

portato a casa risultati molto importanti sia a livello numerico,

triplicando gli iscritti, sia a livello politico. Sono certo che con

l’aiuto di tutti i nostri delegati della Confederazione del nostro

Nazionale, da qui ai prossimi anni raggiungeremo altri risultati che,

magari, a oggi, ci sembrano insperati.

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Grazie.